Questi racconti … sono già stati pubblicati, in internet, con il titolo, appunto di Ciottoli di Ruscello.PDF. Canu Gualtiero Giovanni Ciottoli di Ruscello Titoli dei racconti Questi racconti .................................................................................. 1 Abitudini. ............................................................................................ 3 Ad Ovest della stagione. ................................................................... 6 Al di là ... di qua. ................................................................................ 8 Alterchi familiari. ............................................................................. 10 Blackout! .......................................................................................... 12 Boschi, giardini, … deserti! ............................................................ 15 Dopo cena, … per digerire … facciamo due passi, con l’armatura? ....................................................................................... 18 Due etti d'affettato di ... lingua! ...................................................... 21 Il calamaio e la penna...................................................................... 24 Il cowboy. ......................................................................................... 27 Il mantello e la spada. ..................................................................... 29 Il mare ... ........................................................................................... 31 Incontri foranei................................................................................. 34 Influenze ... ....................................................................................... 37 La fuga. ............................................................................................. 41 La macchina ed io. .......................................................................... 45 La sedia vuota.................................................................................. 47 Mobbing............................................................................................ 50 Percorsi di guerra. ........................................................................... 53 Pigmentazioni. ................................................................................. 56 Riflessi ... rossi. ............................................................................... 58 Roby: Omega 10. ............................................................................. 62 The blue stone. ................................................................................ 65 The blue stone 2. ............................................................................. 67 The blue stone 3. ............................................................................. 70 The blue stone file. .......................................................................... 73 Walther Walker................................................................................. 77 L'autore, biografia essenziale.............................................................. 79 Abitudini. "Non ti ho fatto attendere molto?" "No, il tuo solito ..." ironizzò, senza troppa convinzione, e neppure eccessivo entusiasmo. "Iniziamo?" "Sarebbe … il caso …" Aprì velocemente il registro, verificò il lavoro fino a quel momento svolto: doveva recuperare il suo ritardo, così cronico, da non essere, più nemmeno percepito come una sua caratteristica, ma, un qualcosa di ambientale, di naturale. "Lo so, non ho scusanti ..." "Non farlo … allora." "... riuscirò, mai, ad essere puntuale?" "Non saresti più … tu …" "Eppure, me lo sono riproposta … così tante volte" "Considera questo, fra le tante cose, che puoi prendere in considerazione, siamo ad un mese, dall’inizio, così come previsto dal calendario, della primavera … beh, come vedi, non è ancora arrivata! E, stiamo parlando della primavera!" "Magari, non è, proprio, la stessa cosa." "Sono più le persone che dipendono da quest’evento, che quelle che dipendono, anche solo metaforicamente, dalla tua puntualità; chi ne risente, se arrivi in ritardo?" "Se … escludiamo te!" "Se escludi me, aumenti il tuo ritardo visto che ti freno un po’, se non altro …" "Vero, e, mi dispiace, veramente, davvero!" "... Tu sei capace di arrivare ... il giorno dopo!" "Su, non esagerare!" "Non l’ho fatto …" "Capito! … Iniziamo la verifica dei parametri." Per le successive ore, le parole non sarebbero servite, se non poche, laconiche, tutte tese ai pochi chiarimenti resi necessari dalle pratiche che si andavano svolgendo. "Tutto questo?" "Sai … il lavoro si accumula ..." "Finirò a mezzanotte!" "No ... se non perdi tempo ..." Il tempo, perché si divertiva a farla sentire, in ritardo, sempre comunque, dovunque? Come la settimana precedente, ad esempio; aveva saputo che un suo parente era stato ricoverato in ospedale, poca roba, ringraziando Iddio, ed aveva promesso a suo figlio, che sarebbe passata a trovarlo, compatibilmente con i propri impegni. Quando, finalmente, riuscì, come si dice in questi casi, a fare un salto, in ospedale, scoprì che era stato dimesso da due giorni! Trafelata, perplessa, confusa … non ebbe, anche, l’infelice idea di ribattere, alla notizia di dimissione, che l’infermiera gli dava con fair play professionale, con il suo fare abitudinale, con quel rispondere istintivo, nativo, del momento. "Non vedete l’ora di buttarli fuori … eh?" Quella, invece, sicuramente abituata ad avere a