Via del Collegio Romano, 27 - 00186 Roma Tel. 06.6723.2635 - Fax 06.6723.2538 [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Soprintendente ad interim Angelo Maria Ardovino Referente per il progetto Domenico Vaccaro Via A. Chiarizia, 14 86100 Campobasso Tel. 0874 4271 [email protected] Soprintendenza Archivistica per il Molise Soprintendente Elena Glielmo Referente per il progetto Antonietta Santilli Via Isernia, 15 86100 Campobasso Tel. 0874 310124 [email protected] Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Soprintendente ad interim Maurizio Galletti Referente per il progetto Claudio Romano Palazzo Iapoce 86100 Campobasso Tel. 0874 4271 [email protected] Archivio di Stato di Campobasso Direttore Daniela Di Tommaso Referente per il progetto Annalisa Carlascio Via Orefici, 43 86100 Campobasso Tel. 0874 90349 [email protected] Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise Soprintendente ad interim Rossella Vodret Referente per il progetto Dora Catalano Palazzo Iapoce 86100 Campobasso Tel. 0874 4271 [email protected] URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico Tel. 06.6723.2980-2990 - Fax 06.6798.441 [email protected] www.beniculturali.it numero verde 800 99 11 99 Elefante antico, circa 700.000 anni fa, Museo del Paleolitico di Isernia Archivio di Stato di Isernia Direttore Luigina Tiberio Referente per il progetto Immacolata Di Perna Corso Risorgimento Palazzo INPDAP 86170 Isernia Tel. 0865 26992 [email protected] CANTIERI APERTI Comunicazione e partecipazione amministrativa 13 - 15 MAGGIO CULTURA A PORTE APERTE Edizioni MP MIRABILIA MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise Direttore Regionale Ruggero Pentrella Coordinatore regionale del progetto Emilio Izzo Piazza Vittorio Emanuele, 9 86100 Campobasso Tel. 0874 43131 [email protected] | molise.beniculturali.it MOLISE Servizio IV - Comunicazione e Promozione Responsabile Antonella Mosca CULTURA A PORTE APERTE - MOLISE Direzione Generale per il Bilancio e la Programmazione Economica, la Promozione, la Qualità e la Standardizzazione delle Procedure Direttore Generale Maddalena Ragni DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL MOLISE CULTURA A PORTE APERTE DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE Direttore Generale Maddalena Ragni Servizio IV - Comunicazione e Promozione Responsabile Antonella Mosca COORDINAMENTO GENERALE DEL PROGETTO Antonella Mosca In collaborazione con Monica Bartocci e Simona Pantella DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL MOLISE Direttore Regionale Ruggero Pentrella Ufficio Studi, Promozione e Comunicazione delle Attività Culturali e Didattiche Responsabile Emilio Izzo Coordinamento Regionale del progetto Emilio Izzo Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Soprintendente ad interim Angelo Maria Ardovino Referente per il progetto Domenico Vaccaro Hanno inoltre collaborato Costanza Barbi, Antonella Corona, Francesca D’Onofrio, Rossella Flenghi, Maria Cristina Manzetti, Maria Tiziana Natale, Amedeo Natoli, Susanna Puccio, Maria Angela Siciliano Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Soprintendente ad interim Maurizio Galletti Referente per il progetto Claudio Romano Rapporti con i media Vassili Casula Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise Soprintendente ad interim Rossella Vodret Referente per il progetto Dora Catalano Comunicazione multimediale Alberto Bruni, Renzo De Simone, Francesca Lo Forte, Emilio Volpe Amministrazione Laura Petracci Soprintendenza Archivistica per il Molise Soprintendente Elena Glielmo Referente per il progetto Antonietta Santilli Archivio di Stato di Campobasso Direttore Daniela Di Tommaso Referente per il progetto Annalisa Carlascio Archivio di Stato di Isernia Direttore Luigina Tiberio Referente per il progetto Immacolata Di Perna “Cantieri aperti” comunicazione e partecipazione amministrativa Molise 13 - 15 maggio 2009 CULTURA A PORTE APERTE S O 5 M M A R I O Progetto “Cultura a Porte Aperte”: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali 37 Progetto “Cultura a Porte Aperte”: il MiBAC Incontra il Territorio 41 Progetto “Cultura a Porte Aperte”: Attività di programmazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’anno 2008 43 Progetto “Cultura a Porte Aperte”: la Modulistica e il Piano di Riduzione degli Oneri Amministrativi Struttura del MiBAC in Molise 46 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise 48 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise: Sede, Funzioni e Struttura 56 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise 78 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise 93 Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise 100 Soprintendenza Archivistica per il Molise 109 Archivio di Stato di Campobasso 132 Archivio di Stato di Isernia Istituzioni 141 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo: Azioni per lo Sviluppo Turistico del Mezzogiorno 145 Ministero dell’Interno Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione - Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto: Fondo Edifici di Culto 146 Regione Molise: Attività dell’Assesorato alla Cultura Servizio Beni e Promozione Culturale 150 Regione Molise: Attività del Servizio Turismo 152 Provincia di Campobasso: la Storia 154 UPI - Unione delle Province d’Italia: cos’è l’Unione delle Province d’Italia 155 ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani 158 INVITALIA - Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa Spa 161 ICOM – International Council of Museum Comitato Nazionale Italiano (Icom Italia) 3 Istituti Enti Associazioni 164 AIPAI - Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale Sezione Molise 170 ANA - Associazione Nazionale Archeologi 173 ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana 177 ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili Molise 180 ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte 187 ArcheoClub d’Italia 191 Confartigianato 192 Confindustria 194 Consiglio Nazionale Architetti 195 Consiglio Nazionale degli Ingegneri 197 Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Province di Campobasso e Isernia 198 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Campobasso 200 FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano 203 Federculture 206 FORMEZ – Centro Formazione Studi 221 Istituto Italiano dei Castelli 228 Italia Nostra 234 Legambiente 240 Mecenate 90 242 SIPBC - Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali 247 Touring Club Italiano 252 UNPLI - Unione Nazionale delle Pro Loco D’italia Luoghi d’Arte Statali 255 4 Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna Cultura a porte aperte Progetto “Cultura a Porte Aperte”: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali Maddalena Ragni Direttore Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure STORIA Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nasce sotto il Governo Moro IV nel 1974, la sua organizzazione viene regolamentata con D.P.R. 3 dicembre 1975, n. 805. Il primo incarico di Ministro è affidato a Giovanni Spadolini, a cui si deve la ferma volontà di costituzione di una struttura separata dalla Pubblica Istruzione, con competenze specifiche e dirette in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, archeologici, storici, artistici, archivistici e librari secondo la legislazione vigente. L’intento è quello di creare un organismo prevalentemente tecnico, destinato a raccogliere in buona parte le competenze e le funzioni in materia prima affidate al Ministero della Pubblica Istruzione per il tramite della Direzione Generale delle Antichità e le Belle Arti. A queste competenze e funzioni se ne aggiunsero anche alcune del Ministero degli Interni, come gli archivi di Stato, e della Presidenza del Consiglio dei Ministri come la discoteca di Stato, l'editoria libraria e diffusione della cultura. Con decreto legislativo 20 ottobre 1998 n. 368, la struttura viene riformata e la denominazione viene mutata in Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attuale MiBAC; a tutte le precedenti competenze e funzioni sono state aggiunte: la promozione dello Sport e dell’impiantistica sportiva e la promozione delle attività dello Spettacolo in tutte le sue espressioni. Il mutamento terminologico evidenzia il cambiamento di prospettiva imperniato anche sul valore culturale che non è rappresentato dall’oggetto materiale nella sua estrinsecazione fisica, bensì dalla funzione sociale del bene, visto come fattore di sviluppo della collettività e come elemento storico attorno a cui si definisce l’identità delle collettività locali. L’organizzazione dell’apparato è rimasta pressoché immutata fino al 2000, quando, a seguito delle innovazioni introdotte nell’assetto della Pubblica Amministrazione dalle cd. Leggi Bassanini, in applicazione del D. Lgs. 30.7.1999, n. 300, è stato emanato il d.P.R. 29.12.2000, n. 441. All’assetto organizzativo le modifiche introdotte con tale provvedimento sono di particolare rilevanza e risultano tutte in linea con i principi in base ai quali si è inteso concepire un diverso ruolo dell’apparato centrale della Pubblica Amministrazione, senza per questo modificare la Costituzione: decentramento amministrativo, trasferimento dei poteri e delle risorse dal centro alla periferia, principio di sussidiarietà e diversa ripartizione di funzioni tra Stato e regioni, nonché tra regioni ed enti locali, riconoscimento della importantissima funzione che può svolgere il privato anche nei settori che non hanno natura di imprenditorialità. Una vera rivoluzione peraltro già annunciata negli anni Settanta con la nascita delle Regioni. Coerentemente con questa nuova concezione, per quanto riguarda nello specifico il settore dei beni culturali, con il citato d.P.R. n. 441 del 2000, sono state istituite le Soprintendenze regionali, con rilevanti funzioni di coordinamento delle uffici periferici presenti nei rispettivi ambiti territoriali regionali, è stata istituita la figura del Segretario Generale, con corrispondenti funzioni di coordinamento delle strutture centrali, il precedente 5 Cultura a porte aperte Ufficio Centrale per i beni archeologici, architettonici, ambientali, artistici e storici viene soppresso ed in suo luogo è istituita per ogni settore una specifica direzione generale, che, unitamente a quelle inerenti gli archivi, i beni librari, cinema e spettacolo, raggiungono il numero di otto direzioni. Dalla nuova articolazione è derivata nel tempo una nuova visione dell’intervento pubblico in materia di beni culturali, consistente nel passaggio da un’attività di tutela statica del bene, ad un intervento diretto a garantire alla collettività una fruizione ampia ed effettiva del valore culturale custodito nel bene. Ciò ha comportato la maturazione del concetto che l’intervento pubblico sui beni culturali non deve esaurirsi nell’attività di tutela, ma deve attribuire sempre più rilievo alle attività dirette a favorire la fruizione collettiva dei beni culturali, e cioè le attività di valorizzazione e di gestione. La completa trasformazione dell’impianto organizzativo ha richiesto, come è comprensibile, interventi regolamentari successivi per la messa a punto delle modifiche e l’adeguamento delle stesse alla continua e rapida evoluzione della società e delle esigenze della collettività. Per questo, successivamente al d.P.R. n. 441 del 2000, è intervenuto, prima il d.P.R. 10.6.2004, n. 173 e quindi il d.P.R. 26.11.2007, n. 233 del quale è in atto una ulteriore modifica con regolamento in corso di approvazione e pubblicazione. Sotto il profilo organizzativo, entrando nel merito dei contenuti dei predetti atti regolamentari, si rileva come, con il d.P.R. n. 173 del 2004, si sia, da un lato optato per un modello che al suo apice ha previsto non la figura del segretario generale, ma bensì l’istituzione di quattro dipartimenti, ciascuno per ogni settore (arti, archivi e biblioteche, cinema e spettacolo, affari generali e innovazione), e dall’altro si sia rafforzato il decentramento amministrativo con l’istituzione delle direzioni regionali, in luogo delle soprintendenze, con competenze non solo di coordinamento, ma anche operative e tecniche. Con il d.P.R. n. 233 del 2007, ancora in vigore, si è preferito, invece, ripristinare la figura del segretario generale, rafforzare ulteriormente il ruolo delle direzioni regionali e riconoscere alle direzioni generali di settore una funzione essenziale e prevalente di indirizzo. Grazie, quindi, a questa complessa riforma, peraltro ancora in corso di definizione, si è ridisegnata la struttura del Ministero con la volontà di rendere più efficiente l’assetto operativo sia a livello centrale che periferico. L’intento è stato quello di raggiungere una modernizzazione informatica, tecnologica e organizzativa per un’Amministrazione più capillare e radicata sul territorio, più vicina ai cittadini, più collaborativa con Regioni ed Enti locali, più integrata con l’Università e la Ricerca, più aggiornata professionalmente. Sono state individuate nuove forme di intervento, maggiori risorse disponibili in grado di dare un impulso forte all’innovazione operativa del Ministero. Vero cuore della riforma è stato l’aver previsto, sia prima con la creazione del Dipartimento per la Ricerca, l’innovazione e l’Organizzazione e l’istituzione della Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione, sia successivamente con il mantenimento delle rispettive competenze, un intervento importante e fondamentale nell’ambito della modernizzazione ed informatizzazione della Pubblica Amministrazione. Nel 2006, con il Governo Prodi le competenze dello Sport vennero assegnate al nuovo Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 2007, con l’entrata in vigore del Regolamento d.P.R. n. 233 già citato, infine, è stata prevista la nascita dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, dalla fusione di due precedenti Istituti (Istituto Centrale per la Patologia del Libro e Centro di fotoriproduzione, legatoria e restauro degli Archivi di Stato) e dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ex Istituto Centrale per il Restauro): entrambi dotati di autonomia speciale. 6 Cultura a porte aperte STRUTTURA Si tratta di una struttura capillare che dispone di uffici di diretta collaborazione del Ministro e Uffici propri del dicastero a livello centrale e territoriale. Agli uffici a livello centrale appartengono 9 Direzioni Generali, il Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, i Comitati tecnico-scientifici, gli Istituti Centrali l’Opificio delle pietre dure, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, Istituto superiore per la conservazione ed il restauro - e altri Istituti con finalità particolari quali l’Archivio Centrale dello Stato, le Soprintendenze Speciali per i Beni Archeologici, le Biblioteche nazionali centrali di Roma e Firenze. Sul territorio operano 17 Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici, che hanno sede nel capoluogo della rispettiva regione e coordinano le attività delle 82 Soprintendenze specialistiche, operanti in ambito archeologico, architettonico, storico, artistico ed etnoantropologico, delle 19 Soprintendenze Archivistiche a cui vanno aggiunte le 135 tra sedi archivistiche e sezioni distaccate, delle 45 Biblioteche Statali, dei 424 tra musei, monumenti e aree archeologiche. Salone ex Consiglio Nazionale, Collegio Romano, Roma 7 Cultura a porte aperte ORGANIGRAMMA GENERALE 8 Cultura a porte aperte ORGANIZZAZIONE E COMPETENZE SEGRETARIATO GENERALE Il Segretario Generale del Ministero è nominato ai sensi dell'articolo 19, comma 3, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e, in conformità a quanto disposto dall'articolo 6 del D.Lgs. 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, opera alle dirette dipendenze del Ministro. Il Segretario Generale assicura il coordinamento e l’unità dell'azione amministrativa, coordina gli uffici di livello dirigenziale generale, riferisce periodicamente al Ministro gli esiti della sua attività. Svolge, altresì, funzioni di coordinamento e monitoraggio sulle attività di valorizzazione dei beni culturali, offrendo il necessario supporto per l'elaborazione dei criteri di gestione, anche integrata; per l'individuazione degli strumenti giuridici adeguati ai singoli progetti di valorizzazione ed alle realtà territoriali in essi coinvolte; per la predisposizione dei modelli di bando di gara e delle convenzioni-tipo per l'affidamento dei servizi aggiuntivi, nonché dei modelli di atti per la costituzione dei soggetti giuridici previsti dall'articolo 112, comma 5, del Codice. Coordina la predisposizione delle intese istituzionali di programma Stato - Regioni in materia di valorizzazione, degli accordi per la valorizzazione integrata dei beni culturali previsti dall'articolo 112, comma 4, del Codice e per la gestione di servizi strumentali comuni di cui al comma 9 del medesimo articolo 112. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Il Segretariato si articola in 22 uffici dirigenziali non generali, compresi gli Istituti speciali e centrali ed il Servizio Ispettivo. SEGRETARIATO GENERALE Servizio I - Affari generali, tematiche trasversali, coordinamento Servizio II - Osservatorio per le attività internazionali Servizio III Ufficio studi Servizio IV Servizio ispettivo Istituti centrali Istituti dotati di autonomie speciale Istituto Centrale per il catalogo e la documentazione Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro Opificio delle Pietre Dure Istituto Centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche Istituto Centrale per la demoetnoantropologia Istituto Centrale per gli archivi Istituto Centrale per i beni sonori ed il restauro 9 Cultura a porte aperte Struttura Servizio I Servizio II Servizio III Servizio IV - Affari generali, tematiche trasversali, coordinamento Osservatorio per le attività internazionali Ufficio studi Servizio ispettivo Afferiscono al segretariato generale Istituti centrali 1. Istituto centrale per il catalogo e la documentazione 2. Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche 3. Opificio delle pietre dure 4.Istituto centrale per la demoetnoantropologia 5. Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario 6.Istituto centrale per gli archivi 7. Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi Istituti dotati di autonomia speciale 1. Istituto superiore per la conservazione ed il restauro Restauro della Porta del Paradiso del Ghiberti, Firenze. Opificio delle Pietre Dure 10 Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE, L’INNOVAZIONE, LA FORMAZIONE, LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE E LE RELAZIONI SINDACALI La Direzione Generale per l'Organizzazione, l'Innovazione, la Formazione, la Qualificazione professionale e le Relazioni sindacali cura la gestione efficiente, unitaria e coordinata del personale e dei servizi comuni anche mediante strumenti di innovazione tecnologica; è competente in materia di stato giuridico e trattamento economico del personale, di relazioni sindacali, di concorsi, assunzioni, assegnazioni, mobilità nazionale e formazione del personale nonché in materia di politiche del personale per le pari opportunità. Inoltre, è competente per l'attuazione delle direttive del Ministro in ordine alle politiche del Progetto Fonia Dati Immagini personale e alla contrattazione collettiva e per l'emanazione di indirizzi ai direttori regionali ai fini dell'applicazione dei contratti collettivi e della stipula di accordi decentrati; elabora proposte per la definizione di una strategia unitaria per la modernizzazione dell'amministrazione, anche attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e traduce in progetti coordinati e piani d'azione il conseguente disegno strategico assicurandone il monitoraggio e verificandone l'attuazione. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Si articola in 4 uffici dirigenziali non generali. DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE, L’INNOVAZIONE, LA FORMAZIONE, LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE E LE RELAZIONI SINDACALI Servizio I - Affari generali, sistemi informativi, tecnologie innovative Servizio II - Concorsi e assunzioni, mobilità, relazioni sindacali. Formazione e aggiornamento professionale del personale Servizio III - Stato giuridico ed economico Servizio IV Contenzioso e procedimenti disciplinari Struttura Servizio I - Affari generali, sistemi informativi, tecnologie innovative Servizio II - Concorsi e assunzioni, mobilità, relazioni sindacali. Formazione e aggiornamento professionale del personale Servizio III - Stato giuridico ed economico Servizio IV - Contenzioso e procedimenti disciplinari 11 Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE La Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure svolge funzioni e compiti in materia di bilancio e programmazione delle risorse finanziarie, di qualità e standardizzazione delle procedure; cura, previa istruttoria degli Istituti culturali interessati, la promozione della conoscenza e dell'immagine dei beni e delle attività culturali in ambito nazionale ed internazionale. Presso la Direzione opera il Nucleo per la valutazione degli investimenti. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Da essa dipendono funzionalmente, per gli aspetti contabili, le Direzioni Regionali di cui all'articolo 17. Si articola in 4 uffici dirigenziali non generali. DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici (per gli aspetti contabili) Servizio I - Affari generali e bilancio Struttura Servizio I Servizio II Servizio III Servizio IV - Servizio II Programmazione Servizio III - Qualità e standardizzazione delle procedure Servizio IV Comunicazione e promozione Affari generali e bilancio Programmazione Qualità e standardizzazione delle procedure Comunicazione e promozione MP MIrabilia s.r.l. - www.mpmirabilia.it 9 San Valentino è la festa dell’amore e, come ogni anno, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali vuole regalare a tutti una giornata all’insegna dell’arte e della cultura. Lo slogan Innamorati dell’Arte è un invito a visitare e conoscere il patrimonio artistico italiano insieme alle persone amate, per condividere le emozioni e la gioia che l’arte suscita in chi vi si accosta. Il 14 febbraio, nei luoghi d’arte statali (musei, monumenti e siti archeologici), un biglietto d’ingresso vale per due persone. Tutte le iniziative sono pubblicate sul sito istituzionale del Ministero. www.beniculturali.it numero verde 800 99 11 99 Amore e Psiche, Ostia Antica (fine del III secolo d.C.) Materiale divulgativo Grandi Eventi 2009 12 Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER I BENI ARCHEOLOGICI La Direzione Generale per i Beni Archeologici svolge le funzioni e i compiti, non attribuiti alle Direzioni Regionali ed ai soprintendenti di settore ai sensi delle disposizioni in materia, relativi alla tutela di aree e beni archeologici, anche subacquei. Esercita la vigilanza sulle Soprintendenze speciali per i beni archeologici di Napoli e Pompei e di Roma. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Si articola in 3 uffici dirigenziali non generali, compresi gli Istituti speciali e nazionali. DIREZIONE GENERALE PER I BENI ARCHEOLOGICI Servizio I - Tutela del patrimonio archeologico Servizio II - Gestione e monitoraggio del patrimonio archeologico. Affari generali, personale, programmazione e bilancio Servizio III - Valorizzazione, promozione e comunicazione del patrimonio archeologico Istituti Istituti dotati di autonomia speciale Soprintendenza al Museo Nazionale preistorico ed etnografico“L. Pigorini” Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Museo Nazionale d’Arte Orientale Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Struttura Servizio I - Tutela del patrimonio archeologico Servizio II - Gestione e monitoraggio del patrimonio archeologico. Affari generali, personale, programmazione e bilancio Servizio III - Valorizzazione, promozione e comunicazione del patrimonio archeologico Afferiscono alla Direzione Generale 1. Soprintendenza al Museo nazionale preistorico ed etnografico “L. Pigorini” — con sede a Roma 2. Museo Nazionale d’Arte Orientale — con sede a Roma Istituti dotati di autonomia speciale 1. Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei 2. Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Cratere di Talos, Museo Archeologico Nazionale, Ruvo di Puglia 13 Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER LA QUALITÀ E LA TUTELA DEL PAESAGGIO, L’ARCHITETTURA E L’ARTE La Direzione Generale per la Qualità e la Tutela del Paesaggio, l'Architettura e l'Arte Contemporanee svolge le funzioni e i compiti, non attribuiti alle Direzioni Regionali ed ai soprintendenti di settore ai sensi delle disposizioni in materia, relativi alla qualità ed alla tutela paesaggistica, alla qualità architettonica ed urbanistica ed alla promozione dell'arte contemporanea. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. Real Basilica, Superga (TO) 279, e successive modificazioni. Si articola in cinque uffici dirigenziali non generali, compreso il Centro per la documentazione e la valorizzazione delle Arti Contemporanee. DIREZIONE GENERALE PER LA QUALITÀ E LA TUTELA DEL PAESAGGIO, L’ARCHITETTURA E L’ARTE Servizio I Servizio II Servizio III Affari generali, Tutela del paesaggio Pianificazione e personale, programqualità del paesaggio mazione e bilancio Struttura Servizio I Servizio II Servizio III Servizio IV Servizio V - Affari generali, personale, programmazione e bilancio Tutela del paesaggio Pianificazione e qualità del paesaggio Architettura contemporanea Arte contemporanea Villa Romana, Sirmione (BS) 14 Servizio IV Architettura contemporanea Servizio V Arte contemporanea Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER I BENI ARCHITETTONICI, STORICO ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI La Direzione Generale per i Beni Architettonici, Storico - Artistici ed Etnoantropologici svolge le funzioni e i compiti, non attribuiti alle Direzioni generali periferiche o ai soprintendenti di settore ai sensi delle disposizioni in materia, relativi alla tutela dei beni architettonici, storici, artistici ed etnoantropologici, ivi compresi i dipinti murali e gli apparati decorativi. Esercita, per il settore di competenza, la vigilanza sugli Istituti di cui all'articolo 15, comma 1, lettera d), e comma 3, lettere c), d), e) ed f). Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Si articola in undici Uffici dirigenziali non generali, compresi gli Istituti speciali e nazionali. I compiti di detti Uffici sono definiti con decreto ministeriale di natura non regolamentare. DIREZIONE GENERALE PER I BENI ARCHITETTONICI, STORICO ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI Servizio I - Affari generali, personale, programmazione e bilancio Servizio II - Tutela del patrimonio architettonico Servizio III - Tutela del patrimonio storicoartistico ed etnoantropologico Istituti centrali Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Istituto Nazionale per la Grafica Servizio IV Musei, mostre e valorizzazione Istituti dotati di autonomia speciale Soprintendenza speciale per il patrimonio storico,artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare Soprintendenza speciale per il patrimonio storico,artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli Soprintendenza speciale per il patrimonio storico,artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Roma Struttura Servizio I - Affari generali, personale, programmazione e bilancio Servizio II - Tutela del patrimonio architettonico Servizio III - Tutela del patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico Servizio IV - Musei, mostre e valorizzazione Afferiscono alla Direzione Generale 1. Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea - con sede a Roma 2. Istituto Nazionale per la Grafica con sede a Roma Istituti centrali 1. Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia Antonello da Messina, Galleria Nazionale Palazzo Spinola, Genova Istituti dotati di autonomia speciale 1. Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare 2. Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli 3. Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Roma 4.Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze 15 Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI La Direzione Generale per gli Archivi svolge le funzioni e i compiti, non attribuiti alle Direzioni Regionali o ai soprintendenti di settore ai sensi delle disposizioni in materia, relativi alla tutela dei beni archivistici. Svolge le funzioni di coordinamento e di vigilanza sull'Archivio Centrale dello Stato e sull'Istituto Centrale per gli archivi. In materia informatica, elabora e coordina le metodologie archivistiche relative all'attività di ordinamento e di inventariazione, esercita il coordinamento dei sistemi informativi archivistici sul territorio nazionale, studia ed applica sistemi di conservazione permanente degli archivi digitali, promuove l'applicazione di metodologie e parametri, anche attraverso iniziative di formazione e aggiornamento. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Si articola in dieci uffici dirigenziali non generali, compresi quelli aventi sede nelle regioni Sicilia e Trentino-Alto Adige e gli Istituti speciali e centrali. DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI Servizio I - Affari generali, bilancio e controllo di gestione, risorse umane e relazioni sindacali Servizio II - Tutela e conservazione del patrimonio archivistico Soprintendenza archivistica per la Sicilia con sede a Palermo Archivio di Stato di Catania Servizio III - Valorizzazione, promozione, formazione e relazioni internazionali Servizio IV Innovazione, tecnologia archivistica e progettualità comunitaria Istituti centrali Istituti dotati di autonomia speciale Istituto centrale per gli archivi Archivio centrale dello Stato Archivio di Stato di Palermo Archivio di Stato di Trento con compiti anche di Soprintendenza Archivistica Struttura Servizio I - Affari generali, bilancio e controllo di gestione, risorse umane e relazioni sindacali Servizio II - Tutela e conservazione del patrimonio archivistico Servizio III - Valorizzazione, promozione, formazione e relazioni internazionali ServizioIV - Innovazione, tecnologia archivistica e pro gettualità. comunitaria Alla Direzione Generale per gli Archivi afferiscono 1. Soprintendenza archivistica per la Sicilia con sede a Palermo 2. Archivio di Stato di Catania 3. Archivio di Stato di Palermo 4.Archivio di Stato di Trento con compiti anche di Soprintendenza Archivistica Istituti centrali 1. Istituto centrale per gli archivi Istituti dotati di autonomia speciale 1. Archivio centrale dello Stato 16 Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI, GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO D’AUTORE La Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il diritto d'autore svolge funzioni e compiti non attribuiti alle Direzioni Regionali e ai soprintendenti di settore ai sensi delle disposizioni in materia, relativi alle biblioteche pubbliche statali, ai servizi bibliografici e bibliotecari nazionali, agli istituti culturali, alla promozione del libro e della lettura ed alla proprietà letteraria e diritto d'autore. Sentite le altre Direzioni Generali competenti, svolge i compiti in materia di proprietà letteraria e di diritto d'autore e di vigilanza sulla Società italiana autori ed editori (SIAE) ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e successive modificazioni. Restano ferme la composizione e le competenze del Comitato consultivo permanente per il diritto di autore di cui all'articolo 190 della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, che opera presso la Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il diritto d'autore e svolge funzioni di organo consultivo centrale. Svolge le funzioni di coordinamento e di vigilanza sull'Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, sulla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, sulla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, sul Centro per il libro e la lettura e sull'Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Si articola in 9 uffici dirigenziali non generali, compresi gli Istituti speciali, nazionali e centrali. DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI, GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO D’AUTORE Servizio I - Affari generali,personale e bilancio Servizio II - Patrimonio bibliografico statale e non statale Istituti centrali Struttura Servizio I Servizio II Servizio III Servizio IV - Servizio III Istituti culturali Servizio IV Diritto d’autore e vigilanza sulla SIAE Istituti dotati di autonomia speciale Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche Biblioteca nazionale centrale di Roma Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi Centro per il libro e la lettura Biblioteca nazionale centrale di Firenze Affari generali, personale e bilancio Patrimonio bibliografico statale e non statale Istituti culturali Diritto d’autore e vigilanza sulla SIAE Alla Direzione Generale afferiscono Istituti centrali 1. Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche 2. Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi Istituti dotati di autonomia speciale 1. Biblioteca nazionale centrale di Roma 2. Biblioteca nazionale centrale di Firenze 3. Centro per il libro e la lettura 17 Cultura a porte aperte DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA La Direzione Generale per il Cinema svolge funzioni e compiti in materia di attività cinematografiche. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Si articola in 4 uffici dirigenziali non generali. Elsa Martinelli sul set DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA Servizio I - Affari generali e bilancio, programmazione,risorse umane,revisione cinematografica Servizio II - Produzione, distribuzione, esercizio e industrie tecniche Servizio III - Promozione delle attività cinematografiche Servizio IV - Attività cinematografiche all’estero Struttura Servizio I - Affari generali e bilancio, programmazione, risorse umane, revisione cinematografica Servizio II - Produzione, distribuzione, esercizio e industrie tecniche Servizio III - Promozione delle attività cinematografiche Servizio IV - Attività cinematografiche all’estero DIREZIONE GENERALE PER LO SPETTACOLO DAL VIVO La Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo svolge funzioni e compiti in materia di attività di spettacolo dal vivo, con riferimento alla musica, alla danza, al teatro, ai circhi, allo spettacolo viaggiante ed ai festival teatrali. Restano ferme la composizione e le competenze dell'Osservatorio dello spettacolo, che opera presso la stessa Direzione Generale. Resta fermo quanto previsto all'articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 21 dicembre 1998, n. 492, e successive modificazioni. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. Si articola in 3 uffici dirigenziali non generali, i cui compiti sono definiti con decreto ministeriale di natura non regolamentare. DIREZIONE GENERALE PER LO SPETTACOLO DAL VIVO Servizio I - Attività liriche e musicali Servizio II - Attività teatrali Servizio III - Attività di danza, circensi e dello spettacolo viaggiante Struttura Servizio I - Attività liriche e musicali Servizio II - Attività teatrali Servizio III - Attività di danza, circensi e dello spettacolo viaggiante Teatro la Scala, Milano 18 Cultura a porte aperte ISTITUTI TERRITORIALI DIREZIONE REGIONALI PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI Le Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici coordinano l'attività delle strutture periferiche del Ministero di cui all'articolo 16, comma 1, lettere b), c), d), e), e f), presenti nel territorio regionale. Curano i rapporti del Ministero e delle strutture periferiche con le regioni, gli enti locali e le altre istituzioni presenti nella regione medesima, e, fra l’altro, sono titolari di competenze in materia di verifica di interesse culturale, di dichiarazione di interesse storico artistico, di emanazione di provvedimenti di tutela indiretta, di autorizzazione di interventi nei quali siano presenti aspetti di competenza di diverse soprintendenze, di autorizzazione di alienazioni, permute, costituzione di ipoteca o pegno. Castello, Rapallo (GE) A loro è riconosciuto il ruolo di stazione appaltante. Costituiscono centri di costo e dipendono, funzionalmente, per quanto riguarda gli aspetti contabili, dalla Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure. Gli archivi e le Biblioteche, pur nel rispetto della loro autonomia scientifica, costituiscono articolazione delle Direzioni Regionali. Le Direzioni Regionali si articolano negli uffici dirigenziali non generali di seguito elencati: Soprintendenze per i Beni Archeologici, Architettonici e Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici In particolare: - unificano e aggiornano le funzioni di catalogo e tutela nell'ambito della regione di competenza, secondo criteri definiti dalle competenti direzioni centrali; - autorizzano l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sui beni culturali; - dispongono l'occupazione temporanea di immobili per l'esecuzione di ricerche archeologiche o di opere dirette al ritrovamento di beni culturali; - provvedono all'acquisto di beni e servizi in economia; - partecipano ed esprimono pareri, riferiti ai settori e agli ambiti territoriali di competenza, nelle conferenze di servizi; - amministrano e controllano beni dati in consegna; - curano l'istruttoria finalizzata alla stipula di accordi e convenzioni con i proprietari di beni culturali oggetto di interventi conservativi alla cui spesa ha contribuito il Ministero al fine di stabilire le modalità per l'accesso ai beni medesimi da parte del pubblico; - istruiscono e propongono i provvedimenti di verifica dell'interesse culturale; - svolgono le istruttorie e propongono al direttore generale centrale competente i provvedimenti relativi a beni di proprietà privata; - esprimono pareri sulle alienazioni, le permute, le costituzioni di ipoteca e di pegno ed ogni ltro negozio giuridico che comporti il trasferimento a titolo oneroso di beni culturali appartenenti a soggetti pubblici come identificati dal Codice; - istruiscono i procedimenti concernenti le sanzioni ripristinatorie e pecuniarie previste dal Codice; - istruiscono e propongono alla direzione generale centrale competente l'esercizio del diritto di prelazione; - esercitano i compiti in materia di tutela del paesaggio ad esse affidati in base al Codice; - esercitano ogni altra competenza ad esse affidata in base al Codice. Abbazia di Collemaggio, L’Aquila 19 Cultura a porte aperte Soprintendenze Archivistiche Le Soprintendenze archivistiche svolgono una funzione di tutela e assistenza sugli archivi non statali, pubblici (Archivi di Regioni, Province e Comuni) e privati dichiarati di notevole interesse storico (con notifica emessa proprio dalla soprintendenza). Nel linguaggio tecnico la sua mansione di controllo si chiama "vigilanza".La vigilanza non comprende il controllo sulla fase di riordino, ma si limita a fornire un consulto se richiesto. Le competenze sono nettamente divise da quelle degli Archivi di Stato che, presenti in ciascuna provincia più 35 sezioni distaccate, si occupano invece degli archivi di enti pubblici statali centrali e periferici (questure, prefetture, ecc.) ed espleta una funzione tecnicamente detta di "sorveglianza". Sorveglianza e vigilanza sono attuate soprattutto per verifiLivres de laudes et dévotions care che gli archivi vengano gestiti beni, che i locali deputati 1435 - 1440, Archivio di Stato agli archivi siano idonei, che lo scarto sia effettuato corretdi Torino tamente. In particolare al momento dello scarto si ha un diverso modo di procedere a seconda se si tratti di ente sorvegliato da un Archivio di Stato o vigilato da una Soprintendenza. Archivi di Stato Gli Archivi di Stato dipendono dalla Direzione Generale degli Archivi e svolgono funzioni di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio documentario dello Stato, secondo le disposizioni vigenti. A tal fine, in particolare: a) conservano, tutelano e valorizzano: 1) gli archivi degli Stati italiani preunitari; 2) i documenti degli organi giudiziari e amministrativi dello Stato non più occorrenti alle ordinarie esigenze del servizio, acquisiti a norma dell'articolo 30 del testo unico; 3) tutti gli altri archivi e singoli documenti che lo Stato abbia in proprietà o in deposito per disposizione di legge o a qualsiasi titolo; b) esercitano la sorveglianza, mediante la partecipazione alle commissioni istituite ai sensi dell'articolo 30 del testo unico, sugli archivi correnti e di deposito degli organi amministrativi e giudiziari dello Stato e sulla gestione dei Sigillo del Vescovo Alberto flussi documentali, qualunque ne sia il supporto, anche in di Egna 1324 - 1336, Archivio base alla normativa vigente in materia di riproduzione di Stato di Bolzano sostitutiva di documenti digitali e gestione elettronica dei documenti a norma dell'articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 513, e del decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 428; c) esplicano i compiti relativi al trattamento e alla comunicazione dei documenti riservati; d) svolgono le attività di promozione. e) curano lo studio, la ricerca, l'ordinamento, l'inventariazione, la riproduzione e la conservazione dei documenti conservati, e possono sottoscrivere, per tali fini e per quelli di didattica e valorizzazione, convenzioni con enti pubblici ed istituti di studio e ricerca. 20 Cultura a porte aperte Biblioteche Statali Le Biblioteche Pubbliche Statali dipendono dalla competente Direzione Generale e svolgono funzioni di tutela e valorizzazione delle raccolte e degli altri beni librari che lo Stato ha in proprietà o in deposito per disposizione di legge o per altro titolo. Tenuto conto della specificità delle raccolte, della tipologia degli utenti e del contesto territoriale in cui ciascuna è inserita, svolgono, in particolare, i seguenti compiti: a) acquisire, raccogliere e conservare la produzione editoriale italiana e straniera; b) conservare, accrescere e valorizzare le proprie raccolte; c) realizzare con altre biblioteche, con istituti ed enti, sistemi integrati di informazione e servizi; d) attività di promozione. Le Biblioteche Universitarie, in particolare, svolgono le proprie funzioni in coordinamento con le università nelle forme ritenute più idonee sul piano dei servizi e delle acquisizioni. Le Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e di Roma, in attuazione dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali, assicurano altresì in autonomia, la tutela, la conservazione, la gestione, la documentazione e la disponibilità della produzione editoriale italiana raccolta per deposito legale. Salone Settecentesco, Biblioteca statale di Montevergine, Mercogliano (AV) 21 Cultura a porte aperte ATTIVITÀ Al Ministero per i Beni e le Attività Culturali è demandato il compito di tutelare, conservare, valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio esistente per fronteggiare il quale sono necessarie risorse finanziarie adeguate e organizzazioni efficienti. Ai sensi dell’articolo 2 del Codice per i beni culturali e per il paesaggio “Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici”. Della prima categoria fanno parte: le cose immobili e mobili che presentano interesse storico, artistico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate quali testimonianze aventi valore di civiltà (di cui alla ex legge 1089 del 1939), ed i beni di interesse paesaggistico (già tutelati dalla legge 1497 del 1939 e dalla legge "Galasso" 431 del 1985), frutto della millenaria antropizzazione e stratificazione storica del nostro territorio, un unicum nell'esperienza euroRestauro di un affresco, pea e mondiale tale da meritare tutto il rilievo e la protezione Opificio delle Pietre Dure dovuti. Tutela, Conservazione, Valorizzazione e Gestione Sono questi i compiti istituzionali del MiBAC, sanciti dall’art. 9 della Costituzione, il quale stabilisce che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Nel 2004 entra in vigore il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 22 Gennaio 2004, n. 42 ai sensi dell'Articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), meglio conosciuto come Codice Urbani che determina una semplificazione legislativa rispetto alla previgente disciplina, fornendo uno strumento per tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio, anche attraverso il coinvolgimento degli Enti Locali. I principali capisaldi del testo si possono così sintetizzare: a) recupero del paesaggio nell’ambito del patrimonio culturale, del quale costituisce parte integrante alla pari degli altri beni culturali; b) riconoscimento del carattere rigorosamente unitario della tutela dell’intero patrimonio storico-artistico e paesaggistico così come previsto dalla Costituzione della Repubblica, sia nell’art. 9, sia nel nuovo Titolo V agli art.117-118; c) formulazione di un apposito demanio culturale nell’ambito del più ampio patrimonio pubblico, al quale sono ascritti tutti quei beni la cui piena salvaguardia ne richiede il mantenimento nella sfera della proprietà pubblica; d) subordinazione della pianificazione urbanistica a quella paesaggistica. La materia dei Beni Culturali si presenta, inoltre, notevolmente ampliata, con alcune aperture a settori finora trattati altrove, come la gestione museale, le procedure di intervento conservativo, il campo dell’arte contemporanea. Tutela Le attività consistono nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione. Tali funzioni vengono esercitate direttamente dal Ministero e tramite forme di intesa e coordinamento, possono essere esercitate dalle Regioni. I termini della cooperazione tra Stato, Regioni e Enti locali nell’esercizio della tutela sono stati affrontati e regolati anche dal Codice Urbani che assicura una logica unitaria negli interventi di Restauro di un affresco, Opificio delle Pietre Dure 22 Cultura a porte aperte tutela e un sistema integrato nella valorizzazione dei beni, in base all’art. 118 della Costituzione. Inoltre, conferisce alle Regioni ordinarie la tutela dei beni librari. La conservazione del patrimonio culturale consiste in una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro (art. 29 del Codice Urbani). L’insieme di queste attività fa si che si possano limitare le situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto, controllare le condizioni del bene al fine di mantenerne l’integrità, l’efficienza funzionale e l’identità, garantire l’integrità materiale ed il recupero del bene, la sua protezione e la trasmissione dei valori culturali di cui è portatore. Valorizzazione Le attività consistono nella costituzione ed organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento di ogni attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e conservazione dei Beni Culturali e Ambientali e ad incrementare la fruizione. Tra le azioni istituzionali, quella di maggior ri- Restauro di un globo, Istituto Centrale per lievo, anche a livello internazionale, è il re- il Restauro e la Conservazione del Patrimonio stauro, uno dei nodi principali attorno al quale Archivistico e Librario si sviluppa il lavoro di tutela e conservazione del patrimonio artistico italiano. Esso si configura come ponte tra conservazione e innovazione, tra la componente più solida, stratificata e specifica dell’operare sul patrimonio culturale e la componente più fluida e moderna dello stesso ambito di intervento. Il dibattito culturale contemporaneo sugli interventi di restauro è arricchito dalla componente ecologica e ambientale che si affianca al consueto obiettivo della conservazione e della trasmissione alle future generazioni del nostro prezioso patrimonio artistico e culturale, fatto non solo di edifici, sculture e dipinti, ma anche di libri, documenti, fotografie e pellicole cinematografiche. Il paesaggio e l’architettura contemporanea,negli ultimi anni,stanno diventando tema centrale di dibattito tra Pubblica Amministrazione e mondo dell’associazionismo e impresa. Le strutture d’eccellenza nel campo della ricerca e del restauro sono l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e l’Opificio delle Pietre Dure che operano ad altissimo livello tecnico scientifico e professionale e sono punto di riferimento in tutto il mondo. Gestione Il Ministero, attraverso i propri Istituti, gestisce un immenso patrimonio storico, artistico e paesaggistico, il più importante del mondo (circa il 60% del patrimonio culturale mondiale), costituito da oltre 20.000 centri storici, 45.000 tra castelli e giardini, 30.000 dimore storiche, 100.000 chiese, 2.000 siti archeologici, 3.500 musei pubblici e privati, 9.000 monumenti, centinaia di parchi. Si può certamente affermare che quella italiana si configura come l’offerta al pubblico più ricca d’Europa. Tale ricchezza rappresenta un tesoro di inestimabile valore da difendere e valorizzare in quanto cuore della nostra identità di Paese ma anche elemento di richiamo per i turisti di tutto il mondo, che determina un modello di vita apprezzato a livello internazionale in grado di generare effetti positivi sull’economia (occupazione, turismo, servizi) e sulla qualità della vita (paesaggio, ambiente, istruzione). L’obiettivo della virtuosa combinazione tra il massimo rigore nella tutela e lo sviluppo economico e sociale può e deve essere raggiunto anche con l’intento di rendere l’Italia un caso esemplare a livello internazionale. In particolare, vista la rilevanza numerica (…….) dei siti italiani inseriti nella lista dell’Unesco, la valorizzazione e la gestione di questi ultimi deve basarsi sull’azione comune 23 Cultura a porte aperte tra il tessuto produttivo, le istituzioni culturali e le amministrazioni locali, all’insegna della sostenibilità. PROMOZIONE Al fine di rendere fruibile il grande patrimonio italiano, il MiBAC ha l’ulteriore compito di spiegare con chiarezza ai cittadini le norme che lo tutelano, rendendoli in questo modo partecipi della difesa dei beni culturali, stimolando ciascuno a sentirsene emotivamente partecipe ed interprete. Compito questo, gravoso e affascinante allo stesso tempo. Se il vecchio sistema comunicativo era pensato in funzione di quello che si potrebbe definire un “utente modello” (mediamente preparato sulla materia, culturalmente evoluto, in grado di condividere lo stesso contesto e molto motivato alla comprensione), oggi si sta tentando di superare tale approccio con nuove modalità di gestione sempre più orientate alle esigenze delle differenti e sempre più vaste fasce di pubblico. Per svolgere più efficacemente i compiti istituzionali il MiBAC ha investito molto in un adeguamento tecnologico, informatico ed organizzativo, imperniato su nuove forme di intervento e su servizi adeguati alla domanda di una utenza sempre più esigente. L’assetto operativo sia a livello centrale che periferico è indirizzato verso una qualità amministrativa che ottimizza l’utilizzo di tutte le risorse finanziarie disponibili e delle professionalità presenti. Il successo dell’operazione di valorizzazione dei luoghi della cultura che si misura in base alla soddisfazione dei visitatori ed alla percezione che questi hanno dei luoghi stessi, passa necessariamente attraverso una puntuale ed attenta strategia di comunicazione integrata che trova il suo strumento fondamentale nel Piano di Comunicazione. In tal senso, l’impegno del MiBAC si è concentrato su l’apertura prolungata dei luoghi d’arte per renderli sempre più fruibili. Un’attenzione particolare è richiesta alle Soprintendenze per migliorare l’accoglienza presso le aree archeologiche incrementando le visite guidate ai cantieri di scavo e di restauro e migliorando l’accessibilità, la comunicazione, l’offerta culturale e l’attenzione verso esigenze ed aspettative dei visitatori. Una cura particolare è stata riservata anche ai temi dell’adeguamento funzionale e delle barriere architettoniche e alla semplificazione delle modalità di fruizione. La qualità delle realizzazioni architettoniche si traduce sempre in una futura qualità della vita per tutti i cittadini che guardano all’opera come ad una parte del paesaggio urbano che abitano e attraversano ogni giorno. Valutazione, valorizzazione e programmazione sono, quindi, i tre paradigmi definitori del cambiamento di atteggiamento e di prospettiva del decisore pubblico nei confronti dei Beni Culturali. Si è passati, infatti, da un modello statico conservativo a un modello gestionale dinamico, dalla semplice conservazione alla gestione e alla valorizzazione, orientate alla fruibilità sociale. Il dicastero è quindi una struttura complessa, che collabora e dialoga sempre più con istituzioni ed enti sia nazionali che internazionali, con le Università e il mondo accademico, con le associazioni di settore e con il mondo imprenditoriale, oltreché con i cittadini. Quest’ultimo è forse il compito più complesso poiché si tratta da un lato di offrire un’immagine coerente e rendere più facile il rapporto con il pubblico dal punto di vista burocratico e amministrativo, dall’altro di rendere consapevoli i cittadini dell’importanza della cultura, nella varietà delle sue espressioni, per il miglioramento della qualità della vita e il riconoscimento di un forte senso di identità nazionale legato alle radici storico artistiche del Paese. Materiali divulgativi Grandi Eventi 2009 24 Cultura a porte aperte L’attività di promozione viene realizzata attraverso l’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento di iniziative culturali e grandi eventi rivolti al pubblico e diffusi su tutto il territorio nazionale e non solo. Un esempio sono le grandi mostre e i grandi9 eventi come la Settimana della Cultura, le giornate europee del Patrimonio, la Festa Europea della Musica, etc. Il MiBAC, attraverso un’intensa collaborazione con gli Enti locali e con gli operatori privati, punta a rendere Stand istituzionale del MiBAC, Salone dell’Arte questi eventi un potente strumento di markedel Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali, Ferrara 2009 ting territoriale per promuovere insieme opere d’arte e città, i territori e i loro prodotti, rafforzando il turismo culturale interno e quello proveniente dall’estero. Altri strumenti di promozione sono la partecipazione a manifestazioni fieristiche nelle quali, attraverso scelta tematiche, vengono di volta in volta rappresentate le diverse realtà istituzionali del Ministero; la promozione di iniziative e di contatti con gli organi di comunicazione e di informazione nazionali ed internazionali; l’organizzazione di concorsi rivolti ai giovani e iniziative in collaborazione con gli Enti locali, per promuovere e valorizzare il patrimonio italiano e le idee. Ad esempio, il settore delle biblioteche e delle istituzioni culturali conosce oggi un momento di forte crescita in termini progettuali, gestionali, organizzativi e, soprattutto, in termini di servizi. Innovazione tecnologica e collaborazione istituzionale sono dunque i presupposti operativi dell’attuale attività in favore dei beni librari. Dopo anni di stasi, è stata rafforzata l’attività di ristrutturazione edilizia delle sedi delle biblioteche pubbliche statali, che debbono ora essere dotate di moderni sistemi antincendio, antifurto, antitaccheggio, antiscasso e di impianti di controllo e sicurezza. L’incremento consistente del numero dei visitatori delle biblioteche negli ultimi anni,è stato soprattutto determinato da un uso ampio e vario delle biblioteche che diventano sempre più centri informativi per effettuare ricerche e consultare fonti in rete. La rete del Servizio Bibliotecario Nazionale è stata potenziata attraverso lo sviluppo e l’applicazione degli strumenti tecnologici che consentono la digitalizzazione dell’intero patrimonio bibliografico. L’amministrazione archivistica è il settore del MiBAC che ha il maggior numero di istituti operanti sul territorio. L’attenzione negli ultimi anni si è concentrata soprattutto sul recupero di antichi edifici e sull’acquisizione di immobili per ricavare nuovi spazi da dedicare agli archivi. Il patrimonio archivistico è in continuo aumento, basti pensare all’archivio centrale dello Stato, che ha festeggiato nel 2003 il 50esimo della sua nascita e dispone attualmente di circa 700.000 pezzi. Conservazione, valorizzazione e promozione sono anche al centro delle iniziative intraprese dal MiBAC a sostegno dei musei, cuore pulsante della vita culturale dei centri urbani e luogo perfetto d’incontro tra tradizione e innovazione. Il museo come strumento per la conservazione dei contenuti culturali e come garanzia della loro sopravvivenza e della loro trasmissione alle generazioni future diventa oggi, non solo strumento di diffusione della conoscenza e della cultura ma anche luogo aperto di studio e di ricerca, strumento integrativo dell’educazione scolastica. Il museo, dunque, assolve sempre più ad una missione di formazione permanente grazie all’esposizione delle sue collezioni, le quali permettono lo sviluppo di temi storici, di storia della cultura, di arte, di scienze naturali e di storia della tecnica e costituiscono la base dell’attività educativa. Il MiBAC non sfugge alla crisi economica e finanziaria che l’Italia e il mondo intero stanno attraversando. Nonostante i tagli al bilancio e la conseguente esiguità delle risorse disponibili, che rendono più difficile la realizzazione delle iniziative previste, il MiBAC continua a sostenere le strategie sopra enunciate e i progetti già avviati senza trascurare la programmazione di nuovi interventi e sinergie anche grazie ad un’ notevole attività di sponsorizzazione che ha reso possibile l’avvio e la realizzazione di molti progetti in collaborazione con le varie realtà produttive, nazionali ed internazionali. 25 Elenco generale degli Istituti Territoriali del MiBAC 27 ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC ARCHIVI DI STATO ABRUZZO Archivio di Stato di Chieti (e sezione di Lanciano) Via F. Ferri, 25/27 66100 Chieti Archivio di Stato di L’Aquila (e sezioni di Avezzano e Sulmona) Piazza della Repubblica, 9 67100 L’Aquila Archivio di Stato di Teramo Corso Porta Romana, 68 64100 Teramo BASILICATA EMILIA-ROMAGNA Archivio di Stato di Bologna (e sezione di Imola) Piazza Celestini, 4 40123 Bologna Archivio di Stato di Ferrara Corso Giovecca, 146 44100 Ferrara Archivio di Stato di Forlì (e sezione di Cesena) Via dei Gerolimini, 6 47100 Forlì Archivio di Stato di Modena Corso Cavour, 21 41100 Modena Archivio di Stato di Matera Via T. Stigliani, 25 75100 Matera Archivio di Stato di Parma Via d’Azeglio, 45 43100 Parma Archivio di Stato di Potenza Via Nazario Sauro, 1 85100 Potenza Archivio di Stato di Piacenza Piazza Cittadella, 29 29100 Piacenza CALABRIA Archivio di Stato di Ravenna (e sezione di Faenza) Via Guaccimanni, 51 48100 Ravenna Archivio di Stato di Catanzaro (e sezione di Lamezia Terme) Piazza Rosario, 6 88100 Catanzaro Archivio di Stato di Cosenza (e sezione di Castrovillari) Via Miceli, 67-79 87100 Cosenza Archivio di Stato di Reggio Calabria (e sezioni di Locri e Palmi) Via Lia Casalotto 89122 Reggio Calabria Archivio di Stato di Vibo Valentia Via Jan Palach, 46 89900 Vibo Valentia CAMPANIA Archivio di Stato di Avellino Via S. Soldi, 9 83100 Avellino Archivio di Stato di Benevento Via G. De Vita, 3 82100 Benevento Archivio di Stato di Caserta Via dei Bersaglieri, 1 81100 Caserta Archivio di Stato di Napoli Piazzetta Grande Archivio, 5 80138 Napoli Archivio di Stato di Salerno Piazza Abate Conforti, 7 84121 Salerno 28 Archivio di Stato di Reggio Emilia Corso Cairoli, 6 42100 Reggio Emilia Archivio di Stato di Rimini Piazzetta S. Bernardino, 1 47900 Rimini FRIULI VENEZIA GIULIA Archivio di Stato di Gorizia Via dell’Ospitale, 2 34170 Gorizia Archivio di Stato di Pordenone Via Montereale, 7 33170 Pordenone Archivio di Stato di Trieste Via La Marmora, 17 34139 Trieste Archivio di Stato di Udine Via Urbanis, 1 33100 Udine LAZIO Archivio Centrale dello Stato P.le degli Archivi 27 00144 Roma Archivio di Stato di Frosinone (e sezione di Anagni-Guarcino) P.le De Matthaeis, 41 03100 Frosinone Archivio di Stato di Latina Via dei Piceni, 24 04100 Latina Archivio di Stato di Rieti Viale Ludovico Canali, 7 02100 Rieti Archivio di Stato di Roma Corso del Rinascimento, 40 00186 Roma Via Galla Placidia, 93a 00159 Roma Archivio di Stato di Viterbo Via M. Romiti 01100 Viterbo LIGURIA Archivio di Stato di Ascoli Piceno (e sezione di Fermo) Via S. Serafino da Montegranaro, 8c 63100 Ascoli Piceno Archivio di Stato di Macerata (e sezione di Camerino) Corso Cairoli, 175 62100 Macerata Archivio di Stato di Pesaro (e sezioni di Fano e Urbino) Via della Neviera, 44 61100 Pesaro Archivio di Stato di Genova Piazza S. Maria in Via Lata, 7 16128 Genova Archivio di Stato di Pescara Piazza della Marina, 2-4 65126 Pescara Archivio di Stato di Imperia (e sezioni di San Remo e Ventimiglia) Viale Matteotti, 105 18100 Imperia MOLISE Archivio di Stato di La Spezia Via Galvani, 21 19124 La Spezia Archivio di Stato di Isernia Corso Risorgimento – Centro Commerciale, 2 86170 Isernia Archivio di Stato di Savona Via Quarda Superiore, 7 17100 Savona PIEMONTE LOMBARDIA Archivio di Stato di Campobasso Via Orefici, 43 86100 Campobasso Archivio di Stato di Alessandria Via G. Solero, 43 15100 Alessandria Archivio di Stato di Bergamo Via Tasso, 84 24122 Bergamo Archivio di Stato di Asti Via Govone, 9 14100 Asti Archivio di Stato di Brescia Via G. Galilei, 42-44 25118 Brescia Archivio di Stato di Biella Via Arnulfo, 15/a 13900 Biella Archivio di Stato di Como Via Briantea, 8 22100 Como Archivio di Stato di Cuneo Via Monte Zovetto, 28 12100 Cuneo Archivio di Stato di Cremona Via Antica Porta Tintoria, 2 26100 Cremona Archivio di Stato di Novara Corso Cavallotti, 23 28100 Novara Archivio di Stato di Mantova Via Ardigò, 11 46100 Mantova Archivio di Stato di Milano Via Senato, 10 20121 Milano Archivio di Stato di Torino Sezione prima Piazza Castello, 209 10124 Torino Sezioni riunite Via Piave, 21 10122 Torino Archivio di Stato di Pavia Via Cardano, 45 27100 Pavia Archivio di Stato di Verbania Via Cadorna, 37 28922 Verbania Archivio di Stato di Sondrio Lungomallero Cadorna, 28 23100 Sondrio Archivio di Stato di Vercelli (e sezione di Varallo) Via Manzoni, 11 13100 Vercelli MARCHE Archivio di Stato di Ancona (e sezione di Fabriano) Via Maggini, 80 60127 Ancona PUGLIA Archivio di Stato di Bari (e sezioni di Barletta e Trani) Via D. Marin, 3 70125 Bari 29 ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC Archivio di Stato di Brindisi Piazza S. Teresa, 4 72100 Brindisi Archivio di Stato di Foggia (e sezione di Lucera) Piazza XX Settembre, 3 71100 Foggia TOSCANA Archivio di Stato di Arezzo Piazza del Commissario, 1 52100 Arezzo Archivio di Stato di Firenze Viale Giovine Italia, 6 50122 Firenze Archivio di Stato di Lecce Via Sozy Carafa, 15 73100 Lecce Archivio di Stato di Grosseto Piazza Socci, 3 58100 Grosseto Archivio di Stato di Taranto Via Di Palma, 4 74100 Taranto Archivio di Stato di Livorno Palazzo del Governo 57100 Livorno SARDEGNA Archivio di Stato di Lucca Piazza Guidiccioni, 8 55100 Lucca Archivio di Stato di Nuoro Via L. Oggiano, 22 - Palazzo Ticca 08100 Nuoro Archivio di Stato di Oristano Viale F. Ciusa, 4a 09170 Oristano Archivio di Stato di Massa (e sezione di Pontremoli) Via G. Sforza, 3 54100 Massa Archivio di Stato di Sassari Via G.M. Angioy, 1/A 07100 Sassari Archivio di Stato di Pisa Lungarno Mediceo, 17 56100 Pisa SICILIA Archivio di Stato di Pistoia (e sezione di Pescia) Piazza Scuole Normali, 2 51100 Pistoia Archivio di Stato di Agrigento (e sezione di Sciacca) Via Mazzini 185 92100 Agrigento Archivio di Stato di Caltanissetta Via P. Borsellino, 2-2a 93100 Caltanissetta Archivio di Stato di Catania (e sezione di Caltagirone) Via Vittorio Emanuele, 156 95131 Catania Archivio di Stato di Enna Via Scifitello, 20 94100 Enna Archivio di Stato di Messina Via XXIV Maggio, 18, isol. 291 98122 Messina Archivio di Stato di Palermo (e sezione di Termini Imerese) Corso Vittorio Emanuele, 31 90133 Palermo Archivio di Stato di Prato Via Ser Lapo Mazzei, 41 59100 Prato Archivio di Stato di Siena Via Banchi di Sotto, 52 53100 Siena TRENTINO ALTO ADIGE Archivio di Stato di Bolzano Via Armando Diaz, 8 39100 Bolzano Archivio di Stato di Trento Via Maccani, 161 38100 Trento UMBRIA Archivio di Stato di Perugia (e sezioni di Assisi, Foligno, Gubbio e Spoleto) Piazza G. Bruno, 10 06100 Perugia Archivio di Stato di Ragusa (e sezione di Modica) Viale del Fante, 7 97100 Ragusa Archivio di Stato di Terni (e sezione di Orvieto) Via Cavour, 28 05100 Terni Archivio di Stato di Siracusa (e sezione di Noto) Via Tucidide, 24 96100 Siracusa VENETO Archivio di Stato di Trapani Via Libertà, 35 91100 Trapani Archivio di Stato di Padova Via dei Colli, 24 35143 Padova 30 Archivio di Stato di Belluno Via S. Maria dei Battuti, 3 32100 Belluno Archivio di Stato di Rovigo Via Sichirollo, 9 45100 Rovigo LAZIO Archivio di Stato di Treviso Via A. Marchesan, 11a 31100 Treviso LIGURIA Archivio di Stato di Varese Via Col di Lana, 5 21100 Varese Ventimiglia (IM) Via Hanbury, Archivio di Stato di Venezia Campo dei Frari, S. Polo, 3002 30125 Venezia Archivio di Stato di Verona Via Franceschine, 2-4 37122 Verona Archivio di Stato di Vicenza (e sezione di Bassano del Grappa) Borgo Casale, 91 36100 Vicenza SEZIONI DI ARCHIVI DI STATO ABRUZZO Anagni-Guarcino (FR) Via del Monastero San Remo (IM) Corso Cavallotti, 362 PIEMONTE Varallo (VC) Via Tancredi Rossi, 9 PUGLIA Barletta (BA) Via Ferdinando d’Aragona, 130 Lucera (FG) Via dei Saraceni, 1 Trani (BA) Via Dogali, 11 SICILIA Caltagirone (CT) Via S. Maria di Gesù, 90 Avezzano (AQ), Piazza Castello, Palazzina ex O.N.M.I. Modica (RG) Via Liceo Convitto, 33 Lanciano (CH) Viale Cappuccini, 131 Noto (SR) Via Simone Impellizzeri, 2 Sulmona (AQ) Via S. Cosimo, 16 Palmi (RC) Via Carbone, 3 CALABRIA Sciacca (AG), Via Giuseppe Verdi, 27 Castrovillari (CS) Via Porta della Catena Lamezia Terme (CZ) Via Aldo Moro, palazzo Gigliotti Locri (RC) Via Matteotti, 302 EMILIA-ROMAGNA Cesena (FC) Via Montalti, 4 Termini Imerese (PA) Via Stesicoro, 242 TOSCANA Pescia (PT) Piazza XX Settembre, 3 Pontremoli (MS) Via Nazionale, ex Convento SS. Annunziata UMBRIA Faenza (RA) Via Manfredi, 14 Assisi (PG) Traversa Via Croce Imola (BO) Via Verdi, 6 Foligno (PG) Piazza del Grano, 2 MARCHE Gubbio (PG) Piazza XL Martiri, 1 Camerino (MC) Via Venanzi, 20 Fabriano (AN) Via C. Battisti, 23 Fano (PS) Via Castracane, 1 Fermo (AP) Via Perpenti Orvieto (TR) Piazza del Duomo, 31 Spoleto (PG) Piazzale Ermini, 1 Urbino (PS) Via Vittorio Veneto, 42 31 ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC VENETO Bassano del Grappa (VI) Via Beata Giovanna, 58 SOPRINTENDENZE ARCHIVISTICHE Soprintendenza Archivistica per l’Abruzzo Via Conte di Ruvo, 74 65127 Pescara Soprintendenza Archivistica per la Basilicata Via Discesa S. Gerardo, 7 85100 Potenza Soprintendenza Archivistica per il Trentino Alto Adige Via Vannetti, 13 38100 Trento Soprintendenza Archivistica per l’Umbria Via Martiri dei Lager, 65 06128 Perugia Soprintendenza Archivistica per il Veneto Campo dei Frari - San Polo, 3002 30125 Venezia BIBLIOTECHE STATALI Soprintendenza Archivistica per la Calabria Via Demetrio Tripepi, 59 89100 Reggio Calabria BASILICATA Soprintendenza Archivistica per la Campania Via S. Biagio dei Librai, 39 80138 Napoli CALABRIA Soprintendenza Archivistica per l’EmiliaRomagna Galleria del Leone, 1 40125 Bologna Soprintendenza Archivistica per il Friuli Venezia Giulia Via La Marmora, 17 34139 Trieste Soprintendenza Archivistica per il Lazio Corso Vittorio Emanuele II, 209 00186 Roma Soprintendenza Archivistica per la Liguria Passo S. Caterina Fieschi Adorno, 4a 16121 Genova Soprintendenza Archivistica per la Lombardia Corso Magenta, 24 20123 Milano Soprintendenza Archivistica per le Marche Via dell’Agricoltura, 1 60127 Ancona Soprintendenza Archivistica per il Molise Via Isernia, 15 86100 Campobasso Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta Via S. Chiara, 40/h 10122 Torino Soprintendenza Archivistica per la Puglia Strada Sagges, 3 70122 Bari Soprintendenza Archivistica per la Sardegna Via Marche, 15-17 09127 Cagliari Soprintendenza Archivistica per la Sicilia Via Mariano Stabile, 160 90139 Palermo Soprintendenza Archivistica per la Toscana Via Ginori, 7 50123 Firenze 32 Biblioteca nazionale Via del Gallitello - Palazzo Giuzio 85100 Potenza Biblioteca nazionale Piazza Toscano 87100 Cosenza CAMPANIA Biblioteca nazionale Piazza del Plebiscito, 1 80132 Napoli Biblioteca universitaria Via Giovanni Paladino, 39 80138 Napoli EMILIA-ROMAGNA Biblioteca universitaria Via Zamboni, 33-35 40126 Bologna Biblioteca Estense universitaria Piazza S. Agostino, 337 41100 Modena Biblioteca Palatina Strada alla Pilotta, 3 43100 Parma FRIULI VENEZIA GIULIA Biblioteca statale Isontina Via Goffredo Mameli, 12 34170 Gorizia Biblioteca statale Largo Papa Giovanni XXIII, 6 34123 Trieste LAZIO Discoteca di Stato Via Castani, 32 00186 Roma Biblioteca Angelica Piazza S. Agostino 8 00186 Roma Biblioteca Casanatense Via S. Ignazio, 52 00186 Roma Biblioteca statale “Antonio Baldini” Via di Villa Sacchetti, 5 00197 Roma Biblioteca di archeologia e storia dell’arte Piazza Venezia, 3 00186 Roma Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via M. Caetani, 32 00186 Roma TOSCANA Biblioteca Marucelliana Via Cavour, 43/47 50129 Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana Piazza San Lorenzo, 9 50123 Firenze Biblioteca medica statale Viale del Policlinico, 155 00161 Roma Biblioteca Nazionale Centrale Piazza Cavalleggeri, 1 50122 Firenze Biblioteca nazionale centrale Viale Castro Pretorio, 105 00185 Roma Biblioteca Riccardiana Via Ginori, 10 50129 Firenze Biblioteca universitaria Alessandrina Piazzale Aldo Moro, 5 00185 Roma Biblioteca statale Via S. Maria Corteorlandini, 12 55100 Lucca Biblioteca Vallicelliana Piazza della Chiesa Nuova, 18 00186 Roma Biblioteca universitaria Via Curtatone e Montanara, 15 56100 Pisa LIGURIA VENETO Biblioteca Universitaria Via Balbi, 3 16126 Genova LOMBARDIA Biblioteca Nazionale Braidense Via Brera, 28 20121 Milano Biblioteca Statale Via Ugolani Dati, 4 26100 Cremona Biblioteca Universitaria Palazzo Centrale dell’Università Strada Nuova, 65 27100 Pavia MARCHE Biblioteca statale Via Garibaldi, 20 62100 Macerata PIEMONTE Biblioteca nazionale universitaria Piazza Carlo Alberto, 3 10123 Torino Biblioteca Reale Piazza Castello, 191 10122 Torino PUGLIA Biblioteca nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” Piazza Umberto, 1 70121 Bari SARDEGNA Biblioteca Universitaria Via San Biagio, 7 35121 Padova Biblioteca Nazionale Marciana Piazza San Marco, 7 30124 Venezia BIBLIOTECHE MONUMENTI NAZIONALI CAMPANIA Biblioteca oratoriana del monumento nazionale dei Girolamini Via Duomo, 142 80138 Napoli Biblioteca pubblica statale annessa al monumento nazionale di Montevergine Via Domenico Antonio Vaccaro, 1 83013 Mercogliano (AV) LAZIO Biblioteca dell’Abbazia di Casamari Via Abbazia di Casamari 03029 Veroli (FR) Biblioteca dell’Abbazia di Farfa Via del Monastero, 1 02032 Fara in Sabina (RI) Biblioteca dell’Abbazia di Montecassino Via Montecassino 03043 Cassino (FR) Biblioteca dell’Abbazia di Trisulti Via Trisulti, 8 03010 Collepardo (FR) Biblioteca universitaria Via Università 32/a Cagliari Biblioteca del monastero di Santa Scolastica Via dei Monasteri, 22 00028 Subiaco (RM) Biblioteca universitaria Piazza Università, 21 07100 Sassari Biblioteca del monumento nazionale dell’Abbazia di San Nilo Corso del Popolo, 128 00046 Grottaferrata (RM) 33 ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC PUGLIA Biblioteca del monumento nazionale della Badia di Cava Via Morcaldi, 6 84010 Cava de’ Tirreni (SA) VENETO Biblioteca del monumento nazionale dell'Abbazia di Santa Giustina Via G. Ferrari, 2/a 35123 Padova Biblioteca del monumento nazionale di Praglia Via Abbazia di Praglia, 16 35033 Teolo (PD) SOPRINTENDENZE DI SETTORE ABRUZZO Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Abruzzo Via B. Croce - Castello Cinquecentesco L'Aquila Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico dell’Abruzzo Via B. Croce - Castello Cinquecentesco L'Aquila Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo Via dei Tintori, 1 - Chieti BASILICATA Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata Via Andrea Serrao, 1 - Palazzo Loffredo Potenza Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata Via dell’Elettronica, 7 - Potenza Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei (sede di Napoli) Piazza Museo, 10 - Napoli Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per Napoli e provincia Palazzo Reale - Piazza del Plebiscito, 1 Napoli Soprintendenza Speciale per Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli Via Tito Angelini, 22 - Napoli Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei (sede di Pompei) Via Villa dei Misteri, 2 - Pompei Soprintendenza per i Beni Archeologici di Caserta e Benevento Viale Douet - Caserta Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Caserta e Benevento Viale Douet, 2/a (Palazzo Reale) - Caserta Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino Via Trotula de Ruggiero 6-7 - Salerno Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino Palazzo d’Avossa -Via Botteghelle, 11 Salerno Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino Via Tasso, 46 - Palazzo Ruggi - Salerno EMILIA-ROMAGNA Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici della Basilicata Vico II D’Addozio, 15 - Matera Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna Via Belle Arti, 52 - Bologna CALABRIA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia Via IV Novembre, 5 - Bologna Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Calabria Piazza Valdesi, 13 - Cosenza Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria Palazzo Arnone Via Gian Vincenzo Gravina, 2 - Cosenza Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria Piazza De Nava, 26 - Reggio Calabria CAMPANIA Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Napoli (con esclusione della Città), Caserta e Benevento Palazzo Reale - Piazza del Plebiscito, 1 Napoli 34 Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini Via Belle Arti, 56 - Bologna Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia Piazza S. Agostino, 337 - Modena Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza Piazzale della Pilotta, 15 - Parma Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Parma e Piacenza Via Bodoni, 6 - Parma Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini Via San Vitale,17 - Ravenna FRIULI VENEZIA GIULIA Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia Piazza della Libertà, 7 - Trieste Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia Piazza della Libertà, 7 - Trieste Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia Piazza della Libertà, 7 - Trieste LAZIO Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia Antica Viale dei Romagnoli, 717 - Ostia Antica Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Piazza dei Cinquecento, 67 - Roma Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio Via Pompeo Magno, 2 - Roma Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale P.le di Villa Giulia, 9 - Roma Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici per il Lazio Palazzo Venezia - Via San Marco, 49 - Roma Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Lazio Via Cavalletti, 2 - Roma Soprintendenza Speciale per Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma Piazza San Marco, 49 - Roma Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea Viale delle Belle Arti, 131 - Roma Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma Via di S. Michele, 17 - Roma LIGURIA Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria Via Balbi, 10 - Genova Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Liguria Via Balbi, 10 - Genova Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici della Liguria Via Balbi, 10 - Genova LOMBARDIA Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Varese, Como, Lecco, e Sondrio Piazza Duomo, 14 - Milano Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia Via E. De Amicis, 11 - Milano Soprintendenza archivistica per la Lombardia Corso Magenta, 24 - Palazzo Litta - Milano Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Milano, Lodi, Monza, Pavia e Bergamo Piazza Duomo, 14 - Milano Soprintendenza per i beni storici, artistici ed Etnoantropologici per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio e Varese Via Brera, 28 - Milano Lombardia - Brescia Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le provincie di Brescia, Cremona e Mantova Via Gezio Calini, 26 - Brescia Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Brescia, Cremona e Mantova Palazzo Ducale - Piazza Paccagnini, 3 Mantova MARCHE Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche Via Birarelli, 18 - Ancona Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche Piazza del Senato, 15 - Ancona Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici per le Marche Piazza Rinascimento, 13 - Urbino MOLISE Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Molise Via A. Chiarizia, 14 - Campobasso Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Via A. Chiarizia, 14 - Campobasso Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Via A. Chiarizia, 14 - Campobasso PIEMONTE Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e del Museo antichità egizie Piazza San Giovanni, 2 - Torino Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Piemonte Palazzo Chiablese Piazza S. Giovanni, 2 Torino 35 ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Piemonte Via Accademia delle Scienze, 5 - Torino PUGLIA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bari e Foggia Piazza Federico II di Svevia, 4 - Bari Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Puglia San Francesco della Scarpa Via Pier L’Eremita, 25/B - Bari Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Lecce, Brindisi e Taranto Via Nicolò Foscarini, 2/B - Lecce Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto Via del Capitano, 1 - Siena UMBRIA Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria Piazza Partigiani, 9 - Perugia Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria Corso Garibaldi, 185 - Perugia Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Umbria Via Ulisse Rocchi, 71 - Perugia VENETO Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia Via Duomo, 33 - Taranto Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto Via Aquileia, 7 - Padova SARDEGNA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso Palazzo Soranzo Cappello - Santa Croce, 770 Venezia Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna Piazza Indipendenza, 7 - Cagliari Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna Via Cesare Battisti, 2 - Cagliari Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna Piazza Sant’Agostino, 2 - Sassari TOSCANA Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana Via della Pergola, 65 - Firenze Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Firenze, Pistoia e Prato Piazza Pitti, 1 - Firenze Soprintendenza Speciale per Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze Via della Ninna, 5 - Firenze Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo Via Ricasoli, 1 - Arezzo Soprintendenza per I Beni Architettonici per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Lucca e Massa Carrara Palazzo Mansi - Via Galli Tassi, 43 - Lucca Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno Lungarno Pacinotti, 46 - Pisa Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le provincie di Siena e Grosseto Via di Città, 138 - Siena 36 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della città di Venezia e dei comuni della gronda lagunare Palazzo Ducale - Piazza San Marco, 1 Venezia Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso Rio Marin, S. Croce, 770 - Venezia Soprintendenza Speciale per Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della gronda lagunare Piazza San Marco, 63 - Venezia Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Piazza S. Fermo, 3/a - Verona Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Corte Dogana 2/4 - Verona Progetto “Cultura a Porte Aperte”: il MiBAC Incontra il Territorio Antonella Mosca L’attuale periodo di incertezze pone il tema della riforma della Pubblica Amministrazione al centro del dibattito politico. È sempre più diffusa l’esigenza di efficienza, trasparenza ed efficacia per migliorare il rapporto tra cittadino e Stato. La trasparenza amministrativa, in particolare, nella sua accezione più ampia, assicura la massima circolazione possibile delle informazioni sia all'interno del sistema amministrativo, sia fra quest’ultimo e il mondo esterno. A seguito della riforma del titolo V della Costituzione, la Legge 241/90 (modificata e integrata dalla Legge 15/2005) si pone come legge quadro, dettando i principi essenziali del rapporto tra P.A. e cittadino. Come enuncia l’art. 1, ''L'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza, secondo le modalità previste dalla Legge nonché dai principi dell'ordinamento comunitario''. È evidente come questi provvedimenti abbiano prodotto importanti modifiche nei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini. Infatti, non solo è previsto il diritto di prendere visione degli atti di un procedimento, ma anche il diritto all’accessibilità alla documentazione amministrativa e la possibilità, da parte dei cittadini, di partecipare ai procedimenti. Ciò consente di creare un impatto positivo sul rapporto tra cittadino e P.A. Tra le innovazioni introdotte, di particolare rilievo è la creazione dell’URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico che permette, attraverso i suoi sportelli, un dialogo continuo, dando piena visibilità all'attività delle Pubbliche Amministrazioni e garantendo al cittadino la possibilità di partecipare ed accedere all'attività delle stesse. Successivamente, la legge 150/2000 fa dell’URP uno dei principali strumenti organizzativi attraverso cui le amministrazioni pubbliche possono assolvere ai loro compiti di comunicazione e relazione con il pubblico e ne stabilisce le funzioni. La strategia è quella di offrire informazione e consulenza trasversale in grado di soddisfare tutte le necessità di conoscenza e di comunicazione degli utenti, permettendo un miglioramento della vita sociale attraverso l'aumento delle conoscenze, delle possibilità e potenzialità individuali e collettive, nell’interazione con la Pubblica Amministrazione e la realtà circostante. Oggi il problema più importante è la definitiva affermazione degli standard qualitativi ed organizzativi ed in particolare lo sviluppo del concetto di "rete di servizi" che, interagendo e collaborando tra loro secondo procedure e strumenti comuni, riescano nell'intento di coniugare alte prestazioni di servizio ad un’efficiente sistema di comunicazione e di informazione. Uno dei problemi di maggior rilievo che si riscontra in questo ambito, infatti, risulta essere una comunicazione inefficace o quantomeno fuorviante fra amministratore e utente il quale talvolta non riesce ad accedere neanche alle informazioni più semplici perché non ha conoscenza delle modalità con le quali approcciarsi alla Pubblica Amministrazione. 37 Cultura a porte aperte La scarsa conoscenza da parte dei cittadini dei servizi erogati determina la limitata utilizzazione degli stessi da parte dei destinatari, i quali non conoscono la varietà e la quantità di prestazioni offerte che potrebbero essere utili per risolvere problemi e intraprendere attività di vario genere. Negli ultimi anni l’amministrazione, in particolare quella centrale, ha assunto, quindi, tendenze volte a rompere il muro di impenetrabilità che la caratterizzava nella percezione dei cittadini e delle parti economiche e sociali. Ci sono stati progressi consistenti e, tuttavia, si è trattato il più delle volte di tentativi non sistematici oppure (come nel caso della legge 241) di “aperture” dell’amministrazione collegate ad esigenze di singoli cittadini e a richiesta di questi nell’esercizio di tutela di loro diritti. L’iniziativa “Cultura a porte aperte” si inquadra in questa tendenza verso una progressiva maggiore trasparenza ma lo fa attraverso un approccio del tutto innovativo, e in particolare: a) “rovesciando” il principio di accesso : non è il cittadino che chiede di partecipare ma è l’amministrazione che si apre autonomamente ed è lei che chiede ai cittadini di partecipare per farsi conoscere e per far sì che attraverso questa conoscenza i cittadini sappiano di quali servizi sono beneficiari, come vengono spese le loro risorse, cosa chiedere all’amministrazione perché quest’ultima possa migliorarsi ; b) rendendo la partecipazione un fatto collettivo e quindi dando luogo all’esercizio della partecipazione secondo un modello di offerta organizzato dell’amministrazione che lavora per farsi conoscere piuttosto che rispondere di volta in volta; c) aprendo l’amministrazione e il suo modello di lavoro (ma anche le persone che ne sono responsabili) alla conoscenza dei cittadini non limitata alle questioni amministrative ma soprattutto allargata alla missione tecnica dell’amministrazione, a cosa fa sul territorio e come lo fa, con quali risorse e con quali risultati. È questa una iniziativa particolarmente rilevante per un’amministrazione come quella dei beni culturali che rimane centrale sotto il profilo istituzionale ma che opera invece in modo pervasivo sul territorio, a contatto con le sue espressioni culturali, sociali ed economico-produttive. Il progetto, avviato quest’anno, si propone di rafforzare il dialogo con tutte le amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni), con il mondo della scuola e con quello universitario, con gli ordini professionali e le associazioni pubbliche e private che operano nel settore, le strutture preposte alla promozione del turismo e gli stessi cittadini che si vogliono rendere consapevoli delle opportunità che l’interazione con la Pubblica Amministrazione, sempre più attenta alle esigenze dell’utenza, può offrire attraverso l’erogazione di servizi. La collaborazione I rapporti con le autorità regionali e locali rappresentano comunque uno dei problemi più rilevanti dell’organizzazione periferica del MiBAC. Le soluzioni possibili sono molteplici e possono variare tra il modello del "federalismo duale" e quello del "federalismo cooperativo". Il primo enfatizza la distinzione-separazione di competenze tra lo Stato e le unità politico-amministrative sub-statali, mentre il secondo pone l’accento sulla costruzione di un sistema di relazioni basato sull’integrazione funzionale e organizzativa tra i differenti livelli territoriali di governo. Alla luce del d.lg. 112/1998, si è optato per un sistema di relazioni tra Stato, Regioni ed Enti Locali che fa coesistere i due principi della separazione e della cooperazione, applicandoli a campi materiali distinti. Da una parte, infatti, c’è la funzione di tutela dei beni culturali che è riservata integralmente allo Stato, dall’altra parte, il decreto ha individuato altri campi materiali, come la gestione, la valorizzazione, la promozione dei beni e delle attività culturali, materie a "metà strada" tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali. In queste materie il decreto legislativo, invece di fissare un preciso criterio di ripartizione dei compiti tra i diversi livelli 38 Cultura a porte aperte territoriali di governo, ha posto l’accento sul principio di collaborazione, come d’altronde stabilito dalla Corte Costituzionale che nella materia dei beni culturali ha sempre insistito sulla necessità di una collaborazione tra strutture statali e locali, per "il perseguimento di un grande obiettivo di civiltà" (sentenza 921/1988). Più in generale, la collaborazione del MiBAC con gli Enti Locali e l’Associazionismo in genere si regola attraverso una serie di Convenzioni che possono essere impiegate per disciplinare una vasta gamma di attività, e in particolare: il prolungamento degli orari di apertura di musei, siti archeologici, biblioteche e archivi; il miglioramento del grado di sicurezza; l’ampliamento della gamma dei servizi culturali; il potenziamento e la qualificazione dei servizi di accoglienza; la realizzazione di un maggior grado di flessibilità dell’offerta nei grandi musei; il superamento delle difficoltà legate ai fattori di ordine stagionale; la promozione dello sviluppo delle attività didattiche rivolte alla scuola dell’obbligo; il supporto per la sistemazione di materiale di archivio e dei cataloghi; la realizzazione dei circuiti di tutela e fruizione del patrimonio diffuso, impropriamente definito marginale, perché escluso dai percorsi universalmente conosciuti e penalizzato dall’assenza di circuiti organizzati in grado di offrire supporti adeguati alla fruizione, e da orari di apertura ristretti, quando non addirittura dalla totale chiusura per assenza di sorveglianza; - la pubblicazione e divulgazione di materiali di informazione, promozione e didattici (stampati, video, CD-ROM, siti Internet, ecc.); - l’organizzazione di campagne di informazione sui beni culturali ed ambientali rivolto al grande pubblico; - l’organizzazione di eventi di valorizzazione dei beni stessi, anche tramite l’intervento finanziario di soggetti privati. - Il Progetto Nello specifico, è necessario anche rendere consapevoli i cittadini del fatto che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non è un mero contenitore di bellezze architettoniche e paesaggistiche, archivi, siti archeologici, musei ma una compagine eterogenea che dà vita ed esalta la cultura attribuendole grande valore comunicativo e rendendola parte integrante del sistema produttivo ed economico del Paese. Per accrescere tali potenzialità si devono mettere in atto politiche e strategie capaci di esprimere tale valore, affinché diventi veicolo dinamico di promozione dell’immagine con cui un territorio si presenta, nel complesso delle sue caratteristiche economiche, sociali, urbanistiche. Il progetto nasce, quindi, con il duplice intento di dare la massima trasparenza all’organizzazione istituzionale del MiBAC, in linea con le attuali tendenze di massima visibilità delle strutture pubbliche e di avvicinamento dei cittadini al loro funzionamento e di creare un momento di confronto-incontro con le istituzioni pubbliche e private che operano nel settore dei beni culturali per la loro tutela, conservazione e valorizzazione. Il progetto interessa sette regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna) ed è coordinato a livello nazionale dalla Direzione Generale per il Bilancio e la Programmazione economica, la Promozione, la Qualità e la Standardizzazione delle procedure. Il coordinamento a livello territoriale è svolto dalle Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici di competenza, con il coinvolgimento di tutti gli Istituti territoriali. Al progetto collaborano altri soggetti istituzionali, enti e associazioni nonché rappresentanti dell’imprenditoria nazionale. Le tematiche affrontate dal progetto, in stretta collaborazione tra Amministrazione Centrale e Direzioni Regionali, il cui apporto è imprescindibile, sono differenti da regione a regione poiché evidenziano le necessità di cui il territorio ha bisogno, nel particolare momento storico che viviamo. Le istituzioni che hanno aderito al progetto sono: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento del Turismo; Ministero dell’Interno - FEC - Fondo Edifici di Culto; ICOM - International Council of Museums, Regioni, UPI – 39 Cultura a porte aperte Unione delle Province d’Italia, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco Italia, Confindustria, Confartigianato, ANA – Associazione Nazionale Archeologi, FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, ANAI – Associazione Nazionale Archivistica Italiana, ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell'Arte, Archeoclub, Società Protezione Beni culturali, Federculture, Touring club italiano, Mecenate 90, Società Invitalia, Formez, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale Architetti, Istituto italiano dei castelli. Il programma In questo scenario, il progetto “Cultura a porte aperte” prevede, in ogni regione, convegni, tavoli tecnici, aperture straordinarie gratuite di luoghi istituzionali, laboratori e seminari, visite guidate volte a far conoscere ai cittadini le attività degli uffici tecnici e amministrativi e a richiamare l’attenzione su quanto il Ministero ha da offrire. L’articolazione del programma, suddiviso in ogni regione in tre giorni consecutivi di attività, consiste in un convegno e un tavolo tecnico che vedono coinvolti rappresentanti istituzionali. Fra gli obiettivi dell’incontro c’è quello di far scaturire le proposte e le istanze del territorio in base alle quali elaborare le strategie di sviluppo territoriale condivise. Nei giorni successivi verranno aperti al pubblico gratuitamente gli istituti ed i luoghi d’arte del MiBAC per far conoscere le attività degli uffici tecnici e amministrativi mettendo in evidenza i servizi che tali uffici erogano e dei quali sia il singolo cittadino che l’Ente possono e devono usufruire. In questo modo il cittadino sarà in grado di avvalersi delle opportunità che il Dicastero mette a disposizione. Chiunque potrà, quindi, conoscere le giuste modalità con cui rivolgersi alla Pubblica Amministrazione riuscendo così a districarsi fra i tanti uffici e dipartimenti ministeriali a cui si viene costantemente rimandati. Il progetto è realizzato dal Servizio IV - Comunicazione e Promozione. Responsabile Antonella Mosca In collaborazione con Monica Bartocci e Simona Pantella. Hanno inoltre collaborato Costanza Barbi, Vassili Casula, Antonella Corona, Francesca D’Onofrio, Rossella Flenghi, Maria Cristina Manzetti, Maria Tiziana Natale, Amedeo Natoli, Susanna Puccio, Maria Angela Siciliano. 