Dedico questo articolo alla memoria del camerata Ettore Marano
mancato in Genova il 4 Aprile 2013 che mi era stato d’aiuto nel
raccogliere materiale sul Generale J.F.C.Fuller
di Alfonso de Filippi
“…il più alto strumento di risveglio interno della razza è la lotta, e la guerra sua più alta
espressione” Julius Evola <I testi de La Difesa della Razza> Ar, Padova, 2001, pag.76.
“La storia ci insegna che il destino di ogni nazione virile è determinato da due tipi di eventi,
i conflitti esterni e quelli interni, le guerre e le rivoluzioni. Soltanto quando un Paese
invecchia e tramonta subentra un periodo di pace e ciò che più fa invecchiare una nazione è
il suo senso di sicurezza.” J.F.C. Fuller <Le Battaglie Decisive del Mondo Occidentale> Ed.
Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 1988, Vol. I, pag. 111.
Studiando la storia dei Fascismi europei (che, ricordiamolo, possono essere visti
anche come un tentativo di ristabilire i valori della casta guerriera) ci si imbatte,
anche non limitandosi ai personaggi di primissimo piano, in figure di grande valore e
interesse.(1)
Qui si vuole ricordare una figura che seppe unire la vocazione del guerriero a
un’elevatissima attività intellettuale, non mancando di militare sotto le insegne del
Fascismo. John Frederick Charles Fuller. (11-IX-1878/10-II-1966). In questo studio mi
rifaccio soprattutto al saggio “The Warrior Mage-Gen J.F.C. Fuller” firmato “Fra
Scorpio” edito dalla Renaissance Press (P.O.Box 1627-Paraparaumu Beach-New
Zealand).
Nato a Chichester nel Sussex nel 1878, il Fuller si trasferì con la famiglia in Svizzera
per poi ritornare in patria e iscriversi a un collegio militare all’età di 14 anni, passò
poi all’Accademia Militare di Sandhurst per essere in seguito assegnato a un
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battaglione di fanteria leggera nel quale servì in Sud Africa dal 1899 al 1902. Fin da
giovanissimo aveva manifestato una vivace curiosità intellettuale, doti artistiche e il
rigetto del cristianesimo; dotato di una mente filosofica egli si convinse ben presto
che lo scopo della vita andava individuato né nella felicità, né nella sofferenza, ma
nello sviluppo della propria personalità. Nel 1904 seguì il suo reparto in India, qui si
interessò alla cultura locale e all’occultismo, ciò non per propensione verso il
sovrannaturale, ma per il suo desiderio di scoprire il significato nascosto delle cose.
Come ricorda Fra Scorpio (ibidem) ebbe numerosi incontri con santoni induisti e
iniziò a praticare lo yoga. In India ebbe a incontrare il famigerato mago Aleister
Crowley di cui è noto l’odio verso il cristianesimo e la democrazia; al Crowley il
Fuller ebbe a dedicare un libro <The Star in the West> e ad apprezzarne il <Liber
Legis>.
Come ricorda l’autore che si cela dietro lo pseudonimo di <Fra Scorpio> riferendosi
alla breve collaborazione del Fuller con Aleister Crowley “L’avversione di stampo
nietzschiano del Fuller per il cristianesimo, della democrazia e dell’opinione delle
masse era molto in armonia con la Legge della Forza e del Fuoco e con il
preannuncio dell’avvento dell’Eone di Horus proclamati dal Crowley. A ciò si unì la
sua…apologia di Mussolini, di Hitler e dello <Stato Totale>. E a differenza di altre
eminenti personalità che prima della guerra avevano sostenuto il Fascismo, il Fuller
non ripudiò mai le sue prese di posizione.”
