IL DIABETE:che cos’è? DIPARTIMENTO AD ATTIVITA’ INTEGRATA DI MEDICINA INTERNA Struttura Complessa TERZA MEDICA Direttore: Prof. Luigi Cattin Tel: 040 – 399 4527; Fax: 040 – 399 4586 e-mail: [email protected] Struttura Semplice DIABETOLOGIA Responsabile: dott. Maurizio Fonda Tel: 040 – 399 2151; Fax: 040 – 399 2061 Siamo spiacenti che Lei sia dovuto ricorrere alle cure di questo Servizio Ospedaliero, ma siamo lieti di essere proprio noi ad aiutarLa. Questo opuscolo Le spiegherà come agire insieme a noi per farLe ottenere il massimo beneficio e soddisfazione dalle nostre cure. Piazza Ospitale1 - 34121 Trieste www.aots.sanita.fvg.it 2 La diabetologia si configura come struttura di 2° l ivello, con il compito di fornire consulenza qualificata in ambito diabetologico alle strutture ospedaliere e sanitarie della Provincia. Organico: - personale medico: dott. Maurizio Fonda - personale infermieristico: I.P. Cristina Bernetti - dietista: Maria Velari - OSS: Patrizia Bonetta Attività: Il Servizio offre la consulenza specialistica per i diabetici durante la degenza ospedaliera e alla loro dimissione nel breve periodo che precede l’affidamento al medico curante. Inoltre: - diabete di tipo 1 e di tipo 2 complicato, non controllabile con ipoglicemizzanti orali; - piede diabetico, con un programma di prevenzione e cura; Collocazione: Ospedale Maggiore (lato via Stuparich), ala ristrutturata 1° piano. 3 Orario: dal Lunedì al Venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 14.00. Modalità di Accesso: - diretta per i pazienti dimessi dall’ospedale su richiesta del collega ospedaliero - su prenotazione per i pazienti ambulatoriali (v. sotto) Tempi d’attesa: 24 - 48 ore per i diabetici di tipo 1 all’esordio (visita concordata direttamente con il Diabetologo di Distretto o il Medico Curante); 2-3 settimane circa per i diabetici già seguiti da altra struttura. In tutti i casi che presentano necessità vi è sistematica collaborazione con gli altri specialisti che operano in Ospedale. Prenotazione delle prestazioni ambulatoriali: Centro Unico di Prenotazione a cui si accede tramite la richiesta di visita del medico curante. Per eventuali disdette o cambiamenti contattare il Centro Unico di Prenotazione allo 040 - 670 2011 e successivamente il tasto 2 da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 13.00 4 IL DIABETE: che cos’è? Oggi nel nostro paese ci sono più di 3 milioni di diabetici, 1.500.000 non sa di esserlo e un numero molto più grande rischia di diventarlo. Il diabete è una malattia cronica e progressiva secondaria a un’insufficiente azione dell’insulina. Questo ormone prodotto dal pancreas porta zucchero, il principale carburante delle nostre cellule, a vari organi tra i quali il tessuto muscolare e il tessuto adiposo e mantiene in questo modo la glicemia costante nella giornata intorno a valori di 80-100 mg/dl. La malattia è pertanto caratterizzata da un aumento nel sangue della glicemia. Esistono due tipi di diabete. Il diabete di tipo 1 colpisce in particolare i giovani ed è caratterizzato dalla mancanza di insulina dovuta a un danno delle cellule pancreatiche che producono questo ormone; chi ne è affetto deve curarsi per tutta la vita con insulina. 5 Il diabete di tipo 2 colpisce in particolare gli adulti e gli anziani e dipende, almeno nei primi anni di malattia, da una resistenza dei tessuti all’azione dell’insulina, non compensata da produzione adeguata dell’ormone. Lo stile di vita scorretto fatto di sedentarietà ed eccessiva alimentazione con conseguente sovrappeso è la causa principale della resistenza all’insulina e del diabete. La cura consiste essenzialmente nella correzione degli errori alimentari e nella ripresa di un’adeguata attività motoria. Se questo non è sufficiente a normalizzare la glicemia, il diabetologo le proporrà di ricorrere alle pastiglie che abbassano la glicemia. Solo dopo molti anni, nelle fasi tardive della malattia, può essere necessario ricorrere all’insulina. Il diabete di tipo 2 è quello prevalente nella popolazione con una frequenza 10 volte maggiore rispetto al tipo 1. 