RCHEO
FOLIGNO
Spedizione in A.P. art.1. com.2/C D.L. 3 n°353/2003 - DCB/Umbria
NOTIZIARIO BIMESTRALE DI CULTURA SUL TERRITORIO A CURA DELL’ARCHEOCLUB D’ITALIA - SEDE DI FOLIGNO -
Maggio - Giugno
2006 n°3
FOLIGNO
ARCHEO FOLIGNO
Notiziario bimestrale di Cultura
dell’ArcheoClub d’Italia
sede di Foligno
Disegno di Vladimiro Cruciani
Autorizzazione
Tribunale di Perugia
n. 10/2003 del 07-02-2003
Direttore responsabile
Marco Morosini
Coordinamento di redazione
Carla Glingler
Grafica: EDICIT
di Giampiero Badiali
Stampa: Cronostampa
Di Busciantella Ricci Francesco
Via Monte Alago, 14
06034 Foligno (PG)
Hanno prestato la loro opera per la
stesura del N° 3 del bimestre
Maggio - Giugno 2006:
Gianfranco Angeli, Lucia Bertoglio,
Emanuela Cecconelli, Vladimiro
Cruciani,
Carla Glingler, Arnaldo Picuti,
Franco Spellani, Roberto Tavazzi,
Mariangela Testa.
Affresco
rosso
Copertura
Pietre rosa
Pavimento
Intonaco
Palazzo del Podestà.
Piazza della Repubblica.
Foligno
Durante i lavori di ristrutturazione del complesso edilizio è stata rinvenuta, ben conservata, la scala originale del Palazzo comunale antico del 1265: collegava la grande sala
del primo piano alla sala del secondo, passando attraverso un arcone decorato con un’immagine sacra. L’ingresso principale che conduceva alla sala del primo piano, del quale
sono stati rinvenuti gli stipiti, era a destra del palazzo, posto in cima ad una scala che
partiva dalla piazza. A sinistra della scala era un terrazzo sotto il quale, a piano terra, si
poteva accedere, attraverso un passaggio voltato, all’ambiente retrostante. Da questo terrazzo probabilmente venivano proclamate le sentenze di morte. Sulla fronte, al terzo
piano, quattro finestre illuminavano un ambiente, il più sicuro e funzionale per il
Podestà. La facciata antica oggi è nascosta da ben tre tamponature più tarde. Durante i
lavori di recupero sono state rinvenute altre strutture, come la torre e i resti del carcere
annesso, sono stati rinvenuti anche due stemmi, uno con il giglio di Foligno e l’altro con
le chiavi papali.
Notizie fornite da Vladimiro Cruciani.
DIETRO LE QUINTE
Primavera culturale folignate: intensa per iniziative e attività.
Tanto intensa che il N° 3 del Notiziario, corrispondente al bimestre maggio-giugno 2006, si arricchisce di quattro pagine per dedicare ampio spazio agli avvenimenti che pongono Foligno al centro
dell’attenzione nazionale e internazionale: le celebrazioni dantesche tra cui merita una segnalazione particolare la XII Mostra mercato di stampe e libri antichi e rari che quando uscirà il giornale
sarà ormai avvenuta (21–23 aprile), ma va comunque citata per le preziosissime opere esposte; la
celebrazione del V centenario della morte di Pierantonio Mezzastris per cui sono stati organizzati
interessanti itinerari guidati; la celebrazione della figura e dell’opera di Gentile da Fabriano che
ruota intorno alla mostra allestita nella città d’origine (21/04 – 21/07) e che di riflesso coinvolge
Foligno in virtù degli affreschi di Palazzo Trinci; l’affollatissimo Archeofestival che ci ha colto di
sorpresa e al quale abbiamo prestato curiosa attenzione per le tante occasioni offerte e per le novità didattiche presentate. Imminente anche l’HUMOURfest 14 riservato quest’anno al tema “Acqua:
l’ultima goccia”(giugno/luglio 2006). Le pagine aggiunte al periodico ”ArcheoFoligno”, nell’ottica
per cui è stata presa la decisione di uscire con una edizione speciale, assumono il significato di consenso e di partecipazione.
Intensa anche l’attività del Direttivo recentemente insediato.
Decisa la spesa del fondo di accantonamento, accumulato con avveduta e paziente opera di risparmio, per la pubblicazione a breve della copia anastatica del “Discorso di Fabio Pontano sopra l’antichità della città di Foligno” stampata nel 1618, ormai presente solo in alcune biblioteche in pochi
ricercati esemplari.
Deciso l’allargamento della manifestazione nazionale Archeoclub d’Italia di domenica 14 maggio,
intitolata CHIESE APERTE, ai centri vicini di Spello e Trevi così ricchi di interni da scoprire. Nei
turni di assistenza - secondo gli orari e i luoghi specificati alle pagine successive - si alterneranno i
soci che hanno dichiarato la loro disponibilità ed alcuni studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale
“F. Scarpellini” e del Liceo Classico “F. Frezzi”. L’estensione ”geografica” e l’inserimento dei giovani tra gli adulti ci sono sembrati importanti segnali da trasmettere non solo per far conoscere alcuni edifici sacri solitamente poco accessibili, ma anche per mostrare all’esterno gli intenti con cui
l’attività di volontariato culturale viene svolta dall’Archeoclub di Foligno.
Per quanto riguarda la vita associativa sono lieta di comunicare che, a seguito delle iscrizioni effettuate nel periodo dicembre 2005 – marzo 2006, il nostro club risulta costituito da 102 soci: 84 ordinari e 18 juniores. Il risultato gratifica l’impegno del Consiglio Direttivo e dimostra che la programmazione e la successiva realizzazione dei progetti, pensati per la diffusione della conoscenza
della città, hanno incontrato il favore del pubblico al quale va un sincero ringraziamento.
Mi sembra anche giusto informare che l’organizzazione interna si è completata con l’elezione del
Collegio dei Revisori dei Conti avvenuta nel corso dell’Assemblea del 22/03/’06 secondo quanto
stabilito dall’Assemblea del 9/01/’06.
I Sindaci revisori eletti sono: Franco Chicchini, Giuseppe Lio, Vitaliano Staibano. La presidenza del
Collegio è andata, con una seconda elezione, a Franco Chicchini.
Con questo terzo numero del Notiziario si chiude, per la normale pausa estiva, il primo semestre
di lavoro.
A tutti auguro buone vacanze in attesa dei prossimi incontri di autunno.
