6
primo piano norme e leggi
Defibrillatori:
la scadenza si avvicina
Si avvicina a gran velocità la scadenza entro cui è fatto obbligo ai gestori di impianti sportivi di
dotarsi di defibrillatori semiautomatici e ancora sono tanti i dubbi che rimangono. Li affrontiamo
con l’avvocato Guido Martinelli e il dottor Maurilio Missere.
Di Alice Spiga
Nella foto, da sinistra,
il dr. Maurilio Missere e
l’avv. Guido Martinelli.
PER APPROFONDIRE
Venerdì 20 febbraio
2015, al Palazzo
dei Congressi di
Bologna, dalle
15:30 alle 16:30, in
occasione dell’evento
ForumPiscine/
ForumClub, l’avvocato
Guido Martinelli
affronterà il tema dei
defibrillatori all’intero
di una sessione di
ampio respiro sulla
gestione e sulle
convenzioni negli
impianti sportivi.
Trovate tutte le
informazioni nel
canale Complementi
di www.sportindustry.
com. Link diretto:
bit.ly/sid7martinelli
Siamo entrati ufficialmente nell’anno in
cui i gestori di impianti sportivi devono
obbligatoriamente dotarsi di defibrillatori semiautomatici, così da salvaguardare la sicurezza degli utenti che
frequentano e che lavorano negli impianti
ed evitare sanzioni o incriminazioni.
«Se una persona muore di attacco cardiaco e non è presente il defibrillatore – specifica l’avv. Guido Martinelli – oppure
manca la persona formata a utilizzarlo, il
gestore dell’impianto è l’unico responsabile e rischia una condanna sia civile
sia penale, per omicidio colposo».
La scadenza, lo ricordiamo, è stabilita dal
decreto stesso al 24 ottobre 2015; una
data che potrebbe sembrare ancora lontana nel tempo, ma sconsigliamo i gestori
e le associazioni sportive di fare affidamento su eventuali proroghe e, anzi,
di non attendere oltre a iniziare il percorso per mettersi in regola.
«Quello che stupisce – dichiara l’avv.
Martinelli – è che, nonostante sia già passata oltre la metà del tempo offerto dalla
norma per uniformarsi, sono pochissimi
coloro che si sono già premuniti di defibrillatore e hanno formato le persone
al suo utilizzo; parleremo sì e no di un
www.sportindustry.com
15% sul totale degli impianti. Quello
che i gestori non comprendono è che, se
dovesse succedere qualcosa, rischiano
anche adesso una condanna, a prescindere dal fatto che ci si trovi in una fase di
transizione della norma. Si continua a rimandare, pensando di avere ancora tempo davanti e forse sperando in una successiva proroga dei tempi. La verità, che
il mondo sportivo fatica a comprendere,
è che la presenza del defibrillatore non
deve essere vista come un problema,
ma come un’opportunità per salvare
vite umane. Era solo questione di tempo
prima che il Governo prendesse posizione per mettere in regola, da questo punto
di vista, il mondo sportivo».
Il decreto è dunque già legge e, presto o
tardi, gli impianti su cui insiste l’attività
sportiva dovranno avere a disposizione
sia defibrillatori semiautomatici esterni,
sia operatori formati al loro utilizzo, oltre a tutta la cartellonistica e ai volantini, previsti nel decreto, che indichino
in modo chiaro e inequivocabile la presenza dell’apparecchio. «Tra gli impegni
in capo alla società che ha in gestione
l’impianto – specifica l’avv. Martinelli – c’è
infatti anche la dislocazione di cartelli in-
formativi, che indichino chiaramente la
collocazione del defibrillatore, la stampa
di opuscoli o la creazione di materiale
video, sempre al fine di informare tutti
coloro che lavorano e che frequentano
l’impianto della presenza e della collocazione esatta del defibrillatore. Oltre a
questo, il gestore ha l’obbligo d’informare il 118 della posizione del defibrillatore e di comunicare i nomi delle
persone formate al suo utilizzo. Infine,
deve essere identificato un referente che
si accerti, a intervalli regolari, dello stato
del defibrillatore».
