Servizio Autonomo Polizia Ufficio Protezione Civile PIANO DI PROTEZIONE CIVILE - EDIZIONE 2014 - Piano di Protezione Civile 2014 INDICE INTRODUZIONE 5 PARTE GENERALE 6 STORIA ANALISI DEL TERRITORIO ASPETTI GENERALI MORFOLOGIA Struttura Generale dei Luoghi DATI GEOGRAFICI E CLIMA IL SISTEMA DELLE ACQUE IL RETICOLO IDRAULICO IL RETICOLO IDRAULICO MINORE CARATTERISTICHE CLIMATICHE STAZIONI DI RILEVAMENTO ANALISI CLIMATICA STORICA ANALISI DATI CONCLUSIONI IL SISTEMA INSEDIATIVO I SISTEMI TERRITORIALI LE INVARIANTI TERRITORIALI PRINCIPALI VIE DI COMUNICAZIONE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’ LE STRADE LE INVARIANTI STRADALI LE FERROVIE LA POPOLAZIONE DATI POPOLAZIONE CENTRI ABITATI SISTEMI TERRITORIALI SISTEMA A La Collina di Fiesole Fiesole Ponte alla Badia, La Badia, S. Domenico SISTEMA B La Valle del Mugnone Caldine Pian di Mugnone SISTEMA C La Valle Dell'Arno Compiobbi ed Ellera Girone SISTEMA D Le Pendici Collinari della Valle del Mugnone SISTEMA E Le Pendici Collinari in Destra D'Arno SISTEMA F La Dorsale Passo della Catena-Il Pratone-Torre Tonda LE TRASFORMAZIONI INSEDIATIVE IL STANDARD URBANISTICI ESISTENTI 7 9 9 10 10 11 12 12 12 13 13 13 13 14 15 16 17 18 18 20 20 22 22 22 24 25 25 25 26 26 27 27 27 27 28 28 28 29 29 29 29 29 30 30 31 32 TUTELA E CONSERVAZIONE 34 Città di Fiesole 1 Piano di Protezione Civile 2014 MISURE DI PROTEZIONE IDROGEOLOGICA LE TUTELE GEOLOGICHE SALVAGUARDIE IDRAULICHE AREE SENSIBILI SALVAGUARDIA RISORSE IDRICHE Misure di salvaguardia risorse idriche Misure di salvaguardia delle captazioni destinate al consumo umano Approvvigionamento idrico autonomo TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE 35 35 35 36 36 36 36 36 36 RISCHI SUL TERRITORIO 38 CONCETTI GENERALI SUL RISCHIO SCENARIO DEGLI EVENTI PREVISTI TIPOLOGIE DI RISCHIO PRESENTI SUL TERRITORIO PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA Classi di pericolosità geomorfologica PERICOLOSITA’ IDRAULICA Classi di pericolosità idraulica BACINO DEL TORRENTE MUGNONE-MUGNONCELLO BACINO DEL TORRENTE AFFRICO BACINO DEL FOSSO SAMBRE BACINO DEL TORRENTE FALLE BACINO DEL FIUME ARNO PERICOLOSITA’ SISMICA ZMPSL Classi di pericolosità sismica PERICOLOSITA’ LINEA FERROVIARIA Scenari incidentali GALLERIA S. ANDREA A SVEGLIA tratto linea ferroviaria Firenze – Faenza NORME GENERALI COMUNICAZIONI SOCCORSO 39 39 39 39 39 40 40 40 41 41 41 41 41 41 42 42 43 44 45 AREE DI EMERGENZA 46 LE AREE DI ATTESA 1. AREA SMISTAMENTO POPOLAZIONE LE AREE DI RICOVERO AREE DI RICOVERO COPERTE 1. AREA 01 FIESOLE 2. AREA 02 FIESOLE 3. AREA 03 FIESOLE 4. AREA 05 FIESOLE 5. AREA 07 FIESOLE 6. CONVENTO SAN DOMENICO AREE DI RICOVERO SCOPERTE 1. AREA 04 FIESOLE 2. AREA 06 FIESOLE AREE DI RICOVERO GENERICHE 1. AREA RICOVERO A 2. AREA RICOVERO B 3. AREA RICOVERO C 4. AREA RICOVERO D 5. AREA RICOVERO E 6. AREA RICOVERO F 7. AREA RICOVERO G 47 47 47 48 48 48 49 49 49 50 50 50 50 51 51 51 51 51 51 52 52 Città di Fiesole 2 Piano di Protezione Civile 2014 8. AREA RICOVERO H 9. AREA RICOVERO I 10. AREA RICOVERO L 11. AREA RICOVERO Q 12. AREA RICOVERO R 13. AREA RICOVERO S AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI 1. AREA LOGISTICA 2. AREA LOGISTICA/SOCCORSI 3. AREA RICOVERO/LOGISTICA 4. AREA RICOVERO/LOGISTICA ELISUPERFICI 52 52 52 52 53 53 53 53 53 54 54 54 PREVENZIONE 55 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE ESERCITAZIONI FIESOLE 2001 FIESOLE 2002 FIESOLE 2003 FIESOLE 2005 56 56 56 57 57 58 PARTE OPERATIVA 59 LINEE GUIDA PER LA PIANIFICAZIONE COMUNALE DI EMERGENZA • PREMESSE • IL PIANO DI EMERGENZA • CONCLUSIONI PIANIFICAZIONE E MODELLO DEGLI INTERVENTI STRUTTURA DEL COMUNE RESPONSABILI COMUNALI CONCESSIONARI FUNZIONI DI SUPPORTO GLOSSARIO NORMATIVA DI RIFERIMENTO NORMATIVA NAZIONALE NORMATIVA GENERALE ISTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE COORDINAMENTO DELLE EMERGENZE PER INCIDENTI VOLONTARIATO PROTEZIONE CIVILE E SISTEMA SANITARIO SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE E REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO RISCHIO SISMICO DIFESA DEL SUOLO AREE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE BENI CULTURALI ANTINCENDIO BOSCHIVO – AIB DICHIARAZIONE STATO DI EMERGENZA NAZIONALE SENTENZE CORTE COSTITUZIONALE MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI NORMATIVA REGIONALE NORMATIVA GENERALE VOLONTARIATO INTERVENTI FINANZIARI PROTEZIONE CIVILE E SISTEMA SANITARIO REGIONALE Città di Fiesole 60 60 64 68 72 72 72 72 73 112 117 118 118 118 118 119 119 120 120 120 121 121 121 122 122 122 122 122 124 124 125 3 Piano di Protezione Civile 2014 RISCHIO SISMICO DIFESA DEL SUOLO CENTRI INTERCOMUNALI AREE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI ANTINCENDIO BOSCHIVO – AIB DICHIARAZIONE STATO EMERGENZA REGIONALE Città di Fiesole 125 126 126 126 127 127 127 4 Piano di Protezione Civile 2014 INTRODUZIONE “L ’impegno di tanti per la sicurezza di tutti”. Questo è lo slogan della rivista ufficiale della protezione civile; ed è la frase che concentra in se tutto il significato del Piano di Protezione Civile; descrive infatti il lavoro puntuale e tempestivo di una “macchina” ben organizzata, capace di affrontare qualunque emergenza e in grado di ridurre al minimo il tempo che intercorre tra l’evento calamitoso e i primi soccorsi. Il testo si pone l’obiettivo di fornire le modalità di intervento, chiarire quali sono gli organi competenti e quali le associazioni volontarie cui rivolgersi, è strumento da aggiornare costantemente e contenitore di tutte le nozioni necessarie a conoscere e comprendere il territorio. Intorno al 1994 il Comune di Fiesole ha messo a punto il “Piano di Protezione Civile informatizzato”. L’informatizzazione dei dati consente un più puntuale e semplice aggiornamento delle informazioni contenute, di superare le problematiche di competenza e l'impossibilità di potersi dotare di una struttura permanente di Protezione Civile; è anche lo strumento che individua e disegna le diverse strategie, finalizzate a ridurre il danno ovvero al superamento dell'emergenza, sulla base di scenari di riferimento, pianificando un modello di metodo idoneo per intervenire. L’attività del Comune nel campo della protezione civile è dimostrata anche dalle numerose esercitazioni che negli anni hanno attestato l’efficienza del piano e dalle occasioni atte a promuovere l’informazione del cittadino: emergenza: cosa fare - Ottobre 2004 (opuscolo distribuito ad ogni famiglia del comune), Imparare a difendersi - Novembre 2008 e Presentazione del Sistema Informativo Geografico della Città di Fiesole – Aprile 2009, sono tra i più recenti appuntamenti, con i quali si è cercato di fornire al cittadino utili nozioni dalle quali attingere in caso di emergenza; infatti, se da una parte l’individuo è colui che va soccorso e aiutato in caso di bisogno, dall’altra parte è anche chi, con un adeguata conoscenza può mettere i soccorritori nelle condizioni di salvargli la vita, ecco perché la redazione di questo piano non è stato considerato solo un mero strumento burocratico da far approvare, ma oggetto con cui dimostrare l’impegno che l’amministrazione mette nel garantire la sicurezza dei residenti. Il testo si sviluppa soffermandosi su quali azioni compiere e chi contattare in caso di calamità naturale o antropica, indicando in modo chiaro la gerarchia delle operazioni e favorendo così quell’efficace collaborazione anche con le organizzazioni di volontariato della Protezione Civile che hanno assunto negli anni un ruolo di particolare importanza, cresciute sia in numero che in termini di capacità operativa e di specializzazione. Per proteggere con efficacia la vita dei cittadini e il patrimonio delle comunità, non bisogna puntare solo su soccorsi rapidi, ma occorre dedicare energie e risorse importanti alla previsione e alla prevenzione delle calamità. L'attività di previsione è assicurata da un insieme di reti che collegano il sistema Protezione Civile ai centri nazionali di ricerca scientifica, a sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione di informazioni sui diversi tipi di rischio e sulle condizioni che possono aumentare le probabilità di pericolo per la collettività, a centri di elaborazione delle informazioni in grado di segnalare con il massimo anticipo possibile le probabilità che si verifichino eventi catastrofici. Attraverso la conoscenza precisa e puntuale del territorio e dei possibili fenomeni all'origine delle catastrofi, l'utilizzo di reti tecnologicamente avanzati, come le reti radar per le previsioni meteorologiche, la rete nazionale dei sismografi, i sofisticati sistemi di monitoraggio dell'attività dei vulcani, e delle migliori competenze scientifiche e professionali disponibili mette la protezione civile in condizione di intervenire con allerta tempestivi e, quando possibile, con misure preventive come l'evacuazione delle aree a rischi. La conoscenza del territorio e delle soglie di pericolo per i vari rischi costituisce la base, oltre che per le attività di previsione necessarie a rendere efficiente la macchina dei soccorsi, anche per identificare gli indirizzi e le linee delle varie tipologie di operazioni di prevenzione possibili. E' compito della Protezione Civile individuare e segnalare alle autorità competenti gli interventi utili a ridurre entro soglie accettabili la probabilità che si verifichino eventi disastrosi, o almeno a limitare il possibile danno. Città di Fiesole 5 Piano di Protezione Civile 2014 PARTE GENERALE Città di Fiesole 6 Piano di Protezione Civile 2014 STORIA U n antico mito presiede alla fondazione leggendaria di Fiesole, mentre in realtà il fiume Arno sta alla base della sua autentica fondazione storica. Secondo il mito furono Atlante, la moglie Elettra e i figli Italo, Dardano (fondatore di Troia) e Sicano a fondarla nella notte dei tempi. Altra leggenda vuole Fiesole fondata da un discendente di Noè giunto in Toscana. Quanto alla storia, gli scavi attestano insediamenti sin dall’età del bronzo. Le tracce di vita si prolungano fino alla successiva età del ferro entro la quale matura la civiltà etrusca (circa VIII-IV sec. a. C); i caratteri principali di quest'ultima sono l'uso di una lingua diversa da quella delle popolazioni italiche e latine, una forte integrazione con la cultura ellenica, l'organizzazione politico territoriale in città-stato, una economia ricca e complessa. A Fiesole il centro urbano si sviluppa dai primitivi abitati sulle alture. La formazione della città, con una cinta difensiva di mura di oltre 2500 metri attorno ai due colli, risale all'età ellenistica (fine IV - inizio III sec. a. C.). La posizione geografica faceva della cittadina un punto strategico per il controllo delle vie di comunicazione tra l'Etruria centro meridionale a Sud e l'Etruria padana a Nord e un baluardo contro le invasioni dei popoli del Nord, primi fra tutti i Galli. Scarse sono le notizie tramandate dagli scrittori latini: la conoscenza storica fa qualche progresso, qui come altrove, attraverso le indagini archeologiche. Nel 217 a. C. Fiesole risulta alleata di Roma contro Annibale. Nel 90 a. C. la città è distrutta da Porcio Catone per la sua posizione antiromana nella guerra sociale. Dieci anni dopo i veterani di Silla la colonizzano espropriando in parte i grandi proprietari locali. Successivamente Fiesole diventa centro della rivolta di Catilina contro la Repubblica romana e deve sopportare le conseguenze di una nuova sconfitta. A partire dalla seconda metà del I sec. a. C. la città si trasforma in una tipica città romana. Viene edificato un teatro con una capacità di tremila posti, un nuovo tempio sopra quello etrusco, un complesso termale (i resti monumentali dell'area archeologica appartengono soprattutto a questo periodo). Tra le poche notizie tramandate sul periodo successivo c'è il ricordo delle battaglie tra Stilicone e Radagaiso (405 d. C., invasione dei Goti) e di Belisario contro l'ostrogoto Vitige (539) che si svolsero sul suo territorio. Dopo la caduta dell'impero romano anche Fiesole conobbe l'occupazione dei Longobardi (VI-VII sec. d. C) testimoniata dal ritrovamento di numerose sepolture e oggetti: l’importanza strategica di Fiesole in quel periodo è grande anche se Firenze acquista sempre maggiore rilevanza economica. La Chiesa si era organizzata a Fiesole, come altrove, entro i confini amministrativi romani in una vasta diocesi. I suoi vescovi avevano acquistato grande influenza politica unendo alle funzioni religiose quelle civili e governando su di un vasto territorio che ancora oggi abbraccia, oltre al fiesolano, parte di due importanti regioni storiche: il Casentino e il Chianti. Nel secolo XI il vescovo Iacopo il Bavaro fondava la Cattedrale. Nel XII secolo Firenze si organizza in libero comune, conquista e distrugge Fiesole e costringe il vescovo entro il territorio fiorentino. Quel momento segna la decadenza della cittadina fortemente impoverita ed usata come cava di materiali per la vicina città dominante. Il luogo entra allora a far parte del patrimonio di memorie antiche e leggende sulle origini di Firenze che Dante Alighieri richiama nella Commedia. Giovanni Boccaccio mostra nella sua opera di considerare le pendici della collina fiesolana luogo ameno e teatro ideale per l'immaginario mitologico. Celebrata da Poliziano, frequentata da Lorenzo il Magnifico e da Pico della Mirandola, Fiesole a partire dal Rinascimento viene scelta per la residenza o la villeggiatura delle famiglie benestanti fiorentine e più tardi anche straniere. Le ricche case e ville che tuttora si incontrano sulle Città di Fiesole 7 Piano di Protezione Civile 2014 pendici della collina ne sono la testimonianza. Dal XIV secolo gli abitanti del capoluogo sono in maggior parte dediti al lavoro di cavatori e scalpellini nelle rinomate cave di "pietra serena" (materia prima già usata da Etruschi e Romani per architetture e ornati). A partire dalla seconda metà del XIX secolo (quando Firenze diventa capitale d'Italia 18651870) a Fiesole si intraprende un vasto lavoro di ricostruzione e di ampliamento urbano, con nuove residenze signorili e abitazioni popolari e borghesi. La cittadina assume fondamentalmente l'aspetto odierno. Nel 1873 si portano in luce i resti del teatro romano (sotto la direzione del marchese Carlo Strozzi) e si crea la zona archeologica e il Museo Civico (1878). Nel 1914 si costruisce la sede attuale del Museo (restaurato, ampliato, riorganizzato nel 1981 e nel 1997). L'ampliamento della città di Firenze, decisa con legge dal neonato Stato italiano nel 1865, finirà col sottrarre al comune di Fiesole, nel 1910, importanti porzioni di territorio (Rovezzano, Settignano, Pellegrino, Coverciano e Mensola) che restano tuttavia segnate da una storia comune ai dintorni di Firenze fatta di insediamenti di pregio, antichi e moderni, di opere stradali e idrauliche di alta qualità, di giardini e coltivi disegnati con gusto e funzionalità. Nel clima della rinascita e della riscoperta del secolo XIX si inseriscono significative presenze culturali straniere in particolare inglesi. L'episodio più vistoso è la ricostruzione del Castello di Vincigliata ad opera di John TempIe Leader che introduce il revival del medioevo, nell'architettura, nelle "arti minori", nel restauro e nell'organizzazione del paesaggio (il lago delle colonne nella sua tenuta di Maiano, i boschi di cipressi e lecci) affermando un gusto che ha fortuna fino ai primi decenni del Novecento. Gran parte del fascino di Fiesole è legato, oltre che alle sue ricchezze storico artistiche ed archeologiche alle sue bellezze panoramiche e al suo paesaggio godibile con brevi escursioni oltre l'antica cerchia muraria. Nel medioevo, e fino all'unità d'Italia, si utilizzò l'antico impianto viario e le chiese come base dell'organizzazione civile, amministrativa ed ecclesiastica, del territorio. La civiltà mercantile fiorentina riorganizzò completamente il paesaggio agrario introducendo il sistema delle unità poderali condotte a mezzadria, con la casa colonica in mezzo, ed eliminando o ristrutturando gran parte dei castelli e villaggi dell'epoca feudale (di conseguenza le tracce dell'organizzazione antica del paesaggio agrario furono quasi totalmente cancellate). Il cipresso, introdotto, secondo la tradizione, dagli etruschi, si diffonde attorno alle ville e alle case da signore come elemento di decoro in accordo col gusto tardo romantico di fine Ottocento. In epoca rinascimentale una committenza ricca e sensibile al nuovo gusto arricchisce le dimore e le chiese e dissemina il territorio di ville e giardini. Favorisce inoltre la creazione di opere scultoree, pittoriche e di artigianato artistico che si trovano ancora numerose nei luoghi originari. Il governo della casa dei Medici ebbe un ruolo fondaméntale nel promuovere un ridisegno del territorio, qui come altrove, funzionale agli interessi della città di Firenze e ispirato ad un senso della bellezza come ordine e regola comune a tutte le arti. Si può percorrere in ogni direzione valli e colline, seguendo anche la viabilità minore, per apprezzare la disposizione e il disegno delle case coloniche e delle residenze signorili (rispettivamente 177 ville storiche e 564 case censite nel 1870) le chiese e l'organizzazione caratteristica del suolo in buona parte ancora conservata: vie poderali di collegamento fra le case sparse, fonti, muri a secco di terrazzamento, fossi per regimare le acque o per sfruttarle nei mulini. I nomi dei luoghi risalgono talora alla civiltà etrusca, o al periodo della colonizzazione romana o ricordano momenti della civiltà medievale o attività produttive scomparse, Ai bivi si incontrano a volte tabernacoli, segni di devozione ed elementi di un ordine sociale, culturale e ambientale consolidato per alcuni secoli. Fra le attività fioriscono il lavoro di secolare tradizione degli scalpellini e solo un’ escursione alle Cave di pietra serena può dare un'idea delle dimensioni di questa attività che è stata alla base della prestigiosa architettura e ornatistica del Rinascimento e che ha diffuso i suoi innumerevoli manufatti, artistici e di uso comune lastricati, scale, portali, mensole, fontane, caminetti, panchine, vasche, rivestimenti, epigrafi ...) in tutta l'area fiorentina e in molte città italiane e straniere. Solo a metà Ottocento si ebbe la sistemazione urbanistica della Fiesole odierna, mentre - con il sorgere del socialismo - nel bel borgo di Borgunto fioriva la fatica delle trecciaiole o pagliaie, cioè le donne che lavoravano la paglia. Città di Fiesole 8 Piano di Protezione Civile 2014 ANALISI DEL TERRITORIO ASPETTI GENERALI I l lavoro di Pianificazione che il Comune di Fiesole porta avanti da sempre mira al riconoscimento delle diversità ed alla conferma degli ambiti caratterizzanti il territorio come gli insediamenti storici, le aree agricole principali, le aree fluviali, le aree pregiate di collina ed i boschi, unitamente agli elementi che costituiscono relazioni strutturali fra i diversi ambiti, come il sistema idrografico, anche minuto, con le sue aree pertinenziali, il reticolo stradale a tutti i livelli, le linee ferroviarie; si ha così un approccio progettuale fondato sul riconoscimento delle tracce profonde e durevoli degli ordinamenti morfologici presenti, che vengono assunte come paradigmi delle azioni progettuali stesse. Proprio dall’attenzione alle identità locali discende un orientamento volto a sottrarre le parti vallive dall'effetto di trascinamento causato dall'area fiorentina, rafforzandone le relazioni con il telaio territoriale che struttura il comune di Fiesole. L'insieme degli studi messi in atto dall’amministrazione concorrono all’identificazione, ancora possibile, di uno spessore significativo di tale telaio, che risulta dal protrarsi in un tempo lunghissimo di strutture profonde degli ordinamenti territoriali. La carta archeologica del territorio comunale redatta dal dott. Marco de Marco evidenzia infatti che "L'importanza e il significato di questi ritrovamenti è comunque dato in primo luogo dagli assi viari che li legano e che devono quindi essere evidenziati come primo livello di lettura del territorio e, pur con le dovute cautele, come elemento guida nell'identificazione di altri possibili siti archeologici." I tracciati fondanti riconosciuti: di fondovalle (Fiesole, S. Anna, Caldine), di crinale (Fiesole, Baccano, Saletta, Montereggi), di altura (Fiesole, Baccano, S. Michele a Muscoli, M. Pratone, Poggio Guadagni) confermati e recuperati, forse, in epoca altomedievale, costituiscono una impalcatura ancora fondamentale del territorio fiesolano e linee di contatto fra gli ambiti di caratterizzazione ambientale ed insediativa nonché fra gli insiemi di carattere fisiografico riconosciuti nello studio geologico svolto dal dott. L. Lazzeri della Geotecno. Dalla lettura comparata degli studi ricordati emergono in sintesi significative corrispondenze che disegnano un telaio invariante da assumere a fondamento di ogni attività di pianificazione. Le trasformazioni del sistema insediativo, particolarmente veloci ed intense nel secondo dopoguerra, hanno provocato, anche in un territorio complessivamente poco "aggredito" (forse più dal punto di vista qualitativo che quantitativo) come quello di Fiesole , una forte cancellazione delle manifestazioni visibili del rapporto fra sistema insediativo e sistema ambientale, così che emerge l'esigenza di alcune azioni progettuali finalizzate alla loro conservazione, ripristino o instaurazione. Come elementi di una struttura costitutiva di rapporti fra ambiti di natura ambientale o storico insediativa diversi, sono da considerare le previsioni articolate e capillari di parchi fluviali, le ipotesi di "varchi", da quelli di carattere biotico, a quelli di carattere vegetazionale, in particolare quando sottolineati da formazioni "disegnate" intenzionalmente, fino ai luoghi legati da reciprocità visiva, e fino anche a veri e propri tracciati stradali, esistenti o anche di nuovo impianto, se progettati come parti degli ordinamenti morfologici consolidati del paesaggio agrario. In questo senso sono da intendere anche le ipotesi di" porte territoriali" come alle cave di Maiano (accesso al Parco di M. Ceceri ed al Parco agrario), al Ponte alla Badia - S. Domenico (accesso alla collina di Fiesole), a Pian di Mugnone (ipotesi di una struttura di scambio tra bus-auto-treno e funicolare per il capoluogo). Due fondamentali componenti del rapporto fra fenomeni e luoghi di carattere antropico e strutture ambientali e paesistiche, sono ravvisabili nel sistema dei siti archeologici (non riducibile alla sola eccezionalità di Fiesole come risulta dalla carta archeologica allegata) e nel sistema delle istituzioni culturali pregiate. Le intrinseche dei complessi spaziali e paesistici ed il tipo di attività culturali e formative di livello progredito che vi si svolgono, caratterizzano il territorio fiesolano e costituiscono una Città di Fiesole 9 Piano di Protezione Civile 2014 rilevante risorsa; si tratta infatti di una combinazione rara fra una straordinaria offerta spaziale ed una identità culturale riconosciuta e conferita. Gli elaborati dello studio geologico di dettaglio condotto dal Dott. Lazzeri, sono assunte non solo in osservanza delle Direttive regionali in materia, ma come materiale progettuale attivo. L'insieme di documenti che descrivono lo stato fisico dei luoghi e la loro vulnerabilità, costituiscono elementi operanti dell’attività di pianificazione in quanto riconducibili all’attestazione di veri e propri irrinunciabili diritti del territorio. MORFOLOGIA Struttura Generale dei Luoghi Il confronto di stati di fatto documentati dalle tavolette I.G.M. al 1880-1950, e dalla cartografia 1:25000 al 1990, relativi al sistema insediativo, alla maglia infrastrutturale ed ai principali aspetti del paesaggio agrario e dei sistemi ambientali, fornisce gli elementi per operare una sintesi interpretativa volta ad evidenziare parti e strutture a più alto grado di persistenza e parti più intensamente sottoposte a trasformazioni. Tale descrizione consente di definire i principali sistemi, ciascuno con specifici caratteri storico-insediativi, paesistici ed ambientali generali, in cui può essere suddiviso il territorio comunale e, contemporaneamente, di individuare, catalogare e misurare le strutture durevoli del territorio da assumere come invarianti. Dalle osservazioni e misurazioni della consistenza e distribuzione nel territorio fiesolano delle risorse naturali ed essenziali, emerge il riconoscimento dell’ambito più antico, la collina di Fiesole, caratterizzato dalla presenza storica delle ville, consolidatasi anche in questo secolo, dalla scarsissima presenza di colture agricole, dal parziale abbandono o loro trasformazione in parchi e giardini, dall’importante presenza di istituzioni culturali. La tendenza osservabile è al mantenimento degli assetti consolidati, sono visibili poi i confini almeno a livello di peculiarità dei sistemi dei fondovalle del Mugnone e dell'Arno caratterizzati dalla presenza delle aste fluviali, della vegetazione ripariale, delle aree golenali, delle geometrie regolari delle sistemazioni fondiarie di pianura, dal parallelismo, al tempo stesso problematico e strutturante, di fiume, strada, ferrovia, dalla teoria degli insediamenti cadenzati, dalla tendenza alla saldatura "lineare" degli insediamenti stessi, dalla presenza estremamente critica del traffico automobilistico di attraversamento nei centri abitati; dalle localizzazioni di recenti insediamenti in gran parte di edilizia economica e popolare. Le pendici collinari della valle del Mugnone sono contraddistinte dal visibile abbandono delle coltivazioni e delle relative sistemazioni del suolo, dalla deruralizzazione degli edifici agricoli, dalla cancellazione di numerosi piccoli corsi d'acqua, dall’interruzione ed abbandono della viabilità "minore", dalla formazione, già presente nel XIX sec., di nuclei abitati di natura prevalentemente extra - agricola di forma allungata nella direzione valle-collina; mentre delle pendici collinari in riva destra dell'Arno si possono notare la persistenza dei principali elementi costitutivi del paesaggio agrario tradizionale osservabile nei nuclei storici ordinati secondo principi insediativi consolidati (crinali e promontori) e aventi ancora un ruolo produttivo agricolo che si manifesta anche nella numerosa presenza di centri di fattoria; nelle sistemazioni fondiarie (terrazzamenti e ciglioni) e negli impianti arborei, nella maglia viaria "minore". La tendenza osservabile è al mantenimento degli assetti consolidati in condizione di equilibrio instabile; lo stesso non si può dire invece per il sistema prima citato dove la tendenza è invece quella dell’esaurimento dei processi in atto. L’ambito della dorsale alto-collinare del poggio Pratone, a prevalente copertura boschiva e con limitate estensioni a coltivi, scarsamente insediato ed infrastrutturato. Accanto a questi che sono Città di Fiesole 10 Piano di Protezione Civile 2014 i caratteri territoriali si possono affiancare gli aspetti che connotano la struttura della popolazione insediata. Si è già fatto cenno al decremento della popolazione che caratterizza le fasi recenti e contemporanee di trasformazione insediativa che, al contrario, trova a Fiesole una manifestazione in controtendenza, in quanto l'ultimo decennio censuario registra un aumento del 3,8%. Tale dato, insieme ad altre importanti considerazioni, compare nella relazione "Aspetti economicodemografici" presentata dal Centro di Statistica Aziendale nell'ambito della Conferenza di Programmazione "L'identità di Fiesole nell'area metropolitana" tenutasi nel novembre 1993. Appare evidente che tale fenomeno, del resto già fortemente ridimensionato nell'ultima parte del periodo considerato (primi anni novanta), sia da riferire a movimenti migratori indotti da offerta di edilizia residenziale messi in atto nelle due valli dell'Arno e del Mugnone. Il territorio fiesolano manifesta con grande chiarezza una sua duplicità: da una parte il settore collinare caratterizzato da insediamento pregiato e funzioni rare cui sono prevalentemente riconducibili i generali riconoscimenti di "qualità" ed "identità", e, dall'altra, le propaggini vallive fisicamente e strutturalmente collegate all'insieme" fiorentino, con fenomeni qualitativi vicini a quelli di altre aree periferiche. Sostanzialmente due realtà: una qualitativamente rilevante, maggiormente preservata, ma anche più dotata di "anticorpi" propri, sostanzialmente "privata", i cui connotati si alimentano delle qualità storico morfologiche di ambito localizzato producendo una sorta di "extraterritorialità"; l'altra più trasformata, interessata da tempi più veloci, campo di interventi, anche pubblici, più consistenti, omologata ai tratti meno riconoscibili comuni alle frange periferiche dell'area fiorentina. In altri termini, quell'identità forte da tutti e da sempre conferita a Fiesole ed al suo territorio, mai confusa con quella di Firenze, partecipante ad un insieme policentrico di area vasta articolato più per ruoli che per gerarchie scalari, è stata erosa in alcune sue parti non marginali ed ogni azione di progetto di piano dovrà tendere al suo risarcimento, costituendo, essa identità, la risorsa prima dell'ambito comunale. DATI GEOGRAFICI E CLIMA Fiesole è luogo caratterizzato da dislivelli considerevoli; questa sua struttura e posizione risulta ancor più pregevole se lungo la via di congiunzione con Firenze se ne considera e si apprezza l’ubicazione; che da lontano richiama la forma di una falce di luna (Colle di S. Francesco a Ovest, colle di S. Apollinare a Est). Il comune dista dal Capoluogo 9 km, mentre il territorio misura circa 42 kmq, quasi tutto in collina ha un’altezza sul mare che va dai 57 m sulle rive dell'Arno ai 702 m sul Poggio Pratone, un vero tetto su Firenze, con paesaggio preappenninico. Il centro urbano si collega attraverso la via dorsale per l'Olmo alla regione del Mugello. La viabilità trasversale è assicurata da una fitta maglia di strade antiche. Il clima che contraddistingue il comune, classificato come zona climatica di tipo E, favorisce e sostiene un paesaggio in prevalenza agrario e forestale, che è punteggiato dagli olivi in testa alle coltivazioni arboree, da macchie di bosco ceduo o conifere, e arricchito poi dalle case sparse inserite nel quadro con sapienza secolare. Città di Fiesole 11 Piano di Protezione Civile 2014 IL SISTEMA DELLE ACQUE IL RETICOLO IDRAULICO I l reticolo idraulico, così come cartografato negli Atti di programmazione del Piano di Assetto Idrogeologico del bacino dell’Arno (PAI), e comprendente anche i corsi d’acqua di interesse idraulico individuati nel PIT 2007, è soggetto alle misure di tutela dei suddetti Piani e alla salvaguardia di m 10 dalle sponde derivante dall’art.96 lettera f del R.D. 523/1904, dove, in particolare, sono vietati i tombamenti e le modifiche del corso, salvo gli attraversamenti di infrastrutture pubbliche. I corsi d’acqua individuati nel PIT 2007 sono: - Fiume Arno - Torrente Mugnoncello - Torrente Affrico - Torrente Mugnone - Borro delle Falle - Fosso delle Scalacce - Torrente Mensola e fosso Bucine - Torrente Sambre - Fosso delle Molina Il rilascio di autorizzazioni per attingimenti e derivazioni è subordinato alla verifica di compatibilità con il bilancio idrico dell’interbacino, a cura delle autorità competente in relazione al mantenimento dell’equilibrio e del deflusso minimo totale, così come previsto nello stralcio “Bilancio idrico” 2008 del bacino dell’Arno. IL RETICOLO IDRAULICO MINORE Si definisce come reticolo idraulico minore l’insieme delle sistemazioni idrauliche agrarie che a differenza di quello principale non hanno come caratteri identificativi un’individuazione catastale con doppia sponda e/o denominazione propria e non presentano Impluvi con morfologia fluviale ben distinta, con varici laterali alluvionali e/o filari di alberature e/o opere di difesa di sponda (muri, rivestimenti) e sono rappresentati come confine particellare privi di vegetazione riparia o costituiscono capifossi di scoline campestri con funzione di esclusiva raccolta delle acque di impianti agricoli. Questo sistema minore è classificato nella categoria delle opere agrarie funzionali alle difese idrogeologiche del territorio e ogni sua modifica deve essere inserita in un progetto che preveda opere equivalenti per il mantenimento del buon regime idrogeologico, e che consegua il necessario titolo abilitativo in base alle norme vigenti. Città di Fiesole 12 Piano di Protezione Civile 2014 CARATTERISTICHE CLIMATICHE (analisi e dati rilevati dal SIR Servizio Idrologico Regionale) STAZIONI DI RILEVAMENTO I l territorio fiesolano non dispone di una capillare rete di stazioni di rilevamento; tuttavia sono state valutate le più vicine che fanno parte delle reti di monitoraggio gestite dal Servizio Idrologico Regionale (SIR) e dall’ex ARSIA. I dati registrati ed archiviati in un DB gestito dal SIR, insieme a quelli registrati e validati dall'ex ARSIA, sono stati sottoposti ad un processo di pre-validazione ed interpolati da parte del Settore Servizio Idrologico Regionale. ANALISI CLIMATICA STORICA L’analisi climatica storica ha sicuramente una maggiore valenza se analizzata su di un territorio più ampio anche in considerazione del numero di stazioni di rilevamento che possono essere valutate e del fatto che il clima ha una valenza territoriale più ampia rispetto al territorio del singolo comune. A tal fine infatti si è ritenuto di valutare le variazioni delle condizioni climatiche intervenute nel regime termico sul nostro territorio regionale, si sono quindi ricercate le serie storiche con rilevazioni di dati termometrici che avessero una disponibilità di osservazioni più lunga ed omogenea possibile. Il periodo preso in considerazione per il confronto tra le condizioni climatiche attuali e quelle passate sono due infatti state correlate le misure attuali con i 2 periodi trentennali 1971-2000 e 1981-2010. ANALISI DATI Nelle tabelle più avanti si evidenzia il comportamento medio delle temperature nelle diverse stagioni, in riferimento ai trentenni analizzati. Ad esempio, osservando le tabelle è possibile sintetizzare le seguenti conclusioni: 1. nel periodo climatico 1981-2010 la temperatura media, se confrontata con il blocco climatico precedente 1971-2000, è aumentata durante il periodo estivo e primaverile (+0,5 e +0,4 °C rispettivamente), mentre è rimasta pressoché invariata in autunno ed in inverno (+0,2°C e -0,2°C rispettivamente). 