Montagne al cinema
7 a edizione - 2009
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luglio 20
a
Cinema Garden MultiVision
P.za Medaglie d’Oro, 2
Tel. 035.988144 - 0364.529101
www.multisalagarden.com
009
Montagne
al
cinema
7 edizione - 2009
Darfo Boario Terme (BS)
Parlamento Europeo
Roby Piantoni • Ines Papert • Davo Karnicar • Denis Urubko • Simone Moro • Shackleton
Presentazione
Montagne al cinema
7 a edizione - 2009
Ingresso serata euro 7,50
www.multisalagarden.com
Franco Michieli
MONTAGNE AL CINEMA ATTO SETTIMO
giovedì 4 giugno per proseguire ogni giovedì – 11, 18, 25 giugno –
L’ormai celebre e imperdibile rassegna di alpinismo e avventura
e concludersi con l’ultima serata dedicata al cinema d’esplorazione
Montagne al Cinema torna nel 2009 con la sua settima edizione,
giovedì 2 luglio.
confermando l’altissimo livello degli ospiti invitati a presentare in
Aprirà la manifestazione il giovane scalatore e himalaysta Roby
pubblico i migliori filmati delle proprie imprese. È proprio il valore dei
Piantoni, che dalle pareti dell’amata Val di Scalve si è rivolto alle
personaggi che in questi anni si sono alternati sul palco del Cinema
cime degli 8000 e ad altre mete asiatiche e andine: il 4 giugno
Garden Multivision di Darfo a rendere eccezionale la manifestazione:
presenterà Mondi elevati. L’11 giugno sarà protagonista la
i nomi in fila dei protagonisti formano una sorta di “strada
tedesca Ines Papert, conosciuta come la più forte ghiacciatrice al
dell’avventura” che si è aperta davanti ai nostri occhi, e che vale la
mondo, sia nelle gare che sulle grandi colate gelate della terra, che
pena ripercorrere prima di passare oltre. Abbiamo infatti sognato
si racconterà nella serata Ad alti livelli. Il terzo ospite, lo sloveno
insieme a Ermanno Salvaterra, Marzio Nardi, Kurt Diemberger,
Davo Karnicar, primo alpinista a scendere integralmente in sci
Franco Michieli, “Bubu” Bole, Tone Valeruz, Nives Meroi, Fausto De
l’Everest e, in seguito, tutte le cime maggiori dei sette continenti, il
Stefani, Simone Moro, Edurne Pasaban, Roberto Ghidoni, Patrick
18 giugno presenterà il film Skiing Seven Summit. Il 25 giugno
Edlinger, Silvo Karo, Alberto Iñurrategi, Valerio Folco, Alexander
sarà ospite una delle cordate più strordinarie del momento, quella
Huber, Robert Jasper, Stephan Siegrist, Leo Houlding, Pavle Kozjek,
del Kazaco Denis Urubko e di Simone Moro, reduci dalla prima
Steve House. Non sarebbe necessario aggiungere altro per spiegare
ascensione invernale del Makalu 8463 m, di cui proietteranno il
un successo che attira spettatori non solo dalle province di Brescia
film. Infine il 2 luglio si rinnoverà la magica unione di esplorazione
e Bergamo, ma anche da regioni esterne alla Lombardia. Non va
e musica con la proiezione del film muto South, girato tra 1914
dimenticato, però, che la riscoperta delle facoltà nascoste nell’uomo,
e 1916 durante l’epopea antartica di Shackleton, accompagnato
che l’avventura disvela, è un’esigenza sempre più forte nell’attuale
al pianoforte dal maestro Ian Lawrence Mistrorigo. Cinque
società; perciò questi incontri hanno una portata che va molto al di
appuntamenti organizzati con impegno, ciascuno capace di far
là dello spettacolo.
sognare in modo diverso.
