Nel Cuore
magazine dell’Associazione il Dono
Giugno 2012
IL DONO è un’associazione onlus basata sul
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Ai sensi della Legge 7 marzo 2001,
n. 62, il magazine “NEL CUORE” non rientra
nella categoria di “informazione periodica”
in quanto viene pubblicato ad intervalli non
regolari.
Il sito il-dono.org da cui è possibile scaricare
il magazine è hostato da ARUBA.it
Hanno partecipato
a questo numero:
Lucia, Serena, Paola, Simona, Elena
Se hai idee suggerimenti e vuoi partecipare
anche tu al prossimo numero, contattaci e
proponi il tuo intervento! Insieme il nostro
magazine diventerà sempre più bello!!
FOTO di COPERTINA
by Carlo Taccari
Sommario
editoriale
pag.4
Non ti ho cercato ma tu mi hai scelta
pag.6
Bomboniere solidali
pag. 10
La mia voce nel silenzio
pag. 12
Indesiderato
pag. 14
in cucina
pag. 16
5x Mille
pag. 20
editoriale
Dal 2010 a Roma abbiamo aperto un
centro di accoglienza. Quartiere Montesacro. In mezzo a tante case, dentro
un bel condominio con una -quasi- vista
sul parco , ben in faccia al fiume Aniene,
che fa un pò zanzara e un pò country. In
questi due anni e poco più abbiamo accolto già 4 mamme con relative pance. Sì
perchè noi possiamo offrire accoglienza a
due mamme in gravidanza ed ospitarle coi
loro bambini fino ad un massimo di due
anni dal parto. Nei prossimi anni speriamo
di trovare una soluzione più..numericamente accogliente, con più posti letto,
con più possibilità di accogliere mamme
e bimbi. Però posso dire con orgoglio:
abbiamo lavorato tanto e abbiamo lavorato bene. E posso dire con ancora più
orgoglio che tanto l’abbiamo fatto grazie
a chi ci conosce, un pò tramite i social
network, un pò grazie alle intervieste che
ogni tanto mi fanno in radio, un pò per il
passaparola locale (che quello non basta
mai!) insomma, grazie a voi abbiamo
aiutato tutte le mamme - 40 in tutto - che
si sono rivolte a noi in perda al panico per
una gravidanza non preventivata, magari
convinte che l’unica soluzione ai loro guai
fosse ricorrere all’aborto, e che hanno
trovato non soltanto le cose pratiche di
431 bimbi nati
in questi 6anni di lavoro!
Diamo il benvenuto a:
Aurora Maristelle, Tommaso
cui avrebbero sicuramente avuto bisogno;
non soltanto la possibilità di essere seguite a lungo anche dopo il parto dalla
pediatra, dall’ostetrica, dall’assistente
sociale presso la nostra sede (tutta gente
che lavora in forma di volontariato) ma
che ha trovato in noi volontari qualcosa
di simile a una famiglia, con cui confidarsi
e da cui avere tutto il supporto umano e
psicologico di cui poteva avere bisogno.
In questi due-anni-e-un-pò sono nati,
aiutati presso il nostro centro di Roma 40
bimbi. Di questi 40 nuclei mamma-bimbo,
4 sono stati ospitati presso il nostro centro
in forma residenziale per la durata della
gravidanza. Lo scorso anno la seconda
bimba che abbiamo ospitato e accompagnato alla nascita , figlia di una ragazza
straniera, è stata lasciata in adozione in
ospedale. E’ stato un duro colpo per tutti
noi che fino all’ultimo abbiamo cercato di
offrire “di più e di meglio” anche alla mamma.. ma ognuno è libero di rifiutare tutte
le offerte fatte. La piccola oggi ha sicuramente trovato le braccia di una famiglia
accogliente per lei, e la sua mamma le
ha dato comunque la possibilità di aggiungere degli aggettivi vicino alla sua
“vita”: bella, lunga, felice, colorata.. tutte
cose che ciascuno di noi costruisce con
ABBIAMO
BISOGNO DI:
- omogeneizzati carne e frutta
- pannolini misure 4-9kg
le proprie mani, e che in fondo i genitori
non possono consegnarci preconfezionate vicino al certificato di nascita. Ai nostri
figli possiamo dare un’opportunità, poi sta
a loro riempirla. Altre due mamme coi loro
piccoli sono attualmente ancora ospiti della
casa e stanno organizzando la propria vita
in maniera sempre più autonoma, in modo
da poter prendere il volo quanto prima e
iniziare la nuova avventura della loro vita
più autonoma.
Di persone ne abbiamo seguite molto più di
40 ma per le altre, per lo più donne, ferite
dopo una scelta di aborto volontario, che
abbiamo aiutato e stiamo aiutando a rimettersi impiedi riprendendo in mano la loro
vita e restituendo dignità a quella di quel
piccolo che non hanno saputo accogliere,
non servono cose materiali: serve il nostro
tempo e siamo fieri di potercelo mettere.
Per tutto il resto servite voi.. e grazie a voi,
non c’è mancato mai niente. Abbiamo distribuito tutte le settimane pannolini, vestitini, omogeneizzati a tutte le mamme che ne
hanno avuto bisogno. Molto oltre le nostre
aspettative, ci sono state regalate tutte le
cose che di volta in volta abbiamo chiesto
per chi non sapeva come procurarsi niente:
dai passeggini ai trio completi..e tutti sappiamo quanto questo abbia un valore non
solo emotivo.
