Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 31/07/13 16.12 Pagina 2 LIFE Arctos UN PROGETTO PER LA TUTELA DELL’ORSO BRUNO IN ITALIA L’ALLEVAMENTO ZOOTECNICO NEI TERRITORI DELL’ORSO, LE ALPI Arctos © MICHEL GUNTHER / WWF-CANON Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.25 Pagina 2 © MAURO_BELARDI Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.25 Pagina 3 li orsi orsi sono animali onnivori, prevalentemente vegetariani, ma estremamente adattabili alla fonte di cibo più disponibile e facilmente accessibile. È possibile che talvolta utilizzino anche animali domestici (soprattutto pecore o capre) come ulteriore risorsa alimentare. Praticamente in tutti i Paesi dove è presente l’Orso bruno, dove questa specie convive con le attività antropiche (allevamento, apicoltura ed agricoltura), si registrano danni legati all’incursione dell’orso, in nessuna di queste aree però, l’uomo ha dovuto interrompere le proprie attività a causa dei conflitti con l’orso. Convivere infatti è sempre possibile. Il verificarsi di danni economici ha rappresentato nel passato il motivo principale che ha portato alle campagne di persecuzione che spesso hanno coinciso con l’estinzione locale della specie. Anche ai giorni nostri, la presenza del plantigrado può innescare tensioni legate all’impatto sulle risorse agricole, zootecniche ed apistiche pertanto un’efficace politica di conservazione dell’Orso deve passare per una corretta gestione dei conflitti con le attività antropiche. L’impegno deve esser rivolto alla risoluzione dei conflitti cercando di rendere compatibile l’allevamento del bestiame domestico con la conservazione dell’orso. G Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.26 Pagina 4 Il pascolo brado o non correttamente gestito può avere un impatto negativo sugli ecosistemi naturali e rappresentare un elemento di competizione e di rischio per gli animali selvatici. In queste situazioni è difficile attivare un’adeguata strategia di prevenzione dei danni, in quanto per l’orso il pascolo brado di ovicaprini rappresenta una fonte di cibo facilmente disponibile e fonte di danni anche consistenti agli allevatori, con ricadute sul grado di accettazione dell’orso. Le conseguenze economiche e sociali del conflitto sono rilevanti, come dimostra la recente diminuzione dell’accettazione anche nelle aree alpine di consolidata presenza e di storica tolleranza. Se non regolate e gestite, le attività zootecniche possono quindi avere effetti negativi rilevanti sulla popolazione di orso bruno. È necessario quindi modulare correttamente localizzazione, modalità e intensità delle varie forme di allevamento in modo da renderle compatibili con le finalità di conservazione. L’allevamento zootecnico deve essere pianificato e gestito nel rispetto © ALESSANDRO DI FEDERICO Alcune problematiche che vanno affrontate © DARREN JEW / WWF-CANON Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.26 Pagina 5 © ALESSANDRO DI FEDERICO delle finalità di conservazione e a tutela non solo delle specie e degli habitat critici, ma degli stessi servizi ecosistemici che esse ci devono assicurare. La convivenza deve essere raggiunta primariamente attraverso una diminuzione del danno. L’allevamento zootecnico mal gestito può essere un problema per l’orso bruno poiché le normative locali che regolamentano il pascolo sono talvolta obsolete e non prevedono soluzioni adeguate di compatibilità con gli obiettivi di conservazione. Gli incentivi per la promozione di ‘buone’ pratiche di gestione sono acquisizioni recenti, ma devono essere coerenti tra loro. Ad esempio alcune misure incentivano il pascolo diffuso, mentre storicamente uno dei suggerimenti per la compatibilità con i predatori prevede al contrario di radunare le greggi e sempre più spesso vengono tollerate diverse forme di zootecnia. Occorrono invece messaggi e misure coerenti, commisurati agli obiettivi prioritari. Negli ultimi due decenni si è assistito ad un graduale aumento di animali domestici allo stato brado, che vengono spesso portati in quota a inizio stagione e poi guardati solo periodicamente, a