40 Progetto “Cultura a Porte Aperte”: Attività di programmazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’anno 2008 Paolo D’Angeli Nel quadro della finalità di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della Nazione sancita dall’articolo 9 della Costituzione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali provvede alla tutela del patrimonio culturale mediante attività dirette a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione. A questo scopo il Ministero si avvale dello strumento della programmazione annuale e pluriennale per razionalizzare l’uso delle risorse disponibili oltre che per conferire unitarietà di indirizzo agli interventi sull’intero territorio nazionale. In particolare l’assegnazione delle risorse tiene conto della consistenza del patrimonio culturale presente sul territorio, dello stato di conservazione, dell’urgenza e delle intese istituzionali stipulate tra Ministero, Regioni ed autonomie locali. Nel corso dell’esercizio finanziario 2008 sono state programmate risorse pari ad € 242.257.383,90 di cui: - € 99.543.800,48 relative al programma dei lavori pubblici approvato con DM 16 luglio 2008; - € 89.228.322,42 dal programma dei proventi derivanti dal gioco del Lotto rimodulato con DM 25 settembre 2008 a seguito degli effetti prodotti dall’articolo 2, commi 615, 616 e 617 della legge finanziaria 2008; - € 21.985.261,00 concernenti la programmazione dei contributi in conto capitale ai sensi degli articoli 35, 36 e 37 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (codice dei beni culturali e del paesaggio) approvata con DM 3 aprile 2008; - € 31.500.000,00 dalle risorse stanziate dall’art. 1, comma 1138 della legge finanziaria 2007 e finalizzate con DM 3 aprile 2008 e DM 12 novembre 2008. L’apporto di ogni fonte di finanziamento può essere, sinteticamente, rappresentato nel grafico seguente: L’ammontare complessivo delle risorse programmate può anche essere distinto per settore di intervento del Ministero come segue: Principali programmazioni delle risorse di bilancio del MIBAC Totale esercizio finanziario 2008 euro 242.257.383,90 art. 1 comma 1138. LF 2007; 31.500.000,00 ; 13% programma LL.PP.; 99.543.800,48 ; 41,09% contributi in c/capitale; 21.985.261,00 ; 9,08% Fondi LOTTO; 89.228.322,42 ; 36,83% programma LL.PP. Fondi LOTTO contributi in c/capitale art. 1 comma 1138. LF 2007 41 Cultura a porte aperte Come è facile constatare l’attività del Ministero può essere ricondotta a tre aree principali di intervento e ad un settore trasversale. In particolare alle arti, caratterizzate da in- Principali programmazioni delle risorse di bilancio del MIBAC per settore intervento Totale esercizio finanziario 2008 euro 242.257.383,90 Spettacolo; 21.087.620,00; 8,70% Cinema; 11.136.040,00; 4,60% Regioni autonome 6.527.700,00 ; 2,69% SG/DGOIF/DGBIL 25.643.744,05 ; 10,59% Beni librari ; 14.597.050,06 ; 6,03% Paesaggio, architettura e arte contemp.; 1.266.702,66; 0,52% Archivi; 11.688.146,10; 4,82% Beni archeologici 36.481.468,79 ; 15,06% Beni storico-artistici ed etnoantropologico 23.424.386,78 ; 9,67% Beni architettonici 90.404.525,46 ; 37,32% SG/DGOIF/DGBIL Archivi Beni architettonici Paesaggio, architettura e arte contemp. Spettacolo Beni librari Beni archeologici Beni storico-artistici ed etnoantropologico Cinema Regioni autonome terventi su beni architettonici, storico-artistici, archeologici del paesaggio e dell’arte contemporanea, sono state destinate risorse per € 151.577.083,69 pari al 62,57 % del totale; al settore degli archivi e dei beni librari sono stati assegnate risorse per € 26.285.196,16 pari al 10,85 %; al settore del cinema e dello spettacolo dal vivo sono stati attribuiti € 32.223.660,00 pari al 13,30 %. Infine al settore trasversale sono state destinate risorse per € 25.643.744,05 pari al 10,59 % del totale. Il Ministero per i beni e le attività culturali esercita anche attività di sostegno, promozione e vigilanza delle attività di spettacolo ai sensi di quanto previsto dal combinato disposto dell’articolo 2 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 e dell’articolo 156 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. A tale scopo la principale fonte di finanziamento disponibile è rappresentata dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), che per l’anno 2008, è stato pari ad € 471.339.084,99. Nel grafico seguente è rappresentata la ripartizione del Fondo nei diversi settori di intervento del Ministero nell’ambito del cinema e dello spettacolo dal vivo: Ripartizione del Fondo UNico per lo Spettacolo (FUS) per settori di intervento Totale FUS 2008 euro 471.339.084,99 Osservatorio dello Spettacolo; 661.691,67 ; 0,14% Attività cinematografiche; 90.986.121,57; 19,30% Spese funz. Comitati e Comm.; 205.352,59; 0,05% Fondazioni liriche; 215.488.448,41; 47,72% Attività Circensi Spettacolo Viaggiante; 6.945.998,96 1,47% Attività teatrali di Prosa; 84.256.408,59 ; 17,88% Attività di danza ; 9.586.771,50; 2,03% Fondazioni liriche Attività teatrali di Prosa; Osservatorio dello Spettacolo 42 Attività Musicali; 63.208.291,70; 13,41% Attività Musicali Attività Circensi e Spettacolo Viaggiante Spese funz. Comitati e Comm. Attività di danza Attività cinematografiche PROGETTO “CULTURA A PORTE APERTE”: LA MODULISTICA E IL PIANO DI RIDUZIONE DEGLI ONERI AMMINISTRATIVI Mariantonietta Leone La modulistica costituisce uno strumento utile di semplificazione e snellimento amministrativo, che facilita e agevola il rapporto utente-Amministrazione. In occasione del progetto “Cultura a Porte Aperte”, la Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure - Servizio III “Qualità e standardizzazione delle procedure” - ha effettuato una ricognizione della modulistica adottata dagli istituti territoriali (Soprintendenze e Archivi) del MiBAC nella regione Molise. Per un utilizzo ancora più efficace e razionale, la modulistica attualmente in uso sia nella regione Molise sia nelle altre regioni sarà a breve oggetto di riesame, per renderla omogenea sull’intero territorio nazionale ed accessibile on line dai siti delle strutture periferiche. Dalle verifiche effettuate nell’ambito degli uffici del MiBAC è emerso, infatti, che allo stato attuale manca una modulistica uniforme: spesso, come si è riscontrato presso gli istituti nel Molise, viene utilizzata in maniera limitata e non è disponibile in rete. Inoltre, pur riferendosi ad un medesimo procedimento, a volte viene riportata nei siti degli istituti con differenti indicazioni. Qualora le informazioni necessarie non siano accessibili on line, l’utente è costretto ad un’attività di raccolta direttamente presso gli uffici competenti, con notevole dispendio di tempo. Pertanto, anche a causa della struttura organizzativa del Ministero, capillare e connotata da una forte articolazione territoriale, possono verificarsi situazioni di difficoltà che impediscono agli utenti di reperire velocemente le informazioni utili per la presentazione di istanze, l’acquisizione di autorizzazioni, l’inoltro di documentazione o altro. È dunque necessario che l’Amministrazione si attivi per rispondere in modo tempestivo alle istanze dell’utenza, diminuendo i tempi di attesa e i disagi. Il processo di revisione della modulistica,cui si è fatto cenno, prenderà l’avvio in coincidenza con l’adempimento degli obblighi previsti dal decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008 n. 133, che anche il MiBAC è tenuto ad osservare. La legge citata (c.d. legge taglia oneri amministrativi) all’art. 25 prevede, infatti, che, per il raggiungimento dell’obiettivo di governo di ridurre entro il 31 dicembre 2012 gli oneri amministrativi che gravano sulle piccole e medie imprese, per una quota complessiva del 25%, come stabilito in sede europea, ciascuna Amministrazione elabori un proprio piano di riduzione. I piani di riduzione degli oneri amministrativi, adottati dalle Amministrazioni di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e con il Ministro per la semplificazione normativa, hanno la finalità di tracciare un quadro chiaro in relazione al raggiungimento dei risultati previsti e di garantire piena trasparenza ai cittadini e alle imprese sulle iniziative programmate e realizzate. Anche il MiBAC si è attivato in tal senso ed ha avviato, alla fine 43 Cultura a porte aperte del 2008, in raccordo con il Dipartimento per la Funzione Pubblica, i lavori finalizzati alla elaborazione di un piano ed alla individuazione degli interventi ritenuti idonei al raggiungimento dell’obiettivo. Il piano di riduzione, in avanzata fase di definizione, è stato costruito, coerentemente con le disposizioni normative, a valle della misurazione, effettuata dal Dipartimento della Funzione Pubblica nell’area di regolazione”beni culturali e paesaggio”, degli oneri amministrativi, ossia dei costi sostenuti dalle imprese per conformarsi ad obblighi informativi. In particolare, sono stati oggetto di misurazione gli obblighi informativi derivanti da: - Interventi soggetti ad autorizzazione - Interventi conservativi imposti - Manifesti e cartelli pubblicitari - Autorizzazione alla modifica dello stato dei luoghi in ambiti di tutela paesaggistica Gli esiti della misurazione del Dipartimento della Funzione Pubblica, in relazione agli adempimenti connessi ai suddetti obblighi informativi, hanno evidenziato come anche una modulistica disomogenea, inadeguata e non sempre disponibile on line, possa incidere su tempi e costi a carico delle imprese. Si è, pertanto, ritenuto necessario prevedere l’inserimento nel piano di riduzione del MiBAC, dell’intervento di semplificazione e standardizzazione della modulistica e accessibilità on line. L’obiettivo che l’Amministrazione si pone è in primis l’abbattimento dei costi che gravano su piccole e medie imprese, ma è evidente che ne conseguirà una riduzione dei tempi e dei costi attuali per tutte le categorie di utenti. Per la realizzazione dell’intervento si prevede, quindi, di effettuare una preliminare ricognizione e verifica dell’esistente. Si procederà successivamente ad elaborare una modulistica semplificata e standardizzata per l’intero territorio nazionale, che sia idonea a guidare l’interessato nella compilazione delle istanze e nella presentazione di eventuale documentazione da allegare alle stesse. L’adozione di una modulistica omogenea consentirà inoltre di uniformare le modalità degli adempimenti relativi ad un medesimo procedimento. La diffusione on line della modulistica sulle pagine web del Ministero completerà la realizzazione dell’intervento, le cui finalità sono chiaramente indirizzate alla semplificazione amministrativa intesa come strumento più immediato per il perseguimento della certezza pubblica. 44 Struttura del MiBAC in MOLISE 45 DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL MOLISE Ruggero Pentrella Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise All’inizio degli anni ‘80 l’innovazione amministrativa che volle vedere comprese nei capitoli di bilancio del Ministero per i Beni Culturali non solo le spese obbligatorie per il mantenimento del personale o quelle per la conservazione dei beni culturali ma anche altre insite in queste ultime definite di investimento e di incremento patrimoniale del bene, fu una rivoluzione culturale che ancora oggi tarda ad essere compresa. Eppure, l’aver voluto considerare il bene non solo nella sua legittima esigenza di essere mantenuto ma anche per la sua potenzialità di valorizzazione era allora un concetto assolutamente innovativo al quale si volle dare concretezza prevedendo negli interventi un surplus di spesa, anche limitato ma specificamente finalizzato ad una migliore godibilità del bene oggetto dell’intervento stesso. Inoltre nella definizione della programmazione annuale, necessariamente dettata dalle contingenze del deperimento dei beni che determinano le scelte di priorità, venivano aggiunte le previsioni per le annualità successive ai fini sia di evitare di concentrare su un determinato intervento l’intera possibilità di spesa a discapito di altri, sia di evidenziare nella progressione annuale una serie di lotti funzionali utili a recuperare di volta in volta almeno parte del bene purché capace di assicurarne una godibilità anche se solo limitatamente al segmento appena restaurato. Questa programmazione, pertanto, considerava quasi un obbligo non interrompere una sia pur parziale godibilità del bene in attesa della sua futura e complessiva possibilità di fruizione, ma nello stesso tempo vedeva le spese progressive dedicate a tale scopo quali strutturali del bilancio del primo e dei successivi anni poiché il restauro e la conseguente valorizzazione venivano a configurarsi quale innegabile incremento di valore del bene, valore di contenuti, diretto e indiretto, accanto ed insieme a quello economico derivante dalle opere di carattere manutentivo e restaurativo, ben più facilmente ed immediatamente, quest’ultimo, intuibile e percepibile. Nasceva così il concetto di una nuova progettazione che non fosse solo legata alla manutenzione, pur importante, e al restauro, pur indispensabile, ma che di questi interventi proiettava gli esiti in un’area di vitalizzante rapporto con la fruizione. In altri termini, per i beni architettonici doveva essere compreso nel progetto anche la riqualificazione funzionale, per quelli artistici e storici la contestualizzazione di carattere museografico o anche semplicemente didattico. Ora, se non è difficile comprendere questo concetto che allora nasceva da tutta una serie di studi e ricerche degli anni ‘70 sulla comunicazione che avevano portato tra l’altro alla creazione di molte sezioni didattiche museali ove si conducevano stimolanti sperimentazioni, meno immediato risulta capire come sia applicabile l’attività di valorizzazione quando questa viene attivata per gli interventi in corso che prevedano una cantierizzazione. E’ infatti acquisito che il restauro di un dipinto (tela, tavola o affresco) o anche di un scultura, possa essere presentato e seguito in corso d’opera poiché spesso la valenza estetica del manufatto 46 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise e il fascino della manualità sapiente dell’operatore comunicano già di per sé e coinvolgono i fruitori nell’evolversi del restauro facendoli partecipi della “riconquista” quasi si trattasse di una comune vittoria. Di recente, del resto, non sono mancati esempi in questo senso poiché anche attraverso il sito del MIBAC è stato possibile seguire giorno per giorno l’evolversi di importanti restauri. Meno immediato, è invece il coinvolgimento nel recupero di un parco archeologico o di un complesso architettonico, Qui, infatti, chi si “affaccia” nel cantiere non percepisce immediatamente il senso dell’intervento in atto poiché meno agevolmente questo è segnato da ben visibili e facilmente individuabili contrappunti: un significativo e rivelatore tassello di pulitura, un volto che riemerge dallo scialbo, un braccio che si ricongiunge al torso da cui fu separato. Non così efficacemente parlano i mattoni e la pietra e solo ad intervento concluso sarà lo svettare sicuro di un campanile o la riconferma di un parato murario già slabrato e cadente o il ricomporsi di antiche tessiture di conci a dare conto del lungo e silenzioso (sembra un paradosso ma di altro silenzio si tratta, non quello degli arnesi e dell’operosità) lavoro del cantiere. Ecco perché, forse più che per altri tipi di restauro, lo scavo di un insediamento o di un complesso dal preistorico all’archeologico, anche medievale, o il recupero di un testo monumentale come di un documento architettonico, supportati quasi esclusivamente dalla loro valenza di testimonianze storiche di cultura del vivere e del fare dell’uomo, necessitano di un accompagnamento che traduca per quella gran parte dei cittadini che non è tra gli “addetti ai lavori”ma pure desidera esserne partecipe, i momenti e le ragioni e i modi del recupero. Ed è per questo che i cantieri devono essere aperti, per dar conto di tutto ciò che viene fatto, oltretutto con pubblici investimenti, dunque è giusto che la committenza, cioè tutti noi cittadini, controlli e constati de visu anche i tempi e il progredire delle lavorazioni. Molteplici saranno poi gli spunti di interesse che operatori qualificati e gli stessi addetti impegnati nel recupero potranno risvegliare nel visitatore illustrando anche la storia del sito, le tecniche costruttive, quelle decorative e artistiche, richiamando dati scientifici o evocando tradizioni e temi di carattere etnoantropologico che potranno ulteriormente collegarsi al territorio con mille utili possibilità. Ma tutto ciò, beninteso, non confidando in un cantiere che si protragga a tempo indeterminato per divenire quasi industria di sé stesso, con il rinnovarsi periodico di finanziamenti, anche piccoli, che lo tengano in vita, anzi “in morte”, ma invece con il fine esplicito di affiancare ad un preciso cronoprogramma “a chiudere” del cantiere, un’azione intelligente ed efficace “ad aprire” del recuperato bene e dei suoi connessi culturalmente ed economicamente produttivi. Si consideri, del resto, che tutti gli interventi di restauro sono considerati spese di investimento e dunque non spese per il solo mantenere i beni ma fondi destinati ad accrescerne il valore poiché se l’incuria, il degrado naturale o l’evento distruttivo ne causano la depauperazione, e di riflesso anche quella del territorio cui esso appartiene, così il suo recupero e la sua valorizzazione ne aumenteranno il valore, anche quello puramente economico, quindi il patrimonio dello Stato, e dunque “arricchiranno” il contesto territoriale ed i cittadini che lo abitano o anche che solamente lo visitano. L’utilità di aprire i cantieri è dunque evidente e neppure è difficile da realizzarsi poiché necessita solo individuare operatori della comunicazione e addetti alla sicurezza che possano garantire con percorsi mirati la conoscenza del monumento cantiere non spettacolarizzato con impropri eventi ma considerato luogo della storia testimoniata, propria di quel sito e del relativo contesto. La volontà e i mezzi per realizzare il progetto Cantieri Aperti ci sono e l’apertura che in questi giorni si evidenzia ne è testimonianza; al contempo essa attesta anche la realtà di un modo nuovo di intendere il lavoro del cantiere di restauro, più disponibile a spiegarsi e a rendere conto, perché non si sarebbero potuti aprire i cantieri se non si fosse aperto il pensiero di chi in essi finora ha visto solo luoghi di lavoro il cui interesse era da considerarsi limitato esclusivamente a pochi studiosi ed alle figure tecniche e produttive operanti nel suo stretto ambito. 47 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL MOlise: SEDE, FUNZIONI E STRUTTURA La sede della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise è attualmente collocata in un immobile di proprietà privata sito in Piazza Vittorio Emanuele, 9 – Campobasso. Entro il corrente anno sarà ultimato il trasferimento della sede presso l’immobile di proprietà demaniale “Palazzo Iapoce” sito in Salita San Bartolomeo - Campobasso. Il “Palazzo Iapoce”, situato nel centro storico di Campobasso, è stato acquisito al Demanio dello Stato nella seconda metà del ventesimo secolo. Il palazzo, che presenta un portale in pietra di grande pregio architettonico, involucra, con la sua facciata principale ed i due corpi avanzati a destra ed a sinistra, una piccola piazza denominata“Piazzetta Iapoce” che costituisce uno degli spazi urbani più caratteristici del centro storico “alto” della città. La struttura architettonica è costituita da un organismo edilizio ricco di stratificazioni avvenute nel tempo che permea di sé non solo il centro storico ma l’intera città, sulla quale si affaccia, rileggendola e comprendendola in tutta la sua espansione e strutturazione ottocentesca ed in buoCampobasso: Palazzo Iapoce na parte della sua crescita contemporanea. Un primo intervento di somma urgenza fu eseguito dal locale Provveditorato alle Opere Pubbliche di Campobasso e si trattò di un modesto impegno finanziario che solo parzialmente riuscì a contenere e frenare il degrado ed il pericolo di crollo di alcune parti dell’edificio. Successivamente il palazzo è stato oggetto di lungo e complesso restauro a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Nell’anno 2008 infine, è stata formalizzata la consegna definitiva in uso governativo dell’immobile alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise da parte dell’Agenzia del Demanio del Molise, per essere adibito a sede della stessa Direzione Regionale. L’edificio ospiterà inoltre la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise e la Soprintendenza per i Beni Storici- Artistici ed Etnoantropologici del Molise. Funzioni La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise è una delle 17 Direzioni Regionali istituite con decreto legislativo del 8.1.2004 n. 3 – Riorganizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise è un organo periferico di livello dirigenziale generale diretto dl Direttore Regionale. 48 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise Le principali funzioni che essa svolge sono: - Coordinamento delle attività delle strutture periferiche del Molise presenti sul territorio regionale anche attraverso l’emanazione di linee guida ai capi d’Istituto; - Cura dei rapporti del Ministero degli Istituti dipendenti con la Regione gli Enti locali e le altre istituzioni presenti sul territorio regionale. - Coordinamento e Direzione dell’Ufficio Studi, Promozione e Comunicazione delle Attività Culturali e Didattiche. Le competenze delle Direzioni Regionali sono specificate nel D.P.R. del 26 novembre 2007 n. 233 art. 17, visionabile sul sito del Ministero dei Beni e le Attività Culturali. GRAFICI DELLE ATTIVITÀ DI GESTIONE UFFICIO STUDI, PROMOZIONE E COMUNICAZIONE DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DIDATTICHE. I MOTIVI DI UNA SCELTA: INTERPRETAZIONE E INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA Non sono passati molti anni dall’istituzione delle Soprintendenze Regionali e, ancor meno, delle Direzioni Regionali, organi che, nelle intenzioni, avrebbero dovuto rappresentare il MiBAC a livello territoriale e coordinare le attività degli Uffici periferici quali Soprintendenze ed Archivi. Purtroppo il susseguirsi di numerosi regolamenti di riordino, contenenti disposizioni sempre nuove rispetto alle precedenti, rendevano di fatto inattuabili le auspicate riforme organizzative. Alla luce della descritta condizione, la Direzione Regionale del Molise, per specifico impulso del Direttore in carica e per scongiurare una sconveniente situazione di stallo, a danno innanzitutto dei cittadini, si è determinata ad istituire, nel suo ambito, l’Ufficio Studi, Promozione e Comunicazione delle At49 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise tività Culturali e Didattiche. L’Ufficio è nato a seguito dell’incarico “esplorativo” conferitomi al fine di verificare, sul campo e in via sperimentale, l’attuabilità delle attività da svolgere. Queste possono essere sinteticamente presentate nei seguenti punti. Concessioni d’uso dei siti ministeriali Ci si riferisce al diritto, riconosciuto ad enti (pubblici e privati) di utilizzare i siti culturali di competenza dello Stato per lo svolgimento di varie attività, quali concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche, etc. Tale diritto è riconosciuto ad enti territoriali ed associazioni culturali, previa motivata richiesta, che viene valutata secondo parametri di qualità, interesse pubblico, valenza didattica e culturale, fermo restando l’obbligo di rispettare i luoghi concessi. Tale obbligo va inteso non solo nel senso ideale di riconoscimento del valore storico, artistico, architettonico, archeologico, ambientale e paesaggistico dei siti ma anche nel senso materiale del dovere di riconsegna degli stessi nelle medesime condizioni nelle quali si trova il bene nel momento in cui ne è stato consentito l’uso. All’ente beneficiario della concessione viene altresì richiesto di garantire la presenza di un numero adeguato di personale di vigilanza, il rispetto delle misure di sicurezza secondo la normativa vi- Fig. 1 - Rappresentazione nel teatro dell’antica Altilia. Sepino (CB) gente nonché il diserbo delle aree ove necessario (ad es. nelle aree archeologiche), la copertura assicurativa per danni a persone e cose, il versamento di una cauzione la cui misura varia a seconda dell’estensione dell’uso del bene nel tempo e nello spazio. (Fig. 1) Al di là dei descritti obblighi le concessioni d’uso, in base a quanto stabilito dalla già Legge Ronchey hanno natura onerosa, con un tariffario valido su tutto il territorio nazionale e i cui proventi confluiscono nelle casse dello Stato. Sono però previste delle ipotesi, in deroga alla generale onerosità, di riduzione di tariffe nel caso in cui il richiedente sia un ente pubblico oppure di gratuità nel caso di concessione di patrocinio da parte del MiBAC e di obiettivi comuni, quali la promozione del bene e la valenza culturale. Nell’ambito delle concessioni d’uso, importanti iniziative sono state realizzate, con notevole impiego di energie umane, sia sotto il profilo organizzativo che di tutela, in collaborazione con la Regione Molise, la Provincia di Campobasso, i Comuni di Venafro (IS), Pietrabbondante (IS) e Larino (CB), nell’ambito del progetto “Molise Live”, finanziato dal MiBAC. Nel corso dell’estate 2008 un fittissimo cartellone di rappresentazioni teatrali, musicali, coreutiche, operistiche hanno avuto luogo, in ore notturne, nel teatro sannita di Pietrabbondante, nell’area archeologica di Sepino-Altilia (CB), nell’anfiteatro di Fig. 2 - Concerto di chitarra classica. Castello Pandone Larino, nel castello Pandone di Venafro ed in di Venafro, Sala dei Conti (IS) quello di Gambatesa. (Fig. 2) 50 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise Attivazione del “conto terzi” Si parla di quelle attività lavorative occasionali che i dipendenti del MiBAC possono essere autorizzati a prestare in favore degli enti, pubblici e privati, titolari del diritto d’uso dei siti culturali di cui al precedente punto. A carico tali enti, infatti, come accennato, è previsto l’obbligo di assicurare, in numero adeguato, idoneo personale di vigilanza da impiegare durante le manifestazioni per le quali l’uso è stato concesso. A tale obbligo essi possono assolvere o assumendo appositamente personale che garantisca il rispetto dei requisiti previsti o utilizzando dipendenti del Ministero, generalmente preferiti in quanto più adatti poiché conoscitori dei luoghi e delle misure di sicurezza da porre in essere su di essi. Questi dipendenti vengono autorizzati alla prestazione “conto terzi” al di fuori del loro ordinario orario di lavoro dalla Direzione Regionale e Fig. 3 - Orchestra Regionale del Molise retribuiti dall’ente titolare della concessione, nel teatro sannita. Pietrabbondante (IS) come è accaduto nelle manifestazioni del “Molise Live”. (Fig. 3) Promozione e comunicazione Si tratta di tutte quelle attività finalizzate alla promozione e diffusione delle iniziative della Direzione Regionale aventi luogo sia nei siti regionali, ministeriali e non, che al di fuori dei confini regionali. Nell’attuale sede di mandato“esplorativo”, le attività in questione vengono svolte attingendo al personale delle diverse Soprintendenze e degli Archivi, occupato nelle rispettive Sezioni Didattiche, personalmente coordinato in seno alla Direzione Regionale. In particolare, la promozione e comunicazione delle iniziative culturali comprende tanto quelle attività primarie e propedeutiche che vanno dall’ideazione, allestimento e cura di Fig. 4 - Mostra “Prove per una pinacoteca”. mostre e spazi espositivi, al contatto Castello Pandone. Venafro (IS) con altri enti per eventuali partnership, quanto alla vera e propria comunicazione sugli avvenimenti culturali mediante la cura dei rapporti con i media e con tutti gli altri soggetti a qualsiasi titolo interessati alle nostre attività istituzionali (scuole, associazioni, comuni, provincie). Prima della definizione formale della struttura dell’Ufficio Studi, è già stata realizzata una serie di appuntamenti. Un ideale inizio si è avuto con la mostra“Prove per una pinacoteca”(Fig. 4 e 5) nel castello Pandone di Venafro (IS), in collaborazione con la Soprintendenza Architettonica Storico-Artistica,con la quale si è tentato di colmare,con eccellenti risultati, una carenza del territorio molisano, finora sprovvisto di una pinacoteca, attraverso l’esposizione di tele restaurate e da diversi anni giacenti nei depositi dello stato e mai restituite ai luoghi di provenienza, in quanto non ancora dotati di idonee misure di sicurezza. La mostra è stata ideata ed allestita interamente da funzionari dello Stato, senza alcun ricorso a maestranze esterne, e praticamente a costo zero; tale tipo di organizzazione ricorre nella quasi totalità delle manifestazione realizzate. Si è proseguito con la partecipazione, presso Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, alla XXVII Mostra Europea del Turismo, Artigianato delle Tradizioni Culturali con uno spazio espositivo nell’ottica di una promozione turistico culturale di notevole livello, in concomitanza con la mostra “La felicità di un ritorno”, in occasione della quale il Molise esponeva, tra le opere recuperate dalle Forze dell’ordine, un prezioso manoscritto del 1770. Nel mese di giugno,sempre nel castello Pandone di Venafro e,più precisamente, nel fossato e nella corte interna, si è organizzato l’appuntamento ministeriale, 51 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise protrattosi fino alle prime luci dell’alba, della Festa Europea della Musica, alla quale hanno partecipato numerosi gruppi rappresentativi di quasi tutti i generi musicali, alla presenza di un nutrito pubblico e dell’intera stampa regionale che ha opportunamente veicolato l’avvenimento. (Fig. 5) Presso i Grandi Magazzini Teatrali di Campobasso, in occasione della seconda edizione del Salone della Comunicazione, l’Ufficio Studi era presente con uno spazio allestito, rappresentativo dell’attività istituzionale ed, in particolare del progetto Fig. 5 - Preparativi per la Festa Europea della Cantieri Aperti. Proseguendo su questa strada, si Musica 2008. Castello Pandone, Venafro (IS) sottolinea poi la presenza, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Molise, all’importantissima XI edizione internazionale della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, riscuotendo calorosi consensi ampiamente riportati dalla stampa. (Fig. 6) Attività didattica L’Ufficio Studi, in questo ambito, svolge attività di coordinamento degli istituti territoriali durante le iniziative istituzionali (Settimana Fig. 6 - Stand della Direzione Regionale all’XI Borsa del Turismo Archeologico della Cultura, Giornate Europee del Patrimodi Paestum (SA) nio, Festa Europea della Musica, Festa di San Valentino, Festa della Donna, etc.) oltre a quelle direttamente organizzate e curate, e stipula convenzioni con scuole, enti e, in particolare, con l’Università degli Studi del Molise. Con quest’ultima, attraverso la Facoltà di Informatica e nelle modalità di uno stage formativo svoltosi presso il Complesso Monumentale di Santa Maria delle Monache di Isernia, è in corso la riprogettazione e la realizzazione del sito web della Direzione Regionale. CANTIERI APERTI Emilio Izzo Autentica scommessa ed innovazione è il progetto “Cantieri Aperti”, fiore all’occhiello dell’attività dell’Ufficio Studi che, di fatto, sta permettendo ai cittadini, seppur in mancanza dell’ultimazione dei lavori, di visitare e fruire di diversi luoghi del patrimonio culturale statale molisano, da molto tempo chiusi alle visite a causa di lunghi restauri. L’operazione, resa possibile previa realizzazione di opere per la messa in sicurezza dei siti, ha anticipato le linee di indirizzo manifestate dal Ministro in carica nell’ottica di una effettiva e sempre maggiore attuazione di una corretta comunicazione amministrativa. Presso il Castello di Bagnoli del Trigno (IS), nell’agosto del 2008, è avvenuta la “prova generale” della fattibilità del progetto, nella quale in seguito alla messa in sicurezza di alcuni spazi del tragitto d’ingresso e della corte interna ed alla presentazione ai media del particolare evento, si sono svolte due serate di musica classica con la partecipazione dell’Orchestra Regionale del Molise su sollecitazione di un’importante associazione culturale con sede in Roma e con forti legami col territorio molisano, alla presenza di un folto pubblico sapientemente collocato secondo il rispetto Fig 7 - Concerto, Castello Bagnoli del Trigno (IS) della normativa vigente. (Fig. 7) 52 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise Ma il più significativo riscontro della validità ed attualità dell’idea di “Cantieri Aperti” c’è stata con la messa in sicurezza (con intervento su una pregressa situazione molto critica) e la successiva apertura al pubblico, dal 1° novembre 2008, dell’area monastica altomedievale di San Vincenzo al Volturno (IS), sito di straordinario interesse internazionale con rilevanti presenze archeologiche, architettoniche e storico-artistiche, inserite in un contesto ambientale-paesaggiFig. 8 - Area prima dell’intervento di messa in sicurezza. stico di rara bellezza. L’iniziativa, ad oggi, S. Vincenzo al Volturno (IS) ha incontrato il favore di centinaia di visitatori, attratti dal bene ed entusiasti per l’iniziativa, tra l’altro largamente sottolineata dalla stampa. Il successo è assicurato anche dall’impegno e dalla disponibilità di alcuni funzionari che garantiscono le aperture andando oltre i propri compiti ordinari. (Fig. 8-9) Sull’onda dell’entusiasmo, per quanto gravoso, per la vigilia di Natale, si è riusciti ad aprire al pubblico la chiesa di San Francesco a Venafro, oggetto di lavori di restauro da oltre un quarto di secolo in seguito al terremoto del 1984. In questo caso gli stessi funzionari dell’Ufficio Studi si sono offerti di porre in essere la messa in sicurezza e l’allestimento senza far ricorso a maestranze esterne, fornendo un’ulteriore occasione di risparmio per l’amministrazione e l’iniziativa ha riscosso ancora una volta successo di pubblico e di stampa che ha avuto modo di ap- Fig. 9 - S. Vincenzo al Volturno (IS) area dopo prezzare, parallelamente e sempre come “cantiere l’intervento di messa in sicurezza aperto”, l’apertura del castello D’Evoli di Castropignano (CB). In occasione dell’appuntamento del MiBAC “A Porte Aperte”, l’Ufficio Studi sta fortemente impegnando le proprie energie al fine di rendere fruibile il parco antistante Villa Zappone di Larino (CB) anch’esso chiuso da diversi anni e di aprire, dopo trent’anni dalla scoperta dello straordinario sito preistorico paleolitico di “Isernia La Pineta” e venticinque dall’inizio della costruzione ancora in corso del relativo museo, l’importantissima area archeologica. Fig. 10 - Villa Zappone dopo i lavori, Larino (CB) Questo intervento rappresenta la sfida più ambiziosa dei “Cantieri Aperti” e certamente la più attesa dai molisani e da tutta la comunità scientifica mondiale. (Fig. 10) In occasione del progetto nazionale “A Porte Aperte”, inaugurato proprio dalla Direzione Regionale Beni Culturali del Molise, viste la particolarità e la rilevanza del programma dell’Ufficio Studi, sarà presentato un logo ed uno slogan che renderanno immediatamente riconoscibili i “Cantieri Aperti”e che, comunque, costituiranno veicolo comunicativo nelle più diverse occasioni (Fig. 11). Il simbolo 11 - Ideazione e progettazione è stato individuato pensando alle diverse peculiarità dei Fig. Emilio Izzo; disegni Giampiero Trivellini; siti culturali del territorio, che spaziano tra le più diverse elaborazione grafica Daniele Greco, Enzo Rainone, Daniela Simeone. 53 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise epoche. Il carosello delle possibili immagini da utilizzare ha visto passare il guerriero sannita di Pietrabbondante, un monaco benedettino di San Vincenzo al Volturno, un gregge richiamante le antiche vie dei tratturi, un cavallo come quelli raffigurati nel castello Pandone di Venafro o sepolti nelle necropoli di Vicenne (CB), la Venere conservata nel Museo Archeologico di Venafro ed altre ugualmente significative. La giostra si è fermata sull’elefante antico del sito paleolitico La Pineta di Isernia, non solo per la simpatia dell’animale ma e soprattutto per l’importanza mondiale rappresentata da giacimento preistorico, già di per sé veicolo comunicativo di massa. La sagoma dell’elefantiFig. 12 - Un percorso messo in sicurezza al no, rappresentato in posa serena e rilassata, acCastello di Castropignano (CB) coglie il visitatore infondendo la tranquillità della consapevolezza di trovarsi in luoghi finalmente messi in sicurezza nonostante i lavori in corso, richiamati dal caschetto e dal cartello sottostante con la dicitura “Cantieri Aperti”. Lo slogan “Stiamo lavorando con voi!” è l’opposto del consueto messaggio “stiamo lavorando per voi”, che al contrario giustifica la non frequentazione di cantieri in opera. I colori utilizzati per lo sfondo, richiamano il blu del logo MiBAC (Fig. 12). Conclusioni Alla luce di tutto quanto realizzato dall’Ufficio Studi in questa fase sperimentale, si sta procedendo alla formalizzazione della sua struttura operativa sull’intero territorio della regione. In ordine a ciò, è stato rilevato che la prima difficoltà evidenziata in sede esplorativa è stata quella di non avere, come Direzione Regionale, dei punti di riferimento propri in seno alle strutture periferiche. Infatti, per assicurare un collegamento alle attività poste in essere, si è fatto ricorso (e per questo bisogna ringraziare la disponibilità delle Soprintendenze e del relativo personale) alle dotazioni di personale delle Soprintendenze occupate nelle Sezioni Didattiche. Nell’attuale momento di riorganizzazione regionale della Direzione, delle Soprintendenze e degli Archivi, una volta individuata la distribuzione del personale, si assegnerà almeno una unità, da conferire alla Direzione Regionale-Ufficio Studi, per ogni sede periferica con reFig. 13 - Lavori di allestimento in autogestione da parte di funzionari dell’Amministrazione dei Beni Culturali lativo spazio operativo. Con la messa a punto della descritta organizzazione, verranno superate molte delle criticità affrontate nella fase sperimentale e si assicurerà la comunicazione di una capillare e puntuale efficienza tecnico-amministrativa. Relativamente al personale di sorveglianza ed agli assistenti tecnici museali, costoro continueranno ad operare nelle Soprintendenze di appartenenza per quanto attiene all’attività ordinaria ma saranno utilizzati e coordinati dall’Ufficio Studi anche nelle attività straordinarie richiamate nei cinque punti esplicati precedentemente. Onde evitare dispersioni di energie, attrezzature e personale, le attività dei laboratori fotografici, di rilegatura e stampa e di video riproduzione saranno inglobate dall’Ufficio Studi che 54 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del molise ne coordinerà le operazioni, ferma restando la loro collocazione negli uffici di appartenenza. All’interno dello medesima struttura, sarà fondamentale il ruolo dell’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP), operante presso la sede centrale della Direzione Regionale che, per l’occasione del progetto “A Porte Aperte”, coglierà l’occasione per trasferire i suoi uffici nella restaurata sede dell’edificio storico di Palazzo Iapoce a Campobasso (Fig. 13). ORGANIZZAZIONE Istituti periferici di livello dirigenziale Istituti periferici di livello non dirigenziale Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Palazzo Iapoce 86100 CAMPOBASSO Tel.0874 4271 - Fax 0874 427312 Archivio di Stato di Campobasso Via Orefici, 43 86100 CAMPOBASSO Tel. 0874 90349 - 0874 411488 Fax 0874 411525 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Via Chiarizia, 14 86100 CAMPOBASSO Tel.0874 4271 - Fax 0874 427352 Archivio di Stato di Isernia Corso Risorgimento, 2 86170 ISERNIA Tel. 0865 26992 - Fax 0865 413686 Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise Palazzo Iapoce 86100 CAMPOBASSO Tel.0874 4271 - Fax 0874 427353 Soprintendenza archivistica per il Molise Via Isernia, 15 86100 CAMPOBASSO Tel. 0874 310124 - Fax 0874 311094 55 SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL MOLISE Soprintendente ad interim Angelo Maria Ardovino Referente del progetto Domenico Vaccaro 56 Nell’ambito delle attività istituzionali del Ministero per i Beni e le Attività culturali, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise di Campobasso svolge compiti di tutela, conservazione, ricerca e promozione del patrimonio archeologico nell’ambito della regione Molise. Attualmente la Soprintendenza, istituita con D.M. 31 gennaio 2002, si avvale di un organico di n. 87 unità di personale, distribuito nella sede centrale di Campobasso ed in sei centri operativi (Venafro, Isernia, Pietrabbondante, Sepino, Larino, Termoli). Garantisce, inoltre, l’apertura al pubblico, anche nei giorni festivi, di tre aree archeologiche e quattro sedi museali. Ai fini della attività di monitoraggio, ricerca e tutela archeologica, il territorio regionale, di Kmq. 4.437, è stato ripartito fra i quattro funzionari archeologi in altrettante zone di competenza. Prima dell’Istituzione del Ministero per i Beni culturali ed ambientali (1975), l’attività di tutela dei beni culturali della regione Molise era affidata alla Soprintendenza di Chieti (per i beni archeologici) ed alla Soprintendenza di L’Aquila (per i beni architettonici, paesaggistici e storico-artistici). Solo nel 1970, anche a seguito della istituzione della provincia di Isernia, è stata istituita, con Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione del 30 ottobre 1970, la Soprintendenza ai monumenti, alle antichità ed alle belle arti per il Molise, con competenze in tutti i settori dei beni culturali nel territorio delle due province di Campobasso ed Isernia: dal 1970 la Soprintendenza mista di Campobasso (l’unica in Italia insieme a quella di Trieste) ha esercitato la tutela, il restauro e la conservazione del patrimonio archeologico, architettonico, ambientale, artistico e storico della intera regione Molise. Successivamente la Soprintendenza cambia denominazione, diventando prima Soprintendenza Archeologica e per i Beni Architettonici Artistici e Storici del Molise, e, negli anni Ottanta, Soprintendenza Archeologica e per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici del Molise. Nel 2002, nell’ambito di una revisione dell’articolazione degli uffici periferici del Ministero, si è proceduto ad una nuova valutazione funzionale delle competenze delle Soprintendenze, istituendo nel Molise due distinti Istituti, una Soprintendenza per i Beni Archeologici ed una Soprintendenza per i beni architettonici, per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico. I capi di Istituto che si sono susseguiti nei quasi quarant’anni di vita della Soprintendenza del Molise sono: Giuseppe Giaccone (1970-1973), Luisa Mortari (1973-1974), Adriano La Regina (1974-1976), Bruno d’Agostino (1976-1980), Antonio Giovannucci (Soprintendente reggente 1980-1981), Gabriella d’Henry (1981-1993), Costantino Centroni (1993-1997), Marilena Dander (1997-2002), Stefania Capini (Soprintendente reggente 2002-2004), Mario Pagano (2004-2008), Angelo Bottini (Soprintendente ad interim 2008), Angelo Maria Ardovino (Soprintendente ad interim 2009). Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise ATTIVITÀ La Soprintendenza per i Beni Archeologici, svolge attività di tutela, anche preventiva, del patrimonio archeologico regionale, operando, spesso, anche mediante accordi ed intese di collaborazione con le amministrazioni locali; conduce scavi e ricerche archeologiche sul territorio regionale e coordina anche le attività di scavo affidate in concessione a soggetti pubblici o privati; effettua una costante e programmata attività di manutenzione e di restauro del materiale archeologico ritrovato, sia direttamente, tramite il proprio laboratorio di restauro, sia ricorrendo a collaboratori esterni, al fine di garantirne la conservazione; svolge attività di promozione culturale e di valorizzazione del patrimonio archeologico, diffondendone la conoscenza attraverso studi, ricerche, pubblicazioni, mostre, convegni; provvede al potenziamento della fruizione museale organizzando visite guidate e manifestazioni espositive, anche collaborando ad iniziative di enti locali ed istituti culturali; gestisce direttamente, mediante l’organizzazione delle risorse umane e materiali, i siti archeologici e museali, allo scopo di incrementarne la fruizione da parte del pubblico. La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette ad individuare i beni archeologici esistenti sul territorio, mediante un costante monitoraggio, ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica utilità. Sono attività connesse alla tutela: - gli scavi e le ricerche archeologiche programmate; - le indagini archeologiche preventive ad interventi di lavori pubblici e privati in aree vincolate o a rischio archeologico; - il controllo degli scavi in concessione, cioè condotti da soggetti, pubblici o privati, formalmente autorizzati dal Ministero; - il recupero del patrimonio archeologico messo in luce fortuitamente e la prescrizione di misure per la sua salvaguardia; - la proposta di provvedimenti per la protezione del patrimonio archeologico (vincoli); - l’espressione del parere di competenza nelle procedure di verifica di interesse culturale; - l’espressione del parere di competenza sui progetti presentati nelle Conferenze di Servizio. La conservazione È assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di prevenzione, manutenzione e restauro. Rientrano nelle attività di conservazione: - la manutenzione ordinaria e straordinaria dei musei e delle aree archeologiche di proprietà statale; - la promozione, il sostegno ed il controllo degli interventi di conservazione promossi da altri soggetti su beni di proprietà di Enti pubblici e di privati; - la custodia ordinata e cura dei reperti in depositi attrezzati; - il restauro di oggetti mobili, edifici, monumenti e strutture di interesse archeologico; - la catalogazione e l’inventariazione dei beni archeologici; - la documentazione e la conservazione degli elaborati relativi in appositi archivi. La valorizzazione Si attua con l’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività volte a promuovere, incrementare e diffondere la conoscenza del patrimonio archeologico, allo scopo di assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e godimento da parte del pubblico. Sono attività connesse alla valorizzazione: - la gestione dei musei e delle aree archeologiche statali; - lo svolgimento di attività didattica e divulgativa; - lo sviluppo di analisi, studi e ricerche scientifiche e la diffusione dei relativi risultati; - la realizzazione di pubblicazioni scientifiche e divulgative; - la promozione e l’organizzazione di eventi culturali (mostre, convegni) e la collaborazione ad iniziative di altri soggetti; - la gestione della Biblioteca, funzionale alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale. 57 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise GRAFICI DELLE ATTIVITÀ 40 35 30 25 20 15 1o 5 0 33 3 10 35 3 3 13 funzioni % attività controllo del territorio - vincoli 33 33 inventariazione e catalogazione 3 3 beni demaniali - contenzioso -gestione 10 10 gestione museale e fruizione 35 35 biblioteca - gestione 3 3 laboratorio 3 3 attività didattica - mostre e convegni 13 13 Funzioni Attività d’Istituto 40 35 30 25 20 15 10 5 0 1-6 7 9-12 13-15 16-17 18 Legenda (1- 6) 01-Controllo del territorio, 02-Indagine archeologica, 03-Esami e parere strumenti urbanistici, 04-Esercizio del vincolo, 05-Manutenzione di aree archeologiche, 06-Interventi di conservazione e restauro. (7) Inventariazione e catalogazione (9-12) 09-Uso beni demaniali, 10-Acquisizioni, 11-Contenzioso, 12-Gestione istituto (13-15) Gestione museale – 13 Conservazione, 14 Fruizione diretta, 15 Fruizione indiretta (16-17) Biblioteca – 16 Gestione interna,- 17 Uso pubblico (18) Laboratorio (19-20) 19-Attività didattica, 20-Mostre, convegni, pubblicazioni, collaborazioni scentifiche 58 19-20 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise ORGANIZZAZIONE La Soprintendenza è organizzata in numerosi uffici e settori, ciascuno coordinato da un responsabile che afferisce direttamente al Soprintendente: - Segreteria del Soprintendente - Ufficio del Consegnatario - Ufficio Ragioneria - Ufficio Personale - Ufficio Pensioni - Ufficio vincoli ed espropri - Ufficio di istruttoria delle pratiche dei vincoli tratturali - Ufficio gare e contenzioso amministrativo - Ufficio Relazioni sindacali - U. R. P. e gestione ex Ronchey - Ufficio Protocollo - Archivio pratiche, foto e disegni - Ufficio stampa modulistica e materiale didattico/illustrativo - Segreteria Tecnica - Ufficio cartografia e disegni - Ufficio del Responsabile della Sicurezza - Ufficio Catalogo - Ufficio Didattica, Mostre e Pubblicazioni - Biblioteca - Laboratorio di restauro - Laboratorio fotografico La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise di Campobasso è così articolata sul territorio regionale: Sede Centrale CAMPOBASSO - Via A. Chiarizia, 14 - 86100 Campobasso tel. 08744271 fax 0874 427352 - indirizzo e-mail: [email protected] Sedi Operative - CAMPOBASSO - Via P. Rotondo, 21 - 86100 Campobasso tel. fax 0874 60390 - CASTEL S. VINCENZO, Area archeologica – 86071 Via Colle, 25 - San Vincenzo al Volturno tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) - ISERNIA - Corso C. Marcelli, 48 - 86170 Isernia tel. fax 0865410500 - LARINO - Via F. Iovine, 14 - 86035 Larino tel. fax 0874822787 - SEPINO - Area Archeologica di Altilia - 86017 Sepino tel. fax 0874790207 - TERMOLI - Via Oliviero, 1 - 86039 Termoli tel. fax 087584578 - VENAFRO - Corso Garibaldi, 8 - 86079 Venafro tel. fax 0865 900742 Musei ed Aree Archeologiche - Museo Sannitico di Campobasso - Palazzo Mazzarotta - Via A. Chiarizia, 10 86100 Campobasso tel. 0874 427360 - Museo archeologico di Isernia - Complesso monumentale Santa Maria delle Monache Corso C. Marcelli, 48 - 86170 Isernia tel./fax 0865 410500 - Museo archeologico di Venafro - Convento di Santa Chiara - Corso Garibaldi, 8 86079 Venafro tel./ fax 0865 900742 - Area archeologica e Museo archeologico di Sepinum-Altilia - Area Archeologica di Sepino 86017 Sepino tel./ fax 0874790207 - Area archeologica del Santuario italico di Pietrabbondante - Località Calcatello 86085 Pietrabbondante tel. 0865 76129 - Area archeologica di Castel S. Vincenzo - Via Colle, 25 - San Vincenzo al Volturno - 86071 tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) - Area archeologica – Anfiteatro di Larino - 6035 Via D. Alighieri, 1 tel./fax 0874 822787 (Ufficio Studi) Biblioteca Biblioteca d’istituto - Campobasso - Palazzo Mazzarotta - Via A. Chiarizia, 10 86100 Campobasso tel. 0874 427318 Laboratorio Laboratorio di restauro-Via P. Rotondo, 21- 86100 Campobasso Tel. fax 0874 60390 59 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE Angela Di Niro Responsabile Attività Didattiche Angela Di Niro Fig. 1 Museo Sannitico. Pannello iniziale della mostra Eros, i mille volti dell’amore Fig. 2 Manifesto della Mostra Signore e contadine Fig. 3 Manifesto delle Mostre della Settimana della Cultura 2008 60 Negli anni 2007 e 2008 è stata portata avanti una intensa attività espositiva sul territorio, che ha fatto seguito ad analoghi impegni degli anni precedenti in questo settore. Le occasioni per la presentazione al pubblico di argomenti e materiali per lo più inediti si sono concentrate negli appuntamenti ormai usuali nel corso dell’anno, prevalentemente la Settimana della Cultura e le Giornate Europee del Patrimonio, senza tralasciare occasioni, quali la Festa della Donna e San Valentino, che hanno offerto la possibilità di affrontare argomenti ancora più specifici. Nel 2007 è proprio la festa di San Valentino l’occasione per la presentazione a Campobasso (nel Museo Sannitico) della mostra Eros, i mille volti dell’amore, (Fig. 1) un percorso attraverso le coppie mitologiche più famose dell’Olimpo e le loro vicende, accompagnato da immagini di pitture pompeiane e dai reperti locali raffiguranti le varie divinità. L’amore viene rivissuto nei suoi mille volti: l’amore svelato di Amore e Psiche, l’amore furtivo di Ares e Afrodite, quello casto di Diana ed Endimione, quello ritrovato di Bacco ed Arianna, l’amore licenzioso di Priapo e Lotide,l’amore rubato di Ade e Persefone, l’amore fuggito di Apollo e Dafne, l’amore geloso di Zeus ed Era, amore e morte di Eracle e Deianira. I reperti hanno spaziato dalle statuette di Eros ed Afrodite provenienti prevalentemente da un santuario ellenistico di Larino alle tante figure di Ercole in bronzo da tutto il Molise, dalle immagini di varie divinità sulle lucerne di epoca romana (da Zeus a Diana) a Marte, Bacco, Persefone… Del culto di Priapo,infine,una testimonianza molto significativa ad Isernia ne documenta la continuità fino ai nostri giorni nella festa dei Santi Cosma e Damiano. Le manifestazioni del 2008 iniziano a marzo con la Festa della Donna, quando viene inaugurata a Campobasso (Museo Sannitico) la mostra Signore e contadine. La moda in Molise dall’antichità alla Belle Epoque (Fig. 2). Per l’antichità la mostra espone due corredi funerari femminili: la prima sepoltura, di VI secolo a.C., è di una giovane donna dal sepolcreto di San Giuliano di Puglia con il suo ricco corredo vascolare e, soprattutto, con una serie di ornamenti femminili sulla base dei quali viene anche ricostruito il probabile abbigliamento;la seconda è la tomba di una donna di epoca longobarda da Campochiaro (VII secolo d.C.), i cui ornamenti si riferiscono proprio all’abbigliamento. Per le epoche successive l’attenzione viene focalizzata sostanzialmente sul ricco costume contadino molisano tra Settecento ed Ottocento sia attraverso immagini fotografiche (tra cui la riproduzione di atti notarili della dote) sia con l’esposizione diretta di elementi del costume femminile contadino e dei gioielli. Analogamente, l’abbigliamento delle classi elevate viene presentato sia direttamente, con vestiti d’epoca, che attraverso immagini fotografiche. La Settimana della Cultura 2008 vede una serie di manifestazioni espositive specifiche. Ad Isernia, nel Museo di Santa Maria delle Monache, viene presentata una piccola mostra, L’enigma della maschera di Longano, che espone al pubblico per la prima volta la maschera di bronzo casualmente rinvenuta a Longano, insieme ai primi risultati degli saggi archeologici nell’area in cui è stato effettuato tale rinvenimento. (Fig. 3) Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise A Campobasso, nel Museo Sannitico, sono due le manifestazioni allestite per la Settimana della Cultura 2008. La mostra Pettini per l’aldilà raccoglie i pettini in osso ed in bronzo rinvenuti nelle tombe prevalentemente femminili nelle necropoli di epoca longobarda di Campochiaro, oltre ad analoghi reperti da Larino e da Campobasso. Al di là della loro funzionalità, i pettini collocati nelle sepolture dei loro proprietari mostrano il profondo significato rituale ed il loro collegamento con il mondo ultraterreno. La mostra Vestiti di terra (Fig. 4). Recenti rinvenimenti archeologici nel territorio di Guglionesi presenta solo tre delle sepolture rinvenute in località Ripatagliata a Guglionesi, che, ad ogni modo, si rivelano Fig. 4 Museo Sannitico. particolarmente significative. Due di queste sepolture sono Mostra Vestiti di terra state difatti sottoposte a distacco integrale. Esse conservano, oltre allo scheletro, i cinturoni di bronzo indossati alla vita ed altri elementi di corredo distribuiti nella fossa; l’elemento più eclatante, di estremo interesse, è costituito dalle cospicue tracce della tunica presumibilmente di cuoio, che caratterizzano una delle due sepolture, e tracce di mantello di analogo materiale nell’altra tomba. La terza sepoltura, della quale si espone il corredo, si impone per la sua eccezionalità costruttiva e per la qualità e quantità di corredo, che annovera, peraltro, oltre a vasi anche di ispirazione greca, uno reperto unico finora in Molise: un tridente di ferro. Per le Giornate Europee del Patrimonio nel 2008 è stata aperta a Campobasso, nel Palazzo Iapoce, la mostra Vie di terra vie di acqua. Etruschi, Greci e Piceni nel mondo sannitico (Fig. 5). La mostra raccoglie criticamente, per la prima volta, tutte quelle testimonianze, variamente distribuite su tutto il territorio molisano, che proiettano la zona storicamente abitata dai Sanniti Pentri e dai Frentani meridionali nel ben più vasto contesto culturale dell’Italia antica. La cultura materiale sta rivelando sempre più frequentemente la presenza, in tale territorio, di oggetti di importazione e di imitazione sin dalle epoche protostoriche; la domanda cui la mostra cerca di dare una risposta è questa: si tratta di scambi occasionali, come forse finora si era ritenuto probabile, opFig. 5 Manifesto della Mostra pure tali oggetti sono i segni di una progressiva e incisiva tra- Vie di terra vie di acqua sformazione sociale? In realtà la mobilità e l’acculturazione delle popolazioni italiche, tra cui i Sanniti, si stanno rivelando fenomeni complessi, di radice profonda e di lunghissima durata; i rapporti con le popolazioni circostanti, soprattutto con i Greci e con gli Etruschi, si dimostrano incisivi e coinvolgenti non soltanto la sfera economica ma quella culturale in senso ampio. Con entrambi i popoli, ad esempio, il Sannio condivide la pratica aristocratica, tipica dell’arcaismo greco ed etrusco, del banchetto e del simposio, ben testimoniata in Molise dall’adozione di utensili specifici collegati al consumo del vino ed all’arredo domestico: colini di bronzo da Sepino e Pietrabbondante, servizi da vino in bucchero, una schnabelkanne da Macchiagodena, e, un po’ più avanti nel tempo, lebeti o parti di lebeti di bronzo da Larino e da Sepino, boccali e situle, infine i sempre più numerosi stamnoi di bronzo, di fabbrica etrusca, provenienti dall’area frentana. Questi ultimi aprono altri significativi squarci sulla società del tempo: utilizzati in tutti i siti molisani costieri (ma soprattutto a Larino) come urne cinerarie, gli stamnoi manifestano chiaramente l’avvenuta formazione di una élite che si connota con riferimenti al mondo dell’arcaismo greco (incinerazione), all’ideale atletico greco ed etrusco (strigili, corone), al mondo muliebre ed alla cura del corpo (oggetti specifici di produzione magnogreca e tarantina). (Fig. 6) L’influenza etrusca e greca si manifesta anche nelle costru- Fig. 6 Palazzo Iapoce. Mostra Vie zioni e negli elementi decorativi della casa: a tali ambiti ri- di terra vie di acqua. Particolare 61 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise mandano le antefisse etrusco-campane rinvenute soprattutto nella zona costiera del Molise. I rapporti tra Sanniti ed il mondo greco cominciano a rivelarsi sin da epoche piuttosto antiche (tazza euboica da Bojano, ceramiche di imitazione corinzia da Gulionesi, imitazioni di ceramica attica presente anche nel Sannio più interno), rafforzati dai rapporti progressivi con il mondo magnogreco (elmi apulo-corinzi da Guglionesi e Larino, tazze e crateri a figure rosse da Larino, ceramica dello stile di Gnathia un po’ dappertutto, prodotti di oreficeria tarantina da Sepino, paragnatidi decorate da Pietrabbondante, alabastra da Guglionesi…), mostrandosi in tutta la loro evidenza appunto tra il IV ed il III secolo a.C., quando i presupposti ideologici della cultura greca sono ormai profondamente radicati nel Sannio. Questo è molto evidente anche per quanto riguarda la sfera religiosa; l’incontro tra la religione italica, caratterizzata da un impostazione originaria animistica, con quella greca può essere avvenuta sin da epoche molto antiche, all’inizio probabilmente grazie ai santuari emporici, rafforzatosi e definitosi grazie all’influsso delle colonie greche dell’Italia meridionale. In epoca storica nel Sannio troviamo assimilati sia i nomi (nelle divinità sannitiche prevalgono i grecismi) sia l’iconografia: Eracle-Ercole innanzi tutto con tutte le sue molteplici prerogative, Demetra-Cerere con il suo collegamento alla terra, Afrodite-Venere e il riferimento alla riproduzione, i Dioscuri e il mondo della cavalleria, Dioniso-Bacco e tutto il complesso Fig. 7 Palazzo Iapoce. Mostra mondo dionisiaco, Ares-Marte collegato alla bellicoVie di terra vie di acqua. Particolare sità ma anche all’agricoltura, Athena-Minerva legata anche al mondo muliebre. Le immagini iconografiche, per lo più statuette di piccole dimensioni, che raffigurano le varie divinità provengono da tutto il territorio pentro e frentano del Molise. (Fig. 7) Infine per quanto riguarda i rapporti con i popoli del medio ed alto Adriatico e soprattutto con i Piceni, si evidenziano i molti elementi di affinità ed una molteplicità di contatti che, nell’ambito della cultura materiale, si manifestano nella presenza di elmi di tipo piceno (a Guglionesi ed a Trivento), di armi (gladi a stami dell’alto Molise e di Pozzilli), e nella incisiva evidenza degli ornamenti femminili specialmente nell’epoca arcaica: fibule, pendagli, oggetti di ambra. (Figg. 8, 9). Fig. 8 Palazzo Iapoce. Ingresso alla Mostra Vie di terra vie di acqua 62 Fig. 9 Palazzo Iapoce. Mostra Vie di terra vie di acqua. Particolare Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise LUOGHI DI CULTURA Il santuario sannitico di Pietrabbondante Stefania Capini Lo scavo del santuario di Pietrabbondante fu intrapreso dai Borboni di Napoli e proseguì nei primi tempi dell'Unità riportando il luce il teatro, il tempio piccolo (A) e le strutture tra i due monumenti. Non ci furono altri interventi di rilievo sino alla fine degli anni Cinquanta, quando venne scoperto il tempio B, il grande edificio alle spalle del teatro. Tale ritrovamento fece nascere un nuovo interesse per questo sito, al quale gli studi hanno riconosciuto un ruolo proprio, nell'ambito dello stato sannita: qui infatti l’esercito celebrava i propri riti e si dedicavano le armi predate al nemico. Lo scavo ha restituito consistenti nuclei di armi (nel secolo scorso venne recuperata una vera e propria congeries armorum, un trofeo, deposto all'aperto in seguito a qualche fatto di guerra) che sono, d’altra parte, quasi assulutamente assenti negli altri santuari dei Sannio. I frammenti più antichi, di produzione tarantina, si datano tra la fine del V e la prima metà del IV sec. a.C., anche se la maggior parte delle armi ritrovate va messa in relazione con episodi delle guerre contro Roma. Si riconosce l'impianto della prima sistemazione, di IV secolo, in un'area quadrata delimitata da muraglioni di blocchi irregolari, tra il tempio grande ed il teatro. Si conosce poco anche la successiva fase di III secolo: elementi pertinenti ad un tempio di tale epoca si sono trovati all'interno del podio del tempio B, usati come materiale da costruzione. L’edificio venne probabilmente distrutto in occasione del passaggio di Annibale, nel 217 a.C.. Nel II secolo a.C. ebbe inizio la ricostruzione del santuario, a partire dal tempio piccolo (A), datato intorno al 180 a.C.: riprende lo schema usuale dei templi italici, con pronao ed unica cella costruiti su di un podio con cornici in alto e in basso. Sappiamo dalle iscrizioni rimesse in luce nell’Ottocento che furono alcuni membri della potente gens sannitica degli Staii a curare la costruzione e la dedica del tempio, quando ricoprivano la suprema magistratura di meddices tutici; infatti, per il suo ruolo specifico, il potenziamento del santuario è sempre stato attuato dal governo centrale, come è evidente dai numerosi riferimenti epigrafici alle iniziative intraprese dai diversi magistrati. Questo interesse è ampiamente dimostrato dalla realizzazione del complesso del teatro e tempio grande, che ebbe inizio alla fine del II secolo, frutto della progettazione di un architetto anonimo che rielaborò in maniera del tutto originale schemi e motivi della cultura ellenistica, mediandoli dall'ambiente campano e latino. Il teatro ripropone nella struttura e nella decorazione dell’ima cavea, la medesima decorazione scultorea del teatro di Sarno e dell'odeion di Pompei. Il tempio B ripropone lo schema del tempio italico al quale si unisce la caratteristica presenza di tre celle che alludono ad una triade di divinità, elemento certamente derivato dall'ambiente latino. L'iscrizione che si trova sul fianco meridionale del podio ne attribuisce in parte la costruzione, dell’inizio del I sec. a.C., ad un personaggio ricordato anche dalle fonti classiche, g. staatiis klar. Il tempio B venne frequentato per un tempo brevissimo: dopo la guerra sociale e la lotta fra Mario e Silla, il culto fu soppresso e il santuario ceduto a privati insieme a tutte le sue pertinenze. 63 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Museo Archeologico di Venafro Stefania Capini Il 15 maggio 1996 veniva inaugurato il Museo archeologico di Venafro, un evento molto atteso localmente: già da tempo il Comune aveva donato allo Stato il monastero seicentesco di S. Chiara perché venisse destinato a tale scopo, collegando idealmente l’esposizione da realizzare al piccolo museo civico che era stato istituito, negli anni Trenta, in un ambiente di quel medesimo complesso. I lavori di restauro architettonico, di adeguamento dell’immobile alla nuova destinazione, di allestimento museale, avevano occupato un tempo piuttosto lungo ma finalmente si poté aprire al pubblico il nuovo percorso museale: vi venivano proposti i diversi aspetti e le diverse realtà della vita pubblica e privata di Venafro al tempo dell’impero romano, così come si erano potuti ricostruire grazie alla ricca documentazione archeologica relativa a tale periodo, che negli ultimi decenni la ricerca aveva messo a disposizione. L’allestimento tuttavia non era completo: mancava infatti ogni riferimento alla fase sannitica della storia del territorio - una fase di rilievo, documentata da materiali notevoli che affollavano i depositi locali - e l’ala occidentale del primo piano del museo, ancora vuota, stava a ricordarlo con evidenza. Un decennio più tardi, per iniziativa della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise che ha attivato, a questo scopo, un recupero di fondi, si è potuto finalmente completare il lavoro, inaugurando, in occasione della Settimana della cultura, nel maggio 2007, il settore dell’esposizione ancora mancante (fig. 1). In cinque salette che si fronteggiano ai lati di un luminoso corridoio è stata esposta un’ampia esemplificazione dei corredi funerari provenienti dalla necropoli scavata in loc. Camerelle del comune di Pozzilli, un sito a pochi chilometri dal centro di Venafro, dal quale proviene il ritrovamento di epoca sannitica più significativo che sia stato finora effettuato in questo territorio. Nel corso del tempo, in occasione di mostre diverse, si era più volte avuta l’opportunità di presentare al pubblico singoli corredi appartenenti a questa necropoli (ad Isernia, nel 1980; a Milano, nel 1991; a Roma, nel 2000): adesso l’esposizione museale riporta il ritrovamento nel suo contesto territoriale, restituendolo alla completezza della sua evoluzione storica. Come sempre accade, infatti, le necropoli antiche, attraverso i singoli oggetti del corredo ed il carattere dei rituali funerari, non parlano solo di morte e di credenze connesse con la fine della vita, ma documentano anche aspetti diversi della vita sociale ed economica delle comunità che utilizzavano le necropoli stesse: sono queste le caratteristiche che si è voluto mettere particolarmente in evidenza nei pannelli didattici che si affiancano alle vetrine. La necropoli delle Camerelle inizia ad essere usata nel VI sec. a.C. dagli abitanti di un insediamento prossimo ad essa, ma non ancora individuato. Si doveva trattare però di una società nella quale l’acquisizione della ricchezza, insieme al ruolo eminente che ne derivava al suo interno, erano in diretto rapporto con il possesso e lo sfruttaFig. 1. L’ala del museo oggetto mento della terra: alludono infatti a tale reladell’intervento. zione le grandi olle da derrate poste in evidenza 64 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise nelle sepolture di rilievo di questo primo periodo. Il primo ambiente espositivo, la saletta 13, propone vari corredi aventi queste caratteristiche, le tombe 2, 5, 34, 43. Gli uomini - i capifamiglia - evidenziano il loro ruolo di guerrieri, difensori della comunità, attraverso l’esibizione di armi da offesa, quasi sempre la lancia o il giavellotto dalla cuspide di ferro; in un unico caso (tomba 43) si è trovato un gladio a stami, accompagnato dal relativo fodero deposto separatamente, un’arma propria della cultura picena, diffusa nelle necropoli abruzzesi, di cui questo esemplare rappresenta una delle attestazioni più meridionali. Corredi femminili, da parte loro, si distinguono per la presenza di ornamenti alquanto modesti - bracciali o anelli digitali di filo di bronzo, come quelli presenti nella tomba 5 -; le tombe dei bambini hanno corredi molto semplici (tomba 13) o nulla del tutto. Proprio per questo, assume una particolare evidenza la tomba 34, sepoltura di una bambina, che presenta tutte le caratteristiche delle sepolture degli adulti: fossa con controfossa, presenza della grande olla da derrate, anelli e bracciale di bronzo, pendagli sia di bronzo che di ferro; in particolare, le due fibule di ferro con arco rettangolare a bozze, un tipo usato, in quest’area, solo dagli uomini, rimandano alla figura del padre, nel quale, per quanto si è detto, si può certamente riconoscere un personaggio di spicco della comunità. Tra le sepolture di VI secolo, poche si distinguono dalle altre per una maggiore abbondanza del corredo ceramico ed anche per la sua particolare disposizione all’interno della fossa, in parte allineato lungo una banchina laterale rialzata, in parte accatastato in un mucchio ai piedi del defunto. Le tombe di questo tipo sono tutte maschili: si può ritenere che si tratti di personaggi dominanti nella comunità, che sottolineano il loro ruolo Fig. 2 Particolare della ricostruzione con l’esibizione di una, sia pure non eccessiva, ricchezza della tomba 55 materiale. Due di questi corredi sono esposti nella saletta successiva (la 14), quelli della tomba 37 e della 55, quest’ultimo riproposto in un modello al naturale della fossa (fig. 2). Questi corredi si caratterizzano per la presenza di una notevole quantità di vasi di bucchero nero, prodotti dalle officine di Capua: si tratta di materiale importato e dunque di pregio; ugualmente non locali sono i vasi d’impasto rosso, ceramica proveniente dalla valle del Liri, come la grande olla della tomba 55. All’interno di questa ed anche dentro l’olla della tomba 37, come pure in tutti gli altri casi in cui nel corredo sono presenti le olle da derrate, erano deposti altri vasi: si tratta generalmente di un’oinochoe ed un kantharos - la brocca per versare e la coppa per bere -, due vasi che dovevano essere stati utilizzati nell’ambito del rituale funerario adottato nel corso della sepoltura. I corredi delle Camerelle sono costituiti soprattutto da vasellame ceramico: l’alternanza dei tipi e delle forme ne rappresenta l’indicatore cronologico fondamentale che ha permesso un’esatta ricostruzione dell’evoluzione subita dalle caratteristiche dell’insediamento nel corso del tempo: i corredi esposti nella sala 15 documentano il passaggio dal VI al V secolo, un momento storico critico e non ancora ben conosciuto, nel corso del quale le comunità distribuite sul territorio e guidate ciascuna da propri principi -tra i quali, per quest’area, possiamo annoverare i personaggi le cui sepolture sono state viste in precedenza - si coaguleranno per dare vita e forma alla nazione sannitica. Vasi di bucchero sono presenti in numerosi corredi della necropoli, anche se per lo più soltanto con uno o due esemplari. Il repertorio delle forme è abbastanza vario: oinochoai (brocche) a bocca trilobata, coppe carenate, kantharoi (coppe a due anse) a piede basso, stamnoi (olle biansate) a corpo sferico, anforette con ansa a doppio bastone; sono forme tipiche delle officine capuane, prodotte Fig. 3 Vasi dal corredo della tomba 73 nel corso del VI secolo, per lo più tra il 570/60 e il 520 a.C. (fase V di Capua). Solo pochi pezzi si scostano da questo ambito cronologico, come la bella oinochoe della tomba 73 (fig. 3), che può risalire ai primi decenni del VI secolo, 65 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise l’esemplare più antico in un corredo che, nel suo insieme, deve essersi formato in un momento alquanto successivo che si può riportare agli ultimi decenni del secolo: questa è la sepoltura di una donna anziana, tra le più notevoli della necropoli per la varietà di ornamenti e la scelta accurata dei vasi. Accanto al bucchero, cominciano ora a comparire i primi esemplari di ceramica a vernice nera, prodotti ad imitazione di analogo vasellame attico: è la ceramica che avrà poi amplissima diffusione e sarà il tipo fondamentale per tutta la durata dell’ellenismo. Verso la fine del secolo, la presenza di vasi di bucchero si ridurrà sempre più finché non scompariranno del tutto, gradualmente e Fig. 4 Corredi delle tombe 32 e 48 definitivamente sostituiti dalla ceramica a vernice nera e da impasti di produzione diversa (fig. 4). In molti corredi di VI secolo continua ad essere ancora presente (e si continuerà a trovare anche nel secolo successivo) la ceramica di impasto rosso prodotta nella valle del Liri, soprattutto con le brocche a bocca trilobata (tombe 40, 57, 58), mentre è un esemplare unico l’anfora della tomba 60. Il bacino di bronzo della tomba 31 è l’unico vaso di metallo che si sia trovato nella necropoli; fa parte tuttavia di un corredo molto semplice, che comprendeva, in aggiunta, solo un’anforetta d’impasto ed è possibile che non fosse più considerato un oggetto di particolare pregio, dopo che l’uso, evidentemente prolungato, aveva reso necessaria l’esecuzione di un rattoppo sul fondo del bacino stesso. I mutamenti politici e sociali che avvengono nel Sannio del V secolo, trovano un’eco, in qualche misura, anche nei mutamenti nella composizione dei corredi; tipologicamente, si ha ora una prevalenza di ceramica a vernice nera, presente con forme costanti che formano dei veri e propri ‘servizi’, composti generalmente da una kylix (la larga coppa con due anse), una coppa ed una coppetta. E’ la caratteristica che si riscontra in quasi tutti i corredi raccolti nella sala 16 (fig. 5), nei quali spesso, l’uno o l’altro di questi vasi si trova in più esemplari (tombe 33, 67), qualche volta riprodotto in materiale diverso (tombe 51, 47); alle forme fondamentali se ne aggiunge talvolta un’altra, una brocchetta (tombe 51, 67) o uno skyphos (il bicchiere a due anse orizzontali: tomba 47). Completa il corredo ceramico, un’olla (tombe 33, 47, 51, 67). Questi raggruppamenti di vasi, con l’olla che richiama la funzione del cratere nel quale si rimescolava il vino e la kylix, la coppa per bere, richiamano la pratica del simposio, del convito che, maturata in Grecia nel corso dei secoli, ha certamente raggiunto il nostro territorio attraverso la mediazione dell’ambiente campano. La nuova società non riconosce ormai più il rapporto con la terra come indicatore del ruolo sociale; ai principi locali, legati al territorio di immediata appartenenza, si sostituiscono i magistrati eletti dal- Fig. 5 Sala 16: vetrina l’amministrazione centrale e le relazioni tra gli uomini si stabiliscono nell’ambito di contesti che valorizzano i rapporti privati, espressione di una cultura propria di un’aristocrazia ormai urbana. E infine, nella sala 17, gli ultimi corredi (fig. 6): appartenenti al IV secolo. Un momento forse non lontano da quello finale della vita della necropoli, la tomba 103, la sola che abbia conservato un cinturone di bronzo, l’oggetto che forse più caratteristicamente individua la figura dei sanniti; il defunto era certamente un guerriero, come indica la cuspide di lancia, ed il cinturone, oltre ad essere parte dell’abbigliamento, era probabilmente anche il segno della sua appartenenza ad una determinata condizione 66 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise sociale o ad una cittadinanza. Con questo personaggio ci si trova, cronologicamente, nel momento delle guerre combattute, nella seconda metà del IV secolo, tra Roma e il Sannio: la loro conclusione (290 a.C.) con la conseguente annessione allo stato romano dell’alta valle del Volturno, ha certamente avuto conseguenze anche nelle modalità insediative del territorio, provocando un accentramento della popolazione nella sede della praefectura di Venafrum, istiFig. 6 Corredo della tomba 74 tuita intorno alla metà del III secolo; bisogna ritenere che in questo periodo sia scomparso o, per lo meno, si sia fortemente ridimensionato, anche l’insediamento che seppelliva i propri defunti nella necropoli delle Camerelle. L’allestimento del’ala della necropoli sannitica ha così arricchito notevolmente il museo di Venafro, con la presentazione dei risultati di una ricerca particolarmente significativa, non meno che suggestiva. Nello stesso tempo si sono però volute migliorare anche le condizioni di fruizione della struttura: nella stessa ala, grazie ad una sponsorizzazione da parte di privati, si è potuta allestire una saletta per proiezioni, utilizzata particolarmente in occasione delle visite al museo da parte delle scuole. Inoltre, gli ultimi lavori strutturali eseguiti nel complesso architettonico hanno permesso di realizzare una sala convegni, chiudendo uno spazio scoperto privo di utilizzazioni pratiche: la sala, dotata di tutte le attrezzature che ne possano facilitare la migliore fruizione, può essere raggiunta anche dall’esterno, senza interferire con il percorso museale, la qual cosa ne permette una utilizzazione ottimale non solo da parte dell’Amministrazione. La sua realizzazione infatti si è incontrata anche con esigenze vivamente sentite dalla cittadinanza e costituisce un ulteriore modo con cui il museo si rende presente e vivo nella comunità locale. 67 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Area archeologica di Altilia Valeria Ceglia L’area archeologica di Altilia, così come oggi si presenta, è quel che rimane dell’antico municipio di Saepinum di epoca romana. La scelta del sito non è occasionale; essa sorge in una vasta zona pianeggiante solcata dal fiume Tammaro ai piedi del Matese, è attraversata dal tratturo Pescasseroli - Candela, grossa arteria di comunicazione e di passaggio obbligato per le greggi, quindi punto di scambio e di commercio dei prodotti agricoli con quelli pastorali (Fig. 1). La città romana fu preceduta da una di epoca sannitica che sorgeva sulla montagna retrostante, detta di “Terravecchia”. Notevoli sono le testimonianze di questo primo insediamento, costituite da una splendida cinta muraria in opera Fig. 1 Veduta aerea del sito poligonale, il cui perimetro è rinarcheologico attraversato tracciabile per buona parte. Si ricodal tratturo noscono, anche, le porte di accesso, delle quali la “postierla del Matese” è quella in migliore stato di conservazione Il sito doveva costituire, in caso di eventi bellici, il rifugio delle popolazioni che vivevano sparse in piccoli nuclei sulle pendici dei monti e nella pianura. La città fu abbandonato dagli abitanti in seguito alla caduta avvenuta durante la terza guerra sannitica ad opera del console romano C. Papirius Cursor nel 293 a.C. Le popolazioni superstiti scesero a valle e scelsero come nuovo sito il punto in cui s’incrociano le due importanti arterie tratturali il Pescasseroli - Candela col tratturello trasversale che scendeva dal Matese (o meglio da Terravecchia) e proseguiva verso la fascia collinare prospiciente la piana del Tammaro; nell’assetto urbanistico della città romana diventano rispettivamente il decumano e il cardo massimi. Tutta la rete tratturale per secoli ha caratterizzato il territorio della regione appenninica, costituendo le vie di transito delle greggi che periodicamente scendevano dai pascoli montani dell’Abruzzo verso le pianure della Puglia e viceversa. La città di pianura è già impiantata ed organizzata nel II secolo a.C., come è testimoniato da alcuni edifici, recentemente individuati, nei pressi del foro e, soprattutto dalla identificazione di una fullonica, una sorta di lavanderia tintoria di tessuti e pelli. La presenza di questo laboratorio indica un’attività connessa con la transumanza, in quanto avveniva in essa la concia delle pelli, dimostrando l’esistenza di una economia industriale oltre che agricolo-pastorale. Il periodo di massimo splendore edilizio per la città avviene in epoca augustea, alla quale si riferiscono la costruzione o il rifacimento di edifici come il foro, basilica, capitolium, macellum, thermae, forse il teatro e la cinta muraria (Fig. 2). L’impianto urbano si mantiene vitale almeno fino al IV-V seFig. 2 Pianta della città colo d.C., quando si registra un nuovo fer- 68 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise mento edilizio, probabilmente a seguito del disastroso terremoto del 346 che colpì il Sannio e la Campania, testimoniato da diverse epigrafi che attestano l’attività di restauro di alcuni edifici pubblici. A seguito di una forte crisi economica e demografica, aggravata dalle devastazioni della guerra greco-gotica (535-553 d.C.), la città subisce gravi danni. Crollano le mura, una delle torri si abbatte sul teatro, il foro è già in rovina, ricoperto da un interro uniforme tanto che tra la fine del secolo VI e il VII d.C. viene usato come sepolcreto. Nel 667 i duchi longobardi di Benevento concedono la piana di Sepino ad una colonia di Bulgari e, grazie a questa nuova presenza umana, la città recupera in parte il suo ruolo amministrativo rispetto al territorio municipale. A seguito delle scorrerie dei Saraceni la popolazione preferisce luoghi più sicuri, abbandonando la pianura e occupando le cime circostanti, determina in tal modo la nascita dei castelli. Nasce così il primo nucleo della Sepino attuale. In epoca moderna, intorno al XVIII sec. è ormai scomparso ogni traccia dell’antico assetto urbano del municipio romano, il luogo viene denominato Altilia e sopravvive come Fig. 3 Casa con la colonna borgata di campagna, divisa in piccoli appezzamenti regolari ricoperti da un intenso manto di vegetazione. Le case contadine si dispongono in piccoli nuclei in corrispondenza dei viottoli che ricalcano l’antico cardo della città antica tra Porta Tammaro e Porta Terravecchia, altre in corrispondenza del foro e sul lato sud della cinta muraria (Fig. 3). Il nucleo più significativo è quello che si impianta sulla scena e sulla cavea del teatro, di cui conserva l’andamento semicircolare utilizzando, per le murature, materiale di spoglio degli edifici antichi, mentre l’area corrispondente all’orchestra e parte della scena diventa l’aia comune. Tutto questo patrimonio architettonico, a lungo trascurato, viene restaurato, conservato e variamente riutilizzato, grazie ad una diversa sensibilità critica verso il passato e al rinnovato interesse per le manifestazioni della civiltà contadina. Difatti l’originario progetto di valorizzazione dell’area archeologica prevedeva l’acquisizione delle case e la loro demolizione, ad esclusivo favore dei monumenti antichi. Per fortuna questo progetto, negli anni ’70 del secolo scorso, è stato ribaltato; l’attività della Soprintendenza Archeologica del Molise è stata rivolta alla conservazione di tutte le testimonianze storiche del sito. Le peculiarità dell’area, occupata da realtà insediative dall’epoca preromana fino ai giorni nostri, è caratterizzata da consistenti testimonianze archeologiche ed architettoniche più recenti, ma non meno interessanti, se viste in relazione alla civiltà contadina locale che ancor oggi presenta strettissimi legami con il passato. Il recupero è stato attuato con la duplice finalità di tutela/conservazione, in special modo per le strutture archeologiche, e di riutilizzo funzionale per gli edifici rurali costruiti fra i secoli XVIII e XIX. Alcuni casolari sono musei di se stessi, altri sono variamente impiegati per le necessità e Fig. 4 Il teatro la gestione del parco, in alcuni casi restano come testimoni efficaci delle sovrapposizioni insediative, offrendo splendidi esempi di architettura spontanea, quali le case rurali insistenti sull’emiciclo della Summa cavea del teatro, riproponendone in un certo qual modo i volumi e creando uno scenario unico che differenzia questo monumento dagli altri teatri di età romana (Fig. 4). La coesistenza del vecchio e del nuovo, la conservazione di abitudini radicate nel tempo, offrono spunti per attività didattiche e studi. In un’unica visita si possono apprendere i sistemi di vita di età romana e traslarli in quelli più recenti, ripercorrendo i mutamenti sopravvenuti nel corso del tempo. A tale scopo si prestano ad esempio, una cucina romana, ricostruita all’interno di uno dei fabbricati rurali, messa a confronto con quella degli inizi del 1900, ben conservata, che viene riproposta con tutto il suo arredo e le stoviglie d’epoca, oppure il “Mulino Peluso”, ubicato nei pressi del tratturo all’esterno di Porta Bojano , del quale si possono comparare le strutture e i meccanismi del secolo scorso con quelli del mulino ad acqua romano ubicato a ridosso del foro che è uno dei pochi monumenti che si con- 69 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise servano in Italia. È questo la unicità di Altilia che la differenzia da altri parchi archeologici. La presenza di persone che, fino agli anni settanta del secolo scorso, abitavano e lavoravano all’interno del sito non ha reso possibile chiudere e recintare il Parco Archeologico. Agli inizi degli anni novanta il numero dei residenti è notevolmente diminuito, allo stesso modo l’attività agricola e pastorale, anche se è ancora oggi è possibile assistere al passaggio di animali (mucche, pecore capre) che vanno al pascolo all’esterno dell’antica città, (Fig. 5). Soprattutto è muFig. 5 La basilica tato l’atteggiamento di ostilità e di diffidenza dei residenti nei confronti dello Stato, visto come un nemico ed usurpatore dei loro beni (e come dar loro torto!!), e si è aperto un dialogo con le istituzioni per la risoluzione dei molteplici problemi di convivenza. Nella programmazione dei lavori della Soprintendenza del Molise si sono poste, come prioritari due interventi: la chiusura dell’area archeologica, per garantire una maggiore tutela del sito anche durante le ore notturne e lo scavo del lato meridionale del foro per dare completezza alla piazza. Nel progetto di realizzazione del Parco Archeologico redatto nel 1993, si è ritenuto inutile realizzare una recinzione ex novo, che avrebbe impedito la visuale del monumento antico creando un effetto impattante anche da un punto di vista ambientale. Data la presenza del circuito murario antico, leggibile per l’intero perimetro sul territorio anche se ricoperto da terreno e da una fitta vegetazione, si è scelto di riutilizzarlo per assolvere a tale scopo. L’unico tratto, fino ad allora visibile, era stato rimesso in luce dal Cianfarani negli anni ’50 situato a ridosso di P.ta Boiano. (Fig. 6) La cinta muraria, in opera quasi reticolata, ha uno sviluppo di m.1270, racchiude un’area di circa 12 ettari a pianta quadrangolare. Lungo il suo perimetro si aprono quattro porte monumentali in asse con le due arterie viarie principali: Fig. 6 Tratto della cinta muraria cardo e decumano. Le porte sono ad un fornice, fiancheggiate da due torri circolari con corte di sicurezza interna, chiusa verso la città da una controporta a doppio battente, verso l’esterno da una saracinesca scorrevole entro apposite guide praticate nelle spalle e azionata dall’alto dalla camera di manovra, ricavata al di sopra dello stesso fornice. L’arco poggia su piedritti in opera quadrata, una cornice modanata definisce il piano d’imposta delle due armille dell’arco, al di sopra del quale si sviluppa l’iscrizione commemorativa. Nella chiave di volta dell’arco sono scolpiti dei volti, diversi l’uno dall’altro sulle quattro porte, riconosciuti probabilmente come delle divinità. Infine la decorazione è completata dalle figure di due prigionieri, posti ai lati del fornice, identificati come germanici a ricordo delle imprese compiute da Tiberio e Druso contro quelle popolazioni. Gli interventi realizzati dal 2000 fino ai due ultimi completati nel 2008, hanno rimesso in luce, quasi per intero, il circuito murario ad eccezione del tratto che va da P.ta Benevento fino allo spigolo nord-orientale. Lo scavo e il restauro hanno evidenziato una serie di torri a pianta circolare dislocate lungo il percorso, ad una distanza di circa 100 piedi l’una dall’altra., di queste due sono a pianta poligonale, dislocate in posizione perfettamente speculare a metà circa degli angoli ovest e sud della cinta. È emerso che esiste una regolarità nel numero delle torri comprese tra le porte, difatti ne troviamo sempre in numero di sette nei tratti più brevi, modulo che viene raddoppiato là dove si raddoppia la cortina e la distanza tra le porte Tammaro e Benevento. In conclusione si può ritenere che il numero complessivo delle torri sia di 35, a fronte di quanto 70 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise detto dagli studiosi che si erano interessati al monumento e che ne avevano riconosciuto 27 (Cianfarani ‘ 58) e 29 (la Ferrarato ‘82) entrambi, però avevano ipotizzato un numero maggiore rilevando alcune anomalie lungo il circuito di distanze eccessive tra le torri. Il dato finale va comunque verificato con il proseguimento e la conclusione dei lavori. La metodologia dell’intervento è consistita essenzialmente nella ripulitura della vegetazione e del pietrame, in seguito alla quale è stata riportata in luce la linea originaria delle mura e una serie di crolli degli alzati lungo tutto il tratto est da P.ta Benevento. In genere i crolli sono presenti all’esterno della città ad eccezione di quello della torre n. 9 che è avvenuto all’interno. Lungo il circuito murario è stata eseguita una serie di saggi stratigrafici, delineati all’esterno e all’interno della città, che hanno fornito dati piuttosto interessanti sia sulla frequentazione che sulla estensione dell’area nelle varie fasi di occupazione. Sono state consolidate le strutture e, dove necessario, sono state rialzate le murature fino ad una altezza che ne garantisse la sicurezza. Non è stato possibile effettuare un lavoro di anastilosi dei numerosi crolli, rinvenuti specie lungo il lato meridionale della cortina muraria da P.ta Benevento fino a P.ta Boiano, che verranno consolidati e lasciati a vista (Fig. 7). Al contrario, lungo il tratto settentrionale da P.ta Tammaro in direzione di P.ta Benevento, non è presente alcun crollo né all’interno né all’esterno della cortina muraria. È probabile Fig. 7 Cinta muraria e crollo che, per facilitare la coltivazione del terreno, gli stessi siano stati distrutti e il materiale lapideo riutilizzato, come farebbero supporre la presenza di vespai per il drenaggio delle acque. All’esterno del circuito murario, è stata delimitata una fascia di rispetto della larghezza di dieci metri, in modo da costituire anche un percorso di visita; la stradina è stata sistemata con terra battuta, mentre il limite della proprietà statale è segnalato esternamente da una siepe. L’altro consistente intervento ha riguardato il lato meridionale del foro situato all’incrocio del cardo con il decumano, uno spazio destinato agli scambi e mercati inizialmente, centro politico ed amministrativo successivamente. Scavato a più riprese tra il 1952 ed il 1955 dal Cianfarani, presenta una pianta trapezoidale ed una superficie di mq. 1412. Esso fa parte di un vasto progetto di sistemazione urbanistica realizzatosi a Sepino in età augustea e che ha riguardato, in primo luogo, la cinta muraria e quindi l’ampliamento dell’area forense. La piazza è basolata con lastre di pietra calcarea, dispo- Fig. 8 Percorso di visita all’ esterno ste in piano su 82 filari paralleli su di esse corre un’iscri- del circuito murario zione che ricorda il nome di colui che a proprie spese ne curò la pavimentazione. La pendenza, appena percettibile, segna il naturale dislivello del terreno con lo scopo di evitare il ristagno superficiale nell’area della piazza. L’inclinazione è tale da convogliare le acque nel canale (euripus) che corre lungo i lati orientale e meridionale del foro nella rete fognante sottostante che corre parallela alla crepidine del foro al di sotto del cardo per poi sfociare nel collettore principale. Questo condotto fognario parte all’esterno di P.ta Benevento, dove è stato ritrovato il castellum aquae cioè il serbatoio, attraversa interamente la piazza, corre in modo rettilineo al di sotto del decumano fino all’esterno di Porta Boiano Naturalmente su di esso si aprono gli edifici pubblici: sul lato lungo nord-orientale le prime due aule, destinate alle attività politica ed amministrativa del municipio, sono state riconosciute come la curia e i comizi, le due successive erano utilizzati come luoghi di culto, segue, poi, un altro edificio forse termale. 71 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Sul lato corto sud-orientale si aprono tre piccoli ambienti pavimentati in sequenza a mosaico, con mattonelle marmoree di vario colore, in signino con stucco rosso ed inserti di tessere policrome.La destinazione di questi ambienti non è sicura, potevano essere sacelli di culto o sedi di corporazioni. L’area forense è stata oggetto di diversi interventi nel corso degli anni a partire dal secolo scorso. Negli anni Cinquanta, il Cianfarani non era intervenuto, sul lato meridionale, in modo sistematico e definitivo, ma aveva, comunque, individuato ed identificato le basi di un arco onorario, avendo rinvenuto, durante lo scavo della piazza, vari elementi e l’iscrizione ad esso pertinenti. Aveva, inoltre, riconosciuto la presenza di un edificio monumentale che, con ogni probabilità, era relazionato e connesso all’arco di Nerazio Prisco. Altri saggi sono stati effettuati nel corso degli anni Ottanta, in corrispondenza dell’arco onorario, per verificare la consistenza dell’edificio monumentale. Di esso, infatti, era stata riconosciuta una bella scalinata, costituita da tre ordini di gradini, che immette in un atrio pavimentato con grosse basole di calcare. Un piccolo scavo stratigrafico è stato eseguito nel breve spazio compreso tra i due pilastri di base dell’arco e verso l’interno fino all’inizio della scalinata, sono stati rimessi in luce dei pavimenti in cocciopesto e l’imboccatura di un pozzo. Gli interventi degli ultimi anni hanno rimesso in luce sul lato sud- orientale la fronte di un vano allineata con la crepidine ed affaccia sul foro. L’accesso è ubicato nell’angolo di nord ovest ed è costituita da due soglie divise da un pilastro centrale. I tre muri perimetrali sono conservati per altezze generalmente modeste, come la pavimentazione in cocciopesto riconoscibile solo a tratti sulla quale restano tracce di una fascia perimetrale di colore rosso che sottolinea la giunzione del pavimento con il muro. All’interno di questo ambiente si sono ritrovate delle seFig. 9 Ambiente sud-est polture di epoca altomedievale che poggiano sul piano prospiciente il foro con tombe pavimentale in signino. (Fig. 9) Per la sua ubicazione, con altomedievali apertura diretta sul foro, e le sue dimensioni piuttosto ragguardevoli è da ritenere che avesse una destinazione ad uso pubblico. L’indagine archeologica ha ulteriormente definito la planimetria dell’edifico monumentale, al quale si accede dall’arco onorario posizionato sulla crepidine del foro. In corrispondenza dell’accesso e alla medesima quota, si trova un lastricato di basole di calcare sul quale poggiano i tre gradini d’accesso all’atrio centrale ugualmente lastricato. L’ingresso e la gradinata sono delimitati da due avancorpi in opus latericium. Alle spalle dell’atrio si trovava un grande ambiente rettangolare, probabilmente pavimentato a mosaico, come sembrerebbe attestato dalla presenza di numerose tessere calcaree recuperate negli strati archeologici relativi; di questo non è stata trovata la chiusura occidentale poiché lo scavo non è stato esteso in tale settore. Ai lati del vano principale si aprono due ambienti absidati con la curvatura verso il foro senza accesso diretto sulla piazza. La frammentarietà dei dati, dovuta essenzialmente all’incompletezza dell’indagine, allo scollegamento materiale dei due saggi e allo stato iniziale dello studio dei reperti, non consente ancora di avere una chiara planimetria degli edifici, né tantomeno di ipotizzare l’articolazione delle strutture. Queste potrebbero tanto essere tutte pertinenti ad un unico grande edificio monumentale quanto a strutture minori articolate intorno ad un nucleo principale. Contemporaneamente ai due interventi principali sono stati realizzati altri: la copertura degli edifici ad uso abitativo ed commerciale, ubicati nei pressi del circuito murario, per renderli fruibili ed per inserirli nel percorso di visita; la sistemazione di un tratto del decumano massimo dal foro verso porta Benevento che era parzialmente occupato da terreno utilizzato per coltivazioni e pascolo e riportarlo alla sua larghezza originale; il consolidamento di alcuni edifici rurali con consistenti segni di precarietà, altri restaurati per adibirli alle necessità del parco; la realizzazione della nuova rete elettrica per unificazione della fornitura e adeguamento di altri impianti alle nuove norme. 72 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Museo e Area archeologica di Larino Angela Di Niro Il Parco archeologico di Larino, a seguito degli interventi che si sono realizzati nel corso degli anni, sia pure in maniera non continuativa, comincia a diventare una realtà visibile anche grazie ai lavori intensificati nell’ultimo biennio. Il sito di Larino, importantissimo centro della zona abitata in antico dai Frentani meridionali, è stato da tempo oggetto di ricerche archeologiche e di lavori di restauro e valorizzazione delle strutture man mano portate alla luce. Nonostante la non facile convivenza del sito antico con il centro moderno (l’espansione edilizia di Larino è stata indirizzata, dal secondo dopoguerra, proprio nel sito dove si estendeva la città antica), è stato possibile cominciare ad attuare una complessa opera di recupero delle emergenze di tipo archeologico, accompagnata da altre iniziative tendenti ad attuare la realizzazione anche di una struttura museale che accogliesse i reperti di tutta la zona frentana ricadente nell’area molisana. La città antica si estendeva nella località Piano S. Leonardo; abitata sin da epoca pre-protostorica, se ne conoscono abbastanza bene le fasi arcaiche delle quali sono efficace testimonianza i nuclei sepolcrali distribuiti ad anello attorno al Piano S. Leonardo; questa distribuzione differenziata lascia intendere una occupazione del territorio, in epoca arcaica, per gruppi di limitata entità. La fisionomia urbana nel senso stretto del termine comincia a prendere corpo verso la fine del V secolo a.C. si attua nel IV e conosce una serie di ampliamenti e ulteriori definizioni nei secoli successivi, fino al II-III secolo d.C. Un grosso impulso urbano si ebbe nel periodo medio e tardo ellenistico; l’orazione di Cicerone, Pro Cluentio, pronunciata in difesa di un illustre cittadino larinate, fornisce un quadro complesso ed articolato della Larino del I secolo a.C., della locale società proiettata nell’ambito dei ben più ampi avvenimenti dell’Italia del tempo. Della fase urbana preromana, ampiamente manomessa ed obliterata dalle fasi successive, restano testimonianze discontinue dal punto di vista spaziale ma efficaci ai fini della comprensione del livello (culturale in senso ampio) raggiunto da questa città in queste epoche. Successivamente il centro conobbe ulteriori e massicce definizioni urbane, anche in senso monumentale, tra la seconda metà del I ed il II secolo d.C. Attorno alla metà del I secolo d.C. fu difatti sistemata l’area del foro con gli edifici monumentali, a carattere pubblico, ad esso connessi, desti- Fig. 1 Anfiteatro nati a conoscere nei secoli successivi cospicui rifacimenti. Nell’ultimo decennio dello stesso secolo un personaggio di rango senatorio, certamente originario di Larino, dispose per testamento la costruzione dell’anfiteatro, un edificio notevolissimo, con una capienza di circa 11.000 spettatori. (Fig.1). Per realizzarlo fu scavata una grande conca nello strato di arenaria, nella quale furono ricavati il primo ed il secondo ordine di sedili, mentre gli ordini superiori furono costruiti in elevato, in laterizio con specchi in opera reticolata. Lo sbancamento andò inevitabil- 73 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise mente a sacrificare quella parte della città che ivi si era sviluppata e le stratigrafie precedenti: nella parte alta della cavea si trovano difatti i resti di murature di epoca ellenistica, le tracce di un percorso stradale realizzato con ciottoli disposti a formare motivi geometri, oltre a sepolture di epoca arcaica. Rimasto in funzione per oltre un paio di secoli circa, l’anfiteatro, in stato di abbandono, dal tardo impero cominciò ad essere oggetto di spoliazioni sistematiche, di recupero di alcuni spazi dell’anello superiore della cavea per ricoveri occasionali, infine, nell’alto medioevo, adibito anche a sepolture; in tempi relativamente antichi fu oggetto di spoglio dei materiali lapidei che costituivano le gradinate del primo e del secondo ordine ed il vano di una delle porte, quella orientale, finì con l’ospitare una calcara. Ciononostante, è stato possibile restituire all’anfiteatro parte della sua fisionomia originaria; oggi è funzionale anche per spettacoli. Dopo l’esplorazione integrale della struttura, che è durata alcuni anni in considerazione delle sue considerevoli dimensioni, si sono effettuati cospicui interventi di restauro e consolidamento innanzi tutto sui Fig. 2 Anfiteatro, porta settentrionale ruderi in elevato del secondo ordine di gradinate, rimasti sempre a vista e pertanto sottoposti alle azioni del tempo e delle calamità naturali (da ultimo anche il terremoto del 2002), mentre gli ordini inferiori della cavea e l’arena hanno visto considerevoli interventi di sistemazione e di ricostruzione. (Fig. 2). Con interventi di consolidamento massiccio e di integrazioni ove necessarie, si sono ripristinate anche le quattro porte. Aperto infine al pubblico, sia pure in orari limitati, oggi l’anfiteatro si legge pressoché nella sua interezza. Nel II secolo d.C. si provvide a sistemare (o risistemare ampliandole) gli edifici termali ubicandoli nei pressi dell’anfiteatro, di cui erano probabilmente a servizio; anche in questi edifici, esplorati solo parzialmente, si leggono rifacimenti e restauri antichi i quali, tuttavia, non sembrano abbiano alterato la fisionomia originaria. (Fig. 3) Nel resto della zona archeologica sono state effettuate campagne di scavo nell’area dell’attuale asilo-nido, dove si può leggere un Fig. 3 Parco di Villa Zappone settore urbano marginale, con una strada lastricata fiancheggiata da ambienti a destinazione artigianale da un lato, da abitazioni dall’altro, con resti di mosaici pavimentali. Altri saggi di scavo sono stati effettuati in via Jovine, dove è stato localizzato un importante santuario di epoca ellenistica. Là dove sorgeva il cuore della città romana, in zona Torre S. Anna, da tempo era stato individuato un settore artigianale unitamente ad una serie di edifici a carattere pubblico di cui uno pavimentato in mosaico; qui una complessa struttura con muro perimetrale in opus mixtum di reticolato e laterizio lasciava presupporre l’ubicazione, in questo punto, degli edifici connessi al foro cittadino; vi si rinvengono, tra l’altro, statue e teste di statue di marmo, iscrizioni, colonne, capitelli e basi da riconnettere all’esistenza di un porticato. Nella stessa zona si leggono con chiarezza le fasi antecedenti la sistemazione del presupposto foro con edifici annessi: una domus ellenistica presenta l’impluvio pavimentato in mosaico policromo con tralci e pesci ed un atrio in ciottoli policromi contornato da cubicula e preceduto da un corridoio di ingresso con analoga pavimentazione. Per fini museali è stata acquisita al demanio un’area con- Fig. 4 Villa Zappone 74 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise finante con l’anfiteatro; una villa (Villa Zappone), costruita tra fine Ottocento ed inizi del Novecento, si presenta articolata in tre piani, inserita in un parco nel quale trovano posto anche due edifici annessi: l’ex scuderia e l’ex lavanderia. Il parco, a sua volta, nel quale tra l’altro si conservano specie vegetali di pregio, si estende tutto intorno alla Villa fino alla parte sud-orientale dell’anfiteatro, con il quale forma uno spazio omogeneo per continuità spaziale. (Fig. 4) In questa parte della città si sono concentrati gli sforzi degli ultimi anni, al fine di dare corpo al Parco Archeologico. Innanzi tutto si è operato sulla Villa per il suo adeguamento a fini museali. L’edificio, che conserva all’interno parte del suo arredo originario e mostra decorazioni dipinte sui soffitti del piano terra e del primo piano, è stato oggetto di opere di restauro, consolidamento e impiantistica (sistema idrico, termico, illuminotecnica, allarmi); sono stati realizzati lavori finalizzati alla razionalizzazione dei servizi al suo interno, si è operato sul piano seminterrato (dove peraltro si conservano resti di murature, su cui posano le strutture della Villa stessa, pertinenti a cisterne di epoca romana), mentre nell’ultimo piano si sono eseguiti lavori strutturali per adeguare gli spazi a fini espositivi. Anche il tetto ha visto la realizzazioFig. 5 Parco di Villa Zappone ne di lavori per la sua definitiva sistemazione. Un vano scala che ospiterà anche l’ascensore è stato predisposto in un corpo aggiunto nella parte posteriore della Villa. Opere di restauro dei beni mobili contestuali alla costruzione della Villa sono state effettuate su parte degli arredi. Anche sul parco di Villa Zappone si è intervenuti con una serie di lavorazioni miranti a restituire a questo spazio la sua fisionomia; sono state oggetto di studio e catalogazione le specie botaniche che lo caratterizzano (tra cui il Pino d’Aleppo, il Leccio, l’Albero di Giuda, l’Olivo, l’alloro, il Pino Domestico, il Tiglio, l’Olmo, l’Abete, il Bosso, il Ciliegio, il Cipresso, il Ligustro, il Nespolo, il Nocciolo, l’Ornello, il Sorbo Domestico, il Cedro e molte altre specie, anche a carattere arbustivo), sono stati ricostituiti i viali antichi, messe a dimora essenze arboree, realizzati gli impianti di irrigazione e di illuminazione e le opere per la sicurezza. (Fig. 5). I due edifici annessi alla Villa (ex scuderia ed ex lavanderia) sono stati a loro volta oggetto di opere complessive di recupero; il piano terra dell’ex scuderia è stato oggetto di veri e propri scavi archeologici che hanno, tra l’altro, evidenziato la presenza di una fognatura e di pavimenti musivi; nel recupero di tale edificio tali emergenze archeologiche sono state lasciate a vista, opportunamente valorizzate. Entrambi questi edifici, recuperati integralmente, sono stati predisposti per ospitare servizi annessi al Parco Archeologico. Nell’area tra l’ex scuderia e la parte posteriore di Villa Zappone è stata scoperta una serie di ambienti pavimentati in mosaico; essi sono pertinenti alle terme e dell’anfiteatro. Tali mosaici, databili probabilmente nell’ambito del II secolo d.C., pavimentano vasche ed ambienti termali e pertanto mostrano animali marini e fantastici su fondo di tessere bianche, oltre a motivi geometrici. Lasciati a vista, questi mosaici sono ora protetti anche da opportune coperture. (Fig. 6). Fig. 6 Particolare dei mosaici delle terme romane 75 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise ELENCO PROGETTI ANNI 2007 - 2008 Anno 2007 PROGETTO Larino – Completamento lavori e impianti area parco archeologico A/03/02 IMPORTO INVESTIMENTO FONTE FINANZIAMENTO € 47.582,72 REGIONE MOLISE Comuni vari Restauro corredi tombali € 25.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC Pozzilli – Trasporto acquedotto e ricollocazione acquedotto Romano € 23.500,00 ANAS € 11.588,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC Longano – Recupero materiale archeologico VENAFRO - S. Aniello Teatro romano ed edifici annessi € 138.240,00 LOTTO Campobasso - Comuni vari – Diserbo aree archeologiche € 40.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC € 15.000,00 Comune di Larino Larino – Loc. Casone e Torre S. Anna – Scavo Archeologico Campochiaro – Loc. Civitella Consolidamento e restauro Porta Monumentale € 300.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC Isernia – Comuni vari Diserbo Aree Archeologiche € 40.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC Longano – Lavori di somma urgenza per scavo e recupero materiale affiorante € 20.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC Agnone – Loc. San LorenzoLavori di saggio archeologico € 20.000,00 MOLIGAL Regione Molise Guglionesi – c.da Ripatagliata Lavori di somma urgenza per scavo e recupero sepolture € 19.800,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC Larino –Loc. Le Piane Lavori di somma urgenza per scavo e recupero sepolture € 25.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC IMPORTO ANNUALE COMPLESSIVO 76 € 725.710,72 Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise ELENCO PROGETTI ANNI 2007 - 2008 Anno 2008 PROGETTO Campobasso – Palazzo Mazzarotta Potenziamento adeguamento e impianti Campobasso – Isernia Manutenzione impianti vari sedi periferiche Sepino -Altilia Valorizzazione area archeologica piano triennale Isernia – Lavori di completamento Museo Paleilitico Campomarino – Loc. Marinelle Scavo Archeologico Larino – Saggi di scavo loc. Le Piane Mosaici del Casone Trivento – Curia Vescovile Scavo archeologico Sepino –Altilia Valorizzazione area acheologica Int. 2007 lotto Venafro – Completamento scavo Teatro Romano ed edifici annessi IMPORTO ANNUALE COMPLESSIVO IMPORTO INVESTIMENTO FONTE FINANZIAMENTO € 50.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC € 100.000,00 PROGR.ORDINARIO MIBAC € 368.640,00 LOTTO € 554.920,00 LOTTO € 15.000,00 REGIONE MOLISE € 20.000,00 REGIONE MOLISE € 10.000,00 REGIONE MOLISE € 184.475,00 PROGR. ORDINARIO MIBAC € 69.175,00 PROGR. ORDINARIO MIBAC € 1.372.210,00 Note: Con il programma ordinario dei lavori pubblici, ogni anno il Ministero finanzia gli interventi di tutela dei beni Culturali. Si tratta, prevalentemente, di restauri sui beni architettonici, storico-artistici, scavi archeologici ed interventi nei settori del paesaggio e dell’arte contemporanea nonché di recupero e tutela nei settori dei beni archivistici e librari. Si utilizzano risorse stanziate in bilancio, in appositi capitoli in conto capitale, che non provengono da leggi speciali. Con il programma Lotto il Ministero, ogni tre anni, elabora un programma di interventi di un certo rilievo, in termini di fabbisogno finanziario, in tutti i settori di interesse compreso il settore del cinema e dello spettacolo dal vivo. Le risorse utilizzate sono relative agli introiti del lotto e stanziate dalla legge finanziaria 1997. Con la riprogrammazione delle risorse giacenti in contabilità speciale il Ministero, ai sensi della legge finanziaria 2008 (art.2,c.386), ogni anno individua gli interventi relativi a programmi approvati per i quali non risultino avviate le procedure di gara entro il termine del 31 dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione, quindi procede alla definizione di un nuovo programma. I settori di intervento sono gli stessi del programma ordinario. La legge finanziaria 2007 ( art. 1 c. 1142 ), prevede lo stanziamento di fondi per consentire al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di far fronte, con interventi urgenti, al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e di procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali, archivistici e librari, nonché di progetti di tutela paesaggistica e a archeologicomonumentale e di progetti per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici. 77 SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI DEL MOLISE Maurizio Galletti Istituita nel 2008 in seguito alla soppressione della soprintendenza mista architettonica e storico – artistica, disposta dall’ultima riforma del ministero. Fino al 2002 l’ufficio era incorporato nella triplice Soprintendenza per i Beni Archeologici, Architettonici e Storico - Artistici che esercitava tutte le competenze di tutela sui beni culturali e paesaggistici del Molise. L’attività connessa ai compiti istituzionali attribuiti è svolta dal personale in organico che è costituito da figure professionali prevalentemente tecniche; il personale amministrativo costituisce circa il 15% del totale. Nell’ambito delle competenze attribuite prevalente risulta l’attività riferita alla tutela del territorio e del paesaggio: gran parte del territorio regionale è stato sottoposto a tutela paesaggistica attraverso singoli decreti di vincolo; le aree più pregevoli sono state interessate da specifici piani paesaggistici. Nel corso del 2008 sono stati rilasciati complessivamente 2.994 pareri (1.755 in provincia di Campobasso e 1.239 in provincia di Isernia) di cui 48 pareri negativi e 25 in surroga. Il settore contenzioso ambientale ha predisposto n.21 procedimenti, per conto dell’avvocatura dello stato, su ricorsi presentati da privati avverso le autorizzazioni rilasciate. Nell’ultimo quinquennio assai rilevante è risultata l’attività di alta sorveglianza e supervisione per gli interventi relativi ai beni architettonici e paesaggistici, riferiti alla ricostruzione postsisma, i cui soggetti attuatori sono la regione, i comuni, le diocesi e i privati. L’attività diretta di restauro nel corso dell’anno ha interessato n.23 monumenti per i quali sono stati nominati responsabile del procedimento i funzionari architetti; sono stati coinvolti direttamente i capitecnici in servizio in qualità di responsabile della sicurezza, collaborazione alla direzione lavori, predisposizione delle relative perizie di progetto. La Soprintendenza nel corso degli anni ha inteso attuare una particolare politica di tutela rispetto al patrimonio castellano della regione che risultava in gran parte abbandonato, spesso in condizione di rovina, ed in possesso di privati. In particolare 5 importanti castelli sono stati acquisiti al patrimonio dello stato attraverso l’esercizio del diritto di prelazione o a seguito di donazioni. Gli stessi sono stati successivamente restaurati e recuperati per le attività istituzionali e per la fruizione. Si riportano di seguito brevi note relative al restauro ed alle caratteristiche storico- artistiche di alcuni significativi monumenti. 78 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise TABELLA RIASSUNTIVA FUNZIONI DI SERVIZIO 16 15 14 10 7 3 7 Funzione amministrativa da f 31 a f 38 Mostre, convegni, pubblicazioni, collaborazioni scientifiche f 22 Attività didattica f 21 Gestione museale - fruizione indiretta f 17 Gestione museale - conservazione f 15 2 Gestione istituto f 14 Contenzioso f 13 3 Servizi tecnici f 10 Inventariazione e catalogazione seguita o eseguita dal personale interno all'Ufficio f 08 Interventi di conservazione e restauro f 05 Manutenzione beni immobili demaniali f 04 Esercizio del vincolo f 03 Esame e parere strumenti urbanistici f 02 1 7 5 4 2 Uso beni demaniali f 11 4 Controllo del territorio f 01 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 ORGANIZZAZIONE Sede centrale: Palazzo Iapoce - 86100 Campobasso, tel. 0874 4271 - fax 0874 427312 Sedi operative: ISERNIA, Corso Marcelli, 48 – 86170 Isernia tel. 0865 415179 CASTEL S. VINCENZO (IS), - 86071 Località San Vincenzo al Volturno tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) VENAFRO (IS), Piazza Castello – 86079 Venafro, tel. 0865 904698 TERMOLI (CB), Via Oliviero, 1 -86039 Termoli tel. 0875 706816 GAMBATESA (CB), Piazza Castello – 86013 Gambatesa tel./fax 0874 719261 LARINO (CB), Via D. Alighieri,1 - 86035 Larino tel. fax 0874 822787 Villa Zappone - 86035 Larino tel./fax 0874 822787 Musei e complessi monumentali: ISERNIA, Complesso monumentale Santa Maria delle Monache 86170 Isernia Tel. 0865 415179 VENAFRO (IS), Castello Pandone Piazza Castello – 86079 Venafro Tel./Fax 0865 904698 CASTEL S. VINCENZO (IS), Complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno 86071 Castel S. Vincenzo tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) BAGNOLI DEL TRIGNO (IS), Castel San Felice, Via Castello – 86091 Bagnoli del Trigno tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) CASTROPIGNANO (CB), Castello D’Evoli, Largo Castello - 86010 Castropignano, tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) CIVITACAMPOMARANO (CB), Castello, Via del Castello – 86030 Civitacampomarano tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) GAMBATESA (CB), Castello, Largo Castello - 86013 Gambatesa tel./fax 0874 719261 LARINO (CB), Villa Zappone, Via D. Alighieri, 1 - 86035 Larino tel. fax 0874 822787 (Ufficio Studi) 79 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE L’attività di comunicazione, promozione e valorizzazione, ha avuto un particolare slancio a partire dalla fine degli anni ’90 allorquando, oltre la Sezione Didattica che gia operava da alcuni anni, si è aggiunta per volere del MiBAC, l’istituzione dei Servizi Educativi del Museo e del Territorio in seguito all’accordo quadro del 1998 stipulato tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Ministero della Pubblica Istruzione. Comunque importante e significativa l’attività didattica svolta prima del ’98 e che in sintesi può essere così riportata: 1996 – Maggio - Huy, Belgio, mostra sul giacimento Paleolitico di Isernia in occasione del 50° anniversario dell’integrazione tra italiani e belgi; 1996 – Settembre - Forlì – partecipazione al XIII Congresso Mondiale di Protostoria e Preistoria con l’allestimento dell’androne di ingresso con sagome a grandezza naturale di animali preistorici realizzati in proprio; 1997 – Gennaio – Capracotta (IS), mosta e convegno sul giacimento Paleolitico di Isernia in occasione dei Campionati assoluti di sci di fondo; 1998 – Aprile – Vasto (CH) e in diverse altre località a seguire, mostra sui Tratturi e sulla Transumanza in occasione di altrettanti momenti culturali; 1998 – Giugno – Realizzazione del progetto “Arte sotto le stelle” presso l’area archeologica di Pietrabbondante (IS); 1998 – Agosto – Realizzazione di un corso per guide turistiche svolto con e per giovani in cura presso il SERT di Isernia e successivamente utilizzati per la mostra dell’Elefante Antico di Isernia presso Palazzo Orlando sede dell’Università degli Studi del Molise; 1998 – Settembre –Isernia, sala convegni della Provincia di Isernia e Roma, Sala dello Stenditoio del MiBAC, presentazione del video e relativo convegno “L’Abbazia Virtuale” relativo al sito di San Vincenzo al Volturno (IS); 1998 – Ottobre – Isernia -Formazione di un gruppo di 25 giovani come guide turistiche che in seguito saranno utilizzate sui Luoghi di Cultura dello stato; 1998 – Novembre – Paestum (SA), partecipazione alla Prima Borsa del Turismo Archeologico con uno spazio espositivo dedicato al ritrovamento preistorico di Isernia; 1998 – Dicembre –Isernia, realizzazione di una pubblicazione di grosso successo dal titolo “Un Bene Culturale all’anno, un calendario per i Beni Culturali”; Con l’avvento dei Servizi Educativi, l’attività di promozione ha avuto un’impennata e si sono prodotti, per citarne alcuni, i seguenti progetti e appuntamenti: 1999 – Marzo – Milano, partecipazione alla Borsa Internazionale del Turismo (BIT) con uno spazio istituzionale sul tema degli antichi sanniti; 1999 – 2000 – 2001- Venafro (IS), Isernia e Campobasso, realizzazione delle “Giornate di Archè – Bambini al Museo; 1999 – Aprile – Venafro (IS), Castello Pandone, realizzazione della mostra e del convegno dal titolo “I Beni Architettonici del Molise: storia, tutela, conservazione e restauro” in occasione della prima “settimana della Cultura”; 1999 – Settembre – Gambatesa (CB), castello – Realizzzione della mostra “Il Medioevo molisano attraverso castelli e fortificazioni” e del convegno “Visitare il Medioevo: musei e parchi archeologici sull’età di mezzo – Esperienze italiane ed europee”, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio; 1999 – Novembre – Paestum (SA) – Realizzazione di uno spazio espositivo in collaborazione con la regione Molise alla seconda edizione della Borsa del Turismo Archeologico di Paestum; 2000 – Settembre – Carpinone (IS), Castello Caldora - realizzazione in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, delle mostra “Il Medioevo molisano attraverso torri, castelli, palazzi e fortificazioni” e del convegno “Castelli e fortificazioni: esperienze di studio, tutela e valorizzazione nel Molise e nell’Italia centro meridionale”; 2001 – Settembre – Isernia - Realizzazione e presentazione del volume “Il Medioevo molisano attraverso torri, castelli, palazzi e fortificazioni” e del relativo cd-rom. 2001 – Novembre – Venezia - Realizzazione di uno spazio espositivo istituzionale presso il 5° Salone dei Beni e delle Attività Culturali di Venezia e del convegno di presentazione del sito di San Vincenzo al Volturno nella medesima cornice; 80 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise 2002 – Settembre – Montecilfone (CB) – Realizzazione della mostra “Costumi e usanze, come specchio dell’antica eredità albanese, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio; 2003 – Maggio – castello di Gambatesa (CB) - Realizzazione della mostra “Il patrimonio ferito e il patrimonio salvato. Opere e immagini dal terremoto 2002”, in occasione della V Settimana della Cultura; 2004 – Marzo – Isernia - Realizzazione della mostra sui casali rurali presso il Museo Archeologico in occasione della Settimana per i Beni Culturali. 2004 – Settembre – Campobasso – Realizzazione della mostra “Nel ventre della balena. Un percorso espositivo tra le opere di proprietà ecclesiastica salvate dal terremoto del 2002 nel Molise”, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio; 2005 – Maggio – Campobasso - Realizzazione e l’allestimento della mostra “Alla riscoperta di San Giorgio e San Bartolomeo – Oggetti d’arte e documenti storici”, in occasione della 7ª Settimana dei Beni Culturali; 2006 - Aprile - castello di Venafro (IS) - Realizzazione della mostra “Tutela dei Beni Monumentali del Molise-I Beni Architettonici vincolati secondo l’ex legge 1089 e successivo Testo Unico” e relativo convegno, in occasione dell’8ª Settimana della Cultura; 2006 – Settembre – castello di Civitacampomarano (CB) - Realizzazione della mostra “La zampogna, un patrimonio venuto da lontano”, del relativo convegno e di un concerto per zampogna e ciaramella, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio; 2007 – Giugno – Grandi magazzini teatrali di Campobaso - Realizzazione della mostra “OPUS LOCI - Opere d’arte e contesti dopo il terremoto. Dipinti e sculture provenienti dagli edifici danneggiati dal terremoto 2002”; 2007 – Ottobre – castello Pandone di Venafro (IS) - Realizzazione del convegno “Diritto al cibo: il ruolo della ricerca”, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione; 2008 – Marzo – castello Pandone di Venafro (IS) – Realizzazione, in occasione della 10ª Settimana della Cultura, della mostra “Prove per una pinacoteca – Esposizione di opere provenienti dai depositi di Beni non demaniali appartenenti a chiese di Venafro, e relativo convegno. 81 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise LUOGHI DI CULTURA Complesso Monumentale di Santa Maria delle Monache Lucia Dell’Osso Il complesso monumentale di S. Maria delle Monache è situato nel centro storico di Isernia, nella parte più meridionale della città, su Corso Marcelli, originario cardo maximus della colonia latina, sul quale si affacciano gli stretti vicoli di un impianto urbanistico quasi certamente sannita prima che romano. Le origini della chiesa dell’Assunta sono fissate intorno al 640, al tempo di Arechi I che, sotto i Longobardi, reggeva il ducato di Benevento, del quale Isernia entrò a far parte quale capoluogo di una delle trentaquattro contee nelle quali era diviso. Il monasterium benedettino fu, invece, probabilmente fondato nel secolo successivo, a partire dal quale occupò sempre una posizione di grande prestigio. Nel IX sec. fu danneggiato e depredato dai Saraceni mentre, intorno all’anno 1000, il conte longobardo Landenolfo costruì il possente campanile (che nella parte inferiore è originale) e si fece promotore di imponenti opere di ampliamento del complesso, tanto da esserne considerato un secondo fondatore, come ricorda l’iscrizione sulla lapide conservata nella biblioteca sul muro interno del campanile. L’importanza del convento isernino è testimoniata anche dagli straordinari privilegi fiscali concessigli da Federico II. Nel XIV secolo la presenza, tra le benedettine di Isernia, di molte figlie della nobiltà napoletana incrementò notevolmente le ricchezze del monastero che, però, non sempre nel corso dei secoli si segnalò per la morigeratezza della vita condottavi, come è testimoniato da un documento del 1540 di papa Paolo Farnese III, indirizzato al vescovo della città, Antonio Numaio, in cui si segnalava la degenerazione morale delle monache di S. Maria. Ironia volle che mai censura fu tanto erroneamente veicolata, poiché lo stesso vescovo, come si legge nell’archivio Segreto Vaticano, non conduceva vita “virtuosa”. Il monastero, dopo oltre un millennio di vita, fu soppresso con l’unità d’Italia e, come proprietà dello Stato, fu adibito a diversi usi: caserma, palestra per il saggio ginnico durante il Fascismo, cinema sociale, scuola di avviamento professionale e, dopo il bombardamento del 1943, carcere giudiziario e alloggio per i senza tetto. Recenti studi hanno inoltre messo in luce come, tra il 1940 e il 1943, la struttura abbia ospitato un campo di internamento fascista (il cosiddetto “Antico Distretto”), dove furono imprigionate fino a duecento persone ritenute pericolose per il regime. La Biblioteca e Archivio Storico Comunale Un’intera area dell’ex monastero di S. Maria delle Monache è occupata dalla Biblioteca comunale“Michele Romano”, intitolata ad uno degli intellettuali che più si batté per la sua realizzazione. Inaugurata nel 1934, in essa furono trasferiti i testi fino ad allora sistemati nella prima biblioteca isernina che, nel 1870, aveva trovato sede presso il locale Ginnasio. Nell’ottobre del 1943 andarono distrutti oltre 2000 volumi per lo scoppio delle mine installate nel complesso dai Tedeschi per osteggiare l’avanzata degli Alleati. I lavori di restauro portarono alla riapertura nel 1953. È vanto per la città, data la presenza, tra i suoi 40.000 volumi, di molto materiale raro e di pregio, nel quale si segnalano numerosi manoscritti datati fino al XIV sec. Per quanto riguarda le opere a stampa, tra le altre, non si può non citare“Il libro di Giobbe”, un incunabulo del 1481 proveniente dal fondo monastico di S. Maria delle Monache, che è una delle prime edizioni in carattere ebraico. Da notare la grande e preziosa carta geo-topografica del 1799, raffigurante il Regno di Napoli e portata in Italia dall’armata napoleonica in occasione della conquista del Meridione (l’altro esemplare si trova presso la Biblioteca Nazionale di Parigi). Merita menzione, sia per la qualità che per la quantità (più di 2000), anche la raccolta di stampe originali, risalenti a varie epoche e realizzate con diverse tecniche. Nella visita si possono poi ammirare alcuni dipinti del ’500 e del ’600, oltre a pezzi archeologici di epoca romana. 82 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise La Chiesa La costruzione, a ridosso della cinta muraria ellenistico-romana del III sec., della chiesa intitolata all’Assunta e forse edificata sui resti di una chiesetta paleocristiana dedicata a S Giovanni, risale probabilmente al VII sec., al tempo di Arechi I (590-640), secondo duca di Benevento. Il monumento (il cui interno è ora visibile attraverso due grate del convento emerse in seguito ai restauri del complesso) presentava la struttura basilicale delle prime chiese paleocristiane, non risentendo dello stile orientale che si andava diffondendo attraverso l’architettura ravennate. L’edificio, insieme al monastero, venne notevolmente ampliato nel XIII sec., forse anche grazie ai benefici concessigli da Federico II. Esso presentava una navata centrale la cui abside circolare era limitata dalla cinta muraria esterna e si presentava piuttosto elevata rispetto al livello generale per la presenza di una cripta in corrispondenza dell’altare. Le due navate laterali terminavano invece con pareti rettilinee ed erano delimitate da colonne composte da rocchi di provenienza romana e sfocianti in archi a tutto sesto. Nel XVIII sec. le ristrutturazioni di epoca barocca alterarono del tutto l’aspetto originario. La chiesa venne chiusa al culto nel 1862, poco prima della soppressione del convento e del suo incameramento nei beni demaniali, ma la pressione dei cittadini portò alla sua riapertura nel 1872 quando, nelle medesima deliberazione, il Comune di Isernia dispose l’abbattimento del muro che delimitava il cortile (l’attuale piazzetta) dal lato della rampa e la rimozione dell’artistica cancellata che lo chiudeva su Corso Marcelli. Nel 1943 l’edificio venne distrutto dalle mine posizionate dai Tedeschi in ritirata, rimanendo per molti anni abbandonato fino ai primi interventi di restauro da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali del Molise, iniziati negli anni ’70, che probabilmente si concluderanno con un recupero della struttura quale sala espositiva o spazio destinato ad attività culturali. Restauro Gli interventi di restauro, iniziati negli anni ’70, comportarono il rifacimento di tutti i tetti, dei solai ed anche il consolidamento della muratura portante, resosi necessario per la vetustà dell’immobile e soprattutto per la sismicità della zona. In occasione dei lavori venne aperto l’attuale ingresso della biblioteca in sostituzione di quello fino ad allora utilizzato (nella sala dell’Antiquarium, una volta annessa alla biblioteca), che dava accesso ad una scalinata in pietra, eliminata insieme a due dei quattro leoni ottocenteschi un tempo facenti parte della fontana posta nella piazza della Cattedrale (gli altri due si trovano oggi presso l’ingresso meridionale della villa comunale). L’operazione permise l’annessione dell’Antiquarium al museo, il rinvenimento nella muratura di due grate (una in ferro, l’altra in legno) del convento che consentono di osservare l’interno della chiesa dell’Assunta e, durante il rifacimento della pavimentazione, la scoperta di numerose tombe di bambini. Dei soffitti, solo quello del salone con la mostra della “Quadrella” (un tempo refettorio della monache) conserva l’originale tessitura, mentre le capriate del salone del Paleolitico, al piano superiore, pur originariamente presenti, sono state ricostruite. Gli scavi archeologici eseguiti in occasione del restauro hanno, inoltre, consentito di riportare alla luce costruzioni relative a fasi più antiche di occupazione del sito; ci si riferisce, in particolare, ad un imponente muro di epoca romana, (che in età medievale, doveva segnare il confine del nucleo urbano) e di murature più modeste di epoca successiva. Castello Pandone Miriam Pompei Il Castello Pandone in Venafro, evidenzia oggi i processi di trasformazione dovuti alle vicende politiche ed amministrative che si sono verificate tra i secoli decimo e diciottesimo. Sorge in epoca longobarda come castello-recinto ad unica torre quadrata, per gli avvistamenti e la difesa. In epoca angioina il complesso diviene uno dei capisaldi di sorveglianza della valle del Volturno. Viene pertanto ampliato con la costruzione di tre torri, che inglobano anche la preesistente, coronate da mensole di pietra a sostegno dei camminamenti di ronda e viene realizzato il fossato. Nel 1443 France- 83 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise sco Pandone, nominato conte di Venafro da Alfonso I d’Aragona, vi stabilisce la sua dimora e avvia quei processi di trasformazione necessari alle esigenze residenziali. Le mutate tecniche belliche e l’utilizzo di armi da fuoco, imposero la realizzazione di un camminamento di ronda merlato ed il rinforzo delle basi del maniero. All’inizio del sec. XVI Enrico Pandone attua le più interessanti metamorfosi per adattare il complesso a lussuosa residenza: accresce il numero dei vani al primo piano, costruisce una loggia belvedere ad ovest e realizza un giardino all’italiana con padiglioni e pergolati. La sua passione per i cavalli lo induce a decorare le sale del piano nobile con un ciclo di affreschi: tra il 1521 e il 1527 artisti ignoti realizzano per lui una sfilata di cavalli, scelti fra i suoi preferiti, a grandezza naturale, su una base di stucco a bassorilievo, dipinti poi ad affresco. Con la sua morte finisce il dominio dei Pandone e il feudo diverrà patrimonio di diverse nobili famiglie dell’Italia meridionale. Nel sec. XVIII viene aggiunta la torre di sud-est. Nel salone viene realizzato un fregio con scene di caccia e di vita quotidiana, mentre nella torre nord una stanza viene rivestita di vivaci partiture a motivi rocaille. Abbandonato, subisce delle trasformazioni in seguito al secondo conflitto mondiale,per adattarsi ad ospitare le famiglie venafrane. Negli anni ottanta è stato avviato il ciclo di restauri e consolidamenti, ancora in essere a tutt’oggi. Castello di Bagnoli del Trigno (IS) Luigi Bucci Il Castello Sanfelice, di origine longobarda, fu soggiorno dei Conti di Isernia nel periodo normanno e dei Conti di Molise in periodo svevo. Nel 1268 Carlo D'Angiò lo concesse a Riccardo di Montefuscolo, cui seguirono altre famiglie feudali. Nel 1430 fu feudo dei Caldora. Nel 1450 Alfonso I° D'Aragona lo diede in feudo a Bernardo D'Aquino, un discendente del quale lo vendette nel 1548 ad Antonio Sanfelice. La famiglia Sanfelice,da cui il nome del Castello,lo tenne fino al 1768. Da quella data il Castello è stato oggetto di un lento e progressivo decadimento. Fino agli anni venti del secolo scorso il Castello conservava ancora gran parte delle mura portanti e del tetto. Da quegli anni l'accentuarsi dell'incuria e dell'abbandono nonché l'asportazione (vera causa del suo irrimediabile degrado) di tutti gli elementi di pregio artistico ed architettonico, lo hanno condotto allo stato di rudere. In questo stato nel 1986 Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali lo accettò, previa donazione, dall'ultimo proprietario Vecchiarelli Ionello. Lo stato di rudere, le continue ordinanze sindacali dell'epoca volte alla messa in sicurezza delle murature dissestate gravanti sull'abitato, indussero il proprietario a donarlo all'amministrazione dei Beni Culturali, che lo accettò. Da quella data si è provveduto, unicamente con fondi ministeriali, ancorché limitati e discontinui, ad un lento processo di ricomposizione con la messa in sicurezza delle murature ed alla ricostruzione necessaria di quelle parti murarie filologicamente possibile. Allo stato attuale risulta ricomposta parte dell'ala Nord con i suoi tre livelli: seminterrato, piano terra, sottotetto e copertura. Il Castello, anche se attualmente offre una parziale agibilità e consente l'uso estivo ad associazioni culturali e a visite guidate, necessita ancora localmente di lavori di ristrutturazione, restauro e recupero funzionale. Il Castello si erge su uno sperone roccioso, in zona apicale del centro abitato sottostante, che domina e sovrasta da tutti i lati. Esso, con la sua posizione dominante su un vasto territorio, è un elemento di forte connotazione paesaggistico e ambientale. Castello di Gambatesa (CB) Lavinia Melloni Il Castello, ubicato al lato nord del centro storico di Gambatesa, domina la valle del Tappino ed appare oggi la sintesi di complesse trasformazioni succedutesi nel tempo. Il suo carattere di complesso difensivo si legge negli avancorpi delle torri a base quadrangolare, nel compatto basamento 84 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise della muratura a scarpa su cui si elevano gli alti muri di facciata, nell’articolazione dei vari volumi minimamente incisi da calibrate aperture. Il fronte sulla piazza invece, notevolmente rimaneggiato nel sec.XVI dalla Famiglia De Capua, ha perso l’originaria fisionomia della fortezza per assumere il tipico aspetto del palazzotto nobiliare secondo la prassi instauratasi un po’ ovunque allorché, con la fine delle lotte feudali, vennero meno anche le esigenze di difesa. Il ciclo di affreschi del 1550, che ricopre quasi completamente le pareti dei saloni del primo piano, è parte integrante del rinnovamento e testimonia in Molise la presenza di splendidi esempi di arte rinascimentale. Il nome del paese deriva dalla famiglia che detenne il possedimento già nel sec. XII e risale probabilmente a questo periodo il primo ampliamento del nucleo originario del castello, nato come torre di avvistamento e di difesa precedentemente al feudo. Planimetricamente la sagoma è articolata e irregolare a conferma delle aggregazioni volumetriche e delle ristrutturazioni succedutesi nel tempo nonché dell’esigenza di doversi adeguare alle caratteristiche morfologiche del sito. Si sviluppa su quattro livelli ognuno diverso dall’altro; il primo di poco rialzato rispetto al piano stradale è parzialmente incastrato nella roccia ed ospitava originariamente magazzini e stalle. Al piano nobile si accede oltre che da una scala interna che parte da questo piano, anche direttamente dall’ esterno, attraverso una scala a tre rampe ed un portale incorniciato da bugne di pietra. Dopo un breve disimpegno si raggiunge l’ampio atrio quadripartito da Arconi intersecatisi al centro su un unico pilastro; tre ambienti sono coperti con volte a crociera, nel quarto si diparte una scala che conduce al terzo livello. Dall’atrio si accede al primo salone le cui pareti sono interamente affrescate, tra l’altro, con le figure allegoriche della Fortezza e della Carità, virtù che Vincenzo di Capua d’Altavilla ritenne di far celebrare ad onore suo e del proprio casato commissionando tale incarico a Donato Decumbertino, artista di formazione pittorica romana. Anche le pareti degli altri ambienti distribuiti intorno al salone sono affrescate con grande maestria nell’intento di allestire spazi virtuali ricorrendo a finti porticati ricchi di motivi vegetali e sfondi di paesaggi. Al terzo livello la distribuzione degli ambienti è simile al piano sottostante; qui il salone principale si distingue in particolare per il grande camino mentre sono andati perduti completamente gli affreschi, la cui preesistenza è testimoniata solo da alcuni frammenti. All’ultimo livello sono presenti locali accessori, in particolare una loggetta a tre arcate che prospetta sulla piazza e che conferisce a tutto il prospetto un tocco di grazia e leggerezza. Il Castello Angioino in Civitacampomarano (CB) Claudio Civerra Il castello di Civitacampomarano, dichiarato monumento nazionale il 2 maggio 1979, è stato acquistato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali all’inizio degli anni novanta. Già nelle motivazioni che accompagnavano la proposta di acquisizione, la Soprintendenza del Molise indicava quale finalità non solo il recupero di un edificio storico di notevole valenza architettonica ma la sua concreta riutilizzazione nelle attività culturali funzionali ed economiche della Regione. L’intervento di restauro, completato dalla Soprintendenza in tempi estremamente ridotti, ha dato i suoi frutti permettendo di ricostruire la storia del castello dalle sue origini fino ai nostri giorni. Il Castello d’Evoli in Castropignano (CB) Pasquale Sardella Il castello d'Evoli di Castropignano è monumento simbolo della cultura e della civiltà della transumanza. Giovanni d'Evoli, già barone di Frosolone, nobile di ascendenza normanna, lo costrui nel 1362 sui ruderi di antichi insediamenti, che recenti indagini archeologiche 85 Soprintendenza per i Beni Architettonci e Paesaggistici del Molise fanno risalire all'età del bronzo. Giovanni d'Evoli è iniziatore di una vasta e fiorente industria armentizia che pratica la transumanza, attività alla quale la famiglia d'Evoli, che eserciterà il suo dominio feudale su Castropignano fino all'eversione della feudalità, resta legata per secoli, dando un notevolee costante contributo alle case regnanti, che si succedono nel dominio dell'Italia Meridionale, per il governo di questa fondamentale attività economica. Tra l'altro Andrea d'Evoli, fidato consigliere di Alfonso d'Aragona da alle stampe la Prammatica “De mena pecudum” 1447, raccolta di leggi e regolamenti che governano la transumanza oltre a determinare i criteri per stabilire l'ammontare della“fida”. Nel corso dei secoli subi una serie di interventi, il più importante dei quali fu portato a termine nel 1636 da Giambattista d'Evoli che trasforma il castello in palazzo residenziale. La mole imponenentee la ricchezza degli arredi e delle opere d'arte che conteneva si giustifica anche con il fatto che i d'Evoli da Castropignano dominavano su un vasto territorio che si estendeva fino a Capracotta, che fino alla prima metà dell'ottocento era uno dei mercati più importanti d'Italia per il commercio della lana. La lotta tra armentari e agrari, che si sviluppa nel Molise a partire dal cinquecento,vede inevitabilmente soccomberegli armentari, con il lento decadimentodella pastorizia transumante e della civiltà e cultura ad essa connessa. Il castello viene venduto nella prima metà dell'ottocento, spogliato di tutto e abbandonato. Nell'arco di pochi decenni è ridotto a rudere, conservandocomunqe la capacità di testimoniare una storia plurisecolare,ricca di interesse e di fascino, come è perle storie e i monumenti “marginali” e sconosciuti. Il Complesso monumentale del Monastero Carolingio di San Vincenzo al Volturno (IS) Fioravante Vignone Nel giro di pochi anni dalla scoperta avvenuta nei primi anni 80 del secolo scorso, a seguito di una serie di campagne di scavo, è emerso dal sottosuolo nella sua attuale notevole estensione e consistenza, consentendo di allargare le conoscenze sulle vicende dell’antica Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Il Monastero di San Vincenzo fu uno dei più importanti ed estesi complessi monastici del tempo; operò il recupero della civiltà romana, e divenne elemento propulsore e di irradiazione della nuova cultura in vastissimi territori . Si pose come centro di spiritualità ma anche di rinnovata cultura e progresso scientifico e tecnologico, soggetto potente di diffuse attività sociali e commerciali . Ricostruzione della Basilica MagFu fondato nel 703 da tre nobili beneventani, monaci begiore a cura di Simona Carracillo nedettini: Paldone,Tatone e Tasone, sul luogo ove esisteva una chiesetta tardo-romana, che ricostruita, divenne la prima chiesa della nuova comunità. Nel corso dei successivi cento anni fu il perno di un complesso di edifici che occupavano una superficie di circa mezzo ettaro e poteva ospitare un centinaio di monaci, diventando in breve tempo uno dei cenobi tra i più importanti d'Italia e d'Europa. Famoso era il suo scriptorium e fiorente la sua economia. Fu oggetto dell'attenzione dei re Franchi ed in particolar modo di Carlo Magno che lo pose sotto la sua diretta protezione, facendone vetrina dell’impero sulla sua estrema frontiera meridionale. Quando nel 792 fu eletto abate Giosuè il monastero non poteva vantare ancora nulla di eccezionale ed anche il livello decorativo e la cultura materiale non mostravano caratteri particolari. Tutt'altra cosa divenne nel secolo successivo; infatti, con l'abate Giosuè ed i suoi diretti successori il centro diventò un polo culturale e spirituale di livello internazionale, con edifici di grande preminenza ed impatto visivo. L'abate Giosuè ed il suo architetto ingrandirono il monastero e ne razionalizzarono l’impianto che sostanzialmente tale si conservò anche nei secoli successivi. Benché la planimetria di S. Vincenzo sia piuttosto diversa da quelli di altri monasteri tipici dell'ordine Benedettino, ma essa è la più antica di quelle pervenuteci, l’impianto architettonico, completamente portato alla luce nel corso di circa venti anni di scavo, 86 Soprintendenza per i Beni Architettonci e Paesaggistici del Molise comprendeva settori funzionali ed era dominato da un forte senso della gerarchizzazione degli spazi. La parte più importante era costituita dalla grande basilica per la costruzione della quale furono usate grandi colonne monolitiche di granito rosso e grigio, provenienti da un tempio romano di Capua. Cuore della chiesa era la cripta anulare, a forma di U, luogo delle reliquie di San Vincenzo, abbellita da preziosi dipinti di cui restano le superfici fino al limite della demolizione avvenuta nell'XI sec. Di fronte ad esso ed a ridosso del corso del Volturno, imponenti strutture lignee ora reinterrate, coprivano il corso del Volturno nella zona di accesso al complesso, i loro resti eccezionali hanno costituito l’ultima della nutrita serie di grandi scoperte compiute nel sito. Un ampio chiostro connetteva i vari settori (pubblici, religiosi, privati , i servizi e le officine). Nel Monastero infatti esistevano oltre al suo famoso e rinomato scriptorium, anche varie officine e laboratori che producevano tutto quanto potesse servire al grande complesso, dalle tegole, ai vetri colorati, alle campane, ecc. Certamente si trattava di un complesso architettonico eccezionale sia nelle dimensioni e nell’organizzazione che nell'accuratezza delle finiture e nell'eleganza delle decorazioni come ci testimoniano i pavimenti marmorei, la quantità di superfici dipinte e la qualità artistica degli affreschi che ricoprivano le pareti di tutti gli spazi più significativi del complesso. Durante il governo dell'Abate Epifanio (824-842) furono dipinti gli affreschi della cripta sottostante il presbiterio della piccola chiesa di S. Maria in Insula, costruita tra 1'828 e 1'842. Il ciclo pittorico rappresenta essenzialmente l'Apocalisse, nella interpretazione di Ambrogio Autperto che fu abate di San Vincenzo negli anni dal 777 al 778. In questa epoca il Monastero, autentica città in cui vivevano centinaia di monaci, raggiunse il suo massimo splendore, sia come centro di attività culturali che come fulcro di estesi interessi economici e sociali, che garantivano prosperità al territorio e possibilità di contatto con i popoli nel bacino mediterraneo e del resto d'Europa. Ad esso si deve la colonizzazione del territorio dell’intero comprensorio Alto - Volturnense che avvenuta nel corso del X secolo determinò la nascita di quasi tutti i centri abitati del circondario. La grave crisi politica dell’Italia del tempo, le divisioni e le lotte intestine al ducato longobardo furono causa della sua distruzione. il 10 ottobre dell’881, Ade opera di mercenari saraceni al soldo di potentati napoletani di parte avversa, il monastero fu saccheggiato e dato alle fiamme e centinaia di monaci trucidati. I superstiti si rifugiarono presso i confratelli di Capua e solo dopo 80 anni tornarono a San Vincenzo consentendo al monastero di tornare a vive e prosperare di nuovo. il complesso monastico fu ricostruito assumendo forme e caratteri di maggiore imponenza e monumentalità. La Grandiosa Basilica fu ampliata attraverso l’aggiunta di un ampio quadriportico e della monumentale scalinata che lo raggiungeva partendo dal piano del grande chiostro del monastero. Fu anche costruita una grande torre in facciata, tipologia introdotta in epoca Ottoniana nei territori italiani di pertinenza imperiale, che trovò massima diffusione proprio in ambito tempo dell'Abate Gerardo (1076-1109). In questo periodo le strutture del Monastero raggiunsero la loro massima espressione architettonica, non più eguagliata dagli sviluppi futuri. Opportunità di varia natura ma in special modo di carattere difensivo e politico, indussero i monaci a spostarsi sulla sponda opposta del Volturno ove costruirono un'altra grande basilica che sorgeva nell'attuale luogo di culto ed insediarono un nuovo centro monastico. Per la sua edificazione furono utilizzati materiali provenienti dall'antica basilica di S. Vincenzo Maggiore e dagli altri edifici dell’originario impianto monastico che, con l’eccezione di qualche struttura superstite quale la Cappella di Santa Restituta, cessò di esistere anche fisicamente. Quanto rinvenuto corrisponde sostanzialmente a quanto lasciato in situ dai monaci durante questa fase di spoglio. Il grandioso complesso che adesso è possibile visitare in tutta la sua estensione e senza soluzioni di continuità, è il risultato di circa un ventennio di lavoro delle Soprintendenze Molisane, che dopo una prima fase di esplorazione archeologica condotta essenzialmente da istituzioni inglesi, a partire dalla prima metà degli anni ‘90, intervenne nel sito con un progetto di sviluppo tutela e valorizzazione per il quale richiese ed ottenne un finanziamento straordinario. 87 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Fino a quel momento il sito si componeva di una limitata porzione emersa in adiacenza della cripta dell’abate Epifanio e, a notevole distanza, separata dai campi, di quanto appariva della chiesa di Giosue dopo i saggi di scavo condotte negli anni precedenti. La vastità del complesso poteva solo intuirsi, mentre non un solo restauro era stato ancora realizzato. I due settori che erano separati dall’estensione dei campi, si sono ricongiunti a seguito della realizzazione di estesi scavi archeologici che ha riportato alla luce le grosse strutture murarie che sorgevano tra i due spazi. Sono stati restituiti alla luce i resti dell'insediamento più antico. con la chiesa del San Vincenzo Minore poi inglobata nel palazzo degli ospiti. stratificata su un edificio tardo romano. l'ampio refettorio con l'eccezionale pavimentazione in grosse mattonelle di cotto graffite, i corridoi e la sala delle riunioni , ugualmente pavimentati, con ampi resti di pitture murarie ad affresco, sia a carattere geometrico decorativo che figurativo, il cortile col portico ad "L" con giardino È stata individuata una struttura circolare immediatamente adiacente al refettorio e un’ampia struttura quadrilatera, porticata che la circoscrive. A valle del Refettorio sono stati esplorati edifici di servizio e in particolare le antiche cucine che conservavano ancora i resti degli ultimi pasti prima della distruzione dell’’ottobre dell’881. A monte e a lato della cosiddetta Sala Dei Profeti sono venuti alla luce resti cospicui di ulteriori ambienti pavimentati in cotto, con scalinate e sedili in muratura. Lungo il crinale del Colle della Torre, per tutta la sua estensione, fino a raggiungere l’area della grande Basilica di Giosuè, sono tornati alla luce consistenti resti di grosse strutture murarie degli edifici che si sviluppavano sul Colle. L’esplorazione di tale settore non è certo esaurita e dovrà essere ripresa in futuro. A non molta distanza, è stato riportato alla luce il vasto complesso della imponente Basilica del S. Vincenzo Maggiore edificata dall'abate Giosuè e consacrata nel 808, e di molti degli edifici che la contornavano a immediato contatto. La chiesa propriamente detta è lunga 63 metri e mezzo e larga 28,30 metri. ad essa si deve aggiunge un ampio atrio porticato utilizzato anche come sepolcreto dei monaci più impornati, il Paradisus del Monastero, costituito da tombe in muratura alcune delle quali anche dipinte, e tra queste quella dell’Abate Talarico, e un consistente corpo anteriore nel cui piano seminterrato sono stati individuati una serie di officine e laboratori per la lavorazione del vetro, degli smalti, della ceramica. La chiesa tipologicamente mostra la classica forma di basilica triabsidata di tipo longobardo, a tre navate e munita di una cripta anulare derivata dal modello di quella di San Pietro a Roma. La cripta costituisce la parte di maggiore valenza complessiva per la presenza lungo le sue pareti di affreschi che decorano con motivi geometrici a forte policromia la parte bassa del muro, per definire una zoccolatura di forte effetto. Sul fianco settentrionale della basilica sono i resti cospicui di una chiesetta dedicata a Santa Restituta di epoca più tarda. Proprio in questa cappella a latere è stato scoperto, nel corso del mese di settembre 2001, un preziosissimo pavimento autenticamente bizantino, con resti pavimentali ancora consistenti e ampie possibilità di corrette integrazioni in anastilosi e soprattutto ampie superfici di sottofondo pavimentale che costituiscono documenti di assoluta unicità. Della grande basilica di Giosuè è stata completata la ricerca archeologica sulla sua intera estensione, eccezionali risultati ha inoltre fornito la recente esplorazione archeologica condotta nell’argine del fiume Volturno; oltre al fronte est del complesso monastico che si affacciava sul fiume,, sono venute alla luce, in notevole quantità e nel loro sito originario, le antiche strutture lignee che costituivano e definivano la sistemazione esterna del monastero, nel punto in cui esso si collegava al Volturno. Gli interventi restaurativi sono stati accompagnati dalla realizzazione di coperture al momento Chiaramente provvisorie in attesa di più adeguate soluzioni permanenti. È stato realizzato un percorso di vista, con tratti a terra ed altri su passerelle metalliche, che si sviluppa ad anello in tutto il complesso e ricalca gli antichi percorsi quali i corridoi e le scale, privilegiando inoltre punti di osservazione dall’alto che consentono di cogliere direttamente e senza mediazioni grafiche, la maggiore estensione possibile dell’impianto architettonico dell’antico monastero. 88 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Villa Zappone, Larino Clementina Valente La villa in stile neoclassico, risale alla fine del secolo XIX. Essa presenta un impianto neo - rinascimentale con alcuni elementi di finitura appartenenti alla scuola del liberty napoletano, che ne fanno, nel contesto, una delle opere architettoniche di maggiore pregio del periodo. Infatti il monumento ha fatture di estrema raffinatezza estetica, come lo scalo ne principale d'ingresso, con balaustra in pietra, o la vetrata a motivi floreali incassata tra colonne di stile classico. La villa, denominata “Villa Zappone”, sorge a piano San Leonardo, proprio nel luogo dove si estendeva la città Ellenistica e Romana di Larinum, e precisamente nella zona dell'anfiteatro, delle cui strutture l'impianto ottocentesco sfruttava i ruderi inglobandoli nella muratura , negli ambienti del piano terra ed in alcuni ambienti di servizio. A sagoma rettangolare con pianta che tende ad assumere un andamento a doppia T, l'edificio, sobrio nella sua monumentalità e contraddistinto da un impostazione classica che risente di un liberty napoletano, è costituito da un piano terra ( o piano rialzato), un primo piano ed un piano soffitto. Il basamento della villa è tutto in pietra naturale lavorata e bocciardata, così come le alzate d'angolo, mentre l'edificio è coronato da un cornicione aggettante alla maniera fiorentina, anch' esso in pietra, così come le fasce marcapiano e le specchiature delle finestre. La villa si affaccia, con il lato principale, sulla Nazionale Sannitica Termoli-Campobasso, con quello posteriore sull'anfiteatro, e si presenta nel complesso tutta immersa nel verde di un parco circostante, salvato si dalla espansione urbanistica e mantenuto ancora intatto, nella sua vegetazione di piante scelte accuratamente. Al piano rialzato si accede tramite un' ampia scalinata di nove alzate terminante con una loggia fornita di parapetto su cui si apre il portone principale, con arco a tutto sesto e due finestre laterali; il piano rialzato, esternamente, è marcato da blocchi di pietra perfettamente squadrati e lisci, che si ripetono anche sul lato sinistro dove è ubicata una articolazione a loggia che ripete tipologicamente quella principale e tramite la quale si accede agli ambienti di servizio. Nella parte centrale si articolano simmetricamente i saloni. Tutte le finestre del piano ripetono gli archi della facciata. Il primo piano cui si può accedere tramite due scalinate simmetriche inserite a giro nelle due ali posteriori, si articola in un corridoio longitudinale centrale; esternamente il piano è scandito da quello sotto stante da una doppia fascia marcapiano orizzontale, cui corrisponde, al centro della facciata, una loggia che corre lungo tutto il corpo sporgente e su cui si affacciano tre balconi che ripetono, in proporzioni minori, l'ordine del piano sotto stante; sui corpi laterali, invece, il piano è caratterizzato da ampi finestroni architraviati con cornicioni a risalto. Il piano di gronda è scandito da mensolette; gli angoli verticali sono caratterizzati da cantonali in pietra squadrata che fino al primo piano sono regolari e nell'ultimo sfalsati. All'interno tutto il materiale storico-artistico, fatta esclusione del pavimento romano nella biblioteca e delle colonne del giardino, risale alla fine del XIX secolo. Le porte in noce ed in castagno sono tutte di prima qualità e sono in ottimo stato di conservazione. Di epoca umbertina, presentano superiormente una trabeazione a cornice composita. Due di esse, in noce, sono decorate con motivi ibridi sei-settecenteschi e sono dorate nelle parti incavate con pastetta dorata; bocchette e maniglie, originali, sono tutte in bronzo dorato. La sala principale del primo piano ha una porta centrale con cristalli a lavorazione satinata pure di epoca umbertina, il che permette, vista la pianta dell'edificio a tre corpi sfalsati con distribuzione a “enfilade”, di dare luce agli ambienti interni, creando effetti di notevole suggestione. Le volte sono tutte decorate con dipinti a stucchi a motivi geometrici; eleganti si presen- 89 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise tano le decorazioni dipinte in riquadri con scene mitologiche, floreali e geometriche. I camini sono tutti in marmo di Carrara bianco damascato e grigio bardiglio, tra cui si distingue un camino ad angolo che è eseguito con frammenti di marmo a tessere di mosaico di epoca romana; con tre bassorilievi in marmo bianco della stessa epoca. Pure romani sono i frammenti di marmo policromo utilizzati per la pavimentazione di una delle sale (mt. 4,85 x 6,40). Lo scalone in marmo di Carrara color bianco damascato e grigio, situato tra il piano nobile ed il primo piano, è a sbalzo con una bellissima ringhiera in ferro battuto, e motivi geometrici con corrimano in massello di noce nazionale. Sulla facciata verso il parco si apre una bella loggia alla maniera rinascimentale chiusa da una vetrata di tipo liberty, usata in un primo tempo come orangerie. Negli ambienti seminterrati, inglobati nella muratura, sono ancora visibili i resti delle terme romane con volte a botte di mattoni in buono stato di conservazione. Di pertinenza della villa è un parco di formazione contemporanea alla villa stessa. Esso occupa una superficie di circa 15.000 mq. e presenta una ricca vegetazione di tipo mediterraneo. Al centro del parco, su piedistallo di pietra, è stato sistemato dai vecchi proprietari un obelisco in pietra di epoca preromana. L'area verde che circonda la Villa comprende oltre al suddetto edificio, due modeste costruzioni un tempo adibite a funzioni di servizio oltre alle importanti testimonianze archeologi che, già citate ruderi di un muro e l'obelisco d'epoca romana. Il complesso dell'area del parco si presenta cintata su tre lati, mentre a settentrione si apre verso l'area archeologica dell'anfiteatro romano. Il giardino, realizzato successivamente alla costruzione della villa, è nato senza una logica precisa. Esso si sviluppa secondo un disegno casuale, specie nella fascia posteriore dell'edificio. In prossimità dell'ingresso principale, i vialetti di accesso alla villa, lastricati con cubetti di pietra, circondano un'aiuola circolare, delimitata nella forma, da caratteristici elementi "a foglia" in cotto e da una ringhiera elementare in ferro. Questi vialetti si aprono in corrispondenza del prospetto principale della villa in due piccole parterre simmetriche alla scalea d'accesso all'ingresso stesso della villa contenenti piante d'oleandro. Un altro elemento di rilievo è costituito dal viale di cipressi che si sviluppa sul lato destro della villa che raggiungeva un ingresso secondario, un tempo situato in asse con lo stesso, e attualmente risulta rimosso a causa delle lottizzazioni che, dal dopoguerra hanno eroso una buona parte dell'area. 90 Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise ELENCO PROGETTI REALIZZATI 2007-2008 PROGETTO IMPORTO INVESTIMENTO FONTE FINANZIAMENTO Restauro Castello Sanfelice in Bagnoli € 100.000,00 del Trigno (is) programma ordinario mibac regione molise - fondi ricoCh.S.Stefano in Limosano (CB) - s.u. € 90.000,00 struzione post sisma Restauro Palazzo Iapoce programma ordinario € 200.000,00 in Campobasso- completamento mibac Restauro Palazzo Iapoce programma ordinario € 350.000,00 in Campobasso-finitura mibac Restauro e recupero funzionale programma gioco lotto € 653.987,82 Palazzo Cappuccilli in Ripabottoni (CB) mibac Restauro ch.finestroni in salcito(CB) € 272.000,00 programma ordin. mibac Restauro ch.finestroni in salcito(CB) € 200.000,00 curia vescovile Restauro Convento S.Nazario programma gioco lotto € 1.428.000,00 in Morrone del Sannio (CB) mibac Restauro ch. S.Chiara in Venafro (IS) € 125.000,00 ministero interni - fondi fec completamento Restauro ch.S.Giuliano in S.Giuliano regione molise - fondi rico€ 360.000,00 del Sannio (CB) struzione post sisma Risanamento nucleo antico centro programma gioco lotto € 253.987,82 storico in Provvidenti (CB) mibac Rest. Pal. Piccirili in S.Massimo (CB) € 260.000,00 progr.ordinario mibac Portale ch.S.Emidio in Agnone (IS) € 40.000,00 progr.ordinario mibac Restauro ch.S.Biase in Agnone (IS) € 50.000,00 progr.ordinario mibac Restauro ch.S.Emidio in Agnone (IS) € 25.000,00 progr.ordinario mibac Restauro ch.S.Franc. in Agnone (IS) € 30.000,00 progr.ordinario mibac Ch.s.Franc.in Larino (CB) somma urg. € 9.680,00 regione molise fondi por Restauro ch.Annunziata in Riccia (CB) € 75.000,00 progr.ordinario mibac Rest. Ch.s.m. della Croce in cbasso € 250.000,00 progr.ordinario mibac Rest. Ch.s.m. Della Croce in cbasso € 150.000,00 progr.ordinario mibac REST.Monastero in Civitanova € 275.000,00 regione molise cipe del S.(IS) REST. Complesso s.v. al Volturno (IS) € 600.000,00 regione molise cipe Restauro Ch.S.M.Ass.in Capracotta (IS) € 35.000,00 progr.ordinario mibac Restauro Ch.S.Antonio in Agnone (IS) € 170.000,00 regione molise fondi por Restauro Ch.S.Biase in Agnone (IS) € 142.662,00 regione molise fondi por Restauro Ch.S.Franc. in Agnone (IS) € 210.000,00 regione molise fondi por Restauro Ch.S.Nicola in Agnone (IS) € 270.000,00 regione molise fondi por Programma ordinario Rest. Ch.s.m.Grotte in Rocchetta (IS) € 40.000,00 mibac programma ordinario Ch.Cattedrale in Venafro (IS) Som.Urg. € 50.000,00 mibac Ch.S.M. in Ripabottoni (CB) regione molise - fondi € 50.000,00 rimoz.pont. ricostruzione post sisma regione molise - fondi PAL.di Stefano in S.G.Di Puglia (CB) S.U. € 51.915,17 ricostruzione post sisma Ch.S.Giuliano di Puglia(CB) regione molise - fondi € 363.043,56 campanile ricostruzione post sisma regione molise - fondi Ch.S.Giuliano di Puglia (CB) - cappella € 57.998,48 ricostruzione post sisma 91 Soprintendenza per i Beni Architettonci e Paesaggistici del Molise REST. Ch.S.Elena in S.Giuliano di P.(CB) REST.Ch.Cattedrale in Larino(CB) REST.Ex Seminario in Larino(CB) REST.CH.S.Stefano in Larino(CB) IMPORTO COMPLESSIVO regione molise - fondi ricostruzione post sisma gioco lotto -a.p.q.diocesi € 309.874,14 termoli gioco lotto -a.p.q.diocesi € 258.228,45 termoli gioco lotto -a.p.q.diocesi € 51.645,69 termoli € 12.780.678,78 € 475.000,00 Note Con il programma ordinario dei lavori pubblici, ogni anno il Ministero finanzia gli interventi di tutela dei beni Culturali. Si tratta, prevalentemente, di restauri sui beni architettonici, storico-artistici, scavi archeologici ed interventi nei settori del paesaggio e dell’arte contemporanea nonché di recupero e tutela nei settori dei beni archivistici e librari. Si utilizzano risorse stanziate in bilancio, in appositi capitoli in conto capitale, che non provengono da leggi speciali. Con il programma Lotto il Ministero, ogni tre anni, elabora un programma di interventi di un certo rilievo, in termini di fabbisogno finanziario, in tutti i settori di interesse compreso il settore del cinema e dello spettacolo dal vivo. Le risorse utilizzate sono relative agli introiti del lotto e stanziate dalla legge finanziaria 1997. Con la riprogrammazione delle risorse giacenti in contabilità speciale il Ministero, ai sensi della legge finanziaria 2008 (art.2,c.386), ogni anno individua gli interventi relativi a programmi approvati per i quali non risultino avviate le procedure di gara entro il termine del 31 dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione, quindi procede alla definizione di un nuovo programma. I settori di intervento sono gli stessi del programma ordinario. La legge finanziaria 2007 (art. 1 c. 1142), prevede lo stanziamento di fondi per consentire al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di far fronte, con interventi urgenti, al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e di procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali, archivistici e librari, nonché di progetti di tutela paesaggistica e a archeologico- monumentale e di progetti per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici. 92 SOPRINTENDENZA BENI STORICI ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI DEL MOLISE Dora Catalano La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise è organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, articolazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise. È stata istituita con Decreto Ministeriale del 18 giugno 2008, a seguito dell’entrata in vigore del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 novembre 2007, n. 233, Regolamento di riorganizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha acquisito le competenze e le funzioni in precedenza svolte da uno specifico settore che era costituito all’interno della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggio, Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico del Molise. La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise svolge attività di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico, operando in base al D. Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 e successive modificazioni (Codice dei Beni culturali e del Paesaggio) nell’ambito dei confini della regione Molise; si occupa dei beni mobili ed immobili per destinazione e degli apparati decorativi appartenenti allo Stato, agli Enti territoriali, agli Enti ecclesiastici, agli Enti morali ed alle Fondazioni, ovvero dei beni appartenenti a privati quando ne sia stato preventivamente riconosciuto l’interesse culturale attraverso il procedimento di dichiarazione previsto dal D. L. 42/2004, artt. 13 – 15. Non ha musei o istituti di cultura direttamente dipendenti, ma collabora con le altre istituzioni ministeriali locali alla manutenzione, gestione ed alla conduzione delle attività di restauro di specifica competenza dei complessi monumentali statali presenti nella regione. All’interno di tali complessi svolge attività espositive e di valorizzazione del patrimonio culturale. Ha in consegna il fondo di opere grafiche (disegni, incisioni, bozzetti) denominato “Collezione Giacomo e Nicola Giuliani”. La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise esercita le competenze assegnatele dal D.P.R. 233/2007 e quelle previste dal D.Lgs. 42/2004 e s.m.i, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Tra le altre attività svolge: Svolge attività di tutela all’interno del territorio regionale mediante azioni di controllo e verifica dello stato di conservazione sui beni culturali nel settore di competenza. Svolge attività di pianificazione mediante proposte di programmazione, e quindi di progettazione e realizzazione di interventi di restauro e di interventi di qualunque natura finalizzati alla salvaguardia e conservazione dei beni. Autorizza opere ed interventi su beni culturali nel settore di competenza, svolgendo attività di sorveglianza su tali lavori, ovvero se richiesto, anche di direzione scientifica, al fine di garantire anche nelle fasi esecutive la compatibilità dei lavori con le esigenze di tutela. In tale ambito, se richiesto, esprime pareri sulla congruità della proposta economica. 93 Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise Esprime parere tecnico sulle richieste di ammissibilità delle opere ed interventi proposti da privati od Enti al contributo statale previsto dal D.Lgs. 42/2004 e s.m.i, artt. 31, 35 e 37 e segue le successive fasi istruttorie sino al collaudo delle opere, curando anche la stipula di accordi e convenzioni con i proprietari dei beni ammessi all’erogazione dei contributi per quanto concernente le modalità di accesso. Partecipa alle conferenze di servizi ed esprime pareri riferiti al settore di competenza. Avvia il procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale di cui al D. Lgs. 42/2004 e s.m.i, artt. 10-16 per i beni appartenenti a privati, elaborando proposte di dichiarazione da sottoporre alla Direzione Regionale. Istruisce e propone provvedimenti di verifica dell’interesse culturale di cui al D. Lgs. 42/2004 e s.m.i, art. 12. Svolge le funzioni relative alla catalogazione dei beni storici artistici ed etnoantropologici nell’ambito regionale, in coordinamento con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per quanto concernente le normative, gli standard e le linee guida. Nell’ambito delle attività di catalogazione agisce anche mediante accordi ed intese con Enti territoriali ed Enti Ecclesiastici, in quest’ultimo caso anche mediante accordi locali discendenti dalla convenzione dell’8 aprile 2002 in materia di inventario e catalogazione dei beni culturali appartenenti alle Istituzioni ecclesiastiche stipulata tra l’ICCD e la Conferenza Episcopale Italiana. Svolge attività di collaborazione con le forze dell’ordine e di supporto tecnico in concomitanza di furti, illecita commercializzazione ed altre attività di rilevanza giudiziaria concernenti beni culturali del settore di competenza, curando anche, quando richiesto, l’accoglienza in deposito di opere sottoposte a sequestro giudiziario. Esercita le funzioni e svolge le attività previste dal D. Lgs. 42/2004 e s.m.i, art. 63 in relazione al commercio di cose antiche . Cura la realizzazione di ricerche, studi, pubblicazioni, nonché di iniziative espositive ed eventi culturali in relazione al patrimonio storico artistico ed etnoantropolgico della regione. Svolge ogni altro compito assegnatole dal D. Lgs. 42/2004 e s.m.i e dal Regolamento di cui al D.P.R. del 26 novembre 2007, n. 233. La conservazione e gli interventi di restauro La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise ha raccolto l’eredità delle attività di conservazione e restauro condotte precedentemente dal settore beni Storici ed Artistici dell’Istituto in vita sino al 18 giugno 2008. La Soprintendenza opera principalmente con finanziamenti statali previsti dalla programmazione ordinaria del Ministero, attivando progetti di restauro su incarico della Direzione Regionale che è responsabile dei piani annuali di interventi conservativi e di salvaguardia del patrimonio. Negli ultimi anni le opere di restauro, quando non effettuate a motivo di provvedimenti di urgenza e di rischio di perdita, si sono indirizzate in campagne mirate al recupero complessivo di monumenti statali, come ad esempio per le decorazioni pittoriche cinquecentesche Castello di Gambatesa (CB), o di edifici di proprietà ecclesiastica, come nel caso della chiesa di S. Maria della Croce a Cercemaggiore (CB), o nel caso di un gruppo di chiese di Agnone (IS) nelle quali si è operato in base all’Accordo di Programma Quadro tra Ministero e ReFig. 1. Dossale in stucco policromo, Agnone, gione Molise con finanziamenti P.O.R. 2000-2006. chiesa S. Antonio Abate Ad Agnone, nelle chiese di S. Antonio Abate, S. Francesco, S. Nicola, S. Biase, gli interventi di restauro hanno interessato decine di opere: altari, stucchi, dipinti murali, dipinti su tela o su tavola, organi, arredi lignei e suppellettile ecclesiastica (Fig. 1). Un secondo settore di interventi pianificati interessa un settore peculiare della realtà molisana, quello della scultura lignea policroma,con due progetti ancora in corso dedicati al recu- 94 Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise pero e valorizzazione della scultura medievale ed al recupero conservativo della scultura lignea barocca, con particolare attenzione alla produzione del maggiore artista del Settecento molisano, Paolo Di Zinno (Campobasso 1718-1781) e degli artisti napoletani di questo periodo. Negli ultimi anni, infine, molta attenzione e molte delle pur esigue risorse economiche si sono concentrate sul restauro di opere provenienti dagli edifici interessati dai danni causati dal sisma che ha colpito San Giuliano di Puglia ed i comuni del basso Molise nell’ottobre del 2001. Tra gli interventi attualmente in corso risulta opportuno segnalare almeno la campagna di restauro, condotta in più lotti di lavori, dedicata alla chiesa di S. Maria delle Grotte in territorio di Rocchetta a Volturno, una delle più significative testi- Fig. 2. S. Margherita, Rocchetta al Volturno, monianze del Molise medievale. All’interno della chiesa S. Maria delle Grotte – durante chiesa, costruita in una zona boscosa a ridosso di il restauro una grotta naturale, si sta procedendo al recupero conservativo degli affreschi risalenti al XIII secolo, dei frammenti pittorici e dei materiali lapidei medievali (Fig. 2). All’interno del territorio regionale è attualmente in via di completamento anche un intervento curato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro con la collaborazione tecnico-scientifica della Soprintendenza. Esso riguarda il monumento funerario del XIV secolo situato nella badia benedettina di S. Maria della Strada a Matrice (CB), ed ha visto la sperimentazione di metodologie innovative nel campo del consolidamento strutturale di apparati decorativi in area sismica. La catalogazione e gli archivi Sin dall’insediamento degli uffici del Ministero peri Beni Culturali in Molise, alla metà degli anni ’70 dello scorso secolo, ha preso avvio una lenta ma sistematica attività di censimento e catalogazione delle opere d’arte e dei beni di interesse storico artistico ed etnoantropologico della regione condotta sulla base degli standard catalografici e delle normative indicati dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. La Soprintendenza ha preso in consegna i materiali catalografici e documentari relativi al settore di competenza che sono confluiti nel nuovo Archivio Catalogo e nell’Archivio Fotografico del nuovo Istituto, unitamente all’Archivio Restauri OA All’anno 2008 l’attività di catalogazione ha visto la realizzazione di circa 20.000 schede suddivise tra OA (opere ed oggetti d’arte), D (disegni), F (fotografie), NU (beni numismatici), S (stampe) SMO (strumenti musicali e organi), BDM (beni demoetnoantropologici materiali) e BDI (beni demoetnoantropologici immateriali) . Le schede sono corredate da immagini in B/N o colore da riprese fotografiche in negativo 6x6 per un numero complessivo quantificabile in oltre 22.000 scatti. Le campagne di schedatura hanno interessato i principali siti e complessi ecclesiastici di tutti i 136 comuni della regione e, sulla base delle stime effettuate, hanno censito intorno al 90% del patrimonio regionale. Attualmente le attività di catalogazione riguardano il lavoro di aggiornamento scientifico delle schedature più antiche, unitamente ad una ricognizione capillare di edifici ecclesiastici minori o oggetto di schedature selettive. Con il progetto nazionale ARTPAST (www.artpast.org) tra il 2005 ed il 2007 si è proceduto in sede locale al recupero dei dati delle schede cartacee o già informatizzate con precedenti programmi di data entry ed alla digitalizzazione delle fotografie di corredo alle schede. Le schede di catalogo e la documentazione fotografica sono consultabili nella loro versione cartacea presso gli uffici della Soprintendenza in Campobasso, via P. Rotondo 8, fino al trasferimento degli Archivi presso la nuova sede. 95 Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise In attesa del definitivo riversamento dei dati informatizzati nel SIGeC (Sistema Informativo Generale del Catalogo) creato dall’ICCD, le schede e le immagini sono accessibili nella loro versione informatizzata, su appuntamento, mediante una postazione collocata presso la sede di Via A. Chiarizia 14. L’Archivio Restauri, costituito su base topografica, raccoglie i dati amministrativi, i dati tecnici e diagnostici, la documentazione fotografica e grafica relativa agli interventi di restauro realizzati a partire dal 1975 nell’ambito del territorio molisano su beni mobili, dipinti murali, sculture, arredi, organi ed apparati decorativi. Nell’ambito delle attività del progetto ARTPAST, con il sistema ARISTOS (Archivio informatico per la Storia della Tutela degli Oggetti Storici artistici) si è avviata l’opera di informatizzazione dell’Archivio Restauri e di ricognizione e trasferimento su supporto informatico dei dati storici e documentari relativi ad alcuni particolari interventi. Nell’ambito dello stesso progetto si è proceduto al recupero ed alla digitalizzazione di fotografie storiche di comuni e monumenti del Molise custodite presso la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo. La consultazione al pubblico dell’Archivio Restauri è consentita su appuntamento dietro presentazione di motivata richiesta. I beni in consegna: la “collezione G. e N. Giuliani” La raccolta è intitolata a Giacomo e Nicola Giuliani, padre e figlio ed entrambi artisti vissuti tra XIX e XX secolo nel centro molisano di Oratino, che hanno salvato dalla dispersione un nutrito fondo di opere grafiche messo insieme nel corso del Settecento dal pittore e decoratore Ciriaco Brunetti e da questi utilizzato all’interno della bottega. La collezione è composta da: 416 fogli sciolti di disegni e incisioni, 26 bozzetti su tela o su cartoncino, tre taccuini di studio, di cui due legati ed uno mutilo e smembrato, un volume settecentesco rilegato in pergamena utilizzato come raccoglitore per incisioni e studi, un secondo volume, anch’esso rilegato, doppiamente adoperato come taccuino e come album per disegni diversi, talvolta incollati su pagine Fig. 3 Ciriaco Brunetti, studio già utilizzate (Fig. 3), Campobasso, Soprintendenza BSAE per decorazione di soffitto, Molise, raccolta Giuliani). Campobasso, Soprintendenza Molto spesso le carte dei disegni, siano essi sciolti o incol- BSAE Molise , raccolta Giuliani lati nei volumi, appaiono impiegate sui due lati, con studi portati a diversi livelli di finitura e realizzati con tecniche differenti. I disegni propongono in massima parte studi progettuali per decorazioni architettoniche, soggetti religiosi, copie tratte da altri maestri, o studi per figura ed appartengono ad artisti oratinesi. Un piccolo nucleo di fogli raccoglie prove grafiche di pittori attivi in area meridionale tra XVI e XVIII secolo, da Giovanni Balducci a Luca Giordano, da Agostino Beltrano a Fedele Fischietti, evidentemente acquistati sul mercato napoletano, unitamente al folto e variegato gruppo di stampe. Un lungo periodo di tempo è trascorso tra il ritrovamento di questo fondo di opere grafiche , avvenuto all’inizio degli anni ‘80, e la sua acquisizione da parte dello stato italiano, realizzatasi solo nel novembre 1991. La scoperta della collezione e la prima analisi dei materiali in essa contenuti hanno immediatamente aperto una “questione oratinese” nell’ambito della storia dell’arte locale e creato un clima di interesse intorno alle figure che di quella raccolta sono protagoniste: il citato pittore e decoratore Ciriaco Brunetti, esponente insieme al suo lontano parente Niccolò Falocco di una vivace stagione artistica nel XVIII secolo, il più anziano Benedetto Brunetti, ed altri maestri minori gravitanti intorno allo studio di Ciriaco. Il ritrovamento è stato di stimolo ad estese ricerche che hanno permesso di recuperare anche fuori i confini del Molise numerose opere di questi maestri e ricostruirne le personalità. Gli studi e le campagne di restauro curate dalla Soprintendenza del Molise hanno reso possibile la realizzazione nel 1993 di una mostra dedicata agli artisti oratinesi, dal titolo Oratino. Pittori, scultori e botteghe artigiane tra XVII e XIX secolo con relativo catalogo . 96 Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise Attualmente è stato predisposto un progetto di schedatura informatica della collezione e di inserimento delle immagini in un data base digitale, connesso ad altre proposte espositive per il quale si stanno cercando specifiche risorse economiche. ORGANIZZAZIONE Alla data odierna (marzo 2009) gli uffici della Soprintendenza, situati a Campobasso, sono frazionati tra il complesso architettonico di Via A. Chiarizia n. 14, in condivisione con altri Istituti dell’Amministrazione, e la sede di via P. Rotondo n. 8, ove è l’Archivio Catalogo ed un deposito di opere d’arte mobili. La Soprintendenza è in attesa del trasferimento presso la nuova sede di Palazzo Iapoce, in via Salita San Bartolomeo a Campobasso, ed è in attesa della completa definizione dell’organico. Sede centrale: Palazzo Iapoce - 86100 Campobasso, tel. 0874 4271 - fax 0874 427312 Sedi operative: ISERNIA, Corso Marcelli, 48 – 86170 Isernia tel. 0865 415179 CASTEL S. VINCENZO (IS), - 86071 Località San Vincenzo al Volturno el./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) VENAFRO (IS), Piazza Castello – 86079 Venafro, tel. 0865 904698 GAMBATESA (CB), Piazza Castello – 86013 Gambatesa tel./fax 0874 719261 Musei e complessi monumentali: VENAFRO (IS), Castello Pandone Piazza Castello – 86079 Venafro Tel./Fax 0865 904698 CASTEL S. VINCENZO (IS), Area di interesse storico artistico di San Vincenzo al Volturno 86071 Castel S. Vincenzo tel./fax 0865 415179 (Ufficio Studi) GAMBATESA (CB), Castello, Largo Castello - 86013 Gambatesa tel./fax 0874 719261 ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE Anche in questo settore la nuova Soprintendenza vive una fase di elaborazione di progetti e di proposte, con le quali si intendono sviluppare ed ampliare le iniziative di incremento della fruizione e di promozione del patrimonio storico artistico regionale sulla scorta di positive esperienze concretizzatesi negli anni passati in seno alla precedente Soprintendenza “mista”. Dal 2005 ad oggi sono state realizzate diverse manifestazioni culturali. Tra queste è opportuno segnalare la mostra dal titolo Alla riscoperta delle chiese di San Giorgio e San Bartolomeo. Oggetti d’arte e documenti storici, che ha voluto attirare l’attenzione su due delle più antiche presenze ecclesiastiche a Campobasso, due edifici di origine medievale oggi raramente accessibili al pubblico, e presentare un piccolo gruppo di sculture, manufatti lapidei ed altre opere pertinenti alle due chiese restaurate dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio, il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico Del Molise, nonché i risultati delle ricerche documentarie realizzate dalla Soprintendenza Archivistica per il Molise. Nel 2007, in convenzione con la Regione Molise ed a conclusione delle attività del Programma di iniziativa comunitaria INTERREGIIIC ZONA SUD – Progetto NOE’- Patrimoines et prevention des risques naturels, è stata realizzata la mostra Opus Loci. Opere d’arte e contesti dopo il terremoto, nella Fig. 4 Mostra Opus Loci, quale alcune opere d’arte provenienti dai depositi allestiti invito 97 Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise all’indomani del sisma del 2002 sono state chiamate ad intessere un dialogo con interventi ed installazioni di artisti contemporanei (Fig. 4-5). Per l’anno in corso sono in divenire due iniziative di studio che confluiranno in manifestazioni e mostre. La prima nasce dall’occasione della ricorrenza del IV Centenario della costruzione della Cappella del Tesoro di S. Cristina, fondata nel 1609 dal feudatario Francesco Carafa Fig. 5 Mostra Opus Loci, allestimento nella chiesa Parrocchiale di Sepino (CB). Il lavoro, condotto d’intesa con la Parrocchia di S. Cristina, il Comune di Sepino e la Regione Molise prevede un incontro di studi, una mostra, attività didattiche e la pubblicazione di un volume monografico dedicato al pregevole complesso architettonico ed alle opere in esso presenti. La seconda intende portare al pubblico i risultati degli studi e delle ricerche documentarie condotte negli ultimi anni sulla chiesa di S. Maria delle Monache di Isernia ed utilizzate come sperimentazione per il popolamento del già citato sistema ARISTOS. Il lavoro era finalizzato alla ricostruzione delle diverse vicende che tra XIX e XX secolo hanno visto la soppressione dell’istituzione ecclesiastica, la dispersione del suo patrimonio di opere ed arredi e quindi la drammatica distruzione dell’edificio nel 1943 a causa delle mine tedesche. Sarà allestita una mostra fotografica e documentaria, sarà predisposta una postazione informatica con la quale si potrà consultare il “fascicolo virtuale” sulla chiesa ricomposto sulla piattaforma ARISTOS con carte di diversa provenienza e saranno presentati al pubblico dipinti, opere di oreficeria sacra, sculture e brani frammentari di apparati decorativi lapidei un tempo appartenuti alla chiesa. LUOGHI DI CULTURA Castello Pandone Dora Catalano Nelle sale del piano nobile del Castello di Venafro si dispiega un ciclo decorativo unico nel suo genere, (Fig. 1) che vede campeggiare sulle pareti delle diverse stanze numerosi cavalli, ritratti di profilo a grandezza naturale, araldicamente stagliati nel loro monumentale isolamento su un fondo neutro. Si tratta della campagna pittorica commissionata da Enrico Pandone, entrato giovanissimo nel 1498 in possesso del prestigioso feudo di Venafro. Fig. 1 Castello Pandone - Venafro (IS) affreschi Enrico, che ha trascorso la sua giovinezza a Napoli presso la corte dei re d’Aragona, tra sfarzose cerimonie,esercizi equestri,cacce,danze e tornei, proprio a Venafro coltiva la sua passione per i cavalli, che alleva a decine nelle scuderie fatte appositamente costruire presso la cosiddetta torre del Mercato. Così, quando intorno al 1520 realizza i lavori di trasformazione dello scomodo fortilizio medievale in una più elegante residenza adatta ad un moderno “principe”, decide di trasformare le sale del palazzo in una sorta di album di immagini degli esemplari equini a lui più cari, facendovi ritrarre i cavalli suoi “favoriti”. Tra il 1521 ed il 1527 con cadenza annuale anonimi maestri vengono chiamati a decorare in sequenza le diverse stanze con le sagome dei cavalli modellate a bassorilievo e poi di- 98 Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise pinte ad affresco. Ognuno di essi è caratterizzato dalla propria sella e da eleganti finimenti, è contrassegnato dal marchio a fuoco di Enrico Pandone - un rombo inscritto in un quadrato e sormontato da una croce con al centro la lettera H - ed accompagnato da un morso dipinto con dovizia di particolari ed illusivamente appeso ad un chiodo; ai pedi di ciascun esemplare una tabella dipinta con iscrizioni registra tutte le informazioni utili al suo riconoscimento, la razza, l’età, il nome e talvolta anche la sua particolare sorte: da queste iscrizioni veniamo a conoscere ad esempio che il baio Stella Ginecto ed il liardo Scorbone Aspro della stanza nord furono donati da Enrico Pandone a gentiluomini napoletani o che il baio Logo, raffigurato al galoppo lungo la scalinata d’accesso al primo piano ed oggi ridotto al semplice abbozzo preparatorio, fu inviato al mercante fiorentino Francesco Pitti. Tra tutti spicca l’imponente esemplare nominato S. Giorgio che nell’ottobre del 1522 venne inviato come omaggio all’imperatore Carlo V. Come già accennato, non tutti i cavalli sono giunti a noi integri: in buone condizioni sono quelli della stanza occidentale dipinti nel 1524, e parte di quelli realizzati tra il 1522 ed il 1523 nella sala nord. Al contrario, i dipinti del salone e quelli delle altre stanze sono oggi visibili semplicemente a livello di disegno preparatorio; solo labili tracce di stucco e colore ci segnalano che le sagome a rilievo sono state smantellate in epoca imprecisata, per permettere un diverso utilizzo degli ambienti. Gli ultimi cavalli del salone recano la data 1527. Un anno dopo Enrico pagherà con la vita la sua scelta di campo a favore dei francesi ed il tradimento nei confronti dell’imperatore Carlo V, ponendo termine al lungo dominio dei Pandone su Venafro. Le sale del Castello vedono inoltre una nuova campagna di ornamentazione pittorica nel XVIII secolo, quando viene realizzato un fregio lungo la parte alta delle pareti del salone con scene di caccia e momenti di vita di corte e quando la stanza ricavata nella torre nord, viene rivestita di coloratissime architetture illusionistiche di spirito genuinamente rococò. 99 SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL MOLISE La Soprintendenza archivistica per il Molise è stata istituita con Legge n. 92 del 5.02.1992 ed ha iniziato la propria attività il 1 gennaio 1993. Precedentemente, dal 1985, ha funzionato come sezione staccata, con sede a Campobasso, della Soprintendenza archivistica per l’Abruzzo e il Molise. Organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza archivistica per il Molise ha competenza regionale e, pur nel rispetto dell’autonomia scientifica, costituisce articolazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise. La Soprintendenza archivistica ha le funzioni di tutela, vigilanza e valorizzazione sugli archivi degli enti pubblici non statali e su quelli privati dichiarati di interesse culturale. La Soprintendenza archivistica ha le funzioni di tutela, vigilanza e valorizzazione sugli archivi degli enti pubblici non statali e su quelli privati dichiarati di interesse culturale. Tra i compiti propri della funzione di tutela della Soprintendenza si segnalano: - individuazione e censimento degli archivi pubblici non statali; - dichiarazione di interesse culturale degli archivi privati; - ispezioni; - consulenza, a richiesta, sui metodi di conservazione, di ordinamento e di inventariazione; - intervento in caso di inadempienza degli obblighi stabiliti dalla legge; - valutazione delle priorità nell’erogazione dei contributi ai possessori di archivi privati ed ecclesiastici; - valutazione delle opportunità di acquisire fondi documentari di interesse storico offerti in vendita, in dono o in deposito agli Archivi di Stato. La funzione di vigilanza si sostanzia nelle seguenti attività: - concessione del nulla osta allo scarto di documentazione non più occorrente ai fini amministrativi e di interesse storico; - accertamento dell’esistenza di archivi privati di interesse culturale e loro notifica (la legge archivistica impone al privato l’obbligo di denunziare alla Soprintendenza Archivistica competente per territorio il proprio archivio qualora contenga documenti anteriori agli ultimi 70 anni, ma i soprintendenti possono anche di propria autonoma iniziativa dichiarare l’ “interesse culturale” degli archivi privati). A seguito di tale dichiarazione sorgono per i privati particolari obblighi inerenti alla conservazione ed alla consultabilità dei loro archivi; - predisposizione delle procedure di deposito volontario di archivi e documenti da parte degli enti pubblici e dei privati negli Archivi di Stato competenti per territorio e di donazione da parte dei privati; - vigilanza sul commercio degli archivi e/o singoli documenti di comprovato valore storico; 100 Soprintendenza Archivistica per il Molise - approvazione dei progetti e delle professionalità che seguono gli interventi di restauro sulla documentazione archivistica appartenente a privati e ad enti ecclesiastici e loro collaudo; - verifica dell’idoneità delle sedi in cui si trovano gli archivi degli enti pubblici e gli archivi privati notificati; - vigilanza sulle modalità di riordino ed inventariazione degli archivi pubblici e privati ed approvazione delle professionalità che eseguono tali interventi; - rilascio di autorizzazione preventiva al trasferimento ed all’esposizione temporanea di documenti in occasione di mostre e manifestazioni culturali all’interno del territorio nazionale nonché all’estero. Tale autorizzazione è necessaria sia per documenti facenti parte di archivi di enti pubblici, sia per documenti provenienti da archivi privati dichiarati di notevole interesse storico. E’ inoltre attribuita alla Soprintendenza archivistica la funzione di identificare e di rivendicare gli archivi e i documenti statali che si trovino fuori dalla loro sede di conservazione istituzionale. A seguito dell’Intesa stipulata tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana), la Soprintendenza archivistica collabora con le istituzioni ecclesiastiche regionali per la tutela, salvaguardia e valorizzazione dei loro archivi (diocesani, capitolari, parrocchiali,ecc.), secondo le disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio. POLITICHE TERRITORIALI ATTUATE NEGLI ULTIMI ANNI Il Settore Tutela, Vigilanza e Valorizzazione degli archivi pubblici svolge un’intensa attività soprattutto rivolta agli archivi comunali, mediante l’accertamento delle loro condizioni di conservazione, la consulenza per stabilire i criteri da adottare per garantire la corretta tenuta e la consultazione agli studiosi, l’assistenza tecnica al riordino. La particolare attenzione a questa tipologia di archivi è dovuta alla carenza di personale qualificato in tale ambito nelle Amministrazioni comunali del nostro territorio ed all’importanza che essi rivestono nelle ricerche per tracciare un profilo storico-istituzionale dell’ente. Gli archivi dei comuni della nostra Regione sono stati oggetto di intervento di riordino ed inventariazione della documentazione prodotta ed acquisita fino agli anni ’40 del secolo scorso, per cui tutti hanno a disposizione lo strumento di corredo utile alla loro consultazione. Per la documentazione relativa agli anni successivi sono stati effettuati numerosi interventi di censimento che hanno prodotto degli elenchi finalizzati alla conoscenza quantitativa e tipologica della documentazione presente. Sono stati realizzati o sono in corso di attuazione interventi di precatalogazione degli atti posteriori al 1940 in 50 comuni della Regione, in 7 Comunità montane, in 8 Assessorati regionali, nella Banca d’Italia di Campobasso e nell’Istituto Autonomo Case Popolari. Di importanza rilevante è stata l’assistenza tecnica fornita dalla Soprintendenza agli Enti locali in occasione dell’introduzione del protocollo informatico, con l’organizzazione del convegno “Strumenti per la gestione dell’archivio. Il nuovo piano di classificazione per i Comuni”, in collaborazione con la Presidenza ANCI Molise e l’Agenzia de Segretari e con il patrocinio della Regione Molise, il Comune di Campobasso, l’ANCI Molise. (Fig. 1). Un intervento molto incisivo sul territorio, meritevole di nota, è stata l’attività ispettiva condotta negli archivi del Basso Molise in occasione del sisma del 31 ottobre 2002. Nell’emergenza alcuni funzionari della Soprintendenza archivistica hanno partecipato a gruppi di lavoro, con Fig. 1 101 Soprintendenza Archivistica per il Molise esponenti nazionali e regionali del settore Beni Culturali e della Protezione Civile, per effettuare dei sopralluoghi volti ad una prima stima dei danni subiti dai beni culturali presenti nella zona colpita; per valutare la effettiva necessità di intervento o di sgombero del materiale documentario conservato negli immobili e di progettare eventuali interventi di restauro, richiedendone il conseguente finanziamento. Nell’occasione è stata recuperata, in luoghi spesso inagibili, preziosa documentazione archivistica. In seguito a tale intervento, la Soprintendenza archivistica per il Molise è stata promotrice, con gli altri uffici del Ministero che insistono sul territorio regionale, della ideazione e realizzazione di una mostra per presentare i dati e le rilevazioni tecnico-scientifiche risultate dal censimento dei danni curato dal C.O.M. di Larino – Funzione Salvaguardia Beni Culturali e per sensibilizzare la popolazione all’azione di prevenzione, visto che quello del 31 ottobre 2002 è solo l’ultimo, in ordine temporale, dei terribili eventi sismici che in oltre 2000 anni ha devastato la nostra terra. (Fig. 2). Fig. 2 Il Settore Tutela, Vigilanza e Valorizzazione degli archivi ecclesiastici opera in un rapporto di fattiva collaborazione con gli Enti ecclesiastici, sia sul piano tecnico che su quello della valorizzazione, ancor prima della stipula dell’Intesa.resa esecutiva dal 2000. Oltre al censimento degli archivi diocesani, capitolari e parrocchiali sono stati eseguiti anche interventi volti al riordino ed all’elaborazione di strumenti per la consultazione e, in diversi casi, è stata fornita assistenza tecnica agli studiosi in fase di ricerca storica. Gli archivi ecclesiastici risultano essenziali per capire il ruolo svolto dalla Chiesa nell’ambito spirituale e sociale su tutto il territorio e rivestono, in generale, un particolare interesse nella molteplicità delle indagini possibili, sia in relazione a ricerche di ordine giuridico-istituzionale o più prettamente religioso e devozionale, o di carattere patrimoniale, o di natura demografica, rivelandosi estremamente preziosi perché, rispetto alla gran parte degli archivi comunali, conservano molteplici testimonianze pre-ottocentesche. Un’azione di salvaguardia, avviata in maniera capillare nelle circoscrizioni territoriali delle Diocesi di Campobasso-Bojano, Termoli-Larino, Isernia-Venafro e Trivento ha consentito di attuare il censimento completo dei registri parrocchiali dei battesimi, matrimoni , morti e degli stati delle anime di tutte le parrocchie incardinate. Questi documenti rappresentano una fonte privilegiata per lo studio della demografia storica perché consentono di studiare la struttura della popolazione, il movimento naturale della stessa, la struttura socio-economica, la struttura familiare, i flussi migratori, la toponomastica antica del paese. I registri dei battesimi, in particolare, nel periodo anteriore alla istituzione dello stato civile – che è di impianto napoleonico (1807) – costituiscono l’unica registrazione continuativa dei nati e pertanto rappresentano la sola fonte ufficiale utilizzabile per gli studi genealogici. Alcuni archivi parrocchiali delle 4 Diocesi conservano queste registrazioni anagrafiche già a partire dal 1563, anno in cui fu sancita l’obbligatorietà della loro compilazione dal Concilio di Trento. (Fig. 3). L’attività di tutela esercitata sugli archivi ecFig. 3 clesiastici ha permesso, inoltre, di estendere il piano di intervento ad attività di riordino e di inventariazione di alcuni fondi documentari. Si segnalano tra questi l’Archivio storico diocesano di Termoli-Larino, gli archivi del Capitolo della Cattedrale di Termoli, del Capitolo della Cattedrale di Larino, delle parrocchie di S. Maria Maggiore in Guglionesi e di S. Giuliano Martire in San Giuliano di Puglia. Per quanto riguarda la Diocesi di Campobasso-Bojano sono stati riordinati ed inventa- 102 Soprintendenza Archivistica per il Molise riati gli archivi parrocchiali dei SS. Erasmo e Martino in Bojano, di S. Maria della Croce in Cercemaggiore, di S.Andrea Apostolo in Jelsi, di S. Maria Assunta in Oratino, di S. Maria Assunta in Riccia, di S. Giacomo Maggiore in Roccamandolfi, di S. Nicola da Bari in San Giuliano del Sannio, di S. Maria Assunta in Sant’Angelo Limosani, di S. Elia Profeta in Sant’Elia a Pianisi, di S. Cristina in Sepino e di S. Croce in Vinchiaturo. Per la Diocesi di Trivento sono stati oggetto di intervento di riordinamento ed inventariazione l’Archivio storico diocesano, gli archivi parrocchiali di S. Marco Evangelista, di S. Amico e di S. Antonio Abate in Agnone, di S. Maria Assunta in Capracotta, di S. Maria Assunta in Carovilli, dei SS. Giuda e Simeone in Castelverrino, di S. Nicola da Bari in Castiglione di Carovilli, di S. Giovanni Apostolo in Chiauci, di S. Silvestro Papa in Civitanova, di S. Pietro Apostolo e di S. Maria Assunta in Frosolone, di S. Basilio Magno in Salcito, di S. Nicola da Bari in Vastogirardi. Sono stati riordinati ed inventariati anche l’Archivio storico diocesano di Venafro, l’archivio storico del Capitolo di Venafro e l’archivio parrocchiale di S. Stefano in Castel San Vincenzo per la Diocesi di Isernia-Venafro. Sono stati dichiarati di notevole interesse storico l’Archivio storico diocesano di Campobasso-Bojano, l’Archivio storico diocesano di Larino, l’Archivio storico diocesano di Termoli, l’Archivio storico diocesano di Trivento, l’Archivio del Capitolo della Cattedrale di Isernia, l’archivio storico parrocchiale di S.Maria Assunta in Monacilioni. Molti degli archivi riordinati sono stati oggetto di richieste di consultazione, per la quale si è prestata consulenza tecnica, e di valorizzazione attraverso visite guidate, attività didattiche, giornate di studio, ricerche e pubblicazioni di carattere divulgativo o specialistico. (Fig. 4). Fig. 4 Il Settore Tutela, Vigilanza e Valorizzazione degli archivi privati ha operato soprattutto nell’ambito di archivi di famiglia e di persone e solo negli ultimi anni ha effettuato degli interventi di censimento sugli archivi di partiti politici, sindacati, enti morali, fondazioni, associazioni sportive. Gli archivi di famiglia e di persone si sono rivelati fondamentali per la ricerca storiografica, in quanto in essi si possono reperire carte concernenti l’attività pubblica o privata di persone, documenti relativi a magistrature ricoperte dai membri della famiglia, carte relative al patrimonio, carteggi epistolari, che permettono la comprensione di alcuni aspetti della realtà istituzionale e socio-economica della regione. Attraverso il loro studio, infatti, è possibile individuare le strutture e le funzioni delle istituzioni politicoamministrative che operavano sul territorio, conoscere le possibili relazioni che intercorrevano tra potere locale ed amministrazione centrale, i diversi sistemi di conduzione delle proprietà, oltre che, naturalmente, ricostruire gli alberi genealogici. Nel corso della sua attività la Soprintendenza archivistica per il Molise ha dichiarato di notevole interesse storico i seguenti archivi privati: Pignatelli di Monteroduni, Paterno di Montenero di Bisaccia, Viti di Isernia, Di Pilla di Sant’Agapito, Pistilli di Vinchiaturo, del Prete di Venafro, Bucci di Campobasso, de Gennaro di Larino, Masciotta di Casacalenda, Tagliaferri di Montavano, Leone di Guglionesi, Ciamarra di Torella, Marone di Sant’Angelo Limonano, Janigro di Campobasso, Tirabassi di Oratino, Josa di Gambatesa. A questi si aggiunge l’archivio fotografico “LEFRA”, acquistato successivamente dalla Provincia di Campobasso, costituito da una numerosa raccolta di immagini di paesi, arte sacra, archeologia, politica, cultura, sport e attualità e da una pregevole collezione di fotografie di fine Ottocento. Dalla Soprintendenza archivistica per l’Abruzzo e il Molise erano stati dichiarati di notevole interesse storico l’archivio De Benedictis di Castelmauro, d’Apollonio di Isernia, Gabriele Pepe di Civitacampomarano, Trotta di Toro e Duchi D’Alessandro di Pescolanciano. Molti di questi archivi sono stati riordinati ed inventariati. 103 Soprintendenza Archivistica per il Molise La Soprintendenza archivistica per il Molise ha espletato anche le procedure relative all’acquisto degli archivi Marinelli, Vasile, Bucci, Masciotta, Petrone, Valente, Uberto D’Andrea, Tomasi, Iacampo, Janigro, che sono andati ad incrementare il patrimonio archivistico statale presso l’Archivio di Stato di Campobasso, e dell’archivio Viti e della raccolta di cartoline Cifelli, che sono entrati a far parte dell’Archivio di Stato di Isernia. E’ importante segnalare anche l’espletamento delle procedure relative alle donazioni di archivi o raccolte di documenti: Scarano, Rimanelli,Tullio, Giannantonio, raccolta Pepe, Farrace, Grosso, Ciaccia, Fraticelli, Graziani, Selvaggi, Mastromonaco, Iacobucci, Fusco, Vincelli, Camposarcuno, Lombardi, Martelli, che si conservano nell’Archivio di Stato di Campobasso, e d’Acunto destinato all’Archivio di Stato di Isernia. Un altro settore di interventi da incrementare, pur nella difficile lettura e applicazione dei riferimenti legislativi - per l’inserimento del restauro documentario sotto la L. 11 febbraio 1994, n. 109, o legge quadro in materia di lavori pubblici sostituita nel 2006 con il decreto legislativo n. 163, più noto come Codice dei contratti pubblici – e per le esigue somme a disposizione è quello del restauro documentario. (Fig. 5). L’invecchiamento ed il degrado dei materiali Fig. 5 d’archivio ( carta, pergamena, inchiostri, pelle ed altro) sono fenomeni naturali ed irreversibili, ma possono sicuramente essere rallentati prolungando nel tempo di molto la vita dei documenti con accorgimenti che creino il migliore ambiente di conservazione possibile. Una esatta prevenzione farebbe rimanere il restauro una scelta estrema perché, anche se perfettamente realizzato, rimane un intervento invasivo e distruttivo. Ogni documento d’archivio, e con questo termine si intende una singola carta o pergamena, un catasto, un volume di atti, un protocollo notarile, una filza, un registro e così di seguito, trasmette una memoria non solo attraverso il testo scritto ma anche attraverso i suoi caratteri esteriori, quali il tipo di scrittura, il supporto utilizzato, carta o pergamena, dei quali si può stabilire provenienza, composizione e tecniche di fabbricazione, gli inchiostri e gli eventuali colori, la legatura, in cui viene fatto largo uso di materiali come fili, spaghi, legno, pelle, pergamena, carte colorate, tessuti, decori in argento, borchie e ogni altra cosa che rimanda alla cultura materiale. (Fig. 6). Pertanto il restauro è prima di tutto un momento di studio e di conoscenza del bene culturale in ogni sua valenza. Negli ultimi anni, accanto all’esecutore è venuto emergendo il ruolo dell’archivista-conservatore, proprio dopo la ricaduta già ricordata del restauro documentario sotto il pesante maglio dei lavori pubblici con l’organizzazione di corsi“di informazione”sul restauro, tenuti dal Centro di Fotoriproduzione, Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato del nostro Ministero. (Fig. 7). Compete a questa nuova figura la prima fase dell’intervento, quella appunto del progetto sottoposto comunque al parere tecnico del Centro. Ma Fig. 7 progettare bene implica anche conoscenze tecniche e soprattutto conoscenza dei prodotti utilizzati nel restauro, che al nostro archivista non appartengono al cento per cento. Può perciò avvicinarsi al progettare bene, che significa analizzare e conoscere, prevedere ogni ragionevole incognita, evitare la dispersione di memorie forse non appariscenti o significative, ma comunque importanti. Fig. 6 104 Soprintendenza Archivistica per il Molise Ma soprattutto può fare di tutto per aumentare una sempre maggiore sensibilizzazione in materia di conservazione e restauro da parte dei possessori di archivi vigilati. Si illustrano con un grafico gli interventi seguiti dalla Soprintendenza archivistica per il Molise nell’ambito del restauro. GRAFICI DELLE ATTIVITÀ 841 114 81 2 archivi privati 10 archivi comunali archivi diocesani 25 4 3 archivi capitolari archivi parrocchiali La funzione di valorizzazione viene espletata dalla Soprintendenza archivistica per il Molise promuovendo la conoscenza delle fonti archivistiche presenti sul territorio attraverso pubblicazioni ed organizzazione di eventi culturali – mostre, convegni, giornate di studio -, condivisi spesso con altri enti regionali, provinciali, comunali e con altri soggetti pubblici e privati, proprietari d’archivi sottoposti a tutela. 105 Soprintendenza Archivistica per il Molise ORGANIZZAZIONE Presso la Soprintendenza archivistica per il Molise, sede dirigenziale, sono in servizio 39 unità lavorative che esplicano le attività istituzionali organizzate in settori di competenza, quali: - Direzione - Ufficio Comunicazione - Settore Amministrativo-Contabile - Settore Tutela , Vigilanza e Valorizzazione archivi pubblici - Settore Tutela, Vigilanza e Valorizzazione archivi ecclesiastici - Settore Tutela, Vigilanza e Valorizzazione archivi privati - Settore Conservazione L’istituzione dell’Ufficio Comunicazione presso la Soprintendenza archivistica per il Molise è stata formalizzata nel 2004 per sostenere un processo di comunicazione interna adeguato ad ottimizzare il funzionamento dell’Ente stesso; per promuovere l’immagine dell’Amministrazione e la conoscenza delle attività istituzionali, culturali, di divulgazione e valorizzazione realizzate sul territorio; per garantire all’utenza il diritto d’informazione; per favorire una migliore fruizione dei servizi erogati. Per raggiungere tali obiettivi la Soprintendenza archivistica partecipa agli eventi che si organizzano sul territorio e nell’ultimo anno ha aderito all’iniziativa del “Salone della Comunicazione”, promossa dalla Provincia di Campobasso, dal comune di Campobasso, dall’Ordine dei Giornalisti del Molise, dall’Assostampa e dall’Associazione culturale Il Bene Comune, svoltasi a Campobasso presso i Grandi Magazzini Teatrali, perché fortemente convinta che la comunicazione non ha una funzione marginale, bensì una funzione strategica all’interno del processo di riforma amministrativa e di modernizzazione delle Pubbliche Istituzioni e Amministrazioni. L’ aspetto positivo di partecipazione a simili iniziative è che consente alle Pubbliche Amministrazione di relazionarsi per lo scambio di buone prassi, cosicché i professionisti del settore potranno in futuro ampliare e consolidare la rete di rapporti. L’Ufficio Comunicazione è a disposizione dell’utenza nell’orario di apertura al pubblico dell’Istituto: Lunedì – Giovedì 8.45 – 13.15/15.00 – 17.00 e Venerdì 8.45 – 13.15 ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE Negli ultimi tempi sono stati avviati 2 importanti progetti: “Le scuole del Molise”, un censimento degli archivi degli istituti d’istruzione, finalizzato ad approfondire la conoscenza del patrimonio documentario prodotto da tali enti, per la loro tutela e salvaguardia, ed a fornire strumenti utili per la ricerca nell’ambito storico scolastico ed educativo. Tutte le informazioni saranno inserite all’interno di un database che dovrà rispondere pienamente alla peculiarità dei dati censiti ed al livello di dettaglio prescelto, sempre nel rispetto dei criteri internazionali di descrizione archivistica e dei legami gerarchici che costituiscono il vincolo imprescindibile tra il singolo documento ed il suo contesto di produzione. Per la realizzazione di questo progetto si stanno formalizzando delle intese con altri Istituti culturali presenti sul territorio. “Archivi al femminile”, una ricerca storica ed un’indagine archivistica per individuare e valorizzare la documentazione delle donne e sulle donne. L’attenzione del gruppo di lavoro è posta sulla dimensione individuale e sullo stretto intreccio di tale dimensione con la storia sociale, culturale, politica ed economica della nostra regione. La ricerca è rivolta agli archivi pubblici, agli archivi di famiglia, di ordini religiosi, di associazioni, di partiti politici, di sindacati. La Soprintendenza Archivistica per il Molise partecipa anche al progetto SIUSA (Sistema informativo unificato per le Soprintendenze Archivistiche), sistema aperto in cui sono presenti tutti i dati acquisiti dalle Soprintendenze Archivistiche nell’esercizio della loro attività istituzionale di tutela e vigilanza degli archivi non statali. E’ un sistema composto da un modulo di gestione dell’attività di vigilanza, il cui accesso è riservato agli uffici dell’Amministrazione Archivistica, e da un modulo di consultazione web fruibile pubblicamente. L’Istituto è dotato di una Biblioteca che conserva circa 4000 pezzi, tra volumi, opuscoli e riviste, la maggior parte dei quali tratta argomenti attinenti all’archivistica, alla paleografia, alla diplomatica, alla storia del diritto, alla storia locale. 106 Soprintendenza Archivistica per il Molise La biblioteca, oltre al registro cronologico d’ entrata, è dotata di schede alfabetiche per autori e di schede alfabetiche per titoli; viene incrementata con acquisti diretti, con volumi inviati dal Ministero e con doni. Pur non essendo aperta al pubblico, è a disposizione degli studiosi e degli operatori per brevi consultazioni in sede. PROGETTI REALIZZATI 2007-2008 ANNO 2007 2007 2007 PROGETTO IMPORTO INVESTIMENTO "Luoghi Pii di San Giovanni in Galdo" Restauro documenta€ 22.875,00 zione cartacea Anagrafe ecclesiale della parrocchia di S. Maria Assunta in Colli € 4.125,00 al Volturno Progetto locale: fase operativa per l'attuazione del regolamento per le attività istituzio- € 19.131,04 nali, didattiche, culturali e di divulgazione e valorizzazione FONTE INVESTIMENTO Ministero per i Beni e le Attività Culturali Ministero per i Beni e le Attività Culturali Ministero per i Beni e le Attività Culturali 2007 Progetto integrato per la realizzazione delle misure di sicurezza € 10.689,00 negli istituti archivistici – Adempimenti L. 626 Gioco Lotto 2007 Progetto SIUSA Ministero per i Beni e le Attività Culturali 2007 Progetti nazionali: Comunicazione istituzionale Firma digitale Notti Bianche Casa delle Carte Tot 2007 € 10.000,00 € 25.392,44 € 2.500,00 € 2.000,00 € 1.290,00 € 19.602,44 Ministero per i Beni e le Attività Culturali € 92.212,48 € 30.000,00 Ministero per i Beni e le Attività Culturali 2008 Progetto SIUSA 2008 Progetto integrato per la realizzazione delle misure di sicurezza € 23.518,20 negli istituti archivistici Adempimenti L. 626 Ministero per i Beni e le Attività Culturali 2008 Progetti locali: 1. Guida agli archivi parrocchiali delle Diocesi di CampobassoBojano e Termoli-Larino 2. Censimento dei mezzi di corredo presenti € 13.677,78 in Soprintendenza 3. Implementazione del Protocollo informatico 4. Censimento degli archivi degli istituti scolastici Ministero per i Beni e le Attività Culturali 2008 Progetto "La 1a Sagra del Matese: una festa attraverso le fonti do- € 5.000,00 cumentarie" Mostra e Catalogo Regione Molise, Provincia di Isernia, Amministrazioni comunali di Roccamandolfi, Ferrazzano, Castel San Vincenzo Macchiagodena 2008 "Luogo Pio di S. Nicola da Bari" e registri di popolazione di Guardiaregia- Restauro documenta- € 18.280,00 zione cartacea Ministero per i Beni e le Attività Culturali Tot 2008 Totale € 90.475,98 € 182.688,46 107 Soprintendenza Archivistica per il Molise Nota tabella Con il programma ordinario dei lavori pubblici, ogni anno il Ministero finanzia gli interventi di tutela dei beni Culturali. Si tratta, prevalentemente, di restauri sui beni architettonici, storico-artistici, scavi archeologici ed interventi nei settori del paesaggio e dell’arte contemporanea nonché di recupero e tutela nei settori dei beni archivistici e librari. Si utilizzano risorse stanziate in bilancio, in appositi capitoli in conto capitale, che non provengono da leggi speciali. Con il programma Lotto il Ministero, ogni tre anni, elabora un programma di interventi di un certo rilievo, in termini di fabbisogno finanziario, in tutti i settori di interesse compreso il settore del cinema e dello spettacolo dal vivo. Le risorse utilizzate sono relative agli introiti del lotto e stanziate dalla legge finanziaria 1997. Con la riprogrammazione delle risorse giacenti in contabilità speciale il Ministero, ai sensi della legge finanziaria 2008 (art.2,c.386), ogni anno individua gli interventi relativi a programmi approvati per i quali non risultino avviate le procedure di gara entro il termine del 31 dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione, quindi procede alla definizione di un nuovo programma. I settori di intervento sono gli stessi del programma ordinario. La legge finanziaria 2007 ( art. 1 c. 1142 ), prevede lo stanziamento di fondi per consentire al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di far fronte, con interventi urgenti, al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e di procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali, archivistici e librari, nonché di progetti di tutela paesaggistica e a archeologicomonumentale e di progetti per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici. 108 ARCHIVIO DI STATO DI CAMPOBASSO L’Archivio di Stato di Campobasso è una istituzione prestigiosa della Regione Molise, presente sul territorio fin dal 1818, sei anni dopo l’emanazione del decreto di Gioacchino Murat del 22 ottobre 1812 che istituiva un Archivio in ogni provincia del Regno di Napoli. Da quel momento in poi, divenuto il luogo di conservazione perenne della documentazione prodotta dagli Uffici giudiziari e amministrativi della Provincia di Molise, tanto dello Stato preunitario che di quello postunitario, questo Istituto rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che desiderano affrontare argomenti di storia locale, studiosi delle diverse discipline storiche, scientifiche, urbanistiche, sociali, politiche e quant’altro è possibile studiare attraverso i documenti d’archivio. La struttura organizzativa dell’Ufficio, che viene di seguito evidenziata, riflette i compiti istituzionali cui sono preposti gli Archivi di Stato italiani: tutela, conservazione, riordinamenti, sorveglianza, consultazione, promozione e valorizzazione, attività didattica, alle quali si aggiungono le indispensabili attività amministrative e contabili: Direzione - Segreteria della Direzione U.R.P. (Ufficio Relazioni con il Pubblico) Direzione amministrativa - settori: - Ufficio del personale - Ufficio contabile - Ufficio del consegnatario - Servizio protocollo informatico - Sicurezza nell’ambiente di lavoro Sala studio Biblioteca Attività divulgativa e di valorizzazione Attività didattica Ufficio conservazione - settori: - Riordinamenti - Depositi, doni, acquisti - Attività di vigilanza: versamenti, commissioni di sorveglianza Laboratorio di fotoriproduzione Laboratorio di restauro, legatoria e cartotecnica Centro stampa Servizio ausiliario e di vigilanza 109 Archivio di Stato di Campobasso ATTIVITA’ Un compito fondamentale dell’Archivio di Stato è quello di conservare gli archivi degli uffici preunitari e gli archivi storici degli organi giudiziari e amministrativi periferici dello Stato e ogni altro archivio ricevuto per donazione, deposito volontario o coattivo, acquisto. Una tra le funzioni prioritarie degli Archivi è quella di far consultare nelle Sale studio, gratuitamente e senza limiti se non quello del rispetto della normativa sulla privacy1, la documentazione in deposito, che costituisce, per legge, un bene culturale a disposizione di tutti i cittadini. Se i documenti non fossero messi a disposizione degli studiosi non avrebbe senso conservarli. Naturalmente la consultazione presuppone una costante attività di riordinamento e di inventariazione dei fondi archivistici, che ha il fine di assicurare il controllo sui documenti e di favorirne la consultazione. Gli inventari, in particolare, sono gli strumenti che gli utenti hanno a disposizione per individuare agevolmente i fascicoli utili per le loro ricerche. All’attività di conservazione e di riordinamento, dagli anni Settanta2 in poi, si è aggiunta anche una proficua attività di valorizzazione, finalizzata a promuovere all’esterno l’immagine dell’Archivio e ad incentivare lo studio dei fondi acquisiti. Sono stati a tal scopo organizzati convegni, mostre, incontri di studio, si è attivata una costante attività didattica rivolta a scuole, università e privati, si è collaborato con gli Enti pubblici territoriali, Regione, Provincia, Comuni, con Associazioni culturali in genere. Si è trattato di un’intensa e variegata attività, tesa a far conoscere l’interessante patrimonio documentario esistente non solo al ristretto numero di studiosi locali, che frequentano abitualmente la Sala studio, ma anche a un più vasto pubblico di utenti molisani e di altre Regioni, avvicinando in modo particolare gli studenti a questo bene culturale, troppo spesso adombrato dagli altri beni di più immediata visibilità. Questo fattivo impegno, se si confrontano i dati delle presenze del passato con quelli attuali, ha sicuramente dato i suoi frutti. Oggi la Sala studio dell’Archivio di Stato di Campobasso è frequentata da un pubblico dagli Sigillo civico interessi eterogenei, che spazia tra i diversi campi dello scibile: dalle ricerche amministrative a quelle d’interesse storico-politico, sociologico, architettonico, urbanistico, archeologico, artistico, folkloristico, letterario, linguistico, economico ed altro ancora. Ulteriore risultato che si ritiene significativo è l’elevato numero di richieste di visite guidate che pervengono dalle scuole di ogni ordine e grado i cui docenti, sensibilizzati a loro volta dalle attività culturali promosse dagli Archivi, inducono i loro allievi ad acquisire interesse per la ricerca documentaria, ben sapendo di poter contare anche sul supporto didattico degli archivisti. Tuttavia è inutile nascondere il dato oggettivo che, malgrado i consistenti progressi compiuti dall’Istituto negli ultimi due decenni e nonostante le numerose iniziative attraverso le quali si è cercato di avvicinare i cittadini e di portarli all’interno della struttura, ancora sono in molti ad avere poca chiarezza circa i compiti e le attività di natura archivistica. Obiettivo di questo lavoro è, pertanto, quello di fornire alla collettività un quadro il più possibile esaustivo dei compiti istituzionali che l’Archivio di Stato di Campobasso è chiamato a svolgere dalla vigente normativa3, finalizzati alla conservazione, alla gestione, alla fruizione e alla valorizzazione dei beni archivistici che si è preposti a tutelare. A tal fine si ritiene utile descrivere le attività che si svolgono all’interno dei settori e dei laboratori che operano nell’Istituto. Direzione amministrativo-contabile e protocollo informatico Non può ovviamente mancare, nel discorso della organizzazione dell’Istituto, la citazione dell’intero settore amministrativo che, in considerazione dell’elevato numero di dipendenti in servizio, distaccati o comandati presso altri Uffici e della notevole complessità degli orari di lavoro e di servizio, è organizzato in unità organiche suddivise per compiti e funzioni. Troviamo, quindi, l’unità organica gestione del personale, quella contabile, quella del 110 Archivio di Stato di Campobasso protocollo informatico e quella della gestione dei servizi informatici. Alla Direzione amministrativa, che ha compiti di coordinamento delle unità organiche citate, fanno capo anche il contenzioso del lavoro, il servizio di portineria e di vigilanza dell’Istituto. Tutti questi servizi sono garantiti per la maggior parte da funzionari che hanno specifiche professionalità amministrative. In particolare, si evidenzia l’attività svolta dal Servizio protocollo informatico che, a partire dal 1° gennaio 2006, gestisce i flussi documentali dell’Istituto in attuazione del Testo Unico 445/2000. Attraverso il software gestionale ESPI, il Servizio provvede alla registrazione e classificazione informatica di tutta la documentazione prodotta o ricevuta dall’Archivio nell’espletamento dei propri compiti istituzionali generando circa 6.500 numeri di protocollo annuali. La procedura di registrazione, completata dall’assegnazione ad ogni documento di un codice di classificazione - secondo il Titolario all’uopo predisposto dal Mibac - permette una ottimale organizzazione e sistemazione degli atti facilitandone la ricerca e la consultazione, in caso di richieste sia interne che esterne, nonché la loro conservazione permanente. Sala studio La Sala studio si può considerare il fulcro di un Archivio di Stato. E’ qui che confluiscono gli inventari realizzati dagli archivisti in seguito al riordinamento dei fondi; qui gli studiosi consultano i documenti necessari a svolgere ricerche per motivi di studio o per ragioni amministrative e private. E’ in questo luogo che i documenti conservati nei depositi prendono vita e manifestano pienamente il proprio valore come beni culturali. Se nessuno li leggesse non avrebbe senso conservarli, né realizzare quel complesso di attività che caratterizzano gli Archivi: riordinamenti, elaborazione di mezzi di corredo e banche dati, valorizzazione, restauro. In Sala studio lo studioso riceve la necessaria assistenza Sala studio tecnico-scientifica da parte di qualificati archivisti dalla provata esperienza, che lo guidano nella scelta dei fondi da esaminare. Negli ultimi anni si è registrata una sensibile crescita del numero di utenti, grazie anche ad una continua attività di valorizzazione dei fondi archivistici, della ricerca e della storia locale, nei diversi ambiti conoscitivi, ma anche per la presenza sul territorio molisano dell’Università degli Studi del Molise. Gli studenti, infatti, utilizzano sempre di più i documenti per sviluppare le tesi di laurea e i docenti approfondiscono i propri studi su tematiche settoriali che, spesso, si traducono in saggi e monografie. Al momento la Sala studio è aperta al pubblico, in via continuativa, dal lunedì al sabato, dalle 8.00 alle 19.00; questo ampio orario consente di venire incontro, al massimo delle potenzialità dell’Ufficio, alle esigenze dei cittadini. L’accesso è libero e il servizio è gratuito; l’utente può consultare i fondi compilando un modello attraverso il quale, oltre a segnalare le generalità, precisa l’argomento della ricerca. Sono, invece, a pagamento gli oneri corrispondenti alle eventuali richieste di riproduzione dei documenti selezionati. Vengono, inoltre, disciplinate da un apposito Regolamento interno, consultabile anche sul Sito web, le modalità da seguire in caso di pubblicazione dei documenti individuati nel corso della ricerca. Diverso è il procedimento se si riscontra la necessità di acquisire l’autorizzazione ai fini della consultazione di documenti di carattere riservato prima dei termini stabiliti. Gli archivisti addetti al servizio di Sala studio si dedicano anche ad altri lavori, come ad esempio soddisfare le richieste di informazioni che pervengono per corrispondenza, svolgere ricerche storiche finalizzate alla realizzazione di attività di valorizzazione ed, infine, collaborare all’attività didattica nel caso di visite guidate per studenti o privati cittadini che desiderano conoscere l’Archivio o le mostre in allestimento. 111 Archivio di Stato di Campobasso REGOLAMENTO DELLA SALA STUDIO 1) La ricerca e la consultazione dei documenti negli Archivi di Stato è libera e gratuita; l’art. n. 9 del presente Regolamento individua le possibili eccezioni. 2) La sala di studio è aperta dal lunedì al sabato dalle ore 8,00 alle ore 19,00. 3) Lo studioso può accedere alla sala di studio solo con fogli di carta, penne, registratori e personal computer, non può portare borse, cartelle, contenitori di qualsiasi genere. Sono possibili controlli e ispezioni in entrata o in uscita e l’uso di impianti di telesorveglianza. 4) Lo studioso è tenuto a compilare - per ciascun anno solare e per ciascun tema di ricerca - una domanda di ammissione alla consultazione, indicando l’oggetto della ricerca e le sue finalità (art. 91 del R.D. 2 ottobre 1911, n.1163). Le informazioni fornite sono trattate nel rispetto delle norme sulla privacy. In caso di studenti, è gradita la presentazione di una lettera del docente che indichi, chiaramente, l’argomento della ricerca o della tesi. Al momento della presentazione della domanda, deve essere esibito un documento d’identità i cui estremi saranno trascritti sulla domanda stessa dal personale incaricato dell’assistenza in sala di studio, che provvederà anche a fornire allo studioso il modulo per la compilazione della domanda e ad assegnargli lo scaffale o il tavolo su cui verrà collocato il materiale documentario richiesto in consultazione. 5) L’autorizzazione alla consultazione è rilasciata dal Direttore dell’Istituto e, in sua assenza, dal Direttore della sala di studio che, in ogni caso, dovrà vistare le domande presentate dagli utenti. 6) Lo studioso è tenuto, inoltre, ad apporre giornalmente sui registri delle presenze in sala di studio la propria firma, distintamente, per la mattina e per il pomeriggio. 7) Le richieste di materiale documentario possono essere fatte dal lunedì al sabato nelle ore 8,45 - 13,00 e 14,30 -18,15; i prelievi di documenti vengono effettuati di norma a scadenza oraria, nelle ore di apertura della sala di studio, con esclusione della fascia oraria 13,00 - 14,30, e nel pomeriggio fino alle ore 17,00. 8) Le richieste di materiale documentario - una per ogni unità archivistica - vanno fatte dallo studioso compilando l’apposito blocchetto sul quale dovranno essere indicati correttamente la denominazione del fondo, l’eventuale serie, la busta e, se necessario, il fascicolo. Le richieste vanno poi consegnate al personale incaricato dell’assistenza, che verifica che i pezzi individuati non siano già in corso di consultazione da parte di altri studiosi oppure depositati temporaneamente presso il Laboratorio di fotoriproduzione o quello di restauro. Il Direttore dell’Istituto, il Direttore della sala di studio o il funzionario di turno possono escludere dalla consultazione i documenti il cui stato di conservazione ne sconsigli la manipolazione. 9) I documenti conservati nell’Archivio di Stato sono liberamente consultabili, ad eccezione di quelli di carattere riservato relativi alla politica estera o interna dello Stato, che diventano consultabili 50 anni dopo la loro data, e di quelli contenenti i dati sensibili nonché i dati relativi a provvedimenti di natura penale espressamente indicati dalla normativa in materia di trattamento dei dati personali, che diventano consultabili 40 anni dopo la loro data. Il termine è di 70 anni se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale o i rapporti riservati di tipo familiare. Per quanto riguarda la consultabilità, si rimanda alle normative introdotte in materia dagli artt. 122-127 del D.L.vo 22 gennaio 2004, n. 42, dal Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali per scopi storici del Garante per la protezione dei dati personali, (Provvedimento n. 8/P del 14 marzo 2001), e dalla Circolare del Ministero dell’Interno del 27 febbraio 2001. 10) L’Ispettorato generale per i servizi archivistici del Ministero dell’Interno, previo parere del Direttore dell’Archivio di Stato e udita la Commissione consultiva per le questioni inerenti alla consultabilità degli atti d’archivio riservati istituita presso il Ministero dell’Interno, può autorizzare, per motivi di studio, la consultazione di documenti di carattere riservato anche prima della scadenza dei termini predetti. Tali documenti conservano, comunque, il loro carattere riservato e non possono essere diffusi. Alla stessa disciplina sono assoggettati i documenti di proprietà dei privati o di enti pubblici non statali in deposito presso l’Archivio di Stato. 11) Le richieste di materiale documentario non possono essere superiori a quattro pezzi per ciascun giro di distribuzione. La documentazione richiesta va ritirata, una busta per volta, presso l’apposito scaffale o tavolo assegnato a ciascun studioso. Per la consultazione simultanea di materiale complementare occorre l’assenso del funzionario incaricato dell’assistenza in sala di studio. Nei casi di eccezionale affluenza o di difficoltà operative, secondo valutazione della Direzione, viene fissato il limite di tre pezzi giornalieri per ogni studioso. 12) Per le pergamene e la documentazione cartografica è possibile richiedere un solo pezzo per volta. 112 Archivio di Stato di Campobasso 13) I documenti vanno consultati secondo l’ordine in cui si trovano nel fascicolo e non vanno spostati o rimossi per nessuna ragione. Qualora si ravvisi un presunto disordine e nel caso di qualsiasi dubbio, bisogna segnalare al funzionario in servizio le incongruenze senza provvedere di persona. Gli studiosi, in sintesi, sono tenuti a riconsegnare il materiale nelle condizioni in cui l’hanno ricevuto. 14) E’ proibito agli studiosi accedere ai locali di deposito, turbare il silenzio necessario allo studio, fumare, tenere accesi telefoni cellulari, fare qualsiasi segno - anche a matita - sui documenti, sui mezzi di corredo e sui libri della biblioteca d’Istituto richiesti in consultazione, scrivere appoggiando il foglio sul predetto materiale, maneggiarlo con poca cura, arrecare ad esso qualsiasi danno. Danneggiamenti, dispersioni, spostamenti e furti di documenti sono puniti con l’esclusione, temporanea o definitiva, dagli Archivi di Stato (articoli 91 e 107 del r.d. 2 ottobre 1911, n. 1163) e, nei casi più gravi - secondo quanto previsto dalla normativa vigente - con la denunzia all’autorità giudiziaria per il risarcimento dei danni e le eventuali sanzioni penali. 15) Terminata la consultazione, lo studioso deve lasciare sul tavolo la documentazione presa in esame; se la ricerca non è stata ultimata, lo studioso dovrà collocare la documentazione ancora da esaminare nell’apposito scaffale dove rimarrà in deposito per un massimo di due settimane. Lo studioso interessato a proseguire la ricerca può rinnovare il deposito. Sono escluse dal deposito le pergamene ed il materiale cartografico. 16) Gli studiosi possono avvalersi del servizio di fotoriproduzione presente presso l’Istituto per l’esecuzione di microcopie positive e negative, riproduzioni fotostatiche, fotografie B/N e a colori. Per ottenere la fotoriproduzione dei documenti consultati, gli studiosi devono compilare un apposito modulo di richiesta, su cui dovranno essere indicati la segnatura archivistica dei documenti da riprodurre e il mezzo tecnico di fotoriproduzione prescelto. Le tariffe relative sono fissate - per quanto applicabile - con decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, (D.M. 8 aprile 1994), dall’art. 108 del D.L.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 e dalla Lettera circolare n. 21 della Direzione Generale per gli Archivi del 17 giugno 2005. Per quanto riguarda le quantità massime e i costi, si rimanda alla tabella affissa. Il personale incaricato dell’assistenza in sala di studio può escludere dalla fotoriproduzione il materiale documentario che, per le precarie condizioni del supporto cartaceo o degli inchiostri, potrebbe subire danneggiamenti durante le fasi di riproduzione. Agli studiosi è consentito, pagando un canone, eseguire riprese digitali con mezzi propri per riprodurre i documenti; nel caso in cui l’utente intende avvalersi di tale opportunità, deve chiedere l’autorizzazione del Direttore dell’Archivio di Stato. Gli studiosi, inoltre, possono consultare per fini di studio anche il materiale documentario - appartenente agli archivi privati e agli archivi storici di enti pubblici non statali e di enti ecclesiastici molisani riprodotto dal Laboratorio di fotoriproduzione e conservato presso l’Archivio microfotografico e fotografico dell’Istituto. Copie del materiale in questione possono essere rilasciate allo studioso richiedente solo dopo aver acquisito l’autorizzazione scritta del responsabile o del proprietario degli archivi suindicati. 17) Per pubblicare la riproduzione di un documento archivistico o di parte di esso è necessario richiedere al Direttore dell’Archivio di Stato l’autorizzazione i cui estremi andranno indicati nella didascalia descrittiva. La pubblicazione dovrà riportare l’esatta segnatura del documento, la menzione “su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali” e l’espressa avvertenza del divieto di ulteriore riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo, (D.M. 8 aprile 1994). E’ obbligatoria, in ogni caso, la citazione della fonte, ivi compresi gli strumenti di ricerca quando se ne riporti il testo o una sua parte. Il rispetto del diritto d’autore è responsabilità esclusiva dello studioso. 18) Lo studioso che utilizza materiale documentario dell’Archivio di Stato si impegna a consegnare tre copie dell’eventuale pubblicazione o una copia della tesi per la quale può stabilire le condizioni d’uso, (Circolare ministeriale n. 2.1286/8901.9 dell’8 marzo 1996). 19) Gli utenti dell’Archivio per motivi non di studio sono tenuti al rispetto delle disposizioni del presente Regolamento in quanto applicabili. 20) Per quanto non precisato nel presente Regolamento si rinvia alla normativa vigente in materia di Archivi di Stato italiani. 113 Archivio di Stato di Campobasso Biblioteca Gli utenti della Sala studio possono usufruire anche della ricca Biblioteca – particolarmente specializzata in edizioni di fonti documentarie e in pubblicazioni di argomento archivistico, paleografico, diplomatico e istituzionale – che conserva 16 manoscritti, 19.566 monografie, 4.023 periodici e 141 tra CD-ROM, DVD, videocassette e musicassette. Grazie ad acquisti e donazioni di archivi e biblioteche di natura privata, sono consultabili anche numerosi testi giuridici, storico-letterari e d’interesse locale in genere, a seconda delle attività professionali svolte dai relativi proprietari; tra le biblioteche private, si ricordano quelle provenienti dalle famiglie Amorosa, Ciaccia, Colitto, Consales, D’Alessandro, D’Andrea, De Benedittis, Fraticelli, Giampaolo, Giannantonio, Grosso, Iacobucci, Martelli, Palazzo, Scarano e Taurozzi. Pur non essendo una biblioteca pubblica – infatti non è consentito il prestito agli utenti esterni – da quasi un ventennio si è offerta l’opportunità a tutti gli studiosi, non solo a coloro che effettuano ricerche in Sala studio, di consultare in sede il materiale bibliografico esistente e di richiederne, all’occorrenza e nel rispetto della normativa vigente in materia di diritto d’autore, la riproduzione. Tra i servizi al pubblico, si ricorda che il personale addetto al settore effettua, su richiesta degli utenti, consulenze bibliografiche e catalografiche. A seguito, inoltre, del Protocollo d’intesa stipulato con la Provincia di Campobasso in data 29 aprile 2005, l’Istituto ha aderito al progetto finalizzato alla costituzione del Polo SBN Unix client/server presso la Biblioteca provinciale “P. Albino” del capoluogo regionale; una buona parte degli elementi descrittivi relativi alle pubblicazioni esistenti – per un numero pari a circa 4.981 unità bibliografiche – è accessibile in rete. La consultazione del materiale bibliografico viene disciplinata attraverso le modalità contenute nel Regolamento interno formulato in base alle linee-guida stabilite dalla circolare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 26 novembre 1997, n. 249 (prot. n. 6807 U. C. 2 Div. II), presente anche sul Sito web dell’Istituto. 114 Archivio di Stato di Campobasso REGOLAMENTO DELLA BIBLIOTECA La biblioteca dell’Archivio di Stato di Campobasso è destinata in primo luogo agli impiegati dell’Istituto. Possono peraltro accedervi quanti svolgono attività di ricerca relativamente ai fondi conservati o vigilati dall’Istituto e coloro che non possano reperire in altre biblioteche le pubblicazioni desiderate. La biblioteca osserva il seguente orario: mattina - dal lunedì al venerdì, h. 8.30 - 13.30; pomeriggio - lunedì e martedì, h. 15,00 - 17,00. Chiusure temporanee possono essere disposte per revisioni, manutenzioni ed altri motivi straordinari. Sono ammessi alla biblioteca coloro che abbiano compiuto il 18° anno di età, previa esibizione di un valido documento di identità personale. Le modalità di ammissione sono analoghe a quelle previste per l’accesso in Sala Studio. Gli utenti, con l’autorizzazione del responsabile, possono portare volumi o fotocopie di loro proprietà esclusivamente se necessari alla consultazione delle opere possedute dalla biblioteca (bibliografie e testi da collazionare). Nessuno può entrare in biblioteca per semplice passatempo o per motivi comunque estranei ai fini istituzionali. Gli utenti sono tenuti ad osservare le regole di comportamento in uso negli istituti culturali. Consultazione I volumi sono consultati nella sala di lettura; essi possono essere portati fuori dalla sala esclusivamente a scopo di riproduzione, previa autorizzazione del responsabile. Le tesi di laurea e di dottorato possono essere consultate dopo 5 anni, salvo diversa indicazione dell’autore. Distribuzione Il materiale bibliografico viene richiesto presentando l’apposito modulo debitamente compilato. E’ possibile avere in lettura n° 1 testata periodica (per un massimo di n° 10 volumi) o n° 5 opere monografiche alla volta. Per ritirare i volumi si consegna il documento di identità. Per quanto concerne il materiale raro e di pregio nonché i manoscritti è possibile avere in lettura un pezzo per volta; il materiale raro e di pregio deve essere riconsegnato ogni volta che il lettore si allontani dalla sala, anche se per breve tempo. Le pubblicazioni prese in lettura possono essere lasciate in deposito nel numero massimo di due settimane; il deposito si conclude dopo n° 15 di giorni e può essere riconfermato per non più di 2 volte. Deroghe ai commi precedenti possono essere consentite per particolari motivi di ricerca, qualora le esigenze del servizio lo consentano. (Per le modalità di movimentazione giornaliera dei volumi si richiama quanto prescritto dall’art. 108 del R.D. 2 ottobre 1911, n° 1163). Prestito Il prestito è consentito esclusivamente al personale dell’Istituto. Sono esclusi dal prestito: le opere in precario stato di conservazione, le opere collocate nelle sale di consultazione, le tesi di laurea e di dottorato, i manoscritti ed i volumi rari e di pregio. Possono essere presi in prestito n° 2 opere, per un massimo di n° 5 volumi. La durata massima del prestito è di un mese. E’ possibile prenotare i volumi già in prestito ad altri utenti. Di ogni volume concesso in prestito deve essere eseguita annotazione in apposito registro. E’ possibile richiedere la riproduzione, a proprie spese, di quanto non può essere dato in prestito. Per effettuare le necessarie revisioni tutti i volumi devono essere restituiti entro il 15 dicembre. Chi non restituisca puntualmente il volume avuto in prestito è sospeso dal servizio di prestito fino a restituzione avvenuta. Chi restituisca il volume danneggiato o lo smarrisca è tenuto al suo reintegro o al versamento di una somma non inferiore al valore commerciale del volume. Chi non restituisce il volume o non lo reintegri è denunciato all’autorità giudiziaria. Resta in ogni caso salvo l’esercizio dell’azione disciplinare. Ogni anno, in periodo di almeno due settimane, tutti i libri vanno restituiti per consentire la revisione del materiale librario (controllo della consistenza e segnalazione di opere da restaurare o da rilegare). Le opere che in sede di revisione risultassero smarrite o sottratte devono essere annotate in apposito registro. Riproduzioni E’ possibile riprodurre, a proprie spese, per uso personale di studio le opere possedute dalla biblioteca secondo le modalità previste per la documentazione archivistica, fatta salva la legislazione vigente, in particolare la Legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni tra cui il D.L.vo 9 aprile 2003, n. 68, e fatti salvi altri eventuali vincoli giuridici ai quali l’esemplare sia sottoposto. Purchè lo stato di conservazione delle opere consenta la riproduzione, questa di norma viene realizzata dal Laboratorio di fotoriproduzione dell’Istituto nei modi e con i mezzi ritenuti più idonei per garantire la tutela del materiale. Possono essere riprodotte tramite fotocopia le pubblicazioni con data di stampa posteriore al 1900; sono invece esclusi i volumi il cui stato di conservazione sia precario o che potrebbero subire danni, i volumi il cui formato superi i cm. 25x35x6, nonché le tavole eccedenti il formato del libro in cui sono inserite. Le tesi di laurea e di dottorato possono essere riprodotte solo se la richiesta è accompagnata dall’autorizzazione scritta dell’autore, con firma regolarmente autenticata. Sanzioni Chi contravvenga alla normativa sopra indicata, fatta salva ogni responsabilità civile o penale, potrà essere escluso temporaneamente o definitivamente dalla biblioteca; in particolare chi si renda colpevole di sottrazioni, mutilazioni o danneggiamenti di qualsiasi natura del patrimonio dell’Istituto sarà escluso dalla biblioteca e deferito all’autorità giudiziaria. Potrà inoltre essere escluso chi faccia segni o scriva, anche a matita, su libri e documenti e chi disturbi in qualsiasi modo l’attività di studio e di lavoro. Resta fermo, in tutti i casi sopra indicati l’obbligo del risarcimento del danno. 115 Archivio di Stato di Campobasso Attività divulgativa e di valorizzazione L’attività e i servizi che l’Archivio offre all’utenza sarebbero appannaggio di pochi se l’immagine dell’Istituto non venisse promossa all’esterno attraverso una costante attività di promozione e valorizzazione del patrimonio documentario che si conserva. Per questo motivo, ogni anno, si organizzano manifestazioni di vario genere, quali mostre storico-documentarie, conferenze e incontri di studio e si pubblicano i cataloghi delle mostre. Questa attività fa sì che un pubblico sempre più vasto e dai diversificati interessi, costituito anche da non esperti, si avvicini al mondo degli archivi. Sono le mostre a contenuto storico-documentario che riescono ad interessare maggiormente, suscitando curiosità di varia natura in quanto, attraverso l’esposizione di documenti opportunamente selezionati e disposti secondo un ordine logico e cronologico, si affrontano tematiche di diversa natura che riguardano la storia del territorio in cui si vive. Di seguito si descrivono sinteticamente, a titolo di esempio, solo alcune delle mostre realizzate nell’ultimo ventennio, selezionate tra quelle che hanno avuto una valenza culturale particolare ed hanno riscosso anche l’interesse di un ampio pubblico. Sono stati approfonditi studi di storia locale in occasione Allestimento mostre di ricorrenze di particolare importanza. A tale proposito, si ricorda la mostra “Molise 1860 - i giorni dell’unità”, organizzata nel 1983 in occasione del Centenario della morte di Garibaldi, e riproposta nel 2008 in occasione delle celebrazioni del Bicentenario della nascita del generale. Alla mostra ha fatto seguito anche il catalogo, edito nuovamente nel 2008. Altra mostra documentaria di grande spessore storico è stata “Il Molise nel 1799. I giorni della repubblica napoletana”, realizzata nel 1999. Periodo chiave per il Mezzogiorno, ricordato con diverse iniziative in tutto il Sud d’Italia, nel Molise ha coinvolto noti studiosi e ha riguardato la reazione in tutti i comuni molisani. Molto interesse hanno incontrato anche le mostre storiche che hanno riguardato singole comunità alla ricerca delle proprie radici storiche. Si ricordano quella su Roccamandolfi del 1998, quelle su Limosano nel 1989, su Ripalimosani nel 1990 e su Salcito nel 1996, realizzate in una proficua collaborazione con la Sezione di Soprintendenza archivistica, divenuta autonoma nel 1993. Altri temi affrontati sono stati relativi all’arte e, a tale proposito, si segnala la mostra allestita ad Oratino nel 1993 dal titolo “Oratino. Pittori, scultori e botteghe artigiane tra XVII e XIX secolo”, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici e per i Beni ambientali, arAllestimento mostre tistici e storici del Molise, la Soprintendenza archivistica per il Molise e con il patrocinio delle amministrazioni locali. Questa è stata, senza dubbio, tra le manifestazioni che hanno conseguito maggior successo per l’argomento trattato e per l’approfondita riflessione a più mani effettuata. Al convegno, organizzato per la sua inaugurazione, sono intervenuti storici dell’arte di fama, in particolare studiosi dell’arte settecentesca nel Mezzogiorno d’Italia; inoltre, a conclusione della mostra è stato realizzato un VHS che viene riproposto alle scolaresche e ai cittadini in visita all’Archivio in occasione delle giornate dedicate alla iniziativa “Porte aperte”. E’ sicuramente da sottolineare l’interdisciplinarietà delle manifestazioni che hanno visto il più delle volte collaborare, insieme all’Archivio, anche gli altri Istituti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Enti pubblici come la Regione, la Provincia, i Comuni del territorio, la Prefettura, l’Università, ma anche Associazioni e privati cittadini. L’ampia partecipazione di più soggetti - statali, pubblici e privati - sta a dimostrare la capacità di coinvolgimento e l’interesse delle proposte culturali messe in campo dall’Archivio. 116 Archivio di Stato di Campobasso Progetti Per offrire un quadro sintetico delle attività di valorizzazione realizzate finora e della varietà dei temi che è possibile trattare attraverso la ricerca d’archivio, si ritiene opportuno segnalare di seguito le mostre che hanno suscitato particolare interesse, auspicando che possano costituire ancora motivo di curiosità e di stimolo per ulteriori approfondimenti: a. 1977 - “Il Molise verso l’Unità” a. 1981 - “Terre des Hommes” - “Documenti di vita comunale. Il Molise nei secoli XII -XX” a. 1983 - “Molise 1860: i giorni dell’unità” a. 1988 - “La scuola nel Molise: indagine documentaria sull’istruzione nel periodo preunitario” - Mostra bibliografica , organizzata in collaborazione con il Liceo classico statale «Mario Pagano» di Campobasso - “Momenti di vita comunale in Sepino nei secoli XVIII-XIX” a. 1989 - “Limosano in età moderna. Documenti d’archivio per una storia comunale” a. 1990 - “Il centro storico di Ripalimosani nel sec. XIX. Aspetti socio-urbanistici ed elementi di arredo urbano” - “Indagine sulla condizione sanitaria del Molise nell’800” a. 1991 - “Fonti per la storia di una comunità molisana. Roccamandolfi tra il XII ed il XX secolo” - “Ripalimosani: progetto F.L.O.R.A.” a. 1992 - “Baldassarre Labanca nella cultura italiana ed europea tra ’800 e ’900” a. 1993 - “Oratino. Pittori, scultori e botteghe artigiane tra il XVII e il XIX secolo” a. 1996 - “Documenti per una storia di Salcito, secc. XVII-XX” - “1944-1948: gli anni della bonifica dei campi minati in Molise” - “Ricordando Igino Petrone” a. 1998 - “I viaggi della speranza. Aspetti e momenti dell’emigrazione molisana in Brasile” - “Amedeo Trivisonno: l’uomo e l’artista” - “Per un archivio degli scrittori molisani” - “Italiani del Molise. Italiani del Brasile” a. 1999 - “Il 1799 nel Molise. I giorni della Repubblica napoletana” a. 2000 - “Festa per il 148° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato” a. 2001 - “Festa per il 149° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato” a. 2003 - “Il Banco di Napoli: spunti di ricerca per una storia dell’attività creditizia in Molise” 117 Archivio di Stato di Campobasso - “Il Matese. Alle radici di una civiltà” - “Dal 280 A.C. al 31 ottobre 2002. I terremoti nel Molise: una continuità nei secoli” a. 2004 - “Percorsi di ricerca lungo sorgenti, fiumi e torrenti” - “Dante Chiodini il fotografo: immagini per una storia della Campobasso contemporanea” a. 2005 - “Murat, Capecelatro e Zurlo. Il decennio francese e gli scavi nel Regno di Napoli” - “Acque e fontane nel Basso Molise” a. 2006 - “La nascita della Provincia di Molise, (1806-1815)” - “2 giugno 1946: nasce la Repubblica Italiana” a. 2007 - “La rappresentazione del territorio molisano nel Decennio francese attraverso le mappe del fondo Atti demaniali” - “Mirabello Sannitico e i mirabellesi: i documenti d’archivio raccontano la storia di una comunità molisana” a. 2008 - “La Repubblica e la Costituzione nel Molise” - “ Molise 1860 - i giorni dell’unità” (riallestimento) - “Roccamandolfi: Florindo Scasserra e altri protagonisti della cultura locale” - “La Chiesa Matrice di Toro: il SS.mo Salvatore” Attività didattica Altro impegno istituzionale al quale è stata rivolta molta attenzione è l’attività didattica, che consente di far conoscere all’esterno, in modo completo e corretto, le possibilità che gli Archivi mettono a disposizione di quanti vogliano usufruire dei servizi offerti. L’attività didattica è rivolta a tutti i cittadini di tutte le fasce d’età, in particolare agli studenti, nella convinzione che occorra formare e sensibilizzare le nuove generazioni fin dal periodo scolastico, affinché comprendano in tempo utile le potenzialità insite nei documenti. L’Archivio di Stato, in accordo con i dirigenti scolastici, organizza annualmente visite guidate, il cui scopo è valorizzare le fonti archivistiche, presentando la storia attraverso il contatto diretto con i documenti scritti. I percorsi didattici prevedono una Allestimento mostre parte espositiva, durante la quale vengono illustrati i fondi archivistici conservati presso l’Istituto, ed una parte dedicata alla visita della Biblioteca e dei Laboratori di restauro e di fotoriproduzione. In occasione delle visite guidate viene mostrata anche la Sala studio dove, con l’ausilio di personale qualificato, vengono fornite informazioni sul funzionamento e sulle opportunità di utilizzo dei fondi a disposizione; gli archivisti simulano, praticamente, come si svolge una ricerca, facendo esaminare le diverse tipologie di documenti estrapolati dai fondi di maggior interesse. L’attività didattica diventa una prassi soprattutto in occasione delle mostre organizzate nell’Istituto. La mostra è una forma di lettura dell’archivio interattiva, in grado di far percepire con immediatezza il nesso imprescindibile esistente tra i documenti e la storia, ma anche la funzione sociale e culturale che gli Archivi di Stato esercitano sul territorio di pertinenza. L’interesse è sempre garantito e, sicuramente, tra gli studenti in visita ci saranno i futuri utenti delle Sale di studio. Frequenti sono anche i rapporti con l’Università del Molise, con la quale è stata stipulata un’apposita convenzione che consente agli studenti del Corso di Scienze dei Beni Culturali e Ambientali di effettuare tirocini formativi con l’assistenza degli archivisti in servizio. 118 Archivio di Stato di Campobasso Ufficio conservazione Riordinamenti, depositi, doni e acquisti Una delle attività fondamentali dell’Archivio di Stato è quello della conservazione che consiste, in particolare, nell’acquisizione degli archivi storici degli Uffici statali periferici, nella loro organizzazione logistica e nella gestione. Ciò si traduce, prioritariamente, in un costante lavoro di riordinamento a cura degli archivisti e nella Allestimento mostre redazione di inventari che rendono possibile, oltre al controllo della conservazione, anche la consultazione dei documenti. È necessario premettere, per i non addetti ai lavori, che nell’Archivio di Stato di Campobasso sono conservati gli archivi degli Uffici operanti sul territorio prima dell’Unità d’Italia, nonché i documenti prodotti dagli Uffici statali dal 1860 all’ultimo quarantennio. Si precisa che, poiché solo con decreto del 27 settembre 1806 il Contado di Molise viene separato dalla Capitanata ed acquisisce, pertanto, la sua autonomia amministrativa, stabilendo la sede dell’Intendenza a Campobasso, è da questo momento che cominciano a formarsi gli archivi amministrativi più importanti e corposi, che sono alla base della maggior parte degli studi sull’Ottocento molisano e, quindi, molto consultati. Si citano, in particolare, tra i fondi più antichi, le Corti baronali e regie (1700-1812), il fondo dei Locali di deposito Protocolli notarili (1848-1906) ed una raccolta di pergamene (1401-1600) formata dalle copertine di protocolli notarili restaurati. Tra i fondi dell’Ottocento, indispensabili per la ricostruzione della storia molisana, si ricordano quelli dell’Intendenza di Molise (1806-1860), degli Atti demaniali (1806-1859), dei Monasteri soppressi (1807-1838), delle Opere pie (1806-1938), della Corte criminale (18111817) e della Gran corte criminale (1818-1862) e, inoltre, la miscellanea degli Atti sul brigantaggio e processi politici (1781-1902), l’Intendenza di finanza (1882-1985), il Catasto (1810-1952) e la Prefettura (1860-1974). La conservazione dei complessi documentari è dislocata su più livelli dell’attuale sede dell’Archivio di Stato, ubicata in via Orefici. Nei locali di deposito, che misurano mq 1.483, sono stati installati armadi compattati e scorrevoli su binari i quali consentono l’utilizzo razionale degli spazi e la corretta conservazione del carteggio, che sviluppa ml 8.695. Al solo scopo di fornire al lettore una visuale generale degli archivi conservati, si propone, di seguito, un elenco sintetico di tutti i fondi presenti, suddiviso cronologicamente per tipologia di Uffici. Per maggiori dettagli, relativi alla consistenza e alla presenza di inventari, più o meno analitici relativi a ciascuno di essi, si rimanda al Sito web dell’Istituto, all’indirizzo: Locali di deposito http://www.archivi.beniculturali.it/ASCB 119 Archivio di Stato di Campobasso Archivi di Uffici Amministrativi Intendenza di Molise 1806-1860 (con docc. fino al 1898) Atti demaniali 1806-1959 (con docc. in copia dal 1669) Monasteri soppressi (vedi Intendenza di Molise) 1807-1838 Ufficio del genio civile 1811-1977 Corpo degli ingegneri di ponti e strade poi degli ingegneri di acque e strade 1816-1910 Provincia di Campobasso 1831-1981 Sottointendenza di Larino 1836-1860 Direzione provinciale delle poste e telegrafi 1854-1950 Prefettura: serie I-II; gabinetto I-II-III; miscellanea di opere pie 1860-1974 Questura (è compreso carteggio relativoi al brigantaggio ed agli ebrei) 1861-1998 Sottoprefettura di Larino 1861-1926 Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura 1874-1984 Corpo forestale dello Stato- coordinamento provinciale di Campobasso 1887-1973 Ufficio prov.le dell’industria, del commercio e dell’artigianato (UPICA) 1945-1975 A.N.A.S. 1946-1980 (con documenti dal 1828) Assessorato Agricoltura e Foreste - Regione Molise 1973-1989 Archivi di Uffici finanziari Conservatoria dei registri immobiliari 1809-1929 Catasto provvisorio terreni (UTE) 1810-1952 Uffici distrettuali II.DD. di Bojano, Campobasso, Casacalenda, Larino e Termoli 1867-1982 Direzione provinciale del Tesoro 1876-1966 Intendenza di finanza 1882-1985 (con docc. dal 1740) Archivi di Uffici giudiziari Corti baronali e regie 1700-1812 Miscellanea di atti sul brigantaggio e processi politici 1781-1902 Giudicati di pace 1809-1917 Tribunale di prima istanza di Campobasso 1809-1817 Corte criminale 1811-1817 Giudicati circondariali 1817-1861 Gran corte criminale 1818-1862 Tribunale civile (vedi anche Tribunale di Campobasso) 1818-1862 Consiglio di guerra di guarnigione 1819-1837 Tribunale civile e penale di Campobasso 1860-1947 Giudicature di mandamento 1862-1865 Corte di assise di Campobasso 1862-1931 Casa circondariale di reclusione di Campobasso 1865-1955 Preture 1866-1967 Procura del re, del re imperatore poi della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso 1880-1959 Procura del re presso il Tribunale di Campobasso 1931-1944 Tribunale civile e penale di Larino 1939-1948 Tribunale ordinario di Campobasso 1947-1967 Archivi di Uffici militari Ufficio di leva 1842-1935 Distretto militare 1875-1933 Stato civile Atti dello stato civile 1809-1957 Archivi notarili Atti dei notai 1548-1906 120 Archivio di Stato di Campobasso Istituti di Assistenza, Beneficenza e Previdenza Miscellanea di opere pie (vedi Prefettura) 1806-1938 Ente comunale di assistenza (ECA) 1809-1979 (con docc. dal 1682) Consorzio provinciale antitubercolare (CPA) 1923-1983 Opera nazionale maternità e infanzia (ONMI) 1931-1981 Ente provinciale antitracomatoso (EPA) 1940-1982 Ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani (ENAOLI)- sede provinciale di Campobasso 1941-1979 Ente nazionale per la protezione morale del fanciullo(ENPMF) 1949-1979 Ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani (ENAOLI)- sede regionale di Campobasso 1971-1979 Laboratorio d’igiene e profilassi (LIP) 1974-1981 Pubblica Istruzione Provveditorato agli Studi 1874-1977 Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato “L. Montini” 1922-1960 Raccolte e Miscellanee Pergamene 1401-1600 Archivi privati Oltre a questa tipologia di fondi, il patrimonio documentario si arricchisce anche di numerosi archivi di famiglie e di persone, oggetto di costanti acquisizioni, risultato spesso di intese e collaborazioni con privati. Gli archivi familiari hanno integrato e incrementato la ricerca storica contemporanea, assumendo una fondamentale e crescente importanza e confermando che il progresso della ricerca non può derivare dall’uso esclusivo di un’unica fonte, ma piuttosto da una corretta contestualizzazione di molteplici intrecci. Questi carteggi sono spesso complementari a quelli istituzionali e rappresentano, in alcuni casi, una fonte primaria, in particolar modo laddove le famiglie da cui provengono hanno rivestito posizioni di primo piano in campo politico, sociale ed economico. Il loro studio consente di analizzare attività, aspetti, rapporti non sempre documentabili con altre fonti, come anche di effettuare raffronti di dati di origine diversa; più spesso si prestano a studi demografici, economici e giuridici. In particolare, la storia economica della nostra Sala biblioteche e archivi privati Regione ha trovato negli archivi di famiglia conservati una fonte particolarmente preziosa e privilegiata per la ricostruzione del contesto economico del territorio. Di notevole interesse per ricerche di tipo economico, storico e sociale l’archivio privato Japoce - secc. XVI-XVIII - risalente ad una delle famiglie più importanti della Campobasso settecentesca. Particolare importanza riveste la documentazione relativa all’attività svolta da parte della famiglia Japoce per la gestione della “Doganella delle quattro Province soggette” - delegata al controllo dell’economia pastorale insieme alla Dogana di Foggia e alla Doganella d’Abruzzo - e per il carteggio relativo all’amministrazione del feudo di Civitella S. Felice. Un ulteriore interessante esempio è dato dall’archivio privato Janigro di Montagano, di datazione più recente. Tale fondo riveste un’indubbia rilevanza per la storia, perché documenta il ruolo svolto nel Molise, nel corso dei secc. XIX-XX, dalla famiglia Janigro, una delle più rappresentative della borghesia agraria meridionale ottocentesca - proprietaria anche di un’azienda vinicola - consentendo di approfondire le conoscenze delle funzioni svolte in ambito locale da alcuni dei suoi membri più rappresentativi. Un notevole contributo alla ricerca è offerto dagli archivi privati Manfre- 121 Archivio di Stato di Campobasso di-Selvaggi di San Massimo e Vincelli di Montorio nei Frentani, entrambi donati all’Archivio di Stato dai proprietari.Tali fondi possono fornire informazioni, in modo compiuto e dettagliato, sullo stato patrimoniale delle famiglie, sulle loro trasformazioni nel corso dei secoli, ma anche su quel mondo, ormai perduto, rappresentato dalla vita familiare e sociale della ricca borghesia dei secc. XIX-XX. Possono offrire, inoltre, interessanti spunti di ricerca per indagini e studi di tipo economico, sociologico ed antropologico relativamente al Molise e al Mezzogiorno e fare ricostruire genealogie, attraverso incroci con altra documentazione. Un contributo alla valorizzazione del patrimonio documentario molisano è stato dato dalla famiglia Ciaccia di Matrice che ha messo a disposizione degli studiosi il proprio carteggio familiare che risulta di grande interesse storico, vista la posizione di rilievo che, nel corso degli anni, hanno occupato i suoi membri. Nella rassegna delle tipologie di archivi privati non mancano carteggi di singoli personaggi che hanno svolto un ruolo importante per la storia del territorio, in diversi ambiti: storico, culturale, economico, giuridico, politico, artistico, letterario, scientifico. Di notevole interesse è la documentazione proveniente dall’archivio dello storico Giambattista Masciotta costituito, in gran parte, dalla documentazione dallo stesso raccolta, in originale o in copia, per i suoi studi sui comuni del Molise. Si segnala, in particolare, il manoscritto originale dell’opera, in quattro volumi, Il Molise dalle origini ai nostri giorni. Tra questi, il manoscritto relativo al circondario di Isernia contiene annotazioni inedite ed appunti relativi alle fonti documentarie consultate. Interessanti anche le lettere, datate tra gennaio e giugno 1799, epoca del cosiddetto “semestre repubblicano”, già utilizzate per pubblicazioni edite di recente. La corrispondenza, in cui si intrecciano aspetti pubblici e privati, fa luce su alcuni dei principali protagoSala riunioni “F. Colitto” nisti della Repubblica napoletana nel Molise, sui loro legami di parentela e di amicizia, sugli aspetti organizzativi, giudiziari ed amministrativi delle municipalità, delinea con chiarezza i rapporti che intercorrevano tra i patrioti molisani e sottolinea la loro azione trainante nella realizzazione dei programmi rivoluzionari. Un ulteriore esempio da citare è l’archivio dell’on. avv. Francesco Colitto, insigne personaggio della vita politica e culturale di Campobasso, membro dell’Assemblea Costituente nel 1946, parlamentare, per molti anni segretario regionale del Partito liberale, per quasi un ventennio presidente della Banca popolare del Molise. L’archivio riflette questa poliedrica attività. Tra breve tempo sarà a disposizione degli studiosi anche l’archivio del sen. avv. Domenico Raffaello Lombardi, politico di rilievo sia a livello parlamentare sia regionale. Il fondo, specchio fedele dell’attività del senatore, contiene, oltre a documentazione personale anche documentazione relativa alla militanza nella Democrazia Cristiana e all’attività politica in qualità di consigliere ed assessore regionale e di parlamentare. Di notevole interesse anche l’archivio di uno dei più importanti studiosi di storia molisana, lo storico Uberto D’Andrea, che nel Molise e nelle zone limitrofe ha compiuto, nel corso di un cinquantennio, una intensa attività di ricerca, finalizzata ad interessanti pubblicazioni, svolta in numerosi archivi statali, comunali ed ecclesiastici del Meridione. Il fondo può fornire agli studiosi elementi per ricerche di storia istituzionale, economica e sociale sul Contado di Molise, a partire dal sec. XVI. E’ da citare anche l’archivio privato di Igino Petrone, filosofo e giurista di origine molisana, personaggio di rilevanza nazionale per i suoi studi filosofici e giuridici e per la sua intensa attività di docente di filosofia del diritto e di filosofia morale. Ricerche di tipo culturale possono essere effettuate, poi, sull’archivio di Giose Rimanelli, donato dallo stesso Rimanelli, scrittore nativo del Molise, professore emerito di letteratura italiana e di letteratura comparata all’Università di Albany-NewJork, la cui produzione letteraria consta di romanzi, cronache letterarie, commedie, raccolte poetiche, tradotte e divulgate in diversi paesi esteri. Per ricerche di tipo politico, giuridico e socio-economico si può attingere all’archivio privato della famiglia Leone di Guglionesi. Il fondo documenta ampiamente l’attività svolta nel Molise, nei secc. XIX-XX, dalla famiglia e consente di approfondire la conoscenza del ruolo svolto da alcuni membri più rappresentativi e, in 122 Archivio di Stato di Campobasso particolare, dell’operato, nei suoi risvolti umani, politici e professionali, dell’on. avv. Giuseppe Leone, illustre civilista e deputato, dal 1897, per circa venticinque anni, nel Parlamento italiano.Tra gli archivi conservati si ricorda quello che testimonia l’attività svolta da Michele Camposarcuno, avvocato patrocinatore in Cassazione, professore e preside di scuola media e docente alla libera Università degli Studi di Roma, nonché membro Sala riunioni “F. Colitto” dell’Assemblea Costituente del 1946, dove svolse un ruolo significativo in favore delle problematiche della Regione. Tra gli archivi di persone, non vanno dimenticati, anche se di relativa consistenza, quelli del famoso pittore Giuseppe Eliseo e del floricoltore Vincenzo Di Lauro di Campobasso. I fondi statali e privati sopra elencati sono dotati, come si è già accennato, di strumenti di consultazione, quali inventari, rubriche, elenchi, indici; in alcuni casi sono state elaborate anche guide tematiche e banche dati informatizzate con lo scopo di facilitare le ricerche in Sala studio, valorizzando contestualmente le fonti. La redazione di tali strumenti, che segue criteri scientificamente corretti, viene costantemente curata dagli archivisti di Stato impegnati nei settori competenti, senza il cui lavoro di riordino sarebbe difficile svolgere qualsiasi ricerca. Infatti, la maggior parte dei fondi viene versata negli Archivi di Stato accompagnata da elenchi sommari che non consentono la fruizione dei documenti. La maggior parte degli strumenti di ricerca sopra citati è disponibile in formato cartaceo e, quindi, consultabile manualmente, tuttavia negli ultimi anni, dopo l’intervento delle nuove tecnologie, si è avviato un lavoro d’informatizzazione che apre ampie possibilità di utilizzazione, fruizione e valorizzazione dei dati archivistici. L’obiettivo che l’Istituto si pone per i prossimi anni è quello di realizzare la completa informatizzazione di tutti i fondi archivistici, per creare banche dati e inventari condivisi con il sistema archivistico nazionale e internazionale, affinché la ricerca d’archivio non sia più riservata al solo sapere specialistico ma possa essere messa al servizio dell’intera collettività degli studiosi. Verso tale direzione, l’Archivio di Stato di Campobasso ha già creato da tempo un proprio Sito web, in continuo aggiornamento, ove sono reperibili le informazioni che lo riguardano, l’elenco dei fondi ivi conservati e i servizi offerti. Per avviare un sistema che consenta la graduale informatizzazione del complessivo sistema documentario è stato da poco presentato anche un progetto a valere sul Fondo Infrastrutture Strategiche che prevede, nell’arco di un triennio, di informatizzare gli strumenti di consultazione elaborati a tutt’oggi e il fondo dei Protocolli notarili. Qualora il progetto venisse finanziato, ne potrebbero beneficiare non solo gli studiosi abituali ma anche coloro che risiedono in altri Paesi. Già da qualche anno è iniziata l’informatizzazione dei registri dello Stato civile, relativi agli atti di nascita della Provincia di Campobasso, al fine di dare agli utenti la preziosa opportunità di svolgere ricerche di demografia storica e di genealogia, consultando banche dati on line. I dati relativi ai comuni già informatizzati sono a disposizione presso la Sala studio dell’Istituto e sono utilizzati dal personale interno per soddisfare le numerose richieste che pervengono dall’esterno, per corrispondenza. L’Archivio di Stato di Campobasso partecipa dal 2005, inoltre, al progetto SIAS (Sistema Informativo degli Archivi di Stato), promosso dalla Direzione Generale per gli Archivi. Si tratta di una banca dati nazionale che consente agli utenti di prendere visione attraverso la rete Internet di informazioni qualitative e quantitative sul patrimonio documentario conservato, in particolare, sul quadro istituzionale di riferimento, sull’Ente produttore e su quello conservatore, sulla tipologia degli atti, sul livello di accessibilità e di analiticità degli strumenti di consultazione. Per la realizzazione dell’iniziativa, l’Archivio di Stato ha avviato le procedure di informatizzazione dei complessi documentari e degli strumenti di ricerca. I relativi dati sono stati già inseriti nell’apposito programma applicativo Amanuense e, appena terminate le operazioni di riscontro, gli stessi saranno esportati presso la banca dati nazionale per la pubblicazione in rete. 123 Archivio di Stato di Campobasso Attività di vigilanza: versamenti, commissioni di sorveglianza Un ulteriore, fondamentale compito istituzionale dell’Archivio di Stato è quello di vigilare sulla gestione degli archivi correnti e di deposito prodotti dagli Uffici statali della Provincia di Campobasso e da essi conservati fino al quarantennio, quando saranno versati in Archivio. A tal fine, operano attualmente quarantuno Commissioni di sorveglianza, istituite ai sensi dell’art. 41 del Codice dei beni culturali e del paesaggio4 con il compito di vigilare sulla corretta tenuta degli archivi correnti e di deposito delle Amministrazioni statali della Provincia, di collaborare alla definizione dei criteri di organizzazione, gestione e conservazione dei documenti, di proporre gli scarti e di curare i versamenti in Archivio. L’autorizzazione finale al versamento e allo scarto compete alla Direzione Generale degli Archivi In seguito alla trasformazione di alcuni Uffici che da statali sono divenuti enti pubblici, l’Archivio collabora, già da alcuni anni, con la Soprintendenza archivistica per il Molise per quanto riguarda l’attività di vigilanza sugli archivi delle Agenzie fiscali (Agenzia delle Entrate- Direzione Regionale Molise, Agenzia delle Entrate- Ufficio locale di Campobasso, Agenzie locali di Larino e Termoli). Al riguardo, si segnala che l’introduzione delle nuove tecnologie, con la creazione di documenti elettronici, firma digitale, protocollo informatico, ha reso più arduo il compito degli archivisti di Stato che hanno la necessità di continui aggiornamenti per restare al passo con i tempi e gestire il processo di cambiamento. L’istituzione del protocollo informatico e l’informatizzazione di numerosi procedimenti amministrativi, l’uso della posta elettronica e la formazione degli archivi informatici obbliga gli archivisti a nuove riflessioni e ad affrontare le problematiche di conservazione connesse alla produzione di supporti non cartacei. Laboratorio di fotoriproduzione L’Archivio di Stato di Campobasso è uno dei 40 istituti archivistici presso i quali, con decreto del ministro per i Beni Culturali e Ambientali del 16 settembre 1977, è stata prevista l’istituzione di un Laboratorio di fotoriproduzione. Il Laboratorio comprende le sezioni microfotografica, fotografica e il Servizio fotocopie. Il Laboratorio è impegnato nell’assicurare, per l’utenza esterna della Sala studio e della Biblioteca e per i settori interni dell’Amministrazione, la realizzazione di varie tipologie di riproduzione quali: fotocopie, microfilm, copie al visorestampatore, fotografie analogiche e digitali. Gli utenti possono richiedere le fotoriproduzioni dei documenti archivistici e del materiale bibliografico compilando appositi moduli; per la riproduzione delle pubblicazioni esiLaboratorio di fotoriproduzione stenti in Biblioteca si seguono le modalità previste dalla legislazione vigente, in particolare la l. 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni tra cui il d.lg. 9 aprile 2003, n. 68. Le tariffe da corrispondere sono quelle previste dal decreto del ministro per i Beni e le Attività Culturali, (d.m. 8 aprile 1994), dall’art. 108 del d.l.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 e dalla lettera circolare n. 21 della Direzione Generale per gli Archivi del 17 giugno 2005. Il Laboratorio di fotoriproduzione può effettuare, tra l’altro, lavori di riproduzione anche per conto degli altri Istituti periferici ministeriali della Regione o per Istituti culturali molisani non in possesso delle idonee attrezzature. Il personale addetto garantisce la consultazione e la stampa dei documenti microfilmati e digitalizzati ed assiste gli studiosi nelle ricerche e le scolaresche in occasione di visite guidate. Nonostante le poche e ormai superate attrezzature tecniche a disposizione, il Laboratorio ha contribuito notevolmente alla tutela dei beni archivistici molisani. I lavori portati a termine finora riguardano, soprattutto, microfilm di conservazione e d’integrazione attinenti a serie documentarie o ad atti sciolti di provenienza comunale, ecclesiastica e privata. Per motivi legati alla ricerca o ad interventi di restauro, ad esempio, 124 Archivio di Stato di Campobasso sono stati microfilmati tutti i fondi pergamenacei esistenti nella Regione, per un totale di oltre 2.000 unità archivistiche la cui data più antica risale al X secolo. Per la ricerca e l’individuazione del materiale fotoriprodotto sono stati predisposti opportuni mezzi di corredo anche informatizzati: oltre all’inventario descrittivo di ogni singola bobina, possono essere consultati inventari per tipo di archivio, per piazza notarile e per comune. Il personale del Laboratorio, inoltre, partecipa attivamente alle attività promozionali e di valorizzazione organizzate dall’Istituto, realizzando le riproduzioni degli atti selezionati e supporti di natura multimediale. Laboratorio di restauro, legatoria e cartotecnica L’Archivio di Stato di Campobasso è dotato di un attrezzato Laboratorio di restauro, legatoria e cartotecnica, attivo dalla fine degli anni Settanta, che si occupa dell’esecuzione di lavori di restauro sul materiale documentario - cartaceo e pergamenaceo conservato nei depositi, nonché della rilegatura di materiale a stampa e della produzione, per uso interno, di cartelle e contenitori vari che garantiscono un’idonea conservazione. Le operazioni di restauro sono espletate da personale specializzato, che ha svolto corsi di formazione presso il Centro di Fotoriproduzione, Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato che ha sede in Roma. Periodicamente, i restauratori effettuano controlli sui documenti conservati nei depositi al fine di individuare quelli da sottoporre ad interventi di restauro; i lavori vengono poi realizzati secondo un criterio di priorità del danno riscontrato. Il recupero della documentazione viene effettuato attraverso diverse fasi che consistono in una serie di operazioni preliminari, quali: la cartulazione, la microfilmatura e la fotografia a campione di alcuni pezzi, attestante lo stato di conservazione ante restauro, eseguite dal Laboratorio di fotoriproduzione dell’Istituto, la misurazione del pH delle carte e degli inchiostri e prove di solubilità degli stessi. Solo suc- Restauro cessivamente si passa alle operazioni di restauro, che prevedono la scucitura dei fogli, la spolveratura, i lavaggi, la collatura, il risarcimento delle lacune e le legature finali. Le metodologie attuate per tali lavori e i prodotti utilizzati sono in linea con le direttive dell’attuale Centro per la Patologia e la Conservazione del Libro e del Documento (ex CFLR). Considerato l’elevato numero di documenti da sottoporre ad interventi di restauro e l’impossibilità di concludere in tempi brevi i pur necessari lavori con il solo personale in servizio, i tecnici del settore periodicamente redigono progetti da affidare a ditte esterne, ai sensi del Dlg.vo n. 163/06, a seguito di autorizzazione e di finanziamento della Direzione Generale degli Archivi. L’attività del Laboratorio ha privilegiato, fino ad oggi, prevalentemente il restauro di documentazione statale e in particolare il fondo dei Protocolli notarili, il più antico tra quelli che si conservano, che comprende gli atti dei notai che rogarono nel distretto di Campobasso dal 1548 al 1899 e che costituisce una fonte preziosa per la ricostruzione della storia politica e sociale della nostra realtà regionale. La diversità della tipologia di documenti contenuti all’interno dei singoli protocolli, quali compravendite, donazioni, mutui, capitoli matrimoniali, ecc., consente una larghissima varietà di temi di ricerca. Oltre alla documentazione statale, nel corso degli ultimi trenta anni, sono stati restaurati documenti appartenenti ad enti pubblici, ecclesiastici e archivi privati di notevole interesse storico. Si citano di seguito alcuni archivi privati interessati da interventi di restauro: Bucci, Ciaccia, D’Andrea, Galanti, Janigro, Japoce, Vincelli. Il personale del Laboratorio di restauro svolge, inoltre, un’apprezzata attività didattica, rivolta in particolare alle scuole e, su richiesta, anche a utenti esterni, finalizzata a far conoscere i procedimenti del restauro che suscitano sempre un grande interesse. In occasione delle numerose mostre documentarie realizzate dall’Istituto, lo stesso personale si occupa delle fasi dell’allestimento, avendo acquisito un’esperienza pluridecennale. 125 Archivio di Stato di Campobasso Centro stampa In passato è stata molto proficua l’attività svolta in questo Centro, caratterizzando positivamente l’Archivio di Stato. Vi sono stati stampati, infatti, diversi cataloghi delle mostre organizzate ed anche alcune pubblicazioni commissionate dall’Ufficio centrale dello stesso Ministero. In occasione dell’allestimento di mostre storico-documentarie sono state realizzate le cartelline contenenti le stampe di documenti attinenti ai temi trattati, sempre molto apprezzate dal pubblico intervenuto che le ha ricevute in dono. Nell’ultimo decennio, il Centro stampa ha gradualmente diminuito la sua attività a causa della riduzione del personale che prima vi era impegnato che è stato trasferito in altri uffici oppure si è riqualificato in altri profili professionali. Negli ultimi tre anni, pur non avendo la possibilità di stampare i prodotti realizzati, il personale ha provveduto ugualmente all’allestimento di diverse mostre (che saranno indicate in seguito, quando si parlerà dell’attività promozionale e di valorizzazione), grazie all’attività di progettazione grafica di un capo tecnico, al personale del Laboratorio fotografico, che cura la fotografia dei testi riprodotti in mostra e collabora nella grafica, e di un assistente tecnico informatico che digita i testi scritti. I risultati espositivi sono stati sempre molto apprezzati dai visitatori, non solo per i temi trattati, ma anche per la leggibilità e la fruibilità dei pannelli realizzati, gradevolissimi anche sotto il profilo estetico, aspetto da non trascurare se si vuole raggiungere un pubblico non sempre specialistico e dagli interessi più diversi. Le principali pubblicazioni realizzate sono le seguenti: RENATA DE BENEDITTIS, Relazione per la mostra “Terre des Hommes” organizzata dalla Regione Molise – Assessorato al Turismo, Montreal, 23 giugno – 30 agosto 1981, [Campobasso, Archivio di Stato, 1981], pp. 12. Molise preunitario. Atti della mostra documentaria «Il Molise verso l’Unità» (Campobasso, 2-18 giugno 1977), a cura dell’ARCHIVIO DI STATO DI CAMPOBASSO, [s.l., s.n.], 1981, pp. XVII, 214. Molise 1860 - i giorni dell’unità. Catalogo della mostra storico-documentaria, Campobasso, Archivio di Stato, 1985, pp. XXII, 217, ill. RAFFAELE COLAPIETRA, Garibaldi, il Mezzogiorno, il Molise. Quale rapporto? Conferenza di chiusura della mostra storico-documentaria organizzata dall’Archivio di Stato di Campobasso nel quadro delle celebrazioni per il centenario della morte di Giuseppe Garibaldi. Campobasso, 29 giugno 1983, Campobasso, Archivio di Stato, 1986, pp.1 Momenti di vita comunale in Sepino nei secoli XVIII-XIX. Mostra documentaria, Campobasso, Archivio di Stato, 1988, pp. 16. Mostra bibliografica. 20 aprile-5 maggio 1988, Campobasso, Archivio di Stato, 1988, pp. 36. La scuola nel Molise: indagine documentaria sull’istruzione nel periodo preunitario. Catalogo della mostra, Campobasso, Archivio di Stato, 1988, pp. XXXIV, 73, ill. Il centro storico di Ripalimosani nel sec. XIX. Aspetti socio-urbanistici ed elementi di arredo urbano, catalogo della mostra, Campobasso, Archivio di Stato, 1990, pp. XXIV, 93, ill. Indagine sulla condizione sanitaria del Molise nell’800, guida della mostra, Campobasso, Archivio di Stato, 1990, pp. 48. Fonti per la storia di una comunità molisana. Roccamandolfi tra il XII ed il XX secolo, mostra documentaria, Campobasso, Archivio di Stato, 1991, pp.VIII, 137. Ripalimosani: progetto F.L.O.R.A., mostra didattico - documentaria, Campobasso, Archivio di Stato, 1991, pp. 26. Baldassarre Labanca nella cultura italiana ed europea tra ‘800 e ‘900, catalogo a cura di RENATA DE BENEDITTIS, Campobasso, Archivio di Stato, 1992, pp.XV, 63, ill. TITINA SARDELLI, Le donne d’Isernia durante la reazione del 1860. Relazione letta all’inaugurazione della mostra storico-documentaria «Molise 1860. I giorni dell’Unità». Campobasso, 23 aprile 1983, Campobasso, Archivio di Stato, 1992, pp. 12. Limosano in età moderna. Documenti d’archivio per una storia comunale, catalogo della mostra, Campobasso, Archivio di Stato, 1993, pp. XX, 48. Documenti per una storia di Salcito, secc. XVII-XX, catalogo della mostra, Salcito, 24 settembre-24 ottobre 1996; Campobasso, 19 aprile – 30 settembre 1997, Campobasso, Archivio di Stato, 1997, pp. 57, ill. I “viaggi della speranza”. Aspetti e momenti dell’emigrazione molisana in Brasile, catalogo della mostra, a cura di RENATA DE BENEDITTIS e DANIELA DI TOMMASO, Campobasso, Archivio di Stato, 1998, pp. 36. Italiani del Molise. Italiani del Brasile, catalogo, a cura dell’ARCHIVIO DI STATO DI CAMPOBASSO, Campobasso, Archivio di Stato, 1999, pp. 64, ill. 126 Archivio di Stato di Campobasso GRAFICI DELLE ATTIVITÀ ATTIVITA' DI SUPPORTO CONSERVAZIONE coordinamento e supporto delle macroattività di tutela, conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione dei servizi al pubblico; gestione e funzionamento della sede, protocollo informatico, gestione del personale, gestione contabile, sicurezza dei luoghi di lavoro studio, ricerca, censimenti, inventariazione, strumenti di ricerca, microfilm, catalogazione patrimonio bibliografico 39% 24% VALORIZZAZIONE SERVIZI AL PUBBLICO gestione e funzionamento attività promodella Sala di zionale: mostre, studio e della convegni, Biblioteca incontri di sturicerche ammidio, cataloghi; nistrative e attività didatdi studio in tica, visite guipresenza e per date, attività corrispondenza; fotografica servizio di e di stampa. fotoriproduzione 13% 21% TUTELA studio e ricerca - acquisizione di beni archivistici - attività di vigilanza 3% 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Tutela Conservazione Valorizzazione Servizi al pubblico Attività di supporto 127 Archivio di Stato di Campobasso PROGETTI REALIZZATI E PROGRAMMATI Anno 2007 - Progetto di restauro di n. 65 protocolli notarili e n. 5 registri dello Stato civile: finanziamento statale di € 34.832.63. - Mostre storico-documentarie: “La nascita della Provincia di Molise” e “La rappresentazione del territorio molisano nel Decennio francese attraverso le mappe del fondo Atti demaniali”, con finanziamento di € 4.500,00 dell’Amministrazione provinciale di Campobasso. Si è trattato di una manifestazione organizzata nell’ambito delle celebrazioni programmate per ricordare un importante evento per la Regione, il Bicentenario dell’istituzione della Provincia di Molise. Tra gli obiettivi principali da conseguire vi è stato quello di dare agli studenti la possibilità di conoscere meglio, attraverso i documenti d’archivio, un periodo fondamentale per il Mezzogiorno d’Italia e per la Regione Molise, in particolare, nell’intento di indurli ad un’attenta riflessione sulle principali innovazioni giuridiche e amministrative introdotte dal Decennio francese, oggetto della mostra. In tal modo i giovani studenti sono stati anche avvicinati agli archivi, facendo un’utile esperienza didattica. Si è ricostruita, per grandi linee, la nascita dello Stato moderno nel Mezzogiorno d’Italia, mettendo in luce, attraverso la documentazione conservata in Archivio, le trasformazioni più significative attuate da giuristi ed uomini politici che, ispirati dai principi illuministi e sull’onda della rivoluzione francese trasformarono l’assetto territoriale e amministrativo del Regno. - Mostra storico-documentaria “Mirabello Sannitico e i mirabellesi: i documenti d’archivio raccontano la storia di una comunità molisana”, con finanziamento di € 3.500,00 dell’Amministrazione comunale di Mirabello Sannitico. Sono state ricostruite, attraverso documentazione comunale e statale, le tappe fondamentali della storia di Mirabello Sannitico, fornendo una interessante esemplificazione di un percorso storico che può essere ripetuto anche per altri comuni. L’evento è stato voluto e finanziato dal Comune per inaugurare un palazzo signorile del centro storico, ristrutturato per ricevere la biblioteca comunale, una sala conferenze e una esposizione delle attrezzature utilizzate per le antiche attività artigianali. E’ interessante precisare che la mostra è permanente e tutte le future generazioni potranno visitarla e conoscere le proprie radici storiche. Progetti a finanziamento statale Progetti nazionali € 26.477,78: - “Firma digitale” - “Comunicazione istituzionale” - Apertura 1° maggio - “Le case delle carte” Progetti locali € 26.865,54: - Riordinamento e inventariazione protocolli notarili versati il 15.01.2006 dall’Archivio notarile di Campobasso - Preparazione del Sito web dell’Archivio di Stato di Campobasso - Restauro di n. 20 piante del fondo Atti demaniali e di n. 10 piante appartenenti all’Archivio privato Giuseppe Maria Galanti di Santa Croce del Sannio - Protocollo e archivio: organizzazione e riordinamento dell’archivio unico dell’Istituto (anno 2004) 128 Archivio di Stato di Campobasso Anno 2008 - Progetto di restauro di n. 30 protocolli notarili: finanziamento statale di € 15.984,00. - Mostre storico-documentarie “La Repubblica e la Costituzione nel Molise” e “Molise 1860- i giorni dell’unità” (già allestita nel 1983), con finanziamento di € 4.500,00 del Comitato provinciale per la valorizzazione della cultura della Repubblica nel contesto dell’unità europea. Quest’ultima mostra, realizzata la prima volta circa venticinque anni fa in occasione del Centenario della morte di Garibaldi, è stata riallestita con il finanziamento della Prefettura in occasione delle celebrazioni promosse anche dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il Bicentenario della nascita di Garibaldi. E’ stata poi curata la riedizione del relativo catalogo, stampato la prima volta nel 1985 presso il Centro stampa dello stesso Archivio di Stato, questa volta come numero monografico della rivista «Conoscenze» della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise. Il grande interesse suscitato dal tema trattato, sviluppato attraverso un’ampia ricerca bibliografica e documentaria, è stato dimostrato dalle numerose richieste di ricevere copia della pubblicazione pervenute dagli studiosi d’ogni parte d’Italia, ma anche dai molti approfondimenti che questo lavoro ha suggerito. - Mostra storico-documentaria “Roccamandolfi: Florindo Scasserra e altri protagonisti della cultura locale”, con finanziamento di ¤ 3.000,00 dell’Amministrazione comunale di Roccamandolfi. La mostra e il convegno che ha preceduto l’inaugurazione hanno avuto lo scopo di ricordare la figura del giovane Florindo Scasserra, giornalista, scrittore, editore, nato a Roccamandolfi (IS), che ha vissuto intensamente la sua breve vita, lasciando tracce indelebili nella storia culturale del proprio paese e non solo, attraverso il giornale che ha fondato e i libri che ha scritto. Ma la mostra parla anche dei fermenti culturali che hanno caratterizzato il Comune di origine e degli interessi letterari che muovevano le iniziative dei giovani intellettuali molisani che sono vissuti a cavallo tra l’Ottocento e primi del Novecento, evidenziando la vivacità di questa società montanara, non estranea al dibattito politico ed intellettuale che si svolgeva nel resto del territorio nazionale. Progetti a finanziamento statale Attività straordinarie € 27.750,80 - Protocollo informatico - Attuazione “Carta dei servizi” - Sicurezza sul posto di lavoro PROGETTI FUTURI 1) Informatizzazione dei fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Campobasso e inserimento in rete per consultazione on line, con particolare riferimento ai protocolli notarili E’ stato presentato, a valere sui fondi FAS, un progetto per la realizzazione di sistemi archivistici informatizzati: indici, inventari, guide tematiche e banche dati consultabili on line, nonché servizi offerti attraverso la rete Internet. L’Archivio di Stato costituisce un punto di riferimento imprescindibile per lo studio della storia del Molise, grazie alla grande ricchezza di informazioni e di dati di vario interesse che vi si possono reperire. L’obiettivo, quindi, sarà quello di presentarsi agli utenti del territorio (enti, istituti, aziende, associazioni, oltre che singoli studiosi) come una struttura di servizio da utilizzare per qualsiasi tipo di ricerca in svariati campi di indagine: sociologico, culturale, artistico, umanistico, economico, linguistico, toponomastico. Il primo fondo che si intende informatizzare, attraverso la creazione di indici analitici dei singoli notai, è quello dei 129 Archivio di Stato di Campobasso Protocolli notarili, ma contemporaneamente dovranno essere informatizzati gli strumenti di consulazione già in dotazione ed, eventualmente, serie archivistiche di particolare interesse, di altri fondi archivistici, quali ad esempio, quelli dell’Intendenza di Molise, della Prefettura, degli Atti demaniali, dei Monasteri soppressi, del Genio civile, del Corpo degli ingegneri di ponti e strade. La consultazione on line di tali fondi renderà possibili ricerche in svariati campi, ad esempio in materia di cartografia, architettura, archeologia, paesaggio urbano e rurale, tratturi. La realizzazione del progetto prevede l’acquisto di attrezzature informatiche, software specifici, formazione del personale interno, affidamento di appalti all’esterno. 