Grazie a voi abbiamo potuto garantire una
risposta pronta alle persone inviate dal
servizio sociale di tanti comuni da diverse
parti d’Italia (perchè l’associazione lavora
su tutto il territorio nazionale) ma da diverse parti d’Italia tante mamme hanno
offerto quello che potevano inviando pacchi
di vestitini e pappe ma anche con donazioni grandi e piccole perchè non servono
miliardi in un solo versamento: basta che
ciascuno dia 10 euro e si possono fare
tante cose.
L’amore gratuito ripaga sempre. Per questo
come associazione non percepiamo fondi
pubblici nè al pubblico chiediamo qualcosa:
perchè non siamo pagati per farlo ma lo
facciamo con la stessa gratuità che ciascuno di noi vorrebbe ricevere e conoscere
nella relazione con l’altro.
Io ci credo per davvero che ogni bambino
che arriva è un investimento che abbiamo
la possibilità di fare per questo mondo. E’
come ricevere in regalo un lingotto d’oro
un tot di azioni in crescita, una grande
eredità; è come avere le mani su qualcosa
di grande e la possibilità di cambiarci il
mondo. Non lo so come si fa a cambiare
tutto ma qualcosa so che posso farla io e
che può farla ciascuno di noi. Che tutti abbiamo una ricchezza condivisibile che può
essere di denaro, certo ma spesso è fatta
di competenze, di tempo, di altre cose che
non si comprano e non si vendono. E che
se ciascuno ci mette il suo, per piccolo che
sia, tante gocce come diceva Madre Teresa, tante gocce fanno l’oceano.
Quindi vi ringrazio, per l’oceano che fino ad
ora ci avete aiutato a riempire, ho il piacere
di regalarvi finalmente un numero cartaceo
del nostro giornalino e spero di potervene
regalare di sempre più frequenti, ringrazio
anche gli sponsor che ci hanno permesso
la pubblicazione e vi invito a venirci a trovare, ovunque voi siate potete raggiungerci
tramite web o di persona, e saremo felici di
farvi vedere quello che facciamo, dal vivo.
Buona lettura.
Serena
di Lucia
Non ti ho cercato,
ma tu mi hai scelta.
una mamma giovane,
la depressione post partum
due gravidanze troppo vicine..
di Chiara G.
Il 3 gennaio 2010 sono diventata mamma di
Luca, che io e mio marito abbiamo cercato per
mesi dopo che mi avevano detto che a causa
di alcune cisti congenite alle ovaie non sarebbe
stato facile rimanere incinta.
La dpp era il 22/12/2009 ma sono arrivata alla
42 settimana quando, ricoverata, mi sono sottoposta all’induzione; dopo 22 ore di travaglio
nasce con parto naturale il mio pigrone!
L’induzione, il lungo travaglio, l’espulsione
prolungata e difficoltosa a causa di un problema alla cervice, la conseguente lacerazione
ed emorragia, innescarono in me un meccanismo di ‘depressione’ e di rifiuto verso quel
bimbo tanto cercato. Appena nato l’unica cosa
che pensai fu ‘menomale è finita!’ e non ebbi
nemmeno l’istinto o la curiosità di vederlo.
Volevo solo dormire e buttarmi alle spalle
un’esperienza traumatica e tutto tranne che
gioiosa. I giorni a seguire, soprattutto dopo la
dimissioni dall’ospedale, furono davvero duri,
non riuscivo ad accettare questo stravolgimento delle mie abitudini, della mia vita. Ho
avuto la fortuna di avere vicino mio marito che
si è impegnato fisicamente e psicologicamente
a prendersi cura di entrambi dato che questo
‘fardellino’ lo consideravo tanto quanto un
qualcuno che, allattamento a parte, poco mi
riguardava, mentre io non riuscivo a mangiare
più.
Ogni giorno quasi impercettibilmente, come le
giornate che alla fine dell’inverno si allungano
a poco a poco, le conseguenze di quel parto
da incubo si sbiadirono e iniziai a guardare
quel fardellino (tra l’altro buonissimo, dormiva
tanto e piangeva poco) come una novità verso
cui aprirmi fino a riconoscerlo come il dono
che tanto avevo voluto e atteso. Finalmente
ero diventata la sua mamma; lui mio figlio lo
era sempre stato, fin dal primo giorno dentro
di me.
Due mesi e mezzo dopo la sua nascita
purtroppo vengo operata al fegato, proprio
quando ero riuscita a superare il mio faticoso
post-parto. Anche qui il recupero è stato lungo
ma fortunatamente niente di questo si è ripercosso sul mio essere mamma. Ormai il brutto
era passato, finalmente potevo godermi il mio
Luca e riprendere in mano la mia vita.
Giugno 2010. Inizialmente senza nemmeno
accorgermene, nell’attesa del ciclo (il primo
dopo il capoparto), vedo che ho un ritardo di
1 settimana circa. Penso a tutto tranne che ad
una nuova gravidanza, mi dicevo ‘no, è impossibile! Sicuramente è stress, il ciclo è ancora
sballato, può darsi che a sto giro saltino pure’
etc…..tutto, tutto, sarebbe stato plausibile
rispetto al poter essere di nuovo incinta e non
perché potesse essere impossibile ma perché
proprio, anche se ancora inconsciamente, già
a priori, non riuscivo ad accettare l’opzione di
una nuova gravidanza.
Ne parlo con mio marito e lui mi chiede di fare
il test. La sera stessa vado in bagno e lo faccio.
