RCHEO FOLIGNO Spedizione in A.P. art.1. com.2/C D.L. 3 n°353/2003 - DCB/Umbria NOTIZIARIO BIMESTRALE DI CULTURA SUL TERRITORIO A CURA DELL’ARCHEOCLUB D’ITALIA - SEDE DI FOLIGNO - Maggio - Giugno 2006 n°3 FOLIGNO ARCHEO FOLIGNO Notiziario bimestrale di Cultura dell’ArcheoClub d’Italia sede di Foligno Disegno di Vladimiro Cruciani Autorizzazione Tribunale di Perugia n. 10/2003 del 07-02-2003 Direttore responsabile Marco Morosini Coordinamento di redazione Carla Glingler Grafica: EDICIT di Giampiero Badiali Stampa: Cronostampa Di Busciantella Ricci Francesco Via Monte Alago, 14 06034 Foligno (PG) Hanno prestato la loro opera per la stesura del N° 3 del bimestre Maggio - Giugno 2006: Gianfranco Angeli, Lucia Bertoglio, Emanuela Cecconelli, Vladimiro Cruciani, Carla Glingler, Arnaldo Picuti, Franco Spellani, Roberto Tavazzi, Mariangela Testa. Affresco rosso Copertura Pietre rosa Pavimento Intonaco Palazzo del Podestà. Piazza della Repubblica. Foligno Durante i lavori di ristrutturazione del complesso edilizio è stata rinvenuta, ben conservata, la scala originale del Palazzo comunale antico del 1265: collegava la grande sala del primo piano alla sala del secondo, passando attraverso un arcone decorato con un’immagine sacra. L’ingresso principale che conduceva alla sala del primo piano, del quale sono stati rinvenuti gli stipiti, era a destra del palazzo, posto in cima ad una scala che partiva dalla piazza. A sinistra della scala era un terrazzo sotto il quale, a piano terra, si poteva accedere, attraverso un passaggio voltato, all’ambiente retrostante. Da questo terrazzo probabilmente venivano proclamate le sentenze di morte. Sulla fronte, al terzo piano, quattro finestre illuminavano un ambiente, il più sicuro e funzionale per il Podestà. La facciata antica oggi è nascosta da ben tre tamponature più tarde. Durante i lavori di recupero sono state rinvenute altre strutture, come la torre e i resti del carcere annesso, sono stati rinvenuti anche due stemmi, uno con il giglio di Foligno e l’altro con le chiavi papali. Notizie fornite da Vladimiro Cruciani. DIETRO LE QUINTE Primavera culturale folignate: intensa per iniziative e attività. Tanto intensa che il N° 3 del Notiziario, corrispondente al bimestre maggio-giugno 2006, si arricchisce di quattro pagine per dedicare ampio spazio agli avvenimenti che pongono Foligno al centro dell’attenzione nazionale e internazionale: le celebrazioni dantesche tra cui merita una segnalazione particolare la XII Mostra mercato di stampe e libri antichi e rari che quando uscirà il giornale sarà ormai avvenuta (21–23 aprile), ma va comunque citata per le preziosissime opere esposte; la celebrazione del V centenario della morte di Pierantonio Mezzastris per cui sono stati organizzati interessanti itinerari guidati; la celebrazione della figura e dell’opera di Gentile da Fabriano che ruota intorno alla mostra allestita nella città d’origine (21/04 – 21/07) e che di riflesso coinvolge Foligno in virtù degli affreschi di Palazzo Trinci; l’affollatissimo Archeofestival che ci ha colto di sorpresa e al quale abbiamo prestato curiosa attenzione per le tante occasioni offerte e per le novità didattiche presentate. Imminente anche l’HUMOURfest 14 riservato quest’anno al tema “Acqua: l’ultima goccia”(giugno/luglio 2006). Le pagine aggiunte al periodico ”ArcheoFoligno”, nell’ottica per cui è stata presa la decisione di uscire con una edizione speciale, assumono il significato di consenso e di partecipazione. Intensa anche l’attività del Direttivo recentemente insediato. Decisa la spesa del fondo di accantonamento, accumulato con avveduta e paziente opera di risparmio, per la pubblicazione a breve della copia anastatica del “Discorso di Fabio Pontano sopra l’antichità della città di Foligno” stampata nel 1618, ormai presente solo in alcune biblioteche in pochi ricercati esemplari. Deciso l’allargamento della manifestazione nazionale Archeoclub d’Italia di domenica 14 maggio, intitolata CHIESE APERTE, ai centri vicini di Spello e Trevi così ricchi di interni da scoprire. Nei turni di assistenza - secondo gli orari e i luoghi specificati alle pagine successive - si alterneranno i soci che hanno dichiarato la loro disponibilità ed alcuni studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “F. Scarpellini” e del Liceo Classico “F. Frezzi”. L’estensione ”geografica” e l’inserimento dei giovani tra gli adulti ci sono sembrati importanti segnali da trasmettere non solo per far conoscere alcuni edifici sacri solitamente poco accessibili, ma anche per mostrare all’esterno gli intenti con cui l’attività di volontariato culturale viene svolta dall’Archeoclub di Foligno. Per quanto riguarda la vita associativa sono lieta di comunicare che, a seguito delle iscrizioni effettuate nel periodo dicembre 2005 – marzo 2006, il nostro club risulta costituito da 102 soci: 84 ordinari e 18 juniores. Il risultato gratifica l’impegno del Consiglio Direttivo e dimostra che la programmazione e la successiva realizzazione dei progetti, pensati per la diffusione della conoscenza della città, hanno incontrato il favore del pubblico al quale va un sincero ringraziamento. Mi sembra anche giusto informare che l’organizzazione interna si è completata con l’elezione del Collegio dei Revisori dei Conti avvenuta nel corso dell’Assemblea del 22/03/’06 secondo quanto stabilito dall’Assemblea del 9/01/’06. I Sindaci revisori eletti sono: Franco Chicchini, Giuseppe Lio, Vitaliano Staibano. La presidenza del Collegio è andata, con una seconda elezione, a Franco Chicchini. Con questo terzo numero del Notiziario si chiude, per la normale pausa estiva, il primo semestre di lavoro. A tutti auguro buone vacanze in attesa dei prossimi incontri di autunno. Il Presidente Carla Barberi Glingler ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE DI FOLIGNO Nel momento in