L’amicizia col tenebroso mago era però destinata a finire dopo poco tempo sembra a
causa di tal Georg Raffalovitch figlio di un banchiere ebreo russo. Si può anche
pensare che il Fuller rifiutasse di seguire il <mago> in certe sue iniziative pensando
che ciò potesse danneggiare la sua attività nel campo militare. In ogni caso
l’interesse per l’occultismo rimase costante nella vita del futuro generale. Essendosi
poi ammalato il Fuller ritornò in patria nel 1906. Qui si sposò e servì negli anni
seguenti in reparti di stanza nelle isole britanniche, facendosi nel frattempo notare
come teorizzatore di ampie riforme nell’organizzazione delle forze armate. Durante
la Prima Guerra Mondiale servì come ufficiale di stato maggiore e dal 1916 nel ramo
armi pensanti del corpo delle mitragliatrici, questo settore fu quello che pianificò le
operazioni con i primi tanks: i carri armati. Al Fuller si dovette così la preparazione
dagli attacchi con i tanks sferrati nel 1917 a Cambrai e di quelli delle offensive
autunnali del 1918 che portarono alla sconfitta delle armate del Kaiser.
tank britannico della i guerra mondiale
Finito il conflitto il Fuller rientrò in patria dove ricoprì varie importanti posizioni
nelle forze armate tra cui il comando di una brigata sperimentale ad Aldershot nei
suoi progetti di meccanizzazione delle forze armate venne coadiuvato da B.H. Liddell
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Hart destinato anche egli a diventare un famoso storico e teorico di argomenti
militari. Tuttavia le idee del Fuller non trovarono troppo ascolto in Gran Bretagna e il
Nostro non sentendosi sostenuto dai superiori ebbe a dimettersi, ma le sue
concezioni avrebbero trovato ascolto all’estero specialmente nella Germania
nazionalsocialista!
Possiamo ricordare il famoso Generale Heinz Guderian, e in generale le tattiche della
Guerra Lampo (Blitzkrieg) basate sulla determinazione di “sorpassare” aree con forte
presenza di truppe nemiche che potessero, in un secondo tempo, venire circondate e
distrutte. In Francia le teorie del Fuller sarebbero state riprese da un certo De
Gaulle!
tank tedesco della prima guerra mondiale
La filosofia della guerra del Fuller è piuttosto complessa e qui devo rifarmi
soprattutto a Fra Scorpio che utilizza a codesto scopo il libro del Nostro del 1923
“Reformation of War”. Senza la guerra, secondo il Fuller nessuna forza sarebbe in
grado di scacciare i prestatori di denaro dal tempio dell’esistenza umana; il vero
scopo della guerra, poi, sarebbe non distruttivo ma creativo. La guerra sarebbe “il
Dio della distruzione creatrice” le grandi nazioni sono nate tutte dalla guerra poiché
essa è il punto in cui si focalizzano forze della nazione. Nella pace le nazioni
decadono. Questo libro conteneva esprimeva anche l’opposizione dell’autore alla
democrazia parlamentare, al socialismo e alla Lega delle Nazioni.
Nel 1926 il Nostro pubblicò <Foundations of the Science of War> in cui egli
descriveva la sua concezione della scienza militare come basata sulla triplice (Three
Fold) natura delle cose nell’ambito delle relazioni (interplay) tra ognuno e l’universo,
e tra l’inerzia e il cambiamento. Il tempo era diviso tra passato, presente e futuro, la
forza in energia, movimento e massa; la mente in conoscenza, fede e credenza; la
natura in terra, acqua e aria; l’umanità in uomini, donne e bambini; la materia in
solidi, liquidi e gas, l’uomo in mente, anima e corpo. Anche il corpo è organizzato a
tre livelli: struttura, controllo e mantenimento, i tre elementi sono stabilità
(negativo), attività (positivo), cooperazione (relativo)
“Applicando codesta numerologia alle scienze militari, le guerre sono basate su tre
modalità della forza: mentale, mortale e fisica: equivalenti rispettivamente alla
mente, all’anima e al corpo dell’uomo.
