Montagne al cinema 7 a edizione - 2009 2 09 giugno 2 4 11 18 25 luglio 20 a Cinema Garden MultiVision P.za Medaglie d’Oro, 2 Tel. 035.988144 - 0364.529101 www.multisalagarden.com 009 Montagne al cinema 7 edizione - 2009 Darfo Boario Terme (BS) Parlamento Europeo Roby Piantoni • Ines Papert • Davo Karnicar • Denis Urubko • Simone Moro • Shackleton Presentazione Montagne al cinema 7 a edizione - 2009 Ingresso serata euro 7,50 www.multisalagarden.com Franco Michieli MONTAGNE AL CINEMA ATTO SETTIMO giovedì 4 giugno per proseguire ogni giovedì – 11, 18, 25 giugno – L’ormai celebre e imperdibile rassegna di alpinismo e avventura e concludersi con l’ultima serata dedicata al cinema d’esplorazione Montagne al Cinema torna nel 2009 con la sua settima edizione, giovedì 2 luglio. confermando l’altissimo livello degli ospiti invitati a presentare in Aprirà la manifestazione il giovane scalatore e himalaysta Roby pubblico i migliori filmati delle proprie imprese. È proprio il valore dei Piantoni, che dalle pareti dell’amata Val di Scalve si è rivolto alle personaggi che in questi anni si sono alternati sul palco del Cinema cime degli 8000 e ad altre mete asiatiche e andine: il 4 giugno Garden Multivision di Darfo a rendere eccezionale la manifestazione: presenterà Mondi elevati. L’11 giugno sarà protagonista la i nomi in fila dei protagonisti formano una sorta di “strada tedesca Ines Papert, conosciuta come la più forte ghiacciatrice al dell’avventura” che si è aperta davanti ai nostri occhi, e che vale la mondo, sia nelle gare che sulle grandi colate gelate della terra, che pena ripercorrere prima di passare oltre. Abbiamo infatti sognato si racconterà nella serata Ad alti livelli. Il terzo ospite, lo sloveno insieme a Ermanno Salvaterra, Marzio Nardi, Kurt Diemberger, Davo Karnicar, primo alpinista a scendere integralmente in sci Franco Michieli, “Bubu” Bole, Tone Valeruz, Nives Meroi, Fausto De l’Everest e, in seguito, tutte le cime maggiori dei sette continenti, il Stefani, Simone Moro, Edurne Pasaban, Roberto Ghidoni, Patrick 18 giugno presenterà il film Skiing Seven Summit. Il 25 giugno Edlinger, Silvo Karo, Alberto Iñurrategi, Valerio Folco, Alexander sarà ospite una delle cordate più strordinarie del momento, quella Huber, Robert Jasper, Stephan Siegrist, Leo Houlding, Pavle Kozjek, del Kazaco Denis Urubko e di Simone Moro, reduci dalla prima Steve House. Non sarebbe necessario aggiungere altro per spiegare ascensione invernale del Makalu 8463 m, di cui proietteranno il un successo che attira spettatori non solo dalle province di Brescia film. Infine il 2 luglio si rinnoverà la magica unione di esplorazione e Bergamo, ma anche da regioni esterne alla Lombardia. Non va e musica con la proiezione del film muto South, girato tra 1914 dimenticato, però, che la riscoperta delle facoltà nascoste nell’uomo, e 1916 durante l’epopea antartica di Shackleton, accompagnato che l’avventura disvela, è un’esigenza sempre più forte nell’attuale al pianoforte dal maestro Ian Lawrence Mistrorigo. Cinque società; perciò questi incontri hanno una portata che va molto al di appuntamenti organizzati con impegno, ciascuno capace di far là dello spettacolo. sognare in modo diverso. Come l’anno passato, la rassegna prevede cinque serate, a partire da Roby Piantoni Prima serata 4 giugno 2009 ore 21,00 Roby Piantoni L'irresistibile voglia di alta quota Fausto Camerini e Ruggero Buontempi Fotografie: archivio R. Piantoni “MONDI ELEVATI” È questo il titolo del film proposto da Piantoni. La carriera