SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
AMESCI
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
NZ 00368
NAZIONALE
I
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
CAMPANIA AIB
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
B – 01
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con
riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei
destinatari e dei beneficiari del progetto:
Descrizione dell’area di Intervento
Il fuoco è uno dei più insidiosi pericoli per i nostri boschi. La distrazione, o peggio, il vandalismo e
l'atto criminale, ogni anno riducono in un pugno di cenere migliaia e migliaia di ettari ricoperti da
verdi e rigogliosi alberi.
Sotto l'aspetto tecnico, gli incendi di cui si discuterà includono sia gli incendi boschivi propriamente
detti sia gli incendi territoriali, cioè l'incendio di pascolo, di incolto, di ex coltivo, di sterpaglia, di
formazione sub forestale. Questa differenziazione, ben lungi dall’essere un mero esercizio lessicale,
serve per comprendere le diversità dei fenomeni calamitosi, che necessitano di tecniche di
approccio e di lotta diverse, che si sviluppano in ambiente completamente diverso, con rischi e
pericoli diversi, con mezzi tecnici da impiegare completamente differenti. Entrambi i tipi di incendio
invece, poiché possono rappresentare un vero pericolo sia per la popolazione che per l'ambiente,
devono essere spenti al loro primo insorgere e nel più breve tempo possibile. La prevenzione è la
strategia principale per poter, quanto meno, tenere sotto controllo il fenomeno degli incendi dato
per scontato che l'incidente o il caso fortuito sono sempre possibili.
Gli incendi conseguono ad un insieme di fattori tra cui alcuni predispongono la possibilità che il
fuoco avvenga mentre altri determinano l'innesco della combustione. I fattori predisponenti sono
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riconducibili alle caratteristiche della vegetazione e ai fenomeni che le fanno assumere condizioni di
secchezza tali da potere bruciare; i fattori di innesco sono, invece,soprattutto legati al
comportamento umano e riconducili ad azioni umane dolose o colpose; oltre il 60% degli incendi si
sviluppa per causa umana:
Figura 1 - Cause e luoghi di innesco (Fonte: Corpo Forestale dello Stato – Anno 2012)
Quale che sia la causa, è innegabile che il fenomeno incendi rimane una piaga ambientale e sociale
che ogni anno si ripresenta con una forza nuova.
Il numero annuo di incendi in Italia è andato crescendo negli anni ’70, mantenendosi inferiore ai
10.000 incendi per anno, aumentando nei decenni successivi rimanendo poi costantemente elevato
(~15.000 incendi) negli anni ’80 e ’90 fino ad arrivare ad una media di incendi per anno ridotta di
circa un terzo rispetto a quella dei due decenni precedenti (periodo di riferimento: 2000 – 2007.
Fonte: Corpo Forestale dello Stato). Nel 2012, ultimo dato ufficiale disponibile nelle more
dell’ufficializzazione dei dati del 2013, sull’intero territorio nazionale si sono verificati 8.274 incendi
boschivi che hanno percorso una superficie complessiva di 130.799 ettari, di cui 74.532 boscati.
Cioè, detto in altri termini, ogni giorno si sono sviluppati circa 23 incendi, quasi uno all’ora. Se è
vero che il dato è confortante rispetto al ventennio 80-90, rimane al di sopra della media rispetto al
periodo preso come riferimento. L’altalenanza di questo totale è, però, una caratteristica strutturale
del fenomeno: il numero di incendi totale aumenta e diminuisce anno per anno mantenendosi
pressoché costante il valore medio.
Figura 2 - Numero di incendi in Italia (1970 - 2012)
Secondo i dati, ancora provvisori, forniti dal Corpo forestale dello Stato, dal primo gennaio al 14
agosto 2013 il numero degli incendi boschivi è diminuito di circa il 58% rispetto al 2012; il totale
annuale degli incendi si è assestato sui 3342 eventi che hanno percorso una superficie complessiva
di 29.478 ettari, di cui 14.151 boscati, evidenziando una sostanziale diminuzione delle superfici
percorse dal fuoco (-60%) rispetto alle medie del periodo 2008 – 2012.
Figura 3 - Andamento della stagione AIB 2012/13. Confronti. (Fonte: CFS)
Il Corpo Forestale dello Stato individua anche la principale ragione di questo calo: le abbondanti
piogge invernali e primaverili che sono arrivate a ridosso della stagione estiva, ma ha sottolineato
che rispetto all’andamento iniziale dei mesi di giugno e luglio, le elevate temperature di inizio
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agosto hanno portato ad un repentino incremento di roghi. Quindi, pur ravvisandosi un netto
miglioramento, lo stesso CFS ne imputa le ragioni a fattori climatici e non ad una risoluzione del
problema che sta comunque percependosi in conseguenza delle azioni di mitigazione messe in
campo per fronteggiare la situazione. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ogni anno
fornisce indicazioni operative e suggerimenti su come affrontare la stagione estiva,ha pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale del 28 giugno 2013 n. 150,le raccomandazioni per un più efficace contrasto
agli incendi boschivi, di interfaccia ed ai rischi conseguenti. Nel comunicato, a rafforzamento di
quanto scritto in precedenza in merito alle riflessioni del CFS, viene evidenziato che il regime di
precipitazioni superiori alla media che ha caratterizzato la stagione invernale 2012-2013, se da un
lato ha mantenuto generalmente molto bassa la probabilità di innesco e di propagazione degli
incendi boschivi, dall'altra ha favorito un abbondante sviluppo della vegetazione. Tale situazione, si
rileva nella nota, si sarebbe potuta ripercuotere sull'andamento del fenomeno incendi boschivi e di
interfaccia (cioè quegli incendi che interessano aree di interfaccia urbano-rurale) della successiva
stagione estiva che, seppur favorito dalle condizioni meteo-climatiche e vegetazionali, è
sicuramente prodotto, nella sua quasi totalità, dalla mano dell'uomo.
E così infatti è stato.
Descrizione del contesto territoriale
La Regione Campania, fino al 14 agosto 2013 (primo report ufficioso del CFS), registrava la quarta
situazione più critica con 183 incendi boschivi, un numero che è poi raddoppiato nella stagione (21
giugno – 30 settembre), consentendo alla Campania di mantenere il suo quarto posto al termine
delle valutazioni statistiche (pur se provvisorie), facendo però registrare un incremento del 50% di
incendi in un mese e mezzo, dato replicato solo dalla Regione Sardegna, che ha vissuto nel 2013 il
suo annus horribilis.
La SMA Campania, società in house della Regione, le cui attività sono finalizzate alla prevenzione e
contrasto degli incendi nelle aree boschive, al risanamento ambientale, al monitoraggio del
territorio e al riassetto idrogeologico ed operante nell’AIB (Anti Incendio Boschivo), ha fornito,
secondo una prima elaborazione delle informazioni disponibili, sul periodo che va dal 29/07/2013 al
22/09/2013, un dato di incendi complessivo (boschivi e non) pari a 1033, inferiore di circa il 50%
rispetto all’anno precedente. Anche la SMA Campania ribadisce, nel suo comunicato ufficiale
successivo alla chiusura della Campagna AIB 2013, che il massiccio calo degli incendi (a fronte dei
2229 eventi dell’anno 2012, ci sono stati 1033 incendi nello stesso periodo del 2013) è imputabile
all’alta piovosità che si è determinata, sottolineando però che
l’efficacia degli interventi di spegnimento ha contribuito a
circoscrivere le aree interessate e a ridurre notevolmente i danni.
Circa le cause d’incendio, la statistica del Corpo Forestale dello
Stato (ultima statistica ufficiale: anno 2012)riferisce una
percentuale di incendi dolosi e colposi che arriva a rappresentare l’
82,75% del totale, un numero in lentissima diminuzione, che si
presume sia stato replicato anche nel 2013.
Le superfici forestali in Campania interessano un totale di 289.068 ettari, pari al 21,26% della
superficie territoriale regionale e al 4,2% di quella italiana; mediamente (riferimento aa. 1995 2005) il fuoco brucia 4.000 ettari di bosco, pari all’1,3% del patrimonio boschivo regionale; nel 2012
sono bruciati 8024,53 ha, nel 2013 (dato ancora provvisorio), “solo” 1000 ha, circa il 0,3% della
superficie, concentrati, però, in una limitata parte della stagione AIB per le ragioni prima viste.
I dati provvisori del Corpo Forestale dello Stato per il 2013 descrivono la situazione rappresentata
nella seguente tabella; la SMA Campania non ha ancora fornito informazioni ufficiali.
Dati Provvisori Anno 2013 – Periodo 01/01/2013 – 31/12/2013
Regione
Campania
Sul totale nazionale
N. eventi
Incendio
366
11%
Superficie Boscata
(ha)
706
5%
Superficie non
boscata (ha)
284
2%
Tabella 1 - Dati di contesto: incendi in Campania. Fonte CFS
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Superficie totale percorsa
dal fuoco (ha)
990
3,4%
Per l’anno 2012, sono invece disponibili anche delle differenziazioni per territorio provinciale, utili a
determinare, in fase di pianificazione, le linee di intervento e la quantificazione della macchina
organizzativa:
Tabella 2 - Specifica degli incendi per singola Provincia (Fonte: Regione Campania - Piano AIB 2013)
Se si osservano i dati disponibili nella serie storica, si nota che il contributo provinciale al totale degli
incendi annuale è differente ed è strettamente legato alle caratteristiche vegetazionali dei singoli
contesti; il peso di ciascuna tipologia di incendio è rappresentata per provincia nella tabella
sottostante, che evidenzia, con più forza, l’incidenza di ogni incendio sul totale provinciale:
Tabella 3 - Incidenza della tipologia di incendio per ogni provincia
Confrontando i dati del 2011 e del 2012 si osserva la seguente situazione:
Superficie Boscata (ha) - % sup. percorsa dal fuoco
Avellino
Benevento Caserta
Napoli
63.002
24.963
47.990
13.841
2,6%
2,5%
5,9%
2012 2,8%
1,09%
1,00%
2,2%
2011 1,3%
289.068 ha
TOTALE CAMPANIA
2,78% (anno 2012)
1,29%(anno 2011)
Salerno
138.272
2,6%
1,5%
Tabella 4 - Incendi Boschivi: superficie boscata e percentuale di superficie percorsa dal fuoco
che evidenzia come tutte le province, indifferentemente, sono obbligate a rispondere all’emergenza
incendi, ogni anno.
La carta del rischio, elaborata sulla serie storica (2000 - 2012) e
riportata a lato, conferma la correttezza del dato riportato
rispetto agli incendi verificatisi nell’anno 2012; tale
carta,aggiornata annualmente, è di primaria importanza per la
pianificazione logistica delle risorse umane e strumentali da
allocare sul territorio durante il periodo di massima pericolosità
ma anche per la prevenzione strutturale (e non strutturale), ad
es. per la realizzazione delle tradizionali fasce tagliafuoco o
cesse verdi e fino al più innovativo fuoco prescritto già attuato
con discreto successo nel parco nazionale del Cilento e Vallo di
Diano (basso salernitano).
Per il calcolo del rischio sono stati interpolati vari livelli
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Figura 4 - Carta del Rischio. (Fonte:
Regione Campania, Settore Foreste,
Caccia e Pesca)
informativi, per tenere in considerazione tutti i fattori che possono influenzare l’accadimento, la
propagazione e lo spegnimento di un incendio (ad es. serie storica degli incendi, pendenze,
altimetria, distanza delle strade, centri abitati, esposizione dei versanti, uso del suolo e vegetazione,
rete stradale e ferroviaria), tenendo in conto le percentuali di incidenza dell’azione azione antropica
sull’innesco degli incendi (vd. Fig. 1).
Contesto naturalistico
La Regione Campania presenta un sistema di aree protette regionali e nazionali a tutela delle specie
e degli habitat; in particolare, sono presenti due parchi nazionali (Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano, Parco Nazionale del Vesuvio), otto parchi regionali (Monti Picentini, Partenio,
Matese, Taburno-Camposauro, Monti Lattari, Campi Flegrei, Fiume Sarno, Roccamonfina - Foce
Garigliano), cinque riserve naturali statali (Castelvolturno, Cratere degli Astroni, Tirone Alto Vesuvio,
Isola di Vivara, Valle delle Ferriere), sei riserve naturali regionali (Foce Sele eTanagro, Foce Volturno
e Costa di Licola, Lago Falciano, Fiume Sarno, Campi Flegrei,Monti Eremita Marzano), ed altre aree
protette di altro tipo (Oasi Bosco di San Silvestro e Bosco Camerine, Area naturale Baia di Ieranto,
Oasi naturale di Monte Polveracchio, Parco naturaleDiecimare, Oasi di Persano). Il sistema di aree
protette sopra riportato viene integrato da uno degli strumenti fondamentali per la conservazione
della biodiversità che è Rete Natura 2000. In particolare, in Campania sono presenti 28 Zone di
Protezione Speciale (ZPS) e 106 Siti di Importanza Comunitaria (SIC),estesi complessivamente su
circa 395.000 ettari. Due delle otto riserve italiane della biosfera (individuate nel Programma
dell’UNESCO MAB, Man and Biosphere), sono in Campania, e sono il complesso Somma-Vesuvio e
l’area del Cilento e del Vallo di Diano.
In estrema sintesi, il 26% della superficie regionale è protetta ed incide sul totale nazionale per una
percentuale del 12%, seconda solo all’Abruzzo (fonte: Osservatorio del Turismo della Campania.
2008), il che rafforza il valore del patrimonio ambientale regionale che è esposto al pericolo di
incendi, aumentandone contestualmente il rischio.
Contesti di dettaglio
La cartografia della Regione Campania riportata in fig.4 evidenzia con immediatezza le criticità del
territorio, che, ad eccezione di alcuni focolai dell’alto casertano, si concentrano nel napoletano
(soprattutto in area cittadina, nel Vesuviano e nella penisola sorrentina), nell’avellinese (zona
Partenio e Picentini, ed alta Irpina) e nel salernitano (zone dei Picentini, del Cilento e del Vallo di
Diano, zona degli Alburni), contesti per i quali si intende operare.
Comprensorio napoletano
La Provincia di Napoli è la Provincia della Campania più popolosa e con i suoi 3.080.254 abitanti è
anche la terza provincia più popolosa d’Italia, nonché la più densamente popolata; si estende su una
superficie di 1.171 km², meno della metà dell’estensione della Provincia Avellinese, ed è interessata
dalla presenza di un Parco Nazionale (Parco Nazionale del Vesuvio, 8.400 ettari, 54 km di sentieri), 4
Parchi Regionali (Monti Lattari, 16.000 ettari e 120 km di sentieri; Partenio, nella sola zona di
Roccarainola 15 ettari e 20 km di sentieri; Campi Flegrei, 2775 ettari a terra e 30 km di sentieri;
Bacino Idrografico del Fiume Sarno, 3476 ettari e 45 km di sentieri), 3 Riserve Naturali Statali (Isola
di Vivara, 32 ettari; Cratere degli Astroni, 250 ettari e 15 km di sentieri; Tirone Alto Vesuvio, 1.005
ettari) ed 1 Regionale (Foce Volturno – Costa di Licola) e 2 aree naturali protette regionali (Baia di
Ieranto ed il Parco Metropolitano delle Colline di Napoli, 2.215 ettari e 30 km di sentieri).
L’accessibilità delle aree è verificata in maniera periodica dal personale addetto (personale
dell’Ente, CFS) per una copertura di circa il 65% delle aree, mentre è ridotta l’attività di sorveglianza
per rimanenti 70 km di sentiero.
In area Napoletana, insiste il Parco Metropolitano delle Colline di Napoli che include il Parco Urbano
dei Camaldoli (istituito nel 1980), parte integrante della Collina dei Camaldoli (485 m slm, il rilievo
più alto della città di Napoli): 135 ettaridi fitto bosco ceduo ed una rete sentieristica percorsa
giornalmente da runners, e cittadini in cerca di frescura o di svago (la zona è ricca di locali per
ristorazione e cerimonie). Al limite occidentale della città, sorge l’Oasi degli Astroni, uno dei pochi
crateri preservati dell’intera area dei Campi Flegrei; la Riserva si estende per una superficie di circa
247 ettari e comprende l’intero edificio vulcanico, e rappresenta, con la sua fitta e diversificata
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copertura vegetazionale che si contraddistingue per l’elevata naturalità e l’ottimo stato di
conservazione, una rarissime area naturaledel territorio napoletano. Nel 2012, l’area protetta degli
Astroni è stata interessata da un incendio (di causa dolosa e colposa) che è perdurato per oltre 3
giorni ed ha interessato una superficie di 40.000 mq di macchia mediterranea (già interessata da un
incendio nel 2008); un incendio di grosse dimensioni ha interessato la zona dei Camaldoli a Napoli, e
proprio all’interno del territorio cittadino un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato a ridosso
del cimitero di Poggioreale.
L’area Vesuviana è, invece, caratterizzata dall’insistenza di un Parco Nazionale che è anche riserva
della Biosfera, ed una riserva naturale statale (Tirone Alto Vesuvio). Una singolarità del Parco è
rappresentata dalla notevole presenza di specie floristiche e faunistiche se si rapporta alla sua
ridotta estensione: sono presenti ben 612 specie appartenenti al mondo vegetale e 227 specie (tra
quelle studiate) appartenenti a quello animale. I camminamenti del Parco sono stati ripristinati nel
triennio 2000-2003 grazie al contributo operativo di 50 risorse dell’Ente Parco e della Cooperativa
Vesuvio Natura e Lavoro; non c’è manutenzione continuativa.
La Riserva Forestale Tirone Alto Vesuvio è posta a salvaguardia della cinta craterica del Vesuvio ed
ha un'estensione di circa 1.000 ettari; l’elevato pregio naturalistico ne ha giustificato la protezione
statale. A fruire del Parco sono sia gli abitanti del comprensorio (stimati in circa 600.000 persone)
sia i turisti italiani e stranieri che intercettano il Vesuvio ed il suo parco negli itinerari dell’area
archeologica vesuviana.
Nel 2012 il comprensorio vesuviano è stato interessato da 36 incendi, per un totale di area percorsa
dal fuoco pari a 830.000 mq (83 ettari), di cui circa il 96% boscato.
La penisola sorrentina si sviluppa invece all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari
occupandone il versante nord-ovest, cioè il versante più boscato e più fruibile stante una pendenza
ridotta, ma pur sempre elevata. La vegetazione è varia, spazia dal Faggio su Monte Faito, alla palma
nana, e alle specie della macchia mediterranea e il bosco misto. Tra il 18 e 19 agosto 2012 a monte
di Castellammare di Stabia si è sviluppato un incendio boschivo che ha devastato la fitta
vegetazione su circa 150.000 mq (15 ettari) di ripido versante nordorientale del Monte Faito,
aumentando il rischio di colate di detrito e fango che puntualmente si sono verificate dopo i primi
eventi piovosi intensi post estivi (13 Settembre 2012). Gli incendi in zona, pur se limitati nelle
dimensioni, sono stati frequenti anche nel 2013, innescati principalmente da incendi di sterpaglie in
fondi agricoli.
Il Parco è frequentato dagli abitanti del comprensorio (stimati in oltre 250.000 persone), da i turisti
della penisola sorrentino-amalfitana, nonché dai turisti “della domenica” dell’area napoletana e alto
salernitana che approfittano della vicinanza e dell’altura per godere della frescura estiva.
Nel comprensorio descritto operano le Associazioni Base Puma, Folgore, I.R.T e R.O.S.S.
L’associazione Base Puma nasce nel 1985 dall’esperienza di un gruppo di radioamatori, infermieri
ed operai che dopo il terremoto del 1980 unirono le loro esperienze professionali, creando un
organizzazione che potesse servire al meglio le persone in difficoltà e specializzandosi in seguito
anche nelle attività dell’AIB; ha una sede a Napoli, a Gianturco, ed una a Casalnuovo (NA) ed
opera su tutto il territorio regionale e nazionale in forza della convenzione con la colonna Mobile
della Regione Campania e dell’iscrizione nelle liste di associazioni del Dipartimento Nazionale, con
5 moduli operativi. L’associazione può fare affidamento, per le proprie attività, su 30 dei 45
volontari iscritti (66%), e 16 risorse giornaliere per le campagne AIB.
L’attività, anche per questa associazione, può essere svolta in qualsiasi contesto regionale e
nazionale, ma è preponderante la presenza a Napoli e nella sua Provincia in cui, come anche
evidenziato dai dati sopra riportati, la perdita di superfici boscate è ridotta rispetto alle altre
province ma è maggiore in percentuale rispetto al totale provinciale. L’attività di avvistamento
boschivo viene effettuata soprattutto in area Camaldoli ed Astroni.
L’associazione Base Puma opera di concerto con l’amministrazione provinciale per l’informazione
e l’evacuazione degli istituti scolastici; effettua formazione per il personale ATA e fornisce i
rudimenti formativi sulla prevenzione degli incendi per gli studenti degli istituti del contesto (15
Istituti scolastici della zona di Gianturco, 10 scuole su Napoli e 5 su Casalnuovo), almeno una
volta all’anno; 5 volte l’anno distribuisce alla popolazione della municipalità a cui afferisce
nonché alla popolazione di Casalnuovo (~190.000 persone) volantini informativi sui buoni
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comportamenti da tenere per limitare l’accadimento di incendi.
Si riportano alcuni dati significativi e riassuntivi dell’area di riferimento:
Superficie
Sentieri
5.240 ha*
75 km
Comuni interessati:
Napoli
(San Giovanni a Teduccio)
Casalnuovo
Popolazione residente:
Operatori agricoli:
Scuole
tipo
Primaria
Secondaria di I grado
Secondaria di II grado
n.
Tot.
187.233 ab
1.500 op.
Tot.
59
29
18
23.600
8.700
5.400
Tabella 5 - Descrizione di comprensorio napoletano (VI Municipalità - Casalnuovo). Fonte: ISTAT 2013
* 5.240 ha = 5.240 ettari = 52.400.000 mq
L’associazione Folgore nasce nel 1992 e dal 2011 è inserita nella colonna mobile Regionale anche
con i moduli antincendio; iscritta anche al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. E’
operativa nello spegnimento, e collabora con la Regione nelle aree in cui si ravvisa l’emergenza;
inoltre con il CFS provvede alla bonifica dei territori percorsi dal fuoco. Durante la campagna AIB
effettua avvistamento incendi in zona vesuviana (usualmente l’attività viene svolta presso i
Comuni di Ottaviano – Somma Vesuviana). Ogni anno effettua una campagna di sensibilizzazione
sui temi delicati della Protezione Civile presso le scuole di Casoria; la campagna comprende tutte
le tematiche dei rischi, dall’idrogeologico, al vesuviano, contemplando anche l’antincendio.
Nel territorio di Casoria l’associazione è l’unica ed effettuare campagne antincendio presso le
scuole. Ha 75 volontari iscritti di cui 27 operativi.
Si riportano alcuni dati significativi e riassuntivi dell’area di riferimento:
Superficie
Sentieri
9.400 ha
75 km
Comuni interessati:
Casoria
Popolazione residente:
Operatori agricoli:
Scuole
tipo
Primaria
Secondaria di I grado
Secondaria di II grado
n.
Tot.
74.514 ab
250 op.
Tot.
25
9
12
7.500
3.600
4.000
Tabella 6 - Descrizione di comprensorio napoletano (Casoria ed Area Vesuviana). Fonte: ISTAT 2013
Il gruppo di Protezione Civile I.R.T. è nato nel 1979 ed ha acquisito lo status di Unità Ausiliaria
della Protezione Civile nel 1984; è delegazione territoriale dell'Associazione Nazionale Vigili del
Fuoco in Congedo (ANVVFC). Ha sede a Torre del Greco, comune della cinta meridionale
vesuviana, interno al Parco Nazionale del Vesuvio e con territorio ricadente nella riserva statale
Tirone – Alto Vesuvio. L’Associazione si è sviluppata fino ad oggi aggregando oltre 80 persone, di
cui 20 operativi. L’associazione è operativa in tutto il territorio ragionale, nazionale ed
internazionale in virtù del riconoscimento attuato con i Vigili del Fuoco in congedo.
Durante la campagna AIB effettua, oltre lo spegnimento nei luoghi in cui è richiesto l’operato
dell’associazione, l’avvistamento incendi in zona vesuviana.
In tempo di pace, effettua campagne di sensibilizzazione ed educazione presso le scuole del
territorio torrese. Il target intercettato sono le scuole secondarie di primo grado (scuole medie) ed
i primi anni delle scuole secondarie di secondo grado (ragazzi dai 10 ai 15 anni). Durante queste
campagne, l’associazione utilizza materiale prodotto ad hoc nonché il materiale prodotto dal CFS.
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Negli ultimi anni sono state intercettate circa 10 scuole; nel 2013 quest’attività non è stata
realizzata per mancanza di risorse.
Attualmente l’Associazione è impegnata nella realizzazione del campo Anch’io sono la Protezione
Civile, progetto sociale organizzato di concerto con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile,
che coinvolge, per 5 giorni, ragazzi della fascia d’età 11-17.
Si riportano alcuni dati significativi e riassuntivi dell’area di riferimento:
Superficie
Sentieri
9.400 ha
70 km
Comuni interessati:
Torre del Greco
Popolazione residente:
Operatori agricoli:
Scuole
tipo
Primaria
Secondaria di I grado
Secondaria di II grado
n.
Tot.
85 382ab
1.000 op.
Tot.
24
10
17
9.600
4.000
5.100
Tabella 7 - Descrizione di comprensorio napoletano (Area Vesuviana - Torre del Greco). Fonte: ISTAT 2013
Il Reparto Operativo Soccorso Stabia (R.O.S.S.) nasce il 18 dicembre 2009; opera principalmente
sul territorio di Castellammare di Stabia e dei Monti Lattari, anche al di fuori di convenzioni
specifiche, come attività di puro volontariato. A fronte degli 80 iscritti, 30 volontari sono
effettivamente operativi. Durante il periodo scolastico l’Associazione organizza incontri con le
scuole incentrati sulla Protezione Civile e sulle pratiche di Antincendio. Nel 2013 sono stati
organizzati 6 incontri, in altrettante scuole superiori, per 100 ragazzi ad incontro, all’interno di un
più vasto programma di reclutamento per le attività dell’Associazione.
Si riportano alcuni dati significativi e riassuntivi dell’area di riferimento:
Superficie
Sentieri
16.000 ha
120 km
Comuni interessati:
Castellammare di Stabia
Popolazione residente:
Operatori agricoli:
Scuole
tipo
Primaria
Secondaria di I grado
Secondaria di II grado
n.
Tot.
64.553ab
3.000 op.
Tot.
19
7
19
7.600
2.800
5.700
Tabella 8 - Descrizione di comprensorio napoletano (Area Sottentina/ Monti Lattari - Castellammare di Stabia). Fonte:
ISTAT 2013
Comprensorio avellinese
La provincia di Avellino è una provincia della Campania di 439.194 abitanti; si estende su un
territorio di 2.791,74 kmq, ed è interessata dalla presenza di 2 Parchi Regionali (Parco Regionale
Monti Picentini, 59.038,00 ha totali, 120 km di sentieri in Irpinia; Parco regionale del Partenio,
14.870 ettari, 300 km di sentieri), 1 Parco Naturalistico (Parco naturalistico Pizzo d’Alvano e Vallo di
Lauro, 7040 ettari e 50 km di sentieri) e 18 SIC e 3 ZPS, senza dimenticare i parchi urbani di interesse
regionale istituiti nel rispetto della legge regionale 17 del 2003 e le oasi naturalistiche del WWF, tra
cui il Parco Materdomini di Aiello del Sabato (area boschiva 75 ettari).
La zona di Contrada/Aiello del Sabato/Mercogliano/Serino è particolarmente interessante visto che
2
in un’area di circa una decina di km insistono il Parco del Partenio, il Parco Urbano Materdomini, il
Parco Del Pizzo d’Alvano e Vallo di Lauro, il Parco dei Picentini. Inoltre, il comprensorio è sovrastato
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dal Montevergine (1480 m slm), area boscata di elevato pregio e meta di turismo naturalistico e
d’occasione(per i week end) e religioso vista l’insistenza sulla cima del Santuario omonimo: 110 km
di sentieri di cui molti contrassegnati dal CAI, percorsi da trekkers d’occasione e da pellegrini.
Il Parco Materdomini di Aiello del Sabato, interessa una vasta area boschiva, ai confini col comune
di Solofra. Il parco urbano è caratterizzato da notevoli emergenze ambientali, come fitti boschi
comunali, che hanno un’estensione di circa 25 ettari. Nell’ambito di tale contesto naturale si colloca
una rete sentieristica che ben si presta a sport di tipo naturalistico (quali corsa campestre, mountain
bike) ed attività turistico ambientali di tipo leggero (escursioni naturalistiche, osservazione della
fauna locale e della macchia autoctona).
Dai giornali locali e nazionali si può ripercorrere il bilancio delle estati 2012/2013: 700 ettari andati
in fiamme in 350 incendi, un morto nel devastante rogo di Lauro ed una piromane arrestata a
Sant’Angelo dei Lombardi. La situazione è stata critica sia a Quindici che a Montoro Inferiore, nel
comune del Vallo di Lauro è andata a fuoco la zona di Pizzo d'Alvano, nota per la frana del 1998;
nella Valle dell'Irno sono andati in fumo decine di ettari alla frazione Piano di Montoro Inferiore
mentre a Casalbore l'incendio ha lambito perfino la zona abitata.
Tra le Associazioni che operano con continuità nel comprensorio prima descritto, c’è l’Associazione
Falchi Antincendio, con sede ad Avellino e Monteforte Irpino (AV).
L’Associazione Falchi nasce nel 1992 proprio con lo scopo primario di fornire un contributo
all’Antincendio Boschivo; ha una sede ad Avellino ed una sede distaccata a Monteforte Irpino ed
opera, in convenzione, da 16 anni, nella colonna Mobile della Regione Campania e, pertanto,
presta i sui servizi su tutto il territorio regionale e se nel caso, anche su territorio nazionale,
poiché iscritta nelle liste delle associazioni presso il Dipartimento di Protezione Civile. A fronte dei
sui 45 iscritti operativi, 15 sono impiegati in attività AIB, cioè il 33% del personale disponibile;
come detto, pur non avendo veri e propri confini territoriali, e considerata l’estensione delle
emergenze incendi in tutto il territorio campano è oltremodo comprensibile, l’associazione, in
tempo di pace e durante la campagna AIB (giugno-settembre) opera principalmente presso il
territorio avellinese attraverso convenzioni “stagionali” con i Comuni del comprensorio per
l’attività di avvistamento incendi (Aiello del Sabato, Contrada, Serino, Montevergine).
L’associazione Falchi ha effettuato campagne AIB nelle scuole a partire dal 1998; le ultime
attività di sensibilizzazione sono state effettuate nel biennio 2007/2008, in collaborazione con le
strutture regionali (STAP e struttura periferica della Protezione Civile Regionale) e, per la
mancanza di risorse non sono state replicate fino al 2013 anno in cui l’associazione ha
partecipato, di concerto con il CFS, ad una campagna di sensibilizzazione e di sicurezza integrata
nelle aree rurali e montane che ha interessato 2 scuole medie di Avellino ed una scuola media di
Monteforte Irpino.
Si riportano alcuni dati significativi e riassuntivi dell’area di riferimento:
Superficie
Sentieri
18.000 ha
135 km
Comuni interessati:
Avellino
Monteforte Irpino
Aiello del Sabato
Popolazione residente:
Operatori agricoli:
Scuole
tipo
Primaria
Secondaria di I grado
Secondaria di II grado
n.
Tot.
69.923 ab
5.000 op.
Tot.
26
12
22
10.400
4.800
6.600
Tabella 9 - Descrizione di comprensorio avellinese (Area Partenio - Vallo di Lauro). Fonte: ISTAT 2013
Comprensorio salernitano
La Provincia di Salerno è la Provincia della Campania più estesa con i suoi 4.954,16km²,
quadruplicando il territorio provinciale napoletano, rispetto a cui, però, la densità abitativa si riduce
di almeno 10 volte, con un numero di abitanti pari a 1.093.453. Il territorio provinciale è interessato
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dall’insistenza del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (15 sentieri naturalistici suggeriti,
per un totale di 50 km di sentieri; 136 sentieri mappati dal CAI per un totale di più di 1000 km di
sentiero), da quattro parchi regionali (il Parco regionale Monti Picentini, 62.200 ettaria terra, il
Parco naturale Diecimare, il Parco regionale Bacino Idrografico del fiume Sarno e il Parco regionale
dei Monti Lattari) con più di 1000 km di sentieri, una Riserva Naturale Statale (la Valle delle
ferriere), due Riserve Naturali Regionali (quella della Foce Sele e Tanagro e quella dei Monti Eremita
e Marzano), e infine le oasi protette del Monte Polveracchio e di Persano. La sentieristica si sviluppa
attraverso più di 5.000 km di rami principali e secondari, di cui l’80% è mappato.
Il Parco Regionale dei Monti Picentini presenta delle particolarità ambientali uniche che richiamano
in zona trekkers e turisti che percorrono i sentieri e le strade interne al parco. L’insistenza di
attrattori turistici quali ristoranti, aree attrezzate, maneggi etc. contribuisce ad aumentare la
frequentazione dell’area soprattutto nei periodi di maggiore fruibilità delle attività all’aperto (aprile
- ottobre).Ricco di boschi di faggio, cerro, acero, ontano, castagno, conserva anche un'area del pino