2. Le temperature stagionali dell'anno 2013 sono risultate diversificate nelle singole stagioni con un comportamento pressoché in media per l'estate e la primavera, un incremento nella stagione autunnale ed una diminuzione in quella invernale. 3. Complessivamente, come evidenziato sotto in Tabella 2, il 2013 è risultato leggermente più fresco rispetto ai periodi climatici trentennali di riferimento. Si rimanda agli allegati per visionare i dati più nel dettaglio. Città di Fiesole 13 Piano di Protezione Civile 2014 CONCLUSIONI La temperatura media dell'anno 2013 è risultata, se confrontata con quelle registrate nel trentennio 1981- 2010, nel 60% delle stazioni considerate (6 su 10), leggermente inferiore alla media, con una variazione complessiva di circa -0,2°C (13,9°C nel 2013, 14,1 nel 1981-2010). In Tabella 2 tale variazione è stata evidenziata in verde per indicare la pressoché stazionarietà della stessa e quindi la scarsa consistenza della variazione termica. Nelle temperature medie massime tale diminuzione è stata leggermente più consistente, seppur di modesta entità, fino a raggiungere un valore medio di -0,4 °C (18,4°C nel 2013 contro 18,8 nel 1981-2010). Le temperature medie minime non hanno fatto registrare variazioni significative con un incremento di appena +0,1°C nel 2013 (9,4°C contro 9,3 del 1981-2010). In generale, possiamo quindi concludere che nel 2013 le variazioni termiche annuali rispetto alle medie climatiche di riferimento, non sono state significative, seppur a livello stagionale si evidenzia una moderata diminuzione delle temperature invernali e un leggero aumento delle stesse nella stagione autunnale. Il grafico della temperatura media annua evidenzia come la temperatura media del 2013 sia risultata pressoché in linea con il valore medio di entrambi i trentenni analizzati subendo uno scostamento di +0,1 °C rispetto al 1971-2000 e di circa -0,2 °C rispetto al 1981-2010. Lo stesso evidenzia come gli anni più freddi della serie storica siano risultati il 1980 ed il 2010, mentre quelli più caldi rispettivamente il 1994 ed il 2003. Infine, si osservi come nei primi 10 anni di registrazioni (1971-1981), queste mostrino temperature inferiori alle medie, mentre a partire approssimativamente da metà degli anni 80, quest'ultime si attestino generalmente sopra le medie trentennali con l'evidente picco del 1994 e del 2003. Città di Fiesole 14 Piano di Protezione Civile 2014 IL TERRITORIO IL SISTEMA INSEDIATIVO I l sistema insediativo del territorio fiesolano è caratterizzato da una serie di piccoli aggregati il cui principio organizzativo è rappresentato dai tracciati stradali fondativi quali la via Aretina lungo la direttrice dell'Arno, la via Faentina lungo la valle del Mugnone e la via Bolognese di crinale. Costituisce eccezione a tale principio la localizzazione del capoluogo le ragioni della cui configurazione antichissima sono state oggetto di numerosi studi ed interpretazioni. Le frazioni situate nelle valli presentano modeste centralità storiche, solitamente disposte a "corridoio" lungo i tracciati stradali il cui ruolo sproporzionato di sedi viarie di forte transito automobilistico e commerciale ha progressivamente vanificato le deboli qualità spaziali presenti. Sono inoltre gli insediamenti a carico dei quali si è avuta la crescita più intensa con forte bilanciamento tra parte storica o consolidata e aggiunte recenti che costituisce la patologia più evidente di tali centri. Caso diverso è quello di Fiesole, anche se la storicità del suo centro costituisce un fatto molto particolare ed inconsueto nel panorama toscano. Pur in assenza di ordinamenti morfologici forti e riconoscibili dal punto di vista storico, Fiesole esprime una identità indiscussa, mai confusa con quella di Firenze, diversamente da altri casi dell'intorno. E' un caso estremamente interessante di conferimento di senso che si fonda pochissimo sulle evidenze fisico-morfologiche e molto su un ruolo ed una centralità implicita e latente che permane a distanza di venticinque secoli. Il senso spaziale e culturale di Fiesole è inoltre affidato ad un inviluppo di relazioni di tipo geograficosimbolico, anche remote, che si tendono tra il sistema montano- collinare, in particolare il "promontorio" e la "sella", e la valle dell'Arno. L'interpretazione di tali qualità comporta una lettura più complessa di quella che si applica in presenza dei più consueti centri storici, riferendosi a strutture particolarmente "profonde" e non sempre visibili. L'impianto preunitario molto contenuto degli insediamenti fiesolani ha subito consistenti mutazioni soprattutto nel periodo a cavallo di secolo e dal secondo dopoguerra a tutti gli anni ottanta. In particolare il capoluogo ha avuto un rafforzamento insediativo e di ruolo per effetto riflesso delle trasformazioni di Firenze capitale. Non è un caso che la sede comunale di Fiesole prima del 1910 fosse localizzata a Firenze, al Pellegrino o a Coverciano. La prima fase ottocentesca ha riguardato prevalentemente gli insediamenti collinari sparsi sulle pendici prospicienti Firenze ed il capoluogo, mentre la fase successiva (secondo dopoguerra) ha riguardato prevalentemente le frazioni di valle. Al 2014 risulta la seguente distribuzione della popolazione rispetto alle sezioni di censimento ed alla suddivisione tra centri, nuclei e case sparse da cui emerge uno inspessimento squilibrato di alcuni centri rispetto al loro ruolo ed equipaggiamento. Città di Fiesole 15 Piano di Protezione Civile 2014 I SISTEMI TERRITORIALI Il territorio del comune di Fiesole è suddiviso nei seguenti Sistemi Territoriali; ogni area è distinguibile dalle altre per le evidenti peculiarità intrinseche sia per le trasformazioni, frutto delle varie azioni di recupero, ripristino, integrazione o nuova realizzazione che nel tempo si sono susseguite e che ora individuano quell’identità geostorica che ci permette di riconoscere sei diversi sistemi: A - La collina di Fiesole B - La valle del Mugnone C - La valle dell'Arno D - Le pendici collinari della valle del Mugnone E - Le pendici collinari in destra d'Arno F - La dorsale Passo della Catena - il Pratone - Torre tonda Per ogni sistema territoriale sono definite specifiche previsioni di uso e tutela delle risorse articolate in: descrizione dei caratteri territoriali, definizione degli obiettivi di governo del territorio, strategie di pianificazione per il loro perseguimento, eventuali disposizioni particolari. Inoltre, con riferimento ad ambiti territoriali complessi, sono definite Le Unità Territoriali Organiche Elementari (U.T.O.E.) non necessariamente interne allo stesso sistema, nei quali siano presenti differenti caratterizzazioni insediative, ambientali, infrastrutturali e storico paesistiche, e nei quali debbano essere impiegate specifiche strategie progettuali al fine di conservare, integrare o riconfigurare le relazioni tra detti elementi, per il perseguimento degli obiettivi generali di governo del territorio. Sono distinte le seguenti U.T.O.E.: 1 - Olmo - Indicatorio 2 - Pian di S. Bartolo 3 - La Querciola Spedaluzzo 4 - Caldine - Mimmole 5 - Caldine - il Bersaglio 6 - Pian di Mugnone 7 - Fiesole centro 8 - Fiesole - Borgunto 9 - Montececeri 10 - Ponte alla Badia - S.Domenico 11 - Poggio Gherardo - l’Arcolaio 12 - Montebeni 13 - Girone - Anchetta 14 - Quintole 15 - Compiobbi 16 - Compiobbi - Sambre 17 - Torre tonda 18 - Ellera Città di Fiesole 16 Piano di Protezione Civile 2014 LE INVARIANTI TERRITORIALI Tutto il territorio fiesolano è costellato di beni culturali sottoposti a tutela; di qui la necessità di classificare alcune zone come invarianti. Sono considerate tali le aree archeologiche ad alta densità di ritrovamenti, quelle in cui si sono verificati, soprattutto nel secolo scorso, ritrovamenti di oggetti dall'età etrusca all'alto medioevo; all'interno di suddette aree ricadono il Teatro romano, le Terme romane, il Tempio etrusco - romano, strutture romano - imperiali, tardo antiche ed altomedievali; Lo sono l’area in piazza Garibaldi, quella di ritrovamento ellenistico in via Marini e altomedievale in Cattedrale, le Mura etrusche e le tombe di via del Bargellino. In realtà per la ricchezza e consistenza di reperti è riferibile a questa identificazione di invariante l'intero centro storico di Fiesole. Le aree contigue alle precedenti, relativamente al capoluogo, nonché altre zone diffuse sul territorio, prevalentemente lungo le direttrici viarie di primaria importanza in età antica, sono considerate aree di interesse archeologico. Infine di valore e meritevole di salvaguardia è il patrimonio edilizio rurale ed urbano alla seconda guerra mondiale; un impianto insediativo con manufatti presenti al Catasto Italiano di impianto (1937-39). L’individuazione discende dal riconoscimento di un principio insediativo complessivamente coerente, successivamente in parte decostruito ad opera delle forme di espansione e trasformazione del periodo anni 60-anni 80. Città di Fiesole 17 Piano di Protezione Civile 2014 PRINCIPALI VIE DI COMUNICAZIONE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’ I l sistema infrastrutturale del territorio fiesolano relativo alle strade, è caratterizzato da un complesso di tracciati di direzione prevalente nord-sud nella parte collinare e da una direttrice est-ovest nella valle dell'Arno. Tale sistema, di origine antica, si è consolidato in un ruolo strategico fondamentale in epoca preunitaria. Da ovest ad est le direttrici primarie sono la regia Bolognese (poi S.R. 65) , la via Casentinese (poi Aretina nuova, oggi S.S.67), la via di Salaiole (poi via Faentina, oggi S.R.302), e la via dei Bosconi (S.P. 54). Le prime tre strade di importanza nazionale vengono rese carrozzabili tra la fine del settecento ed i primi dell'ottocento. In epoca più recente, dopo l'apertura delle autostrade, tali direttici continuano a svolgere un importante ruolo di comunicazione di area vasta ed infraregionale, particolarmente intenso sulla S.S. Aretina. Il ruolo fondamentale di tali tracciati è all'origine, inoltre, delle crescite edilizie dei centri di fondovalle soprattutto nel secondo dopoguerra. Ruolo che con l'enorme sviluppo del traffico su gomma, costituisce oggi un forte detrattore della qualità della vita di tali centri, con le note patologie ambientali di tipo atmosferico, acustico ed anche visivo. All'accrescimento dei centri di valle contribuiscono decisamente l'affiancamento alle strade delle ferrovie che, specialmente fra le due guerre, hanno svolto un ruolo preminente nel trasporto sia passeggeri che merci. Le tratte che riguardano il territorio fiesolano sono la Firenze - Arezzo come parte della linea dorsale italiana costruita nel 1863 e la Faentina da Firenze a Faenza, il cui primo tratto tra Firenze e Borgo S. Lorenzo è stato completato nel 1890. Impianto abbastanza precoce che ha contribuito alla trasformazione del sistema insediativo e che, proprio per questo (intima connessione con i centri lungo valli strette), possono costituire oggi, come detto in altra parte, una fondamentale risorsa per il trasporto pubblico locale sostenibile. Deve essere sottolineato che i segmenti più critici dal punto di vista del traffico veicolare sono proprio quelli delle direttrici di valle, sia per il carico cui sono sottoposte, sia per gli attraversamenti dei centri in cui le caratteristiche geometriche delle strade sono del tutto inadeguate al ruolo che svolgono, sia infine per la quasi impossibilità di realizzare alternative fattibili in tali tratti. Tali direttrici, collegando Firenze con la Val di Sieve e con la Val d'Arno orientale, sono interessate da flussi la cui origine e destinazione è esterna al Comune di Fiesole e riguarda la polarità fiorentina. La recente indagine sul traffico ha invece dimostrato che il traffico sul capoluogo ha scarse caratterizzazioni sistemiche e non è sostanzialmente imputabile a fenomeni di attraversamento. Attualmente il territorio fiesolano presenta tre ordini di problemi principali relativamente alla dotazione infrastrutturale ed alla mobilità con particolare riferimento al trasporto collettivo: il traffico veicolare nella valle dell’Arno sulla S.S. 67 con punte critiche negli abitati di Compiobbi, Ellera, Anchetta e, in misura più contenuta del Girone, il traffico veicolare nella valle del Mugnone, con punte critiche negli abitati di Caldine e Pian di Mugnone, il traffico veicolare nella strettoia di Fiesole e Borgunto, l’accessibilità e le sosta nel capoluogo e la difficile comunicazione in senso estovest nel territorio comunale. Per fronteggiare queste problematiche si considerano come principale risorsa per una mobilità pubblica su ferro, e pertanto a basso impatto ambientale le linee ferroviarie esistenti; in particolare è importante che la ferrovia Faentina, attestata su S.M. Novella, sia elettrificata al fine di poter consentire l'impiego di vetture leggere di tipo tramviario (secondo l'esempio in atto a Karlsrue), condizione necessaria per servizi ad alta frequenza almeno nell'intorno fiorentino, con i quali soltanto può essere creata una effettiva alternativa al traffico automobilistico privato. Città di Fiesole 18 Piano di Protezione Civile 2014 Analogo ruolo di linea lenta è da prevedersi per la Firenze - Pontassieve. La rete viaria attuale è impiegata come risorsa fondamentalmente stabile su cui operare modeste trasformazioni (variante in località Anchetta e raccordo a Caldine con il tratto in riva destra del Mugnone). Per quanto riguarda il capoluogo e l'ambito collinare circostante, hanno subito nel tempo solo lievi riconfigurazioni della geometria di alcuni tracciati secondari per consentire il "drenaggio" diversificato di un traffico non particolarmente intenso ma critico in alcuni segmenti, tra la viabilità di altura e le due direttrici di valle. Le indagini e valutazioni condotte nel 1996 dalla soc.TAGES hanno evidenziato per il capoluogo di Fiesole una situazione della mobilità e della sosta, che, pur non immune da problemi qualitativi e quantitativi, risulta tuttavia non drammatica ed affrontabile in forme "sostenibili" dal punto di vista delle risorse economiche e della fattibilità ambientale. Dalla relazione conclusiva redatta dalla citata società risultano i seguenti dati riassuntivi relativi alla mobilità: - circa 10.000 veicoli per giorno feriale; - minima incidenza di veicoli commerciali 2/3%; - minima incidenza del traffico di attraversamento (28%); - dominanza in termini di origine destinazione del capoluogo e delle funzioni ivi localizzate (72%). E' comunque da rilevare che le condizioni della geometria delle infrastrutture esistenti, ed in particolare di via Ferrucci, determinano condizioni critiche pur in presenza di modesti flussi. Tutto il sistema di spazi urbani centrali, da piazza Mino a Borgunto, su cui si affaccia una consistente quota di residenza, di attività commerciali, ma anche di frequentazione turistica e di tempo libero, è fortemente degradato dalla presenza del traffico, sia in termini fisici che di condizioni ambientali e della qualità dell'aria. Ecco perché risulta necessario pensare a lievi trasformazioni mirate ad un miglioramento quantitativo e qualitativo della maglia viaria esistente, con integrazioni e correzioni che tengano ben presenti le motivazioni di tale mobilità nel caso del capoluogo fiesolano. Occorre infatti considerare della natura delle destinazioni, le forme della frequentazione turistica, la distribuzione nel territorio delle istituzioni culturali "rare", le opportunità che un sistema di mobilità specifico e compatibile può fornire alle attività caratteristiche di Fiesole senza omologarla ai modi spesso inefficaci di certa infrastrutturazione da periferie metropolitane. L'organizzazione insediativa del comune di Fiesole strutturata secondo i tre principali ambiti delle valli del Mugnone e dell'Arno e della collina del capoluogo, determina consistenti problemi di collegamento interni al comune in ragione di un sistema infrastrutturale e di trasporto pubblico quasi esclusivamente orientato su Firenze e pochissimo tra i centri fiesolani. Al fine di perseguire il miglioramento dell'organizzazione programmata dei tempi di vita, lavoro e di mobilità dei cittadini, stanti le difficoltà di una sostanziale modifica dell’assetto infrastrutturale esistente, le più recenti proposte d’interventi sul luogo miravano alla localizzazione, organizzazione o riorganizzazione di nuclei integrati di servizi di interesse comune in ciascuna delle due valli, all’integrazione sequenziale con le principali attività commerciali e all’ubicazione di tali nuclei in ambiti di immediata accessibilità rispetto alle fermate delle due linee ferroviarie (Faentina e Aretina) ed ai relativi parcheggi scambiatori in quanto assunti nel progetto di piano strutturale come fondamentale forma di mobilità mediante trasporto pubblico su rotaia. Città di Fiesole 19 Piano di Protezione Civile 2014 LE STRADE All’interno del territorio comunale di Fiesole sono riconosciute le seguenti infrastrutture di comunicazione carrabili riferibili, alla categoria strade extraurbane secondarie: - S.R. n° 65 della Futa; - S.R. n° 302 Brisighellese – Ravennate; - S.S. n° 67 Tosco – Romagnola; - S.P. n° 53 S.Domenico – Fiesole; - S.P. n° 54 dei Bosconi; - S.P. n° 55 di Vincigliata; - S.P. n° 84 di Molin del Piano; - S.P. n° 110 di Montebeni; - S.P. n° 102 di Casalvento. Tali strade sono destinate ai flussi di traffico che collegano insediamenti urbani interni al comune o di altri comuni, insieme alle strade locali: - S.C. del Bersaglio; - S.C. della Selva; - S.C. di Pontanico; - S.C. XXV Aprile. LE INVARIANTI STRADALI Anche per la rete stradale il Comune di Fiesole salvaguarda quei tracciati che rivestono un ruolo storico importante come i Tracciati viari fondativi, che sono i percorsi in genere di antica formazione, espressione di un funzione fondante nei confronti dei centri o delle frazioni, nonché di una modalità compatibile rispetto alla morfologia del suolo, leggibile nelle opere d'arte e nelle sistemazioni del terreno, ancora presenti per la maggior parte del loro tracciato e con prestazioni in atto nella comunicazione contemporanea. Sono strade che hanno rilevanza di memoria storica o paesistica per di più funzionali alla viabilità attuale e sono: - S.R. n. 65; - S.S. n. 67; - S.R. n. 302; - S.P. n. 54; - S.C. Vecchia Fiesolana. Città di Fiesole 20 Piano di Protezione Civile 2014 La viabilità comunale storica, chiaro simbolo della formazione della città ha, per caratteristiche del tracciato, delle sistemazioni laterali e delle pavimentazioni, valore di memoria storica ed è costituita dalle seguenti vie: - S.C. di Catena; - S.C. di Campilungo; - S.C. di S.Andrea a Sveglia; - S.C. di Spedaluzzo; - S.C. Vecchia Faentina; - S.C. delle Molina; - S.C. Nuova della Molina; - S.C. di Caldine; - S.C. di Basciano; - S.C. di S. Clemente; - S.C. di Valle; - S.C. di Ellera; - S.C. Calzolari; - S.C. di Paiatici; - S.C. di Ontignano; - S.C. di Montebeni; - S.C. della Rosa; - S.C. dei Bassi; - S.C. di Campati; - S.C. di Montegirone; - S.C. di Terenzano; - S.C. del Cimitero di Terenzano; - S.C. di Poggio Gherardo; - S.C. di Benedetto da Maiano; - S.C. del Salviatino; - S.C. delle Cave di Maiano; - S.C. di Doccia; - S.C. delle Fontanelle; - S.C. della Badia dei Roccettini; - S.C. delle Palazzine; - S.C. di Fontelucente; - S.C. Giovanni Duprè; - S.C. S. Anna; - S.C. Riorbico; - S.C. del Bargellino; - S.C. Vecchia Fiesolana. La viabilità vicinale dà forma ad una trama di percorribilità pubblica di fondamentale importanza per collegare e raggiungere edifici isolati, borghi e centri in collegamento con la viabilità principale. Collega inoltre ambiti di paesaggio agrario storico, siti archeologici e storici, aree boscate, luoghi di visuali aperte ed ambienti di rilevanza paesistica ed ambientale, costituendo perciò risorsa strategica del territorio. Fanno parte integrante di tali elementi le sistemazioni laterali del terreno, le opere d'arte, le opere per la raccolta ed il deflusso delle acque, i muri di sostegno. I tracciati della viabilità rurale risultanti al Catasto Italiano di Impianto (1937-39) in quanto rispondenti a principi costruttivi e di tracciato coerenti con gli assetti storicamente consolidati, costituiscono una struttura profonda del territorio che ricopre il ruolo di elemento ordinatore delle configurazioni del paesaggio agrario storico; definiscono contorni, misura e spaziatura della trama delle coltivazioni e si integrano per elementi costruiti e materiali impiegati con le sistemazioni agrarie storiche e compongono la rete che collega le unità poderali. Città di Fiesole 21 Piano di Protezione Civile 2014 LE FERROVIE Le tratte ricadenti nel territorio comunale sono quelle della linea Firenze – Arezzo via Pontassieve, il cui utilizzo è prevalentemente destinato al trasporto merci e la Firenze – Faenza, importante collegamento tra il Mugello e il centro di Firenze e percorso riattivato solo da pochi anni, rimasto inattivo dalla seconda guerra mondiale; da quando cioè venne distrutto ad opera dei tedeschi per impedire l’agibilità di una delle tratte evidentemente strategiche per la comunicazione interregionale. Queste linee ferroviarie, comprese le fermate e gli immobili di servizio, ricoprono un ruolo fondativo degli assetti delle Valli del Mugnone e dell'Arno e costituiscono una importante risorsa ai fini della mobilità pubblica ambientalmente sostenibile. La linea Firenze – Faenza risulta avere tratti a rischio, come in corrispondenza della “Galleria Sant’Andrea a Sveglia”, tra la stazione di Fiesole Caldine e la fermata di Mimmole oggi in disuso. CARATTERISTICHE DELLA GALLERIA S. ANDREA A SVEGLIA Il tratto ha una lunghezza complessiva di 1,192 km che al giorno ammette un traffico di circa 60 treni viaggiatori; lungo il segmento di percorso sono presenti due ponti: Torrente Mugnone che ha una lunghezza di 25,60 m, a binario unico e ponte Torrente Mugnoncello di 12 m, sempre a binario unico. La galleria consta di due accessi primari: • Lato est/nord – dall’asse della fermata di Mimmole distanza 550 m, sotto la giurisdizione territoriale del Comune di Vaglia – Provincia di Firenze – Regione Toscana. • lato ovest/sud – dall’asse della stazione di Caldine distanza 1.352 m, sotto la giurisdizione territoriale del Comune di Fiesole – Provincia di Firenze – Regione Toscana. Non sono presenti accessi secondari. Per la Galleria è stato redatto da parte della Prefettura di Firenze apposito piano denominato “Piano di emergenza esterna delle gallerie ferroviarie superiori a 1.000 m presenti in Provincia di Firenze sulla linea Firenze – Faenza”, redatto sulle “linee guida per la redazione del piano generale di emergenza di una lunga galleria ferroviaria” elaborate dal Gruppo di Lavoro misto Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Gruppo Ferrovie in ottemperanza alla nota della Direzione Generale, Protezione Civile e Servizi Antincendio del Ministero dell’Interno, prot. n. EM3400/4101 del 21 luglio 1999. Lo scopo del Piano specifico deriva dalla necessità di fronteggiare i rischi connessi a possibili eventi incidentali che intervengano all’interno delle gallerie ferroviarie, per le specifiche in merito si rimanda al piano specificatamente redatto alla sezione “SCENARI POSSIBILI” LA POPOLAZIONE DATI POPOLAZIONE All’interno dell’amministrazione, si sono sempre tenute sotto controllo le dinamiche demografiche, strumento essenziale per tarare le politiche sulla popolazione. Ciò che è stato evidenziato è che a partire dal 1997 il trend di crescita della popolazione, che aveva caratterizzato Fiesole a partire dal dopoguerra, si è interrotto. Infatti, dopo un picco toccato nel 1993 (15.188 abitanti) è iniziata una lenta e costante discesa, in parte attribuibile al cambiamento di segno anche a saldo migratorio, che dal 1994 è diventato negativo. Non più compensata dall’arrivo di nuovi cittadini, la popolazione di Fiesole era nel 2000 di 14.808 unità ad oggi ci troviamo a 14.089 dato rilevato al 31/12/2013. Città di Fiesole 22 Piano di Protezione Civile 2014 Si tratta di un cambio di tendenza che vede Fiesole allinearsi a quanto avvenuto in tutta la provincia, che già nel decennio 1981-1991 aveva registrato una diminuzione della popolazione del 2,8%. Va anzi sottolineato che a Fiesole il cambiamento è avvenuto con un lieve ritardo, visto che nello stesso periodo il nostro comune aveva registrato un saldo positivo di popolazione di 1.566 unità. Di notevole interesse è anche l’analisi della popolazione per aggregati territoriali. Secondo i dati al 31 dicembre 1999, la popolazione fiesolana è così suddivisa: 31,61% a Fiesole Centro, 31,72% nella Valle dell’Arno e 36,68% nella Valle del Mugnone. Sul territorio fiesolano esiste una forte presenza di stranieri, con una netta prevalenza di cittadini proveniente dalla comunità europea. Analizzando la provenienza per nazioni, si evidenzia invece la prevalenza di cittadini delle Filippine, seguiti da Albania e Germania. Nell’ottobre 2001 il censimento effettuato ha messo in evidenza che per la prima volta il numero dei residenti è scesa al di sotto dei 15.000, precisamente 14.085, di cui 6.747 maschi e 7.338 femmine. Le famiglie sono in totale 5.432, cui si aggiungono 22 convivenze. Gli stranieri presenti sono in totale 468. il numero totale degli edifici è 2.330, quasi totalmente (2.102) destinati ad abitazione, per un totale di 5.416 alloggi e 21.573 stanze. 177 sono infine le abitazioni non occupate. Ultimamente si registra invece un inversione di tendenza frutto soprattutto del cambiamento della tipologia di popolazione dovuto soprattutto alla crescita degli stranieri sul territorio. I motivi a cui si può imputare la lieve crescita della popolazione fiesolana sono legati prima di tutto alla sua struttura che risulta essere composta per il 25% da persone che hanno più di 65 anni a fronte di un 12% di residenti tra 0 e 14 anni. L’aumento della popolazione e il cambiamento nella sua composizione si notano invece dal movimento migratorio in cui il numero di iscritti supera quello dei cancellati e in particolare gli iscritti dall’estero che sono principalmente stranieri rappresentano un numero in crescita soprattutto negli ultimi due anni. L’aumento degli stranieri è confermato se si prende in considerazione il dato del numero di famiglie con almeno un componente straniero; si passa infatti da 473 famiglie nel 2007 a 567 famiglie nel 2008 con un incremento di quasi il 20%. Infine esaminando la composizione degli stranieri per nazionalità si nota innanzitutto che il numero più alto riguarda i cittadini filippini e quelli albanesi (circa il 10% del totale), ma il numero che davvero rappresenta l’aumento piuttosto importante nella popolazione è relativo ai romeni che hanno subito un aumento dal 2003 in poi abbastanza graduale fino a triplicare dalle 55 unità del 2006 alle 160 unità del 2008. Città di Fiesole 23 Piano di Protezione Civile 2014 CENTRI ABITATI Sezione censuaria Centri ab. Nuclei ab. Case sparse ab. Totale ab. Fiesole centro 1.682 = 35 1.717 S. Domenico 293 68 204 565 Borgunto 1.289 = 28 1.317 Maiano = 340 14 354 Ponte Badia 1 69 98 168 Montebeni 231 49 65 345 Saletta = 56 362 362 Calderaio = = 59 59 Pian di Mugnone 1.370 = 95 1.465 Caldine Vecchia 1.427 1 82 1.510 Bersaglio = = 33 33 Mimmole 1.119 = 111 1.230 Querciola = 210 54 264 Olmo 125 59 71 255 Pian di S.Bartolo 664 = 28 692 S.Jacopo 264 = 161 692 Girone 1.507 = = 1.507 Anchetta = 63 = 63 Compiobbi 1.938 58 64 2.060 Valle = 49 37 86 Ellera 563 = = 563 Totale 12.472 1.022 1.601 14.089 Città di Fiesole 24 Piano di Protezione Civile 2014 SISTEMI TERRITORIALI SISTEMA A La Collina di Fiesole La sommità della collina fiesolana, sede di insediamento antichissimo, costituisce il punto focale di un ambito territoriale consolidatosi nelle diverse epoche storiche, secondo modalità coerenti di cui sono ancora apprezzabili le risultanti visibili. L'ambito insediativo si caratterizza per le strutture profonde restituite dai ritrovamenti archeologici, la forma dell'insediamento del capoluogo strutturata su assi storici, la collina di Montececeri con i fronti di cava di pietra serena ed i recenti rimboschimenti, il versante delle ville e giardini prospicienti Firenze, il percorso panoramico della salita "moderna", la presenza delle sedi di attività ed istituzioni culturali rare. L'insieme di questi elementi costituisce un ambito caratterizzato da una forte identità culturale e spaziale unitaria fortemente conservata. Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali: a - Invarianza storico-insediativa 1a - Aree archeologiche ad alta densità di ritrovamenti 2a - Aree di interesse archeologico 3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale 4a - Tracciati viari fondativi 5a - Viabilità comunale storica 6a - Viabilità vicinale 7a - Viabilità rurale al 1939 8a - Aree e tracciati ferroviari 9a - Aree pubbliche centrali degli insediamenti b - Invarianza paesistico-ambientale 1b - Aree naturali protette di interesse locale 3b - Parchi e giardini 4b - Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico 5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche 6b - Area delle cave di pietraserena di Montececeri e principali fronti di cava 7b - Biotopi e geotopi 8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio 9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti c - Invarianza culturale e sociale 1c - Istituzioni culturali rare Istituzioni diocesane: AG 1 - Archivio capitolare AC 5 - Archivio comunale AG 2 - Archivio del seminario AG 3 - Archivio vescovile AG 21 - Associazione culturale Testimonianze AG 4 - Biblioteca Bandiniana del seminario AC 6 - Biblioteca comunale AG 29 - Biblioteca conventuale dei padri domenicani Città di Fiesole 25 Piano di Protezione Civile 2014 AG 5 - Biblioteca del convento di S.Francesco AG 38 - Centro di ricerca e sperimentazione per la didattica musicale AG 9 - Centro S.Apollinare AG 30 - Centro studi della Badia fiesolana AG 10 - Fondazione Giovanni Michelucci AG 37 - Fondazione Primo Conti AG 39 - Georgetown University AG 32 - Istituto univesitario europeo AG 12 - Museo Bandini AG 13 - Museo civico zona archeologica e Antiquarium Costantini AG 14 - Museo missionario francescano AG 38 - Scuola di musica di Fiesole AG 11 - Società filarmonica comunale AG 40 - Fondazione Berenson, Estate Fiesolana 2c- Cultura materiale dell’escavazione e della lavorazione della pietra serena Sono fissati i seguenti obiettivi di governo del territorio: - tutela e riqualificazione del paesaggio agrario storico; - potenziamento e miglioramento del ruolo culturale, turistico e di ricerca delle emergenze archeologiche; - potenziamento del ruolo delle istituzioni culturali rare; - tutela del centro storico e sua estensione; - riorganizzazione dei margini incompiuti del capoluogo; - riorganizzazione a sistema dei luoghi e degli spazi pubblici centrali; - miglioramento della accessibilità pubblica, del traffico e della sosta; - valorizzazione e riqualificazione delle aree di contorno all'Area naturale protetta di interesse locale di Montececeri; - realizzazione di una accessibilità compatibile all'area naturale protetta di interesse locale; - tutela e valorizzazione dei parchi e giardini; - recupero della cultura materiale della escavazione e della lavorazione della pietra serena. Fiesole Il ruolo storico-simbolico e culturale depositato nel capoluogo è assunto come qualità durevole. Ciò comporta la conferma , la tutela e la riconfigurazione visibile dei "marcatori" architettonici ed ambientali di tale ruolo: - estensione del valore storico anche alle stratificazioni coerenti più recenti del tessuto (anni cinquanta), prevalenza del criterio di valutazione contestuale relativa al patrimonio edilizio con particolare riguardo al rapporto con le strutture durevole ed al sistema delle relazioni visive prossime e remote; - integrazione di alcune unità residenziali ai margini incerti di Borgunto; - "bonifica" degli spazi pubblici costitutivi del centro da usi impropri (sosta, traffico), e loro ricomposizione in sistema di luoghi centrali legati alle due direzioni fondative della “sella”; - riconfigurazione del margine nord mediante strutture di "approdo" ed attività di servizio, oltre al riordino degli aspetti paesistici; - potenziamento e miglioramento della "visibilità" delle emergenze archeologiche, compreso il circuito delle mura. Ponte alla Badia, La Badia, S. Domenico Riperimetrazione dell'area urbana tesa ad individuare la terna dei complessi architettonici come sistema valle-crinale, riordino del sistema del verde ed individuazione di percorsi pedonali (anche meccanizzati) interni, da Ponte alla Badia (raccordo con la fermata della Faentina) a S. Domenico (parcheggio e Bus). Città di Fiesole 26 Piano di Protezione Civile 2014 SISTEMA B La Valle del Mugnone Il territorio della valle è individuato dalle relazioni istituite dall'insieme dei tracciati infrastrutturali disposti lungo il torrente Mugnone: la statale Brisighellese e la ferrovia Faentina. I centri abitati sono disposti lungo la strada (e la ferrovia) a brevi intervalli occupando le strette aree pianeggianti tra il fondovalle e l'attacco delle ripide pendici collinari. Risulta una relazione compiuta e consolidata tra i diversi elementi che hanno comunque subito consistenti trasformazioni mediante espansioni residenziali, in gran parte P.E.E.P. Il sistema delle infrastrutture e dei trasporti in atto e di prossima realizzazione evidenzia una intensa connessione con l'abitato di Firenze che propaga i suoi effetti di area metropolitana entro la valle. Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali: a - Invarianza storico-insediativa 3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale 4a - Tracciati viari fondativi 5a - Viabilità comunale storica 6a - Viabilità vicinale 7a - Viabilità rurale al 1939 8a - Aree e tracciati ferroviari 9a - Aree pubbliche centrali degli insediamenti 10a - Opere idrauliche, opifici ed impianti di utilizzazione dell'energia idraulica b - Invarianza paesistico-ambientale 2b - Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua 4b - Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico 5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche 8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio 9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti Caldine Il rapporto fra il centro di Caldine ed il telaio territoriale costituito dai parchi fluviali si configura non solo nella sistemazione a verde delle aree di ripa del Mugnone, ma anche nel proseguire con delle propaggini legate agli affluenti in direzione delle colline. La struttura a "filamento" propria dell'insediamento di Caldine, sia antico che recente, suggerisce poi una serie di attraversamenti pedonali di connessione con gli elementi del contorno. Come già ricordato, un intervento teso a mitigare il ruolo negativo del traffico sulla statale può essere il raccordo tra questa e la strada prevista nel quadro del Centro Civico oltre Mugnone utilizzando il sottopasso alla ferrovia Faentina di prossima realizzazione. Per caratteristiche geometriche e di tracciato questa ipotesi non configura una vera variante ma soprattutto una diversificazione di percorso. Altro elemento importante nel campo della mobilità è la definizione delle due fermate sulla ferrovia Faentina, alla stazione esistente ed in corrispondenza del recente insediamento di Mimmole. Pian di Mugnone Tema comune ai centri della valle è, ovviamente, quello del parco fluviale esteso ai principali affluenti che in questa parte del territorio si raccorda direttamente con quello previsto dal comune di Firenze con il recente P.R.G. Detta previsione, unitamente alla normativa regionale per il rischio idraulico, rende impropria l'ipotesi di variante stradale sia in riva destra che sinistra, insostenibile anche dal punto di vista ambientale. Le previsioni per il centro si sostanziano nella riorganizzazione degli spazi pubblici e di percorsi pedonali. In corrispondenza con lo sbocco della galleria della Faentina, integrata alle fermata e con uno spazio di parcheggio scambiatore. Città di Fiesole 27 Piano di Protezione Civile 2014 SISTEMA C La Valle Dell'Arno Il sistema si compone delle serie di elementi connessi con la presenza del fiume, della ferrovia Firenze – Pontassieve - Arezzo e della strada statale, come le aree pianeggianti golenali e la serie di centri abitati disposti in sequenza a brevi intervalli. Anche questo sistema ha subito significative trasformazioni insediative con le crescite localizzate al Girone e a Compiobbi (P.E.E.P.). Il tracciato stradale ed il ruolo in atto e previsto per la ferrovia evidenziano anche in questo caso l'influenza dell'area metropolitana di Firenze e, in prospettiva, della concentrazione di attività previste a Pontassieve. Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali: a - Invarianza storico-insediativa 3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale 4a - Tracciati viari fondativi 5a - Viabilità comunale storica 6a - Viabilità vicinale 7a - Viabilità rurale al 1939 8a - Aree e tracciati ferroviari 9a - Aree pubbliche centrali degli insediamenti 10a - Opere idrauliche, opifici ed impianti di utilizzazione dell'energia idraulica b - Invarianza paesistico-ambientale 2b - Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua 3b - Parchi e giardini 5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche 8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio 9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti Compiobbi ed Ellera La collocazione dei centri lungo il fiume comporta una particolare attenzione a questo rapporto storicamente fondante. Non si tratta tanto di immaginare la costituzione di un "fronte fiume"di difficile realizzazione, ma di raccogliere ritagli di territorio, talvolta molto esigui ed oggi marginali, per ricomporli in un sistema di relazioni visibili e vivibili con il fiume principale e con il suo affluente (Sambre), parte del più generale telaio ambientale dei parchi fluviali. Nella fattispecie questo sistema di luoghi ha fornito l'occasione di risarcire i centri della sottrazione di spazi di relazione dovuta all'invadenza del traffico sulla strada centrale del quale non è immaginabile una soluzione nel breve-medio termine. A tale scopo sono stati creati itinerari pedonali lungo il fiume, sostenuti da alcune mete significative come strutture commerciali, attrezzature pubbliche e piazze sottoposte ad uno specifico progetto unitario di riordino. Un elemento importante di tale insieme è costituito dal recupero del complesso già destinato all'Oleificio Chelazzi in cui sono stati realizzati abitazioni, i cui necessari spazi di parcheggio sono stati trovati nei pressi della ferrovia e nello spazio della “pesa”. La fermata della linea ferroviaria è pensata per una modalità di trasporto pubblico che, per mezzi e frequenze, deve essere di tipo ferro - tramviario. I rapporti con il contesto sono affidati essenzialmente a percorsi pedonali lungo il fiume e, attraverso il recupero della struttura di sovrappasso stradale esistente, utile per collegarsi con il P.E.E.P. ed il settore nord. A questo esile sistema di spazi collegati al parco fluviale intesi come formalizzazione del rapporto fra insediamento e fiume, corrispondono altri spazi verdi ed itinerari disposti ai margini del centro abitato a costituire un limite compiuto ed un raccordo con gli ambiti Città di Fiesole 28 Piano di Protezione Civile 2014 di paesaggio agrario tradizionale, come nel caso dell'area già utilizzata per manifestazioni all'aperto a monte dell’insediamento sulle pendici in riva sinistra del torrente Sambre. Entro questo sistema di luoghi trovano sede attrezzature e servizi collettivi per la parte più recente dell’insediamento. Oltre alla variante stradale, nel nucleo di Ellera è stato individuato un intervento di recupero residenziale che a ruotato, insieme con le preesistenze, intorno ad un sistema di aree affacciate sul fiume. Fra Ellera e Compiobbi è stato introdotto un varco perdonale non urbano a tutela della non saldatura fra i due centri abitati. Girone E' un insediamento di recente formazione che occupa la parte interna di una importante ansa del fiume. La strategia progettuale è quella di compattare una trama insediativa diradata e priva di centralità; centralità ricercata attraverso percorsi e spazi continui a loro volta legati al significativo rapporto con il tracciato fondante dell'antica via Viacce e con il fiume, lungo il quale si incontrano aree verdi attrezzate e per feste all'aperto. Nella parte alta è stata localizzata presso la linea ferroviaria un’area a parcheggio e verde pubblico ed una nuova futura ed eventuale fermata ferroviaria con annesso parcheggio. SISTEMA D Le Pendici Collinari della Valle del Mugnone Le pendici collinari della valle del Mugnone costituiscono ambiti di territorio agricolo che hanno subito forti processi di trasformazione dal punto di vista sia delle coltivazioni che del popolamento. E' osservabile un territorio frazionato investito da fenomeni di sostituzione insediativa che hanno riguardato sia le case coloniche che i borghi agricoli e determinato episodi di abbandono o degrado di porzioni significative di terreni coltivati. Nel Sistema sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali: a- Invarianza storico-insediativa 3a - Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale 4a - Tracciati viari fondativi 5a - Viabilità comunale storica 6a - Viabilità vicinale 7a - Viabilità rurale al 1939 8a - Aree e tracciati ferroviari b- Invarianza paesistico-ambientale 2b - Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua 3b - Parchi e giardini 4b - Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico 5b - Aree con sistemazioni agrarie storiche 8b - Allineamenti e formazioni arboree di pregio 9b - Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti SISTEMA E Le Pendici Collinari in Destra D'Arno Costituiscono le parti del territorio comunale situate sui versanti esposti a sud della valle del fiume Arno, nelle quali persiste una significativa attività agricola. Sistemazioni agrarie di pregio, fattorie e centri di fattoria, coltivazioni specializzate e produzioni di qualità costituiscono i tratti specifici e caratterizzanti della zona. Esistono tuttavia, sia pure in misura contenuta, fenomeni di sostituzione insediativa e di riuso del patrimonio edilizio rurale. Città di Fiesole 29 Piano di Protezione Civile 2014 Nel Sistema E sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali: a- Invarianza storico-insediativa 3a-Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale 5a-Viabilità comunale storica 6a-Viabilità vicinale 7a-Viabilità rurale al 1939 b- Invarianza paesistico-ambientale 2b- Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua 3b-Parchi e giardini 4b-Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico 5b-Aree con sistemazioni agrarie storiche 9b-Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti c- Invarianza culturale e sociale 1c-Istituzioni culturali rare: AG 82 - Centro studi dei "Quaderni di Ontignano" SISTEMA F La Dorsale Passo della Catena-Il Pratone-Torre Tonda Questo sistema comprende parti del territorio definite "alto collinari" nella "Relazione sulle conoscenze degli aspetti geologici del territorio" allegata alla Delibera della Giunta Municipale n. 22 del 22/01/1997. La struttura è prevalentemente calcarea (alberese) ed rapporto a ciò è individuabile come ambito di approvvigionamento di importante risorsa idrico sotto forma di accumuli profondi. In questo territorio sono relativamente poche le trasformazioni introdotte dalle attività umane e predominano invece aspetti a prevalente componente naturale come le importanti coperture boschive ed altre aree scarsamente coltivate. Sono limitatamente presenti le sistemazioni fondiarie a fini agricoli che caratterizzano altre parti del territorio comunale, così come le case coloniche, le fattorie e la maglia viaria minore. La dotazione boschiva presenta continuità e rilevanza paesistica tali da configurare nel sistema F la caratteristica di Invariante strutturale di cui all'art.25. Ai boschi ricadenti nel Sistema F si applicano le prescrizioni di cui all’art.25 (4b Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico). Nel Sistema F sono riconosciute le seguenti invarianti strutturali: a- Invarianza storico-insediativa 1a-Aree archeologiche ad alta densità di ritrovamenti 2a-Aree di interesse archeologico 3a-Patrimonio edilizio rurale ed urbano presente alla seconda guerra mondiale 5a-Viabilità comunale storica 6a-Viabilità vicinale 7a-Viabilità rurale al 1939 b- Invarianza paesistico-ambientale 2b- Ambiti territoriali dei principali corsi d’acqua 4b-Boschi di rilevante valore ambientale e paesistico 5b-Aree con sistemazioni agrarie storiche 7b- Biotopi e geotopi 9b-Tratti di percorsi panoramici e Punti visuali emergenti c- Invarianza culturale e sociale 1c-Istituzioni culturali rare: AG86-Fondazione Baduel Zambeletti Città di Fiesole 30 Piano di Protezione Civile 2014 LE TRASFORMAZIONI INSEDIATIVE Le espansioni residenziali costituiscono il fenomeno quantitativamente più rilevante delle trasformazioni territoriali del comune di Fiesole degli ultimi venticinque anni e vale la pena di sviluppare alcune osservazioni ed interpretazioni su tale fenomeno. Innanzitutto è da sottolineare il fatto che su un totale di circa mq.289.000 di zone di tipo C, mq.250.000 sono stati attuati mediante PEEP ed i rimanenti mq.39.000 mediante Intervento Diretto. E’evidente l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di andare incontro ai bisogni insediativi degli strati meno privilegiati della popolazione locale e di esercitare una azione calmieratrice sul mercato delle aree in un territorio estremamente ambito come quello fiesolano. Dal punto di vista qualitativo si deve osservare che gli interventi sono concentrati, come ricordato, in tre plessi fortemente legati ai centri preesistenti, morfologicamente caratterizzati ed organizzati intorno a spazi “urbani” di relazione che assumono la forma di strade e piazze nel caso di Compiobbi e di fascia pedonale a verde per Mimmole (Caldine). Si è evitato in generale di aprire nuovi fronti insediativi sfrangiati, aiutati in questo forse anche dalla “resistenza” endogena opposta dalle strutture consolidate del paesaggio agrario storico. Si discosta da questa modalità il P.E.E.P. del Girone più vicino ai modelli periferici rarefatti, ragione per cui è stato predisposto un intervento di riordino e “compattazione” mediante apposita variante. Alla consistenza quantitativa del patrimonio residenziale di espansione in zona C realizzato con i P.E.E.P.e con il ricordato Intervento Diretto, devono aggiungersi circa mq.15.000 dovuti ad Intervento Diretto in zona B in località Compiobbi (ex Etruria). Nel complesso si hanno realizzazioni di edilizia residenziale per un totale di circa mc. 246.500 negli ultimi quindici anni. È di un certo interesse valutare il fenomeno dal punto di vista degli abitanti insediati, delle epoche delle realizzazioni e degli andamenti della popolazione nell’intero Comune. Le realizzazioni residenziali si concentrano approssimativamente in due periodi a circa dieci anni di distanza. Si ha tra gli anni ‘80 e ‘90 un insediamento aggiuntivo di circa 2.700 abitanti di cui circa 2.500 in zone destinate a edilizia economica-popolare. Quantità certamente rilevante su una popolazione intorno ai 15.000 abitanti, in grado quindi di influenzare gli andamenti del dato della popolazione nel decennio. Tale incremento risulta dovuto ad un movimento migratorio il cui saldo attivo ha compensato un saldo naturale negativo, questo in accordo con le tendenze generali. Osservando nel tempo l’andamento del fenomeno si può notare una chiara aderenza dell’andamento del saldo migratorio con le epoche di realizzazione degli insediamenti residenziali. Un discorso a parte meritano le aree a prevalente destinazione agricola, oggetto una specifica variante, ai sensi dell’art.1 della L.R.10/79, approvata nel 1984. Tale strumento introduce una disciplina estremamente articolata sui tipi e gradi di trasformabilità del patrimonio edilizio rurale ed indica procedure vincolanti per quanto riguarda la conservazione delle sistemazioni fondiarie contestualmente agli interventi edilizi. Ad oltre dieci anni dalla entrata in vigore di tale strumento, di cui è nota l’alta qualità tecnico-disciplinare, è possibile tentare una verifica sulla efficacia reale delle trasformazioni intervenute. Lo studio condotto dal geologo dott. Lazzeri nel quadro degli studi preliminari alla revisione dello strumento urbanistico generale, relativamente allo “stato di salute” delle sistemazioni fondiarie storiche e sul dissesto idrogeologico, evidenzia un significativo progressivo degrado nell’arco degli ultimi dieci anni. Sembra di poter osservare ad una prima lettura una concentrazione del fenomeno di trasformazione da edifici rurali a civili abitazioni nel periodo 1984-90, con circa 80 concessioni, che potrebbe essere in gran parte riferito alla regolarizzazione di trasformazioni pregresse ( erano circa 100 le case rurali adibite di fatto a residenza civile all’epoca della variante), mentre, ad un sostanziale rallentamento dei primi anni novanta fa seguito un sensibile incremento successivo al secondo condono. Tutto ciò, a meno di più attente ulteriori verifiche, farebbe pensare ad una progressiva perdita di efficacia dell’apparecchio normativo anche nei confronti del patrimonio edilizio. Dai dati appare chiara una sostanziale differenza, in termini di attuazioni, tra le previsioni in zone urbane e zone extraurbane; infatti nelle aree agricole di fronte ad una previsione complessiva Città di Fiesole 31 Piano di Protezione Civile 2014 di zone per urbanizzazione secondaria di oltre mq.1.450.000 non si è avuta alcuna realizzazione, analogamente nessuna attuazione si é avuta per la previsione di mq. 1.461.000 circa relativa alla zona F destinata a riserva forestale e parchi attrezzati. Risultano invece esistenti in misura consistente le Zone di uso pubblico previste in circa mq.90.000 di cui restano da realizzare circa mq.25.000. Si tratta come è noto delle Attrezzature culturali di prestigio che hanno da tempo fatto delle colline fiesolane un luogo deputato per la loro ubicazione. Le differenze quantitative sottolineate sono in una certa misura da riferire a mutazioni qualitative che hanno visto passare le esigenze socialmente diffuse da una fase iniziale (anni sessanta e settanta) di prioritario soddisfacimento di bisogni pregressi e consolidati cui corrispondono sommariamente le previsioni di attrezzature e servizi localizzati nei centri), ad una successiva di consumi più evoluti cui sono invece riferibili le attrezzature culturali e le previsioni che corrispondono all’affermarsi e diffondersi dei valori storico-ambientali. Alla mancata attuazione di questa parte delle previsioni nelle aree agricole fa tuttavia riscontro un consistente fenomeno di deruralizzazione e realizzazione di residenze, spesso di pregio, attraverso il riuso del patrimonio edilizio rurale. Come risulta in gran parte delle realtà insediative, non solo della regione, l'equipaggiamento dei centri abitati risulta ad un grado più alto di realizzazione. In particolare su una previsione totale di circa mq.409.000, si è avuto mq.85.000 di realizzazioni ed un non attuato di mq.324.000, di cui circa mq. 65.000 approvati in via definitiva. Accorpando queste due ultime quantità si giunge ad una situazione di attuazioni riassumibile approssimativamente, per ciascuna frazione, nei termini seguenti: Fiesole e Borgunto 80%; Caldine 50%; Pian di Mugnone 50%; Pian di S. Bartolo 25%; Compiobbi 80%. L'equipaggiamento di attrezzature e servizi presenta un grado di attuazione consistente, anche se certamente non ottimale, abbastanza equilibrato nella distribuzione territoriale. Il dato più evidente in termini di mancata realizzazione riguarda, come già notato, le aree a verde pubblico e parco all'interno delle zone agricole. Si può osservare a tale proposito come tale tema assuma nel caso di Fiesole una rilevanza dimensionale e qualitativa che impone di considerarlo nel quadro delle scelte pianificatorie provinciali e regionali, all'interno delle quali si può progressivamente costruire una strategia realizzativa. IL STANDARD URBANISTICI ESISTENTI La particolare struttura caratterizzata dalle due valli principali e dal complesso collinare centrale, la distribuzione e consistenza dei centri abitati, il peso delle case sparse, rendono infatti sostanzialmente poco significative verifiche che valutino in modo globale la dotazione degli standard e suggeriscono di articolare i "bacini" di riferimento in tre ambiti all'interno dei quali siano individuabili i principali centri. Sono statati così individuati la Dorsale Olmo-Fiesole-Maiano, la Valle dell'Arno e quella del Mugnone. Le analisi per la catalogazione delle dotazioni, riferisce di una situazione mediamente soddisfacente, molto al di sopra dei valori del decreto, seppure inferiori ai valori fissati dal P.R.G. peraltro molto elevati. In particolare, in termini di ambiti, risulta più dotata la valle dell'Arno (mq.28,83), e praticamente alla pari la valle del Mugnone e la dorsale collinare (mq.22,14 e 23,72). Riguardo ai centri , risultano più dotati il Capoluogo (mq.33,41) per ovvi motivi di concentrazione ed il Girone (mq.36,69), probabilmente per effetto della generosa dotazione del P.E.E.P. Riguardo ai tipi di attrezzature, risultano molto consistenti quelle di interesse collettivo in tutti i casi considerati, mentre si riscontrano valori bassi, spesso al di sotto dei minimi ministeriali, per quanto riguarda la scuola dell'obbligo. Questi ultimi sono attribuibili alla chiusura di molte sedi, conseguenza della nota riduzione di popolazione in età scolare. Deve essere infine osservato che la Città di Fiesole 32 Piano di Protezione Civile 2014 particolare forma insediativa caratterizzata da elevato numero di case sparse, rende relativamente significativi, al di fuori dei centri, alcuni valori come il verde pubblico ed i parcheggi. E' riscontrabile, nel settore delle attrezzature di interesse generale al di fuori di quelle considerate minimi obbligatori, un aspetto importante e significativo del comune di Fiesole, riguardante in particolare la consistenza e qualità delle istituzioni culturali, spesso pregiate e di alta qualificazione, la cui valutazione non potrebbe essere affidata alle dimensioni delle rispettive superfici. Città di Fiesole 33 Piano di Protezione Civile 2014 TUTELA E CONSERVAZIONE Città di Fiesole 34 Piano di Protezione Civile 2014 MISURE DI PROTEZIONE IDROGEOLOGICA L e sistemazioni storiche dei versanti come terrazzamenti, muri a secco, acquidocci rivestiti in pietra sono definite difese del territorio e la loro conservazione è disciplinata in modo tale da studiare il mantenimento delle opere di sistemazione idraulico-agrarie e idraulico-forestali, vagliare le modalità di lavorazione e gli impianti idonei al controllo dell’erosione da parte di acque superficiali nelle aree caratterizzate da attività agricole LE TUTELE GEOLOGICHE Le modalità di realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente e di trasformazione urbanistico - edilizia che abbiano rilevanza sotto il profilo geologico sono subordinate alla classificazione ed alle prescrizioni di fattibilità. L’individuazione del rischio dipende dalla classificazione di pericolosità così come indicato nel Regolamento Urbanistico, cui concorrono fattori diversi: instabilità per frana, processi erosivi, caratteristiche geotecniche dei materiali interagenti sull’opera, amplificazione sismica. In tutto il territorio, per realizzare sbancamenti o consistenti riporti (per es. rilevati stradali, piazzali), indipendentemente dalla classe di pericolosità, dovrà essere calcolata la pendenza idonea per evitare alterazioni delle attuali condizioni geomorfologiche, con particolare attenzione al caso di pendii interessati da accumuli detritici. Utile supporto è il contenuto della “Relazione Geologica”, che chiarisce meglio le modalità di pianificazione di qualunque intervento. SALVAGUARDIE IDRAULICHE Misure di protezione delle acque pubbliche Si definiscono acque pubbliche le acque appartenenti al reticolo idraulico e per loro costituiscono ambito di assoluta protezione l’alveo, le sponde (o argini) e le aree comprese nelle due fasce di larghezza di m 10 adiacenti al corso d’acqua, misurata a partire dal ciglio di sponda (o dal piede d’argine), in analogia alle tutele del reticolo idraulico. In tale ambito non si possono prevedere e sono vietate nuove edificazioni, manufatti di qualsiasi natura e trasformazioni morfologiche eccetto quelle di natura idraulica. Gli attraversamenti e/o affiancamenti di infrastrutture pubbliche sono soggetti a titolo abilitativo in base alle norme vigenti. Sugli edifici legittimi ricadenti nell’ambito di assoluta protezione del reticolo idraulico, con esclusione dei corsi d’acqua elencati nel PIT, sono ammessi gli interventi edilizi che non comportino incrementi di carico urbanistico. Nelle fasce di protezione sono ammessi parcheggi pertinenziali a raso, purché a distanza maggiore di m 4 dalla sponda. Sono ammesse inoltre recinzioni pertinenziali per motivate necessità e comunque a distanza superiore a m 4 dalla sponda, purché compatibili con il regime idraulico del corso d’acqua e competente purché conseguano il necessario titolo abilitativo in base alle norme vigente. Riduzione dell’impermeabilizzazione superficiale Su tutto il territorio comunale interventi che comportino la riduzione del coefficiente di deflusso conseguente alla realizzazione di nuovi edifici, sistemazioni esterne, parcheggi e viabilità devono garantire il mantenimento del 25% della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da costruzioni che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità naturali preesistenti, nel caso di nuove costruzioni. Nel caso di volumetrie interrate è assicurata la permeabilità dei suoli nel caso in cui sia ricostituita la copertura di terreno vegetale con spessore non inferiore a m 1.0; la normativa richiede l’utilizzo di tipologie e materiali che garantiscano l’idonea infiltrazione o ritenzione delle acque meteoriche per la realizzazione di parcheggi e viabilità e ancora l’autocontenimento quando non si verifichi l’officiosità delle reti idrologiche Città di Fiesole 35 Piano di Protezione Civile 2014 naturali o artificiali di recapito delle acque dall’area impermeabilizzata. E’ ammessa la regimazione complessiva di più lotti con riferimento al comparto di intervento. AREE SENSIBILI Si possono definire "aree sensibili"' quelle zone che per vari motivi strutturali o funzionali hanno scarsa possibilità di subire senza danni irreversibili ampie variazioni dei parametri ambientali che ne regolano il funzionamento; esse hanno bassa resistenza e resilienza e sono assimilabili, attraverso l’evoluzione e l’approfondimento delle successive conoscenze idrauliche, alle aree