a cura di Paola Tubaro Fig. 1 - Il Cormôr a Mortegliano. Fig. 2 - Il Cormôr a Sant’Andrât. vano gravi danni ai paesi e alla campagna riversandosi soprattutto nella zona di Pozzuolo, Lestizza e Mortegliano, in corrispondenza del quale le cronache del 1567 e del 1729 riportano “straripamenti oltre misura”, seguiti da episodi minori, negli anni dal 1814 al 1817. Ma fra tutti, va ricordato il tremendo nubifragio del 1920, in cui si formarono violente fiumane estese in larghezza anche 200 metri, contro un’ampiezza ordinaria dell’alveo che non superava i 20-40 m. In quel frangente le acque di piena travolsero numerosi ponti, allagarono Basaldella, Zugliano, Pozzuolo, quindi Carpeneto, Santa Maria di Scalunicco e Lestizza e, seguendo varie direzioni, entro i solchi della pianura, raggiunsero in breve Talmassons, Mortegliano, e più a valle Sant’Andrât e Flumignano, prima di oltreppassare Paradiso e Pocenia per dirigersi verso Palazzolo e qui Scheda n° 3. 1. 9 Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli Le acque superficiali dell’alta pianura: il Cormôr Come il Corno, il Cormôr è un corso d’acqua pedemorenico, originato dalle antiche correnti di fusione del ghiacciaio che aveva la fronte nella zona collinare sopra Udine. Il suo solco, in epoca glaciale, proababilmente era ripartito in più rami che, scendevano nel settore centro occidentale dell’alta pianura, smorzando gradatamente la loro potenza, fino a scomparire all’imbocco con la zona delle risorgive. Secondo alcuni autori, questi due torrenti rappresentano una via di mezzo fra i fiumi di origine alpina e prealpina, Tagliamento, Torre e Natisone, e i corsi effimeri, lavie, che si originano alle pendici delle stesse colline moreniche. Il Cormôr nasce nei pressi di Urbignacco, a poca distanza dal Corno. Entro la prima cerchia morenica riceve il Soima, che da molti viene considerato il suo ramo principale e che apporta una notevole quantità d’acqua, proveniente dalle colline sopra Tarcento. Dopo aver aggirato i rilievi morenici, con un percorso di 13 Km, sbocca nella pianura in prossimità di Leonacco, ma già dopo 7 Km il suo alveo è pressoché asciutto, tranne che in periodo di piogge intense. Al riguardo, in un opuscolo del 1899, l’autore, Collini, così descrive il torrente: “I tanti stessi regionali non lo conoscono altrimenti che pel burlesco nomignolo di corre e muore (da cui Cormôr) perché di fatti quest’è la sua vicenda”. In prossimità di Udine riceve il tributo del Canale Ledra e tra Zugliano e Pozzuolo quello della Roggia di Udine. Fino a monte di Pozzuolo il solco è profondamente inciso nel terreno e fiancheggiato da terrazzi, dopodichè corre quasi a livello della pianura e disegna, per un breve tratto, ampi meandri, prima di essere costretto entro una continua arginatura che un tempo lo seguiva fino alla zona di risorgiva posta fra Sant’Andrât e Castions di Strada, dove il suo corso naturale si perdeva nella bassure di Paradiso. Il Lorenzi lo considerava affluente dello Stella poiché, secondo lui, le acque, sparse sulle paludi di Mortegliano venivano raccolte in gran parte dalla Velicogna, affluente dello Stella. Ora le sue acque vengono convogliate, entro canali artificiali, alla Roggia Revonchio che, a sud, prosegue nella Muzzanella, fino a giungere al mare. Il suo percorso nella zona delle risorgive, seppure incanalato e costretto entro alte arginature, confina con qualche lembo di territorio salvaguardato per la sua suggestione paesaggistica: è il caso della palude Moretto e del bosco Boscat, a Castions di Strada. Un duplice e contrastante aspetto connota questo, come gli altri fiumi pedemorenici: una usuale scarsezza d’acqua, per l’elevato assorbimento dei terreni ghiaiosi dell’alta e media pianura, e un avvicendarsi di piene catastrofiche, in concomitanza con periodi di piogge lunghe ed intense. In passato, le piene rovinose del Cormôr causa- Geografia Le acque superficiali dell’alta pianura: il Cormôr Geografia Le acque superficiali dell’alta pianura: il Cormôr Fig. 3 - Canalizzazione del Cormôr operata dal Consorzio Bonifica Bassa Friulana. riunirsi allo Stella. Al contrario, non si possono dimenticare i lunghi periodi siccitosi, che nei secoli scorsi portavano carestia, peste e mortalità di bovini su tutta la fascia dell’alta-media pianura, già per sua costituzione arida e magra. Per arginare i danni, il Comune di Mortegliano, nel 1543, realizzò i lavori di canalizzazione della roggia di Pozzuolo che, garantendo un apporto d’acqua costante, permise l’irrigazione dei campi, così come le successive opere di sistemazione idrica portate a termine nei secoli seguenti. Rimaneva il problema di contrastare le esondazioni a valle della Stradalta, dove il Cormôr, senza un alveo ben preciso su cui scorrere, svaniva in mille rivoli sul piano e, in caso di piene allagava la zona di Paradiso. Tra il 1680 e il 1690 furono perciò erette le prime arginature a difesa del territorio, dopodichè dovevano passare circa 300 anni prima che il Consorzio Bonifica della Bassa Friulana presentasse un progetto per unire il tracciato del Cormôr al corso del Revonchio e quindi far proseguire l’alveo fino alla laguna. Fig. 4 - Chiusa sul Cormôr a Paradiso. Bibliografia Per ricercare e approfondire • G. Collini, Il torrente Cormôr, Udine, 1899 • A. Comel, Monografia sui terreni della pianura friulana, Estratto dal Vol. VI dei nuovi Annali dell’Ist ChimicoAgrario Sper. di Gorizia, 1956 • Lorenzi, Intorno alla caratteristica idrografica della pianura pedemorenica del Friuli, Rivista Geografica Italiana A. XVI. Fasc. III, Firenze, 1909 • Il Torrente Cormôr e il suo tributario Soima attraversano aree pianeggianti inframezzate alle colline moreniche. Queste zone tendono all’impaludamento per la presenza di una notevole quantità di materiale argilloso, da cui un tempo si ricavavano laterizi. Per questo motivo le fornaci qui erano abbondanti. Conduci una ricerca, inquadrando il periodo storico in cui era fiorente questo tipo di attività e spiegando come avveniva la lavorazione dell’argilla. Scheda n° 3. 1. 9 Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli