ATTRIBUZIONI E RINGRAZIAMENTI Questa ricerca è stata realizzata dall’Assessorato alle Politiche Educative della Provincia di Trieste in collaborazione con il Laboratorio di Psicologia Cognitiva Applicata – Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Trieste. Il gruppo di ricerca ringrazia Yari Bucci, Desireè Iurilli, Maddalena Misculin, Michaela Piccolo e Sara Trevisan per la collaborazione nella fase di raccolta dati. Si ringraziano i Dirigenti Scolastici, i docenti referenti per l’orientamento e gli studenti di tutte le istituzioni scolastiche che hanno partecipato a tutte le fasi della ricerca. Il presente lavoro è stato realizzato nell’ambito dei finanziamenti dell’Accordo di Programma Quadro in materia di politiche giovanili e attività sportive sottoscritto dall’Amministrazione Regionale con la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive e il Ministero dello Sviluppo Economico in data 31 marzo 2008. 1 INDICE Prefazione ………………………………………………………………………………4 1. INTRODUZIONE ALLA RICERCA …………………………..…………………...6 ORIENTAMENTO IN ENTRATA 2. COME I RAGAZZI SI IMMAGINANO LE SCUOLE SUPERIORI 2.1 La rappresentazione cognitiva delle scuole superiori nei ragazzi di terza media ……….……………………………………………………........14 2.2 Il ruolo degli stereotipi nella rappresentazione delle scuole superiori……………………………………………………………………….24 2.3 Effetti della denominazione delle scuole superiori: nome proprio vs. nome comune …..…………………………………………………………...30 3. LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE 3.1 Fattori rilevanti per la scelta scolastica ……………………………....33 3.2 Stereotipi e scelta ……………….…………………………………...…42 4. LE CONSEGUENZE DELLA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE 4.1 L’attività di orientamento: effetti principali ……………...…………….48 4.2 Aspettative, soddisfazione e conseguenze della scelta ….…………54 ORIENTAMENTO IN USCITA 5. L’OCCUPAZIONE GIOVANILE NEL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI TRIESTE: UNO SGUARDO DI SINTESI ……………..……62 6. DOPO LA SCUOLA SUPERIORE: UNIVERSITA’ O LAVORO? ……..…66 2 7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE …………………………………………74 APPENDICE A – Dati completi rilevazione nome proprio vs. nome comune...………………………………………………………………………….80 APPENDICE B – Confronto aspettative-valutazioni reali ……………………94 ALLEGATI ………………………………………………………………………...96 3 PREFAZIONE Quando nel 2007 l’Assessorato alle Politiche Educative della Provincia di Trieste ha deciso di inserire tra i progetti dell’Accordo di Programma Quadro sostenuto dal Ministero delle Politiche Giovanili, retto dall’allora Ministro Melandri, il progetto che andava ad analizzare quale reale conoscenza delle singole scuole secondarie superiori avessero gli studenti delle classi terze della scuola media inferiore e quale potesse essere l’influenza degli stereotipi nelle loro scelte scolastiche, pensavamo di individuare un campione limitato di scuole alle quali sottoporre i questionari predisposti ai fini dell’indagine. In realtà ci siamo trovati di fronte a un’adesione massiccia, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni scolastiche sia nelle prime due fasi della ricerca, rivolte esclusivamente agli studenti delle scuole medie, sia nella terza fase in cui l’indagine è stata allargata agli studenti delle classi prime delle scuole superiori per consentire una prima valutazione delle scelte effettuate. La ricerca non si è potuta concludere rapidamente a seguito del blocco per intoppi burocratici del finanziamento della seconda annualità del progetto. La situazione si è poi sbloccata grazie all’intervento dell’Assessorato Regionale all’Istruzione; ciò ha consentito di completare la ricerca con un’indagine rivolta agli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie superiori, sia per analizzare la rappresentazione delle professioni che gli studenti hanno maturato, sia per valutare le motivazioni che li spingono a proseguire gli studi o in alternativa a orientarsi verso il lavoro. Il coinvolgimento spontaneo delle scuole ci ha fatto capire quanto il personale scolastico senta l’esigenza di essere supportato, con l’acquisizione di elementi di conoscenza, nel delicato percorso educativo di cui l’orientamento è parte integrante. La stessa Unione Europea attraverso numerosi documenti ha posto l’accento sull’importanza di garantire a tutti un facile accesso all’informazione e a un orientamento di qualità sulle opportunità di istruzione e formazione in tutta Europa e per tutto l’arco della vita a 4 sostegno delle scelte personali nelle varie fasi di transizione in una logica di miglioramento e di sviluppo professionale continuo. I significativi risultati che abbiamo acquisito con questa ricerca e che possono costituire per il personale scolastico e per le famiglie interessate un utile strumento di lavoro, spaziano inoltre sulle prospettive lavorative che caratterizzano il territorio. Siamo però consapevoli che questi dati relativi alle dinamiche del lavoro hanno un valore meramente indicativo in quanto il mondo del lavoro e le sue leggi cambiano rapidamente e ancora cambieranno fino al completamento del percorso scolastico dei giovani studenti di oggi. Se in passato vi era una certa corrispondenza tra il titolo di studio conseguito e la professione che si era chiamati a svolgere, oggi questa correlazione non esiste più e l’adattabilità, non più al lavoro, ma ai lavori diventa indispensabile anche per chi incomincia a pensare al proprio percorso scolastico e lavorativo. I giovani studenti medi di oggi devono essere consapevoli che la scelta che sono chiamati a fare è importante e va valutata bene ma devono anche iniziare a riflettere che la scelta della scuola superiore non influenzerà del tutto la loro vita futura e non determinerà in modo definitivo il loro destino in quanto ripensamenti, passaggi o cambiamenti di percorso saranno sempre possibili. Anche se apparentemente un po’ datata, ritengo che la definizione dell’orientamento espressa al Congresso UNESCO di Bratislava del 1970 sia ancora, nel suo profondo significato, di grande attualità: “Orientare significa porre l’individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire, con i suoi studi e la sua professione, in relazioni alle mutevoli esigenze della vita, con il suo duplice scopo di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno sviluppo della persona umana.” Adele Pino Assessore alle Politiche attive del Lavoro, Formazione e Politiche Educative della Provincia di Trieste 5 1. INTRODUZIONE ALLA RICERCA Il passaggio dalla scuola media alla scuola superiore, o, per usare la terminologia introdotta dalla riforma della scuola (L. 133/2008), dalla scuola secondaria di primo livello a quella di secondo livello, è un momento importante nella vita degli adolescenti. La scelta della scuola a cui iscriversi è una decisione spesso sofferta, che condiziona il futuro scolastico e lavorativo e sorge in un periodo critico e delicato com’è l’adolescenza. Compiere questa scelta, e in modo analogo, anche la scelta di cosa fare dopo la scuola superiore, è un processo complesso che coinvolge fattori fondamentali come gli interessi e le inclinazioni specifiche degli studenti, ma che viene influenzato anche da altri fattori, non sempre facili da identificare, come ad esempio le pressioni provenienti dall’ambiente sociale in cui gli adolescenti vivono. Non è raro infatti che gli studenti vengano spinti dai genitori stessi a intraprendere un particolare percorso di studi, magari con l’obiettivo di portarli a svolgere la stessa carriera lavorativa del padre o della madre. Anche il gruppo dei pari gioca un ruolo nel processo di scelta: visto che è una decisione importante che riguarda tutti quelli che stanno terminando il percorso scolastico, è inevitabile che gli adolescenti si confrontino con le scelte fatte degli amici e possano di conseguenza esserne in qualche modo influenzati. Per scegliere la scuola in modo consapevole è necessario conoscere adeguatamente i vari istituti superiori e la loro offerta formativa. Uno degli obiettivi dell’orientamento scolastico consiste nel far conoscere ai ragazzi la realtà della scuola superiore. Le informazioni sugli istituti superiori vengono infatti fornite attraverso l’orientamento scolastico soprattutto durante l’ultimo anno della scuola media (in alcune scuole l’attività orientamento inizia anche prima, durante il secondo anno), in cui i ragazzi ricevono depliant e pubblicazioni informative, possono visitare le scuole superiori e avere un servizio di consulenza a cui rivolgersi per le loro domande. La conoscenza delle scuole, tuttavia, non si forma solo in questo periodo, ma inizia ovviamente ben prima. Gli studenti sono esposti fin da piccoli a informazioni sugli istituti superiori, ad esempio nelle interazioni sociali con parenti o amici più grandi, e possono assorbire queste conoscenze in modo volontario o accidentale. Molto 6 spesso però le notizie che circolano tra gli studenti e gli amici non sono veritiere e si basano su luoghi comuni o su stereotipi, come ad esempio il ritenere alcuni istituti come maggiormente adatti ai maschi piuttosto che alle femmine, o la convinzione che certe scuole superiori permettano di ottenere buoni risultati con un impegno saltuario. Vista l’importanza che questo tipo di scelta comporta nella vita degli adolescenti, si è deciso di svolgere una ricerca per far luce su questo articolato processo decisionale. Uno dei principali obiettivi che ci siamo posti consisteva nell’indagare la conoscenza da parte dei ragazzi delle scuole superiori presenti sul territorio. Un secondo obiettivo consisteva nell’individuare il ruolo e il peso dei diversi fattori che influenzano la scelta, come le aspettative dei genitori, la scelta fatta dagli amici o la vicinanza delle sedi scolastiche. Inoltre si è voluto andare a indagare le conseguenze della scelta, ovvero cosa succeda durante il primo anno di scuola superiore, in modo da avere una quadro completo della soddisfazione degli studenti per la decisione presa l’anno precedente e una valutazione, a posteriori, dei fattori che avrebbero dovuto tenere in maggiore o minore considerazione durante la scelta scolastica. Infine, vista l’importanza degli aspetti legati al dopo-superiori emersa nelle prime fasi della ricerca, si è voluto estendere la ricerca anche alla scelta di cosa fare dopo la scuola superiore. Fasi della ricerca, campione e questionari utilizzati La ricerca è stata condotta negli anni scolastici 2008-2009 e 20092010. Tutti i dati sono stati raccolti tramite questionari appositamente costruiti, la somministrazione dei questionari è stata condotta dai collaboratori del progetto, nella quasi totalità dei casi nelle classi di appartenenza degli studenti. Nella ricerca sono state coinvolte quattordici scuole secondarie di primo livello (scuole medie), sia di lingua italiana che di lingua slovena, della provincia di Trieste e 16 scuole secondarie di secondo livello pubbliche (scuole superiori). La raccolta dati ha previsto 4 fasi. Prima fase La prima fase della ricerca ha coinvolto esclusivamente le scuole medie e si è tenuta tra novembre e dicembre 2008, quindi prima che gli studenti della terza media avessero effettuato la scelta della scuola 7 superiore e anche prima che partecipassero alle attività d’orientamento (previste per metà dicembre 2008). Per ogni scuola sono state selezionate casualmente da una a tre sezioni delle classi terze, in base alla numerosità degli iscritti. In totale hanno partecipato a questa fase della ricerca 30 sezioni per un totale di 547 studenti. Il questionario era suddiviso in quattro distinte sezioni. Le aree di indagine esplorate sono state le seguenti: • Sezione A. Rappresentazione cognitiva delle scuole superiori; • Sezioni B e C. Stereotipi associati alle scuole superiori; • Sezione D. Fattori che influenzano la scelta scolastica; • Dati socio-anagrafici. Nella sezione Rappresentazione cognitiva si è voluto indagare cosa pensano i ragazzi delle scuole superiori presenti nella provincia di Trieste. Per ogni tipo di scuola superiore, ai ragazzi è stato chiesto di rispondere a 15 domande che riguardavano le seguenti dimensioni: conoscenza della scuola, difficoltà, possibilità offerte e considerazione. Nella sezione Stereotipi si è registrata la presenza di eventuali giudizi schematici e stereotipi nella rappresentazione delle scuole superiori. Ai ragazzi è stato chiesto di valutare quanto ciascuna scuola fosse caratterizzata dai seguenti stereotipi: genere (scuola più adatta ai maschi/alle femmine), capacità scolastiche (scuola più adatta a chi andava bene/male alle medie), motivazione (scuola più adatta a chi ama/non ama studiare) e impegno (scuola più adatta a chi si impegna/non si impegna tanto). Oltre a questo compito di valutazione dei quattro stereotipi principali, veniva richiesto anche un compito di produzione: per ogni scuola i ragazzi dovevano scrivere tre caratteristiche che secondo loro descrivono gli studenti che la frequentano. Questo compito serviva per individuare la presenza di eventuali altri stereotipi usati dai ragazzi. La sezione Fattori che influenzano la scelta scolastica si componeva di 14 domande atte a individuare quali sono i fattori che i ragazzi considerano per scegliere la scuola superiore. Alcuni di questi fattori riguardavano le caratteristiche delle scuole, come la difficoltà o la quantità di compiti per casa, altri le inclinazioni dei ragazzi, come la voglia di imparare un mestiere o di proseguire gli studi all’università, altri 8 ancora riguardavano l’influenza dei genitori, degli insegnanti e degli amici. Nell’ultima sezione del questionario venivano chiesti agli studenti, oltre al genere e all’età, veniva chiesta un’autovalutazione delle proprie capacità di studenti, il numero di materie in cui avevano insufficienze e il titolo di studio dei genitori. Seconda fase La seconda fase della ricerca ha coinvolto nuovamente solo le scuole medie e ha avuto luogo tra gennaio e febbraio 2009, quindi dopo che gran parte delle attività di orientamento, come le “porte aperte”, erano già state svolte, ma prima che gli studenti avessero effettuato la scelta della scuola superiore e avessero ricevuto la pagella del primo quadrimestre. A questa fase della ricerca hanno partecipato le stesse classi terze1 a cui era stato somministrato il primo questionario, in totale hanno compilato il questionario 506 studenti. In questa fase della ricerca si voleva vedere se si ottengono differenze nell’immagine delle scuole superiori quando ci si riferisce a una tipologia di scuole (ad esempio, “istituto tecnico industriale”) rispetto a quando ci si riferisce a una scuola specifica (ad esempio, “istituto tecnico industriale A. Volta”). Si è infatti ipotizzato che, nel secondo caso, vengano attivate una serie di conoscenze diverse, di natura prevalentemente stereotipica, che possono influenzare la rappresentazione e la valutazione delle scuole. Per indagare questo fenomeno, il campione è stato diviso casualmente in due gruppi, uno ha ricevuto un questionario in cui ci si riferiva alle scuole superiori usando solo il loro nome comune (ad esempio, liceo scientifico), l’altro ha ricevuto un questionario in cui ci si riferiva alle scuole usando anche i loro nomi propri oltre che i loro nomi comuni (ad esempio, liceo scientifico “G. Galilei”). Entrambi i questionari erano quindi composti dalle sezioni A: Rappresentazione cognitiva delle scuole superiori e B: Stereotipi associati alle scuole superiori, analoghe per contenuto alle corrispondenti sezioni del questionario della prima fase della ricerca. 1 I questionari erano anonimi, agli studenti è stato chiesto di inserire un codice composto dal loro giorno di nascita e dalle ultime tre lettere del nome, in modo da poter collegare le loro risposte nel corso delle fasi della ricerca 9 Inoltre è stata aggiunta una sezione C: Valutazione dell’orientamento scolastico, in cui ai ragazzi è stato chiesto di riportare a quali attività di orientamento scolastico avessero recentemente partecipato e di fornire un giudizio su diversi aspetti, ad esempio quanto le ritenessero utili, interessanti e approfondite. Terza fase La terza fase della ricerca ha visto coinvolte sia le terze medie che le prime classi delle scuole superiori, e si è tenuta nel maggio 2009, quindi dopo che gli studenti della terza media avevano effettuato la preiscrizione alla scuola superiore scelta. Hanno partecipato a questa fase della ricerca 547 studenti delle classi terze che avevano già partecipato alle fasi precedenti e 625 studenti delle scuole superiori pubbliche della provincia di Trieste. Il campionamento degli studenti delle superiori è stato condotto con la stessa modalità usata nella prima fase per le medie: in base alla numerosità degli iscritti, per ogni scuola sono state selezionate casualmente da una a tre sezioni delle classi prime. In questa fase della ricerca è stata messa a confronto la percezione delle scuole superiori da parte degli studenti di terza media con quella di chi aveva una conoscenza diretta di queste scuole, ossia gli studenti che stavano finendo la prima superiore. I questionari somministrati alle medie e alle superiori erano quindi in gran parte speculari e indagavano le seguenti aree: • Sezione A. Rappresentazione cognitiva delle scuole superiori; • Sezione B. Stereotipi associati alle scuole superiori; • Sezione C. Fattori che influenzano la scelta scolastica; • Sezione D. Aspettative e previsione affettiva/valutazione esiti reali • Sezione E. Valutazione della scelta effettuata (solo per le superiori) • Dati socio-anagrafici. Nelle sezioni Rappresentazione cognitiva e Stereotipi si è voluto indagare come vedono la propria scuola i ragazzi che stanno finendo il primo anno di superiori. Nella sezione Fattori che influenzano la scelta scolastica è stato chiesto agli studenti della prima superiore di dare un giudizio su quanto 10 avevano tenuto in considerazione alcuni fattori (come la lontananza della scuola da casa o i servizi offerti) nel processo di scelta effettuato l’anno precedente. Inoltre è stata richiesta anche una valutazione normativa, ossia di giudicare, sulla base dell’esperienza accumulata in questo anno scolastico, che peso sarebbe stato più giusto attribuire ai precedenti fattori. Nella sezione Aspettative e previsione affettiva/valutazione esiti reali agli studenti di terza media sono state poste delle domande in cui dovevano immaginare come sarebbe stato il loro primo anno di superiori, sia dal punto di vista del profitto che delle relazioni sociali, e quali emozioni si aspettavano di provare in queste situazioni. Agli studenti della prima superiore sono state poste le stesse domande, le loro risposte non erano però basate su delle previsioni ma sulla valutazione della loro situazione reale. Solo agli studenti della prima superiore sono state inoltre fatte delle domande, nella sezione Valutazione della scelta effettuata, su quanto erano soddisfatti della scelta effettuata, se avessero eventualmente l’intenzione di cambiare scuola e se nel caso avessero già cambiato scuola l’anno precedente e perché. Quarta fase L’ultima fase della ricerca si è tenuta nel maggio 2010 e ha coinvolto esclusivamente le classi dell’ultimo anno delle scuole superiori, per un totale di 296 studenti. Questa fase della ricerca era mirata principalmente a indagare la presenza di eventuali stereotipi nella rappresentazione delle professioni e dei mestieri a cui si può accedere dopo la scuola superiore. Il questionario era diviso nelle seguenti tre sezioni: • Sezione A. Fattori che influenzano la scelta di continuare gli studi o andare a lavorare; • Sezioni B. Stereotipi associati alle professioni; • Dati socio-anagrafici. Nella sezione Fattori che influenzano la scelta di continuare gli studi o andare a lavorare agli studenti veniva chiesto se avessero già deciso cosa fare una volta finito l’ultimo anno di scuola superiore, e cioè se iscriversi all’università o cercare un lavoro, e di valutare quanto ritenevano avrebbero pesato in questa decisione una serie di fattori, tra 11 cui gli interessi personali, il parere di genitori, amici e insegnanti e la disponibilità economica. Successivamente nella sezione Stereotipi associati alle professioni venivano presentate diciotto professioni particolarmente rappresentative delle realtà lavorative a cui vengono preparati gli studenti che escono dagli istituti tecnici e professionali della provincia di Trieste, come ad esempio le professioni di “geometra” e di “addetto ai servizi turistici”. Per ognuna di queste professioni veniva chiesto di valutare quattro stereotipi: genere (professione più adatta ai maschi/alle femmine), capacità scolastiche (professione più adatta a chi andava bene/male a scuola), interesse per il guadagno (professione più adatta a chi è interessato/non è interessato a professioni remunerative) e la dimensione concettuale (professione più adatta a chi è portato per i lavori manuali/intellettuali). 12 ORIENTAMENTO IN ENTRATA 13 2. COME I RAGAZZI SI IMMAGINANO LE SCUOLE SUPERIORI 2.1 LA RAPPRESENTAZIONE COGNITIVA DELLE SCUOLE SUPERIORI NEI RAGAZZI DI TERZA MEDIA La scelta della scuola superiore rappresenta un momento critico nella vita di un individuo, sia per il carico cognitivo ed emozionale che comporta sia per le possibili conseguenze ad essa connesse. Come ha dimostrato la ricerca nell’ambito della psicologia della decisione, i giudizi e le scelte sono fortemente influenzati dal modo in cui ci si rappresenta la realtà. Quindi per comprendere la scelta della scuola media superiore è necessario determinare cosa pensano i ragazzi di terza media dei diversi istituti superiori. In particolare, si è voluto approfondire quali sono gli elementi salienti che concorrono a determinare il giudizio su un determinato tipo di scuola e come tali elementi si differenziano in funzione delle diverse scuole valutate. Per analizzare la rappresentazione dei diversi istituti superiori presenti sul territorio provinciale è stato predisposto un questionario per l’individuazione dei fattori che si è ipotizzato potessero avere un ruolo rilevante nella formazione del giudizio sulla scuola superiore alla quale iscriversi. Attraverso questo strumento è stato possibile individuare le caratteristiche qualitative associate alla singola tipologia di istituto superiore (per esempio liceo scientifico, istituto tecnico commerciale) che possono avere un ruolo rilevante nella scelta scolastica al termine della terza media. Per la costruzione della parte dello strumento dedicata a tale analisi si è fatto riferimento al paradigma psicometrico2, tradizionalmente utilizzato nella ricerca sulla percezione del rischio. Secondo questa metodologia, ai ragazzi frequentanti la classe terza delle scuole secondarie di primo grado è stato chiesto di giudicare ciascun tipo di istituto superiore presente sul territorio della provincia di Trieste rispetto a 14 caratteristiche descrittive (Tabella 2.1.1). Per ogni caratteristica presentata, i ragazzi dovevano esprimere una valutazione utilizzando una scala bipolare da 1 (per niente) a 5 (moltissimo). 2 Fischhoff, Lichtenstein, Read e Combs, 1979 14 Tabella 2.1.1. Caratteristiche qualitative della scuola indagate 1. Grado di conoscenza della scuola 2. Difficoltà nell’andare bene in quel tipo di scuola 3. Quantità di studio necessario per avere un buon profitto in quel tipo di scuola 4. Difficoltà delle materie insegnate 5. Quantità di compiti per casa assegnati 6. Conoscenza delle materie insegnate 7. Tempo dedicato all’attività pratica 8. Possibilità di trovare un lavoro al termine del ciclo di studi di quel tipo di scuola 9. Possibilità di imparare un mestiere al termine del ciclo di studi di quel tipo di scuola 10. Utilità di quel tipo di scuola per proseguire gli studi all’Università 11. Necessità di essere portati per le materie insegnate in quel tipo di scuola 12. Grado di considerazione personale per quel tipo di scuola 13. Grado di considerazione degli altri studenti delle scuole medie per quel tipo di scuola 14. Grado di considerazione dei propri genitori per quel tipo di scuola In questa fase della ricerca sono state utilizzate le denominazioni ufficiali riferite all’ordinamento scolastico in vigore al momento dell’indagine e tuttora valido per le classi superiori alla prima, senza specificare il nome proprio dell’istituto, in modo da ottenere valutazioni strettamente connesse all’indirizzo di studio. La scelta di non utilizzare i nomi degli indirizzi di studio introdotti alla riforma della scuola superiore (L. 133/2008) inoltre, è dipesa dal fatto che, per l’anno scolastico 2008/2009 (periodo di svolgimento di questa ricerca), l’attività di orientamento svolta dalle scuole medie si è basata interamente sull’ordinamento scolastico ante-riforma e quindi i ragazzi non avrebbero avuto modo di conoscere e approfondire i nuovi indirizzi di studio, entrati in vigore poi nell’anno scolastico 2009/2010. Inizialmente sono stati analizzati i punteggi medi di valutazione degli istituti superiori rispetto alle 14 caratteristiche descrittive (Tabella 2.1.2). 15 16 Un primo dato importante emerso dalla ricerca è sicuramente rappresentato dai bassi punteggi ottenuti sulla dimensione della conoscenza della scuola: in generale infatti, i ragazzi dichiarano di conoscere le scuole molto poco, eccezione fatta per il liceo scientifico che presenta un giudizio di conoscenza medio (3,08). Per gli istituti professionali, l’istituto tecnico commerciale e l’istituto biologico sanitario si evidenzia un livello di conoscenza estremamente basso. Dall’analisi relative a eventuali differenze di genere emerge uno scarto importante tra le valutazioni di maschi e femmine riguardo la loro percezione di conoscenza dell’istituto tecnico industriale (M=2,17, F=1,68), del liceo socio-psico-pedagogico (M=1,87, F=2,72), del liceo classico (M=2,44, F=1,81), del liceo linguistico (M=2,52, F=3,18), dell’istituto tecnico per geometri (M=2,65, F=1,21) e dell’istituto tecnico nautico (M=2,54, F=2,17). In particolare, gli studenti maschi dichiarano di conoscere maggiormente le scuole superiori che, da un’analisi dei dati statistici relativi alle iscrizioni, sembrano essere connotate come tipicamente “maschili” (istituto tecnico industriale, istituto per geometri e istituto tecnico nautico), mentre per le ragazze si evidenziano livelli di conoscenza percepita maggiore per gli istituti con una presenza prevalente di studentesse (liceo linguistico, liceo psico-socio-pedagogico, liceo classico). Lo stesso trend emerge anche dal confronto tra le valutazioni della conoscenza delle materia insegnate all’istituto tecnico industriale (M=2,40, F=2,08), al liceo socio-psico-pedagogico (M=2,16, F=2,88), all’istituto tecnico nautico (M=2,90, F=2,30) e al liceo linguistico (M=3,03, F=3,51). Questi dati sono probabilmente riconducibili ad una differente esposizione alle informazioni relative ai diversi tipi di istituti superiori in funzione del genere; possibili spiegazioni di questo fenomeno potrebbero essere o i maggiori contatti di entrambi con ragazzi dello stesso genere (per esempio per rapporti di amicizia), oppure il risultato di un effetto di focalizzazione nella ricerca di informazioni riguardanti la scuola superiore alla quale iscriversi. Riguardo alle dimensioni connesse al profitto e alla necessità di studiare, le scuole che sembrano essere maggiormente impegnative nell’immaginario dei giovani sono i licei, in particolare quello scientifico, quello classico e quello linguistico. Un dato interessante riguardo al 17 carico di studio richiesto, è la ridotta differenza nelle valutazioni che si riscontra tra gli istituti tecnici e gli istituti professionali. Rispetto al giudizio sull’attività pratica svolta durante l’orario scolastico, in generale sono gli istituti tecnici e gli istituti professionali quelli percepiti con il maggior tempo dedicato ai laboratori. Anche l’analisi delle dimensioni descrittive maggiormente connesse alle possibilità offerte al termine del percorso scolastico evidenzia un quadro interessante: nella rappresentazione cognitiva degli studenti, l’istituto per geometri e l’istituto tecnico industriale rappresentano le scuole superiori che più delle altre offrono sia la possibilità di acquisire competenze e quindi di imparare una professione sia di poter poi trovare un lavoro che permetta di mettere a frutto quanto appreso. E’ curioso notare invece, che l’istituto d’arte rappresenta la scuola superiore alla quale, da parte dei ragazzi, viene attribuita la minor possibilità di inserimento lavorativo al termine degli studi, mentre è il liceo classico quello che appare meno “professionalizzante” di tutte le altre scuole. Il liceo scientifico, seppur con punteggi più bassi rispetto agli istituti tecnici e professionali, sembra comunque essere considerato una scuola superiore in grado di trasmettere competenze di tipo pratico spendibili immediatamente nel mercato del lavoro. Riguardo alla possibilità di proseguire gli studi presso una Facoltà universitaria infine, sono i licei quelli percepiti più idonei, in particolare quello classico e quello scientifico. Le attitudini personale e l’essere portati per le materie insegnate in una determinata scuola superiore sono considerate caratteristiche importanti per tutti i tipi di istituto superiore, l’unica eccezione è l’istituto professionale per l’industria e l’artigianato. Infine è stata indagata la considerazione attribuita ai diversi istituti superiori; con tale dimensione, si è voluta approfondire la “reputazione” della scuola dapprima nella percezione personale e successivamente nel gruppo dei pari (studenti delle scuole medie) e nei propri genitori. In generale, è importante sottolineare che i giudizi sulla reputazione attribuita ad ogni istituto superiore sono molto simili nelle tre dimensioni indagate (personale, per il gruppo di pari e per i propri genitori). Anche se da questa prima analisi non è possibile identificare quale sia la valutazione che ha il ruolo di “ancora” per le altre, è comunque 18 importante evidenziare che l’opinione personale non si discosta mai in modo rilevante da quella attribuita sia ai compagni di scuola sia ai propri genitori. In generale, emerge un’elevata considerazione per tutti i tipi di licei, in particolare per quello scientifico. Come per la conoscenza, anche nei giudizi sulla considerazione personale si evidenziano differenze di genere, che diventano significative sul piano statistico, per l’istituto tecnico industriale (M=2,88, F=2,40), il liceo socio-psico-pedagogico (M=2,43, F=3,17), l’istituto d’arte (M=2,34, F=2,84), l’istituto tecnico per geometri (M=3,00, F=2,46) e il liceo linguistico (M=2,73, F=3,35). Per evidenziare i fattori rilevanti nella rappresentazione mentale dei diversi istituti superiori è stata eseguita un’analisi fattoriale sui punteggi medi delle 14 caratteristiche qualitative utilizzate nella ricerca. Questa tecnica viene solitamente impiegata per studiare, riassumere e semplificare le relazioni in un insieme complesso di variabili, in modo da ridurre l’informazione individuando uno o più fattori (o macro-dimensioni), tenendo conto delle similarità che accomunano una serie di variabili. I risultati evidenziano una struttura a 4 fattori denominati rispettivamente: Conoscenza della scuola superiore, Aspetti oggettivi relativi alla scuola superiore, Possibilità al termine del percorso formativo e Considerazione della scuola superiore. Questo risultato suggerisce come la rappresentazione mentale che i ragazzi di terza media hanno delle scuole superiori sia determinata principalmente da 4 macro-dimensioni qualitative che fanno riferimento sia ad aspetti oggettivi quali le materie insegnate e le possibilità offerte al termine del percorso di studio, sia ad elementi maggiormente connessi al giudizio soggettivo quali ad esempio la reputazione della scuola. La caratteristica che sembra avere maggior peso nella formazione del giudizio riguardo le diverse scuole è rappresentata dagli Aspetti oggettivi relativi alla scuola superiore, che è determinata dalla quantità di studio richiesta, dalla difficoltà percepita rispetto alla scuola e alle materie insegnate e dagli aspetti connessi alle attitudini personali. Un ruolo leggermente meno importante è attribuito alla dimensione Possibilità al termine del percorso formativo, in particolare riguardo l’acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro o all’università. Un dato che dovrebbe far riflettere è invece lo scarso contributo della conoscenza nella rappresentazione mentale delle scuole superiori: 19 sapere quali materie vengono insegnate ad esempio sembra avere un peso minimo rispetto invece alla considerazione personale e generale della scuola stessa. Come si evidenzia nella Tabella 2.1.3, i punteggi sulle dimensioni qualitative rimangono sostanzialmente invariati nella seconda raccolta dati, avvenuta nel mese di febbraio e quindi al termine delle principali attività di orientamento. Tabella 2.1.3 – Rappresentazione cognitiva delle scuole nella prima e nella seconda raccolta (valori medi, scala da 1 a 5) Prima raccolta Seconda dati raccolta dati Conoscenza della scuola 2,3 2,5 Conoscenza delle materie 2,7 2,8 Difficoltà della scuola 3,2 3,2 Necessità di studio 3,3 3,2 Difficoltà delle materie 3,2 3,2 Compiti per casa assegnati 3,1 3,1 Tempo dedicato all’attività pratica 2,9 3,0 3,3 3,2 3,2 3,2 3,2 3,1 3,1 3,1 Considerazione personale 2,7 2,7 Considerazione degli studenti di terza media 2,7 2,8 Considerazione dei propri genitori 2,6 2,6 Caratteristiche delle scuole Necessità di predisposizione personale per le materie Possibilità di trovare lavoro al termine del percorso di studio Possibilità di imparare un mestiere al termine del percorso di studio Utilità della scuola per continuare gli studi all’Università 20 Per verificare se la percezione delle diverse scuole, e in particolare di alcune caratteristiche qualitative, è diversa in funzione della scuola superiore che si ritiene sarà quella scelta al termine della scuola media si è deciso di confrontare i punteggi medi generali con quelli degli studenti che avevano indicato quel determinato tipo di istituto come scelta possibile. Nella Tabella 2.1.4 sono riportati i punteggi medi che descrivono come i diversi istituti vengono percepiti dai ragazzi che hanno indicato uno dei licei come scelta possibile. Come si può osservare, non si evidenziano sostanziali differenze tra i due gruppi, se non riguardo alla conoscenza generale della scuola. In particolare, per coloro che indicano come scelta possibile uno dei licei, la conoscenza risulta leggermente più elevata. Differenze minime emergono invece per le dimensioni riferite alla considerazione, con minimi aumenti per coloro che indicano come scelta possibile uno dei licei. Tabella 2.1.4 – Rappresentazione cognitiva dei LICEI per chi ha scelto questo tipo di scuola e per tutti gli altri (valori medi, scala da 1 a 5) Per chi indica un Per tutti gli Caratteristiche delle scuole LICEO come altri scelta possibile Conoscenza della scuola 2,7 3,1 Conoscenza delle materie 3,1 3,3 Difficoltà della scuola 3,5 3,4 Necessità di studio 3,9 3,8 Difficoltà delle materie 3,6 3,5 Compiti per casa assegnati 3,5 3,5 Tempo dedicato all’attività pratica 2,5 2,5 Necessità di predisposizione personale per le 3,6 3,6 materie Possibilità di trovare lavoro al termine del 3,1 3,1 percorso di studio Possibilità di imparare un mestiere al 2,8 2,8 termine del percorso di studio Utilità della scuola per continuare gli studi 4 4 all’Università Considerazione personale 3 3,3 Considerazione degli studenti di terza media 3 3,1 Considerazione dei propri genitori 3 3,3 21 Nella Tabella 2.1.5 sono riportati i valori medi relativi alle valutazioni generali e a quelle fornite dagli studenti che hanno indicato un istituto tecnico come scelta possibile dopo la terza media. Si può osservare che in questo caso non ci sono differenze in nessuna delle dimensioni qualitative prese in considerazione nella ricerca. E’ importante rilevare che anche per coloro che intendono iscriversi ad un istituto tecnico il livello di conoscenza generale e delle materie rimane estremamente basso. Un dato interessante che emerge dal confronto delle valutazioni relative alla difficoltà della scuola percepita è l’elevato punteggio attribuito agli istituti tecnici (4,5 dato generale) rispetto ai licei (3,5 dato generale). Nell’immaginario dei giovani studenti gli istituti tecnici sono quindi più difficili dei licei. Tabella 2.1.5– Rappresentazione cognitiva degli ISTITUTI TECNICI per chi ha scelto questo tipo di scuola e per tutti gli altri (valori medi, scala da 1 a 5) Per chi indica un Per tutti gli ISTITUTO Caratteristiche delle scuole altri TECNICO come scelta possibile Conoscenza della scuola 2,2 2,3 Conoscenza delle materie 2,6 2,8 Difficoltà della scuola 4,5 4,7 Necessità di studio 3,1 3,2 Difficoltà delle materie 3,1 3,2 Compiti per casa assegnati 3 3 Tempo dedicato all’attività pratica 3,2 3,2 Necessità di predisposizione personale per le 3,2 3,2 materie Possibilità di trovare lavoro al termine del 3,3 3,3 percorso di studio Possibilità di imparare un mestiere al 3,3 3,3 termine del percorso di studio Utilità della scuola per continuare gli studi 3 3 all’Università Considerazione personale 2,6 2,7 Considerazione degli studenti di terza media 2,7 2,7 Considerazione dei propri genitori 2,6 22 2,6 Nella Tabella 2.1.6 sono riportati i dati relativi al confronto tra valutazioni generali e valutazioni effettuate da coloro che hanno indicato l’istituto professionale come scelta possibile. Come si può osservare, gli istituti professionali sono le scuole superiori che presentano in assoluto il più basso punteggio relativo alla conoscenza, anche da chi pensa di iscriversi in tali istituti. Coloro che ipotizzano una futura iscrizione presso questo tipo di scuole mostrano però livelli di considerazione più elevati rispetto a chi non ipotizza tale scelta. In generale, è per questa tipologia di scuole superiori che si evidenzia lo scarto maggiore tra chi la indica come possibile scelta e chi no, con punteggi più elevati su quasi tutte le dimensioni. Tabella 2.1.6 – Rappresentazione cognitiva degli ISTITUTI PROFESSIONALI per chi ha scelto questo tipo di scuola e per tutti gli altri (valori medi, scala da 1 a 5) Per chi indica un Per tutti gli ISTITUTO Caratteristiche delle scuole altri PROFESSIONALE come scelta possibile Conoscenza della scuola 1,8 2,1 Conoscenza delle materie 2,1 2,3 Difficoltà della scuola 2,6 2,9 Necessità di studio 2,9 3,3 Difficoltà delle materie 2,7 3 Compiti per casa assegnati 2,6 2,9 Tempo dedicato all’attività pratica 3 2,9 Necessità di predisposizione personale per le materie Possibilità di trovare lavoro al termine del percorso di studio Possibilità di imparare un mestiere al termine del percorso di studio Utilità della scuola per continuare gli studi all’Università Considerazione personale Considerazione degli studenti di terza media Considerazione dei propri genitori 23 2,8 3 3,2 3,2 3,3 3,4 2,5 2,7 2,4 2,8 2,3 2,5 2,4 2,9 2.2 IL RUOLO DEGLI STEREOTIPI NELLA RAPPRESENTAZIONE DELLE SCUOLE SUPERIORI Nel capitolo precedente si è visto cosa pensano gli adolescenti dei vari istituti superiori. Essi si costruiscono queste rappresentazioni sulla base di diversi tipi di informazioni. Gli studenti possono trovare, ad esempio, informazioni dettagliate sull’offerta formativa dei diversi istituti superiori e sulle materie trattate visitando l’apposito sito messo a disposizione dall’Assessorato allo Studio della Provincia di Trieste (www.provincia.trieste.it/lascuolaperme) e negli opuscoli informativi di ogni istituto. Inoltre hanno la possibilità di partecipare alle giornate di “porte aperte”, in modo da visitare di persona le strutture scolastiche di loro interesse. Tuttavia è plausibile che all’immagine che gli studenti si costruiscono concorrano anche numerose ulteriori informazioni diverse dai dati oggettivi, acquisite nel corso delle esperienze personali, nelle interazioni sociali, all’interno della sfera familiare e scolastica e attraverso i media. I ragazzi si trovano quindi a dover gestire una mole considerevole di informazioni, e il modo più efficace per gestirle è quello di ricorrere a categorizzazioni stereotipiche. Gli stereotipi, secondo il punto di vista della psicologia sociale, sono delle rappresentazioni di tipo euristico che le persone usano, spesso in maniera non consapevole, per orientarsi e conoscere il mondo circostante. A differenza di quello che potremmo essere portati a credere, le rappresentazioni stereotipiche non sono di per sé negative, sono altresì delle forme di categorizzazione spontanea necessarie per guidare l’acquisizione di conoscenze in un mondo ricco di informazioni complesse qual è il nostro ambiente sociale. Proprio a causa della natura semplificata e dell’estrema disponibilità degli stereotipi, le conoscenze da essi attivate hanno un peso non trascurabile nel costruire la rappresentazione della nostra realtà sociale, e quindi anche della rappresentazione scolastica. E’ possibile quindi che i ragazzi della terza media si rappresentino le varie scuole superiori in modo semplificato, ad esempio categorizzandole semplicemente come adatte o meno a determinate tipologie di studenti. Uno degli scopi di questo studio è stato quindi l’indagine di quali siano le rappresentazioni stereotipiche degli istituti superiori e di come queste influenzino la scelta della scuola superiore. 24 Nella prima fase della ricerca, nella sezione del questionario dedicata allo studio dello stereotipo (sezione C), agli studenti della terza media veniva chiesto di valutare quanto ritenessero adatta ciascuna scuola superiore ad alcune tipologie di studenti. Il primo stereotipo preso in considerazione è stato il genere. La letteratura scientifica ha ampiamente analizzato la relazione tra genere e abilità matematiche, riportando uno stereotipo piuttosto diffuso secondo cui ai maschi verrebbero attribuite maggiori capacità nella matematica, fisica e in generale nelle materie scientifiche e tecnologiche rispetto alle femmine3. Questa convinzione, pur non riflettendo delle reali differenze nelle capacità4, ha un peso nella scelta del percorso scolastico, universitario e sulla scelta occupazionale, con la conseguenza che le studentesse tendono a preferire scelte coerenti con lo stereotipo, evitando scuole e facoltà tecniche e scientifiche. Gli altri stereotipi considerati dalla presente ricerca non hanno un’analoga tradizione nella letteratura scientifica, ma sono quelli più diffusi nell’ambito scolastico: la capacità scolastica (operazionalizzata come “scuola maggiormente adatta a chi alle medie prendeva voti alti/bassi”), la motivazione (operazionalizzata come “scuola maggiormente adatta a chi ama/non ama studiare”) e l’impegno (operazionalizzato come “scuola maggiormente adatta a chi si impegna/non si impegna tanto”). Le valutazioni venivano fatte su una scala bipolare a cinque punti, i punteggi estremi (“-2” e “+2”) rappresentavano i due poli dello stereotipo (ad esempio scuola “molto più adatta ai maschi” e “molto più adatta alle femmine”), il punto centrale (“0”) rappresentava l’assenza di stereotipo (ad esempio “scuola adatta sia ai maschi che alle femmine”). Complessivamente, punteggi medi compresi nell’intervallo tra i valori “0,5” e “+0,5” sono stati considerati come indici di un’assenza di stereotipo, viceversa punteggi superiori a questi valori critici indicavano la presenza di una caratterizzazione stereotipica. Per quanto riguarda lo stereotipo di genere (Figura 2.2.1), risulta evidente che diverse scuole sono caratterizzate dall’essere percepite come maggiormente adatte ad un genere piuttosto che all’altro. In 3 Nosek, Banaji e Greenwald, 2002 4 Steele, 2003 25 particolare vengono categorizzati come più adatti ai maschi tre istituti tecnici (istituto tecnico industriale, istituto tecnico nautico, istituto tecnico per geometri) e l’istituto professionale per l’industria e l’artigianato. Viceversa, un chiaro orientamento verso polo femminile si nota solo per il liceo socio-psico-pedagogico (nessuna altra scuola supera il punteggio critico di +0,5). Ciò sta a significare che mentre esistono diverse scuole percepite come più adatte ai maschi che alle femmine, c’è una sola scuola che viene vista come più adatta alle femmine. Rispetto ai maschi, le femmine sembrano quindi essere svantaggiate in quanto hanno una minor possibilità di scelta. Liceo Socio-psico-ped. Liceo Scientifico Liceo Linguistico Liceo Classico Ist. Tec. Nautico Ist. Tec. Ind. Ist. Tec. Geom. Ist. Tec. Comm. Ist. Tec. Bio. San. Ist. Prof. Servizi Ist. Prof. Ind. Ist. Arte -2 M -1,5 -1 -0,5 0 0,5 GENERE 1 1,5 2 F Figura 2.2.1 – Stereotipo di genere (punteggi medi ed errore standard) 26 Dall’analisi dello stereotipo delle capacità scolastiche (Figura 2.2.2), risulta che solo tre scuole vengono percepite come maggiormente adatte a chi ha buone capacità scolastiche (liceo scientifico, liceo classico e liceo linguistico), mentre nessuna scuola viene caratterizzata dall’essere chiaramente orientata verso chi denota scarse capacità scolastiche. Ne consegue che, con l’esclusione dei tre licei, non si ritiene che le scuole superiori richiedano maggiori o minori capacità scolastiche, ma sono praticamente considerate adatte a tutti gli studenti. Liceo Socio-psico-ped. Liceo Scientifico Liceo Linguistico Liceo Classico Ist. Tec. Nautico Ist. Tec. Ind. Ist. Tec. Geom. Ist. Tec. Comm. Ist. Tec. Bio. San. Ist. Prof. Servizi Ist. Prof. Ind. Ist. Arte -2 -1,5 BASSE -1 -0,5 0 0,5 1 CAPACITA' SCOLASTICHE 1,5 2 ALTE Figura 2.2.2 – Stereotipo delle capacità scolastiche (punteggi medi ed errore standard) 27 Analogamente, anche lo stereotipo della motivazione allo studio (Figura 2.2.3) caratterizza solo poche scuole, tre licei (liceo scientifico, liceo classico e liceo linguistico) e un istituto tecnico (istituto tecnico biologico sanitario). Le restanti scuole sono percepite come adatte in modo indifferente agli studenti a cui piace a e a cui non piace studiare. Liceo Socio-psico-ped. Liceo Scientifico Liceo Linguistico Liceo Classico Ist. Tec. Nautico Ist. Tec. Ind. Ist. Tec. Geom. Ist. Tec. Comm. Ist. Tec. Bio. San. Ist. Prof. Servizi Ist. Prof. Ind. Ist. Arte -2 -1,5 BASSA -1 -0,5 0 0,5 MOTIVAZIONE 1 1,5 2 ALTA Figura 2.2.3 – Stereotipo della motivazione (punteggi medi ed errore standard) L’ultimo stereotipo considerato, l’impegno (Figura 2.2.4), ha ricevuto punteggi orientati verso il polo positivo per quasi tutti gli istituti, segno che gli adolescenti ritengono che nella scuola superiore è necessario impegnarsi nello studio. Tuttavia sono risultati maggiormente adatti a chi si impegna molto (oltre quindi il punteggio critico di +0,5) solo alcune scuole, tutti i licei (liceo scientifico, liceo classico, liceo linguistico e liceo socio-psico-pedagogico) e due istituti tecnici (istituto tecnico per geometri e istituto tecnico biologico sanitario). 28 Liceo Socio-psico-ped. Liceo Scientifico Liceo Linguistico Liceo Classico Ist. Tec. Nautico Ist. Tec. Ind. Ist. Tec. Geom. Ist. Tec. Comm. Ist. Tec. Bio. San. Ist. Prof. Servizi Ist. Prof. Ind. Ist. Arte -2 -1,5 BASSO -1 -0,5 0 0,5 IMPEGNO 1 1,5 2 ALTO Figura 2.2.4 – Stereotipo dell’impegno (punteggi medi ed errore standard) E’ inoltre interessante il fatto che queste caratterizzazioni stereotipiche siano prevalentemente condivise per entrambi i generi, non infatti sono emerse differenze rilevanti e sistematiche tra i giudizi espressi dai maschi e dalle femmine nei quattro tipi di stereotipi proposti. In conclusione, le varie scuole superiori sono ben caratterizzate dal punto di vista dello stereotipo di genere, con l’esistenza di diverse scuole adatte ai maschi e solo una scuola più prettamente femminile. Per quanto riguarda le dimensioni maggiormente legate alla difficoltà delle scuole, e cioè capacità scolastiche, motivazione allo studio e impegno richiesto, nel complesso i licei e l’istituto tecnico biologico sanitario vengono percepiti come scuole destinate agli studenti più capaci, motivati e disposti ad impegnarsi, mentre le altre scuole sono percepite come generalmente accessibili a tutti i tipi di studenti. 29 2.3 EFFETTI DELLA DENOMINAZIONE DELLE SCUOLE SUPERIORI: NOME PROPRIO VS. NOME COMUNE Se chiediamo a uno studente delle superiori quale scuola stia frequentando, probabilmente questi ci risponderà usando il nome proprio della scuola piuttosto che la sua denominazione comune, ad esempio ci dirà “faccio il Carducci” piuttosto che “faccio il liceo socio-psicopedagogico”. L’uso frequente dei nomi propri degli istituti superiori si può ricondurre a una maggior comodità (è indubbiamente più veloce dire “il Volta” piuttosto che “l’istituto tecnico industriale Volta”) e a una maggiore specificità, necessaria in alcuni casi visto che nella provincia di Trieste sono presenti più istituti superiori dello stesso tipo (ad esempio i due licei scientifici, “Galilei” e“Oberdan”, e i due licei classici, “Dante Alighieri” e “Petrarca”). Di conseguenza gli studenti, nel corso delle esperienze personali, nell’ambito familiare e nelle interazioni con gli amici, sono esposti solitamente a informazioni associate a specifici istituti piuttosto che a generici tipi di scuole. E’ possibile quindi che si creino rappresentazioni specifiche di questi istituti e che l’uso di nomi propri di istituto, come “Max Fabiani” o “Galvani”, attivi conoscenze diverse rispetto a quando si parla più genericamente di “istituto tecnico per geometri” o “istituto professionale per l’industria e l’artigianato”. Più specificatamente, i nomi comuni e i nomi propri degli istituti potrebbero attivare tipi di conoscenze qualitativamente diverse: conoscenze più generiche, come il tipo di materie insegnate e le finalità della scuola, nel caso dei nomi comuni, conoscenze più specifiche e concrete i nomi propri. Ad esempio la denominazione “istituto tecnico biologico sanitario” potrebbero attivare l’idea di una scuola in cui si insegnano materie come chimica e biologia, mentre il nome proprio “Deledda” pur riferendosi al medesimo istituto, attiverebbe più facilmente un tipo conoscenze più specifiche e di natura principalmente aneddotica, come ad esempio quello che ci ha raccontato su questa scuola un conoscente che la frequenta. Per studiare gli effetti dell’uso dei nomi propri degli istituti, nella seconda fase della ricerca a metà campione è stato chiesto di rispondere a delle domande sulla rappresentazione cognitiva (sezione A del questionario) e sugli stereotipi associati alle scuole (sezione B del questionario) usando solo il nome comune (ad esempio “liceo classico”), 30 mentre all’altra metà sono state poste le stesse domande usando oltre al nome comune anche il nome proprio delle scuole (ad esempio “liceo classico F. Petrarca”). In questa fase della ricerca sono state coinvolte solo le scuole di lingua italiana, in quanto dividendo in due gruppi il campione composto dalle scuole di lingua slovena, non si sarebbero ottenuti campioni di grandezza adeguata. Vista la grande quantità di dati, in questo capitolo cercheremo di riassumere i risultati principali di questa fase della ricerca, per i risultati completi di ogni istituto si rimanda all’Appendice A. Dai risultati non è emerso un pattern omogeneo, ciò non è sorprendente visto che ci si aspettava che ogni scuola attivasse conoscenze di diverso tipo. In alcuni casi non si sono evidenziate differenze sostanziali nella rappresentazione usando il nome comune o il nome proprio, come negli istituti tecnici “Carli”, “Deledda” e “Nordio” e nel liceo “Carducci”. In tutti gli altri casi presentare agli studenti le scuole con il loro denominazione completa (nome comune più nome proprio) ha portato a valutazioni diverse rispetto a quando si è usata la denominazione senza nome proprio. In alcuni casi l’uso del nome proprio ha portato a valutazioni migliori in una o più dimensioni della rappresentazione, esemplare a tal proposito è risultato l’istituto tecnico “Volta”, che quando viene presentato con la denominazione completa viene percepito come più difficile, meglio considerato, più adatto a studenti capaci e intenzionati a impegnarsi e che offre maggiori probabilità di poter trovare lavoro. Viceversa in diversi casi l’uso del nome proprio ha portato a valutazioni peggiori in una o più dimensioni della rappresentazione, come è successo ad esempio in quasi tutti i licei, dove si è notata una riduzione della difficoltà percepita. E’ interessante inoltre considerare come le scuole dello stesso tipo abbiano ottenuto valutazioni diverse. Entrambi i licei scientifici, “Galilei” e “Oberdan,” vengono considerati meno difficili quando vengono presentati con la denominazione completa (nome comune più nome completo), tuttavia solo nel caso del “Galilei” si abbassano anche la considerazione personale e gli stereotipi sulla scuola, che diventa adatta anche a studenti con minori capacità, motivazione e voglia di impegnarsi. Qualcosa di analogo succede anche per i due licei classici, “Dante Alighieri” e “Petrarca”, la difficoltà percepita si riduce per entrambi, ma 31 solo nel caso del “Dante Alighieri” si abbassano anche la considerazione e gli stereotipi di capacità, motivazione e impegno. Rispetto all’uso del solo nome comune, presentare le scuole usando anche il loro nome proprio sembra dunque attivare delle conoscenze ulteriori. La rappresentazione di una scuola tramite nome proprio e nome comune può quindi essere descritta come un processo di ancoraggio e aggiustamento5: il nome proprio fornisce un’ancora sulla base dell’informazione semantica da esso attivata, come ad esempio quali materie vengano insegnate, la difficoltà della scuola o il fatto che predisponga o meno al continuare gli studi all’università, il nome proprio attiva invece ulteriori conoscenze episodiche, derivanti quindi prevalentemente da esperienze personali o che sono state riferite da altre persone, e queste informazioni portano ad aggiustare le valutazioni iniziali, principalmente per quanto concerne la difficoltà e la considerazione delle scuole. 