Un tema costante del pensiero del Fuller è la considerazione che la guerra è una
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forza creativa volta ad assicurare uno stato di pace più perfezionato. Egli ritorna su
questo tema in <The Generalship of Grant> (1929) in cui descrive la guerra come
<creativamente distruttrice>, non necessariamente <malvagia> ma un mezzo con il
quale creare una situazione migliore” (Fra Scorpio pagg.8-9)
Nello stesso anno 1926 il Fuller aveva pubblicato <Yoga: a study of the mystical
philosophy of the Bramins & Buddhists> in cui si descrive come “un ricercatore della
verità la quale ha molti livelli”.
Negli anni seguenti il Fuller si sentì sempre più deluso dalla vita militare vedendo le
difficoltà se non l’impossibilità di attuare quelle radicali riforme che riteneva
necessarie, di tale inerzia non tardò a considerare colpevole lo stesso sistema
democratico. In <Revolt in India> definì la democrazia come un massimo di corpo e
un minimo di cervello, una vera e propria “malattia” (anni dopo qualcuno la avrebbe
definita una “infezione dello spirito”.)
Continuava ancora Fra Scorpio (pag.11) “La sua condanna di stampo nietzschiano
del cristianesimo rimaneva costante, scrivendo a un amico il poeta Meredith Starr,
sosteneva che il primo passo da fare nell’età delle macchine consistesse nella
distruzione <dell’ideale del mondo cristiano- l’ideale degli schiavi basato sulla
paura>” Infatti, egli era sempre alla ricerca di una nuova spiritualità. Per lui
“l’autorità era necessaria per il controllo delle maggioranze da parte di una nuova
aristocrazia. Doveva esservi una mitologia, un <Santo Graal> che avrebbe ispirato
gli uomini a seguire ideali più alti di quelli di una vita puramente animalesca.” Per
noi tutto ciò potrebbe essere (ri)trovato solo risalendo alle nostre radici ariane e
sbarazzando le elites della Razza Bianca da ogni infezione semitica, il sentirsi
<spiritualmente semiti> dovrebbe essere riservato agli ciandala.(2)
“In <The Dragon’sTeeth-a study of war and peace> (1932) il Fuller esprimeva la
necessità di cambiamenti politici e sociali; sosteneva che la democrazia e il
socialismo frutti entrambi dell’ideale egualitaristico del cristianesimo. Per lui la
guerra doveva mirare a perfezionare la pace. Senza la guerra ci sarebbe stata,
invece, la <Pace eterna>: un’espressione adatta all’insegna di un cimitero. ad un
cimitero” (d’altra parte lo stesso Kant avrebbe utilizzato per titolo della sua celebre
opera quello che si leggeva in una insegna cimiteriale!)
Nel 1934, dopo aver aderito alla B.U.F., continua Fra Scorpio, il Fuller “scrisse
“<Empire Unity and Defence>” in cui faceva riferimento alla minaccia rappresentata
da una oligarchia mondiale ebraica operante attraverso il Comunismo e la Lega delle
Nazioni”
Come si è accennato, dopo essersi ritirato dalle Forze Armate, con il grado di
Maggiore Generale. il Nostro diventato sempre più impaziente e critico nei confronti
del sistema democratico che considerava troppo lento nell’adottare quelle riforme di
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carattere militare che egli giudicava vitali. Ciò lo spinse ad aderire alla British Union
of Fascists il movimento delle camicie nere britanniche fondato e guidato da Sir
Oswald Mosley (3)
Anche il Mosley, ricordo, aveva abbracciato l’idea fascista perché deluso dalla
lentezza del sistema democratico nel prendere decisioni vitali.
Nell’ambito dell’Unione Britannica dei Fascisti egli entrò a far parte del direttorio
politico e fu considerato uno dei più stretti collaboratori del Mosley. Si presentò
anche, senza troppa fortuna alle elezioni del 1935, contro il futuro ministro degli
esteri A. Eden. Secondo il Dorril (“Black Shirts…” Pag,311) il Fuller condivideva col
Mosley l’interesse verso la filosofia spengleriana, il <social imperialismo>, le
concezioni geopolitiche del Mackinder e la visione del dominio di una elite
tecnocratica.