soggette ad esondazione per eventi con tempi di ritorno 200 anni. Ad esse si applica la disciplina prevista per le pericolosità idraulica di classe I3 e I4. SALVAGUARDIA RISORSE IDRICHE Misure di salvaguardia risorse idriche Nell’area denominata “sorgenti delle Molina” si applica il vincolo di riserva per utilizzo della risorsa a uso, mentre per le aree alluvionali del torrente Mugnone e dell’Arno si applica la disciplina del PTCP per gli acquiferi ad elevata vulnerabilità. Misure di salvaguardia delle captazioni destinate al consumo umano Le aree dei pozzi e delle sorgenti di acquedotto pubblico destinate al consumo umano sono suddivise in: zona di tutela assoluta che è la zona di raggio pari a 10 metri dal punto di captazione o derivazione e deve essere adeguatamente protetta ed adibita esclusivamente ad opere di captazione e ad infrastrutture di servizio; e zona di rispetto, sottoposta a vincoli e limitazioni d’uso potenzialmente a rischio. In tale zona sono vietati la dispersione di acque reflue e pozzi perdenti e la fertirrigazione, spandimento di concimi chimici, fertilizzanti e pesticidi in assenza di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della vulnerabilità delle risorse idriche definita da studi idrogeologici, della natura dei suoli e delle tecniche agricole impiegate e ancora la dispersione nel sottosuolo di acque provenienti da piazzali, strade e parcheggi. Approvvigionamento idrico autonomo Sono ammesse opere di captazione dal sottosuolo per usi domestici e idropotabili ivi compreso l’approvvigionamento di complessi abitativi e ricettivi; Ma deve essere comprovata con adeguati studi la compatibilità idrogeologica dei prelievi con le risorse degli acquiferi tutelati per gli usi pubblici. I nuovi interventi devono essere accompagnati da specifica relazione tecnica riguardante le modalità di approvvigionamento idrico e riutilizzo delle acque, privilegiando la restituzione delle acque non contaminate al reticolo idraulico naturale. TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE Nel territorio comunale di Fiesole si riconoscono come acquiferi di interesse per le risorse idriche da tutelare: Alluvioni fluviali granulari in località Girone ospitanti i pozzi dell’acquedotto, con la falda direttamente alimentata dalle acque dell’Arno; per contro le alluvioni laterali al Mugnone sono in posizione pensile e drenate dal corso d’acqua. Città di Fiesole 36 Piano di Protezione Civile 2014 Calcari marnosi e marne della formazione di M. Morello affioranti nella fascia occidentale del territorio comunale. Al contatto con il complesso argillitico di bassa permeabilità si manifestano numerose emergenze significative, in genere con modesta portata utilizzate localmente nei periodi di morbida; fa eccezione l’area delle sorgenti delle Molina a sud dell’Olmo, incrementate da alcuni pozzi, che in passato alimentavano l’acquedotto comunale. Non si hanno dati sulle portate e sulle caratteristiche delle captazioni. Si cita come notizia storica la “Fonte Sotterra” in Borgunto, opera di presa nelle arenarie del Macigno, antichissima e di grande interesse archeologico. A questo stesso titolo si può ricordare la galleria drenante, di proprietà privata, scavata lungo il contatto fra un bancone di arenaria e un livello siltitico, subito a monte delle mura etrusche di via Beato Angelico all’ingresso di Fiesole, di insignificante portata ma di pregevole “architettura”. Sulla base della permeabilità e delle caratteristiche quali-quantitative delle acque di falda si attribuisce una vulnerabilità molto elevata agli acquiferi alluvionali ed elevata agli acquiferi dell’unità calcareo marnosa. Le altre formazioni affioranti nel territorio fiesolano presentano potenzialità di scarsa importanza sotto il profilo di acquiferi di interesse generale, anche se numerose sono le captazioni che alimentano singole unità, specie nelle aree non servite da acquedotto. Alcuni pozzi profondi nelle arenarie (San Francesco, Maiano, San Domenico) offrono discrete portate. Città di Fiesole 37 Piano di Protezione Civile 2014 RISCHI SUL TERRITORIO Città di Fiesole 38 Piano di Protezione Civile 2014 CONCETTI GENERALI SUL RISCHIO “Frane, alluvioni, terremoti … un tempo si parlava di "eventi naturali". Oggi, più correttamente, li chiamiamo "rischi ambientali". Se un terremoto non può essere evitato, per esempio è possibile approfondire le conoscenze sulla pericolosità sismica del territorio (sismicità storica, attuale, sismotettonica e sismogenesi), classificare il territorio soggetto a rischio sismico e costruire gli edifici nuovi e adeguare quelli esistenti secondo la Normativa Tecnica. Frane e alluvioni sono spesso la conseguenza del modo, poco accorto e poco rispettoso dei ritmi della natura, in cui è stato trattato il suolo: in questi casi è doveroso non solo intervenire per prevenire, ma anche diffondere la cultura del rispetto dell'ambiente e dei suoi elementi fisici.” È possibile fare una distinzione tra Rischi Naturali (idrogeologico: esondazioni e frane, sismico) e Rischio Antropico (incendio boschivo e aree agricole, chimico-industriale). SCENARIO DEGLI EVENTI PREVISTI Gli eventi si dividono in eventi prevedibili (vulcanico, idrogeologico) e non prevedibili (terremoto, rischio chimico-industriale, incendi boschivi). Qualora in una porzione del territorio si riscontrino eventi prevedibili in un arco di tempo determinato, sarà fondamentale collegare ad ogni allarme una risposta graduale del sistema di protezione civile. Sarà quindi necessario tramite il responsabile della funzione di supporto garantire una costante collegamento con tutti quegli enti preposti al monitoraggio dell’evento considerato nel piano di emergenza. TIPOLOGIE DI RISCHIO PRESENTI SUL TERRITORIO PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA La Pericolosità Geomorfologica è il risultato di analisi geologiche, geomorfologiche e litologiche eseguite nel territorio comunale per evidenziare tutte le forme di dissesto superficiale presenti, partendo dall'individuazione delle scarpate attive e enfatizzando la distinzione tra frane attive, quiescenti e i depositi di versante. Si individuano diverse classi di pericolosità. Classi di pericolosità geomorfologica Pericolosità molto elevata Frane attive o potenzialmente riattivabili per naturale evoluzione, con relative aree di influenza. Pericolosità elevata Fenomeni franosi quiescenti; aree con indizi di instabilità connessa alla giacitura, alla acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali; rilevati artificiali e depositi sciolti con pendenze superiori al 25%; scarpate in erosione o sbancamenti non sistemati. Pericolosità media Aree con presenza di fenomeni franosi inattivi o stabilizzati; aree con elementi geomorfologici, litologici e di giacitura da cui risulta una scarsa propensione al dissesto. Pericolosità bassa Aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche e di giacitura non costituiscono fattori predisponesti al verificarsi di movimenti di massa. Città di Fiesole 39 Piano di Protezione Civile 2014 PERICOLOSITA’ IDRAULICA Il rischio idraulico rappresenta indubbiamente, per le caratteristiche del reticolo idrografico del territorio toscano, un problema di primaria importanza. Gli eventi registrati negli ultimi anni suggeriscono infatti una pericolosità idraulica diffusa, che diviene particolarmente insidiosa in caso di precipitazioni abbondanti ed estese, capaci di determinare una repentina risposta nell’aumento dei livelli idrometrici. Una ulteriore criticità è rappresentata dalla presenza nel territorio di numerosi invasi, alcuni dei quali rappresentano un rischio per cose e/o persone. Dall’elaborato che illustra l’assetto territoriale del Comune di Fiesole sotto l’aspetto idrico ed è stato recentemente arricchito con il contributo informativo fornito dal PAI del bacino dell’Arno si può vedere come nella valle dell’Arno, la perimetrazione derivi dal modello matematico, mentre nella valle del Mugnone, del borro delle Falle e del torrente Sambre il riferimento sia quello storico-inventariale. Nel bacino del Mugnone per il tratto corrispondente a Pian di Mugnone all’altezza della confluenza con il torrente Fossataccio sono stati realizzati interventi di sistemazione con il ripristino della linea ferroviaria faentina; anche il Mugnone è stato adeguato con ampliamento e consolidamento dell’alveo e delle sponde, in realizzazione della previsione regimatoria contenuta nel piano stralcio del Bacino dell’Arno. Nel tratto più a monte, all’altezza della confluenza del Mugnoncello, è stato sostituito l’attraversamento esistente con un ponte in sicurezza che collega Caldine con Mimmole. Il corso del Mugnoncello è stato adeguato con ampliamento di alveo e argini idraulici per il superamento del rischio nelle aree di nuova urbanizzazione confermando la classe I2 di pericolosità. Per i bacini dei torrenti Mensola e Africo, per i quali non si hanno studi idrologico-idraulici e dove peraltro non sono fatte nuove previsioni, sono stati applicati i criteri morfologici e storici secondo le indicazioni della 26/R. Per le UTOE del Girone e di Compiobbi sono stati recepiti i battenti 200nnali dell’Arno contenuti nel PAI con stralci relativi a piè di pagina. Classi di pericolosità idraulica I4 - Aree interessate da esondazione per eventi con Tr fino 30 anni; I3 - Aree interessate da esondazione per eventi con Tr compresi fra 30 e 200 anni; I2 - aree interessate da esondazione per eventi con Tr>200 anni, pianeggianti e limitrofe ad aree colpite da esondazione. L’elaborato riporta anche il reticolo idraulico del PAI: a questo, comprendente anche i corsi d’acqua elencati nel PIT 2007, si applicano i vincoli idraulici di cui all’art.96 del R.D. 523/1904 e la definizione di “acque pubbliche”. Sottobacini in cui sono suddivisi i maggiori bacini idrologici del territorio: BACINO DEL TORRENTE MUGNONE-MUGNONCELLO Fosso Lastricatino (Indicatorio) Fosso di Bosconi Fosso del Paretario (Prataccio) Fosso delle Capanne (affluente del Mugnoncello) Borro Capparello Rio Monetto (affluente del Capparello) Fosso della Maddalena Fosso delle Caldine (intubato nel tratto finale) Fosso Ponticello Fosso del Bersaglio Fosso Pesci (intubato da via Calandrino) Fosso Fossataccio (intubato nel tratto finale e nell’area dell’ex deposito) Città di Fiesole 40 Piano di Protezione Civile 2014 BACINO DEL TORRENTE MENSOLA-FOSSO BUCINE Fosso Valonica (Valencia) Fosso Fossataccio Fosso di Mezzana Fosso di Vincigliata BACINO DEL TORRENTE AFFRICO Fosso di Marmigliano BACINO DEL FOSSO SAMBRE Fosso del Molino Fosso di Cucina Fosso di Ontignano Fosso di Pontanico Fosso di Calcinaia BACINO DEL TORRENTE FALLE Fosso della Grotta BACINO DEL FIUME ARNO Fosso di Femmina Morta (S. Donato) Fosso di Ellera Fosso dei Bassi (intubato nel tratto finale) Fosso di S. Jacopo al Girone (intubato nel tratto finale) Fosso degli Aranci (intubato alla foce) PERICOLOSITA’ SISMICA ZMPSL La sismicità (frequenza e forza con cui si manifestano i terremoti) è una caratteristica fisica del territorio, al pari del clima, dei rilievi montuosi e dei corsi d’acqua. Conoscendo la frequenza e l’energia (magnitudo) associate ai terremoti che caratterizzano un territorio ed attribuendo un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una certa magnitudo, in un certo intervallo di tempo, possiamo definire la sua pericolosità sismica. Un territorio avrà una pericolosità sismica tanto più elevata quanto più probabile sarà, a parità di intervallo di tempo considerato, il verificarsi di un terremoto di una certa magnitudo. Il rischio sismico è determinato da una combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e dell’esposizione ed è la misura dei danni che, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti), ci si può attendere in un dato intervallo di tempo. Sulla base degli eventi storici e sulla base delle approfondite conoscenze acquisite in campo scientifico, tale rischio rappresenta per la provincia di Firenze un’eventualità non residuale considerando vicino Fiesole la faglia attiva nell’area del Mugello. Per l’individuazione dei parametri da utilizzare nella classificazione di pericolosità sismica del comune è stata utilizzato uno schema che collega la caratterizzazione geomorfologica e litotecnica con gli effetti di ampliamento sismico. Classi di pericolosità sismica S1 - Terreni rocciosi sub affioranti. S2 - Zona caratterizzata da fenomeni franosi inattivi e/o consolidati per depositi prevalentemente limosi assestati e/o roccia fratturata con interventi di consolidamento. Città di Fiesole 41 Piano di Protezione Civile 2014 S3 - All’interno di questa classe sono raggruppate diverse zone distinte poi per la caratterizzazione litotecnica e i fattori locali: 2A - Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti; 2B - Zona caratterizzata da movimenti franosi potenziali; possono essere scarpate e coperture eterogenee anche per queste aree il possibile effetto è accentuazione dei fenomeni di instabilità. 4 - Zone con terreni scadenti, riporti eterogenei poco addensati; si tratta di accumuli di terre di scavo prevalentemente argillitici con inclusi litoidi poco compattate soggetti quindi a cedimenti diffusi. 6 - Cigli di scarpata con fascia di m 20 a monte. Sono bordi di antica cava in roccia per i quali si verifica amplificazione sismica per effetti topografici. 8 - Zona di bordovalle con fascia di m 20 a valle; anche per queste coperture alluvionali limose di modesto spessore sul substrato roccioso il pericolo è che venga amplificata la potenza del terremoto. 9 - Terreni alluvionali granulari e/o sciolti formati da ghiaie e sabbie non cementate e a causa di ciò il rischio è un’amplificazione diffusa del moto del suolo dovuta alla differenza di risposta sismica fra substrato e copertura. Lo stesso fenomeno si riscontra per la sotto-insieme 9.1 Rilevati strutturati costituiti da riporti granulari compattati in origine. Sempre all’interno della classe S3 sono individuate le seguenti zone: 10 - Coperture di coltri detritiche, nello specifico detriti gravitativi e sfridi di antiche coltivazioni di cava in matrice limosa che rispondono al fenomeno sismico come già detto nella precedente zona 9. 10.1 - Colluvioni con pendenze <25% formati da limi sabbiosi o argillosi alla base di versanti. 12 - Zone di contatto fra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse come calcaree/arenacee e unità argillitiche o collusioni limose. 13 - Contatti tettonici, faglie S4 - Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi, si tratta di scarpate in erosione o coperture detritiche eterogenee dove un evento sismico potrebbe accentuare i fenomeni di instabilità a causa dei movimenti tellurici. Per le classi di pericolosità molto elevata ed elevata le prescrizioni collegate sono previste indagini geognostiche, geotecniche e sismiche i cui esiti vincolano ogni tipo di intervento. Le caratterizzazioni delle unità litotecniche deriva dalle informazioni geognostiche e geotecniche contenute nell’archivio dei dati di base che viene aggiornato con la redazione in corso del nuovo Piano Strutturale. PERICOLOSITA’ LINEA FERROVIARIA Scenari incidentali GALLERIA S. ANDREA A SVEGLIA tratto linea ferroviaria Firenze – Faenza Nel piano interno d’emergenza non sono stati considerati quegli scenari associabili a fenomeni naturali e/o ad atti terroristici e/o sabotaggio. L’emergenza scatta in caso di: - assistenza ad un convoglio in caso d’avaria tecnica; - incidente ad un treno merci con deragliamento di uno o più rotabili; - incidente ad un treno passeggeri con deragliamento di uno o più rotabili; - principio d’incendio su un treno merci fermo in galleria; - principio d’incendio su un treno passeggeri fermo in galleria; - incidente di un treno merci con trasporto di merci pericolose, con deragliamento di uno o più rotabili; - incidente ad un treno merci con trasporto di merci pericolose, ed un treno passeggeri, con principio d’incendio. Città di Fiesole 42 Piano di Protezione Civile 2014 NORME GENERALI I comportamenti da adottare, nel caso degli scenari ipotizzati devono essere conformi alla normativa vigente (RCT, RS, IPCL, PGOS, FCL, Disposizione RFI n.18 del 26/07/2001, Comunicazione Operativa RFI n. 64 del 26/07/2001, ecc.). In particolare: Qualora il Personale di Macchina rilevi una qualsiasi anomalia al proprio convoglio che possa presumere l’eventuale impossibilità a proseguire la marcia deve provvedere all’arresto del treno prima di inoltrarsi in galleria. Se l’anomalia si manifesta con treno già in galleria il PdM dovrà, attivando tutto quanto è nelle sue possibilità, non fermare il treno, cercando di proseguire la corsa fino all’uscita, salvo che non si tratti di evento che ne imponga l’immediato arresto (carico sporgente, deragliamento, urto, ecc.). in caso d’incendio, il PdM dovrà fare quanto possibile per portare il treno fuori dalla galleria. In ogni caso, dell’anomalia dovrà essere dato immediato avviso al Dirigente Centrale Operativo e, trattandosi di treno viaggiatori, al Personale di Bordo, per consentire gli interventi di competenza. Ove non sia possibile l’utilizzo di alcun mezzo di comunicazione fra il personale del treno e il DCO, il PdM dovrà individuare il modo più idoneo ed immediato perché il DCO sia comunque avvisato. Qualora sia attuabile un collegamento col DM della stazione porta, quest’ultimo farà da tramite fra il Personale del Treno ed il DCO. In relazione alla presenza di cantieri di lavoro o squadre di operai impegnate nella tratta interessata dall’emergenza, DCO, CI e CREI si attiveranno per fornire le opportune notizie o avvisi al personale interessato, sia di linea sia dei treni. • Avvisi alla clientela Sui treni viaggiatori percorrenti la tratta di linea interessata, le Divisioni/Imprese commerciali dovranno attivarsi (ricorrendo ad opportuna cartellonistica, messaggi sonori preventivi ecc. affinchè sia esteso il divieto di azionamento del freno di emergenza in presenza di fumi incendio con treno in galleria. • Retrocessione di un convoglio Il DCO nei casi di pericolo, ed il DCCM negli altri casi, potranno disporre la retrocessione di un convoglio fermo in galleria. Tale retrocessione dovrà avvenire con le norme dell’articolo 23 RTC e 40 IPCL, tenendo presente che, sulla tratta Fiesole Caldine Montorsoli la pendenza massima della linea e ≥15 0/00. Tuttavia la retrocessione di un treno viaggiatori, in caso di imminente pericolo ed in assenza di comunicazione con DCO, potrà essere disposta d’iniziativa dal Capotreno e dovrà avvenire, per lo spazio strettamente necessario alla salvaguardia della salute e/o vita delle persone, adottando ogni cautela del caso e, in particolare, qualora si debba superare il precedente segnale di blocco, il convoglio stesso dovrà essere preceduto da un agente con segnale di arresto mano ad una distanza di almeno 1200m. se il treno ha la locomotiva in testa, si dovrà comunque provvedere il presenzia mento della vettura di coda con un agente che, in caso di necessità, avrà il compito di azionare il freno d’emergenza. • Sosta in galleria in presenza di fumi Il PdB, per quanto possibile, si adopererà per mantenere chiuse le porte, tenere informati i viaggiatori sulle cause e probabile durata della sosta nonché per l’eventuale gestione del panico. Città di Fiesole 43 Piano di Protezione Civile 2014 Dovrà provvedersi anche allo spegnimento dell’impianto di climatizzazione e, in tale eventualità dovrà essere ribadito il divieto di fumare in tutto il treno, attraverso opportuni annunci ai viaggiatori. • Sosta in galleria in presenza di incendio Il PdB, per quanto possibile, si adopererà per spegnere e/o controllare l’incendio con i mezzi disponibili a bordo. Qualora l’incendio assuma dimensioni non più controllabili e le condizioni ambientali diventino proibitive per la salute e/o vita delle persone, il PdB, previo benestare del DCO, potrà disporre per il dimezzamento del treno ed il trasferimento dei viaggiatori nella parte del treno a ricoverare per prima. Nell’impossibilità di effettuare il dimezzamento/ricovero del treno, il PdB dovrà dare indicazioni ai viaggiatori per consentire l’evacuazione nel più breve tempo possibile e l’eventuale trasferimento dei medesimi sul convoglio di soccorso. COMUNICAZIONI - COMUNICAZIONE DEL PdT AL DCO al manifestarsi dell’evento, l’agente del PdT (PdM e PdB) che per primo ne viene a conoscenza dovrà annunciarsi immediatamente al DCO (comunicando nome, qualifica e numero del telefono utilizzato) e dovrà precisare: • Dati identificativi del treno e scenario incidentale; • La posizione del treno rispetto all’imbocco della galleria (no nicchia più vicina o progressiva chilometrica); Inoltre, eventualmente, dovrà specificare: • Il numero di identificazione ed il codice delle merci trasportate (no ONU e di pericolo, nel caso di merci pericolose); • Necessità della locomotiva di soccorso (preavviso di richiesta); • Necessità di trasbordo in galleria; • Prima valutazione del numero delle persone eventualmente coinvolte; • Necessità di interventi di soccorso esterni a FS (VV.F., autoambulanze, ecc.). Qualora non sia possibile comunicare col DCO, ma sia attuabile un collegamento col DM della stazione porta, quest’ultimo farà da tramite fra il PdT ed il DCO. - COMUNICAZIONE DEL DCO AL DCCM Nel comunicare la notizia al DCCM, il DCO dovrà fornire, oltre ad una descrizione il più possibile dettagliata dell’incidente occorso, tutte le notizie utili ad una eventuale, immediata attivazione dei soccorsi e, in particolare, dovrà precisare: • Denominazione della galleria; • Posizione del treno rispetto all’imbocco; • Materiali e strutture coinvolte; • Numero di identificazione e codice delle merci trasportate (no ONU, nel caso di merci pericolose); • Numero di persone coinvolte nell’incidente; • Provvedimenti già adottati o in corso d’adozione; • Operatività di soccorso già predisposta dalle FS. Città di Fiesole 44 Piano di Protezione Civile 2014 - COMUNICAZIONE CON ENTI ESTERNI Il DCCM dovrà comunicare l’allarme agli Enti esterni previsti dal PGE, fornendo informazioni precise del tipo di incidente occorso, la località e i mezzi di soccorso in dotazione ad FS e quelli dentro la galleria. In ogni caso, il DCCM estenderà l’avviso ai VV.F. Tel.115, all’ Ufficio Territoriale del Governo Firenze Tel.055 27831 (centralino). Nel caso di richiesta di mezzi di soccorso ad Enti extra-ferroviari, in attesa dell’arrivo del Referente FS incaricato del coordinamento e della tenuta dei rapporti con tali Enti, si dovrà eventualmente precisare anche il nominativo del Responsabile delle squadre di soccorso FS già presente sul territorio. SOCCORSO Si riportano gli specifici diagrammi flusso di interventi riferiti ad ognuno dei succitati scenari. Città di Fiesole 45 Piano di Protezione Civile 2014 AREE DI EMERGENZA Città di Fiesole 46 Piano di Protezione Civile 2014 Con il termine Aree di Emergenza si vuole intendere tutte quelle aree che, nel caso si verifichi un evento calamitoso, potranno essere utilizzate in vario modo, ma principalmente per il soccorso e il ricovero della popolazione colpita; sono aree dove la popolazione riceve informazioni sull’accaduto e altre aree dove è possibile, se necessario, allestire strutture in grado di assicurare un ricovero per tutti coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione, e ancora aree destinate a particolari ricoveri e servizi. Ciascuna area di emergenza, con i relativi percorsi di accesso è rappresentata su cartografia e con il contributo di immagini fotografiche, inoltre le superfici previste sono state scelte quantificando il numero delle situazioni di rischio e la domanda cui si deve far fronte in caso di emergenza, cioè le aree di attesa e aree di ricovero sono in numero commisurato alla popolazione a rischio. LE AREE DI ATTESA Le Aree di Attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione; sono state previste strutture coperte (scuole, palestre, ecc.), ritenute idonee perché non soggette a rischio (frane, crolli, allagamenti, ecc.), e raggiungibili attraverso un percorso sicuro, adeguatamente segnalato e nei quali ci si recherà in caso di pre-allertamento (evacuazione preventiva) o successivamente al verificarsi di un evento critico. In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, in attesa di essere sistemata presso le aree di ricovero qualora la situazione lo rendesse necessario. Sul luogo sarà presente personale comunale, Polizia Municipale o volontari e saranno date anche informazioni riguardo il tempestivo ricovero di persone anziane, portatori di handicap, neonati all’interno di strutture coperte. Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno. Dato che il rischio predominante nel territorio intercomunale è quello idraulico le aree di attesa sono state individuate e verificate principalmente su tale base pur considerando altri scenari di rischio. Il Comune di Fiesole ha individuato sul proprio territorio le seguenti aree di attesa: 1. AREA SMISTAMENTO POPOLAZIONE LOCALITÀ PIAN DEL MUGNONE INDIRIZZO VIA FAENTINA STRADE D’ACCESSO VIA FAENTINA COORDINATE GEOGRAFICHE EST: 11017’53,000 – OVEST: 43049’24,000 Superficie per ricovero popolazione – logistica, non NOTE utilizzabile in caso di alluvione. LE AREE DI RICOVERO Le Aree di Accoglienza, sono le zone in cui verranno predisposte le tendopoli, primo ricovero nell’immediato dopo evento, in cui saranno allestiti moduli abitativi in grado di assicurare un ricovero prolungato alla popolazione colpita. Sono state destinate a questa tipologia di area i campi sportivi in quanto provvisti delle caratteristiche che agevolano i tempi di installazione delle tendopoli e cioè risultano avere dimensioni sufficientemente ampie. La presenza di opere di drenaggio e la possibilità di allacci con la rete elettrica, idrica e fognaria favorisce l’attività del campo;inoltre sono luoghi collegati da vie di accesso primarie ed in alcuni casi secondarie e le aree adiacenti sono parcheggi, quindi spazi idonei all’eventuale ampliamento delle tendopoli o per essere Città di Fiesole 47 Piano di Protezione Civile 2014 adibiti ad altre attività nell’organizzazione dei soccorsi (come ad esempio mense, ospedale da campo-infermeria, centrale operativa VV.F., ecc.). AREE DI RICOVERO COPERTE Sono state individuate anche le Aree di Accoglienza Coperte, ossia strutture in grado di accogliere in maniera più confortevole la popolazione più vulnerabile come gli anziani, i portatori di handicap, i neonati e le persone bisognose di cure particolari. Ovviamente tali strutture sono state preventivamente verificate e controllate se agibili al momento dell’emergenza. È stato possibile anche censire alcune strutture private che in caso di necessità potranno essere utilizzate come alloggi temporanei: alberghi, hotel, agriturismo e affittacamere. Per tali strutture è ancora più importante, al momento dell’utilizzo, una verifica dal punto di vista dell’agibilità; inoltre ai proprietari verrà notificato apposito provvedimento sindacale di requisizione o, se i tempi lo permettono, apposita convenzione. È stato previsto che Le Aree di Ricovero della popolazione potranno essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche anno. Le aree con queste caratteristiche sono: 1. AREA 01 FIESOLE LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI SUPERFICIE COPERTA MQ NUMERO LOCALI NOTE 2. AREA 02 FIESOLE LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI SUPERFICIE COPERTA MQ NUMERO LOCALI NOTE Città di Fiesole FIESOLE VIA DEL PELAGACCIO, 1 VIA MATTEOTTI, VIA COLZI, VIA POETI EST: 11018’06,376 – OVEST: 43048’21,900 L’area ricade in PF1 SCUOLA MEDIA ED ELEMENTARE 872 3523 33 presenta una buona ricezione pc e ponte viabilità, con possibilità per l’atterraggio di elicotteri; è una struttura non sismica e ha una grande area verde esterna di proprietà del comune,la viabilità invece è limitata. FIESOLE VIA SANT’APOLLINARE PIAZZA MINO, VIA VERDI EST: 11017’48,135 – OVEST: 43048’24,907 L’area ricade in PF1 SCUOLA MATERNA 189 841 9 Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità, struttura non antisismica, viabilità limitata. 48 Piano di Protezione Civile 2014 3. AREA 03 FIESOLE LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI SUPERFICIE COPERTA MQ NUMERO LOCALI NOTE 4. AREA 05 FIESOLE LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI SUPERFICIE COPERTA MQ NUMERO LOCALI NOTE 5. AREA 07 FIESOLE LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI SUPERFICIE COPERTA MQ NUMERO LOCALI NOTE Città di Fiesole PIAN DEL MUGNONE VIA PIAN DEL MUGNONE, 1 VIA FAENTINA S.P. 302, VIA FONTALLA, VIA XXV APRILE EST: 11018’02,951 – OVEST: 43049’08,839 L’area ricade in PF2 SCUOLA MATERNA ED ELEMENTARE 455 2423 24 Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità; possibilità atterraggio elicotteri, struttura non antisismica. Parcheggi esterni, una delle due palestre presenti è antisismica. GIRONE VIA MONTE GIRONE, 11 VIA ARETINA S.S. 77 EST: 11020’22,238 – OVEST: 43046’18,112 L’area ricade in PF2 SCUOLA ELEMENTARE 164 730 10 Buona ricezione ponte pc e disturbata ponte viabilità, struttura non antisismica, viabilità limitata. COMPIOBBI VIA SAMBRE, 2 VIA ARETINA S.S. 67 EST: 11021’39,843 – OVEST: 43047’12,466 L’area ricade in PF2 SCUOLA MATERNA 160 760 14 Buona ricezione ponte pc e buona ponte viabilità, struttura non antisismica, parcheggio esterno. 49 Piano di Protezione Civile 2014 È stata individuata anche una struttura privata che in caso di necessità potrà essere utilizzata come alloggio temporaneo. 6. CONVENTO SAN DOMENICO LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NUMERO POSTI LETTO DISPONIBILI SUPERFICIE COPERTA MQ NUMERO LOCALI SAN DOMENICO VIA FONTANELLE VIA FONTANELLE – VIA SAN DOMENICO EST: 11017’16,000 – OVEST: 43048’06,000 CONVENTO FRATI DOMENICANI 50 Convento individuato come area ricovero, non utilizzabile in caso di evento sismico. NOTE AREE DI RICOVERO SCOPERTE 1. AREA 04 FIESOLE LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO SUPERFICIE TOTALE MQ NOTE 2. AREA 06 FIESOLE LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO SUPERFICIE TOTALE MQ NOTE Città di Fiesole CALDINE VIA DI BUGIA VIA FAENTINA S.P. 302, VIA DEL BERSAGLIO EST: 11018’45,157 – OVEST: 43050’13,906 L’area ricade in PF1/PF2 CAMPO SPORTIVO 18756 Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità atterraggio elicotteri, spogliatoi antisismici. QUINTOLE VIA DI QUINTOLE VIA ARETINA S.S. 67 EST: 11021’26,419 – OVEST: 43046’32,380 L’area ricade in PF2 CAMPO SPORTIVO 5656 Buona ricezione ponte pc e ponte viabilità possibilità atterraggio elicotteri, la strada di accesso è senza sfondo. 50 Piano di Protezione Civile 2014 AREE DI RICOVERO GENERICHE 1. AREA RICOVERO A LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE CALDINE VIA DEL BERSAGLIO VIA FAENTINA – VIA DEL BERSAGLIO EST: 11018’11,000 – OVEST: 43049’43,000 SPAZIO APERTO Area destinata al ricovero della popolazione. 2. AREA RICOVERO B LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE LA MADDALENA - CALDINE VIA FAENTINA VIA FAENTINA EST: 11019’04,000 – OVEST: 43050’23,000 TERRENO COLTIVATO Area destinata al ricovero della popolazione. 