cui andiamo in stampa arriva dalla Sede Nazionale un assegno di Euro 300,00 come riconoscimento dell’attività svolta e come contributo, deciso dal Comitato Direttivo centrale nella seduta del 1 aprile u.s., a sostegno delle iniziative future. Il Direttivo locale decide di devolvere l’intero importo a favore dello scavo archeologico in località Acqua Santo Stefano previsto nel periodo 26/06 – 8/07 p.v. Il Presidente 3 dell’Umbria): nel 1930 venne presentato un progetto di adattamento di due locali terreni del Monastero di Santa Lucia di Foligno a Pierantonio Mezzastris e i riflessi della pittura del Beato Angelico in Umbria Q uando osservava un’opera di Pierantonio Mezzastris, Faloci Pulignani percepiva un “profumo delicato di spiritualismo ideale” degno del grande Beato Angelico. In realtà, i giudizi della critica su Pierantonio sono generalmente molto più tiepidi e si può dire che l’interesse dimostrato dagli studi più recenti nei confronti di questo pittore folignate nasce indirettamente, come riflesso di una ricca serie di approfondimenti su Nicolò di Liberatore detto l’Alunno, il ben più noto e apprezzato conterraneo. Come è noto, a Nicolò negli ultimi anni sono stati dedicati studi scientifici, conferenze, esposizioni, pubblicazioni in splendida veste editoriale. Ad ogni modo, da queste ricerche emerge con estrema chiarezza l’importanza di fornire una visione più completa possibile dei rapporti che dovettero intercorrere fra i vari artisti attivi a Foligno nel XV secolo, perché è questo il modo più corretto che consente poi di comprendere le singole personalità, sia dei grandi protagonisti che dei nomi cosiddetti minori. Diviene così possibile rompere con certi stereotipi e andare oltre alcune affermazioni sicuramente condivisibili, ma che bloccano qualsiasi giudizio su di un piano alquanto semplicistico. Perché la pittura a Foligno nel Quattrocento non vuol dire solo Nicolò, come può apparire leggendo Vasari (che naturalmente non fa menzione di Pierantonio Mezzastris), ma anche osservando le scelte effettuate in occasione della famosa Mostra d’Antica Arte Umbra, del 1907, dove all’Alunno venne dedicata una sala, mentre non fu inserita nessuna opera del Mezzastris. L’esposizione del 1907 ebbe comunque il merito di accendere l’interesse della critica per la pittura folignate e, come conseguenza, anche Mezzastris trovò un suo spazio nell’opera di Berenson sui pittori italiani del Rinascimento, pubblicata nel 1909, mentre nell’anno seguente Faloci Pulignani, che già due anni prima aveva speso le parole di lode con cui abbiamo aperto il nostro discorso, scrisse un articolo ricco di giudizi entusiasti su questo pittore (che viene qui addirittura definito “poeta della dolcezza”). L’attenzione sorta nei confronti del nostro artista è attestata da una notizia particolarmente interessante (che si ricava dalla documentazione dell’archivio storico della Soprintendenza 4 per i Beni Artistici “Museo del Mesastris”. Il progetto prevedeva l’esposizione dei quarantuno quadretti del vecchio coro esistente nella cappellina interna del convento. La critica ha recentemente proposto di spostare l’attribuzione di queste interessanti pitture a Pietro di Mazzaforte, ma la documentazione circa questo progetto segnala comunque una presa di coscienza del ruolo rivestito dal Mezzastris nel contesto della pittura folignate del Quattrocento. L’analisi dello stile di Pierantonio Mezzastris parte dall’osservazione dei costanti riferimenti, riscontrabili nelle sue opere, al più noto artista fiorentino Benozzo Gozzoli. Questa fondamentale componente stilistica si concretizza in una ripresa estremamente fedele di moduli formali ed iconografici, desunti in particolar modo dalla decorazione dell’abside di San Francesco a Montefalco (1450-52). Ma al di là di questa indiscussa dipendenza, è importante riuscire a individuare quale ruolo abbia svolto la diffusione delle opere di Pierantonio nel territorio umbro in riferimento ad una visuale più ampia, quella cioè del delinearsi di un linguaggio pittorico locale fortemente debitore dell’insegnamento del Beato Angelico. Le costanti riprese iconografiche di matrice angelichiana caratterizzano infatti la produzione di numerosi pittori umbri, soprattutto negli anni sessanta-settanta del XV secolo, al punto che risulta interessante individuare come questa “moda” diventi una parte essenziale del percorso formativo di diverse personalità artistiche; in alcuni casi si tratta soltanto di una fase, per lo più di formazione, come si può vedere nelle opere giovanili di Nicolò Alunno, o di Bartolomeo Caporali, in altri invece i dipinti realizzati da Beato Angelico a Perugia e a Roma costituiranno il costante ideale a cui tendere, sia pur rivisto secondo determinati filtri: si veda per esempio Benedetto Bonfigli, o il nostro Pierantonio, appunto. L’anno 2006, in cui cade il V centenario della morte di Pierantonio Mezzastris, offre l’occasione per approfondire la conoscenza di questo pittore, noto soprattutto come frescante di amabili Madonne contornate da angeli e santi, che adornano i portali dei monasteri e le edicole sacre. Per l’VIII settimana della Cultura è stato così proposto un itinerario-guida attraverso 40 opere del Mezzastris presenti a Foligno, Assisi, Montefalco, Narni, Spello e Trevi. Sono inoltre in corso i lavori per la pubblicazione di un testo che comprenderà il catalogo delle opere e una serie di saggi volti ad approfondire alcuni aspetti particolarmente significativi della produzione di questo interessante artista folignate. Emanuela Cecconelli la scrittura & l’ XII L IMMA G INE mostra mercato di sstampe e libri antichi e rari a mostra mercato di stampe e libri antichi e rari nella sua XII edizione ha occupato - dal 21 al 23 aprile u.s. - le sale di Palazzo Giusti-Orfini richiamando un pubblico attento di intenditori, di