Il Presidente
Carla Barberi Glingler
ARCHEOCLUB
D’ITALIA
SEDE DI FOLIGNO
Nel momento in cui andiamo in stampa arriva dalla Sede Nazionale un assegno di Euro 300,00
come riconoscimento dell’attività svolta e come contributo, deciso dal Comitato Direttivo centrale nella seduta del 1 aprile u.s., a sostegno delle iniziative future. Il Direttivo locale decide
di devolvere l’intero importo a favore dello scavo archeologico in località Acqua Santo Stefano
previsto nel periodo 26/06 – 8/07 p.v.
Il Presidente
3
dell’Umbria): nel 1930 venne presentato un progetto di adattamento di due locali terreni del Monastero di Santa Lucia di Foligno a
Pierantonio Mezzastris e i riflessi
della pittura del Beato Angelico
in Umbria
Q
uando osservava un’opera di Pierantonio Mezzastris, Faloci
Pulignani percepiva un “profumo delicato di spiritualismo
ideale” degno del grande Beato Angelico. In realtà, i giudizi della
critica su Pierantonio sono generalmente molto più tiepidi e si può
dire che l’interesse dimostrato dagli studi più recenti nei confronti
di questo pittore folignate nasce indirettamente, come riflesso di
una ricca serie di approfondimenti su Nicolò di Liberatore detto
l’Alunno, il ben più noto e apprezzato conterraneo. Come è noto, a
Nicolò negli ultimi anni sono stati dedicati studi scientifici, conferenze, esposizioni, pubblicazioni in splendida veste editoriale.
Ad ogni modo, da queste ricerche emerge con estrema chiarezza
l’importanza di fornire una visione più completa possibile dei rapporti che dovettero intercorrere fra i vari artisti attivi a Foligno nel
XV secolo, perché è questo il modo più corretto che consente poi
di comprendere le singole personalità, sia dei grandi protagonisti
che dei nomi cosiddetti minori. Diviene così possibile rompere con
certi stereotipi e andare oltre alcune affermazioni sicuramente condivisibili, ma che bloccano qualsiasi giudizio su di un piano
alquanto semplicistico. Perché la pittura a Foligno nel Quattrocento
non vuol dire solo Nicolò, come può apparire leggendo Vasari (che
naturalmente non fa menzione di Pierantonio Mezzastris), ma
anche osservando le scelte effettuate in occasione della famosa
Mostra d’Antica Arte Umbra, del 1907, dove all’Alunno venne
dedicata una sala, mentre non fu inserita nessuna opera del
Mezzastris. L’esposizione del 1907 ebbe
comunque il merito di accendere l’interesse
della critica per la pittura folignate e, come
conseguenza, anche Mezzastris trovò un suo
spazio nell’opera di Berenson sui pittori italiani del Rinascimento, pubblicata nel 1909,
mentre nell’anno seguente Faloci Pulignani,
che già due anni prima aveva speso le parole
di lode con cui abbiamo aperto il nostro discorso, scrisse un articolo ricco di giudizi
entusiasti su questo pittore (che viene qui
addirittura definito “poeta della dolcezza”).
L’attenzione sorta nei confronti del nostro
artista è attestata da una notizia particolarmente interessante (che si ricava dalla documentazione dell’archivio storico della
Soprintendenza
4
per
i
Beni
Artistici
“Museo del Mesastris”. Il progetto prevedeva l’esposizione dei
quarantuno quadretti del vecchio coro esistente nella cappellina
interna del convento. La critica ha recentemente proposto di spostare l’attribuzione di queste interessanti pitture a Pietro di
Mazzaforte, ma la documentazione circa questo progetto segnala
comunque una presa di coscienza del ruolo rivestito dal Mezzastris
nel contesto della pittura folignate del Quattrocento.
L’analisi dello stile di Pierantonio Mezzastris parte dall’osservazione dei costanti riferimenti, riscontrabili nelle sue opere, al più
noto artista fiorentino Benozzo Gozzoli. Questa fondamentale
componente stilistica si concretizza in una ripresa estremamente
fedele di moduli formali ed iconografici, desunti in particolar modo
dalla decorazione dell’abside di San Francesco a Montefalco
(1450-52). Ma al di là di questa indiscussa dipendenza, è importante riuscire a individuare quale ruolo abbia svolto la diffusione
delle opere di Pierantonio nel territorio umbro in riferimento ad una
visuale più ampia, quella cioè del delinearsi di un linguaggio pittorico locale fortemente debitore dell’insegnamento del Beato
Angelico. Le costanti riprese iconografiche di matrice angelichiana
caratterizzano infatti la produzione di numerosi pittori umbri,
soprattutto negli anni sessanta-settanta del XV secolo, al punto che
risulta interessante individuare come questa “moda” diventi una
parte essenziale del percorso formativo di diverse personalità artistiche; in alcuni casi si tratta soltanto di una fase, per lo più di formazione, come si può vedere nelle opere giovanili di Nicolò
Alunno, o di Bartolomeo Caporali, in altri invece i dipinti realizzati da Beato Angelico a Perugia e a Roma costituiranno il costante
ideale a cui tendere, sia pur rivisto secondo determinati filtri: si
veda per esempio Benedetto Bonfigli, o il nostro Pierantonio,
appunto. L’anno 2006, in cui cade il V centenario della morte di
Pierantonio Mezzastris, offre l’occasione per
approfondire la conoscenza di questo pittore,
noto soprattutto come frescante di amabili
Madonne contornate da angeli e santi, che
adornano i portali dei monasteri e le edicole
sacre. Per l’VIII settimana della Cultura è
stato così proposto un itinerario-guida attraverso 40 opere del Mezzastris presenti a
Foligno, Assisi, Montefalco, Narni, Spello e
Trevi. Sono inoltre in corso i lavori per la
pubblicazione di un testo che comprenderà il
catalogo delle opere e una serie di saggi volti
ad approfondire alcuni aspetti particolarmente significativi della produzione di questo
interessante artista folignate.