3. AREA RICOVERO C LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE VALLE - COMPIOBBI VIA DI VALLE VIA CALZOLARI – VIA DI VALLE – VIA SAMBRE EST: 11021’27,000 – OVEST: 43048’36,000 SPAZIO APERTO Area destinata al ricovero della popolazione. 4. AREA RICOVERO D LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE Area destinata al ricovero popolazione 5. AREA RICOVERO E LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE GIRONE VIA DELL’ARNO VIA ARETINA – PIAZZA S. PERTINI EST: 11020’26,000 – OVEST: 43046’14,000 TERRENO ERBOSO Area destinata a giardino pubblico Città di Fiesole COMPIOBBI VIA ARETINA VIA ARETINA EST: 11022’13,000 – OVEST: 43047’08,000 51 Piano di Protezione Civile 2014 6. AREA RICOVERO F LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE GIRONE VIA SAN IACOPO VIA SAN IACOPO – VIA ARETINA EST: 11020’35,000 – OVEST: 43046’18,000 TERRENO COLTIVATO AD ULIVI Area destinata al ricovero della popolazione. 7. AREA RICOVERO G LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE ANCHETTA - GIRONE VIA ARETINA VIA ARETINA EST: 11020’44,000 – OVEST: 43046’15,000 CAMPO SPORTIVO Area destinata ad uso sportivo. 8. AREA RICOVERO H LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE 9. AREA RICOVERO I LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE 10. AREA RICOVERO L LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE 11. AREA RICOVERO Q LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE Città di Fiesole QUINTOLE - GIRONE VIA DI QUINTOLE VIA DI QUINTOLE – VIA ARETINA EST: 11021’27,000 – OVEST: 43046’32,000 CAMPO SPORTIVO COMPIOBBI VIA PAIATICI VIA PAIATICI – VIA SAMBRE EST: 11021’41,000 – OVEST: 43047’20,000 TERRENO ERBOSO Area destinata ad uso feste PIAN DI SAN BARTOLO VIA DEGLI ULIVI VIA BOLOGNESE - VIA DEGLI ULIVI EST: 11017’25,000 – OVEST: 43050’04,000 PIAN DEL MUGNONE VIA POLVERIERA VARIANTE VIA POLVERIERA - VIA XXV APRILE EST: 11017’48,000 – OVEST: 43049’05,000 SPAZIO APERTO Area vicino cantiere enel 52 Piano di Protezione Civile 2014 12. AREA RICOVERO R LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE 13. AREA RICOVERO S LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO NOTE OLMO VIA FAENTINA VIA FAENTINA – VIA BOSCONI EST: 11020’30,732 – OVEST: 43051’52,776 CAMPI ERBOSI Terreno non pianeggiante ma adibibile a raccolta popolazione. SAN DOMENICO - FIESOLE VIA FONTANELLE VIA SAN DOMENICO – VIA MANTELLINI EST: 11017’12,000 – OVEST: 43048’04,000 EX SCUOLA SAN DOMENICO Terreno sottostante la strada tra via San Domenico - via fontanelle. AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI Sono gli spazi destinati all’insediamento delle strutture pubbliche e di volontariato chiamate ad intervenire sul territorio nel caso si verifichi un evento con i loro mezzi e materiali; garantiscono un razionale impiego dei soccorritori, dei mezzi e delle risorse nelle zone di intervento e hanno dimensioni tali ad accogliere almeno due campi base (circa 6.000 m2). Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e risorse potranno essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche mese. Sul territorio del Comune di Fiesole sono individuate: 1. AREA LOGISTICA LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO 2. AREA LOGISTICA/SOCCORSI LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE DESTINAZIONE D’USO Città di Fiesole ELLERA – COMPIOBBI VIA ARETINA VIA ARETINA EST: 11022’35,000 – OVEST: 43047’11,000 PARCHEGGIO DORIN PIAN DEL MUGNONE VIA XXVAPRILE VIA XXVAPRILE EST: 11018’03,000 – OVEST: 43049’08,000 EDIFICIO SCOLASTICO CON PALESTRA E MENSA 53 Piano di Protezione Civile 2014 3. AREA RICOVERO/LOGISTICA LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI DESTINAZIONE D’USO NOTE 4. AREA RICOVERO/LOGISTICA LOCALITÀ INDIRIZZO STRADE D’ACCESSO COORDINATE GEOGRAFICHE RISCHI CONNESSI NOTE PIAN DEL MUGNONE VIA XXVAPRILE VIA XXVAPRILE EST: 11018’03,000 – OVEST: 43049’10,000 L’area ricade in PF2 SCUOLA ELEMENTARE Area adiacente campi da tennis/scuola elementare con palestra. MAIANO VIA CAVE DI MAIANO VIA BENEDETTO DA MAIANO EST: 11018’28,000 – OVEST: 43047’51,000 SPAZIO APERTO Campo adiacente gelateria destinato al ricovero della popolazione. Elisuperfici Sono inoltre state previste aree per l’eventuale atterraggio di elicotteri, con adeguate dimensioni per garantire la sicurezza della manovra, nonché di facile accesso ad autoambulanze. Vedi aree ricovero 03 FIESOLE – 04 FIESOLE – 06 FIESOLE. Città di Fiesole 54 Piano di Protezione Civile 2014 PREVENZIONE Città di Fiesole 55 Piano di Protezione Civile 2014 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE All’interno dell’attività di prevenzione è necessario educare a gestire la situazione di emergenza, non solo il personale che sarà coinvolto in prima persona ma anche la popolazione. Quest’ultima dovrà essere adeguatamente informata sulle procedure e sui compiti e dovrà essere addestrata a sapere cosa fare e cosa non fare. Questo per evitare che comportamenti dettati dall’emotività del momento siano portatori di pericoli aggiuntivi, trasformando una situazione già non facile in una drammatica. Sono informazioni sintetiche e facili da capire che diventeranno patrimonio di conoscenza minimo e vitale per consentire al cittadino di avere un comportamento attivo e utile nella situazione d’emergenza. Informazione capillare e mirata associata ad un atteggiamento di convivenza cosciente con il rischio rendono quasi ininfluente il ruolo svolto dall’imprevedibile ruolo umano. ESERCITAZIONI “Hanno successo non le esercitazioni dove tutto è andato bene, perché tutto è stato accuratamente previsto, ma quelle dalle quali, grazie alle disfunzioni e agli errori riscontrati, è possibile trarre spunto per migliorare strutture e procedure”. Le esercitazioni di Protezione Civile hanno come obiettivo quello di verificare la validità della pianificazione corrispondente e della prontezza operativa degli organi direttivi e delle strutture operative. Per organizzare e condurre adeguatamente una simulazione sul territorio comunale è stato necessario definire le finalità che si volevano raggiungere. Delineando così uno scenario quanto più realistico e credibile, di volta in volta sono state organizzate esercitazioni che hanno visto collaborare il Corpo della Polizia Municipale, punto di riferimento per l’attività della Protezione Civile, con le varie associazioni di volontariato e amministrazioni coinvolte e hanno ogni volta permesso di valutare positivamente l’esperienza. Il Comune di Fiesole è stato tra i primi a predisporre un piano informatizzato di protezione civile, un piano che è stato “il progetto pilota” per la Provincia e gli altri comuni dell’area metropolitana. Da tempo è attiva un’importante sinergia col volontariato, e il comune si è dimostrato desideroso di creare un sempre più stretto rapporto con le associazioni. Dall’alluvione del 1992, con il Mugnone che invase le abitazioni della zona, molti passi sono stati fatti. L’imperativo è la prevenzione. FIESOLE 2001 19/20 Maggio 2001 EVENTO IMPREVEDIBILE: IL SISMA In questa occasione la Protezione Civile è stata impegnata nella simulazione di un terremoto e l’esercitazione si è svolta per due giorni consecutivi. Dalle prime ore della mattina, durante le quali sono state ipotizzate scosse di modeste entità, il Sistema si è messo in moto coinvolgendo tutti gli enti necessari e mettendo in atto tutte le disposizioni legislative che regolamentano questo genere di situazione d’emergenza. All’esercitazione hanno partecipato le associazioni di volontariato della Fratellanza Popolare Valle del Mugnone, Vab, Misericordia di Fiesole, Lance CB e Tlc. Il sisma simulato era del settimo - ottavo grado della scala Mercalli. In particolare si è verificata la viabilità, la stabilità dei ponti, delle strutture e delle abitazioni, la copertura radio di tutto il territorio, la chiusura al traffico delle zone interessate e tre emergenze: il recupero di un ferito nell’alveo del Mugnone (in località Bersaglio), il recupero di un disperso in località Ontignano con l’uso di cani da ricerca, la richiesta di un intervento con l’elicottero e il recupero di alcuni dispersi in seguito al deragliamento di un treno in località Mimmole. L’esercitazione prevedeva anche l’installazione di un campo base a Caldine presso la scuola materna. È stata quindi un utile occasione per testare il Piano di Protezione Civile redatto nel 1998, testare la capacità di risposta operativa Città di Fiesole 56 Piano di Protezione Civile 2014 dell’amministrazione comunale di fronte ad un evento calamitoso, verificare la capacità di interazione delle diverse associazioni. Dopo un’ultima esercitazione in notturna ed il pernottamento nel campo base la manifestazione si è poi conclusa con un briefing nel quale si sono tratte le conclusioni. FIESOLE 2002 18 Maggio 2002 EVENTO PREVEDIBILE: RITROVAMENTO ORDIGNO BELLICO DA DISINNESCARE È da sottolineare come l’emergenza questa volta affrontata è stata una delle prime a svolgersi in Italia; una prova quindi di altissimo livello che ha permesso in questo caso non solo di verificare che il piano adempisse al suo scopo primario che è la salvaguardia degli abitanti ma che testasse la capacità di mettere in sicurezza le opere d’arte presenti nel comune. Proprio la particolarità del territorio con la presenza in un perimetro così ristretto di un altissimo numero di monumenti e musei ha spinto l’amministrazione a mettersi alla prova per verificare l’organizzazione del Sistema quando si tratta di tutelare il patrimonio artistico. Nella tradizione italiana questa pratica non è mai stata organizzata o regolamentata da protocolli operativi o da leggi speciali e nelle situazioni di difficoltà ci si affidava all’iniziativa o al buon senso di direttori, di sovrintendenti e anche alla buona volontà di chi operava a vario titolo nelle istituzioni museali. Il gruppo di Protezione Civile del Comune di Fiesole ha messo a disposizione tre squadre, due per la “logistica” e una per il servizio sanitario a fronteggiare il finto ritrovamento di un ordigno delle seconda guerra mondiale, durante i lavori di scavo archeologico. Un evento particolarissimo che ha coinvolto anche i turisti e ha previsto, dopo la prima essenziale fase di salvaguardia degli individui, la messa in sicurezza delle opere contenute all’interno degli edifici, trasportando in luogo sicuro gli antichi reperti o proteggendo ciò che non è facilmente allontanabile dal museo con procedure idonee. La risposta allo scenario ha previsto il transennamento e la delimitazione dell’area critica, l’individuazione di punti di primo soccorso e l’istallazione del campo base, quindi sono stati individuati i fabbricati ritenuti a rischio valutando il numero delle opere da mettere in sicurezza; infine dopo le opportune fasi di informazione per la popolazione ed evacuazione del sito si è provveduto a disinnescare l’ordigno. Il Comune di Fiesole, osservando il suo territorio e guardando ai rischi possibili, ha considerato l’importanza di tutelare il suo patrimonio artistico, che rappresenta una delle maggiori risorse del comune fiorentino. A volte la rinascita di una zona piegata dalla catastrofe può partire sfruttando i punti di forza, ma se a questi non si è pensato nella fase dell’emergenza ci si potrebbe trovare nella condizione di non averne più a disposizione. Con la scelta di associare al piano di protezione civile un primo tentativo di messa in sicurezza delle proprie opere d’arte il Comune di Fiesole ha dimostrato di aver compreso che la responsabilità nei confronti dei cittadini non si esaurisce con le persone ma soprattutto si attua attraverso la tutela dei segni della storia, la conservazione attenta dei monumenti il rispetto e l’orgoglio di possedere uno tra i più importanti esempi della grande civiltà romana. Protezione civile quindi non limitata ai soli individui ma a tutto ciò che è civile, appartenente al cittadino, i beni culturali e quindi protezione civile in difesa degli uomini e della cultura. FIESOLE 2003 17 Maggio 2003 Questa esercitazione è stata invece organizzata per testare specificatamente il Sistema di protezione Civile a livello locale. Anche questa volta si sono voluti verificare i tempi di reazione, di risposta e soprattutto il numero di risorse (uomini e mezzi) disponibili sul territorio che le precedenti simulazioni non avevano evidenziato a sufficienza. Si è potuto quindi verificare il livello di cooperazione tra associazioni, le loro effettive potenzialità e capacità organizzative. A tale scopo, è importante sottolinearlo, data e luogo previsto per l’esercitazioni non erano stati resi noti, l’unica Città di Fiesole 57 Piano di Protezione Civile 2014 indicazione fornita era il mese in cui si sarebbe svolta l’esercitazione, questo per rendere il più realistico possibile l’avvenimento e poter testare soprattutto i tempi di attivazione delle associazioni coinvolte. Lo scenario prevedeva la caduta di un aereo da turismo tipo Piper nella valle del Sambre, zona vasta e ricca di vegetazione e di sottobosco, piuttosto disagevole che certamente non ha facilitato l’avvistamento dei resti dell’aereo il pattugliamento delle squadre a piedi. Un quadro di esercitazione fortemente realistico considerato anche che un incidente simile che si era verificato precedentemente in località “Monte Giovi”. Infatti fin dall’inizio l’esercitazione non ha assunto i toni di una bella passeggiata nel bosco, ma i tratti di una prova particolarmente impegnativa in alcuni momenti anche dura, che ha messo alla prova le capacità di tutti i soggetti coinvolti. FIESOLE 2005 26 Ottobre 2005 In tale data si è svolta una vera e propria prova generale di evacuazione per allarme del comune, interessati i due edifici del Municipio e del Seminario Vescovile. I responsabili della sicurezza hanno fatto scattare l’allarme e tutti i dipendenti, seguendo le istruzioni a suo tempo impartite, hanno evacuato gli edifici prima del Municipio, alle 9.00 e poi del Seminario, alle 10.00, mettendosi in salvo e poi facendo il punto, una volta fuori, di tutta la situazione. Più rapida l’evacuazione del Seminario, che si è svolta completamente e senza nessun ostacolo in meno di tre minuti, mentre per evacuare l’intero Municipio ci sono voluti circa cinque minuti. Città di Fiesole 58 Piano di Protezione Civile 2014 PARTE OPERATIVA Città di Fiesole 59 Piano di Protezione Civile 2014 LINEE GUIDA PER LA PIANIFICAZIONE COMUNALE DI EMERGENZA • Premesse • Il piano di emergenza • Conclusioni • Glossario • Delibera • PREMESSE Un piano di emergenza non è altro che il progetto di tutte le attività coordinate e di tutte le procedure che dovranno essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso atteso in un determinato territorio, in modo da garantire l'effettivo ed immediato impiego delle risorse necessarie al superamento dell'emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita. Il Piano di Emergenza è il supporto operativo al quale il Sindaco si riferisce per gestire l'emergenza col massimo livello di efficacia. Posto che solo attraverso una precisa distribuzione di sforzi volti: a conoscere le vulnerabilità territoriali ed antropiche; ad organizzare una catena operativa finalizzata al superamento dell'evento. Il Sindaco disporrà quindi di un valido riferimento che determinerà un percorso organizzato in grado di sopperire alla confusione conseguente ad ogni evento calamitoso. Il Piano deve rispondere alle domande: a. quale eventi calamitosi possono ragionevolmente interessare il territorio comunale? b. Quali persone, strutture e servizi ne saranno coinvolti o danneggiati? c. Quale organizzazione operativa è necessaria per ridurre al minimo gli effetti dell'evento con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana? d. A chi vengono assegnate le diverse responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze? Per poter soddisfare queste necessità occorre innanzitutto definire gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.) al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all' evento atteso e quindi poter dimensionare preventivamente la risposta operativa necessaria al superamento della calamità con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana (quanti vigili del fuoco, quanti volontari, quali strutture di comando e controllo, quali strade o itinerari di fuga, quali strutture di ricovero, aree sanitarie, etc.) Il Piano è dunque uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile sulla base delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, aggiornabile e integrabile non solo in riferimento all'elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto quando si acquisiscano nuove conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, o ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione. A livello provinciale, il Piano individuerà, a scala intercomunale o provinciale, da un lato le situazioni che possono configurare un'emergenza più estesa del singolo comune, dall'altro le Città di Fiesole 60 Piano di Protezione Civile 2014 situazioni, anche localizzate, di maggior rischio segnalando, quando occorre, la necessità di un approfondimento relativo ad alcuni aspetti riferiti alla scala Comunale. A livello comunale, si rende necessario arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta agli operatori delle varie componenti della Protezione Civile di avere un quadro di riferimento corrispondente alla dimensione dell'evento atteso, della popolazione coinvolta, della viabilità alternativa, delle possibili vie di fuga, delle aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e così via. Considerato che il rischio presente in un territorio può fare riferimento a diverse tipologie di evento (alluvioni, terremoti, frane...) il Piano deve prevedere uno o più "scenari di rischio", a cui debbono o possono corrispondere diverse tipologie di intervento. È opportuno a questo proposito sottolineare un punto essenziale e cioè che il Piano deve essere redatto comunque sulla base delle conoscenze scientifiche possedute al momento, senza attendere studi in corso o futuri incarichi o perfezionamenti. Un piano "speditivo", sia pure impreciso e cautelativo, è meglio che nessun piano. Appena possibile, si farà una revisione del Piano, lo si migliorerà, lo si completerà con più dati e più basi scientifiche. Il concetto-chiave della pianificazione di emergenza è comunque cercare di prevedere tutto, ma tuttavia occorre essere consapevoli che sarà sempre possibile in ogni emergenza, dover affrontare qualcosa di non previsto, pertanto occorre la massima flessibilità e contemporaneamente la capacità di creare i presupposti (ad es.attraverso le esercitazioni) affinchè anche in questi casi vi siano le migliori condizioni di successo. • Il quadro di riferimento istituzionale Con la riforma della struttura del Governo, operata dal D.Lgs. 300/99, un nuovo soggetto assume ruoli primari e determinanti sulla scena istituzionale della protezione civile in Italia: l'Agenzia Nazionale della Protezione Civile. Questo organismo riassume in sé tre strutture fondamentali di livello nazionale: • il Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; • la Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio presso il Ministero dell'Interno; • il Servizio Sismico Nazionale presso il Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali (attualmente dipendente dal Ministero dei Lavori Pubblici). L'Agenzia ha un ruolo primario per la gestione delle emergenze nazionali (eventi di tipo c), ex Art. 2 L. 225 / 92 ma non solo; il fatto di poter essere attivata dal Prefetto per le emergenze di tipo b), cioè di livello provinciale, e in casi particolari anche per gli eventi di tipo a), cioè di livello locale, fa dell'Agenzia un soggetto che può operare di fatto a tutto campo. Il Prefetto resta il cardine della struttura di comando e coordinamento del sistema operativo della protezione civile. In ambito provinciale. La Regione assume un ruolo importante nella fase della previsione-prevenzione, gestione delle emergenze e ritorno alle normali condizioni di vita agendo soprattutto su cinque fattori: a. prevenzione a lungo termine, da svilupparsi intervenendo anche normativamente sui fattori urbanistici e territoriali, sviluppando politiche rigorose di protezione e conoscenza del territorio e dei suoi rischi, sviluppando la cultura di protezione civile e la formazione a tutti i livelli, dai corsi di base e di aggiornamento alle esercitazioni e simulazioni di evento; Città di Fiesole 61 Piano di Protezione Civile 2014 b. prevenzione a breve-medio termine, attraverso l'attività di pianificazione e realizzando,anche tramite altri enti, le opere di difesa del suolo, e di ingegneria naturalistica e sismica,per mitigare il rischio in modo concreto, il monitoraggio dei rischi nonché cooperando nellapianificazione di emergenza degli Enti locali. c. previsione a brevissimo termine, effettuata utilizzando i più ampi e affidabili sistemi di previsione e monitoraggio dei rischi, sviluppando azioni di preannuncio e allertamento per eventi calamitosi attesi (da pochi giorni a poche ore prima dell'evento). d. gestione delle emergenze, collaborando con le diverse componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile. e. ritorno alla normalità, predisponendo assieme agli altri enti territoriali, piani di ripristino relativi al ritorno alle normali condizioni di vita. La Provincia ha assunto sempre maggiore importanza nel quadro di riferimento istituzionale attesi i livelli di competenza ad essa trasferiti dalla vigente legislazione sia in emergenza che nelle fasi di pianificazione preventiva e successiva all'evento. Il Sindaco è l'elemento determinante della catena operativa della protezione civile a livello comunale nell'assunzione di tutte le responsabilità connesse alle incombenze di protezione civile: dalla organizzazione preventiva delle attività di controllo e monitoraggio fino all'adozione dei provvedimenti di emergenza indirizzati soprattutto alla salvaguardia della vita umana. • Le competenze L'attività di indirizzo normativo compete: • all'Agenzia di Protezione Civile (ex Dipartimento della Protezione Civile) per i livelli nazionale, regionale e locale; • alla Regione per i livelli regionale e locale. L'attività di pianificazione (redazione dei Piani di Emergenza) compete: • all'Agenzia di Protezione Civile, per i piani nazionali; • alle Prefetture ed alle Amministrazioni Provinciali, per i piani di rilevanza provinciale; • alle Comunità Montane per i piani intercomunali in aree montane. • alle Amministrazioni Comunali, per i piani comunali. L'attività operativa volta alla gestione e superamento dell'emergenza compete a: Sindaco, per gli eventi di protezione civile naturali o connessi con l'attività dell'uomo che, per loro natura ed estensione, comportino l'intervento coordinato degli enti o amministrazioni competenti in via ordinaria relativamente al territorio comunale; Prefetto, Provincia e Regione, per gli eventi di protezione civile, naturali o connessi con l'attività dell'uomo che, per loro natura ed estensione, comportino l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria; Agenzia e Regione, per gli interventi di protezione civile nelle calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari. • Le procedure di emergenza Città di Fiesole 62 Piano di Protezione Civile 2014 Il sistema normativo di riferimento e le prassi operative ormai consolidate prevedono una cronologia di azioni che possono essere così riassunte: a. Alle emergenze classificabili fra gli eventi di protezione civile deve far fronte in primo luogo il Comune con i propri mezzi e strutture. Nel caso in cui la natura e la dimensione dell'evento calamitoso lo esigano, il Sindaco richiede l'intervento del Prefetto e della Regione Toscana che cooperano per attivare in sede locale o provinciale le risorse necessarie al superamento dell'emergenza. b. Qualora l'evento calamitoso assuma dimensioni o caratteristiche così rilevanti e tali da dover essere affrontate con mezzi e poteri straordinari, il Prefetto e la Regione richiedono l'intervento dello Stato attraverso la struttura nazionale di protezione civile (Agenzia di Protezione Civile). In ogni caso, al verificarsi di una situazione di emergenza, anche di livello comunale, il Sindaco deve darne immediata comunicazione al Servizio Regionale di Protezione Civile, nonché alla Prefettura, e ne informa i responsabili per tutta la durata dell'emergenza. • Il ruolo del sindaco in emergenza La normativa di comparto assegna al Sindaco un ruolo da protagonista in tutte le attività di protezione civile (prevenzione, soccorso e superamento dell'emergenza) atteso che il Sindaco è la persona/istituzione che il cittadino riconosce quale massimo riferimento locale. Il Sindaco, Autorità comunale di protezione civile e responsabile primo delle attività volte alla salvaguardia dell'incolumità pubblica e privata, al verificarsi di una situazione d'emergenza ed acquisite le opportune e dettagliate informazioni sull'evento assume la direzione dei servizi di soccorso e assistenza alla popolazione colpita ed adotta i necessari provvedimenti. In ragione della normativa statale e regionale vigente (Legge n. 225/92 e Legge Regionale n. 9/2000) per il corretto espletamento delle responsabilità ad esso affidate, ogni Sindaco ha il-dovere di dotarsi di una struttura operativa in grado di assisterlo nelle fasi preventive ed organizzative del sistema comunale di protezione civile nonché nelle fasi operative volte al superamento dell'emergenza. In Particolare si ricordano le principali incombenze ascritte alle competenze e responsabilità del Sindaco: a. Organizzare una struttura operativa comunale (tecnici comunali, volontari, imprese, ecc.) per assicurare i primi interventi di protezione civile con particolare riguardo a quelli finalizzati alla salvaguardia della vita umana; b. Attivare, anche attraverso il Volontariato, i primi soccorsi alla popolazione e gli interventi urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza; c. Fornire adeguata informazione alla cittadinanza sul grado di esposizione al rischio ed attivare opportuni sistemi di allerta; d. Provvedere alla vigilanza sull'insorgere di situazioni di rischio idrogeologico o di altri rischi specie in presenza di ufficiali comunicazioni di allerta, adottando le necessarie azioni di salvaguardia della pubblica e privata incolumità. e. Assicurare una reperibilità finalizzata in via prioritaria alla ricezione di comunicazioni di allerta; Città di Fiesole 63 Piano di Protezione Civile 2014 f. Individuare siti sicuri da adibire al preventivo e/o temporaneo ricovero per la popolazione esposta, attivando se del caso sgomberi preventivi. • IL PIANO DI EMERGENZA Il piano di emergenza è il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di Protezione Civile per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso, probabile in un determinato territorio. L'elaborazione del Piano Comunale di emergenza ha lo scopo di disporre, secondo uno schema ordinato, il complesso delle attività operative per un coordinato intervento di prevenzione e soccorso in emergenza a favore delle popolazioni esposte ad eventi calamitosi. Il piano di emergenza deve quindi prevedere l'utilizzo di tutte le risorse tecniche, assistenziali e sanitarie presenti nella provincia con l'integrazione, in caso di necessità, delle risorse reperibili in ambito regionale (art. 108 D.L. 112/98). 1) I soggetti idonei alla redazione del piano Essendo evidente l'importanza strategica che riveste la redazione del Piano di Emergenza Comunale risulta ovvio il fatto che, nella medesima, vengano impiegate professionalità di capacità ed esperienza adeguate. I migliori risultati potranno essere ottenuti se nella redazione del Piano il Sindaco disporrà di una partecipazione attiva delle strutture comunali, assumendo il fatto che un documento interamente redatto dai suoi uffici tecnici, eventualmente supportati da professionisti del settore, corrisponderà meglio alle esigenze gestionali dello stesso Piano in caso di emergenza. Ferme restando le responsabilità di formazione, coordinamento e gestione del Piano attribuite dalla normativa vigente alle Amministrazioni Comunali, sarà comunque possibile, in assenza del personale adeguato nell'organico degli uffici tecnici, affidare la redazione del Piano a professionisti esterni, ad associazioni di professionisti (ognuno per la propria area di competenza), o società di progettazione (costituite sempre da professionisti qualificati), ovvero ancora Università o Istituti di ricerca pubblici, allo scopo di integrare le figure necessarie allo sviluppo del piano. In attesa della auspicabile costituzione di un elenco ufficiale delle figure professionali abilitate a tale compito si ricorda che la Presidenza del Consiglio dei Ministri con nota N° 36629/92-2 in data 2 Dicembre 1998, trasmessa a Prefetture, Regioni, Province, Comunità Montane e Comuni individua anche in coloro che sono in possesso di idonea certificazione, rilasciata dal Dipartimento della Protezione Civile, relativamente ai corsi in Disaster Management, i soggetti aventi professionalità adeguate per fornire attività di consulenza in materia. 