SUPERFICIE NELLO SPAZIO, LORO AREA. FORMULE DELLA DIVERGENZA E DI STOKES Argomenti della lezione Superficie nello spazio. Loro area Formule della divergenza e di Stokes SUPERFICIE NELLO SPAZIO. LORO AREA Già abbiamo incontrato le superficie in R3 come grafico di una funzione. Converrà presentare altri modi per descrivere una superficie; precisamente ci occuperemo della loro rappresentazione implicita come superficie di livello di una funzione f(x,y,z) e della loro rappresentazione parametrica x = x(u,v) y = y(u,v) z z(u,v) = con x(u,v), y(u,v), z(u,v) funzioni definite sulla chiusura di un aperto connesso E R2, che supporremo sufficientemente regolari: tipicamente di classe C1(E) Cominciamo ad occuparci delle superficie in forma implicita. Sia Dunque data una funzione f: A R3 R che supporremo sufficientemente regolare: solitamente funzione di classe C1(A) Per il teorema di Dini sulle funzioni implicite sappiamo che se f(x0,y0,z0) = 0 e fz(x0,y0,z0) ≠ 0, allora esistono un intorno U di (x0,y0) e uno V di z0, tali che l’insieme dei punti che soddisfano l’equazione f(x,y,z) = 0 e che stanno in U V è il grafico di una funzione z = g(x,y), definita su U e a valori in V, di classe C1(U) Dunque, sotto ipotesi di sufficiente regolarità, un’equazione f(x,y,z) = 0 è in grado di descrivere una superficie in R3 Determiniamo l’equazione del piano tangente a una superficie implicitamente definita in un suo punto (x0,y0,z0)T Consideriamo una curva regolare che giace sulla superficie e che passa per il punto (x0,y0,z0)T Tale curva abbia equazioni parametriche x = x(t), y = y(t), z = z(t). Deve accadere che F(t) = f(x(t), y(t), z(t)) = 0 per ogni t in [0,1] e, per esempio, x(0) = x0 , y(0) = y0 e z(0) = z0 . Poiché necessariamente F’(t) = 0, è, in particolare, F’(0) = 0; ma F’(0) = <grad f(x(0),y(0),z(0)), (x’(0),y’(0),z’(0))T > = 0 Dunque ogni vettore tangente alla superficie e passante per (x0,y0,z0)T è ortogonale a grad f(x0,y0,z0) Ma i vettori ortogonale a un assegnato vettore di R3 stanno tutti su uno stesso piano. Questo piano si dice il piano tangente alla superficie in (x0,y0,z0)T Dunque l’equazione del piano tangente alla superficie f(x,y,z) = 0 in (x0,y0,z0)T è in termini vettoriali 0 0 0 0 0 0 T f (x , y , z ),(x x , y y , z z - ) =0 ossia, esplicitamente: (∂xf)0(x-x0) + (∂yf)0(y-y0) + (∂zf)0(z-z0) = 0 Dove (∂xf)0 indica la derivata parziale di f rispetto a x calcolata in (x0,y0,z0)T e notazioni analoghe per le altre derivate parziali. Il vettore grad f(x0,y0,z0) è normale alla superficie f(x,y,z) = 0 nel punto (x0,y0,z0)T Supponiamo ora che una superficie sia data in forma parametrica : E R2 R3 con (u,v) E e (u,v) = ( x(u,v), y(u,v), z(u,v) )T Diremo che la superficie è regolare se è di classe C1(E) e inoltre la matrice jacobiana ha caratteristica massima, cioè 2, in ogni punto interno di E. xu x v yu yv zu zv Esempi di questa situazione sono: (u,v) = (R sen u cos v, R sen u sen v, R cos u)T , E = [0, π] [0, 2π] : (sfera di centro l’origine e raggio R) Una superficie si dirà semplice se (u1,v1)T ≠ (u2,v2)T implica (u1,v1) ≠ (u2,v2) quando almeno uno dei due punti è interno ad E Consideriamo una superficie regolare semplice e un punto (u0,v0)T E. Al variare di u in modo che (u,v0)T E otteniamo una linea d’equazione (u, v0) che giace