Emanuela Cecconelli
la
scrittura
& l’
XII
L
IMMA
G INE
mostra mercato di sstampe
e libri antichi e rari
a mostra mercato di stampe e libri antichi e rari nella sua
XII edizione ha occupato - dal 21 al 23 aprile u.s. - le sale
di Palazzo Giusti-Orfini richiamando un pubblico attento di
intenditori, di specialisti, ma anche di semplici curiosi. Tra le
opere esposte, un riguardo tutto speciale è stato rivolto al magnifico facsimile della Divina Commedia di Alfonso d’Aragona
riprodotto con mirabile tecnica artigianale da Franco Cosimo
Panini Editore per la sua ”biblioteca impossibile”. Il manoscritto originale, custodito presso la British Library di Londra con il
nome di codice Yates Thompson 36, fu realizzato in Toscana nel
XV secolo con miniature ed iniziali istoriate poste in apertura di
ogni cantica. Due artisti si applicarono nella raffinata decorazione: Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, dipinse - tra il 1442 e
il 1450 - i capolettera e le scene dell’Inferno e del Purgatorio,
mentre Giovanni di Paolo, senese, attese all’illustrazione del
Paradiso conferendo alle scene un’atmosfera poetica e fiabesca.
La mostra, organizzata dalla Biblioteca Comunale di Foligno,
promossa dal Comitato di coordinamento per lo studio e la promozione della Divina Commedia (Foligno 1472), dalla Consulta
di coordinamento delle associazioni culturali, dal Lions Club e
dalla Pro Foligno, è stata affiancata da altre iniziative ispirate al
concetto che la scrittura e l’immagine costituiscono una preziosa combinazione tra segno e colore, tale da trasformare un testo
in opera d’arte unica ed irripetibile, gelosa testimonianza di
un’epoca e della sua cultura. Così nella giornata centrale del 22
aprile la International Inner Wheel
Club di Foligno ha presentato il restauro
delle edizioni 1491 e 1517 de ”Le Favole di Esopo” possedute
dalla Biblioteca Comunale di Foligno e nel pomeriggio si è svolto a Palazzo Trinci l’incontro sul tema ”L’immaginario dantesco” legato all’illustrazione antica e contemporanea della Divina
Commedia. Ad alto livello gli interventi di Giancarlo Petrella
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano che ha parlato della ”Comoedia picta” mostrando immagini inedite di
miniature e incisioni incastonate in esemplari remoti dell’opera
dantesca e di Italo Tomassoni dell’Università degli Studi di
Roma ”La Sapienza” che ha presentato la ristampa anastatica
dell’edizione principe della Divina Commedia edita
dall’Editoriale Campi arricchita dalle incisioni di Omar Galliani
realizzate a punta secca su lastra di zinco.
Chiudiamo con le parole di Italo Tomassoni che, sul modo di
disegnare dell’artista Galliani, dice: ”L’andatura di quella mano
non sarà quella, discontinua, che è imposta dalle pigmentazioni
liquide, o dalle paste coprenti della pittura ma quella che si raccoglie sulla punta della matita, inesauribile e sempre carica,
sprone acuminato teso a incidere, esplorare, penetrare pieghe,
venature, slarghi o condensazioni, intervallando campi ondulati
a colpi di punteggiatura taglienti, senza una prefigurata finalità”.
Carla Glingler
NOVITA’ NEL CAMPO DELLA DIDATTICA
“Archeogiocando: la via Flaminia nella storia”
Antiquarium di Fossato di Vico
Il Comune di Fossato di Vico, in collaborazione con la Regione Umbria e l’Istituto Comprensivo di Sigillo, ha realizzato una
serie di itinerari turistici e didattici per tutti coloro che vogliano scoprire questa parte della regione, sede anche del parco regionale di Monte Cucco. Lo scopo principale è quello di valorizzare le emergenze archeologiche e molteplici realtà artistiche del
territorio collegate alla Via Flaminia che, da sempre, è una delle arterie più importanti del centro Italia. Ha inoltre istituito un
laboratorio informatico presso l’Antiquarium con l’intenzione di far avvicinare i più piccini allo studio dell’archeologia favorendo un approccio ludico-didattico con la non facile materia. Il laboratorio informatico è stato creato anche con il proposito
di dotare la città di un centro di documentazione sulla Via Flaminia nell’antichità; qui studenti, insegnanti, studiosi troveranno un ricco repertorio informatizzato su questa importantissima strada romana.
Referenti per quanto riguarda gli itinerari turistici e didattici sono le operatrici museali della FulginArt che da anni collaborano con le scuole. Ogni itinerario didattico si compone di due momenti: ad un primo approccio in classe, facoltativo e regolato direttamente tra FulginArt e scuole, seguirà la visita guidata ai siti interessati e all’Antiquarium (visita e ingresso gratuiti).
A conclusione di questo percorso formativo i ragazzi potranno verificare il proprio grado di apprendimento svolgendo un gioco
iterativo creato su misura per permettere un riscontro pratico e divertente.
Mariangela Testa
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Gentile da Fabriano
e l’altro
Rinascimento
a cura di Lucia Bertoglio
I
l nome di Gentile da Fabriano evoca un’arte ricca e sfavillante d’oro, dove alberi, arbusti e fiori erano disegnati con la
minuzia di un botanico, i gioielli resi a rilievo e sembra quasi
di poter sfiorare le stoffe delle vesti delle dame. A tutto era attento Gentile: alla figura umana (fu apprezzato ritrattista) e all’atmosfera naturale, alla vita delle corti e alle suggestioni artistiche
che gli venivano dai suoi soggiorni a Venezia, Firenze e Roma.
Eppure questo maestro così conosciuto, ammirato da
Michelangelo e richiesto dai potenti del suo tempo - fra cui oggi
sappiamo anche i Trinci - non aveva mai avuto l’onore di essere
al centro di una esposizione a lui dedicata. A questa lacuna vuole
oggi porre rimedio la mostra dal titolo Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento. Un notevole numero delle opere di Gentile da
Fabriano, infatti, e dei suoi contemporanei (da Masolino a
Masaccio, dal Beato Angelico al Ghiberti e a Pisanello, dai
Salimbeni a Ottaviano Nelli) sarà esposto nel quattrocentesco
Spedale di Santa Maria del Buon Gesù a Fabriano dal 21 aprile
al 23 luglio 2006. Scopo dell’esposizione è tracciare un ritratto
di questo pittore celebre alla luce degli studi più recenti e delle
nuove scoperte, che coinvolgono così direttamente anche
Foligno, sull’attività del pittore. Per questo, particolare cura è
stata data all’aspetto editoriale, con un catalogo che presenterà,
oltre al saggio di Keith Christiansen e ai contributi dei curatori,
ampi apparati e un regesto illustrato di tutte le opere del pittore.