Come l’anno passato, la rassegna prevede cinque serate, a partire da
Roby Piantoni
Prima serata
4 giugno 2009
ore 21,00
Roby Piantoni
L'irresistibile voglia
di alta quota
Fausto Camerini e Ruggero Buontempi
Fotografie: archivio R. Piantoni
“MONDI ELEVATI”
È questo il titolo del film proposto
da Piantoni. La carriera alpinistica
del forte bergamasco raccontata per
immagini. Paesaggi d’alta quota, fatica
e gioia, vittorie e sconfitte; e poi i volti
dei compagni di cordata, le immense
pareti himalayane, i deserti del Tibet,
le montagne argentine, sono questi gli
ingredienti più succulenti dello spettacolo
di Piantoni, accompagnato da musiche
forti e dalla sua voce narrante. Il titolo
“Mondi elevati” rende bene l’idea sia di
cosa attende lo spettatore, sia di quale
tipo di alpinismo prediliga il nostro
simpatico Roby.
Nota biografica
Era il giugno 2003 quando Roby Piantoni volava per la prima volta verso le grandi montagne dell’Asia. Era in compagnia
di altri due tosti bergamaschi, Domenico Belingheri e Matteo
Piantoni. “Tutte le montagne sono bellissime ma quelle
di 8000 metri sono diverse” dirà ammirato una volta arrivato al cospetto dei giganti pakistani del Karakorum. In pochi
giorni i tre amici saliranno il Gasherbrum II: “Ho i piedi appoggiati sulla terra ma la testa e i polmoni respirano
l’aria del paradiso” scriverà per raccontare le sue emozioni
di quella fantastica giornata in cui si è conclusa la sua prima
avventura ed è iniziata davvero la sua brillante carriera di alpinista himalayano. In quell’estate del 2003 probabilmente
Piantoni ha contratto una malattia: il bisogno di alta quota.
Una malattia benigna e piacevole da cui è difficile guarire: una
malattia appassionante che lo costringerà ogni anno a tornare
da quelle parti. Inizia così una serie di avventure fitte di avvenimenti: un anno dopo, nel 2004 un suo tentativo al Manaslu
fallisce per le condizioni pressoché invernali della montagna.
Va meglio il ritorno in Karakorum nel 2005 quando arriva sulla
cima Middle del Broad Peak, il suo secondo “ottomila”. Il 2006
è l’anno dell’Everest conquistato senza l’ausilio delle bombole
di ossigeno: Roby è tanto stanco quanto emozionatissimo nel
momento in cui i suoi ramponi rompono la crosta di neve sugli
8848 metri della cima della montagna più alta della terra: tutto
il mondo è ai suoi piedi. Sull’onda di quel successo il 2007 lo
>
>
vede di nuovo in Karakorum con Marco Astori e un ambizioso obiettivo: salire due
montagne di 8000 metri, il Gasherbrum II e l’Hidden Peak, concatenandole senza
tornare a Campo Base percorrendo la lunghissima e tormentata cresta Est; il tentativo purtroppo non riesce ma la voglia di grandi montagne è sempre tanta. Infatti
nel 2008 lo troviamo di nuovo impegnato tra le montagne del Baltoro: l’obiettivo
è lo stesso dell’anno prima, il concatenamento di Hidden Peak e Gasherbrum II,
un progetto che riuscirà solo a metà raggiungendo in scioltezza l’Hidden Peak ma
rinunciando però alla traversata della cresta Est.
Classe 1977, guida alpina a vent’anni, carattere determinato, forte arrampicatore;
un amore sconfinato per le montagne della sua val di Scalve ma anche la passione
del viaggiatore che non permette a nessuno e a nulla di limitare il proprio orizzonte. Il simpatico Roby se ne è andato spesso in giro a vagabondare per le montagne
del mondo. Ricordiamo solo, oltre ai già citati “ottomila”, il Pukajirka Central nelle
magiche e verticali Ande Peruviane, il gigantesco Muztagh-Ata in Cina salito e disceso con gli sci, l’Aconcagua, la più elevata montagna americana. Un curriculum
d’alto livello che, non c’è alcun dubbio data anche l’età relativamente giovane,
Piantoni riuscirà ad implementare a dovere nei prossimi anni.