6 Come ci si scopre diabetici? Il diabete di tipo 2 compare di solito in modo insidioso, senza alcun sintomo e la diagnosi viene posta in base alla determinazione della glicemia. Non si devono tuttavia sottovalutare, quando sono presenti, alcuni sintomi che indicano un aumento particolarmente elevato della glicemia, quali: sete intensa, frequente e abbondante emissione di urine dovuta all’eliminazione del glucosio. A questi disturbi, quando la mancanza di insulina diventa critica, possono seguire: calo di peso nausea e vomito offuscamento visivo. Nei casi estremi si può arrivare ad una grave disidratazione pericolosa per la vita, che richiede l’immediato ricovero ospedaliero. La diagnosi di diabete viene fatta in presenza di una di queste tre possibilità: 7 sintomi quali sete, aumento della quantità di urine emesse durante la giornata, perdita di peso con glicemia casuale superiore a 200 mg/dl; glicemia a digiuno uguale o superiore a 126 mg/dl in almeno 2 occasioni glicemia uguale o superiore a 200 mg/dl due ore dopo un carico orale di glucosio. In gravidanza può comparire una ridotta capacità di utilizzare il glucosio. Questo quadro clinico va sotto il nome di diabete gestazionale. Per diagnosticarlo si ricorre a un test di screening mediante un minicarico di glucosio per bocca. Il diabete scompare dopo la gravidanza, ma può ripresentarsi definitivamente entro 5-10 anni dalla stessa. 8 Il diabete gestazionale compare con maggior frequenza nelle donne che hanno già presentato un diabete uguale in una gravidanza precedente, in chi ha più di 35 anni, in chi ha un parente diabetico di 1° grado, nelle donne con mar cato sovrappeso e in quelle che hanno partorito in precedenza un bambino di peso superiore a 4 Kg. Al giorno d’oggi l’attenzione è attirata soprattutto dal diabete di tipo 2, perché è in continuo aumento in tutto il mondo e soprattutto perché molto spesso rappresenta lo stadio finale di condizioni che potrebbero e dovrebbero essere prevenute molto prima quali obesità e sindrome metabolica. Questa sindrome è caratterizzata da aumento della pressione arteriosa e dei trigliceridi, da una riduzione del colesterolo buono (HDL) nel sangue e soprattutto da obesità addominale caratterizzata da un aumento del giro vita. 9 Il problema sanitario è ancora più importante dal momento che l’obesità con distribuzione a mela (prevalenza della circonferenza alla vita su quella ai fianchi) può aumentare il rischio di infarto del miocardio ben prima di causare diabete. Soggetti a rischio di diabete di tipo 2. I fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 sono: età superiore a 45 anni familiarità di 1° grado per diabete diabete in gravidanza sovrappeso obesità centrale: circonferenza vita superiore a 102 cm negli uomini, 88 nelle donne colesterolo HDL<40 negli uomini e <50 nelle donne trigliceridi >150 mg/dl ipertensione arteriosa sedentarietà 10 cattive abitudini alimentari con consumo esagerato di cibi a basso valore nutrizionale, poveri in vitamine e minerali, ma altamente raffinati e ipercalorici come gli alimenti ricchi di grassi o molto conditi o fritti, dolciumi, bevande zuccherate, bevande alcoliche e scarso uso di verdura, di frutta, di pasti preparati in casa. La glicemia a digiuno andrebbe controllata ogni 3 anni in chi non ha nessuno dei fattori di rischio prima citati, ogni anno in chi ne ha almeno 1. La sedentarietà associata all’accesso illimitato a cibi ricchi in calorie (grassi, bibite zuccherate, merendine,etc.) e la conseguente obesità sono la causa anche di un problema drammatico di sempre più frequente riscontro quale il diabete di tipo 2 in età adolescenziale. Viste le cause, la prevenzione riveste un ruolo fondamentale per tentare di limitare il numero sempre più grande di soggetti affetti da questa malattia. 11 E’ importante evitare di essere sedentari senza necessariamente diventare sportivi. E’ fortemente raccomandato muoversi a piedi senza usare l’automobile o lo scooter, salire e scendere le scale e così via. Per fare un esempio, una persona di 70 kg deve camminare a un’andatura normale per circa 2 ore se vuole consumare l’equivalente calorico di 100 grammi di formaggio. E’ stato dimostrato che camminare con un buon passo per 2030 minuti al giorno per tutti i giorni dell’anno abbassa drasticamente il rischio di diventare diabetici di tipo 2. Il diabete di tipo 1 riconosce cause completamente diverse dal tipo 2 e come tale richiede un altro tipo di strategia preventiva. 