alpinistica del forte bergamasco raccontata per immagini. Paesaggi d’alta quota, fatica e gioia, vittorie e sconfitte; e poi i volti dei compagni di cordata, le immense pareti himalayane, i deserti del Tibet, le montagne argentine, sono questi gli ingredienti più succulenti dello spettacolo di Piantoni, accompagnato da musiche forti e dalla sua voce narrante. Il titolo “Mondi elevati” rende bene l’idea sia di cosa attende lo spettatore, sia di quale tipo di alpinismo prediliga il nostro simpatico Roby. Nota biografica Era il giugno 2003 quando Roby Piantoni volava per la prima volta verso le grandi montagne dell’Asia. Era in compagnia di altri due tosti bergamaschi, Domenico Belingheri e Matteo Piantoni. “Tutte le montagne sono bellissime ma quelle di 8000 metri sono diverse” dirà ammirato una volta arrivato al cospetto dei giganti pakistani del Karakorum. In pochi giorni i tre amici saliranno il Gasherbrum II: “Ho i piedi appoggiati sulla terra ma la testa e i polmoni respirano l’aria del paradiso” scriverà per raccontare le sue emozioni di quella fantastica giornata in cui si è conclusa la sua prima avventura ed è iniziata davvero la sua brillante carriera di alpinista himalayano. In quell’estate del 2003 probabilmente Piantoni ha contratto una malattia: il bisogno di alta quota. Una malattia benigna e piacevole da cui è difficile guarire: una malattia appassionante che lo costringerà ogni anno a tornare da quelle parti. Inizia così una serie di avventure fitte di avvenimenti: un anno dopo, nel 2004 un suo tentativo al Manaslu fallisce per le condizioni pressoché invernali della montagna. Va meglio il ritorno in Karakorum nel 2005 quando arriva sulla cima Middle del Broad Peak, il suo secondo “ottomila”. Il 2006 è l’anno dell’Everest conquistato senza l’ausilio delle bombole di ossigeno: Roby è tanto stanco quanto emozionatissimo nel momento in cui i suoi ramponi rompono la crosta di neve sugli 8848 metri della cima della montagna più alta della terra: tutto il mondo è ai suoi piedi. Sull’onda di quel successo il 2007 lo > > vede di nuovo in Karakorum con Marco Astori e un ambizioso obiettivo: salire due montagne di 8000 metri, il Gasherbrum II e l’Hidden Peak, concatenandole senza tornare a Campo Base percorrendo la lunghissima e tormentata cresta Est; il tentativo purtroppo non riesce ma la voglia di grandi montagne è sempre tanta. Infatti nel 2008 lo troviamo di nuovo impegnato tra le montagne del Baltoro: l’obiettivo è lo stesso dell’anno prima, il concatenamento di Hidden Peak e Gasherbrum II, un progetto che riuscirà solo a metà raggiungendo in scioltezza l’Hidden Peak ma rinunciando però alla traversata della cresta Est. Classe 1977, guida alpina a vent’anni, carattere determinato, forte arrampicatore; un amore sconfinato per le montagne della sua val di Scalve ma anche la passione del viaggiatore che non permette a nessuno e a nulla di limitare il proprio orizzonte. Il simpatico Roby se ne è andato spesso in giro a vagabondare per le montagne del mondo. Ricordiamo solo, oltre ai già citati “ottomila”, il Pukajirka Central nelle magiche e verticali Ande Peruviane, il gigantesco Muztagh-Ata in Cina salito e disceso con gli sci, l’Aconcagua, la più elevata montagna americana. Un curriculum d’alto livello che, non c’è alcun dubbio data anche l’età relativamente giovane, Piantoni riuscirà ad implementare a dovere nei prossimi anni. Roby Piantoni Nei Centri Commerciali Italmark di: S. EUFEMIA (BS) - CASTEL GOFFREDO (MN) - CHIARI (BS) - PALAZZOLO S/O (BS) - PISOGNE (BS) - SONICO (BS) - VILLANUOVA (BS). Nei Centri Commerciali: “Le Cascine” di CASEI GEROLA (PV) - “Il Leone Shopping Center” di LONATO (BS) - Centro Commerciale “Po” di SUZZARA (MN) - Prossima apertura ANTEGNATE (BG). Ines Papert Seconda serata 11 giugno 2009 ore 21,00 Ines Papert Ad alti livelli Christine Kopp Fotografie: archivio I. Papert Questa bellissima serata spazia dal ghiaccio dell’Islanda alla Nota biografica roccia delle Dolomiti, e dalle montagne del Nepal a quelle dell’India: La tedesca Ines Papert ci porta su formazioni fragili di Il mondo di Ines: ghiaccio, roccia, amicizia e maternità ghiaccio, lunghe vie alpine di roccia, ma anche nel Nepal dove “La regina del ghiaccio” – “Troppo forte per la concorrenza” – nel gennaio del 2009 ha aperto con il canadese Cory Richardson “Un monologo della fuoriclasse Ines Papert” – “E’ decisamente “Cobra Norte” (W15 M8 TD), la prima salita della parete nord del una spanna sopra le altre, tanto che Ines potrebbe tranquillaKwangde Shar (6093 m) nella valle del Khumbu. Foto e filmati mente gareggiare nella categoria maschile”: Ecco alcuni dei di grandi professionisti comunicano la passione di Ines per la commenti sulla tedesca Ines Papert, decisamente la migliore armontagna, e ci regalano un’impressione del suo mondo pieno di rampicatrice su ghiaccio degli ultimi anni. Tra il 2002 e il 2006 avventura e di amicizie che diventano ancora più importanti e Ines ha vinto quattro volte il titolo di Campionessa del Mondo forti nelle situazioni difficili. Dopo aver letteralmente dominato di arrampicata su ghiaccio e ben 13 gare di Coppa del Mondo. le competizioni di ghiaccio e di drytooling, la quattro volte Fuori dal mondo delle gare, nel 2003 è riuscita a realizzare la Campionessa del Mondo ha iniziato la sua ricerca verso salite prima salita femminile di una via di M11, la famosa “Mission d’altissimo livello in tutte le Alpi. Tra queste spiccano il primo Impossible” aperta da Mauro Bubu Bole. Nel 2007 ha aggiunto M13 femminile, “Law and Order” in Austria e, cambiando terreno la prima femminile di una via di M13 e due prime salite impresdi gioco, la prima femminile della famosa “Camillotto Pellesier” sionanti in Islanda, nel 2008 una serie di prime salite di misto (8b) sulla parete nord della Cima Grande di Lavaredo. La “regina difficilissime in Canada. Ma anche su roccia, Ines è una delle del ghiaccio” dice del suo alpinismo: “Sono affascinata dalla donne più forti del momento: lo ha dimostrato per esempio con solitudine su una parete ripida: qui vivo una soddisfazione la prima salita in libera femminile della “Camillotto Pellesier” molto più piena che durante una gara”. Per vivere questi nel 2006, grande via dolomitica sulla Cima Grande di Lavaredo momenti Ines deve organizzarsi bene: divide infatti il suo tempo con undici tiri di difficoltà sempre sostenute fino all’8b. E quetra uscite in montagna, dure sedute di allenamento, lavoro alla sto solo un anno dopo un grave incidente sulla Marmolada. scrivania e gli eventi in cui partecipa come professionista della Chi avrebbe mai pensato che Ines sarebbe diventata una vera e montagna con il ruolo di madre del figlio Emanuel di nove anni. propria regina della montagna? Ines, nata nel 1974, è cresciuta in una piccola città vicino a Lipsia nell’allora Germania dell’Est, > > Ines Papert in una pianura caratterizzata dalle miniere di carbone ormai abbandonate. La giovane Ines suona il pianoforte, canta in un coro e passa le sue vacanze con i genitori sulle spiagge e le montagne