La casa editrice Electa realizzerà poi un volume di studi sulla
bottega di Gentile, con un corposo saggio di Andrea De Marchi,
sulle committenze e sui recenti restauri a cura dell’Opificio delle
Pietre Dure.
In concomitanza con la mostra su Gentile saranno visitabili
anche altre mostre:
in Ancona, presso la Mole Vanvitelliana (fino al 4 giugno):
Corrado Cagli
a Fermo, presso il Palazzo dei Priori (24 marzo-17 settembre):
L’aquila e il leone. L’arte veneta a Fermo e nel suo territorio.
Paolo Veneziano, i Crivelli e il Lotto
a Sanseverino Marche, presso il Palazzo Servanzi Confidati (25
marzo - 31 agosto): I pittori del Rinascimento a Sanseverino (su
Bernardino di Mariotto)
a Camerino, presso il convento di San Domenico (5 maggio5 novembre): Rinascimento scolpito. Maestri del legno tra
Marche e Umbria.
Oltre alle mostre un convegno internazionale prenderà le
mosse da Fabriano il 31 maggio, per poi continuare a Foligno
il 1 giugno e concludersi nelle due giornate di Firenze del 2
e 3 giugno.
Altre mostre minori e altri appuntamenti vedranno coinvolte Fabriano e le Marche: non solo Gentile dunque, ma anche,
in quella che sta diventando una abitudine degli eventi culturali recenti, una serie di itinerari attraverso località non sempre conosciute quanto meriterebbero.
Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento
Fabriano, Spedale di Santa Maria del Buon Gesù
Piazza Giovanni Paolo II
21 aprile - 23 luglio 2006
ORARI
da lunedì a giovedì 9.30-19.30
da venerdì a domenica 9.30-22.00
BIGLIETTI
- Intero Euro 9,00 - Ridotto Euro 7,50
Gentile da
Fabriano,
il pittore dalla mano
gentile, parla ai ragazzi
SCHEDA DELL’OPERA
Cooperativa “FulginArt” di Foligno - Cooperativa
“In Nuce” di Fabriano
“I segreti del pittore Gentile”
Racconto illustrato
Testo di Emanuela Cecconelli
Illustrazioni di Francesca Greco
Prefazione di Fabio Marcelli
Accanto: copertina del volume disegnata da Francesca Greco.
G
entile da Fabriano, senza dubbio uno tra i massimi esponenti dello stile gotico internazionale, non finisce mai di
stupire l’osservatore attento ai fantasiosi dettagli che
occhieggiano da ogni più remoto angolo dei suoi dipinti. Si tratta
di opere che spiccano per la finezza e la preziosità della tecnica esecutiva, e che riflettono una cultura assai complessa, ricca di suggestioni di varia provenienza. Sul piano stilistico, l’adozione di uno
sciolto ritmo lineare si unisce alla cura sottile per gli elementi decorativi più eleganti.
Il percorso artistico di Gentile (Fabriano, 1375 circa – Roma, 1427)
sembra snodarsi tra Fabriano, Milano, Venezia, Brescia, Firenze
(dove realizzò la sua opera più nota, la pala Strozzi con
l’Adorazione dei Magi, datata 1423), Siena, Orvieto, Roma. In
realtà molti sono ancora gli interrogativi circa la cronologia delle
sue opere e risulta pertanto di particolare importanza il recente
ritrovamento documentario che consente di attribuire al fabrianese
(in collaborazione con un’équipe di pittori di varia provenienza) il
ciclo pittorico di Palazzo Trinci a Foligno, per il quale l’artista ricevette due pagamenti negli anni 1411 e 1412. Tale notizia getta luce
su un episodio assolutamente centrale nel processo di diffusione
del tardo-gotico in Umbria.
Si aggiunga poi il fatto che non è difficile innamorarsi dell’estro
fantasioso di Gentile, un pittore che nella sua freschezza inventiva
sembra aver conservato la curiosità di un bambino. Sulla base di
queste considerazioni è nato il proposito di realizzare “I segreti del
pittore Gentile”, un libro che si rivolge ad un pubblico giovane,
d’età compresa fra i dieci e i quattordici anni; il testo è frutto di un
progetto realizzato dalla Cooperativa “FulginArt” di Foligno in
collaborazione con la Cooperativa “In Nuce” di Fabriano e con la
preziosa consulenza dello storico dell’arte Fabio Marcelli.
Non si tratta di un semplice libro di didattica di Storia dell’Arte,
perché ha l’ambizione di presentare la materia sotto forma di un
vero e proprio racconto, con dei protagonisti in cui i giovani letto-
ri possano identificarsi con facilità: un testo agile (da qui la scelta
di uno stile che privilegia le parti dialogate, e a parlare è anche lo
stesso Gentile), ma nello stesso tempo approfondito per quanto
riguarda tutta una serie di aspetti, come la guida all’osservazione
analitica di un’opera d’arte; anche questa tematica (messa a punto
sfruttando l’esperienza nel campo della didattica museale) non
viene però affrontata in maniera teorica, bensì con gli strumenti
offerti da un racconto illustrato, facendo leva sulla spontanea curiosità visiva propria dei ragazzi, che per produrre ottimi risultati
necessita solamente della opportuna stimolazione. Il lettore infatti
viene accompagnato alla scoperta delle misteriose meraviglie
nascoste nelle più importanti pitture realizzate dall’artista Gentile,
in questo aiutato non solo dal testo scritto, ma anche da un ricco
corredo di illustrazioni, che prevedono l’alternanza di riproduzioni
fotografiche e di disegni. Le foto consentono un approccio ai dipinti, mentre i fantasiosi disegni di Francesca Greco, affermata illustratrice di libri per ragazzi, offrono un’ulteriore attrattiva visiva
per i giovani lettori.
La scelta dell’argomento specifico, e cioè la produzione artistica di
Gentile da Fabriano, è nata anche dall’idea che, in concomitanza
con la grande mostra allestita a Fabriano su questo importante pittore (Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento, 21 aprile-21
luglio 2006), possa essere utile disporre di uno strumento di lettura
realizzato ad hoc per i ragazzi e aggiornato alle nuove scoperte che,
come abbiamo detto, coinvolgono direttamente la città di Foligno:
non a caso nel libro è riservato uno spazio privilegiato all’impresa
decorativa eseguita da Gentile nelle sale di Palazzo Trinci.