12 Pur essendo meno frequente, ha un alto impatto sociale perché colpisce quasi sempre soggetti molto giovani, anche al primo anno di vita. E’ la malattia cronica più frequente dell’infanzia. Si tratta di una malattia autoimmunitaria, dovuta a un’ aggressione da parte di anticorpi prodotti dallo stesso organismo delle cellule pancreatiche che producono insulina, con loro conseguente distruzione. Non vi è al momento alcuna possibilità di prevenzione della malattia. Tuttavia essa è oggetto di numerosi studi sperimentali in tutto il mondo. Inoltre, per questi pazienti sono in corso ricerche avanzate di trapianto di cellule produttrici di insulina. Va comunque sottolineato che uno stile di vita incongruo con conseguente sovrappeso peggiora il controllo glicemico anche in questi pazienti oltre ad aumentare il rischio di complicanze. Il controllo del peso, un’alimentazione corretta (sono sconsigliati gli alimenti “per diabetici”) e la non sedentarietà sono essenziali nel trattamento di entrambi i tipi di diabete. 13 Un problema importante per chi assume insulina o ipoglicemizzanti orali può essere l’ipoglicemia, che viene avvertita dal paziente come sensazione acuta di fame, batticuore, sudorazione fredda, tremore. Se non corretta prontamente con zucchero o bibite zuccherate può portare ad alterazione della coscienza fino al coma. L’educazione del paziente è di fondamentale importanza nella cura del diabete. E’ importante conoscere gli elementi fondamentali per una corretta alimentazione: cosa sono i carboidrati, in quali cibi e in quale quantità essi sono contenuti. Saper gestire la terapia in funzione della glicemia e dei pasti diventa essenziale per il mantenimento di una glicemia ottimale che ne eviti aumenti o riduzioni brusche. Nel paziente con diabete di tipo 2 ci sono delle situazioni particolari che vanno conosciute e che possono richiedere la sostituzione temporanea dei farmaci orali con l’insulina: ad esempio durante eventi acuti come un’ influenza o una broncopolmonite, in occasione di un intervento chirurgico importante o di una terapia con cortisone. In questi casi si deve ricorrere momentaneamente all’insulina. La terapia sarà poi interrotta una volta che il problema acuto è stato risolto. 14 Complicanze. Il diabete nel tempo può danneggiare le arterie che portano sangue al cuore e ai tessuti. Se mal controllato danneggia la retina (la parte interna dell’occhio che consente di vedere), il rene, la circolazione del cuore, degli arti inferiori, quella cerebrale, la sensibilità degli arti con conseguente grave pericolo per i piedi esposti a traumi ripetuti e inavvertiti. Per questo motivo va incoraggiato in tutti i modi un adeguato controllo delle glicemia, che si è dimostrato capace di prevenire e ritardare la comparsa delle complicanze. Il paziente verrà educato dal team diabetologico composto da medico, infermiera e dietista, all’autocontrollo glicemico e alla sua corretta interpretazione. 15 In questo modo il diabetico diventerà capace di misurarsi da solo la glicemia, da una goccia di sangue prelevata dal polpastrello di un dito. L’autocontrollo della glicemia dovrà essere programmato in relazione al tipo di diabete, all’età del paziente e alla terapia usata, senza interruzioni, ma anche senza inutili eccessi. A scadenza trimestrale si effettuerà un prelievo di sangue venoso per determinare l’emoglobina glicata, che rappresenta la percentuale di globuli rossi che si sono zuccherati negli ultimi 3 mesi ed è pertanto correlata al valore medio della glicemia in quel periodo. 16 L’obiettivo da raggiungere è un valore di emoglobina glicata almeno inferiore al 7%, senza eccessive oscillazioni glicemiche. Questo permetterà ai diabetici di tipo 1 e di tipo 2 di ridurre la probabilità di complicanze croniche della malattia. La prevenzione delle complicanze si avvale inoltre del controllo annuale del fondo dell’occhio, di quello semestrale della microalbuminuria (eliminazione di piccole quantità di albumina con le urine) e del controllo periodico dello stato di salute dei piedi. Infine, è importante sottolineare che la prevenzione delle complicanze non può limitarsi al solo controllo della glicemia. Il diabete è infatti uno dei principali fattori di rischio per infarto del miocardio, ictus cerebrale e arteriopatia degli arti inferiori. Quando colpisce le donne in età fertile cancella la loro naturale protezione verso queste malattie prima della menopausa. In tutti i diabetici dovranno pertanto essere controllati anche gli altri fattori di rischio vascolare quali abitudine al fumo di 17 sigaretta, aumento della pressione arteriosa e della colesterolemia. ACCREDITED FOR ORGANIZATION BY JOINT COMMISSION INTERNATIONAL Redatto, in collaborazione con l’Ufficio Relazioni con il Pubblico e l’Ufficio Comunicazione, in aderenza agli standard di Accreditamento Joint Commission International tel. 040 – 399 6301; 040 – 6300; fax 040 399 6298 e-mail: [email protected] Strada di Fiume 447 – 34 149 Trieste Revisione 02 – novembre 2013 18