2) Restauro di documentazione di notevole interesse storico esposta al rischio di un progressivo deterioramento E’ stato presentato, a valere sui fondi FAS, un progetto per il restauro dei fondi più antichi, conservati presso l’Archivio di Stato, considerato indispensabile oltre che per la salvaguardia e la conservazione nel tempo di preziosi documenti originali, anche per poter effettuare, senza danni, tutte le operazioni preliminari alla informatizzazione del fondo Protocolli notarili, in connessione con le operazioni di indicizzazione ed alla eventuale digitalizzazione di documenti di particolare interesse, che potrebbero essere visualizzati in rete favorendo il contatto virtuale con i documenti di archivio anche da parte del vasto e variegato pubblico di Internet. I documenti da restaurare saranno individuati dal personale interno, mentre i lavori di restauro saranno affidati a ditte esterne altamente specializzate. ELENCO PROGETTI REALIZZATI 2007-2008 Anno 2007 PROGETTO IMPORTO FONTE INVESTIMENTO FINANZIAMENTO “La nascita della Provincia di Molise” e “La rappresentazione del territorio molisano nel Decennio francese attraverso le mappe del fondo Atti demaniali” € 4.500,00 Provincia di Campobasso “Mirabello Sannitico e i mirabellesi: i documenti d’archivio raccontano la storia di una comunità molisana” € 3.500,00 Comune di Mirabello Sannitico Progetto restauro relativo ai protocolli notarili e ai registri dello Stato civile € 34.832,63 Statale Progetti nazionali e locali € 53.343,32 Statale IMPORTO ANNUALE COMPLESSIVO 130 € 96.175,95 Archivio di Stato di Campobasso Anno 2008 PROGETTO IMPORTO FONTE INVESTIMENTO FINANZIAMENTO “La Repubblica e la Costituzione nel Molise” e “Molise 1860 - i giorni dell’unità” (riallestimento) € 4.500,00 Prefettura di Campobasso “Roccamandolfi: Florindo Scasserra e altri protagonisti della cultura locale” € 3.000,00 Comune di Roccamandolfi Progetto restauro relativo ai protocolli notarili € 15.984,00 Statale Progetti “Attività straordinarie” € 27.750,80 Statale IMPORTO ANNUALE COMPLESSIVO € 51.234,80 Note: Con il programma ordinario dei lavori pubblici, ogni anno il Ministero finanzia gli interventi di tutela dei beni Culturali. Si tratta, prevalentemente, di restauri sui beni architettonici, storico-artistici, scavi archeologici ed interventi nei settori del paesaggio e dell’arte contemporanea nonché di recupero e tutela nei settori dei beni archivistici e librari. Si utilizzano risorse stanziate in bilancio, in appositi capitoli in conto capitale, che non provengono da leggi speciali. Con il programma Lotto il Ministero, ogni tre anni, elabora un programma di interventi di un certo rilievo, in termini di fabbisogno finanziario, in tutti i settori di interesse compreso il settore del cinema e dello spettacolo dal vivo. Le risorse utilizzate sono relative agli introiti del lotto e stanziate dalla legge finanziaria 1997. Con la riprogrammazione delle risorse giacenti in contabilità speciale il Ministero, ai sensi della legge finanziaria 2008 (art.2,c.386), ogni anno individua gli interventi relativi a programmi approvati per i quali non risultino avviate le procedure di gara entro il termine del 31 dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione, quindi procede alla definizione di un nuovo programma. I settori di intervento sono gli stessi del programma ordinario. La legge finanziaria 2007 ( art. 1 c. 1142 ), prevede lo stanziamento di fondi per consentire al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di far fronte, con interventi urgenti, al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e di procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali, archivistici e librari, nonché di progetti di tutela paesaggistica e a archeologicomonumentale e di progetti per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici. 131 ARCHIVIO DI STATO DI ISERNIA L’Archivio di Stato di Isernia, ufficio periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per gli Archivi -, è stato istituito con d.m. 25 febbraio 1970, a seguito della costituzione della provincia, fino ad allora compresa nell’unica provincia molisana di Campobasso. Dall’anno della sua istituzione dopo vari trasferimenti di sedi, l’Archivio, grazie alla legge 285/1977 che permise l’accesso ai ruoli del Ministero di giovani lavoratori, fu trasferito in una sede più grande, palazzo Gamberale, fino al 1997, anno in cui l’Istituto venne trasferito nella sede attuale in corso Risorgimento, palazzo INPDAP. Il primo nucleo del patrimonio documentario è pervenuto dall’Archivio di Stato di Campobasso nel giugno 1972. Compiti istituzionali L’Archivio di Stato di Isernia provvede alla conservazione, tutela, ricerca, valorizzazione e promozione del patrimonio documentario appartenente agli uffici periferici dello Stato non più occorrenti alle necessità ordinarie da oltre 40 anni e di tutti gli archivi che lo Stato ha in proprietà a qualsiasi titolo (acquisti, donazioni, archivi appartenenti ad enti soppressi). La documentazione conservata riflette le trasformazioni territoriali avvenute ed è fondamentale per lo studio di tutto il territorio della Provincia nelle sue realtà economiche, sociali e politiche. L’Archivio di Stato di Isernia provvede, inoltre, alla vigilanza sulla tenuta degli archivi appartenenti agli uffici periferici dello Stato. Il patrimonio documentario L’Archivio di Stato di Isernia conserva attualmente un patrimonio documentario che copre un arco cronologico che va dal secolo XVI al XX e consta di 25.749 pezzi collocati in appositi armadi compattabili per complessivi 1.746 metri lineari. Particolare importanza assume il carteggio degli organi giudiziari preunitari e postunitari. (Fig. 1). Il vasto archivio delle Preture, secc. XIX- XX, istituite con il Regio Decreto del 6 dicembre 1865 sull’ordinamento giudiziario dello stato italiano, comprendente anche gli atti Fig. 1 Archivio patrimonio documentario delle magistrature che le hanno precedute, sorte a seguito della legge sulla organizzazione giudiziaria del Regno del 20 maggio 1808 n. 140, con l’ampia documentazione del Tribunale di Isernia, (1862-1967), istituito con Regio Decreto del 20 novembre 1861 e soppresso con R. D. n. 601 del 24 marzo 1923 fino al 1934 anno della sua ricostituzione e della ripresa delle attività, e gli Atti penali archiviati della Procura del Re, (1943-1944), offrono un quadro del susseguirsi delle magistrature locali e sono fonte inesauribile di notizie per lo studio di tutto il territorio. Particolarmente interessante si è rivelata la documentazione appartenente alle varie Serie del Tribunale, utile per approfondire la ricerca non solo sulle trasformazioni sociali 132 Archivio di Stato di Isernia ed economiche della provincia, ma anche sulle vicende della seconda guerra mondiale e le conseguenze che esse hanno avuto su tutta l’area coinvolta e con i bombardamenti del 1943 nella città di Isernia. Sempre al fondo del Tribunale di Isernia appartiene la serie delle Società cooperative. Interessante e rara documentazione che permette di studiare il fenomeno, nato verso la fine del XIX sec., del primo associazionismo tra i lavoratori come esigenza di difesa e salvaguardia degli aspetti previdenziali e assistenziali come le Società di mutuo soccorso. Analogo interesse rivestono gli Atti dello Stato Civile, (1809-1899), formato in applicazione del Regio Decreto del 29 ottobre 1808, che con le serie degli Atti di Nascita, di Matrimonio, di Morte e Notificazione (Pubblicazioni), oltre allo studio Fig. 2 Atto di morte di Saverio genealogico delle famiglie offre notizie utili per lo studio Jadopi, avvenuta il 20 giugno 1790 dei mestieri, della toponomastica, per indagini demograAS Isernia, STATO CIVILE, Atti di fiche, statistiche e di costume, il Catasto Provvisorio, (1816Matrimonio, 1838, b. 344 1955), formato in esecuzione del Regio Decreto del 12 agosto 1809, il Catasto Fabbricati, (1876-1961), formato in esecuzione della legge dell’11 agosto 1870 e le carte dell’Ufficio del Registro di Isernia, (1862-1947), che raccoglie, oltre alla documentazione appartenente agli ex uffici di Agnone,Venafro, Capracotta, Carovilli e Castel S. Vincenzo, anche la serie delle Denunzie di successione. (Fig. 2). Il fondo della Sotto Prefettura di Isernia, (1861-1890), istituita con Regio Decreto del 9 ottobre 1861 costituito dalla serie degli Atti Amministrativi (1860-1890), con documentazione prodotta dall’ufficio durante la sua attività di controllo sulle amministrazioni comunali e dalla serie degli Atti di Polizia (1861-1890), con documentazione prodotta dall’ufficio quale Ufficio di Pubblica Sicurezza, è testimonianza sia delle trasformazioni territoriali e amministrative avvenute in quegli anni nel territorio sia dei problemi conseguenti all’Unità del paese come il fenomeno del brigantaggio. Il carteggio della Questura di Isernia, (1904-1951) e degli Uffici ed Enti soppressi (enti assistenziali), (1939-1979), le Liste di estrazione di leva classi 1844-1935 e i Registri sommari di leva classi 1876-1891, contribuiscono ulteriormente allo studio e alla conoscenza del territorio in tutte le sue sfaccettature. Importanti archivi privati, acquisiti in dono o acquistati, arricchiscono, inoltre, il patrimonio documentario dell’Archivio di Stato di Isernia. L’Archivio privato e Biblioteca D’Acunto, (1947-1993), acquisito in dono, una prima parte nel 2000 e la seconda nel 2007, è costituito da raccolte di giornali, riviste e un epistolario di oltre settecento lettere testimoniano la poliedrica attività dello scrittore e giornalista isernino e gli avvenimenti e le curiosità avvenute in quegli anni nella provincia di Isernia. (Fig. 3). L’Archivio privato d’Alessandro di Pescolanciano, secc. XVI-XIX, che con gli atti riguardanti la gestione del feudo e le relative piante, le produzioni Fig. 3 Biblioteca D’Acunto giudiziarie e il carteggio di famiglia, costituisce il fondo più antico che l’Istituto conserva. L’Archivio privato Vincenzo e Angelo Viti, secc. XVII-XX, acquistato dal Ministero per i beni e le attività culturali nel 2005, costituisce documentazione relativa, soprattutto, alla produzione letteraria ed artistica di Vincenzo ed Angelo Viti, nonché materiale fotografico relativo, in prevalenza, alla carica di Angelo Viti quale ispettore onorario ai monumenti e scavi. La Raccolta di cartoline e Biblioteca Cifelli, è stata acquistata dal Ministero per i beni e le attività culturali nel corso del 2006. Si tratta di circa millesettecento cartoline illustrate, in bianco e nero e a colori, che coprono l’arco cronologico 1901-1975, attraverso le collezioni di vari esponenti della famiglia Cifelli di Castelpetroso. Il materiale bibliogra- 133 Archivio di Stato di Isernia fico, secc. XVII-XX, tratta di argomenti vari relativi alla storia nazionale e locale, alla letteratura e agiografia. (Fig. 4). Dal 1984 l’Istituto conserva tutti i manifesti che vengono affissi nella città di Isernia. Per l’ordinamento della raccolta sono stati individuati degli argomenti che hanno permesso di formulare delle categorie relative a: politica, ambiente, commercio, sindacato, sport, cultura, religione e funebri, continuando in tal modo l’idea progettuale dell’ex direttore dell’Archivio dott. Arnaldo Fiori. Conservazione Beni Archivistici L’attività del settore si esplica attraverso le operazioni di riordinamento dei fondi documentari. Dall’esame delle carte scaturisce il metodo opportuno per l’ordinamento, nel rispetto dell’organizzazione originaria data dall’ente produttore ai propri Fig. 4 Cartoline Cifelli - Anni ‘20 documenti. I momenti di lavoro essenziali consistono nello studio delle competenze dell’ufficio di provenienza, nella schedatura più o meno analitica dei pezzi archivistici, nel rilevamento delle segnature archivistiche originarie presenti sulle carte, nella ricostruzione del titolario di classificazione. Stabilito quindi il criterio di riordinamento, si applica alla documentazione e si procede alla stesura dell’inventario, strumento fondamentale che descrive le unità archivistiche del fondo riordinato. Questo, corredato da un’introduzione ed eventuali indici, costituisce la chiave di ricerca indispensabile per un’agevole consultazione delle carte di un archivio. Al settore è collegato il servizio di cartotecnica che provvede alla rilegatura degli inventari, alla fotoriproduzione degli atti, e alla preparazione di tutto il materiale utile alla conservazione del carteggio che l’Istituto conserva, collabora, inoltre, con i gruppi di lavoro incaricati, per quanto di competenza, nell’organizzazione di mostre documentarie e con il settore di comunicazione e promozione. Protezione beni archivistici La funzione di tutela e l’attività di conservazione svolta dall’Archivio di Stato di Isernia si esercita, preliminarmente, attraverso la sorveglianza sugli archivi in formazione, correnti e di deposito, degli organi periferici dello Stato operanti sul territorio della provincia di Isernia; sono, infatti, operative Commissioni di sorveglianza sugli archivi dei diciotto attuali uffici statali, che, composte da quattro membri di cui uno è rappresentante dell’amministrazione archivistica, hanno il compito, tra l’altro, di sorvegliare la perfetta tenuta dei documenti prodotti, la loro protocollazione, di individuare e sottoporre al vaglio del Ministero per i beni e le attività culturali il materiale documentario da scartare, in quanto non più utile ai fini amministrativi e di nessuna rilevanza storica. Il servizio cura la gestione di tutta la documentazione relativa all’attività di queste commissioni, che hanno durata triennale, tenendola sotto controllo attraverso un monitoraggio costante, onde permettere un’incisività sul territorio, con il richiamo costante alla normativa vigente. Non a caso nel 2008, sulla scia di una circolare ministeriale, si è avviata un’indagine conoscitiva sullo stato in cui versano gli uffici periferici locali per quanto attiene la produzione degli archivi e gli strumenti di gestione degli stessi, tenuto conto delle profonde modificazioni che l’apparato burocratico statale ha conosciuto nel corso degli ultimi anni. Tutto ciò al fine di razionalizzare la conservazione della documentazione di natura statale e di favorirne il successivo versamento all’Istituto archivistico isernino. Il servizio è preposto, infatti, anche alla gestione delle nuove acquisizioni di materiale documentario di interesse storico di uffici statali, di enti pubblici e di privati che, sotto forma di versamento, di deposito, donazione o acquisto, una volta esaurite le operazioni di selezione e scarto di documenti non ritenuti meritevoli di conservazione, perviene all’Archivio di Stato. 134 Archivio di Stato di Isernia ORGANIZZAZIONE L’Archivio di Stato di Isernia è strutturato in due “macro attività”, amministrativa-contabile e tecnico-scientifica, suddivise a loro volta in settori e servizi, che, grazie alla professionalità dei responsabili e del personale preposto, garantiscono l’organizzazione del lavoro efficiente e trasparente. Settori e Servizi Attività di organizzazione L’attività di organizzazione facente capo alla direzione è suddivisa nei seguenti servizi: Organizzazione Ufficio, Consuntivazione delle attività, Relazioni sindacali, Consiglio d’istituto, Qualità dei servizi, Programmazione, Sicurezza sui luoghi di lavoro. Gestione del personale – protocollo informatico Il servizio gestisce e cura i rapporti tra il personale e l’amministrazione. Organizza i turni di lavoro e gestisce le rilevazioni delle assenze, congedi, permessi del personale, si occupa, inoltre, della tenuta dei fascicoli personali dei dipendenti. Il servizio di protocollo informatico e gestione dei flussi documentali (Testo Unico 445/2000), registra e classifica tutta la posta in entrata e uscita dell’Istituto e cura la tenuta dell’archivio corrente e di deposito. Gestione delle risorse finanziarie L’attività del settore per la gestione delle risorse finanziare dell’Istituto provvede: all’acquisizione di beni e servizi (contratti, procedure in economia, mercato elettronico), al pagamento di spese ordinarie, alla liquidazione compensi accessori al personale d’Istituto, al conguaglio fiscale, alla dichiarazione IRAP, alla rendicontazione semestrale, alla chiusura di contabilità e predispone la programmazione del fabbisogno dell’Archivio. Ufficio Relazioni con il Pubblico L’URP viene istituito con L. 150/2000 “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni” per garantire l’esercizio dei diritti di informazione, accesso e partecipazione ai cittadini, di cui alla L. 241/1990. Presso l’Archivio di Stato il servizio inizia l’attività nel gennaio 1999 con lo scopo di rendere più facile il rapporto del cittadino utente con l’Istituto. È il punto informativo di orientamento e assistenza nonché struttura di comunicazione interna ed esterna. Per l’accoglienza la struttura si avvale di un front office predisposto all’ingresso, che fornisce informazioni relative alla localizzazione e l’espletamento dei servizi. Il personale addetto accompagna gli utenti in sala di studio o negli uffici competenti, distribuisce la carta dei servizi, il modello di reclamo e il questionario di gradimento dei servizi. Comunicazione e Promozione L’Istituto pone come obiettivo primario la promozione del proprio patrimonio documentario attraverso l’organizzazione di eventi culturali e volgendo l’attenzione a quelle categorie di riferimento quali: media locali, enti locali, università, scuola, associazioni culturali, operatori del turismo, soggetti privati e cittadini. La collaborazione con altri enti e partner privati ha da sempre offerto grosse opportunità, per quanto attiene le competenze dell’Istituto l’organizzazione di mostre documentarie, ma è indispensabile, principalmente, affinché l’azione sinergica di tutti gli operatori del territorio, crei una efficace politica di valorizzazione e promozione dell’offerta culturale, rivolta soprattutto a quei cittadini che possono durante gli eventi proposti, incontrare per la prima volta l’Archivio di Stato e il Ministero. 135 Archivio di Stato di Isernia ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE Consultazione e servizi al pubblico Nella Sala di Studio i documenti possono essere consultati liberamente per motivi di studio o per motivi giuridico-amministrativi da qualsiasi cittadino italiano o straniero. (Fig. 5). Non possono essere consultati o possono essere consultabili secondo determinate modalità tutti i documenti che rientrano nella fattispecie prevista dal D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. Gli addetti alla sala di studio forniscono Fig. 5 Sala studio consulenza non solo per la ricerca uso studio, ma anche per la ricerca ai fini della visura e/o del rilascio di documenti per uso amministrativo e legale mettendo a disposizione degli studiosi e degli utenti tutti gli strumenti di corredo (inventari, elenchi analitici e sommari, schedari di sala studio e biblioteca) necessari. La capacità ricettiva della Sala di Studio è di 10 posti di consultazione con 6 prese per PC portatili e 2 punti internet. All’interno della sala è affisso il regolamento che disciplina l’accesso alla consultazione della documentazione. GRAFICO DELLE ATTIVITÀ Affari generali 5% Gestione delle risorse finanziarie 15% Gestione del personale - protocollo 10% Biblioteca 5% Didattica 10% Conservazione Beni Archivistici 15% Comunicazione, promozione URP 10% Tutela e protezione beni archivistici 10% Fruizione e valorizzazione 20% 136 Archivio di Stato di Isernia REGOLAMENTO - La ricerca per motivi di studio, libera e gratuita, è subordinata ad autorizzazione della direzione. E’ valida per l’anno in corso ed è strettamente personale. - Per accedere alla sala di studio l’utente deve esibire un documento di identità al personale addetto che provvederà a trascrivere gli estremi su un apposito registro. - E’ vietato introdurre nella sala di studio borse, cartelle e altri contenitori, nonché telefoni cellulari. - Sono possibili controlli e ispezioni. - Nella domanda il richiedente deve specificare l’argomento della ricerca: per ogni argomento di ricerca occorre una separata richiesta. - Lo studioso è tenuto ad apporre la propria firma in forma leggibile sul registro delle presenze giornaliere. - Gli inventari e gli altri strumenti di corredo, nonché gli schedari di sala di studio e biblioteca sono liberamente consultabili. - E’ vietata qualsiasi azione che possa danneggiare il materiale documentario. - Al fine della salvaguardia del patrimonio documentario, la direzione si riserva di escludere dalla consultazione i documenti il cui stato di conservazione lo sconsigli. - E’ consentita la fotoriproduzione dei documenti. Lo studioso è tenuto al versamento di un acconto per le copie qualora la spesa sia superiore a 5 euro. - Possono essere richieste 10 unità archivistiche nell’arco dell’intera giornata. E’ consentita tuttavia la consultazione di un solo pezzo per volta. I documenti possono essere mantenuti in deposito a disposizione dello studioso che lo ha richiesti per 15 giorni. - Gli studiosi sono tenuti ad osservare le procedure di controllo del materiale archivistico stabilite dalla direzione. - Lo studioso che utilizza materiale documentario dell’Archivio di Stato si impegna a consegnare una copia della eventuale pubblicazione o tesi per le quali può stabilire le condizioni d’uso. E’ obbligatorio citare l’Archivio di Stato quale possessore dei documenti utilizzati, indicandone la relativa segnatura archivistica. - Gli utenti della sala di studio possono consultare il materiale della biblioteca interna all’Istituto. - Si ricorda che il rispetto del diritto d’autore è responsabilità dello studioso. - Per quanto non precisato nel presente regolamento si rinvia alla normativa vigente in materia di Archivi di Stato (Codice dei beni culturali e del paesaggio - D.Lgs del 22 gennaio 2004 n. 42; Codice in materia di protezione dei dati personali - D.Lgs del 30 giugno 2003 n. 196). Ricerche per corrispondenza. L’Archivio di Stato di Isernia consente la fruizione della documentazione conservata anche attraverso richieste per corrispondenza sia per motivi di studio sia per certificazione di carattere amministrativo e legale. Attraverso questo strumento l’Archivio fornisce un costante servizio a cittadini di origine italiana residenti in altri paesi che desiderano conoscere le origini delle loro famiglie e della loro terra. Servizio di fotoriproduzione per uso studio e rilascio copie autentiche dei documenti per uso amministrativo. E’ possibile richiedere, utilizzando l’apposito modello ministeriale, previo pagamento, foto e fotoriproduzioni dei documenti archivistici per uso studio e amministrativo, possono essere effettuate durante le ore di apertura al pubblico, previa autorizzazione, il termine per il rilascio delle copie è di giorni 15. La riproduzione dei libri della biblioteca è consentita nel rispetto della normativa di tutela del Diritto d’autore. Sias (Sistema informativo degli Archivi di Stato) è una base di dati in continuo incremento che consente di effettuare da remoto e nelle sale di studio le ricerche sui complessi documentari conservati dagli Archivi di Stato e sui relativi inventari. Biblioteca Il servizio di Biblioteca è sussidiario alla ricerca documentaria. Il materiale bibliografico conservato (volumi, periodici e opuscoli), legato all’attività dell’Istituto e soprattutto alla storia locale, consta di 17.115 unità. Non si effettua il prestito esterno. Didattica L’Istituto promuove e organizza visite guidate per la conoscenza del patrimonio archivistico conservato, con studenti, gruppi e associazioni. Collabora con le scuole nei progetti di tirocinio, formazione e orientamento al fine di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro da parte degli studenti. 137 Archivio di Stato di Isernia ATTIVITA’ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE Mostre e convegni - “Conoscere l’Archivio di Stato”, 1985, mostra documentaria in occasione della Settimana della Cultura; -“Interazione terremoto -territorio in Provincia di Isernia”, 1992, convegno, in collaborazione con il CNR e l’Osservatorio Vesuviano; - Mostra documentaria all’interno del progetto “Scuola viva” organizzato dal Provveditorato agli Studi di Isernia, 1997. - Mostra documentaria in occasione della manifestazione “Giornate al borgo” organizzata dalla Pro Loco del comune di Fornelli, 1997. - “Domenicarchivio - Anno Giubilare”, 2000, mostra documentaria; - “Mostra d’arte Sacra e contemporanea e di documenti d’archivio (secc. XVIII-XX)”, 2000-2001, mostra documentaria in occasione dell’anno giubilare; - “La seconda guerra mondiale e i bombardamenti del 1943, nelle carte del Tribunale di Isernia”, 2007, mostra documentaria; - “L’Archivio: la nostra memoria”, 2008, mostra documentaria in occasione della Settimana della cultura; - Convegno internazionale di studi “Gli Archivi per la storia della scienza e della tecnica”, 1995, organizzato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Ufficio Centrale Beni Archivistici. - “Nascita e sviluppo dell’industria idroelettrica nel Molise”, 2005, organizzata dalla Soprintendenza Archivistica del Molise. - Convegno di studi “Garibaldi”, 2007, in collaborazione con l’Università del Molise. - Convegno di studi “Il Molise e la linea Gustav, 1943-1944”, 2007, in collaborazione con l’Università del Molise - Convegno “Monongah - Una tragedia dimenticata”, 2007, in collaborazione con la Regione Molise. - Presentazione del libro sul disastro di Monongah, tenutasi presso la Farnesina, 2007, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri. Pubblicazioni - “Il terremoto del 26 luglio 1805 - lo scenario dei danni nella città di Isernia”, 1992. - “Sperimentazione di una scheda documentaria per la creazione di un archivio sismologico”, 1992. - Catalogo della “Mostra d’arte Sacra e contemporanea e di documenti d’archivio (secc. XVIII-XX)”, 2000. - Catalogo della mostra “La seconda guerra mondiale e i bombardamenti del 1943, nelle carte del Tribunale di Isernia”, Isernia, Edizioni Terzo Millennio, 2007. collaborazioni - Gli archivi per la storia della scienza e della tecnica, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Ufficio Centrale Beni Archivistici, 1995 - Monongah cent’anni di oblio, Isernia, Cosmo Iannone Editore, 2007, a cura di Joseph D’Andrea. - Monongah - una tragedia dimenticata, Roma, Ministero degli Affari Esteri, 2007, a cura di Norberto Lombardi. - L’Italia spezzata - Guerra e Linea Gustav in Molise, Napoli, ESI, 2008, a cura di Giovanni 138 Archivio di Stato di Isernia ELENCO PROGETTI REALIZZATI 2007-2008 PROGRAMMA FINANZ. ANNO Progetto nazionale Progetto nazionale Progetto nazionale Mostra documentaria Totale MiBAC MiBAC MiBAC Enti Locali e privati SETTORE COMUNE OGGETTO DESCRIZIONE IMPORTO Isernia Scarto del materiale acquisito privo di interesse storico che occupa inutilemente i depositi degli istituti "La Casa archivistici. Seledelle 7.102,68 zione del mateCarte" riale da scartare;compilazione dei relativi elenchi; invetariazione del materiale da scartare Direzione; 2007 Ammini2008 strativo; Isernia Diffusione della firma digitale all'interno dell'amministrazione al fine di ridurre i "Firma tempi delle proce- 1.989,60 digitale" dure in sicurezza, la documenzione cartacea e semplioficare la gestione degli atti. Comunica2007 zione e 2008 Promozione Promozione della manifestazione "Comunicaorganizzata in ocIsernia zione Isti1.989,60 casione della X tuzionale" Settimana della Cultura. Comunicazione e Promozione 2007 Gestione beni archivistici "La II guerra mondiale e i bombardamenti Isernia del 1943 nelle carte del Tribunale di Isernia" Conservazione beni archivistici; Protezione beni archi2007 vistici, 2008 Gestione delle risorse; Gestione del personale; la mostra ha visto l'esposizione del carteggio inedito del Tribunale ricco di notizie sul II conflitto mondiale e sulle vittime da esso causato. 11.081,88 139 Istituzioni 140 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER LO SVILUPPO E LA COMPETITIVITÀ DEL TURISMO: AZIONI PER LO SVILUPPO TURISTICO DEL MEZZOGIORNO Come è noto il turismo è materia che nel nostro ordinamento è attribuita alla competenza esclusiva delle Regioni. Purtuttavia da tempo è stata riconosciuta l’esigenza di un punto di riferimento centrale, che favorisca l’azione regionale nel settore, incrementando la competitività globale del nostro sistema di offerta turistica. Questa esigenza è particolarmente sentita per quanto riguarda le Regioni meridionali, sia perché proprio questi territori possono trovare nel settore uno specifico fattore di sviluppo economico territoriale, sia per una tradizionale “debolezza” di molte Regioni meridionali. In questo quadro generale, nel periodo di programmazione 2000 – 2006, le attività svolte dal Dipartimento sono state orientate a fornire assistenza tecnica e supporto alle Amministrazioni regionali per la realizzazione, gestione e monitoraggio dei loro progetti di sviluppo turistico regionale e interregionale. Il Dipartimento è stato infatti responsabile del progetto Operativo “Indirizzo, coordinamento, assistenza tecnica e orientamento nel campo del turismo” nell’ambito della mis. I.2 del PON ATAS, nonché Amministrazione proponente del progetto operativo “Sviluppo di servizi formativi e trasferimento di buone pratiche nel settore del turismo e dell’ospitalità di cui alla mis.II.2 del PON ATAS. In attuazione del progetto di cui alla mis. I.2 i servizi prestati dal Dipartimento hanno riguardato: La realizzazione di una ricerca di mercato sull’attrattività delle aree turistiche delle regioni Obiettivo 1, che, in seguito a bando di gara con procedura aperta, è stata affidata ad un raggruppamento di imprese di riconosciuta competenza a livello nazionale ed internazionale: l’istituto DOXA per le ricerche di mercato, il Touring Club Italiano e l’istituto Mercury per le attività di consulenza e ricerca nel settore turistico. L’analisi, che è stata avviata nel corso del 2004, rivista e quindi ripetuta nel 2006 e nel 2007 ed e aggiornata con i dati del 2008, si è soffermata sulle dinamiche che hanno caratterizzato l’evoluzione del turismo in Italia e nel Mezzogiorno con lo scopo di offrire alle amministrazioni nazionali e regionali deputate alla realizzazione di interventi nel campo del turismo, gli strumenti conoscitivi idonei per le prossime misure di sostegno, con particolare riferimento all’attuazione dei PIT- Progetti Integrati Territoriali. In particolare il progetto si è sviluppato secondo le seguenti linee programmatiche: 1) Indagini sulla domanda turistica, sui media e sugli intermediari della domanda, con riferimento alla qualità attesa dei servizi, all’immagine percepita e all’indice di gradimento delle destinazioni turistiche a livello di ogni singola realtà regionale – anche su un piano comparativo con i più diretti 141 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo competitors stranieri – da cui possano emergere punti di criticità e di eccellenza delle destinazioni stesse. In particolare, destinatari dell’indagine sono stati campioni di popolazione dei nove paesi stranieri (Austria, Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Regno Unito, USA, Giappone) con i maggiori flussi turistici verso l’Italia, oltre ad un campione della domanda turistica nazionale. Per quanto riguarda gli intermediari della domanda, sono stati intervistati i principali Tour Operators italiani e stranieri ai quali si è chiesto di rilevare i fattori fondamentali alla base della scelta delle diverse destinazioni, anche in vista dell’individuazione dei punti di debolezza dei territori interessati rispetto ai competitors. L’indagine sui media, infine, ha coinvolto le principali testate giornalistiche, specializzate e non, dei paesi esteri e italiane. 2) Analisi dell’offerta turistica, tramite una segmentazione territoriale riferita ai vari PIT a vocazione turistica presenti nelle Regioni Obiettivo 1. Obiettivo di questa indagine è stato la codifica dei singoli comuni, PIT e PIS in modo da rendere possibile la lettura integrata del territorio per vocazione turistica attuale, prospettiva ambientale e culturale e potenzialità di utilizzo del parco di servizi integrati al turista tramite l’individuazione del livello quantitativo e qualitativo dell’offerta ricettiva e di servizi turistici esistente sul territorio. In una seconda fase l’indagine è stata effettuata in loco (riguardando alcuni dei PIT già presi in considerazione) presso gli attori dell’offerta turistica allo scopo di analizzare il livello di integrazione delle filiere turistiche locali (livello di associazionismo, canali integrati di promozione, reti locali, ecc.) e di evidenziarne i punti di debolezza presso la domanda nazionale ed estera. I risultati, incrociati con i dati relativi alla domanda, costituiscono un importante strumento ai fini della riprogrammazione delle azioni di sostegno al settore. 3) Studio sui principali competitors nell’area mediterranea caratterizzati da contesti territoriali e tipologia di prodotto analoghi a quelli delle Regioni Ob.1, allo scopo di individuare le strategie e le politiche di eccellenza poste in essere che hanno favorito la scelta della destinazione estera da parte dei turisti italiani e stranieri. 4) Raccolta di dati statistici ed elaborazione di studi e ricerche sull’evoluzione del prodotto turistico e sulle nuove tendenze turistiche internazionali presso le principali Organizzazioni Internazionali del settore. In relazione ai risultati conseguiti e al gradimento da parte delle regioni, è stata soprattutto rilevata la necessità di ripetere l’indagine per monitorare l’andamento del settore e riorientare gli interventi e la pianificazione territoriale in modo da adeguare le attività programmabili al continuo evolversi del contesto. Tra le altre attività indirizzate a specifiche Regioni, si può anche segnalare, a supporto della programmazione della regione Basilicata e su proposta della medesima la realizzazione di un itinerario turistico interregionale dedicato all’Imperatore Federico II ed esteso al territorio in cui sono presenti resti e testimonianze federiciane con azioni progettuali finalizzate a fornire una chiave di lettura del periodo storico e del rapporto tra Federico II e il territorio dell’Italia peninsulare. L’assistenza tecnica fornita al progetto ha portato in primo luogo all’acquisizione di elementi conoscitivi sul contesto turistico, storico e culturale, alla definizione delle infrastrutture di cui è dotato il territorio, al censimento delle istituzioni già coinvolte e di quelle potenzialmente interessate alla realizzazione del percorso. Si è concretizzata poi nella stipulazione di cinque contratti d’incarico con altrettanti esperti dell’epoca federiciana, ognuno per le seguenti aree di consulenza: pianificazione territoriale, antropologia e storia medievale del ciclo federiciano, marketing del turismo culturale, tradizioni storiche, studi su Federico II. Gli studi prodotti hanno mirato ad un analisi puntuale del territorio, e hanno messo in rilievo le specificità territoriali in qualche modo legate alla figura dell’imperatore, collegando i luoghi che hanno visto le vicende della vita di Federico II nelle regioni Basilicata e Puglia in un itinerario ideale nell’ambito del quale sono state ipotizzate attività promozionali legate ad un’offerta turistica strutturata intorno alla figura di Federico II. 142 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo E’ stata presa in esame la figura dell’imperatore inserendola nel contesto storico e geografico in cui ha vissuto, analizzando, oltre alle vicende storiche, i resti architettonici delle costruzioni ad esse legate, mettendo in luce usi e costumi della vita quotidiana dell’epoca, tradizioni locali, manifestazioni folcloristiche che hanno le loro origini in tale periodo e ipotizzando varie attività di marketing turistico locale con il coinvolgimento degli operatori turistici. Con l’acquisizione di tale materiale è stata predisposta, a cura dell’APT della Basilicata, una guida relativa a tali località ed è stata ipotizzata la stesura di un Atlante degli stessi luoghi . Tale materiale ha costituito inoltre la base per la progettazione di un STL incentrato intorno alla figura dell’imperatore e comprendente le località ad esso legate Si è svolta anche attività di assistenza tecnica alle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (ex Obiettivo 1), esplicitatasi in forma di consulenze, studi, ricerche e indagini conoscitive finalizzate alla definizione, messa a punto e implementazione di modelli metodologico – operativi per l’individuazione ottimale dei Sistemi Turistici Locali previsti dalla Legge 135/2001. E’ stata finanziata al riguardo una ricerca relativa alla regione Campania, una alla regione Siciliana ed è stata supportata la regione Puglia nell’espletamento della gara per l’affidamento di tale attività di ricerca nella regione Lo studio relativo alla regione Campania è costituito da una ricerca degli indicatori e dei parametri necessari all’individuazione di metodologie e strumenti per la valutazione del livello di “turisticita’“ di un ambito territoriale che ha portato alla definizione di un modello statistico-socio-economico, utile all’individuazione e classificazione delle diverse tipologie di modelli di sistemi turistici locali. E’ stato altresì elaborato un sistema di monitoraggio e controllo della qualità, finalizzato alla verifica del mantenimento nel tempo delle caratteristiche di turisticita’ richieste. La ricerca relativa alla regione Siciliana, fondata su indagini analitiche sul territorio, parte dall’analisi dei possibili strumenti di programmazione concertata, verificando il livello di aggregazione degli organismi presenti nel territorio regionale e definisce il modello socio-economico di individuazione dei Sistemi Turistico Locali e le azioni necessarie all’accompagnamento dei soggetti protagonisti degli interventi programmati. Tutti gli studi ed analisi realizzati, raccolti anche in pubblicazioni a cura del Dipartimento, costituiscono materiale necessario alla pianificazione e programmazione delle politiche turistiche regionali. La loro diffusione potrà favorire la circolazione delle informazioni e dei risultati di tale attività nel suo complesso e costituire un utile supporto agli amministratori locali. Con il progetto di cui alla mis. II.2 sono state realizzate attività miranti alla qualificazione professionale del personale delle amministrazioni regionali e degli enti locali che operano nel settore turistico. La finalità di questo progetto è stata di assistere le Amministrazioni competenti, nei modi più opportuni e da esse condivisi, nell’attività di individuazione, riconoscimento e mantenimento dei Sistemi Turistici Locali (STL) e favorire la qualificazione professionale dei soggetti a vario titolo coinvolti nelle varie fasi di individuazione, organizzazione, promozione, riconoscimento, istituzionalizzazione, pianificazione, controllo qualità, gestione strategica e monitoraggio dei STL, attraverso percorsi formativi integrati (seminari, laboratori, studio di casi, scambi di esperienze ecc.). Si è proceduto tramite un’analisi condotta in ognuna delle Regioni Ob. 1, condensata in singole monografie regionali, raccogliendo la documentazione disponibile e svolgendo interviste con i responsabili del settore. Dopo aver realizzato una ricognizione delle migliori pratiche sviluppate nel territorio delle Regioni Obiettivo 1, oltre che di eventuali esperienze di eccellenza simili realizzate in altri paesi Comunitari e ugualmente finalizzate all’obiettivo dello sviluppo territoriale, economico e di valorizzazione delle potenzialità turistiche, si è proceduto alla diffusione dei principali risultati emersi nel corso dell’analisi svolta, attraverso seminari formativi ed informativi tesi a favorire la diffusione di buone pratiche fra operatori del turismo locale e amministratori coinvolti nel processo di sviluppo dei STL, PIS e PIT a vocazione turistica. I risultati dell’attività sono stati raccolti in una pubblicazione di sintesi. 143 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo Inoltre, sempre nello stesso periodo 2000/2006 il Dipartimento, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero del Lavoro, ha gestito progetti di formazione “on the job”, indirizzati a non occupati delle Regioni ex Obiettivo 1. Con detti progetti, finanziati a valere sulle risorse del PON Sviluppo imprenditoriale locale, sono stati realizzati circa 2000 stages presso imprese turistiche, sia del Meridione, sia anche in mobilità nel Nord Italia ed all’estero (soprattutto Russia). Il Dipartimento ha poi partecipato fin dall’inizio ai lavori relativi alla programmazione 2007/2013 delle risorse finanziarie comunitarie e nazionali da destinare alle politiche di sviluppo regionali ed ha quindi contribuito, per quanto di competenza, alla redazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007/2013, che definisce le finalità ed i programmi di tali politiche, orientando ancora per i prossimi sei anni l’utilizzo sia dei Fondi strutturali comunitari, sia delle risorse finanziarie nazionali del Fondo aree sottoutilizzate (FAS), sia di altri fondi nazionali, normalmente destinati attraverso delibere CIPE. Nell’ambito del citato QSN è stato fra l’altro previsto un apposito Programma interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” che prevede una strategia integrata di valorizzazione turistica e di messa a rete di specifici territori (Poli) dotati di particolari attrattori culturali e naturali. Il Dipartimento ha quindi anche partecipato attivamente alla fase di redazione del Programma operativo interregionale cofinanziato dai Fondi strutturali (POIN), che si è svolta per tutto l’arco del 2007 ed è stata molto laboriosa. Il programma (POIN), che opera con il cofinanziamento dei Fondi strutturali per le quattro regioni Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) è accompagnato da un programma gemello, avente una strategia unitaria e stessi obiettivi e linee di intervento, che opera su fondi esclusivamente nazionali (FAS) per le otto Regioni dell’aggregato Mezzogiorno. La governance dei due programmi gemelli è molto articolata, poiché prevede l’intervento di tre Amministrazioni centrali (il Dipartimento, il Ministero per i Beni e le Attività culturali, il Ministero dell’Ambiente) e di otto Amministrazioni regionali. L’intervento finanziario complessivo del POIN (programma con cofinanziamento comunitario) è di circa 1.031 milioni di euro per tutto il periodo fino al 2013; l’intervento finanziario del PAIN (finanziato con fondi FAS) è al momento definito in circa 882 milioni di euro. Il Programma POIN si articola in due assi principali ed un terzo asse destinato all’assistenza tecnica. Ogni asse si articola a sua volta in obiettivi specifici, obiettivi operativi e linee di intervento. In particolare, l’Asse I è orientato alla “Valorizzazione ed integrazione su scala interregionale dei Poli e degli attrattori culturali, naturali e paesaggistici in essi localizzati” mentre l’Asse II è finalizzato alla “Competitività delle imprese del settore turistico, culturale ed ambientale e promozione dell’offerta delle Regioni Convergenza”. Le linee di intervento che dovranno vedere un ruolo attivo di questo Dipartimento possono essere riassunte come di seguito: attività di promozione internazionale e di costruzione del prodotto turistico meridionale; supporto per la creazione ed il rafforzamento della rete dei poli turistici; realizzazione di progetti pilota su scala interregionale per la gestione di sistemi turistici integrati; definizione di linee guida per l’adeguamento della qualità dei servizi turistici, ivi compresa la classificazione alberghiera; diffusione di buone pratiche con specifico riferimento anche alle migliori tecniche di destination management; sostegno all’innovazione ed alla qualificazione delle imprese turistiche. 144 MINISTERO DELL’INTERNO DIPARTIMENTO PER LE LIBERTÀ CIVILI E L’IMMIGRAZIONE - DIREZIONE CENTRALE PER L’AMMINISTRAZIONE DEL FONDO EDIFICI DI CULTO: FONDO EDIFICI DI CULTO Il Fondo Edifici di Culto (F.E.C.), istituito dalla legge 20 maggio 1985, n. 222, attuativa dell’Accordo del 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, ha come finalità la conservazione, la manutenzione e la tutela del proprio patrimonio, costituito principalmente da edifici di culto di grandissimo pregio storico,artistico,religioso e culturale,e dalle opere d’arte ivi custodite. Nel patrimonio del F.E.C. sono confluiti i patrimoni del Fondo per il Culto e del Fondo di beneficenza e religione nella città di Roma, nonché delle altre Aziende speciali di culto, organismi istituiti con le diverse leggi eversive della seconda metà dell’800. Il F.E.C. ha quale rappresentante giuridico il Ministro dell’Interno ed è amministrato per mezzo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto. Tra gli oltre 700 edifici sacri se ne citano alcuni, universalmente conosciuti per l’alto rilievo storico-artistico:la Basilica di Santa Croce,S. Maria Novella e S. Marco a Firenze; S. Maria in Aracoeli, S. Maria del Popolo, S. Maria della Vittoria, S. Ignazio, S. Francesca Romana, S. Maria Sopra Minerva, S. Andrea della Valle, la Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio a Roma; l’Abbazia di Farfa a Fara Sabina e quella di Praglia a Teolo; S. Chiara con annesso Monastero, S. Domenico Maggiore e S. Gregorio Armeno a Napoli; la Chiesa del Gesù-Casa Professa e S. Maria dell’Ammiraglio o della Martorana a Palermo; S. Domenico, S. Maria dei Servi e la Chiesa del Corpus Domini a Bologna. Michelangelo, Guido Reni, Paolo Veneziano, Caravaggio, Gian Lorenzo Bernini, Domenico Antonio Vaccaro, Cavalier d’Arpino,Tiziano, Bernardino Luini, Francesco Francia sono alcuni degli autori più illustri e rappresentativi dei più grandi capolavori della storia dell’arte internazionale, le cui opere sono conservate nelle chiese del Fondo Edifici di Culto. Insieme alle chiese, il Fondo annovera nel suo patrimonio importanti aree museali, la cui gestione è assicurata dal Ministero nell’interesse della cultura. Tra queste le “Case Romane” sottostanti la Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio a Roma: un sontuoso luogo archeologico consistente in una domus romana unica per la sua ricchezza e conservazione; il Museo dell’Opera di S. Chiara e l’adiacente chiostro maiolicato nell’omonimo Monastero campano, e la Sala degli arredi sacri all’interno della Basilica di S. Domenico Maggiore a Napoli. Inoltre, va ricordato che il Fondo è proprietario di beni di altra natura, tra i quali spicca per la sua particolarità la Foresta di Tarvisio, un’estensione di circa 23.000 ettari all’interno della Provincia di Udine, confinante con la Slovenia e l’Austria: un’area naturale incontaminata che si presenta ancora in tutta la sua integrità e particolarmente apprezzata per la presenza di rari esemplari di flora e fauna. Il Fondo Edifici di Culto annovera tra i suoi beni anche un interessante fondo librario antico, custodito nella Biblioteca della Direzione Centrale e costituito da circa 400 volumi editi dall’anno 1552. Le edizioni di grande pregio storico ed artistico, per le splendide illustrazioni eseguite con incisioni xilografiche e calcografiche, riguardano non solo opere giuridiche ma anche classici della letteratura. Annualmente il Fondo finanzia interventi di restauro e conservazione per circa 6 milioni di euro, ed attua azioni di conoscenza e di valorizzazione del proprio patrimonio attraverso eventi culturali di notevole rilevanza artistica quali, in particolare, mostre e pubblicazioni. 145 REGIONE MOLISE: ATTIVITÀ DELL’ASSESORATO ALLA CULTURA - SERVIZIO BENI E PROMOZIONE CULTURALE La Regione Molise secondo le norme statutarie promuove il progresso civile sociale ed economico della popolazione che occupa il territorio delle attuali province di Campobasso ed Isernia. In ambito turistico-culturale cura la valorizzazione e la difesa del paesaggio e del patrimonio storico, archeologico ed artistico del Molise … tutela il patrimonio linguistico e storico e le tradizioni popolari delle comunità etniche esistenti nel suo territorio (Statuto Regione Molise). L’Assessorato alla Cultura è la struttura dell’Ente a cui un’ articolata legislazione regionale assegna specifiche competenze in ambito culturale, con funzioni ed attività finalizzate a : - promuovere e coordinare l’ attività di funzionamento e di sviluppo dei musei, delle raccolte di interesse artistico, storico e bibliografico, degli archivi, delle biblioteche (anche popolari), dei centri di lettura e di educazione permanente, di altre istituzioni aventi per scopo la promozione e la diffusione della cultura di competenza regionale e locale (legge regionale 11 dicembre 1980, n. 37); - valorizzare il patrimonio culturale delle minoranze linguistiche storicamente presenti nel territorio, ovvero delle comunità molisane di origine croata ed albanese (legge regionale 14 maggio 1997, n. 15); - favorire lo sviluppo e la diffusione delle iniziative di promozione educativa e culturale nelle aree disciplinari della storia e dell’umanistica, delle tradizioni popolari, dell’editoria, delle arti visive, della comunicazione, del teatro, della musica, della danza, del cinema e degli audiovisivi, della scienza e dell’ ambiente; organizzare le attività culturali, direttamente o in collaborazione con enti pubblici, enti nazionali con sede regionale, enti locali territoriali e dell’associazionismo culturale (legge regionale 11 gennaio 2000, n. 5); - garantire la salvaguardia, il restauro e la valorizzazione delle città il cui patrimonio culturale, architettonico ed artistico sia di rilevante importanza, attraverso l’attribuzione della qualifica di “città d’arte del Molise” (legge regionale 26 aprile 2000, n. 30); - autorizzare le manifestazioni storiche e culturali per le quali viene riconosciuta la rilevanza di patrimonio storico e peculiare delle comunità locali interessate (legge regionale 11 aprile 2005, n. 12) - sostenere iniziative di carattere culturale idonee ad attrarre visitatori nelle località di interesse archeologico di Sepino, di Larino e di Pietrabbondante, incentivando la realizzazione di manifestazioni e di attività teatrali mediante la specifica utilizzazione e valorizzazione degli anfiteatri ivi esistenti (legge regionale 6 luglio 2007, n. 21); - istituire gli ecomusei sul proprio territorio allo scopo di recuperare, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, le figure ed i fatti, la cultura materiale ed immateriale della Regione (legge regionale 28 aprile 2008, n. 11). 146 Regione Molise Negli ultimi anni, nel biennio 2007/2008, l’Assessorato alla Cultura ha intrapreso un’attività tecnico- politica volta alla semplificazione legislativa ed amministrativa di settore, alla creazione di un sistema coordinato di servizi e di un sistema di azioni di rete fra i soggetti coinvolti, al miglioramento del rapporto dell’ente regione con i cittadini, i soggetti economici e le formazioni sociali. Secondo tali linee programmatiche l’assessorato ha avviato una serie di iniziative e di progetti, di sicuro impatto innovativo, la cui definitiva attuazione realizzerà un impianto culturale moderno, efficiente ed efficace. L’esigenza di nuove norme si è concretizzata mediante la proposta di una nuova legge: il Testo unico in materia di cultura, adottato con Deliberazione di G.R. 19 settembre 2008, n. 970 e tutt’ ora all’esame della Commissione consiliare. La sua approvazione, abrogando diverse leggi regionali di settore, consentirà di: - regolamentare i rapporti tra Regione ed enti locali (Comuni e Province), Università, Istituti di ricerca ed alta cultura, Istituzioni scolastiche; - disciplinare, in modo nuovo, le attività di promozione culturale e di gestione del registro regionale delle associazioni e degli enti; - istituire l’Osservatorio Culturale, la Film Commission, il Sistema Bibliotecario regionale, l’Organizzazione museale territoriale, il Registro delle eredità immateriali; - programmare le attività e la gestione dei beni culturali secondo un piano unico triennale; - organizzare rapporti operativi tra la Regione e la costituenda Fondazione Molise Cultura. La necessità di far nascere una istituzione culturale permanente, snodo di alta cultura, è stata realizzata con la redazione e l’ approvazione dello statuto della Fondazione Molise Cultura (Deliberazione di G.R. 29 luglio 2008, n.827). La Fondazione sarà costituita nel corso del biennio 2009/2010. La sua attività sarà sostenuta dalla Regione, che ne determinerà il ruolo di cabina di regia nell’ambito della produzione artistica e culturale locale, attraverso l’elaborazione di forme di diffusione e di radicamento della cultura regionale all’interno e all’esterno del proprio territorio, anche mediante la partecipazione ai programmi dell’Unione Europea. Proprio di recente, in merito ai programmi dell’Unione Europea, l’Assessorato alla Cultura ha avviato il progetto Sigma3c Leonardo, come ente capofila. Insieme ad altri partners, tra i quali, la Spagna, il Portogallo, Malta, la Romania e il Comune di Siena, ha attivato un dibattito nuovo sulla cooperazione in campo culturale attraverso un approccio metodologico che considera la cultura come importante motore dello sviluppo economico territoriale. Nel quadro del progetto ha elaborato una metodologia per l’analisi accurata del sistema culturale locale e per la definizione di un piano strategico locale e di rete. Con la sperimentazione di tale metodologia agli interventi di tipo “classico”, per la promozione e la salvaguardia dei beni culturali, la Regione sta affiancando il progetto Sigma3c, che interpreterà il sistema cultura come settore produttivo, elemento chiave per la competitività del territorio. Questo approccio consentirà, tra l’altro, di sensibilizzare gli operatori e le imprese di settore rispetto ai temi culturali. Il target principale del progetto sarà rappresentato, quindi, dal sistema territoriale della cultura e i destinatari delle diverse fasi saranno appunto gli operatori e gli imprenditori, coinvolti attivamente e inseriti in un percorso formativo non formale. 147 Regione Molise L’esperienza della creazione di un sistema territoriale culturale è stata compiuta nell’ambito delle attività di spettacolo con il progetto Molise Live – il luoghi dello spettacolo, ideato ed elaborato per partecipare all’Avviso Pubblico per il Patto dello Spettacolo dal Vivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali . Il progetto, presentato ed approvato per il triennio 2007-2009, è stato oggetto di importantissimi apprezzamenti a livello nazionale ed è stato finanziato anche con fondi statali (1.800.000,00 euro per le annaulità 2007 e 2008). L’idea di creare una rete locale per la promozione delle attività di spettacolo ha permesso di programmare, per gli anni 2007/2008, un unico cartellone di manifestazioni di musica, teatro, danza e cinema da realizzare su tutto il territorio regionale: oltre 200 spettacoli annuali, effettuati in collaborazione con le due Province molisane e con più di quaranta Comuni. Le rappresentazioni si sono svolte in luoghi e siti di interesse storico: teatri archeologici, castelli, centri storici e piazze caratteristiche, per creare una fusione tra spettacolo, luoghi d’arte e beni archeologici. L’ultima annualità del progetto, quella relativa al 2009, non sarà purtroppo finanziata dallo Stato. Subirà, pertanto, una rimodulazione con la conservazione degli eventi più importanti e maggiormente rappresentativi delle peculiarità locali, di sicuro impatto turistico regionale ed extraregionale. Con lo scopo di attuare il completamento e lo sviluppo del progetto Molise Live negli anni 2008/2009 e per la creazione di un sistema di eventi ed attività collegati allo sviluppo del territorio, l’Assessorato alla Cultura ha utilizzato, quale linea di indirizzo programmatico, un Accordo di programma denominato Molise Cultura. Esso ha risposto alla necessità di operare una azione integrata e coordinata tra gli Enti pubblici competenti ed è stato finalizzato all’attuazione di interventi per il miglioramento dell’attività delle aree culturali (interventi di rilievo strategico, compresi negli strumenti di programmazione integrata di tipo comunitario, nazionale, settoriale, regionale, inter-comunale e comunale, inseriti in pacchetti di investimenti legati da una comune strategia territoriale). Tali interventi, integrati sotto l’aspetto tipologico, funzionale ed economico-finanziario, sono stati realizzati anche attraverso la sinergia delle risorse e dei soggetti pubblici e privati. Lo strumento dell’Accordo di programma è stato utilizzato anche per lo sviluppo del Sistema Archeologico Molisano per la valorizzazione del patrimonio archeologico, artistico, storico, culturale e paesaggistico esistente, per la crescita degli aspetti ambientali e naturalistici, per il potenziamento della attività collaterali alle aree archeologiche e per l’inserimento di tali aree nell’ambito dei circuiti turistici qualificati. Utile alla conoscenza e allo studio del territorio è risultato il progetto sui Beni Culturali Minori condotto da un gruppo di lavoro, in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni culturali del Molise. L’ attività di rilevamento dei dati relativi ai singoli paesi della regione ( ricerca bibliografica e visita diretta dei Comuni) ha permesso di poter censire e dar conto dello stato di conservazione dei nuclei abitativi molisani, con la valutazione del tessuto insediativo dei centri storici, in quanto architettura minore da salvaguardare e valorizzare (rilievo fotografico delle emergenze artistiche, architettoniche, archeologiche, urbanistiche e delle strutture rurali presenti). Inoltre l’ analisi della rete dei musei pubblici e privati, presenti sul territorio, ha consentito la valutazione delle strutture museali, delle collezioni, degli allestimenti del materiale esposto e della loro fruibilità. Tale studio costituisce il punto di partenza per la realizzazione dell’Organizzazione museale di cui al citato Testo unico in materia di cultura. Sempre nella direzione della tutela dell’ambiente, dello sviluppo del territorio e della salvaguardia dei beni immateriali si colloca il progetto sugli Ecomusei. La valorizzazione 148 Regione Molise della memoria storica e l’attenzione su come l’insediamento umano abbia influenzato l’evoluzione del paesaggio consentono alle istituzioni locali e agli abitanti di stabilire, mediante un’azione sinergica, quel patto attraverso il quale una comunità si prende cura del proprio territorio (M. Maggi, 2002). Il riconoscimento degli ecomusei, secondo il dettame normativo della l.r. 11/2008, permetterà di raggiungere l’obiettivo del progetto: conservare e tramandare gli spazi, i luoghi, gli usi, le abitudini e le consuetudini condivise dalle piccole, piccolissime realtà comunali del Molise. Contro il rischio delle modificazioni ambientali e dell’oblio della storia millenaria locale, sostenuto dai rapidi cambiamenti urbanistici, tecnologici e sociali, le istituzioni e le comunità potranno condividere, collaborare e partecipare al recupero dell’ambiente, della cultura materiale, della storia, del saper fare, delle capacità manuali, delle attività produttive nel settore dell’artigianato artistico, della produzione agricola ed agroalimentare, dell’edilizia. Nella logica del rispetto delle diversità culturali e della creazione di sistemi culturali integrati si pone, infine, il progetto unico regionale per le minoranze linguistiche storiche, presenti in regione. Fin dall’esercizio finanziario 2003 e negli anni successivi sono state realizzate diverse attività per la tutela e la valorizzazione delle comunità albanesi e croate: in ambito giornalistico e divulgativo, mediante percorsi formativi, di studio e di ricerca, attraverso attività nel settore turistico locale ed informativo, per mezzo di incontri con autori di testi e raccolte bilingui. Per i prossimi anni, nell’ottica di un costante sostegno alla cultura delle minoranze, il progetto prevede la tenuta di n. 7 sportelli linguistici nei sette comuni molisani di minoranza arebreshe e croata: Ururi, Portocannone, San Martino, Campomarino, San Felice, Acquaviva, Montemitro. L’obiettivo è quello di integrare l’esperienza dei caffè letterari ed ottenere la creazione di veri e propri centri culturali delle minoranze linguistiche molisane. I centri promuoveranno attività di carattere letterario ed editoriale come tavole rotonde, inchieste, ideazione e realizzazione servizi informativi, produzione di pagine informative sulla stampa specialistica, realizzazione di programmi radiofonici con inserti in lingua, realizzazione di manifesti e brochure, ideazione e creazione di spot e siti web, pubblicazione di un manuale trilingue sulla lingua e sulle tradizioni antiche. 149 REGIONE MOLISE: ATTIVITÀ DEL SERVIZIO TURISMO L’Assessorato al Turismo della Regione Molise persegue l’obiettivo di migliorare le potenzialità di attrazione del territorio, sviluppare ed incrementare il movimento turistico verso la regione attraverso vari strumenti di intervento, quali: - il Piano annuale di Promozione Turistica, che prevede finanziamenti ad eventi regionali di rilevanza turistica finalizzati alla promozione del folklore, delle tradizioni e dei prodotti locali per lo sviluppo dell’eco turismo, del turismo rurale, culturale, religioso, etnico e ad eventi legati al costume ed alla società; - i progetti Interregionali di sviluppo turistico, cofinanziati ai sensi della Legge 135/2001 che hanno avviato nuove modalità di lavoro tra le Regioni ed altri partner pubblici e privati. L’Assessorato al Turismo del Molise è partner di 9 progetti interregionali, di durata pluriennale, investititi su tutto il territorio regionale attraverso azioni finalizzate alla valorizzazione e promozione del Molise; - partecipazione alle più valide ed accreditate manifestazioni fieristiche del Turismo per la diffusione dell’immagine, in Italia ed all’estero, del territorio molisano; - progetto SOS Turista, gestito in collaborazione con l’E.P.T. di Campobasso che ha lo scopo di fornire tutte le informazioni utili e necessarie al turista interessato a soggiornare in Molise. Al fine di fornire migliori servizi di informazione e orientamento al turista attraverso specifici contenuti digitali in forma di testi, immagini e video, l’Assessorato si è dotato di un Portale Regionale del Turismo, che promuove le attrazioni, le destinazioni, ed i servizi turistici del territorio regionale. Inoltre, l’Assessorato, allo scopo di migliorare la capacità ricettiva della regione, concorre al finanziamento di interventi finalizzati alla ristrutturazione e all’ammodernamento di immobili destinati alla microricettività, quali Case per Vacanze, Bed & Breakfast, Turismo Rurale e Affittacamere. Allo scopo di migliorare la competitività dell’offerta turistica molisana è stata stipulata una convenzione con l’Università degli Studi del Molise per la realizzazione del progetto “Molise di Qualità” finalizzato al censimento, alla valutazione dello stato qualitativo delle strutture turistiche ricettive operanti sul territorio e alla diffusione, attraverso Workshop, dei dati raccolti. Si sottolinea, infine che è in fase di approvazione la proposta di legge di riordino dell’organizzazione turistica del Molise, che delinea un’organizzazione turistica più efficace ed efficiente nella quale sono meglio definiti il ruolo e le funzioni di tutti i soggetti pubblici competenti nel settore del turismo. 150 Regione Molise REGIONE MOLISE - ORGANIGRAMMA DIREZIONE GENERALE II Attività Produttive, Energia, Turismo, Sport, Caccia e Pesca Servizio: Turismo, Industria Alberghiera Assessore al Turismo Franco Giorgio Marinelli Direttore Generale Lorenzo Ortis Dirigente Responsabile del Servizio Maria Relvini Ufficio Promozione Turistica Responsabile Maria Ivana Cima Ufficio Industria Alberghiera Responsabile Felice Di Risio Ufficio Agenzie Viaggi e Turismo Concorsi Standard di Qualità delle Imprese Turistiche Responsabile Gabriella Gabriele Ufficio Controllo e Rendicontazione Interventi di Promozione Turistica e Industria Alberghiera Responsabile Mario Ferrucci Ufficio Pro-Loco e Associazioni Turistiche Responsabile Mario Felice 151 PROVINCIA DI CAMPOBASSO: LA STORIA L’odierno assetto territoriale della provincia di Campobasso è il risultato di varie modifiche avvenute in epoche diverse. Il Regno di Napoli, ad eccezione del breve periodo della Repubblica napoletana del 1799, rimarrà governato dalla dinastia borbonica fino al 1806, quando le truppe Napoleoniche entrarono a Napoli e vi rimasero per circa 10 anni. All’arrivo dei francesi, l’organizzazione delle province del Regno, antica di oltre sette secoli, apparve inadeguata a sostenere le funzioni richieste da una moderna organizzazione dello Stato. Per un più efficace controllo amministrativo, Giuseppe Napoleone, con la legge dell’8 agosto 1806, ripartì il Regno di Napoli in tredici province, tra le quali la Capitanata e Contado di Molise. Le province abbinate di Capitanata e Molise avevano in Foggia il capoluogo di provincia, sede dell’Intendente; divise poi in quattro Distretti, Foggia, Manfredonia, Campobasso e Isernia, nel cui capoluogo aveva residenza il Sottintendente. Fra le popolazioni del Contado, specie nelle classi più evolute, la delusione fu grande. La condizione di provincia-appendice persisteva. Il 27 settembre 1806, Giuseppe Napoleone firmava una legge speciale che separava iI Contado di Molise dalla provincia di Capitanata. Il provvedimento ebbe come promotori Vincenzo Cuoco e Giuseppe Zurlo. Vincenzo Cuoco, l’ingegno più alto che il Molise abbia espresso, sottolinea l’importanza della legge cui era stato il principale ispiratore: il fato del Contado del Molise è stato per 200 anni quello di essere mal conosciuto dai geografi e trascurato dal Governo. Questa stessa provincia meritava, più che non si creda. Senza nome e senza fatti propizi, senza strade, amministrata da autorità lontane e quasi sempre straniere. La legge 8 dicembre 1806 determinò la circoscrizione territoriale dei Distretti e nel 1807 fu promulgata la legge del 19 dicembre, relativa alla circoscrizione dei Governi; in virtù di tale legge il Contado di Molise denominato ufficialmente Provincia di Molise ebbe a conseguire un assetto autonomo. Essa risultò divisa nei due Distretti di Campobasso ed Isernia, ed in 21 Governi (dei quali 9 assegnati al primo, e 12 al secondo), comprensivi di 109 comuni. Al primo traguardo dell’autonomia molisana si sommava, poco dopo, il decreto di Gioacchino Murat del 4 maggio 1811 con il quale si aggiungevano ai distretti di Campobasso ed Isernia, quello Basso molisano di Larino. La circoscrizione fu divisa, quindi, in tre Distretti, e gli antichi Governi furono chiamati “Circondari”. Il Distetto di Campobasso ebbe 12 Circondari con 58 comuni dipendenti, quello d’Isernia 9 con 42 comuni, quello di Larino 34 comuni ripartiti in 7 Circondari: una compagine, insomma, di 134 Comuni. Dal 1811 al 1848 vi furono altre riforme circoscrizionali, che recarono lievi mutazioni alla ripartizione dei Circondari. Nel 1861, dopo l’unità d’Italia, il Molise non è riconosciuto come regione e venne, quindi, aggregato all’Abruzzo, con cui formerà un’unica entità amministrativa per altri cento anni durante i quali le due regioni continuano a vivere una vita amministrativa e sociale diversa e separata, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale. Nel periodo del centralismo statale postunitario, il regionalismo molisano fece 152 Provincia di Campobasso sentire la sua voce rivendicando la separazione dall’Abruzzo, come sostenne in un Consiglio provinciale del 1920 Giambattista Masciotta. Dopo il periodo fascista l’iniziativa regionalistica registrò un momento di notevole significato politico durante i lavori dell’Assemblea Costituente. Le lunghe battaglie, iniziate dopo il primo dopoguerra, per l’istituzione di una regione autonoma portarono, a seguito anche della nuova funzione che la Carta Costituzionale repubblicana assegnava alle regioni, all’approvazione della legge costituzionale che, nel dicembre del 1963, sanciva la nascita della Regione Molise, staccandola dall’Abruzzo e, quindi, con propria autonomia amministrativa e una sola provincia, Campobasso. Cinquantadue comuni verranno, poi, distaccati per andare a formare quellad’Isernia, istituita con la legge 2 Febbraio 1970 n. 20. IL DOVERE DI COMUNICARE La Provincia di Campobasso crede profondamente nella necessità di garantire ai cittadini il massimo grado di comunicazione e trasparenza riguardo alle attività istituzionali e ai servizi offerti al pubblico. In tale direzione, oltre che in ottemperanza della legge 150/2000 sulla Comunicazione Istituzionale, l’Amministrazione si è dotata di un Ufficio per le Relazioni con il Pubblico e di un Ufficio Stampa che ormai agiscono a pieno regime già da alcuni anni. Un impegno costante che vuole contribuire allo sviluppo democratico della nostra Comunità e che, anche grazie alle numerose iniziative intraprese sotto forma di eventi e di manifestazioni, concorre a mettere in rete le esperienze e ad implementare le specifiche conoscenze settoriali presenti non solo a livello regionale ma soprattutto nazionale. La promozione del Salone Molisano della Comunicazione, che quest’anno arriva alla terza edizione, ha, appunto, l’obiettivo di focalizzare l’attenzione della più ampia platea di soggetti pubblici e privati sulle tematiche e sulle problematiche connesse all’esercizio dell’informazione e della comunicazione istituzionale. Un appuntamento in progress che mette insieme Amministrazioni pubbliche e locali, Enti, Istituzioni scolastiche, Università, mass media e cittadini, impegnati in un confronto sicuramente benefico per le pratiche di ognuno. Appare utile ricordare che la Provincia di Campobasso edita con puntualità un periodico d’informazione istituzionale dell’Ente, in allegato al quale qualche mese fa è stato presentato il suo primo “Bilancio sociale”. Uno strumento trasparente con cui si da conto ai cittadini delle azioni amministrative intraprese, dei risultati conseguiti, delle ricadute socio-economiche originatesi sul territorio di riferimento, rendendo leggibili, trasparenti e comprensibili i suoi programmi. Una esposizione di fatti concreti secondo il punto di vista della Comunità amministrata, che ribalta i canoni comunicativi correnti, secondo i quali vanno sempre e comunque magnificati i risultati di chi produce le informazioni e ha “in mano” i mezzi di comunicazione. La Provincia, Ente intermedio tra la Regione e i Comuni, con importanti compiti di programmazione e coordinamento in svariati settori strategici per lo sviluppo territoriale, vuole in questo modo essere in grado di rispondere alle esigenze e alle proposte della Comunità amministrata, contribuendo al superamento di vecchi steccati che in passato rendevano difficile ai cittadini l’esercizio di diritti fondamentali. 153 UPI - UNIONE DELLE PROVINCE D’ITALIA: COS’È L’UNIONE DELLE PROVINCE D’ITALIA L’UPI è l’Associazione che rappresenta tutte le Province d’Italia, escluse le province autonome di Trento, Bolzano e Aosta . Svolge compiti di valorizzazione, promozione, supporto tecnico e politico in favore delle associate e promuove la tutela delle istanze locali presso il Governo e il Parlamento . L’UPI è parte della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Città e Autonomie locali, istituite presso il Governo, la prima con funzioni consultive, di raccordo, di scambio dati in tutti i casi in cui Regioni, Province, Comuni e Comunità montane debbano esprimersi su un medesimo oggetto; la seconda per coordinare i rapporti tra Governo ed Enti locali. L’UPI è inoltre interlocutore delle commissioni parlamentari di Camera e Senato attraverso l’espressione di pareri sui principali provvedimenti che riguardano gli Enti Locali. Il Presidente dell’UPI è Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti. Le Province e la cultura Le Province esercitano le competenze relative a musei e altri beni culturali la cui gestione viene loro trasferita. Inoltre promuovono direttamente attività culturali, quali mostre, festival teatrali, sagre dei prodotti tipici, spettacoli dal vivo, manifestazioni sportive, all’insegna delle tradizioni culturali, musicali, teatrali e artistiche locali. A questo scopo destinano in media ogni anno cospicue risorse, attraverso cui si realizzano eventi ed appuntamenti il cui successo si è imposto a livello nazionale. Il più importante è il Festival delle Province, una manifestazione attraverso cui ogni anno si realizzano decine di eventi e spettacoli dal vivo lungo tutta la penisola, grazie al lavoro del Comitato Festival delle Province che rappresenta una vera e propria rete culturale nazionale costituita dalle Province italiane, accomunate dall’esigenza di restituire valore alle diverse espressioni dei saperi, degli usi e costumi, delle pratiche tradizionali che caratterizzano la quotidiana esistenza delle proprie comunità e dei rispettivi territori. 1 D. l.vo n. 196 del 30 giugno 2003. Legge n. 5 del 29.01.1975 (istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali). 3 D.l.vo n. 368 del 20 ottobre 1998 (istituzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e definizione delle funzioni). 4 D.l.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 pubblicato sulla G.U. n. 45 del 24 febbraio 2004. 2 154 ANCI - ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI L'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani - ANCI è un’associazione senza scopo di lucro. Costituisce il sistema della rappresentanza di Comuni, Città Metropolitane ed enti di derivazione comunale. Persegue i propri scopi ispirandosi a valori di autonomia, indipendenza e rappresentatività. In essa trovano sede e rappresentanza i principi di pari dignità e pluralismo espressione delle assemblee elettive locali. In particolare: - rappresenta i comuni, le città metropolitane e gli enti di derivazione comunale dinanzi a istituzioni e organismi internazionali e dell’Unione Europea, Comitato delle Regioni, Parlamento della Repubblica, Governo, Regioni, organi della Pubblica Amministrazione e a ogni altro soggetto, di rilievo istituzionale, che eserciti funzioni di interesse locale; - ne promuove lo sviluppo e la crescita; - ne tutela e rappresenta gli interessi, anche nei rapporti con le altre istituzioni e amministrazioni, con le organizzazioni economiche, politiche, sindacali e sociali nazionali, comunitarie ed internazionali. In particolare, tiene stabili rapporti politici e istituzionali con la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, con l’UPI, con l’UNCEM, e con le altre organizzazioni che si occupino di questioni d’interesse del sistema delle autonomie; - designa i rappresentanti delle Città metropolitane e dei Comuni italiani in seno alla Conferenza Stato-Città – Autonomie Locali, alla Conferenza Unificata, nella Commissione parlamentare per le questioni regionali, nell’Agenzia Autonoma per la gestione dell’Albo dei segretari comunali e provinciali, in ogni altro organismo, di qualsiasi natura, in cui sia prevista la rappresentanza di Comuni e Città metropolitane o di altri enti aderenti all’Associazione; - cura la raccolta, analisi e diffusione dei dati e delle informazioni riguardanti le Città metropolitane, i Comuni italiani e gli enti di derivazione comunale; riceve dai Comuni e dalla Pubblica Amministrazione centrale e periferica tutti i dati e le informazioni per la gestione e della cura degli archivi pubblici; - svolge attività di sostegno, assistenza tecnica ed erogazione di servizi nell’interesse e nei confronti dei Comuni italiani singoli o associati e delle Città metropolitane e degli enti soci; - promuove e diffonde, a tutti i livelli, la coscienza dei valori della sussidiarietà, dell’autonomia, del decentramento. Per elevare il livello di rappresentatività ed al fine di realizzare un pieno coinvolgimento di tutte le peculiarità territoriali, l’ANCI promuove, sostiene e valorizza associazioni di Comuni o di enti di derivazione comunale che fondano il loro spirito associativo su temi specifici connessi a questioni di interesse locale. Inoltre, direttamente o tramite proprie strutture e/o enti, può tra l’altro: - promuovere lo studio di problemi che interessino gli associati; - intervenire con propri rappresentanti in ogni sede nella quale si discutano o si amministrino interessi delle istituzioni locali rappresentate; - prestare informazione, consulenza ed assistenza agli associati, direttamente o mediante altri soggetti; 155 ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani - partecipare nei modi previsti dalla legge alla contrattazione collettiva di lavoro per il personale degli Enti; - aprire uffici di rappresentanza in altri Paesi o Unioni di Stati; - promuovere e incoraggiare iniziative per l'educazione civica dei cittadini e per diffondere la conoscenza delle istituzioni locali; - studiare e proporre l'adozione di misure per sollecitare la partecipazione dei cittadini alla vita delle autonomie locali; - promuovere e coordinare, in via esclusiva, le relazioni internazionali e le attività di cooperazione allo sviluppo, nello spirito di solidarietà fra i governi locali; - ricevere e gestire finanziamenti, pubblici e privati; - promuovere, coordinare, gestire programmi comunitari, nazionali e regionali; - gestire, per conto delle medesime autorità, progetti e programmi di diversa natura. In Molise PRESENTAZIONE L’Associazione Regionale: - Opera per dare piena attuazione al riconoscimento delle autonomie locali sancito dalla Costituzione della Repubblica, tutela l’autonomia dei Comuni nei confronti dello Stato e della Regione, rappresenta le istanze e gli interessi dei Comuni nell’ambito territoriale della Regione. - Promuove l’unità nell’iniziativa e nella partecipazione alla gestione dei poteri locali, elabora una politica fondata su un programma di sviluppo economico-socialecivile e culturale, ed attua tutte le iniziative necessarie per l’unificazione ed il coordinamento delle attività di tutte le associazioni delle autonomie esistenti nel territorio. - Promuove il coordinamento delle attività amministrative degli associati; studia e propone iniziative a favore dello sviluppo economico e sociale della Regione; mantiene collegamenti operativi di studio con la Regione Molise, con la Provincia di Campobasso ed Isernia, con le UU.SS.LL., con i Consorzi Industriali e con tutti gli organi periferici dello Stato, delle Associazioni regionali e nazionali degli enti locali esistenti nella Regione Molise. - Promuove convegni e dibattiti, pubblica studi ed atti. In particolare: - Rappresenta gli interessi dei Comuni Molisani nei confronti della Regione, e d’intesa con l’Associazione Nazionale, nei confronti dello Stato; - Promuove e coordina lo studio e la soluzione di problemi che interessano i Comuni Molisani; - Interviene, anche con propri rappresentanti, in tutte le sedi ove si discutono o si amministrano interessi dei Comuni che investono, anche indirettamente i Comuni stessi; - Presta consulenza ed assistenza ai soci che lo richiedono; - Promuove iniziative per diffondere la conoscenza delle istituzioni comunali. Politiche territoriali attuate nella regione negli ultimi due anni Relazione in sintesi Negli ultimi due anni l’ANCI Molise ha svolto numerose attività di promozione, protocolli di intesa e convegni che hanno dimostrato nel tempo l’impegno a servizio dei numerosi comuni presenti all’interno dell’associazione. Maggiore attenzione è stata data alla stipula di convenzioni e protocolli di intesa in quanto si ritiene che questi possano essere di maggior supporto e aiuto per le esigenze che nascono quotidianamente all’interno dei piccoli comuni presenti all’interno del territorio molisano. 156 ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani POLITICHE TERRITORIALI FUTURE Linee Strategiche L’Anci attraverso i numerosi accordi di partenariato intende nel corso dei prossimi anni di puntare ad un ruolo attivo all’interno del territorio molisano. La necessità di diventare attore è stato tradotta con la partecipazione azionaria all’interno dell’ Ancitel Abruzzo e Molise che permetterà di poter avere all’interno della stessa struttura uno strumento per la realizzazione di servizi a favore degli enti locali presenti sul territorio. Da qui la necessità di impostare l’Anci Molise in un’ottica che guarda ai numerosi progetti che nasceranno dall’emanazione dei primi bandi sia regionali che nazionali. Nei primi mesi del 2009 L’Anci ha partecipato e realizzato accordi di partenariato per la presentazione di n. 3 bandi di cui 2 emanati dal Ministero delle politiche giovanili e 1 dal Por Puglia. Obiettivi Gli obiettivi dell’Anci sono quelli di diventare punto di riferimento per i comuni e piccoli comuni svolgendo un ruolo di supporto nella realizzazione dei futuri investimenti sia regionali che nazionali all’interno della Regione Molise. Altro obiettivo fondamentale è il mantenimento e la tutela dello sviluppo economico e sociale del territorio molisano partecipando ai numerosi ptavoli di concertazione dei vari enti locali. Infine grande importanza verrà data al rispetto delle tematiche quali la sicurezza stradale con lo studio di alcuni progetti in essere e la tutela culturale e ambientale in accordo con i comuni presenti all’interno dell’associazione Progetti 1. Diversi sono i progetti ai quali si sta lavorando: 2. Progetto sicurezza stradale 3. Progetto Ambientale all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo 4.Progetto di cooperazione in ambito internazionale ELENCO PROGETTI REALIZZATI 2007-2008 Protocolli di intesa – Accordo di partenariato 1. Accordo di partenariato per il Servizio Civile con l’A.N.P.E.A.S. Onlus 2. Protocollo di intesa con l’Università degli studi del Molise e l’A.G.E.S. per la realizzazione del progetto : ”Comunicare il territorio molisano” con lo scopo di promuovere la valorizzazione della comunicazione istituzionale, tecnica ed amministrativa e di quella promozionale ambientale, turistica e culturale dei Comuni e dei territori molisani. 3. Protocollo di intesa tra A.N.C.I. Molise, A.G.E.S. e Università degli Studi del Molise per la promozione di tirocini formativi e di orientamento presso gli Enti Locali del Molise. 4. Accordo quadro tra ANCI Molise e Sicurezza e Ambiente Spa per la prestazione di servizi per il ripristino della sicurezza stradale e per la tutela ambientale 5. Convenzione tra Protezione Civile e ANCI Molise attinente l’emergenza incendi all’interno del territorio molisano 6. Protocollo di intesa tra ANCI Molise e l’Istituto per il Credito Sportivo per la realizzazione e il rilancio dell’impiantistica sportiva locale a cominciare dal reperimento di maggiori risorse 7. Protocollo di intesa tra ANCI Molise, CGIL, UIL e CISL per un intesa sui principali temi di politica di bilancio, nell’ambito di un più generale processo di riqualificazione e razionalizzazione della spesa pubblica 8. Accordo di partenariato con l’Associazione Montecelano e l’ANCI Molise per far fronte alla necessità di partecipazione a bandi sia regionali che interregionali nel campo della formazione 9. Protocollo di Intesa tra Anci Molise e Anci Sicilia per la istituzione di un ufficio mediterraneo volto alla cooperazione ed al partenariato tra le due sponde del mare mediterraneo Convegni organizzati Anci Molise 1. Primo meeting degli enti locali 28/02/2007 – Finanziaria 2. Convegno presentazione del libro Luigi Incoronato dal titolo L’imprevisto e altri racconti 31/03/007 3. Seminario/ incontro formativo : la gestione del catasto ai comuni, evoluzione della gestione del servizio per i cittadini, opportunità e problematiche – 20/09/2007 4. Secondo meeting enti locali 22/02/2008 - Finanziaria 5. Partecipazione ai vari meeting organizzati sul territorio nazionale nel corso degli anni 2007/2008 157 INVITALIA - AGENZIA NAZIONALE PER L’ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI E LO SVILUPPO D’IMPRESA SPA Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, è una società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ed agisce su mandato del Governo per sostenere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. Gli obiettivi prioritari sono: - favorire l’attrazione di investimenti esteri - sostenere la crescita del sistema produttivo - valorizzare le potenzialità dei territori. Nell’ambito delle attività finalizzate allo sviluppo del territorio, Invitalia opera in stretta collaborazione con le istituzioni nazionali, regionali e locali per accelerare la crescita economica del Paese attraverso interventi mirati volti a: - dare impulso all’innovazione tecnologica, sostenendo i distretti hi-tech e favorendo le sinergie tra il mondo della ricerca e quello delle imprese - realizzare progetti per valorizzare il patrimonio culturale e per ampliare l’offerta turistica - migliorare la qualità degli investimenti pubblici. In particolare, Invitalia supporta le Amministrazioni nel definire e gestire politiche e strumenti di valorizzazione del turismo e dei beni e attività culturali, nonchè il processo di riqualificazione e di rafforzamento dell’offerta turistica e artistico-culturale, al fine di incrementare i livelli di domanda e gli standard di servizio. PROGETTI REALIZZATI E CASE HISTORY Progetto pilota strategico “Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno” I musei e le aree archeologiche dell’Italia meridionale rappresentano uno dei più grandi patrimoni culturali esistenti. Per questo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha avviato il programma operativo “Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno”, che punta a riqualificare l’offerta museale del Mezzogiorno. Il progetto affidato a Invitalia mira a organizzare alcuni attrattori culturali, già dotati - o potenzialmente dotati - di flussi significativi di visitatori, come“poli museali di eccellenza”dotati dei più innovativi standard di servizio per adeguare l’offerta dei beni culturali del Mezzogiorno ai modelli internazionali di eccellenza. Il progetto “Poli museali” promuove le eccellenze, intese sia come valore in sé sia come discontinuità e innovazione gestionale, con l’obiettivo di integrare l’offerta territoriale dei musei, avviare un processo di riqualificazione di aree urbane prossime agli attrattori culturali e promuovere lo sviluppo della filiera turistica nel territorio e nel Mezzogiorno. La valorizzazione dell’offerta museale deve puntare al miglioramento delle funzioni tipiche (organizzazione di mostre, catalo- 158 INVITALIA - Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa spa gazione e conservazione delle raccolte, ricerca e studio, esposizione delle collezioni) e all’adeguamento dei servizi aggiuntivi (offerta di visite guidate, gestione di punti vendita, servizi di ristorazione, iniziative promozionali), nonché alla stretta integrazione tra patrimonio museale e territorio. In conclusione, il progetto intende elevare la qualità della tecnologia dell’offerta per migliorare la fruizione del bene culturale “museo” e ottenere benefici in termini di aumento dei visitatori e di incremento della domanda di servizi a maggiore valore aggiunto, contribuendo in tal modo a rendere i musei mete turistiche caratteristiche e caratterizzanti il territorio. Le regioni interessate dal programma sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In ciascuna di esse il MiBAC, attraverso le Direzioni regionali per i beni culturali e il paesaggio, ha individuato i musei e le aree archeologiche che per caratteri intrinseci e potenzialità di sviluppo turistico possono diventare “poli museali di eccellenza”. Le candidature sono esaminate dal Comitato Scientifico e di Alta sorveglianza, composto da rappresentanti del MiBAC, del DPS e di Invitalia. Nel marzo 2009 si è conclusa l’Analisi di prefattibilità sui primi 8 poli selezionati: L’Aquila, Melfi-Venosa, Napoli, Palermo, Sassari-Porto Torres, Sepino, Sibari e Taranto. Si prevede di estendere il Progetto a ulteriori candidature che saranno individuate in una seconda fase. La costruzione delle ipotesi di Polo ha riguardato 4 ambiti di tematiche: - Patrimonio: valori intrinseci, aspetti museologici, edifici, qualità funzionale - Turisticità ed Interrelazioni Territoriali: competitività turistica, interdipendenze socioeconomiche - Urbanistica, Collegamenti e Trasporti: urbano/paesaggistico, dotazioni e funzionamento infrastrutture, “status” urbanistico delle strutture - Gestione comparata: modelli di gestione contestualizzati all’ordinamento amministrativo e benchmarking sulla gestione. Il progetto punta ad arrivare all’elaborazione dei progetti preliminari degli interventi individuati. Programma di investimenti per la valorizzazione del patrimonio culturale nelle aree sottoutilizzate attraverso specifici progetti imprenditoriali Invitalia, su incarico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, svolge le attività di accompagnamento per l’attivazione, la realizzazione, il monitoraggio e la diffusione dei risultati riferiti al Programma del MiBAC di investimenti per la valorizzazione del patrimonio culturale nelle aree sottoutilizzate. L’obiettivo delle attività di Invitalia è quello di supportare l’Amministrazione centrale e quelle periferiche nella gestione degli interventi oggetto del Programma che il MiBAC ha affidato a società esterne. I progetti operativi in cui si articola il Programma, che riguardano il Molise, la Basilicata, la Calabria, l’Abruzzo, la Sardegna, la Puglia, il Lazio e la Campania, sono complessivamente 28, di cui 23, dedicati prevalentemente all’ampliamento dei servizi e all’incremento della qualità dei beni, sono concentrati in Lazio e in Campania. I restanti 5 supportano il MiBAC nell’attività di promozione e comunicazione del patrimonio culturale, nella sicurezza e nella tutela degli insediamenti culturali, nel riordino della gestione informatizzata degli archivi presso gli istituti periferici del Ministero, nella manutenzione delle aree archeologiche del Nord Ovest della Sardegna e della Gallura Costiera e nel servizio di call center finalizzato a fornire informazioni sul patrimonio e sulle attività culturali. L’insieme di tali progetti è, nel complesso, finalizzato a garantire il raggiungimento dei 159 INVITALIA - Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa spa seguenti obiettivi: 1. rafforzamento delle capacità operative delle strutture territoriali del MiBAC 2. ampliamento dell’offerta di fruizione e dei relativi servizi collegati 3. “messa a valore” di competenze e capacità professionali altrimenti sottoutilizzate o depauperate 4.valorizzazione del patrimonio culturale. In Molise Le attività del Progetto pilota strategico “Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno” realizzate in Molise hanno riguardano i seguenti musei/aree archeologiche: - Museo Archeologico di Sepino - Area archeologica di Sepino - Museo Archeologico di Venafro - Area archeologica di Venafro. In Molise gli Istituti periferici del MiBAC coinvolti nel Programma di investimenti per la valorizazzione del patrimonio culturale nelle aree sottoutilizzate attraverso specifici progetti imprenditoriali sono la Soprintendenza Archeologica di Campobasso e l’Archivio di Stato di Isernia e riguardano i progetti di “Riordino e gestione informatizzata degli archivi”, di “Promozione e comunicazione del patrimonio culturale” e di “Sicurezza e Tutela degli insediamenti culturali”. 