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La testimonianza
Aprire la camera dei bambini
Diversi anni fa ho assistito ad un tentato omicidio. Due uomini stavano picchiando con forza un terzo uomo ed io intervenni
per cercare di fermarli. Quando giunse la polizia, mi chiesero se
volevo testimoniare contro i due uomini. Acconsentii a farlo e poi,
al loro processo, fui chiamato come testimone dell’accusa. Dopo
aver giurato, il pubblico ministero mi chiese di dire alla corte tre
cose: cosa avevo visto, cosa avevo udito e cosa avevo provato.
Un testimone fa esattamente questo: dice ciò che vede, ode e
prova. Tale fu la testimonianza dell’apostolo Giovanni riguardo a
Gesù in 1 Giovanni 1:1, 3: “Quel che era dal principio, quel che
abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che
abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della
parola della vita … quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi”. Ecco cos’è un testimone cristiano: qualcuno
che racconta agli altri la propria esperienza con Cristo.
La Bibbia non considera la testimonianza un optional nella vita
cristiana. Brani come Matteo 28:19, 20 e Atti 1:8 mettono in chiaro che tutti i credenti sono responsabili di testimoniare per Cristo.
Non devi essere versato in tutte le complessità teologiche per essere un testimone efficace. L’uomo cieco guarito da Gesù in Giovanni
9 non sapeva rispondere a tutte le domande teologiche postegli dai
farisei ma poteva dire: “Una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo” (v.
25). Era in grado di raccontare ciò che Gesù aveva fatto per lui.
Questo è qualcosa che tutti i cristiani, indipendentemente da quanta teologia ed apologetica conoscano, possono fare. Tutti possiamo
condividere ciò che Cristo ha fatto nelle nostre vite.
I testimoni in un’aula di tribunale non sempre presentano le
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loro testimonianze in maniera ordinata. Spesso condividono cose
che sono irrilevanti. Ma un buon avvocato saprà raccogliere la
testimonianza ed applicarla al caso in esame. Lo Spirito Santo farà
la stessa cosa con la nostra testimonianza. Qualcosa di ciò che
diciamo potrà colpire il bersaglio, qualcos’altro no. Tuttavia,
abbiamo fiducia che lo Spirito Santo prenderà la nostra testimonianza e la userà per compiere i suoi propositi. Lo Spirito Santo
usa la nostra testimonianza per far avanzare la propria causa per
Cristo.
Tutti i cristiani sono testimoni. Non puoi dire: “Spero un giorno di riuscire a studiare teologia ed apologetica e poter così testimoniare di Cristo”. Se sei un cristiano, sei stato testimone di ciò
che Cristo ha fatto nella tua vita. La sola domanda è se sei disposto a dare la tua testimonianza. La vittima per la quale ho testimoniato a quel processo era troppo spaventata per testimoniare.
Di certo era un testimone, sapeva perfettamente ciò che gli era
accaduto. Ma il suo rifiuto di testimoniare rendeva inutile la sua
testimonianza al fine della condanna di quei criminali. Allo stesso
modo, la nostra testimonianza di ciò che Cristo ha fatto per noi è
inutile se non la condividiamo. Essere un testimone non è sempre
facile. A volte i testimoni devono affrontare le ritorsioni di coloro
contro i quali testimoniano. Come cristiani, dobbiamo affrontare
l’eventualità di essere presi in giro o ostracizzati da coloro ai quali
parliamo di Cristo. La maggior parte di noi si preoccupa più di
proteggere sé stessa che di proclamare Lui. Ma se dobbiamo essere testimoni efficaci di Gesù Cristo, dobbiamo preoccuparci maggiormente di ciò che il mondo pensa di Gesù che di ciò che pensa
di noi.
La testimonianza corporativa della Chiesa
Nel suo commento sull’importanza della testimonianza della
chiesa come corpo, Gene Getz ha scritto:
L’evangelizzazione corporativa è essenziale per l’evangelizzazione personale. Nel Nuovo Testamento il corpo di Cristo funzionante ha posto le basi per l’evangelizzazione individuale.
Ecco perché Gesù ha detto: “Amatevi l’un l’altro, così che tutti
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gli uomini sapranno che siete miei discepoli”. Ecco perché Paolo
diceva: “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Romani 13:9), e
perché Pietro esortava i credenti ad avere “una buona condotta fra gli stranieri” (1 Pietro 2:12). L’evangelizzazione personale acquisisce un significato particolare quando è sostenuta da
un corpo maturo di credenti locali, cristiani che hanno un
impatto sulle loro comunità grazie alla loro integrità (1
Tessalonicesi 4:11-12), al loro comportamento altruista
(Romani 13:7), alla loro condotta morigerata (1 Corinzi
10:31-33), alla loro saggezza (Colossesi 4:6), alla loro diligenza (Galati 6:9), alla loro umiltà (1 Pietro 2:18), ed ancora
alla loro testimonianza franca per Gesù Cristo (1 Pietro 3:15).
