L. Sprague de Camp
Scritto da Ermes Abenatti
Mercoledì 28 Luglio 2010 14:57 - Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Settembre 2011 13:09
Conobbi le opere di Sprague De Camp attraverso un percorso alquanto tortuoso. Come
appassionato di mistero (recensisco su questa rivista la rubrica “Scienza ed Insolito”) lessi su
un opuscolo a corredo di “Speciale Martin Mystère”, una delle pubblicazioni annuali
dell’omonimo fumetto, un elenco di libri consigliati sul tema “Atlantide” tra cui vi era : “L.
Sprague de Camp - Il mito di Atlantide”. A mio parere , la grandezza di tale fumetto è proprio
quella di romanzare l’ insolito trasformandolo di fatto in fantascienza escludendolo da quella
pedanteria vittimista tipica invece dello stesso genere affrontato dal punto di vista letterario.
E’ un dato di fatto, che se non vi fosse stato l’invito a documentarsi di “Speciale Martin Mystère”
difficilmente sarei stato attratto da un tipo di letteratura che si lagna continuamente della scarsa
attenzione che gli scienziati hanno per i fatti insoliti e accusa il mondo intero di non conoscere il
significato della parola “ prova scientifica” quando sono loro stessi a non conoscerla o peggio a
fanno finta di non conoscerla per abbindolare il lettore sulla considerazione che
sostanzialmente una congettura per quanto evidente sia una prova scientifica , il tutto al mero
scopo di guadagno economico.
Il fascino dell’insolito presentato sotto forma di fantascienza è però irresistibile e la
documentazione d’obbligo.
Il primo libro che lessi su Atlantide fu quello di Charles Berlitz “Il mistero di Atlantide” , ne fui
deluso era per lunghi tratti una fotocopia di altri suoi libri (tra cui “Il triangolo delle Bermuda”) ,
sembrava scritto esclusivamente per far soldi alle spese dei gonzi. Per uno come me che
nell’insolito cercava basi storiche e scientifiche plausibili era necessario altro.
In quest’ottica iniziò ad essere leggibile un libro come “La fine di Atlantide” di J.V. Luce per cui
il successivo “il mito di Atlantide” di L. Sprague de Camp mi riportò definitivamente con i piedi
per terra. Le riviste legate a Martin Mystere fortunatamente non sono partigiane e invitano a
documentarsi sui vari aspetti di ogni caso , un vero e proprio approccio scientifico. “Il mito di
Atlantide” era un esame minuzioso dell’eventualità che Atlantide potesse esistere , la
conclusione era : “ molto probabilmente Atlantide non è mai esistita. “
Il modo di scrivere di De Camp in “il mito di Atlantide” aveva strani parallelismi con “Civiltà
Extraterrestri” di Isaac Asimov. Entrambi incentravano l’attenzione sull’appetibilità letteraria dei fatti insoliti, entrambi erano stai scritti da scienziati, i quali a loro volta erano entrambi famosi
per avere scritto innumerevoli libri di fantascienza. Se qualcuno in copertina avesse coperto il
nome dell’autore di ognuno dei due libri , avrebbe potuto attribuire ad entrambi la stesa
paternità. Più tardi il mistero mi venne svelato , scoprii infatti che Asimov e Sprague de Camp
non solo si conoscevano ma erano amici, si frequentavano e scambiavano tra loro idee .(il terzo
della cricca era Heinlen).
Sprague de Camp si distingueva da Asimov soprattutto per la sua profonda cultura umanistica
e storica, campi del sapere spesso ostici o snobbati dagli scienziati. De Camp ha scritto anche
puri romanzi storici, ambientati nell'antichità classica. Romanzi che partivano dall'alto impero
persiano per arrivare al declino del periodo ellenistico. In questi racconti de Camp forma una
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serie di vaghi collegamenti e in base alla loro impostazione comune fa occasionali riferimenti
incrociati. Tutti questi romanzi sono stati inoltre collegati da un obiettivo comune , il progresso
delle conoscenze scientifiche.
I protagonisti che de Camp ha scelto sono esploratori, artigiani, ingegneri, filosofi innovatori
, non ha utilizzato nomi famosi dell'antichità, che sono relegati a ruoli secondari, bensì antieroi
gente comune, Il più noto dei suoi romanzi storici è “il Drago della Porta Ishtar”. Queste doti
umanistiche vennero spesso messe a frutto anche nei suoi romanzi fantascientifici , uno su
tutti “L’abisso del passato”, una sintesi di erudizione storica e scientifica quasi unica nella storia
dell’intera letteratura ..