160 ICOM – INTERNATIONAL COUNCIL OF MUSEUM COMITATO NAZIONALE ITALIANO (ICOM ITALIA) Il Comitato Nazionale Italiano di ICOM, fondato nei primi anni Settanta da Franco Russoli e da un gruppo di direttori e funzionari di musei italiani, è la principale associazione professionale del settore museale in Italia e si occupa di tutti i problemi strettamente connessi allo sviluppo e alla difesa della professione, secondo le finalità dettate dallo Statuto e dal Codice Deontologico di ICOM. ICOM Italia, attualmente presieduto da Daniele Jalla, ha circa 700 soci, tra istituzioni museali e professionisti dei musei. La sede centrale è presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano. Il Comitato Nazionale si è dotato di coordinatori regionali presenti attualmente il 13 regioni ed ha attivato alcuni gruppi tematici di approfondimento disciplinare. L’ICOM (International Council of Museums) è l’organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti museali impegnata a preservare, ad assicurare la continuità e a comunicare il valore del patrimonio culturale e naturale mondiale, attuale e futuro, materiale e immateriale. Riunendo più di 26.000 aderenti presenti nei 5 continenti, l’ICOM costituisce una rete internazionale di comunicazione e di confronto per i professionisti museali di tutte le discipline e tutte le specialità. Essi partecipano alle attività dell’Associazione, che si svolgono a livello locale e internazionale, attraverso convegni, pubblicazioni, momenti di formazione, gemellaggi e la promozione dei musei. Creato nel 1946, all’indomani della Seconda guerra mondiale, per iniziativa di Chauncey J.Hamlin, Presidente dell’American Association of Museums, con l’obiettivo di diffondere la reciproca conoscenza fra le culture come base comune per la pace, l’ICOM è un’organizzazione senza fini di lucro, in gran parte finanziata dalle quote dei suoi aderenti e grazie al sostegno di diversi organismi pubblici e privati. Organizzazione non governativa (ONG), l’ICOM è associato all’UNESCO e gode dello status di organismo consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. La Segreteria e il Centro d’informazione dell’ICOM hanno sede a Parigi presso la Maison de l’UNESCO e assicurano il coordinamento delle attività e dei programmi a livello internazionale. L’organizzazione dell’ICOM I Comitati nazionali I Comitati nazionali sono le unità fondamentali dell’ICOM e i principali strumenti di comunicazione fra i suoi soci. All’ICOM fanno capo 116 Comitati nazionali di tutto il mondo. Ogni Comitato nazionale cura gli interessi dell’ICOM a livello nazionale, rappresenta i suoi soci in seno all’ICOM e contribuisce alla realizzazione dei programmi dell’ICOM. Le Organizzazioni regionali Alcuni Comitati nazionali si sono riuniti in Organizzazioni regionali per dare più forza alla propria azione. Esistono 7 Organizzazioni regionali: ASPAC - Asia & Pacific; CIAO - West Africa; ICOMAC - Central Africa; ICOM-ARAB; ICOM-EUROPE; ICOM-SEE; LAC - Latin America & Caribbean 161 ICOM – International Council of Museum Comitato Nazionale Italiano (Icom Italia) I Comitati internazionali I soci dell’ICOM partecipano ai lavori dei 30 Comitati internazionali, al cui interno si perseguono i principali obiettivi dell’Associazione: scambio di informazioni scientifiche; elaborazione di norme professionali; adozione di regole comuni e di raccomandazioni; realizzazione di progetti comuni. I Comitati internazionali hanno carattere esclusivamente professionale, si incontrano ogni anno e pubblicano regolarmente i risultati del loro lavoro. Tutte le informazioni sui Comitati internazionali e sulle loro attività sono reperibili alla pagina web: http://icom.museum/international-f.html Le Organizzazioni internazionali affiliate Alcune organizzazioni internazionali hanno voluto collegare le loro attività a quelle dell’ICOM. Pur conservando la propria autonomia, 14 organizzazioni si sono associate su progetti specifici, contribuendo in tal modo ad ampliare la già vasta rete internazionale dell’ICOM. ATTIVITA’ Il Comitato Nazionale Italiano, noto anche come ICOM Italia, si propone inoltre di importare nel nostro Paese il dibattito internazionale sulla museologia e nello stesso tempo di esportare le idee e le metodologie elaborate in Italia per garantire una corretta gestione del patrimonio culturale e delle istituzioni museali. Ogni anno ICOM Italia organizza oltre alla propria assemblea nazionale, la Conferenza Nazionale dei Musei d’Italia e “Museitalia” forum nazionale di Museografia e Museotecnica, oltre a numerosi altri momenti di approfondimento e formazione. 162 Istituti Enti Associazioni 163 AIPAI- ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO INDUSTRIALE SEZIONE MOLISE L’AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) è stata fondata a Milano nel 1997. In essa, unico organismo del settore in Italia che raccoglie gli studiosi, gli operatori e gli Enti coinvolti nelle problematiche dell’archeologia industriale, sono confluite tutte le organizzazioni e le associazioni con analoghe finalità fondate e cresciute a partire dagli anni ’70. Fin dalla sua costituzione, l’AIPAI ha promosso, coordinato e svolto attività di ricerca avvalendosi di diverse competenze disciplinari con l’obiettivo di analizzare il patrimonio archeologico industriale nelle sue molteplici connessioni con il sistema dei beni culturali ed ambientali e con la cultura del lavoro, in una prospettiva di lungo periodo. Tra i fini dell’AIPAI vi è la promozione di un più elevato livello di collaborazione operativa e scientifica tra enti pubblici e privati per la catalogazione,la conservazione e la valorizzazione del patrimonio industriale, per la salvaguardia di archivi, macchine e altre testimonianze della civiltà industriale e del lavoro, per la formazione degli operatori e la promozione del turismo industriale. AIPAI aderente al TICCIH The International Committee for the Conservation of Industrial Heritage 164 Aipai- Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale Sezione Molise In Molise Per conseguire tali fini nel miglior modo possibile l’AIPAI ha deciso, nel febbraio 2005, di strutturarsi in Sezioni Regionali e a partire da quella data, sono state attivate in Italia quasi tutte le sezioni locali, tra le quali quella molisana, costituitasi il 30 marzo 2005 presso il Centro di Cultura dell’Università degli Studi del Molise, grazie all’iniziativa di alcuni docenti, ricercatori e studenti dell’Università degli Studi del Molise. Nei suoi primi tre anni di vita (2005-2007) la Sezione AIPAI-Molise ha promosso alcune importanti iniziative finalizzate, attraverso mostre, seminari didattici e ricerche sul campo, alla divulgazione dei principi e dei metodi più opportuni per la conoscenza e la tutela attiva delle testimonianze storiche del mondo del lavoro, presupposti fondamentali per avviare, in sinergia con amministratori ed operatori sul territorio, una sistematica opera di censimento, salvaguardia e valorizzazione del Patrimonio Industriale molisano. In realtà, se è vero che l’apertura del Molise all’archeologia industriale non coincide, per ragioni strutturali oltre che cronologiche, con l’affermazione in Italia di questo specifico campo di studi, è anche vero che un interesse verso tale campo di studi non ha avuto inizio con la più recente attivazione della locale sezione regionale dell’AIPAI, alla quale va riconosciuto piuttosto il merito di aver colto, nei meandri di una letteratura in prevalenza di carattere locale, potenzialità sufficienti per innescare non facili dispositivi di “messa in rete” di ricerche, studi e iniziative culturali degne di nota, ma ancora poco articolate a livello territoriale e ancora poco approfondite sul piano scientifico. II lento e graduale processo di revisione di quella griglia storiografica costruita sull’immagine preconfezionata di un “Molise ruralissimo” e su letture geo-storiche univocamente ancorate alla matrice dualistica del concetto di “arretratezza storica”, comincia infatti – per quanto attiene alla storia del patrimonio proto-industriale e industriale molisano - intorno agli anni Ottanta del Novecento, quando, come del resto in altre realtà regionali, e non solo meridionali, i resti fisici di un passato produttivo più o meno lontano furono oggetto specifico di studi e analisi storico-descrittive condotte metodologicamente con gli strumenti propri della cultura materiale. Cosicché – senza tuttavia prescindere da oggettive valutazioni di lungo periodo sulla scarsa consistenza dei dati quantitativi relativi alla vita produttiva e socio-economica di un territorio, storicamente contenuto da un punto di vista geomorfologico e demografico, e “debole” sotto il profilo politico e imprenditoriale - a questa fase di riscoperta vanno senz’altro ricondotti i primi studi sulle cartiere e sulle ramiere sette-ottocentesche ancora presenti nella città di Isernia o sui lanifici otto-novecenteschi insediatisi lungo le direttrici antiche della transumanza (Isernia, Sepino, Frosolone), mentre nell’ambito di una prima campagna di censimento si collocano mostre e pubblicazioni, promosse nel corso degli anni Novanta dalla Soprintendenza Archivistica del Molise e dal Centro di Cultura dell’ateneo molisano, sulle principali centrali idroelettriche sorte, nell’età della prima industrializzazione italiana, nell’alto e nel basso Molise, ai margini dei torrenti isernini Sordo e Carpino e sulle sponde dei fiumi Trigno e Biferno, riadattando in molti casi preesistenti impianti molitori. La relativa ricchezza d’acqua e la particolare orografia del territorio, infatti, favorirono l’insediamento di molti mulini idraulici lungo i principali corsi fluviali della regione (Trigno, Biferno, Tammaro, Volturno e Fortore). Numerosi sono i mulini di origine settecentesca o d’impianto ottocentesco ancora oggi presenti lungo il Biferno, il più lungo dei fiumi molisani (84 km), che nasce nel Matese, nei pressi di Bojano (Isernia) e sfocia nell’Adriatico, tra Termoli e Campomarino (Campobasso). Si trattava in generale di impianti di piccole o medie dimensioni con sistema «a palmenti», che sfruttava il flusso dell’acqua, opportunamente deviata con sbarramenti artificiali e raccolta in adeguate vasche in muratura, attraverso una o più ruote orizzontali (ritrecine). Tale sistema, che garantiva bassi costi di costruzione e di manutenzione, sopravvisse a lungo anche dopo la relativa diffusione dell’energia a vapore. Il passaggio dall’energia idromeccanica a quella idroelettrica fu comunque graduale e vide impegnati molti imprenditori e tecnici molisani, 165 Aipai- Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale Sezione Molise prima come produttori autosufficienti di energia e successivamente come distributori in cerca di commesse pubbliche e private. Molti di questi piccoli impianti, in gran parte assorbiti nel corso del Novecento da grandi società elettriche come ad esempio la SME (Società Meridionale di Elettricità), sono oggi ancora esistenti, così come sono di particolare interesse i grandi impianti idroelettrici dell’Alto Volturno (EAV – Ente Autonomo Volturno), sorti nei primi anni del Novecento non già per sostenere e sviluppare l’economia locale ma per alimentare la grande industria decentrata dell’ex capitale dell’antico Regno di Napoli. Direttamente connesso alla lunga tradizione molitoria locale è poi il settore della produzione di paste alimentari. Le statistiche di fine Ottocento registrano circa 130 fabbriche di pasta distribuite in 44 comuni. In genere erano piccoli impianti, con un limitato numero di addetti, alimentati ancora dall’energia idraulica e per questo quasi sempre ubicati nelle immediate vicinanze di preesistenti mulini “a ritrecine”. Non mancano, tuttavia, nella storia dell’arte bianca molisana, impianti di maggiore rilievo come ad esempio i pastifici Guacci (1890), Martino (1904), Carlone (1912) e Ferrante (1932) a Campobasso, Battista e Colagiovanni a Larino (1891), Colavita a Sant’Elia a Pianisi (1912) - alcuni dei quali ancora oggi esistenti, mentre alla più recente fase di industrializzazione della regione, innescata pochi anni dopo la sua avvenuta autonomia amministrativa, appartengono non solo gli impianti della diga del Liscione costruita, con le relative centrali idroelettriche, per sfruttare le acque del Biferno attraverso il lago artificiale di Guardialfiera, ma anche quelli della FIAT e di altre industrie (dall’agro-alimetare al petrolchimico) che sorsero contestualmente alla creazione, nei primi anni Settanta, del consorzio industriale di Termoli: tutti insediamenti che hanno influito in maniera sensibile sull’evoluzione tardonovecentesca della struttura socio-economica e territoriale di quella città e di altri piccoli centri urbani del comprensorio adriatico; che costituiscono un capitolo importante del processo di decentramento produttivo della Grande Industria dell’Italia settentrionale, ma che appaiono in questa chiave non ancora sufficientemente storicizzati. Testimonianze di un passato più recente, dunque, che si affiancano, in una lettura stratificata del paesaggio produttivo molisano, ad un patrimonio molto più diffuso, caratterizzato in maniera evidente dai segni della pluriattività e del lavoro a domicilio, delle manifatture agrarie e della protoindustria, dai settori molitorio e agro-alimentare (antichi frantoi e più moderni oleifici, oltre che pastifici) a quello metallurgico, conciario e tessile, dalle attività per lo sfruttamento delle risorse naturali (i corsi d’acqua per l’industria molitoria ed elettrica, ma anche le cave di argilla per la produzione di laterizi e le cave di ghiaia e di calcare per l’industria delle costruzioni in genere) alle infrastrutture storiche. Questione, quella del sistema infrastrutturale, tra le più sofferte della storia del Molise moderno e contemporaneo, che ha alimentato e alimenta tutt’oggi dibattiti e speranze nel tentativo di risolvere condizioni di isolamento che appaiono insuperabili non solo da un punto di vista territoriale, ma rispetto alla quale, tuttavia, non sono mancati nel tempo momenti di concretizzazione che hanno lasciato segni fisici di singolare impatto storico-ambientale: dai ponti alle ferrovie. Seppure nel quadro di un limitato e carente sistema interno di viabilità, i ponti hanno infatti svolto un ruolo strategico per lo sviluppo urbano e territoriale del Molise, favorendo una più diretta comunicazione tra numerose piccole città separate da profonde valli o da corsi d’acqua particolarmente inquieti come il Biferno. Pur essendo esiguo quantitativamente, il repertorio dei ponti storici che ancora oggi caratterizzano il paesaggio molisano, è costituito da un significativo campionario di differenti tipologie costruttive, dai ponti di struttura d’età medievale e moderna, ai ponti in muratura borbonici fino ai primi esempi di ponti a tralicci metallici ed in cemento armato. Analogamente, la ferrovia, anche se non è mai divenuta un fat- 166 Aipai- Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale Sezione Molise tore determinante nel processo di modificazione del paesaggio rurale, ha inciso comunque sullo sviluppo insediativo di alcuni centri urbani, esercitando un singolare ruolo di attrazione rispetto ai nuclei storici intra-moenia. Alla monotonia morfologica delle stazioni, il cui disegno appare quasi sempre mutuato da un unico modulo tipologico, si contrappongono però tracciati ferroviari particolarmente suggestivi per la varietà dei paesaggi che attraversano e che per questo motivo rendono possibile il loro recupero anche attraverso una valorizzazione in chiave turistica. POLITICHE TERRITORIALI ATTUATE NELLA REGIONE NEGLI ULTIMI DUE ANNI Sulla base di tali considerazioni e attraverso una ricognizione delle principali esperienze pregresse, la sezione AIPAI Molise ha inteso promuovere sul territorio una costante azione di sensibilizzazione verso le testimonianze archeologico-industriali presenti nella regione e di divulgazione dei risultati delle ricerche in corso. Tra le prime iniziative promosse dalla Sezione Aipai-Molise nel 2006 è stata di particolare rilievo la sua attiva partecipazione al Congresso Internazionale del TICCIH (The International Committee for the Conservation of the Industrial Heritage) svoltosi a Terni, per la prima volta in Italia, nel settembre 2006 ed alla mostra itinerante sul Patrimonio Industriale italiano, inaugurata in occasione dello stesso Congresso e allestita in molte regioni italiane per più di due anni, fino al giugno 2008, quando a Torino, in occasione dell’UIA (XXIII Congresso Mondiale degli Architetti), è stato anche stampato e presentato il relativo catalogo (Cfr. R. Parisi, M. Ramello, Percorsi del Patrimonio Industriale in Italia, Crace, Perugia 2008). Nello stesso anno, inoltre, in occasione della XVI Settimana della Cultura Scientifica (marzo 2006), promossa ogni anno dal MIUR e dedicata al tema dell’acqua come risorsa produttiva, la Sezione AIPAI in collaborazione con l’Università del Molise, la Soprintendenza Archivistica e l’Archivio di Stato di Campobasso ha promosso il riallestimento di una mostra sulla nascita dell’industria idroelettrica in Molise e di una una Tavola rotonda dal titolo “Acqua, energia e attività produttive nella storia del Molise”, avvicinando a questi temi numerose classi delle scuole molisane. Nel corso del 2007, invece, si è andata rafforzando l’intesa tra l’AIPAI Molise e l’Università degli Studi del Molise, attraverso una serie di seminari e di esperienze di laboratorio. Intesa che si è ulteriormente rafforzata nel luglio 2007 con l’adesione, come socio istituzionale, del Centro Studi sui Sistemi Turistici dello stesso Ateneo alla sezione molisana dell’AIPAI e che si è anche tradotto in una serie di iniziative didattiche e di ricerca di particolare importanza per la formazione di operatori specializzati nel settore, come ad esempio l’attivazione, nell’ambito del corso di laurea di Scienze Turistiche di uno “stage in house” in “Conoscenza e valorizzazione turistica del patrimonio archeologico industriale” attraverso il quale studenti, laureandi o giovani laureati possono conseguire un numero determinato di crediti formativi partecipando attivamente, all’interno delle strutture dell’Università, a progetti di catalogazione di testimonianze d’interesse archeologico-industriale ed alla elaborazione di ipotesi di riuso a fini turistico-culturale di tali beni. Il ruolo svolto dall’AIPAI Molise rispetto a tali esperienze didattiche non si è solo limitato alla cooptazione di nuove e giovani risorse, ma si è esplicitato attraverso la promozione di iniziative finalizzate ad una maggiore diffusione dei risultati di tali esperienze all’esterno del mondo accademico, privilegiando in una prima fase di approccio territoriale i contatti con quelle istituzioni maggiormente impegnate nel campo della tutela e della conservazione del patrimonio culturale. Non a caso, nel luglio 2007, con il supporto del Centro di Cultura dell’Università del Molise, responsabili delle Soprintendenze, dell’Archivio di Stato e della Biblioteca provinciale di Campobasso sono stati coinvolti in una sorta di tavola rotonda sul tema del recupero del patrimonio industriale molisano traendo spunto dalla presentazione del progetto di recupero della Fornace di Laterizi di Cantalupo nel Sannio (IS) elaborato dall’arch. Patrizia Trivisonno, membro della sezione AIPAI Molise. Presentazione che si avvalsa anche dell’intervento diretto del Sindaco di Cantalupo e che era già stata anticipata tra maggio e giugno 167 Aipai- Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale Sezione Molise 2007 presso la sede di Termoli dell’Università del Molise, nell’ambito di un ciclo di lezioni seminariali promosso dalle cattedre di Archeologia Industriale e Architettura del Paesaggio con lo scopo di offrire agli allievi dei corsi l’opportunità di partecipare ad un dibattito critico sul confronto tra le esperienze didattiche e le pratiche professionali nel campo della valorizzazione del patrimonio industriale. Nel 2008, l’AIPAI Molise ha svolto una più incisiva azione di sensibilizzazione sul territorio, sia attraverso la ricerca di un maggiore dialogo con le Istituzioni locali, sia mediante il coinvolgimento con altre realtà associative in azioni comuni di salvaguardia e di valorizzazione. In questo quadro di intenti si colloca la giornata di studi, organizzata a Campobasso, con il Centro di Cultura dell’Università del Molise, nel febbraio 2008 sul tema “Ecomusei, musei del territorio e parchi culturali. Le esperienze italiane e il caso del Molise”, che ha visto la partecipazione del Rettore dell’Ateneo molisano e di rappresentati dell’Assessorato alla cultura della Regione, quest’ultima direttamente coivolta per ragioni connesse alla presentazione di una legge regionale sulla istituzione degli ecomusei in Molise, che pochi mesi dopo questa stessa giornata è stata appunto approvata e promulgata. In maniera analoga, si colloca in questo ambito d’interesse la mostra fotografica “La memoria del lavoro in posa. Itinerari di archeologia industriale in Molise”, organizzata da alcuni giovani soci della sezione molisana dell’AIPAI e presentata a Termoli nel luglio 2008 e ad Agnone nell’agosto successivo. Mostra che ha riscosso un grande interesse da parte delle comunità locali e che ha innescato proficui rapporti di collaborazione con altre associazioni culturali, come ad esempio l’associazione Kerres di Agnone, direttamente coinvolta nel recupero e nelle politiche di valorizzazione dell’antica fonderia di rame di di contrada S. Quirico, sul fiume Verrino. Di particolare rilievo, infine, è stata l’attiva partecipazione dell’APAI Molise al convegno nazionale “L’Archeologia Industriale in Italia 1978-2008. Ricerca, didattica, formazione” organizzato a Termoli il 5-6 dicembre 2008 dal Dipartimento SEGeS dell’Università del Molise. Il Convegno non solo ha reso possibile la presenza, per la prima volta, in una città del Molise di alcuni tra i maggiori esperti in Italia di Archeologia Industriale, ma ha anche permesso di far conoscere ad un più vasto pubblico un patrimonio ancora del tutto sconosciuto, attraverso l’esposizione della mostra “Il Patrimonio Industriale in Molise. Itinerari di un censimento in corso”, allestita con il contributo del Centro di Cultura dell’Ateneo molisano e frutto di ricerche tuttora in corso, sulla base delle quali sarà possibile avanzare più consapevoli progetti di valorizzazione. POLITICHE TERRITORIALI FUTURE Solo negli ultimi anni il tema della valorizzazione del patrimonio protoindustriale e industriale del Molise è stato oggetto d’attenzione nei piani e nei programmi di sviluppo turistico-culturale promossi a scala locale, come testimoniano la recente legge regionale sugli ecomusei ed i progetti di recupero di alcune aree industriali dismesse d’interesse storico (come ad esempio il villaggio Petrucciani per la produzione di laterizi), previsti nel piano strategico territoriale di Campobasso, mentre rispondono ad una diversa logica territoriale alcune antecedenti iniziative di promozione culturale: dal museo della Campana “Giovanni Paolo II” fondato ad Agnone nel 1999 alla Piana dei Mulini di Colle D’Anchise, importante complesso di impianti idraulici per la molitura e per la produzione di energia elettrica, trasformato recentemente in un’azienda specializzata nell’agriturismo, fino al progetto di recupero della fornace di Cantalupo nel Sannio, che sarà in parte trasformato in museo dell’argilla e in parte riconvertito per nuove produzioni speciali e di particolare pregio artistico. Progetti e piani che, tuttavia, mancano ancora di un’adeguata programmazione territoriale, basata innanzitutto su corrette metodologie di conoscenza (censimenti, ricerche, pubblicazioni scientifiche) e di valorizzazione (restauro, recupero compatibile con le preesistenze, divulgazione culturale). Una adeguata linea strategica da adot- 168 Aipai- Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale Sezione Molise tare per conoscere e valorizzare in chiave turistica il patrimonio industriale molisano non può prescindere dunque da un censimento e da una catalogazione sistematica di tutte le testimonianze d’interesse storico presenti sul territorio, da implementare e rendere accessibile secondo criteri, strumenti e modalità da definire in stretta collaborazione con le Istituzioni preposte alla tutela del Patrimonio Culturale regionale (Soprintendenze, Università, Archivi, Musei, etc.). Tra i progetti in corso di realizzazione direttamente funzionali al conseguimento di tali obiettivi è da menzionare l’elaborazione di un database relazionale, frutto dei primi tre anni di ricerca condotti sul campo dall’AIPAI Molise, e la pubblicazione a stampa di un catalogo della mostra “Il Patrimonio Industriale in Molise. Itinerari di un censimento in corso”, esposta a Termoli nel dicembre 2008. Conoscere e tramandare in maniera consapevole e condivisa la memoria storica del lavoro e al tempo stesso supportare - attraverso un sistema integrato di piani e progetti per la promozione culturale del patrimonio industriale del Molise – nuove, più sostenibili e gratificanti forme di occupazione e di utilizzo delle risorse locali è l’obiettivo che l’AIPAI Molise persegue dal 2005: molti sono gli ostacoli superati e altrettanti sono ancora da superare, ma molte sono le prospettive di ricerca e le potenzialità di sviluppo turistico-culturale che motivano l’impegno fino ad ora profuso. ELENCO PROGETTI REALIZZATI 1) 25 maggio 2007 – 1 giugno 2007, Termoli (CB) Ciclo di lezioni sul tema “Patrimonio Industriale e valorizzazione turistica in Molise. Esperienze didattiche e pratiche professionali”, organizzato nell’ambito delle attività didattiche del Corso di Laurea in Scienze Turistiche, Università degli Studi del Molise (cattedre di Archeologia Industriale e Architettura del Paesaggio), a.a. 2006-07. 2) 5 luglio 2007, Campobasso Presentazione del progetto di recupero della ex fornace di Cantalupo nel Sannio. Incontro dibattito organizzato dal Centro di Cultura dell’Università degli Studi del Molise e dall’AIPAI Molise. 3) 13 febbraio 2008, Campobasso Giornata di Studi sul tema “Ecomusei, musei del territorio e parchi culturali. Le esperienze italiane e il caso del Molise”, organizzata dal Centro di Cultura dell’Università degli Studi del Molise e l’AIPAI Molise 4) 2-10 luglio 2008, Termoli (CB) Mostra fotografica “La memoria del lavoro in posa. Itinerari di archeologia industriale in Molise” organizzata da giovani soci dell’AIPAI Molise con il comune di Termoli ed associazioni locali. 5) 30 giugno – 3 luglio 2008, Torino Partecipazione dell’AIPAI Molise alla mostra initernate “Percorsi del Patrimonio industriale” organizzata dalle sezioni regionali dell’AIPAI ed esposta al XXIII Congresso Mondiale degli Architetti UIA2008. 6) 8-16 agosto 2008. Agnone (IS) Mostra fotografica “La memoria del lavoro in posa. Itinerari di archeologia industriale in Molise” organizzata da giovani soci dell’AIPAI Molise con l’Associazione Kerres di Agnone. 7) 5-6 dicembre 2008, Termoli (Cb) Convegno Nazionale “L’archeologia Industriale in Italia 1978-2008. Ricerca, didattica e formazione” organizzata dal Dipartimento SEGeS dell’Università degli Studi del Molise con il patrocinio dell’AIPAI e dell’AISU. 8) 5-6 dicembre 2008, Termoli (Cb) Mostra documentaria “Il Patrimonio Industriale in Molise. Itinerari di un censimento in corso”, inaugurata in occasione del convegno “L’archeologia Industriale in Italia 1978-2008. Ricerca, didattica e formazione” e organizzata dal Centro di Cultura dell’Università del Molise e dall’AIPAI Molise. 169 ANA - ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCHEOLOGI L’Associazione Nazionale Archeologi è un’associazione professionale di categoria che intende riunire e rappresentare gli archeologi operanti in Italia, e tutelare gli interessi della categoria. Tra i suoi obiettivi principali è quello di ottenere in Italia il riconoscimento e la regolamentazione della professione di archeologo. Migliaia di archeologi ogni giorno operano, infatti, nel nostro Paese per la ricerca, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico italiano, senza che il legislatore abbia mai né riconosciuto né regolamentato la professione. Mentre il Bene Culturale è tutelato da un accurato apparato legislativo di lontana tradizione, gli archeologi e molte altre figure di professionisti operanti nel settore dei beni culturali non hanno un quadro normativo di riferimento che ne riconosca l’identità professionale e regolamenti titoli e modalità di accesso alla professione, ambiti di svolgimento della professione, modalità lavorative, tutele e diritti. Manca, pure, un dettagliato studio di settore che definisca i molteplici aspetti di tale campo lavorativo, tra cui le mansioni, i luoghi e i livelli di impiego. Tutto ciò si traduce in una mancanza di tutele e di diritti per quanti svolgono questa professione. L’Associazione Nazionale Archeologi attraverso la raccolta e l’analisi dei dati concernenti la professione di archeologo, nonché attraverso il dibattito democratico all’interno della categoria ed il confronto delle sue rappresentanze democraticamente elette con le istituzioni (parlamento, governo, amministrazioni locali, MiBAC e suoi organi periferici, mondo accademico etc.), avanza proposte di intervento sul piano normativo e del lavoro, allo scopo di superare l’attuale condizione di instabilità e di arbitrarietà della professione. Manifestazione organizzata dall’Associazione Nazionale Archeologi per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla questione del riconoscimento della professione di archeologo L’Associazione Nazionale Archeologi ha una struttura democratica ed è aperta alla partecipazione attiva di tutti i Soci. Si fonda, infatti, sul principio della democrazia partecipativa: a stabilire la linea di azione e le iniziative da intraprendere è la base, attraverso i Comitati Regionali e le Assemblee Regionali, dove tutti i Soci hanno diritto ad eleggere i loro rappresentanti regionali e a stabilire democraticamente le iniziative da portare avanti a livello locale, regionale, e nazionale, proponendole al Direttivo Nazionale. Ogni tre anni i Soci eleggono i Delegati regionali per il Congresso Nazionale. “L’Associazione Nazionale Archeologi cerca di perseguire tale obiettivo attraverso tre istanze fondamentali: 1) il riconoscimento, attraverso un emendamento, della figura professionale di archeologo nel Codice dei Beni Culturali; 2) l’istituzione presso il MiBAC di un tavolo misto con esponenti 170 ANA - Associazione Nazionale Archeologi del Ministero, del mondo accademico e della categoria per discutere dei requisiti e delle regole per lo svolgimento della professione; 3) l’istituzione di un registro/elenco nazionale degli archeologi presso il MiBAC. L’Associazione Nazionale Archeologi fa inoltre parte dal 2006 del Coordinamento Libere Associazioni Professionali (COLAP) con il quale è impegnata, dal 2008 anche con un proprio rappresentante nel Consiglio Direttivo, per il riconoscimento di tutte le professioni non dotate di ordine professionale.” In Molise ATTIVITA’ L’associazione Nazionale Archeologi in collaborazione la Soprintendenza ai Beni archeologi del Molise e l’Università del Molise, Dipartimento per i Beni Culturali, ha organizzato il 7 ottobre 2007, presso l’Università degli Studi del Molise, nell’Aula Saepinum, una giornata di studio dall’argomento “Archeologia e legislazione: le carenze normative, la formazione e le prospettive lavorative degli addetti ai Beni Archeologici”. La giornata di studi nasceva dalla volontà di discutere di questo tema mettendo a confronto i tre maggiori protagonisti dell’attività archeologica in Italia: università, soprintendenze archeologiche e archeologi professionisti collaboratori esterni. Alla Giornata di Studi hanno partecipato numerosi relatori. Una delle caratteristiche dell’incontro è stata quella di dare volutamente ampio spazio ed opportunità di intervento agli archeologi professionisti collaboratori esterni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che spesso sono, invece, tagliati fuori dai convegni organizzati da altri soggetti. Hanno relazionato, in ordine di intervento: prof. Paolo Mauriello (Università del Molise), prof. Mario Pagano (Soprintendenza Archeologica del Molise), dott. Tsao Cevoli, dott. Flavio Castaldo, dott.ssa Antonella Lonardo, dott. Tommaso Conti, dott. Luigi Lombardi, prof. Bruno Genito (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”), dott. Daniele Pe- Locandina del Convegno organiztrella, dott. Massimo Rinaldi, prof. Alessandro Naso zato dall’Associazione Nazionale Archeologi, dall’Università del (Università del Molise), prof. Carlo Ebanista (Università Molise e dalla Soprintendenza del Molise), prof. Luigi Cicala (Università degli studi di Archeologica del Molise a Isernia Napoli “Federico II”), dott. Michele Raddi, dott.ssa Sail 7 ottobre 2007 brina Mutino, dott.ssa Luigia Salino, dott.ssa Lidia Vignola, dott. Giuseppe Lembo (Archeoidea), dott. M. Salvatori, prof. Umberto Pappalardo (Università Suor Orsola Benincasa di Napoli), prof.ssa Antonella Minelli (Università del Molise), che ha tenuto la sua relazione direttamente sul sito di Isernia La Pineta. Dai numerosi interventi che hanno caratterizzato la Giornata di Studi e dal successivo dibattito, cui hanno potuto prendere parte i numerosi archeologi e studenti di archeologia presenti, è emersa da più parti la necessità di una maggiore attenzione da parte dello Stato verso il settore dei Beni Culturali e di una più stretta interazione del legislatore con i soggetti protagonisti dell’attività di tutela, ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico. È emersa la necessità di adeguare la formazione alle reali esigenze lavorative del settore e aprire il settore all’attività dei liberi professionisti, di aprire la struttura ministeriale alle novità metodologiche e tecniche anche con l’acquisizione di personale adeguato e con grandi competenze specifiche, di rivedere la stessa struttura ministeriale, specificando meglio e valorizzando i titoli di studio e le competenze richie- 171 ANA - Associazione Nazionale Archeologi ste per ciascuna figura professionale interna ed esterna al Ministero stesso. Per quanto riguarda le riforme legislative si è sottolineato che occorre, innanzitutto, inserire all’interno del Codice dei Beni Culturali la figura professionale dell’archeologo e le sue specifiche mansioni, ed approdare in generale ad un chiaro riconoscimento e ad una regolamentazione legislativa della professione di archeologo, premessa indispensabile per tutelare il professionista e nello stesso tempo garantirne la professionalità. Al contempo è necessario inserire all’interno del Codice sugli Appalti le specifiche mansioni dell’archeologo anche in virtù della legge sull’Archeologia Preventiva (109/2005), approvata ma mai concretamente entrata nella prassi quotidiana. Essendo dall’attuale legislazione delegati alle amministrazioni locali dei compiti nell’ambito della valorizzazione del patrimonio archeologico, è necessario, prevedere, all’interno degli enti locali, uffici specificamente preposti alle attività di valorizzazione del patrimonio culturale, con la presenza di professionisti del settore. Dall’incontro è emersa in generale l’esigenza che gli archeologi, che in maggior parte oggi possono vantare un’elevata formazione accademica e una lunga e consolidata pratica professionale nei diversi ambiti lavorativi, riescano ad ottenere i diritti fondamentali di ogni lavoratore, per non finire per essere esclusi dal mondo del lavoro o abbandonare la professione, come avviene in gran parte oggi, con la conseguente perdita di un baglio di esperienza enorme utile agli enti preposti all’attività di ricerca, tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico. L’archeologo, formatosi per diventare un professionista, deve, d’altronde, cambiare ed adeguare ai tempi la sua formazione e la sua preparazione professionale: è necessario affiancare ai saperi tradizionali e all’esperienza sul campo, competenze e capacità nel gestire e manipolare le attività legate alla tutela del patrimonio alla luce anche delle ultime applicazioni tecnologiche. Ciò presuppone una formazione di base qualificata e qualificante, nella quale le competenze richieste dal mercato del lavoro siano prese in adeguata considerazione nella costruzione dei percorsi formativi, ed una continua attività di aggiornamento scientifico e professionale. Al fine di garantire la qualità professionale bisogna, inoltre, prevedere ruoli specifici a seconda dei titoli di studio acquisiti, valorizzando le specifiche esperienze e competenze maturate tramite sia la formazione accademica che l’esperienza professionale, affinché approfondite conoscenze e competenze non siano svilite da un mercato del lavoro che, essendo sempre più degradato da una concorrenza basata esclusivamente sul maggior ribasso economico piuttosto che sulla maggiore qualità delle prestazioni professionali, finisce per svilire tali risorse umane e professionali. Aumentare la qualità della formazione, professionalizzare sempre più gli archeologi ed affermare una concorrenza nel mondo del lavoro basata sulla qualità delle prestazioni professionali piuttosto che esclusivamente su fattori economici, sono premesse indispensabili per affermare tutele e diritti degli archeologi e consolidare tale figura professionale nel mondo del lavoro. Verso tali obiettivi devono concorrere tutti i soggetti protagonisti dell’archeologia italiana, rappresentati nella Giornata di Studi: archeologi professionisti, MiBAC e Università. E proprio sull’Università grava, in tal senso, un forte dovere morale, come ha ben sintetizzato nel suo intervento conclusivo il prof. Umberto Pappalardo: «Curarsi del futuro dei propri allievi significa implicitamente tenere a cuore che l’evoluzione della nostra società avvenga in un clima di distensione sociale, mentre viceversa togliere loro il futuro significherà allevare una generazione risentita, che si sentirà derubata delle proprie aspirazioni, con tutte le conseguenze che ciò comporta». 172 ANAI - ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCHIVISTICA ITALIANA Nel 1949 un gruppo di archivisti di Stato diede vita all’attuale ANAI con la finalità di contribuire alla salvaguardia del patrimonio archivistico nazionale, gravemente danneggiato dagli eventi bellici. Dal 1967 l’ANAI fonda una propria rivista scientifica e avvia una serie di altre pubblicazioni e iniziative di studio e ricerca. Con l’istituzione del Ministero per i beni culturali (1975), nel quale confluisce anche l’amministrazione archivistica statale, la professione archivistica si va sempre più estendendo, nel settore statale e soprattutto nei settori degli enti locali, delle istituzioni culturali, delle imprese e delle banche. Così nel 1988 l’ANAI riformò il proprio statuto, aprendo maggiormente la partecipazione a queste categorie e creando proprie sezioni distinte per ciascuna regione. Scopi Statutari L’associazione non ha fini di lucro e ha come scopi statutari di promuovere lo studio delle questioni inerenti agli archivi, di contribuire alla tutela, conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio archivistico, di favorire le relazioni degli archivisti fra loro e con i colleghi stranieri, di affermare la funzione culturale degli archivisti e il loro ruolo nella gestione e nell’organizzazione di enti pubblici e privati, di promuovere iniziative scientifiche e tecniche e di tutelare la professionalità degli archivisti, anche mediante istituzione di albi professionali. Soci Attualmente l’ANAI conta circa 1200 soci, fra addetti alla professione archivistica nelle diverse categorie di soci ordinari (archivisti di Stato, archivisti di enti locali, enti pubblici, istituzioni e imprese, liberi professionisti, docenti universitari) e persone giuridiche (enti pubblici e privati possessori di archivi, come regioni, comuni, istituti di credito, istituti culturali, imprese), che possono anche essere soci sostenitori dell’associazione. Sono inoltre soci (straordinari) anche coloro che, pur non appartenendo ancora alle predette categorie, sono in procinto di entrarvi o per i loro interessi culturali e professionali desiderano partecipare alle attività dell’associazione. ORGANIZZAZIONE Organi statutari Gli organi nazionali dell’ANAI sono l’Assemblea Nazionale, il Consiglio Direttivo Nazionale eletto dall’Assemblea, il Presidente del quale rappresenta l’Associazione, il Collegio dei Probiviri e quello dei Sindaci. L’associazione si articola inoltre in sezioni regionali, ciascuna delle quali è dotata di propria assemblea e consiglio direttivo regionale. 173 ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana ATTIVITÀ Numerose e continue sono poi le iniziative tecnico-scientifiche dell’ANAI di cui molte in collaborazione proficua con gli istituti archivistici e con la Direzione Generale per gli Archivi: si organizzano i congressi nazionali incentrati sulle tematiche più rilevanti del settore ogni quattro anni e numerosi convegni su tematiche tecniche, scientifiche e professionali, sia a livello internazionale, che nazionale, regionale o interregionale attraverso le proprie sezioni. L’ultimo convegno internazionale Sport invernali e montagna. Una memoria a rischio,svoltosi a Torino nel maggio 2007, era dedicato agli archivi degli sport invernali; precedentemente, nel maggio 2003, era stato organizzato il convegno La memoria del Cinema. Archivisti, bibliotecari e conservatori a confronto, sulle principali problematiche che esistono per la conservazione e la tutela del materiale cinematografico, film e “non film”. Dal 2006 l’ANAI organizza periodicamente Archiexpo, la prima iniziativa del genere in Italia, di carattere scientifico ed espositivo al tempo stesso, dedicata al mondo degli archivi. Nel gennaio 2009 è stato presentato il Progetto pluriennale Archivi della Moda del 900, volto al recupero e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio della moda italiana contenuto negli archivi del ‘900, che prevede anche diversi seminari di studio sulle fasi di avanzamento del progetto e su argomenti relativi ai diversi distretti produttivi in varie città d’Italia. Pubblicazioni L’ANAI svolge una intensa attività tecnico-scientifica ed editoriale e pubblica una rivista scientifica semestrale, “Archivi”, un notiziario quadrimestrale, “Il Mondo degli Archivi”, dal 2006 in versione elettronica, sul web (www.ilmondodegliarchivi.org), congiuntamente con la Direzione Generale per gli Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e diverse altre pubblicazioni non periodiche, anche curate dalle sezioni regionali. Tutela degli Archivi Politica degli archivi L’ANAI svolge una costante attività per proporre e chiedere in sede legislativa e amministrativa misure opportune o modifiche per una migliore organizzazione della tutela e conservazione degli archivi. ATTIVITÀ INTERNAZIONALI Partecipazione a organismi internazionali L’ANAI partecipa alle attività degli organismi archivistici internazionali ed è membro del Comitato della Sezione delle Associazioni professionali e del Comitato della Sezione degli Archivi dello Sport del Consiglio Internazionale degli Archivi, organismo nel quale sono rappresentate le diverse istituzioni, associazioni e categorie archivistiche dei Paesi di tutto il mondo; ha contribuito ad elaborare il codice internazionale di deontologia degli archivisti adottato al Congresso di Pechino del 1996. Inoltre l’ANAI ha organizzato a Firenze la VI Conferenza Europea degli Archivi dal 30 maggio al 2 giugno 2001, manifestazione quadriennale del Consiglio internazionale degli Archivi, in collaborazione con l’amministrazione archivistica ed altri enti, con la partecipazione di archivisti dei Paesi europei e di Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Sud Africa, sul tema “Gli archivi dal passato al futuro”. Progetto InterPARES Nell’ambito dell’attività di ricerca, l’ANAI ha avviato nel 1997 la parte italiana del progetto internazionale di ricerca InterPARES comprendente nove Paesi, sulla conservazione a lungo termine del documento elettronico. Poi l’ANAI ha partecipato alle attività del progetto internazionale InterPARES 2, di cui ha pubblicato i risultati finali nel dicembre 2008, e partecipa al proseguimento del progetto InterPARES 3, che ha lo scopo di studiare tutte le problematiche legate ai documenti digitali, dalla nascita alla conservazione. 174 ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana GRUPPI DI LAVORO ISAD (G) Si è costituito nel 1996 un gruppo di lavoro nazionale misto sulle norme internazionali di standard di descrizione archivistica ISAD (G), che dal 1997 si occupa anche di ISAAR (CPF), che elabora idee e proposte in materia e promuove l’attuazione di queste norme in Italia. Recentemente il Gruppo di lavoro delle ISDIAH ha preso in esame la versione ufficiale dello standard approvata a Londra nel 2008 e ha recentemente pubblicato sul sito dell’ANAI la traduzione ufficiale italiana dello standard. Qualità negli archivi Si è formato nel 1997 un gruppo di lavoro sulla qualità negli archivi, che ha elaborato, sempre in collaborazione con l’amministrazione archivistica, il documento la “Carta della qualità nei servizi archivistici”, che, sulla base delle norme ISO/UNI/EN 9000, ha stabilito i criteri fondamentali e gli strumenti per l’attuazione degli standard di qualità nei servizi archivistici ed ha avuto anche l’adesione di altre istituzioni pubbliche e private. Certificazione Da anni opera questo gruppo di lavoro che, allo scopo di avviare le procedure di certificazione professionale dei soci previste dalle nuove norme nazionali e internazionali, volte a tutelare la professionalità degli archivisti e garantire la qualità degli interventi sui beni archivistici, ha predisposto lo schema di valutazione dei curricoli di studio e specializzazione e dei titoli scientifici e professionali. Tariffario Si è costituito nel 1998 il gruppo di lavoro sul tariffario che ha stilato il “Tariffario dei lavori archivistici” come proposta di regolamentazione per i liberi professionisti relativamente al tema delle tariffe degli operatori archivistici. Dal 2001 il gruppo di lavoro sul tariffario studia inoltre le regole da adottare per la certificazione della professione archivistica, in linea con le indicazioni della Comunità Europea e ha elaborato un prospetto pubblicato nel numero 2/3-2004 de “Il Mondo degli Archivi” e successivamente nel 2006 su “Il Mondo degli Archivi” on line. Attualmente è allo studio un aggiornamento. Outsourcing Il gruppo di lavoro sull’Outsourcing, cioè sui problemi tecnici e giuridici posti dalla gestione da parte di terzi degli archivi di enti e imprese, che ha dato vita ad un convegno svoltosi nel 1999, ha prodotto un documento con raccomandazioni per una miglior qualità e sicurezza della gestione, conservazione e tutela di questo tipo di archivi. Fonti orali Dal 2001 il gruppo di lavoro sulle fonti orali affronta le tematiche legate alla raccolta, trascrizione, descrizione, conservazione e utilizzo delle fonti orali. Archivi d’impresa Dal 2001 il gruppo di lavoro sugli archivi d’impresa, GIAI, studia le problematiche della gestione degli archivi d’impresa e degli enti economici, cui è stata dedicata, nel novembre 2007, la II Edizione di Archiexpo. Archivi degli Enti Locali Costituito nel 2001, questo gruppo di lavoro si occupa dei profili professionali degli archivisti degli Enti Locali. Archivi delle Regioni Dal 2001 questo gruppo di lavoro studia le principali problematiche inerenti agli archivi regionali, quali l’attuazione del protocollo informatico, il regolamento d’archivio, il titolario. 175 ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana Standard Audiovisivi Nell’aprile del 2004 è nato questo gruppo di lavoro che si pone l’obiettivo di studiare e riordinare gli standard di descrizione e classificazione del materiale audiovisivo e cinematografico. Archivi teatrali Sono iniziati nel 2007 i primi contatti per la realizzazione di questo gruppo che si propone di individuare linee guida e standard di catalogazione per le svariate tipologie di documenti presenti negli archivi teatrali. FORMAZIONE L’ANAI svolge un’intensa attività didattica ed ha realizzato numerose iniziative di formazione e aggiornamento professionali, come giornate di studio, seminari e corsi. Negli ultimi anni, ad esempio, sono stati organizzati i seguenti eventi di formazione: Gli archivi fotografici: una realtà in divenire, Napoli, 20-21 marzo 2006; L’archivio corrente: protocollo informatico e titolari di classificazione, Bologna, 23 maggio 2006; L’archivio di deposito: gestione e selezione dei documenti, Bologna, 24 maggio 2006; Teoria e pratica della descrizione archivistica: standard e buone pratiche, Firenze, 19-20 giugno 2006; La formazione professionale dell’archivista, Erice, 2-4 novembre 2006; Immagini in movimento: quale tutela e quali diritti in Italia?, Roma, 1-2 marzo 2007; Corso base di formazione per riordinatori di archivi,, Prato, 2-4 aprile 2007; Fonti Orali: esperienze di conservazione, integrazione, trattamento, Genova, 24-26 ottobre 2007; Seminario di formazione di base per archivisti, Roma,17-18 giugno 2008; Gestire un archivio comunale, Bologna, 2-3 ottobre 2008; Prevenzione e conservazione dei beni documentari, Roma, 67 novembre 2008; Seminario di formazione di base per archivisti, Napoli, 29-30 gennaio 2009 TUTELA DELLA PROFESSIONALITÀ L’ANAI dedica costante attenzione alle tematiche professionali e interviene, sia sul piano tecnico che su quello propositivo, nelle diverse sedi istituzionali per la tutela della professionalità degli archivisti e per il suo riconoscimento giuridico. Albo professionale Per una regolamentazione della professione, l’ANAI, insieme con altre associazioni dei beni culturali, ha anzitutto elaborato e proposto fin dal 1992 un disegno di legge di definizione delle funzioni professionali e istituzione di albi e ordini per gli archivisti e gli altri operatori dei beni culturali, presentato da parlamentari di diverse forze politiche nelle ultime legislature. L’ANAI è intanto entrata a far parte della Consulta delle Associazioni professionali non regolamentate istituita presso il CNEL. Soci professionisti L’ANAI ha modificato nel 1999 il proprio statuto, istituendo la categoria dei soci liberi professionisti, per l’ammissione alla quale sono richiesti titoli culturali e professionali (lavori archivistici) che vengono esaminati da una commissione nazionale di esperti, delineando così in tal modo una prima forma di albo professionale “privato” secondo gli orientamenti emergenti sia a livello europeo che nei disegni di legge di riordinamento in materia. CODICE DI DEONTOLOGIA PER LA RICERCA STORICA L’ANAI ha infine contribuito sostanzialmente all’elaborazione del “Codice di deontologia per archivisti e utenti nel trattamento di dati a fini di ricerca storica” previsto dalla Legge 675/96 e dal D. Lgs. 281/99 nel gruppo ufficiale promotore istituito presso il Garante della privacy e sottoscrivendo il codice stesso, nel quale si è adoperata per introdurre misure di garanzia per gli archivi e per gli utenti e di riconoscimento per le responsabilità e il ruolo degli archivisti. 176 ANCE - ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI MOLISE L’ ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili, è l’associazione di categoria che, dal maggio 1946, rappresenta a livello nazionale gli imprenditori privati di ogni dimensione e forma giuridica, operanti nei settori delle opere pubbliche, dell’edilizia abitativa, commerciale, direzionale e industriale. La rappresentanza associativa è, estesa alle imprese edili svolgenti lavorazioni specialistiche quali fondazioni e impianti. L’ANCE, unitamente alle associazioni territoriali provinciali e agli Organismi associativi regionali di categoria realizza un sistema a rete in grado di rappresentare gli interessi della categoria nei confronti delle Istituzioni, e di tutti gli operatori economici interessati al settore delle costruzioni quali banche, assicurazioni, fornitori. Nel contempo il sistema così organizzato ottimizza il rapporto con le imprese associate per fornire loro ogni informazione e assistenza che possa contribuire allo svolgimento dell’attività di impresa e alla valutazione delle prospettive di mercato. La realizzazione di un portale delle costruzioni gestito da tutto il sistema associativo consente di rafforzare ulteriormente il rapporto con le imprese e l’efficacia delle informazione diramate in tempo reale. In particolare Ance Nazionale: - rappresenta e tutela gli interessi della categoria nei confronti del Governo e del parlamento e delle altre Istituzioni a livello centrale; - procede alla stipulazione dei contratti nazionali di lavoro e assiste le Associazioni territoriali ad essa aderenti nella definizione dei contratti regionali e provinciali; - dialoga col mondo esterno e con le forze politiche; - promuove ed attua iniziative studi e ricerche, workshop, convegni finalizzati ad evidenziare le problematiche della categoria e delle prospettive e degli scenari di mercato; - fornisce assistenza e consulenza al sistema territoriale per le problematiche d’interesse delle imprese associati. L’ANCE aderisce a Confindustria. In questa prospettiva, l’azione associativa è diretta alla promozione ed al rafforzamento dei valori imprenditoriali e del lavoro dell’industria edile e del suo indotto e concorre al perseguimento degli interessi generali del Paese. Il sistema che fa capo all’ANCE è organizzato in modo capillare su tutto il territorio nazionale ed è costituito da 102 Associazioni territoriali e da 20 Organismi associativi regionali. Ad essa fanno capo circa 20.000 imprese. Nel campo del lavoro, l’attività associativa si sviluppa anche attraverso la rete diffusa su tutto il territorio nazionale di organismi paritetici costituiti con i sindacati dei lavoratori sul fronte delle assistenze ai lavoratori stessi (Casse Edili), della sicurezza del lavoro (Comitati paritetici territoriali per la prevenzione infortuni, igiene e ambiente di lavoro - CPT) e della formazione provinciale (Enti Scuola). Nel contesto della rappresentanza categoriale su scala internazionale, l’ANCE aderisce alla FIEC - Federazione dell’Industria Europea delle costruzioni, all’UNICE - Confederazione dell’Industria europea (tramite Confindustria), all’EIC - European International Contractors, all’UEPC - Union Europeenne des Promoteurs-Constructeurs, alla FIP, Federation International de la 177 ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili Molise Precontrainte, all’ERMCO - European Ready Mixed Concrete Organization. L’ANCE ha costituito nel 2005 l’Agenzia Nazionale per la Cultura della Sicurezza nell’Edilizia con l’obbiettivo di svolgere informazione sulla sicurezza sul lavoro. In Molise L’edilizia è una delle attività più radicate sul territorio regionale, avendo rappresentato, insieme all’agroalimentare, il settore sul quale si è costruita l’Associazione Industriali. Ancora oggi è una categoria fondamentale per la crescita e lo sviluppo del territorio. Per le imprese dell’edilizia, in aggiunta ai servizi dell’Associazione Industriali del Molise, l’Ance Molise garantisce una serie di servizi specifici: - Appalti pubblici di lavori, servizi e forniture - Edilizia residenziale e urbanistica - Trasporti - Interpretazione e applicazione della normativa sulla circolazione dei mezzi eccezionali - Attestazione imprese costruzione - Certificazione di qualità - Attività di rappresentanza e di assistenza presso le pubbliche amministrazioni PROGETTI REALIZZATI - CASE HISTORY Imprese e iniziative culturali 2007-2008 L’esperienza della “24 ORE DI TEATRO” (+ foto) Per la prima volta, nel 2007, Assindustria Molise ha aderito alla “Settimana della Cultura d’Impresa”, il tradizionale appuntamento organizzato dalla Commissione Cultura di Confindustria per promuovere a livello regionale iniziative sperimentali, in alcuni casi coraggiose e lungimiranti, volte alla crescita culturale dei territori. La novità della VI edizione, come ha sottolineato anche il Sole 24 Ore in un articolo pubblicato in occasione dell’apertura della Settimana, è stata il teatro, il TriBeCa Ferentinum Studio (Tfs-Loto) di Ferrazzano in provincia di Campobasso, restaurato anche grazie al contributo di imprese molisane nostre associate, che l’Assindustria Molise ha tenuto a battesimo. “Con il teatro si fa cultura e la cultura arricchisce sia chi la fa che chi la riceve”. Queste le parole del Presidente degli industriali Molisani Paolo Vacca, che ha aggiunto: “Una impresa di cultura può essere il motore dello sviluppo economico e sociale di un’area piccola come Ferrazzano: grazie al teatro, infatti, i servizi che offre questo paese possono crescere (dalla ricettività alla ristorazione, ai trasporti) e la gente può trarre nuovi stimoli e avere nuove idee di sviluppo. Da “cosa nasce cosa”. Noi industriali abbiamo creduto fina dall’inizio nell’idea di Stefano Sabelli e per questo abbiamo deciso di contribuire all’inaugurazione del TFS Loto con una kermesse di spettacoli che è durata ben 24 ore e di ripetere l’esperienza anche nel 2008. “OBIETTIVO IMPRESA”: il concorso fotografico voluto dai giovani imprenditori Nel 2008 il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Associazione Industriali del Molise ha deciso di promuovere un’iniziativa volta a valorizzare la cultura industriale attraverso il mezzo più rappresentativo della comunicazione contemporanea: la fotografia. E’ nata così l’idea di bandire un CONCORSO FOTOGRAFICO dal titolo “OBIETTIVO IMPRESA” per raccogliere testimonianze significative sull’economia industriale del nostro territorio: aziende, lavoratori, prodotti, processi, metodi produttivi, innovazione, organizzazione, ingegno degli uomini. In occasione della II edizione della “24 ORE DI TEATRO”, si è svolta anche la mostra fotografica e la premiazione del concorso. Cinque i riconoscimenti assegnati, tra i quali una menzione speciale è andata alla Casa Circondariale di Larino per alcune foto raffiguranti operatori nel laboratorio di pasticceria che esaltano il lavoro e l’attività di impresa come mezzo per la riabilitazione sociale dei detenuti. 178 ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili Molise ELENCO PROGETTI REALIZZATI 2007 - 2008 PROGRAMMA FINANZ. ANNO SETTORE D.M. Beni Ordinario 19.06.2 2007 Archeologici 007 COMUNE PROV. VARI Beni Storico Gioco D.M. CERCEArtistici ed Lotto 25.09.2 2007 MAGEtnoantro(L.662/96) 008 GIORE pologici Regione Molise Assessessorato Cultura Del. G.R. n. Beni 1158 2007 LARINO Archeologici del 16.10.2 007 Legge FiBeni Storico nanziaria D.M. CERCEArtistici ed 2008 25.09.2 2008 MAG(L.244/07 Etnoantro008 GIORE pologici art. 2 c.386) Totale OGGETTO Beni di proprietà demaniale Chiesa e convento CB S.Maria della Libera DESCRIZIONE IMPORTO Interventi urgenti e imprevisti 50.000,00 Recupero e valorizzazione patrimonio storico artistico 36.860,00 Zona archeologica loc. Le Saggi di CB Piane, Mosaici scavo del Casone Chiesa e convento CB S.Maria della Libera Recupero e valorizzazione patrimonio storico artistico 20.000,00 29.031,54 135.891,54 179 ANISA - ASSOCIAZIONE NAZIONALE INSEGNANTI DI STORIA DELL’ ARTE L’ANISA, Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte nasce nel 1951; è un’associazione disciplinare senza scopo di lucro con sede a Roma e conta oltre 750 iscritti in tutta l’Italia. Scopo prioritario dell’associazione è la formazione professionale degli insegnanti di storia dell’arte, unitamente alla promozione delle discipline artistiche in tutti gli ordini di studi, alla tutela e alla divulgazione del patrimonio artistico. Possono iscriversi all’Anisa tutti i docenti di storia dell’arte, educazione artistica e arti visive, come anche gli operatori museali, il personale delle Soprintendenze e, in generale, quanti si riconoscono negli obiettivi sotto elencati. la riqualificazione della professione insegnante, attraverso la pratica costante dell’aggiornamento scientifico e metodologico; il riconoscimento del contributo fondamentale e delle responsabilità che i docenti si assumono in qualità di educatori e di custodi della trasmissione dei saperi e dei principi etici; il perseguimento di un sistema meritocratico che valuti i docenti, individuandone competenze e potenzialità; la tutela del sistema scolastico pubblico, quale componente irrinunciabile di una società pienamente democratica che assicuri a tutti i cittadini il diritto all’istruzione; la difesa del principio dell’autonomia dei docenti sul piano delle scelte metodologiche. la diffusione dell’educazione alle arti e al patrimonio, da intendersi come materia di studio e di riflessione imprescindibile nel sistema educativo di tutti i paesi e dell’Italia in modo particolare, ove se ne auspica il sensibile incremento nel quadro orario di tutti gli indirizzi di studio ed in particolare dell’istruzione liceale;contributo fondamentale alla crescita etica e culturale di tutti i cittadini in un’ottica di educazione continua, che si rinnovi ininterrottamente dall’età pre-scolare fino all’età adulta; strumento di sensibilizzazione che valichi le frontiere geografiche e rafforzi il valore della salvaguardia della memoria di ciascun popolo. lo sviluppo dell’innovazione metodologica applicata all’educazione alle arti, attraverso - la diffusione delle sperimentazioni e della progettualità in tutti gli ordini di scuole; - il perseguimento del principio della interdisciplinarietà; - il consolidamento dell’approccio storicistico allo studio del linguaggio figurativo, inteso come testimonianza imprescindibile per la comprensione dello sviluppo di tutte le civiltà; - il confronto costante tra realtà educative diverse, possibilmente in una dimensione di respiro internazionale; - la collaborazione tra scuola e altre istituzioni culturali che, nella società, contribuiscano alla tutela del patrimonio e all’educazione all’arte; - un aggiornamento continuo dei sistemi di trasmissione dei saperi, che si avvalga quanto più possibile delle moderne tecnologie. 180 ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’ Arte l’incoraggiamento verso una politica culturale che tuteli il patrimonio artistico ed il paesaggio dando priorità alla salvaguardia delle radici storiche del nostro Paese, assicurandone l’integrità materiale, la comprensione e la trasmissione alle future generazioni; privilegi la tutela e la valorizzazione delle raccolte museali permanenti, dei monumenti e delle opere d’arte, rispetto all’organizzazione di eventi provvisori di cui non sia accertata l’effettiva valenza scientifica; ponga come proprio obiettivo primario la crescita etica e l’istruzione di tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta. L’Anisa intende inoltre promuovere , nell’ambito nazionale e internazionale, ogni iniziativa volta ad incrementare una più diffusa conoscenza e coscienza del valore storicoculturale dei beni artistici ed ambientali anche attraverso l’attivazione di rapporti con amministrazioni locali, Istituzioni pubbliche e private, Enti, Associazioni (Protocollo d’Intesa Miur/Anisa sottoscritto nella sua rinnovata versione lo scorso 16 marzo 2009 tra il Ministro On.Maria Stella Gelmini, e la Presidente Prof.Clara Rech; Protocollo Mibac-Centro dei Servizi Educativi rinnovato il 2-1-2009 tra la Dott.Maria Antonella Fusco, Direttore del Centro per Servizi Educativi del MIBAC. e la Presidente Anisa Prof. Clara Rech. Anisa inoltre è dal 2005 membro dell’ICOM e della CECA. Il Congresso Nazionale dell’Associazione è convocato ogni tre anni. Presidente è la Prof. Clara Rech, [email protected] Organo di stampa è il Bollettino quadrimestrale. Direttore Patrizia De Socio Direzione e Redazione ANISA c/o Liceo Tasso, Via Sicilia 168, 00187 Roma Per altre informazioni sulla nostra attività visitare il sito www.anisa.it In Molise 181 ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’ Arte In Molise PROGETTI REALIZZATI E CASE HISTORY I progetti di seguito indicati sono stati realizzati in collaborazione con diversi Enti, Istituzioni ed Istituti al fine di avvicinare il pubblico alla conoscenza delle emergenze storico- artistiche -architettoniche – archeologiche presenti nel Molise e al tempo stesso di valorizzare e promuovere tali beni attraverso percorsi che vedono la riutilizzazione di alcune emergenze. SCHEDA TECNICA NOME PROGETTO Scavo Archeologico “San Pietro di Cantoni” - Sepino - Altilia (CB)- I-III sec.A.c. (Sanniti ) ANNO 2000-2001-2000 REFERENTE Arch. Franco Cristina (docente di rilievo architettonico) RISORSE UMANE Oriente Patrizia (docente di Storia dell’Arte, Del Rosso Antonella (docente di Storia dell’Arte), De Matteis Adalgisa (docente di Storia) , Faralli Ermelindo (docente di Discipline Pittoriche) . ENTI COINVOLTI Liceo Artistico Statale “G. Manzu’” Campobasso – Università degli studi di Perugia – Facoltà di lettere –Prof. Matteini Maurizio-Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Campobasso- Dott.ssa Capini e Dott.ssa Ceglia. OBIETTIVI Conoscenza delle metodologie di scavo , dal rilievo alla catalogazione al restauro; Conoscenza storica di una emergenza archeologica del Molise; Valorizzazione dei reperti attraverso un’esposizione aperta al pubblico . TARGET Studenti , docenti e pubblico in genere DESCRIZIONE PROGETTO Il progetto ha avuto la durata di tre anni ed è stato suddiviso in 5 fasi che hanno visto coinvolte diverse professionalità. La prima fase ha interessato lo studio dell’area archeologica con il successivo lavoro di scavo sul sito effettuato dagli studenti del Liceo Artistico che nella seconda e terza fase hanno effettuato rispettivamente il rilievo delle emergenze architettoniche, dei reperti e la loro catalogazione. In una quarta fase è stato effettuato il restauro dei reperti ritrovati e nell’ultima fase è stata allestita una mostra, corredata di catalogo,esplicativa dell’intero percorso di scavo. FOTOGRAFIA 182 Coppa a vernice nera Età ellenistica Rinvenuto a S. Pietro di Cantoni –Altila -CB Dal Catalogo “Incontro con l’archeologia”. ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’ Arte SCHEDA TECNICA NOME PROGETTO “Vedere con le mani” ANNO 2007 REFERENTE Arch. Tommaselli Nicolina (docente di Discipline Plastiche) RISORSE UMANE Prof. Oriente Patrizia (docente di Storia dell’arte) , De matteis Isa (docente di Letteratura e Storia) ENTI COINVOLTI Liceo Artistico Statale “G. Manzu’” Campobasso- Unione Italiana Cieche ed Ipovedenti- Sezione Molise) OBIETTIVI Accesso a forme di espressione creativa e diversificata ;accesso alla conoscenza di alcuni manufatti d’arte presenti nel centro storico della città di Campobasso; coinvolgimento di beneficiari ipovedenti e/o non vedenti. TARGET Non vedenti ed ipovedenti DESCRIZIONE PROGETTO Il progetto ha previsto la costituzione di uno spazio museale adibito all’esposizione di riproduzioni tridimensionali scultoree e architettoniche , nonché trasposizioni plastiche di opere pittoriche presenti nel centro storico della città di Campobasso, con la funzione di avvicinare i non vedenti e gli ipovedenti alla conoscenza delle arti visive , non solo tridimensionali ma anche bidimensionali, tradotte in linguaggio plastico, tattilmente tangibile. Il progetto è stato suddiviso in tre fasi che hanno previsto : analisi storico-artistica delle opere da riprodurre ; ricerca del materiale più idoneo alla realizzazione dei manufatti; esecuzione tattile delle stesse , catalogazione ed esposizione con visita guidata per i non vedenti ed ipovedenti. FOTOGRAFIA Plastico del Castello Monforte a Campobasso X Sec. D.c. 183 ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’ Arte SCHEDA TECNICA NOME PROGETTO Scavo Archeologico “Monte Vairano” (CB)- I sec. A.c. (Sanniti )fino al X sec d.c.. ANNO 2005 REFERENTE Archeologo De Benedittis Francesco RISORSE UMANE Oriente Patrizia (docente di Storia dell’Arte), Mangiacotti Angela (docente di rilievo Architettonico), Faralli Ermelindo (docente di Discipline Pittoriche). ENTI COINVOLTI Liceo Artistico Statale “G. Manzu’” Campobasso – Università degli studi del Molise – Facoltà di Beni Culturali – Prof. De Benedittis Francesco - Sovrintendenza per i Beni Archeologici – Campobasso. OBIETTIVI Conoscenza delle metodologie di scavo , dal rilievo alla catalogazione al restauro; Conoscenza storica di una emergenza archeologica del Molise. TARGET Studenti DESCRIZIONE PROGETTO Il progetto ha avuto la durata di tre anni ed è stato suddiviso in 3 fasi che hanno visto coinvolte diverse professionalità . La prima fase ha interessato lo studio dell’area archeologica con il successivo lavoro di scavo sul sito effettuato dagli studenti del Liceo Artistico che nella seconda e terza fase hanno effettuato rispettivamente il rilievo delle emergenze architettoniche e dei reperti e la loro catalogazione. 184 ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’ Arte SCHEDA TECNICA NOME PROGETTO MACC : Museo di Arte e Cultura di Campobasso ANNO 2007 REFERENTE Prof. Oriente Patrizia (docente di Storia dell’Arte) RISORSE UMANE Studenti ENTI COINVOLTI Liceo Artistico Statale “G. Manzu’” Campobasso - Sovrintendenza dei Beni Architettonici del Molise - Archivio di Stato – OBIETTIVI Conoscenza di tutti gli ambiti dei beni culturali (dallo studio del manufatto alla sua catalogazione, dalla legislazione alle Istituzioni ) attraverso la riqualificazione di un edificio del XX sec. sottoposto a vincolo. TARGET Studenti e pubblico in genere DESCRIZIONE PROGETTO Il progetto ha previsto la riqualificazione di un edificio sottoposto a vincolo dalla Sovrintendenza dei Beni Architettonici del Molise, in quanto di particolare interesse sia per le sue caratteristiche compositive che per l’uso di materiali e tecnologie moderne .Sono state affrontate tutte le varie fasi necessarie alla realizzazione di un progetto esecutivo e in funzione di quanto riscontrato è stata definita una idea progettuale che prevede la realizzazione di un museo permanente e temporaneo dove i molisani possano esternare le loro qualità artistiche e conoscere alcuni ambiti dei beni culturali presenti nel Molise .Il progetto ha previsto anche uno studio della normativa di riferimento , delle Istituzioni che intervengono in un progetto di riqualificazione , delle problematiche legate alla catalogazione dei Beni culturali 185 ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’ Arte SCHEDA TECNICA NOME PROGETTO Intervento espositivo presso la Chiesa di S. Bartolomeo (CB) ANNO 2003-2004-2005 REFERENTE Arch. Franco Cristina (docente di Discipline Architettoniche) RISORSE UMANE Oriente Patrizia (docente di Storia dell’Arte) , De Matteis Isa (docente di Letteratura e Storia), Tommaselli Nicolina (docente di Discipline Plastiche). ENTI COINVOLTI Liceo Artistico “G. Manzu’”- Sovrintendenza per i Beni Architettonici di Campobasso - Diocesi di Campobasso. OBIETTIVI Rivitalizzazione del Centro Storico del capoluogo. TARGET Studenti e pubblico in genere. DESCRIZIONE PROGETTO Il progetto mira a sollecitare il pubblico molisano alla rivitalizzazione del centro storico della cità di Campobasso attraverso percorsi che evidenzino le emergenze presenti. Il riutilizzo di beni architettonici, restaurati e resi accessibili ad usi espositivi e conferenziali, permette la partecipazione del pubblico, esperto e non , agli eventi culturali del luogo. SCHEDA TECNICA NOME PROGETTO Chiesa di S. Maria della Strada ANNO 2009 REFERENTE De Matteis Adalgisa (docente di Letteratura e Storia) RISORSE UMANE Oriente Patrizia (docente di Storia dell’Arte), Del Russo Carmen (docente di Discipline Pittoriche), Peluso Antonella (docente di Discipline Pittoriche). ENTI COINVOLTI OBIETTIVI Utilizzo di edifici religiosi per altri scopi TARGET Studenti e pubblico in genere DESCRIZIONE PROGETTO Il progetto prevede un allestimento museale all’interno di un edificio religioso di grande valore storico-artistico- architettonico quale S. Maria della Strada a Matrice (CB), per promuovere e potenziare l’uso e la lettura di segni e linguaggi architettonici significativi per il territorio molisano. 186 ARCHEOCLUB D’ITALIA Archeoclub d’Italia onlus è un grande movimento di opinione pubblica al servizio dei beni culturali e ambientali. Sorto il 25 febbraio 1971 come Centro di documentazione archeologica ha gradualmente esteso il suo interesse a tutti i beni culturali, di cui promuove la conoscenza, la tutela, la fruizione e la valorizzazione. Con Decreto del Presidente della Repubblica del 24 luglio 1986 n. 565 Archeoclub d’Italia è divenuto Ente Morale. Dal 26 giugno 2006 è iscritta all’anagrafe delle Onlus. L’Associazione opera attraverso 210 sedi locali distribuite sul territorio nazionale con 8.500 associati, proponendo nuove forme di fruizione e valorizzazione che trovano il loro punto di forza nell’espressione collettiva delle municipalità, volano sociale per una rinnovata, condivisa e partecipata tutela civile del patrimonio storico artistico e archeologico. Le migliaia di attività nazionali e territoriali realizzate dall’associazione dal nord al sud d’Italia in circa 40 anni di storia, rappresentano l’effervescenza, la tenacia e la passione di schiere di volontari che tengono alta l’attenzione sul patrimonio culturale locale divulgandone la storia, la bellezza, l’autorevolezza, l’unicità. Ciò rende Archeoclub d’Italia il luogo naturale di aggregazione per tutti coloro, giovani e meno giovani, che hanno a cuore il futuro del nostro grande patrimonio culturale. Il suo Comitato scientifico composto da Antonio Paolucci, Luciano Marchetti, Mario Torelli, Paolo Sommella, Luciano Canfora, Salvatore Italia, Anna Maria Buzzi, Paolo Peduto, Claudio Mocchegiani Carpano, Guido Vannini, Alessandro Baratta, contribuisce a orientare in termini di qualità le azioni e il lavoro dell’associazione su tutto il territorio nazionale. Strutture specialistiche, accordi, manifestazioni nazionali e territoriali Archeoclub d’Italia ha messo a punto tre strutture specialistiche dedicate alla didattica, all’architettura e alla subacquea: il Laboratorio dell’Ecologia del Quaternario di Cupramarittima, il Centro di architettura e cultura urbana di Camerino e Marenostrum, con sede a Torre del Greco. Tre eccellenze che, nel loro specifico settore, rappresentano un punto di riferimento per i giovani e gli appassionati e che offrono una varietà di attività e iniziative durante il corso dell’anno grazie al buon rapporto con le Università, le scuole e le altre istituzioni di riferimento del territorio. Ogni anno, da quindici anni, la seconda domenica di Maggio con la manifestazione nazionale “Chiese aperte” l’associazione rende fruibili almeno per un giorno i monumenti religiosi d’Italia appartenenti al patrimonio artistico “minore”. In tre lustri sono state aperti oltre 2.000 edifici sacri spesso in stato di degrado e di abbandono. Molti di questi sono oggi restaurati, o in fase di recupero. Anche i Campi di ricerca archeologici che Archeoclub d’Italia organizza in estate, in collaborazione con le Soprintendenze, rappresentano la mission associativa dedicata alle “forze” più giovani. Il principale campo è a Venezia, presso l’Isola del Lazzaretto Novo che, grazie 187 ArcheoClub d’Italia a 15 anni di attività, è tornata al suo antico splendore; altre iniziative sono a Jesi, Mentana, Gravina di Puglia, Loreto Aprutino, Barletta. Nel campo della scuola e della didattica, Archeoclub d’Italia è veramente all’avanguardia: la sua esperienza ultratrentennale, infatti, le ha fatto conseguire nel 2005 il gallone di Ente formatore da parte del Ministero della Pubblica Istruzione permettendo, da parte dei presidenti delle sedi locali occupati nella formazione il rilascio dei crediti formativi per i ragazzi. Si sta ora lavorando sul versate dei crediti per gli insegnanti che partecipano ai corsi organizzati dall’associazione, e alla creazione di un Centro dedicato alla didattica con sede a Foligno i cui volontari sono stati i principali artefici di questo successo. Archeoclub d’Italia, inoltre, opera in convenzione con alcune strutture del MiBAC, quali il Vittoriano e l’Istituto centrale del Restauro, a Roma; altri protocolli d’intesa sono stati realizzati con alcune amministrazioni comunali, specie nel sud d’Italia, per la gestioni di antiquaria, siti archeologici e musei civici. In conseguenza di ciò è stato siglato un documento di collaborazione con l’ANCI per valorizzare e promuovere il patrimonio storicoartistico dei piccoli e piccolissimi Comuni italiani. In Molise Per dare un esempio delle attività che Archeoclub d’Italia porta avanti sul territorio si illustrano i programmi realizzati dalla sede di Termoli. Iscrizione nel registro regionale delle associazioni culturali come da legge regionale nr.5 del 12 gen. 2000 e DPGR nr.252 dell’11 set.2001 con la quale è stata confermata l’iscrizione dell’Associazione nell’apposito registro regionale delle associazioni culturali. Anno di fondazione della nostra Associazione: 1987 Il Direttivo dal 5 dicembre 2007 è così composto: Franco Cataldo (presidente), Sandro Morgagni (vice presidente), Basilio Selvaggio ( segretario), Oscar De Lena (addetto alle comunicazioni), Angela Ronzitti (tesoriere), Angiola Bartoletti-Graziani (addetta iniziative culturali), Vincenzo Fauzia (addetto pubbliche relazioni) PROGETTI REALIZZATI E CASE HISTORY La sede di Termoli ha realizzato tre Conferenze (in febbraio quella sulla pubblicazione del Prof. Angelo Pasqualini: “La civetta del ragionier Agatino”; in ottobre quella su “Giovanni Pascoli, studente a Bologna tra Anarchismo, Socialismo e Internazionalismo”; in novembre quella su “Tratturi, patrimonio a rischio”). Tra le escursioni molto interessante quella di Cerro al Volturno e a Venafro. Il 2007 è stato anche l’anno in cui più decisamente abbiamo premuto sull’Amministrazione Comunale al fine di convincerla a realizzare un manufatto artistico per simboleggiare la realtà del “Meridiano di Termoli”, asse del fuso-orario dell’Europa centrale. Per il 2008 abbiamo promosso di nuovo contatti con alcuni relatori per conferenze sul “Turismo nel Molise”, sul “Porto Romano alla foce del Biferno” dove il prof. De Benedittis sta effettuando degli scavi, è stato realizzato anche un incontro fra gli Archeoclub regionali di Venafro e Trivento per uno scambio di esperienze. Tra gli itinerari molisani da valorizzare Civitacampomarano. In previsine la sede locale bandirà di nuovo il concorso fotografico riservato agli studenti degli Istituti di Termoli che si concluderà, come in precedenza, con la mostra delle fotografie prodotte. Conferenze 23 febbraio 2007 Scavando nel proprio passato - Presentazione libro : “La civetta del Ragionier Agatino“ del prof. Angelo Pasqualino; Relatori Antonio D’Ambrosio e Antonio Ruggieri 188 ArcheoClub d’Italia 26 ottobre 2007 Conferenza nella Sala Consiliare di Termoli sul tema: “Giovanni Pascoli studente a Bologna tra Anarchismo, Socialismo e Internazionalismo”. Relatori prof. Antonio Mucciaccio e la prof. Elisabetta Graziosi dell’Università di Bologna 28 novembre 2007 Conferenza nella Sala Consiliare di Termoli sul tema: “Tratturi patrimonio a rischio”. Relatori: Rocco Cirino, Paola Di Giannantonio; Simona Carnevale Sponsorizzazioni Libro: “La civetta del ragionier Agatino”di Angelo Pasqualino Libro:“Termoli dal periodo arcaico ai giorni nostri” di Carlo Cappella e Oscar De Lena Itinerari culturali visitati 25 marzo 2007 Visita città di Fermo, Cupramarittima e Ripatransone 13 maggio 2007 Itinerari Molisani: Cerro al Volturno e Venafro 30 settembre 2007 Visita Ostia Antica e Celano 1-2 e 3 novembre 2007 Visita città di Mantova e Verona Conferenze 5 giugno 2008 Conferenza nella sala Consiliare di Termoli sul tema:“Turismo, cultura, territorio: per una convergenza strategica“. Relatrice prof.ssa Manuela Meini docente di Geografia dell’Università degli Studi del Molise 18 luglio 2008 Presentazione del libro: “Il Porto romano sul Biferno” di Gianfranco De Benedittis 15 settembre – 30 settembre Mostra di pittura “ Buona la prima” presso il Castello Svevo di Termoli 21 novembre 2007 Conferenza nella Sala Consiliare di Termoli sul tema: “Gabriele D’Annunzio: lo studente, il comunicatore, il vate, le donne”; Relatore prof. Antonio Mucciaccio Sponsorizzazioni Libro: “Il Porto romano sul Biferno” di Gianfranco De Benedittis Itinerari culturali visitati 9 marzo 2008 Visita città di Fano e Mondolfo 25-27 aprile 2008 Ravenna, Chioggia e Ferrara 8 giugno 2008 Visita città di Trani e Castel del Monte 5 ottobre 2008 Visita città di Bitonto e Molfetta 9 novembre 2008 Itinerari Molisani: Civitacampomarano ed Osservatorio Astronomico di Castelmauro Progetti previsti per l’anno 2009 sono: Visite guidate al Castello federiciano, la Cattedrale e il Borgo Antico di Termoli per scuole, turisti, associazioni: “Mezzanotte al Castello”. 189 ARCHEOCLUB D’ITALIA ELENCO PROGETTI REALIZZATI IN MOLISE IMPORTO INVESTIMENTO PROGETTO FONTE FINANZIAMENTO ANNO 2007 Sponsorizzazione libro: La civetta del ragionier Agatino € 300 Archeoclub di Termoli Conferenza su G.Pascoli € 400 Archeoclub di Termoli Conferenza sulla Transumanza € 1000 Archeoclub di Termoli Estate termolese € 600 Archeoclub di Termoli Guida turistica per Castello e Borgo vecchio € 600 Archeoclub di Termoli Restauro tabelle descrizioni turistiche Borgo Vecchio € 114 Archeoclub di Termoli Restauro epigrafe € 735 Archeoclub di Termoli Presentazione libro su Termoli € 300 Archeoclub di Termoli Presentazione libro Biferno € 1060 Archeoclub di Termoli Conferenza su Turismo e Territorio € 600 Archeoclub di Termoli Conferenza su G.D’Annunzio € 600 Archeoclub di Termoli Guida al Castello € 500 Archeoclub di Termoli Mostra di Pittura € 445 Archeoclub di Termoli ANNO 2008 Totale: Porto Romano sul € 7254 NB: Parte delle attività sono state finanziate con contributi avuti dall’Amministrazione Comunale di Termoli 190 CONFARTIGIANATO Confartigianato è un’organizzazione autonoma,fondata sul principio della libera adesione e aperta a tutte le componenti geografiche, settoriali e culturali dell’imprenditoria artigiana e delle piccole imprese che in essa trovano informazione, rappresentanza degli interessi generali,rapporto con le controparti negoziali e con le Istituzioni.Costituita nel 1946,Confartigianato rappresenta oggi più di 521.000 imprese e imprenditori appartenenti a 870 settori di attività, che nella Confederazione sono organizzati in 120 Associazioni territoriali, 20 Federazioni regionali, 12 Federazioni di categoria, 74 Gruppi di mestiere. Con i suoi 1.215 sportelli territoriali e un patrimonio professionale di 14.000 collaboratori, Confartigianato si propone inoltre alle imprese come un partner per nascere, competere e crescere in un mercato in continua evoluzione grazie a un sistema di servizi integrati e personalizzati.Sul fronte della cultura d’impresa, dello sviluppo dei mercati,della ricerca e dell’innovazione,Confartigianato è parte attiva di una vasta rete di istituzioni pubbliche e private a livello territoriale, nazionale e internazionale.Confartigianato promuove e accompagna inoltre i processi organizzativi e aggregativi che,facendo sistema,proiettano il tessuto produttivo diffuso verso le nuove opportunità di sviluppo dettate dall’evoluzione dei mercati. L’attività di rappresentanza Aggregare la forza negoziale di un numero enorme di soggetti che altrimenti non avrebbero voce: è questo il tratto costitutivo di Confartigianato. È in questo modo che la Confederazione ha saputo dare fin dall’inizio sostanza alla tutela costituzionale dell’Artigianato. Raccogliendo in una casa comune esperienze territoriali ricche di tradizione e di conoscenze, ha fatto di esse un interlocutore univoco e credibile per tutte le relazioni essenziali alla vita delle imprese: con i vari livelli dell’amministrazione e del governo del territorio, con le controparti sindacali, con i corpi legislativi, con le numerose Istituzioni e agenzie che operano nel tessuto di una società moderna. Grazie a questo impegno sul fronte della rappresentanza, Confartigianato dialoga oggi con i Comuni, le Province, le Regioni, il Governo nazionale. Grazie alla fermezza e alla convinta azione sindacale, Confartigianato è parte firmataria di accordi interconfederali nazionali e regionali su materie trasversali all’intero sistema produttivo, di 17 Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro specifici dei settori produttivi e merceologici delle attività artigiane, nonché di numerosi contratti collettivi regionali di lavoro. Confartigianato è inoltre in rapporto costante con il Parlamento, prende parte alle audizioni delle Commissioni parlamentari su materie rilevanti per il comparto, offre supporto conoscitivo a numerosi parlamentari attenti ai temi della vita economica e dell’artigianato in particolare. Sono numerose le istituzioni pubbliche e private verso le quali la Confederazione esprime un ruolo attivo: si tratta di un panorama reso particolarmente dinamico dalle più recenti politiche nazionali e comunitarie dettate dall’evoluzione dei mercati, delle tecnologie, dei paradigmi organizzativi e produttivi che caratterizzano l’attuale scenario operativo e di sviluppo. Turismo e Beni Culturali Confartigianato è attiva da anni nella valorizzazione dell’artigianato come attrattore turistico, (itinerari di botteghe storiche, artigianato d’arte, merchandising museale, souvenir di qualità, servizi ed eno-gastronomia). In questo ambito sono stati realizzati diversi progetti, sono state pubblicate guide turistiche con il Touring club e sono stati creati siti web. In particolare ricordiamo il Progetto “Musei dell’Artigianato”, patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha messo in luce la ricchezza di 350musei dell’artigianato in tutta Italia (www.musei.confartigianato.it). 191 CONFINDUSTRIA Fondata nel 1944, l’Associazione Industriali del Molise – presente nella regione con tre sedi: a Campobasso, Isernia e Termoli - opera da sempre al fianco dell’imprenditoria locale, sostenendo lo sviluppo delle imprese sul territorio attraverso l’offerta di servizi di assistenza e consulenza su tutti gli aspetti strategici della vita aziendale. Espressione a livello locale del SISTEMA CONFINDUSTRIA, l’Associazione svolge un incisivo ruolo di rappresentanza delle aziende associate nei rapporti con le istituzioni politiche e le organizzazioni sindacali, economiche e culturali della regione. Il Sistema Confindustria Confindustria è la principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi in Italia È costituita dalle Associazioni industriali territoriali e da quelle di categoria quali soci effettivi. Le Associazioni territoriali raggruppano le imprese che operano in una determinata area geografica (di solito la provincia) e trattano problemi di comune interesse per le imprese dislocate in quell’area. Le Associazioni di categoria raggruppano le imprese che operano in un determinato settore merceologico e trattano problemi di carattere nazionale attinenti al settore specifico Tutte le Associazioni territoriali sono inquadrate nelle Federazioni regionali, che curano i rapporti tra il sistema industriale e la regione di riferimento. Attività Per le imprese che rappresenta, l’Associazione Industriali svolge una serie di servizi nelle seguenti materie: - Ambiente e Sicurezza - Relazioni Industriali, Lavoro e Previdenza - Formazione - Finanziamento e Credito - Fisco e Diritto Societario - Internazionalizzazione - Studi, Ricerca e Sviluppo - Sistema di qualità e certificazione - Comunicazione e immagine - Politiche del territorio Nel sistema Confindustria, l’Associazione Industriali del Molise rappresenta una specificità in quanto, dato il livello dimensionale della regione, è un esempio di Associazione regionale che ha competenze anche sul piano provinciale. 192 Confindustria In Molise L’industrializzazione e la storia dell’Associazione La storia e la crescita dell’Associazione Industriali è strettamente collegata allo sviluppo di industrializzazione della regione. Il Molise ha vissuto marginalmente la fase di sviluppo industriale che ha interessato il Mezzogiorno d’Italia nel primo ventennio post bellico. Infatti, fino alla fine degli anni ’60, la crescita del nostro prodotto industriale, rispetto alle aree meridionali del Paese, è stata del tutto insignificante. L’industria manifatturiera era rappresentata da poche aziende locali, di dimensione per lo più piccola, appartenenti a settori collegati all’agricoltura. Non si può, pertanto, parlare di una vera e propria industrializzazione bensì di un “prolungamento” dell’attività agricola. In questi anni, l’Associazione Industriali raggruppava le imprese del settore agroalimentare, delle attività di servizio all’agricoltura (frantoi ani e trebbiatori) e quelle dell’edilizia. Solo a partire dagli inizi degli anni Settanta, infatti, il Molise ha saputo cogliere in positivo le occasioni offerte dall’intervento straordinario, riuscendo a trasformare la sua struttura economica. Da quegli anni il Molise si è trasformato in una regione nella quale, in maniera sempre più consistente, cresceva il settore delle attività produttive e dei servizi a queste collegate. Questo risultato è stato determinato in modo particolare dall’insediamento nel Molise di grossi gruppi industriali, nazionali e multinazionali, che hanno contribuito in maniera importante allo sviluppo della nostra regione. E’ proprio a partire dagli anni Settanta che l’Associazione Industriali ha avuto il suo sviluppo, trasformandosi in organizzazione di tutela degli interessi di tutte le categorie produttive. Questo processo di crescita ha portato l’Associazione Industriali a strutturarsi in 18 categorie, le “sezioni”, che riuniscono le imprese per settore merceologico. Tra queste, va menzionata quelle dell’edilizia, meglio conosciuta come Ance Molise. 193 CONSIGLIO NAZIONALE ARCHITETTI Il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, organismo istituito presso il Ministero della Giustizia con la Legge n. 1395/23, ha assunto la sua attuale denominazione, che sostituisce quella originaria di Consiglio Nazionale Architetti, a seguito dell’entrata in vigore del D.P.R. 328/01 che affianca alla tradizionale figura di architetto altre figure specialistiche con lauree quinquennali e triennali (iunior). Il Consiglio è composto da 15 membri, eletti dagli Ordini provinciali, la cui durata in carica è di cinque anni. L’attuale Consiglio è in carica dal gennaio 2006. L’attività di approfondimento delle tematiche professionali è perseguita dal CNAPPC attraverso il lavoro svolto dai propri dipartimenti. Il Consiglio Nazionale assume delle determinazioni al fine di fornire il proprio parere e la propria interpretazione in merito a provvedimenti e leggi concernenti l’esercizio della professione. Le circolari, inviate agli Ordini provinciali, forniscono un costante aggiornamento dei principali provvedimenti di natura legislativa connessi al mondo professionale. Il sistema ordinistico italiano fonda la propria organizzazione sulla presenza di 104 Ordini provinciali, distribuiti su tutto il territorio nazionale. I Consigli direttivi degli Ordini sono eletti ogni quattro anni dagli iscritti alle strutture provinciali. Gli organismi regionali, Consulte e le Federazioni, sono organismi volontari che raggruppano gli Ordini provinciali dello stesso ambito geografico con lo scopo di condividere iniziative connesse alla tutela ed alla promozione della professione di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore. Il sistema di rappresentanza della professione di architetto, a livello internazionale, è formato da una serie di organismi che, con il contributo delle proprie rappresentanze nazionali, coordinano le attività, organizzano manifestazioni e concorrono alla promozione dell’architettura. 194 CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI Il Consiglio Nazionale Ingegneri (C.N.I.), disciplinato nell’ordinamento giuridico italiano dalla Legge 1395/23, dal Regio Decreto 2537/25, dal Decreto Luogotenenziale 382/44 e dal DPR 169/2005, è l’organismo di rappresentanza istituzionale sul piano nazionale degli interessi rilevanti della categoria professionale degli ingegneri. Il Consiglio, per specifica disposizione legislativa, è un ente di diritto pubblico vigilato dal Ministero della Giustizia ed ha sede in Roma. Esso è composta da quindici Consiglieri l’insediamento dei quali è ratificato da decreto del Ministero della Giustizia in base all’esito di regolare elezione da parte di tutti i Consigli provinciali dell’Ordine. Il mandato è quinquennale ed il Consiglio in carica esercita le proprie funzioni fino all’insediamento effettivo del nuovo Consiglio eletto. I consiglieri eleggono al loro interno il Presidente, il Vice Presidente, il Consigliere Segretario. Ciascun consigliere su incarico del Consiglio cura un particolare settore dell’attività dell’Ente, presenta relazioni e propone in Consiglio le deliberazioni che si rendessero opportune. I compiti istituzionali del C.N.I. prevedono: il ruolo di magistratura di secondo grado nei ricorsi e reclami degli iscritti avversi alle decisioni dei Consigli dell’Ordine, ai sensi del regolamento di cui al decreto ministeriale 1 ottobre 1948; l’espressione di pareri, su richiesta del Ministero della Giustizia, in merito a proposte di legge e regolamenti riguardanti la professione; la funzione di referente del Governo in materia di tariffa professionale; la definizione dell’ammontare del contributo annuale per il funzionamento del Consiglio Nazionale che ogni Ordine corrisponderà in funzione del proprio numero di iscritti. Il C.N.I., inoltre, ha la potestà di dare parere all’autorità vigilante in caso di scioglimento dei singoli Consigli degli Ordini, quando non siano in grado di funzionare regolarmente (articolo 8 del D. L. 382/44). Il C.N.I. svolge un ruolo di primaria importanza nel promuovere, sviluppare e potenziare l’attività dell’ingegnere al fine di accrescere la sua incidenza nella società in cui opera ed è sempre più attivo ed operante nel perseguire obiettivi di crescita delle capacità tecnico/culturali dei professionisti che rappresenta e di un sempre maggiore riconoscimento, da parte delle forze politiche e sociali, del ruolo motore dell’ingegnere nei processi d’evoluzione e cambiamento. L’apparato d’autogoverno della categoria professionale degli ingegneri funziona a due diversi livelli autonomi: da un lato opera il C.N.I., dall’altro i 106 Ordini provinciali. E’ preciso compito del C.N.I., attraverso l’emanazione di pareri e direttive, uniformare l’attività dell’apparato sul territorio nazionale, ferme restando le necessarie differenziazioni d’attività legate alle diverse collocazioni territoriali e relative esigenze economico/sociali. Un prezioso strumento per attuare questa politica è dato dall’Assemblea dei Presidenti di tutti gli Ordini e delle Federazioni Regionali. Il C.N.I. è membro e partecipa attivamente ai lavori di alcune importanti organizzazioni internazionali (CLAIU, FEANI, FMOI- 195 Consiglio Nazionale degli Ingegneri WFEO, ECCE ed ECEC), e tiene naturalmente contatti con le Associazioni nazionali di Ingegneri dei vari paesi fuori e dentro l’Unione Europea. Con alcune di esse sono stati stipulati degli accordi bilaterali di carattere tecnico e culturale (in particolare con l’ ASCE, il CNISF, la FEBRAE e il CAI. Il C.N.I. cura la redazione e divulgazione di una rivista mensile di cultura ed informazione L’Ingegnere italiano, gratuitamente inviato a tutti gli iscritti all’Ordine. Composizione del Consiglio per il quinquennio 2007-2012: Membri del Consiglio insediato il 13 aprile 2007 Presidente Paolo Stefanelli Ordine di Lecce Vice Presidente vicario Pietro De Felice Ordine di Napoli Vice Presidente aggiunto Giovanni Rolando Ordine di Imperia Consigliere Segretario Roberto Brandi Ordine di Chieti Tesoriere Carlo De Vuono Ordine di Cosenza Consigliere Alessandro Biddau Ordine di Cagliari Consigliere Giovanni Bosi Ordine di Bergamo Consigliere Ugo Maria Gaia Ordine di Alessandria Consigliere Alcide Gava Ordine di Treviso Consigliere Romeo La Pietra Ordine di Udine Consigliere Giovanni Montresor Ordine di Verona Consigliere Junior Antonio Picardi Ordine di Salerno Consigliere Sergio Polese Ordine di Latina Consigliere Silvio Stricchi Ordine di Ferrara Consigliere Giuseppe Zia Ordine di L’Aquila Inoltre, allo scopo di contribuire alla valorizzazione della professione dell’ingegnere così come configurata dall’Ordinamento Professionale, il C.N.I. ha deciso nel 1999 di attivare un proprio Centro Studi che ha sede in Roma, via Dora 5, il cui direttore è il Dott. Massimiliano Pittau e il cui direttivo è così composto: Presidente Romeo La Pietra, Vice Presidente Giuseppe Zia, Consiglieri Ugo Gaia, Alberto Speroni e Massimiliano Pittau Il CNI si avvale, inoltre, di altre proprie strutture organizzative che hanno origine dal suo regolamento interno, tra esse c’è la “Scuola Superiore e il Centro di Formazione Professionale per l’Ingegneria” che ha sede in Roma presso lo stesso CNI il cui direttivo è così composto: Presidente Giuseppe Zia Segretario Giovanni Rolando Tesoriere Carlo De Vuono 196 ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLE PROVINCE DI CAMPOBASSO E ISERNIA In Molise Politiche territoriali nella regione Gli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori Province di Campobasso e Isernia svolgono la propria attività nell’ambito territoriale delle Province di Campobasso e Isernia. Oltre agli scopi istituzionali che il Consiglio è tenuto a perseguire, l’attività dell’Ordine si incentra sulla valorizzazione e sulla qualificazione della professione dell’Architetto, del Pianificatore, del Paesaggista e del Conservatore, il loro costante aggiornamento tecnico, scientifico e culturale, la promozione e l’attuazione di iniziative dirette alla formazione, al perfezionamento, alla qualificazione ed all’orientamento professionale. In particolare l’Ordine degli Architetti, P., P., e C. si orienta verso: - l’organizzazione di corsi di aggiornamento e di specializzazione di interesse della categoria; - la promozione e la divulgazione di studi e di ricerche sulle dinamiche di trasformazione dell’edilizia e del territorio; - la partecipazione al confronto pubblico sui contenuti delle problematiche relative all’architettura e alla professione attraverso l’organizzazione di seminari, mostre, dibattiti, convegni e occasioni di confronto su temi diversi della cultura architettonica e delle esperienze artistiche; - la riqualificazione delle specifiche competenze professionali che caratterizzano l’attività propria dell’architetto, del pianificatore, del paesaggista e del conservatore; - la realizzazione di interventi che costituiscono le condizioni per attivare la certificazione di qualità delle attività connesse con l’esercizio della professione; - la collaborazione con gli Enti locali per l’organizzazione di concorsi di idee e di progettazione; - la tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, attraverso la promozione e la diffusione di una cultura progettuale architettonica ed urbanistica, ad alta sostenibilità ambientale. Gli Ordini degli Architetti, P., P., e C. della Province di Campobasso e Isernia fornisce collaborazione, con le Istituzioni e gli Enti Pubblici territoriali, tesa al perseguimento dell’interesse pubblico generale, mediante obiettivi di attualità, storico-sociale-culturale e mediante la facilitazione degli iter amministrativi burocratici collegati. 