È difficile testimoniare nell’isolamento. Spesso si rende necessario ma il disegno supremo di Dio è che si porti avanti un’evangelizzazione comunitaria nel contesto di un cristianesimo
dinamico e di una vita del corpo vigorosa.
Unita nel funzionamento di tutte le sue parti, la chiesa locale
può avere un impatto potente su una comunità pagana. Allora
non è tanto il ministero degli individui estroversi che spesso
sono celebrati come i “più spirituali” perché testimoniano, ma
diventa il ministero dell’intero corpo di Cristo, nel quale tutti
condividono la gioia e la gratificazione di quelli che hanno il
privilegio di “tirare le reti” per Cristo(1) .
La testimonianza di una chiesa alla sua comunità riflette ed allo
stesso tempo influenza le testimonianze dei suoi singoli membri.
A volte la testimonianza di una chiesa condiziona la testimonianza dei suoi membri. Una volta una chiesa nella nostra zona
organizzò una serata danzante. Qualcuno corresse di nascosto il
punch e i responsabili della chiesa si ubriacarono. Una donna fece
persino uno striptease. Inutile dire che la pubblicità negativa che
seguì a quell’evento distrusse la reputazione della chiesa. Potrete
immaginare la difficoltà dei membri di quella chiesa nel condividere l’evangelo dopo quell’incidente. Una volta che la persona alla
quale stavano testimoniando scopriva quale chiesa frequentavano,
(1) Gene A. Getz, Sharpening the Focus of the Church (Chicago: Moody Press,
1974), pag. 41.
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la conversazione terminava. La credibilità dell’organizzazione alla
quale appartieni è molto importante per la tua testimonianza personale.
Le azioni di un individuo, d’altro canto, possono condizionare
in maniera negativa la testimonianza di un’intera congregazione.
Rimasi colpito da un episodio che avvenne nella nostra chiesa
alcuni anni fa. Un uomo che frequentava Grace Community
invitò un amico che faceva l’avvocato ad uno dei culti domenicali. “Non verrei mai in quella chiesa” rispose l’avvocato, “l’avvocato
più corrotto che io conosca frequenta la tua chiesa”. Questo fu un
caso in cui lo stile di vita peccaminoso di un uomo condizionava
la testimonianza di un’intera chiesa. Quell’incidente mi turbò a tal
punto che la domenica seguente riferii l’episodio alla nostra assemblea e chiesi a quell’avvocato, chiunque egli fosse, di sistemare la
sua vita o di lasciare la chiesa.
La testimonianza individuale dei credenti
La tua efficacia come testimone di Gesù Cristo non è condizionata solo dalla testimonianza corporativa della chiesa ma anche
dalla credibilità della tua stessa vita. Se il tuo comportamento non
supporta ciò che dici, le persone lo noteranno e la tua testimonianza non sarà credibile.
Gesù disse in Matteo 23:2, 3: “Gli scribi e i farisei siedono sulla
cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le cose che vi
diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non
fanno”. Erano ipocriti: dicevano una cosa e ne facevano un’altra.
Non dobbiamo fare come loro, le persone hanno bisogno di vedere nella nostra vita la realtà di ciò che testimoniamo.
Una volta predicai un messaggio in una prigione locale. Alla
fine, uno dei carcerati venne da me e mi disse: “Quello che hai
detto è stato davvero eccezionale. Sono contento di incontrare un
fratello in Cristo. Sai, anch’io lavoro nell’opera del Signore”. Mi
disse il nome dell’organizzazione cristiana per la quale lavorava.
Qualcosa non mi quadrava, così gli chiesi cosa stesse facendo in
prigione. “Oh”, rispose, “ho preso diverse multe e non le ho mai
pagate, così sono stato condannato a novanta giorni di carcere”.
Gli ricordai le parole di 1 Pietro 2:13-15: “Siate sottomessi,
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per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al
sovrano; ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a quelli che fanno il bene. Perché questa è
la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all'ignoranza degli uomini stolti”. Poi gli dissi: “Fa’ un favore a tutti noi,
non dire a nessuno che sei un cristiano. Non abbiamo bisogno di
questo genere di pubblicità”. Questo lo scosse davvero, ma mi
diede poi l’opportunità di parlargli dell’importanza della credibilità.