nero. L’elevato grado di fertilità dei terreni di copertura, unitamente al notevole grado di umidità
legato alla presenza di acquiferi, permette la nascita di una folta, verdeggiante e lussureggiante
vegetazione costituita da varie e pregiate essenze naturali.
I Monti Picentini offrono possibilità pressoché illimitate per l’escursionismo, con oltre 150 km di
sentieri mappati. Numerose combinazioni sono possibili, con traversate, circuiti e anche trekking di
più giorni facendo tappa nei borghi che sorgono alle pendici dei monti. Naturalmente, non mancano
i sentieri più semplici, facilmente percorribili anche per i neofiti. Intercettano facilmente la
popolazione salernitana e dell’area limitrofa (circa 500.000 persone).
Tra le Associazioni che operano con continuità nel comprensorio prima descritto, c’è l’Associazione
Nucleo Protezione Civile di Bellizzi, con sede a Bellizzi (SA).
L’associazione Nucleo Protezione Civile – Bellizzi è membro della PRO.CIV nazionale, a cui la
Regione Campania e la Provincia di Salerno affidano annualmente la campagna di Avvistamento
Incendi Boschivi. 40 volontari iscritti di cui 15 operativi: l’attività specifica di AIB è svolta, in
media, da 2-4 squadre di 2 volontari ciascuna, operanti dalle 8:00 alle 20:00, utilizzando i mezzi
dell’associazione e quelli messi a disposizione dalla Regione Campania.
Tra le attività dell’Associazione quindi spiccano i Campi Scuola, organizzati per i ragazzi delle
scuole medie inferiori (seconde e terze classi) in apposite strutture e site sui Monti Picentini,
interni al Parco Regionale dei Monti Picentini, situato a Nord del comune di Bellizzi. In questi
campi i ragazzi possono conoscere da vicino le attività antincendio ed il valore che esse ricoprono
per la comunità. Si discute di prevenzione, si approfondiscono le tecniche di spegnimento e il
recupero ambientale, sia dal punto di vista pratico che teorico. Da otto anni questa attività viene
realizzata con il supporto del Dipartimento di Protezione Civile ed è, di fatto, la più longeva tra le
attività analoghe effettuate sul territorio italiano. I ragazzi partecipanti, una trentina ad ogni
campo, provengono da diverse parti della Provincia di Salerno.
Il Nucleo Protezione Civile Bellizzi opera inoltre nelle scuole: grazie al lavoro di organizzazione
svolto in questi anni l’Associazione riesce a coprire l’intera offerta scolastica del Comune di Bellizzi
(due scuole elementari ed una scuola media secondaria). Nel 2013 l’Associazione ha effettuato
campagne di sensibilizzazione presso le scuole dei Comuni di Montecorvino Pugliano, Acerno,
Sicignano, Giffoni 6 Casali (per un totale di 15 Istituti)
Si riportano alcuni dati significativi e riassuntivi dell’area di riferimento:
Superficie
Sentieri
62.200 ha
150 km
Comuni interessati:
Bellizzi
Battipaglia
Popolazione residente:
Operatori agricoli:
Scuole
tipo
Primaria
Secondaria di I grado
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n.
Tot.
64.177 ab
2.500 op.
Tot.
13
6
5.200
2.400
Secondaria di II grado
12
3.600
Tabella 10 - Descrizione di comprensorio salernitano (Area Picentini). Fonte: ISTAT 2013
Analisi della domanda e dell’offerta
Come riportato in precedenza, il territorio Campano, stante l’importanza del contesto naturalistico
ed ambientale, richiede uno sforzo sempre maggiore per la lotta agli incendi boschivi.
Il territorio da sottoporre a sorveglianza è elevato: 289.068 ettari di superficie boscata (il 21,26%
della superficie territoriale regionale); 395.000 ettari (26% del territorio regionale), che si
sovrappongono in parte alla superficie boscata, di superficie protetta. A questo, và aggiunta la
superficie non boscata, che pur non incidendo direttamente sul valore patrimoniale delle superfici
ambientali campane, è interessata da incendi che in alcuni contesti provinciali (Napoli ad esempio)
rappresentano la dinamica più diffusa, e che possono estendersi a superfici di maggiore valore,
compreso l’abitato (incendi di interfaccia).
Sia in prevenzione che in emergenza, allo stato attuale l’attività AIB è svolta, con compiti
differenziati, da:
 I Settori Regionali centrali delle Foreste (Foreste Caccia e Pesca - FCP e Piano Forestale
Generale – PFG)
 I Settori Tecnico Amministrativi Provinciali delle Foreste (STAPF e STAF)
 Il Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile sul Territorio (PC)
 La SMA Campania
 Gli Enti Delegati (le Province e le Comunità Montane delegate all’attività AIB dall’articolo 2
della l.r. 11/96 e ss.mm.ii.)
 I Parchi e riserve nazionali e regionali
 Il Corpo Forestale dello Stato
 I Vigili del Fuoco
 I Comuni
 Il Volontariato
Le risorse disponibili, così come riportate nel Piano Antincendio Boschivo 2013, sono:
Personale Regionale
SMA Campania
Enti Delegati
Sub-totali
Corpo Forestale dello Stato
Vigili del Fuoco
Volontari
AV
48
24
262
334
BN
37
33
136
206
CE
45
52
121
218
NA
104
81
57
287
SA
37
81
624
742
TOTALE
271
271
1200
~ 600
~ 150
~ 462
Il volontariato negli anni precedenti è stato utilmente impegnato in tutte le
province,prevalentemente per l’avvistamento e solo alcune associazioni, per il livello delle
attrezzature possedute e di preparazione acquisita, sono state impiegate da alcuni Settori periferici
anche nelle attività di spegnimento in supporto al Servizio Antincendio Boschivo.
I rapporti tra le Associazioni di Volontariato, individuate dal Settore regionale della Protezione
Civile, e i Settori TAPF sono disciplinati secondo le indicazioni e direttive della Deliberazione di
Giunta Regionale n. 2394 del 22/12/2004.
Dal punto di vista associazionistico, attualmente, sul territorio regionale sono attive 71 associazioni
che si occupano di Antincendio Boschivo (fonte: Regione Campania – Anno 2014), un numero che è
diminuito negli anni a causa delle difficoltà economiche della Regione Campania anche in merito a
materie delicate come la protezione civile:
Avellino
TOT
AIB
Centro Direzionale
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Napoli
Associazioni AIB – Regione Campania
Benevento
Caserta
Napoli
TOT
AIB
TOT
AIB
TOT
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Salerno
TOT
AIB
49
7
TOTALE CAMPANIA
20
2
69
2013
14
112
138
2012
25
147
72
2011
23
158
Tabella 11 - Associazioni di Protezione Civile: Situazione
Per ciascun comprensorio di riferimento si riportano le seguenti informazioni:
Comprensorio
Area Napoletana
Area Vesuviana
Area Sorrentina/Monti Lattari
Area Picentini
Area Montevergine (Partenio –
Vallo di Lauro - Picentini)
n.
Associazioni
4
12
2
6
8
60
162
33
84
Personale
esterno
120
194
135
205
123
213
Risorse
Tabella 12 - Distribuzione delle risorse per area comprensoriale (Fonte: Regione Campania, CFS)
Sull’intero territorio regionale operano contestualmente le associazioni e tutti gli organi istituzionali
che ne hanno competenza (Corpo Forestale, Settori Foreste della Regione, Enti delegati).
Le attività messe in campo spaziano dal controllo del territorio tramite monitoraggio dello stesso e
delle diverse attività umane, sia produttive che ricreative, che in esso vengono espletate, allo
spegnimento degli incendi, fino all’informazione e sensibilizzazione diversificata in funzione del tipo
di utente: agli agricoltori, ai cacciatori, ai turisti, ai frequentatori a qualsiasi titolo dell'ambiente
naturale viene rivolta una azione informativa capillare con finalità preventive, prima ancora che
repressive. Agli utenti in età scolare vengono destinate specifiche iniziative volte al coinvolgimento
ed alla sensibilizzazione; mediamente in un anno viene svolta una campagna di sensibilizzazione
mirata per ogni livello scolastico (scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado).
Sul sito della Protezione Civile Nazionale, primo riferimento in ordine di rischio incendio, sono
sempre presenti e consultabili le indicazioni operative e comportamentali da tenere in caso di
incendio.
Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile organizza
annualmente l'iniziativa Campogiovani, di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: nel 2014 sono 522 i posti messi a
disposizione per giovani di età compresa tra i 15 ed i 22 anni, impegnati in attività di formazione ed
esercitazioni pratiche e di simulazione; il Campo è attivo anche in Campania.
Il Corpo Forestale promuove specifiche campagne di informazione e sensibilizzazione del pubblico
che mirano alla formazione di una collettività che partecipi con le Istituzioni alla difesa del
patrimonio comune, che tuteli il suo territorio ed esprima una elevata coscienza ambientale. I
soggetti maggiormente interessati dalle campagne sono i bambini, i docenti e gli agricoltori. Per i
bambini e i docenti sono stati realizzati depliant ad hoc che elencano le norme ed i comportamenti
da seguire per prevenire o contrastare un incendio. Inoltre per i bambini sul sito è stata creata una
sezione "Per i più piccoli" che contiene numerosi giochi educativi sull'antincendio boschivo.
Agli adulti sono rivolte comunque le campagne di informazione e sensibilizzazione elaborate dal CFS
con il supporto di strutture specializzate in comunicazione che ne curano lo studio e l'impostazione,
e diffuse a mezzo stampa e televisione (portate avanti anche a livello nazionale).
Nel triennio 2009-2011, l’Ente Parco Monti Lattari ha organizzato nel territorio di competenza 8
Campi di volontariato, 8 Presidi, 2 Campi di Volontariato internazionale.
Ciascuna Associazione di volontariato, escluse quelle già descritte in precedenza, organizza almeno
una campagna di sensibilizzazione all’anno per le scuole del territorio, approfittando delle prove di
evacuazione, nonché attività per le altre componenti sociali (popolazione, agricoltori). La sintesi
della situazione per l’anno 2013 riporta le seguenti informazioni:
Comprensorio
Comune
Area Napoletana
San Giovanni a Teduccio
Casalnuovo
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Attività presso le
scuole
Attività per la
popolazione
Attività per gli
agricoltori
10 scuole
1 campagna
Nessuna attività
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Casoria
Area Vesuviana
Torre del Greco
Area Sorrentina - Monti Lattari
Castellammare di Stabia
Area Picentini
Bellizzi
Battipaglia
Area Montevergine
Avellino
Monteforte
Aiello del Sabato
8 scuole
Nessuna attività
Nessuna attività
12 scuole
Nessuna attività
Nessuna attività
14 scuole
1 campagna
Nessuna attività
20 scuole
Nessuna attività
Nessuna attività
Tabella 13 - Analisi dell'offerta (Volontariato - a.2013. Indagine sul territorio)
Lo stato dell’arte
La legge quadro sugli incendi boschivi affida alle regioni la competenza in materia di previsione,
prevenzione e lotta attiva agli incendi, mentre allo Stato compete una funzione di indirizzo e di
coordinamento di tali attività. In particolare, al Dipartimento della Protezione civile, attraverso il
Coau - Centro Operativo Aereo Unificato, è affidato il coordinamento dei mezzi della flotta aerea
antincendio dello Stato.
Il Piano Antincendio Boschivo della Regione Campania, riferito all’anno 2013 ed approvato con
Deliberazione di Giunta Regionale n. 299 del 05 agosto 2013 ed a cui si è fatto riferimento per la
stagione AIB 2013, presenta nell’analisi SWOT, effettuata a margine dello studio dei dati del 2012 e
della serie storica (2000-2012), le seguenti debolezze:
- scarsa cura del territorio e abbandono di residui di ogni natura anche vegetali;
- abbandono dei terreni agricoli con sviluppo di vegetazione arbustiva particolarmente
suscettibile a prendere fuoco;
- scarsa preparazione degli imprenditori agricoli nella gestione del fuoco per la pulizia dei
fondi e mancato rispetto delle norme vigenti nel periodo di massima pericolosità;
- età avanzata del personale regionale per la lotta attiva agli incendi.
Sempre in riferimento al piano AIB della Regione Campania, che determina le linee operative delle
Regione stessa, vengono evidenziati, oltre le modalità operative in fase di emergenza, i principi
attuativi per la prevenzione che si distingue, per organizzazione di attività, in diretta ed indiretta.
Nella prevenzione diretta, rientrano i viali tagliafuoco, infrastrutture finalizzate a contenere
l’avanzamento del fronte di fiamma: si tratta di zone a minor densità di vegetazione, la cui finalità è
quella di ridurre il rischio di innesco di incendio e consentire, allo stesso tempo, un intervento di
estinzione con attacco diretto in condizioni di sicurezza e in tempi brevi. Per i viali parafuoco o le
fasce verdi è prescritta una continua manutenzione affinché possano svolgere la loro funzione.
La prevenzione indiretta racchiude tutte le operazioni rivolte alla popolazione, di educazione,
formazione e sensibilizzazione, per evitare comportamenti che possono divenire occasioni di
incendio, in quanto anche il più insignificante comportamento del singolo, soprattutto in periodi di
massima pericolosità, può comportare gravi conseguenze. Non da meno, tale messaggio, come
suggeriscono ancora le linee guida regionali, deve arrivare agli operatori agricoli che, lungi
dall’essere resi responsabili in prima linea, devono: assicurarsi che le operazioni colturali di
bruciatura dei residui vegetali avvenga in giornate non ventose, accatastando i residui laddove essi
sono più lontani da pericoli di propagazione; accertarsi che il fuoco sua estinto prima di allontanarsi
dall’azienda; rispettare rigorosamente le precauzioni contenute nell’art. 6 dell’allegato C della L.R.
11/96 e sempre riportate nel Decreto Presidenziale di massima pericolosità;accertarsi del completo
spegnimento dei fuochi nelle aree a destinazione turistica dei boschi; non buttare a terra sigarette
accese. Questi ultimi due comportamenti devono ritenersi estendibili alla popolazione tutta, che
fruisce del territorio anche solo per un periodo limitato (week end, vacanze, etc.).
In Regione Campania manca una definizione territoriale delle fasce tagliafuoco, che, anche laddove
esistenti, non sono mantenute con continuità; di certo, manca una verifica dello stato dell’arte in
merito alle condizioni di fruibilità delle fasce e quindi della loro reale funzionalità in caso di evento
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di incendio. Questo comporta un appesantimento delle attività emergenziali che non possono
contare sulle possibilità e caratteristiche territoriali per mitigare il fenomeno ma continuano ad
essere limitate alle operazioni di spegnimento canoniche.
Una recente polemica che ha riguardato il contributo statale nella lotta agli incendi boschivi, ha
evidenziato che è prassi governare la risoluzione dell’incendio, anche con l’ausilio dei mezzi dello
Stato, piuttosto che prevenirlo anche attuando politiche di manutenzione del territorio, come il
ripristino delle vie di fuoco (Capo della Protezione Civile, F. Gabrielli, 12/06/2014); il che fa
comprendere come, non potendosi più sostenere economicamente le spese di emergenza anche a
livello statale (che interviene con la flotta aerea se necessario), sia preferibile lavorare in
prevenzione, attuando sul territorio azioni ed attività mirate.
La guerra agli abbruciamenti selvaggi degli agricoltori, invece, è partita anche sul piano legale da
quando, nel 2011, a causa di un incendio cagionato, secondo le accuse, proprio dall’abbruciamento
all’interno di un fondo agricolo si registrò il decesso di un operaio della SMA Campania.
Purtroppo, come è noto, gli incendi possono perdurare anche ben oltre la stagione estiva, con
episodi, anche frequenti, da settembre a dicembre, se persiste una condizione di siccità
autunnale/invernale, come pure possono presentarsi già nel mese di giugno o da gennaio: nel primo
semestre 2014, si sono verificati più di 80 incendi in Campania, per più di 100 ettari di superficie
bruciata (totale boscata e non boscata) (Fonte: CFS).
Negli altri mesi dell’anno il territorio resta principalmente sotto il presidio CFS ed in caso di incendio
in alcuni comprensori non esiste altra forza di spegnimento che le squadre regionali posizionate nei
centri operativi territoriali (COT). Questa situazione determina l’impossibilità di una sorveglianza
diffusa e continuativa dell’area protetta e difficoltà nell’organizzazione degli interventi di
spegnimento. A causa delle problematiche endemiche di carenza di personale e di automezzi
(soprattutto per la sorveglianza delle aree contigue) il Corpo Forestale ha chiesto a gran voce un
maggior numero di vedette e di pattuglie mobili per migliorare il servizio di avvistamento e di primo
intervento, di dotarsi in squadre notturne per il presidio del territorio e di squadre operative
permanenti, per assicurare un intervento più tempestivo sul fuoco.
Pur avendo chiara l’importanza delle azioni di prevenzione per i motivi sopra elencati, attività
capillari e puntuali di informazione verso altre componenti della popolazione (agricoltori, allevatori)
sono realizzate solo dal CFS, ma in maniera diffusa e non particolare, per mancanza di risorse.
La percorribilità delle aree è verificata con periodicità dal personale degli Enti Parco e dagli
operatori del Corpo Forestale dello Stato, anche grazie alla attività collaterali di cui sono competenti
(controllo della caccia, rispetto delle norme etc.); ridotte sono le azioni di verifica della percorribilità
dei rimanenti 500 km di sentieri non turistici fuori dalle aree dei Parchi.
Considerata l’insistenza territoriale delle Associazioni prima citate nei comprensori prima descritti,
le azioni che verranno messe in campo in questo progetto si attueranno nei territori cittadini oltre
che nelle aree boscate di interesse comprensoriale, ferma restando la disponibilità delle
associazioni ad operare in qualsiasi luogo la Regione lo ritenga opportuno.
Analisi del bisogno
La descrizione del contesto prima effettuata, nonché l’analisi dello stato dell’arte, fa emergere
alcune priorità di intervento a cui si vuole dare risposta con questa progettualità.
L’azione, per questi territori, deve essere innanzitutto condivisa e incisiva, e l’abbassamento del
numero di risorse disponibili anche a livello associativo non aiuta. Per questo è necessario
intervenire con risorse aggiuntive, quali quelle provenienti dal Servizio Civile Nazionale.
La descrizione prima effettuata fa emergere due riflessioni:
 la prima, fondamentale, è che le attività di prevenzione devono continuare ad essere
efficaci;
 la seconda è che il numero di risorse disponibili per le attività di AIB stanno aumentando,
ma in controtendenza sta diminuendo il volontariato attivo, facendo diventare la lotta agli
incendi boschivi un lavoro piuttosto che un impegno civico.
Rispetto alla prima riflessione, è noto che la prevenzione, in materia di antincendio, è trasversale,
interessa tutte le componenti sociali, dalle amministrazioni ai singoli cittadini; è noto anche che
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l’approccio verso la prevenzione degli incendi può seguire parallelamente due strade, di cui una
mirata alla prevenzione delle cause e l’altra alla prevenzione degli effetti. La prevenzione delle
cause deve perseguire sia il fattore umano, che è fondamentale considerato che la maggiore
percentuale di incendi è riconducibile a comportamenti scorretti, volontari ed involontari, sia il
fattore strutturale, attuando interventi sul territorio quali l'uso sostenibile delle risorse, la
manutenzione delle strutture e delle infrastrutture, la regolamentazione del turismo. La
prevenzione non strutturale si deve effettuare attraverso un monitoraggio continuo del territorio
attraverso l'opera di vedette o avvistatori che presidiano le zone a rischio in punti strategici, che,
pertanto, va incrementata, con un attenzione particolare ai punti di innesco degli incendi, come le
strade ed i fondi agricoli, le aree di sosta/svago, i sentieri turistici (primo bisogno). Ma è chiaro che
qualsiasi strategia di prevenzione non ha possibilità di successo se non sostenuta dalla
partecipazione di tutta la cittadinanza. Risulta ormai acquisito che la salvaguardia e la tutela dei
boschi e del patrimonio ambientale sono strettamente connesse al grado di civiltà degli uomini e
alla loro cultura. Tutte le attività di contrasto al fuoco, benché tecnologicamente avanzate, o altre
iniziative adottate hanno scarso successo in presenza di una coscienza sociale poco attenta alle
esigenze dell'ambiente in cui si vive. E’, in questo senso, necessario dare impulso a tutte quelle
attività formative ed informative che possono far capire l'importanza del bosco,promuovendo la
consapevolezza che gli uomini e gli alberi appartengono allo stesso contesto naturale e che la salute
degli uni è intimamente correlata con quella degli altri. Ed è fondamentale agire sulle nuove
generazioni, che sono già più sensibili delle precedenti; è un lavoro che avrà i sui benefici nel tempo.
Ed è anche fondamentale agire verso gli operatori agricoli affinché sviluppino una ferma
consapevolezza che le proprie azioni, a partire dalla tenuta dei fondi fino alle pratiche di pulizia,
possano essere causa di fenomeni d’incendi anche di gravissime conseguenze (secondo bisogno).
La prevenzione degli effetti necessita invece di riflessioni diverse in cui sono richieste anche
competenze particolari agli operatori; l’avvistamento è fondamentale, lo spegnimento è
complementare. Gli elementi strutturali di lotta al fuoco (viali tagliafuoco) devono essere funzionali,
cioè devono esistere e devono essere manutenuti; è necessario che anche il “territorio” partecipi
con le proprie potenzialità alla lotta attiva.
Ed è questo il terzo punto sul quale si deve intervenire: la conoscenza dello stato dell’arte in merito
alle strutture “naturali” del territorio è strategica, perché aiuta nella pianificazione e
nell’organizzazione della macchina operativa. Se i viali tagliafuoco sono riconosciuti come uno
strumento naturale di lotta attiva al propagarsi del fuoco, è necessario conoscere:
- la dislocazione della fasce
- il loro stato di manutenzione
ed è anche fondamentale verificare se sul territorio è possibile creare fasce di questo tipo (terzo
bisogno).
In più, la disaffezione verso il territorio, e le stesse difficoltà economiche stanno facendo
pericolosamente arretrare il numero di persone che possono occuparsi di prevenzione secondo i
bisogni prima descritti. E’ fondamentale che si ristabilisca un equilibrio, innanzitutto istituzionale,
che garantisca la continuità operativa agli Enti ed alle Associazioni, e che fiorisca l’interesse per
l’ambiente e la sua incolumità al punto da spingere le nuove generazioni ad occupare posizioni
attive nella lotta agli incendi boschivi, ed a “ringiovanire” la compagine operativa dell’AIB (quarto
bisogno).
La condizione di partenza, in cui si opera e che si vuole migliorare con questo progetto si può
rappresentare con i seguenti Indicatori di Progetto, rappresentati per ciascun comprensorio in cui si
andrà ad operare:
Area Montevergine (Partenio – Vallo di Lauro – Picentini)
Cosa indica
Indicatore
Partecipazione AIB
Copertura del Territorio
Copertura dei Sentieri
Centro Direzionale
Via G.Porzio, Isola E3
80143
Napoli
Indica il numero di risorse mediamente impegnate in attività
AIB nel territorio di riferimento (Comprensorio Avellinese)
E’ indicativo del rapporto tra il territorio da sottoporre a
controllo ed il numero di risorse disponibili
Indica il rapporto tra i km di sentiero e le risorse attualmente
operative e disponibili per il loro monitoraggio e del numero di
giorni dedicato all’attività. E’ indicativo dell’effettivo carico di
lavoro per questa attività.
Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
email: [email protected]
www.amesci.org
Valore Iniziale
336 unità
54 ha/uomo
1 km/uomo
130 gg
Indica il numero di giorni dedicato alla conoscenza dello stato
dell’arte in merito alle fasce tagliafuoco
Indica il numero di azioni dedicate alla sensibilizzazione della
popolazione agricola per l’attuazione in loco di comportamenti
Copertura agricola
sostenibili
Indica il rapporto tra il numero di campagne di sensibilizzazione
Copertura scolastica
scolastica ed il numero di Istituti di interesse comprensoriale
Tabella 14- Indicatori di controllo del progetto (Comprensorio Avellinese)
Conoscenza delle Fasce
Area Napoletana
Cosa indica
Indicatore
Indica il numero di risorse mediamente impegnate in attività
Partecipazione AIB
AIB nel territorio di riferimento (Comprensorio Napoletano)
E’ indicativo del rapporto tra il territorio da sottoporre a
Copertura del Territorio
controllo ed il numero di risorse disponibili
Indica il rapporto tra i km di sentiero e le risorse attualmente
operative e disponibili per il loro monitoraggio e del numero di
Copertura dei Sentieri
giorni dedicato all’attività. E’ indicativo dell’effettivo carico di
lavoro per questa attività.
Indica il numero di giorni dedicato alla conoscenza dello stato
Conoscenza delle Fasce
dell’arte in merito alle fasce tagliafuoco
Indica il numero di azioni dedicate alla sensibilizzazione della
popolazione agricola per l’attuazione in loco di comportamenti
Copertura agricola
sostenibili
Indica il rapporto tra il numero di campagne di sensibilizzazione
Copertura scolastica
scolastica ed il numero di Istituti di interesse comprensoriale
Tabella 15 - Indicatori di controllo del progetto (Comprensorio napoletano)
Area Vesuviana
Cosa indica
Indicatore
Indica il numero di risorse mediamente impegnate in attività
Partecipazione AIB
AIB nel territorio di riferimento (Comprensorio Napoletano)
E’ indicativo del rapporto tra il territorio da sottoporre a
Copertura del Territorio
controllo ed il numero di risorse disponibili
Indica il rapporto tra i km di sentiero e le risorse attualmente
operative e disponibili per il loro monitoraggio e del numero di
Copertura dei Sentieri
giorni dedicato all’attività. E’ indicativo dell’effettivo carico di
lavoro per questa attività.
Indica il numero di giorni dedicato alla conoscenza dello stato
Conoscenza delle Fasce
dell’arte in merito alle fasce tagliafuoco
Indica il numero di azioni dedicate alla sensibilizzazione della
popolazione agricola per l’attuazione in loco di comportamenti
Copertura agricola
sostenibili
Indica il rapporto tra il numero di campagne di sensibilizzazione
Copertura scolastica
scolastica ed il numero di Istituti di interesse comprensoriale
Tabella 16 - Indicatori di controllo del progetto (Comprensorio napoletano)
Area Sorrentina – Monti Lattari
Cosa indica
Indicatore
Partecipazione AIB
Copertura del Territorio
Copertura dei Sentieri
Conoscenza delle Fasce
Copertura agricola
Copertura scolastica
Centro Direzionale
Via G.Porzio, Isola E3
80143
Napoli
Indica il numero di risorse mediamente impegnate in attività
AIB nel territorio di riferimento (Comprensorio Napoletano)
E’ indicativo del rapporto tra il territorio da sottoporre a
controllo ed il numero di risorse disponibili
Indica il rapporto tra i km di sentiero e le risorse attualmente
operative e disponibili per il loro monitoraggio e del numero di
giorni dedicato all’attività. E’ indicativo dell’effettivo carico di
lavoro per questa attività.
Indica il numero di giorni dedicato alla conoscenza dello stato
dell’arte in merito alle fasce tagliafuoco
Indica il numero di azioni dedicate alla sensibilizzazione della
popolazione agricola per l’attuazione in loco di comportamenti
sostenibili
Indica il rapporto tra il numero di campagne di sensibilizzazione
scolastica ed il numero di Istituti di interesse comprensoriale
Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
email: [email protected]
www.amesci.org
0
0
38%
Valore Iniziale
180 unità
29 ha/uomo
1,3 km/uomo
130 gg
0
0
28%
Valore Iniziale
356 unità
27 ha/uomo
0,8 km/uomo
100 gg
0
0
21%
Valore Iniziale
168 unità
95 ha/uomo
1,4 km/uomo
100 gg
0
0
35%
Tabella 17 - Indicatori di controllo del progetto (Comprensorio napoletano)
Area Picentini
Cosa indica
Indicatore
Indica il numero di risorse mediamente impegnate in attività
Partecipazione AIB
AIB nel territorio di riferimento (Comprensorio Napoletano)
E’ indicativo del rapporto tra il territorio da sottoporre a
Copertura del Territorio
controllo ed il numero di risorse disponibili
Indica il rapporto tra i km di sentiero e le risorse attualmente
operative e disponibili per il loro monitoraggio e del numero di
Copertura dei Sentieri
giorni dedicato all’attività. E’ indicativo dell’effettivo carico di
lavoro per questa attività.
Indica il numero di giorni dedicato alla conoscenza dello stato
Conoscenza delle Fasce
dell’arte in merito alle fasce tagliafuoco
Indica il numero di azioni dedicate alla sensibilizzazione della
popolazione agricola per l’attuazione in loco di comportamenti
Copertura agricola
sostenibili
Indica il rapporto tra il numero di campagne di sensibilizzazione
Copertura scolastica
scolastica ed il numero di Istituti di interesse comprensoriale
Tabella 18 - Indicatori di controllo del progetto (Comprensorio salernitano)
Valore Iniziale
289 unità
200 ha/uomo
1,2 km/uomo
100 gg
0
0
54%
Sulla base di quanto scritto in precedenza, è chiaro che il progetto che qui si presenta agirà sui
quattro bisogni descritti, rivolgendosi direttamente a:
 circa 2.000 dei 9250 alunni delle 37 scuole di ogni ordine e grado dei Comuni del
comprensorio avellinese (area Partenio – Vallo di Lauro) non ancora coperte dalle attività
di sensibilizzazione (a partire dalla scuole primarie), ed, in particolare, i 650 studenti delle
quinte classi superiori, per i quali, quindi, si definirà un percorso di sensibilizzazione
strutturato a seconda del target;
 circa 2.000 dei 33.300 alunni delle 112 scuole di ogni ordine e grado della VI municipalità
del Comune di Napoli, del Comune di Casalnuovo e di Casoria non ancora coperte dalle
attività di sensibilizzazione (a partire dalla scuole primarie), ed,in particolare, per 1.200 dei
2.250 studenti delle quinte classi superiori, per i quali, quindi, si definirà un percorso di
sensibilizzazione strutturato a seconda del target;
 circa 2.000 dei 10.000 alunni delle 40 scuole di ogni ordine e grado del Comune di Torre
del Greco, non ancora coperte dalle attività di sensibilizzazione (a partire dalla scuole
primarie), ed, in particolare, i 1.250 studenti delle quinte classi superiori, per i quali,
quindi, si definirà un percorso di sensibilizzazione strutturato a seconda del target;
 circa 2.000 dei 8.100 alunni delle 27 scuole di ogni ordine e grado del Comune di
Castellamare di Stabia, non ancora coperte dalle attività di sensibilizzazione (a partire dalla
scuole primarie), ed, in particolare, i 1.000 studenti delle quinte classi superiori, per i
quali, quindi, si definirà un percorso di sensibilizzazione strutturato a seconda del target;
 circa 2.000 dei 4.000 alunni delle 14 scuole di ogni ordine e grado dei Comuni di Bellizzi e
Battipaglia, non ancora coperte dalle attività di sensibilizzazione (a partire dalla scuole
primarie), ed, in particolare, i 540 studenti delle quinte classi superiori, per i quali, quindi,
si definirà un percorso di sensibilizzazione strutturato a seconda del target;
 la superficie boscata del comprensorio avellinese, napoletano (incluso l’area Vesuviana),
dei Monti Lattari (zona sorrentina), dei Picentini, rispetto alla quale si intensificano le
attività di avvistamento (110.840 ettari);
 gli operatori agricoli, delle aree prima descritte, stimabili in circa 13.250 unità;
 circa 650 km di sentieri inclusi nelle aree prima descritte per i quali si intende verificare la
percorribilità e, di conseguenza, assicurare la praticabilità da parte degli operatori di
avvistamento e spegnimento durante la stagione dell’AIB.
Le attività del progetto avranno delle ricadute indirette su tutto un insieme di soggetti, che sono:
 tutti gli altri operatori di AIB, che potranno godere comunque di una situazione
sentieristica ottimale facilitando le operazioni da terra (e conseguentemente limitare
l’utilizzo dei mezzi aerei, con ovvi benefici per tutta la collettività);
 la collettività avellinese, salernitana e napoletana, in particolare quelle delle aree prima
descritte, che apprenderà, in passivo, le lezioni impartite ai propri figli grazie alla
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Via G.Porzio, Isola E3
80143
Napoli
Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
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www.amesci.org