Da parte sua Martin Pugh (<Hurrah for the Blackshirts> pag.166) ebbe a scrivere
“Retrospettivamente il Fuller ebbe ad attribuire la sua conversione al Fascismo al
rifiuto opposto ai suoi progetti volti alla meccanizzazione dell’esercito britannico da,
parte dell’establishment militare … Anche se questo può essere stato un fattore di
tale conversione, esso si univa al suo ossessivo antisemitismo, alla sua paranoia (!?)
riguardo alla Lega delle Nazioni e al suo disprezzo per la democrazia, elementi
questi che lo avvicinavano al Fascismo; dichiarato ammiratore dei capi <forti>, il
Fuller credeva nello stato corporativo come un mezzo per privare del potere le masse
ignoranti.”
Da parte sua il Trythall (<Boney Fuller..> pag.99) scriveva “ …dato che per il Fuller
la guerra era in ultima istanza collegata alla sopravvivenza razziale e dato che gli
esistenti sistemi di governo non parevano atti a diventare efficaci strumenti per una
riforma del sistema militare, allora avrebbe potuto essere necessario sostituirli, allo
scopo di realizzare dette riforme, con sistemi più autoritari.” E a pag.182 “Il Fuller si
opponeva alla democrazia in quanto essa, almeno nella sua versione occidentale,
significava in ultima analisi che dovesse prevalere la volontà popolare, per quanto
imperfetta e male informata, e questo egli non lo poteva accettare. La sua
interpretazione della storia era basata sulla fede nell’influenza dei grandi uomini e
non di quella del popolo.”
Sempre nell’ambito della B.U.F. il Fuller svolse anche una notevole attività di
pubblicista scrivendo articoli e opuscoli per le camicie nere britanniche.
Il suo impegno per la causa fascista spinse il Fuller a collaborare ad altri fogli oltre a
quelli legati all’Unione Fascista Britannica (la <English Review> e <The New
Pioneer> (cui collaborava anche Anthony Ludovici) e ad aderire anche ad altri
gruppi: The Link che propugnava l’amicizia germano-britannica e alla razzista Nordic
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League. Collegata a una società segreta denominata White Knights of Britain una
sorta di Ku Klux Klan britannico, il cui slogan era <Perish Judah> “camuffato” in
pubblico come <P.J.>. Insomma sul piano dell’antisemitismo il Fuller era molto più
radicale del Mosley.
Sir Oswald Mosley – il Gen.Fuller
Nel Dicembre 1934 il Fuller si recò in visita da Hitler, l’anno dopo incontrò J. von
Ribbentrop e Rudolf Hess e nel settembre fu invitato ad assistere alle manovre
militari tedesche. Poi fu corrispondente per il <Daily Mail> di Lord Rothermere (che
inizialmente aveva appoggiato il Mosley) alla guerra italo-abissina. In viaggio per
questo fronte fece tappa a Roma, dove incontrò Benito Mussolini; munito di una
lettera di presentazione del Mosley si presentò al Duce come un <Fascista puro
sangue> (full-blooded) e, in codesta occasione, avrebbe spiegato al Duce che
l’ostilità della stampa britannica nei riguardi della conquista italiana dell’Etiopia era
dovuta alla forte influenza che vi avevano gli ebrei. Possiamo così supporre che
anche codesto colloquio sia stato tra i fattori che spinsero alla “svolta antisemitica”
del Regime fascista. In Africa fu aggregato a un reparto di Camicie Nere verso le
quali ebbe poi a rivolgere vari elogi.( Cfr Dorril <“Black Shirts..”> pag,359)
Prosegue Fra Scorpio (pag.13) “Nella sua autobiografia <Memoirs of an
Unconventional Soldier> (1936) il Fuller concludeva ribadendo la necessità di una
<nuova spiritualità>, profetizzava l’ascesa dell’Asia e descriveva la lotta tra la
<ormai superata democrazia> e il <Fascismo emergente> sostenendo che
quest’ultimo offriva una <più alta libertà>.