L’Ucronia, il sottogenere fantascientifico di cui fa parte “L’abisso del passato”, è spesso un
campo minato. Per cui supporre la catena di eventi alternativi che si possono sviluppare dalla
modifica di un fatto storico decisivo (meglio conosciuta come “realtà alternativa”) presuppone. notevole conoscenza del passato, forza d’animo per reprimere soggettive tentazioni di
mistificazione (come quasi tutti gli autori italiani del genere hanno fatto) , attenzione a
minimizzare l’aspetto romanzato. Non a caso in nazioni come la Danimarca l’Ucronia non è
fantascienza ma oggetto di studio nell’ambito di corsi letterari..
Sempre in ambito puramente letterario qualcosa simile all’Ucronia era stata già tentata da
Mark Twain con “Un americano alla corte di Re Artù”. Sul doppio riferimento Sprague de Camp,
Mark Twain, alcuni autori scrivono “ la sua risposta a Mark Twain's A Connecticut Yankee in
King Arthur's Court (Un americano alla corte di Re artù) è stata quella di scrivere un romanzo
simile di viaggi nel tempo “l’abisso del passato” in cui il metodo del tempo di viaggio è stata
razionalizzata e la competenza tecnica del nostro eroe fissata a un livello credibile e vincolata
da limitazioni tecnologiche dell’ età. “
Bisogna aggiungere che nel caso de “L’abisso del passato” il compito di certosina
attenzione non sempre viene svolto per intero si tratta pur sempre di un romanzo volutamente
di fantascienza e non di un opera letteraria, per cui il protagonista spesso trascende in fortuna
e doti di onnipotenza che sfiorano il grottesco. Ma l’obiettivo che Sprague de Camp voleva
raggiungere è stato brillantemente ottenuto :
“La ottima conoscenza degli eventi storici o attiività umanistiche in genere e della scienza , non sono assolutamente attività in contrasto tra di loro.”
Voglio sottolineare ciò in quanto questo è il leit motiv dell’intera filosofia di questo sito.
Il compianto naturalista Stephen Jay Gould in una delle sue rubriche su “Natural History”
intitolata “Connessioni interdisciplinari” parla diffusamente di come un letterato famoso come
Nabokov (autore di “Lolita”) sia stato nello stesso tempo un ottimo scienziato e a tal proposito
dice : “Einstein era un violinista mediocre , ma di certo il tempo che sottrasse alla fisica
gingillandosi con la musica fu ben poca cosa, non c’è dubbio che Charles Ives rese a molti un
buon servizio vendendo polizze assicurative , quanto a Isaac Newton avrà previsto anche un
paio di eventi studiando l’apocalisse ed i testi profetici di Daniele o Ezechiele , tutto sommato
l’idea comune è che l’umanità avrebbe tratto un maggiore beneficio da un po’ di matematica o
fisica in più. Ma questa logica fa acqua, fino a che punto possiamo dire che il Polacco
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Paderewski non divenne un ottimo pianista grazie anche all’attività di primo ministro svolta nel
suo paese ?”
Ebbene Sprague de Camp è stato un esempio vivente di come si possa coniugare
magnificamente cultura scientifica e cultura umanistica. Non a caso la differenza tra “Civiltà
extraterresti” e “Il mito di Atlantide”sta proprio nel fatto che il tema del secondo ha profonde basi
storico-filosofiche.
Con questo non si vuole assolutamente dire che Asimov stesso non mettesse a frutto
“connessioni interdisciplinari” ..
Il libro “in principio” è un ottimo esempio dove si coniuga una ottima conoscenza
storico-religiosa (nel caso specifico “la Bibbia”) con un ottima conoscenza della scienza , ma
mentre in Sparge de Camp il ruolo che la storia occupa è attivo, un invito a coltivarla, in
Asimov il ruolo che occupa la religione è passivo, negativo, di mera erudizione.
Se Sprague de Camp fosse ancora vivo seguirebbe tranquillamente lo spirito di questa rivista.
Passiamo ora a svelare le sue origini.
Il suo cognome può trarre in inganno, alcuni miei amici hanno sostenuto con pedante insistenza
che fosse francese. Messi davanti all’evidenza biografica insistevano dicendo che sicuramente i
suoi avi saranno stati francesi , dimostrando altresì in maniera lampante , come scatta il vizio
di fondo delle cosiddette “Storie canoniche” se non addirittura delle “Leggende metropolitane”.
Difficilmente negli Stati Uniti si può trovare una famiglia più americana dei De Camp , basti
pensare che il nonno Ezra Charles Sprague fu un veterano della Guerra Civile Americana
del 1861. Negli Stati Uniti paese giovane per definizione dove quasi nessuno è di origine
autoctona, essere discendenti di colui o coloro che hanno partecipato alla guerra di
Indipendenza o a quella civile di fatto fornisce ad un individuo il marchio di origine controllata
“Vero Americano”.
Lyon Sprague de Camp nacque a New York City il 27 Novembre 1907.
Contrariamente a quanto accaduto a suoi colleghi emigrati da altre terre, come Asimov, la vita
di de Camp fu sostanzialmente priva di grossi affanni.
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