Roby Piantoni
Nei
Centri Commerciali Italmark di: S. EUFEMIA (BS) - CASTEL GOFFREDO (MN) - CHIARI (BS) - PALAZZOLO S/O (BS) - PISOGNE (BS) - SONICO (BS) - VILLANUOVA (BS). Nei Centri Commerciali: “Le Cascine” di CASEI GEROLA (PV) - “Il Leone Shopping
Center” di LONATO (BS) - Centro Commerciale “Po” di SUZZARA (MN) - Prossima apertura ANTEGNATE (BG).
Ines Papert
Seconda serata
11 giugno 2009
ore 21,00
Ines Papert
Ad alti livelli
Christine Kopp
Fotografie: archivio I. Papert
Questa bellissima serata spazia dal ghiaccio dell’Islanda alla
Nota biografica
roccia delle Dolomiti, e dalle montagne del Nepal a quelle
dell’India: La tedesca Ines Papert ci porta su formazioni fragili di
Il mondo di Ines: ghiaccio, roccia, amicizia e maternità
ghiaccio, lunghe vie alpine di roccia, ma anche nel Nepal dove
“La regina del ghiaccio” – “Troppo forte per la concorrenza” –
nel gennaio del 2009 ha aperto con il canadese Cory Richardson
“Un monologo della fuoriclasse Ines Papert” – “E’ decisamente
“Cobra Norte” (W15 M8 TD), la prima salita della parete nord del
una spanna sopra le altre, tanto che Ines potrebbe tranquillaKwangde Shar (6093 m) nella valle del Khumbu. Foto e filmati
mente gareggiare nella categoria maschile”: Ecco alcuni dei
di grandi professionisti comunicano la passione di Ines per la
commenti sulla tedesca Ines Papert, decisamente la migliore armontagna, e ci regalano un’impressione del suo mondo pieno di
rampicatrice su ghiaccio degli ultimi anni. Tra il 2002 e il 2006
avventura e di amicizie che diventano ancora più importanti e
Ines ha vinto quattro volte il titolo di Campionessa del Mondo
forti nelle situazioni difficili. Dopo aver letteralmente dominato
di arrampicata su ghiaccio e ben 13 gare di Coppa del Mondo.
le competizioni di ghiaccio e di drytooling, la quattro volte
Fuori dal mondo delle gare, nel 2003 è riuscita a realizzare la
Campionessa del Mondo ha iniziato la sua ricerca verso salite
prima salita femminile di una via di M11, la famosa “Mission
d’altissimo livello in tutte le Alpi. Tra queste spiccano il primo
Impossible” aperta da Mauro Bubu Bole. Nel 2007 ha aggiunto
M13 femminile, “Law and Order” in Austria e, cambiando terreno
la prima femminile di una via di M13 e due prime salite impresdi gioco, la prima femminile della famosa “Camillotto Pellesier”
sionanti in Islanda, nel 2008 una serie di prime salite di misto
(8b) sulla parete nord della Cima Grande di Lavaredo. La “regina
difficilissime in Canada. Ma anche su roccia, Ines è una delle
del ghiaccio” dice del suo alpinismo: “Sono affascinata dalla
donne più forti del momento: lo ha dimostrato per esempio con
solitudine su una parete ripida: qui vivo una soddisfazione
la prima salita in libera femminile della “Camillotto Pellesier”
molto più piena che durante una gara”. Per vivere questi
nel 2006, grande via dolomitica sulla Cima Grande di Lavaredo
momenti Ines deve organizzarsi bene: divide infatti il suo tempo
con undici tiri di difficoltà sempre sostenute fino all’8b. E quetra uscite in montagna, dure sedute di allenamento, lavoro alla
sto solo un anno dopo un grave incidente sulla Marmolada.
scrivania e gli eventi in cui partecipa come professionista della
Chi avrebbe mai pensato che Ines sarebbe diventata una vera e
montagna con il ruolo di madre del figlio Emanuel di nove anni.
propria regina della montagna? Ines, nata nel 1974, è cresciuta
in una piccola città vicino a Lipsia nell’allora Germania dell’Est,
>
>
Ines Papert
in una pianura caratterizzata dalle miniere di carbone ormai abbandonate. La giovane Ines suona il pianoforte, canta in un coro e passa le sue
vacanze con i genitori sulle spiagge e le montagne dei paesi dell’Est.
