In corso d’Opera…
N e w s l e t t e r
a
c u r a
d e l
C e n t r o
A p i c e
Numero 1
Gennaio 2010
Nuovi Fondi ad Apice
Nuovi protagonisti da studiare
Fondo Suvin
Fondo Gualtieri di San Lazzaro
e Maria Papa
Fondo Giudici
Sommario:
Incontri ed eventi
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Strumenti
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Studi e ricerche
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Spigolature
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Fondo Stamperia Valdonega
Numero 1
Nato nel 1930 a Zagabria, Darko Suvin è studioso
di teatro e letteratura fantascientifica. Ha insegnato dal 1959 Letteratura all’Università di Zagabria e
dal 1968 Letteratura inglese e comparata alla
McGill University di Montreal, Canada.
Per diversi anni ha curato la rivista ScienceFiction Studies, pubblicazione nata nel 1973 e
interamente dedicata agli studi critici sulla fantascienza.
In Italia è stata tradotta la sua opera più importante Le metamorfosi della fantascienza uscita per i
tipi del Mulino.
La collezione di monografie e periodici dal 1950
ad oggi, donata all’Università degli Studi di Milano,
è stata suddivisa tra la biblioteca del Polo di Mediazione linguistica di Sesto San Giovanni e il
Centro Apice, al quale sono pervenuti 4200 volumi
di fantascienza e 3000 di teatro. I volumi di fantascienza, per lo più assenti nelle biblioteche italiane, comprendono testi e raccolte inglesi, americane, francesi, russe, slave e dell’estremo oriente,
mentre i testi sul teatro sono dedicati al teatro occidentale (epoca elisabettiana e Bertold
Brecht) e orientale, cinese e giapponese.
Nuovo fondo di Apice è anche quello del critico ed editore d’arte, giornalista e gallerista
Gualtieri di San Lazzaro (al secolo Giuseppe Papa), pervenuto da Nicolas Rostkowski, figlio
di Maria Papa,
Papa scultrice polacca e moglie di Gualtieri scomparsa nel 2008. L’archivio raccoglie documenti dell’attività di editore e scrittore di
San Lazzaro dal 1924 al 1974, anno della sua morte, e alcuni appunti della scultrice.
La parte più consistente del fondo riguarda la collezione della seconda serie della rivista XX siècle
apparsa dal 1951; la rivista dedicava ogni numero a
un diverso tema di arte contemporanea; anche la
scelta degli artisti era mirata e legata all’attività di
gallerista di Gualtieri: Brancusi, Kandinskj, Le Corbusier, Arp, Henri Laurens, Mirò, Alberto Magnelli,
Klee, Moore, Marino Marini.
Caratteristica della pubblicazione semestrale sono
le tavole: oltre alle illustrazioni ogni numero ha alcune tavole stampate in litografia, pochoir, xilografia,
linoleum, disegni in facsimile, dei quali viene eseguita una tiratura a parte di 25 esemplari numerati e
firmati dagli artisti. In questo modo la rivista, oltre a
divulgare le nuove tendenze artistiche, diventa anche oggetto di collezionismo.
La Stamperia Valdonega viene fondata a Verona nel 1948 da Giovanni Mardersteig che già
nel 1923 aveva dato vita, presso Lugano, all'Officina Bodoni, nella quale utilizzava esclusivamente il torchio a mano. L’obiettivo di Giovanni era la creazione di una tipografia industriale che tuttavia realizzasse libri di alta qualità: stampa con Monotype, grande cura nella
scelta delle carte, degli inchiostri e delle forniture per legatoria. A partire dagli anni ’50 del
XX secolo alcune importanti case editrici affidarono regolarmente la realizzazione delle loro
opere alla Valdonega, dalla Albatross inglese — poi Tauchnitz edition, diretta concorrente
della Penguin Books — alla Sansoni, fino alle editrici newyorkesi Limited editions e New Directions.
