RAFFAELE LAURO DALLA POESIA IN MUSICA ALLA POESIA IN VERSI. DA POETA A POETA. DA LUCIO DALLA A GIUSEPPE BOCCHINO Palazzo Ducale di Presenzano, Sala Rossa GOLDENGATE EDIZIONI 2015 Intervento tenuto nella Sala Rossa del Palazzo Ducale di Presenzano, venerdì 15 gennaio 2015, in occasione della presentazione della raccolta di poesie di Giuseppe Bocchino, “Versi fuori corso”, edita da Giuseppe Vozza Editore. Tutti i diritti riservati all’Autore e alla casa editrice GoldenGate Edizioni. Gentili Duchi Nicola ed Eleonora, Signor Sindaco, Autorità, Signore e Signori, Amici di Presenzano, lasciatemi subito ringraziare, con il cuore, i relatori delle mie due opere narrative, dedicate a Lucio Dalla: la professoressa Luigia Forgione e l’architetto Erminio Petecca, che hanno illustrato magistralmente la loro lettura di “Caruso The Song - Lucio Dalla e Sorrento” e di “Lucio Dalla e San Martino Valle Caudina - Negli occhi e nel cuore”. Ve ne sono grato! Tocca a me, ora, concludere questo interessante incontro culturale, voluto dall’Amministrazione Comunale di Presenzano, nella persona del Sindaco, l’amico carissimo, Andrea Maccarelli, ospitato, come due anni fa, in questo splendido Palazzo Ducale, della generosa cortesia dei Duchi di Presenzano, ai quali va il mio più affettuoso e deferente ringraziamento, con il mio commento ad una raccolta di poesie, opera prima, di un affermato giornalista, Giuseppe Bocchino, che mi ha molto interessato, coinvolto e colpito, edita dalla lungimirante iniziativa editoriale di Giuseppe Vozza. Non si tratta di un salto dalla prosa alla poesia, ma, di una continuità estetica, di un passaggio, quasi naturale, dalla poesia in musica alla poesia in versi, da poeta a poeta, da Lucio Dalla a Giuseppe Bocchino. Non accennerò, comunque, ad alcunché di quanto è stato già ampiamente (ed entusiasticamente!) relazionato, nonché diffuso in rete, di questa prima raccolta di poesie di Bocchino, dal titolo “Versi fuori corso”, nella collana “Raccordi”: dall’anteprima nel vivacissimo salotto letterario “Letteratitudini”, animato da Matilde Maisto, novella Madame de Staël, e da decine di altri intellettuali campani, fino all’ultima presentazione pubblica. Rilevo, da subito, che quasi tutti i commentatori, pur recando contributi originali all’analisi della raccolta, si sono lasciati irretire, quasi incapsulare, nella tela accogliente della prefazione dell’Autore, dal titolo “Cronocardiologia del fatto poetico”, nella quale Bocchino chiarisce come “Da sempre l’essere fuori dal consueto è il momento costitutivo del fatto poetico: trasversale agli eventi nella sua continua aspirazione a confondere l’adesso con il prima e il dopo, sin dal principio la poesia compie un’opera di estraniamento dai rigidi piani spaziali della cronologia”. 1 Gli autorevoli relatori, che mi hanno preceduto, sono caduti, in effetti, nella “trappola”, sagacemente tesa dal poeta, per istradare lettori e commentatori, secondo i suoi schemi lirici, forse preoccupato di lasciarli a briglia sciolta nella accattivante magia ermetica dei suoi versi. Ho evitato, quindi, di spiaggiarmi, come una balena, sull’arenile sia delle suggestioni autoriali che dei giudizi altrui, saltandoli, a pie’ pari, e immergendomi, immediatamente, nella lettura delle liriche. Saggiate prima disordinatamente e, poi, assaporate, distillate, nella rilettura, secondo le suddivisioni dell’Autore. Ho appuntato, di seguito, le mie riflessioni, questi brevi spunti, che tra poco Vi illustrerò, e che non ho modificato, neppure di una sola virgola, dopo aver letto anche la prefazione e i commenti. La poesia rappresenta l’arte di esprimere e rappresentare immagini, sentimenti, con parole, poste in un certo ordine, secondo una certa logica, oppure totalmente libere, senza alcuna logica che le possa imprigionare in uno schema predefinito. La poesia, come la musica, deve essere interpretabile, deve stimolare sensazioni, emozioni, ricordi, attraverso le parole. Ma è anche libera, non ha confini delimitabili. Essa è nell’aria, è dentro di noi, è intorno a noi. La poesia libera l’animo e riesce ad