che fare con un’umanità varia e multiforme, non mostrò, esteriormente, particolari segni d’offesa, quindi, si aggiustò gli occhiali sul viso, come a voler aggiustare un’immagine sfuocata, e chiuse, così, la loro fugace discussione. "Sicuramente, lei, non stava parlando dei nostri pazienti, ma di qualche cos’altro, forse, vado con la fantasia, visto che non la conosco … alludeva ai sacchetti d’immondizia che giacciono, dimenticati, nel terrazzino di casa sua, nel terrore totale di chi è costretto a dividere lo spazio con lei" "Io, sono, solo, passata, a trovare un mio parente." "Sicuramente, saprà che non abita qui … vada a trovarlo a casa sua, magari, gli farà piacere … chi può dirlo?" Prendere a testate il muro che noi stessi ergiamo, non serve poi, a molto, vero? "Sì, ha ragione e, mi scusi, in realtà, ce l’avevo con me stessa, sono sempre in ritardo!" "È sempre in tempo per migliorare … ora, mi scusi, anche lei, per poc'anzi, devo proprio andare … tante cose belle! …" "Anche a lei ..." Ad Ovest della stagione. "… Desidera?, …" "Sei panini, e … una di queste, una … pasta dura …" Gli piaceva il sapore del pane che sentiva in quel locale, e nelle immediate adiacenze … fresco come sinonimo di caldo … e, per quanto non fosse uno, amante delle cose del passato, l’antico panificio del borgo era una presenza dei tempi andati che non gli dava alcun fastidio, anzi, non lo sentiva, neppure superato, come invece era avvenuto per tante altre cose … "Ecco … Ecco a lei …" "Grazie … e … Buona Pasqua! …" "Grazie, anche a lei … e grazie, ancora ..." Uscendo dal negozio, infilò la mano nella busta e portò via un pezzo del prezioso alimento … si guardò attorno: tutti presi dalle proprie faccende, da ciò che dovevano portare a termine, nessuno faceva caso a quel ragazzone ultraquarantenne, che consumava un pasto, seppure modesto, lungo la via … in mezzo alla strada … come fosse un bambino … Tanto, era il suo appetito che, avrebbe consumato l’intero panino, ma si trattenne, pago di averlo assaggiato. Con il dorso della mano si pulì la bocca, anche questo un gesto non propriamente … maturo … da adulti … da grandi … Procedette con un passo altalenante, verso l’edicola del paese, un luogo che, fin dalla sua adolescenza, rivestiva un ruolo importante, per lo svago, la cultura, l’informazione … Doveva acquistare il mensile d’informatica, quello che trattava gli argomenti con facilità, adatto quindi anche a lui, non troppo addentro alla materia. Ultimamente, lo aveva incuriosito la novità degli ebooks, ossia i libri elettronici, beninteso, nel loro possibile utilizzo, nella loro utilità, ferme restando le sue lacune in relazione al software ed all’hardware, ai programmi quindi ed alle parti meccaniche. Pensava, alla dimensione, in cui era nato e vissuto, del libro, di questo grande strumento, e gli sembrava di vedere i colori del tramonto di quella stagione … "Oh, eccoci qua … nella mia edicola preferita …" "Bella prova … c’è solo questa in paese …" "Questo è un dettaglio … ti dispiace se do un’occhiata in giro? …" "Accomodati, prego …" "Sto cercando qualcosa … questo, l’ho già preso … questo è troppo complicato per me … oh, forse questo … tutto sull’ebook …" "Ebook … link … Ram … bit … basic … Dio, come rimpiango la mia infanzia, in campagna …" "Eh, sì … è un universo a parte, io mi trovo un po’ disorientato, se non fosse per queste riviste, non ne saprei proprio niente … certo che questo libro elettronico, per chi come me è abituato al vecchio e caro testo cartaceo …" "Eh … non lo sostituirà, comunque … come si farebbe altrimenti? …" "Eppure, è come una sensazione … probabilmente mi sbaglio … certo un testo che ti trasporta in un altro, come ho letto, che scorri facilmente, e chissà che cos’altro si potrà fare in futuro…" "… Le lampadine elettriche, pur con la loro importanza, hanno forse diminuito quella del sole? …" "Curioso, questo paragone … ci voglio pensare su … prendo questa rivista … chissà che non mi chiarisca le idee …" Al di là ... di qua. D’istinto, come prima reazione, ebbe quella di passare dritto, pur sapendo che quelle persone non volevano, realmente, niente, da lui; niente che potesse rientrare tra le cose che gli potevano venir sottratte, in un modo oppure in un altro. Ma, seppure fosse di fretta, qualcosa lo frenò, lo fece rallentare, gli fece arrestare il passo. "Le posso lasciare questo?" "Sono in ritardo … ma, sì ... me lo lasci …" Aveva riconosciuto la grafica dell’opuscolo, e quindi, anche ciò di cui si trattava; lo sfogliò, continuando ad allungare il passo, più per allontanarsi dal punto in cui si era fermato, che per l’effettiva necessità di arrivare puntuale. Fra le innumerevoli domande che si era posto, nel corso della propria vita, non ultima vi era quella del perché fosse necessario identificarsi, partendo da una medesima, o quanto meno analoga base, per opposizione agli altrui atteggiamenti in una determinata materia, che per un'effettiva, ed eventualmente omologa, capacità costruttiva. Ciò, lo lasciava interdetto, poiché in questo modo, ognuno si proponeva per ciò che lo differenziava dagli altri, come se la propria ragione d’essere fosse questa, e non invece altrove. La sua benevola predisposizione verso l’arte gli permetteva di apprezzare i pregevoli disegni che erano stati inseriti in quasi tutte le pagine, ed in qualcuna, con maggiore generosità, quasi fosse stato compreso che anche il tratto grafico era una forma di scrittura, ancorché richiedesse all’interlocutore, al lettore, una conoscenza