specialisti, ma anche di semplici curiosi. Tra le opere esposte, un riguardo tutto speciale è stato rivolto al magnifico facsimile della Divina Commedia di Alfonso d’Aragona riprodotto con mirabile tecnica artigianale da Franco Cosimo Panini Editore per la sua ”biblioteca impossibile”. Il manoscritto originale, custodito presso la British Library di Londra con il nome di codice Yates Thompson 36, fu realizzato in Toscana nel XV secolo con miniature ed iniziali istoriate poste in apertura di ogni cantica. Due artisti si applicarono nella raffinata decorazione: Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, dipinse - tra il 1442 e il 1450 - i capolettera e le scene dell’Inferno e del Purgatorio, mentre Giovanni di Paolo, senese, attese all’illustrazione del Paradiso conferendo alle scene un’atmosfera poetica e fiabesca. La mostra, organizzata dalla Biblioteca Comunale di Foligno, promossa dal Comitato di coordinamento per lo studio e la promozione della Divina Commedia (Foligno 1472), dalla Consulta di coordinamento delle associazioni culturali, dal Lions Club e dalla Pro Foligno, è stata affiancata da altre iniziative ispirate al concetto che la scrittura e l’immagine costituiscono una preziosa combinazione tra segno e colore, tale da trasformare un testo in opera d’arte unica ed irripetibile, gelosa testimonianza di un’epoca e della sua cultura. Così nella giornata centrale del 22 aprile la International Inner Wheel Club di Foligno ha presentato il restauro delle edizioni 1491 e 1517 de ”Le Favole di Esopo” possedute dalla Biblioteca Comunale di Foligno e nel pomeriggio si è svolto a Palazzo Trinci l’incontro sul tema ”L’immaginario dantesco” legato all’illustrazione antica e contemporanea della Divina Commedia. Ad alto livello gli interventi di Giancarlo Petrella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano che ha parlato della ”Comoedia picta” mostrando immagini inedite di miniature e incisioni incastonate in esemplari remoti dell’opera dantesca e di Italo Tomassoni dell’Università degli Studi di Roma ”La Sapienza” che ha presentato la ristampa anastatica dell’edizione principe della Divina Commedia edita dall’Editoriale Campi arricchita dalle incisioni di Omar Galliani realizzate a punta secca su lastra di zinco. Chiudiamo con le parole di Italo Tomassoni che, sul modo di disegnare dell’artista Galliani, dice: ”L’andatura di quella mano non sarà quella, discontinua, che è imposta dalle pigmentazioni liquide, o dalle paste coprenti della pittura ma quella che si raccoglie sulla punta della matita, inesauribile e sempre carica, sprone acuminato teso a incidere, esplorare, penetrare pieghe, venature, slarghi o condensazioni, intervallando campi ondulati a colpi di punteggiatura taglienti, senza una prefigurata finalità”. Carla Glingler NOVITA’ NEL CAMPO DELLA DIDATTICA “Archeogiocando: la via Flaminia nella storia” Antiquarium di Fossato di Vico Il Comune di Fossato di Vico, in collaborazione con la Regione Umbria e l’Istituto Comprensivo di Sigillo, ha realizzato una serie di itinerari turistici e didattici per tutti coloro che vogliano scoprire questa parte della regione, sede anche del parco regionale di Monte Cucco. Lo scopo principale è quello di valorizzare le emergenze archeologiche e molteplici realtà artistiche del territorio collegate alla Via Flaminia che, da sempre, è una delle arterie più importanti del centro Italia. Ha inoltre istituito un laboratorio informatico presso l’Antiquarium con l’intenzione di far avvicinare i più piccini allo studio dell’archeologia favorendo un approccio ludico-didattico con la non facile materia. Il laboratorio informatico è stato creato anche con il proposito di dotare la città di un centro di documentazione sulla Via Flaminia nell’antichità; qui studenti, insegnanti, studiosi troveranno un ricco repertorio informatizzato su questa importantissima strada romana. Referenti per quanto riguarda gli itinerari turistici e didattici sono le operatrici museali della FulginArt che da anni collaborano con le scuole. Ogni itinerario didattico si compone di due momenti: ad un primo approccio in classe, facoltativo e regolato direttamente tra FulginArt e scuole, seguirà la visita guidata ai siti interessati e all’Antiquarium (visita e ingresso gratuiti). A conclusione di questo percorso formativo i ragazzi potranno verificare il proprio grado di apprendimento svolgendo un gioco iterativo creato su misura per permettere un riscontro pratico e divertente. Mariangela Testa 5 Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento a cura di Lucia Bertoglio I l nome di Gentile da Fabriano evoca un’arte ricca e sfavillante d’oro, dove alberi, arbusti e fiori erano disegnati con la minuzia di un botanico, i gioielli resi a rilievo e sembra quasi di poter sfiorare le stoffe delle vesti delle dame. A tutto era attento Gentile: alla figura umana (fu apprezzato ritrattista) e all’atmosfera naturale, alla vita delle corti e alle suggestioni artistiche che gli venivano dai suoi soggiorni a Venezia, Firenze e Roma. Eppure questo maestro così conosciuto, ammirato da Michelangelo e richiesto dai potenti del suo tempo - fra cui oggi sappiamo anche i Trinci - non aveva mai avuto l’onore di essere al centro di una esposizione a lui dedicata. A questa lacuna vuole oggi porre rimedio la mostra dal titolo Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento. Un notevole numero delle opere di Gentile da Fabriano, infatti, e dei suoi contemporanei (da Masolino a Masaccio, dal Beato Angelico al Ghiberti e a Pisanello, dai Salimbeni a Ottaviano Nelli) sarà esposto nel quattrocentesco Spedale di Santa Maria del Buon Gesù a Fabriano dal 21 aprile al 23 luglio 2006. Scopo dell’esposizione è tracciare un ritratto di questo pittore celebre alla luce degli studi più recenti e delle nuove scoperte, che coinvolgono così