esprimerlo, poi, in parole. La poesia, in fondo, si fa scepsi: dubbio lirico che si oppone alle certezze della prosa. L’istinto poetico dell’uomo si perde nella notte dei tempi, per alienarsi e ricomporsi in frammentarie bramosie liriche. La poesia svela l’impulso ancestrale, dominato dal sentimento, che diffonde misteri in ogni verso. La poesia diviene schizzo d’immenso e non concede all’Autore, né al lettore, autorevoli o ragionevoli garanzie estetiche. La sua potenza, spesso inespressa, ha da essere amata coi sensi e da essere carezzata con gli occhi, affinché ci parli. Può essere generosa e selvaggia, può percorrere le arterie visibili delle pagine, dove i versi si adagiano. Diviene una fascia sonora, intessuta di parole, che prendono forma, come si invera nei capolavori di Lucio Dalla. La poesia di Giuseppe Bocchino mi appare, innanzi tutto, come poesia impressionista. Diventa soggettiva rappresentazione della realtà, con la tecnica propria dei pittori impressionisti. L’Autore, infatti, evita qualsiasi costruzione ideale, per occuparsi soltanto dei “phoenomena”, quali essi “appaiono” nella sua ispirazione poetica. Non c’è, nella poesia di Bocchino, alcuna evasione verso mondi idilliaci o esotici, quanto piuttosto, la volontà di calarsi interamente nella concretezza sentimentale che lo anima, che lo assedia, che, quasi, lo soffoca, evidenziandone le caratteristiche che la compongono. Il paesaggio poetico trasborda nei versi, direttamente dagli occhi e dal cuore del poeta. 2 Il linguaggio poetico di Bocchino, ricercato ma sempre musicale, con variegate sonorità, come nello scat jazz di Lucio Dalla, del tutto originali, si alimenta, soprattutto, dell’uso del colore e della luce. Luce, luce, luce, sempre luce, come nel preludio a “La Creazione” di Franz Joseph Haydn. Luci e colori costituiscono, quindi, gli elementi fondanti della sua visione poetica. Ciò consente al lettore, inizialmente, di percepirli e, poi, pian piano, attraverso l’elaborazione concettuale, di distinguere le forme e gli spazi elegiaci, in cui Bocchino li trasfonde e li trasfigura. Questi “distinguo” costituiscono il riflesso degli “oggetti”, cantati dal poeta. La poesia di Bocchino si nutre principalmente di luce, perché nasce “en plein air”, come recita il titolo di una lirica della preziosa raccolta. Una déjeuner sur l’herbe. Un colazione sul prato. Visionari rimandi di Manet, Monet, Cézanne o di Vincent Van Gogh? Non rappresenta il frutto di un chiuso atelier di ispirazione, ancorché raffinato, quanto piuttosto un paesaggio dell’anima, in cui germoglia il poeta. Così, Bocchino coglie tutti gli effetti luministici che la visione diretta gli fornisce. I suoi versi diventano, di conseguenza, estremamente mutevoli, come mutevoli sono i colori e la luce della sua amata campagna casertana. Questa sensazione di mutevolezza, a mio giudizio, rappresenta la caratteristica più significativa del suo “modus poetandi”, che lo avvicina a Lucio Dalla. La poetica di Bocchino, quindi, si caratterizza come la poetica dell’attimo fuggente, senza un prima, senza un dopo, in quanto coglie l’assoluto nella realtà, attraverso impressioni istantanee. La realtà, infatti, muta continuamente di aspetto. La luce varia ad ogni istante. Gli oggetti e le cose fluttuano. Si muovono nell’eremo della sua dimensione interiore. Il momento sintetizza la sensazione e la sorprende in una particolare inquadratura, come fosse una fotografia d’autore. Un fulmine dello spirito! Una saetta di luce! Una scheggia dell’animo! Un brivido inconsapevole! Versi brevi, questi di Bocchino! Quasi sonetti shakespeariani! Le liriche di Bocchino raggiungono la stessa potenza espressiva degli haiku giapponesi: catturano, in pochi versi, le emozioni del poeta, le contrappongono in immagini contrastanti, che sfuggono al tempo e al luogo, a fugaci e vivide impressioni, in una sintesi che scoperchia gli strati profondi dell’animo, provocando, così, sensazioni di realismo, di naturalezza, di complicità, ma, al tempo stesso, di distaccata e indifferente leggerezza. Il lettore, in tal modo, fa ricorso alla sensazione e all’identificazione con le impressioni suggerite. 