dei paesi dell’Est. Ma anche lo sport è già importante: vuole infatti vincere in tutte le gare di atletica leggera in cui partecipa. “Volevo essere la migliore, era dentro di me”, dice dei suoi inizi come atleta. Dopo la formazione di fisioterapista Ines si trasferisce nell’angolo più a sudest della Germania, a Berchtesgaden in Baviera. In questa zona, dove abita anche oggi, si tuffa nel mondo della montagna. Si entusiasma subito per lo scialpinismo, le lunghe camminate, e poco più tardi anche per l’arrampicata su roccia e ghiaccio. La montagna le corrisponde in modo tale che nel giro di pochi anni diventa una delle più forti arrampicatrici. Così, nel 2000, Ines partecipa alla sua prima gara di Coppa del Mondo su ghiaccio e arriva seconda. Ma è anche l’anno in cui nasce, pochi mesi prima di questa prima gara, Emanuel, suo figlio. Ines deve cambiare i pannolini tra una fase della gara e quella successiva: “Ogni volta che facevo una gara con il piccolissimo Emanuel tremavo: temevo che avrebbe avuto fame proprio mentre stavo arrampicando io!” Oggi Ines ha lasciato le gare, e suo figlio ha nove anni. Conciliare i ruoli di professionista della montagna e di madre non è sempre facile. Ines sceglie attentamente i suoi progetti sportivi, e cerca di essere sempre efficace nello svolgimento delle sue attività per avere abbastanza tempo per Emanuel. Non si vede come esempio di una donna che sa riunire bene il lavoro e la famiglia. Piuttosto, aggiunge, vorrebbe essere un esempio per altre alpiniste, incoraggiarle a vivere le loro proprie esperienze con convinzione ed indipendenza. Nel corso della sua emozionante serata Ines Papert ci porta nel suo mondo pieno di avventura: quella della vita quotidiana e quella vissuta in montagna. Ines Papert è sponsorizzata da Lowa, Five Ten, Arc’teryx, Black Diamond, Gore Tex, Cep e Julbo. In italiano è disponibile il suo libro “Nel ghiaccio” (Ines Papert e Karin Steinbach, Corbaccio 2008). www.ines-papert.de Concessionario Peugeot F.lli BETTONI s.r.l. www.bettoni.peugeot.it - [email protected] SERIATE via Nazionale 101 (a 300 metri da TOYS giocattoli) - tel. 035 291410 COSTA VOLPINO via Piò 20 (di fronte allo stabilimento DALMINE) - tel. 035 970306 IMIL - Via Alessandro Manzoni, 115 - 25040 ESINE (BS) TEL 0364.360700 - FAX 0364.46274 - www.imil.it SPA Davo Karnicar Terza serata 18 giugno 2009 ore 21,00 Davo Karnicar Magici balletti sugli sci per sette montagne in sette continenti I MAGNIFICI SETTE. TUTTE LE PIU ALTE VETTE DEI DIVERSI CONTINENTI Non è una riedizione del famoso western “I magnifici Sette”. È il racconto filmato delle discese con gli sci che lo sloveno ha fatto dai punti sommitali di tutti i continenti. “Skying Seven Summit” è il titolo. C’è soprattutto la mitica discesa dall’Everest le cui imponenti pareti non sembrano fare solo da comparse ma vogliono recitare assieme al protagonista per raccontare allo spettatore quella fantastica avventura. Ma ci sono anche le altre sei consorelle dove ai paesaggi himalayani seguono i deserti dell’Australia, le gelide distese del Polo Sud e dell’Alaska, le tormentate montagne caucasiche, la possente Aconcagua. Valli, montagne, ripidi scivoli di neve, immensi crepacci, barriere di rocce, vette appuntite e calotte nevose, incassati canaloni e spazi aperti si danno il cambio e sfilano sullo schermo come fossero in elegante passerella. Un’occasione unica per un evento eccezionale. Fausto Camerini e Ruggero Buontempi ˇ Fotografie: archivio D. Karnicar Nota biografica È stato soprannominato “L’uomo