direttamente anche Foligno, sull’attività del pittore. Per questo, particolare cura è stata data all’aspetto editoriale, con un catalogo che presenterà, oltre al saggio di Keith Christiansen e ai contributi dei curatori, ampi apparati e un regesto illustrato di tutte le opere del pittore. La casa editrice Electa realizzerà poi un volume di studi sulla bottega di Gentile, con un corposo saggio di Andrea De Marchi, sulle committenze e sui recenti restauri a cura dell’Opificio delle Pietre Dure. In concomitanza con la mostra su Gentile saranno visitabili anche altre mostre: in Ancona, presso la Mole Vanvitelliana (fino al 4 giugno): Corrado Cagli a Fermo, presso il Palazzo dei Priori (24 marzo-17 settembre): L’aquila e il leone. L’arte veneta a Fermo e nel suo territorio. Paolo Veneziano, i Crivelli e il Lotto a Sanseverino Marche, presso il Palazzo Servanzi Confidati (25 marzo - 31 agosto): I pittori del Rinascimento a Sanseverino (su Bernardino di Mariotto) a Camerino, presso il convento di San Domenico (5 maggio5 novembre): Rinascimento scolpito. Maestri del legno tra Marche e Umbria. Oltre alle mostre un convegno internazionale prenderà le mosse da Fabriano il 31 maggio, per poi continuare a Foligno il 1 giugno e concludersi nelle due giornate di Firenze del 2 e 3 giugno. Altre mostre minori e altri appuntamenti vedranno coinvolte Fabriano e le Marche: non solo Gentile dunque, ma anche, in quella che sta diventando una abitudine degli eventi culturali recenti, una serie di itinerari attraverso località non sempre conosciute quanto meriterebbero. Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento Fabriano, Spedale di Santa Maria del Buon Gesù Piazza Giovanni Paolo II 21 aprile - 23 luglio 2006 ORARI da lunedì a giovedì 9.30-19.30 da venerdì a domenica 9.30-22.00 BIGLIETTI - Intero Euro 9,00 - Ridotto Euro 7,50 Gentile da Fabriano, il pittore dalla mano gentile, parla ai ragazzi SCHEDA DELL’OPERA Cooperativa “FulginArt” di Foligno - Cooperativa “In Nuce” di Fabriano “I segreti del pittore Gentile” Racconto illustrato Testo di Emanuela Cecconelli Illustrazioni di Francesca Greco Prefazione di Fabio Marcelli Accanto: copertina del volume disegnata da Francesca Greco. G entile da Fabriano, senza dubbio uno tra i massimi esponenti dello stile gotico internazionale, non finisce mai di stupire l’osservatore attento ai fantasiosi dettagli che occhieggiano da ogni più remoto angolo dei suoi dipinti. Si tratta di opere che spiccano per la finezza e la preziosità della tecnica esecutiva, e che riflettono una cultura assai complessa, ricca di suggestioni di varia provenienza. Sul piano stilistico, l’adozione di uno sciolto ritmo lineare si unisce alla cura sottile per gli elementi decorativi più eleganti. Il percorso artistico di Gentile (Fabriano, 1375 circa – Roma, 1427) sembra snodarsi tra Fabriano, Milano, Venezia, Brescia, Firenze (dove realizzò la sua opera più nota, la pala Strozzi con l’Adorazione dei Magi, datata 1423), Siena, Orvieto, Roma. In realtà molti sono ancora gli interrogativi circa la cronologia delle sue opere e risulta pertanto di particolare importanza il recente ritrovamento documentario che consente di attribuire al fabrianese (in collaborazione con un’équipe di pittori di varia provenienza) il ciclo pittorico di Palazzo Trinci a Foligno, per il quale l’artista ricevette due pagamenti negli anni 1411 e 1412. Tale notizia getta luce su un episodio assolutamente centrale nel processo di diffusione del tardo-gotico in Umbria. Si aggiunga poi il fatto che non è difficile innamorarsi dell’estro fantasioso di Gentile, un pittore che nella sua freschezza inventiva sembra aver conservato la curiosità di un bambino. Sulla base di queste considerazioni è nato il proposito di realizzare “I segreti del pittore Gentile”, un libro che si rivolge ad un pubblico giovane, d’età compresa fra i dieci e i quattordici anni; il testo è frutto di un progetto realizzato dalla Cooperativa “FulginArt” di Foligno in collaborazione con la Cooperativa “In Nuce” di Fabriano e con la preziosa consulenza dello storico dell’arte Fabio Marcelli. Non si tratta di un semplice libro di didattica di Storia dell’Arte, perché ha l’ambizione di presentare la materia sotto forma di un vero e proprio racconto, con dei protagonisti in cui i giovani letto- ri possano identificarsi con facilità: un testo agile (da qui la scelta di uno stile che privilegia le parti dialogate, e a parlare è anche lo stesso Gentile), ma nello stesso tempo approfondito per quanto riguarda tutta una serie di aspetti, come la guida all’osservazione analitica di un’opera d’arte; anche questa tematica (messa a punto sfruttando l’esperienza nel campo della didattica museale) non viene però affrontata in maniera teorica, bensì con gli strumenti offerti da un racconto illustrato, facendo leva sulla spontanea curiosità visiva propria dei ragazzi, che per produrre ottimi risultati necessita solamente della opportuna stimolazione. Il lettore infatti viene accompagnato alla scoperta delle misteriose meraviglie nascoste nelle più importanti pitture realizzate dall’artista Gentile, in questo aiutato non solo dal testo scritto, ma anche da un ricco corredo di illustrazioni, che prevedono l’alternanza di riproduzioni fotografiche e di disegni. Le foto consentono un approccio ai dipinti, mentre i fantasiosi disegni di Francesca Greco, affermata illustratrice di libri per ragazzi, offrono un’ulteriore attrattiva visiva per i giovani lettori. La scelta dell’argomento specifico, e cioè la produzione artistica di Gentile da Fabriano, è nata anche dall’idea che, in concomitanza con la grande mostra allestita a Fabriano su questo importante pittore (Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento, 21 aprile-21 luglio 2006), possa essere utile disporre di uno strumento di lettura realizzato ad hoc per i ragazzi