che non poteva essere trasmessa dagli altri, dai propri simili, vertendo la stessa nel campo animistico, nella dimensione dell’anima, in quel quid che caratterizza, generalmente, ma, ancor più specificamente, ogni singolo individuo, ogni singola anima. Nel passato, si era fermato, con altri del medesimo gruppo, a discutere di religione, per la sua propensione alla discussione intorno alle cose. Ed aveva così scoperto che ciò di cui parlava lui era un credo, una fede, un pensiero intimamente ed individualmente formatosi, mentre ciò di cui discutevano questi erano le altrui opinioni, gli altrui credi, le altrui fedi, ed il cui insieme prendeva il nome, appunto, di religione. Beninteso, non che egli si fosse formato prendendo come base se stesso, al contrario, la base da cui partivano era la medesima, Il Cristo … solo che lui, al fine di comprenderla in una forma che non risentisse di appesantimenti materici, l’aveva portata dentro di sé, lasciando che fosse il tempo, non già quello relativo, a dargli le risposte di cui la sua anima aveva bisogno, consapevole, appunto, della transitorietà di ognuno, nel tempo in cui nasce, nella realtà in cui vive … Leggendo ... il materiale fornitogli, non poteva non prendere atto delle pesanti àncore di quella che secondo gli autori del testo doveva essere una nave che serviva a portate i pellegrini, dalla terra del No a quella del Sì, per voler sintetizzare pittorescamente il tentativo letterario. Come anch’egli sapeva, scrivere, non era proprio una passeggiata, e camminare sulle acque, ossia levitare al di sopra dei costrutti umani che trattavano della profondità dell'anima, senza finire per annegarvi … beh … nemmeno questa, era, proprio una passeggiata, a meno che non si avesse una grande fede ... interiore, una fede che nascesse nell'eternità, anziché nella terra ... che nascesse ove non vi è la materia, ove non vi è la violenza, ove non vi è la menzogna ... ove un giorno, forse, vi saremo anche noi ... se abbiamo cominciato ad esservi sin da adesso, sin d'ora ... sin da qua! Alterchi familiari. Affermare che in quel momento aveva il volto cupo, ombroso, irato, era come effettuare una minimizzazione della realtà. Aveva sbattuto con forza il telefono, e, per la verità, se avesse seguito, sempre il suo istinto, non sarebbe stata l’unica volta in cui lo avrebbe fatto. Vi era, però, un limite ad ogni cosa, e quello della sua pazienza, era stato oltremodo superato. Avrebbe tanto desiderato una maggiore tranquillità, invece di quella ininterrotta serie di arrabbiature, la cui origine si perdeva, se non proprio nella notte dei tempi, almeno in quella, più personale, dei suoi tempi migliori. Quell’ipocrita modo di fare le cose lo mandava in bestia, e gli faceva desiderare di chiudere le porte della sua esistenza al mondo esterno, per rintanarsi, come un animale ferito, nell’antro dorato della sua solitudine. Con il passare dei minuti, pian piano la frustrazione aveva ceduto il passo ad una condizione di calma artificiale, impostagli dalla sua natura più autentica, rimanendo, solo, la percezione acida di un mnemonico rigurgito. Era il viso che tradiva l’assenza di serenità: si girò su se stesso, avvicinandosi all’impianto telefonico per reinserirvi la spina. Si diresse, quindi, verso la sua camera da letto, per cambiarsi i vestiti: si infilò un jeans, una felpa, e le scarpe da ginnastica … il suo abbigliamento preferito, semplice, spontaneo, adatto alla bisogna. In quel momento aveva bisogno di muoversi, di scaricare quella rabbia residua. Chiuse la porta, mentre il trillare del suo apparecchio domestico, sembrava volerlo riportare all’interno della casa. Si incamminò, sapendo che gli sarebbero stati necessari diversi chilometri di strada, per smaltire la tensione. Vi erano delle volte che avrebbe mandato la famiglia a quel paese, per l’egoismo e l’insensibilità che taluni componenti mostravano, senza tanti complimenti. Ma, era tanto facile, quanto inutile, e la considerazione cristiana degli altri, che consisteva nel vederli come fratelli, faceva ben comprendere che in tempi molto brevi, "quel paese" sarebbe, facilmente, divenuto… qualcosa di più vasto, enorme, pazzesco … la più grande metropoli del mondo! E, a lui non piacevano le grandi città, preferiva le realtà più piccole, i piccoli centri, dimensioni queste, nelle quali si sentiva più intimamente collegato, meno prigioniero del prossimo, dell’arroganza, della prepotenza, dell’egoismo di cui ognuno può essere latore, solo che taluni lo riversano senza pietà su quanti si vengono a trovare sul loro cammino, senza considerare alcunché, come animali che defecano ed urinano lì dove si trovano, senza ritegno alcuno. "… Io devo vivere la mia vita … come voglio io!" Aveva urlato suo fratello. "… Ti è giunta … laggiù, nei confini sterminati del tuo egoismo, la notizia che la stessa cosa vale anche per gli altri? …" E, giù la cornetta! Non aveva senso, monologare … in due! Blackout! Le dita gli facevano male: per mesi interi non si era esercitato con il proprio strumento musicale, la chitarra, e come ben sapeva, senza esercizio non vi poteva essere alcun risultato … nemmeno il mantenimento dei risultati già ottenuti! Doveva, però, riprendere, nonostante le tante cose che lo distoglievano da quella sua passione, a suonare e non solo a strimpellare come stava facendo in quel momento: con la musica riusciva a raggiungere una condizione di appagamento interiore che, altrimenti, non poteva avere. Di lì a poco si sarebbero uniti al suo "concertino" in tono minore, altri due musicisti in erba; il suo amico Anastasio e suo cugino Andrea, e sperava, conoscendo quest’ultimo, che non si fosse parlato di politica, di tutto aveva bisogno meno che di quello! Udì squillare il campanello, alla porta d’ingresso dell’abitazione, eppure mancava ancora mezz’ora al loro appuntamento, anche se, uno dei due era famoso per arrivare con … largo anticipo (largo, come il suo girovita, ... e la sua comprensione!). Trafelato, il corpulento Anastasio lo raggiunse. "… Ohi, non ce la facevo più ad aspettare, com’è andata, l’hai superata la prova, sei riuscito a dimostrare il tuo talento, le tue capacità? … Ahiò, dimmi … su … come … ohi, mi siedo, un attimo, per riprendere il fiato … allora?" Smise di "arpeggiare", come ironicamente chiamavano il suo modo di pizzicare le corde dello strumento, di farle vibrare. "… Un blackout completo, non mi riconoscevo nemmeno io, non mi sono più esercitato, succede sempre così, ed ho fatto la figura del pallone gonfiato, dell’illuso, del montato … se ci penso!" "Non fare così, tu hai delle potenzialità …" "Sì, se mi esercito tutti i giorni, più volte al giorno, senza smettere, magari facendomi a pezzi, suonando anche quando avrei voglia di fare qualcos’altro, ho fatto la figura dell’imbranato … anzi, peggio, sono stato uno sbranato!" "Ci sarà un’altra occasione … e, Andrea?" "No, non è ancora venuto, …" "Allora, approfittiamone adesso, per suonare, tanto, poi, ti fa la testa così, con la politica, che pezzo stavi eseguendo?" "Guarda, gli accordi sono lì … sono contento che tu sia venuto in anticipo, hai ragione, Andrea avrà sicuramente qualche argomento di attualità che metterà davanti a tutto … anche alla musica, che pure gli piace!" "Forza, allora … diamoci da fare … fintanto che è possibile …" Mezz’ora può durare a lungo o può durare poco, dipende da come la si passa: quando la si passa … piacevolmente, … vola! "Salve, ragazzi, mentre voi vi divertite, lo sapete che cosa succede a due passi da noi?…" "… Che arriva tuo cugino e ti rompe le scatole!" "Scherza … scherza, lo sai che la comunità europea a detto di sì al rientro dei Savoia? …" "… E, chi se ne frega!" "Come … chi se ne frega?, Quelli credono di essere dappiù degli altri … quelli sono illusi di essere superiori …" "Andrea …" "Sì?, …" "Anch’io mi credevo … superiore, quando ho dato il saggio, stamani,ed ho fatto una figura che non ti dico! … neanche un bambino strimpella così, bell’artista! … Ora, se voglio essere superiore a me stesso, per me è questa l’unica vera superiorità possibile, devo lavorare …. esercitarmi, confrontarmi … quindi, per cortesia, lascia la politica fuori dalla porta e … suona!, Magari uno strumento e non solo il campanello di casa!" "Ma, come faccio? Mi vibra tutta la persona, è per colpa loro se …" "Andrea, non è questa la sede … né il momento …" "E, sia … ma la cosa non finisce qui!" "Ecco bravo, falla finire altrove … qui si suona e basta … così mi dimentico della figuraccia che ho fatto oggi, da mettersi le mani in testa, io suono qui, io suono là … io questo, io quello … e, poi … il tonfo!… per mancanza d’esercitazione ma, come glielo spieghi agli altri?" "Non glielo spieghi, … l'arte si dimostra attraverso se stessa, e non i giri di parole, così, ti alleni e glielo dimostri, con i fatti … ahiò! …" "Ha ragione Anastasio … Ahiò! … muoviamoci!" "Sì … ma, la Repubblica …" "Lasciala dov’è, la Repubblica … che tanto non la tocca nessuno!" Boschi, giardini, … deserti! Incontrare talune persone è un po’ come allontanarsi dalla propria dimora: … una sete d’infinito che, il nostro, da solo, non può soddisfare. Era così diverso quel pensiero dal proprio, seppure non antitetico, che stentava a seguirlo, eppure, claudicante, tentava di muovere i primi passi, in quel suolo così diverso. "Se non ci credi tu, per primo, in te stesso, come puoi pretendere che riescano a farlo gli altri, devi essere più positivo, più determinato …" "Ed in una certa qual misura lo sono, solo, mi accorgo, nella mia continua introspezione, che, per la verità, attendo il verificarsi di talune cose, che io ritengo necessarie, dentro di me, e che, come dire, sembrano non volersi mai verificare, non voler mai succedere …" "Invece devi smettere di attendere, e fare! Gli altri lo devono vedere, non sono te, non sanno ciò che tu sai o pensi di sapere, ma, se riesci a farglielo vedere, ne devono prendere atto, quindi devi fare, non aspettare, non si sa bene che cosa!" Ascoltare quei discorsi, almeno in teoria più lineari e semplici dei propri, lo portava, comunque, fuori, dalla selva ombrosa dei propri convincimenti, di tutto ciò che era cresciuto, talvolta turbinosamente, e si era avvolto in se stesso, nel percorso della sua vita. Per la verità, un po’ si sentiva spaesato, non era abituato a quel terreno così piatto, a quella facilità di camminamento, a tutta quell’abbagliante luminosità, magari resa tale dal suo lungo eremitaggio, eppure, non desiderava voltarsi indietro, come un bimbo a cui era stata sottratta una materna presenza, un’ancestrale culla, un luogo, seppure importante, nel quale, non diversamente dal ventre materno, non poteva continuare a rimanere, se voleva prendere parte alla vita! Lo spaventava un po’, e magari non solo un po’, quella logica elementare, mentre per il suo interlocutore sembrava una semplice condizione personale d’ordine mentale, un modo d’essere; quella risoluzione, quella determinatezza, quell’immediatezza, non poteva allontanare il pensiero che si