Ma anche lo sport è già importante: vuole infatti vincere in tutte le gare
di atletica leggera in cui partecipa. “Volevo essere la migliore, era
dentro di me”, dice dei suoi inizi come atleta. Dopo la formazione di
fisioterapista Ines si trasferisce nell’angolo più a sudest della Germania,
a Berchtesgaden in Baviera. In questa zona, dove abita anche oggi, si
tuffa nel mondo della montagna. Si entusiasma subito per lo scialpinismo, le lunghe camminate, e poco più tardi anche per l’arrampicata su
roccia e ghiaccio. La montagna le corrisponde in modo tale che nel giro
di pochi anni diventa una delle più forti arrampicatrici. Così, nel 2000,
Ines partecipa alla sua prima gara di Coppa del Mondo su ghiaccio e
arriva seconda. Ma è anche l’anno in cui nasce, pochi mesi prima di questa prima gara, Emanuel, suo figlio. Ines deve cambiare i pannolini tra
una fase della gara e quella successiva: “Ogni volta che facevo una
gara con il piccolissimo Emanuel tremavo: temevo che avrebbe
avuto fame proprio mentre stavo arrampicando io!”
Oggi Ines ha lasciato le gare, e suo figlio ha nove anni. Conciliare i ruoli
di professionista della montagna e di madre non è sempre facile. Ines
sceglie attentamente i suoi progetti sportivi, e cerca di essere sempre
efficace nello svolgimento delle sue attività per avere abbastanza tempo
per Emanuel. Non si vede come esempio di una donna che sa riunire bene il lavoro e la famiglia. Piuttosto, aggiunge, vorrebbe essere un
esempio per altre alpiniste, incoraggiarle a vivere le loro proprie esperienze con convinzione ed indipendenza. Nel corso della sua emozionante serata Ines Papert ci porta nel suo mondo pieno di avventura: quella
della vita quotidiana e quella vissuta in montagna.
Ines Papert è sponsorizzata da Lowa, Five Ten, Arc’teryx, Black Diamond, Gore Tex,
Cep e Julbo. In italiano è disponibile il suo libro “Nel ghiaccio” (Ines Papert e Karin
Steinbach, Corbaccio 2008). www.ines-papert.de
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Davo Karnicar
Terza serata
18 giugno 2009
ore 21,00
Davo Karnicar
Magici balletti sugli sci
per sette montagne
in sette continenti
I MAGNIFICI SETTE.
TUTTE LE PIU ALTE VETTE DEI DIVERSI CONTINENTI
Non è una riedizione del famoso western “I magnifici
Sette”. È il racconto filmato delle discese con gli sci
che lo sloveno ha fatto dai punti sommitali di tutti
i continenti. “Skying Seven Summit” è il titolo.
C’è soprattutto la mitica discesa dall’Everest le cui
imponenti pareti non sembrano fare solo da comparse
ma vogliono recitare assieme al protagonista per
raccontare allo spettatore quella fantastica avventura.
Ma ci sono anche le altre sei consorelle dove ai
paesaggi himalayani seguono i deserti dell’Australia,
le gelide distese del Polo Sud e dell’Alaska, le
tormentate montagne caucasiche, la possente
Aconcagua. Valli, montagne, ripidi scivoli di neve,
immensi crepacci, barriere di rocce, vette appuntite
e calotte nevose, incassati canaloni e spazi aperti si
danno il cambio e sfilano sullo schermo come fossero
in elegante passerella.
Un’occasione unica per un evento eccezionale.
Fausto Camerini e Ruggero Buontempi
ˇ
Fotografie: archivio D. Karnicar
Nota biografica
È stato soprannominato “L’uomo che sciò l’Everest”. Molti tra
coloro che han raccontato d’essere scesi con gli sci dalla vetta
dell’Everest (anche alpinisti conosciutissimi e ipersponsorizzati)
in realtà hanno cominciato la discesa molte centinaia di metri sotto la vetta. Con una certa dose d’ipocrisia, è il caso di
aggiungere. Davo Karnicar
ˇ gli sci invece li ha calzati proprio
lassù, agli 8.848 metri d’altezza del tetto del mondo. E poi, con
eleganti evoluzioni, in quel lontano 7 ottobre del 2000, è sceso
curva dopo curva, salto dopo salto, sino alla base della gigantesca montagna. E, per ora, sembra essere stato l’unico a farlo.