e aggiornato alle nuove scoperte che, come abbiamo detto, coinvolgono direttamente la città di Foligno: non a caso nel libro è riservato uno spazio privilegiato all’impresa decorativa eseguita da Gentile nelle sale di Palazzo Trinci. Per queste ragioni ci auguriamo che “I segreti del pittore Gentile” possa costituire uno strumento didattico divertente ed utile, oltre che come libro di lettura e come sussidio dell’attività di Educazione Artistica, anche come fonte (concepita appositamente per i ragazzi) per accostarsi, fra l’altro, ad uno dei monumenti storico-artistici più rilevanti del nostro territorio. Emanuela Cecconelli MANIFESTAZIONE NAZIONALE CHIESE APERTE 2006 FOLIGNO CHIESA DELLA MADONNA DI SASSONIA Roberto Tavazzi Situata in via dei Preti, a ridosso della stazione ferroviaria, la chiesa della Madonna di Sassonia (da non confondere con la Madonna del Sasso, situata più a monte, pressoché di fronte a Villa Sassonia, documentata già dal 1492 e oggi non più esistente) prende il nome dal toponimo che indica quella zona della città dove abbondavano i ”sassi” che probabilmente erano i resti dell’antica Fulginia romana. Inaugurata nel 1807, la chiesa ha valorizzato l’immagine della Madonna tra S. Feliciano e S. Filippo Neri che costituiva la cosiddetta ”Maestà di Menghino” che sorgeva nei pressi e che da qualche tempo era diventata meta devozionale di un numero crescente di folignati. Il Faloci Pulignani ipotizza che l’edicola prendesse il nome del devoto che l’aveva voluta o del proprietario del fondo. Riferisce pure la diceria che questo Menghino fosse della famiglia Ortolani e costruisse la Maestà a ricordo di una speciale grazia ricevuta. L’immagine doveva essere ”poca e povera cosa, che in Foligno, quando si parlava di qualche giovane chierico che non era abile a divenir sacerdote, per dire che non avrebbe mai celebrato la Messa, si diceva scherzando che avrebbe detto messa alla Maestà di Menghino” (Faloci 1891b). Tuttavia all’inizio dell’800, la devozione dei folignati venne attirata da questa Maestà al punto da mettere in cantiere la costruzione di una chiesa. Furono il canonico belfiorese Girolamo Innamorati e il 8 conte Giovanni Battista Benedetti Roncalli, con la benedizione del vescovo M. Antonio Moscardini, a prodigarsi per tale opera che in breve tempo fu portata a compimento e dedicata a Maria Auxilium Christianorum. Significativa la testimonianza di un certo Domenico Rossi che in un suo ”Diario” riportò il fatto che il 20 giugno 1807, nottetempo, la Maestà di Menghino fu ”segata e trasportata con tutto il suo muro” dentro la nuova chiesa (Faloci 1888, p 582). L’ultima domenica dello stesso anno la chiesa fu solennemente inaugurata. Da allora e per diversi decenni, l’ultima domenica d’ottobre è festa della Modonna di Sassonia. L’interno è caratterizzato da alcuni reperti, fatti incastonare nel muro dal canonico Innamorati nel 1808, provenienti dalle catacombe romane di Santa Priscilla sulla via Salaria e di San Callisto sulla via Appia, come risulta dalla lapide apposta sotto di essi. Non v’è più traccia invece dei numerosi ex voto che testimonierebbero l’importanza di questa chiesa nella geografia devozionale della Foligno ottocentesca. Faloci ne descrive alcuni: un cavallo imbizzarrito e l’uomo disarcionato salvato dalla Madonna dipinta in alto (Antonio Domenichetti da Osimo 1807); un tale che, ferito di notte da un soldato ”che gli immerge la spada nella gola” è salvato dalla Madonna (Giovanni Bingoni); oppure un cocchio rovesciato con diverse persone intorno alla Madonna (Vincenzo Galligari di Foligno e famiglia 1812); un altro, aggredito di notte in città, si salvò per aiuto della Vergine (Eligio Frondaroli 1824). Faloci racconta poi di fatti i cui protagonisti o testimoni ancora vivevano al suo tempo, quali il nipote del vescovo Polidori, Pietro Foschi, ”affetto da grave etesia polmonare”, che ottenne la guarigione in cambio del farsi gesuita; oppure Filippo Baldoni, ”colono della contessa Elmi”, il quale, scampato all’amputazione di una gamba grazie a una guarigione miracolosa, pose, come ex voto, le proprie stampelle. La testimonianza del Faloci circa la devozione particolare dei folignati verso la Madonna di Sassonia è suffragata anche dalla documentazione relativa alle Visite Pastorali compiute dai vescovi Lucchesi e Grispigni (Archivio Orario di apertura: Domenica 14 Maggio, ore 9,30 – 12,30 e 15,30 – 18,00 Su questa chiesa ha scritto un breve saggio Michele Faloci Pulignani, apparso nel 1891 sulla ”Gazzetta di Foligno” (n. 43 del 24 ottobre) e anche come opuscolo, stampato nello stesso anno da Tomassini. Il medesimo saggio fu ripreso e adattato dallo stesso Faloci nella pubblicazione “Foligno città della Madonna” del 1928-1929. Storico della Diocesi di Foligno). Ulteriore riprova dell’importanza di questo luogo di culto è il fatto che, dopo il canonico Innamorati, esso fu sempre officiato da un Rettore almeno fino al 1929, come documenta ancora il Faloci, salvo per due mesi nel 1884, in quanto chiesa e casa furono a disposizione del Sindaco di Foligno ”come luogo di osservazione nel caso che nella stazione ferroviaria arrivasse qualche viaggiatore proveniente da luoghi non immuni da colera” (Faloci 1929, p.11). L’immagine della Madonna attuale, copia di quella murale, è opera del pittore folignate Carlo Botti (1848 - 1912) e probabilmente fu collocata in occasione del primo centenario della costruzione della chiesa, nel 1907. L’insediamento ferroviario ha allontanato e isolato la chiesa di Sassonia dalla città, per cui tale luogo di culto mariano ha visto nel corso del ‘900 un progressivo declino, tanto che oggi risulta praticamente inaccessibile. L’opportunità offerta dall’Archeoclub è quindi da non mancare. L’Archeoclub ringrazia Roberto Tavazzi per le informazioni reperite e trasmesse, rimanda all’opuscolo con maggiori dettagli e fornito di bibliografia che verrà distribuito il giorno 14 maggio e riferisce quanto aggiunto in nota dallo stesso dott. Tavazzi. 