potesse fare del male, inconsciamente, inconsapevolmente, inavvertitamente. Lo assaliva il dubbio che si potesse distruggere anziché costruire, senza una naturale decantazione … dei propositi, senza prima fermarsi a… valutare, anche solo interiormente, vista la differente valutazione delle cose che facevano le persone … "Stai, forse, facendo del male a qualcuno, stai forse rubando od uccidendo?, No! … Stai, solo, muovendo i tuoi passi nel mondo, ne fai parte, come tutti, e quindi è giusto che tu dica la tua, Tu devi avere il tuo giardino, il tuo angolo di mondo, eh, mondo boia!" "Certo sono considerazioni che voglio fare, non nego, però, che tutto questo determinismo mi spaventa …" "Insisti con quella fissazione del fatalismo?, ... Ma vedi di piantarla!" "È un dato di fatto … esiste, per talune persone è più importante credere …" "È, senza nulla togliere alla fede, anche più comodo …" "C’è il rischio di passare da una condizione negativa,ad una ancora peggiore, …" "Questo potrebbe essere vero, se tu non avessi, già, degli ideali, una base, ma, poiché così non è, smettila di rimanere nella stessa situazione di quando hai iniziato, rendi vano tutto quello che hai fatto …" "È … che mi fa paura il deserto … la mancanza di tutte quelle piante alla cui ombra ho trovato ristoro, …" "Ma, tutto ideali … e niente realtà dove porta?" "Non porta, se si fa eccezione per se stessi … che non è, poi, una grande consolazione …" "Allora, esci dal tuo bosco, fatti il tuo giardino, in mezzo alla gente, e non aver paura del deserto, quello esiste nella misura in cui lo si vuole far esistere, un po’ come la tua boscaglia, bella folta, rigogliosa, ma chi ci vive,dentro?, Tu solo?, Uhhh, che bel deserto! … Devi darti più credito, se fossi vuoto dentro, crederesti in un deserto, ma, poiché così non è … devi credere di più in te stesso, solo così riuscirai a dare il tuo contributo nel mondo … nella società, ed un po’ anche a te medesimo!" "È un discorso che continua a farmi un po’ di paura, ma, riconosco che vi è un fondo di verità, certo che tu, Antonio, sei proprio incredibile, hai fatto la stessa cosa lo scorso anno, parlando parlando mi hai convinto a riprendere l’attività fisica, lo sport, dopo anni di vita sedentaria, e per dirla tutta quanta … ne ho tratto un grandissimo giovamento, veramente …" "È per il fatto che sei stato positivo, che hai fatto, che hai creduto, il resto è venuto come conseguenza, … non devi abbatterti quando non riesci e devi andare avanti, né deserti né selve, ma giardini …" "Me le voglio ricordare queste parole, le considero importanti, speriamo, solo, che … il mio bosco, crescendo, com’è nella sua natura, non si riprenda il suo spazio, …" "… Il tuo spazio!" Dopo cena, … per digerire … facciamo due passi, con l’armatura? Aveva sbattuto la porta con violenza, con rabbia, con disprezzo, lasciando il giovane sbigottito, senza parole, con lo sguardo sgranato, e il cuore che gli batteva forte, mentre, tutto avvolto da quell’atto d’indifferenza, di prepotenza, di egoismo gratuito, percepiva appena gli strattoni che la sua amica esercitava, tirandolo per il braccio, nell’invitarlo a seguirla, ad andar via di lì, da quel posto, da quella situazione, da quel … "Eh?, ... e dove vuoi andare?, nella sede del partito? Ma ti rendi conto che noi stiamo lottando, anche, per … delle bestie come questo qui, che crede che il suo titolo di proprietario gli consenta di mettersi sotto i piedi gli altri … ti rendi conto? …" "Ora, non è il momento, sei troppo arrabbiato, per ragionare, obiettivamente …" "Obiettivamente?, Ma, mi stai prendendo in giro?, O che cosa, ? Questo … maiale … che usa il suo diritto di proprietà, frutto dell’impegno di tante persone che hanno lottato per garantirglielo, e che lottano per tutelarglielo, lui lo usa in danno agli altri proprietari e non, residenti … di coloro che gli stanno intorno e che evidentemente vede come un fastidio, o per meglio dire, non vede proprio, non esistono per lui, tutto preso da se stesso, hai sentito che cosa mi ha detto? … Che lui in casa sua fa quello che vuole e chi non è d’accordo, gli faccia pure causa, se può permetterselo finanziariamente. Hai capito, per chi stiamo lottando noi? Uno del popolo … della società, che, per il fatto di avere qualche soldo in più, (probabilmente in più di quanto meriterebbe) … si mette sotto i piedi gli altri, e, senza ritegno elimina acqua sporca ed aria viziata così, come meglio gli viene, l’una la butta nel terrazzino, anziché buttarla nel WC, l’altra la elimina con l’ausilio di apparecchi elettrici, senza incanalarla, senza filtrarla … costringendo gli altri a tapparsi in casa, o a vivere immersi nella sua fogna! … Tanto gli studenti ed i disoccupati non hanno diritti, devono subire in silenzio! …" "Telefoniamo ai vigili urbani, …" "L’ho fatto! … Lo sai che cosa mi hanno risposto quelli?, Che, poiché il tutto avveniva all’interno del condominio, lo dovevo dire all’amministratore, come, se, qui, nel condominio, esistesse una sorta di extraterritorialità del diritto, delle leggi urbane, del rispetto delle persone, delle cose, delle norme, dei diritti …" "Ti sei ripetuto, ma, gli altri … che cosa dicono? …" "Gli altri, chi?, ... Quando le persone si comportano come costoro … come questi … Signori! … Non si possono, nemmeno più chiamare persone … ma, complici … in tutta questa faccenda! …" "E, all’amministratore, glielo hai detto? …" "Fino alla nausea! … E, non per il gusto di farlo, ma, perché evidentemente, il problema continua ad