Sloveno, forte alpinista, ski-man e fortissimo sciatore, è adesso
l’unico uomo al mondo ad avere disceso con gli sci tutte le
sette montagne più alte di tutti i continenti (progetto concluso
nel 2006).
Dopo avere compiuto alcune spedizioni con gli sci sulle montagne più alte del mondo, tra le quali la salita e la prima discesa
con gli sci dell’Annapurna nel 1995, ha tentato per la prima
volta l’Everest nel 1996 dal versante nord, interrotta a causa di
congelamenti alla mano.
Cinque anni dopo, nel 2001, riesce a compiere sul versante sud
la prima discesa con gli sci dalla montagna più alta del pianeta.
Successivamente è andato in Africa dove è sceso dalla vetta del
Kilimanjaro, il Kibo degli indigeni, il gigantesco vulcano che si
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>
erge maestoso dalle savane sottostanti. Quindi è toccato all’Elbrus in Caucaso, definito il vero tetto d’Europa (è mille metri più
alto del nostro Monte Bianco) mentre altri invece lo considerano una montagna asiatica. Poi ecco l’Aconcagua, la cui cima
sfiora i 7.000 metri ed è il punto più elevato del Sudamerica.
Dall’America Latina all’Australia con la discesa tra le nevi del
Monte Kosciusko nella catena delle Snowy Mountains, quota
modesta (2.230 metri) ma pur sempre appartenente al club dei
“Seven summit”. Ritorno in America, questa volta nell’emisfero
settentrionale: meta il Mc Kinley, un gigante dell’Alaska alpinisticamente impegnativo che supera i 6000 metri di quota.
Ultima ciliegina sulla torta il Monte Vinson, 4.862 metri in Antartide, l’ultimo continente ad essere scoperto dagli esploratori
del XIX secolo, a completare la prestigiosa opera.
ˇ è anche un generoAppassionato di sci come pochi Karnicar
so che non è riuscito ad osservare impassibile la miseria delle
popolazioni nepalesi. Nel 2001 ha infatti fondato, alle falde
dell’Himalaya, sul ghiacciaio del Khumbu, la prima scuola di
sci del Nepal.
Davo Karnicar
Simone Moro - Denis Urubko
Quarta serata
25 giugno 2009
ore 21,00
Simone Moro e Denis Urubko
Una fantatstica accoppiata
per l'inverno himalayano
Fausto Camerini e Ruggero Buontempi
Fotografie: archivio S. Moro/D. Urubko
UNA CORDATA PER L’INVERNO
Si sa poco del filmato che Simone Moro e Denis Urubko
presenteranno a Darfo. Al momento d’andare in stampa
con questo opuscolo lo stanno ancora montando.
Di sicuro “ci saranno”, spiega Moro, “le immagini
che abbiamo girato lassù con molta fatica; ci sarà
la storia della nostra cordata; sarà documentata
la fatica, i pericoli, la solitudine, il freddo. Ed
infine la vittoria” con la gioia della riuscita di
un’impresa sognata da tempo. «Quando siamo partiti
c’erano quaranta gradi sotto zero ma non abbiamo
mai mollato. In cresta il vento quasi ci portava via.
Veramente è stata una lotta, abbiamo stretto i denti,
volevamo mettere la parola fine. E adesso non c’è più
nessun ottomila, in Himalaya, inviolato d’inverno».
Mancano invece all’appello invernale i cinque
“ottomila” del Pakistan. Che sia uno di questi l’oggetto
della prossima impresa e del prossimo filmato della
copia Moro-Urubko?