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Il Fondo Valdonega è costituito dall’archivio aziendale ed editoriale e dalla biblioteca, suddivisa in biblioteca aziendale, libri stampati dall’azienda e Edizioni Valdonega, presenti
spesso in diverse varianti di legatura. La biblioteca aziendale conserva molti volumi dedicati alla storia della tipografia, del libro e della legatoria, temi che saranno anche oggetto
dei libri delle Edizioni Valdonega. I volumi stampati dall’azienda sono di argomento vario,
dai manuali di medicina alle edizioni di pregio ai volumi commissionati da privati, fino agli
anni ’80 quando la Valdonega si specializza nella produzione di facsimili per il mercato
italiano ma soprattutto estero (Sulvan al Muta in arabo, Moss Haggadah in ebraico, il Cimelio tipografico-pittorico di G.B.Bodoni).
Peculiarità del fondo è la cospicua presenza di campionari di caratteri, carte, materiali da
legatoria e manuali d’epoca, come quelli destinati agli operatori delle macchine Monotype.
Il poeta Giovanni Giudici nasce nel 1924 a Le Grazie di Portovenere (La Spezia) e si trasferisce successivamente a Roma dove si laurea in Letteratura francese con una tesi su
Anatole France. Svolge attività di giornalista a Roma, poi ad Ivrea per la Olivetti, quindi a
Torino ed infine a Milano dove si stabilisce definitivamente nel 1958. In contemporanea
all’attività di giornalista, escono le sue raccolte di poesie: Fiori all’improvviso (1953), La
vita in versi (1965), Autobiologia (1969), O Beatrice (1972), Il male dei creditori (1977), Il
ristorante dei morti (1981), Lume dei tuoi misteri (1984), Salutz (1986), Quanto spera di
campare Giovanni (1993), Empie stelle (1996) ed Eresia della sera (1999).
L’archivio del poeta è costituito da materiali di vario genere, tra cui spicca il corposo carteggio con circa un centinaio di corrispondenti; a questo si aggiungono agende e quaderni
di lavoro con appunti e ‘spunti’, dattiloscritti degli articoli usciti su vari quotidiani e settimanali (L’Unità, Rinascita, L’Espresso, Il Tirreno, Corriere della Sera e Il Secolo XIX), dattiloscritti di poesie, racconti, saggi, testi radiofonici e cinematografici.
I NCONTRI ED EVENTI
10 dicembre 2009 - Convegno Mettersi a bottega. Antonio Porta e i Mestieri della
letteratura, Università degli studi di Milano, Sala Napoleonica
Lo scorso 10 dicembre 2009, nella sede di Palazzo Greppi, si è svolto un convegno dedicato a Leo Paolazzi, in arte Antonio Porta , organizzato dal professor Gianni Turchetta.
L’incontro si è collocato nell’ambito delle iniziative per ricordare il poeta a venti anni dalla
scomparsa. Al convegno, che ha riscosso un considerevole successo di pubblico, sono
state evidenziate le caratteristiche della poesia di Porta, un linguaggio che prende forza
da musicalità, ritmo, ripetizione, scomposizione e ricomposizione delle parole.
Non solo un poeta: dal convegno emergono, oltre al romanziere Porta capace di bucare
la pagina con il suo stile verbale, anche l’organizzatore di cultura, il direttore editoriale, il
manager, il profondo conoscitore del mercato editoriale, il dirigente della Feltrinelli, il
membro del Consiglio di amministrazione della Fonit Cetra: una galassia di personaggi,
ma fondamentalmente uno, il nomade. Sembra quasi la reincarnazione di Rimbaud, divorato da un fuoco interiore: poesia, amore, rivoluzione, tre aspetti della sua personalità. Un
promotore di cultura, dotato di straordinaria vitalità, generosità e apertura con una forte
capacità di saper raggiungere il pubblico con la sua poesia.
Sul sito di Apice – www.apice.unimi.it – è possibile ascoltare gli interventi del convegno.
Il Centro Apice conserva la biblioteca personale di Antonio Porta che si compone di circa
5.000 volumi e il suo archivio consultabile al seguente indirizzo:
http://gea.lib.unimi.it/GeaWeb/
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STRUMENTI
L’Archivio di Gina Lagorio
L’archivio di Gina Lagorio (1922-2005) è giunto nel 2005 al Centro, donato per volontà della stessa scrittrice morta pochi mesi prima.
Scrittrice e saggista, la sua opera è stata fortemente influenzata dai luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza: “i luoghi che mi hanno radicato alla
vita in modo inoppugnabile e irriducibile sono stati Piemonte e Liguria”.