Per queste ragioni ci auguriamo che “I segreti del pittore Gentile”
possa costituire uno strumento didattico divertente ed utile, oltre
che come libro di lettura e come sussidio dell’attività di
Educazione Artistica, anche come fonte (concepita appositamente
per i ragazzi) per accostarsi, fra l’altro, ad uno dei monumenti storico-artistici più rilevanti del nostro territorio.
Emanuela Cecconelli
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CHIESE APERTE 2006
FOLIGNO
CHIESA DELLA MADONNA DI SASSONIA
Roberto Tavazzi
Situata in via dei Preti, a ridosso della stazione ferroviaria,
la chiesa della Madonna di Sassonia (da non confondere
con la Madonna del Sasso, situata più a monte, pressoché
di fronte a Villa Sassonia, documentata già dal 1492 e oggi
non più esistente) prende il nome dal toponimo che indica
quella zona della città dove abbondavano i ”sassi” che
probabilmente erano i resti dell’antica Fulginia romana.
Inaugurata nel 1807, la chiesa ha valorizzato l’immagine
della Madonna tra S. Feliciano e S. Filippo Neri che costituiva la cosiddetta ”Maestà di Menghino” che sorgeva nei
pressi e che da qualche tempo era diventata meta devozionale di un numero crescente di folignati. Il Faloci
Pulignani ipotizza che l’edicola prendesse il nome del
devoto che l’aveva voluta o del proprietario del fondo.
Riferisce pure la diceria che questo Menghino fosse della
famiglia Ortolani e costruisse la Maestà a ricordo di una
speciale grazia ricevuta.
L’immagine doveva essere ”poca e povera cosa, che in
Foligno, quando si parlava di qualche giovane chierico che
non era abile a divenir sacerdote, per dire che non avrebbe mai celebrato la Messa, si diceva scherzando che avrebbe detto messa alla Maestà di Menghino” (Faloci 1891b).
Tuttavia all’inizio dell’800, la devozione dei folignati
venne attirata da questa Maestà al punto da mettere in cantiere la costruzione di una chiesa.
Furono il canonico belfiorese Girolamo Innamorati e il
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conte Giovanni Battista Benedetti Roncalli, con la benedizione del vescovo M. Antonio Moscardini, a prodigarsi
per tale opera che in breve tempo fu portata a compimento e dedicata a Maria Auxilium Christianorum.
Significativa la testimonianza di un certo Domenico Rossi
che in un suo ”Diario” riportò il fatto che il 20 giugno
1807, nottetempo, la Maestà di Menghino fu ”segata e trasportata con tutto il suo muro” dentro la nuova chiesa
(Faloci 1888, p 582). L’ultima domenica dello stesso anno
la chiesa fu solennemente inaugurata. Da allora e per
diversi decenni, l’ultima domenica d’ottobre è festa della
Modonna di Sassonia.
L’interno è caratterizzato da alcuni reperti, fatti incastonare nel muro dal canonico Innamorati nel 1808, provenienti dalle catacombe romane di Santa Priscilla sulla via
Salaria e di San Callisto sulla via Appia, come risulta dalla
lapide apposta sotto di essi. Non v’è più traccia invece dei
numerosi ex voto che testimonierebbero l’importanza di
questa chiesa nella geografia devozionale della Foligno
ottocentesca.
Faloci ne descrive alcuni: un cavallo imbizzarrito e l’uomo disarcionato salvato dalla Madonna dipinta in alto
(Antonio Domenichetti da Osimo 1807); un tale che, ferito di notte da un soldato ”che gli immerge la spada nella
gola” è salvato dalla Madonna (Giovanni Bingoni); oppure un cocchio rovesciato con diverse persone intorno alla
Madonna (Vincenzo Galligari di Foligno e
famiglia 1812); un altro, aggredito di notte in
città, si salvò per aiuto della Vergine (Eligio
Frondaroli 1824). Faloci racconta poi di fatti i
cui protagonisti o testimoni ancora vivevano al
suo tempo, quali il nipote del vescovo
Polidori, Pietro Foschi, ”affetto da grave etesia
polmonare”, che ottenne la guarigione in cambio del farsi gesuita; oppure Filippo Baldoni,
”colono della contessa Elmi”, il quale, scampato all’amputazione di una gamba grazie a
una guarigione miracolosa, pose, come ex
voto, le proprie stampelle.
La testimonianza del Faloci circa la devozione
particolare dei folignati verso la Madonna di
Sassonia è suffragata anche dalla documentazione relativa alle Visite Pastorali compiute
dai vescovi Lucchesi e Grispigni (Archivio
Orario di apertura:
Domenica 14 Maggio,
ore 9,30 – 12,30 e 15,30 – 18,00
Su questa chiesa ha scritto un breve saggio Michele Faloci
Pulignani, apparso nel 1891 sulla ”Gazzetta di Foligno”
(n. 43 del 24 ottobre) e anche come opuscolo, stampato
nello stesso anno da Tomassini. Il medesimo saggio fu
ripreso e adattato dallo stesso Faloci nella pubblicazione
“Foligno città della Madonna” del 1928-1929.
Storico della Diocesi di Foligno). Ulteriore riprova dell’importanza di questo luogo di culto è il fatto che, dopo il
canonico Innamorati, esso fu sempre officiato da un
Rettore almeno fino al 1929, come documenta ancora il
Faloci, salvo per due mesi nel 1884, in quanto chiesa e
casa furono a disposizione del Sindaco di Foligno ”come
luogo di osservazione nel caso che nella stazione ferroviaria arrivasse qualche viaggiatore proveniente da luoghi non immuni da
colera” (Faloci 1929, p.11).
L’immagine della Madonna attuale,
copia di quella murale, è opera del pittore folignate Carlo Botti (1848 - 1912)
e probabilmente fu collocata in occasione del primo centenario della
costruzione della chiesa, nel 1907.
L’insediamento ferroviario ha allontanato e isolato la chiesa di Sassonia
dalla città, per cui tale luogo di culto
mariano ha visto nel corso del ‘900 un
progressivo declino, tanto che oggi
risulta praticamente inaccessibile.
L’opportunità offerta dall’Archeoclub
è quindi da non mancare.
L’Archeoclub ringrazia Roberto Tavazzi
per le informazioni reperite e trasmesse,
rimanda all’opuscolo con maggiori dettagli
e fornito di bibliografia che verrà distribuito il giorno 14 maggio e riferisce quanto
aggiunto in nota dallo stesso dott. Tavazzi.