su e passa per (u0, v0). Analogamente troveremo una linea d’equazione (u0, v) che giace su e passa per (u0, v0). Tali linee si diranno linee coordinate della superficie passanti per x0 = (u0, v0). Per le ipotesi fatte sul rango della matrice jacobiana, sappiamo che i due vettori u(u0, v0) e v(u0, v0) sono linearmente indipendenti e sono tangenti alla superficie. Il vettore u(u0, v0) v(u0, v0) è ortogonale a L’equazione del piano tangente si ottiene sviluppando il determinante x - x0 y - y0 z - z0 xu (u 0 ,v 0 ) y u (u 0 ,v 0 ) zu (u 0 ,v 0 ) = 0 xv (u 0 ,v 0 ) yv (u 0 ,v 0 ) zv (u 0 ,v 0 ) Se, in particolare, la superficie è data in forma cartesiana, x = u, y = v, z = f(u,v), il vettore normale è (1,0,fu)T (0,1,fv)T = V N = - fu e1 - fv e2 + e3 Il vettore ha norma |N| = √[1+|grad f|2] Il versore normale è n = N/|N| Vogliamo ora occuparci del problema della definizione dell’area di una superficie regolare. Il problema non è banale, poiché l’idea intuitiva di approssimare una superficie con tratti di superficie triangolare, prendendo il sup di queste aree, non è praticabile. Infatti semplici esempi mostrano come anche un cilindro possa essere avvolto con carta sufficientemente “increspata” in modo che il sup sia +∞ Partendo dall’osservazione che l’area di un parallelogramma delimitato da due vettori a e b è data dal modulo del prodotto vettoriale di a e b, definiremo elemento d’area sulla superficie come segue ds =| u v |dudv Cioè d s = |N| dudv Data una superficie regolare semplice d’equazione : E R2 R3 definiremo area della superficie il valore del seguente integrale A () = E | u |N | dudv v | dudv = E Se è data in forma cartesiana esplicita 2 ( ) | f | A = 1+ dxdy E Se è la sfera di centro l’origine e raggio R, avente l’equazione parametrica già ricordata, si trova d s = R2 sen u dudv , con 0 ≤ u ≤ π e 0 ≤ v ≤ 2 π. L’area è p 2p 0 0 A () = R2 senudu dv = 4pR2 Supponiamo che sia data una linea nel piano x z, x ≥ 0, d’equazione (u) = (x(u),z(u))T , u [a,b] . Se facciamo rotare questa linea intorno all’asse z di un angolo ]0,2 π] , otteniamo una figura di rotazione. Ricordiamo che x= xds l( ) dà l’ascissa del baricentro della curva . L’equazione della superficie di rotazione è (u,v) = (x(u) cos v,x(u) sen v,z(u))T con E = [a,b] [0,] u(u0, v0) v(u0, v0) = (- x(u)z’(u) cos v, -x(u)z’(u) sen v, x(u) x’(u) )T V e il modulo è | u v | = x 2 (u) + z 2 (u)x(u) =| (u)| x(u) Ma A () = E |(u)|x(u)dudv = x(u)ds Cioè A () = x l( ) Quanto abbiamo appena enunciato è il Primo teorema di Pappo-Guldino L’area di una superficie di rotazione ottenuta rotando di un angolo ]0,2 π] attorno all’asse z una curva regolare semplice è data da A () = x l( ) dove x è l’ascissa del baricentro di (I) L’area del toro ottenuto rotando intorno all’asse z un cerchio di raggio r nel piano x z , cerchio a distanza R > r con centro sull’asse x è A(T) = 2π R (2π r) = 4 π2 R r -3 -2 -1 1 0.5 0 0 -0.5 1 -1 -3 -2 2 -1 0 1 2 3 3 z + r R x z E x Sia E un dominio del piano x, z , con x ≥ 0, e lo si faccia rotare di un angolo ]0,2 π] , intorno all’asse z. Vogliamo determinare il volume del solido di rotazione S generato da E. Sia D = E [0,] e sia F: D S data da F(u,v,w) = (u cos w, u sen w, v)T che ha determinante jacobiano =u>0 Allora V (S) = 1dxdydz = u dudvdw = D S = dwE