5 Tversky e Kahneman, 1974 32 3. LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE 3.1 FATTORI RILEVANTI PER LA SCELTA SCOLASTICA E’ comunemente diffusa, anche tra chi si occupa di orientamento scolastico, l’idea che la scelta della scuola superiore a cui iscriversi sia determinata prevalentemente dagli interessi degli studenti, e che quindi ad esempio si iscrivano al liceo scientifico gli studenti appassionati di scienze, al liceo linguistico gli studenti che si sentono portati per l’apprendimento delle lingue straniere e all’istituto tecnico per geometri gli studenti che sono interessati ad intraprendere la professione di geometra. E’ indubbio, oltre che sicuramente auspicabile, che gli interessi e le attitudini dei singoli studenti siano rilevanti per questa decisione, ciononostante come la ricerca sui processi decisionali ha ampiamente illustrato, le nostre decisioni sono fenomeni complessi che vengono influenzati da un gran numero di fattori, tra cui per esempio la modalità di presentazione delle alternative e le scelte effettuate dalle altre persone (riprova sociale6). D’altronde l’elevatissimo tasso di iscrizioni al liceo scientifico (si iscrivono a questa scuola quasi il 30% degli studenti) è sintomatico di quanto un modello di scelta basata unicamente sugli interessi personali sia limitato: se gli studenti che si iscrivono a questa scuola sono effettivamente interessati alle scienze, come mai in seguito, nel passaggio all’università, c’è un così grande crollo di iscrizioni alle facoltà scientifiche? Durante la ricerca sono stati individuati 14 fattori che si ritiene vengano presi in considerazione durante il processo decisionale: 6 • il grado di difficoltà della scuola • la difficoltà delle materie insegnate • l’essere portati per le materie insegnate Si veda, ad esempio, Cialdini, 1989 33 • la quantità di studio richiesta • la quantità di compiti per casa • l’utilità della scuola per trovare lavoro • l’utilità della scuola per imparare un mestiere • l’utilità della scuola per andare all’università • la scelta degli amici • il parere dei genitori • il parere degli insegnanti • la facilità di raggiungere la scuola • l’aspetto esteriore della scuola • i servizi offerti dalla scuola. In più fasi della ricerca, per ogni fattore è stato chiesto agli studenti di valutare, su una scala da 1 a 5 (1 = per niente, 5 = moltissimo), quanto li ritenessero importanti per la loro scelta. Nello specifico, agli studenti della terza media è stato chiesto di valutare questi fattori sia nella prima parte dell’anno scolastico (prima fase della ricerca) sia alla fine dell’anno scolastico, dopo che avevano già scelto la scuola superiore (terza fase della ricerca). Agli studenti della prima superiore è stato chiesto di valutare in retrospettiva quanto avevano considerato quei fattori per la loro scelta l’anno precedente, e soprattutto quanto, con il senno di poi, ritenevano questi fattori dovessero effettivamente pesare sulla scelta. I dati relativi alle valutazioni dei fattori da parte degli studenti di terza media sono riportati nella Tabella 3.1.1. 34 Tabella 3.1.1 – Valutazioni fattori di scelta in terza media (valori medi, scala da 1 a 5, deviazione standard in parentesi) Inizio anno Fine anno Difficoltà della scuola 3.22 (0.97) 2.93 (0.90) Difficoltà delle materie 3.17 (0.93) 2.93 (0.89) Essere portati per le materie 3.72 (0.99) 3.53 (0.96) Quantità di studio richiesta 3.36 (1.66) 3.16 (0.97) Quantità di compiti per casa 3.18 (1.13) 2.74 (0.93) Utilità per trovare lavoro 3.83 (1.14) 3.44 (1.26) Utilità per imparare un mestiere 3.77 (1.15) 3.23 (1.32) Utilità per andare all’università 3.60 (2.25) 3.59 (1.25) Scelta degli amici 2.06 (1.17) 1.97 (1.08) Parere dei genitori 2.97 (1.24) 2.77 (1.22) Parere degli insegnanti 2.58 (1.45) 2.48 (1.47) Facilità di raggiungere la scuola 2.53 (1.19) 2.23 (1.15) Aspetto esteriore della scuola 1.93 (1.14) 1.83 (1.13) Servizi offerti dalla scuola 3.04 (1.16) 2.73 (1.17) Per prima cosa si può notare che nel complesso i punteggi medi di queste valutazioni sono generalmente piuttosto bassi (il punteggio più elevato è risultato 3.83, su una scala da 1 a 5 punti), e si sono abbassati in modo quasi omogeneo nella seconda somministrazione a fine anno scolastico. I fattori che hanno ricevuto le valutazioni più elevate sono risultati essere i fattori strumentali (l’utilità della scuola per trovare lavoro, l’utilità della scuola per imparare un mestiere e l’utilità della scuola per andare all’università), ossia gli studenti valutano molto importanti gli obiettivi che la scuola permette di conseguire. Viene valutata importante anche la necessità di essere portati per le materie insegnate, un po’ meno gli aspetti oggettivi, come la difficoltà della scuola e delle materie e la quantità di studio e di compiti per casa. Gli studenti inoltre hanno attribuito poco peso al ruolo delle altre persone che sono in qualche modo coinvolte nel processo di scelta, hanno infatti assegnato punteggi bassi (sotto il 3, punto centrale della scala) sia al parere dei genitori e degli insegnanti che alla scelta fatta dai loro amici. Sono stati indicati come fattori di scarsa importanza anche la facilità di raggiungere la 35 scuola e il suo aspetto esteriore, mentre un’importanza maggiore è stata assegnata ai servizi offerti dalla scuola. Nella Tabella 3.1.2 è riportato il confronto tra l’importanza assegnata ai fattori di scelta dai ragazzi della terza media (terza fase della ricerca, fine anno scolastico), e l’importanza che, alla luce della loro esperienza, sarebbe giusto assegnare a questi stessi fattori secondo i ragazzi della prima superiore (terza fase della ricerca, fine anno scolastico). Questo tipo di confronto permette di paragonare un dato descrittivo, i giudizi espressi dai ragazzi di terza media, con un criterio normativo, i giudizi espressi dagli studenti di prima superiore (metodo noto come “modello a lente”7). Da questo confronto emerge che nel processo di scelta vengono sottostimati alcuni fattori, come la difficoltà della scuola e delle materie, che invece andrebbero considerati di più, secondo il parere di chi ha già fatto esperienza delle superiori. Anche i fattori strumentali, nonostante siano già i fattori che ricevono il maggiore interesse, dovrebbero avere un peso maggiore, e quindi bisognerebbe pensare maggiormente a cosa permette o meno di fare, in termini di obiettivi futuri, la scuola che si sta per intraprendere. L’opposto accade invece per i fattori più sociali, quelli che riguardano cioè il ruolo delle altre persone: da un punto di vista normativo il parere dei genitori, degli insegnanti e la scelta degli amici dovrebbero avere un’importanza ancora minore sulla scelta. Lo stesso accade per i fattori “accessori”, facilità di raggiungere la scuola e aspetto esteriore. 7 Si vedano, ad esempio, Brunswick, 1956; Cooksey, 1996 e Hammond, 1955. 36 Tabella 3.1.2 – Confronto valutazioni fattori di scelta tra terza media e prima superiore (valori medi, scala da 1 a 5, deviazione standard in parentesi) Difficoltà della scuola Difficoltà delle materie Essere portati per le materie Quantità di studio richiesta Quantità di compiti per casa Utilità per trovare lavoro Utilità per imparare un mestiere Utilità per andare all’università Scelta degli amici Parere dei genitori Parere degli insegnanti Facilità di raggiungere la scuola Aspetto esteriore della scuola Servizi offerti dalla scuola Terza media 2.93 (0.90) 2.93 (0.89) 3.53 (0.96) 3.16 (0.97) 2.74 (0.93) 3.44 (1.26) 3.23 (1.32) 3.59 (1.25) 1.97 (1.08) 2.77 (1.22) 2.48 (1.47) 2.23 (1.15) 1.83 (1.13) 2.73 (1.17) Prima superiore 3.21 (1.17) 3.14 (1.06) 3.63 (1.10) 3.23 (1.58) 2.60 (1.12) 3.91 (1.15) 3.68 (1.26) 3.85 (1.16) 1.74 (1.05) 2.37 (1.16) 2.34 (1.17) 1.94 (1.13) 1.68 (1.09) 2.73 (1.28) P ** ** * ** ** ** ** ** ** * ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05 Il quadro complessivo che emerge da questi dati rappresenta la scelta della scuola superiore come un processo in cui viene valutato principalmente l’aspetto strumentale, ossia quali sono i vantaggi del percorso scolastico che ci si accinge ad affrontare: imparare un mestiere, trovare un lavoro o proseguire gli studi all’università. Meno importanti sembrano essere le caratteristiche della scuola e in particolare l’impegno richiesto, nei termini di quantità di studio richiesta, di compiti e più genericamente di difficoltà. Emerge anche che è una decisione che va presa prevalentemente da soli, tenendo in considerazione solo marginalmente quello che pensano i genitori e i consigli degli insegnanti, e non basando la propria scelta su ciò che hanno intenzione di fare gli amici. Questi dati sembrano però in contrasto con l’osservazione “ingenua” del comportamento degli adolescenti, e in particolare per quanto riguarda lo scarso ruolo attribuito all’influenza degli amici e al parere dei genitori (è nota infatti la grande importanza che riveste la riprova sociale durante l’adolescenza). Va dunque sottolineato che i giudizi sull’importanza di 37 questi fattori per la scelta scolastica erano stati chiesti in modo esplicito, ed è molto probabile che le risposte dei ragazzi siano state influenzate dalla desiderabilità sociale, cioè dalla tendenza a fornire risposte considerate maggiormente accettabili in contesti in cui è palese che si è valutati (come nei casi delle interviste e dei questionari). Ai ragazzi viene solitamente ripetuto molte volte che devono scegliere “con la propria testa” e non seguendo quello che fanno gli altri, e questo può aver portato delle distorsioni nelle risposte. Visto che per valutare il peso dei fattori sociali nella scelta della scuola superiore non è stato possibile usare dei metodi impliciti, che avrebbero minimizzato l’influenza della desiderabilità sociale, si è deciso di procedere diversamente e di inferire il peso dei fattori sociali in modo indiretto tramite un’analisi della regressione. Nel corso delle tre fasi della ricerca che hanno coinvolto gli studenti delle scuole medie sono stati infatti raccolti diversi dati socioanagrafici non direttamente associati alla scelta scolastica, si è voluto quindi controllare se queste informazioni, oltre ai fattori espliciti implicati nella scelta visti fin’ora, potessero essere utilizzate per predire il tipo di scelta effettuata dagli studenti. E’ stata dunque condotta un’analisi della regressione multipla con cui si è voluto analizzare la relazione tra la scelta del tipo di scuola superiore (distinguendo cioè tra istituto professionale, istituto tecnico e liceo) e una serie di potenziali predittori della scelta: i 14 fattori espliciti visti in precedenza (difficoltà della scuola, ecc.), il genere degli studenti, il titolo di studio dei genitori, l’autovalutazione delle capacità scolastiche, il voto finale previsto e il numero di insufficienze del primo quadrimestre della terza media. Dal modello di regressione finale (riportato nella Figura 3.1.1) si è evidenziata una relazione significativa tra la scelta e due fattori strumentali la cui importanza era già stata evidenziata, l’utilità della scuola per andare all’università e l’utilità della scuola per imparare un mestiere, ma anche con dei fattori che non erano stati colti tramite metodi espliciti: il voto finale previsto e il titolo di studio del padre. Tutti gli altri fattori sono stati esclusi dal modello di regressione in quanto non significativi. 38 Figura 3.1.1 – Predittori del tipo di scuola scelta – Regressione multipla 2 metodo stepwise; R = .49; F(4,194) = 48.17, p < .001; tutti i predittori significativi per p < .001 Il modello di regressione mostra quindi che la scelta scolastica può essere spiegabile in gran parte da quattro fattori (questo modello spiega circa il 50% della varianza totale). Viene confermata l’importanza dei fattori strumentali emersi dalla valutazione esplicita, e il loro impatto è abbastanza chiaro: più un ragazzo è interessato a proseguire gli studi all’università, più è probabile che scelga di iscriversi ad un liceo; più è intenzionato a imparare un mestiere, più è facile che scelga un istituto tecnico o professionale. Maggiormente interessante è invece il legame tra la scelta della scuola e gli altri due fattori emersi. Dai risultati sembra evidente che gli studenti tengano in considerazione le proprie capacità scolastiche (si veda a tal proposito anche il paragrafo 3.2 Stereotipi e scelta), nello specifico dalla regressione risulta che più il voto finale è alto, più è facile che si iscrivano a un liceo. Una successiva analisi ha confermato le differenze nel voto finale tra chi si iscrive alle tre tipologie di scuole: come si può vedere in Figura 3.1.2, il voto medio degli studenti che si iscrivono agli istituti professionali è “sufficiente”, quelli che si iscrivono agli istituti tecnici hanno un voto intermedio tra “sufficiente” e 39 “buono” e gli studenti che si iscrivono ai licei hanno un voto medio di poco superiore al “buono”. Ottimo Distinto Buono Sufficiente Figura 3.1.2 – Voto medio finale degli iscritti a istituti professionali, tecnici e licei (le barre d’errore rappresentano la deviazione standard) E’ inoltre interessante notare che il parere dei genitori era stato giudicato poco importante nella valutazione esplicita dei fattori che influenzano la scelta, tuttavia dal modello di regressione è risultato un legame importante tra il titolo di studio del padre (tra l’altro molto correlato con il titolo di studio della madre, r = .57) e la scelta scolastica: maggiore è la scolarità del padre, maggiori probabilità ci sono che i figli si iscrivano ad un liceo. Da questo risultato appare evidente che anche la famiglia ha un peso nella scelta scolastica: per quanto i ragazzi siano restii ad ammetterlo, le aspettative e la considerazione dei genitori influenzano la decisione di come continuare il percorso scolastico. Riassumendo, uno dei fattori principali che influenza e dirige la scelta della scuola superiore a cui iscriversi risulta essere l’aspetto strumentale, i ragazzi scelgono in base a quello che la scuola permette loro di fare: continuare gli studi all’università, imparare un mestiere o trovare facilmente un lavoro. La scelta della scuola superiore sembra quindi essere vincolata a quello che i ragazzi pensano di fare una volta finita la scuola, secondo una prospettiva orientata verso i loro obiettivi nel lungo termine. Meno importanti sembrano invece essere gli aspetti oggettivi 40 delle scuole, fattori come la difficoltà generale della scuola, delle materie insegnate e la quantità di compiti per casa tendono a essere sottovalutati: secondo gli studenti che stanno per finire la prima superiore, nella scelta della scuola a cui iscriversi questi fattori dovrebbero invece ricevere un peso maggiore. Il ruolo dei fattori sociali, parere dei genitori, degli insegnanti e la scelta degli amici, è più ambiguo: stando ai ragazzi della terza media questi fattori avrebbero un peso minimo sulla scelta, tuttavia secondo gli studenti della prima superiore avviene proprio il contrario e questi fattori ricevono troppa importanza, secondo loro sarebbe meglio invece tenerli meno in considerazione. Un’ulteriore riprova del fatto che i fattori sociali influenzino la scelta viene dall’analisi della regressione, che evidenzia un forte legame tra il tipo di scuola scelta e la scolarità dei genitori, segno di quanto sia effettivamente importante il ruolo della famiglia. 