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MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CHIESE APERTE 2006
SPELLO
Chiesa di Sant’Anna
Piccola chiesa rurale costruita presumibilmente nella prima metà del XIII secolo nel terziere meridionale di Spello nei
pressi della Porta Chiusa e quasi a ridosso delle mura urbane. Fu con ogni probabilità l’oratorio pubblico della confraternita dei disciplinati di Sant’Anna che gestiva uno dei pochi ospitali cittadini attivo già dal 1362. Tipico esempio di
santuario suburbano di architettura campestre, deve quasi sicuramente la sua “sopravvivenza” al forte culto della popolazione limitrofa rionale. A pianta rettangolare si presenta oggi in una veste mutata rispetto alla sua probabile fisionomia
originale.
Preziose testimonianze di fede sono i vari affreschi dei secoli XV e XVI ancora visibili al suo interno e sotto il piccolo
portico dell’ingresso, una parte dei quali realizzata certamente in esecuzione di specifici lasciti. I sondaggi alle pareti
hanno rilevato la presenza di numerosi strati sotto l’attuale intonaco, ma i dipinti che la chiesa di Sant’Anna conta oggi,
a seguito dei restauri eseguiti dopo il sisma del 1997, sono complessivamente otto che vengono descritti nella pubblicazione “Collegiata di Santa Maria Maggiore – Spello – La chiesa di Sant’Anna” (2001) da cui è tratta la breve informazione esposta.
Chiesa di San Claudio
Si trova fuori del centro abitato, nelle vicinanze di Villa Fidelia, lungo il diverticolo della Via Flaminia che anticamente collegava Foligno, Assisi e Perugia nell’area pubblica romana suburbana, della fine del I sec. a. C. Alcuni studiosi
suppongono che la chiesa di S. Claudio sia stata costruita sui resti di un antico tempio dedicato a Saturno; tale ipotesi
appare suffragata dal rinvenimento di strutture archeologiche d’epoca antica nel corso della campagna di scavo condotta tra il 2000 e il 2003 a margine dell’opera di consolidamento delle strutture. L’edificio, a pianta basilicale con abside
semicircolare, orientato verso est, interamente costruito in calcare compatto del Subasio, può dirsi un pregevole esempio di architettura religiosa romanica.
Caratteristica di pregio all’interno della chiesa è l’apparato decorativo costituito da cospicui affreschi votivi datati fra il
XIV e il XV secolo. Si tratta di figurazioni sacre che ritraggono ripetutamente S. Claudio, poste all’interno di riquadri
collocati negli spazi compresi fra i sei archi diaframma che sorreggono la copertura della navata centrale e di un grande affresco posto sulla parete soprastante l’abside che arreca la data 1393.
L’altare è formato dalla lastra di chiusura di un sarcofago romano.
Notizie tratte da ”La Chiesa di S. Claudio a Spello” a cura di Sabina Guiducci, Paola Bonacci (2005)
TREVI
Chiesa di San Pietro a Pettine
E’ una chiesetta rurale tipica della zona, ma architettonicamente più evoluta di tutte le altre, segnatamente nel campaniletto a vela (rielaborato). La porta principale è architravata.
Sorge a mezza costa vicino all’antichissimo tracciato che da Trevi scendeva a valle verso Foligno. Dopo un deplorevole abbandono secolare, il nuovo proprietario l’ha completamente restaurata permettendone la perfetta fruibilità. Nella sua
costruzione furono riutilizzati materiali di spoglio di costruzioni precedenti, tra cui varie epigrafi funerarie classiche.
Conserva all’interno interessanti affreschi. Alla sinistra dell’abside, una magnifica figura di S. Pietro, titolare della chiesa, che il Nessi aveva datato al primo ‘400. Più recentemente è stata attribuita a Bartolomeo da Miranda che nella quarta decade del XV secolo fu molto attivo nella zona, specialmente nella vicina Pietrarossa. Lungo la parete sinistra altri
due affreschi sono stati attribuiti alla stessa epoca.
Notizie fornite dal socio Franco Spellani: www.protrevi.com
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Orario di apertura:
Domenica 14 Maggio,
ore 9,30 – 12,00 e 15,30 – 18,00
Chiesa di Sant’Anna - Spello
Chiesa di San Claudio - Spello
Chiesa di San Pietro a Pettine - Trevi
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UNA COMUNITA’ EBRAICA
IN UMBRIA E A FOLIGNO NEL
MEDIOEVO
F
ino a qualche anno fa si sapeva ben poco sulla presenza
di una comunità ebraica in Foligno e in altre città umbre
nel basso Medioevo. La storiografia locale non aveva
mancato in verità di darci qualche notizia sul finanziamento da
parte degli ebrei folignati degli spettacoli cittadini più costosi,
dalla corsa del palio rosato di San Feliciano, per esempio, che
comportava una spesa di 27 fiorini ed era finanziata da loro
(Mario Sensi, Quaderno n.1, Centro Giostra Quintana Foligno 1983).
Ma quando e come s’inserirono gli ebrei in Umbria e nella
nostra città?
Un primo studio molto accurato era stato già fatto da Ariel
Toaff, professore di storia economica del Medioevo e del
Rinascimento nelle Università israeliane di Bar Ilan e Tel
Aviv, in un famoso studio del 1975 “Gli Ebrei a Perugia” Deputazione per la Storia dell’Arte dell’Umbria. Da questo
studio apprendemmo fra l’altro che a Foligno, intorno al 1290,
si tenne una riunione dei rappresentanti delle comunità ebraiche dell’Umbria e delle Marche alla presenza del famoso rabbino Menahem Recanati, uno dei membri più colti dell’ebraismo italiano del Medioevo, al quale le comunità ebraiche si
rivolgevano per averne pareri su talune questioni giuridiche e
su usi rituali ed autore di un commento del Pentateuco, vera
enciclopedia dello scibile mistico.
Il Toaff poi nel 1989 ci ha dato uno studio poderoso ed affascinante ”Il vino e la carne, una Società Ebraica nel
Medioevo” - Bologna, Società Editrice Il Mulino - dove, sulla
base di una minuziosa documentazione archivistica, ci offre
uno spaccato di vita sulle comunità
ebraiche in Perugia, Foligno, Bevagna,
Trevi, Assisi, Nocera, Gualdo Tadino
delle quali fino ad allora si sapeva ben
poco.