che sciò l’Everest”. Molti tra coloro che han raccontato d’essere scesi con gli sci dalla vetta dell’Everest (anche alpinisti conosciutissimi e ipersponsorizzati) in realtà hanno cominciato la discesa molte centinaia di metri sotto la vetta. Con una certa dose d’ipocrisia, è il caso di aggiungere. Davo Karnicar ˇ gli sci invece li ha calzati proprio lassù, agli 8.848 metri d’altezza del tetto del mondo. E poi, con eleganti evoluzioni, in quel lontano 7 ottobre del 2000, è sceso curva dopo curva, salto dopo salto, sino alla base della gigantesca montagna. E, per ora, sembra essere stato l’unico a farlo. Sloveno, forte alpinista, ski-man e fortissimo sciatore, è adesso l’unico uomo al mondo ad avere disceso con gli sci tutte le sette montagne più alte di tutti i continenti (progetto concluso nel 2006). Dopo avere compiuto alcune spedizioni con gli sci sulle montagne più alte del mondo, tra le quali la salita e la prima discesa con gli sci dell’Annapurna nel 1995, ha tentato per la prima volta l’Everest nel 1996 dal versante nord, interrotta a causa di congelamenti alla mano. Cinque anni dopo, nel 2001, riesce a compiere sul versante sud la prima discesa con gli sci dalla montagna più alta del pianeta. Successivamente è andato in Africa dove è sceso dalla vetta del Kilimanjaro, il Kibo degli indigeni, il gigantesco vulcano che si > > erge maestoso dalle savane sottostanti. Quindi è toccato all’Elbrus in Caucaso, definito il vero tetto d’Europa (è mille metri più alto del nostro Monte Bianco) mentre altri invece lo considerano una montagna asiatica. Poi ecco l’Aconcagua, la cui cima sfiora i 7.000 metri ed è il punto più elevato del Sudamerica. Dall’America Latina all’Australia con la discesa tra le nevi del Monte Kosciusko nella catena delle Snowy Mountains, quota modesta (2.230 metri) ma pur sempre appartenente al club dei “Seven summit”. Ritorno in America, questa volta nell’emisfero settentrionale: meta il Mc Kinley, un gigante dell’Alaska alpinisticamente impegnativo che supera i 6000 metri di quota. Ultima ciliegina sulla torta il Monte Vinson, 4.862 metri in Antartide, l’ultimo continente ad essere scoperto dagli esploratori del XIX secolo, a completare la prestigiosa opera. ˇ è anche un generoAppassionato di sci come pochi Karnicar so che non è riuscito ad osservare impassibile la miseria delle popolazioni nepalesi. Nel 2001 ha infatti fondato, alle falde dell’Himalaya, sul ghiacciaio del Khumbu, la prima scuola di sci del Nepal. Davo Karnicar Simone Moro - Denis Urubko Quarta serata 25 giugno 2009 ore 21,00 Simone Moro e Denis Urubko Una fantatstica accoppiata per l'inverno himalayano Fausto Camerini e Ruggero Buontempi Fotografie: archivio S. Moro/D. Urubko UNA CORDATA PER L’INVERNO Si sa poco del filmato che Simone Moro e Denis Urubko presenteranno a Darfo. Al momento d’andare in stampa con questo opuscolo lo stanno ancora montando. Di sicuro “ci saranno”, spiega Moro, “le immagini che abbiamo girato lassù con molta fatica; ci sarà la storia della nostra cordata; sarà documentata la fatica, i pericoli, la solitudine, il freddo. Ed infine la vittoria” con la gioia della riuscita di un’impresa sognata da tempo. «Quando siamo partiti c’erano quaranta gradi sotto zero ma non abbiamo mai mollato. In cresta il vento quasi ci portava via. Veramente è stata una lotta, abbiamo stretto i denti, volevamo mettere la parola fine. E adesso non c’è più nessun ottomila, in Himalaya, inviolato d’inverno». Mancano invece all’appello invernale i cinque “ottomila” del