3 E oblia la ragione! Si libera, così, delle sovrastrutture della mente, dei concetti inutili e superflui, i quali si affollano intorno ad un evento, ad una esperienza. Il lettore coglie l’essenza di un accadimento, la sostanza di un’esperienza, il nucleo di un’emozione. La poesia di Bocchino, oltre che impressionista, si impone anche come la poesia dell’oblio, dell’oblio della ragione! La poesia di Bocchino possiede, inoltre, una inconsapevole radice filosofia presocratica, il seme dell’essere in continua mutazione, non dotato di una identità, chiara e ben definita. Panta rei! Ciò mette in gioco la sua autenticità, la sua libertà, la particolarità del suo ex-sistere. Del suo emergere dal nulla! Gli oggetti “poetici” vengono creati, come singoli e irripetibili, collocati in un “tempo senza tempo” e i un un “luogo senza confini”. La loro esistenza poetica si nutre, quindi, di un rapporto costante tra il singolo e la totalità, o, meglio, del singolo nella totalità. Non è più il sentimento potente, superiore alla massa, ma legato in maniera sfuggente nel mondo, in cui si muove. L’Autore non adopera la sua poesia per celebrare ideali esemplari o modelli archetipi, cioè valori extra lirici, ma la risolve nella creazione pura, fine a se stessa, lirica pura, la catulliana “fons Bandusiae splendidior vitro”, più pura del cristallo, completamente affrancata da qualsiasi forma metrica o retorica, del tutto priva di qualsiasi finalità narrativa. Bocchino non sembra aver fede negli antichi valori poetici, che pure non ignora, in base alla sua formazione classica e ai molti riferimenti mitologici, da Achille ad Aiace Telamonio, fino e Didone, miti dell’epos e del dolore, vittime dell’amore e della passione, eternati dalla immortale poesia di Omero e di Virgilio, pur citati nel cuore della raccolta. Non mostra, quindi, di avere necessità di certezze poetiche, cui aggrapparsi, per evitare il suo inevitabile naufragio esistenziale. Preferisce lasciarsi travolgere del sentimento della disperata solitudine umana, mai risolto e giammai risolvibile, che già ha caratterizzato stagioni della poesia nella storia della letteratura italiana, quali l’Ermetismo e l’Esistenzialismo. Le forme espressive ricercate rispecchiano sempre l’animo del poeta. E questa raffinatezza della parola, del tutto desueta, conferisce a questa poesia un significato autonomo, isolato, fuori dal contesto contemporaneo, immerso nelle acque del ventre materno. Ciò conduce, alla fin fine, ad una visione pessimistica del mondo, un pessimismo esistenziale, con echi di Leopardi, di Sartre, di Pasolini e di Heidegger. Un pessimismo che si riflette sulla natura dell’Uomo (il male oscuro che si cela nella quercia, apparentemente fiorente). Una natura invernale, quella rigida dell’alto casertano, cristallizzata nei riflessi della 4 luce sulla neve, nel sibilo del vento e nel freddo pungente, che mozza il respiro. Una natura non contemplata, tuttavia, nella sua interezza, nelle sue multiformi fenomenologie stagionali, nei suoi topoi poetici, ricorrentemente frequentati. Solo accennata. Una natura che soffre, in costante lotta per la sopravvivenza, nel dualismo manicheo tra bene e male, tra luce e buio, tra notte e giorno. Una natura spruzzata di rosso, la tinta preferita dal poeta, un rosso cremisi che richiama il sangue, il sentimento del dolore, il cupo (e amaro!) struggimento per una vita, nella quale gli attimi di felicità restano caduchi e transeunti. I cieli di Bocchino sono sempre coperti, di rado limpidi. Una poesia, la sua, senza la luna (citata una sola volta!), senza le stelle (mai citate!), fonti primigenie, dominanti, invece, dell’ispirazione di Lucio Dalla, fondamenti della poetica del grande artista bolognese, innamorato della cultura mediterranea. Questo aspetto differenzia il mondo poetico di Dalla da quello di Bocchino. Amici di Presenzano, estimatori di Giuseppe, tranquilli, questa raccolta rappresenta soltanto la prima prova del Nostro. Altre, certo, ne verranno! Il mondo poetico di Bocchino non appare