Tu potresti non trovarti in prigione, ma ci sono altri modi
meno ovvi in cui il tuo stile di vita può rovinare la tua testimonianza. Forse non ti impegni a lavorare abbastanza per il tuo datore di lavoro. Forse parli agli altri di Cristo quando dovresti lavorare. Se il tuo datore e gli altri dipendenti al lavoro lo sanno, la tua
testimonianza perderà di credibilità. Oppure, se sei uno studente e
ti sorprendono a copiare durante un esame, chi ti ascolterà quando parlerai di Cristo? Meglio essere bocciato all’esame che recare
scandalo alla causa di Cristo!
Non permettere che il tuo stile di vita rovini la tua testimonianza e la testimonianza degli altri cristiani. L’apostolo Pietro ci
dà dei saggi consigli nella sua prima epistola: “Perché questa è la
volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all'ignoranza
degli uomini stolti” (2:15); “avendo la coscienza pulita; affinché
quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo” (3:16). Non permettere
che qualcuno si svii dall’evangelo a causa del tuo stile di vita.
La nostra testimonianza dipende dallo Spirito Santo
Le persone non vengono salvate per la nostra testimonianza.
Non sono salvate perché le metti a tacere nelle discussioni o perché usi delle tecniche particolarmente persuasive nella presentazione dell’evangelo. Nessuno è mai stato salvato, e mai lo sarà, se
non per l’opera dello Spirito Santo. Sebbene l’apostolo Paolo condivise l’evangelo con Lidia, questa non fu salvata fino a che “il
Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da
Paolo”. (Atti 16:14). È lo Spirito Santo che “convincerà il mondo
quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Giovanni 16:8).
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Nemmeno la conoscenza biblica salverà mai nessuno, se non agisce lo Spirito Santo (1 Corinzi 2:14).
Questa è una verità liberatoria. Condividere l’evangelo sarebbe
un peso terribile se la salvezza delle persone dipendesse dalla nostra
capacità di persuasione. Quanto è confortante sapere che siamo
solo responsabili di essere diligenti e fedeli nel permettere che lo
Spirito Santo ci usi. Le persone mi chiedono a volte se non rimango deluso ogni volta che le persone non si convertono in seguito
alla mia predicazione. Sono deluso per la loro sorte, ma so che io
sono stato chiamato a predicare l’evangelo, non a salvare le persone. Quella è l’opera dello Spirito Santo. Tutto ciò che io e voi possiamo fare è essere testimoni fedeli di Gesù Cristo e permettere allo
Spirito Santo sovrano di fare la sua opera.
Alcuni suggerimenti pratici per la testimonianza (2)
Testimoniare agli altri di Cristo può comunque essere un compito che intimidisce. Ecco alcuni passi pratici per aiutarti ad iniziare.
Inizia col preparare la tua testimonianza
Ti invito a scrivere la tua testimonianza. Questo ti aiuterà a
strutturarla in maniera chiara ed ordinata. Ripassala spesso per
tenerla fresca in mente.
Che tipo di struttura dovrebbe avere una testimonianza organica? Inizia col raccontare l’insoddisfazione che provavi nella tua vita
prima della salvezza. Questo è qualcosa con cui la maggior parte dei
non credenti può identificarsi perché anche loro sono infelici.
Cerca di aprire delle conversazioni quando le persone esprimono
insoddisfazione nei confronti della propria vita. Menziona che
anche tu ti sentivi così e poi condividi la tua testimonianza.
Il passo successivo è quello di spiegare la tua conversione.
Racconta di come Cristo ha sostituito la tua insoddisfazione con
la sua pace e la sua contentezza. Assicurati di usare le Scritture per
dare un fondamento biblico alla tua esperienza.
Poi spiega ciò che è accaduto dopo la conversione. Di’ come
(2) Per un’ulteriore discussione su questo argomento e su altre questioni legate
all’evangelizzazione, vd. John MacArthur, Nothing but the Truth (Wheaton, Ill.:
Crossway Books, 1999), specialmente pagg. 147-169.
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sono cambiati i tuoi desideri, i tuoi obiettivi e le tue priorità. Fa
sapere loro che ora hai una prospettiva di vita completamente
diversa.
Assicurati di spiegare chiaramente l’evangelo in base alla
Bibbia. Esprimi chiaramente le verità bibliche che tutti gli uomini
sono peccatori, giustamente condannati da un Dio giusto e che la
salvezza viene solo tramite la fede in Cristo, non in virtù di opere
buone. Chiarisci che il vero pentimento consiste nell’essere disposti ad abbandonare uno stile di vita peccaminoso e vivere in ubbidienza a Cristo.
Poi cerca delle opportunità per condividere la tua testimonianza. Pietro disse: “Glorificate il Cristo come Signore nei vostri
cuori. Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in
voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto” (1 Pietro 3:15).