Pakistan. Che sia uno di questi l’oggetto della prossima impresa e del prossimo filmato della copia Moro-Urubko? Nota biografica Insieme in cordata in mezzo al freddo, alle tempeste, alle nevi ed ai venti dell’inverno himalayani. Insieme sul palcoscenico del Cinema Garden di Darfo. Simone Moro, bergamasco; un ritorno a Darfo dove era già stato qualche anno; Denis Urubko, kazako; per la prima volta al filmfestival. Il 9 febbraio del 2009 i due riuscivano, dopo quasi trent’anni di tentativi da parte dell’alpinismo internazionale, a salire nella stagione più inclemente e pericolosa, gli 8463 metri della vetta del Makalu. Un’impresa eccezionale destinata a figurare tra i più grandi exploit alpinistico d’ogni tempo. Fuoriclasse come Reinhold Messner e il polacco Kristof Wielicki avevano già in passato tentato un’impresa simile. Entrambi fortissimi alpinisti già prima del Makalu avevano un sostanzioso curriculum di salite: tredici volte su un “ottomila” per Urubko (Everest, K2, Kanchenjunga, Lhotse, Makalu, Hidden, Shishapangma, Gasherbrum, Nanga-Parbat, Broad Peak due volte, Annapurna, Manaslu due volte, Dhaulagiri); dieci per Simone Moro di cui molti affrontati e saliti in inverno (Lhotse due volte, Shisha Pangma due volte, Everest tre volte tra cui la prima traversata da Nord a Sud, Cho Oyu, Broad Peak, Nanga Parbat). A ragione si può affermare che il bergamasco, che ha cominciato ad arrampicare a tredici anni ed è stato anche l’allenatore della nazionale italiana di arrampicata libera, sia > > l’alpinista con la maggiore esperienza invernale himalayani di tutti i tempi. Anche Urubko ha dimestichezza con il freddo: nato in Caucaso ha trascorso parte dell’infanzia nell’inospitale isola di Sakhalin, magistralmente raccontata dallo scrittore Nikolaj Gogol ne “L’isola di Sakhalin”. I due personaggi, assieme, hanno formato una copia molto affiatata, destinata a concludere con successo l’impresa al Makalu il cui nome sembra significare “Grande Nero”. Un Grande Nero che, nonostante la cattiva fama che lo circonda, ha dovuto cedere agli assalti della potente cordata italo-kazaka: alle 13:57 di una gelidissima mattina himalayana per la prima volta due uomini arrivavano lassù nella stagione invernale. Averli con noi a Darfo sarà un’occasione splendida per fare loro i meritatissimi complimenti. Ma anche per fare una domanda d’obbligo: come diavolo ci siete riusciti? Denis Urubko - Simone Moro Centro di Promozione Finanziaria Via Repubblica, 7 - Darfo B.T. (Bs) Tel. 0364 536422 Promotori finanziari: Bertocchi Fabio - Bonadei Alberto Cristini Mario - Vizzardi Giuseppe Ceri Fausto South Quinta serata 2 luglio 2008 ore 21,00 South L'epopea antartica di Shackleton Franco Michieli Immagini tratte dal libro "La lunga notte di Shackleton" di Mirella Tenderini - CDA Editori Vivalda compagni traversano gli impervi e inesplorati picchi Dopo il successo ottenuto lo scorso anno dal film “Terre ghiacciati dell’isola, e in 36 ore di marcia ininterrotta Magellaniche” di padre De Agostini, anche questa raggiungono la base. Shackleton riuscirà a tornare con edizione di Montagne al Cinema dedica la quinta serata Ernest Shackleton una nave all’Elephant Island e a portare in salvo tutti i a un filmato d’epoca eccezionale e irripetibile: South, suoi uomini, nessuno escluso. Reinhold Messner, dopo le girato da Frank Hurley tra il 1914 e il 1916 durante sue esperienze in Antartide, ha commentato: «L’odissea il tentativo di traversata dell’Antartide condotto di Shackleton non sarebbe possibile nella nostra