2) La struttura del piano Il piano è strutturato sulla base di due elementi principali: A) Il Modello di intervento che consiste nell'individuazione dei soggetti, delle competenze, delle procedure operative necessarie all'organizzazione ed l'attivazione delle azioni corrispondenti alle necessità di superamento dell'emergenza. B) I Dati di base e gli Scenari consistono nella raccolta ed organizzazione di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio, della distribuzione della popolazione e dei servizi, dei fattori di pericolosità, di rischio, della vulnerabilità e dei conseguenti scenari al fine di disporre di tutte le informazioni antropico-territoriali utili alla gestione dell'emergenza. Il Piano di Emergenza è dunque il progetto di tutte le attività e delle procedure di protezione civile necessarie ed utili per fronteggiare qualsiasi evento calamitoso che abbia probabilità di avvenire in un dato territorio comunale, consentendo l'impiego razionale e immediato delle risorse. Città di Fiesole 64 Piano di Protezione Civile 2014 A. Il modello di intervento Il modello di intervento consiste nell'assegnazione delle responsabilità e dei compiti, nei vari livelli di comando e controllo, per la gestione delle emergenze. Tale modello riporta il complesso delle procedure per la realizzazione del costante scambio di informazioni tra il sistema centrale e periferico di protezione civile, in modo da consentire l'utilizzazione razionale delle risorse con il coordinamento di tutti i Centri Operativi dislocati sul territorio, in relazione al tipo di evento (art. 2, L.225/92). La catena operativa in sede locale prevede la sequenza discendente C.C.S., C.O.M. e C.O.C: A1) Il centro coordinamento soccorsi (C.C.S.) Il C.C.S. rappresenta il massimo organo di gestione delle attività di Protezione Civile a livello provinciale e si identifica in una struttura operativa che elabora il quadro determinato dalla calamità, riceve le richieste di intervento e soccorso provenienti da altre strutture operative ed ancora, elabora le strategie di intervento operativo e supporto logistico necessarie al superamento dell'emergenza in corso. Nell'ambito dell'attività svolta dal C.C.S. si distinguono: una "area strategia";, alla quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, ed una "area operativa" nella quale operano 14 funzioni di supporto che, in coordinamento con l'area strategica ed il responsabile dell'emergenza, determinano gli interventi di settore e globali necessari al superamento dell'emergenza. A2) Il centro operativo misto (C.O.M.) Il C.O.M. è una struttura operativa decentrata che coordina le attività in emergenza di più Comuni, in supporto alle attività dei Sindaci dei Comuni colpiti dalle calamità svolgendo, su una base territoriale più ristretta rispetto al C.C.S., analoghi compiti di determinazione del quadro di evento, di riscontro delle necessità rappresentate dai Comuni di riferimento e di intervento logistico operativo, svolto direttamente o tramite C.C.S., per il superamento dell'emergenza. Il C.O.M. si struttura quale luogo di riferimento, per un numero (preordinato e già conosciuto) di Comuni. L' ubicazione del C.O.M. è di norma baricentrica rispetto ai Comuni afferenti ed è opportuno sia localizzata in strutture antisismiche, non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio; in casi particolari, riferiti ad eventi non prevedibili come collocazione spaziale, il C.O.M. può essere istituito in altre sedi ritenute più opportune. A3) Il centro operativo comunale (C.O.C.) Il Sindaco, per assicurare nell'ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.). La scelta dell'ubicazione di tale Centro dovrà essere in strutture antisismiche, in aree di facile accesso e non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio. Tali strutture devono essere dotate di un piazzale attiguo che abbia dimensioni sufficienti ad accogliere mezzi pesanti e quanto altro occorra in stato di emergenza. Al C.O.C afferiscono i livelli decisionali di tutta la struttura comunale riassunta nelle responsabilità sindacali di cui ai precedenti paragrafi; di norma il livello decisionale è assunto dal Sindaco il quale attraverso un sistema comunale di protezione civile individua le azioni e le strategie necessarie per il superamento dell'evento. Il C.O.C. opera in un luogo di coordinamento detto "sala operativa" in cui convergono tutte le notizie collegate all'evento e nella quale vengono prese le decisioni relative al suo superamento; il C.O.C. è attivato dal Sindaco in previsione di un evento o in immediata Città di Fiesole 65 Piano di Protezione Civile 2014 conseguenza dello stesso e rimane operativo fino alla risoluzione delle problematiche generate dell'evento stesso. Al Sindaco viene imputata la responsabilità di gestione dell'emergenza dal momento in cui la medesima è stata prevista o si è manifestata. Importante aiuto alle attività sindacali può essere reso dall'attivazione di Funzioni di supporto. (Metodo AUGUSTUS DPC informa 4 MAGGIO 1997) Le Funzioni di supporto si identificano essenzialmente in azioni e responsabili che hanno il compito di supportare il Sindaco nelle decisioni da prendere e nell'assunzione di iniziative a carattere operativo per settori funzionali specifici. Tali Funzioni potranno essere attivate tutte o solo in parte, in ragione delle necessità dettate dall'emergenza. A4) Le funzioni di supporto Funzione 1: tecnica e pianificazione La funzione tecnica e di pianificazione ha il compito di coordinare i rapporti tra le varie componenti-tecniche, cui è richiesta un'analisi del fenomeno in atto o previsto, con finalizzazioni relative all'impatto sul territorio comunale. Funzione 2: sanità, assistenza sociale e veterinaria La funzione pianifica e gestisce tutte le problematiche relative agli aspetti socio-sanitari dell'emergenza. Funzione 3: volontariato La funzione coordina e rende disponibili uomini, mezzi e materiali da impiegare operativamente e partecipa alle operazioni di monitoraggio, soccorso ed assistenza. Funzione 4: materiali e mezzi La funzione fornisce ed aggiorna il quadro delle risorse disponibili o necessarie. Funzione 5: servizi essenziali La funzione ha il compito di coordinare i rappresentanti dei servizi essenziali (luce, gas, acqua...) al fine di provvedere agli interventi urgenti per il ripristino delle reti. Funzione 6: censimento danni a persone e cose L'attività ha il compito di censire la situazione determinatasi a seguito dell'evento calamitoso con particolare riferimento a persone, edifici pubblici, edifici privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche ecc. al fine di predisporre il quadro delle necessità. Funzione 7: strutture operative locali, viabilità La funzione ha il compito di coordinare tutte le strutture operative locali, con la finalità di regolamentare la circolazione in corso di evento, per ottimizzare l'afflusso dei mezzi di soccorso. Funzione 8: telecomunicazioni La funzione coordina le attività di ripristino delle reti di telecomunicazione utilizzando anche le organizzazioni di volontariato (radioamatori) per organizzare una rete di telecomunicazioni alternativa. al fine di garantire l'affluenza ed il transito delle comunicazioni di emergenza dalla ed alla sala operativa comunale. Funzione 9: assistenza alla popolazione Per fronteggiare le esigenze della popolazione sottoposta a stati di emergenza la funzione Assistenza ha il con il compito di agevolare al meglio la popolazione nell'acquisizione di livelli di certezza relativi alla propria collocazione alternativa, alle esigenze sanitarie di base, al sostegno psicologico, alla continuità didattica ecc.. Attraverso l'attivazione delle Funzioni di Supporto il Sindaco, figura istituzionale di riferimento in ambito di protezione civile: Città di Fiesole 66 Piano di Protezione Civile 2014 • individua i responsabili delle funzioni essenziali necessarie per la gestione della emergenza "in emergenza"; • garantisce il continuo aggiornamento del piano tramite le attività dei responsabili in "tempo di pace". Tramite l'attività dei responsabili delle funzioni di supporto si avrà quindi la possibilità di tenere sempre efficiente il piano di emergenza che individua, per ogni funzione, un unico responsabile sia in emergenza sia in situazione ordinaria e questo consente al Sindaco di utilizzare in emergenza, e nel Centro Operativo Comunale, esperti che già si conoscono e lavorano insieme raggiungendo una migliore omogeneità fra componenti e strutture operative a tutto vantaggio dell'efficienza. A5) Attivazione ed organizzazione del C.O.C. Il Sindaco posto a conoscenza di un evento calamitoso previsto od in atto attiverà e presiederà il C.O.C attribuendo a ciascuna Funzione i relativi compiti e definendo le procedure operative per l'attuazione del modello di intervento in funzione degli eventi possibili o in corso. Il modello di intervento dovrà prevedere almeno le seguenti procedure operative: • l'immediata reperibilità dei funzionari del C.O.C.; • l'attivazione dei monitoraggi di evento con l'eventuale istituzione di uno stato di presidio h24; • il controllo del territorio, la delimitazione delle aree a rischio, gli eventuali sgomberi cautelativi, la predisposizione dei cancelli stradali e quanto d'altro di necessità per assicurare la pubblica e privata incolumità e l'organizzazione dei soccorsi; • l'impiego organizzato della polizia municipale assistita dalle Organizzazioni di Volontariato o dalla Squadra Comunale; • l'allertamento della popolazione; • la organizzazione ed il presidio delle aree/strutture di attesa; • l'allestimento delle aree/strutture di ricovero per la popolazione. B. I dati di base e gli scenari Come evidente una buona organizzazione operativa, strutturata in ragione di criteri di pronta disponibilità di uomini e mezzi da porre in campo in caso di emergenza, è da considerarsi l'unico ed irrinunciabile rimedio ad una situazione calamitosa o catastrofica prevista od in atto, per gestire al meglio i soccorsi e per accelerare al massimo il ritorno alle normali condizioni di vita dei cittadini, ricorrendo se necessario all'intervento del Prefetto, della Regione o di altri organismi deputati a supportarlo. La struttura organizzata del C.O.C. ,sulla base dell'esperienza maturata e dalla competenza dei propri componenti responsabili ed operativi, fornisce la risposta pratica alle necessità indotte dalle calamità, considerando i contenuti degli "scenari di riferimento". Lo scenario altro non è che la valutazione preventiva degli effetti sul territorio, sulle persone, sulle cose e sui servizi essenziali ingenerati da un determinato evento e da cui deriva la conoscenza dei probabili sviluppi progressivi e finali, che tali effetti producono nella catena di comando. Il Sindaco potrà così disporre di un quadro orientativo di riferimento la cui valenza è evidente poiché permette di rispondere, con ampi margini di certezza, a domande del tipo: "che cosa succederà o sta succedendo?" "cosa si deve fare per mitigare i danni attesi ?" "quali azioni intraprendere per assicurare la incolumità dei cittadini?" " quali sono le risorse necessarie di cui non disponiamo e che dobbiamo chiedere affinchè siano commisurate all'evento che stiamo affrontando?" "da dove è meglio iniziare le operazioni di ripristino dei danni, e di quali strutture è necessaria la disponibilità per assicurare alloggi temporanei?" Città di Fiesole 67 Piano di Protezione Civile 2014 Per arrivare ad uno scenario attendibile è necessario disporre dei dati di base e poi organizzare gli stessi in una sequenza logica del tipo: - informazioni generali sul territorio; - informazioni generali e particolari relative ad ogni tipologia di rischio presente sul territorio; - considerazioni sulla vulnerabilità, relativamente a: persone, cose, servizi, infrastrutture, attività economiche ecc., per ogni evento massimo atteso. Correlando queste informazioni con i livelli di riferimento operativo già delineati nel paragrafo precedente e con informazioni generali sulle aree di emergenza, sulle strutture idonee all'accoglienza temporanea, la viabilità alternativa, i servizi di pronto intervento e soccorso; le informazioni generali e particolareggiate sugli strumenti operativi disponibili (uomini, mezzi ecc...); In tal modo viene definito uno scenario globale che mette in evidenza il danno atteso ed inoltre definisce la risposta possibile e le procedure di applicazione del Piano di emergenza, producendo di fatto la traccia delle azioni da intraprendere in caso di evento. B 1 Cartografia del rischio e delle vulnerabilità La "cartografia del rischio" dovrà evidenziare con opportuna simbologia i rischi presenti sul territorio comunale alla scala operativa del 25.000 o meglio del 10.000 rappresentando, ad esempio le aree soggette ad inondazione, quelle in frana reale o potenziale, le zone interessate da problematiche ambientali od antropiche, i maggiori punti di vulnerabilità viaria, i servizi essenziali ecc.. Per ogni area a rischio, con una visione comunque globale alla scala comunale, deve essere evidenziato il rapporto tra area a rischio e stato di pericolo per persone, cose e servizi al fine di poter individuare a priori o in corso di evento le migliori strategie di difesa attiva e preventiva. B 2 Cartografia dei siti e dei presidi di protezione civile In tale cartografia risulta di estrema utilità rappresentare, con opportuna simbologia e corredo di database informativo dedicato ad indirizzi e numeri telefonici di emergenza, l'ubicazione dei centri operativi, dei presidi di protezione civile, dei percorsi alternativi, delle aree di attesa, di ricovero e di ammassamento ed ogni altra informazione utile. La funzione della cartografia dei siti e dei presidi è quella di rendere disponibile in forma semplificata, cartacea od informatica le informazioni necessarie alla gestione corrente dell'emergenza razionalizzando, attraverso procedure standardizzate sia i livelli evolutivi dell'evento sull'ambiente antropizzato sia i riferimenti (siti e presidi) fisici necessari al superamento dell'emergenza in corso. Al fine di rendere più esplicito il percorso organizzativo-cartografico di Piano che in sede comunale deve essere attivato in preparazione dell'emergenza o durante la stessa viene di seguito fornito esempio di cartografia della vulnerabilità generale, dei siti e dei presidi di protezione civile con annesso esempio di elenco indirizzi di presidio a corredo della stessa. N.B.: La cartografia di riferimento è quella utilizzata dalla Regione Liguria in occasione della pubblicazione della "Ricerca in materia di protezione civile relativa al bacino del Torrente Prino (IM) ed alcune simbologie possono non risultare conformi ed aggiornate con quelle definite nel presente documento. • CONCLUSIONI Dalla esposizione dei paragrafi precedenti emerge con evidenza il fatto che una adeguata organizzazione operativa, supportata dalla conoscenza dello stato di rischio per il territorio e per le antropizzazioni e da una procedura di gestione del Piano comunale di emergenza, fanno riscontro al Sindaco gli elementi necessari per il superamento degli stati di crisi determinati da eventi calamitoso. Città di Fiesole 68 Piano di Protezione Civile 2014 Ovviamente non sarà sempre possibile essere preparati per ogni calamità ma se il principio della organizzazione preventiva è assunto quale base di riferimento per l'impostazione delle procedure di emergenza è chiaro che, nel tempo, i meccanismi generali individuati nelle fasi di pianificazione non potranno altro che assurgere a prassi e consuetudine portando ogni ambiente di riferimento, anche il Comune più piccolo, ad un più elevato livello di preparazione e di capacità. Occorre inoltre evidenziare che gli elementi necessari per rendere efficace il Piano sono: 1. Aggiornamento periodico 2. Attuazione di esercitazioni 3. Informazione alla popolazione In questo senso si raccomanda una puntuale applicazione dei concetti anzi rappresentati e si ritiene utile aggiungere ancora alcune sintetiche informazioni utili nella redazione e gestione del Piano di Emergenza comunale: 1 Il coordinamento comunale Il Sindaco è Autorità comunale di protezione civile (art. 15, comma 3, L. 225/92). Al verificarsi dell'emergenza assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso in ambito comunale e ne dà comunicazione al Presidente della Giunta Regionale, al Prefetto e al Presidente della Provincia. Il Sindaco per l'espletamento delle proprie funzioni si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), vedi modello di intervento. 2 La informazione alla popolazione È fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all'evento conosca preventivamente: • lo scenario di rischio che insiste sul proprio territorio; • le linee generali del piano comunale di emergenza; • comportamenti da assumere, prima, durante e dopo l'evento; • i mezzi ed i modi attraverso i quali verranno diffuse informazioni ed allarmi. • Il Sindaco dovrà quindi predisporre e divulgare un sistema di allertamento per la popolazione. 3 La salvaguardia della popolazione Il Sindaco quale Autorità di protezione civile ha precisi obblighi nei confronti della collettività che rappresenta ed in particolare ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e della tutela del proprio territorio. Le misure di salvaguardia per la popolazione per gli eventi prevedibili sono finalizzate all'allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; un particolare riguardo deve essere dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini). Occorre quindi predisporre un piano di evacuazione e saperlo attivare con l'apporto congiunto di tutte le strutture operative e del volontariato. 4 La salvaguardia del sistema produttivo locale Questo intervento deve essere effettuato nel periodo immediatamente precedente al manifestarsi dell'evento, informando i soggetti pubblici e privati dell'imminenza di evento per consentire la messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti stoccati. 5 Il ripristino della viabilità e dei trasporti Il Piano di Emergenza dovrà prevedere interventi per la riattivazione dei trasporti pubblici, il trasporto delle materie prime e di quelle strategiche, l'ottimizzazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e l'accesso dei mezzi di soccorso nell'area colpita.. Città di Fiesole 69 Piano di Protezione Civile 2014 6 Le aree di emergenza Sono aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di attesa sono luoghi di accoglienza per la popolazione nella prima fase dell'evento ( possono essere utilizzate anche nelle fasi che precedono l'evento quando questo può essere previsto); le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui alloggiare la popolazione colpita. Ciascun Sindaco deve individuare nel proprio territorio aree di attesa e aree di ricovero in numero commisurato alla popolazione a rischio. Il Sindaco il cui Comune è sede di C.O.M. deve inoltre individuare l'area di ammassamento dei soccorritori e delle risorse in cui confluiranno gli aiuti destinati a tutti i Comuni afferenti al C.O.M.. Ciascuna area di emergenza, con i relativi percorsi di accesso, deve essere rappresentata su cartografia e/o immagini fotografiche in scala 1:5.000 e/o 1:10.000 (su supporto cartaceo e/o numerico), utilizzando la simbologia tematica nazionale. • Aree di attesa della popolazione Le Aree di Attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione; si possono utilizzare strutture coperte (scuole, palestre, sale riunioni, ecc.), ritenute idonee purchè non soggette a rischio (frane, crolli, allagamenti, ecc.), e raggiungibili attraverso un percorso sicuro segnalato (in verde) sulla cartografia. Il numero e la tipologia delle aree viene individuato in funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti a rischio. In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, in attesa di essere sistemata presso le aree di ricovero qualora la situazione lo rendesse necessario. • Aree di ricovero della popolazione Le Aree di Ricovero della popolazione corrispondono a strutture di accoglienza (ostelli, alberghi, abitazioni private, ecc.) o luoghi in cui saranno allestiti moduli abitativi in grado di assicurare un ricovero prolungato alla popolazione colpita. Si devono individuare aree/strutture non soggette a rischio, possibilmente ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e ricettive per lo smaltimento di acque reflue. Il percorso più idoneo per raggiungere tali aree deve essere riportato in rosso sulla cartografia. Tali aree devono essere poste in prossimità di un nodo viario o comunque devono essere facilmente raggiungibili anche da mezzi di grande dimensione. Inoltre, è preferibile che le aree abbiano nelle immediate adiacenze spazi liberi ed idonei per un eventuale ampliamento. Le Aree di Ricovero della popolazione potranno essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche anno. • Aree di ammassamento soccorritori e risorse Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e delle risorse devono essere necessariamente individuate dai Sindaci i cui comuni sono sedi di C.O.M. poiché da tali aree partono i soccorsi per tutti i comuni afferenti. Le aree di ammassamento garantiscono un razionale impiego dei soccorritori, dei mezzi e delle risorse nelle zone di intervento: esse devono avere dimensioni sufficienti per accogliere almeno due campi base (circa 6.000 m2). Sulla cartografia andrà segnalato (in giallo) il percorso migliore per accedervi. Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e risorse possono essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche mese. 7 Gli indicatori di evento e risposte del sistema comunale di protezione civile Il Piano dovrà riportare quali sono gli indicatori di evento cui corrispondono i tre diversi livelli di allerta. (preallerta, allerta 1 ed allerta 2) A ciascun livello di allerta corrisponde in emergenza una fase operativa che rappresenta l'insieme delle azioni svolte dalle singole Componenti e Strutture Operative di Protezione Civile durante un Città di Fiesole 70 Piano di Protezione Civile 2014 determinato momento dell'emergenza (Modello di intervento - Parte A del Piano), attivata dall'Autorità Comunale di Protezione Civile. Il Sindaco potrà predisporre in tempo reale tutte le attivazioni operative comunali in base al livello di allerta dato per l'evento, prima che quest'ultimo si manifesti. Tramite il proprio Centro Operativo (composto dai responsabili delle Funzioni di Supporto) Il Sindaco potrà organizzare la prima risposta operativa di protezione civile, mantenendo un costante collegamento con tutti gli Enti preposti al monitoraggio per l'evento atteso sul proprio territorio. 8 La continuità amministrativa ed il supporto all'attività di emergenza Uno dei compiti prioritari del Sindaco in emergenza è quello di mantenere la continuità amministrativa del proprio Comune (anagrafe, ufficio tecnico, scuole ecc.). Pertanto, qualora la sede municipale risultasse a rischio, occorrerà provvedere già in fase di pianificazione ad individuare una sede alternativa per garantire la continuità amministrativa in emergenza 9 La funzionalità delle telecomunicazioni Il piano dovrà definire il grado di vulnerabilità del sistema di comunicazioni e definire con i gestori del servizio le possibili procedure per il ripristino o l'attivazione di sistemi alternativi. La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere assicurata nel più breve tempo possibile. Si dovrà verificare la funzionalità delle reti radio delle diverse strutture operative per garantire i collegamenti fra i vari Centri Operativi che potrebbero essere interessati dagli eventi calamitosi, considerati secondo gli scenari del piano. In ogni piano sarà prevista una singola funzione di supporto che garantisca il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi mirati, per ridare piena funzionalità alle telecomunicazioni. 10 La funzionalità dei servizi essenziali Le procedure di riattivazione delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovranno essere previste nel Piano Comunale mediante specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente. Città di Fiesole 71 Piano di Protezione Civile 2014 PIANIFICAZIONE E MODELLO DEGLI INTERVENTI STRUTTURA DEL COMUNE CENTRO OPERATIVO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Il C.O.C, CENTRO OPERATIVO COMUNALE ha sede in Via Faentina, 278 – Caldine, Fiesole. Con delibera della Giunta comunale n. 143 del 28/10/2003, esecutiva a termini di legge, il Comune di Fiesole ha stabilito di individuare ed insediare la sede del Comitato Organizzativo Comunale (C.O.C.) della Protezione Civile nei locali posti al piano terra della Scuola materna di Caldine; ha inoltre stabilito di autorizzare il Concessionario, Fratellanza Popolare Valle del Mugnone, all’accesso nei locali posti al piano terreno della scuola per lo svolgimento di attività inerenti l’aggiornamento del piano di Protezione Civile ed altre attività esclusivamente inerenti la Protezione Civile nonché all’utilizzo gratuito dell’attrezzatura in essi contenuta e di concedere in uso gratuito il piazzale adiacente la scuola materna di Caldine al Concessionario per la creazione di una centrale operativa di protezione civile, per il coordinamento delle emergenze territoriali, per lo stoccaggio delle attrezzature, per lo svolgimento di attività sociali e per la sosta di automezzi di emergenza. La concessione si rinnova tacitamente ogni anno. Con delibera della Giunta comunale n.84 del 14/06/2006, il Comune di Fiesole ha stabilito inoltre di sub comodare i locali della “Stazione di Fiesole – Caldine” e quindi la concessione in uso gratuito della stessa all’associazione “V.A.B.”, affinché possa esercitare l’attività di protezione civile. I responsabili comunali che attivano e coordinano le attività in caso di emergenza sono: RESPONSABILI COMUNALI RESPONSABILE COMUNALE 1 RESPONSABILE INDIRIZZO UFFICIO CELLULARE ABITAZIONE TELEFONO CENTRALINO IND. UFFICIO EMAIL TELEFONO UFFICIO FAX UFFICIO Com.te Alessandro Braschi Via Portigiani, 24-Fiesole 348 5275013 055 4226019 055 597177 [email protected] 055 5961236 055 5961268 CONCESSIONARI “A.V.S. Fratellanza Popolare Valle del Mugnone” O.N.L.U.S. Il concessionario si impegna a svolgere le seguenti attività: - Monitoraggio ambientale; - Controllo del Mugnone e dei suoi affluenti ed eventuali interventi su situazioni che pregiudicano il normale scorrimento dei torrenti creando potenziali rischi di esondazione. Città di Fiesole 72 Piano di Protezione Civile 2014 - Monitoraggio più stretto in caso di precipitazioni intense e/o rischio imminente di esondazione. Chiusura dei guadi di Caldine e Pian del Mugnone. Supporto alla polizia municipale in caso di emergenze di scarsa entità (temporali, ecc.) previo congruo preavviso e reperimento di personale da inviare. Intervento di supporto in caso di EMERGENZA NEVE. V.A.B. Associazione Vigilanza Antincendi Boschivi Il concessionario ottiene l’uso dei locali per effettuare esclusivamente il seguente utilizzo: - Compiti propri dell’associazione. - Vigilanza antincendio. - Attività di protezione civile. - Avendo aderito al “Piano Neve”, il che consente di usufruire del suo operato, oltre che per l’incendio, anche in caso di neve e condizioni metereologiche avverse. - La predetta si è resa disponibile a dotarsi di attrezzatura “spargisale”, per essere meglio operativa in caso di gelo. FUNZIONI DI SUPPORTO 1. FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE Responsabile Dipartimento servizi tecnici GALLI FILIPPO Piazza dei Mezzadri Caldine Attivazione Funzione: Tel: 055 5961301 – 335 7537087 Fax: 055 5961252 Cell.personale: 3475402701 2. FUNZIONE SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA MEDICO DELEGATO DALLA A.S.L. A.S.L. 10 S. Fiorentino, Via Monti, 62 Sesto Fiorentino Attivazione Funzione: Tel centralino: 44981 (per mezzo di medico incaricato) 3. FUNZIONE VOLONTARIATO Responsabile Servizio Autonomo di Polizia del Comune di Fiesole BRASCHI ALESSANDRO Via Portigiani 24 Fiesole Attivazione Funzione: Tel Abitazione: 055 4226019 Cell personale:348 5275013 Tel centralino: 055 5961236 4. FUNZIONE MATERIALE E MEZZI Città di Fiesole 73 Piano di Protezione Civile 2014 Responsabile Servizio lavori pubblici e manutenzione LIPPI STEFANO Via San Francesco 3 Fiesole Attivazione Funzione: Tel. Abitazione: 055 8409862 Cell:348 5275010 Tell. Ufficio: 055 5961254 5. FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITA’ SCOLASTICA Responsabile LL.PP. del Comune di Fiesole GALLI FILIPPO Responsabile Dipartimento servizi tecnici GALLI FILIPPO Piazza dei Mezzadri Caldine Attivazione Funzione: Tel: 055 5961301 – 335 7537087 Fax: 055 5961252 Cell.personale: 3475402701 6. FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE Responsabile Servizio lavori pubblici e manutenzione LIPPI STEFANO Via San Francesco 3 Fiesole Attivazione Funzione: Tel. Abitazione: 055 8409862 Cell:348 5275010 Tell. Ufficio: 055 5961254 7. FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITA’ Responsabile Servizio Autonomo di Polizia del Comune di Fiesole BRASCHI ALESSANDRO Via Portigiani 24 Fiesole Attivazione Funzione: Tel Abitazione: 055 4226019 Cell personale:348 5275013 Tel centralino: 055 5961236 8. FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI Delegato Gruppo T.L.C. Firenze (radiamatori) A.R.I. Città di Fiesole 74 Piano di Protezione Civile 2014 Via Dell’Olmatello, Firenze Attivazione Funzione: Tel: 055419315 Cell. 3477827703 9. FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Responsabile Dipartimento Servizi Istituzionali e alla Persona del Comune di Fiesole. PASCOPATRIZIA Piazza Mino, 26 Fiesole Attivazione Funzione: Tel. Ufficio: 055 5961246 Fax: 055 5961264 Città di Fiesole 75 Piano di Protezione Civile 2014 SCENARI POSSIBILI Città di Fiesole 76 Piano di Protezione Civile 2014 RISCHI NATURALI ESONDAZIONE CORSI D’ACQUA POSSIBILE AREA INTERESSATA VALLE DEL MUGNONE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO IMPROBABILE POSSIBILI DANNI INCOLUMITA' PERSONE COMPORTAMENTI OPERATIVI A-STATO DI ATTENZIONE OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO1 RICEVUTE LE INFORMAZIONI METEOPLUVIOMETRICHE AVVERSE ATTIVA PRIORITARIAMENTE LA FUNZIONE DI SUPPORTO N° 1 (TECNICO SCIENTIFICA E PIANIFICAZIONE) CHE MANTERRÀ CONTATTI CON IL CENTRO REGIONALE DI COORDINAMENTO 2. IL SINDACO PONE IN ATTESA IL PRIMO GRUPPO DI DITTE DI FIDUCIA E GLI OPERAI REPERIBILI 3. IL SINDACO ATTIVA LA CONVOCAZIONE PARZIALE DEL COC, ED IN PARTICOLARE LE SEGUENTI FUNZIONI, UFFICI E STRUTTURE: CAPO DELL'UFFICIO TECNICO, RESPONSABILE DELLE FUNZIONI DEL VOLONTARIATO LOCALE, COMANDANTE DEI CARABINIERI, COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE. 4. IL SINDACO INFORMA SULL'EVOLVERSI DEGLI EVENTI: REGIONE TOSCANA, COMANDANTE PROVINCIALE DEI VVF, PREFETTURA, PROVINCIA. 5. IL SINDACO SI COORDINA CON I SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI 6. IL SINDACO QUALORA LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI METEO DOVESSERO INDICARE UN EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE, PROCEDERÀ AD ATTIVARE LA FASE DI PREALLARME 1 I nominativi dei Responsabili, i numeri di telefono e fax non vengono qui riportati a causa della loro variabilità. Sono consultabili negli allegati “COMPORTAMENTI OPERATIVI”. Città di Fiesole 77 Piano di Protezione Civile 2014 B- STATO DI PREALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO - DISPONE L'ATTIVAZIONE DELLE NOVE FUNZIONI DI SUPPORTO DELLA SALA OPERATIVA. 2. IL SINDACO - INFORMA IL PREFETTO E LA PROVINCIA CHIEDENDO EVENTUALMENTE IL CONCORSO DI ULTERIORI UOMINI E MEZZI E DI STRUTTURE OPERATIVE. 3. IL SINDACO - ATTIVA IL SEGNALE DI PREALLERTA ALLA POPOLAZIONE TRAMITE: DISPOSITIVI ACUSTICI MOBILI, EMITTENTI RADIO E TV, RETE TELEFONICA-MESSAGGI PREREGISTRATI, SIRENE ACUSTICHE, ALTRO. 4. IL SINDACO - MANTIENE CONTATTI CON GLI ORGANI DI INFORMAZIONE 5. IL SINDACO - SI COORDINA CON I SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI. 6. IL RESPONSABILE PIANIFICAZIONE: DELLA FUNZIONE TECNICO SCIENTIFICA E - GARANTISCE IL RACCORDO CON IL CENTRO REGIONALE DI MONITORAGGIO METEREOLOGICO E IDROPLUVIOMETRICO MANTENENDO I CONTATTI CON I RELATIVI SERVIZI ED ELABORA LE INFORMAZIONI PROVENIENTI DA SERVIZIO DI SORVEGLIANZA, RICOGNIZIONI VISIVE, PROVVEDITORATO OPERE PUBBLICHE, GENIO CIVILE, CORPO FORESTALE,COMUNITÀ MONTANA, ETC..; - DEFINISCE LE AREE A RISCHIO PER L'EVENTO IN CORSO; - DISPONE LA VIGILANZA NEI PUNTI SENSIBILI ATTRAVERSO IL PRESIDIO TERRITORIALE DI SORVEGLIANZA, LE STRUTTURE TECNICHE COMUNALI, LA POLIZIA MUNICIPALE E IL VOLONTARIATO E NE VALUTA IMMEDIATAMENTE I RESOCONTI - INFORMA DELL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE IL COC. 7. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE DI SANITA' VOLONTARIATO: ASSISTENZA SOCIALE E - PREDISPONE L'INVIO DI SQUADRE MISTE NEI PUNTI DI STAZIONAMENTO PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - AVVISA TELEFONICAMENTE LE FAMIGLIE DEI DISABILI NON AUTOSUFFICIENTI E/O PERSONE BISOGNOSE DI ASSISTENZA, DA TRASFERIRE FUORI DALLE AREE A RISCHIO, METTENDO A LORO DISPOSIZIONE DEI VOLONTARI PER GLI EVENTUALI PREPARATIVI; - ATTIVA LA REPERIBILITÀ DELLE FARMACIE LOCALI; - INVIA LE ORGANIZZAZIONI SANITARIE PRESSO LE AREE DI RACCOLTA E GLI ALTRI PRESIDI. 