ududv = xdm E 0 = x m(E) dove x è l’ascissa del baricentro del dominio E . Dunque abbiamo Secondo teorema di Pappo - Guldino Il volume di un solido di rotazione S ottenuto rotando di un angolo ]0,2 π] , intorno all’asse z un dominio E, contenuto nel piano x, z, con x ≥ 0 è dato da V(S) = x m(E) dove x è l’ascissa del baricentro geometrico di E. Applicato al toro, questo teorema ci dà il volume V(T) = 2πR π r2 = 2π2 R r2 FORMULE DELLA DIVERGENZA E DI STOKES Una superficie regolare si può orientare localmente scegliendo come positivo uno dei due orientamenti possibili del vettore normale N o -N. In generale si potrà dire che è data, almeno localmente, un’orientazione positiva se in un intorno di uno stesso punto è assegnata un’orientazione dell vettore normale. Il vettore normale, se la superficie è regolare, varia in modo continuo con il punto nel quale è calcolato. Se, al variare del punto sulla superficie n è una funzione continua su tutta la superficie, allora la superficie si dice orientabile. Sfortunatamente esistono superficie non orientabili quali il nastro di Möbius 1 0.5 0 -0.5 2 1 -1 0 -2 -1 -1 0 1 -2 2 3 Il nastro di Möbius ha equazioni 1 x(u , v) = ( r + hu cos( v)) cos(v) 2 1 y (u , v ) = ( r + hu cos( v)) sen(v) 2 1 z (u , v) = hu sen( v) 2 con 0 ≤ v ≤ 2π e -1 ≤ u ≤ 1, r > h Ma molte superficie sono orientabili come la sfera o come le superficie che delimitano un dominio normale rispetto al piano x y. Data una funzione f : A R3 R , f continua, e data una superficie regolare con sostegno = (E) A , definiremo l’integrale superficiale di f esteso a , come segue fds = E f ( (u,v))| u v | dudv Se indichiamo con E = | u|2 , con G = | v|2, e con F = < u, v> si trova che | u v |= E G - F 2 Sia dato un dominio regolare D normale rispetto al piano x y, delimitato da due superficie di classe C1(A), , : A R2 R e sia Z(x,y,z) una funzione continua con la sua derivata rispetto a z su un aperto contente D. Allora vale il seguente Teorema (Formula di Gauss) Nelle ipotesi dette in precedenza, si ha Zz (x, y, z)dxdydz = Z ne ,e3 ds +s D Qui si è scelta come positiva la normale esterna. Dalla formula di riduzione per corde si ha (x,y) Zz dxdydz = dxdy( Zz dz) D A (x,y) = Z(x, y, (x, y))dxdy - Z(x, y, )dxdy A A Z n , e d s e = +s 3 Più in generale, con procedimenti analoghi, si può dimostrare che T (X Y Z )dxdydz (X,Y , Z) , ne ds x + y + z = D s Lo scalare Xx + Yy + Zz si dice la divergenza del campo F = (X,Y,Z)T : div F Dunque la divergenza di un campo su un dominio D uguaglia il flusso uscente dalla superficie laterale Infine abbiamo il teorema di Stokes Teorema (Teorema di Stokes) Sia A un dominio nel piano x y avente frontiera A gen. reg. e orientata positivamente. Sia f(x,y) di classe C1(A) Sia X(x,y,z) continua con le derivate Xy e Xz su un aperto contenente f(A). Allora vale Xdx = G (- X y n, e3 + X z n, e2 ) ds dove G = f(A) Infatti, posto g(x,y) = X(x,y f(x,y)), risulta gy = Xy + Xz fy Per Green Xdx = gdx = - A G g y dxdy = A - ( X y + X z f y )dxdy = A = ( - X y n, e3 + X z n, e2 )ds s Se Y(x,y,z) e Z(x,y,z) soddisfano ipotesi analoghe con le loro derivate opportune, e la superficie è rappresentabile esplicitamente anche nelle variabili x, z e y, z, allora ( Xdx + Ydy + Zdz ) = G con F = (X,Y,Z)T s rotF , n ds n G s A A