Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 31/07/13 16.17 Pagina 2 LIFE Arctos UN PROGETTO PER LA TUTELA DELL’ORSO BRUNO IN ITALIA L’ALLEVAMENTO ZOOTECNICO NEI TERRITORI DELL’ORSO, L’APPENNINO. Arctos © MICHEL GUNTHER / WWF-CANON Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.43 Pagina 2 © MAURO_BELARDI Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.44 Pagina 3 li orsi sono animali onnivori, prevalentemente vegetariani, ma estremamente adattabili alla fonte di cibo più disponibile e facilmente accessibile, è possibile che talvolta utilizzino anche animali domestici (soprattutto pecore o capre) come ulteriore risorsa alimentare. Praticamente in tutti i Paesi dove è presente l’Orso bruno, dove questa specie convive con le attività antropiche (allevamento, apicoltura ed agricoltura), si registrano danni legati all’incursione dell'orso, in nessuna di queste aree però l’uomo ha dovuto interrompere le proprie attività a causa dei conflitti con l’orso. Convivere infatti è sempre possibile. È necessario affrontare la problematica dei danni da fauna selvatica intervenendo non solo sugli effetti infatti, ad oggi, gli interventi maggiormente realizzati per contenere il problema sono riconducibili essenzialmente alla pratica degli indennizzi - ma agendo con determinazione sulle cause, riconducibili spesso ad una errata gestione e mancata pianificazione delle attività di allevamento. G Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.44 Pagina 4 • Attualmente, la normativa locale che regolamenta il pascolo è generalmente obsoleta e non prevede soluzioni adeguate di compatibilità con gli obiettivi della conservazione, né incentivi per la promozione di ‘buone’ pratiche di gestione. • Spesso viene tollerata qualsiasi forma di zootecnia, come se questa non avesse alcuna interazione con il resto dell’ecosistema nelle aree protette, pregiudicando quindi il raggiungimento della condizione di compatibilità prevista dalle legge quadro sulle aree protette. • Gli allevatori spesso non sono coinvolti nelle tematiche di conservazione, né sono incentivati verso forme di allevamento maggiormente virtuose e sostenibili. • Negli ultimi due decenni si è assistito ad un graduale ma inesorabile aumentano di mucche e cavalli allevati allo stato brado. Ciò ha determinato la netta rarefazione degli ovini, tradizionalmente allevati con modalità di pascolo maggiormente compatibili poiché adattatesi, nel corso della storia, alla © ALESSANDRO DI FEDERICO Perché un allevamento zootecnico mal gestito può essere un problema per l’orso bruno marsicano? © DARREN JEW / WWF-CANON Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.44 Pagina 5 © ALESSANDRO DI FEDERICO coesistenza con i grandi carnivori come l’orso. Rispetto agli ovini, i bovini e gli equini richiedono meno lavoro e impegno da parte degli allevatori e possono risultare quindi economicamente più convenienti ma, specialmente se lasciati liberi al pascolo brado, sono di gran lunga meno adeguati ad una zootecnia compatibile. • Recentemente, si è assistito all’interno delle aree protette ad un inesorabile aumento di allevatori provenienti da altre aree, non residenti e quindi non appartenenti alle tradizioni e culture locali. Spinti essenzialmente da interessi di carattere economico, costoro promuovono una zootecnia invadente, massiccia allo stato brado e spesso non condividono né rispettano le importanti finalità di conservazione di un’area protetta. Eppure, queste forme di zootecnia continuano ormai da anni ad assorbire una imponente fetta dei fondi di indennizzo che l’intera collettività, per mano degli enti parco, sostiene per la conservazione di lupi e orsi. Tutto ciò è ulteriormente aggravato dal rischio di scomparsa dei piccoli allevamenti ben gestiti e integrati nell’ambiente, in quanto coevoluti con lupi e orsi da tempi storici ed efficacemente integrati nelle politiche di conservazione delle aree protette, risorse inadeguate per sviluppo di piani di gestione dei pascoli e mancanza di quelle risorse utili a promuovere le attività di controllo. © MASSIMILIANO ROCCO Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.45 Pagina 6 Il pascolo brado, non regolato o comunque non correttamente gestito degli animali d’allevamento può avere un impatto negativo sugli ecosistemi naturali e rappresentare un elemento di competizione e di rischio per la fauna selvatica. Questo è vero anche per la tutela di specie di elevato interesse conservazionistico, come l’orso bruno, per il quale il pascolo brado di mucche e cavalli può rappresentare un grave elemento di competizione per le risorse trofiche, fonte di disturbo nelle zone più critiche, oppure un preoccupante vettore di patologie anche particolarmente gravi. Il pascolo brado, inoltre, mal si presta ad una adeguata guardiania degli animali domestici, contribuendo quindi ad elevare il livello di conflitto in presenza di grandi carnivori selvatici come lupi e