esaurito, né potrebbe mai esserlo. Anche perché l’ispirazione poetica signoreggia sul poeta, lo schiavizza, lo domina e lo fa “mezzo”, lo rende portatore e non ne rispetta le stagioni, né i giorni, né l’etade, né il riposo, né il sonno! E’ un demone! La poesia inquieta, tormenta, lacera e, poi, sgorga, trabocca, traccia il solco, cava la roccia, perché, come scriveva il nostro buon don Benedetto Croce, crea la vita e, allora: Viva chi vita crea! Vita che crea rampolla da sé! Il Vesuvio interiore di Giuseppe Bocchino già rumoreggia. Tuona. Ribolle. Sono intuibili nuove eruzioni poetiche. Il magma, ancora per poco quiescente, preme per ascendere e sboccare dal cratere dell’animo. Presto rampollerà da sé! Auguri, Giuseppe! 5 INDICE DEI NOMI A Achille, eroe della mitologia greca, protagonista dell’Iliade di Omero Aiace Telamonio, eroe della mitologia greca, protagonista dell’Iliade di Omero B Bocchino, Giuseppe, giornalista e autore della raccolta poetica “Versi fuori corso” C Cézanne, Paul (Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 - Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906), pittore francese, tra i maggiori esponenti dell’Impressionismo Croce, Benedetto (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 - Napoli, 20 novembre 1952), filosofo, storico, politico, critico letterario e scrittore italiano, principale ideologo del Liberalismo novecentesco italiano ed esponente del Neoidealismo D Dalla, Lucio (Bologna, 4 marzo 1943-Montreaux, 1 marzo 2012), cantautore italiano, protagonista dei romanzi di Raffaele Lauro “Caruso The Song - Lucio Dalla e Sorrento” e “Lucio Dalla e San Martino Valle Caudina - Negli occhi e nel cuore” Didone, figura mitologica, regina fenicia di Tiro, fondatrice di Cartagine, protagonista dell’Eneide di Virgilio F Forgione, Luigia, docente di Materie Letterarie G Gallerani Valeri Caldesi, Nicola, Duca di Presenzano H Haydn, Franz Joseph, (Rohrau, 31 marzo 1732 - Vienna, 31 maggio 1809), compositore austriaco, tra i maggiori del periodo classico, padre della sinfonia e del quartetto d’archi Heidegger, Martin (Meßkirch, 26 settembre 1889 - Friburgo in Brisgovia, 6 26 maggio 1976), filosofo tedesco, maggior esponente dell’Esistenzialismo ontologico e fenomenologico L Lauro, Raffaele, scrittore, autore dei romanzi “Caruso The Song - Lucio Dalla e Sorrento” e “Lucio Dalla e San Martino Valle Caudina - Negli occhi e nel cuore” Leopardi, Giacomo (Recanati, 29 giugno 1798 - Napoli, 14 giugno 1837), poeta, filosofo, scrittore, filologo e glottologo italiano M Maccarelli, Andrea, avvocato, sindaco di Presenzano Madame de Staël, pseudonimo di Anne-Louise Germaine Necker, baronessa di Staël-Holstein, (Parigi, 22 aprile 1766 - Parigi, 14 luglio 1817), scrittrice francese di origini svizzere Maisto, Matilde, animatrice culturale del salotto letterario “Letteratitudini” Manet, Édouard (Parigi, 23 gennaio 1832 - Parigi, 30 aprile 1883), pittore francese, tra i maggiori esponenti dell’Impressionismo Monet, Claude Oscar (Parigi, 14 novembre 1840 - Givemy, 5 dicembre 1926), pittore francese, padre dell’Impressionismo O Omero, poeta greco, autore dell’Iliade e dell’Odissea, i due massimi poemi epici della letteratura greca P Pasolini, Pier Paolo (Bologna, 5 marzo 1922 - Roma, 2 novembre 1975), poeta, scrittore, regista sceneggiatore, drammaturgo, giornalista ed editorialista italiano. Petecca, Erminio, architetto e Consigliere delegato agli Eventi Culturali di San Martino Valle Caudina (AV) Q Quinterio Brentano, Eleonora, Duchessa di Presenzano S Sartre, Jean-Paul (Parigi, 21 giugno 1905 - Parigi, 15 aprile 1980), filosofo, scrittore, drammaturgo, critico letterario e attivista francese, tra i più importanti rappresentanti dell’Esistenzialismo V Van Gogh, Vincent (Zundert, 30 marzo 1853 - Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890), pittore olandese 7 Virgilio, Publio, Marone (Andes, 15 ottobre 70 a.C. - Brindisi, 21 settembre 19 a.C.), poeta e scrittore latino, autore dell’Eneide Vozza, Giuseppe, editore italiano 8 FROM POETRY IN MUSIC TO POETRY IN VERSES. FROM POET TO POET. FROM