41 3.2 STEREOTIPI E SCELTA La ricerca in psicologia sociale ha evidenziato che le persone tendono a essere maggiormente attratte da ciò che ritengono essere coerente con la loro immagine di sé (Paradigma dell’AttrazioneSimilarità8). Nel confronto con altre persone e gruppi sociali, tendiamo per esempio a provare reazioni affettive positive per le persone che riteniamo simili a noi e a giudicare in modo positivo e ad essere ben disposti verso le categorie che riflettono una similarità personale. Questo meccanismo di attrazione può comunque essere esteso a tutte le situazioni in cui si fa riferimento a categorizzazioni stereotipiche e secondo alcuni autori spiegherebbe anche, ad esempio, l’avversione da parte delle studentesse per la matematica, vista come materia “maschile”, e la loro preferenza per quei corsi universitari che percepiscono come orientati in senso femminile9. Come si è visto nel secondo capitolo, nel paragrafo dedicato al ruolo degli stereotipi nella rappresentazione delle scuole, le varie scuole superiori sono diversamente caratterizzate per quanto riguarda gli stereotipi di genere, capacità, motivazione e impegno. La rappresentazione cognitiva completa di una scuola superiore richiederebbe di integrare molte informazioni diverse, come ad esempio le materie insegnate, il numero di ore settimanali di lezione, il tipo di preparazione offerta e così via. La rappresentazione delle scuole tramite stereotipi, come già esposto in precedenza, permette invece di economizzare le risorse cognitive10 e di ottenere velocemente delle valutazioni solitamente affidabili, utilizzando solo una parte dell’informazione disponibile. Alla luce dei risultati della ricerca sul ruolo degli stereotipi nel formarsi una preferenza, si può quindi ipotizzare che la rappresentazione stereotipica delle scuole superiori possa avere un qualche tipo di peso nell’indirizzare la scelta della scuola a cui iscriversi. Nello specifico 8 SAP – Similarity-Attraction Paradigm; Byrne e Neuman, 1992. 9 Pinar, McCuddy, Saunders e Boersma, 2009. 10 Sulla necessità di risparmiare risorse cognitive si vedano, ad esempio, i discorsi dei premi Nobel Herbert Simon (1978) e Daniel Kahneman (2002). 42 ipotizziamo che gli studenti siano spinti a trovare una scuola “adatta a loro”, e che quindi preferiscano una scuola superiore la cui rappresentazione stereotipica corrisponde o è compatibile con la rappresentazione che hanno di se stessi, mentre abbiano maggiori difficoltà a scegliere una scuola che vedono come non adatta a loro. Per fare un esempio, uno studente che si rappresenta come poco motivato a studiare tenderà a preferire scuole “maggiormente adatte a chi non ama studiare” o adatte a tutti, motivati e non; analogamente, uno studente maschio difficilmente sceglierà di iscriversi a una scuola che percepisce come “maggiormente adatta alle femmine”. Per vedere se ci sia una corrispondenza tra l’immagine di sé e la rappresentazione stereotipica della scuola scelta, per ogni studente sono state confrontate le valutazioni degli stereotipi associati alla scuola scelta (sezione C del questionario della prima fase, la scuola effettivamente scelta è stata ricavata dal questionario della terza fase) con le caratteristiche proprie dello studente, genere e autovalutazione delle capacità scolastiche (dati socio-anagrafici del questionario della prima fase). Dai risultati di questo confronto è emersa una sovrapposizione molto elevata tra genere e stereotipo di genere della scuola scelta: il 94% degli studenti del campione ha scelto una scuola che riteneva essere maggiormente adatta al proprio genere o ugualmente adatta a maschi e femmine. Il piccolo gruppo (6%) di studenti che ha fatto una scelta incompatibile è risultato essere composto principalmente (71%) da femmine che hanno scelto una scuola superiore che loro stesse giudicavano essere maggiormente adatta ai maschi. Questo risultato non è sorprendente, se si considera quanto emerso nelle valutazioni globali degli stereotipi associati alle scuole (si veda anche il paragrafo dedicato al ruolo degli stereotipi nel secondo capitolo), e cioè che esistono molte più scuole giudicate adatte più ai maschi rispetto a quante siano le scuole adatte più alle femmine. Anche per quanto riguarda le capacità scolastiche è emersa una notevole sovrapposizione tra autovalutazione e stereotipo delle capacità associate alle scuole superiori: la quasi totalità (97%) degli studenti di terza media ha riportato di iscriversi in una scuola superiore che riteneva adatta alle proprie capacità scolastiche o adatta a tutti. In questo caso 43 solo una percentuale minima (3%) ha effettuate una scelta incongruente con le proprie capacità percepite. Questi risultati mostrano la forte associazione tra rappresentazione di sé e rappresentazione stereotipica delle scuole, nello specifico stereotipi di genere e di capacità. Di per sé scegliere una scuola congruente con le proprie caratteristiche non è una strategia affatto sbagliata, può rivelarsi dannosa allorquando ci siano delle distorsioni nelle rappresentazioni. Queste distorsioni possono riguardare sia la rappresentazione del sé, e in particolare quando troviamo rappresentazioni irrealistiche in cui la percezione delle proprie capacità scolastiche non corrisponde al profitto, sia la rappresentazione della scuola superiore, la cui difficoltà può venire sovrastimata o, più frequentemente, sottostimata. E’ interessante allora controllare se tali distorsioni siano riscontrabili anche nei dati di questo campione. Non è stato possibile confrontare la rappresentazione stereotipica della capacità scolastica associata alle scuole con un dato oggettivo, in quanto non esiste un qualche indice imparziale e oggettivo di “difficoltà” delle scuole, è stato invece possibile confrontare la percezione della propria capacità scolastica con un dato maggiormente affidabile, e cioè la previsione del voto finale di terza media. L’autovalutazione delle capacità scolastiche era stata richiesta nella prima fase della ricerca, e cioè nella prima parte dell’anno scolastico, mentre la previsione del voto finale era stata invece richiesta nella terza fase della ricerca, quindi poco prima della fine della scuola, e si suppone fosse quindi una misura più realistica. La correlazione tra autovalutazione e voto finale previsto è risultata essere elevata e significativa (r = .654, p < .001), indice che le autovalutazioni riflettevano effettivamente il profitto scolastico. Tuttavia si sono evidenziati diversi casi di discrepanze notevoli tra le due misure, e in particolare casi di overconfidence, ossia in cui ad un’elevata autovalutazione delle proprie capacità scolastiche era associato un voto previsto molto basso (si pensi che si giudica come “bravo” o “molto bravo” ben il 13% degli studenti che pensano di non superare l’esame di terza media o di ricevere al massimo una sufficienza). 44 Confrontando quindi, per ogni studente, la valutazione dello stereotipo di capacità scolastiche associata alla scuola scelta con il voto finale previsto, invece che con l’autovalutazione delle capacità, le scelte incongruenti sono passate dal 3% al 13%. Di queste, la quasi totalità (96%) riguardano casi in cui gli studenti hanno scelto una scuola maggiormente adatta “a chi alle medie prendeva voti alti” pur prevedendo di terminare le medie con al massimo la sufficienza. Ricapitolando, questi studenti all’inizio dell’anno scolastico si sono giudicati essere bravi o molto bravi e successivamente, alla fine dell’anno scolastico, prevedevano di terminare le medie con un voto molto basso ma avevano scelto ugualmente una scuola che avevano giudicato in precedenza essere maggiormente adatta “a chi alle medie prendeva voti alti”. E’ interessante dunque controllare cosa sia successo a fine anno alla rappresentazione della scuola superiore scelta: è rimasta una scuola “non adatta a loro” o la sua valutazione di difficoltà ha subito un aggiustamento verso il basso? Per fare questo controllo, sono state confrontate le valutazioni delle scuole espresse durante la prima fase della ricerca con quelle espresse a fine anno scolastico, durante la terza fase della ricerca, sia per il gruppo di studenti che ha fatto scelte incongruenti (voto finale molto basso e scuola scelta adatta a studenti con voti elevati), sia per gli altri studenti. Dai risultati, riportati nella Tabella 3.2.1, è emerso che nel gruppo “scelta incongruente” c’è effettivamente un cambiamento nella rappresentazione della scuola scelta sia per quanto riguarda le capacità scolastiche richieste che per l’impegno necessario. In particolare lo stereotipo delle capacità scolastiche associato alla scuola scelta è passato da un punteggio di 1.25 (molto orientato verso il polo “scuola adatta molto di più a chi alle medie prendeva voti alti”) a un punteggio di 0.25 (equivalente a “scuola adatta a tutti”). Analogamente lo stereotipo di impegno associato alla scuola scelta è passato da 1.25 (molto orientato verso il polo “scuola adatta molto di più a chi si impegna tanto”) a 0.68 (solo leggermente orientato verso la necessità di impegnarsi). Entrambe le riduzioni sono risultate significative al t-test per campioni appaiati (t > 3.62, p < .001). 45 Tabella 3.2.1 – Variazione stereotipi scuola scelta – gruppo scelta incongruente (valori medi, scala da -2 a 2, deviazioni standard in parentesi) Inizio anno Fine anno Capacità 1.25 (0.44) 0.50 (0.64) Impegno 1.25 (0.64) 0.68 (0.77) Molto diversi invece sono i risultati del gruppo “scelta congruente”, riportati nella Tabella 3.2.2. In questo caso lo stereotipo delle capacità richieste associate alla scuola scelta è rimasto praticamente invariato (da 0.74 a 0.73) e lo stereotipo di impegno richiesto ha avuto una riduzione minima (da 0.93 a 0.82). Tabella 3.2.2 – Variazione stereotipi scuola scelta – gruppo scelta congruente (valori medi, scala da -2 a 2, deviazioni standard in parentesi) Inizio anno Fine anno Capacità 0.74 (0.95) 0.73 (0.80) Impegno 0.93 (0.93) 0. 82 (0.85) Quanto emerso per il gruppo “scelta incongruente” sembra essere una conseguenza della dissonanza cognitiva11: questi studenti si trovano di fronte a una situazione di contraddizione, in cui devono giustificare una scelta che non è più coerente con le proprie capacità scolastiche. Piuttosto che cambiare scelta e iscriversi a un’altra scuola, soluzione comunque piuttosto complessa in quanto richiederebbe anche una trafila burocratica, questi studenti hanno ridotto la dissonanza modificando la rappresentazione della scuola scelta, abbassandone in particolare la difficoltà e l’impegno richiesto. Questa strategia di riduzione della dissonanza permette di vivere in modo sereno un passaggio difficile com’è la scelta scolastica, ma pone il serio rischio di sottovalutare le difficoltà che si troveranno a dover affrontare l’anno successivo. 11 Si veda Festinger, 1957 46 Questo risultato mostra come uno degli obiettivi per chi si occupa di orientamento scolastico, psicologo, insegnante o genitore, sia quello di riuscire a far sì che le rappresentazioni delle scuole e delle proprie capacità degli studenti siano il più possibile aderenti alla realtà, e che non vengano manipolate dai ragazzi in modo strategico, per ottenere un piccolo beneficio immediato a scapito di un possibile grande svantaggio futuro. 47 4. LE CONSEGUENZE DELLA SCELTA 4.1 L’ATTIVITÀ DI ORIENTAMENTO: EFFETTI PRINCIPALI Con il termine orientamento scolastico e professionale si fa riferimento all’insieme di azioni di supporto rivolte ai giovani studenti allo scopo di fornire loro le informazioni indispensabili per fare utili scelte scolastiche o professionali adeguate. L’attività di orientamento, e chi la svolge, assume quindi un ruolo rilevante poiché influenza le modalità di acquisizione e di codifica delle informazioni, attraverso la loro categorizzazione, e fornisce alla persona strumenti utili all’applicazione di strategie decisionali adeguate alla propria scelta. In questo senso, l’orientamento si propone di incrementare le abilità dello studente nella pianificazione dei processi decisionali e nella realizzazione di scelte consapevoli. L’obiettivo fondamentale delle attività di orientamento è insegnare a scegliere. Data quindi l’importanza delle attività di orientamento, nella seconda fase della ricerca, che si è svolta dopo la scelta della scuola superiore e al termine delle attività di orientamento organizzate dalle scuole, è stata inserita nel questionario una parte dedicata alla rilevazione delle opinioni degli studenti di terza media in merito alle attività orientative svolte. Innanzitutto sono state rilevate le fonti dalle quali i ragazzi avevano ricevuto le informazioni riguardanti gli istituti superiori. Come si può osservare nella Tabella 4.1.1, i punti di riferimento principali da cui vengono acquisite le informazioni riguardanti le scuole superiori sono gli insegnanti della propria scuola e i genitori. Meno rilevante, ma comunque significativo, è il ruolo degli amici più grandi. Le informazioni utili alla scelta sembrano avere quindi una provenienza eterogenea: da una parte i genitori, che è possibile ipotizzare trasmettano indicazioni sui diversi istituti superiori influenzate dalle loro aspettative e in alcuni casi da opinioni precostituite. Diversa è invece l’informazione proveniente dagli amici più grandi, che sono probabilmente coloro che stanno frequentando un istituto superiore; in questo caso, un ruolo rilevante assume l’esperienza vissuta da questi all’interno della scuola superiore. Più neutra dovrebbe essere invece la trasmissione di informazioni da parte degli insegnanti della scuola media. 48 Tabella 4.1.1 – Fonti di informazione riguardo gli indirizzi di studio degli istituti superiori (percentuali di risposta) Da insegnanti della tua scuola 83,8% Da insegnanti degli istituti superiori 54,2% Dai tuoi genitori 82,5% Da altri familiari 52,2% Dai tuoi compagni di classe o da altri tuoi coetanei 54,2% Da amici più grandi 68,7% Dallo psicologo/a scolastico/a 40,2% Da nessuno 13,5% Un secondo aspetto considerato riguarda le attività orientative alle quali gli studenti avevano partecipato (Tabella 4.1.2). Tabella 4.1.2 – Attività di orientamento per la scelta dopo la terza media (percentuali di risposta) Attività di orientamento Fatto Non fatto 32,6% 67,4% 30,2% 69,8% Visite guidate negli istituti superiori 87,3% 12,7% Lettura opuscoli informativi sui singoli istituti 88,1% 11,9% Lettura manuale regionale L’Inform@scuola 75,2% 24,8% Visita siti internet e materiale on-line 60,6% 39,4% Incontri con lo/a psicologo/a 48,8% 51,2% Incontri nella tua scuola con studenti degli istituti superiori Incontri nella tua scuola con insegnanti degli istituti superiori 49 Dai dati rilevati si evidenzia che le azioni di orientamento maggiormente attuate dai ragazzi di terza media sono le viste guidate in alcuni istituto superiori e la lettura di materiale informativo sulle scuole e del manuale regionale L’inform@scuola. Più della metà dei partecipanti ha inoltre ricercato attivamente materiale on-line. E’ interessante sottolineare che le modalità di ricerca di informazione maggiormente utilizzate non rientrano in attività strutturate, ma sono strettamente connesse alla volontarietà di acquisizione dell’informazione offerta da parte degli studenti. Proprio per questo motivo, è possibile che questo tipo di azione orientativa non conduca all’acquisizione di conoscenze rispetto a tutta l’offerta formativa presente, ma permetta invece ai ragazzi di focalizzare la propria attenzione solo su determinati istituti per i quali si decide a priori di approfondire le proprie conoscenze. Inoltre, la mancanza di una modalità definita di esposizione all’informazione favorisce la tendenza a selezionare gli aspetti e i dati in accordo con la propria rappresentazione cognitiva di ogni istituto superiore e ad ignorare le informazioni con essa non congruenti. Dopo aver indagato quali sono le azioni orientative svolte, ai ragazzi è stato chiesto di esprimere un giudizio più approfondito sulle iniziative per l’orientamento cui aveva partecipato in funzione delle scelta della scuola superiore (Tabella 4.1.3). Tabella 4.1.3 – Valutazioni delle attività di orientamento in funzione della scelta dopo la terza media (valori medi, scala da 1 a 5) Utili 3,7 Informative 3,6 Interessanti 3,5 Chiare 3,5 Soddisfacenti 3,4 Piacevoli 3,3 Approfondite 3,3 Divertenti 2,9 Inutili 1,9 50 Per tutte le valutazioni i punteggi si collocano tra “così così” e “abbastanza”, delineando un quadro generale positivo; le attività di orientamento svolte sono comunque percepite utili, interessanti e informative. Per comprendere meglio quali sono nello specifico le attività di orientamento percepite più utili e rilevanti nel processo di scelta dopo la terza media, è stato chiesto ai giovani studenti di valutare l’importanza per la loro scelta di alcune specifiche azioni orientative. L’attività orientativa percepita più utile dai ragazzi è la vista guidata presso un istituto superiore; questa attività, svolta dalla gran parte degli studenti, è stata giudicata molto importante per la scelta. Anche dall’analisi dei queste risposte emerge una tendenza a mettere in atto azioni orientative poco strutturate, quali ad esempio incontri con i docenti e gli studenti delle scuole superiori, a favore invece di attività la cui efficacia è strettamente connessa alla volontà del singolo. Un dato interessante infine, la scarsa percezione di importanza attribuita al supporto dello psicologo, a cui comunque è ricorsa più della metà degli studenti che hanno partecipato alla ricerca. 