Nel 1936 pubblicava anche <The First of the League Wars> libro in cui, scrive
ancora lo Scorpio, “ ritornava alla sua triplice concezione nel definire lo stato
corporativo fascista il quale si occupava del corpo, dell’anima e dello spirito di ogni
suo cittadino. Il Fuller vi definiva gli stati come organismi biologici che necessitano
di espandersi territorialmente e razzialmente, codesta urgenza all’espansione
nazionale veniva paragonata alle lotte tra degli individui per riuscire ad accoppiarsi e
a riprodursi. Egli paragonava i conquistatori italiani dell’Abissinia ai cavalieri delle
Crociate, descriveva il controllo ebraico sulla Germania prima dell’avvento di Hitler,
identificava il comunismo russo con l’ebraismo e descriveva il controllo ebraico sul
presidente statunitense W.Wilson durante la Prima Guerra Mondiale. Non mancava
in oltre di spiegare la politica antisemitica del Reich come un riflesso della sua
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opposizione al capitalismo finanziario internazionale.”
il Duce e Sir. Oswald Mosley nel 1936
Scrive ancora il Dorril ( “Black Shirt…” pag.352). In <The First of the League Wars…
il Fuller dichiarava che <ciò che in ultima analisi la Lega delle Nazioni desiderava
era una guerra volta a distruggere il Fascismo, dato che questo era l’obiettivo dei
poteri occulti che la controllavano”. D’altra parte “socialisti, comunisti, pazzoidi vari
reclamavano a gran voce per sanzioni militari (contro l’Italia) e la chiusura del
Canale di Suez. Ciò avrebbe significato una guerra mondiale, la distruzione
dell’Europa e l’espansione del Bolscevismo ateo – e qui i poteri occulti avrebbero
gettato la maschera”
All’origine di tutto questo, per il nostro Generale, vi sarebbe stata una cospirazione
ebraica il cui unico oppositore sarebbe stato il Fascismo <una potente concezione
religiosa>.
Nonostante la sua militanza fascista, il Fuller godeva ancora di alta considerazione in
molti circoli militari britannici, così fu inviato come osservatore in Spagna durante la
guerra civile qui poté visitare le truppe “nazionali” e incontrare lo stesso Francisco
Franco, In seguito descrisse tale conflitto come la lotta tra due sistemi finanziari: il
capitalismo finanziario internazionale e l’autosufficienza nazionale (autarchia)”.
Ritornando alle concezioni militari del Fuller, si può citare dal volume <Far Right
Politics in the United Kingdom> pagg.49-50 “Il Fuller probabilmente è noto oggi per
i suoi <Nove principi della Guerra> che hanno costituito la base di molte
teorizzazioni moderne sulla guerra fin da quando vennero elaborati negli anni 30 e
che derivarono da un convergere degli interessi sia mistici che militari del Fuller.
Codesti nove principi passarono attraverso varie elaborazioni. Secondo il Fuller essi
potevano venire ridotti a tre gruppi, cioè, i principi del controllo, della resistenza e
della pressione e, infine, a una legge: quella dell’economia della forza. In tal modo il
suo sistema si sviluppò dai 6 principi del 1912 agli 8 del 1915, poi ai 19 del 1923, poi
discesi a 9 nel 1925, con il vantaggio che questi 9 potevano essere fusi in 3 e questi
3 in una sola legge. I nove principi sono stati espressi in vari modi, riprendiamo una
loro elencazione del 1925 1) Direzione 2) Azione Offensiva 3) Sorpresa 4)
Concentrazione (delle forze) 5) Distribuzione (sempre delle forze) 6) Sicurezza 7)
Mobilità 8) Resistenza, 9) Determinazione
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Codesti principi sono stati ripresi e rielaborati da altre nazioni, specialmente
nell’ambito della NATO e continuano a venire applicati al moderno pensiero
tattico…”
Il 20 Aprile 1939 il Fuller fu a Berlino invitato dal Fuhrer per i festeggiamenti del suo
50° compleanno, poté così assistere a una grande parata militare. Riferendosi al
passaggio dei panzer, Hitler gli chiese se era contento dei suoi <figliuoli> (i carri
armati) e il Nostro ebbe a rispondergli che aveva fatto fatica a riconoscerli tanto
erano cresciuti!