LUCIO DALLA TO GIUSEPPE BOCCHINO Dear Duke Nicola and Duchess Eleonora, Mr. Mayor, Representatives of Authorities, Ladies and Gentlemen, Friends of Presenzano, let me thank with all my heart the presenters of my two narrative works dedicated to Lucio Dalla: Professor Luigia Forgione and architect Erminio Petecca, who masterfully illustrated their reading of “Caruso The Song Lucio Dalla and Sorrento” and “Lucio Dalla and San Martino Valle Caudina - In the eyes and in the heart”. Please accept my gratitude! It’s up to me now to conclude this interesting cultural meeting arranged by the Municipal Administration of Presenzano in the person of the Mayor, my dear friend, Andrea Maccarelli, the event hosted just like two years ago in this beautiful Palazzo Ducale thanks to the generous hospitality of the Dukes of Presenzano, to whom I extend my most affectionate and respectful gratitude, with my comments to a collection of poems, the first work of an accomplished journalist, Giuseppe Bocchino, which I found very interesting, involving and affecting. The work was published as a fruit of the far-sighted editorial initiative of Giuseppe Vozza. This is not a jump from prose to poetry, but an aesthetic continuity, an almost natural passage from poetry in music to poetry in verses, from poet to poet, from Lucio Dalla to Giuseppe Bocchino. I will not mention, however, the work that has already been widely (and enthusiastically!) reported, as well as spread in the web, from the first collection of poems by Bocchino entitled “Versi fuori corso” (Verses off course) in the series of “Raccordi” (Connections): at the première in the lively literary salon “Letteratitudini” hosted by Matilde Maisto, the new Madame de Staël, and by dozens of other intellectuals from Campania, up until the last public presentation. I note from the start that almost all commentators, although bearing original contributions to the analysis of the collection, allowed themselves to be ensnared, almost encapsulated in the canvas of the welcoming 9 preface of the author, entitled “Chronocardiology of the poetic fact”, in which Bocchino clarifies how “Being since always out of the ordinary is the constitutive moment of the poetic fact: transversal with regards to the events in its continual aspiration to confuse now with before and after. Right from the beginning, poetry bears the task of estrangement from the rigid spatial planes of chronology.” The distinguished speakers who spoke before me have fallen, in fact, into the “trap” shrewdly prepared by the poet in order to route the readers and commentators along his lyrical patterns: perhaps he was concerned about giving them the rein within the captivating magic of his hermetic verses. Therefore, I avoided stretching like a whale on the beach of both the authorial suggestions and the opinions of others, by skipping them and immersing myself immediately in the reading of the lyrics. I tasted them disorderly at the beginning, and then sampled and distilled them while reading them according to the subdivisions of the Author. Below, I noted down my reflections, those brief ideas that I will illustrate in a moment, which I have not modified, not even a single comma, even after having read the preface and comments. Poetry is the art of expressing and representing images, and feelings with words placed in a certain order, according to a certain logic, or totally freely without any logic that can imprison you in a default scheme. Poetry, like music, should be interpreted, should stimulate feelings, emotions and memories through words. But it is also free, knows no delineated boundaries. It is present in the air, it is within us, around us. Poetry frees the mind and is able to express it in words. Poetry, after all, is full of skepticism: lyrical doubt that opposes to the certainties of prose. The poetic instinct of man is lost in the mists of time to alienate and recompose itself in fragmentary lyrical longings. Poetry reveals the ancestral impulse dominated by the feeling that spreads mysteries in each verse. Poetry becomes