La manutenzione di questi apparecchi è, infatti, di fondamentale importanza affinché possano continuare a funzionare in modo adeguato nel corso del
tempo. «La batteria – ci racconta il dott.
Maurilio Missere – deve essere sempre
ben funzionante. Per questo, il referente
addestrato all’utilizzo deve premurarsi di
controllare, ciclicamente, lo stato della
batteria e tenerne nota. Se la batteria
non funziona correttamente si corre il rischio di rendere vano l’intervento, anche
tempestivo, con il defibrillatore. Altro
elemento da controllare sono le piastre
perché hanno una data di scadenza, che
va osservata scrupolosamente. Dopo la
scadenza, infatti, si altera la conducibilità delle stesse e il gel adesivo tende ad
aderire meno al corpo, vanificando l’efficacia dello strumento».
Dott. Missere, dove è meglio posizionare
il defibrillatore?
«Il mio consiglio è di collocarlo in un
punto ben in vista, in modo che sia
subito individuabile al momento del bisogno. Però, è meglio metterlo al sicuro,
così da evitare che venga trafugato».
E il corso? In che cosa consiste?
«Il corso BLSD, per imparare a utilizzare il Defibrillatore Automatico Esterno
(DAE), è composto da una parte teorica – come funziona il cuore, la circolazione sanguigna, cosa succede quando
si verifica un arresto cardiaco – e una
parte pratica nella quale, grazie a un
defibrillatore senza batteria e a un manichino, s’imparano le basi del primo soccorso (come il massaggio cardiaco e la
rianimazione polmonare) e l’utilizzo del
DAE. L’utilizzo della macchina richiede
la maturazione di due competenze:
da un lato la capacità di interpretare in
modo corretto le indicazioni e i comandi
che il defibrillatore impartisce; dall’altro
l’abilità di cogliere gli eventi anticipatori e i sintomi di un arresto cardiaco».
primo piano norme e leggi
Quindi non basta far svolgere il corso di
primo soccorso per essere in regola con la
legge?
«No, non è sufficiente. Il Decreto Balduzzi
recita chiaramente che, per essere in regola, serve la presenza di un DAE all’interno dell’impianto e di una persona abilitata all’utilizzo, abilitazione che si ottiene solo con il corso BLSD».
Quanto è importante agire in maniera
tempestiva?
«È fondamentale. Durante l’arresto cardiaco il cuore smette di inviare sangue al
cervello. Senza il corretto apporto di sangue, le cellule cerebrali iniziano a morire; ogni minuto che passa, cala del 10%
la possibilità del cervello di recuperare le
sue funzionalità. Ogni minuto che il cervello trascorre senza sangue significa un
peggioramento vertiginoso delle condizioni del paziente, che può riportare
paralisi permanenti anche gravi.
Per questo è importante essere in grado di interpretare i segnali e intervenire
in maniera tempestiva e organizzata.
Durante i corsi BLSD mostriamo sempre
due video. Nel primo si vede un ragazzo
che, durante una partita di pallone, cade
a terra. Subito uno della squadra corre a
prendere il defibrillatore e già sta chiamando l’ambulanza, affinché intervenga.
All’arrivo dell’ambulanza, che ha subito trovato il luogo dell’incidente grazie
alle indicazioni corrette e ai compagni di
squadra ben visibili in strada, il ragazzo
è già stato trattato con il DAE e tutto si
conclude in modo positivo. Nel secondo video, nessuno sa dove sia collocato il DAE, nel caos generale chiamano
l’ambulanza in ritardo, che gira attorno
al campo, senza riuscire a trovare il luogo giusto, perché tutti stanno in cerchio
attorno al ragazzo steso a terra. Quando
l’ambulanza arriva è troppo tardi. Questo
per dire che il defibrillatore è importante, ma è importante anche imparare ad
affrontare i momenti di crisi con efficienza e tempestività, altrimenti potrebbe
anche non servire a nulla».