9 MANIFESTAZIONE NAZIONALE CHIESE APERTE 2006 SPELLO Chiesa di Sant’Anna Piccola chiesa rurale costruita presumibilmente nella prima metà del XIII secolo nel terziere meridionale di Spello nei pressi della Porta Chiusa e quasi a ridosso delle mura urbane. Fu con ogni probabilità l’oratorio pubblico della confraternita dei disciplinati di Sant’Anna che gestiva uno dei pochi ospitali cittadini attivo già dal 1362. Tipico esempio di santuario suburbano di architettura campestre, deve quasi sicuramente la sua “sopravvivenza” al forte culto della popolazione limitrofa rionale. A pianta rettangolare si presenta oggi in una veste mutata rispetto alla sua probabile fisionomia originale. Preziose testimonianze di fede sono i vari affreschi dei secoli XV e XVI ancora visibili al suo interno e sotto il piccolo portico dell’ingresso, una parte dei quali realizzata certamente in esecuzione di specifici lasciti. I sondaggi alle pareti hanno rilevato la presenza di numerosi strati sotto l’attuale intonaco, ma i dipinti che la chiesa di Sant’Anna conta oggi, a seguito dei restauri eseguiti dopo il sisma del 1997, sono complessivamente otto che vengono descritti nella pubblicazione “Collegiata di Santa Maria Maggiore – Spello – La chiesa di Sant’Anna” (2001) da cui è tratta la breve informazione esposta. Chiesa di San Claudio Si trova fuori del centro abitato, nelle vicinanze di Villa Fidelia, lungo il diverticolo della Via Flaminia che anticamente collegava Foligno, Assisi e Perugia nell’area pubblica romana suburbana, della fine del I sec. a. C. Alcuni studiosi suppongono che la chiesa di S. Claudio sia stata costruita sui resti di un antico tempio dedicato a Saturno; tale ipotesi appare suffragata dal rinvenimento di strutture archeologiche d’epoca antica nel corso della campagna di scavo condotta tra il 2000 e il 2003 a margine dell’opera di consolidamento delle strutture. L’edificio, a pianta basilicale con abside semicircolare, orientato verso est, interamente costruito in calcare compatto del Subasio, può dirsi un pregevole esempio di architettura religiosa romanica. Caratteristica di pregio all’interno della chiesa è l’apparato decorativo costituito da cospicui affreschi votivi datati fra il XIV e il XV secolo. Si tratta di figurazioni sacre che ritraggono ripetutamente S. Claudio, poste all’interno di riquadri collocati negli spazi compresi fra i sei archi diaframma che sorreggono la copertura della navata centrale e di un grande affresco posto sulla parete soprastante l’abside che arreca la data 1393. L’altare è formato dalla lastra di chiusura di un sarcofago romano. Notizie tratte da ”La Chiesa di S. Claudio a Spello” a cura di Sabina Guiducci, Paola Bonacci (2005) TREVI Chiesa di San Pietro a Pettine E’ una chiesetta rurale tipica della zona, ma architettonicamente più evoluta di tutte le altre, segnatamente nel campaniletto a vela (rielaborato). La porta principale è architravata. Sorge a mezza costa vicino all’antichissimo tracciato che da Trevi scendeva a valle verso Foligno. Dopo un deplorevole abbandono secolare, il nuovo proprietario l’ha completamente restaurata permettendone la perfetta fruibilità. Nella sua costruzione furono riutilizzati materiali di spoglio di costruzioni precedenti, tra cui varie epigrafi funerarie classiche. Conserva all’interno interessanti affreschi. Alla sinistra dell’abside, una magnifica figura di S. Pietro, titolare della chiesa, che il Nessi aveva datato al primo ‘400. Più recentemente è stata attribuita a Bartolomeo da Miranda che nella quarta decade del XV secolo fu molto attivo nella zona, specialmente nella vicina Pietrarossa. Lungo la parete sinistra altri due affreschi sono stati attribuiti alla stessa epoca. Notizie fornite dal socio Franco Spellani: www.protrevi.com 10 Orario di apertura: Domenica 14 Maggio, ore 9,30 – 12,00 e 15,30 – 18,00 Chiesa di Sant’Anna - Spello Chiesa di San Claudio - Spello Chiesa di San Pietro a Pettine - Trevi 11 UNA COMUNITA’ EBRAICA IN UMBRIA E A FOLIGNO NEL MEDIOEVO F ino a qualche anno fa si sapeva ben poco sulla presenza di una comunità ebraica in Foligno e in altre città umbre nel basso Medioevo. La storiografia locale non aveva mancato in verità di darci qualche notizia sul finanziamento da parte degli ebrei folignati degli spettacoli cittadini più costosi, dalla corsa del palio rosato di San Feliciano, per esempio, che comportava una spesa di 27 fiorini ed era finanziata da loro (Mario Sensi, Quaderno n.1, Centro Giostra Quintana Foligno 1983). Ma quando e come s’inserirono gli ebrei in Umbria e nella nostra città? Un primo studio molto accurato era stato già fatto da Ariel Toaff, professore di storia economica del Medioevo e del Rinascimento nelle Università israeliane di Bar Ilan e Tel Aviv, in un famoso studio del 1975 “Gli Ebrei a Perugia” Deputazione per la Storia dell’Arte dell’Umbria. Da questo studio apprendemmo fra l’altro che a Foligno, intorno al 1290, si tenne una riunione dei rappresentanti delle comunità ebraiche dell’Umbria e delle Marche alla presenza del famoso rabbino Menahem Recanati, uno dei membri più colti dell’ebraismo italiano del Medioevo, al quale le comunità ebraiche si rivolgevano per averne pareri su talune questioni giuridiche e su usi rituali ed autore di un commento del Pentateuco, vera enciclopedia dello scibile mistico. Il Toaff poi nel 1989 ci ha dato uno studio poderoso ed affascinante ”Il vino e la carne, una Società Ebraica nel Medioevo” - Bologna, Società Editrice Il Mulino - dove, sulla base di una minuziosa documentazione archivistica, ci offre uno spaccato di vita sulle comunità ebraiche in Perugia, Foligno, Bevagna, Trevi, Assisi, Nocera, Gualdo Tadino delle quali fino ad allora