LABORATORIO DI ELETTROFISIOLOGIA ED ELETTROSTIMOLAZIONE PERMANENTE RESPONSABILE : DR SAVERIO IACOPINO CONSENSO INFORMATO PER L’IMPIANTO DI DEFIBRILLATORE BIVENTRICOLARE AUTOMATICO L’impianto di uno stimolatore biventricolare viene proposto nei pazienti con scompenso cardiaco congestizio, con BBS, disincronia di contrazione e compromissione della funzione ventricolare sinistra. Esso ha lo scopo di resincronizzare (cioè far tornare il cuore ad una contrazione più fisiologica) l’attività dei due ventricoli al fine di migliore l’efficacia della contrazione. In questo Centro viene impiantato anche un back up di defibrillazione per garantire una maggiore sicurezza nei confronti della mortalità cardiaca aritmica. Il defibrillatore impiantabile è un apparecchio utile a trattare aritmie che insorgono in una camera cardiaca chiamata ventricolo e che sono potenzialmente fatali se non interrotte tempestivamente. L’impianto di un defibrillatore automatico è indicato in pazienti che presentano: 1. Pregresso episodio di arresto cardio-circolatorio da fibrillazione ventricolare o ad alto rischio di aritmie ventricolari maligne a causa della loro cardiopatia di base 2. Tachicardie ventricolari molto rapide, che provocano perdita di coscienza 3. Tachicardie ventricolari di lunga durata non controllate dalla terapia medica e/o da altre terapie elettriche quali l’ablazione transcatetere. 4. Il defibrillatore è in grado di prevenire anche sintomi dovuti ad una bassa frequenza cardiaca. Cos’è un defibrillatore automatico e come funziona: il defibrillatore automatico è un piccolo dispositivo, costituito da una batteria e da un circuito elettronico capace di riconoscere e trattare le aritmie ventricolari. Il defibrillatore è collegato al cuore attraverso uno o più fili elettrici, chiamati elettrocateteri: essi trasmettono il segnale elettrico cardiaco al dispositivo, che è in grado di distinguere un ritmo cardiaco normale, da un’aritmia ventricolare. Gli elettrocateteri servono, inoltre, a trasmettere energia elettrica dal generatore fino al cuore. Il defibrillatore ha una sua batteria. Il livello di carica della batteria viene controllato periodicamente. La batteria ha una durata variabile, dipendente da diversi fattori (percentuale di stimolazione ed energia necessaria alla stimolazione, numeri di shock erogati), in media 5 anni e non può essere ricaricata. Se la batteria necessita di essere cambiata si procede con la sostituzione del Defibrillatore, una procedura simile all’impianto ma di durata più breve ed a più basso rischio. Il defibrillatore è in grado di riconoscere diversi tipi di aritmie ventricolari e di trattarle con terapie diverse: 1. Shock elettrico ad alta energia, utilizzato generalmente per interrompere aritmie veloci ed irregolari 2. Shock a bassa energia che può essere usato per tachicardie ventricolari meno rapide e più organizzate 3. Treni di impulsi elettrici ad alta frequenza. I criteri di riconoscimento e le diverse terapie sono programmabili dall’esterno e vengono scelti dal medico in base al tipo di aritmia ed alle esigenze del paziente. Come si impianta: l’impianto di un defibrillatore automatico viene effettuato quasi interamente in anestesia locale e dura circa 90 minuti. La prima fase consiste nell’introduzione dell’elettrocatetere attraverso la vena cefalica e/o la vena succlavia (di solito sinistra). L’approccio a questi vasi avviene, con diverse tecniche, nella regione della spalla sotto la clavicola. Il catetere viene spinto fino al cuore sotto la guida dei raggi x e posizionato con la punta in ventricolo destro. In alcuni casi è previsto o si rende necessario l’impianto di un secondo catetere in atrio destro o in un’altra zona del cuore. Dopo averlo posizionato, si prova che l’elettrocatetere rilevi il segnale elettrico in maniera adeguata. Il passaggio successivo consiste nell’incannulare il seno coronarico al fine di introdurre un catetere per stimolazione in una vena cardiaca che permetta di raggiungere quella porzione del