Centro Direzionale
Via G.Porzio, Isola E3
80143
Napoli
sensibilizzazione scolastica;
l’intera collettività della Regione Campania, che beneficerà del ridotto numero di incendi,
dovuto ad un incremento ma soprattutto all’ottimizzazione del servizio di avvistamento.
Tel: 081.19811450
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7) Obiettivi del progetto:
L’obiettivo principale del progetto è, pertanto, quello di limitare l’accadimento di incendi boschivi,
attraverso il soddisfacimento dei seguenti obiettivi specifici:
1) ottimizzare le attività di antincendio boschivo, attraverso:
 potenziamento della partecipazione civica
 incremento dell’avvistamento
 miglioramento della conoscenza del territorio
2) migliorare la percezione dell’emergenza, attraverso:
 sensibilizzazione dei giovani in età scolare
 sensibilizzazione delle componente agricola
Primo Obiettivo Specifico
La prima azione (potenziamento della partecipazione civica) mira a incrementare il numero di
giovani che prestano il loro tempo alle attività di avvistamento incendi, tramite incontri specifici
presso i complessi scolastici; è destinato agli studenti degli ultimi anni degli istituti superiori. Le
attività mirano a coinvolgere, in maniera fattiva almeno il 5% della popolazione scolastica
individuata in target, ed aumentare così l’intero corpus di volontari che opera sui territori.
La seconda azione (incremento dell’avvistamento) mira ad aumentare il servizio di avvistamento
degli incendi boschivi, proponendosi di aumentare la copertura del territorio grazie al contributo
delle maggiori risorse.
La terza azione (miglioramento della conoscenza del territorio) ha lo scopo di monitorare lo stato dei
sentieri edelle fasce tagliafuoco presenti, al fine di assicurare la praticabilità nella stagione dell’AIB
nonché facilitare la programmazione degli interventi di pianificazione e di manutenzione.
La condizione di arrivo, dopo l’attuazione delle azioni esposte, può essere descritta dai seguenti
valori di progetto, riportato poi nel dettaglio per singolo comprensorio ed area di lavoro:
Valore di partenza
NA
SA
+ 245
+39 unità
+ 50 unità
unità
Indicatore
AV
Partecipazione AIB
Copertura del
Territorio
Copertura dei
Sentieri
Conoscenza delle
fasce
AV
375 unità;
+ 10%
Valore finale
NA
949 unità;
+ 26%
SA
339 unità;
+ 15%
- 6ha/u
- 9 ha/u
- 17 ha/u
48ha/u
32 ha/u
183 ha/u
- 0,2 km/u
- 0,5 km/u
-0,6 km/u
0,8 km/u
1,0 km/u
0,65 km/u
+ 30 gg
+ 30 gg
+ 30 gg
160 gg
130/160 gg
130 gg
+ 30 gg
+ 30 gg
+ 30 gg
30 gg
30 gg
30 gg
Tabella 19 - Primo Obiettivo specifico: valori finali degli Indicatori di Controllo
Secondo Obiettivo Specifico
L’azione proposta mira a promuovere le buone pratiche per preservare l’ambiente dall’accadimento
di incendi colposi attraverso degli incontri mirati con la popolazione scolastica e tarati sull’effettivo
target (sensibilizzazione dei giovani in età scolare), nonché per la popolazione agricola
(sensibilizzazione delle componente agricola). A supporto di questa attività, verranno realizzati degli
opuscoli informativi, a seconda del target di riferimento, di modo da, sia mantenere viva
l’attenzione anche al di fuori dell’orario scolastico ed investire di interesse anche i genitori, sia per
avere un riferimento operativo stabile per le pratiche di pulizia e di gestione dei fondi agricoli, oltre
che le possibili sanzioni a cui i soggetti possono essere sottoposti per una gestione/pratica sbagliata.
La condizione di arrivo, dopo l’attuazione delle azioni esposte, si descrive come segue:
Indicatore
Copertura scolastica
Copertura agricola
Contesto di riferimento
AV
+ 1 campagna
+ 1 campagna
NA
+ 1 campagna
+ 1 campagna
Tabella 20 - Indicatori di progetto. Incrementi attesi
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SA
+ 1 campagna
+ 1 campagna
Indicatore
Copertura scolastica
Copertura agricola
Area
Montevergine
(AV)
59%
1
Area
Napoletana
(NA)
34%
1
Area
Vesuviana
(NA)
41%
1
Area
Sorrentina
(NA)
60%
1
Area
Picentini
(SA)
100%
1
Tabella 21 - Secondo Obiettivo specifico: valori finali degli Indicatori di Controllo
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste
dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le
risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Il raggiungimento degli obiettivi predetti può risolversi attraverso il seguente complesso di azioni ed
attività, descritte e poi elencate, per ogni obiettivo specifico.
Primo Obiettivo Specifico: ottimizzare le attività di antincendio boschivo
Azione A: Potenziamento della partecipazione civica
L’azione si esplica attraverso una fase preliminare organizzativa in cui effettuare incontri di
concertazione con tutte la parti interessate (istituti scolastici, enti istituzionali, associazioni etc.) in
cui condividere le argomentazioni e le modalità di reclutamento (Attività A.1: Organizzazione
preliminare). A questo segue una fase esecutiva in cui vengono organizzati gli incontri con il target
di progetto; si ipotizza un incontro per massimo 100/150 studenti per un totale di 10 incontri per
ciascuna associazione (Attività A.2: Incontri con gli studenti).
Azione B: Incremento dell’avvistamento
L’azione si esplica prima e durante l’intero arco della campagna AIB (generalmente giugnosettembre) e viene effettuata da squadre di volontari per l’avvistamento disponibili in numero non
minore di 3 unità per ciascuna squadra. Le squadre sono operative, in due turnazioni di 6 ore
ciascuna, per tutto l’arco della giornata (8 - 20). L’azione si scompone in una fase organizzativa
(Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB) ed una esecutiva (Attività B.2: Esecuzione della
campagna AIB). Durante le due fasi si preparano e poi si compilano schede di resoconto delle
attività.
Azione C: Miglioramento della conoscenza del territorio
L’azione si esplica in due fasi distinte. Nella prima fase (Attività C.1: Monitoraggio dei sentieri) si
organizzano squadre di volontari per verificare e contestualmente conoscere la percorribilità dei
sentieri del territorio. Per tutti i contesti, l’attività viene svolta in 130 giorni, da squadre di almeno 2
volontari cadauna a copertura di, al minimo, 2,5/5 km di sentiero per squadra. Al termine delle
attività di controllo, si redige un resoconto rispetto al quale gli Enti preposti organizzano le attività
per il ripristino eventuale della percorribilità. Nella seconda fase (Attività C.2: Valutazione dei viali
tagliafuoco) si procede alla propedeutica verifica dell’esistenza dei viali o di infrastrutture siffatte,
attraverso indagini specifiche, anche in loco; successivamente si provvede ad effettuare un
sopralluogo mirato a verificarne lo stato di manutenzione. Al termine del sopralluogo e dell’indagine
della sottofase precedente, si redige un resoconto operativo da condividere con gli Enti preposti per
le proprie attività di pianificazione e/o di manutenzione.
Secondo Obiettivo Specifico: migliorare la percezione dell’emergenza
Azione D: sensibilizzazione dei giovani in età scolare
L’azione si esplica attraverso una fase preliminare organizzativa in cui effettuare incontri di
concertazione con tutte la parti interessate (istituti scolastici, enti istituzionali, associazioni etc.)
dove condividere le argomentazioni, i contenuti dell’informazione, e la preparazione del materiale
informativo (Attività D.1: Organizzazione preliminare). A questo segue una fase esecutiva in cui
vengono organizzati gli incontri con il target di progetto; si ipotizza un incontro ogni 100 studenti
per un totale di 20 incontri per ciascuna associazione (Attività D.2: Incontri con gli studenti).
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Via G.Porzio, Isola E3
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Azione E: sensibilizzazione della componente agricola
L’azione si esplica attraverso la realizzazione di una campagna rivolta al target specifico degli
agricoltori operanti sul territorio attraverso materiale informativo consegnato direttamente
attraverso incontri pianificati porta a porta. La brochure verrà stilata in dei focus group che
vedranno la partecipazione dei volontari dell’Associazione e da alcuni rappresentati delle categorie
target (Attività E.1: Organizzazione preliminare). Il materiale informativo verrà poi stampato e
distribuito capillarmente (Attività E.2: Distribuzione delle informazioni). A distanza di due mesi dalla
fine della campagna verranno fatte delle telefonate e delle visite di follow up per verificare
l’apprendimento delle pratiche virtuose contenute nel materiale informativo (Attività E.3:
Risultanze).
Le attività sono di seguito riportate in maniera dettagliata:
Primo Obiettivo Specifico: ottimizzare le attività di antincendio boschivo
Azione A: Potenziamento della partecipazione civica
Attività A.1: Organizzazione preliminare
Contatto con le parti (Scuole, Associazioni, Enti competenti) e riunioni
Condivisione delle argomentazioni e modalità di reclutamento
Preparazione del materiale informativo e di relazione
Attività A.2: Incontri con gli studenti
Scelta dei luoghi e delle date
Disponibilità dei relatori
Effettuazione degli incontri
Raccolta Adesioni ed Iscrizioni
Azione B: incremento dell’avvistamento
Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB
Contatto con le parti (Regione, Associazioni del territorio, Enti competenti)
Suddivisione del territorio in aree omogenee su supporto cartografico
Definizione squadre operative ed assegnazione aree di competenza
Turnazioni
Preparazione scheda resoconto
Attività B.2: Esecuzione della campagna AIB
Copertura del territorio assegnato
Segnalazioni situazioni emergenziali
Collaborazione al superamento eventuali situazioni di pericolo (rimozione, pulizia, etc.)
Compilazione resoconto attività
Azione C: Miglioramento della praticabilità del territorio
Attività C.1: Monitoraggio dei sentieri
Concertazione con gli Enti competenti e le associazioni del territorio
Preparazione del materiale cartografico di supporto
Organizzazione delle squadre operative e delle turnazioni; assegnazione delle sezioni di
competenza
Preparazione del template per i resoconti
Effettuazione del servizio di controllo
Compilazione resoconti
Definizione cartografie dei sentieri
Attività C.2: Valutazione dei viali tagliafuoco
Concertazione con gli Enti competenti e le associazioni; comunicazione dell'attività
Verifica dello stato dell’arte
Primo resoconto di attività: individuazione delle fasce
Organizzazione squadre di osservazione
Effettuazione del controllo
Resoconto finale di attività: Compilazione resoconti
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Napoli
Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
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Secondo Obiettivo Specifico: migliorare la percezione dell’emergenza
Azione D: Sensibilizzazione dei giovani in età scolare
Attività D.1: Organizzazione preliminare
Contatto con le parti (Scuole, Associazioni, Enti competenti) e riunioni
Condivisione delle argomentazioni e modalità di reclutamento
Preparazione del materiale informativo e di relazione differenziato per utente
Attività D.2: Incontri con gli studenti
Scelta dei luoghi e delle date
Disponibilità dei relatori
Effettuazione degli incontri
Azione E: Sensibilizzazione della componente agricola
Attività E.1: Organizzazione preliminare
Contatto con le parti (agricoltori, rappresentanze) e riunioni
Organizzazione del focus group
Individuazione concertata dei contenuti
Preparazione del materiale informativo
Attività E.2: Distribuzione delle informazioni
Individuazione geografica dei destinatari e dei punti di distribuzione
Creazione database telefonico
Definizione calendario
Organizzazione squadre
Consegna materiale
Attività E.3: Risultanze
Organizzazione della campagna
Definizione delle squadre operative
Verifiche di follow up telefonico
Visite di follow up
Si allega al presenta progetto, il diagramma temporale delle attività (Diagramma di GANNT)
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
Le attività sono quantificate per singolo contesto operativo; le differenze, laddove presenti,
vengono evidenziate.
Primo Obiettivo Specifico: ottimizzare le attività di antincendio boschivo
Azione A: potenziamento della partecipazione civica
Attività A.1: Organizzazione preliminare
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile logistico per l’organizzazione delle attività preliminari (contatto con le
scuole e riunioni), la condivisione delle argomentazioni e per il coordinamento del
materiale informativo;
 Rappresentanti di Scuole, Istituzioni, Enti ed Associazioni per le riunioni, per la condivisione
delle argomentazioni e del materiale informativo;
 1 esperto tematico per la redazione del materiale informativo;
 1 grafico per l’impaginazione e la stampa;
 2 risorse operative di supporto alle attività (segreteria, materiale di supporto)
Attività A.2: Incontri con gli studenti
Per questa attività sono necessari:
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Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
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