si sapeva ben poco. Apprendiamo così che verso la fine del 1300 si radicarono da noi, in virtù di una notevole migrazione, molti mercanti ebrei romani dediti al commercio del denaro. Furono proprio i reggenti dei nostri Comuni che invitarono gli ebrei di Roma (dove vivevano circa 200 famiglie ebraiche) ad inserirsi nelle nostre città per esercitare il credito. E’ noto infatti che sia le leggi civili che quelle ecclesiastiche vietavano allora ai cittadini cristiani di esercitare l’usura e, poiché i vuoti vengono sempre coperti da qualcuno, ci pensarono gli ebrei (anche se, malgrado tutti i divieti, Senesi e Lombardi non disdegnarono l’esercizio del prestito) ad esercitare quel mestiere. Fatto sta che tanti ebrei romani si river- 12 sarono nelle città umbre esercitando quell’arte ”immonda” e vivendo la loro vita quotidiana tra i cristiani dal momento che l’Europa non aveva ancora ”inventato” il ghetto. La lettura di questo libro è consigliabile anche a chi vuol sapere qualcosa sulla vita di tutti i giorni nelle nostre città, dei rapporti degli ebrei con la popolazione cristiana, la reciproca influenza, delle loro difficoltà d’inserimento, l’inevitabile ostilità nei loro confronti della popolazione e dei religiosi in particolare (dei Frati Minori dell’Osservanza chiaramente sensibili ai problemi dell’usura), dei conflitti insomma tra le due comunità. Capitoli particolarmente interessanti sono quelli che danno il titolo al libro, ”Il vino e la carne” e che ci rivelano un mondo a noi completamente ignoto. Difficile recensire queste pagine e a noi non resta che rimandare i nostri lettori al libro. Diremo comunque che i problemi fra le due comunità nascevano anche dalla diversa posizione verso il cibo, in particolare la carne e il vino. L’esigenza religiosa degli ebrei comportava nella mattazione degli animali per uso alimentare lo scarto di numerosi capi di bestiame abbattuti e risultati inidonei per difetti fisici ed anche dei residui di macellazione inutilizzabili da parte del consumatore ebreo. La vita in una città cristiana era quindi possibile agli ebrei solo se le autorità comunali avessero consentito di rifornirsi di carne kasher - come la chiamavano - ed ai macellai di utilizzare per i cristiani la carne scartata. Come è facile capire, questo comportava problemi a non finire che complicavano i rapporti e facilitavano accuse ed ostilità di carattere religioso. Anche la produzione del vino comportava grosse difficoltà di convivenza. Gli ebrei per esigenze di rito chiedevano di poter pigiare l’uva direttamente con i loro piedi. Bere però per i cristiani vino pigiato ”da piedi immondi” poneva una problematica che i governanti delle città tendevano a risolvere con la repressione ed imponendo che, dopo aver vinificato, il produttore ebreo gettasse via le vinacce e l’eventuale resto del mosto senza farne commercio con i cristiani. Ma si sa: un conto sono le leggi ed un conto è la loro applicazione. In pratica - commenta Toaff - ebrei e cristiani, anche se talvolta facevano il vino separatamente, continuavano a berlo insieme. Giusto omaggio ai discendenti di Noè, aggiungiamo noi. Arnaldo Picuti LUIGI FRAPPI A MONTEFALCO M ontefalco ha inaugurato i nuovi spazi espositivi della Chiesa Museo di San Francesco con una mostra di Luigi Frappi che rimarrà aperta fino al 27 Agosto. Sono cinquantasette tele che vanno dal 1928 ad oggi e che rappresentano il meglio dell’ultima produzione del maestro folignate che vive tra la nostra città e Bevagna tanto da definirsi Mevanas ac Fulginas. La “Quattroemme”, editore perugino specializzato in pregevoli pubblicazioni d’arte, ha stampato il catalogo che vede gli interventi di Vittorio Sgarbi, Claudio Strinati e Alberto D’Atanasio. “Frappi ci mostra una natura fantastica, ma soggetta al tempo e ai sentimenti come l’uomo che la osserva e la solca. Le sue raffigurazioni sono psiche ed eros…” scrive Vittorio Sgarbi. Più penetrante il giudizio di Claudio Strinati, critico acuto e sagace: ”L’occasione di poter vedere nello stesso contesto Paesaggi e Nature morte rappresenta, così, una felice circostanza per meditare sulla figura di un artista lontano dai clamori, raro esempio di una estrema probità che porta l’opera d’arte ad assumere una valenza etica esemplare…” Una mostra proprio da non perdere. Segnalazione di Arnaldo Picuti. ARCHEOFESTIVAL P erugia dal 9 al 14 maggio sarà animata dalle numerose manifestazioni dell’Archeofestival. Questo progetto organizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria in collaborazione con le istituzioni, l’Università di Perugia, l’Università per stranieri e vari enti e associazioni fra cui l’Archeoclub, si indirizza agli specialisti e agli appassionati di tutte le età con una serie di incontri, convegni, seminari, itinerari, aperture straordinarie di cantieri, spettacoli fra i quali ognuno troverà quello che più può interessarlo. Si va dalla cucina antica alle ricostruzioni dell’archeologia sperimentale, dalla musica al cinema di argomento archeologico, da lezioni cattedratiche ad un originale percorso alla riscoperta della percezione tattile delle opere d’arte. Fra gli itinerari proposti uno toccherà Spello con la visita della villa romana di epoca tardoantica recentemente riscoperta. Il programma completo è disponibile in rete all’indirizzo www.archeofestival.com 13 La produzione di energia eolica L ’energia eolica è stata largamente utilizzata sin dall’antichità in svariate applicazioni quali la navigazione a vela, la ventilazione dei cereali e l’essiccazione dei prodotti dell’agricoltura e della pesca. L’uso della vela per lo spostamento di imbarcazioni appare già in primitive raffigurazioni egizie del 2500 a.C. e costituisce il primo esempio di utilizzazione delle energie naturali come forza motrice. I primi mulini a vento comparvero nelle aree considerate la culla della civiltà: Mesopotamia, Cina, Egitto. Si dice che il re di Babilonia Hammurabi progettò, nel XVII secolo a.C., di irrigare la pianura mesopotamica per mezzo dei mulini a vento. Si trattava probabilmente di mulini ad asse verticale simili a quelli tuttora in funzione in quei paesi. In Europa i mulini a vento apparvero in ritardo, nel Medioevo al tempo delle Crociate; essi avevano una concezione del tutto diversa, con ruota ad asse orizzontale e di dimensioni maggiori, tecnologicamente più complessi e di maggior rendimento. I mulini furono usati nel corso dei secoli in tutta Europa per i più svariati usi, come la macinazione dei cereali, la spremitura delle olive, il pompaggio dell’acqua, l’azionamento di segherie, cartiere, tintorie, industrie del tabacco. Ricordiamo in particolare i classici mulini che gli olandesi utilizzarono a partire dal 1350 per il drenaggio delle paludi; a metà del 1800 se ne contavano ancora 9.000 in funzione. Nel secolo scorso cominciarono a diffondersi aeropompe con giranti multipala di piccolo diametro, utilizzate poi in un grandissimo numero di esemplari nelle fattorie dei territori di nuova colonizzazione. Solo negli Stati Uniti d’America, tra il 1880 e il 1930, ne furono installati milioni di esemplari per usi agricoli e domestici; molte di queste macchine esistono ancora e parecchie sono tuttora in uso. I primi generatori di energia elettrica azionati dal vento risalgono agli inizi del ‘900 e nel 1914 erano già in funzione diverse centinaia di macchine di potenza compresa tra 3 e 30 kW. Nel periodo tra le due Guerre Mondiali fu compiuta una rapida evoluzione sul piano tecnologico, con la costruzione di aerogeneratori di potenze crescenti. L’utilizzazione su grande scala dei combustibili fossili, che nel secondo dopoguerra forniva energia a costi bassissimi, portò a un quasi completo abbandono delle ricerche e della produzione di aerogeneratori. ARRIVA A FOLIGNO L’EOLICO INDUSTRIALE I (da ABC - Abruzzo Beni Culturali anno VI, n°28) 14 l Consiglio comunale di Foligno ha adottato con delibera del 26 gennaio 2006 la variante all’attuale PRG affinché sia possibile in futuro procedere nel territorio folignate all’installazione di impianti eolici di dimensioni industriali per la produzione di energia. I siti che potrebbero essere oggetto di localizzazione di detti impianti sono i crinali delle montagne del folignate ad oggi salvati dallo scempio ambientale e paesaggistico grazie proprio a quella normativa del PRG che il Consiglio comunale ha deciso di modificare. In particolare, i siti sono quelli del Monte Cupigliolo, Monte Faento, probabilmente la zona alta di Scandolaro e chissà quanti altri. Stupisce ancora una volta il silenzio con il quale è stata discussa e approvata detta modifica. Forse sarebbe stato opportuno, in rispetto ai principi del buon andamento della pubblica amministrazione, che si fossero prima verificate la possibilità e sostenibilità ambientale di realizzare tali impianti nel territorio del Comune con la partecipazione di tutte le forze civiche della Città, e poi, in caso positivo, procedere alla modifica del PRG con una simultanea politica di risparmio energetico e sostitutiva delle fonti energetiche tradizionali. Gianfranco Angeli Mostra ”Cyprus Perfumery. Atena e Afrodite ovvero l’invenzione dell’olio e della bellezza. Profumeria e altri usi dell’olio in area mediterranea nel 2000 a. C.” Roma, Museo Barracco di Scultura Antica: 9/06-2/07 e Trevi, Museo della Civiltà dell’Ulivo: 8/07-12/11-‘06 . UNA SETTIMANA A CIPRO IN OTTOBRE? Per permettere il calcolo dei costi e la stesura del programma è necessario che, almeno orientativamente, le persone interessate comunichino la loro intenzione a partecipare prima della chiusura della segreteria (8 giugno). PROGRAMMA Maggio Martedì 9 “Speziali folignati” Ore 16,30 Dott.ssa C. Casciola – Dott.ssa R. Turrioni Chiesa di S. Giacomo Domenica 14 Manifestazione Nazionale CHIESE APERTE L’Archeoclub di Foligno apre: la chiesa della Madonna di Sassonia – Via dei Preti, Foligno la chiesa di Sant’Anna – Via Sant’Anna (c/o il parcheggio nuovo), Spello la chiesa di San Claudio – vicino Villa Fidelia, Spello la chiesa di San Pietro a Pettine – Via Sotto il Monte 1, Trevi Orari di apertura: mattina ore 9,30 – 12,00 pomeriggio ore 15,30 – 18,00 Domenica 28 Saremo ospiti della nostra gentile socia Sig.ra Annamaria Ascensione Bonucci Sacchi nella sua villa immersa in un magnifico giardino con resti della cinta muraria dell’antico castello in loc. Le Viole – Assisi. Le Signore prepareranno - con la cortesia abituale e con la solita abilità - un piatto da concordare. La giornata prevede una visita guidata a Spello la mattina e una passeggiata ad Assisi il pomeriggio. Iscrizioni: riservate ai soci e limitate ad un numero di 30. Prenotazione entro il 20 maggio a mezzo telefono o in segreteria. I dettagli saranno forniti all’atto dell’iscrizione. Spostamenti con mezzi propri. Giugno Domenica 4 Fabriano – Mostra ”Gentile da Fabriano e l’altro Partenza ore Rinascimento” (Spedale di S. Maria del Buon Gesù ) e visita 7,30 dal guidata della città. Plateatico Prenotazione obbligatoria con pagamento anticipato del biglietto d’ingresso alla mostra e della guida entro e non oltre il 18 maggio (Gruppo max. 25 persone). Domenica 9 Corciano e Lago Trasimeno. Visita guidata a: Corciano, Monte del Lago, Montecolognola, Castel Rigone, Santuario della Madonna dei Miracoli, Passignano. Prenotazione obbligatoria entro il giorno 8 giugno. Segreteria La segreteria resterà chiusa per il periodo: 8 giugno - 14 settembre. Durante l’estate continueranno ad essere attivi per informazioni i numeri 0742.379634 - 0742.351601 - 339.6826526. 15 ARCHEOCLUB D’ITALIA - SEDE DI FOLIGNO COMUNE DI FOLIGNO Pubblicazione realizzata con il contributo della Comunità Europea - PROGRAMMA LEADER + GAL VALLE UMBRA E SIBILLINI