epoca. dall’esploratore sir Ernest Shackleton. Una spedizione Penso che esperienze come queste non siano nemmeno che continua a suscitare la più grande curiosità e immaginabili». ammirazione, nonostante non abbia raggiunto il suo Il film di Frank Hurley, durata 78’, restaurato dal obbiettivo originale, definita “il fallimento di maggior National Film and Television Archive, BFI, di Londra, successo delle esplorazioni polari”. I fatti sono celebri: e presentato in collaborazione con il British Film nove mesi di deriva nei ghiacci si concludono con Frank Hurley Institute, ci spinge dunque a forzare l’immaginazione l’affondamento della nave Endurance; i 28 uomini odierna per tornare a una delle più grandi avventure di della spedizione, guidati da Shackleton, si accampano tutti i tempi. sul ghiaccio finché la fusione del pack li costringe Le immagini della navigazione fra gli iceberg, a imbarcarsi su tre scialuppe e a remare fino a dell’affondamento della nave, della resistenza umana, Elephant Island, ai margini della Penisola Antartica. rappresentano a loro volta un’impresa cinematografica. In quell’assoluto isolamento, l’unica possibilità di Che in questa serata sarà esaltata dall’accompagnamento salvezza si trova 800 miglia a nord est, dove sull’isola musicale eseguito dal vivo al pianoforte dal maestro Ian della South Georgia si trova una base di balenieri. Lawrence Mistrorigo. Concertista di successo in Italia e Mentre il gruppo si attrezza per sopravvivere sulla all’estero, direttore artistico della rassegna di cinema costa, Shackleton si imbarca con 5 compagni scelti muto musicato dal vivo “Interpreti del silenzio”, si è sulla James Caird, una lancia a vela lunga poco più esibito in molte rassegne e nei più importanti festival, di 7 metri. Incredibilmente, in 17 giorni di tempesta musicando più di 150 pellicole dell’epoca del muto e nei mari più burrascosi del globo, la James Caird arriva Ian Lawrence Mistrorigo vincendo importanti premi. diritta alla South Georgia. Da qui Shackleton e due A noi giovani, da 15 a 25 anni, Banca di Valle Camonica riserva un servizio completamente gratis, e questo è niente, se siamo concretamente interessati c’è una bellissima sorpresa per noi... imperdibile, anche perchè non durerà per sempre. Hei, hai sentito? A noi giovani, da 15 a 25 anni, Banca di Valle Camonica riserva un servizio hai sentito? 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Da Milano: Autostrada A4 uscita Bergamo, direzione Lovere - Darfo Boario Terme Da Venezia: Autostrada A4 uscita Brescia Centro, direzione Lago d’Iseo - Vallecamonica Darfo Boario Terme bolzano Ponte di Legno bernina Progetto grafico: RadiciStudio - Bergamo Stampa: Graphiscalve - Vilminore di Scalve (Bg) Campagna promozionale: Sycomor Marketing & Promotion - Rogno (Bg) QUATTRO ANNI DI CINEMA DI MONTAGNA IN COMPAGNIA DEI PROTAGONISTI. passo Un ringraziamento a: ALDO ABONDIO ANNA BONETTINI RUGGERO BONTEMPI FAUSTO CAMERINI FRANCO CAMOSSI MARIO CAMPORI DARIO COLOSSI VITTORIO DUCOLI EMANUELE FALCHETTI FLAVIO FAURO CORRADO GHIRARDELLI CHRISTINE KOPP STEFANO LOSURDO GIANCARLO MACULOTTI MARTINO MARTINOTTA EDOARDO MENSI FRANCO MICHIELI RICCARDO MININI JAN LAWRENCE MISTRORIGO OFFICINE VIDEO PIù VALLI TV LUIGI RADICI SEZIONI CAI VALLECAMONICA CORRADO SCOLARI ANNA SMITH ERIK SVAB TELEBOARIO Come raggiungerci edolo aprica sondrio capo di ponte Montagne al cinema breno 7 a edizione - 2009 piaMborno boario terme lovere pisogne Lago d’Iseo iseo bergamo rovato A4 milano brescia venezia 17-03-2009 16:07:33