Nota biografica
Insieme in cordata in mezzo al freddo, alle tempeste, alle nevi
ed ai venti dell’inverno himalayani. Insieme sul palcoscenico del
Cinema Garden di Darfo. Simone Moro, bergamasco; un ritorno
a Darfo dove era già stato qualche anno; Denis Urubko, kazako;
per la prima volta al filmfestival. Il 9 febbraio del 2009 i due
riuscivano, dopo quasi trent’anni di tentativi da parte dell’alpinismo internazionale, a salire nella stagione più inclemente e
pericolosa, gli 8463 metri della vetta del Makalu. Un’impresa
eccezionale destinata a figurare tra i più grandi exploit alpinistico d’ogni tempo. Fuoriclasse come Reinhold Messner e il
polacco Kristof Wielicki avevano già in passato tentato un’impresa simile.
Entrambi fortissimi alpinisti già prima del Makalu avevano un
sostanzioso curriculum di salite: tredici volte su un “ottomila”
per Urubko (Everest, K2, Kanchenjunga, Lhotse, Makalu, Hidden, Shishapangma, Gasherbrum, Nanga-Parbat, Broad Peak
due volte, Annapurna, Manaslu due volte, Dhaulagiri); dieci per
Simone Moro di cui molti affrontati e saliti in inverno (Lhotse
due volte, Shisha Pangma due volte, Everest tre volte tra cui la
prima traversata da Nord a Sud, Cho Oyu, Broad Peak, Nanga Parbat). A ragione si può affermare che il bergamasco, che
ha cominciato ad arrampicare a tredici anni ed è stato anche
l’allenatore della nazionale italiana di arrampicata libera, sia
>
>
l’alpinista con la maggiore esperienza invernale himalayani di
tutti i tempi. Anche Urubko ha dimestichezza con il freddo: nato
in Caucaso ha trascorso parte dell’infanzia nell’inospitale isola
di Sakhalin, magistralmente raccontata dallo scrittore Nikolaj
Gogol ne “L’isola di Sakhalin”.
I due personaggi, assieme, hanno formato una copia molto
affiatata, destinata a concludere con successo l’impresa al Makalu il cui nome sembra significare “Grande Nero”. Un Grande Nero che, nonostante la cattiva fama che lo circonda, ha
dovuto cedere agli assalti della potente cordata italo-kazaka:
alle 13:57 di una gelidissima mattina himalayana per la prima volta due uomini arrivavano lassù nella stagione invernale.
Averli con noi a Darfo sarà un’occasione splendida per fare loro
i meritatissimi complimenti. Ma anche per fare una domanda
d’obbligo: come diavolo ci siete riusciti?
Denis Urubko - Simone Moro
Centro di Promozione
Finanziaria
Via Repubblica, 7 - Darfo B.T. (Bs)
Tel. 0364 536422
Promotori finanziari:
Bertocchi Fabio - Bonadei Alberto
Cristini Mario - Vizzardi Giuseppe
Ceri Fausto
South
Quinta serata
2 luglio 2008
ore 21,00
South
L'epopea antartica
di Shackleton
Franco Michieli
Immagini tratte dal libro "La lunga notte di Shackleton"
di Mirella Tenderini - CDA Editori Vivalda
compagni traversano gli impervi e inesplorati picchi
Dopo il successo ottenuto lo scorso anno dal film “Terre
ghiacciati dell’isola, e in 36 ore di marcia ininterrotta
Magellaniche” di padre De Agostini, anche questa
raggiungono la base. Shackleton riuscirà a tornare con
edizione di Montagne al Cinema dedica la quinta serata
Ernest Shackleton
una nave all’Elephant Island e a portare in salvo tutti i
a un filmato d’epoca eccezionale e irripetibile: South,
suoi uomini, nessuno escluso. Reinhold Messner, dopo le
girato da Frank Hurley tra il 1914 e il 1916 durante
sue esperienze in Antartide, ha commentato: «L’odissea
il tentativo di traversata dell’Antartide condotto
di Shackleton non sarebbe possibile nella nostra epoca.
dall’esploratore sir Ernest Shackleton. Una spedizione
Penso che esperienze come queste non siano nemmeno
che continua a suscitare la più grande curiosità e
immagina­bili».