Apprendiamo così che verso la fine del
1300 si radicarono da noi, in virtù di una
notevole migrazione, molti mercanti
ebrei romani dediti al commercio del
denaro. Furono proprio i reggenti dei
nostri Comuni che invitarono gli ebrei
di Roma (dove vivevano circa 200 famiglie ebraiche) ad inserirsi nelle nostre
città per esercitare il credito. E’ noto
infatti che sia le leggi civili che quelle
ecclesiastiche vietavano allora ai cittadini cristiani di esercitare l’usura e, poiché i vuoti vengono sempre coperti da
qualcuno, ci pensarono gli ebrei (anche
se, malgrado tutti i divieti, Senesi e
Lombardi non disdegnarono l’esercizio
del prestito) ad esercitare quel mestiere.
Fatto sta che tanti ebrei romani si river-
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sarono nelle città umbre esercitando quell’arte ”immonda” e
vivendo la loro vita quotidiana tra i cristiani dal momento che
l’Europa non aveva ancora ”inventato” il ghetto.
La lettura di questo libro è consigliabile anche a chi vuol sapere qualcosa sulla vita di tutti i giorni nelle nostre città, dei rapporti degli ebrei con la popolazione cristiana, la reciproca
influenza, delle loro difficoltà d’inserimento, l’inevitabile
ostilità nei loro confronti della popolazione e dei religiosi in
particolare (dei Frati Minori dell’Osservanza chiaramente sensibili ai problemi dell’usura), dei conflitti insomma tra le due
comunità. Capitoli particolarmente interessanti sono quelli che
danno il titolo al libro, ”Il vino e la carne” e che ci rivelano un
mondo a noi completamente ignoto. Difficile recensire queste
pagine e a noi non resta che rimandare i nostri lettori al libro.
Diremo comunque che i problemi fra le due comunità nascevano anche dalla diversa posizione verso il cibo, in particolare la carne e il vino.
L’esigenza religiosa degli ebrei comportava nella mattazione
degli animali per uso alimentare lo scarto di numerosi capi di
bestiame abbattuti e risultati inidonei per difetti fisici ed anche
dei residui di macellazione inutilizzabili da parte del consumatore ebreo.
La vita in una città cristiana era quindi possibile agli ebrei solo
se le autorità comunali avessero consentito di rifornirsi di
carne kasher - come la chiamavano - ed ai macellai di utilizzare per i cristiani la carne scartata. Come è facile capire, questo comportava problemi a non finire che complicavano i rapporti e facilitavano accuse ed ostilità di carattere religioso.
Anche la produzione del vino comportava grosse difficoltà di convivenza. Gli
ebrei per esigenze di rito chiedevano di
poter pigiare l’uva direttamente con i
loro piedi. Bere però per i cristiani vino
pigiato ”da piedi immondi” poneva una
problematica che i governanti delle
città tendevano a risolvere con la
repressione ed imponendo che, dopo
aver vinificato, il produttore ebreo gettasse via le vinacce e l’eventuale resto
del mosto senza farne commercio con i
cristiani. Ma si sa: un conto sono le
leggi ed un conto è la loro applicazione.
In pratica - commenta Toaff - ebrei e
cristiani, anche se talvolta facevano il
vino separatamente, continuavano a
berlo insieme. Giusto omaggio ai
discendenti di Noè, aggiungiamo noi.
Arnaldo Picuti
LUIGI FRAPPI
A MONTEFALCO
M
ontefalco ha inaugurato i nuovi spazi espositivi della Chiesa Museo di San Francesco con
una mostra di Luigi Frappi che rimarrà aperta fino al
27 Agosto. Sono cinquantasette tele che vanno dal
1928 ad oggi e che rappresentano il meglio dell’ultima produzione del maestro folignate che vive tra la
nostra città e Bevagna tanto da definirsi Mevanas ac
Fulginas.
La “Quattroemme”, editore perugino specializzato
in pregevoli pubblicazioni d’arte, ha stampato il
catalogo che vede gli interventi di Vittorio Sgarbi,
Claudio Strinati e Alberto D’Atanasio.
“Frappi ci mostra una natura fantastica, ma soggetta
al tempo e ai sentimenti come l’uomo che la osserva e la solca. Le sue raffigurazioni sono psiche ed
eros…” scrive Vittorio Sgarbi.
Più penetrante il giudizio di Claudio Strinati, critico
acuto e sagace: ”L’occasione di poter vedere nello
stesso contesto Paesaggi e Nature morte rappresenta, così, una felice circostanza per meditare sulla
figura di un artista lontano dai clamori, raro esempio
di una estrema probità che porta l’opera d’arte ad assumere una valenza etica esemplare…”
Una mostra proprio da non perdere.
Segnalazione di Arnaldo Picuti.
ARCHEOFESTIVAL
P
erugia dal 9 al 14 maggio sarà animata dalle
numerose manifestazioni dell’Archeofestival.
Questo progetto organizzato dalla Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Umbria in collaborazione
con le istituzioni, l’Università di Perugia, l’Università
per stranieri e vari enti e associazioni fra cui
l’Archeoclub, si indirizza agli specialisti e agli appassionati di tutte le età con una serie di incontri, convegni, seminari, itinerari, aperture straordinarie di cantieri, spettacoli fra i quali ognuno troverà quello che
più può interessarlo. Si va dalla cucina antica alle
ricostruzioni dell’archeologia sperimentale, dalla
musica al cinema di argomento archeologico, da lezioni cattedratiche ad un originale percorso alla riscoperta della percezione tattile delle opere d’arte.
Fra gli itinerari proposti uno toccherà Spello con la
visita della villa romana di epoca tardoantica recentemente riscoperta.
Il programma completo è disponibile in rete all’indirizzo www.archeofestival.com
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La produzione
di energia eolica
L
’energia eolica è stata largamente utilizzata sin dall’antichità in
svariate applicazioni quali la navigazione a vela, la ventilazione dei cereali e l’essiccazione dei prodotti dell’agricoltura e
della pesca. L’uso della vela per lo spostamento di imbarcazioni appare già in primitive raffigurazioni egizie del 2500 a.C. e costituisce il
primo esempio di utilizzazione delle energie naturali come forza
motrice. I primi mulini a vento comparvero nelle aree considerate la
culla della civiltà: Mesopotamia, Cina, Egitto. Si dice che il re di
Babilonia Hammurabi progettò, nel XVII secolo a.C., di irrigare la
pianura mesopotamica per mezzo dei mulini a vento. Si trattava probabilmente di mulini ad asse verticale simili a quelli tuttora in funzione in quei paesi. In Europa i mulini a vento apparvero in ritardo, nel
Medioevo al tempo delle Crociate; essi avevano una concezione del
tutto diversa, con ruota ad asse orizzontale e di dimensioni maggiori,
tecnologicamente più complessi e di maggior rendimento.