Nel 1937 in un ritorno ai suoi studi di esoterismo il Fuller aveva scritto “The Secret
Wisdom of the Qaballah” in cui esaminava l’ebraismo come “l’esaltazione del popolo
eletto di Jeova al di sopra di tutte le altre razze della terra.”
Avvicinandosi il conflitto, il Fuller partecipò alle iniziative miranti a evitare che la
Gran Bretagna si gettasse in un conflitto che non poteva risultare, come poi si vide,
che in un suicidio nazionale e razziale: vinto il conflitto, Londra perse l’Impero e aprì
le porte all’invasione delle razze di colore: effettivamente la fine dell’Inghilterra>
incominciò da Giarabub!
Scoppiato la guerra, il Mosley e molti suoi collaboratori furono arrestati e
imprigionati per anni, in barba ad ogni legalità, per misura “precauzionale”,
nonostante la loro provata fedeltà alla Gran Bretagna, al Fuller fu risparmiato
l’arresto, ma sarebbe stato comunque pesantemente ammonito a “stare calmo” e
sorvegliato per la durata del conflitto.
Nel 1946, iniziata l’era nucleare, scriveva a Meredith Starr “L’uomo non è stato fatto
per distruggere, è stato fatto per creare, ma è stato dotato di due poteri…Egli non è
solo Shiva, o solamente Vishnu o solo Brahma, ma tutti e tre in uno. Ogni cosmo
nasce con un <Fiat Lux> ed è questo che oggi attende il mondo occidentale. Non
una nuova religione o una nuova politica, ma una scintilla dell’Immaginazione Divina
che darà inizio a un nuovo ciclo nella storia del mondo.”
Terminato la guerra, come è noto, Sir Oswald Mosley tentò, con scarsa fortuna di
riprendere la sua attività politica con un nuovo gruppo l’Union Movement e il Nostro
fu vicino ad alcune iniziative del movimento. In seguito avrebbe fatto parte dl gruppo
antisemitico il National Front after Victory e venne anche contattato (al pari del
Liddel Hart )da Francis Parker Yockey di cui apprezzò molto il capolavoro
<Imperium>. ed ebbe a collaborare al famoso periodico tedesco <Nation Europa>
che era, in parte, finanziato dallo stesso Mosley.
Nel 1948 il Fuller pubblicò “The Second World War, 1939-1945-A Strategical and
Tactical History”. Alcuni ebbero a osservare che con l’eccezione di una citazione dal
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Mein Kampf di Adolf Hitler, la parola “ebreo” vi appariva una sola volta a pag.432,
dove si leggeva che “i Tedeschi sterminarono centinaia di migliaia di ebrei e
rinchiusero centinaia di migliaia di persone nei campi di concentramento.” In effetti,
ci si può chiedere se questo fosse uno dei primi esempi di “revisionismo” o almeno di
“riduzionismo”, che dir si voglia, nei confronti della mitologia dell’“olocausto”. Nello
stesso libro egli attribuiva la colpa di aver reso più brutale il conflitto alle azioni
partigiane dei Russi, condannava la politica della “resa incondizionata” imposta dagli
Alleati a Germania e Giappone come una delle cause di quel prolungamento della
guerra che aveva consentito all’Unione Sovietica di avanzare fino al cuore
dell’Europa; non mancava, inoltre, di condannare il carattere barbarico dei
bombardamenti aerei anglo-americani sulle città europee.