a sketch of the immense and does not grant to the author or the reader any authoritative or reasonable aesthetic assurance. Its power, often unexpressed, has to be loved with senses and caressed with eyes so that it speaks. It can be generous and wild, it can travel the visible arteries of pages, where verses recline. It becomes a stream of sound rich in words, which take shape and materialize, just like in the masterpieces of Lucio Dalla. The poetry of Giuseppe Bocchino appears to me, first of all, as impressionist poetry. It becomes a subjective representation of reality with its technique of the Impressionist painters. The Author, in fact, avoids any ideal construction to focus only on the “phenomena” as they “appear” in his poetic inspiration. In the poetry of Bocchino, there is no escape to idyllic or exotic worlds, but 10 rather the desire to immerse ourselves completely in the sentimental reality that animates him, that besieges him, that almost suffocates him, while he highlights the characteristics that compose it. The poetic landscape is poured into verses directly from the eyes and heart of the poet. The poetic language of Bocchino, sophisticated yet always musical, with completely original and diverse sounds, just like the scat jazz of Lucio Dalla, is nourished especially by the use of colour and light. Light, light, light, always the light, like in the prelude to “The Creation” by Franz Joseph Haydn. Lights and colours, therefore, constitute the basic elements of his poetic vision. This allows the reader initially to perceive, and then slowly, through the conceptual development, to distinguish the shapes, and the elegiac spaces where Bocchino infuses and transfigures them. These “distinctions” are the reflection of “objects” chanted by the poet. The poetry of Bocchino feeds mainly on light, because it is born “en plein air”, as in the title of one of the poems in the precious collection. A déjeuner sur l’herbe. A breakfast on the meadow. Are these visual references to Manet, Monet, Cézanne or Van Gogh? It is not the result of a closed atelier of inspiration, albeit refined, but rather a landscape of the soul, where the poet sprouts. Thus, Bocchino captures all the luministic effects delivered to him by direct vision. His verses have consequently become extremely changeable, like the changing colours and lights of his beloved countryside of Caserta. This sense of mutability, in my opinion, is the most significant feature of his “modus poetandi”, which brings him closer to Lucio Dalla. The poetics of Bocchino, therefore, is characterized as the poetry of the fleeting moment, without before and without after, as it grasps the absolute in reality through instantaneous impressions. The reality, in fact, constantly changes its appearance. The light varies at every moment. Objects and things fluctuate. They move within the hermitage of their internal dimension. The moment synthesises the feeling and resumes it in a particular frame, as if it was a photograph of the author. A lightning of the spirit! A bolt of light! A shard of the soul! An unaware shiver! The short verses of Bocchino! Almost like Shakespearean sonnets! The lyrics of Bocchino reach the same expressive power as the Japanese haiku: in a few lines, they capture poet’s emotions, they set them against each other in contrasting images beyond time and place, in fleeting and vivid impressions, in a synthesis that uncovers deep layers of mind, hence causing feelings of realism, naturalness, complicity, but at the same time, of detached and indifferent lightness. 