comportano pericoli, quindi a te il defibrillatore non serve”?» La risposta arriva
prontamente dal dott. Missere, che specifica: «C’è un errore di base nell’assunto
che il defibrillatore non serva se le attività
sono a ridotto apporto cardio-circolatorio. La verità è che le attività che mettono
sotto stress il cuore e la circolazione possono aumentare il rischio, ma non ne
sono necessariamente la causa. L’arresto
cardiaco può colpire anche una persona
seduta alla scrivania. Quando poi si parla di bambini e adolescenti, nei quali
può essere causato da una malformazione genetica del cuore o da un problema ereditario, può succedere in qualsiasi
momento, anche senza una causa scatenante. È un errore pensarsi al sicuro solo
perché gli utenti del proprio centro non
“stressano” il proprio cuore».
Quanto mi costa?
«Un defibrillatore – racconta il dott.
Missere – a seconda del modello può costare tra i 1000 e i 1200 euro, mentre
la formazione ha un costo pari a una
buona tuta da ginnastica». «Ci tengo a precisare – s’inserisce l’avv. Martinelli – che
negli impianti gestiti da più società,
esse possono comprarlo insieme, condividendo anche la formazione; certo è
che, nel momento in cui l’impianto passa
in gestione a nuove società, il defibrillatore resta di proprietà della struttura, mentre se è una singola società di gestione ad
acquistarlo, rimane di sua proprietà».
7
VISTO DA VICINO
Guido Martinelli
Avvocato e docente
a contratto presso
l’Università di Bologna
e Ferrara. Consulente
di diverse Federazioni
affiliate al CONI,
autore di numerose
pubblicazioni. Socio
fondatore dello Studio
Martinelli e Rogolino.
SPEGNI LE POMPE DI CALORE,
A MANTENERLO CI PENSIAMO NOI.
Sono tutti obbligati?
Come accennato a inizio articolo, l’onore
dell’acquisto, della manutenzione e della
formazione in materia di defibrillatori è
a carico dei gestori degli impianti e delle
società sportive.
Ma, riguarda tutti gli impianti e le strutture in cui si fa attività fisica e sportiva?
«Il decreto – replica l’avv. Martinelli – sancisce che il defibrillatore non è obbligatorio nei casi in cui le attività svolte siano a
“ridotto apporto cardio-circolatorio”,
e cita un elenco di attività che si conclude con l’indeterminato “e sport assimilabili”. Ora, la mia domanda è: chi decide
quali siano questi sport assimilabili?
I gestori a chi devono chiedere? E, soprattutto, esiste un medico che si assuma la
responsabilità di dire a un gestore “stai
tranquillo, tanto le attività che fai non
VISTO DA VICINO
Maurilio Missere
Specialista in medicina del lavoro, oggi è fondatore
della Compass Technology and Research, una rete
di strutture dedicate alla salute e alla sicurezza dei
luoghi di lavoro, alla formazione, alla certificazione
di qualità e gestione della Safety aziendale.
Grazie alle nostre coperture isotermiche e alla tecnologia dei nostri sistemi di
avvolgimento, l’acqua della tua piscina potrà mantenere il calore accumulato durante
le ore del giorno, evitando il raffreddamento per evaporazione nelle ore notturne.
Il risparmio energetico è garantito.
Siamo presenti al
Fiera di Bologna 19 • 20 • 21 Febbraio 2015
info su: www.forumpiscine.it
Polimpianti Srl
Via Piave, 174 - 21022 Azzate (VA)
Tel +39 0332 457727 (3 linee) - Fax +39 0332 459126
Filiale: Via Vercelli - 13030 Caresanablot (VC)
Tel +39 0161 33 135 - Fax +39 0161 33 086
www.polimpianti.it - email: [email protected]
www.sportindustry.com
Scarica

questo PDF