Egli continuava a invocare una svolta verso lo <stato totale>, si oppose ai processi
intentati dai vincitori nei confronti dei vinti e lamentava che non fosse possibile
ricostruire la potenza militare tedesca in opposizione all’Unione Sovietica. Ancora
nel 1956 avrebbe scritto al Liddel Hart che l’unica speranza ancora possibile era
quella in un nuovo Hitler che, però, questa volta avrebbe dovuto essere sostenuto
dalla Gran Bretagna! (cfr.A.Trythall <Boney Fuller-The Intellectual General>
pag.246
Dal 1954 al 1956 uscì in tre volumi The Decisive Battles of the Western World and
their Influence upon History che a quanto mi risulta sarebbe l’unica opera del Fuller
tradotta in italiano (“Le Battaglie Decisive del Mondo Occidentale” edito in 3 volumi
dalla Stato Maggiore dell’Esercito, traduzione non priva di grossolani errori, al punto
che il traduttore prende per nome di persona la sigla del Partito Socialista
Rivoluzionario Russo!). Ne cito qualche punto riguardante il periodo seguente alla
Prima Guerra Mondiale (Volume III) Alle pag. 356-357 riguardo alla situazione creata
dai trattati di pace possiamo leggere: “Di questa situazione approfittarono due
uomini assertori di una nuova filosofia: Benito Mussolini ed Adolf Hitler. Essi
sfidarono il mito dell’uomo economico, fattore fondamentale del capitalismo, del
socialismo e del comunismo ed esaltarono, in contrapposizione il mito dell’uomo
eroico.”. E poco oltre “Agli occhi di Hitler, i fini del capitalismo internazionale e del
marxismo erano una cosa unica e identica. Ambedue, diceva, avevano ripudiato <il
principio aristocratico della natura>, ambedue perseguivano la distruzione della
qualità, non delle cose ma della vita. Sosteneva che ambedue mancavano della
giustificazione del sacrificio, che erano contro natura e che distruggevano il genere
umano.”
Proseguiamo: pagg.358-359 “Che quest’uomo straordinario sia stato un demonio e
un pazzo, non sminuisce il fatto che egli cancellò il bolscevismo dalla Germania e
realizzò cose mirabolanti. Hitler sosteneva che, fino a quando il sistema monetario
internazionale si basava sull’oro, una nazione che produceva oro poteva imporre la
sua volontà a quelle che ne erano sprovviste. Questo poteva essere ottenuto
prosciugando le loro fonti di scambio e costringendole, quindi ad accettare prestiti
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imponendo, alla fine, i propri prodotti. Diceva: <“La comunità nazionale non vive del
valore fittizio della moneta, ma della produzione reale, che a sua volta dà valore alla
moneta. Questa produzione è la vera copertura finanziaria della moneta, non una
banca o una cassaforte piena d’oro.>”
Codeste pagine andrebbero riprodotte nella loro interezza nonostante le “perle” del
traduttore che parlando di “produzione” dell’oro fa pensare a quegli alchimisti dietro
ai quali qualcuno ha perso tempo senza, peraltro, riempirsi la cassaforte!
Ma proseguiamo: Hitler “Decise perciò di 1) rifiutare prestiti esteri accompagnati da
interessi e basare il valore del marco sulla produzione e non sull’oro; 2) ottenere le
materie importate mediante lo scambio diretto di prodotti – baratto – sovvenzionando
le esportazioni quando necessario; 3) porre termine a ciò che definiva <libertà di
scambio>, vale a dire all’arbitrio di giocare in borsa e di spostare fortune private da
un paese all’altro speculando sulla situazione politica, 4) produrre moneta quando
manodopera e materiali erano disponibili per un lavoro invece di ricorrere ai debiti
per procurarsela.
Poiché lo stato di salute della finanza internazionale dipendeva dalla quantità di
prestiti con interessi effettuati dalle nazioni in difficoltà economiche, la politica
economica hitleriana sanciva la sua rovina. Se egli avesse avuto successo,
certamente altre nazioni ne avrebbero seguito l’esempio e, se fosse giunto il tempo in
cui tutti i governi non in possesso dell’oro avessero fatto ricorso allo scambio di beni
con beni, non solo il sistema dei prestiti sarebbe cessato e l’oro avrebbe perso il suo
potere, ma le banche avrebbero dovuto chiudere.”
Credo che solo questo dovrebbe bastare a convincere i miei pochi e pazienti lettori
ad accostarsi all’opera del Generale Fuller.
Andiamo avanti e tocchiamo, seppur di sfuggita, il problema dei veri responsabili
della guerra. Pag.360: “Tra il 1933 e il 1936, Hitler aveva ridotto la disoccupazione
tedesca da 6 a 1 milione ed era ritornata una prosperità tale che, come Arthur
Balfour bel 1907, pare che Winston Churchill nel 1936 abbia detto al generale
americano Robert E Wood <La Germania sta diventando troppo forte e noi dobbiamo
schiacciarla>.
A pag 363 viene riportato uno stralcio di un rapporto del 12 gennaio 1939 fatto al
suo governo da Jerzy Potocki ambasciatore polacco a Washington: “La pubblica
opinione americana, in questi giorni, esprime crescenti sentimenti di odio per
qualsiasi cosa connessa con il nazionalsocialismo. Soprattutto, la propaganda è
completamente nelle mani degli ebrei. Quando si considera l’ignoranza della
pubblica opinione, si capisce perché la loro propaganda sia così efficace ed abbia
presa su una popolazione che non ha alcuna cognizione della reale situazione in
Europa…Il presidente Roosevelt è stato il primo a scendere in campo per manifestare
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il suo odio al fascismo, ripromettendosi di raggiungere due risultati: innanzitutto
distrarre l’opinione pubblica americana dalle difficoltà e dai problemi in campo
economico…inoltre, il trattamento… riservato agli ebrei in Germania ed il problema
dei rifugiati sono fattori che alimentano l’odio esistente verso qualsiasi cosa che
richiami il nazionalsocialismo tedesco. In questa compagnia di odio si distinguono,
per il loro attivismo, intellettuali ebrei come Bernard Baruch, Lehman, governatore
dello stato di New York; Felix Frankfurter, giudice neoeletto alla suprema corte di
giustizia; Morghentau, ministro delle finanze, ed altri personaggi molto noti della
cerchia di amicizie di Roosevelt….Questo particolare gruppo di persone che
occupano posizioni importanti nella vita pubblica americana e che desiderano essere
considerati rappresentanti del vero americanismo e campioni di democrazia, sono, in
verità, legati all’ebraismo internazionale, intimamente coinvolto negli interessi della
razza. Il ruolo del presidente Roosevelt quale campione dei diritti umani è per loro
un vero dono del Cielo. In tal modo gli ebrei sono riusciti non solo a costituire un
pericoloso centro capace di alimentare odio ed inimicizie…ma anche a dividere il
globo in due parti avverse, pronte a scatenare una guerra…Roosevelt ha ricevuto il
potere di dare vitalità alla politica estera americana e, nello stresso tempo, di creare
riserve di armamenti per una guerra futura, per lo scoppio della quale gli ebrei si
stanno deliberatamente adoperando.” Evidentemente il Nostro condivideva le
opinioni del polacco!
Il Fuller continuò a leggere, scrivere, a viaggiare e a disprezzare la democrazia
anche nei suoi ultimi anni; infine dopo una vita straordinaria il Generale John
Frederick Fuller si spense il 10 Febbraio 1966.
ALFONSO DE FILIPPI
NOTE
(1) Un nome per tutti: l’etnologo francese Georges Montandon morto in
seguito ad un attentato partigiano)
(2) Come ha scritto Fabio Calabrese (<Ma quale tradizionalismo?> “Sul piano
dei principi, della visione del mondo, diciamo pure che non esiste nessuna
possibile compatibilità: non ne può esistere fra chi guarda alla spiritualità
indoeuropea e chi basa la sua, “fede” su di un libro mediorientale che è una
raccolta di falsità storiche e di infantilismi e sciocchezze in termini spirituali ed
etici, e viene venerato come “la parola di Dio”.
(3) “Sir Oswald Mosley resta uno degli esponenti ideologici di vertice del
movimento fascista mondiale”Sergio Gozzoli <Popoli al
bivio>Ritter,Milano,2006,pag.478.
BIBLIOGRAFIA
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Fuller il filosofo in armi