ameT Tema
Formazione professionale svizzera
L’UFFT:«Il passo verso il progresso»?
L’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT) è sorto solo
nel 1998. Esigenze e aspettative erano elevate. Tante cose sono cambiate. Il contesto e
la direzione dell’UFFT. Spesso le attese sono andate deluse. Per circostanze avverse o
per carenza gestionale? Un bilancio provvisorio.
Peter Sigerist
Segretario centrale
dell’Unione Sindacale
Svizzera (USS), Settore
Formazione
Traduzione:
Vittorio Dell’Era
42
04 2004
T
L
a base per fondare l’UFFT fu la riforma del
Governo e dell’Amministrazione federale
del 1997. Lo sfondo fu l’ineludibile critica
all’allora UFIAML di fronte all’acuta mancanza
di posti di tirocinio e alla mancanza di forza
d’iniziativa da parte del Consiglio federale e
dell’Amministrazione. Il Rapporto del Consiglio
federale sulla formazione professionale, del
1996, era stato completamente bocciato – a
ragione – dalle pubbliche critiche. Il funzionario responsabile dell’UFIAML era finito su un
binario morto. Il primo decreto sui posti di tirocinio (DPT I) venne imposto dal Parlamento nel
1997, contro il Consiglio federale che minimizzava il problema della mancanza di posti di
tirocinio, nel quadro del grande programma
d’investimento.
Patto per la formazione
Il nuovo Ufficio avrebbe dovuto segnare
profondi cambiamenti nella formazione profes-
sionale. Il primo direttore dell’UFFT, Hans Sieber,
prese una decisione: alla rapida revisione parziale della legge sulla formazione professionale
(LFPr) del 1978 unitamente a provvedimenti
transitori nel quadro dei decreti sui posti di
tirocinio, egli preferì la revisione totale della LFPr.
Al motto di «Patto per la formazione» venne
insediata una commissione di esperti che includeva molti più attori della Commissione federale della formazione professionale (CFFP), e
anche col DPT II, del 1999, venne attivata una
commissione strategica ad ampia base. Si realizzò in tal modo una chiara rottura con la precedente gestione dell’Ufficio. Il compito comune,
nel frattempo garantito nella nuova legge,
venne anticipato. Con l’estensione della competenza della Confederazione a tutta la formazione professionale nel quadro della nuova
Costituzione federale del 1999, il compito
comune ha ricevuto un’ulteriore dimensione
concreta con la necessaria integrazione delle
professioni sociosanitarie e artistiche (SSA).
Nuova direzione dell’UFFT
Già all’inizio del 2000, ancora prima della conclusione della nuova legge sulla formazione
professionale, che ha conosciuto un lungo periodo di sviluppo, Hans Sieber andò in pensione.
Nel corso della sua breve direzione dell’Ufficio,
con la sua arguta eloquenza egli creò nella
percezione pubblica una presenza della formazione professionale superiore alla media e
positiva. Egli non riuscì nella riorganizzazione
dell’UFFT. Suo successore fu Eric Fumeaux, che
pose gli accenti in modo opposto: meno opinione pubblica, più ristrutturazione dell’UFFT.
Dei sei membri della direzione UFFT secondo
l’organigramma del 1998, oggi solo Beat HotzHart lavora ancora all’UFFT a livello direzionale.
In brevissimo tempo il vertice dirigenziale si è in
pratica completamente rinnovato. Anche nel
quadro medio c’è stata una forte rotazione.
Quando nel 2002 sotto la nuova direzione sono
state realizzate le prime dure decisioni di ri-
Tema ameT
Formazione professionale svizzera
La pressione della mancanza di posti di tirocinio e dei
compiti tecnocratici
Di fronte agli interrogativi critici circa la strategia globale per il rinnovamento della formazione professionale, da parte dall’odierna direzione dell’UFFT viene ripetuta la frase già
coniata da Hans Sieber: Non è un compito
banale gestire con tutti i diversi attori il sistema
altamente complesso della formazione professionale. Chi potrebbe contraddire? Solo che
l’UFFT deve, come gli altri partner associati,
adempiere globalmente alla sua responsabilità,
elevata secondo la Costituzione e la legge, e
questo anche in circostanze avverse. E qui
notiamo una macchia cieca nella strategia
dell’odierna direzione UFFT, che pure con l’indiscutibile onere superiore alla media derivante
dall’attuazione della nuova legge sulla formazione professionale con tutti i suoi compiti
tecnocraticamente esigenti (Masterplan) non
può venir scusata.