distanza anche di diversi giorni se non addirittura settimane. Ciò è legato anche al fatto che la maggior parte delle greggi presenti sulle Alpi, sono costituite da animali “da carne” che quindi non prevedono la presenza quotidiana del pastore per la loro mungitura. Gli allevatori non sempre sono adeguatamente coinvolti e sensibilizzati nelle tematiche di conservazione, né sono incentivati verso forme di allevamento maggiormente virtuose e sostenibili. Recentemente, si è assistito ad un aumento di allevatori provenienti da altre aree, non residenti e quindi non appartenenti alle tradizioni e culture locali, già fortemente rarefatte e localizzate. Non si è in grado di affermare che essi siano un concreto problema per la conservazione, certamente rappresentano un’ottima “scusa” per gli allevatori locali che spesso rimandano il problema ad altri, a quelli che vengono da fuori. Si tratta quindi di un tema da tenere ben presente. © FOTO ORSO_FLICKR CREATIVE COMMONS © SANCHEZ & LOPE / WWF-CANON Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.27 Pagina 6 © MASSIMILIANO ROCCO Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.27 Pagina 7 Zootecnia compatibile e accesso garantito alle risorse trofiche naturali © FOTO ORSO_FLICKR CREATIVE COMMONS Gli orsi al pari di altri animali selvatici devono poter accedere liberamente ed incondizionatamente alle risorse trofiche naturali. È per questo necessario regolamentare l’uso del territorio a fini zootecnici in base ad analisi preventive della produttività dei pascoli ed al carico di bestiame ecologicamente sostenibile, per ridurre il disturbo e l’eventualità di conflitto con l’attività antropica. Nella popolazione di orso la mortalità per cause antropiche, dirette o indirette, è frequente ed elevata (sia illegale sia accidentale) e la si osserva come reazione agli eventi di predazione, come espressione del bracconaggio, del traffico veicolare, oppure, in potenzialità, sotto forma di proposte che diminuiscano la tutela della specie. Esistono dati tecnici, indicazioni gestionali, linee guida di riferimento che dovrebbero diventare strumenti legislativi innovativi per regolamentare l’attività zootecnica nella aree di conservazione dell’orso. È necessario un coordinamento territoriale che garantisca piani comunali di gestione dei pascoli coerenti ed aggiornati, che facciano uso degli strumenti e delle agevolazioni messe a disposizione dai Piani di Sviluppo Rurale. I diversi enti pubblici devono svolgere, in sinergia, un ruolo © G.FALSINI Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.28 Pagina 8 di catalizzatori e facilitatori della loro attuazione, garantendo migliori condizioni per gli allevatori e, allo stesso tempo, la salvaguardia del patrimonio faunistico e silvestre. I punti chiave di queste regole sono: • l’individuazione del “carico” di pascolo compatibile e nella rotazione ; • la custodia e/o guardiania necessarie per minimizzare la probabilità di disincentivazione dello stato brado; • Incentivazione all’uso di apposite recinzioni elettrificate per la prevenzione dei danni. Infine è necessario un puntuale controllo sul rispetto delle regole. © WILD WONDERS OF EUROPE /WIDSTRAND / WWF Gli alpeggi pilota La sperimentazione di alpeggi pilota rappresenta una proposta che il Life Arctos mette in campo per passare dalle parole ai fatti. La tutela dell’orso non può dipendere esclusivamente dalle istituzioni, ma deve passare necessariamente attraverso un percorso condiviso di valorizzazione della specie da parte dei diversi gruppi di interesse. Il settore agro-zootecnico deve attivarsi per rendere maggiormente compatibile la propria attività, diventando sperimentatore di soluzioni di diminuzione del danno e del conflitto. L’orso deve essere visto come una ri- © SARA BRAGONZI Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.29 Pagina 9 sorsa, incentivando la produzione di prodotti locali che siano “amici dell’orso”, realizzati valorizzando il territorio, senza arrecare danno o disturbo all’orso. La zootecnia ben gestita porta sviluppo a livello locale e salvaguarda tradizioni, salute