51 Tabella 4.1.4 – Valutazioni delle attività di orientamento in funzione della scelta dopo la terza media (percentuali di risposta) Per niente Poco Molto Non svolta Incontri nella tua scuola con studenti degli istituti superiori 2,8% 4,8% 6,7% 8,0% 3,2% 74,5% Incontri nella tua scuola con insegnanti degli istituti superiori 2,6% 5,4% 8,5% 5,9% 2,4% 75,2% Visite guidate negli istituti superiori 2,2% 7,9% 13,6% 31,9% 31,5% 12,9% Lettura opuscoli informativi sui singoli istituti 6,2% 11,8% 24,6% 27,9% 15,7% 13,7% Lettura manuale regionale L’Inform@scuola 6,6% 11,4% 22,7% 26,6% 12,9% 19,9% Visita siti internet e materiale on-line 6,1% 9,6% 18,2% 21,9% 6,6% 37,5% Incontri con lo/a psicologo/a 9,9% 9,1% 9,7% 8,2% 5,3% 49,3% Così così Abbastanza Infine, è stato chiesto di dare un giudizio complessivo sull’utilità delle azioni di orientamento a cui si era partecipato per scegliere l’istituto superiore al quale iscriversi. Il punteggio medio attribuito (3,6) sembra suggerire come per i ragazzi di terza media l’orientamento sia rilevante; le informazioni relative ai diversi istituti superiori trasmesse diventano parte integrante del processo di scelta e assumono quindi un ruolo rilevante. Alla luce dei dati rilevati, sembra opportuno riflettere sulle modalità utilizzate per svolgere le azioni di orientamento; sembra necessario innanzitutto renderle più strutturate e distinte in attività informative (per 52 esempio lettura opuscoli, materiale on-line) e formative (per esempio incontri con studenti e docenti delle superiori). Inoltre, nonostante il gradimento da parte degli studenti, i dati sulla rappresentazione mentale delle scuole mostrano che, così com’è attuato, l’orientamento non favorisce la conoscenza approfondita dei percorsi di studio dei singoli istituti. 53 4.2 ASPETTATIVE, SODDISFAZIONE E CONSEGUENZE DELLA SCELTA La scelta della scuola superiore è forse la prima vera occasione in cui un adolescente deve prendere una decisione che avrà un peso importante sul proprio futuro. Scegliere un percorso scolastico “sbagliato”, iscrivendosi a una scuola che si rivela non adatta o non soddisfacente, può portare a lasciare gli studi intrapresi per iniziare un percorso scolastico diverso o per uscire definitivamente dal mondo della scuola. Decisioni drastiche come queste hanno delle importanti conseguenze sia a livello familiare e pubblico, in termini di costi economici e di tempo, sia a livello personale, con ricadute sull’autostima e sull’immagine di sé degli studenti. La ricerca in psicologia ha ampiamente dimostrato che ci sono spesso discrepanze tra aspettative e esperienze reali, e che queste portano a delusioni e insoddisfazione. Per questi motivi, nella terza fase della ricerca sono state innanzitutto confrontate le aspettative degli studenti di terza media sul loro futuro alle superiori, con le reali esperienze degli studenti di prima superiore. Successivamente sono state analizzate le conseguenze della scelta scolastica, come la soddisfazione per la decisione presa, l’intenzione di continuare o meno il percorso scolastico intrapreso, e si è cercato di individuare i fattori che possono portare all’abbandono o al cambio di scuola. Aspettative e valutazioni reali: un confronto “Come sarà la nuova scuola? Dovrò studiare tanto? Mi troverò bene con i nuovi compagni di classe? E i professori saranno severi?” Queste sono solo alcune delle tipiche domande che si pongono i ragazzi impegnati nel difficile compito di decidere la scuola superiore a cui iscriversi. E’ inevitabile che gli studenti della terza media, oltre a rappresentarsi le caratteristiche della scuola che hanno scelto, pensino anche a come si troveranno l’anno prossimo alla scuola superiore e facciano delle previsioni ad esempio sul loro profitto futuro e sul rapporto con i nuovi compagni. Per verificare se queste aspettative siano concordi con quanto accade poi alla scuola superiore, è stata utilizzata una metodologia impiegata solitamente nello studio della previsione 54 affettiva12, che consiste nel confrontare le previsioni con l’esito reale degli eventi. Nello specifico, in questo caso sono state confrontate le aspettative degli studenti della terza media, con le valutazioni reali degli stessi eventi effettuate dagli studenti della prima superiore (sezione D del questionario della terza fase della ricerca). Agli studenti della terza media è stato chiesto di immaginare come sarebbe stato il loro primo anno alla scuola superiore, facendo una previsione sul profitto, numero di insufficienze, rapporto con i compagni, rapporto con i professori, gradimento delle materie, difficoltà della scuola e soddisfazione per la scelta. Analogamente, agli studenti della prima superiore è stato chiesto di valutare queste stesse dimensioni in base alla loro esperienza. Nella Tabella 4.2.1 sono riportati i dati complessivi relativi al confronto tra aspettative e valutazioni reali, i dati divisi per tipo di scuola sono riportati nell’Appendice B. Tabella 4.2.1 – Confronto aspettative e valutazioni reali (valori medi, scala da 1 a 5, deviazioni standard in parentesi) Previsione Esperienza p (terza media) (prima sup.) Profitto 3.41 (0.74) 3.29 (1.06) * Numero di insufficienze 1.93 (1.05) 2.80 (1.53) ** Rapporto con i compagni 3.69 (0.87) 4.09 (0.99) ** Rapporto con i professori 3.43 (0.73) 3.46 (0.97) Gradimento materie 3.75 (0.80) 3.49 (0.98) ** Difficoltà della scuola 3.45 (0.81) 3,54 (0,96) Soddisfazione 4.01 (0.90) 3.69 (1.09) ** ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05 Dai dati emerge che le previsioni degli studenti della terza media sono piuttosto ottimistiche rispetto alle valutazioni reali degli studenti delle superiori: si aspettano di avere un profitto migliore, meno insufficienze e di trovare più interessanti le materie di quanto non accada poi in realtà. Inoltre la soddisfazione attesa è sensibilmente più elevata di quella poi realmente provata. Questa discrepanza tra previsioni e esiti 12 Si veda, ad esempio, Wilson e Gilbert, 2005. 55 reali è imputabile a una distorsione cognitiva molto diffusa e ben nota in psicologia, che prende il nome di bias di positività13. Questa distorsione cognitiva consiste nel sovrastimare la probabilità che ci succedano cose positive, o più in generale nel ritenere che ci capiteranno eventi più positivi rispetto a quanto succederà alle altre persone (bias ottimistico o ottimismo ingiustificato14). Tale sovrastima da una lato permette di ridurre l’ansia associata a decisioni importanti, come quella della scelta scolastica, e di mantenere elevato l’autostima e il proprio senso di competenza15, dall’altro porta a non rendersi conto delle reali difficoltà o dei rischi che ci si troverà ad affrontare. Questa sovrastima ottimistica si è riscontrata per quanto riguarda gli aspetti più puramente legati alla scuola (profitto, insufficienze e materie), ma non per quanto riguarda gli aspetti più sociali. La previsione del rapporto con i professori è risultata essere molto vicina alla reale esperienza successiva, mentre si è evidenziata una previsione pessimistica del rapporto con i futuri compagni di classe: in prima superiore il rapporto con i compagni di classe viene valutato come molto buono, meglio di come non se lo immaginassero l’anno precedente. Nel complesso, sembra che gli studenti della terza media dimostrino ottimismo nei confronti degli aspetti su cui percepiscono di avere maggiore controllo, come il profitto e il numero di insufficienze, mentre sembrano più incerti e meno ottimisti nei confronti di un aspetto importante e più difficile da controllare com’è il rapporto con i futuri compagni. Soddisfazione e conseguenze della scelta scolastica Per indagare la soddisfazione relativa alla scelta scolastica, agli studenti del primo anno di scuola superiore è stato chiesto se, potendo tornare indietro, rifarebbero la medesima scelta. Il risultato, riportato nella Tabella 4.2.2, è allarmante: quasi uno studente su quattro (il 23,79%) si 13 Parducci, 1968 14 Weinstein, 1980 15 Greenwald, 1980; Taylor e Brown, 1988. 56 iscriverebbe in una scuola diversa. Questo dato sembra essere trasversale nei vari tipi di istituti considerati, in quanto è più forte per gli iscritti agli istituti professionali (28,60%) e tecnici (26%), ma è tutt’altro che assente anche nei licei (20,80%). Tabella 4.2.2 - Rifaresti la stessa scelta? Sì No Licei 79,20% 20,80% Ist. Tecnici 74,00% 26,00% Ist. Professionali 71,40% 28,60% Totale 76,21% 23,79% Non tutti gli studenti insoddisfatti della propria scelta sono però intenzionati a cambiare scuola. Dalla Tabella 4.2.3 si può vedere che poco più del 10% di studenti del primo anno affermano che non continueranno gli studi nella scuola in cui sono attualmente iscritti. In linea con il dato precedente sulla soddisfazione, questa percentuale è più elevata negli istituti professionali (15,50%) e tecnici (13,30%), e un po’ più bassa ma comunque presente nei licei (7,60%). Tabella 4.2.3 - Continuerai questo percorso scolastico? Sì No Licei 92,40% 7,60% Ist. Tecnici 86,70% 13,30% Ist. Professionali 84,50% 15,50% Totale 89,30% 10,70% La conseguenza di questo risultato è che un gruppo rilevante di studenti (13,09%) rimangono iscritti a una scuola in cui non si trovano bene. E’ evidente dunque che cambiare scuola non è una soluzione facile da accettare. Questo a causa di fattori motivazionali e sociali, ad esempio la difficoltà ad ammettere di avere scelto una scuola troppo difficile e deludere quindi le aspettative dei genitori, ma anche a causa di fattori cognitivi, come la tendenza a tenere in considerazione i costi 57 sommersi (o fallacia del sunk-cost16). Quando si deve prendere una decisione sul proprio futuro, come se continuare o meno il percorso scolastico intrapreso, andrebbero considerati solo i costi e i benefici futuri, mentre i costi già sostenuti e di cui non si può rientrare (ad esempio il tempo, lo sforzo e il costo monetario investiti nell’anno scolastico passato) sono irrilevanti e non dovrebbero essere presi in considerazione. Tuttavia difficilmente si riesce a ignorarli, visto che quasi sempre vengono percepiti come una perdita o uno spreco. Considerando che il nostro comportamento solitamente è orientato a evitare le perdite, piuttosto che a ricercare i guadagni (fenomeno noto come avversione per la perdita17), è facile comprendere come solitamente si preferisca mantenere lo status quo (rimanere nella stessa scuola, anche se insoddisfatti, evita di percepire una perdita) rispetto a un possibile miglioramento della propria situazione. Un’ulteriore considerazione pare necessaria: con il passare degli anni, il costo sostenuto sarà sempre maggiore, quindi un’eventuale cambio di scuola sarà ancora più difficile da accettare. Questi studenti, che fin dal primo anno non sono contenti della propria scelta scolastica ma non hanno intenzione di cambiare scuola, hanno quindi buone possibilità di essere quelli maggiormente a rischio di abbandono scolastico negli anni successivi. Per quanto indubbiamente doloroso, un cambio di scuola all’inizio del proprio percorso alla scuola superiore potrebbe invece essere la scelta che minimizza la possibilità di abbandoni futuri. Questo dato sulla frequenza del cambio di scuola dopo il primo anno sembra essere stabile nel tempo, tant’è che nel campione preso in considerazione si è ritrovata la medesima percentuale di studenti (esattamente il 10,70%) che aveva già cambiato scuola l’anno precedente. A questo punto viene naturale chiedersi quali siano i fattori che portano alla decisione di non continuare gli studi nella stessa scuola. A questo scopo sono stati confrontati i punteggi forniti nella parte C del questionario dagli studenti intenzionati a cambiare scuola con quelli degli 16 Arkes e Blumer, 1985 17 Kahneman e Tversky, 1979 58 studenti che hanno affermato di voler rimanere nella stessa scuola (Tabella 4.2.4). Oltre all’ovvia minore soddisfazione per la scuola frequentata, gli studenti che hanno deciso di cambiare scuola differiscono dagli altri in modo statisticamente significativo (t-test, tutti i p < .001) sia per fattori oggettivi (minore profitto e più insufficienze) che per fattori soggettivi (riportano un peggiore rapporto con i professori e un minore gradimento delle materie insegnate). Il rapporto con i compagni e la difficoltà percepita della scuola sono invece molto simili per i due gruppi. Tabella 4.2.4 - Caratteristiche di chi cambia scuola (valori medi, scala da 1 a 5, deviazioni standard in parentesi) Continua Cambia Soddisfazione 3,85 (0,98) 2,39 (1,12) Profitto 3,41 (0,99) 2,29 (1,08) Insufficienze 2,61 (1,48) 4,32 (0,97) Rapporto con compagni 4,10 (0,98) 3,98 (1,07) Rapporto con professori 3,53 (0,93) 2,88 (1,10) Gradimento materie 3,61 (0,90) 2,55 (1,00) Difficoltà scuola 3,54 (0,92) 3,67 (1,19) Che il profitto e il gradimento delle materie abbiano un ruolo nella decisione di cambiare scuola risulta anche dai dati relativi agli studenti che avevano già cambiato scuola l’anno precedente. E’ stato chiesto anche a loro quali fossero stati i motivi che li avevano portati alla decisione di cambiare scuola (parte E del questionario), e quelli che hanno ricevuto i punteggi più elevati sono stati nell’ordine lo scarso profitto, l’eccessiva difficoltà e lo scarso gradimento per le materie insegnate (Tabella 4.2.5). Il cambio di scuola risulta quindi essere determinato in modo rilevante da una difficoltà oggettiva a proseguire dato il basso profitto, legata a sua volta al poco interesse riscontrato per le materie d’insegnamento. E’ evidente quindi che in questi casi la scelta della scuola superiore è stata condotta valutandone in modo erroneo la difficoltà (sottostimando la difficoltà della scuola o sovrastimando le proprie capacità scolastiche, si veda a tal proposito anche il paragrafo dedicato agli stereotipi nel capitolo 3,) e con scarsa conoscenza delle 59 materie che avrebbero dovuto affrontare (o sottostimando la difficoltà a dover studiare materie non gradite). Tabella 4.2.5 - Motivi del cambio di scuola (valori medi, scala da 1 a 5, deviazioni standard in parentesi) Scarso profitto 3,10 (1,51) Eccessiva difficoltà 3,08 (1,63) Scarso gradimento materie 3,05 (1,32) Non portato per quella scuola 2,92 (1,37) Cattivo rapporto con i professori 2,87 (1,44) Troppi compiti per casa 2,52 (1,52) Cattivo rapporto con i compagni 2,21 (1,37) 60 ORIENTAMENTO IN USCITA 61 5. L’OCCUPAZIONE GIOVANILE NEL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI TRIESTE: UNO SGUARDO DI SINTESI Il periodo che segue la conclusione degli studi superiori è indubbiamente importante e allo stesso tempo “critico” per i giovani, i quali si trovano a dover scegliere se e in quale direzione orientarsi nella scelta dell’Università o nella ricerca del lavoro. In Italia, solo recentemente si è considerata l’importanza di rispondere a questa necessità introducendo strumenti normativi (i tirocini formativi e di orientamento, gli stage di studio e formazione, le borse di studio, ma anche nuove e più flessibili tipologie contrattuali), che facilitino l’orientamento professionale e l’inserimento nel mercato produttivo soprattutto di quella parte della forza lavoro tradizionalmente più svantaggiata (giovani, donne, persone che hanno perso il lavoro). Per questo motivo, è stato esteso l’obbligo formativo per i giovani fino al compimento della maggiore età, ed è stato dato un forte impulso alle forme contrattuali cosiddette “atipiche” o “flessibili”, per rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Inoltre, è stato consistente l’impegno nella ristrutturazione dei “Centri per l’impiego” (ex Uffici di collocamento), con l’obiettivo di favorire l’incontro tra l’offerta e la domanda di lavoro e di realizzare attività formative in linea con le richieste del sistema economico–produttivo. Come si evidenzia nella Tabella 5.1, l’occupazione nella provincia di Trieste, tra il 2007 e il 2009, ha subito un calo rilevante, con una perdita complessiva di 5.368. 62 Tabella 5.1 Occupati e tassi di occupazione in provincia di Trieste (popolazione 1564) Differenza su anno precedente Tasso di (V.A. e %) occupazione OCCUPATI 2007 98.164 - 66,1 2008 95.782 - 2.382 (-2,5%) 64,8 2009 92.796 - 2.986 (-3,1%) 63,6 In riferimento ai giovani (Tabella 5.2), si può osservare che, dal 2007 al 2009, in provincia di Trieste il tasso di occupazione giovanile (15-24 anni) è in costante diminuzione, e segue l’andamento del tasso occupazionale giovanile nazionale (indicato tra parentesi nella Tabella 5.1). A questo riguardo inoltre, i tassi occupazione giovanile nella nostra provincia sia nei maschi sia nelle femmine sono fortemente al di sotto dei valori nazionali. In particolare, è importante rilevare la forte flessione dell’occupazione delle giovani donne (-5,7 punti) nell’anno 2009 rispetto all’anno 2008. Infine, è importante rilevare il forte squilibrio tra la componente femminile e quella maschile, che si è accentuato fortemente nell’anno 2009. Questo dati, riconducili agli effetti della crisi economica nazionale e internazionale, mostrano in sintesi una forte contrazione riguardo all’occupazione giovanile, con effetti particolarmente importanti sulle giovani donne. Tabella 5.2 Occupati e tassi di occupazione giovanile (15-24 anni) in provincia di Trieste e in Italia (valori tra parentesi) FEMMINE TOTALE MASCHI Tasso di Diff. su Tasso di Diff. su occupazione anno occupazione anno giovanile preced giovanile preced 22,1 (19,5) 2007 23,4 (29,6) 22,8 (24,7) -0,7 21,1 (19,4) 2008 24,1 (29,1) -1,0 22,5 (24,4) -2,1 15,4 (17,0) 2009 22,00 (26,1) -5,7 28,8 (21,7) 63 Riguardo infine ai dati ISTAT relativi ai tassi di disoccupazione, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) registrato nell’anno 2009 è pari a 10,6 (5,9 per i maschi e 21,6 per le femmine). Dopo aver evidenziato gli aspetti quantitativi del mercato del lavoro, sono stati approfonditi gli aspetti più strettamente connessi alle modalità di inserimento nel mercato del lavoro dei giovani, attraverso l’analisi delle tipologie contrattuali che caratterizzano occupazione dei giovani dai 15 ai 24 anni. Per comprendere le dinamica del mercato del lavoro in provincia di Trieste sono stati analizzati i flussi occupazionali del mercato del lavoro come risultano dagli archivi amministrativi (dati Ergn@et); in particolare sono stati presi in considerazione gli avviamenti al lavoro, intesi come numero di rapporti di lavoro attivati da imprese o aziende con sede nella provincia di Trieste. Gli avviamenti nella classe di età 15–24 anni sono stati rispettivamente 2.740 (femmine:1.386, maschi:1.354) nel secondo semestre 2009 e 3.151 (femmine:1.570, maschi:1.581) nel primo semestre 2010. Tabella 5.3 Avviamenti per genere e tipologia di contratto in provincia di Trieste– fascia di età 15-24 II semestre 2009 Apprendistato Tempo determinato* Tempo indeterminato TOTALE M F 255 225 871 984 228 177 1.354 1.386 TOT 480 1.855 405 2.740 I semestre 2010 M F 251 201 1.110 1.194 220 175 1.581 1.570 TOT 452 2.304 395 3.151 * nei rapporti di lavoro a tempo determinato sono compresi anche i tirocini formativi Come si evidenzia nella Tabella 5.3, in generale nel primo semestre del 2010 si registra un aumento di 411 rapporti di lavoro (+15%). I contratti di apprendistato sono diminuiti del 5,8%, sia tra le donne (da 225 a 201) sia tra i maschi (da 255 a 251), mentre rimangono stabili gli avviamenti a tempo indeterminato (da 405 a 395), sia per i maschi sia 64 per le femmine. In forte aumento risultano invece i contratti a tempo determinato (p.e. collaborazioni a progetto, lavoro occasionale, lavoro a tempo determinato), che passano da 1.855 nel secondo semestre 2009 a 2.304 nel primo semestre 2010 (+24%). In generale, la quota di avviamenti con contratto a tempo indeterminato è del 14,7%, quella degli avviamenti con contratti a tempo determinato è del 67,8% e quella con contratti di apprendistato è del 17,5%. Relativamente al titolo di studio, come si evidenzia nella Tabella 5.4, gli avviamenti al lavoro nella fascia di età 15–24 anni negli ultimi due semestri di riferimento (II semestre 2009 e I semestre 2010), coinvolgono prevalentemente giovani in possesso del diploma di scuola superiore o di licenza media. Tabella 5.4 titoli di studio e avviamenti (secondo semestre 2009, primo semestre 2010) TITOLO DI STUDIO Scuola elementare 41 (0,7%) Licenza media* 2.068 (35,1%) Diploma di scuola superiore 2.042 (34,7%) Laurea di I livello/Diploma universitario 63 (1,1%) Valore mancante 1.677 (28,5%) TOTALE 5.891 (100%) Da un’analisi più approfondita delle qualifiche relative agli avviamenti nei giovani dai 15 ai 24 anni si evidenzia una prevalenza di occupati nei settori della ristorazione e del commercio. In particolare, la maggior parte degli avviamenti coinvolge qualifiche quali camerieri, barman, commessi e addetti alla vendita. Meno frequenti gli avviamenti per le qualifiche relative all’industria e ai servizi. 