1 Responsabile organizzativo per la logistica degli eventi, e la preparazione, ed il
coordinamento degli eventi stessi;
3 Rappresentanti di Scuole, Istituzioni, Enti ed Associazioni per ciascun incontro;
2 risorse operative per la raccolta delle adesioni e per le iscrizioni successive, e per il
corretto svolgimento degli incontri.
Azione B: incremento dell’avvistamento
Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile organizzativo per la concertazione con gli Enti del territorio, per la logistica
delle attività (definizione squadre, turnazioni) e per la redazione delle schede di resoconto;
 1 Responsabile cartografo per la rappresentazione cartografica del territorio e la
suddivisione delle aree di competenza;
 2 risorse operative di supporto alle attività (segreteria, materiale di supporto).
Attività B.2: Esecuzione della campagna AIB
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile organizzativo per il coordinamento delle attività;
 375 risorse operative (per tutti gli Enti coinvolti nel contesto avellinese) per l’attività di
avvistamento degli incendi boschivi, le eventuali segnalazioni ed il superamento delle
emergenze territoriali;
 949 risorse operative (per tutti gli Enti coinvolti nel contesto napoletano) per l’attività di
avvistamento degli incendi boschivi, le eventuali segnalazioni ed il superamento delle
emergenze territoriali;
 339 risorse operative (per tutti gli Enti coinvolti nel contesto salernitano) per l’attività di
avvistamento degli incendi boschivi, le eventuali segnalazioni ed il superamento delle
emergenze territoriali;
 Operatori volontari per il resoconto delle attività
Azione C: miglioramento della praticabilità del territorio
Attività C.1: Monitoraggio dei sentieri
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile organizzativo per la concertazione con gli Enti del territorio,
l’organizzazione delle squadre e l’assegnazione delle aree, e la preparazione del template
dei resoconti; coordina le attività di controllo, la compilazione dei resoconti e sovrintende
alla redazione della carte dei sentieri;
 1 Cartografo per il materiale cartografico di supporto e la normalizzazione delle
informazioni raccolte al fine di redigere una carta dei sentieri più completa;
 169 risorse operative (per tutti gli Enti coinvolti nel contesto avellinese) per il controllo dei
sentieri e la raccolta delle informazioni;
 270 risorse operative (per tutti gli Enti coinvolti nel contesto napoletano) per il controllo
dei sentieri e la raccolta delle informazioni;
 231 risorse operative (per tutti gli Enti coinvolti nel contesto salernitano) per il controllo
dei sentieri e la raccolta delle informazioni;
 Operatori volontari per la compilazione dei resoconti
Attività C.2: Valutazione dei viali tagliafuoco
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile organizzativo per la concertazione con gli enti, nonché per la supervisione
dei resoconti e l’organizzazione delle attività;
 Risorse operative per la verifica dello stato dell’arte, ed il primo resoconto;
 Risorse operative per il controllo della fasce; si stima una necessità di almeno 2 risorse per
singola squadra. Il numero di squadre necessario si può stimare al termine dell’attività di
Centro Direzionale
Via G.Porzio, Isola E3
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Napoli
Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
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verifica. Le stesse risorse sono chiamate a compilare i resoconti.
Secondo Obiettivo Specifico: migliorare la percezione dell’emergenza
Azione D: sensibilizzazione dei giovani in età scolare
Attività D.1: Organizzazione preliminare
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile logistico per l’organizzazione delle attività preliminari (contatto con le
scuole e riunioni), la condivisione delle argomentazioni e per il coordinamento del
materiale informativo;
 Rappresentanti di Scuole, Istituzioni, Enti ed Associazioni per le riunioni, per la condivisione
delle argomentazioni e del materiale informativo;
 3 esperti tematici per la redazione del materiale informativo differenziato per livello di
istruzione;
 1 grafico per l’impaginazione e la stampa;
 2 risorse operative di supporto alle attività (segreteria, materiale di supporto)
Attività D.2: Incontri con gli studenti
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile organizzativo per la logistica degli eventi, e la preparazione, ed il
coordinamento degli eventi stessi;
 3 Rappresentanti di Scuole, Istituzioni, Enti ed Associazioni per ciascun incontro;
 4 risorse operative per il controllo dell’esecuzione degli incontri.
Attività E.1: Organizzazione preliminare
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile organizzativo per il contatto con le parti, e la supervisione dei lavori;
 Rappresentanti della categoria ed esponenti della componente agricoltori per le riunioni,
per il focus group, per la definizione dei contenuti;
 1 esperto tematico per la redazione del materiale informativo;
 1 grafico per l’impaginazione e la stampa;
 2 risorse operative di supporto alle attività (segreteria, materiale di supporto)
Attività E.2: Organizzazione preliminare
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile organizzativo per l’individuazione geografica dei punti di distribuzione,
l’organizzazione e la supervisione dei lavori;
 2 risorse operative, per ciascun’area, per la creazione del database;
 Risorse operative per la consegna del materiale, strutturate in squadre di 3 unità cadauna.
Attività E.3: Risultanze
Per questa attività sono necessari:
 1 Responsabile per l’organizzazione e la supervisione dei lavori;
 Risorse operative per le verifiche telefoniche;
 Risorse operative per le verifiche in loco, organizzate in squadre di almeno 3 unità.
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
Primo Obiettivo Specifico: ottimizzare le attività di antincendio boschivo
Azione A: potenziamento della partecipazione civica
Attività A.1: Organizzazione preliminare
I volontari supporteranno il responsabile logistico sia in fase organizzativa, nelle riunioni e nella
redazione del materiale informativo e nel coordinamento della attività.
Attività A.2: Incontri con gli studenti
I volontari supporteranno il Responsabile nella fase organizzativa, e saranno inoltre presenti
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Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
email: [email protected]
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durante gli incontri assicurandone il corretto svolgimento. Inoltre si preoccuperanno di verificare le
iscrizioni effettive presso le associazioni del territorio (come verifica dell’azione di progetto).
Azione B: incremento dell’avvistamento
Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB
I volontari supporteranno i responsabili nelle preparazioni propedeutiche all’attività di
avvistamento successiva.
Attività B.2: Esecuzione della campagna AIB
I volontari parteciperanno attivamente alla campagna AIB in affiancamento al personale esperto,
con cui condividono le esperienze e le attività. Si preoccuperanno di redigere i resoconti in relazione
alle attività di propria competenza.
Azione C: miglioramento della praticabilità del territorio
Attività C.1: Monitoraggio dei sentieri
I volontari collaboreranno all’organizzazione delle attività, parteciperanno al controllo dei sentieri e
si preoccuperanno, per quanto di competenza, a redigere i resoconti. Collaboreranno alla
preparazione delle nuove cartografie dei sentieri.
Attività C.2: Valutazione dei viali tagliafuoco
I volontari supporteranno il responsabile nelle attività organizzative e di segreteria. Inoltre
accompagneranno fattivamente le risorse per la verifica dello state dell’arte, e collaboreranno
all’elaborazione dei report.
Secondo Obiettivo Specifico: migliorare la percezione dell’emergenza
Azione D: sensibilizzazione dei giovani in età scolare
Attività D.1: Organizzazione preliminare
I volontari supporteranno il responsabile logistico sia in fase organizzativa, nelle riunioni e nella
redazione del materiale informativo e nel coordinamento della attività.
Attività D.2: Incontri con gli studenti
I volontari supporteranno il Responsabile nella fase organizzativa, e saranno inoltre presenti
durante gli incontri assicurandone il corretto svolgimento.
Azione E: sensibilizzazione della componente agricola
Attività E.1: Organizzazione preliminare
I volontari supporteranno il responsabile logistico sia in fase organizzativa, nelle riunioni e nella
redazione del materiale informativo e nel coordinamento della attività.
Attività E.2: Distribuzione delle informazioni
I volontari supporteranno il Responsabile nella fase organizzativa, e saranno impegnati in supporto
sia nella fase preliminare di definizione del target, sia nella consegna del materiale.
Attività E.3: Risultanze
I volontari supporteranno il Responsabile nella fase organizzativa, e saranno impegnati in supporto
nella fase di follow up.
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9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
39
10) Numero posti con vitto e alloggio:
0
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
39
12) Numero posti con solo vitto:
0
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
1400
0
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:








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Realizzazione (eventuale) delle attività previste dal progetto anche in giorni festivi e
prefestivi, coerentemente con le necessità progettuali
Flessibilità oraria in caso di esigenze particolari
Disponibilità alla fruizione dei giorni di permesso previsti in concomitanza della chiusura
della sede di servizio (chiusure estive e festive)
Partecipazione a momenti di verifica e monitoraggio
Frequenza di corsi, di seminari e ogni altro momento di incontro e confronto utile ai fini del
progetto e della formazione dei volontari coinvolti, anche nei giorni festivi, organizzati
anche dagli enti partner del progetto
Disponibilità ad effettuare il servizio al di fuori della sede entro il massimo di 30 gg previsti
Osservanza della riservatezza dell’ente e della privacy di tutte le figure coinvolte nella
realizzazione del progetto
Disponibilità ad utilizzare i veicoli messi a disposizione dell’Associazione.
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16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:
N.
Sede di
attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
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Cod.
ident.
sede
N. vol. per
sede
Nominativi degli Operatori Locali di
Progetto
Cognome e Data di
nome
nascita
C.F.
Nominativi dei Responsabili Locali di Ente
Accreditato
Cognome e Data di
nome
nascita
C.F.
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008
Cert. N. LRC 0261550
Accanto ad una costante attività di front-office e call-centerper i giovani in cerca di informazioni e
materiale, sia presso la Sede Centrale che nelle Agenzie territoriali, AMESCI mette in campo una
forte azione di diffusione e promozione del Servizio Civile Nazionale.
Grazie alla predisposizione di uno specifico Piano di comunicazione, viene realizzata una campagna
di divulgazione del valore del Servizio Civile Nazionale e delle opportunità che esso offre che si
intensifica in occasione dei bandi di selezione e reclutamento dei volontari.
Il Piano ha l’obiettivo di far conoscere ai giovani il Servizio Civile Nazionale quale strumento principe
di partecipazione alla vita comunale, provinciale, regionale e nazionale e possibilità per
l’acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro.
All’interno del Piano sono previste attività di:
 Promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale;
 Diffusione degli obiettivi dell’iniziativa progettuale;
 Disseminazione dei risultati.
La semplicità e l’immediatezza di accesso alle informazioni attraverso il sito internet e tutti gli
strumenti social attivati da AMESCI sono garanzia di un facile raggiungimento del mondo giovanile
come dimostrano gli oltre 400.000 accessi annuali che riceve il sito.
Oltre a preparare video interviste, foto, commenti, articoli specifici, veicolati dai social network e
dagli strumenti appositamente realizzati, AMESCI organizza incontri presso Università, Istituti
scolastici, enti no profit ed altri centri nevralgici di aggregazione presenti sul territorio dove verrà
realizzato i progetto.
Sintesi del Piano di promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale
Obiettivi
 Favorire la diffusione del Servizio Civile Nazionale;
 Sensibilizzare alle tematiche della cittadinanza attiva, legalità, ambiente, assistenza,
protezione civile, tutela del patrimonio artistico e culturale, educazione;
 Innalzare e migliorare il livello di partecipazione locale, provinciale, regionale e nazionale;
 Informare correttamente i giovani sulle opportunità offerte dal servizio civile nazionale;
 Diffondere gli obiettivi dell’iniziativa progettuale;
 Disseminare i risultati del progetto.
Contenuti
 Finalità generali del Servizio Civile Nazionale;
 Finalità specifiche del Servizio Civile quale esperienza di apprendimento non formale;
 Obiettivi generali e specifici del progetto;
 Tematichedella cittadinanza attiva, dell’assistenza, ambiente, protezione civile,
promozione culturale, educazione, legalità.
Soggetti destinatari
 Ragazze e ragazzi di età compresa tra i 17 ed i 28 anni (con riferimento specifico alle
opportunità meta – formative del SCN);
 Associazioni, enti ed organizzazioni presenti sul territorio;
 Stakeholders (orizzontali e verticali).
Soggetti attuatori
 Volontari presenti nell’ente;
 Personale impiegato a diverso titolo nell’organizzazione e nella gestione del progetto.
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Altri soggetti coinvolti
 Università;
 Istituti scolastici presenti sul territorio di riferimento;
 Enti no-profit presenti sul territorio di riferimento.
Luogo
Istituti scolastici di II° grado, università, centri parrocchiali, circoli ricreativi e culturali, realtà
aggregative giovanili in genere, organizzazioni del terzo settore e così via, ove portare, con le
opportune modalità, la presenza dei volontari stessi.
Durata e tempi di realizzazione
Le attività di comunicazione, promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale sono parte
integrante delle attività quotidiane di AMESCI e saranno realizzate durante l’intero arco di vita del
progetto.
In particolare:
 le attività di promozione e sensibilizzazione vengono intensificate nel periodo che va dalla
pubblicazione del bando fino all’avvio del progetto;
 l’informazione sul progetto e sugli obiettivi che intende raggiungere viene messa in campo
fino all’avvio del progetto stesso per consentire una scelta consapevole dei giovani e una
partecipazione convinta;
 la disseminazione dei risultati viene realizzata sia nel corso del progetto, per migliorare la
percezione del servizio civile sul territorio in cui si interviene, sia al termine dello stesso,
per restituire gli esiti di un impegno tanto dell’associazione quanto dei giovani del servizio
civile nazionale.
Nella fase di avvio del progetto, ovvero dopo l’emanazione del bando da parte del Dipartimento,
Amesci realizzerà incontri specifici di informazione e orientamento rivolti ai giovani allo scopo di
stimolarne la partecipazione e sensibilizzarli alle tematiche affrontate dal progetto.
Tali specifiche attività avranno una durata di 30 oree saranno articolate in:
 5 incontri (presso Università, Istituti scolastici, enti no profit ed altri luoghi d’aggregazione
presenti sul territorio specifico) di durata di 5 ore ognuno;
 un convegno finale della durata di 5 ore.
Canali di pubblicizzazione dei progetti:
Canali dipendenti (o interni):