e culture locali. Il conflitto tra conservazionisti e allevatori dovuto alla presenza dell’orso si volge spesso sul piano ideologico e sotto la strumentalizzazione da parte di soggetti talvolta disinteressati sia all’allevamento sia all’orso. Il dibattito, anche acceso, è una ricchezza solo se condotto con modalità e obiettivi condivisi. In altri contesti sia europei sia extraeuropei, la convivenza è stata raggiunta attraverso specifici tavoli di concertazione, in cui il punto di partenza accettato da tutti tiene conto sia del fatto che la zootecnia è una realtà essenziale della montagna e che va tutelata ed aiutata, sia che i predatori sono anch’essi una realtà, che abitano le montagne da prima che vi facesse la comparsa l’uomo e che sono tutelati dalla legge sia nazionale sia comunitaria. I tavoli possono inoltre aiutare gli enti competenti a raggiungere un’omogeneità delle politiche di prevenzione e compensazione dei danni a livello dell’intero Arco Alpino. © FOTO ORSO_FLICKR CREATIVE COM- Tavoli di concertazione sui predatori © SARA BRAGONZI Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.29 Pagina 10 Misure di prevenzione dai danni Malgrado spesso siano pochi orsi a causare molti danni è evidente come sia fondamentale per la pacifica convivenza cercare di ridurre al minimo l’impatto dei danni. Obiettivo è la drastica riduzione di danni e conflitti, attraverso misure sulla gestione zootecnica e attraverso la prevenzione danni. È fondamentale recuperare tecniche di allevamento che tengano conto della presenza dei predatori cercando di adottare sistemi mirati alla prevenzione dei danni. Ciò è vero soprattutto sulle Alpi, dove a seguito della scomparsa di lupo ed orso, si era persa la memoria storica circa la modalità di contenimento dei danni con conseguente abbassamento del livello di guardia e modifiche dei sistemi gestionali. Attualmente i sistemi universalmente più utilizzati per contenere i danni dei grandi carnivori sono le opere di prevenzione e/o l’impiego di cani da guardiania. L’impiego dei cani da guardiania (per lo più mastini abruzzesi) stenta a © HOMOAMBIENS Le analisi genetiche hanno potuto dimostrare come siano pochi individui di orso a causare molti danni, mentre altri soggetti sembrano non interessati al patrimonio zootecnico. Questo dato dimostra come sia una credenza errata, quella che vuole che l’orso abbia “bisogno” della presenza di ovicaprini sul territorio per sopravvivere: ben altre sono le risorse trofiche indispensabili per l’orso. © HOMOAMBIENS © MARK SCHULMAN / WWF-CANON Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 25/07/13 10.29 Pagina 11 prender piede in ambiente alpino a causa di fattori culturali ed economici. Spesso le grosse greggi, ancor più se transumanti, sono esposti al rischio predazione per pochi mesi mentre la gestione e il mantenimento dei cani è annuale e raramente accettata dal pastore. La mancata presenza del pastore può anche portare a problemi tra cani e turisti. L’utilizzo di cani da guardiania va dunque meglio studiato e sperimentato sulle Alpi. Le opere di prevenzione sono costituite da recinzioni elettrificate, costituite da reti, fettucce o fili lungo i quali viene fatta passare della corrente elettrica. Questa corrente è costituita da impulsi molto brevi ed è quindi pressoché innocua per gli animali domestici e poco pericolosa anche per l’orso. Malgrado questo la scossa elettrica che subisce l’orso quando tocca i fili è piuttosto forte e induce l’animale a tenersi a debita distanza da queste recinzioni, andando a costituire di fatto una barriera più psicologica che fisica. L’efficacia di queste opere è direttamente proporzionata al grado di manutenzione a cui la recinzione è sottoposta. In caso di corretto utilizzo, le opere di prevenzione possono ridurre l’incidenza dei danni fino ad oltre il 90%. © WILD WONDERS OF EUROPE /STAFFAN WIDSTRAND / WWF www.life-arctos.it Life_zootecnica_Actors_ALPI_Layout 1 31/07/13 16.11 Pagina 1 PER MAGGIORI INFORMAZIONI: WWW.LIFE-ARCTOS.IT Opuscolo realizzato con il contributo finanziario del progamma LIFE dell’Unione Europea