65 6. DOPO LA SCUOLA SUPERIORE: UNIVERSITÀ O LAVORO? Una volta terminata la scuola superiore, i giovani si trovano a dover prendere un’altra decisione particolarmente complessa e importante per il loro futuro: continuare gli studi all’università o cercare subito un lavoro. Frequentare l’università permette di acquisire ulteriori conoscenze e competenze, ed è necessario se si è interessati a professioni che richiedono la laurea, ma ritarda di diversi anni l’ingresso nel mondo del lavoro. Viceversa, chi cerca subito un lavoro non deve più passare gran parte delle proprie giornate studiando e può iniziare prima un percorso lavorativo, anche se ovviamente non può accedere alle professioni che necessitano di una laurea. Nella quarta fase della ricerca si è voluto indagare alcuni aspetti rilevanti per questa scelta importante, in particolare si è voluto analizzare quali siano i fattori implicati in questa scelta e se le rappresentazioni delle professioni a cui si può accedere dopo le scuole superiori siano caratterizzate da stereotipi che possono favorirle o limitarle. A questa fase della ricerca hanno partecipato 296 studenti provenienti da 16 scuole superiori della provincia di Trieste. Fattori che influenzano la scelta lavoro/università La scelta di cosa fare dopo la scuola superiore è strettamente legata al tipo di scuola superiore frequentata. Come si vede nella Tabella 6.1, infatti, gran parte degli studenti provenienti dai licei decidono di iscriversi all’università, così come più di metà degli studenti degli istituti tecnici, la maggioranza degli studenti che finiscono gli istituti professionali decidono invece per andare subito a lavorare. 66 Tabella 6.1 – Dopo le superiori: scelta in base alla scuola di provenienza Scelta Scuola di provenienza Università Lavoro Altro18 Licei 80,20% 12,90% 6,90% Ist. Tecnici 62,80% 31,40% 5,80% Ist. Professionali 18,70% 73,80% 7,50% Come si è già visto nel terzo capitolo, la scelta di cosa fare dopo le superiori incide già sulla decisione della scuola superiore a cui iscriversi: chi vuole proseguire gli studi all’università sceglie prevalentemente un liceo o un istituto tecnico, chi vuole cercare subito un lavoro preferisce gli istituti professionali. Analogamente a quanto fatto in precedenza con la scelta della scuola superiore, agli studenti dell’ultimo anno della scuola superiore è stato chiesto di valutare, su una scala da 1 a 5 (1 = per niente, 5 = moltissimo), quanto la loro decisione di cosa fare dopo la scuola fosse influenzata dai seguenti fattori: • utilità della laurea per trovare un lavoro • l’essere portati per lo studio • gli interessi personali • l’essere orientati verso una professione che richiede la laurea • il parere dei genitori • il parere di altri familiari • il parere degli insegnanti • il parere degli amici • la scelta fatta dagli amici 18 La categoria “altro” comprendeva tutte le scelta non codificabili chiaramente come università o lavoro, ad esempio l’iscrizione a corsi di formazione professionale e il voler fare un’esperienza all’estero per migliorare la conoscenza di una lingua straniera 67 • la vicinanza di una sede universitaria • i fattori economici. Le valutazioni dei fattori, divise per tipo di scelta, sono riportate nella Tabella 6.2. I fattori strumentali legati alla laurea (l’utilità della laurea per trovare un lavoro, l’essere orientati verso una professione che richiede la laurea) sono stati, ovviamente, ritenuti più importanti da chi ha scelto di proseguire gli studi. Questa scelta è inoltre maggiormente legata agli interessi personali e all’essere portati per lo studio. Similmente a quanto emerso in precedenza nella scelta scolastica, i fattori più sociali, ossia il parere dei genitori, di altri familiari, degli insegnanti e degli amici e la scelta fatta dagli amici, sono stati generalmente considerati poco influenti nella decisione della strada da intraprendere, chi ha scelto di cercare lavoro li ha comunque ritenuti più influenti rispetto chi ha deciso di iscriversi all’università. La vicinanza o meno di una sede universitaria non sembra essere un fattore importante per questo tipo di decisione, a differenza dei fattori economici che sono tenuti in considerazione maggiormente da chi ha deciso di cercare lavoro. Tabella 6.2 – Confronto valutazioni fattori di scelta tra chi sceglie di andare all’università e chi sceglie di cercare lavoro (valori medi, scala da 1 a 5, deviazioni standard in parentesi) p Università Lavoro Utilità della laurea 3.90 (1.06) 2.78 (1.19) ** Essere portati per lo studio 3.39 (0.97) 3.05 (1.18) ** Interessi personali 4.14 (0.97) 3.67 (0.95) ** Orientati per professioni che 3.90 (1.10) 2.64 (1.13) necessitano della laurea ** Parere dei genitori 2.06 (1.07) 2.30 (1.22) Parere di altri familiari 1.57 (0.82) 1.93 (1.10) ** Parere degli insegnanti 1.62 (0.84) 1.83 (0.98) Parere degli amici 1.65 (0.80) 1.90 (0.98) * Scelta degli amici 1.39 (0.71) 1.63 (0.98) * Vicinanza dell’università 2.02 (1.18) 1.82 (1.06) Fattori economici 2.57 (1.34) 2.96 (1.35) * ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05 68 Per determinare l’impatto anche delle altre variabili sulla decisione di cosa fare dopo la scuola superiore, è stata condotta una regressione logistica multipla con cui si è voluto analizzare la relazione tra la scelta (università o lavoro) e una serie di potenziali predittori: gli 11 fattori espliciti visti in precedenza (utilità della laurea per trovare lavoro, ecc.), il genere degli studenti, il titolo di studio dei genitori, l’autovalutazione delle capacità scolastiche e il voto medio. Dal modello di regressione finale (riportato nella Figura 6.1) si è evidenziata una relazione significativa tra la scelta e cinque fattori espliciti (utilità della laurea per trovare un lavoro, interessi personali, l’essere orientati verso una professione che richiede la laurea, parere di altri familiari e fattori economici), oltre che al tipo di scuola di provenienza e al titolo di studio della madre, gli altri fattori sono stati esclusi dal modello di regressione in quanto non significativi. In particolare, la probabilità di scegliere di iscriversi all’università aumenta all’aumentare del titolo di studio della madre, dell’importanza assegnata ai fattori strumentali dell’università e della volontà di seguire i propri interessi personali. La scelta di cercare un lavoro è invece maggiormente collegata con il parere dei familiari e l’importanza data ai fattori economici. 69 Figura 6.1 – Predittori della scelta dopo la scuola superiore– Regressione logistica multipla metodo stepwise; Nagelkerke R = .65; χ (1,7) = 169.11, p < .001; tutti i predittori significativi per p < .05 2 2 In conclusione è stata confermata l’importanza dei fattori legati al’interesse personale, ma anche per questo tipo di scelta sono risultati rilevanti i fattori della dimensione sociale e familiare: da un lato le aspettative dei genitori possono favorire la scelta di proseguire gli studi, dall’altro la condizione economica può portare a propendere per andare a lavorare subito dopo aver terminato la scuola superiore. Stereotipi e professioni Nella quarta fase della ricerca si è voluto indagare la percezione che i giovani che stanno per terminare le scuole superiori hanno riguardo alle professioni a cui si può accedere dopo le scuole e nello specifico se esse siano caratterizzate da stereotipi. La sezione del questionario (sezione B) dedicata agli stereotipi attribuiti alle diverse professioni prevedeva la valutazione di 18 70 professioni, scelte in quanto particolarmente rappresentative delle realtà lavorative a cui vengono preparati gli studenti che escono dagli istituti tecnici e professionali della provincia di Trieste, rispetto a quattro dimensioni bipolari: genere (maschile/femminile), capacità scolastiche (alte/basse), guadagno (alto/basso) e manualità (lavoro manuale/lavoro intellettuale). Le valutazioni venivano fatte su una scala bipolare a cinque punti, i punteggi estremi (“-2” e “+2”) rappresentavano i due poli dello stereotipo (ad esempio professione “molto più adatta ai maschi” e “molto più adatta alle femmine”), il punto centrale (“0”) rappresentava l’assenza di stereotipo (ad esempio “professione adatta sia ai maschi che alle femmine”). Nella Tabella 6.3 sono riportati i giudizi degli studenti riguardo alle quattro dimensioni indagate per ognuna delle professioni presentate. Come si può osservare, la maggior parte delle professioni (14 su 18) sono ritenute maggiormente adatte ai maschi piuttosto che alle femmine, si ripresenta dunque la situazione osservata in precedenza negli stereotipi associati alle scuole (capitolo 2.2, Il ruolo degli stereotipi nella rappresentazione delle scuole superiori): le femmine sembrano essere svantaggiate rispetto ai maschi in quanto hanno meno professioni giudicate essere adatte a loro. 71 Tabella 6.3 Stereotipi associati alle professioni (valori medi, scala da 1 a 5) Capacità Genere scolastiche -0,16 -0,17 Disegnatore 0,77 -0,30 Modellista 0,54 -0,28 Disegnatore tessuti -0,42 0,15 Operatore grafico -0,83 0,01 Tecnico del suono -0,35 0,84 Odontotecnico Addetto ai servizi 0,27 -0,04 turistici 0,36 -0,24 Segretario d'albergo -0,54 0,82 Ragioniere -0,36 0,47 Impiegato bancario Impiegato -0,30 0,46 amministrativo -0,93 0,63 Programmatore -1,06 0,46 Tecnico elettronico -1,34 -0,69 Marinaio -1,23 0,25 Pilota collaudatore -1,36 -0,25 Carpentiere navale Tecnico analisi -0,18 0,79 laboratorio -0,40 0,78 Geometra -0,27 0,21 0,02 0,11 -0,11 0,96 Lavoro concettuale -0,96 -1,12 -0,91 -0,57 -0,30 -0,49 -0,05 0,25 -0,24 0,53 0,62 0,21 0,80 0,69 0,50 0,66 0,31 0,17 -0,56 0,56 -0,26 0,47 -0,13 -1,21 -0,71 -1,19 0,38 -0,06 0,67 0,00 Guadagno Per ottenere una visione d’insieme dei dati relativi ai giudizi attribuiti alle diverse professioni, si è voluto vedere se esista una tassonomia che disaggrega l’immagine complessiva delle professioni in una serie di rappresentazioni specifiche. A tal proposito è stata condotta un’analisi dei cluster gerarchica che ha evidenziato la presenza di cinque raggruppamenti principali. Successivamente è stata condotta un’analisi dei cluster col metodo k-means per esaminare quali gruppi cadevano in quale cluster. 72 Il Cluster 1, comprende due professioni, marinaio e carpentiere navale, giudicate prevalentemente maschili, che richiedono basse capacità scolastiche, poco remunerative e manuali. Il Cluster 2 include tre professioni, disegnatore, modellista e disegnatore di tessuti, che sono state giudicate più adatte alle femmine, con basse capacità scolastiche, poco remunerative e manuali. Il Cluster 3 è composto dalle seguenti professioni: operatore grafico, tecnico del suono, odontotecnico, tecnico elettronico e pilota collaudatore, professioni giudicate più adatte a maschi con buone capacità scolastiche, remunerative e manuali. Il Cluster 4 è rappresentato dalle professioni di addetto ai servizi turistici e segretario d’albergo, professioni giudicate più adatte alle femmine, neutre per quanto riguarda le capacità scolastiche e il guadagno, e orientate verso il polo dei lavori intellettuali. Il Cluster 5 riunisce le professioni adatte ai maschi con buone capacità scolastiche, remunerative e intellettuali, e cioè: ragioniere, impiegato bancario, impiegato amministrativo, programmatore, tecnico analisi di laboratorio e geometra. Da questi risultati emerge che i maschi sono più avvantaggiati rispetto alle femmine, visto che possono scegliere tra un ventaglio di professioni adatte praticamente a tutte le tipologie di persone: ci sono infatti lavori remunerativi manuali e intellettuali per i maschi con buone capacità scolastiche e lavori manuali, poco remunerativi, per quelli con basse capacità scolastiche. Per le femmine le professioni sono distinte più semplicemente in manuali o intellettuali, in entrambi i casi non sono richieste grandi capacità scolastiche e soprattutto non sono caratterizzate dall’essere remunerative. 73 7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il passaggio dalla scuola media alla scuola superiore è un momento critico nella vita di un giovane in cui, spesso per la prima volta, gli viene chiesto di fare una scelta che potrà avere conseguenze importanti per la sua vita. La scelta della scuola superiore a cui iscriversi non riguarda solo il tipo di l’istruzione, ma può essere anche una tappa fondamentale del percorso che lo porterà ad entrare nel mondo del lavoro. La ricerca riportata nelle pagine precedenti, promossa dall’Assessorato alle Politiche Educative della Provincia di Trieste, è nata con l’obiettivo di far luce su questo complesso processo decisionale. In particolare, la ricerca si è riproposta di indagare cosa sanno i ragazzi di terza media delle diverse alternative possibili, quali fattori sono maggiormente influenti il processo di scelta e quali sono le conseguenze della scelta in termini di soddisfazione e insoddisfazione. Un ulteriore obiettivo è emerso durante la conduzione della ricerca: visto che le possibilità future che le diverse scuole offrono (università/lavoro) è un fattore a cui i ragazzi di terza media assegnano già un valore importante nel processo di scelta, si è ritenuto interessante, anche in termini di orientamento in entrata, esplorare la scelta che i ragazzi dell’ultimo anno di superiori si accingono a fare, decidendo se proseguire gli studi o cercare un lavoro. Le scuole superiori nell’immaginario dei ragazzi di terza media 1. La prima cosa che colpisce è che i ragazzi di terza media ritengono di conoscere poco le scuole superiori, e ciò sia all’inizio dell’anno scolastico, quando non hanno ancora iniziato le attività di orientamento, sia in un momento successivo, dopo l’esposizione alle azioni orientative. I ragazzi e le ragazze sembrano conoscere meglio il tipo di scuola scelta solo nel caso degli istituti professionali, che sono comunque quelli in generale meno conosciuti. Si evidenziano però rilevanti differenze di genere riguardo alla conoscenza: gli studenti maschi dichiarano di conoscere maggiormente le scuole superiori che, da un’analisi 74 dei dati statistici relativi alle iscrizioni, sembrano essere connotate come tipicamente maschili (per esempio ITI), mentre per le ragazze si evidenziano livelli di conoscenza percepita maggiore per gli istituti con una presenza prevalente di studentesse (per esempio liceo socio psico-pedagogico). 2. Le rappresentazioni mentali associate alle diverse scuole sono organizzate rispetto a quattro principali macro-dimensioni che sono: gli aspetti oggettivi (le materie insegnate e la difficoltà), le possibilità offerte al termine del percorso di studio, la conoscenza e la considerazione delle singole scuole. 3. Nella descrizione delle scuole superiori i ragazzi e le ragazze fanno riferimento a conoscenze stereotipiche. Gli stereotipi permettono di costruirsi facilmente delle categorizzazioni solitamente affidabili di concetti complessi, risparmiando risorse cognitive Per quanto riguarda le scuole, si è visto come ci siano molte scuole ritenute più adatte ai maschi rispetto alle femmine, mentre c’è una sola scuola più adatta alle femmine (il liceo sociopsico-pedagogico). Le femmine risultano quindi svantaggiate rispetto ai maschi in quanto hanno una minore possibilità di scelta. Tre scuole, il liceo scientifico, il liceo classico e il liceo linguistico vengono percepite come scuole destinate agli studenti più capaci, motivati e disposti ad impegnarsi, le altre scuole invece sono considerate adatte a tutti i tipi di studenti. 