11 The reader, thus, makes use of feelings and identification with the use of suggested impressions. The reason is forgotten! This way they free themselves from the superstructure of mind, of useless and unnecessary concepts, which gather around an event or an experience. The reader captures the essence of an event, the substance of an experience, the core of an emotion. The poetry of Bocchino, apart from its impressionist nature, imposes itself as the poetry of oblivion, the oblivion of reason! The poetry of Bocchino is also subconsciously rooted in the pre-Socratic philosophy, the seed of being in continuous mutation, without clear and well defined identity. Panta rei! This brings into play its authenticity, its freedom, the particularity of its existence. It emerges out of nowhere! The “poetic” objects are created as individual and unique, placed in a “timeless time” and in a “place without boundaries”. Their poetic existence feeds, therefore, on a constant relationship between the individual and the whole, or better, of the individual in the totality. It is no longer a powerful feeling, greater than the mass, but it is tied in a fleeting way within the world, in which it moves. The Author does not use his poetry to celebrate exemplary ideals or archetypical models, i.e. extra lyrical values, but he resolves it in pure creation, an end in itself, pure lyric, the Catullian “fons Bandusiae splendidior vitro”, purer than crystal, completely freed from any metrical form or rhetoric, completely devoid of any narrative purpose. Bocchino does not seem to have faith in ancient poetical values, which however he does not ignore according to his classical training and the many mythological references, from Achilles to Ajax Telamon, to Dido, the myths of epos and pain, victims of love and passion, eternalised by the immortal poetry of Homer and Virgil, also mentioned in the heart of the collection. He does not show, therefore, the necessity of poetic certainties to cling to in order to avoid the inevitable existential drowning. He prefers being overwhelmed by the feeling of desperate human loneliness, never resolved and never to be solved, which has already featured certain seasons of poetry in the history of Italian literature, such as Hermeticism and Existentialism. The sophisticated expressive forms always reflect the soul of the poet. And this refinement of the completely obsolete word gives this poetry an independent meaning, which is isolated, out of context, contemporary and immersed in the waters of motherly womb. This leads, in the end, to a pessimistic vision of the world, an existential pessimism with echoes of Leopardi, Sartre, Pasolini and Heidegger. A pessimism that is reflected on the nature of Man (the dark evil that lurks in 12 the apparently thriving oak). The wintry nature, the rigid nature from the highlands of Caserta, crystallized in the reflections of light on snow, in the whistling wind and bitter cold that take your breath away. A nature that is not contemplated, however, in its recurrently popular entirety, in its various seasonal phenomena, in his poetic topos. It is only implied. A nature that is suffering in constant struggle for survival, in the Manichean dualism between good and evil, between light and darkness, between night and day. Nature spattered in red, the colour preferred by the poet, the crimson red that resembles blood, the feeling of pain, the dark (and bitter!) longing for a life, in which moments of happiness are fleeting and transient. The skies of Bocchino are always cloudy, rarely clear. The poetry, his poetry, is deprived of the moon (mentioned only once!), and the stars (never mentioned!), the original and dominant sources of inspiration for Lucio Dalla, the foundations of the great poetic of the artist from Bologna in love with the Mediterranean culture. This aspect differentiates the poetic world of Dalla from the one of Bocchino. Friends of Presenzano, Admirers of Giuseppe, not to worry, this collection represents only the first attempt by our poet. There will certainly be others! The poetic world of Bocchino is not empty, nor could it ever be so. Also because the poetic inspiration rules over the poet, it enslaves him, it dominates him and makes him the “mean”, makes him the bearer, and does not respect the seasons, nor days, nor the age of life, neither rest nor sleep! It’s a demon! The restless, tormented poetry rips apart and then flows, overflows, cuts the furrow, caves the rock, because as our good Benedetto Croce wrote, it creates life, and then: Long live who creates life! The life he creates springs out of itself! The inner Vesuvius of Giuseppe Bocchino already rumbles. Thunders. Seethes. The new poetic eruptions are intuitable. The magma, still quiescent, pushes to rise and pour out from the crater of the soul. It will soon spring out of itself! All the best, Giuseppe! 13 INDEX OF NAMES A Achilles, hero of Greek mythology, protagonist of Homer’s “Iliad” Ajax Telamon, hero of Greek mythology, protagonist of Homer’s “Iliad” B Bocchino, Giuseppe, journalist and author of the poetry collection “Versi fuori corso” C Cézanne, Paul (Aix-en-Provence, January 19th, 1839 - Aix-en-Provence, October 22nd, 1906), French painter, one of the leading exponents of Impressionism Croce, Benedetto (Pescasseroli, February 25th, 1866 - Naples, November 20th, 1952), Italian philosopher, historian, political, literary critic and writer, ideologue of the twentieth-century Italian Liberalism and exponent of Neo-idealism D Dalla, Lucio (Bologna, March 4th, 1943 - Montreaux, March 1st, 2012), Italian singer-songwriter, protagonist of the novels by Raffaele Lauro “Caruso The Song - Lucio Dalla and Sorrento” and “Lucio Dalla and San Martino Valle Caudina - In the eyes and in the heart” Dido, mythological figure, Phoenician queen of Tyre, founder of Carthage, protagonist of Virgil’s “Aeneid” F Forgione, Luigia, professor of Italian Literature G Gallerani Valeri Caldesi, Nicola, Duke of Presenzano H Haydn, Franz Joseph, (Rohrau, March 31st, 1732 - Vienna, May 31st, 1809), Austrian composer, among the greatest of the classical period, father of the symphony and the string quartet Heidegger, Martin (Meßkirch, September 26th, 1889 - Freiburg, May 26th, 1976), German philosopher, the greatest exponent of ontological and phenomenological Existentialism 14 L Lauro, Raffaele, writer, author of the novels “Caruso The Song - Lucio Dalla and Sorrento” and “Lucio Dalla and San Martino Valle Caudina In the eyes and in the hearts” Leopardi, Giacomo (Recanati, June 29th, 1798 - Naples, June 14th, 1837), Italian poet, philosopher, writer, philologist and linguist M Maccarelli, Andrea, lawyer, mayor of Presenzano Madame de Staël, pseudonym of Anne Louise Germaine Necker, Baroness of Staël-Holstein, (Paris, April 22nd, 1766 - Paris, July 14th, 1817), French writer of Swiss origin Maisto, Matilde, promoter of cultural gathering “Letteratitudini” Manet, Edouard (Paris, January 23rd, 1832 - Paris, April 30th, 1883), French painter, one of the leading exponents of Impressionism Monet, Claude Oscar (Paris, November 14th, 1840 - Givemy, December 5th, 1926), French painter, father of Impressionism O Homer, greek poet, author of “Iliad” and “Odyssey”, the major epic poems of Greek literature P Pasolini, Pier Paolo (Bologna, March 5th, 1922 - Rome, November 2nd, 1975), Italian poet, writer, director, screenwriter and journalist Petecca, Erminio, architect and Councillor for Cultural Events of San Martino Valle Caudina (AV) Q Quinterio Brentano, Eleonora, Duchess of Presenzano S Sartre, Jean-Paul (Paris, June 21st, 1905 - Paris, April 15th, 1980), French philosopher, writer, literary critic and activist, among the most important representatives of Existentialism V Van Gogh, Vincent (Zundert, March 30th, 1853 - Auvers-sur-Oise, July 29th, 1890), Dutch painter Virgil, Publius, Maro (Andes, October 15th, 70 BC - Brindisi, September 21st, 19 BC), Latin poet and writer, author of the “Aeneid” Vozza, Giuseppe, Italian publisher 15 SOMMARIO 1.Biglietto di invito 2.Dalla poesia in musica alla poesia in versi. Da poeta a poeta. Da Lucio Dalla a Giuseppe Bocchino. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 3.Indice dei nomi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 4.From poetry in music to poetry in verses. From poet to poet. From Lucio Dalla to Giuseppe Bocchino. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 5.Index of names. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Per info su Raffaele Lauro: www.raffaelelauro.it www.carusothesong.com Del presente opuscolo sono state stampate 100 copie, firmate dall’Autore.