Sito internet Amesci (www.amesci.org);

Sito internet ServizioCivileMagazine (www.serviziocivilemagazine.it);

Sito internet dei Partner;

Canale YouTube(Amesciweb)

Profili social:
o Flickrhttp://www.youtube.com/user/amesciweb
o Twitter https://twitter.com/infoamesci;
o Facebookhttps://www.facebook.com/amesci.org;
o Google+ https://plus.google.com/107739239607515079041 ;

Newsletter;

Organizzazione giornate formative/informative sul Servizio Civile Nazionale;

Organizzazione di Convegni sul Servizio Civile Nazionale;

Partecipazione con stand a fiere e manifestazioni di interesse per i giovani;

Pubblica affissione;

Divulgazione di materiale informativo, bando, allegati presso Uffici per le Relazioni
con il pubblico, Informagiovani Università, Centri per l’impiego ed in tutti i luoghi di
aggregazione giovanile presenti sul territorio in cui verrà realizzato il progetto.

Front-office presso la sede centrale e le Agenzie territoriali;

Attività di call-center presso la sede centrale e le Agenzie territoriali;

Ufficio stampa presso la Sede Centrale Amesci;
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Canali indipendenti (o esterni):

Agenzia stampa:
o Comunicati stampa per i media nazionali;
o Comunicati stampa per i media locali (operazione mirata nell’ambito territoriale
del progetto, es: comunale, provinciale, regionale, nazionale);

Quotidiani;

Periodici;

Radio;

Televisioni;

Sito internet Forum Nazionale Servizio Civile (www.forumserviziocivile.it);