4. L’immagine delle scuole può cambiare quando vengono presentate con la loro denominazione completa (nome proprio più nome comune) rispetto a quando si usa solo il nome comune (ad esempio “liceo classico”). Mentre il nome comune delle scuole attiva conoscenze generali di tipo semantico, per esempio le materie insegnate o la possibilità di imparare un mestiere, l’uso del nome proprio attiva anche conoscenze episodiche specifiche per ogni scuola, derivanti prevalentemente da esperienze personali o riferite da altre persone, e queste informazioni ne modificano l’immagine, prevalentemente per quanto riguarda la difficoltà e la considerazione. 75 La scelta della scuola superiore 5. I ragazzi scelgono la scuola superiore la cui immagine corrisponde o è compatibile con l’immagine che hanno di se stessi. Quasi tutti gli studenti scelgono scuole adatte al loro genere o adatte a tutti e, analogamente, scuole adatte alle proprie capacità. Tuttavia ci sono diversi casi in cui la propria immagine di sé non è coerente con la realtà, e gli studenti sopravvalutano le proprie capacità scolastiche, scegliendo scuole che potrebbero poi rivelarsi troppo difficili. Diventa quindi importante, per chi si occupa di orientamento, controllare che l’immagine delle scuole e delle proprie capacità siano il più possibile congruenti con la realtà. 6. La scelta della scuola superiore a cui iscriversi sembra essere influenzata principalmente dalle possibilità future che le diverse scuole offrono: i ragazzi ritengono di scegliere sulla base di quello che la scuola permette di fare, imparare un mestiere, trovare presto un lavoro o andare all’università. 7. Da un’analisi statistica più approfondita emerge l’importanza dei fattori sociali nella scelta, in particolare le aspettative dei genitori. Tuttavia, ragazzi e ragazze non sembrano essere consapevoli del peso di questi fattori. Verrebbe inoltre data troppa importanza alla scelta fatta dagli amici, mentre viene sottovalutata la difficoltà delle scuole superiori. Orientamento, aspettative e conseguenze della scelta 8. I principali punti di riferimento per quanto riguarda l’orientamento sembrano essere gli insegnanti della propria scuola, i genitori e gli amici più grandi, mentre le azioni orientative a cui ragazzi e ragazze hanno partecipato maggiormente sono le visite guidate negli istituti superiori e la lettura di materiale informativo (opuscoli e il manuale regionale l’Inform@scuola). In generale, le attività di orientamento vengono valutate positivamente dai ragazzi, che le considerano utili e interessanti, anche se i dati sulla rappresentazione mentale delle scuole mostrano che, così com’è attuato, l’orientamento non è sufficiente a garantire la conoscenza approfondita dei percorsi di studio. Inoltre, la scelta di fornire soprattutto le informazioni a cui ragazzi e ragazze sono 76 interessati, ha il vantaggio di limitare il tempo e di coinvolgerli più facilmente. Tuttavia, viene così favorita la tendenza a selezionare gli aspetti e i dati in accordo con la propria rappresentazione cognitiva di ogni istituto superiore e a ignorare le informazioni con essa non congruenti. 9. Esiste una discrepanza tra ciò che gli studenti della terza media si aspettano dalle superiori e le successive esperienze reali. In particolare le aspettative sono ottimistiche, rispetto alla realtà, per quanto riguarda la difficoltà, il profitto e la soddisfazione. Questa discrepanza tra previsioni ed esiti reali, facilmente spiegabile con il bias di positività, permette di ridurre l’ansia provata in situazioni importanti come quella della scelta scolastica, ma porta a sottostimare le difficoltà che potrebbero capitare. 10.Analizzando la scelta scolastica in retrospettiva, è risultato come la soddisfazione per la scelta effettuata non sia molto elevata, e addirittura uno studente su quattro se tornasse indietro farebbe una scelta diversa e uno studente su dieci è intenzionato a cambiare scuola alla fine del primo anno di scuola superiore. I motivi di insoddisfazione e alla base della decisione del cambio di scuola, sono principalmente l’eccessiva difficoltà, un basso profitto e uno scarso gradimento per le materie. Risulta quindi evidente che, almeno in alcuni casi, la scelta della scuola superiore è stata condotta sottovalutandone la difficoltà e con scarse conoscenze delle materie che si sarebbero dovute affrontare. Dopo la scuola superiore 11.La decisione di cosa fare dopo la scuola superiore, cercare un lavoro o proseguire gli studi all’università, è strettamente legata al tipo di scuola di provenienza. Viene così confermato quindi il ruolo cruciale della scelta della scuola superiore. Acquisiscono però più peso i fattori economici e l’influenza della famiglia, tutti fattori sociali che nella scelta della scuola superiore non sono presenti a livello esplicito ma che sono emersi da analisi statistiche. 12.Anche nella descrizione delle professioni a cui si può accedere dopo la scuola superiore emerge la presenza di stereotipi. 77 Analogamente a quanto succede per le scuole, anche in questo caso i maschi sono avvantaggiati rispetto alle femmine visto che possono scegliere tra diversi tipi di professioni, intellettuali o manuali, per quelli con alte o basse capacità scolastiche, molto o poco remunerative. Le professioni adatte alle femmine invece sono molte di meno, e caratterizzate dal non richiedere grandi capacità scolastiche e dall’essere generalmente poco remunerative. Gli strumenti In allegato sono riportati i questionari utilizzati nella presente ricerca. Tali strumenti possono essere utili agli insegnanti soprattutto per la rilevazione di come i ragazzi di terza media pensano siano gli istituti superiori e per la valutazione dell’efficacia delle azioni di orientamento. In tal modo è possibile ottenere il confronto dei punteggi medi in diversi momenti del percorso scolastico, dati utili sulla relazione tra rappresentazione mentale delle scuole superiori, profitto scolastico, scelta ipotetica e scelta effettiva del percorso di studi dopo la terza media. Infine, dati informativi riguardo il passaggio dalla terza media alla scuola superiore e quindi utili ai fini dell’orientamento, potrebbero emergere da un lavoro in rete tra scuole di diversi ordini. 78 APPENDICI 79 APPENDICE A Dati completi rilevazione nome proprio vs. nome comune divisi per scuola Liceo classico “Dante Alighieri” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno Liceo Classico M DS 2,94 1,26 4,04 0,85 4,20 0,88 4,02 0,80 3,89 0,92 3,42 1,12 2,36 1,02 2,99 1,19 2,63 1,18 4,22 0,91 3,75 0,96 2,97 1,29 3,06 1,11 3,14 1,27 0,23 0,68 1,10 0,85 1,19 0,82 1,16 0,83 "Dante Alighieri" M DS 2,76 1,24 3,55 0,96 3,65 0,95 3,56 0,93 3,47 0,92 3,14 1,18 2,41 0,94 2,80 1,07 2,67 1,08 3,85 0,99 3,40 0,99 2,75 1,14 2,89 0,88 2,81 1,09 0,21 0,57 0,78 0,81 0,91 0,84 0,89 0,86 p ns ** ** ** ** ** ns ns ns ** ** ns ns ** ns ** ** ** ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 80 Liceo socio-psico-pedagogico “G. Carducci” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno Liceo Socio-Psico-Ped. M DS 2,43 1,17 3,04 0,98 3,23 0,98 3,14 0,92 3,04 0,91 2,63 1,12 2,54 1,02 2,94 0,96 2,94 0,96 3,25 1,08 2,95 0,97 2,62 1,11 2,61 0,90 2,59 1,15 0,42 0,74 0,33 0,90 0,29 0,94 0,34 0,99 "G. Carducci" M DS 2,59 1,20 3,00 0,83 3,14 0,84 3,00 0,83 3,04 0,83 2,73 1,17 2,43 0,93 3,11 1,00 3,02 1,03 3,30 1,02 2,97 0,91 2,78 1,10 2,95 0,88 2,71 1,06 0,51 0,75 0,23 0,79 0,25 0,83 0,35 0,85 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 81 p ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ** ns ns ns ns ns Istituto tecnico commerciale “G. R. Carli” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I. T. Commerciale M DS 2,30 0,97 2,96 0,76 2,96 0,76 2,96 0,73 2,88 0,79 2,68 1,02 2,92 0,97 3,30 0,87 3,26 0,91 2,76 0,97 2,93 0,90 2,63 1,05 2,66 0,84 2,41 1,01 -0,26 0,67 0,01 0,76 0,11 0,81 0,27 0,89 "G. R. Carli" M DS 2,27 1,22 2,91 0,88 2,94 0,82 2,86 0,80 2,85 0,78 2,48 1,07 2,77 0,94 3,30 0,97 3,20 0,99 2,91 0,93 2,94 0,87 2,63 1,08 2,78 0,89 2,60 1,14 -0,10 0,65 0,13 0,76 0,14 0,77 0,28 0,84 p ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns * ns ns ns ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 82 Istituto tecnico commerciale “L. da Vinci” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I. T. Commerciale M DS 2,30 0,97 2,96 0,76 2,96 0,76 2,96 0,73 2,88 0,79 2,68 1,02 2,92 0,97 3,30 0,87 3,26 0,91 2,76 0,97 2,93 0,90 2,63 1,05 2,66 0,84 2,41 1,01 -0,26 0,67 0,01 0,76 0,11 0,81 0,27 0,89 "L. Da Vinci" M DS 2,08 1,05 2,87 0,86 2,97 0,84 2,87 0,88 2,74 0,78 2,36 1,02 2,51 0,99 3,26 0,97 3,26 0,97 2,76 1,00 2,81 0,89 2,43 0,98 2,74 0,80 2,52 1,02 0,02 0,65 0,04 0,81 0,04 0,81 0,17 0,87 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 83 p ** * ns * * ** ** ns ns ** * ** * * ** ** * * Istituto tecnico biologico sanitario “G. Deledda” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I.T. Biologico-Sanitario M DS 2,22 1,11 2,87 0,87 2,99 0,89 2,99 0,92 2,82 0,85 2,62 1,10 3,15 1,05 3,18 0,99 3,20 1,03 3,03 1,12 2,91 0,93 2,51 1,03 2,56 0,95 2,43 1,07 0,15 0,63 0,10 0,81 0,20 0,94 0,33 0,96 "G. Deledda" M DS 2,28 1,24 2,91 0,82 3,09 0,85 3,00 0,84 2,87 0,84 2,54 1,14 3,25 1,09 3,08 1,00 3,12 1,00 3,16 1,02 3,06 0,93 2,56 1,10 2,72 0,86 2,54 1,10 0,22 0,58 0,13 0,81 0,17 0,88 0,27 0,85 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 84 p ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns Istituto professionale per i servizi, il commercio e il turismo “S. de Sandrinelli” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I.P. Servizi, Comm. E Tur. M DS 2,18 0,93 2,68 0,73 2,84 0,81 2,75 0,75 2,56 0,77 2,43 1,08 2,71 1,33 3,41 0,89 3,43 0,94 2,49 0,98 2,92 0,91 2,53 0,96 2,59 0,80 2,41 1,07 -0,02 0,65 -0,25 0,85 -0,29 0,91 -0,13 0,92 "S. de Sandrinelli" M DS 2,12 1,05 2,48 0,77 2,61 0,79 2,56 0,81 2,59 0,75 2,35 1,02 2,66 0,90 2,95 0,98 3,05 0,98 2,49 0,91 2,60 0,85 2,27 0,97 2,64 0,87 2,24 0,99 -0,04 0,66 -0,23 0,78 -0,22 0,88 -0,12 0,95 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 85 p ns ** ** * ns ns ns ** ** ns ** ** ns ns ns ns ns ns Istituto tecnico nautico “T. Di Savoia” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I. T. Nautico M DS 2,43 1,12 2,97 0,94 3,00 0,93 2,97 0,98 2,71 0,95 2,56 1,01 3,20 0,98 3,25 0,91 3,26 0,96 2,60 1,00 2,82 0,90 2,56 1,06 2,67 0,87 2,37 1,05 -0,96 0,80 -0,04 0,89 -0,05 0,96 0,13 0,99 "T. Di Savoia" M DS 2,40 1,31 2,87 0,94 3,03 0,98 2,97 0,89 2,91 0,88 2,63 1,12 3,09 1,06 3,33 1,00 3,34 1,03 2,80 1,01 3,01 1,00 2,71 1,18 2,95 0,98 2,60 1,20 -0,85 0,78 0,07 0,89 0,16 0,98 0,26 1,00 p ns ns ns ns * ns ns ns ns * * ns ** * ns ns * ns ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 86 Istituto tecnico per geometri “M. Fabiani” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I.T. Geometri M DS 2,66 1,20 3,25 0,89 3,22 0,91 3,17 0,83 3,10 0,84 2,87 1,03 3,50 1,00 3,57 0,89 3,68 0,89 3,15 0,96 3,36 0,92 2,82 1,05 2,87 0,81 2,79 1,07 -0,69 0,70 0,20 0,77 0,21 0,87 0,49 0,86 "M. Fabiani" M DS 2,56 1,23 3,10 0,88 3,04 0,89 3,09 0,82 3,07 0,79 2,83 1,06 3,20 1,00 3,35 0,95 3,35 0,93 3,11 1,01 3,23 0,90 2,77 1,00 2,89 0,87 2,74 1,03 -0,48 0,64 0,23 0,73 0,26 0,83 0,42 0,86 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 87 p ns ns * ns ns ns ** * ** ns ns ns ns ns ** ns ns ns Liceo scientifico “G. Galilei” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno Liceo Scientifico M DS 3,47 1,25 3,91 0,86 4,14 0,83 3,86 0,81 3,79 0,82 3,68 0,97 3,13 1,09 3,10 1,18 2,73 1,13 4,27 0,93 3,80 0,89 3,47 1,26 3,61 0,95 3,62 1,17 -0,05 0,51 1,13 0,75 1,15 0,78 1,20 0,79 "G. Galilei" M DS 3,13 1,24 3,70 0,82 3,85 0,77 3,70 0,80 3,60 0,82 3,44 1,09 3,05 1,02 3,01 1,04 2,86 1,07 4,08 0,89 3,57 0,89 3,20 1,18 3,45 0,90 3,24 1,15 -0,10 0,46 0,90 0,85 0,96 0,85 0,99 0,83 p ** ** ** * ** ** ns ns ns * ** * ns ** ns ** * ** ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 88 Istituto professionale per l’industria e l’artigianato “L. Galvani” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I.P. Industria e Artigian. M DS 1,73 0,84 2,49 0,91 2,54 1,60 2,52 0,90 2,47 0,88 2,17 0,91 3,16 1,17 2,97 1,03 3,18 1,07 2,11 0,91 2,67 0,92 2,07 0,88 2,22 0,91 1,93 0,80 -0,49 0,79 -0,45 0,87 -0,45 0,91 -0,26 0,99 "L. Galvani" M DS 2,25 1,27 2,37 0,87 2,50 0,91 2,55 0,87 2,36 0,85 2,23 1,07 3,30 1,16 3,38 1,14 3,49 1,12 2,22 0,96 2,74 0,99 2,29 1,14 2,58 0,99 2,15 1,09 -0,67 0,81 -0,62 0,92 -0,59 0,93 -0,35 1,00 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 89 p ** ns ns ns ns ns ns ** ** ns ns ** ** ** ** ** ns ns Istituto d’arte “E. e I. Nordio” I. conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno M 2,65 2,73 2,62 2,77 2,74 2,74 3,65 2,67 2,87 2,63 3,46 2,52 2,57 2,37 0,30 -0,28 -0,27 0,07 d’Arte DS 1,16 0,89 0,94 0,92 0,89 1,05 1,08 1,01 1,11 1,09 1,22 1,16 0,90 1,13 0,76 0,80 0,86 0,95 "E. e I. Nordio" M DS 2,60 1,20 2,77 0,84 2,68 0,91 2,79 0,85 2,74 0,89 2,79 1,05 3,30 1,14 2,82 1,00 3,00 1,01 2,72 1,05 3,28 1,06 2,49 1,00 2,71 0,91 2,38 1,01 0,30 0,65 -0,03 0,82 -0,10 0,86 0,16 0,89 p ns ns ns ns ns ns ** ns ns ns ns ns ns ns ns ** * ns ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 90 Liceo scientifico “G. Oberdan” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno Liceo Scientifico M DS 3,47 1,25 3,91 0,86 4,14 0,83 3,86 0,81 3,79 0,82 3,68 0,97 3,13 1,09 3,10 1,18 2,73 1,13 4,27 0,93 3,80 0,89 3,47 1,26 3,61 0,95 3,62 1,17 -0,05 0,51 1,13 0,75 1,15 0,78 1,20 0,79 "G. Oberdan" M DS 2,97 1,11 3,78 0,79 4,04 0,72 3,64 0,73 3,54 0,77 3,32 1,04 2,83 0,94 2,96 1,17 2,56 1,15 4,25 0,97 3,74 0,86 3,33 1,18 3,56 0,88 3,53 1,06 -0,06 0,48 1,19 0,73 1,16 0,74 1,17 0,77 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 91 p ** ns ns ** ** ** ** ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns ns Liceo classico “F. Petrarca” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno Liceo Classico M DS 2,94 1,26 4,04 0,85 4,20 0,88 4,02 0,80 3,89 0,92 3,42 1,12 2,36 1,02 2,99 1,19 2,63 1,18 4,22 0,91 3,75 0,96 2,97 1,29 3,06 1,11 3,14 1,27 0,23 0,68 1,10 0,85 1,19 0,82 1,16 0,83 "F. Petrarca" M DS 3,06 1,23 3,86 0,89 3,93 0,93 3,71 0,92 3,62 0,88 3,36 1,14 2,44 0,95 3,05 1,12 2,72 1,12 4,06 1,03 3,69 1,02 3,22 1,29 3,25 0,98 3,25 1,20 0,34 0,59 0,97 0,83 1,13 0,84 1,14 0,86 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 92 p ns * ** ** ** ns ns ns ns ns ns * ns ns ns ns ns ns Istituto tecnico industriale “A. Volta” conoscenza difficoltà necessità studio difficoltà materie quantità compiti conoscenza materie tempo laboratori possibilità trovare lavoro possibilità imparare mestiere utilità proseguire università necessità di "essere portati" considerazione (propria) considerazione (altri studenti) considerazione (genitori) stereotipo di genere stereotipo capacità stereotipo motivazione stereotipo impegno I.T. Industriale M DS 2,29 1,06 3,00 0,89 3,13 0,88 3,04 0,84 2,90 0,89 2,50 1,03 3,23 0,98 3,36 0,91 3,54 1,61 2,79 1,02 3,15 0,95 2,74 1,10 2,77 0,86 2,59 1,04 -0,93 0,77 0,06 0,92 0,18 0,92 0,27 0,94 "A. Volta" M DS 2,65 1,15 3,25 0,97 3,28 0,91 3,22 0,85 3,07 0,86 2,72 1,09 3,27 1,06 3,61 1,13 3,54 0,97 3,00 1,01 3,19 0,94 2,88 1,06 3,07 0,88 2,91 1,06 -0,78 0,82 0,38 0,81 0,34 0,87 0,50 0,87 ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05, ns = differenze non significative 93 p ** ** ns * * * ns * ns * ns ns ** ** ns ** ns ** APPENDICE B Confronto aspettative e valutazioni reali, diviso per tipo di scuola Tabella B.1 – Confronto aspettative e valutazioni reali (valori medi, scala da 1 a 5) Istituti Professionali Previsione Esperienza p (terza media) (prima sup.) Profitto 3.05 (0.58) 3.28 (1.15) ** Numero di insufficienze 2.40 (1.15) 3.27 (1.48) Rapporto con i compagni 3.60 (0.88) 3.63 (1.12) Rapporto con i professori 3.39 (0.70) 3.59 (0.95) ** Gradimento materie 3.77 (0.78) 3.20 (1.08) * Difficoltà della scuola 3.09 (0.95) 2,75 (1,00) ** Soddisfazione 4.12 (1.02) 3.56 (1.18) ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05 Tabella B.2 – Confronto aspettative e valutazioni reali (valori medi, scala da 1 a 5) Istituti Tecnici Previsione Esperienza p (terza media) (prima sup.) * Profitto 3.42 (0.80) 3.17 (1.10) ** Numero di insufficienze 1.97 (1.08) 3.07 (1.58) ** Rapporto con i compagni 3.66 (0.89) 4.09 (1.02) Rapporto con i professori Gradimento materie Difficoltà della scuola Soddisfazione 3.45 (0.65) 3.87 (0.76) 3.47 (0.69) 4.09 (0.93) 3.25 (1.00) 3.42 (1.04) 3,60 (0,94) 3.57 (1.13) ** ** ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05 94 Tabella B.3 – Confronto aspettative e valutazioni reali (valori medi, scala da 1 a 5) Licei Previsione Esperienza p (terza media) (prima sup.) * Profitto 3.52 (0.72) 3.37 (1.00) ** Numero di insufficienze 1.75 (0.96) 2.47 (1.44) ** Rapporto con i compagni 3.74 (0.85) 4.24 (0.87) Rapporto con i professori 3.44 (0.78) 3.55 (0.94) Gradimento materie 3.68 (0.81) 3.64 (0.87) ** Difficoltà della scuola 3.57 (0.80) 3,77 (0,80) Soddisfazione 3.94 (0.82) 3.81 (1.01) ** = differenze significative per p <.01, * = differenze significative per p <.05 95 ALLEGATI • Allegato 1: Questionario prima fase • Allegato 2: Questionario seconda fase • Allegato 3: Questionario terza fase (medie) • Allegato 4: Questionario terza fase (superiori) • Allegato 5: Questionario quarta fase 96