8. IL RESPONSABILE DEL VOLONTARIATO: - PREDISPONE L'INVIO, NEGLI SNODI DELLA VIABILITÀ PRINCIPALE, DI GRUPPI DI VOLONTARI PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE IN CASO DI EVACUAZIONE; - PREDISPONE L'INVIO DEL PERSONALE NECESSARIO AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'INVIO DI SQUADRE DI VOLONTARI PREPOSTE ALL'INSTALLAZIONE DELLE TENDOPOLI PRESSO LE AREE DI ACCOGLIENZA; - INVIA SQUADRE DI VOLONTARI PER LA VIGILANZA DIRETTA DEI PUNTI SENSIBILI IN ACCORDO CON LA FUNZIONE TECNICO SCIENTIFICA 9. IL RESPONSABILE DI MATERIALI E MEZZI: -VERIFICA LE ESIGENZE E LE DISPONIBILITÀ DI MATERIALI E MEZZI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; Città di Fiesole 78 Piano di Protezione Civile 2014 - STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LA PREFETTURA E LA PROVINCIA PER LA PREDISPOSIZIONE ALL'INVIO, NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA E NELLE AREE DI RICOVERO, DELL'EVENTUALE MATERIALE NECESSARIO ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LE DITTE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGERSI DELLE OPERAZIONI. 10. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI: - ASSICURA LA PRESENZA AL COC DEI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ EROGANTI I SERVIZI PRIMARI PER GARANTIRE LA FUNZIONALITÀ DEI SERVIZI EROGATI E DISPONE L'EVENTUALE MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI SECONDO I RISPETTIVI PIANI DI EMERGENZA INTERNI; - INVIA SUL TERRITORIO I TECNICI E LE MAESTRANZE PER VERIFICARE IL FUNZIONAMENTO DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI. 11. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE: - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI DETERMINATI DAGLI EVENTI IN ATTO, PONENDOSI A DISPOSIZIONE DEL COC. 12. IL RESPONSABILE DELLE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI: - PREDISPONE IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI NEI PUNTI DI STAZIONAMENTO INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - PREDISPONE IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'ATTUAZIONE DELLE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DEI COMPORTAMENTI DA TENERE PRIMA DELL'EVENTUALE ABBANDONO DELL'ABITAZIONE; - PREDISPONE PER L'EVENTUALE SUCCESSIVA ATTUIVAZIONE DIE "CANCELLI". 13. IL RESPONSABILE DELLE TELECOMUNICAZIONI: - ATTIVA LE PREDISPOSIZIONI CONTENUTE NEL PIANO SPECIFICO; - ATTIVA IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE LOCALE TELECOM, TIM, OMNITEL E ALTRI - ATTIVA IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI (ARI); - ATTIVA IL CONTATTO CON I RESPONSABILI DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DI RADIOCOMUNICAZIONI DI EMERGENZA. 14. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE: - ALLERTA L'UFFICIO TECNICO E LE MAESTRANZE DISPONIBILI PER ASSICURARE LE FUNZIONALITÀ DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEL PIANO PER IL CENSIMENTO DELLAPOPOLAZIONE ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA; - VERIFICA CHE IL RESPONSABILE DEL PIANO DI OGNI COMPLESSO SCOLASTICO ABBIA PREDISPOSTO LE PROCEDURE DI EVACUAZIONE DELL'EDIFICIO; - PREALLERTA LE FAMIGLIE, SECONDO IL PIANI DI GEMELLAGGI CHE HANNO DATO DISPONIBILITÀ AD OSPITARE PERSONE E/O FAMIGLIE DAL PIANO DI EVACUAZIONE. C- STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO - DISPONE L'INTERRUZIONE DI TUTTE LE OPERAZIONI DI RICOGNIZIONE OPERATIVA SUL TERRITORIO, IL RIENTRO E LA MESSA IN SICUREZZA DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO; 2. IL SINDACO - DISPONE L'EVACUAZIONE DELLE ZONE A RISCHIO PER L'EVENTO IN CORSO. Città di Fiesole 79 Piano di Protezione Civile 2014 3. IL SINDACO - ATTIVA IL SISTEMA DI ALLARME TRAMITE: DISPOSITIVI ACUSTICI MOBILI, EMITTENTI RADIO E TV, RETE TELEFONICA-MESSAGGI PREREGISTRATI, SIRENE ACUSTICHE, ALTRO. 4. IL SINDACO - INFORMA IL CENTRO REGIONALE, LA PREFETTURA E LA PROVINCIA DELL'EVACUAZIONE; 5. IL SINDACO - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ORGANI DI INFORMAZIONE; 6. IL SINDACO - SI COORDINA CON I SINDACI DEI COMUNI VICINI EVENTUALEMENTE COINVOLTI O INTERESSATI; 7. IL SINDACO - ALLA FINE DELLE OPERAZIONI INFORMA IL CENTRO REGIONALE, PREFETTURA E PROVINCIA DELL'AVVENUTA EVACUAZIONE; 8. IL RESPONSABILE PIANIFICAZIONE: DELLA FUNZIONE TECNICO SCIENTIFICA E - INTERROMPE TUTTE LE ATTIVITÀ DI RICOGNIZIONE DELLE STRUTTURE TECNICHE COMUNALI, DELLA POLIZIA MUNICIPALE, DEL VOLONTARIATO E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO; - MANTIENE I CONTATTI CON IL CENTRO REGIONALE. 9. IL RESPONSABILE DELLA SANITÀ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA: - ATTIVA IL PIANO DISASTRI DELLA A.U.S.L. - COORDINA LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE DEI DISABILI CON I VOLONTARI; - VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO. 10. IL RESPONSABILE DEL VOLONTARIATO: - AL TERMINE DELLE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE ATTIVATO, ECCETTO QUELLO DISLOCATO PRESSO LE AREE DI ACCOGLIENZA E DI AMMASSAMENTO; - PREDOSPONE SQUADRE DI VOLONTARI PER EVENTUALI OPERAZIONI DI SOCCORSO URGENTE; 11. IL RESPONSABILE DEI MATERIALI E MEZZI: - DISPONE E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO NELLE FASI PRECEDENTI, IN ATTESA DI NUOVE DISPOSIZIONI; - MANTIENE I CONTATTI CON LE DITTE ALLERTATE E/O INVIATE IN ATTESA DI NUOVE DISPOSIZIONI. 12. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI: - DISPONE LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI DEI SERVIZI ESSENZIALI SECONDO I RISPETTIVI PIANI DI EMERGENZA INTERNI; - DISPONE E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO NELLE FASI PRECEDENTI, IN ATTESA DI NUOVE DISPOSIZIONI. 13. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE: - PREDISPONE PER LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEGLI EVENTUALI DANNI; - SI RACCORDA, PER IL CENSIMENTO, CON LA PROVINCIA E LA PREFETTURA; 14. IL RESPONSABILE DELLE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI: - PROVVEDE ALL'ATTIVAZIONE DEI "CANCELLI"; - RICHIEDE SQUADRE DEI VIGILI DEL FUOCO PER L'EFFETTUAZIONE DI SOCCORSI URGENTI; - PROVVEDE AL TRASFERIMENTO DELLA POPOLAZIONE DALLE AREE DI RACCOLTA ALLE AREE DI RICOVERO; - VERIFICA CHE TUTTA LA POPOLAZIONE A RISCHIO SIA STATA EFFETTIVAMENTE ALLONTANATA; Città di Fiesole 80 Piano di Protezione Civile 2014 - AL TERMINE DELLE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE, DISPONE E VERIFICA IL RIENTRO DI TUTTO IL PERSONALE IMPIEGATO; - PROVVEDE A TENERE INFORMATO IL SINDACO. 15. IL RESPONSABILE DELLE TELECOMUNICAZIONI: - MANTIENE ATTIVO IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE LOCALE TELECOM, TIM, OMNITEL. - MANTIENE ATTIVO IL CONTATTO CON IL RESPONSABILE ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI (ARI); - MANTIENE ATTIVO IL CONTATTO CON I RESPONSABILI DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DI RADIOCOMUNICAZIONI DI EMERGENZA. 16. IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE: - EFFETTUA IL MONITORAGGIO DELLA SITUAZIONE DELLA POPOLAZIONE EVACUATA, DI QUELLA ASSISTITA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA E LE AREE DI RICOVERO, NONCHÉ DI COLORO CHE HANNO TROVATO UNA SISTEMAZIONE INDIPENDENTE; - SI OCCUPA DA SUBITO, IN COLLABORAZIONE CON LE ALTRE FUNZIONI INTERESSATE, DELL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ACCOGLIENZA; Città di Fiesole 81 Piano di Protezione Civile 2014 ESONDAZIONE CORSI D’ACQUA POSSIBILE AREA INTERESSATA VALLE DELL’ARNO PROBABILITA' DI ACCADIMENTO IMPROBABILE POSSIBILI DANNI CONSERVAZIONE RACCOLTI INTEGRITA’ BENI E ATTIVITA’ PRODUTTIVE INCOLUMITA' PERSONE COMPORTAMENTI OPERATIVI A- STATO DI ATTENZIONE OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO AL RICEVIMENTO DELL'AVVISO DI CONDIZIONI METEO AVVERSE DA PARTE DELLA REGIONE, PROVINCIA, PREFETTURA E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDICA IL LIVELLO DI ATTENZIONE, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE, ATTIVA LA FASE DI ATTENZIONE 2. IL SINDACO ATTIVA IL C.O.C. CONVOCANDO LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE; 3. IL SINDACO INFORMA I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO, VERIFICANDONE LA REPERIBILITÀ E LI AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 4. IL SINDACO MANTIENE I CONTATTI CON LA REGIONE, LA PREFETTURA E LA PROVINCIA E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE. 5. LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE: - ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO METEOROLOGICO; - ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO IDROPLUVIOMETRICO; - VERIFICA LA REPERIBILITÀ DELLE SQUADRE DI TECNICI E VALUTA LA POSSIBILITÀ DEL LORO IMPIEGO PER IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI. A RAGION VEDUTA IL SINDACO, SENTITO IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE, PUÒ PROCEDERE ALLA CONVOCAZIONE DI ALTRE FUNZIONI DI SUPPORTO. DURANTE QUESTA FASE LA POPOLAZIONE NON È ATTIVAMENTE COINVOLTA NELLE OPERAZIONI DI EMERGENZA. Città di Fiesole 82 Piano di Protezione Civile 2014 6. LA FASE DI ATTENZIONE HA TERMINE: - AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI PREALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI PREALLARME; - AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON IL RITORNO AL PERIODO ORDINARIO B- STATO DI PREALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI PREALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE DI PREALLARME 2. IL SINDACO - CONVOCA TUTTE LE FUNZIONI DI SUPPORTO; 3. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 4. IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; 5. IL SINDACO - VERIFICA L'EFFETTIVO DISPIEGAMENTO SUL TERRITORIO SUL TERRITORIO DELLE STRUTTURE OPERATIVE PREVISTE PER LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE. 6. I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I COLLEGAMENTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - DISPONE IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI ATTRAVERSO L'INVIO DELLE SQUADRE DI TECNICI E VOLONTARI, CON CUI MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - PREDISPONE ED INVIA SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - PREDISPONE ED INVIA I VOLONTARI, PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - PREDISPONE ED INVIA UOMINI E MEZZI NECESSARI ALLA MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO DELLE ZONE A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - PREDISPONE ED INVIA, LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA, GRUPPI DI VOLONTARI PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; Città di Fiesole 83 Piano di Protezione Civile 2014 - PREDISPONE ED INVIA IL PERSONALE NECESSARIO AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - DISPONE L'INVIO DI SQUADRE DI VOLONTARI PER LE ESIGENZE DELLE ALTRE FUNZIONI DI SUPPORTO. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - VERIFICA LE ESIGENZE E LE DISPONIBILITÀ DI MATERIALI E MEZZI NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E DISPONE L'INVIO DI TALI MATERIALI PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LA PREFETTURA, LA REGIONE E LA PROVINCIA E RICHIEDE L'INVIO NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA DI EVENTUALE ULTERIORE MATERIALE NECESSARIO ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - PREDISPONE ED INVIA I MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA PRESENZA AL C.O.C. DEI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ EROGANTI I SERVIZI PRIMARI; - INVIA SUL TERRITORIO I TECNICI E LE MAESTRANZE PER VERIFICARE LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE POTRANNO ESSERE DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DEL TRAFFICO; - PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'ATTUAZIONE DELLE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME O DEL CESSATO PREALLARME; - PREDISPONE LE SQUADRE PER LA VIGILANZA DEGLI EDIFICI CHE SARANNO EVACUATI. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ATTIVA IL CONTATTO CON I RESPONSABILI LOCALI DEGLI ENTI GESTORI DEI SERVIZI DI TELECOMUNICAZIONE E DEI RADIOAMATORI. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - VERIFICA ED ASSICURA LA FUNZIONALITÀ DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEL PERSONALE PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA; - PREALLERTA LE FAMIGLIE CHE HANNO DATO DISPONIBILITÀ AD OSPITARE PERSONE E/O FAMIGLIE. - IN QUESTA FASE LA POPOLAZIONE INTERESSATA DOVRÀ PREPARARSI AD USCIRE DI CASA RIMANENDO NELLE ABITAZIONI IN ATTESA DI UN EVENTUALE SEGNALE DI ALLARME. 7. LA FASE DI PREALLARME HA TERMINE: - AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI ALLARME; - AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI ATTENZIONE DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON IL RITORNO ALLA FASE DI ATTENZIONE Città di Fiesole 84 Piano di Protezione Civile 2014 C- STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 3. IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; 4. IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. Città di Fiesole 85 Piano di Protezione Civile 2014 LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 86 Piano di Protezione Civile 2014 FRANA POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO IMPROBABILE POSSIBILI DANNI INCOLUMITA' PERSONE PERICOLO PER BENI STORICI COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; Città di Fiesole 87 Piano di Protezione Civile 2014 - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 88 Piano di Protezione Civile 2014 FRANA POSSIBILE AREA INTERESSATA FONTELUCENTE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO PROBABILE POSSIBILI DANNI INCOLUMITA' PERSONE PERICOLO PER BENI STORICI COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; Città di Fiesole 89 Piano di Protezione Civile 2014 - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 90 Piano di Protezione Civile 2014 TROMBA D’ARIA POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO PROBABILE POSSIBILI DANNI INCOLUMITA' PERSONE COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; Città di Fiesole 91 Piano di Protezione Civile 2014 - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 92 Piano di Protezione Civile 2014 PREVISIONE GRANDE PIOGGIA POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO PROBABILE POSSIBILI DANNI NESSUNO COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; Città di Fiesole 93 Piano di Protezione Civile 2014 - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALi - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 94 Piano di Protezione Civile 2014 NUBIFRAGIO POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO PROBABILE POSSIBILI DANNI NESSUNO COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA Città di Fiesole 95 Piano di Protezione Civile 2014 - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE Città di Fiesole 96 Piano di Protezione Civile 2014 NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. GRANDE NEVICATA POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO IMPROBABILE POSSIBILI DANNI NESSUNO COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ATTENZIONE OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO AL RICEVIMENTO DELL'AVVISO DI CONDIZIONI METEO AVVERSE DA PARTE DELLA REGIONE, PROVINCIA, PREFETTURA E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDICA IL LIVELLO DI ATTENZIONE, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE, ATTIVA LA FASE DI ATTENZIONE 2. IL SINDACO - ATTIVA IL C.O.C. CONVOCANDO LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE; 3. IL SINDACO - INFORMA I RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO, VERIFICANDONE LA REPERIBILITÀ E LI AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 4. IL SINDACO - MANTIENE I CONTATTI CON LA REGIONE, LA PREFETTURA E LA PROVINCIA E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE. 5. LA FUNZIONE DI SUPPORTO TECNICA E DI PIANIFICAZIONE: - ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO METEOROLOGICO; - ANALIZZA I DATI RELATIVI AL MONITORAGGIO IDROPLUVIOMETRICO; - VERIFICA LA REPERIBILITÀ DELLE SQUADRE DI TECNICI E VALUTA LA POSSIBILITÀ DEL LORO IMPIEGO PER IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI. - A RAGION VEDUTA IL SINDACO, SENTITO IL RESPONSABILE DELLA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE, PUÒ PROCEDERE ALLA CONVOCAZIONE DI ALTRE FUNZIONI DI SUPPORTO. - DURANTE QUESTA FASE LA POPOLAZIONE NON È ATTIVAMENTE COINVOLTA NELLE OPERAZIONI DI EMERGENZA. Città di Fiesole 97 Piano di Protezione Civile 2014 6. LA FASE DI ATTENZIONE HA TERMINE: - AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI PREALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI PREALLARME; - AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON IL RITORNO AL PERIODO ORDINARIO A- STATO DI PREALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI PREALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE DI PREALLARME 2. IL SINDACO - CONVOCA TUTTE LE FUNZIONI DI SUPPORTO; 3. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 4. IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; 5. IL SINDACO - VERIFICA L'EFFETTIVO DISPIEGAMENTO SUL TERRITORIO SUL TERRITORIO DELLE STRUTTURE OPERATIVE PREVISTE PER LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE. 6. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I COLLEGAMENTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - DISPONE IL MONITORAGGIO A VISTA NEI PUNTI CRITICI ATTRAVERSO L'INVIO DELLE SQUADRE DI TECNICI E VOLONTARI, CON CUI MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - PREDISPONE ED INVIA SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - PREDISPONE ED INVIA I VOLONTARI, PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - PREDISPONE ED INVIA UOMINI E MEZZI NECESSARI ALLA MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO DELLE ZONE A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - PREDISPONE ED INVIA, LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA, GRUPPI DI VOLONTARI PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - PREDISPONE ED INVIA IL PERSONALE NECESSARIO AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - DISPONE L'INVIO DI SQUADRE DI VOLONTARI PER LE ESIGENZE DELLE ALTRE FUNZIONI DI SUPPORTO. Città di Fiesole 98 Piano di Protezione Civile 2014 LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - VERIFICA LE ESIGENZE E LE DISPONIBILITÀ DI MATERIALI E MEZZI NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E DISPONE L'INVIO DI TALI MATERIALI PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LA PREFETTURA, LA REGIONE E LA PROVINCIA E RICHIEDE L'INVIO NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA DI EVENTUALE ULTERIORE MATERIALE NECESSARIO ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - STABILISCE I COLLEGAMENTI CON LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - PREDISPONE ED INVIA I MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA PRESENZA AL C.O.C. DEI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ EROGANTI I SERVIZI PRIMARI; - INVIA SUL TERRITORIO I TECNICI E LE MAESTRANZE PER VERIFICARE LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE POTRANNO ESSERE DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DEL TRAFFICO; - PREDISPONE ED EFFETTUA IL POSIZIONAMENTO DEGLI UOMINI E DEI MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'ATTUAZIONE DELLE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME O DEL CESSATO PREALLARME; - PREDISPONE LE SQUADRE PER LA VIGILANZA DEGLI EDIFICI CHE SARANNO EVACUATI. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ATTIVA IL CONTATTO CON I RESPONSABILI LOCALI DEGLI ENTI GESTORI DEI SERVIZI DI TELECOMUNICAZIONE E DEI RADIOAMATORI. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - VERIFICA ED ASSICURA LA FUNZIONALITÀ DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - PREDISPONE L'ATTIVAZIONE DEL PERSONALE PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA; - PREALLERTA LE FAMIGLIE CHE HANNO DATO DISPONIBILITÀ AD OSPITARE PERSONE E/O FAMIGLIE. - IN QUESTA FASE LA POPOLAZIONE INTERESSATA DOVRÀ PREPARARSI AD USCIRE DI CASA RIMANENDO NELLE ABITAZIONI IN ATTESA DI UN EVENTUALE SEGNALE DI ALLARME. 7. LA FASE DI PREALLARME HA TERMINE: - AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI E/O AL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME CON IL PASSAGGIO ALLA FASE DI ALLARME; - AL RICOSTITUIRSI DI UNA CONDIZIONE DI ATTENZIONE DI TUTTI GLI INDICATORI DI EVENTO CON IL RITORNO ALLA FASE DI ATTENZIONE STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE Città di Fiesole 99 Piano di Protezione Civile 2014 NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 3. IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; 4. IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ Città di Fiesole 100 Piano di Protezione Civile 2014 - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 101 Piano di Protezione Civile 2014 TERREMOTO-SISMA POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO IMPROBABILE POSSIBILI DANNI INCOLUMITA’ PERSONE PERICOLO PER BENI STORICI COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 3. IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; 4. IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; Città di Fiesole 102 Piano di Protezione Civile 2014 - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 103 Piano di Protezione Civile 2014 RISCHI ANTROPICI INCENDIO BOSCHIVO E ZONE AGRICOLE POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO IMPROBABILE POSSIBILI DANNI CONSERVAZIONE RACCOLTI INCOLUMITA’ PERSONE COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 3. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. Città di Fiesole 104 Piano di Protezione Civile 2014 LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 4. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; Città di Fiesole 105 Piano di Protezione Civile 2014 - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 106 Piano di Protezione Civile 2014 INCIDENTE CHIMICO POSSIBILE AREA INTERESSATA TUTTO IL COMUNE PROBABILITA' DI ACCADIMENTO IMPROBABILE POSSIBILI DANNI NESSUNO COMPORTAMENTI OPERATIVI STATO DI ALLARME OPERAZIONI DA ESEGUIRE 1. IL SINDACO O SUO DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE DEL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA CHE INDIVIDUA IL LIVELLO DI ALLARME E/O AL PEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE NEI PUNTI CRITICI MONITORATI A VISTA DALLE SQUADRE DI TECNICI, PREVIA VERIFICA E VALUTAZIONE ATTIVA LA FASE ALLARME 2. IL SINDACO - INFORMA REGIONE, PROVINCIA E PREFETTURA, E LE AGGIORNA SULL'EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE; 3. IL SINDACO - INFORMA LA POPOLAZIONE ATTRAVERSO I SISTEMI DI ALLERTAMENTO PREVISTI DAL PIANO; 4. IL SINDACO - DISPONE L'ALLONTANAMENTO PREVENTIVO DELLA POPOLAZIONE DALLE ZONE A RISCHIO ("ORDINANZA DI SGOMBERO"). 5. I RESPONSABILI DELLE 9 FUNZIONI DI SUPPORTO DOVRANNO ASSICURARE LE SEGUENTI ATTIVAZIONI: LA FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE - MANTIENE I CONTATTI CON GLI ENTI GESTORI DELLE RETI DI MONITORAGGIO E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - MANTIENE COSTANTEMENTE I CONTATTI CON LE SQUADRE DEI TECNICI E NE VALUTA LE INFORMAZIONI; - PROVVEDE ALL'AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO SULLA BASE DEI DATI ACQUISITI NELLE ATTIVITÀ DI CUI AI PUNTI PRECEDENTI. LA FUNZIONE SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA - COORDINA LE SQUADRE MISTE NEI POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) PREVISTI PER ASSICURARE L'ASSISTENZA SANITARIA; - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI PRESSO LE ABITAZIONI DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI E/O BISOGNOSE DI ASSISTENZA; Città di Fiesole 107 Piano di Protezione Civile 2014 - INVIA IN OGNI AREA DI ATTESA UN MEDICO IL QUALE PUÒ RILASCIARE, NELLA PRIMA FASE, PRESCRIZIONI MEDICHE A TUTTA LA POPOLAZIONE; - ASSICURA L'APERTURA DI UNA FARMACIA; - COORDINA LE ATTIVITÀ DI MESSA IN SICUREZZA DEL PATRIMONIO ZOOTECNICO A RISCHIO. LA FUNZIONE VOLONTARIATO - COORDINA LE SQUADRE DI VOLONTARI INVIATI LUNGO LE VIE DI FUGA E NELLE AREE DI ATTESA PER L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE DURANTE L'EVACUAZIONE; - COORDINA PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA IL PERSONALE INVIATO PER - ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE, LA PREPARAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DI PASTI. LA FUNZIONE MATERIALI E MEZZI - INVIA I MATERIALI E I MEZZI NECESSARI AD ASSICURARE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA; - COORDINA LA SISTEMAZIONE PRESSO I CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MATERIALI FORNITI DALLA REGIONE, DALLA PREFETTURA E DALLA PROVINCIA NECESSARI ALL'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE; - MOBILITA LE IMPRESE PREVENTIVAMENTE INDIVIDUATE PER ASSICURARE IL PRONTO INTERVENTO; - COORDINA L'IMPIEGO DEI MEZZI COMUNALI NECESSARI ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI. LA FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI - ASSICURA LA FUNZIONALITÀ E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE RETI DEI SERVIZI COMUNALI, IN PARTICOLARE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA. LA FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - PREDISPONE LE ATTIVAZIONI NECESSARIE ALLE VERIFICHE DEI DANNI CHE SARANNO DETERMINATI DALL'EVENTO PREVISTO. LA FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PRESSO I CANCELLI INDIVIDUATI PER VIGILARE SUL CORRETTO DEFLUSSO DELLA POPOLAZIONE; - POSIZIONA GLI UOMINI E I MEZZI PER IL TRASPORTO DELLA POPOLAZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ACCERTA CHE TUTTI GLI ABITANTI ABBIANO LASCIATO LE ZONE INTERESSATE DALL'EVACUAZIONE; - ASSICURA IL DIVIETO DI ACCESSO NELLE ZONE A RISCHIO DA PARTE DEI VEICOLI NON AUTORIZZATI; - ATTUA LE PROCEDURE PER LA COMUNICAZIONE ALLA POPOLAZIONE DELL'ALLARME, COINCIDENTE CON L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE, O DEL CESSATO ALLARME. LA FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI - ASSICURA I COLLEGAMENTI ATTIVATI IN FASE DI PREALLARME. LA FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE - GARANTISCE L'ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA, DURANTE IL TRASPORTO E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA; - ATTIVA IL PERSONALE INCARICATO PER IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE NELLE AREE DI ATTESA E NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ATTRAVERSO UNA SPECIFICA MODULISTICA. 6. LA FASE DI ALLARME HA TERMINE: - AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO SENZA CHE L'EVENTO ATTESO SI SIA VERIFICATO; - QUANDO A SEGUITO DEL VERIFICARSI DELL'EVENTO ATTESO, OLTRE AL RITORNO AD UNA CONDIZIONE DI NORMALITÀ DEGLI INDICATORI DI EVENTO, SI RISCONTRI IL RIPRISTINO DELLE NORMALI CONDIZIONI DI VITA, A SEGUITO DI OPPORTUNE VERIFICHE DI AGIBILITÀ DELLE STRUTTURE E DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA GENERALI DEL TERRITORIO. Città di Fiesole 108 Piano di Protezione Civile 2014 VULNERABILITA’ Città di Fiesole 109 Piano di Protezione Civile 2014 Attraverso la vulnerabilità si valuta la propensione di persone, beni o attività a subire danni al verificarsi dell'evento calamitoso. Essa misura da una parte la perdita o la riduzione di efficienza, dall'altra la capacità residua a svolgere e assicurare le funzioni che il sistema territoriale nel complesso normalmente esplica a regime. Nell'ottica di un analisi completa della vulnerabilità si pone il problema di individuare non solo i singoli elementi che possono collassare sotto l'impatto dello scenario di volta in volta in atto, ma di individuare e quantificare gli effetti che il loro cedimento determina sul funzionamento del sistema territoriale. POPOLAZIONE ESPOSTA A RISCHIO Da un’analisi dettagliata della popolazione è evidente la presenza di fasce particolarmente a rischio: la popolazione di età inferiore ai 15 anni e le persone di età superiore ai 65 anni; nonché i diversamente abili. L’elenco dettagliato della popolazione esposta al rischio permette di garantire in caso di emergenza la reperibilità immediata di questi individui e la loro messa in sicurezza nelle aree preposte. BENI ESPOSTI A RISCHIO Anche per beni culturali e strutture di rilevanza storica notevole potenzialmente esposti a rischio, sono state previste, dopo la loro localizzazione sul territorio, idonee misure di protezione e salvaguardia. Sono raggruppati sotto questa categoria i seguenti manufatti edilizi: - ARCHIVIO CAPITOLARE - ARCHIVIO DEL SEMINARIO - ARCHIVIO STORICO COMUNALE - ARCHIVIO VESCOVILE - BADIA FIESOLANA CONVENTO - BIBLIOTECA BANDINIANA DEL SEMINARIO - BIBLIOTECA COMUNALE COMPIOBBI - BIBLIOTECA COMUNALE FIESOLE - BIBLIOTECA CONVENTO SAN FRANCESCO - BIBLIOTECA CONVENTUALE - CASA DI RIPOSO S. GIUSEPPE - CASA DI RIPOSO SUORE STIMMATINE - CASTEL DI POGGIO - CASTELLO DI VINCIGLIATA - CENTRO CULTURALE CATTOLICO - CENTRO CULTURALE SANT’APOLLINARE - CENTRO GIOVANI - CENTRO INCONTRI - CENTRO STUDI A.S.C.I. - CENTRO STUDI BADIA FIESOLANA - CENTRO RICERCA -SPERIMENTAZIONE - COMUNE DI FIESOLE - COMUNE DI FIESOLE - SEMINARIO - CONVENTO LA MADDALENA - CONVENTO SAN DOMENICO - CONVENTO SAN FRANCESCO - CONVENTO SUORE PASSIONISTE - EMEROTECA INTERNAZIONALE Città di Fiesole 110 Piano di Protezione Civile 2014 - EMILIA (S.) CASA DI FORMAZIONE - FONDAZIONE G. MICHELUCCI - FONDAZIONE PRIMO CONTI - ISTITUTO UNIVERSITARIO EUROPEO - MONASTERO DI S. MARIA - MONASTERO SUORE FRANCESCANE - MUSEO ANTIQUARIUM COSTANTINI - MUSEO ARCHEOLOGICO - MUSEO BANDINI - MUSEO DUPRE' - MUSEO MISSIONARIO FRANCESCANO - TEATRO ROMANO FIESOLE (FIESOLE MUSEI) - VILLA I TATTI PUNTI SENSIBILI E DA PRESIDIARE Il Piano individua anche una serie di punti sensibili e da presidiare. Essi sono stati determinati sulla base delle cartografie del rischio e su indicazioni di persone risorsa o esperti che conoscono il territorio comunale nei suoi vari aspetti; e sono: - QUATTRO STRADE (OLMO) - VIA FAENTINA - PIAZZA MINO - PIAZZA MAZZINI - S. DOMENICO - MAIANO Città di Fiesole 111 Piano di Protezione Civile 2014 GLOSSARIO Città di Fiesole 112 Piano di Protezione Civile 2014 Le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l'evento; le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita. Attivazioni in emergenza: rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri operativi. Attività addestrativa: la formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed esercitazioni. Calamità: è un evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio. Catastrofe: è un evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle persone che sulle cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni umane, nel quale però le strutture fondamentali della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili. Centro Operativo: è in emergenza l'organo di coordinamento delle strutture di protezione civile sul territorio colpito, ed è costituito da un'Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C. (Direzione Comando e Controllo) esercita, sul luogo dell'evento, il coordinamento nazionale; il C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il coordinamento dei C.O.M. (Centro Operativo Misto) che operano sul territorio di più Comuni in supporto all'attività dei Sindaci; il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi e dell'assistenza della popolazione del comune. Centro Situazioni: è il centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative a qualsiasi evento che possa determinare l'attivazione di strutture operative di protezione civile. In situazioni di emergenza si attiva come Sala Operativa a livello nazionale. Commissario delegato: è l'incaricato da parte del Consiglio dei Ministri per l'attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza (eventi di tipo "c" art. 2, L.225/92). Continuità amministrativa: il mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a garantire l'organizzazione sociale in situazioni di emergenza. Coordinamento operativo: è la direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale, provinciale e comunale. Evento atteso: rappresenta l'evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.), che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di tempo. Evento non prevedibile: l'avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione. Evento prevedibile: un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori. Città di Fiesole 113 Piano di Protezione Civile 2014 Evento: fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell'attività di protezione civile, si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art. 2, L.225/92). Fasi operative: è l'insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l'evento; le attivazioni delle fasi precedenti all'evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme). Funzioni di supporto: costituiscono l'organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala Operativa. Indicatore di evento: è l'insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento. Lineamenti della pianificazione individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano. Livelli di allerta: scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi, a valori soglia. Vengono stabiliti dalla Comunità Scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative. Modello di intervento: consiste nell'assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione civile, nell'utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio. Modello integrato: è l'individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia, e/o immagini fotografiche e/o da satellite. Per ogni centro operativo i dati relativi all'area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in banche-dati. Modulistica: schede tecniche, su carta e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e all'organizzazione dei dati per le attività addestrative, di pianificazione e di gestione delle emergenze. Parte generale: è la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari. Pericolosità (H): è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità (I) si verifichi in un dato periodo di tempo ed in una data area. Città di Fiesole 114 Piano di Protezione Civile 2014 Pianificazione d'emergenza: l'attività di pianificazione consiste nell'elaborazione coordinata delle procedure operative d'intervento da attuarsi nel caso si verifichi l'evento atteso contemplato in un apposito scenario. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione. Potere di ordinanza: è il potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza, di agire anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. Procedure operative: è l'insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e temporale, che si effettuano nella gestione di un'emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e sono distinte per tipologie di rischio. Programmazione: L'attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell'evento, intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonché alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell'attività di programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione d'emergenza. Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di una data intensità. Il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E e ad una data intensità I è il prodotto: R (E;I) = H (I) V (I;E) W(E). Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico) e non prevedibili (sismico, chimico-industriale, incendi boschivi). Risposta operativa: è l'insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di emergenza determinate dall'avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso. Sala Operativa: è l'area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall'evento secondo quanto deciso nell'Area Strategia. Salvaguardia: l'insieme delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali. Scenario dell'evento atteso: è la valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al verificarsi dell'evento atteso. Sistema di comando e controllo: è il sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C.. Soglia: è il valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta. Stato di calamità: prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività produttive e commerciali. Stato di emergenza: al verificarsi di eventi di tipo "c" (art. 2, L.225/92) il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale stato prevede la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza. Città di Fiesole 115 Piano di Protezione Civile 2014 Strutture effimere: edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole, palestre ecc.), mentre in emergenza diventano sede di centri operativi. Valore esposto (W): rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio: W = W (E). Vulnerabilità (V): è il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. è espressa in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia di elemento a rischio: V = V (I; E). Città di Fiesole 116 Piano di Protezione Civile 2014 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Città di Fiesole 117 Piano di Protezione Civile 2014 NORMATIVA NAZIONALE NORMATIVA GENERALE Direttiva P.C.M. 3 dicembre 2008 “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze”. Legge 26 luglio 2005, n. 152 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2005, n. 90, recante disposizioni urgenti in materia di protezione civile”. Legge 16 gennaio 2003 n.3 “Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione. Legge 27 dicembre 2002 n. 286 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, recante interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle calamità naturali nelle regioni Molise e Sicilia, nonché ulteriori disposizioni in materia di protezione civile”. Legge 09 novembre 2001 n. 401 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 7 settembre 2001 n. 343, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di Protezione Civile”. Legge Costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3 “Modifiche al titolo V della parte seconda della costituzione”. D.LGS 18 agosto 2000 n. 267 “Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali”. Legge 3 agosto 1999 n. 265 “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonchè modifiche alla legge 8 giugno 1990, n. 142”. D.LGS 31 marzo 1998 n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997 n.59”. Legge 15 marzo 1997 n. 59 “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e la semplificazione amministrativa”. Legge 24 febbraio del 1992 n. 225 “Istituzione del servizio nazionale di Protezione Civile”. ISTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE D.P.C.M 21 novembre 2006 “Costituzione e modalita' di funzionamento del Comitato Operativo della Protezione Civile”. D.P.C.M. 23 ottobre 2006 ”Modifiche all'organizzazione interna del Dipartimento della Protezione Civile”. D.M. 12 aprile 2002 “Costituzione della commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi”. D.M. 02 marzo 2002 (abrogato) “Costituzione del comitato operativo della Protezione Civile”. D.P.C.M. 12 dicembre 2001 “Organizzazione del Dipartimento di Protezione Civile”. D.P.C.M. 18 maggio 1998 n. 429 “Regolamento concernente norme per l'organizzazione e il funzionamento della Commissione nazionale per la prevenzione e previsione dei Grandi Rischi”. COORDINAMENTO DELLE EMERGENZE PER INCIDENTI Indicazioni per il coordinamento operativo delle emergenze dovute ad incidenti stradali, ferroviari, aerei ed in mare, ad esplosioni e crolli di strutture e ad incidenti con presenza di sostanze Città di Fiesole 118 Piano di Protezione Civile 2014 pericolose, indirizzate alle componenti e alle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile, di cui agli articoli 6 ed 11 della legge del 24 febbraio 1992, n. 225 D.P.C.M 6 aprile 2006 “Indicazioni per il coordinamento operativo delle emergenze dovute ad incidenti”. Direttiva P.C.M. 3 dicembre 2008 “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze”. VOLONTARIATO D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 “Attuazione dell'articolo 1 della Legge 3 agosto 2007 n. 123 [pdf], in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Equiparazione dei volontari di protezione civile ai lavoratori e applicazione delle nuove norme sulla sicurezza del lavoro”. Circolare del Dipartimento della Protezione Civile in merito all'attuazione dell'art. 3 D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 Parere del Ministero del Lavoro in merito all'attuazione dell'art. 3 D.Lgs. n. 81/2008. Nota prot. nr. DPC/VRE/75360 del 12 dicembre 2007 “Il Dipartimento di Protezione Civile ribadisce gli adempimenti relativi al DPR 194/2001 riguardanti l'attivazione delle organizzazioni di volontariato di protezione civile. Con la stessa nota si sollecita la programmazione delle attività di esercitazione per l'anno 2008 che dovranno essere comunicate entro il 10 gennaio 2008”. Criteri per l'impiego delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile, con particolare riferimento all'impiego delle organizzazioni di volontariato nelle attività di "controllo del territorio". 09/02/2007 D.P.R. 08 febbraio 2001 n. 194 “Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle organizzazioni di volontariato nelle attività di Protezione Civile”. Criteri per l'impiego delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile, con particolare riferimento all'impiego delle organizzazioni di volontariato nelle attività di "controllo del territorio". 11/03/2008 PROTEZIONE CIVILE E SISTEMA SANITARIO DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE - RISCHIO CALORE - 20 luglio 2007 “Indirizzi operativi del Dipartimento di Protezione Civile per fronteggiare le conseguenze dell'aumento delle temperature previsto nei prossimi giorni”. MINISTERO DELLA SALUTE - ORDINANZA 8 Maggio 2007 “Ordinanza contingibile ed urgente relativa alla tutela delle persone maggiormente suscettibili agli effetti delle ondate di calore”. D.P.C.M. 13 giugno 2006 “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi”. “Sistema Nazionale di Allarme per la Prevenzione dell'impatto delle ondate di calore PIANO DI ATTIVITA’ ESTATE 2006”. Protocollo di intesa tra il MINISTERO DELLA SALUTE, LE REGIONI, I COMUNI E I MEDICI DI MEDICINA GENERALE per contenere L’EMERGENZA CALDO NELLA POPOLAZIONE ANZIANA A RISCHIO D.M. 13 febbraio 2001 “Adozione dei criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi”. Città di Fiesole 119 Piano di Protezione Civile 2014 SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE E REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO Presidente del Consiglio dei Ministri 5 ottobre 2007 “Indirizzi operativi per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici e idraulici”. Comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 27 ottobre 2006 relativamente ai fenomeni idrologici e idraulici. D.P.C.M. 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”. RISCHIO SISMICO Ordinanza del P.C.M. n. 3519 del 28 aprile 2006 “Criteri generali da utilizzare per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”. Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3431 del 3 maggio 2005 “Ulteriore modifiche ed integrazioni all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20 marzo 2003, recante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica". All. 2 - Edifici - Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l'adeguamento sismico degli edifici All. 3 - Ponti - Norme tecniche per il progetto sismico dei ponti Ordinanza n. 3333 del 23.01.2004 del Presidente del Consiglio dei Ministri “Disposizioni urgenti di protezione civile”. Ordinanza n. 3316 del 2.10.2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri “Modifiche ed integrazioni all'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003”. Ordinanza n. 3274 del 20.03.2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”. • Testo completo dell'Ordinanza n. 3274/03. • Testo aggiornato Ordinanza n. 3274/03. Con le modifiche introdotte dall'errata corrige pubblicata sulla G.U. n. 157 del 9.07.03 e dal comunicato del Ministero di Giustizia pubblicato sulla G.U. n. 160 del 12.07.03 • Testo coordinato dell'Ordinanza n. 3274/03. Con le modifiche introdotte dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3316 del 2.10.03 pubblicata sulla G.U. n. 157 del 9.07.03. DIFESA DEL SUOLO D.M. 12 giugno 2003 n. 185 “Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell'articolo 26, comma 2, del D. Lgs. 11 maggio 1999, n. 152”. Legge 18 maggio 1989 n. 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”. Città di Fiesole 120 Piano di Protezione Civile 2014 AREE PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE D.P.C.M. 2 febbraio 2005 “Linee guida per l'individuazione di aree di ricovero di emergenza per strutture prefabbricate di protezione civile”. Pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. Linee guida per l'informazione alla popolazione sul rischio industriale - 16 febbraio 2007 D. LGS 21 settembre 2005, n.238 “Attuazione della direttiva 2003/105/CE, che modifica la direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. Direttiva 2003/105/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2003 “Direttiva che modifica la dir. 96/82/CE del Consiglio, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. D. LGS 17 agosto 1999, N. 334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. Direttiva 96/82/CE del Consiglio del 9 dicembre 1996 “Direttiva sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. BENI CULTURALI Decreto di costituzione del GLABEC - gruppo di lavoro per la salvaguardia e la prevenzione dei beni culturali dai rischi naturali. D.P.C.M. 23 febbraio 2006 “Decreto di approvazione dei modelli di schede per il rilievo dei danni ai beni culturali a seguito di sisma”. • Modello A-DC Scheda per il rilevo del danno per le chiese. • Modello B-DP Scheda per il rilevo del danno per i palazzi. • Modello C-BMS Scheda per il rilevo del danno ai beni mobili. ANTINCENDIO BOSCHIVO – AIB Indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione estiva 2007 Indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi per la stagione estiva 2006 Procedure Operative per il Concorso della Flotta aerea dello Stato nel caso di Incendi Boschivi D.P.C.M. 20 dicembre 2001 “Linee guida relative ai piani regionali per la programmazione delle attivita' di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”. Legge 21 novembre 2000, n. 353 “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”. Legge 6 ottobre 2000, n. 275 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 agosto 2000, n. 220, recante disposizioni urgenti per la repressione degli incendi boschivi”. DECRETO-LEGGE 4 agosto 2000, n. 220 “Disposizioni urgenti per la repressione degli incendi boschivi”. Città di Fiesole 121 Piano di Protezione Civile 2014 DPR 616/1977 - estratto - art.66, art.71 “Trasferimento delle funzioni amministrative alle regioni”. DICHIARAZIONE STATO DI EMERGENZA NAZIONALE ORDINANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15 Giugno 2007 “Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei territori delle regioni dell'Italia centro-settentrionale, interessati dalla crisi idrica che sta determinando una situazione di grave pregiudizio agli interessi nazionali. (Ordinanza n. 3598). D.P.C.M. 4 maggio 2007 “Dichiarazione dello stato di emergenza nei territori delle regioni dell'Italia centro- settentrionale, interessati dalla crisi idrica che sta determinando una situazione di grave pregiudizio agli interessi nazionali. D.P.C.M. 28 marzo 2003 “Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla tutela della pubblica incolumità nell'attuale situazione internazionale”. SENTENZE CORTE COSTITUZIONALE Sentenza n°32/2006 “SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 6, comma 3, in relazione all'art. 3, comma 1, lettera a), della legge della Regione Marche 4 ottobre 2004, n. 18 (Norme relative al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 sul rischio industriale attuazione della direttiva 96/82/CE), promosso con ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri, notificato il 9 dicembre 2004”. Sentenza n°214/2005 “SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 10, comma 2, della legge della Regione Emilia-Romagna 17 dicembre 2003, n. 26 (Disposizioni in materia di pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose), promosso con ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri, notificato il 13 febbraio 2004”. Sentenza n°327/2003 “SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale degli artt. 3, comma 3, 4, comma 1, lett. a) e comma 2, lett. d), 5, comma 1, ultimo periodo, 7, comma 1, 9, comma 5, e 12, comma 1, lett. e), della legge della Regione Marche 11 dicembre 2001, n. 32 (Sistema regionale di protezione civile), promosso con ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri, notificato il 15 febbraio 2002”. MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Circolare del 14/6/2007 Prot. Div6 57014 Istruzioni operative generali al fine di una corretta applicazione dell'Art. 177 c.d.s., comma 1 "Soggetti legittimati all'utilizzo dei dispositivi supplementari di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu e dei dispositivi acustici supplementari di allarme". NORMATIVA REGIONALE NORMATIVA GENERALE Protocollo d'intesa tra Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile e Regione Toscana. Forme di collaborazione tra la Regione Toscana e il Dipartimento della Protezione Civile per la finalità di raggiungere la massima efficienza delle azioni di reciproca competenza in un'ottica di integrazione e coordinamento. Città di Fiesole 122 Piano di Protezione Civile 2014 Decreto del presidente della Giunta Regionale 12 settembre 2006, n. 44 “Modifiche al Regolamento regionale emanato con decreto del Presidente della Giunta Regionale 1 dicembre 2004, n. 69/R. E' proposto, altresì, il testo coordinato, con le suddette modifiche, del DPGR 69/R. Tale documento non ricopre carattere di ufficialità”. Decreto del presidente della Giunta Regionale 1 dicembre 2004 n. 69/R “Organizzazione delle attività del sistema regionale della Protezione Civile in emergenza”. L.R. 29 dicembre 2003 n. 67”Ordinamento del sistema regionale della Protezione Civile e disciplina della relativa attività”. Sistema di Allertamento: monitoraggio, segnalazione evento calamitoso, censimento danni DELIBERA N. 611 del 4 settembre 2006 “Approvazione nuove disposizioni e procedure operative per l`attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile". • Allegato A DISPOSIZIONI PER L’ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - “Indirizzi Operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile”. Allegato 1 PROCEDURE OPERATIVE PER L’ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile”. • Allegato 2 PARTE SECONDA – Cartografia di dettaglio con la perimetrazione delle 25 Zone di Allerta. • Allegato 3 PARTE TERZA – Elenco enti compresi nelle Zone di Allerta. DECRETO DIRIGENZIALE N. 4772 del 17 ottobre 2008] D.P.G.R. n. 24/R del 19/05/2008. Approvazione delle modalità per la segnalazione di criticità, il monitoraggio e la prima verifica dei danni e relativa modulistica. • Allegato "A" D.D. 4772/2008 “Modalità per la segnalazione di criticità, il monitoraggio e la prima verifica dei danni”. • Provincia - segnalazione criticità - report situazione in atto. Da compilarsi a cura della Provincia per le seguenti finalità: - comunicazione di una criticità in corso o prevista e degli interventi attivati per fronteggiarla; - monitoraggio dell'evolversi della criticità segnalata e degli interventi attivati per fronteggiarla; - comunicazione circa la stabilizzazione e/o il superamento della criticità. • Comune/Centro Intercomunale - segnalazione criticità. Da compilarsi a cura del Comune o del Centro Intercomunale per le seguenti finalità: - comunicazione di una criticità in corso o prevista e degli interventi attivati per fronteggiarla; - monitoraggio dell'evolversi della criticità segnalata e degli interventi attivati per fronteggiarla; - comunicazione circa la stabilizzazione e/o il superamento della criticità. • Comune/Centro Intercomunale - relazione finale Da compilarsi a cura del Comune o del Centro Intercomunale per comunicare gli esiti dell'attività di verifica effettuata con lo scopo di accertare gli eventuali presupposti per la dichiarazione di stato di emergenza regionale, ovvero per la valutazione della rilevanza locale dell'evento e il conseguente accesso alle linee finanziarie ad essa conseguenti. Città di Fiesole 123 Piano di Protezione Civile 2014 • Provincia - relazione finale Da compilarsi a cura della Provincia per comunicare gli esiti dell'attività di verifica effettuata con lo scopo di accertare gli eventuali presupposti per la dichiarazione di stato di emergenza regionale, ovvero per la valutazione della rilevanza locale dell'evento. VOLONTARIATO DECRETO DIRIGENZIALE 3232 del 3 luglio 2006 Art.21 e 22 del DPGR 7/R/2006. Approvazione della modulistica e delle disposizioni per la iscrizione all'elenco delle organizzazioni di volontariato di protezione civile. • Allegato "1" DD 3232/2006 Domanda d'iscrizione nell'elenco regionale del volontariato - Allegato 1/A Richiesta e dichiarazioni - Allegato 1/B Scheda informativa dell'organizzazione - Allegato 1/C Scheda informativa della sezione operativa • Allegato "2" DD 3232/2006 - Allegato 2/A Disposizioni per la compilazione e trasmissione della modulistica per l'iscrizione all'elenco e controlli sulle dichiarazioni sostitutive - Allegato 2/B Elenchi: Settori e Attività, Risorse DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 3 marzo 2008 n. 7/R (con modifiche) Testo coordinato con DPGR 19/05/2008 n. 24/R Regolamento sulle organizzazioni di volontariato che svolgono attività di protezione civile. DECRETO DIRIGENZIALE Regione Toscana 2127 del 20 maggio 2008 DPGR 7/R/2006. Approvazione dell’elenco regionale del volontariato di Protezione Civile. DECRETO DIRIGENZIALE Regione Toscana 2128 del 20 maggio 2008 Approvazione delle disposizioni operative per la richiesta ed il rilascio dell’autorizzazione regionale alla attivazione del volontariato ai sensi e per gli effetti di cui alla legge regionale n.67/2003 e del DPGR n.7/R/2006 e per gli adempimenti conseguenti. Nota Regione Toscana del 20 febbraio 2006 Prot. A00GRT/50552 120.10.4 Chiarimenti su impiego del volontariato in attività di ricerca in superficie di persone scomparse. Nota Regione Toscana del 3 giugno 2005 Prot.120/14474/10.4 Chiarimenti su procedure di attivazione del volontariato in caso di emergenza, applicazione del DPR n.194/2001. Informazione sui contenuti della Delibera n.453/2005. Delibera Giunta Regione Toscana n. 453 del 21 marzo 2005 Approvazione delle procedure operative per utilizzo risorse regionali a supporto dell'attività di ricerca di persone scomparse. • Allegato Delibera Giunta Regione Toscana n. 453 del 21 marzo 2005 Delibera della Giunta Regionale N .289 del 20-04-2009 Approvazione degli indirizzi operativi per favorire il coordinamento dell'attivazione e impiego delle organizzazioni di volontariato in ambito provinciale e il raccordo con la Regione • Allegato Delibera Giunta Regione Toscana n. 289 del 20-04-2009 Interventi Finanziari Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 24/R del 19 maggio 2008 Interventi finanziari in attuazione della L.R. 67/2003 (pubblicato sul B.U.R.T. del 22 maggio 2008, n. 14) Città di Fiesole 124 Piano di Protezione Civile 2014 DELIBERA GIUNTA REGIONE TOSCANA n. 627 del 4 agosto 2008 D.P.G.R. 24/R/2008 art. 9 comma 3. Approvazione criteri e procedure per la valutazione della rilevanza locale degli eventi. • Allegato "A" Delibera GRT n. 627/2008 Criteri e procedura per la valutazione della rilevanza locale degli eventi. 832 2006 delibera DECRETO DIRIGENZIALE n. 4773 del 17 ottobre 2008 Presa d'atto dell'attività delle forme associate ammissibili agli interventi finanziari di cui al DPGR 24/r/2008. • Allegato "1" D.D. n. 4773/2008 Elenco forme associate che hanno approvato il piano di protezione civile intercomunale. • Allegato "2" D.D. n. 4773/2008 Elenco attività gestite in forma associata DELIBERA GIUNTA REGIONE TOSCANA n. 883 del 3 novembre 2008 Approvazione dell'aggiornamento della graduatoria generale di disagio dei comuni montani e dei comuni di minore dimensione demografica, a norma dell'articolo 2, comma 3, della legge regionale 27 luglio 2004, n. 39. • Allegato "A" Delibera GRT n. 883/2008 Calcolo dell'indicatore unitario disagio e graduatoria di maggior disagio. N.B. Comuni Particolarmente Svantaggiati (indice di disagio compreso tra 113 e 96) e dei Comuni Svantaggiati (indice di disagio compreso tra 95 e 74) Protezione Civile e Sistema Sanitario Regionale DELIBERA 444 del 19 giugno 2006 Progetto speciale "Sorveglianza attiva per la persona anziana fragile". Approvazione inee guida e assegnazione delle risorse alle zone-distretto. Modifica delibera G.R.523/2004 • Allegato 1 - DGRT 444 • Allegato 2 - DGRT 444 DELIBERA 1390 del 27 dicembre 2004 Direttive per le Aziende sanitarie locali per l'elaborazione del Piano sanitario aziendale per le emergenze e per assicurare l'integrazione del servizio sanitario regionale con l'attività della protezione civile. RISCHIO SISMICO Legge regionale 21 giugno 2006, n. 24 Modifiche alla legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio) in materia di costruzioni realizzate in zone sismiche Deliberazione di Giunta Regionale n. 431 del 19 giugno 2006 Deliberazione di Giunta Regionale n. 431 del 19 giugno 2006 Riclassificazione sismica del territorio regionale: Attuazione del D.M. 14.09.2005 e Ord. PC.M. 3519 del 28.04.2006 pubblicata sulla G.U. dell'11.05.2006 Deliberazione di G.R. 12.06.2006, n. 20 Proposta di Legge recante "Modifiche alla Legge regionale 3 gennaio 2005 n.1 (Norme per il governo del territorio) in materia di disciplina delle costruzioni nelle zone sismiche" • All. 2 - Relazione tecnica metodologie di quantificazione • All. 3 - Relazione di accompagnamento Città di Fiesole 125 Piano di Protezione Civile 2014 Legge regionale 26 gennaio 2005, n. 15 Modifiche alla legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio). Reviviscenza della legge regionale 6 dicembre 1982, n. 88 (Disciplina dei controlli sulle costruzioni in zone soggette a rischio sismico) Legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 Norme per il governo del territorio L.R. 6 dicembre 1982, n.88 Disciplina dei controlli sulle costruzioni in zone soggette a rischio sismico DIFESA DEL SUOLO DPGR n. 46/R del 8 settembre 2008 Regolamento di attuazione della L.R. 31 maggio 2006 n. 20 "Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento". DPGR n. 29/R del 26 maggio 2008 Regolamento di attuazione dell'articolo 8bis della L.R. n. 81 del 21 luglio 1995, "Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n.36 (Disposizioni in materia di risorse idriche)". Disposizioni per la riduzione e l'ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal gestore del servizio idrico integrato. Integrazioni alla Legge Regionale N° 29 del 21 Maggio 2007 Legge Regionale N° 29 del 21 Maggio 2007 Norme per l’emergenza idrica per l’anno 2007. Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche”) e alla legge regionale 11 dicembre 1998, n. 91 (Norme per la difesa del suolo). DELIBERA 529 del 24 luglio 2006 Approvazione di "Criteri generali per l'elaborazione degli scenari di evento ai fini della predisposizione dei piani di emergenza per rischio grandi dighe". L.R. 31 maggio 2006, n. 20 Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento. DELIBERA 1379 del 17 dicembre 2001 Approvazione indirizzi per esercizio in forma coordinata del servizio di piena a livello di bacino idrografico. L.R. 11 dicembre 1998, n.91 Norme per la difesa del suolo. L.R. 21 luglio 1995, n. 81 Norme di attuazione della Legge 5 gennaio 1994, n. 36. Disposizioni in materia di risorse idriche. L.R. 5 maggio 1994, n.34 Norme in materia di bonifica. L.R. 5 gennaio 1994, n.36 Disposizioni in materia di risorse idriche. Centri Intercomunali DECRETO 2977 del 30 maggio 2005 Approvazione delle istruzioni tecniche per la elaborazione del piano intercomunale di Protezione Civile. DELIBERA 238 del 17 marzo 2003 Approvazione direttive per la costituzione dei Centri intercomunali di protezione civile e per il loro utilizzo ai fini del funzionamento del C.O.M. (Centri operativi misti). Estratto normativa Centri Intercomunali Raccolta sintetica delle principali disposizioni normative in materia di Centri intercomunali Aree per la gestione delle emergenze DECRETO 719 del 11 febbraio 2005 Città di Fiesole 126 Piano di Protezione Civile 2014 Approvazione delle direttive tecniche circa la individuazione, la segnalazione e la gestione delle aree di attesa ed individuazione delle specifiche dimensionali e grafiche della relativa cartellonistica. Attività a Rischio di Incidenti Rilevanti L.R. 20 marzo 2000, n.30 Nuove norme in materia di attività a rischio di incidenti rilevanti. Antincendio Boschivo – AIB Delibera della Giunta Regionale n. 526 del 7 luglio 2008 Disposizione sperimentali per l'allertamento e l'organizzazione del Sistema Regionale di Protezione Civile relativamente a incendi boschivi che interessano o minacciano insediamenti ed infrastrutture. L.R. 2 gennaio 2003, n.1 Modifiche alla legge regionale 21 marzo 2000, n. 39 (Legge forestale della Toscana). L.R. 21 marzo 2000, n.39 Legge forestale della Toscana. L.R. 13 agosto 1996, n.73 Norme per la difesa dei boschi dagli incendi. Dichiarazione Stato Emergenza Regionale Legge Regionale N° 29 del 21 Maggio 2007 Norme per l’emergenza idrica per l’anno 2007. Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche”) e alla legge regionale 11 dicembre 1998, n. 91 (Norme per la difesa del suolo). Decreto del Presidente della Giunta Regionale N° 2 del 09 Gennaio 2006 Dichiarazione di stato di emergenza regionaleai sensi art.6 L.R. 67/2003 per evento del 1° gennaio 2006. LEGGI DI RIFERIMENTO citata nel reg. urba. Il Piano strutturale, quale parte costitutiva del Piano Regolatore Generale del Comune di Fiesole, persegue le finalità indicate dagli artt. 1 e 5 della L.R. n. 5/1995, per garantire lo sviluppo sostenibile del territorio Città di Fiesole 127