Ricordo che quelle lineette sono comparse
all’istante come per sbattermi in faccia la
realtà, a me che già a priori inventavo mille
scuse pur di non ammettere che potevo essere
incinta. Esco dal bagno in lacrime, disperata,
non ci potevo credere, per me era la fine del
mondo. Dopo tutte le disavventure passate e
il periodo faticoso appena concluso…. un altro
figlio non ce la potevo fare.
E poi dovevo riprendere il lavoro, il corso di
abilitazione, la casa era perfetta per tre e lo
stipendio pure, niente nonni ad aiutarmi, etc…..
insomma, non era il momento per un altro figlio
per tanti, tantissimi, più o meno buoni, motivi.
Per principio mi sono sempre reputata contro
l’aborto. Ma la realtà, nel bene e nel male,
quando arriva prepotentemente nella tua vita,
capisci che è un’altra cosa e che è molto più
grande di qualsiasi idea preconcetta, giusta
o sbagliata che sia. Io, che avevo sempre
giudicato l’aborto come una cosa sbagliata,
mi ritrovai improvvisamente ad apporgli delle
giustificazioni e una certa logica. Proprio io
che già ero mamma e sapevo cosa significasse portare in grembo, partorire e crescere
un figlio; proprio io che avevo un matrimonio
felice; cosa mi mancava per accettare nella
mia vita un altro bimbo? Assolutamente niente.
Ma avrebbe scombinato i miei piani per il futuro
e messo fine a quella serenità tanto cercata
dopo la prima gravidanza. Poi mi sono detta
che non avrei mai potuto fare un’ivg e allora
ho sperato in un aborto spontaneo, cosa che
adesso solo a scriverla mi viene la nausea.
Sapevo benissimo che accettare o no questo
figlio non dipendeva da una questione economica o famigliare o chissà che ma prima di tutto
dipendeva solo da me, da ciò che avrei voluto
io. Ed io, semplicemente, soldi o no, marito o
no, casa o no, non lo volevo.
Arriva la prima eco, i primi esami, tutto ok. Lui
cresce benissimo, si è attaccato bene e va cocciutamente avanti per la sua strada. Io continuavo a non accettarlo, pensavo solo che se non
ci fosse stato la mia vita sarebbe stata perfetta.
L’ivg era esclusa ma una gravidanza vissuta così,
come una malattia incurabile, non è umanamente
accettabile.
Inizio a girare per i forum, alla ricerca non so
nemmeno io di cosa, un po’ tra le future mamme
alla mia stessa settimana e un po’ tra quelle
donne che avevano scelto un’ ivg o subito un
‘aborto terapeutico’.
Ricordo che mi colpì una cosa: entrambi i gruppi
erano uniti e legati tra le rispettive componenti,
ma la differenza era l’oggetto del loro legame.
Le future mamme erano unite da una gioia che
non le faceva stare nella pelle; le altre ‘mamme’,
invece, da un dolore e un vuoto che sembrava
essere incolmabile, da una stessa croce.
Quando si ha paura e ci percepiamo soli
(com’ero e come mi percepivo io di fronte a ciò
che mi stava accadendo) basta davvero poco per
cadere nella confusione più totale e un intervento
esterno si rende indispensabile.
Nella mia ricerca ‘inconscia’ di aiuto conobbi “il
Dono”, di cui lessi in un articolo queste parole:
“La cosa più impressionante della vita è la sua
capacità di stupirci, noi che vogliamo programmare tutto. Ed è proprio quando le cose vanno
diversamente e noi vorremmo ‘rimettere tutto a
posto’ che la vita ci stupirà di più perchè lì in un
modo che non conosciamo troveremo la nostra
felicità. Quello che è diverso da come volevamo
non è per forza più brutto: è solo diverso. E per
questo, magari, più bello.”
Leggendo queste parole mi scoppiò il cuore.
Questo era ciò di cui avevo bisogno e non lo
sapevo.
Non è che è stata una bacchetta magica ma di
sicuro è stato un punto certo da cui poter ricominciare. Non dall’oggi al domani, ma lavorando sui
miei perché e non rimanendo sola ho imparato
ad amare questo secondo bimbo, precipitoso e
inatteso, e ad amare la mia nuova ‘non programmata’ vita con lui e il resto della famiglia.
Ho avuto una gravidanza serena ed un parto
bellissimo che ancora ricordo con commozione.
Il 28 gennaio 2011, con 3 settimane di anticipo,
nacque Lucio.
Il corso professionale è sospeso e il lavoro pure,
i nonni continuano a non esserci ma abbiamo
trovato una baby sitter e quando Lucio aveva 3
mesi abbiamo traslocato e preso una casa più
grande. A volte per far quadrare i conti usiamo gli
spiccioli ma per ora ce la facciamo.
Niente è come avrei voluto ma non potrei desiderare una vita più felice di quella che ho.
Da questa mia esperienza è nata un’amicizia approfondita con un’altra mamma (che ha 4 bimbi)
e un’infermiera della tin di Arezzo e stiamo organizzando un incontro che possa essere d’aiuto alle
future e neo-mamme della nostra zona, niente di
pretenzioso, non siamo un’associazione o chissa
che, desideriamo solo poter esser una presenza
amica per condividere dubbi, difficoltà (anche
quelle di ordine pratico) ed aiutarci a diventare le
mamme dei nostri figli.
Hai bisogno di parlare
con qualcuno?
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la mia voce
nel silenzio
di Antonietta L.
Uccidere per amore.