orsi. Le conseguenze economiche e sociali del conflitto sono rilevanti per queste specie, come dimostrano gli elevati e perduranti livelli di bracconaggio anche nel cuore delle © FOTO ORSO_FLICKR CREATIVE COMMONS Il nostro primo impegno deve essere quello di rendere compatibile l’allevamento del bestiame domestico con la conservazione dell’orso. © MASSIMILIANO ROCCO Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.45 Pagina 7 © FOTO ORSO_FLICKR CREATIVE COMMONS aree protette più storiche e radicate. Se non strettamente regolate e giudiziosamente gestite, le attività zootecniche possono quindi avere effetti negativi rilevanti sulla residua popolazione di orso bruno marsicano. Come tutte le altre attività antropiche che possono avere un impatto sulla biodiversità, si tratta quindi di modulare correttamente localizzazione, modalità e intensità delle varie forme di allevamento in modo da renderle compatibili con le finalità di conservazione. Le aree protette rappresentano degli importantissimi santuari in grado di ospitare e garantire l’adeguata tutela a specie e popolazioni a serio rischio di estinzione. È quindi in particolare all’interno delle aree protette che l’allevamento zootecnico deve essere pianificato e gestito nel pieno rispetto delle finalità di conservazione ed a tutela non solo delle specie e degli habitat critici, ma degli stessi servizi ecosistemici che esse ci devono assicurare. © WILD WONDERS OF EUROPE /WIDSTRAND / WWF © MASSIMILIANO ROCCO Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.46 Pagina 8 Cosa dobbiamo fare e chiedere alle nostre aree protette? © M. FRATTON © SARA BRAGONZI Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.46 Pagina 9 Orsi ed altri animali selvatici devono poter accedere liberamente ed incondizionatamente alle risorse trofiche naturali. È per questo necessario regolamentare l’uso del territorio a fini zootecnici in base ad analisi preventive della produttività dei pascoli ed al carico di bestiame ecologicamente sostenibile. © FOTO ORSO_FLICKR CREATIVE COMMONS Garantire l’accesso alle risorse trofiche naturali © SARA BRAGONZI Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.46 Pagina 10 Ridurre drasticamente il disturbo e l’eventualità di conflitto con l’attività antropica Nella popolazione di orso bruno la mortalità a causa dell’uomo è frequente ed elevata. Può essere sia illegale che accidentale e la si osserva come reazione agli eventi di predazione, come espressione del bracconaggio, oppure come conseguenza di patologie sanitarie legate alla presenza di animali domestici infetti sul territorio. Tali elementi di rischio vanno risolti radicalmente e con determinazione se si vuole realmente garantire la sopravvivenza dell’orso. I tecnici hanno da tempo detto la loro, esistono dati, indicazioni gestionali e perfino linee guida di riferimento: politici e amministratori non possono più continuare a fare finta di nulla. È necessario un coordinamento territoriale che garantisca piani comunali di gestione dei pascoli coerenti ed aggiornati, che facciano uso degli strumenti e delle agevolazioni messe a disposizione dai Piani di Sviluppo Rurale. Aree Protette e Comuni devono svolgere, in sinergia, un ruolo di catalizzatori e facilitatori della loro attuazione, garantendo migliori condizioni per gli allevatori e, allo stesso tempo, la © HOMOAMBIENS Adottare leggi e regolamenti innovativi che regolino l’attività zootecnica nella aree di conservazione dell’orso © MARK SCHULMAN / WWF-CANON Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 25/07/13 10.47 Pagina 11 © HOMOAMBIENS salvaguardia del patrimonio silvestre. Va individuato il “carico” di ciascun pascolo (quantità massima di bestiame), assicurandone anche la rotazione; va incentivata la custodia e/o guardiania, necessaria per minimizzare la probabilità di conflitti che scaturiscono dai danni inflitti alla zootecnia dai carnivori; va disincentivato lo stato brado, e incentivato l’uso di apposite forme di gestione e delle recinzioni. Deve esserci, infine, un puntuale controllo da parte degli enti preposti Province, Comuni, Enti Parco, CFS sul rispetto delle regole. La zootecnia mal gestita crea problemi alla fauna selvatica, porta malattie, occupa spazi, distrugge i boschi, aumenta la conflittualità. La zootecnia ben gestita, oltre ad essere compatibile, porta sviluppo a livello locale e salvaguardia tradizioni, salute e culture millenarie. Dobbiamo impegnarci per una profonda modificazione delle tendenze attuali, anche e soprattutto nelle aree protette, per combattere una zootecnia di rapina e promuovere forme di allevamento locali e maggiormente compatibili con la conservazione dell’orso. © WILD WONDERS OF EUROPE /STAFFAN WIDSTRAND / WWF www.life-arctos.it Life_zootecnica_Actors_APPENINO_Layout 1 31/07/13 16.17 Pagina 1 PER MAGGIORI INFORMAZIONI: WWW.LIFE-ARCTOS.IT Opuscolo realizzato con il contributo finanziario del progamma LIFE dell’Unione Europea