La breve ripresa economica dal 1999 al 2001
non è riuscita a sdrammatizzare la problematica
del sistema di formazione professionale duale:
la mancanza di posti di tirocinio qualitativamente validi. La scarsa offerta di posti di tirocinio anche in settori orientati al futuro è da
ricondurre in primo luogo a motivi strutturali e
solo secondariamente a motivi congiunturali.
Creare nuovi posti di tirocinio è poi anche
l’obiettivo comune dell’UFFT e dei sindacati.
Nell’ambito della Task Force Posti di tirocinio
2003, dalla quale l’USS sulle prime avrebbe dovuto essere esclusa per via dell’iniziativa lipa,
questo è stato concretizzato. Ma a questo
obiettivo «preminente» si possono sacrificare
tutti gli altri obiettivi? No: la protezione
delle/dei giovani apprendiste/i, la tutela della
salute e la sicurezza sul lavoro, la qualità
dell’azienda quale luogo d’apprendimento,
l’insegnamento della cultura generale, la
formazione continua, ecc., non si possono relativizzare o smantellare nell’attuazione della
nLFPr.
Peso troppo grande dei datori di lavoro
L’odierna direzione UFFT presta chiaramente
più orecchio agli interessi dei datori di lavoro
che a quelli delle/degli apprendiste/i, sicché gli
elementi positivi presenti nella nLFPr grazie
all’iniziativa sui posti di tirocinio e ai decreti sui
posti di tirocinio, in fase d’attuazione vengono
nuovamente minacciati. La cosa è cominciata
con la grande riforma del tirocinio di commercio: l’Unione svizzera delle arti e mestieri
(USAM) ha ottenuto nell’organizzazione un influsso chiaramente maggiore rispetto alla SIC
Svizzera, responsabile in precedenza. Da allora
la direzione UFFT e l’USAM sono linkate molto
strettamente, perché l’UFFT con questa stretta
alleanza si ripromette nuovi posti di tirocinio.
Questa alleanza ha tuttavia conseguenze negative: alla riforma del tirocinio di commercio,
ordinata e contenutisticamente dominata dai
datori di lavoro, si ribella – tragica ironia della
storia – una parte dei datori di lavoro, sicché noi
ne subiamo dei contraccolpi.
Nel dibattito circa l’iniziativa sui posti di tirocinio, la lipa, dall’inizio del 2003 l’alleanza
USAM/UFFT contro l’USS e le associazioni giovanili è stata così stretta che Consiglio federale
e UFFT, con impegno superiore alla media,
hanno sostenuto l’assurda tesi che l’iniziativa
lipa avrebbe portato alla statalizzazione del sistema duale; e con questa affermazione hanno
anche fatto presa sugli/sulle elettori/trici.