Me lo sono detta per mesi,in lunghe notti di singhiozzi e
lacrime, in lunghi momenti di vuoto intorno,in interminabili
pensieri sul perchè io abbia abortito.
Il padre un tipo molto poco affidabile e violento
con me anche in quelle 12 settimane di gravidanza e io mi facevo film sulla vita che avrei
offerto a mio figlio.
Insomma un padre violento non lo volevo per lui
e sicuramente gli avrei fatto un affronto tenendolo contro la sua volontà motivo per cui, per
ripicca, avrebbe fatto di tutto per averlo, ma mai
avrei permesso di farmelo portare via.
Chè poi sapevo benissimo che avrei dovuto
negargli tante cose,perchè i soldi erano davvero
pochi e io invece avrei voluto dargli tutto.
E una famiglia? che facevo? Non gli davo un
padre?
Allora la decisione di non dargli la vita,l'amavo
troppo per dargli una vita tanto difficile,per dargli
una vita in cui avrei dovuto difenderlo da suo
padre,una vita in cui un padre non l'avrebbe mai
avuto,una vita di tribunali per l'affido esclusivo
e fare in modo che il padre non avesse alcun
diritto sul mio bambino.
E ancora la mamma da sola non sarebbe bastata.
A me questo non sembrava vita per un
bambino.
E cavolo, ne ero convinta: convintissima.
E dopo tutti mi dissero che avevo fatto bene,che
a un figlio bisogna dare il massimo,che effettivamente l'avrei reso triste,infelice e magari
si sarebbe vergognato di una storia tanto meschina alle spalle con l'incubo di un padre come
il suo.
Ma se avevo fatto la cosa giusta,allora,perchè ci
stavo male?Perchè piangevo incessantemente?
Perchè ho tentato il suicidio?
Perchè mi mancava da togliere il fiato?
Perchè volevo tornare indietro?
Perchè per amore non si uccide.
Per amore si ama.
In fondo non sarei stata una cattiva
mamma,avrei imparato perchè madre non ci
nasce nessuno e poi ci sta sempre l'istinto
no? Sicuramente non avrebbe avuto vestiti
firmati,ma non gli sarebbe mancato il mangiare
nel piatto.
Non avrebbe frequentato la scuola calcio ma un
pallone per giocare con gli amichetti sì.
Non sarebbe andato in una scuola privata,ma
non ci sono andata manco io e tanto ignorante
non sono.
Non avrebbe avuto un padre ma avrebbe avuto
un amore immenso dalla mamma.
Non ho ucciso per amore ma per paura.
Paura che tutto quello che avrebbe avuto non
gli sarebbe bastato e per paura che io tutte
quello cose non potessi farle. E poi sì,sarei stata in grado di proteggerlo da chiunque a costo
della mia vita perchè un capello al mio bambino
non avrei mai permesso glielo torcesse nessuno.
Ma questo cose nessuno me le ha dette,intorno
a me il silenzio.
Silenzio dalla famiglia,silenzio dai
medici,silenzio dallo psicologo,silenzio
dall'assistente sociale.
Solo una voce ho udito,quella che parlava della
scelta.
E silenzio dopo.
Mi vergognavo di avere abortito.
Mi vergognavo di essere stata codarda.
Mi vergognavo di essere rimasta incinta di uno
come il padre.
Mi vergognavo di non aver lottato per avere il
mio bambino.
Ma soprattutto avevo scelto io e mi dicevo che
avendo scelto non avevo diritto di starci male
eppure era un dolore lancinante al cuore.
Se ci penso.. non mi sembra di aver scelto perchè alternative non me ne sono state date.
Se vedono che sei indecisa ti dicono che si può
scegliere di non tenerlo.
Ma si può scegliere di uccidere il proprio figlio?
L'aborto non è una scelta è l'unica strada che si
vede quando nessuno ti dice che c'è la stradina,
che è tortuosa eh,ma insomma si può tranquillamente camminarci,che quello dell'aborto mica
è spianata.
La strada dell'aborto in realtà è piena di pesi e
ostacoli perchè percorrerla col senso di colpa
alle calcagna e quello coscienza che non sta
mai zitta non è facile,anzi e ci sta sempre ql
silenzio maledetto. E allora ti guardi indietro e ti
accorgi che mannaggia.. la stradina era meglio
ma è una strada a senso unico e indietro non si
torna.
Perchè una madre ha diritto di abbracciare suo
figlio e non di piangere la sua assenza.
Perchè l'aborto è un inganno e qualcuno deve
pure dirlo di non cascarci.
Perchè l'alternativa c'è e qualcuno deve farla
vedere.
E io chi sono per dire queste cose?
Nessuno, non sono nessuno. Ma io la mia
voce la dò lo stesso,perchè quello che ho
passato vorrei non lo passasse più nessuna
donna e in fondo sto qui per questo. La mia
strada è ancora lunga e tanta già ne ho fatta
e vorrei tanto che dietro di me non ci fosse più
nessuno e allora a chi sta lì,all'imbocco della
via, dico cosa l'aspetta e che lì,un pò nascosta
ci sta un'altra strada che sembra più difficile
ma è molto più bella perchè quello è piena di
vita.
Indesiderato.
Mi chiamo Ryan e vorrei portarvi la mia testimonianza sperando che possa servire a qualcuno per riflettere su una cosa che si dice tanto spesso riguardo l’aborto: che un figlio indesiderato è meglio non
metterlo al mondo. Sono stato adottato nel 1971.
Mia madre era stata violentata nel 1970. Nonostante la sofferenza, scelse di non abortire; mi partorì e mi lasciò in ospedale.
Sono stato adottato dopo appena 23 giorni di vita
ed i miei nuovi, stupendi genitori mi hanno portato a casa con loro ed amato come se fossi stato
figlio loro: loro mi hanno desiderato. Sono stato a
scuola, ho cercato di fare del mio meglio, ma sono
stato anche un adolescente ribelle ..gliene ho fatte vedere di tutti i colori! Perchè io amo la vita, mi
piace esserci e provare quello che la vita ha da offrirmi. Ho studiato, mi sono diplomato, e mi sono
persino laureato. Vorrei dirvi che nessuno di noi è
realmente indesiderato: il fatto stesso che siamo
concepiti vuol dire che Dio ci ha desiderati. Una
donna un giorno ha fatto una scelta grandissima,
non pensando a se stessa; così mi ha permesso
di conoscere l’amore, di amare ed essere amato
da mia moglie e dai miei quattro bambini che mi
adorano. Siamo sempre desiderati da qualcuno.
Questo è la mia voce perchè ora la voce ce
l'ho e la voglio dare a chi ancora non sa usarla
e perchè io complice del silenzio non voglio più
esserlo.
Un abbraccio forte a chi è mamma di un cucciolo da coccolare, uno a chi è mamma e non
può abbracciare il suo angelo e uno ancora più
grande a chi è mamma il cui cucciolo è ancora
nella pancina.
Un bacino ai bimbi accoccolati alle mamme, un
pensiero a tutti gli angeli in cielo e una carezza
alle pancine che il cucciolo lo tengono ancora.
Con affetto.
Eventi per le famiglie
CENTRO ESTIVO
“L’ISOLA CHE C’È”
Dove: Roma - Parco Fluviale Capoprati
Quando: 11 giugno/10 agosto e 27 agosto/14 settembre. Dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 17.00
Destinatari: bambini dai 3 ai 12 anni residenti nei Municipi II, XVII e XX
Info: Legambiente Capoprati 06.372.5470 Fax:
06.372.5470 329.204.6818
L’idea è quella di creare un LUOGO DI RIFERIMENTO per bambini e giovani dei Municipi II, XVII e XX,
con l’intento di fornire un SERVIZIO SOCIALE alle
famiglie durante tutto il lungo periodo estivo, dalla
chiusura alla riapertura delle scuole, all’interno del
quale svolgere attività diverse: sportive, artistiche,
ambientali e giochi relazionali. Le attività sono favorite
dall’ambiente naturale che ospita i ragazzi. Lo strumento comune utilizzato per comunicare e svolgere
ogni tipo di attività è il GIOCO. Le attività si susseguo-
no continuamente durante l’arco dell’intera
giornata ed offrono la possibilità alle
famiglie di “affidare” i loro ragazzi al team
di educatori ed esperti delle diverse attività proposte. Ai giovani utenti, sono offerte
valide alternative al “parcheggio davanti
alla tv o alla play station, o all’essere “sballottato” tra un parente e un amichetto e di
sperimentarsi in attività non agonistiche ma
LUDICHE (quelle sportive e di gruppo), non
didattiche ma CREATIVE (quelle artistiche
nelle forme consuete: pittura, modellazione, scrittura...); in quelle sperimentali, con
l’uso di materiali naturali e di riciclo), non
teoriche ma PRATICHE (la costruzione di
attrezzature e di oggetti per le attività collettive), di scoperta di luoghi della città (quelli
NATURALI e quelli CULTURALI) attraverso
ESPLORAZIONI e PERCORSI DIDATTICO-CREATIVI che avvengono a piedi, in
bici, in battello sul Tevere.
Al Mulino di Chiaravalle
Dove: Milano - Antico Mulino di Chiaravalle
Quando: giugno/luglio
Destinatari: bambini, ragazzi e famiglie
Info: Tel. 02-42292265 - www.
koinecoopsociale.it
Programma eventi:
Domenica 3 giugno – Laboratori per
famiglie
h 10.00 “Panificazione: Dolci Muffins”
Attraverso la preparazione dei golosi
dolcetti tramandati dalla tradizione inglese,
ne conosceremo le antiche origini nonché
sostieni il DONO onlus
CODICE FISCALE: 97405650587
le numerose varianti che possiamo trovare oggi.
Costo € 8,00 a persona, sconti per famiglie
numerose.
Domenica 10 Giugno – Evento per famiglie
h 10.00 “Il volo delle api nella valle dei monaci” da
Nocetum a Chiaravalle
A Nocetum incontro con l’apicultore Mauro Vecca
per scoprire il meraviglioso mondo delle api e il
fondamentale ruolo che hanno per l’ambiente,
pranzo al sacco, passeggiata nel Parco della
Vettabbia, dalle 15.00 al Mulino di Chiaravalle
per scoprire insieme la ricetta di dolcissime
caramelle. Evento realizzato in collaborazione con
l’associazione Nocetum. Costo per l’intero evento
€ 10,00 a persona.
Domenica 17 giugno – Laboratori per famiglie
h 15.00 “Segreti da erborista:bombe effervescenti
e decorate”
Per profumare il bagno e lasciare la pelle
vellutata, fresca e idratata, creiamo delicate e
profumate palline che frizzano a contatto con
l’acqua. Impariamo ad aromatizzarle con gocce di
oli essenziali e a decorarle con fiori essicati delle
piante dell’orto. Costo € 8,00 a persona, sconti per
famiglie numerose.
Domenica 8 Luglio – Laboratori per famiglie
h 10.00 “Panificazione: Crumble alla frutta”
Frutta matura e briciole di pasta frolla: gli
ingredienti per la gustosissima ricetta proveniente
dalla cucina anglosassone di un dolce al
cucchiaio cotto al forno. Scopriamo insieme quali
combinazioni di frutta meglio si abbinano per
soddisfare i gusti di tutti!
h 15.00 “Segreti da erborista: Lozione rinfrescante
e antizanzare”
Per difenderci dall’attacco dei fastidiosi insetti
che infestano le nostre estati, prepariamo
un’emulsione dal potere idratante e rinfrescante
che nutre e protegge la pelle, alla scoperta di
tutte le proprietà dell’olio essenziale di citronella e
geranio.
Costo € 8,00 a persona, sconti per famiglie
numerose.
Parco Miragica:
tutti gli eventi dell’ estate 2012
Dove: Molfetta (Bari) Parco divertimenti Miragica
Quando: giugno,luglio e agosto
Destinatari: bambini, ragazzi e famiglie
Info: Tel. 080 3371711 www.miragica.com info@
miragica.com
Il parco divertimenti situato a Molfetta, in provincia
di Bari, ha riaperto per la stagione estiva lo scorso
6 aprile. Miragica, la Terra dei Giganti, è un luogo
dove tutto assume proporzioni gigantesche e
dove ogni singolo visitatore può sentirsi un piccolo
pollicino sovrastato da una grande scenografia.
Oltre alle 23 attrazioni del parco, suddivise in tre
categorie (attrazioni per famiglie, per bambini
e per coraggiosi), e agli spettacoli, il parco
divertimenti offre anche una varietà di eventi
atta ad intrattenere ulteriormente i turisti. Ecco il
programma per questa estate:
2 giugno – La bandiera più lunga: nel giorno
dedicato alla Festa della Repubblica, Miragica
verrà ricoperta da un lunghissimo tricolore, mentre
come sottofondo risuonerà l’ Inno di Mameli.
Ospite d’onore della giornata sarà Nicola Piovani,
pianista, direttore d’orchestra e compositore di
colonne sonore (sue sono le musiche premio
Oscar del film la Vita è Bella).
23 giugno – Puglia in Maschera: un mitico
carnevale lungo una notte. Dalle ore 22:00
fino alle 4:00 del mattino successivo, il celebre
carnevale di Putignano e quello di Manfredonia si
uniranno in un’unica grande festa ricca di musica
e colori.
7 luglio – Motori all’italiana: un grande raduno
di Fiat Cinquecento e scooter Vespa, per gli
amanti dei motori Made in Italy. Per tutti coloro in
possesso di uno di questi storici mezzi è possibile
partecipare attivamente al raduno.
21 luglio – Notte bianca anni 80: una lunga notte,
dalle ore 22.00 alle ore 4.00, all’insegna di ciò
che ha caratterizzato gli anni ottanta. Un vero e
proprio tuffo nel passato grazie alle cover band e
alla musica propria di quel decennio.
11 agosto – Notte bianca anni 90: un decennio
caratterizzato dalla comparsa delle boyband,
dai telefilm come Beverly Hill’s e Baywatch ma
soprattutto dai miti della musica internazionale
quali Nirvana e Red Hot.
I metodi naturali
di Cristiana Facchini
I metodi naturali spesso sono
come il Carneade del capitolo 8
dei Promessi Sposi, ovvero ‘chi
era costui?’. Metodi naturali? Nel
mondo di oggi sono davvero ‘questi sconosciuti’.,spesso confinati in
universo di ‘miti e leggende’ costellati da risatine e accenni ai numerosi figli di Ogino Knaus(metodo
peraltro abbandonato da anni e
considerato universalmente ormai
obsoleto e assolutamente poco efficace).. Circolano voci che li catalogano come ‘metodi della Chiesa
Cattolica’, ignorandone la diffusione
fra coppie assolutamente eterogenee come credo religioso. Di certo
fanno fatica a comparire nei siti di
divulgazione sulla sessualità, negli
opuscoli e nei libretti vari che spesso vengono consegnati agli adolescenti.
E così spesso mi ritrovo a presentare il Billings a ragazzi ben oltre
i 30 anni che non ne hanno mai
sentito parlare oppure ne hanno un
vago ricordo archiviato nella sezione ‘fatti anacronistici’.
Ed è un vero peccato perché questi
metodi sono una proposta davvero
salutare di fronte alla contraccezione che, seppur migliorata nel corso dei decenni, presenta sempre
effetti collaterali piuttosto pesanti a
livello di salute.
Innazitutto un dato chiaro per
togliere i dubbi: i metodi naturali
hanno un’efficacia pari al 98-99%(
dati Oms e studi multicentrici ad
es. per il Billings), quindi assolutamente paragonabile al mondo della
pillola per intenderci. Chi spaccia
dati diversi o indici di Pearl(tasso
di fallibilità di dato tipo di contraccezione) vicini al 20% mente sapendo di mentire: ci sono coppie
che durante l’uso dei metodi naturali scoprono di volerlo invece un
figlio, e ‘cascano’ nel paniere delle
‘gravidanze incorse durante l’uso’.
E’ ovvio che in questo caso non è il
metodo che ha fallito, anzi!
Sono GRATUITI: nessuna insegnante viene retribuita per il suo lavoro e la coppia non deve pagare
nulla per imparare i metodi. Sono
totalmente privi di effetti collaterali
(perché non si assume nessun farmaco, mai!) e reversibili, in quanto
solo i metodi naturali consento di
essere utilizzati anche per ricercare la gravidanza in coppie con
problemi di fertilità.
Sono un utilissimo strumento di
conoscenza della fertilità femminile, consento di individuare con
grande precocità eventuali patologie (penso a casi come l’ovaio policistico o le banali infiammazioni silenti per arrivare a patologie come
l’insufficienza luteinica o le classiche piaghette al collo dell’utero).
Sono un validissimo strumento
di condivisione per la coppia, che
prende davvero nelle proprie mani
la fertilità e se la può finalmente
gestire in maniera serena, consapevole e soprattutto senza addossare
ad uno solo dei due partner l’onere
di prendere ‘precauzioni’.
Le obiezioni che mi vengono rivolte
con più frequenza sono abbastanza ovvie.
Molte ragazze mi dicono subito che
non potranno mai usarli perché non
hanno un ciclo regolare. La smentita si basa su dati scientifici: i metodi naturali sono un’osservazione di
sintomi non un calcolo statistico sui
giorni del caledario. Il metodo Billings viene insegnato con successo
in allattamento (ciclo assente per
mesi), in situazioni di stress (ciclo
‘ballerino’), in premenopausa (cicli
che prima o poi scompaiono…).
Molti storcono il naso sull’astinenza
nei periodi individuati come fertili, nel caso si voglia rinviare una
gravidanza. Questo è un aspetto
molto delicato, ogni coppia che lo
abbia sperimentato almeno per
un periodo lo sa: è una ‘fatica’ ,
certamente, che viene in qualche
moda vissuta come temporanea,
e questi periodi portano la coppia
spesso ad individuare espressioni di affettività che vanno oltre il
semplice gesto del coito.
Quindi quando gli psicologi suggeriscono ‘il metodo delle coccole’ come riscoperta di coppia
stanno mostrando quello che i
metodi naturali hanno da anni già
portato a tante coppie.
Alcune persone sono convinte
che siano difficili da apprendere:
su questo molto serenamente
posso dirvi che non è così. Ci
sono passata anche io dalla fase
di apprendimento con la mia insegnante, en sono biologa, eppure ho trovato davvero facile
imparare e registrare. In fondo
ogni donna si conosce un po’, e
si tratta solo di dare davvero un
nome a cose che già si sanno e
si vedono tutti i mesi.
I tempi di apprendimento variano
da coppia a coppia, ovviamente,
ma in genere siamo sui 4-6 mesi
con un incontro con la propria insegnate una volta al mese. Davvero poco!
C’è chi obietta che questi metodi sono adatti solo per coppie
stabili. Ahia, punto dolentissimo!
Sì, è vero, non sono adatti a persone che vivono la sessualità al
di fuori di rapporti duraturi e stabili. E qui si spalancano le porte
dell’immenso tema della sessualità, del suo uso consapevole,
adulto, maturo e responsabile
che non sta a me esplicitare ;-)
Poi ci sono le obiezioni filosofiche,
tipo ‘ma questo metodo uccide
la spontaneità di coppia’. Anche
qua che si entra nel discorso educativo, ma un appunto mi sento di
farlo. Spontaneità non è sempre
equivalente a bontà o bellezza.
Come replica la fidanzata nel finale del film ‘Mio cugino Vincenzo’: anche un rutto è spontaneo,
ma non è romantico. Riscoprire
una sessualità che aspetta il momento giusto, non consumistica,
dove la spontaneità non è mai
estranea alla razionalità…tutti aspetti che i metodi naturali, come
percorso di coppia, aiutano tantissimo a riscoprire.
Concludo con un accenno al discorso diciamo ‘ecologico’.
Credo che negli ultimi anni ci sia
stata una generale riscoperta di
medicine, cibi, stili di vita, il più
possibili naturali.
Ci siamo forse resi più consapevoli degli effetti collaterali di certe
cose e guardiamo con maggior
attenzione ciò che introduciamo
nel nostro organismo.
Sono diventati molto famosi dei
computerini che monitorizzano la
fertilità.
Ecco la proposta dei metodi
naturali come ecologici si può
senz’altro inserire in questo settore (ed essendo, oltretutto, gratuiti…..).
Mi resta solo una cosa da dire a
questo punto, ovvero, di essere
curiosi anche in questo settore, di
non fermarsi al primo consiglio del
ginecologo, di informarsi e di provare. Contattare un’insegnante
non costa nulla, nemmeno un
aperitivo!
in cucina
Semifreddo Meringhe e Fragole
Ingredienti:
- panna da montare 400gr
- meringhe 200 gr
(il concetto è che la quantità di meringhe è la
metà rispetto alla panna quindi le dosi potete
aggiustarle secondo le vostre necessità!)
- fragole
Preparazione
montate la panna e incorporate le meringhe
sbriciolate grossolanamente. Mescolate finchè
il composto risulta sufficientemente omogeneo,
ponete in uno stampo (vi consiglio una teglia di
alluminio per poterlo “sformare” più facilmente)
mettete nel congelatore per almeno tre ore
condite le fragole lavate e tagliate, con zuccherlo e limone e lasciate marinare in frigorifero. togliete dallo “stampo” il semifreddo e
versate sopra le fragole
generalmente lo preparo la mattina per la
sera.. è davvero buonissimo!
Buon appetito!!
il bucato
Di Serena Pellacani
Eccoci alla seconda puntata della nostra
“sfida” ecologica. L’argomento che tratterò
oggi è ancora il bucato, perché ci sono ulteriori accorgimenti che possiamo mettere in atto
per migliorare la qualità del nostro bucato e
dell’ambiente; sempre senza dimenticare il
portafoglio!
Vorrei partire dal semplice concetto che profumato non è sinonimo di pulito; ebbene sì,
quando sentiamo quel piacevole olezzo aprendo la nostra lavatrice, il subconscio ci comunica
immediatamente che quanto stiamo per andare
a stendere è certamente perfettamente lindo.
Niente di più falso: lo stesso effetto si otterrebbe facendo un bel bucato con acqua fresca
e l’aggiunta dei profumi che mettono dei detersivi; ma in questo caso, sarete tutte d’accordo,
non si raggiungerebbe l’obiettivo della pulizia.
Ciò che pulisce sono i tensioattivi e gli enzimi
che sono presenti praticamente in tutti i detersivi e, in alcuni casi, le componenti all’ossigeno
attivo (come il percarbonato di cui ho parlato la
volta scorsa). Il profumo non pulisce, anche se
è molto piacevole; purtroppo il marketing non
consente ai produttori di togliere il profumo dai
loro prodotti, per il semplice fatto che nessuno
li comprerebbe più; dico purtroppo perché il
profumo (di sintesi, come in questo caso) è uno
degli allergizzanti più potenti: in sostanza non
solo non serve, ma potrebbe anche farci male.
L’ammorbidente, che generalmente si usa in
modo abbastanza sconsiderato (soprattutto
da coloro che abitano nelle zone con acqua
particolarmente “dura”), ha fondamentalmente
due compiti: ammorbidire e profumare. Tutti
d’accordo sul fatto che nessuna delle due cose
serve per rendere il bucato più pulito. Lo rende
solo più piacevole al tatto e all’olfatto. Ma a che
prezzo? Le componenti dell’ammorbidente,
oltre ad essere dannose per i pesciolini, non
fanno niente bene neanche a noi; esse infatti
si fissano sui tessuti e vengono poi in parte
rilasciate sulla nostra pelle, soprattutto quando
si bagnano come nel caso degli asciugamani
o dei body dei bimbi con la pipì. Tutta roba
chimica che ci si appiccica addosso, si capisce?
Noi siamo grandi e grossi e possiamo reggere
il colpo, anche se non del tutto. Ma non la pelle
dei vostri bambini, magari neonati. Per loro è
veramente un guaio.
Ma allora che fare?
Semplice: eliminare l’ammorbidente!
Guadagno netto per la salute e per il portafoglio. E come fare per ovviare al problema
della “sofficità” alla coccolino?
Qui le cose che si possono fare sono tante,
anche se, ve lo dico subito, non otterremo
mai lo stesso risultato. Si può: se si ha l’acqua
troppo dura, aggiungere dell’aceto bianco (di
mele o vino) o meglio ancora dell’acido citrico,
nella vaschetta dell’ammorbidente; stropicciare
o “strizzare” gli asciugamani asciutti tra di loro;
come asciugamani per i bambini scegliere tra
quelli di flanella o ciniglia; per il profumo, aggiungere qualche goccia di olio essenziale,
nella profumazione che preferiamo, sempre
nella vaschetta dell’ammorbidente (ma il profumo del detersivo dovrebbe bastarci).
Altro fattore a cui dovremmo porre attenzione
è la presenza di sbiancanti ottici nei detersivi ;
si può individuarne la presenza sulla lista dei
componenti della confezione.
Questi sono sostanze di sintesi che nascondono le macchie riflettendo la luce in modo particolare e in questo modo ingannando l’occhio.
Ma la macchia rimane.
Quindi gli sbiancanti ottici non lavano, bensì
sporcano: ricoprono i tessuti, nascondono le
macchie ed entrano a contatto con la nostra
pelle e quella dei nostri bambini.
Mi duole dirvi che moltissimi detersivi, soprattutto quelli in polvere, contengono sbiancanti ottici;
quindi bisogna avere la pazienza di andare a
spulciare per bene gli scaffali del supermercato
per trovarne qualcuno che non li abbia.
Coraggio e buon bucato davvero pulito ed ecologico!
PROMUOVI LA TUA ATTIVITà
SOSTIENI IL DONO ONLUS
PROMUOVI LA TUA ATTIVITà
SOSTIENI IL DONO ONLUS
!!
Da Ricordare
EVENTI E PROMEMORIA
a ROMA c/o Centro di Accoglienza via val Trompia 136
ogni martedi
ore 17-18.30
distribuzione generi prima necessità per l’infanzia
(pannolini , latte tipo1, omogeneizzati di carne e di
frutta, corredini 0-24 mesi maschio e femmina)
tutti i giorni
raccolta alimenti a lunga conservazione: latte UHT,
pasta, riso, passata di pomodoro, zucchero, sale, olio,
tonno, legumi, biscotti secchi, ecc.
numeri utili de IL DONO onlus in Italia
per il sostegno alla maternita' e al post aborto
Roma
347 3786645 risponde Serena
Anzio
327 1250779 risponde Giuliana
Cesena
346 9610077 risponde Lucia
Piacenza
348 0338048 risponde Adele
Milano
345 6786263 risponde Silvia
Se chiamando dovessi trovare occupato ti invitiamo a lasciare un messaggio in segreteria: probabilmente è in corso un altro colloquio o per motivi di lavoro in quel momento non possiamo rispondere.
Sarai ricontattato quanto prima.
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