ventricolo sinistro che si intende resincronizzare (parete laterale per es). Ottenuti soddisfacenti misure elettroniche i tre elettrodi (atriale, ventricolare destro e ventricolare sinistro) vengono collegati defibrillatore biventricolare che mediante una piccola incisione viene inserito sotto il muscolo pettorale. A questo punto, valutato il rapporto rischio/beneficio, è possibile provare il corretto funzionamento del sistema. Durante questa prova, il cardiologo prova l’insorgenza di un’aritmia ventricolare rapida e fa in modo che il defibrillatore la riconosca e la tratti in maniera appropriata ed efficace. In questa fase viene praticata, in assistenza anestesiologica, una profonda sedazione per evitare al paziente di avvertire sgradevoli sensazioni legate all’insorgenza dell’aritmia e alla conseguente terapia elettrica. Talvolta per le condizioni generale di precario compenso emodinamico del paziente non consentono l’induzione della fibrillazione ventricolare. La ferita viene richiusa con alcuni punti di sutura. Il rischio di un impianto di defibrillatore automatico è generalmente basso e dipendente dal suo stato di salute, dalla cardiopatia sottostante, dalla sua età . Rev. Dicembre 2010 Tra le complicanze che possono verificarsi vi sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. Ematoma locale che generalmente si risolve spontaneamente in pochi giorni. In casi molto rari sanguinamenti importanti soprattutto se sta assumendo farmaci anticoagulanti o antiaggreganti . In casi molto rari dislocamento dei cateteri; in questo caso è necessario procedere al riposizionamento degli stessi mediante una procedura simile all’impianto. In casi rarissimi infezione della tasca del pacemaker (ciò potrebbe rendere necessaria la somministrazione di una cura antibiotica e/o l’espianto del pacemaker e/o dei cateteri e potrebbe richiedere un lungo periodo per la guarigione; in casi estremi si può avere una setticemia che può essere fatale). Danneggiamento dei vasi attraverso i quali sono introdotti i cateteri (tromboflebite, trombosi venosa profonda, ecc.) Danneggiamento del polmone (pneumotorace) che si può verificare durante la puntura della vena succlavia. Lesione di una valvola cardiaca, dissecazione del seno coronarico. Versamento pericardio. Perforazione cardiaca, Tamponamento cardiaco. In rarissimi casi induzione di aritmie minacciose per la vita (arresto cardio-circolatorio) In un caso su 150000 una severa reazione allergica al trattamento. Ictus che può determinare paralisi e grave disabilità. Morte. Alcune di queste complicanze possono risolversi spontaneamente o richiedere delle procedure mediche o chirurgiche per essere corrette, in particolare può essere necessario: a. b. c. d. e. Un intervento chirurgico per riparare i vasi danneggiati Il posizionamento di un tubo di drenaggio toracico in caso di pneumotorace Introdurre un tubicino di drenaggio nel pericardio in caso di versamento pericardio Un intervento cardiochirurgico d’urgenza per chiudere una perforazione cardiaca o riparare una valvola. Espianto del pacemaker e/o dei cateteri Nella nostra Casa di cura la procedura viene eseguita da personale specializzato, espressamente formato ad eseguire questa procedura in modo sicuro e corretto. E’ garantito l’intervento per far fronte ad eventuali urgenze e complicanze. /./././././././. Il medico ha risposto in modo chiaro e comprensibile a tutte le mie domande riguardanti le condizioni del mio stato di salute che hanno reso necessaria l’indicazione alla procedura di cui sopra, la sua esecuzione e le possibili complicanze. Io sottoscritto/a_________________________________ dichiaro di aver ricevuto informazioni esaurienti e di aver compreso quanto mi è stato adeguatamente spiegato relativamente alla procedura. □ ACCONSENTO ad essere sottoposto/a a quanto sopra descritto □ NON ACCONSENTO Firma paziente (o di chi esercita la patria potestà) Timbro e firma del Medico __________________________ _________________________ Data____________________ 2