197 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Campobasso In Molise Da alcuni isolati riferimenti storici in possesso dell’Ordine, lo stesso sembrerebbe esser stato istituito nel 1925, mancando però a tal riguardo una sistematica certezza cronologica certamente a causa dell’ultimo evento bellico mondiale. I dati diventano certi a partire dal 19 febbraio del 1950, data in cui presso la sala del Tribunale di Campobasso si svolge l’elezione per il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Campobasso. A seguito della istituzione della Provincia di Isernia, il Consiglio dell’Ordine, nella seduta del 9 dicembre 1977, deliberò l’istituzione del secondo Ordine regionale che andò ad affiliare gli Ingegneri con residenza in Provincia di Isernia. Ad oggi l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Campobasso conta 841 iscritti alla Sezione “A” e 22 iscritti alla Sezione “B”. Il Consiglio dell’Ordine per il quadriennio 2005/2009 è così composto: Presidente: Ing. Gaetano Oriente; Segretario: Ing. Antonio Plescia; Tesoriere: Ing. Francesco Spina; Consiglieri: Ing. Felice Lalli; Ing. Antonio Lamenta; Ing. Antonella Occhionero; Ing. Claudio Pasquale; Ing. Leopoldo Piedimonte; ng. Teresa Sarno; Ing. Francesco Venditti; Ing. Junior Michele D’Elia. Politiche territoriali nella regione L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Campobasso, naturalmente, svolge la propria attività nell’ambito territoriale della Provincia di Campobasso. Molteplici sono i compiti istituzionali che il Consiglio dell’Ordine è tenuto a perseguire e che sono individuati dalla specifica normativa di settore; tra questi si segnalano: la tenuta dell’ albo degli iscritti; la determinazione del contributo annuale da corrispondere da parte di ogni iscritto per il funzionamento dell’Ordine, consentendo quindi l’autonomia finanziaria della struttura; la repressione dell’eventuale uso abusivo del titolo di ingegnere e dell’esercizio illecito della professione; la tutela del decoro e della deontologia professionale; la mediazione di controversie tra professionisti e clienti; la formulazione di pareri richiesti dalle pubbliche amministrazioni su argomenti attinenti la professione di ingegnere, e tanti altri ancora. Accanto ai tradizionali compiti istituzionali, l’attività dell’Or- 198 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Campobasso dine si incentra precipuamente su altre direttrici quali: la valorizzazione e la qualificazione della professione dell’Ingegnere; l’ aggiornamento tecnico, scientifico e culturale dello stesso in un’ottica di “life-learning”; la promozione di sempre maggiori e più cogenti iniziative dirette alla formazione, alla qualificazione, all’orientamento professionale, soprattutto in un contesto tecnico/normativo in continua evoluzione come quello attuale. - In particolare l’Ordine degli Ingegneri si indirizza verso: - l’organizzazione di corsi di aggiornamento e di specializzazione incentrati su varie tematiche di prevalente interesse ingegneristico; - la realizzazione di interventi che costituiscono le condizioni per attivare la certificazione di qualità delle attività connesse con l’esercizio della professione; - la tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente attraverso approfondimenti su: razionalizzazione dell’uso di fonti energetiche mediante sistemi di cogenerazione e trigenerazione e/o adozione di tecniche di bioedilizia; produzione di energia da fonti rinnovabili mediante tecnologie fotovoltaiche, solari, eoliche o anche, in ragione delle problematiche concernenti la gestione dei rifiuti urbani, tecnologie di termovalorizzazione; - la collaborazione con le istituzioni e gli enti pubblici territoriali tesa al perseguimento dell’interesse pubblico generale mediante l’individuazione di obiettivi di attualità storico-sociale-culturale e mediante la facilitazione degli iter amministrativi burocratici collegati. 199 FAI - FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO: FAI VOCE DEL VERBO FARE Il FAI - Fondo Ambiente Italiano, nasce dalla determinazione di uomini e donne che hanno deciso di FARE qualcosa di concreto per salvare l’Italia più bella. Salvare il paesaggio, l’arte e la natura di questo Paese dal degrado e dall’oblio, per consegnarli intatti alle generazioni future. Questa è la missione del FAI, fondazione senza scopo di lucro, nata nel 1975 che agisce grazie al supporto di amici, sostenitori e iscritti. Per il paesaggio, l’arte e la natura. Per sempre, per tutti In oltre trent’anni di attività il FAI ha salvato 41 beni di cui 20 sono stati aperti al pubblico dopo un accurato restauro.Tra questi vi sono castelli, ville, parchi storici, antiche dimore, giardini e aree naturali di incomparabile bellezza. Obiettivo del FAI è promuovere una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni del nostro Paese, nella convinzione che conoscere sia il primo passo per imparare ad apprezzare, e dunque a difendere, un patrimonio che è parte delle nostre radici e della nostra identità. Come è organizzato il FAI Il FAI ha una sede operativa a Milano e un ufficio a Roma che coordinano tutte le attività. È poi presente su tutto il territorio nazionale grazie ai suoi volontari organizzati in 105 Delegazioni: il loro prezioso impegno permette alla Fondazione di diffondere capillarmente i valori che stanno alla base del suo operato! I volontari sono coordinati da segretarie regionali che fanno riferimento alla Sede di Milano. Per informazioni: è possibile contattare la Delegazione FAI a voi più vicina tramite le Segreterie Regionali del FAI oppure rivolgendosi all’Ufficio Delegazioni, tel. 02 467615263, e-mail: [email protected] LE ATTIVITA’ L’attività del FAI si sviluppa su due assi principali: il restauro e l’apertura al pubblico di monumenti e aree naturali altrimenti destinati al declino e all’oblìo; e l’educazione e sensibilizzazione di tutta la collettività in relazione ai temi della tutela e salvaguardia dell’arte, della natura e del paesaggio del nostro Paese. Restauro, conservazione e apertura al pubblico dei Beni affidati al FAI Quando il FAI riceve per lascito o donazione un Bene ne prevede il restauro che, spesso, richiede anni di ingenti sforzi, lavoro e risorse economiche. L’impegno degli ingegneri, degli architetti, dei giardinieri, dei restauratori, degli storici dell’arte che lavorano per il FAI ci permette di portare a compimento lavori molto impegnativi. Non solo: poter restaurare un Bene al fine di aprirlo a tutta la collettività è qualcosa che il FAI può realizzare anche grazie a tutti quei cittadini, alle aziende ed agli enti pubblici che con i loro contributi ci aiutano a coprire le ingenti spese 200 Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano di restauro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è anche il nostro orgoglio: poter riaprire le porte di un castello, di una villa, di un parco altrimenti dimenticati per la gioia di tante famiglie. Oggi sono 20 i Beni aperti regolarmente al pubblico, sparsi in diverse regioni italiane. Educazione e sensibilizzazione ai temi della tutela Diverse sono le attività del FAI che hanno come obiettivo principale quello di diffondere una cultura di conoscenza e rispetto di un bene che appartiene a ciascuno di noi: il patrimonio d’arte e natura italiano. Il settore cultura organizza ogni anno corsi di storia dell’arte in diverse città italiane rivolti a giovani e meno giovani. Il settore Scuola Educazione propone a insegnanti e studenti di tutti i livelli e ordini di scuola molteplici progetti per la scoperta, la ricerca e la presa in carico dell’arte italiana. Particolari proposte di visita nei Beni FAI, concorsi nazionali sull’esplorazione del territorio, progetti di educazione ambientale, laboratori, percorsi di didattica dell’arte, esperienze di scuola - lavoro, coinvolgono ogni anno migliaia di studenti nella ricerca e nella difesa del bello che li circonda, attraverso una metodologia incentrata sulla pedagogia della scoperta e sul fare scuola nel territorio. LE ALTRE ATTIVITA’ Molteplici sono le iniziative organizzate dalla Fondazione durante tutto l’anno. Eccone una breve sintesi: Le grandi campagne Giornata FAI di Primavera Principale evento della Fondazione, da ben diciassette anni la Giornata di Primavera viene realizzata grazie all’enorme impegno dei volontari FAI: è un appuntamento importantissimo, mirato a promuovere il FAI e la sua missione e durante il quale centinaia di migliaia di visitatori e di studenti sono invitati a conoscere, scoprire o riscoprire monumenti eccezionalmente aperti in tutta Italia, grazie alla collaborazione di 7.000 volontari, grandi e piccoli. Dal 1992 a oggi il FAI è riuscito ad aprire migliaia di monumenti con circa quattro milioni di visitatori. I luoghi del cuore Con il Censimento I luoghi del cuore promosso dal FAI a partire dal 2002 (nel 2008 si è svolta la quarta edizione) si invitano tutti gli italiani a segnalare i luoghi che stanno a loro più a cuore. E’ un invito a osservare e fare propri monumenti, opere d’arte, aree naturali, scorsi di paesaggio… perché segnalare è il primo passo per attirare l’attenzione delle istituzioni locali e delle Sovrintendenze su luoghi spesso dimenticati o che rischiano la cancellazione. I voti arrivati nelle prime quattro edizioni sono 350mila, segno concreto di quanto gli italiani tengano al loro ‘Bel Paese’. Il FAI si impegna a restaurare alcuni dei Beni più segnalati grazie al sostegno di un grande sponsor e a scrivere a Sindaci, Presidenti Regionali e responsabili delle varie Sovrintendenze per trasmettere loro tutte le segnalazioni. Le Giornate Europee del Patrimonio Nel 2007 e nel 2008 il FAI, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ha partecipato in modo attivo all’organizzazione delle Giornate del Patrimonio. Oltre agli oltre mille Beni aperti al pubblico a cura del Ministero, il FAI si è impegnato per organizzare l’apertura straordinaria di altri 250 monumenti normalmente chiusi o poco accessibili con grande successo di pubblico. 201 Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano Iniziative culturali e di raccolta fondi Incontri nei Beni FAI Durante tutto l’anno il FAI organizza eventi che, traendo spunto dalle diverse stagioni, toccano argomenti di ogni genere, dal giardinaggio alla gastronomia, alla musica, alla danza e all’arte. Si tratta di manifestazioni per famiglie, coppie, single, nonni, bambini… Il calendario di tutti gli eventi viene rinnovato ogni tre mesi e può essere richiesto direttamente presso i Beni del FAI, presso la sede centrale del FAI o consultato su Internet. Concerti di raccolta fondi Per comunicare a un pubblico sempre più ampio la missione del FAI e per contribuire alla raccolta fondi, in molte città italiane il Fondo Ambiente Italiano organizza grandi concerti con la partecipazione dei maggiori protagonisti della scena musicale italiana e internazionale, come Maxim Vengerov, Paolo Conte, Roberto Bolle, Lucio Dalla, Franco Battiato e molti altri ancora. I Viaggi culturali del FAI Seguendo percorsi lontani dai grandi flussi turistici, ogni anno il FAI presenta un calendario di viaggi dedicati ai propri iscritti e che si svolgono sotto la guida di grandi esperti d’arte e di storia: India, Cuba, Egitto, Sicilia, Iran, Uzbekistan, Berlino, Boston e il New England, Madrid, Mali, Vietnam sono solo alcune delle mete proposte. Come aiutare il FAI Il gesto più semplice, ma anche più importante è quello di ISCRIVERSI alla Fondazione versando una quota d’iscrizione annuale. Questo significa decidere di sostenere i nostri valori e la nostra missione, divulgando tra amici e conoscenti l’operato della Fondazione! Non solo: i nostri iscritti sono per noi linfa vitale e per questo desideriamo anche ringraziarli offrendo loro sconti, omaggi e interessanti opportunità raccolte nell’opuscolo IL FAI PER TE, Ci sono però tanti modi per aiutare la Fondazione a svolgere il proprio lavoro quotidiano. Eccoli in sintesi: Diventare volontari FAI Adottare un Bene FAI Visitare i nostri Beni e acquistare i prodotti venduti nei bookshop Rispondere agli appelli destinati ai lavori più urgenti con donazioni anche piccole Fare un lascito testamentario a favore del FAI Destinare al FAI il proprio 5x1000 Acquistare le bomboniere solidali del FAI Sostenere il FAI con la propria azienda Iscrivere la propria azienda al progetto Corporate Golden Donor Per chi ci segue da lontano: entrare a far parte del gruppo Friends of FAI Per maggiori informazioni visita il sito www.fondoambiente.it oppure chiamaci ai numeri 02 467615.1 e 06 68.96.75.2 202 FEDERCULTURE Federculture è la Federazione nazionale che raggruppa Regioni, Enti Locali, Aziende di Servizio Pubblico Locale e tutti i soggetti pubblici e privati che gestiscono i servizi legati alla cultura, al turismo, allo sport e al tempo libero. Obiettivo della Federazione è valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale diffuso nel Paese, sostenendo gli sforzi di città grandi e piccole per riqualificare la spesa e razionalizzare i servizi, affermando una cultura d’impresa per la gestione dei teatri, musei, biblioteche, servizi turistici, impianti sportivi ed aree protette. Federculture sostiene i processi di crescita economica e sociale delle realtà locali, promuovendo una gestione efficiente ed efficace di musei, teatri, biblioteche, impianti sportivi, parchi, aree archeologiche e sistemi turistici. Sono compiti istituzionali della Federazione: - la promozione e diffusione del nuovo contratto privatistico per i lavoratori del settore; - la progettazione e diffusione di modelli organizzativo/gestionali innovativi per i servizi del tempo libero; - la tutela degli interessi dei soggetti gestori dei servizi presso il Governo, il Parlamento, le istituzioni regionali e locali; - la promozione di progetti ed iniziative di valorizzazione del territorio; - la costituzione di un centro di analisi e di informazione sulle dinamiche in atto e di diffusione di esperienze e best practice; - il raccordo tra il mondo universitario e della ricerca con il mondo del lavoro. Federculture promuove importanti iniziative, tra cui: la Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo, appuntamento biennale di confronto e dibattito tra esponenti del Governo, delle Regioni, degli Enti Locali, delle imprese e delle associazioni sui nuovi scenari e le politiche da adottare per conseguire inediti traguardi di sviluppo per il settore culturale e turistico; il Rapporto Annuale, pubblicazione che analizza le dinamiche di settore e fornisce informazioni aggiornate e chiavi di lettura sull’evoluzione delle politiche culturali, sui problemi e sulle esperienze in atto; il Premio Cultura di Gestione volto all’individuazione e alla diffusione delle migliori pratiche gestionali del settore a livello nazionale; Ravello LAB – Colloqui internazionali: appuntamento annuale, punto di incontro in cui esperti, politici, amministratori, studiosi e operatori pubblici e privati confrontano strategie a livello internazionale per la definizione di nuove possibili politiche per lo sviluppo territoriale. Federculture, inoltre, attiva tavoli di lavoro - spettacolo, turismo, ambiente - nei quali i suoi associati (160 tra Regioni, Enti Locali, Imprese, Associazioni), promuovono studi ed analisi, individuano proposte legislative,iniziative comuni,realizzano occasioni di confronto. Dal 2004 opera Federculture Servizi S.r.l, società partecipata al 100% da Federculture, che offre assistenza e affiancamento agli associati di Federculture, attraverso studi di fattibilità, piani di marketing culturale, piani di impresa, analisi economiche di sostenibilità di progetti culturali, progetti europei, monitoraggio dei finanziamenti del settore, formazione specifica. 203 Federculture Schema principali attività Federculture. Gennaio – Dicembre 2007 IV Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo Investire in cultura, Promuovere lo Sviluppo Bari, 15-17 marzo 2007 Premio Cultura di Gestione IV Edizione Cerimonia di Premiazione, Bari Cittadella della Cultura 16 marzo 2007 Sportalia – Le città dello Sport II edizione Salone per la valorizzazione e la gestione dello sport e dell’impiantistica sportiva in Italia con il patrocinio del Ministro delle Politiche Giovanili e le Attività Sportive Fiera di Rimini, 28-31 marzo 2007 La cultura per un nuovo modello di sviluppo IV Rapporto Annuale Federculture Presentazione Roma, Teatro Quirino 25 Giugno 2007 Concorso Internazionale per Giovani Artisti CENTRO / PERIFERIA. Nuove Creatività del Mondo Mostra collettiva 12 luglio – 30 novembre 2007 Ravello LAB – Colloqui Internazionali II edizione 25-27 ottobre 2007 I Seminari Federculture-Maggioli Cisel Rimini, 28-29 marzo 2007. Le attività di progettazione e gestione Rimini, 30 marzo 2007. L’attività di comunicazione Rimini, 17-18 aprile 2007. La programmazione e l’organizzazione degli eventi sportivi Milano, 11 maggio 2007. Impianti sportivi ed Enti Locali Rimini, 17-18 maggio 2007. Il nuovo Programma quadro europeo: dalla teoria alla pratica Milano, 29 maggio 2007. I principi di base del fund raising Milano, 30-31 maggio 2007. Progettare e implementare una strategia di fund raising verso le aziende e i privati Bologna, 28 settembre 2007. La gestione delle attività di spettacolo Rimini, 16-18 ottobre 2007. La progettazione, gestione e comunicazione degli eventi culturali Bologna, 30 ottobre 2007. Impianti sportivi ed Enti Locali Firenze, 7-9 novembre 2007. Strategie e tecniche di raccolta fondi e sponsorizzazioni per gli eventi e i servizi culturali (fund raising) Firenze, 13-14 dicembre 2007. Il nuovo Programma comunitario Cultura 2007 – 2013 Convegni e Incontri 22-23 settembre, Torino. Management culturale e formazione 31 gennaio 2007, Campobasso. Il Turismo scolastico 23 febbraio 2007, Roma. Cose nuove dai festival 15-17 marzo 2007, Bari. IV Conferenza Nazionale degli Assessori 28-31 marzo 2007, Rimini. Sportalia 22 marzo 2007, Ferrara. Convegno Associazione Città italiane patrimonio mondiale dell’umanità 204 Federculture 7 settembre 2007 , Tolentino (MC) “La cultura come possibile fattore di sviluppo” 7 settembre 2007, Roma. Le nuove frontiere del “Made in Italy”, Sfide Internazionali della piccola e media impresa 23 settembre 2007, Ventimiglia L’economia della cultura. Giornata di studio 26 - 27 novembre 2007, Castiglione del Lago (PG). Piattaforma CEEP del Turismo. 4a Conferenza Europea del Turismo 6 dicembre 2007, Roma. Le sponsorizzazioni nella cultura sono efficaci? Gennaio – Dicembre 2008 Concorso Internazionale per Giovani Artisti CENTRO / PERIFERIA. Nuove Creatività del Mondo Doppia personale dei vincitori 23 gennaio – 30 aprile 2008 Il Presidente Napolitano riceve Federculture in occasione del decennale della Federazione. Quirinale 15 aprile 2008 Presentazione delle Raccomandazioni di Ravello Lab 21 aprile Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo - Roma Concorso Internazionale per Giovani Artisti CENTRO / PERIFERIA. Nuove Creatività del Mondo Doppia personale dei vincitori 22 maggio – 15 settembre 2008 L’ Italia dei Comuni in movimento. Impiantistica, Cittadinanza e Pratica Sportiva Convegno Nazionale 23-24 maggio 2008 Circolo del Tennis – Foro Italico, Roma Sportalia – Le città dello Sport III edizione Salone per la valorizzazione e la gestione dello sport e dell’impiantistica sportiva in Italia Fiera di Rimini, 4-6 giugno 2008 Creatività e produzione culturale. Un paese tra declino e progresso V Rapporto Annuale Federculture Presentazione Roma, Teatro Argentina 15 luglio 2008 Economia e società della conoscenza. Le Politiche Culturali nel Quadrante Euromediterraneo Ravello LAB- Colloqui internazionali III Edizione Ravello, 9 - 11 ottobre 2008 Concorso Internazionale per Giovani Artisti CENTRO / PERIFERIA. Nuove Creatività del Mondo Mostra collettiva dell’edizione 2008, 21 ottobre – 15 gennaio 2009 205 FORMEZ – CENTRO FORMAZIONE STUDI Il Formez è un istituto nato nel 1965 che opera a livello nazionale e internazionale e risponde al Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione. L’Istituto fornisce assistenza tecnica e servizi formativi ed informativi alle amministrazioni locali e centrali. Presidente è Carlo Flamment, vicepresidenti Angelo Raffaele Di Nardo ed Enrico Borghi, direttore generale Marco Villani, vicedirettore generale Carlo Conte. Il Formez è un’associazione con personalità giuridica partecipata dallo Stato attraverso la Funzione Pubblica (76 per cento). Per la restante quota partecipano al Formez alcune regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Molise, Sardegna, Sicilia e Toscana), Comuni, Province e Comunità montane. Nell’ambito delle competenze già stabilite dal D.Lgs. 285/99, l’Assemblea dei Soci dell’11 aprile 2007 ha individuato una missione specifica per il Formez: - accompagnare le amministrazioni pubbliche, in particolare le amministrazioni regionali e locali, nello sviluppo di progetti di innovazione organizzativa e amministrativa e nel monitoraggio delle politiche e dei processi di innovazione, anche attraverso lo sviluppo di programmi finalizzati a sviluppare la qualità della regolazione e la semplificazione amministrativa, nonché promuovere l’impiego delle nuove tecnologie per il miglioramento delle risorse umane e dei processi organizzativi; - fornire alle amministrazioni pubbliche assistenza tecnica e tecnico-formativa per migliorare la qualità dei servizi e l’efficacia delle politiche, avendo come particolare riferimento le politiche regionali e locali e gli interventi finalizzati ad accrescere la competitività dei territori e del paese; - fornire alle amministrazioni pubbliche il supporto, l’assistenza tecnica ed i contenuti utili a migliorare la comunicazione delle stesse tra di loro, nonché verso cittadini ed imprese; - sviluppare, anche d’intesa con altre amministrazioni e/o organizzazioni italiane e di altri paesi, progetti di cooperazione internazionale finalizzati alla crescita dei sistemi amministrativi anche attraverso l’attivazione di processi di scambio di esperienze e di “buone pratiche”; - supportare il percorso di internazionalizzazione delle amministrazioni pubbliche, in particolare le amministrazioni regionali e locali; - svolgere ogni altra attività devoluta mediante apposito accordo dal Dipartimento della Funzione pubblica, da altri associati, o da altre amministrazioni pubbliche. ATTIVITÀ L’Istituto realizza sull’intero territorio nazionale (e, al momento, in oltre 20 paesi esteri) attività di ricerca, formazione, consulenza e assistenza tecnica rivolte alle amministrazioni centrali, regionali e locali. Svolge dunque una funzione propulsiva nel- 206 FORMEZ – Centro Formazione Studi l’introduzione, la sperimentazione e la diffusione di innovazioni nella pubblica amministrazione, nonché nello scambio e condivisione delle best practices. L’Istituto predispone ogni tre anni un Piano Strategico: dopo l’approvazione del Dipartimento per le Riforme e l’Innovazione nella P.A. e dell’Assemblea dei Soci, viene presentato alla Conferenza Stato-Regioni. Ogni anno il Formez presenta un documento di Aggiornamento al Piano Triennale che segue lo stesso iter di approvazione. Il Piano 2006-2008 vuole intervenire direttamente sul contributo che la Pubblica Amministrazione può dare alla competitività del Paese a livello nazionale ed internazionale. PROGETTI REALIZZATI E CASE HISTORY Progetto 1 “SVILUPPO DEI SERVIZI FORMATIVI E TRASFERIMENTO DI BUONE PRASSI NEL SETTORE DEL TURISMO E DELL’OSPITALITÀ” Finalità e obiettivi specifici del progetto La finalità generale che il Progetto ha perseguito è stata quella di produrre un’azione forte di potenziamento dei sistemi locali del turismo, agendo sui soggetti appartenenti a tale sistema o promotori dello stesso, attraverso una politica di rafforzamento del capitale umano e di internalizzazione delle competenze acquisite. Il Progetto ha voluto essere un’occasione, per i referenti delle Amministrazioni che hanno aderito, per avviare una riflessione congiunta sul tema del turismo e per cercare, insieme e attraverso lo scambio di esperienze e la messa in comune di know-how, di “fare rete” ed attivare forme di cooperazione sistematiche e durature in grado di favorire l’apprendimento reciproco permanente ma anche di sviluppare una progettualità condivisa. Obiettivi specifici del Progetto sono stati pertanto: - realizzare una ricognizione delle migliori pratiche sviluppate nel territorio delle Regioni Obiettivo 1, in quanto a costruzione di STL regionali ed interregionali, PIS o PIT a vocazione turistica, oltre che di eventuali esperienze di eccellenza simili realizzate nelle Regioni del centro nord e in altri paesi comunitari e ugualmente finalizzate all’obiettivo dello sviluppo territoriale, economico e di valorizzazione delle potenzialità turistiche; - diffondere i principali risultati emersi nel corso dell’analisi svolta, attraverso seminari formativi e informativi, nonché favorire la diffusione di buone pratiche attraverso l’incontro e lo scambio di esperienze fra operatori del turismo locale e amministratori coinvolti nel processo di sviluppo dei STL, PIS e PIT a vocazione turistica o altre forme di progetti integrati nel settore; - favorire la qualificazione professionale dei soggetti coinvolti nelle fasi di individuazione, organizzazione, promozione, riconoscimento, pianificazione, gestione, monitoraggio e controllo dei STL, attraverso percorsi formativi integrati; - individuare le realtà locali da coinvolgere nella sperimentazione di un modello di rete per il monitoraggio delle fasi di attuazione e sviluppo dei STL; - favorire la diffusione delle informazioni raccolte e sistematizzate e la condivisione tra i soggetti direttamente coinvolti nelle fasi progettuali, attraverso l’implementazione del sistema di rete su indicato; - diffondere ad una platea allargata i risultati dell’intervento. Attività svolte: contenuti e prodotti realizzati per ambiti di attività Fase preparazione Nel corso del primo semestre di attività sono stati realizzati incontri formali ed informali con i rappresentanti delle Regioni Ob. 1, finalizzati ad acquisire tutte le informazioni necessarie e gli elementi di contesto utili alla progettazione di dettaglio delle attività, oltre che a promuovere e sensibilizzare le amministrazioni destinatarie. Fase realizzazione 207 FORMEZ – Centro Formazione Studi “Mappatura delle buone prassi, scambio di esperienze e Formazione-Intervento per lo sviluppo delle competenze degli operatori della P.A. coinvolti a vari livelli nel settore del turismo” La fase realizzativa dell’intervento si è avviata con una prima ricognizione della normativa, degli attori e delle esperienze in campo turistico presenti nelle diverse Regioni, effettuata attraverso strumenti e metodologie tipiche della ricerca desk e sul campo e finalizzati alla elaborazione di report monografici (uno per ciascuna delle Regioni coinvolte). La rilevazione delle informazioni, condotta attraverso riunioni e interviste a personale degli Uffici regionali competenti in materia di Turismo, ha condotto alla elaborazione di sette monografie regionali. Le monografie sono state poi analizzate trasversalmente ed è stato elaborato un documento di sintesi, volto a mettere in evidenza elementi di continuità e di discontinuità tra i territori oggetto di indagine. Sulla base delle informazioni raccolte è stato elaborato un report contenente l’illustrazione della situazione del mezzogiorno per ciò che concerne il settore turistico. Nel frattempo, con l’impegno congiunto del Formez, del DFP e del Dipartimento Turismo, è proseguita l’attività di promozione del progetto: in particolare è stata trasmessa una lettera di presentazione dell’intervento a tutte le Autorità di Gestione dei POR Obiettivo 1, chiedendo loro di farsi portavoce dell’iniziativa presso gli Assessorati competenti per settore. Parallelamente sono state svolte: - le attività preparatorie per la realizzazione di una banca dati sulle leggi regionali sul turismo; - una ricognizione a livello europeo per individuare prassi di eccellenza, sempre con riferimento a forme di partenariato o gestione associata di progetti nel campo turistico, da prendere a modello e analizzare nella successiva attività laboratoriale; - la definizione di una griglia di indicatori sulla base della quale analizzare tutte le best practices (BP) individuate al fine di identificare gli elementi caratterizzanti ed essenziali su cui dovrebbe poggiare i Sistemi Turistici. Si è convenuto di impostare l’analisi delle BP in modo tale da far emergere le metodologie di progettazione ed attuazione delle esperienze, per poi verificare, attraverso i laboratori, la possibilità di implementare, nelle diverse realtà regionali beneficiarie dell’intervento, questa base comune di conoscenze. Inoltre, al fine di avviare la successiva fase laboratoriale, ma anche di effettuare la restituzione delle attività di mappatura effettuate, è stato organizzato un seminario interregionale con l’obiettivo di coinvolgere tutte le amministrazioni destinatarie delle attività. I primi mesi del 2007 sono stati per lo più dedicati alla messa a punto di tutti gli aspetti organizzativi per la realizzazione del seminario; si è proceduto all’individuazione e al contatto degli ospiti italiani e stranieri, alla scelta della sede, all’individuazione degli invitati, alla spedizione degli inviti, all’acquisizione delle adesioni ecc. ecc. In parallelo, il gruppo di lavoro si è concentrato sulla ultimazione di materiali e dei prodotti già realizzati in funzione della diffusione da effettuarsi nel corso dell’evento. In particolare: - attraverso un’approfondita indagine, le cui informazioni di base sono state rintracciate principalmente on-line, è stata ottenuta una lista preliminare di 60 casi di studio nazionali ed internazionali; lo screening dei casi è stato effettuato in base all’utilizzo di cinque criteri sulla base dei quali leggere le esperienze raccolte: 1. complessità del sistema di relazioni; 2. esito dell’esperienza; 3. forme di gestione/aggregazione; 4. logica prevalente di aggregazione (e quindi di promozione); 208 FORMEZ – Centro Formazione Studi 5. significatività nel contesto nazionale ed internazionale. - tra le 60 esperienze individuate, utilizzando il metodo Delphi, è stata effettuata la selezione di alcuni casi aventi, nella fase realizzativa, particolari elementi di successo nella logica di sistema. Ciascuno di questi casi è stata approfondito attraverso indagini ulteriori (interviste ai referenti operativi) ed infine è stato elaborato un documento contenente: - l’esplicitazione della metodologia adottata; - l’elenco delle buone prassi individuate; - le schede sintetiche delle 60 esperienze turistiche analizzate; - le schede sintetiche delle 11 Buone Prassi individuate. - sulla base dell’analisi delle Buone Prassi individuate, sono stati elaborati alcuni principi guida per la realizzazione di un sistema turistico, condivisi con le amministrazioni nel corso del seminario, ma destinati ad essere arricchiti nella fase dei laboratori. Nel frattempo sono stati intensificati i contatti con le amministrazioni regionali e locali di riferimento allo scopo di: - approfondire i fabbisogni o verificare quelli già espressi in passato; - ricondurli all’interno delle potenziali attività di progetto e dei modelli di laboratorio proposti; - co-progettare un percorso di affiancamento, definendo tempi, modalità, destinatari, ecc; - garantire la presenza fattiva al seminario di referenti regionali e locali, nonché di operatori privati aventi un rilievo significativo nel settore turistico dei territori. Il seminario “I sistemi turistici locali nella realtà dei fatti: nascita, sviluppo e consolidamento” si è svolto a Roma nei giorni 28 febbraio e 1 marzo 2007 ed è stato articolato in 4 sessioni di lavoro: 1. presentazione da parte del DFP, del Dipartimento Turismo e del Formez delle attività progettuali e del processo volto alla definizione di un documento contenente le Linee Guida per la costruzione e la gestione di un sistema turistico di successo; 2. illustrazione dei primi contenuti delle Linee Guida per la costruzione e la gestione di un sistema turistico di successo, scaturite dall’analisi di oltre 60 esperienze turistiche nazionali e comunitarie; 3. presentazione di alcune buone prassi turistiche nazionali e comunitarie; 4.presentazione degli indirizzi per il settore turistico nel periodo di programmazione comunitario 2007/13 da parte del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e illustrazione delle strategie per il settore turistico delle Regioni coinvolte nel progetto. Il seminario ha costituito anche l’occasione per presentare il progetto formativo,concordato dal Formez con le Regioni, da sviluppare nel corso dei laboratori tecnici regionali. I mesi successivi sono stati per lo più dedicati alla progettazione di dettaglio e all’avvio dei laboratori. Attraverso un lavoro assiduo ed approfondito di analisi del fabbisogno, condotto dal Formez al fianco dei referenti regionali, si è cercato di pervenire a 7 modelli di laboratorio, rispondenti ai fabbisogni espressi e al contempo coerenti con le strategie regionali. Sempre in maniera congiunta con l’amministrazione sono stati definiti: tempi, luoghi e modalità operative, piani di lavoro e docenti, prodotti finali. Nei mesi di aprile, maggio e giugno sono stati realizzati gli incontri seminariali di approfondimento sulle tematiche turistiche concordate. Il Formez ha mantenuto rapporti costanti con le Amministrazioni e con i partecipanti, ha individuato per ciascun territorio le sedi per lo svolgimento degli incontri, ha provveduto alla stesura dei programmi, ad effettuare eventuali modifiche in base alle esigenze che le Regioni manifestavano nel corso delle attività, all’animazione degli incontri, all’individuazione di esperienze ed attori centrali o locali che potessero arricchire i contenuti dei diversi incontri, alla comunicazione delle modalità di svolgimento ai partecipanti potenziali e agli opportuni inviti, alla predisposizione e alla raccolta delle firme per presenza previste dalla normativa co- 209 FORMEZ – Centro Formazione Studi munitaria. In qualità di uditori anche rappresentati del settore turistico privato hanno preso parte attiva agli incontri, animandoli e attivando un dialogo diretto con gli interlocutori pubblici, fornendo un importante valore aggiunto ai lavori e dimostrando un forte interesse per la tematica ma anche una consapevolezza del ruolo di primo piano che essi stessi rivestono per l’animazione e lo sviluppo del proprio territorio. “Sperimentazione di un modello di rete” Il Dipartimento Turismo ha chiesto al Formez di implementare il Sistema Informativo TOURPASS che era stato realizzato nell’ambito del Progetto Operativo Turismo previsto dalla Mis.I.2 del PON ATAS, ma il cui utilizzo era stato fino a quel momento ridotto, sia per il mancato collegamento con i siti regionali sia per la scarsa implementazione del portale stesso. Il Formez ha effettuato quindi, alcuni accertamenti sul sito TOURPASS, rilevando l’esistenza di diversi livelli di intervento sviluppabili: - arricchimento informativo del sistema: completare il quadro esistente attraverso l’inserimento di informazioni, documenti e materiali derivanti dalle attività progettuali ed elaborare schede sintetiche per una lettura più agevole dei documenti presenti nel sito, garantendo livelli progressivi di approfondimento; - rete interregionale: promuovere, nell’ottica degli obiettivi originari, il sito già esistente, quale “portale” di accesso centralizzato tra i siti web di settore implementati dalle diverse Amministrazioni regionali; - supporto allo svolgimento delle attività di formazione/affiancamento in presenza garantendo alle amministrazioni l’accesso a informazioni, materiali e consentendo la loro interazione. Il Formez ha inoltre avanzato la possibilità di integrazione tra tale sistema ed il sito tematico del Formez “Risorse culturali e turistiche”, all’interno del quale, nello specifico focus dedicato al Turismo, sarebbero stati messi in evidenza eventi, attività, documentazione e normative sul tema, permettendo di diffondere a livello nazionale tutte le informazioni e gli output progettuali. Successivamente il Formez ha effettuato alcune verifiche sulle funzionalità e sui contenuti presenti nel sito TOURPASS per poter definire l’intervento da realizzare nell’ambito del Progetto. Da tale analisi ne è emerso un quadro piuttosto critico: la struttura del sito è apparsa obsoleta ed i contenuti limitati e scarsamente significativi dal punto di vista informativo. Non è parso possibile l’arricchimento del patrimonio informativo del sistema: si è rilevato che potevano essere inseriti informazioni, documenti e materiali derivanti dalle attività progettuali; sarebbe stato invece più difficile l’utilizzo del portale come luogo virtuale per la realizzazione di una rete tra le Regioni. Le informazioni rese disponibili sul sito, una volta validate da esperti, avrebbero potuto essere di supporto alle singole Regioni (pur trattandosi in realtà di materiali prodotti in una di esse o in uno specifico territorio) e in tal modo alimentare il know-how comune. Più difficile sarebbe stato invece qualificare il portale come il luogo di dialogo dei diversi siti regionali, non tanto per scarse potenzialità tecniche - un link ai siti regionali sarebbe stato semplice da realizzare – quanto per il fatto che rinviare alle home page (o a specifiche sezioni) dei singoli siti web regionali non avrebbe soddisfatto abbastanza gli obiettivi progettuali. È stato proposto di individuare, insieme alle stesse Regioni, un percorso attraverso cui far emergere le informazioni regionali realmente utili per lo scopo che il progetto si prefiggeva. Dal punto di vista operativo l’opportunità per determinare e condividere questo modello sarebbe stata offerta dai laboratori organizzati territorialmente. È stato evidenziato inoltre come il portale TOURPASS non contenesse una funzione per un “ambiente di lavoro condiviso” tra le Regioni, essenziale per supportare il modello di Comunità professionale promosso nel corso dei laboratori territoriali. Da un lato i costi eccessivi, dall’altro la durata limitata del progetto (difficilmente le comunità on line sopravvivono alla durata del progetto) hanno portato il Formez a sconsigliare vivamente l’implementazione ad hoc di queste funzioni all’interno di TOURPASS. Allo scopo si è proposto di utilizzare uno strumento di condivisione informativa, attivabile direttamente sul canale tematico “Risorse culturali e turistiche” del sito web Formez. 210 FORMEZ – Centro Formazione Studi Il Formez, dopo aver effettuato alcune verifiche sulle funzionalità e sui contenuti del sito TOURPASS, e dopo aver consultato un panel di esperti, ha elaborato un documento di sintesi descrivendo i limiti e le potenzialità del suddetto sistema, ma anche una proposta di intervento per l’implementazione del sito. Tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, è stato portato avanti anche il lavoro relativo alla costruzione del modello di rete. Si è proceduto, come previsto, su un doppio binario: da un lato l’aggiornamento del sito Tourpass, dall’altro l’implementazione del Focus “Turismo” nell’ambito del canale tematico “Risorse culturali e turistiche” del sito Formez. Per quanto riguarda il sito Tourpass, all’analisi dello stato dell’arte e delle criticità del sito ha fatto seguito la stesura di un documento di dettaglio, contenente la proposta metodologica, l’indicazione di alcuni siti, riferimenti, contenuti integrativi (mappa dei contenuti). Nel periodo successivo si è conclusa l’attività di definizione e di raccolta delle indicazioni e dei materiali per l’aggiornamento e si è proceduto alla consegna brevi manu al Dipartimento di tutti i materiali necessari per l’aggiornamento del sito Tourpass su cd-rom. Nel frattempo, anche su sollecitazione del DFP, si è operato apportando alcune modifiche al Focus “Turismo”, da un lato per rendere le informazioni in esso presenti più coerenti con le finalità del progetto e più rispondenti alle fonti di finanziamento (inserimento loghi ecc.), dall’altro per consentire la creazione, nell’ambito del Focus, di un’Area Riservata agli operatori del progetto, attraverso cui consentire ai partecipanti ai laboratori, lo scambio di materiale, di informazioni e la possibilità di instaurare un dialogo sia con gli operatori del Formez, sia tra operatori del singolo laboratorio, sia ancora tra i diversi laboratori. Contemporaneamente è stata portata a termine la realizzazione della banca dati sulle Leggi turistiche e il relativo caricamento sul Focus “Turismo” del Canale Tematico “Risorse Culturali e Turistiche” del Formez. Inoltre si è proceduto ad un’integrazione della normativa con quanto previsto nelle Regioni del Centro Nord e a livello nazionale e comunitario. Fase diffusione dei risultati Nei mesi estivi del 2007 sono state condotte le attività preparatorie per l’organizzazione del Seminario conclusivo del Progetto, dal titolo “Le prospettive dei Sistemi Turistici Locali nella nuova programmazione”. L’evento si è tenuto a Roma il 23 ottobre 2007. Agli interventi di tipo istituzionale hanno fatto seguito quelli di esperti del settore e dei rappresentanti delle Regioni partecipanti al progetto. Durante la giornata si è tenuta anche una tavola rotonda sul tema “Il Turismo italiano: soluzioni e strumenti operativi in un contesto internazionale”, alla quale hanno partecipato rappresentanti dell’ISNART – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, del Dipartimento per le politiche di sviluppo del MEF, di APT, Consorzi e di Regioni del Centro Nord titolari di esperienze di punta nel settore turistico. Sempre al fine di divulgare gli esiti del Progetto, d’intesa con i committenti è stata realizzata: - una pubblicazione, dal titolo “Esperienze e prospettive di sistema nel turismo”. Sono stati predisposti i contributi da inserire nel testo e svolte le opportune attività per la curatela del volume e l’inserimento nella collana editoriale Formez “Materiali – Azioni di Sistema”; - un cd-rom di progetto. Il lavoro di progettazione ha riguardato nello specifico: la sigla iniziale arricchita con contributi audio ed animati, il layout grafico di interfaccia e navigazione ipertestuale, il copy-writing delle sezioni informative generali, la predisposizione delle schede di sintesi e presentazioni delle attività e prodotti. Successivamente si è proceduto alla sistematizzazione dei materiali prodotti e all’inserimento degli stessi nel suddetto prodotto multimediale. 211 FORMEZ – Centro Formazione Studi Progetto 2 “CULTURA SICURA” (PON 2000/06 “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” - Misura 1.5 “Risorse umane per la sicurezza”) Descrizione del progetto Il Progetto “Cultura Sicura”, avviato nel gennaio 2006 e sviluppato dal Formez Centro di Formazione Studi in stretta collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si rivolge ai dipendenti delle sedi regionali e periferiche del Ministero stesso nell’Obiettivo 1. È finalizzato ad accrescere e sviluppare le conoscenze e le competenze per l’utilizzo e l’applicazione di nuovi strumenti e tecniche per il controllo e la sicurezza dei siti culturali e ambientali, tramite la realizzazione di attività di ricerca e formazione, predisposte in base alle specifiche caratteristiche delle realtà regionali e tenendo conto dell’organizzazione istituzionale e dei fabbisogni formativi connessi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale. Il Progetto, i cui risultati e prodotti saranno raccolti in un specifico cd-rom, si articola in due interventi: INTERVENTO 1: Corso “G.I.S. Campania”, rivolto all’approfondimento e all’applicazione sul campo delle competenze relative al sistema informativo geografico in corso di implementazione nella Regione Campania; INTERVENTO 2: Percorso formativo “Sicurezza nel settore dei beni culturali”, volto alla diffusione di nuovi modelli di gestione della sicurezza, vigilanza e accoglienza in archivi, biblioteche, musei e aree e parchi archeologici. A. Intervento 1 – corso “GIS Campania” - Rivolto ai dipendenti della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Regione Campania e delle relative Soprintendenze territoriali interessati dal Sistema Informativo Geografico (G.I.S.) in corso di implementazione - Strutturato in 5 moduli composti da formazione d’aula, applicazioni pratiche e rilevamenti all’aperto: • • • • • • Dalla cartografia ai G.I.S. per i Beni Culturali Approfondimento e attività pratiche per l’uso degli strumenti di posizionamento geografico utilizzati per il Sistema Informativo Geografico Territoriale della Regione Campania Approfondimento ed attività pratiche per l’uso dell’applicazione catalografica relazionale utilizzata per il Sistema Informativo Geografico Territoriale della Regione Campania Approfondimento ed attività pratiche per l’uso dell’applicazione G.I.S. utilizzata per il Sistema Informativo Geografico Territoriale della Regione Campania Fasi d’uso e operative dei sistemi di telerilevamento GPS - Erogato tra maggio 2006 e marzo 2007 - L’intervento si è posto come continuazione e implementazione pratica del percorso formativo già realizzato a livello regionale nell’ambito della stessa Misura 1.5 tra il 2003 e il 2004, che ha avuto come obiettivi sia quello di fornire un quadro completo ed esauriente delle potenzialità dei Sistemi Informativi Geografici per la gestione dei beni culturali (tramite un percorso logico che andava dai principi di base delle scienze geografiche all’analisi delle funzionalità elementari ed avanzate degli strumenti G.I.S.), sia soprattutto quello di addestrare gli operatori del settore all’uso delle applicazioni G.I.S. e relazionali specifiche acquistate o realizzate ad hoc dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per la realizzazione del parallelo Progetto “Sistema Informativo Geografico Territoriale della regione Campania”, condotto dalla Direzione Regionale e dalle Soprintendenze consorziate nell’ambito della Misura 1.3 dello stesso PON 2000/06. 212 FORMEZ – Centro Formazione Studi B. Intervento 2 – Percorso formativo “sicurezza nel settore dei beni culturali” Dapprima si è proceduto alla realizzazione di una ricerca chiamata “Vademecum della vigilanza e sicurezza” sulle procedure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed emergenza da attivare in musei, archivi, biblioteche ed aree e parchi archeologici. A partire dai contenuti della ricerca, è stato elaborato un corso di formazione strutturato in attività didattiche: - in presenza, dedicate ad un numero ristretto di discenti detti avviatori; - a distanza, per tutti i discenti, erogato tramite: • un corso on-line • un cd-rom per la fruizione off-line del corso • un manuale e quattro guide a stampa. Destinatari: personale pubblico (addetti, operatori e assistenti) con compiti di vigilanza, sicurezza e accoglienza appartenenti alle Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici e relativi istituti periferici di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e agli Istituti Archivistici della Sicilia. Ricerca “vademecum della vigilanza e sicurezza” Analizza le procedure che gli addetti, gli operatori e gli assistenti impegnati nell’area della vigilanza, della sicurezza e dell’accoglienza sono chiamati ad attivare e svolgere in condizione di gestione ordinaria e straordinaria (emergenza diurna e notturna) negli istituti e luoghi della cultura individuati dall’art. 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ovvero musei e monumenti musealizzati, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici. Per rendere i contenuti della ricerca centrati sui fabbisogni del personale pubblico e allo stesso tempo non tralasciare le ultime tendenze che caratterizzano il settore privato, è stato organizzato un gruppo di lavoro con professionalità molto qualificate e differenziate: hanno partecipato infatti oltre ad esperti privati del settore, anche esperti pubblici di ciascun luogo/istituto della cultura analizzato e referenti di ciascuna Regione destinataria dell’intervento, con la supervisione scientifica di un team di esperti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali operanti a livello centrale. I risultati della ricerca sono stati organizzati in 5 prodotti a stampa (in corso di pubblicazione), cioè un manuale e quattro guide di facile ed agile consultazione, contenenti anche indicazioni pratiche per lo svolgimento delle diverse attività. Punti di forza delle guide sui 4 istituti/luoghi della cultura sono: - la scelta di strutturare i contenuti in maniera simile nei testi, ma rispettando le specificità di ciascun caso, per favorire confronti e paralleli tra le diverse realtà - riportare nei testi procedure, corredate di indicazioni e istruzioni, per l’applicazione pratica immediata dei contenuti; - fornire schede di autovalutazione della condizione operativa degli operatori. I principali contenuti dei cinque prodotti a stampa sono di seguito brevemente riportati: Gli istituti e i luoghi della cultura - la vigilanza, la sicurezza l’accoglienza e le emergenze (MANUALE) - Tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale - Problemi di gestione -Descrizione dei fattori di rischio - Le professionalità del settore culturale: individuazione e qualificazione - La definizione dei compiti del personale addetto alla vigilanza, sorveglianza e accoglienza nella declaratoria dei profili attualmente esistenti - Il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine e delle strutture di protezione e sanitarie - La sicurezza sul lavoro Musei - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed emergenza (GUIDA) - La definizione di museo e di monumento musealizzato - L’organizzazione tipo di un museo: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte 213 FORMEZ – Centro Formazione Studi - Attività tecnico gestionali per l’organizzazione della sicurezza - Rischi specifici e norme di comportamento - L’accoglienza del pubblico - Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza - La gestione delle emergenze Biblioteche - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed emergenza (GUIDA) - La definizione di biblioteca - L’organizzazione tipo di una biblioteca: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte - Attività tecnico-gestionali per l’organizzazione della vigilanza - L’accoglienza del pubblico - Rischi specifici e norme di comportamento - Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza - La gestione delle emergenze Archivi - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed emergenza (GUIDA) - La definizione di archivio - L’organizzazione tipo di un archivio: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte - Attività tecnico-gestionali per l’organizzazione della vigilanza - L’accoglienza del pubblico - Rischi specifici e norme di comportamento - Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza - Gestione delle emergenze Aree e parchi archeologici - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed emergenza (GUIDA) - La definizione di area e di parco archeologico - L’organizzazione tipo di un’area e di un parco archeologico: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte - Attività tecnico-gestionali per l’organizzazione della vigilanza - L’accoglienza del pubblico - Rischi specifici e norme di comportamento in aree e parchi archeologici - Rischi correlati e modalità di vigilanza sul territorio - Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza - Gestione delle emergenze Corso “sicurezza nel settore dei beni culturali” Sviluppato, a partire dai contenuti della ricerca “Vademecum della vigilanza e sicurezza”, con un modello didattico che vede la partecipazione attiva dei destinatari dell’attività nell’organizzazione e nella realizzazione delle attività, nonché in appositi spazi di discussione virtuali tra di essi e con il gruppo di esperti (pubblici e privati) attivati per la ricerca stessa. Il corso prevede infatti attività didattiche - in presenza: dedicate ad un numero ristretto di discenti, detti avviatori, per condividere il modello didattico adottato e coadiuvare le attività di partecipazione attiva - a distanza: per tutti i discenti, per l’erogazione dei contenuti del corso erogato tramite • una piattaforma on-line (disponibile nel sito Formez) con appositi spazi di discussione e condivisione tra gli iscritti • un cd-rom per la fruizione off-line del corso • un manuale e quattro guide a stampa. Per favorire una più agevole e interessante fruizione da parte dei discenti: - le singole lezioni (per quanto concerne il corso on-line e su cd-rom) sono state organizzate sotto forma di learning object, ovvero pillole didattiche audio e animate sugli argomenti del Vademecum didatticamente autoconsistenti e provviste di semplici esercizi di autovalutazione, collegamenti ai link di riferimento più importanti, allegati legislativi e bibliografici scaricabili 214 FORMEZ – Centro Formazione Studi - il Progetto ha messo a disposizione dei discenti in ciascuna Regione delle postazioni informatiche multimediali dedicate (Learning Point) con collegamento a internet per seguire il corso. I discenti individuati come avviatori svolgono un importante ruolo di facilitazione e animazione delle attività del corso nei confronti degli altri discenti della propria sede di lavoro (e/o sedi limitrofe), supportati e coadiuvati da appositi tutor messi a disposizione dal Formez. Oltre a rappresentare un punto di riferimento per i colleghi, gli avviatori si occupano di: - organizzare l’aula didattica virtuale, tramite il reperimento dei dati anagrafici dei discenti e le informazioni sulle modalità di fruizione da essi prescelte; - fornire orientamento/prima informazione ai discenti affidati circa obiettivi del corso,strumenti per la fruizione del corso on-line e loro utilizzo, informazioni sui learning point; - distribuire i materiali didattici: manuale/guide e cd-rom per la fruzione off-line del corso. In questo modo si è voluto creare un contatto diretto con il Formez (ente erogatore del corso) e i discenti stessi, favorendo gli scambi e creando possibilità di comunicazione in real time. - Inoltre la condivisione con le Regioni destinatarie del Progetto (ovvero le sedi regionali e periferiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in esse presenti) della scelta dei discenti “avviatori” ha favorito una più funzionale distribuzione degli stessi tra le numerose sedi periferiche del Ministero presenti sul territorio. - Il percorso didattico realizzato inoltre rappresenta un modello di formazione permanente, che attraverso gli strumenti implementati consente • la messa in rete degli operatori del settore • l’aggiornamento periodico dei contenuti • la fruizione oltre la durata del progetto stesso • l’allargamento ad ulteriori target di discenti (sia per tipologia, sia per localizzazione geografica). 215 FORMEZ – Centro Formazione Studi Progetto 3 INFO-CS “INNOVAZIONE E FORMAZIONE NEL SETTORE DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO” L’obiettivo generale del Progetto “InFo-CS Innovazione e formazione nel settore della cultura e dello spettacolo” è stato quello di rafforzare le competenze del personale della P.A. operante nei settori dello spettacolo e della cultura. In particolare con l’azione del Progetto, il Formez ha puntato: - alla valorizzazione delle risorse umane del sistema pubblico dello spettacolo dal vivo e del cinema attraverso una serie di efficaci interventi di formazione e di scambio di esperienze finalizzati alla promozione di una nuova cultura dell’organizzazione e della gestione amministrativa; - allo sviluppo delle competenze in materia di metodologie e tecniche audiovisive da parte del personale pubblico a partire da quello impegnato nella comunicazione istituzionale e nei rapporti con il pubblico; - all’aggiornamento delle competenze del personale delle amministrazioni locali finalizzate alla valorizzazione dei beni culturali ed artistici presenti sui territori attraverso l’attivazione di servizi formativi e informativi. Il progetto InFo-CS ha sviluppato un’attività di formazione ed informazione rivolta ai responsabili della PA sul territorio, per sviluppare competenze e conoscenze da utilizzare nei settori dello spettacolo dal vivo, del cinema, dell’audiovisivo e del marketing culturale. In particolare tra le competenze rafforzate c’è stata anche la capacità di supportare – per la parte spettante alle amministrazioni locali – la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di associazioni e imprese locali di produzione e di supporto agli eventi culturali di spettacolo, tanto nelle Regioni ove era già consolidata la presenza di strutture di questo tipo, quanto in quelle dove la presenza di nuclei attivi nell’allestimento, produzione e servizio per iniziative di spettacolo era assente o scarsamente sviluppata. Inoltre è stato fornito un servizio di formazione/informazione ad uso dei responsabili della PA sulle strategie di comunicazione audiovisiva, sulle strategie di marketing territoriale a sostegno dei beni culturali ed artistici territoriali, sulla promozione degli eventi sostenuti da enti territoriali e sulla politica nazionale ed europea a sostegno dello spettacolo. L’azione progettuale è stata articolata in tre linee di attività: 1. InFo-CS Spettacolo dal vivo e Cinema È stato realizzato un programma integrato di interventi per gli operatori pubblici dello spettacolo dal vivo e del cinema a partire dalla realizzazione di una ricerca-azione per il monitoraggio e la ricognizione dello stato e dei fabbisogni di tali settori in Italia, anche in relazione al possibile accesso ai servizi offerti; si è proceduto quindi con la diffusione dei risultati come base informativa per la PA a cui è seguita una attività di formazione e informazione su vari temi tra cui: le caratteristiche dei settori dello spettacolo (dal vivo e riprodotto), del teatro e del cinema, sulle leggi e sui meccanismi che li regolano, le opportunità di finanziamenti agevolati per la costituzione di nuove imprese e sui fondi nazionali e comunitari a favore delle iniziative di sostegno all’industria culturale e cinematografica, alle Film Commission e alle iniziative culturali di spettacolo e non solo accessibili dalle amministrazioni locali. 2. InFo-CS Audiovisivo e Comunicazione È consistito un intervento di studio e formazione sulle metodologie e tecniche audiovisive diretto ai dirigenti e funzionari pubblici con l’obiettivo di fornire un sistema di competenze finalizzato ad integrare l’insieme delle metodologie audiovisive con conoscenze relative alle tecniche economico –gestionali proprie delle produzioni cinematografiche e televisive. 3. InFo-CS Marketing Culturale Si è trattato di un’attività diretta alle amministrazioni locali in alcuni territori, aventi caratteristiche interessanti per lo studio di buone prassi, finalizzata al marketing culturale tramite l’identificazione dei fabbisogni e delle potenzialità locali, con particolare riferimento alla valorizzazione territoriale e alla possibilità di accrescerne la visibilità e le opportunità di investimento. Risultati attesi 216 FORMEZ – Centro Formazione Studi Il progetto InFo-CS è stato finalizzato al conseguimento dei seguenti risultati: - formazione e aggiornamento a favore della P.A. nei settori della cultura e dello spettacolo con particolare riferimento a leggi e meccanismi che regolano il settore, all’accesso e alla fruizione del territorio, alla gestione e programmazione di progetti, alle strategie di marketing culturale, alle opportunità di finanziamento nazionale e comunitario a favore di iniziative di sostegno per l’industria culturale; - ricognizione sullo stato e sui bisogni dei settori del cinema, della produzione audiovisiva e dello spettacolo dal vivo in Italia (con un particolare focus sul teatro) e alla diffusione dei risultati come base informativa per la PA; - identificazione dei fabbisogni formativi della PA locale operante nei settori dello spettacolo e dei beni culturali; - analisi delle competenze delle risorse umane interne all’amministrazione in termini di potenzialità, espansione operativa, fabbisogni formativi; - progettazione ed erogazione di programmi e interventi formativi in presenza e a distanza a favore del personale degli enti locali per rispondere alle esigenze e ai fabbisogni manifestati ed emersi durante le attività di ricerca; - informazione, diffusione e affiancamento a sostegno della comunità professionale degli operatori della cultura e dello spettacolo. A fronte dell’attuazione del progetto e della formazione di operatori della P.A., l’intervento si è concentrato su linee di attività innovative rivolte: - allo sviluppo di realtà regionali collegate al settore dello spettacolo e della cultura; - ad una efficace politica culturale attraverso la diffusione delle esperienze, l’informazione e la sensibilizzazione del territorio; - all’aggiornamento delle figure professionali operanti nel settore; - alla creazione di un collegamento in rete di soggetti e strutture interregionali operanti nello stesso ambito. ATTIVITÀ SVOLTE Linea di attività 1: Spettacolo dal vivo e cinema Nel corso della prima annualità (2004), in collaborazione con una struttura specializzata nel settore (Fondazione Rosselli), è stata completata una ricerca-azione di monitoraggio e ricognizione sullo stato e sui fabbisogni del settore dello spettacolo dal vivo in Italia, condotta principalmente sulle amministrazioni regionali, coinvolgendo in primis i teatri pubblici che costituiscono l’ossatura centrale del sistema di offerta di spettacolo dal vivo in Italia, nonché esperti del settore e testimoni privilegiati in grado di fornire elementi utili alla definizione dello scenario di riferimento. Una analoga ricerca-azione è stata ultimata per quanto concerne il settore cinematografico, con riferimento ai fabbisogni degli enti locali in materia di promozione di eventi, iniziative e servizi in campo cinematografico. L’indagine sul campo, condotta attraverso la somministrazione di questionari di rilevazione predisposti ad hoc dal gruppo di ricerca, ha costituito la base di partenza per la realizzazione di un programma integrato di interventi per gli operatori pubblici dello spettacolo dal vivo e del cinema che prevedeva la diffusione dei risultati come base informativa per la PA e un’attività di formazione, informazione continua riguardante i singoli settori di riferimento e le specifiche aree tematiche sulle quali si sono registrate le carenze formative più rilevanti. Inoltre sono stati predisposti studi di settore (con riferimento all’area normativa, economica e di mercato, finanziaria ed organizzativa) e sono state effettuate alcune analisi di raffronto con strutture pubbliche operanti a livello europeo. Tali studi hanno condotto – per quanto attiene allo spettacolo dal vivo - all’elaborazione di strumenti didattico-informativi, quali: - analisi dei fabbisogni formativi, individuazione delle competenze degli operatori pubblici dello spettacolo dal vivo, con specifico riferimento al comparto teatrale; - definizione, progettazione ed elaborazione di un percorso didattico modulare; - un vademecum sulle attività di fund raising (accesso a risorse economiche pubbliche e private) nel settore dello spettacolo dal vivo; - un dossier di approfondimento sul quadro normativo e legislativi dello spettacolo dal 217 FORMEZ – Centro Formazione Studi vivo in Italia, alla luce delle recenti iniziative di riforma; - una guida di benchmarking nazionale ed internazionale (analisi delle buone prassi) delle politiche di marketing (strategie di promozione delle attività del settore) nello spettacolo dal vivo. Parallelamente, per quanto riguarda il settore audiovisivo, è stata prodotta una documentazione contenente: - una ricerca-azione relativa ai fabbisogni formativi ed individuazione delle competenze degli operatori pubblici del cinema; - un syllabus dei contenuti di un percorso di formazione/informazione sulle caratteristiche del settore cinematografico; - la predisposizione di materiale informativo sui temi da diffondere nei seminari su temi riguardanti il comparto cinematografico; - un dossier tematico di analisi del quadro normativo e legislativo del cinema in Italia, alla luce delle recenti iniziative di riforma; - un vademecum sul sostegno europeo al settore cinematografico che affronta e illustra tanto i meccanismi comunitari di sostegno alla cinematografia quanto le strategie di sostegno alle attività cinematografica nei maggiori paesi della Uninione Europea. Le attività di ricerca hanno condotto, infine, alla realizzazione di due strumenti di diffusione complementari all’intervento formativo: - un dossier tematico “Misure di sostegno pubblico nazionale al settore cinematografico” di analisi del quadro normativo e legislativi del cinema in Italia, alla luce delle recenti iniziative di riforma; - un vademecum sul sostegno europeo al settore cinematografico “le Politiche europee dell’audiovisivo - linee di pensiero, direttive, attività dell’UE” che affronta e illustra tanto i meccanismi comunitari di sostegno alla cinematografia quanto le strategie di sostegno alle attività cinematografica nei maggiori paesi della Unione Europea. Nel 2005, a partire dai risultati delle attività di ricerca-azione sui fabbisogni del settore dello spettacolo dal vivo in Italia e sui fabbisogni degli Enti Locali in materia di promozione di eventi, iniziative e servizi in campo cinematografico, si è proceduto alla definizione del programma integrato di interventi per gli operatori pubblici dello spettacolo dal vivo e del cinema. In particolare sono state studiate le modalità con cui diffondere i risultati delle ricerche e con cui realizzare l’attività di formazione e informazione continua sui settori e sulle aree tematiche sulle quali nel corso delle indagini erano emerse le carenze formative più rilevanti. Si è quindi proceduto ad una definizione più puntuale del Ciclo di seminari “La Pubblica Amministrazione al servizio dello Spettacolo”. Il ciclo di seminari è stato ideato come uno strumento per elevare i livelli di conoscenza e performance del personale della PA impegnato nel campo dello spettacolo dal vivo e del cinema, tramite l’acquisizione e l’utilizzo di competenze innovative, e come un mezzo per favorire e aumentare gli scambi tra gli operatori privati e gli operatori pubblici. I destinatari principali del ciclo di seminari sono stati individuati in dirigenti, quadri, funzionari, impiegati nei vari livelli e consulenti della PA, intesa in senso ampio come Regioni, Province, Comuni, organismi con forte partecipazione di soggetti pubblici territoriali (Aziende speciali, Fondazioni, Istituzioni, S.p.a., Associazioni, ecc.). Linea di attività 2: Audiovisivo e comunicazione Nell’ambito della linea 2 “Audiovisivo e comunicazione”, il Formez ha realizzato un programma di formazione sulle metodologie e tecniche audiovisive rivolto ai dirigenti e funzionari pubblici con l’obiettivo di fornire un sistema di competenze diretto ad integrare l’insieme delle metodologie e tecniche audiovisive con conoscenze relative alle tecniche economico-gestionali proprie delle produzioni cinematografiche e televisive. Le attività sono state erogate utilizzando un sistema di formazione a distanza, al fine di aumentare il numero dei destinatari ed accrescere il livello di interazione e di scam- 218 FORMEZ – Centro Formazione Studi bio di informazioni e di esperienze. Nel corso del 2004 sono state realizzate le attività di ricerca propedeutiche, in collaborazione con una agenzia specializzata (MAGICA), consistite in: - somministrazione di questionario di rilevazione ad un campione rappresentativo di amministratori locali; - completamento ricerca-azione e conseguente dossier tematico concernente la rilevazione dei fabbisogni formativi e predisposizione delle metodologie idonee per la creazione e aggiornamento di competenze nella pubblica amministrazione di carattere economico e gestionale delle iniziative di produzione nel settore audiovisivo; - raccolta di casi studio e best practice a livello nazionale ed europeo; - elaborazione e sperimentazione dei contenuti di un percorso di formazione/informazione on-line sulle metodologie e tecniche audiovisive rivolto ai dirigenti ed ai funzionari pubblici con l’obiettivo di fornire un sistema di competenze diretto ad integrare l’insieme delle metodologie audiovisive con conoscenze relative alle tecniche economico-gestionali proprie delle produzioni cinematografiche e televisive nell’ambito della prima annualità del progetto; - realizzazione di un “Vademecum sulla produzione audiovisiva”, di facile e pronta consultazione per i Dirigenti ed i Funzionari della Pubblica Amministrazione”. Nel 2005, a fronte dei principali risultati e delle questioni chiave emerse nel corso di tali attività, si è proceduto alla definizione puntuale dei contenuti del percorso di formazione/informazione sulla gestione dei progetti di comunicazione on-line rivolto ai dirigenti ed ai funzionari pubblici sulle metodologie e tecniche audiovisive integrate con le tecniche economico-gestionali, proprie delle produzioni cinematografiche e televisive. Nel 2006 si è provveduto all’erogazione del corso a distanza “Gestione dei progetti audiovisivi di comunicazione” articolato in 8 moduli, La prima erogazione dei corsi è stata realizzata nel periodo marzo-giugno 2006; dato il successo della prima edizione dei corsi, è stata erogata nei mesi successivi una ulteriore edizione dei corsi agli utenti ulteriori che ne hanno fatto richiesta, fino alla conclusione del Progetto. Linea di attività 3: Marketing culturale La terza linea “Marketing culturale” è stata rivolta alle amministrazioni locali per migliorarne le conoscenze tramite l’identificazione dei fabbisogni e delle potenzialità del territorio, con particolare riferimento ai siti e ai beni artistici e culturali meritevoli di una visibilità adeguata al loro valore. Nel 2004 è stata portata a termine l’attività di rilevazione dei fabbisogni formativi delle pubbliche amministrazioni a livello di assessorati regionali articolata secondo le seguenti fasi di lavoro: 1. raccolta materiali e progettazione di un questionario di rilevazione 2. invio e somministrazione del questionario presso gli Assessorati regionali 3. feed-back rilevazione, raccolta ed elaborazione dei dati 4. analisi delle principali carenze formative registrate nelle varie strutture ed individuazione di settori ed aree professionali di particolare interesse per gli operatori del settore Il gruppo di lavoro, sul piano della produzione documentale, ha messo a punto una serie di strumenti divulgativi, veicolati anche attraverso il sito di progetto, in relazione a tematiche di particolare interesse: scenario dei beni culturali in Italia e il patrimonio Unesco; legislazione italiana in materia di beni culturali; ruolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e politiche di valorizzazione; guida al Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (Codice Urbani); schede informative sui distretti culturali, turismo culturale relativi alla gestione dei beni culturali sul territorio; casi studio e best practice a livello nazionale ed internazionale; attori, esperienze nel settore della promozione e valoriz- 219 FORMEZ – Centro Formazione Studi zazione dei beni culturali. I dati e le indicazioni emerse hanno costituito la base di partenza per la progettazione e realizzazione di workshop formativi volti a sviluppare e migliorare le competenze del personale delle amministrazioni locali, favorendo la valorizzazione e la promozione dei beni culturali ed artistici presenti sul territorio. Nella scelta delle aree nelle quali attivare gli interventi sono stati presi in considerazione siti di particolare interesse sotto un duplice punto di vista: come casi studio in grado di rappresentare best practice da replicare in altre zone del Paese; come aree in cui esistono potenzialità di sviluppo legate alla valorizzazione del territorio dal punto di vista turistico-culturale. Nel corso del 2005 si è proceduto alla progettazione, all’organizzazione e alla promozione di due workshop formativi volti a sviluppare e migliorare le competenze del personale delle amministrazioni locali, favorendo la valorizzazione e la promozione dei beni culturali ed artistici presenti sul territorio. I workshop sono stati concepiti come un’utile occasione di disseminazione, informazione ed affiancamento alle Amministrazioni nella redazione di programmi di intervento ed azioni di sostegno con riferimento: alla creazione o alla migliore gestione di progetti integrati sul territorio; alle tecniche di pianificazione strategica; ai sistemi turistici locali: piani settoriali, paesaggistici, territoriali e naturali; strategie e politiche di marketing culturale e comunicazione territoriale Il primo dei due workshop, dal titolo “La valorizzazione integrata delle risorse sul territorio”, è stato realizzato il 14 e 15 ottobre a Campiglia Marittima (Livorno) in collaborazione con la Società Parchi Val di Cornia. Il workshop ha delineato il quadro istituzionale e legislativo attinente i beni culturali analizzando le caratteristiche, gli obiettivi e le fasi di progettazione e implementazione delle strategie di valorizzazione integrata sul territorio. II secondo workshop, organizzato in collaborazione con il Centro Europeo Universitario per i Beni Culturali di Ravello, si è svolto il 7 e 8 novembre a Ravello (SA). L’incontro, dal titolo “Promozione e marketing culturale”, si è focalizzato sui temi della definizione e gestione di progetti di investimento per la valorizzazione dei siti e beni culturali. Per tale motivo sono stati presentati diversi casi di successo in tale campo. Nel 2006, a completamento delle attività già svolte, è stato organizzato un terzo workshop dal titolo “La valorizzazione culturale dei territori: laboratorio di esperienze e pratiche” che si è svolto il 6 aprile 2006 presso il Castello Baronale di Collalto Sabino (Rieti) ed è stato organizzato dal Formez in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Rieti. Obiettivo della giornata di lavoro è stato avviare, ove necessario, e rafforzare la costituzione di sistemi di relazioni e collaborazione interistituzionale tra i soggetti locali e con enti esterni alla Valle del Turano. 220 ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI L’Istituto Italiano dei Castelli è un’organizzazione culturale (ONLUS), nata nel 1964 su iniziativa di Pietro Gazzola ed eretta in Ente Morale, riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali, nel 1991. L’organizzazione sul territorio si articola in Sezioni regionali, cui fanno capo Delegazioni provinciali. Sezioni e Delegazioni, autonome nell’attività nel loro ambito, rispondono nelle linee generali ad un Consiglio Direttivo nazionale, mentre l’attività di studio e di ricerca è coordinata da un apposito Consiglio Scientifico. Gli scopi dell’Istituto sono la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione dell’architettura fortificata. Esso si occupa, infatti di tutte quelle architetture –torri, castelli, caseforti, città e borghi fortificati, rocche, forti, bastioni, conventi fortificati, mura e così vianate per esigenze difensive. Queste architetture sono esposte ad un grande pericolo, perché tutte hanno perso la loro originaria funzione. Infatti una chiesa o un palazzo, pur se antichi, possono essere utilizzati ancora oggi, dopo accurati restauri, per gli stessi scopi per cui sono nati. Ma un edificio nato cinque o seicento anni fa con funzioni militari non può essere utilizzato oggi per fare la guerra o per difendersi da eventuali nemici. Pertanto, se lo si vuole mantenere in vita in virtù del suo valore storico e artistico, bisogna trovargli un’altra, diversa funzione: naturalmente una funzione compatibile con le strutture e la vocazione del monumento e tale da garantire la reimmissione dell’edificio nella vita attuale. Tale edificio va, quindi, “rivitalizzato”, ma non stravolto. ATTIVITÀ L’Istituto Italiano dei Castelli svolge la sua attività essenzialmente su quattro fronti: Lo studio storico, archeologico e artistico dei castelli e dei monumenti fortificati Questa attività comporta una serie di operazioni, necessarie per la conoscenza del patrimonio di architettura fortificata italiano, che vanno dall’inventario e dal censimento del patrimonio stesso all’escussione delle fonti storiche e delle ricerche archeologiche. La loro salvaguardia e conservazione L’Istituto opera infatti sia per la tutela in senso stretto delle architetture fortificate attraverso lo studio e la formulazione di appositi strumenti giuridici, sia per dar vita ad un quadro culturale, sociale e legislativo che favorisca tale conservazione. L’inserimento delle architetture fortificate nel ciclo attivo della vita moderna Ottenere tale inserimento è il fine ultimo per cui opera l’Istituto. Si tratta infatti di mettere a disposizione della comunità i beni culturali – in questo caso l’architettura fortificata – tramandataci dai nostri padri, consentendone una fruizione il 221 Istituto Italiano dei Castelli più possibile ampia, diffusa e rispettosa. Essa comporta molteplici attività, fra le quali, le più importanti in assoluto: l’attenzione a che l’opera di restauro sia effettuata secondo la teoria scientifica più aggiornata e il reperimento dei mezzi necessari all’attuazione dei programmi di riuso e rivitalizzazione. La sensibilizzazione scientifica e turistica dell’opinione pubblica Si tratta di un’operazione fondamentale, attraverso la quale l’Istituto svolge un’intensa azione sociale con attività di divulgazione storico-scientifica allo scopo di diffondere in strati sempre più larghi della popolazione (e coinvolgendo gli enti pubblici) la conoscenza, l’apprezzamento e la volontà di tutela delle architetture fortificate. LE INIZIATIVE DI MAGGIORE PRESTIGIO DELL’ISTITUTO SONO: Le targhe di segnalazione L’Istituto assegna particolari targhe di segnalazione alle opere di architettura fortificata restaurate e valorizzate in modi che l’Istituto, attraverso i suoi organi scientifici, considera degni di elogio e di imitazione. Le visite di studio L’Istituto e le sue Sezioni organizzano ogni anno numerose visite di studio alla scoperta delle principali o più significative opere di architettura fortificata in Italia e all’estero nonché delle dimore fortificate tuttora abitate. Ogni visita è guidata da esperti di valore sull’argomento specifico, quando non dai proprietari delle stesse architetture. Le manifestazioni Sia l’Istituto nel suo complesso, sia le varie Sezioni organizzano numerose manifestazioni volte alla conoscenza e alla valorizzazione dell’architettura fortificata: congressi, tavole rotonde, seminari, conferenze, corsi di architettura castellana e corsi di aggiornamento su argomenti attinenti. Il premio per tesi di laurea Ogni anno l’Istituto bandisce un premio per tesi di laurea sull’architettura fortificata, con cospicua dotazione in denaro, cui possono partecipare tutti i laureati delle università italiane che abbiano sostenuto l’esame di laurea nell’anno accademico precedente. Pubblicazione dell’Atlante Castellano d’Italia Uno degli obiettivi dell’Istituto Italiano dei Castelli è appunto la realizzazione dell’Atlante Castellano d’Italia, una pubblicazione di estrema importanza, che è partita da una metodica e capillare operazione di censimento dell’architettura fortificata del territorio nazionale. Il Consiglio Scientifico ha messo a punto un’apposita scheda di rilevamento, studiando una metodologia che garantisse omogeneità di risultati. Dopo un primo lavoro di censimento che individuasse per ogni Comune del territorio italiano l’esistenza o meno di strutture fortificate, e la loro ubicazione, si è passati alla metodica compilazione della scheda di censimento, completa di mappe, indicazioni catastali e di proprietà, storia e bibliografia essenziale dell’opera, fotografie, stato delle strutture e dell’apparato artistico interno ed esterno. Tutto ciò è stato affidato alle varie Sezioni regionali in cui l’Istituto è organizzato. Ogni Sezione ha provveduto a procurarsi i fondi necessari al censimento, a reclutare i rilevatori cui affidare il censimento degli edifici, provincia per provincia. A tutt’oggi, è stato censito circa il 70% del territorio italiano e si conosce un discreto panorama del resto. Da queste ricognizioni si può affermare con ragionevole certezza, che le opere fortificate presenti in Italia sono più di 20.000, il più grande patrimonio dopo quello dell’architettura sacra; di oltre 10.000 fortificazioni si conoscono i nomi e le ubi- 222 Istituto Italiano dei Castelli cazioni, di circa 8.000 si conoscono situazione, caratteristica e consistenza. Questi dati vengono, di volta in volta elaborati per trarne indicazioni utili alla programmazione del territorio e alla salvaguardia degli edifici stessi. Ogni scheda castellana viene infatti “riassunta” in un’apposita simbologia che costituisce un profilo grafico, secondo parametri standardizzati, dell’opera. Gli stessi dati vengono immessi in un archivio elettronico che ne consente l’elaborazione statistica e la rapida consultazione. Su questa base si stanno impostando tre operazioni di largo respiro. La prima è la creazione di un completo “Atlante delle architetture fortificate italiane”, con tavole in scala 1:100.000, redatte con la simbologia scientifica studiata. La seconda è l’elaborazione statistica dei dati, incrociando i parametri essenziali per il restauro e vitalizzazione emersi dal censimento, in particolare lo stato di consistenza di un edificio (quanta parte di esso è sopravvissuta) e lo stato di manutenzione (quanto bene è tenuta questa parte). Si sarà così in grado di dare utili priorità di programmazione agli amministratori pubblici, indicando quali e quante sono le opere che necessitano di interventi più urgenti. Infine, sulla base dei dati del censimento, combinati con i parametri di costo necessari al restauro si sta studiando la possibilità di un archivio automatico dei costi di restauro e riuso che possa dire, zona per zona, approssimativamente quanto denaro occorre investire per salvare il patrimonio di architettura fortificata, secondo quali priorità e con quali possibilità d’uso. La sezione Molise è presente sul territorio dal 2000 ed è stata l’ultima regione ad entrare nell’Istituto che, come si è detto, è nato nel 1964. Il Consiglio Direttivo, eletto fin dal primo anno di vita della Sezione è rimasto abbastanza invariato nel tempo. Attualmente il Consiglio è composto dai seguenti membri: Presidente Onorina Perrella Cavaliere Consigliere Franco Valente (Vicepresidente) Consigliere Isabella Astorri (Segretaria) Consigliere Antonietta Caruso (Delegata della zona costiera) Consigliere Gabriella Di Rocco (Addetto stampa) Consigliere Ivana Cima (Resp. rapporti con le istituzioni) Consigliere Giorgio De Franciscis (Tesoriere) Gli architetti Luigi Marino e Franco Valente, nostri soci sin dai primi anni, sono membri del Consiglio Scientifico Nazionale. In Molise Cosa fa la sezione Molise Siamo arrivati al nono anno della nostra presenza sul territorio e quelli trascorsi sono stati anni di intenso lavoro di promozione culturale legata alla storia e all’architettura delle strutture fortificate del Molise. Non solo si sono visitati castelli, ma sono state approfondite le conoscenze storiche relative al Medioevo e alle principali famiglie feudali presenti nella nostra regione, perseguendo, in tal modo, i fini che l’Istituto Italiano dei Castelli si prefigge. Sono stati organizzati convegni, visite guidate in regione e fuori regione, sono stati presentati al pubblico giovani laureati in architettura con tesi di laurea su strutture fortificate. Frequenti gli incontri con i bambini e gli insegnanti delle scuole elementari e medie per l’approfondimento della storia medievale e per lo studio delle strutture fortificate. Va, inoltre, ricordato che la sezione Molise è una delle prime regioni che, ha portato a termine la ricerca per l’Atlante castellano del Molise con la catalogazione di oltre cento tra castelli, torri e borghi fortificati presenti sul territorio. La pubblicazione dell’Atlante è prevista per il prossimo anno. 223 Istituto Italiano dei Castelli PROGRAMMAZIONE DEGLI ANNI 2007- 2008 Le manifestazioni organizzate dalla sezione Molise dell’Istituto Italiano dei Castelli sono state imperniate sulla conoscenza sempre più approfondita della storia molisana e delle strutture castellane presenti sul nostro territorio. Le attività culturali dell’anno 2007 sono iniziate il 19 aprile con la realizzazione di un incontro di studio rivolto non solo ai soci, ma anche agli appassionati e ai cultori di storia con: “Pomeriggio con…i castelli”. La manifestazione si è tenuta a Campobasso, nella Sala conferenze del Comitato Regionale CONI. In quella occasione la prof.ssa Lucia Serafini dell’Università di Chieti-Pescara, facoltà di Architettura, ha intrattenuto il folto e competente pubblico su “La metodologia della ricerca nel restauro architettonico” mentre Giovanna Greco, laureanda in architettura presso la stessa facoltà, ha relazionato in maniera brillante sul tema “Il castrum di Pesche attraverso le immagini e la documentazione cassinese”. Il prof. Luigi Marino, ordinario di restauro presso la facoltà di Architettura di Firenze, ha concluso il pomeriggio con un interessante intervento su “Il restauro dell’edilizia fortificata. Alcune riflessioni” I soci hanno trascorso un piacevole pomeriggio sabato 24 aprile a Lucito, nel Palazzo de Rubertis-Perrotti, ospiti della signora Angela Caròla Perrotti, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Sociale della Sezione. La manifestazione comprendeva l’assegnazione della targa di benemerenza “Una vita per la cultura” al prof. Renato Lalli, uno studioso che si è distinto per la passione e l’impegno nella ricerca e nella divulgazione della storia molisana. A seguire l’arch. Franco Valente e lo stesso prof. Renato Lalli hanno tenuto una conversazione su “La famiglia feudale dei Caldora”. La serata si è conclusa con un gradevole concerto di mandolino e l’esecuzione di canti napoletani eseguiti dal Trio “Bentornato Mandolino” diretto dal maestro Parascandolo. Nei giorni 29-30 aprile e 1° maggio, 47 soci dell’Istituto Italiano dei Castelli, sezione Puglia, hanno soggiornato nel Molise visitando le maggiori emergenze archeologiche e castellane della nostra regione, accompagnati e guidati dall’arch. Franco Valente e dal prof. Natalino Paone. Nel mese di maggio si è effettuata una visita di studio in Emilia Romagna, dove i soci della sezione Molise, oltre ad ammirare monumenti di grande importanza storica ed architettonica, hanno avuto un’accoglienza davvero straordinaria da parte dei soci della regione visitata. Nei giorni 8 e 30 giugno il Consiglio Direttivo della sezione Molise si è riunito nei locali del Comitato Regionale CONI, per procedere all’esame ed alla selezione dei lavori elaborati da diverse scuole molisane per il Concorso Nazionale “Il castello…diventa”. I lavori prescelti sono stati inviati a Milano per concorrere all’attribuzione dei premi nazionali. Il Consiglio di sezione ha stabilito, comunque, di assegnare un riconoscimento regionale a quelle scuole che hanno presentato i migliori elaborati. In occasione delle Giornate Nazionali dei Castelli (22- 29- 30 settembre), la sezione Molise ha organizzato le seguenti manifestazioni: Il 22 settembre, a Bojano, nelle sale del Palazzo Colagrosso, si è tenuto un incontro di studio su “Sistemi insediativi e fortificazioni nell’Alta Valle del Biferno”. Sono intervenuti il giovane archeologo Daniele Muccilli, che si è soffermato su “Bovianum tra il periodo sannita e la crisi della romanità”, e la neolaureata, arch. Mariapia Carlone, che ha sviluppato l’interessante tema: “Tra le fortificazioni del Molise, il castello di Civita di Bojano”. A seguire sono stati presentati i pannelli della tesi di laurea sul castello di Civita che la dott.ssa Carlone aveva discusso nel mese di luglio alla facoltà di Architettura dell’Università di Chieti-Pescara. Un numeroso pubblico ha seguito con particolare attenzione le due relazioni ed ha visitato la mostra che è stata allestita sempre nei locali di Palazzo Colagrosso. 224 Istituto Italiano dei Castelli Il 29 settembre, in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali, e per le Giornate del Patrimonio, all’Archivio di Stato di Campobasso, la dott.ssa Gabriella Di Rocco ha intrattenuto un folto uditorio parlando de “La famiglia feudale dei Monforte”. La relazione, ampia ed articolata in maniera eccellente, è stata seguita con grande interesse da tutti i presenti che hanno apprezzato l’argomento non da tutti conosciuto nelle sue varie sfaccettature. Il 30 settembre la sezione ha organizzato la visita guidata del castello di Pescolanciano, richiamando numerosi soci e un folto pubblico di appassionati i quali, tra l’altro, hanno avuto l’opportunità di visitare, nelle due giornate suddette, i castelli di Campobasso, Castropignano, Civitacampomarano, Gambatesa, Torella del Sannio, Termoli, Venafro e la torre di Riccia, grazie alla collaborazione della Soprintendenza ai Beni Culturali e dei Comuni interessati. Il 7 ottobre, la sezione Molise ha accolto l’invito dell’Assessorato alla cultura del Comune di Campobasso per la giornata del trekking urbano “Scalando le mura” che aveva come tema “La città nascosta”. Anche in questa circostanza la dott.ssa Gabriella Di Rocco ha messo a disposizione di quanti hanno seguito la manifestazione la sua competenza storica, accompagnandoli nel giro programmato per la mattinata. Il 30 ottobre il Presidente nazionale arch. Flavio Conti, da Milano ha comunicato alla sezione Molise che la Scuola Media “Colozza” di Campobasso aveva vinto il 1° premio al Concorso Nazionale “Il castello… diventa”, indetto dall’Istituto Italiano dei Castelli. Il 1° dicembre si è concluso l’Anno Sociale della sezione Molise con l’Assemblea dei soci, durante la quale si è concordato di assegnare agli allievi della Scuola Media Colozza di Campobasso, vincitori del Concorso Nazionale, una medaglia ricordo e di consegnare alla Scuola una targa di benemerenza. Subito dopo la dott.ssa Gabriella Di Rocco e l’arch. Franco Valente hanno intrattenuto i numerosi soci intervenuti alla serata parlando di “Cinte fortificate, rocche e castelli del Molise poco conosciuti”. L’argomento, molto interessante, è stato apprezzato da tutti i presenti. Le attività culturali dell’anno sociale 2008 sono iniziate il 20 febbraio con la consegna, da parte dei membri del Direttivo della sezione Molise, delle medaglie ricordo agli allievi della classe III G della Scuola Media “Colozza” di Campobasso, alla presenza del Dirigente scolastico Nicolino Iacobacci e degli insegnanti che hanno curato il progetto. A conclusione dell’incontro, la presidente ha assegnato una targa di benemerenza al Dirigente Scolastico il quale ha espresso la sua soddisfazione per l’iniziativa dell’Istituto che, con il concorso “Il castello…diventa”, ha saputo coinvolgere le scuole molisane spingendo gli allievi a cimentarsi su un argomento tanto importante, contribuendo, in tal modo, alla loro crescita culturale ed umana, e alla maggiore conoscenza del territorio regionale. Sabato 20 aprile, a Firenze, c’è stata la cerimonia di premiazione ufficiale della classe III G, in occasione dell’Assemblea Nazionale dei presidenti delle Sezioni dell’Istituto e dei componenti del Consiglio Scientifico. In quella circostanza il Presidente nazionale, ha consegnato al Dirigente Scolastico Nicolino Iacobacci l’assegno di Mille Euro, somma da destinare alle esigenze della scuola e degli allievi della III G. Il 17 maggio, a Portocannone, per l’inaugurazione dell’Anno Sociale, i soci della sezione Molise sono stati ospiti della famiglia Tanasso nella loro antica dimora risalente alla prima metà del ‘700. La nostra socia Ester Tanasso ha guidato gli ospiti attraverso le numerose stanze ricche di incantevoli affreschi, pregevoli mobili ed arredi d’epoca. La padrona di casa ha incantato tutti, illustrando anche i più remoti an- 225 Istituto Italiano dei Castelli goli del Palazzo e narrando episodi di vita della sua famiglia intrecciati con avvenimenti della storia della nostra regione. Nel corso del pomeriggio è stata assegnata la targa d’argento di benemerenza “Una vita per la cultura” alla dott.ssa Angela Caròla Perrotti, studiosa di fama internazionale, esperta di ceramiche e porcellane antiche, che ha tenuto una relazione su “Le porcellane delle fabbriche dei Borbone di Napoli”. La relazione è stata resa ancora più interessante grazie alla proiezione di splendide diapositive. Altro momento particolarmente intenso della serata è stato il concerto della cantante Silvana Licursi. L’artista, accompagnata da un violinista e un chitarrista, si è esibita in uno splendido repertorio di canzoni antiche napoletane e melodie albanesi evocatrici dell’antica storia di Portocannone, sede delle prime migrazioni albanesi del 1400. Per le Giornate Nazionali dei Castelli, Sabato 24 maggio, in mattinata, nella scuola media “Colozza” di Campobasso, è stata inaugurata la mostra dei lavori degli alunni della III G vincitori del concorso nazionale “Il castello…diventa”. Nel pomeriggio, nella Sala Convegni di Torella del Sannio, la dott.ssa Sabrina Izzi ha illustrato la figura di Elena Ciamarra, pittrice e musicista molisana de XX secolo. La relazione, corredata dalla proiezione di pregevoli diapositive, ha affascinato la numerosa platea ed ha consentito la conoscenza di uno straordinario personaggio noto agli intenditori di pittura più nel resto d’Italia e in Europa che nella nostra regione. E’ seguito l’intervento dell’arch. Franco Valente che ha parlato della storia del castello di Torella e successivamente ha guidato i presenti nella visita dell’antica dimora dove è stato possibile, tra l’altro, ammirare la copiosa produzione di quadri dipinti da Elena Ciamarra, vissuta nel castello per quasi tutta la sua vita. La visita è risultata particolarmente suggestiva poiché tutto è rimasto intatto nelle camere come se la padrona di casa fosse uscita per una breve passeggiata e stesse per rientrare da un momento all’altro. Nelle giornate del 24 e 25, inoltre, sono stati aperti al pubblico per le visite guidate i castelli di Campobasso, Castropignano, Cerro al Volturno, Civitacampomarano, Gambatesa, Pescolanciano,Torella del Sannio,Termoli, Venafro ed, infine, la torre di Riccia. Dal 4 all’8 giugno una delegazione di 40 soci della sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei Castelli ha visitato le più importanti emergenze archeologiche e numerosi castelli della nostra regione, rimanendo conquistati dalla calorosa accoglienza, dalla competenza e dalla disponibilità delle persone che li hanno accompagnati (l’arch. Franco Valente, il prof. Natalino Paone, l’archeologa Gabriella Di Rocco e la dott. ssa Marialetizia Campopiano). Domenica 22 giugno è stata organizzata una piacevole visita, con la guida dall’arch. Francesco Manfredi Selvaggi, al borgo fortificato di Vastogirardi, alla Riserva MAB di Montedimezzo ed al Giardino di Flora Appenninica di Capracotta. Dal 5 al 7 settembre trenta soci della sezione Molise hanno effettuato una visita di studio particolarmente interessante in Puglia dove è stato possibile ammirare numerosi castelli, e apprezzare le caratteristiche delle masserie e dei conventi fortificati presenti in quella regione. Queste visite risultano essere una delle attività più riuscite della nostra programmazione poiché consentono a tutti noi di approfondire la conoscenza delle strutture fortificate presenti in Italia. Nel mese di ottobre, la professoressa Onorina Perrella, insieme con la dott.ssa Gabriella Di Rocco, ha accompagnato quattro classi delle quinte elementari di Via Kennedy di Campobasso nella visita del Castello Monforte e nel centro storico della città. Il 22 ottobre è stato realizzato un incontro di studio a Limosano dove l’architetto Marcella del Gobbo, che ha discusso una tesi di laurea su Limosano, e il dott. Francesco Bozza hanno trattato l’interessante argomento “Il borgo fortificato di Limosano fra storia e sviluppo”. 