esistere, nonostante il vento … e l’umana capacità di resistere … e, pensare che è pure laureato in giurisprudenza, c’è da chiedersi a che cosa gli serva la laurea, se non gli interessa che le leggi siano rispettate …" "Dài, calmati … non sei in te, dalla rabbia …" "Finiscila tu … non ci vado in sede, altrimenti vomito … per chi lottiamo?, ... Per queste bestie? …" "Cerca di calmarti, dovresti vederti …" "Gesù, avrò la pressione a tremila! …" "Se riprendi a scherzare … è buon segno …" "Senti! …" "Perfettamente, da entrambe le orecchie … quindi, se vuoi smetterla di urlare …" "Scusa, tu non c’entri … è, solo che, se penso che stiamo lottando politicamente … per queste … merde umane …" "Il linguaggio, non è … il tuo bel solito modo di esprimerti …" "Scusami, è che questi escrementi …" "Ancora, …" "OK, ... ok … chiedo scusa, ancora una volta, ma, la cosa non finisce qui, altrimenti, a che cosa ho studiato a fare … per farmi schiacciare dai peggiori?, No, davvero, voglio mettere giù due righe al computer, voglio far sapere a tutti che ci sono persone che vivono nella società pensando di non dover rispettare … i soci, gli altri, il prossimo … convinti, per il fatto di possedere qualche proprietà, e, magari per il fatto di avere un conto in banca che non debbano più rispettare niente e nessuno … i diritti della persona sono i primi diritti gli altri vengono dopo, senza nulla togliergli … si può discutere su tutto ma non su questo, ne faccio una questione particolare, personale, di principio, di …" "… Di' … quello che vuoi … ma, dopo cena …" "Come, dopo cena, e, adesso, che cosa centra la cena, non ho fame, me l’ha fatta passare questo … ma, come può venirti voglia di mangiare proprio adesso? …" "Lascia la tua tendenza a metterti l’armatura e a partire per la guerra, a più tardi, dopo cena … ci aspettano … lo hai dimenticato? …" "Oh, hai ragione, scusami, mi era proprio passato di mente, cosa vuoi … con quello che è accaduto?, ... per colpa di quell’assassino di urbanità, di civiltà, di rispetto …" "Rilassati, si lavora meglio rilassati … se vuoi metterti al computer e fare qualcosa di utile, devi rilassarti … o, digiterai solo tanti … baubau …" "E … sia! … Ma, una cosa leggera, una pizza con mozzarellina e pomodoro, a stomaco leggero, si combatte meglio …" "Meno male che ti sei calmato … (Dio, … come sei brutto quando ti arrabbi ...)" Due etti d'affettato di ... lingua! "No, non quello, che ha un colore che non mi piace, l'altro prosciutto, sì, quello!" "Costa di più, Signora ..." "Embé?, Mica devi pagarlo tu ..." Poi, rivolta all'amica che si trovava al suo fianco. "... Ma, lo sai che gli hanno chiamato per l'ennesima volta l'ambulanza, ciuco, guarda, ciuco! ..." Non faceva nomi: per le chiacchiere di quartiere, le più attuali, non occorrevano. "Un etto e venti, un etto e venticinque ... signora ..." "Fai un etto e mezzo, anzi, fai due ... (oggi ho appetito!), ti dicevo, Marì ... cotto, stracotto, una ricotta, insomma!" "Eh, esagerata ..." "Esagerata?, ma, pensa che puzzava talmente di alcool che persino l'ambulanza andava a zigzag ... con il fiato stordiva anche l'autista!" "Oh, e finiscila, quanto sei chiacchierona ... capita a tutti una disavventura!" "Una al giorno?, Oppure un giorno sì ed uno no?" "Ohi! ... quanto sei linguacciuta!" "Altro, ... signora?" "Sì, due spianate [è un pane tipico], ma ... fresche, eh? ... Che non devo fare il lancio del disco!" "Signo' ...e, qui, la roba è sempre fresca!" "Non mi metto a ridere per educazione!" "Giovà, non ti metti a ridere per paura che ti voli la dentiera, come quella volta ..." "Zitta, pettegola; dammi un pezzetto di formaggio stagionato ... con il tempo, come me ... che il tempo fa buone le cose!" "Eh, signora, formaggio di ottant'anni non ne abbiamo!" "Oh, bellabé ... guarda che ne ho solamente settantanove, queste commesse, non sono più quelle di una volta!" "E meno male, questo, anziché un market, sarebbe un gerontocomio!" Gero ... che?" "Eh, buonanotte! E, qui, siamo istruiti, che cosa crede?" "Eh, certo, istruiti!, Come nel posto dove abito io, dove i più istruiti sono anche i più ladri! ..." "No, Signora, non dica così! ... E, poi, i suoi figlioli, se non ricordo male sono diplomati, una, è anche laureata!" "E si capisce! ... E questo, adesso che centra?" "Il formaggio, Signo' ... stagionato al punto giusto!" "Oh, basta così! ... e per oggi basta, anche, con le chiacchiere, oh, fammelo bene il conto! ... eh, che l'ultima volta non mi hai convinto ..." "Ma, signora!" "Eh, ... ci vedette vecchietti e ne approfittate, questa è la verità!" "No, signora, non dica così, che non è giusto!" "Giovanna, è più facile, conoscendoti, che sia tu ad approfittare della ragazza, ... vecchia volpe!" "Ah, Marì ... eh, io ti voglio bene, ci conosciamo da una vita, ma tu, così, mi indisponi, eh, sei una lavandaia!" "E, smettila, non hai, mai, imparato come comportarti!" "Una buona come me, oggi, non la si trova più ... guarda i giovani di oggi!" "È tutta invidia la tua, Giovà ... vorresti avere vent'anni!" "Vent'anni di carcere ti diano, Marì!" "E, allora, a te, quanti ne dovrebbero dare?" "A me?, ... Un premio, mi dovrebbero dare!" "Guarda che dico le cose tue ..." "Vigliacca! ... E che cosa c'è da dire su di me?, Niente! ... Si rimane muti ..." "Eh, perché non si saprebbe da dove cominciare ..." "Ah, ma sei in giornata, eh ... Maria ... ma, questi due etti di prosciutto ... non saranno, com'è quella parola ... leggeri, tu che sai tutte le parole, Marì ... non li sento, nella mano ..." "Light si scrive e si legge lait ... ma, Giovanna, non ti farà male, tutto quel prosciutto?, Lo sai che con l'età, la pressione alta ... mi fai preoccupare, ... così!" "Oh, ma che cosa hai capito?, ... Oggi viene a trovarmi mia figlia, con quel tesoro di mio nipote, e, meno male che quell'antipatico del marito deve lavorare, quello ha sempre da ridire!" "(Come lo capisco!) ... Allora è per gli ospiti il prosciutto, ho capito! ... Mi stavo preoccupando, eh, bisogna metterli a proprio agio, gli ospiti, così, vengono più spesso!" "E che cosa centra, il prosciutto? Loro vengono per me, per trovarmi, per farmi visita, per vedere come sto, per parlare con me ... allora, questo conto? È tutto ben incartato?, Non farmi fare brutta figura!!!!!" Il calamaio e la penna. "Dai, dammi una mano, ho qualcosa per te, …" "Posso sapere di che cosa si tratta?" "Si tratta di te e di Paolo …" "… Paolo? … In che senso? …" "Nel senso che tu lo hai rimproverato d’essere insensibile alle tue ragioni, alle tue necessità, alle tue, com’è che le chiami … momentanee difficoltà …?" "Bé, non è che sia proprio una bugia, come tutte le cose da’ luogo ad interpretazioni differenti, ma questo che cosa c’entra?" "C’entra … c’entra … perché, invece, non è affatto indifferente, anzi, appena se n’è presentata l’occasione, si è ricordato di te … del fatto che fossi senza computer … e te ne ha procurato uno usato, ora, però, mi devi aiutare a portarlo a casa tua, non vorrai che faccia tutto da solo? …" "No, certo che no … ma, dài, Paolo … ha fatto questo? Non sarai, invece tu … il Babbo Natale della situazione?" "… No, continui a giudicarlo male, ... Paolo è buono, non è un cattivo ragazzo … è che anche lui ha i suoi problemi, cui deve badare, per questo a volte sembra indifferente … ma non è così, ed ha voluto dimostrartelo … su, bando alle ciance, me la dài o non me la dài questa mano?" "Ma certo … è che sono un po’ frastornato … non me lo aspettavo questo gesto … da Paolo, poi …" "… Ancora?, Te lo detto che è un bravo ragazzo … su, mettiamoci al lavoro, che ci sono diverse cosucce da fare … per renderlo operativo, oh, è chiaro che non è l’ultimo modello …" "Oh, e chi si lamenta? È … che sono … non so che cosa dire, sono senza parole!" "… E, meno male che non fai l’autore … saresti disoccupato!" "… Ho una curiosità che non sto nella pelle …" "Io invece sto pensando ai quattro piani da fare …" "Fai come me … lascia che siano le gambe a farli, tu … pensa ad altro …" "… Sarebbe una battuta? …" "Come hai detto tu … se facessi l’autore sarei disoccupato …" "… Ho … la macchina … a cento metri di distanza da qui … andiamo, c’è da lavorare, non scappare!" "… Non scappo … anzi …" Non aveva molto da dire, la novità lo aveva investito, come un’onda repentina, inattesa, lasciandolo sulla battigia dei suoi pensieri, completamente bagnato! Quando, lamentandosi, come si fa nelle più disparate occasioni, aveva messo l’accento su quella che secondo lui era una naturale indifferenza ai suoi problemi contingenti, si era lasciato andare, come si dice in questi casi, ed aveva vuotato il sacco, con tutto quello che c’era dentro. Pur essendo coetanei, non si erano frequentati molto, avendo Paolo, sin da ragazzo delle idee, delle ambizioni, totalmente differenti dalle sue; era entrato in politica, ancora minorenne, quel suo cugino, così vicino con gli anni e così lontano con il pensiero. Lui, invece, in quegli stessi anni, se ne stava seduto, con un foglio dinanzi agli occhi, una boccetta di vetro ed un pennino, cercando di trasformare una massa liquida nera in qualcosa di più vicino alla natura umana, con il suo hobby di sempre, il disegno … Forse si era ripresentata la stessa situazione di allora; ora, però, era suo cugino Paolo a prendere la massa oscura dei suoi rimproveri, e a volergli dare una forma diversa, più umana … "… Ma, davvero, Paolo … ha fatto questo?" "… Se te lo sto dicendo … non è come lo hai descritto tu … è un bravo ragazzo, alla prima occasione si è ricordato di te del fatto che non hai computer, e nemmeno troppi soldi, …" "… Bé, momentaneamente, …" "… Sì, momentaneamente … lo stai dicendo da quindici anni …" "… È … passato, tutto questo tempo?, …" "… Sì, mentre tu te ne stavi nella tua cameretta … il pianeta ha continuato a girare …" Non aveva parole, anche perché non era abituato a ricevere dei regali, particolarmente utili, come in quel caso, in quel particolare momento … "… Mi hai detto tutta la verità?, Paolo si è ricordato di suo cugino … delle sue momentanee difficoltà …" "… Ancora ci sei con questa storia delle momentanee difficoltà … tu ci sei nato … difficile … fattene una ragione … e … impara ad usare il computer, adesso non hai più scuse …" "Dovrò ringraziarlo … e, magari scusarmi …" "… Pensa a quello che devi fare con il computer … dimostragli che non è stato un regalo inutile … i tuoi ringraziamenti glieli porto io …" "… Grazie … Little John … è un pensiero che ho apprezzato moltissimo …" "… Un’altra cosa … non cominciare subito a scaricare programmi dai CD-Rom … fai passare del tempo, e non dimenticarti che questo è poco più di una macchina per scrivere … usalo per imparare …" "… Ho già imparato che le persone possono, e non sempre negativamente, riservarti delle sorprese …" "… Ci vuole tempo e pazienza per conoscere le cose … e per conoscere le persone … a proposito, tu … quanto ti conosci davvero? …" "… Non potremo parlare d’altro … che ne so … di computer?" Il cowboy. Non era la prima volta che non riusciva ad andare