Sito internet Forum Nazionale Giovani (www.forumnazionalegiovani.it)
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18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008
Cert. N. LRC 0261550
Di seguito si riporta uno estratto del ‘Sistema di Reclutamento e Selezione’ adeguato al 31
luglio 2009 e approvato dall’UNSC con det. n° 91 in data I Febbraio 2010 cui per ogni
eventuale approfondimento si rimanda alla consultazione sul sito www.amesci.org
CONVOCAZIONE
La convocazione avviene attraverso il sito internet dell’ente con pagina dedicata contenente il
calendario dei colloqui nonché il materiale utile per gli stessi (bando integrale; progetto;
procedure selettive, etc.);
Presso le sedi territoriali di AMESCI è attivato un front office finalizzato alle informazioni
specifiche ed alla consegna di modulistica, anche attraverso servizio telefonico e telematico.
SELEZIONE
Controllo e verifica formale dei documenti;
Esame delle domande e valutazione dei titoli con le modalità di seguito indicate e con i
seguenti criteri di selezione che valorizzano in generale:
le esperienze di volontariato;
le esperienze di crescita formative
le capacità relazionali;
l’interesse del candidato.
Valutazione dei titoli massimo 50 punti
Precedenti esperienze
Titoli di studio, esperienze aggiuntive e altre conoscenze
MAX 30 PUNTI
MAX 20 PUNTI
Precedenti esperienze massimo 30 punti
Periodo massimo valutabile per singola esperienza: 12 mesi.
Precedenti esperienze c/o enti che realizzano il progetto
Coefficiente 1,00 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15
gg.)
Precedenti esperienze nello stesso settore del progetto c/o enti diversi
da quello che realizza il progetto
Coefficiente 0,75 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15 gg)
Precedenti esperienze in un settore diverso c/o ente che realizza il
progetto
Coefficiente 0,50 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15
gg.)
Precedenti esperienze in settori analoghi c/o enti diversi da quello che
realizza il progetto
Coefficiente 0,25 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15
gg.)
MAX 12
PUNTI
MAX 9 PUNTI
MAX 6 PUNTI
MAX 3 PUNTI
Titolo di studio massimo 8 punti (si valuta solo il titolo più elevato)
Laurea (vecchio ordinamento oppure
3+2)
Laurea triennale
Diploma scuola superiore
Frequenza scuola media Superiore
8 PUNTI
7 PUNTI
6 PUNTI
FINO A 4 PUNTI
(1 PUNTO PER OGNI ANNO CONCLUSO)
Titoli professionali massimo 4 punti (si valuta solo il titolo più elevato)
I titoli professionali sono quelli rilasciati da Enti pubblici o Enti di formazione professionale
accreditati presso le Regioni
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Titolo completo
Non terminato
4 PUNTI
2 PUNTI
Esperienze aggiuntive a quelle valutate massimo 4 punti (si valuta solo il titolo più elevato)
(per esempio: stage lavorativo, animatore di villaggi turistici, attività di assistenza ai bambini
durante il periodo estivo, etc.)
Di durata superiore a 12 mesi
Di durata inferiore a 12 mesi
4 PUNTI
2 PUNTI
Altre conoscenze massimo 4 punti (si valuta 1 punto per ogni titolo, sino ad un massimo di 4) - per
esempio: specializzazioni universitarie, master, conoscenza di una lingua straniera, informatica,
musica, teatro, pittura, ecc…).
Attestati o autocertificati
1 PUNTO
I candidati effettueranno, secondo apposito calendario pubblicato sul sito web dell’ente, un
colloquio approfondito su: servizio civile, progetto e curriculum personale (con particolare
riguardo alle precedenti esperienze di volontariato e lavorative nel settore specifico del
progetto e non), al fine di avere un quadro completo e complessivo del profilo del candidato,
delle sue potenzialità, delle sue qualità e delle sua attitudini, oltre ad una breve
autopresentazione da parte del candidato.
COLLOQUIO
MAX 60 PUNTI
Il colloquio consiste in una serie di 10 domande, ognuna con punteggio da 0 a 60, riportate sul sito
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La somma di tutti i punteggio assegnati al set di domande diviso il numero delle domande dà
come esito il punteggio finale del colloquio.
L’idoneità a partecipare al progetto di servizio civile nazionale viene raggiunta con un minimo di
36 PUNTI al colloquio
La fase di selezione è costantemente verificata da un Garante nominato dal responsabile del
Servizio Civile Nazionale;
REDAZIONE E PUBBLICAZIONE DELLA GRADUATORIA FINALE
Al termine delle selezioni si procederà alla pubblicazione on-line della graduatoria.
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe
dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
AMESCI
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008
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Il Sistema di Monitoraggio Generale, coordinato dal Responsabile del Monitoraggio e dallo staff
centrale, valido per tutti i progetti prevede sulla base della scomposizione del lavoro pianificato,
effettuata in sede di progettazione, la costruzione di Questionari per il Monitoraggio
dell’andamento del progetto, nonché redazioni periodiche di relazioni sugli stati di avanzamento
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del progetto.
Si utilizzeranno schede di rilevazione per conoscere lo stato di avanzamento delle attività previste
dal progetto che vedono come beneficiari i volontari, ed in particolare:
 Riscontro dell’effettiva erogazione dei benefici previsti dal progetto per i volontari
in merito a crediti universitari, tirocini, riconoscimento curriculare;
 Formazione generale (ore effettivamente erogate, argomenti effettivamente
trattati);
 Formazione specifica (ore effettivamente erogate, argomenti effettivamente
trattati).
Le timelines dei singoli progetti prevedranno i relativi momenti nei quali effettuare il controllo, in
relazione al perseguimento degli obiettivi operativi; è verosimile che, in generale, i progetti
prevedano momenti di controllo trimestrali, in affiancamento ad un’ordinaria attività di
monitoraggio in itinere.
In relazione al monitoraggio della crescita dei volontari, appositi Piani di Valutazione stabiliranno
tempi e modalità diverse a seconda che si operi la valutazione quantitativa o quella qualitativa.
Gli strumenti quantitativi saranno somministrati ai volontari, in generale e fatti salvi specifici
adattamenti, in tre tempi: all’inizio del servizio, rilevandone le aspettative rispetto al progetto ed il
livello di conoscenze; in itinere, allo scopo di approntare eventuali interventi correttivi; alla fine, in
sede di verifica dei risultati ottenuti e riprogettazione eventuale.
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^
classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
AMESCI
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6
marzo 2001, n. 64:
Cultura media; buone conoscenze informatiche; buone capacità relazionali.
E’ titolo di maggior gradimento:
- diploma di scuola media superiore;
- pregressa esperienza nel settore specifico del progetto;
- pregressa esperienza presso organizzazioni di volontariato;
- buona conoscenza di una lingua straniera;
- spiccata disposizione alle relazioni interpersonali e di gruppo
- capacità relazionali e dialogiche
- studi universitari attinenti
- buone capacità all’utilizzo di dispositivi tecnologici (GPS, etc.)
23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:
Di seguito si riportano le risorse finanziare che ciascuna Associazione può investire per la realizzazione
del progetto.
A margine è riportato il costo totale di progetto.
Attività
Attività A.1: Organizzazione preliminare
Attività A.2: Incontri con gli studenti
Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB
Attività B.2: Esecuzione della campagna AIB
Attività C.1: Monitoraggio dei sentieri
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Costo Risorse Umane
Costo Risorse materiali
300 €
200 €
-
500 €
200 €
500 €
-
700 €
1.500 €
1.500 €
Attività C.2: Valutazione dei viali tagliafuoco
500 €
500 €
Attività D.1: Organizzazione preliminare
700 €
1.000 €
-
1.500 €
500 €
500 €
Attività E.2: Distribuzione delle informazioni
-
500 €
Attività E.3: Risultanze
-
-
TOTALE RISORSE UMANE
3.700 €
TOTALE RISORSE MATERIALI
7.400 €
Attività D.2: Incontri con gli studenti
Attività E.1: Organizzazione preliminare
TOTALE PROGETTO FALCHI ANTINCENDIO
11.100 €
Riepilogo Progetto
Attività
Costo Risorse Umane
Costo Risorse materiali
1.800 €
1.200 €
-
3.000 €
1.200 €
3.000 €
-
4.200 €
Attività C.1: Monitoraggio dei sentieri
9.000 €
9.000€
Attività C.2: Passaggio di conoscenza
3.000 €
3.000 €
Attività D.1: Organizzazione preliminare
4.200 €
6.000 €
-
9.000 €
3.000 €
3.000 €
Attività E.2: Distribuzione delle informazioni
-
3.000 €
Attività E.3: Risultanze
-
-
TOTALE RISORSE UMANE
22.200 €
TOTALE RISORSE MATERIALI
44.400 €
Attività A.1: Organizzazione preliminare
Attività A.2: Incontri con gli studenti
Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB
Attività B.2: Esecuzione della campagna AIB
Attività D.2: Incontri con gli studenti
Attività E.1: Organizzazione preliminare
TOTALE PROGETTO
66.600 €
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
In ordine alla realizzazione delle attività previste dal presente progetto, AMESCI ha stipulato con la
società di global services e comunicazione GAR.CO s.r.l., partita iva 05663071214, esperta in
materia di consulenza per lo sviluppo locale e che opera per imprese ed enti pubblici in attività di
pianificazione, progettazione, alta formazione, comunicazione sociale ed istituzionale, apposita
convenzione (vedi allegato) che definisce il concreto e rilevante apporto della GAR.CO alla
realizzazione del presente progetto con specifico riferimento alle seguenti attività previste al punto
8.1:
Azione A: Potenziamento della partecipazione civica
Attività A.1: Organizzazione preliminare
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Contatto con le parti (Scuole, Associazioni, Enti competenti) e riunioni
Attività A.2: Incontri con gli studenti
Scelta dei luoghi e delle date
Disponibilità dei relatori
Raccolta Adesioni ed Iscrizioni
Altro accordo è stato stipulato da Amesci con Consorzio Italia, partita iva n. 06936861217,società
cooperativa sociale senza scopo di lucro volta alla realizzazione di servizi/interventi in ambito
socio-sanitario nonché all'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati; attività e servizi di
carattere animativi, finalizzati al miglioramento della qualità della vita e all’inserimento sociale dei
soggetti svantaggiati; interventi conviviali per il tempo libero, la cultura ed il turismo sociale;
organizzazione e gestione di servizi di informazione e promozione culturale; organizzazione e
gestione di servizi di consulenza, orientamento, formazione e avviamento al lavoro.
In relazione al citato accordo, di cui si allega copia, Consorzio Italia si impegna a realizzare le
seguenti attività previste dal punto 8.1 del presente progetto:
Azione A: Potenziamento della partecipazione civica
Attività A.2: Incontri con gli studenti
Effettuazione degli incontri
Azione B: incremento dell’avvistamento
Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB
Contatto con le parti (Regione, Associazioni del territorio, Enti competenti)
Suddivisione del territorio in aree omogenee su supporto cartografico
Definizione squadre operative ed assegnazione aree di competenza
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Per il raggiungimento delle finalità del progetto, è necessario che ciascuna associazione si avvalga
delle seguenti risorse, suddivise per singolo contesto operativo e per singola attività progettuale:
Attività
Risorse
Attività A.1: Organizzazione preliminare
(per il materiale informativo e di relazione)
Servizio di grafica e di stampa
Attività A.2: Incontri con gli studenti
(per l’effettuazione degli incontri)
(per facilitare la comunicazione negli incontri)
(per il riconoscimento durante gli incontri)
1 sala attrezzata
Strumentazione audio-visiva
Tesserini di riconoscimento
Pettorine
Attività B.1: Organizzazione della campagna AIB
(per facilitare l’individuazione delle aree di intervento)
Attività B.2: Esecuzione della campagna AIB
(per il raggiungimento delle aree di intervento)
(per la sicurezza)
(per le segnalazioni)
(per il riconoscimento durante la campagna)
Attività C.1: Monitoraggio dei sentieri
(per individuazione delle aree)
(per la definizione della cartografie dei sentieri)
(per il raggiungimento delle aree di intervento)
(per il riconoscimento durante il controllo)
(per la raccolta delle informazioni)
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Cartografia del territorio (< 1:10000)
Software di editing grafico
Autovetture
DPI
Radiotrasmettitori
Tesserini di riconoscimento
Pettorine
Cartografia dei sentieri
Software di editing grafico
Autovetture
Tesserini di riconoscimento
Pettorine
GPS
Attività C.2: Valutazione dei viali tagliafuoco
(per l’effettuazione del controllo)
(per il riconoscimento durante il controllo)
(per la sicurezza)
Autovetture
Tesserini di riconoscimento
Pettorine
DPI
Attività D.1: Organizzazione preliminare
(per il materiale informativo e di relazione)
Servizio di grafica e di stampa
Attività D.2: Incontri con gli studenti
(per l’effettuazione degli incontri)
(per facilitare la comunicazione negli incontri)
(per il riconoscimento durante gli incontri)
Attività E.1: Organizzazione preliminare
(per il materiale informativo e di relazione)
Attività E.2: Distribuzione delle informazioni
(per individuazione delle aree)
(per il raggiungimento delle aree di intervento)
(per il riconoscimento durante il controllo)
Attività E.3: Risultanze
(per il recall telefonico)
(per il raggiungimento delle aree di visita)
(per il riconoscimento durante il controllo)
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1 sala attrezzata
1 Strumentazione audio-visiva
Tesserini di riconoscimento
Pettorine
Servizio di grafica e di stampa
Cartografia dei sentieri
Autovetture
Tesserini di riconoscimento
Pettorine
Postazione con Telefono
Autovetture
Tesserini di riconoscimento
Pettorine
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
NO
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
NO
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi
ai fini del curriculum vitae:
Durante l’espletamento del servizio, i volontari che parteciperanno alla realizzazione di questo
progetto acquisiranno le seguenti competenze utili alla propria crescita professionale:
 competenze tecniche (specifiche dell’esperienza vissuta nel progetto, acquisite in
particolare attraverso il learning by doing accanto agli Olp e al personale
professionale): supporto alle relazioni sociali, organizzazione logistica, segreteria
tecnica, ideazione e realizzazione grafica e testuale di testi informativi, uso di
strumentazioni tecniche, riconoscimento e superamento delle emergenze;
 competenze cognitive (funzionali ad una maggiore efficienza lavorativa e
organizzativa): capacità di analisi, ampliamento delle conoscenze, capacità decisionale
e di iniziativa nella soluzione dei problemi (problem solving), team working;
 competenze sociali e di sviluppo (utili alla promozione dell’organizzazione che realizza
il progetto ma anche di se stessi): capacità nella ricerca di relazioni sinergiche e
propositive, creazione di reti di rapporti all’esterno, lavoro all’interno di un gruppo,
capacità di mirare e mantenere gli obiettivi con una buona dose di creatività;
 competenze dinamiche (importanti per muoversi verso il miglioramento e
l’accrescimento della propria professionalità): competitività come forza di stimolo al
saper fare di più e meglio, gestione e valorizzazione del tempo di lavoro,
ottimizzazione delle proprie risorse.
Tali competenze, elaborate secondo gli standard europei delle UCF (Unità Formativa
Capitalizzabile), sono riconosciute e certificate da Medimpresa, associazione nazionale delle piccole
e medie imprese, nell’ambito di uno specifico accordo, relativo al presente progetto (in allegato)
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
Sede di realizzazione del progetto
30) Modalità di attuazione:
In proprio, presso le sedi indicate al precedente punto 29, con formatori AMESCI.
AMESCI si riserva di avvalersi di esperti, secondo quanto contemplato dal paragrafo 2 delle “Linee
guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”.
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31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^
classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI
AMESCI
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008 Cert. N. LRC 0261550
AMESCI sostiene la necessità di mettere in campo, sul piano metodologico, risorse formative
centrate sull’attivazione dei volontari, in grado di assicurare loro una corresponsabilità nelle
modalità e nelle forme del proprio apprendimento, all’interno di ambienti e approcci didattici volti
appunto a fare leva sul personale contributo di ogni volontario.
La nostra idea è quella di una formazione blended, che alterni i differenti setting formativi messi a
disposizione nelle “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”.
Nello specifico si utilizzerà:
 formazione in aula, eventualmente avvalendosi di esperti delle varie materie
trattate per 13 ore complessive;
 formazione dinamica in role playing, outdoor training, wrap around su: team
building, team work, problem solving, comunicazione attiva e per le attività
collaborative per 18 ore complessive;
 e-learning per 14 ore complessive.
33) Contenuti della formazione:
La formazione generale prevista per il progetto si articola nei seguenti moduli:
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A come Amesci: La presentazione dell’associazione
Valori e identità del SCN
Dall'obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: La storia dell'obiezione di coscienza e
l'itinerario storico che ha portato alla istituzione del Servizio Civile. Approfondimento su
Don Lorenzo Milani.
Adempimento del dovere di difesa della patria: L'adempimento del dovere di difesa della
patria è un dettato costituzionale e riguarda tutti i cittadini senza distinzioni di sesso, età,
reddito, idee e religione. Si spiega come è stato interpretato e come si è evoluto nel corso
della storia della nostra Repubblica.
La difesa civile non armata e non violenta: Il concetto di difesa civile non armata e non
violenta ha una lunga storia e una grande diffusione, come si è sviluppato e quale è la
situazione attuale in Italia.
Normativa vigente e carta di impegno etico del SCN: Le norme che governano il Servizio
Civile. Si mira alla comprensione del contesto in cui si è sviluppato e funziona il Servizio
Civile, oltre a fornire ai volontari una base per il rapporto con l’ente.
Formazione civica e forme di cittadinanza: Diventare cittadini consapevoli, attivi e solidali
con i meno fortunati è uno degli obiettivi che si pone il Servizio Civile, è opportuno quindi
per ogni volontario conoscere i fondamenti giuridici della cittadinanza e della convivenza,
non solo per quanto riguarda il nostro paese, ma anche per quanto riguarda l'Unione
Europea. Per Amesci, il Servizio Civile è anche educazione alla legalità. Importante per
conoscere le origini e la storia della criminalità organizzata e delle mafie in generale, per
riconoscere i protagonisti della lotta contro questi fenomeni e sapere come la
partecipazione e la cittadinanza attiva siano un modo concreto di combattere la
criminalità.
Servizio civile, associazionismo e volontariato:Tre parole chiave dell’impegno dei ragazzi e
delle ragazze in SCN. Si chiariscono rapporti e dimensioni delle realtà illustrate.
Elementi di protezione civile: Conoscere come funziona ed è strutturato il Servizio
Nazionale di Protezione Civile non è semplicemente una formalità per il volontario SCN, c'è
un forte collegamento tra l'impegno, la responsabilità, il senso di cittadinanza e di difesa
della patria richieste volontario (ma anche ad ogni cittadino) e il fatto di sapere quali
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comportamenti tenere in caso di emergenza. Le leggi istitutive della protezione Civile e i
regolamenti che governano il rapporto tra la protezione civile ed il volontariato.
L’organizzazione del servizio civile e le sue figure
Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (DPCM 4 febbraio
2009 e successive modifiche)
La rappresentanza dei volontari in Servizio Civile Nazionale
Lavoro per progetti: Si chiarisce cosa si intende con la definizione "lavoro per progetti",
attraverso un percorso che parte dal setting formativo del progetto di Servizio civile per
giungere all’identificazione e al trasferimento del concetto di meta competenze
Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
34) Durata:
45 ore (Tutte le ore di formazione saranno erogate entro il 180° giorno dall’avvio del progetto)
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
Sede di realizzazione del progetto
36) Modalità di attuazione:
In proprio, presso l’ente con formatori propri o messi a disposizione da AMESCI
37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Data la specificità della metodologia adottata (blended con una parte in presenza ed una di elearning), le figure necessarie alla formazione sono distinguibili in base alla funzione ricoperta. In
particolare: della formazione in aula è incaricato un docente, mentre il corso e-learning è scritto,
sotto il coordinamento di un pedagogista, da esperti della materia; al tutor on line è affidato il
compito di favorire e animare la frequenza del corso, sempre sotto il coordinamento didattico di un
tecnico.
Docenti in aula:
(Falchi) - Giuseppe Ventre, nato ad Avellino (AV) il 08/10/1968
(ROSS) - Veronica Somma, nata a Castellammare di Stabia (NA) il 29/04/1982
(Folgore) - Pompilio Alessandro Lido, nato a Napoli (NA) il 21/01/1973
(NPC Bellizzi) - Francesco De Felice, nato a Salerno (SA) il 05/07/1959
(IRT) - Giovanni Accardo, nato a Torre del Greco (NA) il 25/09/1956
(Base Puma) – Antonella Caputo, nata a Napoli il 18/07/1969
Valentina Cammarota, nata a Napoli il 13/04/1978
Mario De Rosa, nato a Salerno il 02/10/1975
Attilio Formisano, nato a Torre del Greco il 15/11/1954
Emiliano Pellegrino, nato a Napoli il 03/09/1973
Autori del Corso:
Pasquale Landinetti, nato a Napoli il 10/03/1958
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Paolo Mandara, nato a Napoli il 11/03/1970
Coordinatrice Didattica e Tecnica:
Morena Terraschi, nata a Roma il 29/11/1969
Tutor on line:
Valentina Cammarota, nata a Napoli il 13/04/1978
38) Competenze specifiche del/i formatore/i:
Data la specificità della metodologia adottata (blended con una parte in presenza ed una di elearning), le figure necessarie alla formazione sono distinguibili in base alla funzione ricoperta. In
particolare: della formazione in aula è incaricato un docente, mentre il corso e-learning è scritto,
sotto il coordinamento di un pedagogista, da esperti della materia; al tutor on line è affidato il
compito di favorire e animare la frequenza del corso, sempre sotto il coordinamento didattico di un
tecnico.
Docente in aula:
Giuseppe Ventre
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Geometra, è volontario dell’associazione Falchi dal 1992, anno della sua Fondazione ed attualmente
ricopre il ruolo di Presidente. Profondo conoscitore del territorio avellinese, ha alle spalle
un’esperienza ventennale nelle attività di AIB e di Protezione Civile. Ha inoltre maturato
un’esperienza di 5 anni nel settore sicurezza sul lavoro in qualità di responsabile sicurezza per l’ente
EDIL Ventre.
Veronica Somma
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Volontaria dell’associazione ROSS dal 2009, ha maturato esperienze in progetti di comunicaizone
ambientale, igiene urbana e raccolta differenziata. Ha collaborato a numerosi progetti di protezione
civile e per la programmazione di un piano di evacuazione, prevenzione del rischio e antincendio
boschivo per l’associazione ROSS.
Pompilio Alessandro Lido
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Perito industriale, ha maturato esperienze realizzando progetti di comunicazione ambientale, igiene
urbana e raccolta differenziata dei rifiuti con la società “Casoria ambiente” e realizzando progetti di
protezione civile collaborando alla programmazione del piano di evacuazione, prevenzione del
rischio e prevenzione incendi boschivi presso il Comune di Casoria. Esperto nel settore sicurezza sul
lavoro in qualità di RSPP ai sensi del Dlgs 81/08.
Francesco De Felice
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Operatore del Nucleo di Protezione Civile di Bellizzi dal 1991, dal 2002 al 2009 ha maturato
esperienze collaborando e supportando il sistema di protezione civile della Regione Campania e in
qualità di formatore dal 2009 al 2014 nelle scuole primarie e secondarie del Comune di Bellizzi
nell’ambito del progetto “Scuola sicura e protezione civile”.
Giovanni Accardo
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Membro dell’Associazione IRT dal 1986, ha maturato esperienza in pianificazione e gestione
dell’emergenza e in qualità di responsabile avvistamento antincendio boschivo nel progetto
“Salvaguardiamo il Parco” e in qualità di formatore sul rischio sismico e vulcanico presso le scuole
medie inferiori e superiori del Comune di Torre del Greco.
Antonella Caputo
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Laurea in lingue e letterature straniere, volontaria di Base puma dal 1995, ha maturato esperienze
come operatore specializzato settore AIB_Idrogeologico-Logistico, operatore antincendio
avvistamento e spegnimento.
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Valentina Cammarota
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Laurea in ingegneria civile, ha maturato due anni di esperienza nel settore sicurezza sul lavoro
frequentando corsi di formazione come RSPP modulo C e ricoprendo il ruolo di RSPP per Studi
professionali, Cooperative sociali ed associazioni. Inoltre dal 2012 collabora con la società SICURTER
S.r.l. come consulente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Attilio Formisano
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Volontario dell’associazione IRT, ha maturato 35 anni di esperienza nel settore sicurezza sul lavoro
acquisendo competenze nel primo soccorso, BLSD e antincendio.
Mario De Rosa
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Laurea in scienze forestali e ambientali, volontario dell’associazione Nucleo di protezione civile di
Bellizzi, ha maturato un anno di esperienza nel settore della Sicurezza sul Lavoro attraverso la
Direzione dei lavori, collaborazione alla progettazione degli interventi, progettazione della
sicurezza, contabilizzazione, collaudo dell’attività e Nomina di R.S.P.P. nell’ambito delle funzioni
delegate di cui alla L.R. 11/96.
Emiliano Pellegrino
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Volontario dell’associazione Base puma, ha maturato 12 anni di esperienza nel settore sicurezza sul
lavoro in qualità di RSPP ai sensi del DLgs 81/2008.
Autori del Corso:
Pasquale Landinetti
Competenze specifiche (vedi curriculum allegato):
Laureato in Sociologia, formatore di operatori volontari e professionali di protezione civile;
formatore nazionale Istruttori Unità Cinofile di Soccorso; istruttore gruppo SAI; DI.MA. (disaster
manager); esperto di monitoraggio ambientale e di tecniche di comunicazione in emergenza;
progettista piani di sicurezza e di protezione civile per Amministrazioni pubbliche; esperto
prevenzione e protezione, pianificazione dell’emergenza; esperto per la sicurezza scolastica;
docente in corsi di formazione per operatori di protezione civile, esperto di primo soccorso.
Paolo Mandara
Competenze specifiche(vedi curriculum allegato):
Esperto di Tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, DI.MA. (disaster manager), Membro
della commissione speciale per la “Pianificazione di Emergenza per il Soccorso ad Aeromobili
Sinistrati in prossimità di Aeroporti Costieri” – Prefettura di Napoli; Delegato per le attività di
Protezione Civile del Comitato regionale CRI Campania da febbraio 2006 ad aprile 2009; Qualifica di
“Formatore Nazionale di Protezione Civile” dal febbraio 2003; Certificazione di “Istruttore di
Protezione Civile” rilasciata da SIEM-IES nel 2005; Qualifica di “Tecnico Formatore” rilasciato dalla
Piemme Antincendio (MitHo group) per attrezzature speciali (U.S.A.R.) destinate alle colonne mobili
regionali del Corpo Nazionali Vigili del Fuoco; Certificazione di “Firefighter I” NFPA” rilasciato
dall’international Fire Service – Agosto 2006; Certificazione di “Firefighter II” NFPA” rilasciato
dall’international Fire Service – Agosto 2006; Partecipazione con regolare cadenza a campi ed
esercitazioni di “Protezione Civile”
Coordinatrice Didattica e Tecnica:
Morena Terraschi
Competenze specifiche(vedi curriculum allegato):
Laureata in Pedagogia, esperta di progettazione nel settore della multimedialità applicata alla
didattica, di formazione tecnologica e didattica on line, di ambienti digitali per l'apprendimento,
scenari e strumenti di valutazione nella formazione a distanza, gestione del sapere nei processi di elearning, analisi per la valutazione di un gruppo di apprendimento online, modelli e strumenti di
analisi e valutazione del forum e degli strumenti di interazione formativa
Tutor on line:
Valentina Cammarota
Competenze specifiche(vedi curriculum allegato):
Laureata in Ingegneria Civile, ottime capacità relazionali in contesti di comunicazione mediata,
buone competenze informatiche (posta elettronica, internet, chat, forum), competenze di base in
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ambito formativo e didattico, competenze contenutistiche nell’area di intervento Protezione Civile e
in generale nel Servizio Civile.
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008 Cert. N. LRC 0261550
L’impianto metodologico è, anche nel caso del corso di formazione specifica, “blended”.
Come già esplicitato al punto 32, per formazione blended AMESCI intende una modalità “mista”
di allestimento didattico: parte delle attività vengono svolte in presenza, parte a distanza
all’interno di un ambiente dedicato (le cosiddette piattaforme), con entrambi i momenti
funzionali al perseguimento di obiettivi formativi coerenti con la più generale impostazione
costruttivista.
Nella nostra formazione blended riteniamo centrale la riconfigurazione del ruolo e della
responsabilità del docente: la natura comunicativa dell’allestimento didattico, garantita
dall’intervento di costruzione del patto formativo in presenza, dai thread del forum, dalle
sessioni in chat, dallo scambio di risorse ipermediali e di materiali didattici, dagli
approfondimenti in gruppo in aula, favorisce una relazionalità più orizzontale, tra pari, rispetto
alla tradizionale relazione verticale tra docente e allievo.
Il docente non si colloca più al centro dell’azione di insegnamento, ma ai bordi del processo di
apprendimento, in cui l’attore principale diventa la comunità dei partecipanti che lo alimentano
e gli danno vita. In tal senso, la valorizzazione dello scambio comunicativo nella fase “a distanza”
non gioca un ruolo fattivo solo sul piano cognitivo, ma anche su quello relazionale.
A dispetto di molti pregiudizi, infatti, il non verbale e il paraverbale nell’e-learning, lungi
dall’essere assenti, sono sublimati nello spasmodico ricorso ai messaggi di esplicitazione delle
dinamiche relazionali presenti nella comunità di apprendimento, alla complicità affettiva che
accompagna le attività di lavoro, all’uso cognitivamente ed emotivamente intrigante degli
emoticons: la presunta freddezza della formazione a distanza viene sconfessata in Rete dal
moltiplicarsi di fenomeni di apertura comunicativa intima, basati sull’espressione e
dichiarazione delle proprie emozioni. È come se l’assenza del linguaggio corporeo producesse un
innalzamento del livello di ascolto interno delle emozioni e una loro relativa attività di cosciente
esplicitazione verbale. Siamo in tal senso convinti che la possibilità del “fare significato” assuma
dignità e senso alla luce della forza relazionale del gruppo in apprendimento.
L’emozione condivisa di cercare un canale comunicativo profondo che sia efficace nonostante la
mediazione del medium PC, la volontà di lavorare insieme per un obiettivo chiaro e
accomunante, la ricerca di difficili equilibri tra le differenze individuali, emergenti nel gruppo,
pongono inevitabilmente il focus sul terreno dell’attitudine alla costruzione condivisa della
relazione, prima ancora che su quello della costruzione condivisa della conoscenza. In questo
senso parliamo di “apprendimento significativo” e di promozione della motivazione quale leva
virtuosa di questo processo ricorsivo.
La formazione specifica sarà erogata in modalità blended per 75 ore complessive, di cui 20 in
presenza e 55 in e-learning.
Per ciò che riguarda la parte in presenza, il docente terrà un primo approfondimento all’inizio
della formazione specifica (prima dell’inizio del corso e-learning), dedicato ai contenuti specifici
caratterizzanti il progetto. Successivamente, durante lo svolgimento del corso e-learning e alla
fine dello stesso, il docente terrà due sessioni - informativa e formativa specifica - inerenti la
salute e sicurezza sul lavoro.
Per i nostri corsi ci avvaliamo della collaborazione di Lynx. Lynx si occupa da oltre dieci anni di
didattica e tecnologie digitali, ha esperienza diretta di e-learning non solo in quanto progettista,
sviluppatore e installatore di piattaforme ma anche in quanto erogatore a sua volta di corsi
(Corsi Altrascuola) e consulente didattico (UNSC, AIP, CIES, COCIS, LTA Università Roma TRE,
Uptersport). Inoltre, pur essendo un soggetto imprenditoriale, da anni lavora in stretto contatto
con enti del terzo settore di cui condivide le finalità e di cui conosce modalità e limiti di azione.
La piattaforma scelta per l’erogazione dei corsi è MOODLE, la scelta è dovuta sia a ragioni
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tecniche (MOODLE consente di fruire dei contenuti dei corsi in maniera flessibile e adattabile al
singolo volontario, personalizzandone l’apprendimento, ma allo stesso tempo permette agli
utenti di comunicare e collaborare in uno spazio comune e condiviso) che a ragioni etiche (la
scelta del software libero è una conseguenza diretta dei valori di condivisione del sapere e della
conoscenza impliciti nell’idea di volontariato).
Ad ogni volontario verrà fornito un nome utente e una password che gli permetterà di accedere
alla piattaforma e di: consultare i contenuti del corso (potrà anche scaricarli sul proprio
computer o stamparli, in questo modo non dovrà per forza essere collegato per poter fruire del
corso), realizzare gli esercizi previsti (questionari per l'auto-valutazione degli apprendimenti e
brevi riflessioni su temi specifichi), usare gli strumenti di interazione presenti nella piattaforma
(chat, forum, wiki, eccetera).
Le attività svolte sulla piattaforma dall’utente verranno regolarmente registrate, i dati di accesso
(log) sono a disposizione dell’utente stesso ma anche dei formatore/tutor, che potrà così
intervenire tempestivamente in caso di ritardi consistenti rispetto al percorso di formazione
previsto. I log, dei singoli utenti e delle classi, verranno poi utilizzati per una valutazione
complessiva del percorso di formazione realizzato online.
Alle più moderne tecnologie informatiche e alla qualità dei contenuti, si affiancano le più efficaci
metodologie dell’apprendimento: i materiali formativi sono strutturati e suddivisi in maniera
tale da promuovere l’apprendimento rispettando i principi dell’ergonomia cognitiva e della
personalizzazione di formazione ad elevata qualità.
Per AMESCI, l’idea stessa di formazione di un volontario si lega inscindibilmente con l’idea di
metacompetenza, in quanto “capacità, propria di ogni individuo, di adattarsi e riadattarsi alle
dinamiche evolutive del suo sistema ambientale e relazionale di riferimento”.
Parallelamente alle attività di autoistruzione realizzate tramite piattaforma i Volontari
parteciperanno a discussioni di gruppo tramite gli strumenti di interazione della piattaforma. Scopo
dell’e-learning infatti non è solo quello di raggiungere gli obiettivi formativi indicati nei Moduli
didattici ma anche di creare una comunità di apprendimento che si confronti e discuta sui temi del
percorso formativo proposto e sugli obiettivi previsti dal progetto in cui sono inseriti i Volontari.
40) Contenuti della formazione:
Argomenti della formazione specifica:
In aula:
I APPROFONDIMENTO:
Modulo I: Il rischio incendi boschivi: aspetti caratteristici, fenomenologie, pianificazione; Durata 6
ore – Docenti: Pompilio Alessandro Lido, Giuseppe Ventre, Francesco De Felice, Veronica Somma,
Giovanni Accardo, Antonella Caputo
Modulo II: Il contesto di riferimento provinciale: geologia, flora e fauna; Durata 6 ore – Docenti:
Pompilio Alessandro Lido, Giuseppe Ventre, Francesco De Felice, Veronica Somma, Giovanni
Accardo, Antonella Caputo
II APPROFONDIMENTO:
Modulo III: Informazione ai volontari (conforme al D.Lgs 81/08 art. 36). Durata: 4 ore – Docenti:
Pompilio Alessandro Lido, Giuseppe Ventre, Mario De Rosa, Valentina Cammarota, Attilio
Formisano, Emiliano Pellegrino
 Rischi per la salute e sicurezza sul lavoro
 Procedure di primo soccorso, lotta antincendio, procedure di emergenza
 Organigramma della sicurezza
 Misure di prevenzione adottate
Modulo IV: Formazione sui rischi specifici (conforme al D.Lgs 81/08 art. 37, comma 1, lett.b e
accordo Stato/Regioni del 21 Dicembre 2011). Durata: 4 ore – Docenti: Pompilio Alessandro Lido,
Giuseppe Ventre, Mario De Rosa, Valentina Cammarota, Attilio Formisano, Emiliano Pellegrino
 Rischi derivanti dall’ambiente di lavoro
 Rischi meccanici ed elettrici generali
 Rischio biologico, chimico e fisico
 Rischio videoterminale
 Movimentazione manuale dei carichi
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