ammirazione, nonostante non abbia raggiunto il suo
Il film di Frank Hurley, durata 78’, restaurato dal
obbiettivo originale, definita “il fallimento di maggior
National Film and Television Archive, BFI, di Londra,
successo delle esplorazioni polari”. I fatti sono celebri:
e presentato in collaborazione con il British Film
nove mesi di deriva nei ghiacci si concludono con
Frank Hurley
Institute, ci spinge dunque a forzare l’immaginazione
l’affondamento della nave Endurance; i 28 uomini
odierna per tornare a una delle più grandi avventure di
della spedizione, guidati da Shackleton, si accampano
tutti i tempi.
sul ghiaccio finché la fusione del pack li costringe
Le immagini della navigazione fra gli iceberg,
a imbarcarsi su tre scialuppe e a remare fino a
dell’affondamento della nave, della resistenza umana,
Elephant Island, ai margini della Penisola Antartica.
rappresentano a loro volta un’impresa cinematografica.
In quell’assoluto isolamento, l’unica possibilità di
Che in questa serata sarà esaltata dall’accompagnamento
salvezza si trova 800 miglia a nord est, dove sull’isola
musicale eseguito dal vivo al pianoforte dal maestro Ian
della South Georgia si tro­va una base di balenieri.
Lawrence Mistrorigo. Concertista di successo in Italia e
Mentre il gruppo si attrezza per sopravvivere sulla
all’estero, direttore artistico della rassegna di cinema
costa, Shackle­ton si imbarca con 5 com­pagni scelti
muto musicato dal vivo “Interpreti del silenzio”, si è
sulla James Caird, una lancia a vela lunga poco più
esibito in molte rassegne e nei più importanti festival,
di 7 metri. Incredibilmente, in 17 giorni di tempesta
musicando più di 150 pellicole dell’epoca del muto e
nei mari più bur­rascosi del globo, la James Caird arriva
Ian Lawrence Mistrorigo
vincendo importanti premi.
diritta alla South Georgia. Da qui Shackleton e due
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Montagne al cinema
7 edizione - 2009
a
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passo
tonale
stelvio
Nelle precedenti edizioni di
“Montagne al Cinema” si sono
succeduti prestigiosi ospiti,
hanno convissuto assieme
alpinismo passato e presente,
arrampicata sportiva ed
ottomila himalayani, ghiacciatori
e scialpinisti. Sul palco del
Cinema Garden si sono dati
il cambio Bubu Bole, Fausto
De Stefani, Kurt Diemberger,
Patrick Edlinger, Valerio Folco,
Roberto Ghidoni, Leo Houlding,
Steve House, Alex Huber,
Alberto Inurrategi, Sylvo Karo,
Pavle Kozijek, Nives Meroi,
Franco Michieli, Simone Moro,
Maurizio Nardi, Edurne Pasaban,
Ermanno Salvaterra, Stephan
Siegrist, Toni Valeruz.
E tutti sono stati apprezzati
e lungamente applauditi dal
pubblico presente.
Da Milano: Autostrada A4 uscita Bergamo,
direzione Lovere - Darfo Boario Terme
Da Venezia: Autostrada A4 uscita Brescia Centro,
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Progetto grafico:
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Stampa:
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Campagna promozionale:
Sycomor Marketing & Promotion - Rogno (Bg)
QUATTRO ANNI
DI CINEMA DI MONTAGNA
IN COMPAGNIA
DEI PROTAGONISTI.
passo
Un ringraziamento a:
ALDO ABONDIO
ANNA BONETTINI
RUGGERO BONTEMPI
FAUSTO CAMERINI
FRANCO CAMOSSI
MARIO CAMPORI
DARIO COLOSSI
VITTORIO DUCOLI
EMANUELE FALCHETTI
FLAVIO FAURO
CORRADO GHIRARDELLI
CHRISTINE KOPP
STEFANO LOSURDO
GIANCARLO MACULOTTI
MARTINO MARTINOTTA
EDOARDO MENSI
FRANCO MICHIELI
RICCARDO MININI
JAN LAWRENCE MISTRORIGO
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Programma - Distretto Culturale di Valle Camonica