I mulini furono usati nel corso dei secoli in tutta Europa per i più svariati usi, come la macinazione dei cereali, la spremitura delle olive, il
pompaggio dell’acqua, l’azionamento di segherie, cartiere, tintorie,
industrie del tabacco. Ricordiamo in particolare i classici mulini che
gli olandesi utilizzarono a partire dal 1350 per il drenaggio delle paludi; a metà del 1800 se ne contavano ancora 9.000 in funzione. Nel
secolo scorso cominciarono a diffondersi aeropompe con giranti multipala di piccolo diametro, utilizzate poi in un grandissimo numero di
esemplari nelle fattorie dei territori di nuova colonizzazione. Solo
negli Stati Uniti d’America, tra il 1880 e il 1930, ne furono installati
milioni di esemplari per usi agricoli e domestici; molte di queste macchine esistono ancora e parecchie sono tuttora in uso. I primi generatori di energia elettrica azionati dal vento risalgono agli inizi del ‘900
e nel 1914 erano già in funzione diverse centinaia di macchine di
potenza compresa tra 3 e 30 kW.
Nel periodo tra le due Guerre Mondiali fu compiuta una rapida evoluzione sul piano tecnologico, con la costruzione di aerogeneratori di
potenze crescenti. L’utilizzazione su grande scala dei combustibili fossili, che nel secondo dopoguerra forniva energia a costi bassissimi,
portò a un quasi completo abbandono delle ricerche e della produzione di aerogeneratori.
ARRIVA A FOLIGNO
L’EOLICO INDUSTRIALE
I
(da ABC - Abruzzo Beni Culturali anno VI, n°28)
14
l Consiglio comunale di Foligno ha adottato con delibera del 26
gennaio 2006 la variante all’attuale PRG affinché sia possibile in
futuro procedere nel territorio folignate all’installazione di impianti
eolici di dimensioni industriali per la produzione di energia.
I siti che potrebbero essere oggetto di localizzazione di detti impianti sono i crinali delle montagne del folignate ad oggi salvati dallo
scempio ambientale e paesaggistico grazie proprio a quella normativa del PRG che il Consiglio comunale ha deciso di modificare.
In particolare, i siti sono quelli del Monte Cupigliolo, Monte Faento,
probabilmente la zona alta di Scandolaro e chissà quanti altri.
Stupisce ancora una volta il silenzio con il quale è stata discussa e
approvata detta modifica.
Forse sarebbe stato opportuno, in rispetto ai principi del buon andamento della pubblica amministrazione, che si fossero prima verificate la possibilità e sostenibilità ambientale di realizzare tali impianti
nel territorio del Comune con la partecipazione di tutte le forze civiche della Città, e poi, in caso positivo, procedere alla modifica del
PRG con una simultanea politica di risparmio energetico e sostitutiva delle fonti energetiche tradizionali.
Gianfranco Angeli
Mostra
”Cyprus Perfumery. Atena e
Afrodite ovvero l’invenzione
dell’olio e della bellezza.
Profumeria e altri usi dell’olio in area mediterranea nel
2000 a. C.”
Roma, Museo Barracco di
Scultura Antica: 9/06-2/07 e Trevi,
Museo della Civiltà dell’Ulivo:
8/07-12/11-‘06 .
UNA SETTIMANA A CIPRO IN
OTTOBRE?
Per permettere il calcolo dei costi e
la stesura del programma è necessario che, almeno orientativamente, le persone interessate comunichino la loro intenzione a partecipare prima della chiusura della
segreteria (8 giugno).
PROGRAMMA
Maggio
Martedì 9 “Speziali folignati”
Ore 16,30 Dott.ssa C. Casciola – Dott.ssa R. Turrioni
Chiesa di S. Giacomo
Domenica 14 Manifestazione Nazionale CHIESE APERTE
L’Archeoclub di Foligno apre:
la chiesa della Madonna di Sassonia – Via dei Preti, Foligno
la chiesa di Sant’Anna – Via Sant’Anna (c/o il parcheggio
nuovo), Spello
la chiesa di San Claudio – vicino Villa Fidelia, Spello
la chiesa di San Pietro a Pettine – Via Sotto il Monte 1, Trevi
Orari di apertura:
mattina ore 9,30 – 12,00
pomeriggio ore 15,30 – 18,00
Domenica 28 Saremo ospiti della nostra gentile socia Sig.ra Annamaria
Ascensione Bonucci Sacchi nella sua villa immersa in un magnifico giardino con resti della cinta muraria dell’antico castello in loc.
Le Viole – Assisi.
Le Signore prepareranno - con la cortesia abituale e con la
solita abilità - un piatto da concordare.
La giornata prevede una visita guidata a Spello la mattina e
una passeggiata ad Assisi il pomeriggio.
Iscrizioni: riservate ai soci e limitate ad un numero di 30.
Prenotazione entro il 20 maggio a mezzo telefono o in
segreteria. I dettagli saranno forniti all’atto dell’iscrizione.
Spostamenti con mezzi propri.
Giugno
Domenica 4 Fabriano – Mostra ”Gentile da Fabriano e l’altro
Partenza ore Rinascimento” (Spedale di S. Maria del Buon Gesù ) e visita
7,30 dal guidata della città.
Plateatico Prenotazione obbligatoria con pagamento anticipato del
biglietto d’ingresso alla mostra e della guida entro e non oltre
il 18 maggio (Gruppo max. 25 persone).
Domenica 9 Corciano e Lago Trasimeno. Visita guidata a: Corciano,
Monte del Lago, Montecolognola, Castel Rigone, Santuario
della Madonna dei Miracoli, Passignano.
Prenotazione obbligatoria entro il giorno 8 giugno.
Segreteria
La segreteria resterà chiusa per il periodo:
8 giugno - 14 settembre.
Durante l’estate continueranno ad essere attivi
per informazioni i numeri
0742.379634 - 0742.351601 - 339.6826526.
15
ARCHEOCLUB D’ITALIA - SEDE DI FOLIGNO
COMUNE DI FOLIGNO
Pubblicazione realizzata con il contributo della Comunità Europea - PROGRAMMA LEADER + GAL VALLE UMBRA E SIBILLINI
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Archeoclub Foligno