226 Istituto Italiano dei Castelli L’anno sociale si è chiuso sabato 6 dicembre nella struttura agrituristica “La piana dei mulini” dove è stato presentato il volume “Natale di terra” dell’Arch. Antonietta Caruso; subito dopo la signora Tiziana Tamasi ha offerto un delizioso concerto d’arpa ai soci presenti. - Programma preventivato per l’anno sociale 2009 Sabato 18 aprile 2009 - Cerro al Volturno – Castello Pandone Inaugurazione dell’Anno Sociale con assegnazione della targa “Una vita per la cultura”. Al senatore, prof. Luigi Biscardi che si è distinto nell’ambito della ricerca e della divulgazione della storia meridionale e del Molise in particolare. Presentazione della famiglia feudale dei Pandone e visita guidata del castello a cura dell’arch. Franco Valente. Spese da sostenere: spese postali più acquisto di due targhe d’argento 230,00 €. Finanziamento a cura dei soci della Sezione Molise. Da giovedì 30 aprile a domenica 3 maggio 2009 Viaggio di studio dei soci della sezione Molise nella Lombardia orientale. Giornate Nazionali dei Castelli Sabato 30 maggio - Campobasso - Scuola Media “Igino Petrone” In mattinata: Mostra itinerante de “ I cento castelli più belli d’Italia”, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Pescolanciano. Spese da sostenere: Inviti e locandine 250,00 €. Finanziamento a cura dei soci della sezione Molise. Nel pomeriggio – Bojano, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale: Rappresentazione teatrale del dramma di Ornella Mariani “Giuditta di Molise”. Spese da sostenere: Rimborso spese e pagamento cachet per gli attori. Finanziamento: Assessorato alla Cultura della Regione Molise 2.500 €; Sezione Molise 500,00 €; Ricerca di altri finanziamenti. Sabato 30 e domenica 31: Apertura al pubblico di numerosi castelli per le visite guidate, in collaborazione con i comuni interessati e il Ministero dei Beni Culturali. Giovedì 27 agosto 2009 – Castello di Pescolanciano Conferenza sulle ceramiche dei d’Alessandro, con la partecipazione del critico d’arte Angela Caròla Perrotti. Finanziamento delle spese postali a cura dei soci della Sezione Molise. Inizi settembre 2009 Pesche: Presentazione delle tavole della Tesi di Laurea di Giovanna Greco sul Castello recinto di Pesche e visita del Centro Storico. Spese postali per gli inviti 150,00 € Finanziamento delle spese postali a cura della Sezione Molise. Giornate Europee del Patrimonio Sabato 26 settembre - Campobasso – Archivio di Stato In collaborazione con l’Archivio di Stato di Campobasso: Mostra della “Cartografia storica relativa ai castelli del Molise “e presentazione del catalogo. Spese da sostenere 4.000,00 € Finanziamento: 2.500,00 € Assessorato alla Cultura della Regione Molise; 1.000,00 € dalla Finmolise; 500,00 € dalla Sezione Molise. Domenica 27 settembre: Rivivere la cucina medioevale nel castello di Civitacampomarano, in collaborazione con l’Accademia Italiana della Cucina, delegazione di Campobasso. Finanziamento a cura delle due Associazioni. Castello di Civitacampomarano- Inizi di ottobre In collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze: Seminario sul problema della manutenzione e della prevenzione dei danni nelle strutture fortificate. Spese da sostenere: Rimborso spese per i relatori da quantificare. 227 ITALIA NOSTRA Italia Nostra è un’Associazione di promozione sociale, a livello nazionale ha sede a Roma e si articola in sezioni ed in Consigli Regionali sul territorio. L’Associazione, costituita il 29 ottobre 1955 e riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica il 22 agosto 1958 n.1111, ha lo scopo di concorrere alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. L’Associazione, Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, non ha scopo di lucro ed ha carattere di volontariato conformemente alle disposizioni legislative statali e regionali concernenti la materia. Per il conseguimento dei propri scopi l’Associazione si propone di: - suscitare il più vivo interesse e promuovere azioni per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, dell’ambiente, del paesaggio urbano, rurale e naturale, dei monumenti, dei centri storici e della qualità della vita; - stimolare l’applicazione delle leggi di tutela e promuovere l’intervento dei poteri pubblici allo scopo di evitare le manomissioni del patrimonio storico, artistico ed ambientale del Paese e di assicurarne il corretto uso e l’adeguata fruizione; - stimolare l’adeguamento della legislazione vigente al principio fondamentale dell’art. 9 della Costituzione, alle convenzioni internazionali in materia di tutela dei patrimoni naturali e storico-artistici ed in particolare alle Direttive dell’Unione Europea; - collaborare alle attività ed iniziative aventi gli stessi fini; - sollecitare quanto opportuno per facilitare la manutenzione dei beni culturali ed ambientali ed il loro pubblico godimento; - promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese mediante opportune iniziative di educazione ambientale nelle scuole, - formazione ed aggiornamento professionale dei docenti nonché mediante attività di formazione ed educazione permanente nella società; - promuovere idonee forme di partecipazione dei cittadini e dei giovani in particolare alla tutela e valorizzazione dei beni culturali e del territorio; - svolgere e promuovere iniziative editoriali relative alle attività e agli scopi dell’Associazione; - promuovere la formazione culturale dei Soci anche mediante viaggi, visite, corsi e campi di studio; - in generale, svolgere qualsiasi altra azione che possa rendersi utile per il conseguimento degli scopi sociali. ATTIVITA’ ITALIA NOSTRA riunisce tutti i cittadini, che, consapevoli delle gravi minacce che sempre più drammaticamente incombono sul patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, sono animate da un comune intento: difendere il patrimonio culturale ed il paesaggio dalle continue ed incontrollate manomissioni ed aggressioni. Da più di 50 anni Italia Nostra continua le sue battaglie mobi- 228 Italia Nostra litando la coscienza pubblica alla rigorosa osservanza delle leggi di tutela sostenendo lo Stato nell’azione di rispetto del Bene comune ma anche sollecitandolo alla piena attuazione dell’art.9 della Costituzione in base al quale “la Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della nazione”; interviene con progetti, indicazioni e suggerimenti a livello nazionale e locale con l’intento sempre di orientare le scelte in campo ambientale e dell’urbanistica alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale. Italia Nostra sin dal 1957 pubblica il “Bollettino”, concepito non solo come strumento d’informazione interna, ma anche come mezzo di comunicazione volto alla sensibilizzazione dei cittadini. ITALIA NOSTRA promuove la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale con iniziative di Educazione ambientale anche nelle scuole. Il Settore Educazione-Formazione sin dal 1971 è impegnato a sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della tutela, collaborando a garantire generazioni future più attente e disponibili all’azione in difesa dei Beni culturali ed ambientali. Nel quadro di protocolli d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e dei Beni e le Attività culturali, Italia Nostra interviene nel sistema scolastico e formativo attraverso progetti didattici, concorrendo alla formazione dei docenti, degli adulti e dei professionisti, coordina progetti e campagne nazionali sostenendo le iniziative locali. Italia Nostra opera su tutto il territorio nazionale con le numerose sezioni ( circa 200 ) presenti in tutto il Paese. In Molise Nel Molise operano due sezioni: a Campobasso e ad Isernia. La sezione di Campobasso è stata istituita nel 1983, gli organi della sezione sono: l’Assemblea dei Soci,il Consiglio Direttivo (formato da 7 membri), il Presidente; attualmente il presidente è il Dott. Mario Iannantuono, la segretaria e delegata regionale del Settore EF è la prof.ssa Maria Antonia Bove. Tra le prime associazioni di tutela presenti sul territorio, la sezione di Campobasso ha caratterizzato il proprio impegno per un duplice aspetto: la conoscenza e la tutela, rivolgendo la sua vigile azione al patrimonio culturale ed ambientale del territorio nelle provincia di Campobasso, convinti che la comprensione del valore dei Beni che il territorio possiede rappresenti la condizione essenziale per la loro tutela. Pur nelle varie difficoltà, la sezione ha proseguito la sua azione mantenendo costanti due obiettivi: rafforzare sia la presenza di Italia Nostra sul territorio sia il confronto con le istituzioni nell’ottica principalmente della collaborazione ma anche dello scontro sottolineando interventi intempestivi, inutili o poco idonei (ammodernamento della SS 87 in cui la sezione è intervenuta decisamente nel dibattito ed ha presentato un documento nel quale sono state esposte tutte le motivazioni per cui Italia Nostra si opponeva alle modalità dell’intervento previste nel progetto suggerendo delle alternative). La sezione di Italia Nostra di Isernia è stata costituita nel 1988. POLITICHE TERRITORIALI ATTUATE Da alcuni anni la sezione, unitamente ad altre associazioni, porta avanti il discorso sull’eolico”selvaggio” impegnata a far ben comprendere che Italia Nostra non è contro le forme di energia alternative ma esprime con forza il proprio dissenso al proliferare di pale eoliche soprattutto in zone di particolare interesse in difesa del paesaggio; la sezione è intervenuta con indicazioni e suggerimenti al piano energetico regionale, sottolineando il fatto che l’incremento della produzione di energia non deve avvenire a danno dell’ambiente e del paesaggio. La sezione ha dato il proprio contributo di idee per la stesura del POR-2007-2013 indicando punti d’intervento e suggerendo azioni per noi prioritarie; partecipa, come componente, alle varie azioni del Comitato per l’istituzione del Parco del Matese, 229 Italia Nostra nella convinzione che il parco può valorizzare al meglio tutte le risorse del territorio interessato mirando ad uno sviluppo sostenibile senza arrecare danni irreversibili al grande patrimonio di biodiversità presente; partecipa, inoltre, al PIT di Triveneto (CB) dando il suo contributo sempre a tutela dell’ambiente. La sezione, sempre attenta a valutare l’impatto degli interventi operati dalle amministrazioni locali, è più volte intervenuta con lettera scritta rivolta al Sindaco di CB ed agli Assessori al Traffico e all’ambiente e mediante comunicato sulla stampa locale per sottoporre la situazione in cui versa piazza della Vittoria, ridotta a mero parcheggio con conseguente uso improprio dello spazio, sollecitandoli ad eliminare la sosta delle auto per arrivare, poi, alla sistemazione di tutta la piazza valorizzando il monumento ai Caduti e dando adeguata dignità all’assetto urbanistico ottocentesco della città; è intervenuta, anche, per mettere in evidenza la situazione di piazza Savoia e per sottoporre alla loro attenzione alcuni problemi relativi al traffico ed alla pubblicità luminosa, sollecitando il ripristino dello stato iniziale; è intervenuta per esprimere osservazioni sulla esecuzione dei lavori non del tutto idonei per la sopravvivenza del verde esistente durante la pavimentazione della piazza “C.Battisti”, pur avendo dato indicazioni e suggerimenti al progetto, durante un incontro preliminare avuto, unitamente ad altre associazioni, con il progettista e l’Assessore interessato; come pure è intervenuta, unitamente al WWF, sulla sistemazione di piazza “D’Ovidio”, prima per segnalare un eventuale danno che le piante presenti potevano subire in conseguenza delle modalità d’intervento e,poi, dopo per far rilevare il danno arrecato. Altro intervento effettuato dalla sezione è stato quello verso il Sindaco di Campomarino (CB) per segnalare lo stato di abbandono della Pineta e della spiaggia, sollecitandolo a prendere idonei provvedimenti al fine di riportare i due siti alla loro naturale bellezza ed a vigilare costantemente durante la stagione estiva. Mediante un comunicato, la sezione ha richiamato l’attenzione sullo stato di abbandono in cui versano gli scavi iniziati a S.Giuliano del Sannio per il ritrovamento di resti di una casa romana ed è anche intervenuta con un comunicato sugli incendi con suggerimenti ed indicazioni operative indirizzati alla Regione Molise per arginare il dilagare degli incendi durante l’estate. PROGETTI REALIZZATI E CASE HISTORY Nella convinzione che la componente”giovani” della società è una risorsa importante per lo sviluppo futuro del territorio, la sezione ha rivolto l’impegno specifico del Settore EducazioneFormazione ai giovani per esaminarne i comportamenti e stimolarli alla conoscenza attiva del patrimonio culturale, coinvolgendoli direttamente a riflettere sul concetto di Bene comune; mediante la compilazione di un questionario distribuito a tutte le scuole secondarie di 1° e 2° di Campobasso ha analizzato il fenomeno dei “graffiti” e delle scritte di qualsiasi genere di cui sono imbrattati i muri di edifici, di chiese, di monumenti e di ogni qualsivoglia superficie; a tal proposito è stato pubblicato un volume dal titolo: ”Campobasso:città imbrattata”, in cui sono riportati i dati ricavati dall’indagine e una ricca documentazione fotografica; inoltre, è stato organizzato un convegno dal titolo: ”I giovani e l’ambiente: un binomio ancora da sviluppare” per sensibilizzare l’opinione pubblica a tale fenomeno ma soprattutto i giovani, stimolandoli ad indirizzare tutte le loro energie in azioni significative e ad inserirsi in modo più costruttivo nella vita cittadina ed invitando le istituzioni a coinvolgerli in modo responsabile nella realizzazione di progetti. Il settore EF si è anche impegnato per sensibilizzare i giovani sull’importanza ed il significato del museo coinvolgendo gli alunni della scuola media di Baranello 230 Italia Nostra (CB) in un progetto sulla conoscenza dei vari reperti custoditi nel museo civico del loro paese, i cui elaborati sono stati, poi, esposti in una mostra; inoltre, ha coinvolto gli alunni nella formulazione di un itinerario turistico “Sulle tracce dei Sanniti” che è stato oggetto anche di pubblicazione. Nell’anno scolastico in corso il Settore EF ha coinvolto alcune scuole superiori della provincia, le quali hanno aderito al concorso, bandito da Italia Nostra a livello nazionale, su “Paesaggi sensibili”, i cui elaborati saranno presentati in sede locale in una manifestazione. Grande importanza la sezione ha dato sempre alla riscoperta di tradizioni e vecchi mestieri dando valore all’artigianato locale come risorsa da valorizzare per non perdere la memoria delle proprie radici; a tal proposito significativo è stato l’incontro organizzato su “I Funai di Ripalimosani”. La sezione è impegnata anche a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e paesaggistico sia del Molise sia di altre regioni mediante l’organizzazione di viaggi e visite guidate. A tal proposito ha coinvolto i Soci e simpatizzanti in un itinerario alla riscoperta del Romanico nel Molise , è stato visitato anche il Castello di Civitacampomarano, facendo rilevare come l’intervento di tutela e di restauro di un Bene culturale può tradursi anche in una risorsa economica per la comunità. La visita ad altri siti della Regione sono state delle vere lezioni, che hanno messo in luce spaccati di storia molisana. Anche i luoghi visitati in altre regioni hanno avuto lo scopo di far conoscere il ricco patrimonio culturale italiano ma anche l’occasione per far riflettere sulla differenza fra un sito in abbandono ed un altro recuperato e valorizzato. La sezione di Campobasso, proseguendo sempre sulla base delle finalità proprie dell’Associazione ha promosso la stampa del volume di G.Mascia su: “Affreschi per il Papa-Arte, fede e storia nel chiostro e nel Convento di Toro”,il quale ,oltre a riportare le schede delle 19 lunette, ricostruisce uno spaccato di storia locale.Italia Nostra,con una breve introduzione al volume,ha sottolineato lo stato di degrado in cui versano gli affreschi settecenteschi del chiostro di Toro, i quali hanno un valore storico, documentario ed ha auspicato un loro recupero sollecitando Istituzioni ed Enti ad intervenire per tutelare tale patrimonio. La sezione è coinvolta anche nella tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche ed in un convegno a Montecilfone (CB) il dott. Spina,consigliere della sezione,ha relazionato sugli ecomusei mentre a Monteroduni (CB) al convegno nazionale, promosso dalla Regione su “Ecomuseo-un nuovo modello di sviluppo locale”, in cui il dott.Spina è stato coinvolto attivamente nell’organizzazione, sono intervenuti l’arch.Bottini,consigliere nazionale di Italia Nostra e l’arch. Di Cerbo, presidente della sezione di Isernia, su“Paesaggi sensibili”, campagna nazionale che Italia Nostra sta portando avanti.La sezione ha,inoltre,aderito al progetto interregionale di Italia Nostra,che coinvolge anche altre realtà associative, su: “I Percorsi sotterranei adriatici-La rete dei luoghi nascosti”ed a tal proposito ha organizzato un incontro-dibattito a Campobasso con interventi e videoproiezioni dei referenti (sez. di Italia Nostra di Atri, Fermo, Pescara, Osimo, Foggia, Isernia,CAI di Fermo,Archeoclub di Osimo,Proloco di Camerano,Ass. Centro Storico di CB ). Il progetto, che ha lo scopo di coinvolgere le città dell’Italia centrale per tutelare, recuperare e valorizzare il ricco patrimonio delle cavità artificiali presenti nei sottosuoli urbani cre- 231 Italia Nostra ando una rete con reciproca finalità di promozione turistica e culturale, risulta tra i primi 10 selezionati dal MiBAC per il premio europeo del Paesaggio; a settembre 2008 si è conclusa, con un convegno a Sant’Arcangelo di Romagna, la prima fase del progetto che riguardava la conoscenza dei vari ipogei. La sezione ha presentato alla Regione-Assessorato all’Ambiente una proposta di recupero, tutela e valorizzazione ambientale e paesaggistica dell’ambito fluviale dell’alta Valle del Tammaro, il cui progetto già finanziato sarà attuato nel corso dell’anno. IN SINTESI LE PROPOSTE PER IL 2009 Incontro-dibattito sull’urbanistica nell’ambito del progetto nazionale “Paesaggi sensibili” relativamente al paesaggio urbano con proposta di un concorso fotografico pubblico e allestimento di una mostra. Incontri proposti dal Settore EF agli alunni delle scuole superiori di 1° e 2° grado della provincia di CB sul danno ambientale provocato dagli incendi. Nell’ambito del festival dei “Misteri”, proposta di un concorso sul tema “Il volo”, inteso come: 1) salto, volo tipico di uccelli, insetti ed altri animali ed elementi della natura; 2) slancio, ascesa, sogno, evoluzione, trasformazione che l’uomo è pronto ad affrontare per migliorare se stesso e l’ambiente. Proposte di viaggi culturali in Molise e nelle regioni limitrofe. Proposta ad altre sezioni di Italia Nostra di un itinerario di viaggio nel Molise. 232 Italia Nostra ELENCO PROGETTI REALIZZATI SEZIONE DI CAMPOBASSO PROGETTO COSTO Incontro-dibattito “I Percorsi sotterranei adriatici-La rete dei luoghi nascosti” Progetto di recupero, tutela e valorizzazione dell’ambito fluviale dell’alta Valle del Tammaro Stampa volume: ”Affreschi per il Papa-Arte, fede e storia nel chiostro e nel Convento di Toro” Totale € 950,00 FONTE FINANZIAMENTO Contributo € 332,00 Assessorato alla Cultura CB € 60.000,00 Regione Molise Contributi : Unicredit Banca € 7325,00 di Roma, Comune di Toro, Regione, Curia, Prov.CB € 68.275,00 SEZIONE DI ISERNIA PROGETTI MOTIVO Cammina molise 2007 cartografia, individuazione COSTO € 300,00 Volume sentieri della provincia €0 Volume area naturale del torrente Callora €0 Volume falso pistacchio €0 Cammina molise 2008 Percorsi ipogei dell'adriatico Area naturale torrente Callora Area del torrente Lorda Area Vandra Ricerca ambienti ipogei delle Mainarde nel versante molisano del PNALM Sentiero " Sulle orme di Papa Celestino" Sentiero da Colli al Santuario di S Pasquale (CE) Calendario manifestaz. 2007/8 Estate a Sant'Agapito Manif. estive a Macchiagodena 2007/2008 Totale cartografia, individuazione, manifesti viaggi, mater. Cartograf mater. Divulgativo presentazione, pieghevole, doc. foto, cd rom, manifesto presentazione, cartografia, doc foto, cornici ecc a totale carico Ammin Prov: IS a totale carico Ammin Prov: IS a totale carico Ammin Prov: IS 0 € 300,00 0 € 250,00 250,00 € 500,00 0 € 400,00 0 cartografia, individuazione, € 1.300,00 manifesti, pieghevole cartografia, individuaz. € 200,00 pieghevole segnatura sentieri cartografia e pieghevoli 0 € 400,00 volume e ricerca €49.000,00 pieghevoli FONTE FINANZIAMENTO 41.000,00 0 0 € 100,00 0 € 100,00 0 € 100,00 0 € 52.950,00 233 LEGAMBIENTE Legambiente Molise Onlus è un’articolazione territoriale di Legambiente, un’associazione di cittadini riuniti in circoli. Ispirandosi ai principi della solidarietà umana, opera: per la tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, delle risorse naturali, della salute collettiva, delle specie animali e vegetali, del patrimonio storico, artistico e culturale, del territorio e del paesaggio; a favore di stili di vita, di produzione e di consumo e per una formazione improntata all’ecosviluppo a tutela dei consumatori e ad un equilibrato rapporto tra gli esseri umani, gli altri esseri viventi e la natura, in sintonia con lo statuto nazionale. La Legambiente, nata nel 1980, è oggi l’associazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio: oltre 1000 gruppi locali, 20 comitati regionali, più di 115.000 tra soci e sostenitori. La storia di Legambiente è legata a grandi valori condivisi e condivisibili, come il desiderio di un mondo diverso, la scelta pacifista e nonviolenta, i valori di democrazia e libertà, solidarietà, giustizia e coesione sociale, modernità fondata sugli interessi generali a cominciare dall’ambiente. Legambiente è un’associazione completamente apartitica, aperta ai cittadini di tutte le convinzioni politiche e religiose e si finanzia grazie ai contributi volontari di soci e sostenitori. È riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare come associazione d’interesse ambientale; fa parte del Bureau Européen de l’Environnement, l’organismo che raccoglie tutte le principali associazioni ambientaliste europee, e della Iucn (The World Conservation Union). È riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri come ONG di sviluppo. In Molise Durante il 6° CONGRESSO, celebrato il 27 ottobre 2007, e intitolato “La Conoscenza per uno sviluppo sostenibile del Molise” Legambiente MOLISE ha fissato i principi che ispireranno l’operato del quadriennio 2008-2011, che così si possono riassumere: - Nel microcosmo molisano si riproducono, in scala, le stesse contraddizioni globali; nel suo piccolo il Molise segue il trend generale, inseguendo il quotidiano, in assenza di una seria analisi socio-politico-economica e con una preoccupante continuità e contiguità di scelte, qualsiasi sia il colore del governo in carica. - La Regione Molise è un piccolo fazzoletto di territorio italiano dove vivono circa 300.000 abitanti, con un tessuto sociale frammentario; - Le ridotte dimensioni di questa regione dovrebbero rappresentare il punto di forza da cui partire per farne un modello di sviluppo. - Manca una reale interazione sociale e istituzionale, e così in Molise si duplicano, raggiungendo ciascuna risultati poco apprezzabili, iniziative di vario genere, in campo sociale e culturale, 234 Legambiente - In Molise è stato finora impossibile mettere in campo un progetto di governance che attraversi, al di là dei colori dei governi in carica, tutte le istanze amministrative, rischia così di perdere la propria identità di regione; - In un contesto simile Legambiente Molise, forte della credibilità che l’Associazione riscuote in campo nazionale, non si sottrae ad una responsabilità civica e ad un ruolo propositivo per influenzare positivamente la crescita culturale e socio-economica di questa regione - Si afferma l’impegno sul versante propositivo e e si mette al primo posto la continuità dell’impegno per l’istituzione del Parco del Matese; - Si sceglie una organizzazione basata su una struttura agile, rinnovata nei compiti e nelle prerogative, aperta all’esterno, per cogliere i frutti di tante energie spese con generosità, che vanno coordinate e dirette verso un solo ambizioso obiettivo: costruire e prospettare alla comunità molisana, un modello di sviluppo sostenibile, basato sulla valorizzazione del patrimonio paesaggistico, ambientale e culturale - Si qualifica l’azione di Legambiente Molise con la costituzione del Comitato scientifico e del Centro di azione giuridica, organismi che devono segnare il confine tra un agire estemporaneo, episodico, legato al passato e la proiezione verso un’azione di Legambiente, basata su conoscenze scientifiche e sullo studio delle varie problematiche regionali. ATTIVITÀ REALIZZATE NEGLI ANNI 2007/2008 Dicembre 2007 - Campagna Regionale “Altra corrente: l’Energia in movimento”. Manifestazione espositiva itinerante sui temi dell’energia, del risparmio energetico e dei mutamenti climatici,finalizzata alla formazione e alla sensibilizzazione dei cittadini di tutte le età, con particolare attenzione alla popolazione scolastica. La manifestazione è stata pensata come un vero e proprio “villaggio interattivo” che ha voluto comunicare, attraverso un’informazione scientifica e corretta e con strumenti e metodologie adeguati, l’importanza dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili ponendo nel contempo l’accento sui comportamenti e sugli stili di vita da adottare per contribuire nel proprio piccolo a ridurre i consumi di energia. All’interno del villaggio,un’unità mobile informativa,attrezzata con apparecchiature audiovisive e multimediali,ha permesso di organizzare dei veri e propri laboratori ludico-didattici specificamente rivolti ai cittadini e alle scuole. Abbinata alla manifestazione è l’operazione a premi “EnerGino & LucenTina”- Viaggio lungo le meravigliose correnti dell’energia,rivolta alle scuole medie inferiori del Molise. La campagna è stata promossa da Legambiente Molise Onlus, con il contributo di Sorgenia Spa. Giugno 2008 - “ A Beautiful Country.” Proiezione del documentario “ A beautiful country” in collaborazione con il Bene Comune. Iniziativa volta a valorizzare le buone pratiche di smaltimento dei RSU; in particolare il sindaco di S. Martino in Pensilis, avv. Facciolla, ha illustrato l’esperienza i alcuni comuni del Basso Molise Luglio-Settembre 2008 - Campagna Aib. La grande campagna nazionale di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile dedicata alla tutela e salvaguardia delle preziose aree boschive italiane, ha visto la partecipazione di Legambiente Molise alla “Campagna AIB 2008” promossa e organizzata dal Servizio per la Protezione Civile della Regione Molise. 30 volontari di LA Molise hanno svolto attività di supporto alla Protezione Civile in materia di avvistamento e prevenzione degli incendi boschivi assicurando il presidio del territorio otto ore al giorno su quattro postazioni fisse opportunamente individuate dal Corpo Forestale e dalla Protezione civile e quattro postazioni mobili, su percorsi particolarmente a rischio. Il contributo di La alla campagna è stato fattivo in quanto la precoce segnalazione di focolai 235 Legambiente ha fortemente diminuito gli incendi e costituito un deterrente per chi contravvenendo ai divieti era solito accendere fuochi non autorizzati o incendiare le stoppie. 29/30 Luglio 2008 - Goletta Verde a Termoli. Goletta Verde è la storica campagna di Legambiente che da 22 anni si fa paladina del mare e delle coste italiane. Per due mesi, ogni estate, le imbarcazioni ambientaliste effettuato il periplo della nostra penisola avvistando abusi e illeciti, ma anche promuovendo le bellezze del mare nostrum. Due equipe di biologi di Legambiente percorrono tutta la costa via terra, prelevando oltre 500 campioni di acqua marina e facendo analisi nei laboratori mobili attrezzati per informare in tempo reale sullo stato di salute del mare. Monitoraggio scientifico, informazione, lotta alle illegalità di ogni genere, promozione del turismo sostenibile e delle Aree marine protette. Poche ma buone: le acque della piccola costa molisana sono risultate tutte entro i limiti di legge, mentre desta preoccupazione la foce del fiume Trigno, che sverra in mare acque inquinate. Altra emergenza molisana è l’erosione costiera. Settembre 2008 - Presentazione del Rapporto Ecomafie. Settembre/ottobre 2008 - “Energia dalla Terra”. Campagna itinerante di comunicazione ambientale sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, in collaborazione con il G.A.L. Molise. 5 ottobre 2008 - Biodomenica a Isernia. Per eccellenza la festa del mondo del biologico, dell’ambiente, della salute e del gusto, giornata nazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione biologica organizzata da Legambiente e Aiab, l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica. L’occasione per promuovere il consumo di prodotti sicuri e di qualità, legati al territorio, alla sua cultura e alle sue tradizioni e per far conoscere ai consumatori le tecniche produttive e le pratiche agronomiche ecocompatibili. 16 Dicembre 2008 - Forum delle città denuclearizzate sala E. Fermi Università del Molise - Campobasso. Legambiente Molise partecipa con un forum tenuto da docenti ed esperti, alla campagna contro il nucleare lanciata dall’associazione in campo nazionale, con l’obiettivo di ristabilire una corretta informazione sulla dannosità del nucleare e sulla sua inutilità per il raggiungimento del 20-20-20. Cosa fa Legambiente Molise per i beni culturali Il carattere policentrico della nostra storia ha avuto come effetto quello di distribuire capillarmente la produzione di beni mobili e immobili: degli ottomila comuni italiani, quasi settemila sono stati fondati prima del XVI secolo, per cui tutto il nostro territorio può essere considerato “paesaggio culturale”. Numeri che si commentano da soli: il patrimonio culturale rappresenta per l’Italia una risorsa straordinaria, l’unico vero, irriproducibile “valore aggiunto”. Salvalarte, la «veterana» tra le iniziative di Legambiente sui beni culturali, con la sua campagna itinerante, vuole contribuire alla scoperta dei tesori nascosti, alla loro tutela e valorizzazione, nella convinzione che il recupero dei beni culturali (intesi anche come sapori, tradizioni,paesaggi) rappresenta la carta vincente per creare nuove forme di occupazione durevoli, per costruire uno sviluppo economico solido e ambientalmente compatibile e per trovare forza e fi- 236 Legambiente ducia nelle nostre radici culturali. Salvalarte nasce proprio da questa consapevolezza e da questa sfida: trasformare il nostro patrimonio artistico da pesante eredità del passato a investimento per il futuro. Salvalarte ha l’obiettivo di: - Denunciare il cattivo stato di conservazione in cui giace gran parte del nostro patrimonio artistico (non solo per l’attacco dello smog e dell’inquinamento, ma anche per l’incuria e l’abbandono, per gli atti vandalici, ecc.) e fornire informazioni suggerimenti, e strumenti utili per il suo recupero e la sua fruizione (finanziamenti comunitari, ruolo dei privati, ruolo del volontariato). - Avvicinare “il grande pubblico” (i giovani, gli studenti, le associazioni) ai beni culturali, far scoprire i tesori d’arte nascosti, nella convinzione che solo imparando a conoscere il patrimonio artistico si può imparare ad amarlo, rispettarlo e valorizzarlo Ogni anno Legambiente con Salvalarte pubblica una guida, Gioielli Ritrovati, un opuscolo che ha l’obiettivo di individuare e selezionare quei beni culturali disseminati sul nostro territorio che troppo spesso, purtroppo, giace in una situazione di abbandono oppure è semplicemente poco valorizzato. Una guida che viene distribuita durante le iniziative di Salvalarte a tutti i partecipanti. Di seguito le ultime due segnalazioni. Jelsi (CB): La Cripta dell’Annunziata Nel ciclo degli affreschi che abbellisce la cappella gotica della S.S. Annunziata a Jelsi, la mano censoria del braghettone non riuscì ad arrivare, conservando così tutta la naturalità del Cristo. Si tratta infatti di una preziosa raffigurazione di Cristo nudo che desta ancora oggi, per la sua rarità, grande interesse nella storia d’arte internazionale. È conservata all’interno della cripta formata da un’unica sala costituita da una volta a botte e da una tomba ad arco gotico, conservata nella parte sinistra. Sugli affreschi sono rappresentate le iconografie di Santi e le scene tratte dal Nuovo Testamento con uno stile che si avvicina a quello della scuola del Giotto e del Cavallini. Dell intero ciclo di affreschi, il Battesimo di Cristo, propone un’immagine ancora più umanizzata di quella mostrata da tutta l’iconografia della storia dell’arte. Nel corso della sua storia, questo luogo svolse diverse e molteplici funzioni tra le quali quelle di asilo infantile e di teatro popolare diretto da Domenico Petruccioli. Con molta probabilità questa realizzazione risale al periodo che va dal 1363, data di costruzione della Chiesa, al 1400. Roccamandolfi (IS): Il paese delle pecore Il castello di Roccamandolfi è situato al di sopra del centro abitato, non molto lontano dalla strada che conduce allo splendido pianoro carsico di Campitello Matese. Si tratta di un maniero di origine longobarda, dal nome del conte Maginulfo che lo fondò viene il nome del paese. Dal castello, si può intravedere il campanile della chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo, dove sono conservate le reliquie di San Liberato, martire cristiano, le cui reliquie erano state traslate dalle catacombe di Roma. Nella chiesa 237 Legambiente di San Sebastiano, la devozione popolare era per San Donato, noto per le sue doti taumaturgiche per i bambini epilettici: per guarire i bambini i genitori offrivano un quantitativo di grano equivalente al peso del bimbo. Da non dimenticare, poi, la croce in pietra di epoca medioevale. L’impianto urbanistico di Roccamandolfi comprende oltre alla parte abitativa, un intero quartiere destinato alle pecore, la principale risorsa economica del passato. Si tratta di una zona periferica, ma abbastanza ampia, un’autentica «città delle pecore», in cui sulle strade, che sono parallele fra di loro e disposte a quote differenti, vi sono le aperture delle stalle. Queste sono strutture originali con tetto ad una sola falda e ingresso a monte per il fienile e a valle per gli animali. Le greggi compivano ogni anno la transumanza verso il Tavoliere pugliese; oggi è rimasto l’alpeggio che si svolge sui rilievi del Matese. Inoltre Legambiente promuove nelle scuole, e non solo, il Decalogo Salvalarte, Codice di comportamento responsabile per la valorizzazione, tutela e fruizione dei luoghi e siti culturali. In un Paese in cui non è facile stimare la consistenza dei siti museali e archeologici, dei beni culturali, storici e artistici distribuiti sul territorio, il settore turistico non ha ancora compreso l’importanza strategica di tanta ricchezza. Un turismo distratto e irresponsabile spesso ha un impatto negativo sulla conservazione del patrimonio storico-artistico, sulla tutela delle risorse culturali e del territorio. Solo la condivisione degli impegni e delle responsabilità tra visitatori, operatori del settore, comunità ed enti locali può favorire l’adozione di comportamenti appropriati per una corretta fruizione, tutela e valorizzazione dell’immensa ricchezza di arte, natura e cultura custodita dal nostro Paese. 1. Prima di visitare un bene culturale, è importante richiedere e ricevere informazioni sulla storia del sito, sul suo contesto territoriale e antropologico e su tutte le emergenze che lo riguardano. 2. Quando si sceglie un accompagnatore, preferire operatori e guide locali, considerandone i vari livelli di approccio. 3. I visitatori hanno il diritto di conoscere preventivamente, attraverso appositi comunicati e avvisi, l’eventuale chiusura di sale e se una o più opere d’arte siano in prestito o in restauro; analogamente, il prezzo di ingresso e gli orari di apertura e chiusura devono essere affissi in modo chiaro e visibile. Se è prevista la consegna di zaini, borse, sacche, vanno evitate inutili opposizioni: tali regole rientrano a pieno titolo nelle azioni di tutela dei beni. 4. Graffiti e scritte su opere e su muri costituiscono danni gravi al patrimonio culturale e rappresentano gesti incivili e idioti. 5. Non usare mai il flash per fotografare opere d’arte. Prima di fotografare o di filmare, chiedere sempre l’autorizzazione al personale di vigilanza. 6. Qualsiasi problema riscontrato va segnalato alle autorità competenti (Direttore del Museo, Conservatore, Sindaco...). Ogni segnalazione è un contributo alla salvaguardia e alla corretta fruizione dei beni. 7. Tutte le volte che si visita un sito culturale, bisogna tenere a mente che il diritto alla fruizione appartiene anche ai compagni di visita e, soprattutto, alle future generazioni. Evitare, dunque, qualsiasi azione molesta (schiamazzi, movimenti inadatti, vociare eccessivo) o inidonea al luogo. 8. La gastronomia di un luogo è parte integrante della sua storia. Scegliere sempre prodotti locali e piatti tipici. Non consumare i pasti nei luoghi d’arte. Non gettare mai a terra cartacce, cicche di sigaretta o gomme da masticare: molte delle macchie nere che si possono osservare su marmi e pietre sono i segni indelebili di tale incivile abitudine. 9. Per raggiungere i siti culturali, preferire i percorsi pedonali o i mezzi pubblici: il traffico automobilistico è una delle fonti principali di degrado dei beni culturali. 10. Dopo la visita diventare Ambasciatori del luogo: riferire a parenti, amici, cono- 238 Legambiente scenti sulle opere e le architetture visitate, nonché sulla cultura, le abitudini, gli aspetti naturali, storici, antropologici, enogastronomici della realtà in cui è inserito il sito. A tutto questo si aggiunge un’altra importante campagna di Legambiente PiccolaGrandeItalia, la festa nata nel 2003 per valorizzare lo straordinario patrimonio storico-culturale, la ricchezza di paesaggi e natura, di saperi e sapori, di convivialità di migliaia di piccoli comuni, che sono disseminati sul nostro territorio. È nei piccoli comuni che si concentra vasta parte dei nostri beni culturali e alberga l’Italia dei prodotti tipici, delle tradizioni, dell’artigianato artistico. Nel 99,5% dei piccoli comuni si trovano prodotti tipici certificati, qui vengono prodotti il 93% delle DOP e degli IGP accanto al 79% dei vini più pregiati. Per dare un ordine di idee, solo nel Molise, su 135 comuni 123 hanno meno di 5.000 abitanti. 239 MECENATE 90 Mecenate 90, associazione senza scopo di lucro, dal 1989 favorisce la collaborazione tra soggetti pubblici e privati nella valorizzazione dei beni culturali e nella promozione del turismo culturale. Ha predisposto, fra gli altri, i progetti per la riapertura del Palazzo delle Esposizioni di Roma, del Palazzo Ducale di Genova, del Museo di Emilio Greco a Orvieto, della Villa Sorra di Modena, del Forte a Mare di Brindisi, del Convento Celestiniano e del Complesso di Santa Maria dei Raccomandati dell’Aquila, dell’ex area Ansaldo a Milano, delle Officine ICO di Ivrea, dell’ex Convento di S. Placido di Catania, del Castello Colonna di Genazzano, dei Palazzi Scaligeri e dell’ex-Arsenale a Verona. Per ciascuno di questi spazi, su incarico delle Amministrazioni locali, ha predisposto gli studi di fattibilità con il piano economico-finanziario, il modello di gestione, le destinazioni d’uso. Molti progetti sono stati realizzati, come il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Palazzo Ducale di Genova ecc. E’ titolare di due convenzioni, una con l’ANCI e l’altra con l’UPI, per fornire servizi alle Amministrazioni comunali e provinciali per la valorizzazione dei beni culturali e per la promozione dello sviluppo turistico-culturale. E’ titolare di una convenzione con Confindustria e Unioncamere per assistere imprese e associazioni territoriali nella predisposizione di progetti di valorizzazione e gestione di beni culturali, improntati al rapporto pubblico-privato. Ha curato per conto di ACRI (Associazione Casse di Risparmio) il Progetto Sviluppo Sud. Fornisce servizi e assistenza tecnica al CIDAC (Associazione delle città d’arte e cultura). Ha realizzato, su incarico del Ministero per i beni e le attività culturali, il piano di gestione del sito UNESCO Val di Noto e il canale web sui musei della regione Friuli Venezia Giulia. Ha redatto, in collaborazione con Si.T.I., lo studio di fattibilità per la valorizzazione della Reggia di Caserta. Ha promosso la Fondazione CittàItalia per la raccolta di fondi da destinare al restauro dei beni culturali. Elabora progetti di valorizzazione del patrimonio dei beni culturali e del turismo in relazione con lo sviluppo economico territoriale. In particolare ha condotto studi, fra gli altri, per i Comuni di Milano, Ivrea, Novara, Verona, Vicenza, Genova, La Spezia, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Rubiera, Pesaro, Pisa, Lucca, Arezzo, Spoleto, Roma, L’Aquila, Lecce, Caserta, Salerno, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Caltagirone, Noto e Siracusa e per le Province di Vercelli,Torino, Asti, Brescia, Trieste, Vicenza, La Spezia, Arezzo, Livorno, Cagliari, Sassari, Nuoro, Ascoli Piceno, Pesaro, Perugia, L’Aquila,Teramo, Chieti, Pescara, Campobasso, Benevento, Napoli, Salerno, Foggia, Brindisi, Taranto, Lecce, Potenza, Matera,Vibo Valentia, Cosenza, Crotone, Catanzaro, Reggio Calabria, Messina, Palermo, Caltanissetta, Catania, Enna, Agrigento e Siracusa. Ha progettato e realizzato, in collaborazione con il Ministero per i beni culturali e primarie imprese, il PROGETTO MAGNIFICO per promuovere le Eccellenze dell’Italia. Ha predisposto il progetto “Le Vie dei Pellegrini” e “La Via Francigena del Piemonte”. Ha svolto studi per la valorizzazione di Musei e aree archeologiche, per conto di numerose Soprintendenze. Ha organizzato, tra l’altro, la mostra, “I luoghi degli dei”, nel Museo Nazionale e nel Museo della Civitella a Chieti, la mostra di Mirò nel Complesso di Santa Sofia a Salerno. 240 Mecenate 90 Con il Ministero per i beni e le attività culturali e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna ha organizzato l’apertura del Centro per le arti contemporanee di Roma (MAXXI). STRUTTURA Presidente Alain Pierre Elkann Vice Presidente Gabriello Mancini - Fabio Melilli Segretario Generale Ledo Prato Comitato Scientifico Giuseppe De Rita, Giuliano Amato, Giuseppe Galasso e Salvatore Veca Soci: Alpitour, Anci, Anie Confindustria, Autogrill S.P.A., Autostrade Per L’italia, Banca Monte Dei Paschi Di Siena, Bassilichi, Co.Fi.Mer., Confartigianato, Dentsu Italia, Fintermica-Gruppo Jacorossi, Fondazione Carla Fendi, Fondazione Cassa Di Risparmio Di Alessandria, Fondazione La Triennale Di Milano, Fondazione Monte Dei Paschi Di Siena, Fondazione Per L’arte Della Compagnia Di San Paolo, Fondazione Silvano Toti, Fondazione Venezia, Gruppo Fbh, Il Cenacolo, Iulm, La Sicilia Multimedia - Ciancio Sanfilippo, Lottomatica, Lauro.It, Maggiore Group, Minimega, Modigliani Institut Paris-Rome, Mondadori, Orsogril, Poltrona Frau, Rcs Mediagroup, Renzi E Partners, Studio Roscini,Telecom Italia, Terna.,Unioncamere, Upi. 241 SIPBC - SOCIETA’ ITALIANA PER LA PROTEZIONE DEI BENI CULTURALI La SIPBC è un’Associazione senza fini di lucro, politicamente e confessionalmente neutrale che si propone, con l’attività di Soci volontari, di diffondere e di applicare i principi della Convenzione dell’Aja del 14 maggio 1954, relativa alla protezione dei Beni Culturali in situazioni di conflitto armato. La SIPBC si conforma allo spirito della citata Convenzione (e successivi Protocolli), fondato sul principio che i danni ai Beni Culturali, a qualsiasi popolo essi appartengano, costituiscono un danno per l’intera Umanità, in quanto ogni popolo contribuisce alla Cultura mondiale ed ogni Bene Culturale è patrimonio di tutta l’Umanità. Appare chiaro, quindi, come la SIPBC sia strettamente collegata al Diritto Internazionale Umanitario che tutela, appunto i Diritti durante i conflitti armati. I Beni Culturali, come Patrimonio prezioso da tramandare ai posteri vanno sempre tutelati e protetti anche in tempi di pace e, in quest’ottica, nell’esigenza, cioè, del “Posteritati Servare” opera la SIPBC. L’Associazione nasce a Viterbo il 18 aprile 1996, grazie a 60 soci fondatori, animati dal generale Antonio Marcheggiani, primo Presidente Nazionale, oggi Presidente Onorario. La SIPBC si sostiene con le quote dei Soci e con il contributo del ministero per i Beni e le Attività Culturali, ai sensi della L. 534\96. Fa parte, insieme ad altre Società Europee (Austria, Germania, Romania, Spagna e Svizzera) della Lega Internazionale per la Protezione dei Beni Culturali (Lega PBC) di cui è membro fondatore,con lo scopo di indirizzare lo sforzo di tutti verso comuni obiettivi. Ha la sua sede presso l’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario (IIDU) – International Institute of Humanitarian Law (IIHL) di Sanremo. Dal 2003 Presidente Nazionale è il dott. Roberto Conforti, Generale ® dell’Arma dei Carabinieri, già Comandante dello speciale Reparto dell’Arma preposto alla Tutela del Patrimonio Artistico. Il Gen Conforti, per la sua brillante attività in questo prestigioso Reparto. è stato insignito della medaglia d’oro per i Benemeriti dell’arte e della cultura italiana. Il Presidente è affiancato dal Segretario Generale, Gen. Giuseppe Rizzo, da tre Vicepresidenti, da un Consiglio Nazionale e da un Comitato Scientifico. Attualmente l’Associazione annovera nove Sezioni con competenza regionale: Piemonte, Veneto, Toscana, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sezione Giovanile del Lazio. e ventitre delegazioni provinciali. ATTIVITA’ Il 1 agosto 2008 la SIPBC ha stipulato un Protocollo di Intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, concordando “sull’opportunità di dare impulso ad un proficuo rapporto di collaborazione” e demandando le modalità operative alle competenti Direzioni Regionali. Importanti occasioni di confronto e scambio di culture ed esperienze sono i Convegni Internazionali che si svolgono annual- 242 SIPBC - Societa’ Italiana per la Protezione dei Beni Culturali mente dal 1996, cioè dalla fondazione della SIPBC. Fino ad oggi si sono tenuti tredici Convegni (l’ultimo, nel 2008, in Basilicata). Ogni Convegno, nell’arco di circa una settimana, è incentrato su una tematica ed è articolato in modo tale da consentire ai partecipanti, (anche delle Società Europee), la conoscenza dei Beni culturali della Regione Ospite, con visite guidate e incontri con le più prestigiose personalità operanti nel settore dei beni Culturali. . I relativi atti confluiscono in pubblicazioni, distribuite gratuitamente alle Università ed ai laureandi in conservazione dei beni culturali. Nel quadro delineato dall’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, la SIPBC promuove gli sforzi per garantire il trasferimento integro del Patrimonio Culturale – materiale ed immateriale – alle generazioni future. In quest’ottica, la SIPBC si impegna a: - Diffondere, attraverso Convegni, Seminari, Incontri, in sinergia con analoghi organismi e riferimenti istituzionali, i principi contenuti nelle Convenzioni per il rispetto e la salvaguardia dei Beni Culturali, da qualsiasi rischio, sia in tempo di pace che in tempo di conflitti armati. - Adottare ogni possibile iniziativa per qualificare la coscienza collettiva culturale e sensibilizzare l’opinione pubblica nella tutela del Patrimonio dell’Umanità, per evitarne il depauperamento ed il degrado ed assicurarne il trasferimento, integro, alle future generazioni. - Promuovere e condurre specifici Corsi Formativi per la Protezione dei Beni Culturali, soprattutto nell’ambito delle Forze Armate e delle Scuole di ogni ordine e grado. - Sostenere le strutture competenti, a livello nazionale e locale, attraverso raccomandazioni ed interventi, nello svolgimento dei loro compiti per la salvaguardia dei Beni Culturali. - Assicurale al Dipartimento di Protezione Civile la massima collaborazione in caso di calamità. - Garantire i collegamenti con le analoghe Associazioni anche estere per confronti su esperienze tecniche e pratiche. In Molise La Sezione Regionale SIPBC del Molise, istituita come Sezione Periferica di Campobasso, il 18 novembre 2006, ha assunto la giurisdizione regionale il 1 gennaio 2008 ed è iscritta nel Registro Regionale delle Associazioni Culturali del Molise, al n.° 327. L’Associazione ha iniziato la sua attività nel 2007. Conta circa 30 Soci e i risultati ottenuti sono dovuti al loro impegno ed entusiasmo, in quanto sul piano operativo è, talvolta, difficile avere il sostegno economico delle Istituzioni. PROGETTI REALIZZATI - CASE HISTORY - 14 luglio 2007 - Larino (CB) Presentazione ufficiale della SIPBC – Molise in occasione del Gran Gala organizzato dal Comitato Provinciale della Croce Rossa di Campobasso. Il Presidente ha illustrato gli aspetti essenziali dell’Associazione, delineandone storia, contenuti ed idealità. - 4 novembre 2007 - Casacalenda – Sala Consiliare Comunità Montana “Cigno Valle Biferno” Convegno – Tavola Rotonda: La protezione dei beni culturali nelle emergenze (avv. M. Liguori – Presidente Comunità Montana Cigno Valle Biferno”. Dott. G. Alabastro – Delegato provinciale CRI alla Protezione Civile. Arch. G. Giarrusso – Responsabile Regionale Protezione Civile. Gen. G. Rizzo – Segretario Generale SIPBC. Arch. R. Pentrella – Soprintendenza del Molise. Arch. N. Moffa – Presidente Ordine Architetti. Ing. P. Fratangelo – Comandante Provinciale VV. F. di Campobasso). Alla manifestazione, organizzata grazie al contributo finanziario della Comunità Montana 243 SIPBC - Societa’ Italiana per la Protezione dei Beni Culturali “Cigno Valle Biferno” e di altri sponsor locali, gli esponenti delle varie Agenzie interessate al problema hanno esposto le diverse esperienze ed è stato utilissimo ed interessante il confronto. E’ stato, anche, messo in evidenza come la SIPBC possa e voglia assicurare al Dipartimento di Protezione Civile e agli altri Enti interessati la massima collaborazione in caso di calamità, in sinergia con tutte le Agenzie che operano nel Settore, con le quali si condividono intenti ed ideali. - 7 marzo 2008 – Campobasso – Sala Conferenze del Circolo Sannitico Conferenza sul tema: Salvaguardia e conservazione dei beni archeologici Relatore: dott. Ursula THUN HOENSTEIN Specializzata in Paleontologia e Archeozoologia Ricercatrice presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Ferrara La manifestazione è stata realizzata grazie al contributo economico del ROTARY CLUB di Campobasso, con il quale è stata prospettata la possibilità di una futura collaborazione. Oggetto dell’incontro il Sito Paleolitico di “Isernia La Pineta”, nel quale la dott. Thun Hoenstein ha lavorato come corresponsabile nella direzione degli scavi, per conto del Dipartimento di Scienze Geologiche e Paleontologiche dell’Università di Ferrara, sotto la Direzione scientifica del prof. Peretto. La Relatrice ha parlato degli aspetti più interessanti del giacimento che si fa risalire a circa 700.000 anni fa ed è, quindi, il più antico del genere, scoperto quasi per caso nel 1978 e, tuttora oggetto di scavi. Ha fatto notare l’eccezionale buona conservazione dei reperti, litici e calcarici, preziose testimonianze delle attività svolte dall’uomo preistorico e, con il supporto di splendide diapositive, ha illustrato la ricostruzione dell’ambiente biologico della zona, sia a livello fauFig. 1 nistico che flogistico (Fig. 1). - 18 maggio 2008 – Civitacampomarano – Castello Angiolo (sec. XIV) Convegno sul tema: Il restauro e la conservazione dei Beni Culturali. La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con il FAI (Fondo per l’ambiente italiano) Sezione del Molise ed il Centro di Documentazione e Formazione dei Beni Culturali ed Architettonici. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al Patrocinio del Comune di Civitacampomarano, la cui amministrazione opera con grande entusiasmo, sensibilità ed apertura ad ogni iniziativa culturale, tanto che il Castello Angioino è diventato un punto di incontro per manifestazioni di grande spessore. La struttura è, inoltre, sede di una prestigiosa scuola di Restauro, diretta dal prof. Marino e, pertanto, non poteva esserci luogo più adatto per questo convegno. La manifestazione ha avuto inizio con una visita guidata al Castello, a cura dell’arch. Franco Valente, uno dei più prestigiosi storici e studiosi d’arte della nostra Regione, che ha svelato agli ospiti gli angoli più significativi dell’edificio, illustrandone l’utilizzo originario, i restauri che si sono succeduti nel tempo e lo stato attuale. Ha avuto,quindi, inizio il convegno con i saluti del sindaco di Civitacampomarano, dott. Giancarlo Testa e gli interventi del dott. Gerardo Pisapia, responsabile del FAI – Molise e del moderatore, dott. Isabella Astori, Presidente della SIPBC – Molise. Hanno preso, poi, la parola i vari Relatori: L’arch. Giovanna Battista, specializzata in Restauro dei Monumenti, ha illustrato le diverse tecniche comunemente utilizzate e vari esempi di cattivo restauro. 244 SIPBC - Societa’ Italiana per la Protezione dei Beni Culturali L’arch. Michele Coppola, del Centro di Documentazione e Formazione dei Beni Culturali ed Architettonici, ha parlato delle diverse tipologie di Fortificazioni in Epoca Normanna, inserendo il discorso tecnico in un ampio quadro storico ed evidenziando i gravi problemi relativi alla conservazione, sia per Restauri spesso devastanti, sia per incuria nei confronti di beni di altissimo valore storico – artistico. L’arch. Valente, infine, ha parlato del portale del Castello e dello stemma sovrastante, risalendo anche al quadro storico del ‘400 ed evidenziando come il Molise sia stato collegato ai contrasti tra Angioini ed Aragonesi. Si è, poi, soffermato sulla bellissima “Fontana dei Fauni”, posta al centro della corte del Castello, sottolineando come essa si richiami al gusto della cultura romana della metà del quattrocento, soprattutto nei suoi contenuti mitologici e naturalistici (Fig. 2). Fig. 2 - 1 dicembre 2008 Campobasso – Sala conferenze Biblioteca Albino Conferenza sul tema Il patrimonio archeologico del“limes arabicus”: un’eredità da conservare e salvaguardare Relatore : Dott. Gabriella Di Rocco - Archeologa La manifestazione è stata realizzata grazie alla sensibilità e disponibilità dell’Impresa Edile MASCIOLI che ha gentilmente concesso il suo contributo economico. La dott. Di Rocco, dottore di Ricerca e cultore della materia per la Cattedra di Archeologia medievale presso l’Università degli Studi di Cassino, ha contestualizzato le sue argomentazioni in un vasto quadro storico, soffermandosi sulla conquista romana del territorio, fino alla fortificazione della frontiera sud orientale dell’Impero, il Limes, appunto, nel cui vastissimo spazio convivevano zone con funzioni diversificate: insediamenti militari ed aree rurali, stanziamenti per il controllo delle aree commerciali, villaggi sorti attorno alle oasi e grandi insediamenti urbani , che hanno lasciato testimonianze archeologiche di valore inestimabile, patrimonio dell’intera umanità. L’esposizione chiara ed impeccabile della Relatrice è stata arricchita dalla proiezione di immagini stupende di quei luoghi, dove la dott. Di Rocco ha lavorato per lungo tempo come archeologa (Fig. 3). Dal programma fino ad ora svolto, si evince che la SIPBC – SEZIONE REGIONALE Fig. 3 DEL MOLISE, opera un’attenta scelta delle tematiche da trattare e degli argomenti di riflessione, con il duplice obiettivo di divulgare la conoscenza e la necessità di valorizzare e salvaguardare i Beni Culturali del Territorio Molisano, ma anche di informare sul valore inestimabile di quei tesori dell’arte e della cultura, presenti in ogni parte del mondo e che, comunque, come è nello spirito dell’Associazione, ci appartengono, in quanto ogni Bene Culturale non è proprio soltanto del popolo che lo ha prodotto, ma è patrimonio dell’intera Umanità. In quest’ottica l’Associazione continuerà a lavorare, come si evidenzia dal Programma preventivato per il 2009, che sarà realizzato, ancora una volta, grazie alla sensibilità e disponibilità dei vari Sponsor che saranno interpellati. - 20 marzo 2009 – Campobasso – Sala Conferenze Biblioteca “Albino” Conferenza sul tema: Castelli e castellani del Molise Relatore: arch. Franco VALENTE - Maggio 2009 conferenza sul tema: insediamenti fortificati in asia minore Relatore: Prof. Stella PATITUCCI – Università degli Studi di Cassino - Luglio 2009 Convegno: difendiamo i beni culturali del molise dai cattivi restauri - Ottobre 2009 Conferenza sul tema: il paesaggio della casa rurale molisana Relatore: arch. Emilio NATARELLI - Dicembre 2009 Conferenza sul tema: il valore del territorio come conservazione delle sue caratteristiche e sviluppo delle sue potenzialità Relatore: prof. Ada LA BANCA PAOLANTONIO – Liceo Classico “M. Pagano” 245 SIPBC - Societa’ Italiana per la Protezione dei Beni Culturali Dopo le prime esperienze La SIPBC - Sezione Regionale del Molise si propone di lavorare in collaborazione con tutte le Associazioni di Volontariato che operano nel Settore della tutela dei Beni Culturali, con le quali si condividono intenti ed ideali. ELENCO PROGETTI REALIZZATI PROGETTO 14 luglio 2007 Larino (CB) Presentazione Ufficiale della SIPBC 24 novembre 2007 Casacalenda Convegno: Protezione dei Beni Culturali nelle Emergenze 7 Marzo 2008 Campobasso Conferenza: “Salvaguardia e Conservazione dei Beni Archeologici IMPORTO INVESTIMENTO Nessuna Spesa COMUNITA’ MONTANA € 1000,000 “CIGNO VALLE BIFERNO” (circa) (e altri Sponsor) € 590,00 18 maggio 2008 Civitacampomarano (CB) Convegno: Il Restauro e la Conservazione dei Beni Culturali ROTARY CLUB di Campobasso Comune di Civitacampomarano 1 dicembre 2008 Campobasso Conferenza: Il Patrimonio Archeologico del “Limes Arabicus” in Giordania: un’eredità da conservare e salvaguardare € 626.00 IMPORTO ANNUALE COMPLESSIVO € 2216,00 IMPORTO ANNUALE COMPLESSIVO € 2.216,00 246 FONTE FINANZIAMENTO IMPRESA EDILE MASCIOLI E CONTRIBUTO VOLONTARIO DEI SOCI TOURING CLUB ITALIANO Il Touring Club Italiano nasce nel 1894 per iniziativa di un gruppo di ciclisti il cui intento principale è la diffusione della bicicletta, vista come nuovo mezzo alla portata di tutti, simbolo di modernità e motore di diffusione del turismo in tutta la penisola. Libero da qualsiasi legame politico-religioso, il Touring si impegna sin da subito in un’attività di miglioramento e sviluppo concreto delle strade, indispensabili arterie per intraprendere qualsiasi viaggio in una nazione formatasi poco più di 30 anni prima. Piste ciclabili, installazione di cassette mediche e di primo soccorso sulle vie principali, cartellonistica e abbellimento delle stazioni ferroviarie sono solo alcuni dei tantissimi segni lasciati dal TCI in questo primo periodo di storia italiana. Con gli inizi del nuovo secolo la comparsa dell’automobile allarga notevolmente il raggio d’azione. Le iniziative si moltiplicano,l’impegno nella valorizzazione dell’ambiente urbano e naturale si arricchisce,e il Touring Club presenta proposte di istituzione di Parchi Nazionali, progetti di rimboschimento, soluzioni ai nuovi problemi posti dalla viabilità, e con un’intensa attività di sensibilizzazione delle classi politiche,unita a una profonda opera di educazione nei confronti degli italiani, mette in evidenza un interesse generale verso il benessere del paese e non più solo finalità turistiche. Guide, manuali e carte geografiche del Touring nel frattempo si diffondono ovunque, a dimostrazione dell’importanza che la divulgazione delle conoscenze artistiche e culturali, unite alla valorizzazione e alla scoperta dell’Italia, ricoprono per l’associazione. Con il tempo il TCI accresce le sue iniziative facendosi sempre più promotore della scoperta delle bellezze naturali e artistiche più nascoste e meno conosciute d’Italia, anche al fine di regolarizzare i flussi del turismo di massa indirizzati quasi esclusivamente nelle città più grandi e sovraffollate. Attività di consulenza e proposta di piani di sviluppo locale, formazione, studi e ricerche, ma anche organizzazione di viaggi in tutto il mondo e apertura di villaggi turistici rafforzano il ruolo del Touring nel panorama turistico internazionale. I valori principali di salvaguardia dei beni culturali e ambientali, di sviluppo del turismo e di diffusione della conoscenza di paesi, culture e di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli non sono mai cambiati e il Touring continua a portarli avanti nello stesso identico modo anche dopo oltre 115 anni di storia e di battaglie. Da oltre cent’anni il Touring Club Italiano si fa portavoce di valori incentrati al rispetto dell’ambiente culturale e naturale e persegue obiettivi che vanno in questa direzione. Nonostante l’associazione sia nata sul finire del XIX secolo, i valori che ne costituiscono le fondamenta sono ancora di estrema attualità e possono essere riassunti come segue: - Sviluppo del turismo in ogni angolo della penisola, incentivando e sostenendo in particolar modo la scoperta delle bellezze artistico-paesaggistiche meno note e frequentate soprattutto dell’entroterra. - Salvaguardia del vastissimo patrimonio italiano di storia, arte e natura, educando il turista ad una sua responsabile e corretta fruizione e rendendolo consapevole della sua insostituibilità e importanza per le generazioni future. - Conoscenza di paesi e culture e diffusione di uno spirito di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli che porti ad una crescita umana e culturale di ciascun individuo. - Estraneità dell’associazione a qualsiasi manifestazione politica o religiosa e ad alcuno scopo di lucro. 247 Touring Club Italiano ATTIVITÀ La promozione del turismo, la salvaguardia dell’ambiente e la diffusione delle conoscenze e di una cultura consapevole e responsabile del viaggio si concretizzano in una serie di azioni incoraggiate dal Touring Club Italiano e così riassumibili: - Valorizzazione e tutela del paesaggio, degli ambienti naturali caratteristici, di singoli monumenti ed opere d’arte in genere, nonché dei complessi urbanistici di notevole importanza storica, artistica e culturale, in particolare al di fuori dei percorsi e delle destinazioni mete del turismo di massa. - Diffusione di informazioni e conoscenze atte a favorire lo sviluppo del turismo in modo consapevole e responsabile, anche attraverso la formazione e l’aggiornamento di docenti e operatori del settore, nonché attraverso la promozione di incontri e convegni. - Attività di consulenza e promozione di soluzioni per qualsiasi problema collegato al turismo, favorendo il diffondersi di una cultura imprenditoriale del settore più consapevole e qualificata. In particolare proposte di miglioramento dei servizi ricettivi e di quelli collegati al trasporto, alla viabilità e alla circolazione. - Svolgimento di studi e ricerche in stretta collaborazione con le istituzioni universitarie e con le maggiori organizzazioni del mondo economico per monitorare gli aspetti più significativi del viaggio nella società contemporanea identificando i rischi e gli impatti del turismo ma anche le possibili soluzioni per salvaguardare le risorse ambientali e culturali. - Produzione e diffusione di prodotti editoriali, cartografici, riviste, pubblicazioni di carattere scientifico e statistico, nonché di prodotti per qualsiasi tipo di attività turistica. - Promozione, organizzazione e intermediazione di viaggi e soggiorni in Italia e in tutto il mondo. - Attività di costante assistenza e informazione nei confronti dei propri Soci, con ottenimento in loro favore di facilitazioni e agevolazioni per l’acquisto di pubblicazioni e prodotti utili per il turismo, nonché per polizze e assicurazioni adatte a qualsiasi tipo di viaggiatore. L’attività del Touring si esplica inoltre su tutto il territorio nazionale attraverso una serie di reti di volontari, articolate e operanti a vari livelli in diversi settori (Consoli, Consoli Aziendali, Fiduciari Aziendali, Delegati Scolastici, Soci attivi, Soci volontari per il patrimonio culturale). Tra le reti, il Corpo consolare è appunto un organo di collaborazione sul territorio previsto dallo Statuto che, volontariamente e gratuitamente, coopera al raggiungimento delle finalità e allo sviluppo associativo. I Consoli sono attivi nella promozione dell’associazione, nell’organizzazione di incontri e appuntamenti per i soci e nel tenere le migliori relazioni di collaborazione con Enti, Amministrazioni e Associazioni territoriali. I Consoli per il Molise sono il prof. Guido Cavaliere il prof. Aldo Battista di Campobasso. ELENCO PROGETTI E CASE HISTORY Le attività organizzate dal Touring sul territorio sono molteplici, dedicate alle più disparate tipologie di pubblico e ai più diversi interessi, ma tutte accomunate dalla passione e dall’attenzione per cultura, ambiente, storia, valorizzazione locale. Ecco alcuni esempi. La Penisola del Tesoro Attraverso una serie di appuntamenti domenicali si percorrono sia le piste meno battute delle grandi città, sia le località della cosiddetta “Italia minore”, gremite ovunque di opere d’arte e centri storici di straordinario valore e bellezza, con visite guidate nel corso dell’intera giornata. 248 Touring Club Italiano Giornata Touring Appuntamento fisso, a cadenza annuale, di incontro diretto tra l’associazione, i Soci e il territorio. L’appuntamento, che si tiene nel mese di ottobre, coinvolge migliaia di persone contemporaneamente, dai più piccoli agli adulti, e si svolge in diverse piazze italiane, stimolando la voglia di visita, scoperta e crescita culturale. Festival del Turismo Scolastico Il concorso “Classe Turistica”, nato da un’intesa tra il Touring Club Italiano e il Ministero della Pubblica Istruzione, è finalizzato a coinvolgere tutte le classi partecipanti per raccontare il proprio viaggio d’istruzione, promuovendo la propria città o territorio quale meta di turismo scolastico. Volontari per il patrimonio culturale – “Aperti per voi” I “Volontari per il Patrimonio Culturale” sono soci che mettono a disposizione il proprio tempo per consentire l’apertura e dunque la visita di luoghi d’arte altrimenti chiusi al pubblico. Appuntamenti dei Consoli Ogni settimana i Soci hanno la possibilità di partecipare a numerose attività e iniziative organizzate dai Consoli del Touring. Sono appuntamenti estremamente differenziati, ma con il comune obiettivo di rendere partecipi della vitalità dell’associazione, come sempre espressa e manifestata nell’incontro con il territorio e con le bellezze della nostra penisola, regione per regione. Per questo si spazia dalle visite guidate in musei e in luoghi di interesse artistico – culturale, a itinerari enogastronomici, escursioni, concerti e altro ancora. In Molise Bandiere arancioni Dal 1894 il Touring Club Italiano promuove la civiltà del turismo. Tra le tante attività a favore delle ricchezze del nostro paese, Touring seleziona e certifica con la Bandiera arancione i borghi eccellenti dell’entroterra. La Bandiera arancione, istituita nel 1998 in collaborazione con la Regione Liguria, è stata pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita: viene assegnata alle località che non solo godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, ma sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Sono molti i territori coinvolti, su altri lavorerà nel prossimo futuro con l’obiettivo di completare l’Italia, individuando piccole eccellenze in ogni regione. Uno speciale benvenuto è riservato ai Soci Touring nelle località certificate con la Bandiera arancione. In ognuna di esse i Soci possono usufruire in esclusiva di una serie di sconti, vantaggi e piccoli ma significativi “gesti di benvenuto”. Consultando le proposte delle località “arancioni” è possibile creare itinerari comprensivi di degustazioni, rievocazioni storiche, visite guidate e piccoli doni che renderanno l’esperienza di viaggio ancora più speciale. Attualmente in Molise una località è insignita del marchio di qualità turistico-ambientale del TCI. Il Comune di Agnone (IS) ha ricevuto il riconoscimento nel 2002 nell’ambito della collaborazione tra Touring Club Italiano e Sviluppo Italia, attraverso la sperimentazione di alcune applicazioni interprogettuali che in Molise hanno visto il coinvolgimento del Parco Letterario “Francesco Jovine”. Il marchio ha validità biennale e al Comune di Agnone, a seguito delle periodiche verifiche, è stato rinnovato il riconoscimento, in quanto ha mantenuto gli standard quali-quantitativi che ne hanno determinato l’assegnazione. L’iniziativa Bandiere arancioni in Molise è destinata ad ampliarsi in quanto la Regione ha dimostrato concreto interesse nell’applicazione del Modello d’Analisi Territoriale 249 Touring Club Italiano sulla totalità del territorio regionale. Sono in corso di verifica tempi e modalità di implementazione del Programma territoriale in collaborazione con Regione Molise. Attività svolte dal corpo consolare TCI del Molise Organizzazione di una tavola rotonda nella città di Boiano, presieduta dal vice presidente TCI Amedeo Tarsia in Curia, in collaborazione con l’Università del Molise, la Regione Molise e l’Archivio di Stato su turismo e sviluppo delle aree interne. Viaggio in alto Molise con i soci TCI di Napoli in visita al Parco archeologico a Pietrabbondante e, nel comune di Agnone, già bandiera arancione, alla Biblioteca Emidiana e alla Pontificia Fonderia Marinelli. Viaggi organizzati per partecipare alle giornate della Penisola del tesoro TCI a Sulmona, Manfredonia e Benevento. Attività in programma. Escursione alla ricerca dei fossili del matese nella zona sovrastante i comuni di Guardiaregia e Campochiaro. Visita al Museo palentologico di Pietraroia, sul matese in provincia di Benevento. Ottobre novembre 2009 – Settimana su sport turismo e ambiente con la Regione Molise, l’Università degli studi e il CONI Attraverso un Paese e la sua cucina “Attraverso un Paese e la sua cucina” è “un viaggio” che il TCI ha intrapreso – ormai molti anni fa - con l’Unione Ristoranti del Buon Ricordo per promuovere un turismo che valorizzi il patrimonio culturale, la conoscenza dei luoghi, la cultura dell’ospitalità del nostro Paese, nella quale l’eno-gastronomia e i suoi prodotti svolgono un ruolo sempre più importante. Ogni edizione è dedicata ad una Regione; in un’unica sera, ai tavoli degli oltre cento ristoranti dell’Unione in tutta Italia, siedono 10.000 soci e amici del TCI per una cena preparata con i prodotti del territorio regionale. Il Molise stato il protagonista dell’edizione del 2005, al quale come di consueto è stato anche dedicato il piatto in ceramica di Vietri, oggetto di collezionismo, omaggiato a tutti i partecipanti alla cena. Qui Touring La rivista mensile dell’Associazione che raggiunge le case di più di 350.000 Soci, dedica periodicamente spazi di visibilità e comunicazione al territorio del Molise. Da segnalare tra gli approfondimenti più recenti, l’articolo di Qui Touring maggio 2008: “Piccolo è bello. Un capolavoro fondato nel paleolitico, città potenti prima dell’avvento di Roma e capolavori d’arte romanica. Ve lo sareste immaginato in una regione così minuscola?” Iniziative editoriali Tra le numerose iniziative editoriali di Touring Editore è stata edita nel 2006 la Guida Verde d’Italia “Molise”. All’interno: vicende storiche e artistiche, diverse opportunità turistiche, 11 itinerari, 3 percorsi tematici, 100 immagini e 15 mappe che fotografano i paesaggi, città e monumenti. Oltre 500 indirizzi per incontrare la genuinità e ospitalità molisana. Consulenza per la progettazione di un Sistema turistico locale nel territorio di Campobasso Nel settembre 2006 Touring – attraverso il suo Centro Studi – si è aggiudicato un bando di gara promosso dal Comune di Campobasso per la progettazione di un Sistema turistico locale nell’area del capoluogo. Le attività di consulenza e accompagnamen- 250 Touring Club Italiano to fornite all’amministrazione, della durata di oltre un anno, si sono sviluppate in diverse fasi e hanno dato luogo a incontri, convegni e momenti di confronto sulle tematiche dello sviluppo turistico locale e delle strategie di incremento dell’attrattività del territorio. Una prima fase di attività ha riguardato la conoscenza degli specifici attrattori (culturali, naturali e della tradizione artigianale ed enogastronomica) del territorio molisano che dovrebbero diventare elemento di attrattività per il turista; una seconda la ricognizione dei principali operatori locali del settore (ricettività alberghiera ed extralberghiera, fornitori di servizi complementari al turismo ecc.) per verificare la presenza di un tessuto imprenditoriale in grado di supportare lo sviluppo. La terza fase ha riguardato la sensibilizzazione di attori pubblici (Comuni della provincia di Campobasso) e privati sulle opportunità collegate al turismo e sull’importanza di dare vita a un raggruppamento di soggetti che siano portatori di interesse dell’intero territorio (Sistema turistico locale). Infine, l’attività consulenziale si è conclusa con l’indicazione delle modalità operative per la definizione del Sistema turistico locale. 251 U N P L I - UNIONE NAZIONALE DELLE PRO LOCO D’ITALIA L’Unpli, con 6.100 Pro Loco iscritte, costituisce l’unico punto di riferimento a livello nazionale di queste Associazioni, che vantano un totale di circa 600.000 soci. L’Unione, avvalendosi di una struttura radicata e capillarmente presente sull’intero territorio nazionale, si avvia oramai a raggiungere una sua consolidata maturità ed è impegnata nella costruzione di una rete di relazioni con tutti i principali interlocutori di tipo istituzionale, imprenditoriale e con le più importanti realtà dell’associazionismo e del volontariato. Per quanto riguarda gli attori istituzionali, l’Unione vede oggi ampiamente riconosciuto e valorizzato il proprio ruolo sociale da parte del Ministero della Solidarietà Sociale, del Ministero dei Beni Culturali, da quello degli Interni e dalla Presidenza del Consiglio, con i quali intrattiene continui e fruttuosi rapporti di collaborazione. Per quando riguarda il mondo delle imprese, l’Unione lavora in partenariato con importanti realtà italiane ed internazionali. Con riguardo infine alle relazioni nell’area del volontariato e dell’associazionismo, è di grande prestigio e di fondamentale importanza la stretta collaborazione instaurata con ANPCI, sancita dal Protocollo d’Intesa del 2003. Sempre nell’ambito del no-profit, la partecipazione all’Osservatorio Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale ed al Forum Nazionale del Terzo Settore consente di beneficiare di piattaforme comuni di riflessione-collaborazione nonché di un continuo scambio di informazioni con tutte le maggiori Associazioni italiane del settore, tale obiettivo è stato raggiunto grazie all’iscrizione nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale istituito dalla Legge 383/2000. In Molise Il Comitato Regionale UNPLI Molise è una diramazione dei 20 Comitati che fanno capo all’UNIONE NAZIONALE DELLE PRO LOCO D’ITALIA, e a sua volta si avvale dei Comitati Provinciali di Isernia e Campobasso. Il compito principale del Comitato è quello di coordinare ed assistere le Pro loco associate (ben 73 su 86 operanti nel Molise) in connessione con tutte le Pro loco italiane. Il Comitato Regionale è composto da un direttivo (7 membri) che coadiuva il Presidente. I suoi componenti sono eletti tra i rappresentanti delle Pro Loco associate. Il Comitato ha sede presso il Comune di residenza del Presidente e dura in carica 4 anni. Il Comitato oltre a supportare le Pro Loco sotto l’aspetto organizzativo e amministrativo le coordina nella realizzazione dei progetti e degli avvenimenti che organizzano periodicamente. L’UNPLI Molise effettua infatti un supporto importante ad un turismo vivibile e fatto di contatto umano, supporto e faro per quello che potrà essere il turismo in una regione che dovrà essere conservata e rispettata nella sua cultura e nelle sue tradizioni. 252 U N P L I - Unione Nazionale delle Pro Loco D’italia ATTIVITÀ L’UNPLI provvede alla progettazione e gestione di iniziative a livello nazionale cui partecipano le pro loco associate. Tra questi segnaliamo il Servizio Civile che ha permesso nel 2008 ad oltre 2.200 giovani laureati o diplomati di avvicinarsi e collaborare per un intero anno con oltre 800 Pro Loco, attuando progetti di conservazione e divulgazione delle bellezze ambientali ed architettoniche del proprio territorio ed avvicinandosi al mondo del volontariato ed al mondo del lavoro. Nel Molise sono state coinvolte 15 Pro Loco con 35 volontari. PROGETTI REALIZZATI CASE HISTORY Tra i progetti nazionali segnaliamo “Aperto per Ferie”, un progetto finanziato da Ministero delle Politiche Sociali, che ha permesso ad oltre 40 comuni italiani a rischio di spopolamento di ricevere attenzioni e pungoli per lo loro rivitalizzazione, Per il Molise hanno partecipato Castelpetroso e Gambatesa. I risultati sono stati raccolti nella guida “Il turismo dei Sogni”, edita dall’UNPLI. Altre 40 ProLoco in tutta Italia sono state celte per partecipare al progetto “SOS PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE” finanziato dal Ministro delle Politiche Sociali per la conservazione del patrimonio immateriale italiano. Per il Molise hanno partecipato le Pro Loco di Montorio nei Frentani e Roccamandolfi. L’attività dell’UNPLI si esplica anche attraverso il “SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO” che permette ai giovani maggiorenni e fino a 30 anni di età di partecipare a progetti di natura socio-culturale in paesi diversi dal proprio. In Molise ogni Pro Loco ha un perenne “cantiere aperto” per poter sempre trarre dalla quotidianità spunti ed idee per la riscoperta e la salvaguardia di usi e tradizioni da poter trasmettere alle nuove generazioni e riuscire a mantenere vivo il proprio territorio. Nel 2008 l’UNPLI MOLISE ha partecipato alla “Filiera del Bello”, progetto della Regione Molise mettendo a disposizione la propria struttura per la valorizzazione del turismo e della cultura, per la promozione di eventi culturali ed enogastronomici, della salvaguardia del territorio e della sua valorizzazione. In questi anni sono state dunque accumulate esperienze e competenze che potrebbero portare le Pro Loco a gestire i beni culturali che giacciono nei propri comuni in quanto esse sono espressione diretta delle comunità locali. 253 Luoghi d’Arte Statali Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna 254 Chiesa di San Pietro ad Oratorium Capestrano Sezione del Museo archeologico nazionale dell’Abruzzo Campli, Via S.Francesco Museo Nazionale - Castello Piccolomini Celano, Largo Cavalieri di Vittorio Veneto Convento di Sant’Onofrio Campli, Corso Umberto I Museo Archeologico Nazionale sede Le Paludi Celano, località Paludi Cattedrale di Teramo Teramo, Piazza Martiri Della Libertà ABRUZZO Museo d’arte sacra della Marsica Castello Piccolomini - Celano, Largo Cavalieri di Vittorio Veneto Cattedrale Valvense Corfinio Basilica di S. Maria di Collemaggio L’Aquila, Piazzale di Collemaggio Area archeologica di Amiternum L’Aquila, Frazione S.Vittorino MUSPAC - Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea L’Aquila, Via Paganica, 17 BASILICATA Museo archeologico nazionale dell’alta Val d’Agri Grumento Nova, Contrada Spineta Castello di Melfi e Museo nazionale del Melfese Melfi, Via Normanni - Castello Federiciano Area archeologica di San Basilio Muro Lucano, Torrano, Valle degli Orti Area archeologica Vaglio Basilicata, Località Serra Area archeologica Vaglio Basilicata, Località Rossano Museo Nazionale d’Abruzzo L’Aquila, Via Ottavio Colecchi Parco archeologico Venosa, Località San Rocco Area archeologica di Alba Fucens Massa D’Albe, Località Albe Museo archeologico nazionale Venosa, Piazza Castello - Castello Pirro del Balzo Chiesa di San Pietro Massa D’Albe, Alba Fucens Museo Civico Archeologico Sulmona, Corso Ovidio Santuario di Ercole Curino Sulmona, Località Badia Museo Archeologico La Civitella Chieti, Via G.Pianell, 1 Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo Chieti, Via Villa Comunale, 3 Complesso termale romano Chieti, Località Fonte Grande Teatro romano Chieti, Via Asinio Herio Museo archeologico nazionale di Metaponto e area archeologica Bernalda - LocalitàMetaponto, Via Aristea 21 Museo Nazionale ‘Domenico Ridola’ Matera, Via D. Ridola, 24 Museo Nazionale Arte Moderna e Medievale della Basilicata Matera, Piazzetta Pascoli, 1 Palazzo Lanfranchi Museo nazionale della Siritide e area archeologica Policoro, Via Colombo, 8 Area archeologica Tricarico, Contrada Civita Museo dell’Abruzzo bizantino ed alto-medievale nel Castello Ducale di Crecchio Crecchio, Castello Ducale di Crecchio CALABRIA Parco archeologico di Juvanum Montenerodomo, Località Santa Maria del Palazzo Museo archeologico Amendolara, Piazza Giovanni XXIII Santuario Italico Schiavi d’Abruzzo, Località Torre Parco archeologico di Scolacium Borgia, Località Roccelletta Museo archeologico nazionale della Sibaritide Cassano Ionio, Frazione Sibari - Località Casa Bianca Museo Casa Natale di Gabriele D’Annunzio Pescara, Corso Manthonè 255 Parco archeologico di Sibari Cassano Ionio, Frazione Sibari - Località Parco Del Cavallo - Casa Bianca Museo archeologico dei Campi Flegrei Bacoli, Via Castello, 39 (Castello Aragonese di Baia) Complesso di San Francesco d’Assisi Cosenza, Via Grotte, 4 Tomba Agrippina Bacoli, Litorale (adiacente ristorante “Garibaldi”) Caserma “Domenico Moro” Cosenza, Via Plebiscito Chiesa del Pathirion Rossano, Località Patire Castello Carrafa di Santa Severina Santa Severina, Piazza Vittorio Emanuele Torre Cimalonga Scalea, Largo Cimalonga, 7 Torre Nao e area archeologica Crotone, Località Capo Colonna Museo archeologico nazionale Crotone, Via Risorgimento, 14 Castello di Carlo V Crotone, Piazza Castello Fortezza di ’Le Castella’ Isola Capo Rizzuto, Frazione Le Castella Chiesa di San Giovannello Gerace, Via Duca d’Aosta Chiesa di San Francesco d’Assisi Gerace, Piazza delle Tre Chiese Museo nazionale di Locri Epizefiri e aree archeologiche Locri, Contrada Masarà Area archeologica Monasterace, Strada Statale 106 Ionica Museo Archeologico Nazionale Reggio Di Calabria, Piazza De Nava, 26 Area archeologica Rosarno, Piano Delle Vigne Chiesa bizantina ’La Cattolica’ Stilo, Via Cattolica Museo Statale di Mileto Mileto, Via Episcopio Museo archeologico statale Vibo Valentia, Castello Normanno Svevo CAMPANIA Parco archeologico delle Terme di Baia Bacoli, Via Sella di Baia, 22 Teatro di Miseno Bacoli Sacello degli Augustali Bacoli Area Archeologica Cento Camerelle Bacoli, Via Cento Camerelle Parco monumentale di Baia Bacoli Parco archeologico sommerso di Baia Bacoli, Porto di Bacoli Piscina Mirabile Bacoli Scavi di Boscoreale ed Antiquarium Boscoreale, Via Settetermini, 15 (Località Villa Regina) Villa Iovis Capri, Via Tiberio Certosa di San Giacomo Capri, Via Certosa Scavi di Stabia ed Antiquarium Castellammare di Stabia, Via Passeggiata Archeologica Scavi di Ercolano Ercolano, Corso Resina Foro di Liternum Giugliano, Via Circonvallazione esterna Anfiteatro di Liternum Giugliano, Via Varcaturiello Museo Archeologico Nazionale Napoli, Piazza Museo, 19 Area archeologica di Carminiello ai Mannesi Napoli, Vico Carminiello ai Mannesi Palazzo Reale Napoli, Piazza del Plebiscito, 1 Grotta azzurra Anacapri, Accesso dal mare Parco di Capodimonte Napoli, Via Miano, 4 Villa romana di Damecuta Anacapri, Via Amedeo Maiuri Parco e Tomba di Virgilio Napoli, Via Salita della Grotta, 20 Museo e Galleria di Capodimonte Napoli, Via Miano,2 256 Museo Pignatelli Cortes Napoli, Riviera di Chiaia, 200 Area Archeologica Casalbore, Località Pescolatorra e Località Macchia Museo nazionale della ceramica Duca di Martina Napoli, Villa Floridiana - Via Cimarosa, 77 Museo di San Francesco a Folloni Montella, Via S.Francesco Certosa di San Martino Napoli, Largo San Martino Teatro romano Benevento, Piazza Ponzo Telesino Castel Sant’Elmo Napoli, Via Tito Angelini, 20 Castello Medioevale - Museo della Valle Caudina Montesarchio Museo di Capodimonte Napoli, Via Miano, 1 Museo storico archeologico dell’Antica Nola Nola, Via Senatore Cocozza, 2 Museo Archeologico della Penisola Sorrentina “G. Vallet” Piano di Sorrento, Via Ripa di Cassano, Villa Fondi Scavi di Pompei Pompei, Via Villa dei Misteri, 2 Macellum c.d. Tempio di Serapide Pozzuoli, Via Serapide Necropoli monumentale di Via Celle Pozzuoli, Via Celle Area archeologica “Antica Telesia” San Salvatore Telesino, Via Provinciale Museo archeologico dell’antica Allifae Alife, Piazza XIX Ottobre Area archeologica di Cales Calvi Risorta Palazzo Reale e Parco Caserta, Via Douhet, 2/a La Reggia di Caserta Caserta, Via Douet, 2/a Villa romana Cellole, Via S. Limato Ipogei del Fondo Caiazzo Pozzuoli, Via Vecchia Campana Museo archeologico dell’antica Calatia Maddaloni, Via Caudina (Casino Ducale Carafa) Anfiteatro Flavio e Serapeo Pozzuoli, Via Nicola Terracciano, 75 Mausoleo c.d. delle Carceri Vecchie S. Prisco, Via Appia Parco archeologico di Cuma Pozzuoli – Bacoli, Via Acropoli, 1 Anfiteatro Campano e Antiquarium S.Maria Capua Vetere, Piazza I Ottobre Scavi di Oplontis Torre Annunziata, Via Sepolcri Mitreo S.Maria Capua Vetere, Via Pietro Morelli (vicolo Mitreo) Area archeologica Altavilla Irpina, Località Ortolano Antiquarium Ariano Irpino, Via Donato Anzani, 8 (Palazzo Anzani) Area archeologica “Aequum Tuticum S.Eleuterio” Ariano Irpino, Località S.Eleuterio Area archeologica Atripalda, Località Civita Palazzo dell’ex Dogana dei Grani Atripalda, Piazza Umberto Area archeologica Avella, ad est centro storico fino alla Circonvallazione Area archeologica dei Monumenti funerari Avella, Via Basso Quarto Museo archeologico dell’antica Capua Santa Maria Capua Vetere, Via Roberto d’Angiò, 48 Criptoportico - Teatro romano di Suessa Sessa Aurunca, Via Aldo Moro Museo archeologico statale dell’antica Atella Succivo, Via Roma Museo archeologico di Teanum Sidicinum Teano, Piazza Umberto I, 29 - Complesso monumentale Loggione Teatro romano Teano, Località Teatro Romano - Via Pioppeto Area archeologica di Velia Ascea Marina, Contrada Piano di Velia Area archeologica Buccino, Centro Storico 257 Area archeologica Capaccio, Località Foce Sele Museo ed area archeologica di Paestum Capaccio, Via Nazionale Area archeologica Eboli, Località Paterno Museo Archeologico Nazionale di Eboli e della Media Valle del Sele Eboli, Via San Francesco (Castello San Francesco) Area archeologica Lauro Di Nola, Località S. Giovanni In Palco Museo archeologico Santa Maria delle Monache Isernia, Corso Marcelli Area archeologica - Santuario italico e teatro sannitico Pietrabbondante, Località Calcatello Venafro Castello Pandone Venafro, Via Tre Cappelle snc Museo archeologico Venafro, Corso Garibaldi (ex Convento di S. Chiara) PUGLIA Antiquarium ed area archeologica Minori, Villa Romana - Capo Di Piazza, 28 Museo Archeologico Statale Altamura, Via Santeramo, 88 Area archeologica “Antica Aeclanum” Mirabella, Via Nazionale Delle Puglie Castel del Monte Andria, Località Castel Del Monte Area archeologica Nocera Superiore, Località Pareti, Via Pareti Castello Svevo Bari, Piazza Federico II di Svevia, 4 Certosa di San Lorenzo Padula, Viale Certosa, 1 Torre Pelosa Bari, Piazzetta Torre Pelosa Area Archeologica Pontecagnano, Via Stadio Area archeologica di Canne della Battaglia. Sepolcreto e cittadella Barletta, Località Canne della Battaglia Museo Nazionale dell’Agro Piceno Pontecagnano Faiano, Piazza Risorgimento, 24 Antiquarium Sala Consilina, Via Cavour Area Archeologica di Fratte Salerno Museo diocesano Salerno, Piazza Plebiscito Area Archeologica Sarno, Via Beniamino Pastore Palazzo Capua Sarno, Piazza Michelangelo Capua Castello di Conversano Conversano, Corso Morea P.za della Conciliazione Museo Nazionale Archeologico Gioia Del Colle, Piazza dei Martiri Castello Normanno - Svevo Parco archeologico di Monte Sannace Gioia Del Colle, Via per Turi Dolmen di San Silvestro Giovinazzo, Località S.Silvestro Museo Nazionale “Jatta” Ruvo Di Puglia, Piazza Bovio, 35 SARDEGNA MOLISE Castello medioevale Gambatesa, Via Eustachio, 7 Anfiteatro romano Larino, Via Dante, 1 Area archeologica di Altilia e Museo Sepino, Località Altilia Complesso monumentale del Museo di Santa Maria delle Monache Isernia, Via Marcelli, 48 Padiglione Museo del Paleolitico Isernia, Località La Pineta 258 Area archeologica ’Su Nuraxi’ Barumini, Località Su Nuraxi Area Archeologica di Sant’Eulalia Cagliari, vico del Collegio 2 Complesso di San Pancrazio Cagliari, Cittadella dei Musei Piazza Arsenale, 1 Fullonica di Via XX Settembre Cagliari Necropoli di Bonaria Cagliari Sepolcro e grotta della Vipera Cagliari, Viale Sant’Avendrace Villa di Tigellio Cagliari, Via Tigellio Area archeologica ‘Nuraghe Longu’ Tertenia, Località Nuraghe Longu Museo Archeologico Nazionale Cagliari, Cittadella dei Musei Piazza Arsenale, 1 Area archeologica ‘Nuraghe Losa’ Abbasanta, Località Losa Area Archeologica dell’Orto Botanico Cagliari, Viale S. Ignazio 11 Pinacoteca nazionale Cagliari, Cittadella dei Musei Piazza Arsenale, 1 Basilica San Saturnino Cagliari, Piazza S. Cosimo Area archeologica ‘Tharros’ Cabras, Località Tharros Antiquarium Arborense Oristano, piazza Corrias (Coop. La Memoria Storica) Torre Grande Oristano Area archeologica di Monte Sirai Carbonia, Monte Sirai Area Archeologica di Santa Cristina, Paulàtino Paulilatino, Località Santa Cristina Area archeologica di Antas Fluminimaggiore Area archeologica ‘Anghelu Ruju’ Alghero, Località Anghelu Ruju Area archeologica ‘Pranu Muttedu’ Goni, Località Pranu Muttedu Area archeologica ‘Palmavera’ Alghero, Località Palmavera Area Archeologica di Nora Pula, Capo di Pula Area archeologica ‘Santu Pedru’ Alghero, Località Santu Pedru Monte Granatico, Sant’Antioco S. Antioco, Corso Regina Margherita, 113 Villa romana di Sant’Imbenia Alghero, Località Sant’ Imbenia Area archeologica di Sulci - Antica città S. Antioco, Località Sulci Tomba di giganti Li Lolghi e “Coddu Ecchju” Arzachena, Località Coddu Ecchju Parco e Museo archeologico “Genna Maria” Villanovaforru, Piazza Costituzione, 1 Necropoli Li Muri Arzachena, Località Li Muri Area archeologica di Montessu Villaperuccio, Località Montessu Nuraghe Albucciu Arzachena, Località Albucciu Villaggio nuragico Serra Orrios Dorgali, Località Serra Orrios Castello Castelsardo Villaggio nuragico di Tiscali Dorgali, Località Tiscali Basilica Nostra Signora di Saccargia Codrongianos Insediamento di Bruncu Suergiu Genoni, Località Bruncu Suergiu Compendio Garibaldino di Caprera La Maddalena, Isola di Caprera Castello Laconi, Palazzo Marchionale Necropoli ipogeica di Monte Santo Mores, Località Monte Santo Museo speleo-archeologico Nuoro, Palazzo Asproni - Piazza Asproni Pozzo Sacro Sa Testa Olbia, Località Sa Testa Villaggio nuragico Sa Sedda ‘e Sos Carros Oliena Castello di Pedres Olbia Necropoli Ipogeica Sas Concas Oniferi, Località Sas Concas Forte di Monte Altura Palau Fonte sacra Su Tempiesu Orune, Località Su Tempiesu Antiquarium Turritano Porto Torres, Via Ponte Romano, 89 Castello della Fava Posada Città romana Parco Archeologico di Turris Libisonis Porto Torres, Via Ponte Romano 259 Museo del territorio Sassari Museo nazionale archeologico - etnografico ’Giovanni Antonio Sanna’ Sassari, Via Roma, 64 Antiquarium di Monte d’Accoddi ed Area archeologica Sassari, Località Monte D’Accoddi Museo del restauro Sassari, Frazione Li Punti MUSA - Museo Sassari Arte - Pinacoteca Nazionale dell’ex Collegio Gesuitico del Canopoleno Sassari, Via di S. Caterina Complesso romano - altomedievale di S.Filitica Sorso, Località Santa Filitica Area archeologica ‘Mandra Antine’ Thiesi, Località Mandra Antine Area archeologica ‘Nuraghe Santu Antine’ Torralba, Località Santu Antine Complesso nuragico Santu Antine Torralba, Località Santu Antine 260 Via del Collegio Romano, 27 - 00186 Roma Tel. 06.6723.2635 - Fax 06.6723.2538 [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Soprintendente ad interim Angelo Maria Ardovino Referente per il progetto Domenico Vaccaro Via A. Chiarizia, 14 86100 Campobasso Tel. 0874 4271 [email protected] Soprintendenza Archivistica per il Molise Soprintendente Elena Glielmo Referente per il progetto Antonietta Santilli Via Isernia, 15 86100 Campobasso Tel. 0874 310124 [email protected] Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise Soprintendente ad interim Maurizio Galletti Referente per il progetto Claudio Romano Palazzo Iapoce 86100 Campobasso Tel. 0874 4271 [email protected] Archivio di Stato di Campobasso Direttore Daniela Di Tommaso Referente per il progetto Annalisa Carlascio Via Orefici, 43 86100 Campobasso Tel. 0874 90349 [email protected] Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise Soprintendente ad interim Rossella Vodret Referente per il progetto Dora Catalano Palazzo Iapoce 86100 Campobasso Tel. 0874 4271 [email protected] URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico Tel. 06.6723.2980-2990 - Fax 06.6798.441 [email protected] www.beniculturali.it numero verde 800 99 11 99 Elefante antico, circa 700.000 anni fa, Museo del Paleolitico di Isernia Archivio di Stato di Isernia Direttore Luigina Tiberio Referente per il progetto Immacolata Di Perna Corso Risorgimento Palazzo INPDAP 86170 Isernia Tel. 0865 26992 [email protected] CANTIERI APERTI Comunicazione e partecipazione amministrativa 13 - 15 MAGGIO CULTURA A PORTE APERTE Edizioni MP MIRABILIA MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise Direttore Regionale Ruggero Pentrella Coordinatore regionale del progetto Emilio Izzo Piazza Vittorio Emanuele, 9 86100 Campobasso Tel. 0874 43131 [email protected] | molise.beniculturali.it MOLISE Servizio IV - Comunicazione e Promozione Responsabile Antonella Mosca CULTURA A PORTE APERTE - MOLISE Direzione Generale per il Bilancio e la Programmazione Economica, la Promozione, la Qualità e la Standardizzazione delle Procedure Direttore Generale Maddalena Ragni DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL MOLISE