Altri Rischi
Dispositivi di Protezione Individuale
Stress lavoro correlato
Segnaletica di emergenza
Incidenti ed infortuni mancati
Corso e-learning:
 Gli incendi boschivi:
Modalità di innesco
Modalità di propagazione
Normativa di riferimento
 La risoluzione di un incendio:
Spegnere un incendio
La bonifica delle aree percorse dal fuoco
Le competenze
I Materiali e mezzi
 La prevenzione:
Le norme comportamentali
Gli obblighi normativi
Contenuti della metaformazione:
Il modello formativo proposto, caratterizzato da un approccio didattico di tipo costruttivista in cui il
discente “costruisce” il proprio sapere, permette di acquisire un set di meta-competenze quali:



capacità di analisi e sintesi
abilità comunicative legate alla comunicazione on line
abitudine al confronto e alla discussione
L'uso di una piattaforma FAD inoltre consente inoltre, indipendentemente dagli argomenti della
formazione specifica, l'acquisizione di una serie di competenze informatiche di base legate all'uso
delle TIC e di Internet.
41) Durata:
75 ore
Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Nel rinviare al sistema di monitoraggio accreditato e al piano di monitoraggio generale previsto dal
presente progetto (v infra, punto 20) per la tempistica e la strutturazione della rilevazione del
percorso formativo, si acclude una breve riflessione metodologica e strumentale.
La contemporanea presenza, nel sistema di formazione “blended” adottato da AMESCI, di una
doppia tipologia di rilevazione (questionari e self-test) e di un complesso set di restituzioni attese
(grado di apprendimento raggiunto, gradimento dell’esperienza formativa, feedback delle
competenze e delle metacompetenze) necessitano di un’ottica valutativa efficiente, efficace ed
innovativa. Si è pertanto deciso di adottare un monitoraggio della qualità della formazione
informato alla logica QFD (quality function deployement), all’interno del più generale approccio di
quality project management perseguito da AMESCI.
Si tratta, operativamente, di trasformare i dati del monitoraggio (sia quantitativi che qualitativi) in
“scelte prioritarie”, atte ad orientare le successive fasi di valutazione e la riprogettazione del
percorso formativo.
In questa fase il monitoraggio avviene attraverso strumenti misti (ossia test a risposta multipla on
line, questionari di customer satisfaction, rilevamento attraverso interviste sul campo a cura degli
Centro Direzionale
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OLP e dello Staff di formazione AMESCI).
Le analisi dei dati (intermedie e finale) e la riprogettazione avvengono, sempre a cura dello Staff di
formazione AMESCI, con metodologie e tools propri del tutoraggio on line (protocolli di statistica,
strumenti di networking come forum e chat) e della valutazione comparata (swot analysis).
Breve cenno ulteriore merita il bilancio di “competenze e metacompetenze”, intese come
empowerment e incremento quali-quantitativo dei saperi e delle capacità di adattamento alle
dinamiche evolutive del proprio sistema ambientale e relazionale di riferimento.
Tale fondamentale elemento del monitoraggio della formazione sarà rilevato attraverso un percorso
di analisi periodica delle competenze acquisite dal volontario, in termini di conoscenze e di abilità,
sulla base del modello francese della Validation d’aquis professionnels.
Napoli, 31/07/2014
Il Responsabile Legale dell’Ente
Centro Direzionale
Via G.Porzio, Isola E3
80143
Napoli
Tel: 081.19811450
Fax: 081.19811451
email: [email protected]
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SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN