Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wavelet Analisi tempo-frequenza Cenni di Jpeg 2000 Livio Tenze [email protected] © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Testi utilizzati • “Wavelet transform”, Sheng • R. C. Gonzales and R. E. Woods. Digital Image Processing. Prentice Hall • http://users.rowan.edu/~polikar/WAVELETS/W Ttutorial.html • Signal Processing Magazine, Review on JPEG 2000 © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Argomenti del seminario 1/3 • Introduzione all'analisi tempo-frequenza – Wavelet continua – Confronto con Fourier, Short time Fourier transform (STFT), Wigner, Ambiguity, Gabor, Wavelet – Ammissibilità e regolarità – Dal continuo al discreto • Wavelet partendo dalla multirisoluzione – Scomposizione piramidale – Subband coding © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Argomenti del seminario 2/3 – Funzioni di scala e proprietà necessarie – Funzioni wavelet – Formalizzazione dell'espansione in serie, DWT, CWT, Fast wavelet transform (FWT) – Trasformata wavelet in 2 dimensioni • Cenni alla compressione Jpeg 2000 – Perché una nuova trasformata per la compressione di immagini – Descrizione generale dello standard Jpeg 2k © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Argomenti del seminario 3/3 – Scelta dei kernel di filtri • filtri ortogonali versus biortogonali • filtri lineari e problemi ai bordi • embedded zero-tree wavelet (EZW) © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wavelet continua • Analisi wavelet utile per segnali non stazionari – rispetto STFT e Wigner, la wavelet fornisce Q costante • Le basi sono generate da una funzione madre mediante dilatazione e traslazione • L'”ammissibilità“ assicura l'esistenza dell'inversa • La “regolarità” fornisce la località in frequenza e nel tempo • Per ridurre il prodotto tempo-larghezza di banda si ricorre alla DWT © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wavelet continua • La trasformata ortonormale viene ottenuta in un ambiente multirisoluzione partendo dalle funzioni di scala (cfr subband coding, QMF) – Fast wavelet transform (FWT): algoritmo ad albero • Applicazioni: – Analisi di segnali sismici, radar, sonar, elettrocardiografici, transitori motore – Compressione dei dati – Filtraggio © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wavelet continua Sia data f(t) in L l’insieme delle funzioni misurabili e di quadrato integrabili, si definisce la trasformata wavelet come: W f ( s, ) f (t )hs*, (t )dt dove hs , (t ) t h s s 1 Per valori s>1 la funzione si contrae, mentre per valori 0<s<1 si dilata. Vale inoltre la normalizzazione dell’energia: h (t ) h, © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods 2 2 dt h(t ) dt 1 Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wavelet continua Si ottiene quindi: W f ( s, ) 1 s t f (t )h * s dt La trasformata di Fourier della wavelet risulta essere H s , ( ) t h exp jt dt s H ( s ) exp( j ) s s 1 Una contrazione nel tempo corrisponde ad una dilatazione in frequenza. Si fa notare che le funzioni base non vengono specificate! © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wavelet continua • Le funzioni base vengono scelte sulla base di alcune proprietà fondamentali. Le principali sono l’ammissibilità e la regolarità delle funzioni. – Ammissibilità: la wavelet deve oscillare per avere il valor medio nullo – Regolarità: le wavelet devono avere un decadimento esponenziale con i momenti di ordine basso uguali a 0 – In altre parole la funzione oscilla e decresce • Le wavelet possono essere continue o discrete, ortonormali o non ortonormali, analitiche o numeriche • Se la funzione scelta soddisfa le due condizioni fondamentali, si ha che la trasformata possiede delle caratteristiche di località nel tempo. • Il fattore 1/s assicura che i coefficienti divengano piccoli al crescere della frequenza. Ciò significa avere località in frequenza. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Analisi tempo-frequenza • La trasformata wavelet di un segnale 1-D è una funzione 2-D nello spatio tempo-scala • La rappresentazione tempo-scala è molto simile alla rappresentazione tempo-frequenza familiare nella trasformata Short Time Fourier Transform (STFT) • La wavelet è di particolare interesse per analizzare segnali non stazionarî (come i segnali vocali, radar, sonar, sismici, elettrocardiografici, musicali, torsionali e motoristici) ed è un’alternativa alla classica STFT o alla trasformata di Gabor • La wavelet è locale sia in tempo che in frequenza! © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Analisi tempo-frequenza • Un esempio di rappresentazione tempo-frequenza è lo spartito musicale • L’analisi è limitata dal principio di indeterminazione o disuguaglianza di Heisenberg: 1 t 2 Un segnale non può essere rappresentato su un piano tempofrequenza come un punto, si può unicamente determinare la sua posizione all’interno di un rettangolo. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Limitazioni di Fourier • La trasformata di Fourier non è sufficiente per segnali tempo varianti. • Fourier fornisce una perfetta località in frequenza, ma una “globalità” nel tempo. • Inoltre non fornisce alcuna informazione sulla variazione temporale del segnale sotto esame. • La STFT, la Gabor transform, la distribuzione di Wigner e l’ambiguity function sono delle soluzioni per l’analisi di segnali tempo-varianti. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Short Time Fourier Transform Gabor introdusse nel 1940 la STFT che è nota anche come sliding window Fourier Transform ed è definita come segue: S f ( ' , ) f (t ) g * (t ) exp( j ' t )dt dove g(t) è una funzione finestra scelta opportunamente. •Vengono definite come funzioni di Gabor: g (t ) exp( j ' t ) È richiesto inoltre che © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods g (t ) 2 dt 1 Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Short Time Fourier Transform • Spectrogram e Sonogram • Risoluzione tempo-frequenza t g (t ) dt g (t ) dt 2 2 t 2 2 G ( ) d G ( ) d 2 2 2 2 • Finestra gaussiana t 2 1 g (t ) exp 2 s s G ( ) 1 s exp s 2 2 / 4 La finestra gaussiana fornisce il minimo prodotto tempobanda determinato dal principio di indeterminazione. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wigner distribution • E’ un’alternativa alla STFT per segnali non stazionari W f ( , ) t * t f f exp( jt )dt 2 2 È la trasformata di Fourier del prodotto tra la funzione dilatata e spostata nel tempo di per la stessa funzione complessa e coniugata dilatata ed invertita. •La proiezione lungo l’asse temporale fornisce il modulo al quadrato della F •La proiezione lungo l’asse delle frequenze è invece 2|f(t)|2 © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Ambiguity function A f (t , ) t * t f f exp( j )d 2 2 La ambiguity function può essere vista come una funzione di autocorrelazione tempo-frequenza del segnale con un ritardo t ed uno scostamento Doppler in frequenza . •Sia la distribuzione di Wigner che la ambiguity sono utili per l’analisi di segnali transitori •La somma di due segnali produce dei termini di “prodotto incrociato” che possono essere fastidiosi nell’analisi. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Multirisoluzione wavelet • La trasformata wavelet risulta essere la correlazione tra una funzione e la wavelet dilatata • Ad una data risoluzione la trasformata viene calcolata mediante un filtro la cui risposta in frequenza è scalata come h(t/s) • Quando la scala è piccola, la funzione è concentrata nel tempo • Quando la scala è grande, la wavelet è dilatata nel tempo. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Fidelity analysis La versione contratta della wavelet permette di analizzare le discontinuità e le singolarità con un supporto temporale piccolo. Allo stesso modo è possibile sfruttare una versione dilatata della wavelet per avere una visione globale del fenomeno. La STFT non possiede le proprietà precedentemente elencate. Si può dimostrare che il rapporto tra la frequenza centrale di analisi e la larghezza di banda (noto come fattore Q) nell’analisi wavelet risulta essere: 1 ( ) s Q 1/ s © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Proprietà delle wavelet • Se la funzione scelta è di quadrato integrabile e soddisfa la condizione di ammissibilità, può essere considerata una wavelet. • Se la funzione soddisfa la condizione di regolarità, risulta essere locale in tempo e frequenza. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Ammissibilità La trasformata wavelet di un segnale 1d è una rappresentazione 2d del segnale: è necessario che non si perda informazione nella trasformata. A tale scopo è necessario che sia verificata la seguente espressione: ds s d f1 , hs, hs, , f 2 ch f1 , f 2 La precedente espressione viene verificata quando: ch H ( ) 2 d Ciò implica che la trasformata di Fourier della H deve avere un valore 0 alla frequenza =0. In altre parole le wavelet hanno un comportamento passabanda. Nel dominio del tempo quindi si ha che: h(t )dt 0 © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Regolarità Si impone una richiesta aggiuntiva in modo tale che la trasformata garantisca una riduzione dei coefficienti con il diminuire della scala (aumentare della frequenza). In tal senso si avrà uno “smussamento” ed una concentrazione in tempo ed in frequenza. Si può scrivere la seguente espressione: 1 f ' (0) f '' (0) 2 3 W f ( s,0) f ( 0 ) M s M s M s ... 0 1 2 1! 2! s M p t p h(t )dt 0 tempo H ( p ) (0) 0 frequenza Partendo dalla precedente espansione in serie, si può imporre il valore dei primi n valori Mp=0, p=0,1,…,n. In questo modo i coefficienti della trasformata wavelet saranno decrescenti come sn+2. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Esempi di wavelet t2 h(t ) exp( j0 t ) exp 2 Esempio matlab © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods t h(t ) (1 t 2 ) exp 2 2 1 0 t 1/ 2 h(t ) 1 1 / 2 t 1 0 altrimenti Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Passaggio dal continuo al discreto •La trasformata wavelet continua rappresenta un segnale monodimensionale in termini di tempo-scala: ridondante! •Risulta quindi che il prodotto tempo-larghezza di banda è il quadrato di quello del segnale di partenza •L’uso di wavelet discrete può ridurre tale prodotto: hi ,k (t ) s0i / 2 h s0i (t k 0 s0i ) k 0 s 0i s0 1 si noti che il fattore di traslazione dipende dal valore di s0 (che usualmente è pari a 2 => espansione diadica) e dal valore i che determina la scala che si sta analizzando. •Analogia con il microscopio … Si può dimostrare che la trasformata wavelet ortonormale produce un prodotto tempo-frequenza identico a quello del segnale di partenza. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Passaggio dal continuo al discreto •Se il segnale di partenza è continuo ed anche le funzioni wavelet sono continue nella scala e nel tempo, si ottiene la trasformata wavelet continua. •Quando il segnale in ingresso è continuo, ma le funzioni wavelet sono discrete in tempo e scala, si ottiene la scomposizione in serie wavelet. •La teoria delle wavelet usando l’analisi dello spazio delle funzioni dimostra che l’espansione in serie e la ricostruzione delle funzioni continue possono essere calcolate con un approccio a multirisoluzione con filtri discreti. Quando la trasformata wavelet è calcolata con il calcolatore, il segnale in ingresso ed i filtri da iterare sono discreti: in questo senso si parla di discrete wavelet transform. Analogie con trasformata di Fourier © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Wavelet partendo dalla multirisoluzione • La multirisoluzione incorpora e unifica tecniche provenienti da discipline diverse: subband coding, quadrature mirror filtering, scomposizione piramidale • Consiste nell’analizzare e nel rappresentare i segnali a più risoluzioni • Esistono varie vie per introdurre le wavelet, forse la più agevole è quella che parte dall’MRA • Idea di fondo: – oggetti di piccole dimensioni e di basso contrasto sono più visibili a risoluzioni elevate – Il viceversa vale per gli oggetti di grandi dimensioni © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing Es: l’immagine possiede una statistica locale variabile © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Scomposizione piramidale • Tecnica potente e semplice per rappresentare le immagini a più risoluzioni: – Immagini a risoluzione decrescente organizzate in maniera piramidale: 2 1 1 1 4 2 N 1+ 1 + 2 + ... + P N 4 3 4 4 – Applicazioni tipiche in machine vision e compressione – Si possono costruire 2 piramidi: una approssimante ed una contenente i residui di predizione (prediction residual) – Il residuo può essere codificato facilmente – Si hanno J-1 approssimazioni e J residui di predizione © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Scomposizione piramidale Descrizione dell'algoritmo: • filtraggio e decimazione del segnale in ingresso per ottenerne un'approssimazione • il risultato ottenuto al punto precedente viene interpolato x2 e si valuta la differenza tra il segnale originale e quello così ottenuto • in assenza di errori di quantizzazione, i residui possono permettere di ricostruire a ritroso la piramide di approssimazione • le approssimazioni possono essere compresse (statistica attorno allo zero) Es: piramide, stima del moto © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Subband coding • Il segnale viene diviso in componenti di larghezza di banda limitata • Dal segnale scomposto si può ritornare all'originale • Applicazioni tipiche per segnali vocali e compressione di immagini. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Subband coding Algoritmo di analisi • si filtra il segnale con 2 filtri (a larghezza di banda limitata): uno LP ed uno HP • i segnali così ottenuti possono essere decimati senza perdita di informazione Algoritmo di sintesi • i segnali vengono interpolati intervallando un campione ed uno zero • quindi si filtrano i segnali così trattati e si sommano Si presta all'uso di filtri polifase © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Subband coding X down z = xdown (n) x(2n) x(n / 2) n 0,2,4,... x up (n) altrimenti 0 Si noti che X up z = X z 2 Z 1 X z = 1 xn La versione ricostruita del segnale, all’uscita del banco di sintesi, risulta allora essere: © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods 1 X z1/ 2 + X z1/ 2 2 n 1 Xˆ z = X z + X z 2 Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Subband coding Se si applicano quindi i filtri ai vari ingressi si ottiene l’espressione dell’uscita del banco di sintesi: 1 1 Xˆ z = G0 z H 0 z X z + H o z X z + G1 ( z )H1 z X z + H1 z X z 2 2 Ciò che si vuole ottenere è la perfetta ricostruzione dell’ingresso x(n) all’uscita del banco di sintesi. Per ottenere questo risultato si impone quanto segue: H 0 z G0 z + H1 z G1 z = 0 H 0 z Go z + H 1 z G1 z = 2 Si ottiene quindi il seguente sistema lineare: H 1 ( z ) G0 ( z ) 2 G ( z ) det( H ( z )) H ( z ) 0 1 m © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods H 0 ( z ) H 0 ( z ) H m ( z) H ( z ) H ( z ) 1 1 Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Subband coding Scegliendo opportunamente il valore di det( H m ( z )) z ( 2 k 1) e di =2 e calcolando l’inversa della Z-trasformata del sistema lineare visto poc’anzi, si ottiene: g 0 (n) (1) n h1 (n) g1 (n) (1) n 1 h0 (n) Scegliendo invece =-2, si ottiene: g 0 (n) (1) n 1 h1 (n) g1 (n) (1) n h0 (n) I filtri di sintesi risultano essere copie “intermodulate” dei filtri di analisi. Si può dimostrare che i filtri appena calcolati risultano essere biortogonali. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Ortonormalità, biortogonalità Mantenendo le notazioni precedentemente usate per i filtri calcolati, si definisce ora il concetto di biortogonalità. Una coppia di filtri si dice biortogonale se: hi (2n k ), g j (k ) (i j ) (n) Oltre alla biortogonalità, i filtri in questione (colonna 3 della figura) possono anche soddisfare una condizione maggiormente restrittiva, quella della ortonormalità: g i (n), g j (n 2m) (i j ) (m) © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing I filtri indicati in questa tabella possono essere facilmente generalizzati al caso 2-D. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing Considerazioni sulla memoria necessaria ai filtri separabili. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing Average Details: V,H,D © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing A differenza dalla semplice scomposizione piramidale la DWT possiede le seguenti proprietà: •la statistica locale è relativamente costante e facilmente modellizzabile. •Molti valori risultano essere nulli: quindi risulta utile nella compressione. •Si possono ottenere approssimazioni ad alte e basse risoluzioni partendo dalla DWT. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Multirisoluzione: concetti base Un segnale f(x) può essere analizzato come una combinazione lineare di funzioni: f ( x) k k ( x) k Se l’espansione risulta essere unica, si dice che fk(x) sono delle funzioni base. Le funzioni esprimibili con tale base formano uno spazio di funzioni V. Per ogni spazio V esiste un insieme di funzioni duali che possono essere usate per calcolare i coefficienti k come segue: k ~k ( x), f ( x) ~k* ( x) f ( x)dx In funzione dell’ortogonalità o meno delle funzioni base è possibile incontrare vari casi… © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Multirisoluzione: concetti base Caso 1: le funzioni base formano una base ortonormale per V. 0 1 j ( x), k ( x) jk jk jk Caso 2: le funzioni base formano una base ortogonale per V, ma non ortonormale. La relazione tra le funzioni base e le funzioni duali è: 0 1 j ( x), ~k ( x) jk jk jk Caso 3: le funzioni base non formano una base ortogonale per V, cioè esiste più di una n-pla di coefficienti per l’espansione della stessa funzione f(x). Le funzioni di espansione ed il loro duale sono dette sovradimensionate o ridondanti. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Multirisoluzione: funzioni di scala Si considerano ora la famiglia di funzioni ottenute da traslazioni intere e riduzioni di scala di tipo diadico: j . k ( x) 2 j / 2 ( 2 j x k ) Il valore k imposta la posizione relativa della funzione, mentre il valore j ne imposta la scala. Scegliendo opportunamente le funzioni è possibile descrivere completamente lo spazio L2(R), cioè l’insieme delle funzioni reali misurabili e di quadrato integrabili. Fissando il valore di j=j0 le funzioni di espansione risultanti descrivono un sottoinsieme dello spazio totale. Indicheremo tale sottospazio come Vj0. f ( x) ( x) k j0 , k k Aumentando il valore di j si aumenta la dimensione dello spazio che considera delle funzioni con variazioni più piccole e quindi dettagli più piccoli. © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing Aumento di scala © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Chapter 7 Wavelets and Multiresolution Processing © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Richieste fondamentali dell’MRA • Le funzioni di scala sono ortogonali alle traslazioni intere • I sottospazî descritti dalle funzioni di espansione in un basso valore di scala sono contenuti in quelli descritti dalle scale più alte V ... V1 V0 ... V • La sola funzione comune a tutti i sottospazî Vj è f(x)=0. V {0} • Ogni funzione può essere espressa con una precisione arbitraria. V {L2 ( R)} © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods Digital Image Processing, 2nd ed. www.imageprocessingbook.com Conclusioni sulle funzioni di scala Sotto le condizioni appena elencate, le funzioni di espansione del sottospazio Vj possono essere come la somma pesata delle funzioni alla scala j+1. j ,k ( x) n j 1,n ( x) n Sostituendo quindi la funzione fj+1,n e rinominando i coefficienti n in hf(n) si ottiene: j ,k ( x) h (n)2 ( j 1) / 2 (2 j 1 x n) n o nella forma più generale nota come refinement equation o dilation equation: ( x) h (n) 2 (2 x n) n © 2002 R. C. Gonzalez & R. E. Woods