In questa polarizzata campagna di votazione, la
scienza, solitamente tanto volentieri seduta sul
«trono obiettivante», si è lasciata assoggettare
dalla direzione UFFT e indurre a dichiarazioni
tendenziose: Stefan Wolter, coautore di «Costi
e benefici della formazione degli apprendisti
nell’ottica delle aziende svizzere», nel corso di
una conferenza stampa dell’UFFT ha proclamato, davanti ai giornalisti di Palazzo federale riuniti, che non sarebbero stati necessari
ulteriori incentivi economici alla creazione di
posti di tirocinio, in quanto la formazione sarebbe già stata pagante, e quindi l’iniziativa
lipa sarebbe stata superflua, anzi controproducente. La prima parte dello studio finanziato
dall’UFFT attraverso l’agenzia per il promovimento dell’innovazione (CTI) al momento di
questa dichiarazione non era ancora affatto
stata pubblicata e si basava solo sull’indagine
sulle aziende formatrici. La seconda parte del
04 2004
sparmio sui progetti, le critiche all’UFFT sono
tornate ad acuirsi. L’insicurezza all’interno
dell’UFFT e anche tra i clienti dell’UFFT, come
adesso vengono improvvisamente chiamati gli
attori secondo il gergo del New Public Management, è stata generalmente sensibile e percettibile, non è però quasi stata trasportata a livello pubblico-politico come nel 1996. La necessaria concentrazione delle forze di tutte le parti
interessate sulla conclusione (in ritardo) della
nuova legge sulla formazione professionale,
che nella procedura parlamentare ha incontrato forti difficoltà, nonché l’offensiva
comunicativa dell’UFFT, che è andata da utili
incontri e da un sito ben gestito alla certificazione ISO e a superflui opuscoli patinati («Il
passo verso il progresso»), per il momento sono
tornate a saldare un po’ insieme la lobby della
formazione professionale e hanno attenuato le
critiche all’UFFT.
43
ameT Tema
mandato di ricerca, l’indagine sulle aziende che
non formano apprendisti, è rimasta sotto
chiave. Questa seconda parte, tuttora non pubblicata, si ritrova però anch’essa in prese di posizione pubbliche, stavolta del coricercatore
Jürg Schweri. Egli trae la conclusione: «A queste
aziende (che non formano) la formazione di
apprendisti non conviene» («Plattform Beruf»
nel «Bund» del 28.1.04). E il consiglio di Schweri
alla politica, dopo che egli ha rifiutato gli incentivi economici è: «Lo stato può approntare più
offerte di formazione transitoria. In tal modo è
vero che il problema non viene risolto, ma forse
viene rimandato a un tempo in cui la congiuntura provvederà nuovamente a creare più posti
di tirocinio». (…) «Lo stato potrebbe offrire anticiclicamente formazioni scolastiche a tempo
pieno, per esempio periodi di formazione scolastica propedeutici al tirocinio (…)». In vista
della domenica di votazione tali dichiarazioni
avrebbero un po’ ribaltato la discussione e alimentato i nostri argomenti a favore della ridistribuzione dei costi della formazione tra le aziende
non formatrici oltre che tra quelle formatrici.
Le critiche si riaccendono
44
04 2004
L’insediamento della nuova Commissione federale della formazione professionale, che con il
Formazione professionale svizzera
finanziamento di progetti di innovazione ha acquisito un’importanza decisamente superiore
rispetto alla precedente commissione-alibi e
che con il basso numero di seggi stabilito a 15
dal Parlamento incontra sin dall’inizio problemi
di gestione, ha acceso una nuova miccia. Le
prime discussioni sulla guida alla nuova ordinanza in materia di formazione (Ofo) e rispettivamente sulle nuove ordinanze in materia di
formazione (Ofo) relative alle professioni (per
esempio nella vendita) hanno prodotto nuova
irritazione. Cresce l’impressione che l’UFFT sia
troppo poco preparato all’imminente processo
di attuazione della nLFPr, sicché si deve parlare
di crescenti nuove critiche all’odierno UFFT. La
partita non è ancora persa. Se l’odierna direzione UFFT riesce a fare effettivamente dell’UFFT il «passo verso il progresso» grazie ad
una lungimiranza strategica nonché a suscitare
una nuova cultura amministrativa grazie ad
una maggiore fiducia nel personale e ad una
maggiore motivazione per il personale, allora
anche quanti adesso muovono aspre critiche
all’UFFT potrebbero venir tranquillizzati nel
corso del prossimo, lungo processo d’attuazione della nLFPr. Essi continueranno allora a
restare costruttivi attori nell’interesse della
causa comune: lo sviluppo innovativo del
sistema duale di formazione professionale,
nell’interesse della gioventù e dell’economia.
Scarica

L`UFFT: «Il passo verso il progresso»?