In questo quadro si inseriscono legami letterari rilevanti quali quelli con
Fenoglio, Pavese, Barile e Sbarbaro.
L’archivio si compone di circa 140 buste per un totale di 1794 fascicoli.
Già sommariamente ordinato dalla stessa scrittrice tra il 1999 e il 2001,
il fondo riordinato ed inventariato si basa sulla fascicolazione originaria
che, a sua volta, prevedeva uno stretto legame con l’opera cui faceva
riferimento. Per molte delle opere composte dalla scrittrice si può seguire il percorso dalla nascita (materiali preparatori, appunti, ritagli di articoli, ecc..) alla pubblicazione ed al successo editoriale (recensioni, presentazioni, partecipazione a premi letterari, ...). Questa centralità dello scritto si rispecchia nella struttura della prima serie denominata ‘Attività letteraria’, suddivisa a sua volta
in partizioni corrispondenti ognuna ad un libro/saggio. Lo studioso potrà quindi visionare
materiali che documentano decenni di scrittura, da Le novelle di Simonetta pubblicato
nel 1960 all’ultimo romanzo Capita uscito postumo nel 2005, passando per Il polline
(1966), Un ciclone chiamato Titti (1969), Fenoglio (1970), Approssimato per difetto
(1971), Cultura e letteratura ligure (1972), Angelo Barile e la poesia dell’intima trasparenza e Sbarbaro controcorrente (1973), La spiaggia del lupo (1977, premio Campiello),
Fuori scena (1979), Sbarbaro, un modo spoglio di esistere (1981), Tosca dei gatti (1983,
premio Viareggio 1984), Penelope senza tela (1984), Golfo del paradiso (1987), Russia
oltre l’Urss (1989), Tra le mura stellate (1991), Il decalogo di Kieslowski (1992), Il silenzio
(1993), Il bastardo ovvero Gli amori, i travagli e le lacrime di Don Emanuel di Savoia
(1996), Inventario (1997), L’arcadia americana (1999), L’elogio della zucca (2000) e Raccontiamoci com’è andata (2003).
La seconda serie testimonia invece della sua attività di parlamentare: Gina Lagorio fu
infatti eletta alla Camera dei Deputati nel 1987 in una lista indipendente di sinistra. In
questa serie i fascicoli sono stati ordinati cronologicamente,
senza altre partizioni intermedie.
L’ultima serie corrisponde al ricchissimo e ‘amatissimo’ carteggio, che si compone di oltre 1500 fascicoli intestati ognuno
ad un corrispondente. Sono presenti moltissimi nomi di letterati, critici, intellettuali, politici e rappresentanti della cultura
italiana ed estera. La serie è stata ordinata alfabeticamente
per cognome e nome del corrispondente.
L’inventario è consultabile on line al seguente indirizzo:
http://gea.lib.unimi.it/GeaWeb/.
Prima stesura di Inventario (1997), con correzioni autografe
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S TUDI E RICERCHE SUI NOSTRI FONDI
I due Scheiwiller. Editoria e cultura nella Milano del
Novecento, a cura di Alberto Cadioli, Andrea Kerbaker, Antonello
Negri, Milano, Skira, 2009
Tra il 1925 e il 1999 prima Giovanni e poi Vanni Scheiwiller diedero vita e animarono una delle case editrici più originali del Novecento che, grazie alla scelta degli autori e alla qualità dei volumi pubblicati, fu capace di proiettarsi in una dimensione internazionale, nonostante il carattere quasi individuale dell’azienda.
Il volume raccoglie i testi del convegno dedicato nel 2008 a Giovanni e Vanni Scheiwiller, realizzato dal Centro Apice nell’ambito
dell’annuale giornata Testi forme e usi del libro.
Un prezioso inserto iconografico, realizzato attingendo all’immensa documentazione fornita dall’archivio Scheiwiller (specchio di
oltre settant’anni di cultura del XX secolo), accompagna il Racconto per immagini, un racconto che – articolato nelle sezioni
Svizzeri a Milano, L’avventura editoriale, Artisti e poeti, amici e
complici – si dipana tra foto di scrittori e copertine di volumi, poeti
e manoscritti, pittori e opere, a documentare la vastità dei rapporti dei “due Scheiwiller” con la cultura del Novecento.