Quando condividi la tua testimonianza, è importante dare
all’interlocutore un’opportunità di rispondere. Potresti chiedere:
“Hai un motivo per non voler ricevere Cristo proprio ora?” La
risposta che riceverai dimostrerà se la persona è pronta a ricevere
Cristo o ha bisogno di ulteriore insegnamento ed esortazione.
Acquista familiarità con le risorse disponibili
Un opuscolo può essere uno strumento utile nell’evangelizzazione personale. Assicurati di sceglierne uno che presenti chiaramente ed accuratamente l’evangelo. Leggilo per conoscerlo bene
prima di usarlo per la tua testimonianza.
Se ne hai l’opportunità, segui un corso di evangelizzazione personale oppure affidati, per iniziare, ad un manuale su come testimoniare, ce ne sono di eccellenti. Imparare principi efficaci di
evangelizzazione personale può essere molto utile. Accertati che la
formazione che ricevi o i libri che leggi ti insegnino un metodo
evangelistico biblicamente sano. Troppa evangelizzazione oggi è
incentrata sull’uomo, non su Dio.
Acquista familiarità anche con dei libri che forniscono prove
sulla verità del cristianesimo e rispondono a delle obiezioni che i
non credenti spesso sollevano. Fra le molte opere, una particolarmente utile è Nuove evidenze che richiedono un verdetto (2004,
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Edizioni Centro Biblico) di Josh McDowell.
Formula alcune domande da usare per guidare la conversazione su binari spirituali. Sii sensibile e abbi tatto nel modo in cui
presenti l’evangelo in una conversazione. È utile avere in mente
delle domande da usare quando sorge l’opportunità: “Chi pensi
che sia Gesù Cristo?”, oppure “Pensi sia possibile essere assolutamente certi di andare in paradiso? Come pensi che una persona
possa avere questo genere di certezza?” Simili domande possono
essere utili nel guidare la conversazione su binari evangelistici.
Possono inoltre fornirti delle buone indicazioni sulla condizione
spirituale di una persona.
Infine, sii attento alle opportunità. Una volta un mio conoscente chiese ad un’assistente di volo cosa avrebbe fatto lei se l’aereo sul quale si trovavano avesse perso quota e fosse precipitato
contro una montagna. Stupita, questa gli chiese: “Signore, perché
mi fa una simile domanda?” Lui rispose: “Mi chiedevo semplicemente cosa farebbe se si trovasse faccia a faccia con Dio ed Egli le
chiedesse che diritto ha di entrare in cielo?” Lei ci pensò un po’ e
infine ammise: “Non lo so”. Una volta introdotto l’argomento,
egli poté presentarle il vangelo.
L’importanza del discepolato
La nostra responsabilità verso quelli che portiamo a Cristo non
si esaurisce con la loro conversione. Piuttosto, il nostro obiettivo è
quello di discepolarli e condurli ad un livello di maturità che permetterà loro di fare a loro volta discepoli (2 Timoteo 2:2). Gesù ci
ha incaricati di fare di coloro che evangelizziamo dei discepoli
(Matteo 28:19, 20). Per quanto possibile, dovresti stabilire una
relazione di discepolato con le persone che conduci a Cristo. Se
non puoi, cerca di indicare loro qualcuno che possa essere un
punto di riferimento. Al limite, indica loro dei buoni libri o delle
cassette che li aiutino a crescere in Cristo.
Come si discepola qualcuno? Incontrandosi con lui regolarmente ed insegnandogli le verità teologiche e pratiche della Bibbia.
Preoccupati della sua vita e mettilo in guardia dalle conseguenze
legate al continuare a vivere nel peccato. Se la persona che stai
discepolando ha problemi nella gestione del denaro, insegnagli i
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principi biblici relativi alla gestione delle finanze. Se lotta contro
la fornicazione, insegnagli i principi biblici per resistere alla tentazione. Qualunque siano gli aspetti su cui abbia bisogno di lavorare, ammaestralo nelle relative verità bibliche. Ammoniscilo se persiste in quei peccati. Sii sicuro di essere con la tua stessa vita un
esempio di consacrazione, altrimenti il tuo stile di vita minerà la
credibilità delle verità che gli stai insegnando. Soprattutto, amalo;
servilo con un senso di umiltà; renditi disponibile; sii per lui un
amico.
L’urgenza della testimonianza
Alcuni cristiani hanno paura di presentare ai non credenti l’evangelo perché temono di sconvolgerli. Ma quanto più saranno
sconvolti quando si renderanno conto troppo tardi che non conoscono la verità? Hanno bisogno di essere sconvolti. Parlando dell’urgenza di raggiungere i perduti, Gesù disse in Matteo 9:37, 38:
“La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il
Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse”.
Sei uno degli operai del Signore?
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