Tesi di laurea e di dottorato
Silvia Brentegani, "La letteratura italiana. Storia e testi” attraverso i documenti dei protagonisti ", tesi di laurea specialistica in Editoria e comunicazione multimediale, Università degli studi di Verona, Facoltà di Lettere e Filosofia,. a.a. 20082008-2009, relatore
prof. Giancarlo Volpato.
La tesi studia la collana La letteratura italiana. Storia e testi edita dalla Ricciardi e considerata una delle migliori raccolte di opere di letteratura italiana. Dopo una prima analisi delle vicende editoriali della casa editrice, dalla sua fondazione a Napoli alla cessione a Mattioli e all’apertura della sede milanese, e dopo uno sguardo alla imprescindibile figura di Raffaele Mattioli vengono presi in esame gli altri protagonisti del progetto editoriale della collana: chi teneva i rapporti coi curatori, chi coordinava il lavoro redazionale e chi si occupava della parte grafica della collana. Segue una ricostruzione,
attraverso documenti inediti, del processo di pianificazione del piano dell’opera, dalla
quale si può comprendere come i direttori fossero giunti alle scelte che portarono alla
pubblicazione dell’opuscolo del 1951 con il catalogo della collana. Infine, fondamentale è lo studio delle scelte grafiche della casa editrice e della stamperia dove le scelte
del logo, del carattere, del tipo di carta, non sono mai lasciate al caso, ma sempre frutto di studi approfonditi.
Veronica De Sanctis, Donne e Futurismo: il caso di Maria Ginanni, tesi di laurea magistrale in Storia e critica dell’arte, Università degli studi di Milano, Facoltà di Lettere e
Filosofia, a.a. 20062006-2007, relatore prof. Antonello Negri.
La tesi analizza la figura di Maria Ginanni, poetessa futurista (orientamento:
"surrealfuturismo fiorentino"), redattrice su diverse testate futuriste e direttrice della
collana "Libri di Valore" (Edizioni de L'Italia futurista). La tesi studia dapprima la fortuna critica delle futuriste e lo stato attuale degli studi sulle donne futuriste, e, nella seconda parte, l'opera poetica della Ginanni e la sua partecipazione al contesto della
Firenze futurista tra il 1916 e il 1918.
Presso il Centro Apice sono presenti le due raccolte poetiche di Maria Ginanni, in edizione originale, "Montagne trasparenti" e "Il poema dello spazio", oltre alle riviste futuriste "La freccia futurista" e "La folgore futurista", con cui la Ginanni collaborò, che sono consultabili anche nella versione digitalizzata.
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SPIGOLATURE D’ARCHIVIO. . .
(data del timbro postale)
Egregio Signore,
In 10.000 giorni di attività editoriale ho
scritto più di 3.000.000 di lettere e quasi
tutte di mio pugno. D’ora in poi vorrei tentare di cavarmela con questa “panacea
camaleontica” che va bene per tutti i casi
perché cambia significato secondo il colore
della carta su cui è stampata.
La carta VERDE significa “la speme” in un
sollecito riscontro o nell’invio di quanto già
chiesto;
il ROSSO “la gioja” di un caloroso ringraziamento;
il BIANCO “dà affidamento” di perfetto accordo;
il GIALLO “il rammarico” di non potere aderire a una cortese proposta o di non poter
eseguire una commissione;
il CELESTE “la serenità” che ho cercato di
raggiungere sopprimendo la mia contabilità minuta, il che però implica che non posso più eseguire le commissioni per le quali
non mi sia anticipato l’importo
Ma qualunque sia il colore della carta, questa mia vi dice: SCUSATEMI, e gradite i
miei più cordiali auguri!
Vs. A. F. Formiggini
editore in Roma
Archivio Scheiwiller: cartolina stampata
Newsletter a cura del
Centro Apice
via Noto, 6
20141 Milano
tel. 02.50332051-53-54
fax 02.50332052
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Redazione a cura di:
Claudia Piergigli (direttore)
Raffaella Gobbo
Gaia Riitano
Valentina Zanchin
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