avanti: si accarezzò il viso, e percepì la ruvidezza di una barba che non veniva rasata da almeno due settimane. Quando, all’incirca un anno prima, aveva deciso di colmare le vaste praterie della sua ignoranza in materia, e di condurre le mandrie del tempo nei luoghi dell’apprendimento, sapeva che non sarebbe stata un’impresa facile, nonostante l’ausilio di riviste e di fascicoli settimanali specifici, che conducevano passo dopo passo verso l’uso del personal computer. Per anni, quando il suo vecchio amico Peter, aveva cercato di coinvolgerlo nella sua passione per i computer, aveva trovato l’argomento pesante ed inutile, e non riusciva a seguirlo in quello che per lui era, solo, una sorte di cipiglio informatico. Lo ricordava tutto preso da questioni "dure" come il BASIC o l’MSDOS, un po’ come lo era, adesso, anch’egli, con sistemi ‘Demi Sec’, mediamente meno aspri, come Windows nelle sue ultime versioni, che aveva appena cominciato ad apprezzare. Seduto sulla sedia, come se si trovasse in sella ad un cavallo, disturbi alla schiena compresi, guidava attraverso la tastiera ed il mouse i ‘files’ di testo, lungo gli spazi ‘formattati’ dei documenti elaborati con il programma di scrittura. Nonostante i suoi quarant’anni, ed oltre, di età, si muoveva con l’inesperienza di un ragazzo, del quale ritraeva, negli atteggiamenti e nei modi, l’entusiasmo, accompagnato dai limiti del neofita. Conoscendosi, si era prefissato di arrivare ad un buon livello di utilizzazione dello strumento, senza poter certo divenire un esperto, un profondo conoscitore, un vero e proprio cultore dello stesso. Lo attraeva la funzionalità del PC, il suo modo, non sempre per lui così chiaro, di effettuare le operazioni dettate dagli input. Dopo quasi un anno di ‘transumanza’, di viaggio in cerca di una maggiore comprensione del fenomeno, aveva avuto modo di vedere, seppure da una certa distanza, le cime innevate dei monti, a cui sarebbe pervenuto, cammin facendo, nella successiva estate. Ora, la cosa che sentiva maggiormente, era la fatica, la stanchezza, il sonno … Aveva bisogno di un caffè … e di staccare la spina, da quella scrivania, almeno per un po’. La polvere sollevata dalle tante cose che ancora non capiva, e che si agitavano dentro di lui, lo ricopriva dalla testa ai piedi. Mmmmm … fumante, con l’aggiunta di latte e miele, una gran bella invenzione il caffè: il tragitto era ancora molto lungo, si rendeva necessario rimontare in sella. Un colpetto, sulla barra spaziatrice toglieva il ‘salvaschermo’ … peccato non si potesse fare lo stesso con … le ‘sue mucche’! Il mantello e la spada. Puntuale, come neanche le stagioni dell'anno, era ripiombato nell'inverno comportamentale, e sapeva che, per più giorni, sarebbe stato male, arrovellandosi con scuse e giustificazioni che, seppur obiettivamente valide, non avrebbero risollevato il suo spirito. Perché, come pure era già successo in passato, non aveva recepito quelle parole con maggiore disinvoltura? Il "magone" pareva stringergli lo stomaco, comprimergli il cranio, affliggergli il cuore, soffocare il respiro, schiacciargli il pensiero ... Pur sapendo che quella persona aveva dei difetti, non ultimo il suo modo di intercalare le discussioni, con quel "non hai capito", ripetuto per più volte, riconosceva che, tutto sommato, non era cattiva come invece era stata la sua risposta, articolata tra il serio ed il faceto. Gli anni passati ambulando, con un piede nei sentieri del quotidiano e l'altro in quelli della fantasia, lo avevano logorato, stancato, reso irascibile. "Non ricordavo che tu fossi così permaloso ..." "... Addento e non mollo la presa ... peggio di un pitbull, quando qualcuno mi tratta senza rispetto, a volte lascio passare del tempo, ma non dimentico, aspetto l'occasione propizia, quando si ripresenta ... morsico! ... Bisogna che quelli che offendono capiscano che chi lascia perdere non è né scemo né insensibile, ogni volta che mancate di rispetto a chi non vi ha fatto nulla, vi comportate come quelli che trasformano un animale, che potrebbe essere affettuoso come un altro, in una bestia ... quindi, non lamentatevi del comportamento bestiale di chi vi sta di fronte, chiedetevi, invece, se, non avete, per caso, delle responsabilità in merito ..." Adagiò il capo sul palmo della mano: nel suo universo simbolico, era come se l'elemento propositivo e quello ricettivo della sua anima, intimamente uniti, in guisa di spada, avessero subito una separazione, disgiungendo la natura del suo animo, portandolo, così, per un tempo fortunatamente breve, nel caos emotivo. Nei giorni successivi al fatto, era seguito, l'abituale dipanarsi del filo della memoria di situazioni che, ancorché vicine cronologicamente, lo avevano catapultato, molto lontano, in ordine allo spazio, in una sorta di terra di nessuno, permeando quei momenti di amara consapevolezza. Era stato triste, prendere, nuovamente atto che, era ancora in grado di ferire, di far del male, nonostante l'esimente della legittima difesa ... Il freddo che sentiva non proveniva dall'esterno: si strinse le spalle, mentre le emozioni si intrecciavano nella sua mente, tessendo il mantello che gli serviva per superare l'inverno delle sue azioni, in attesa di una primavera che lo avrebbe fatto rinascere ... Il mare ... Lentamente si stava ritirando, seguendo un rituale, un protocollo, un iter cui era o sarebbe dovuto essere abituato! Ed ogni volta a dirsi, a convincersi, quasi a ripromettersi che sarebbe stata l'ultima volta che veniva colto alla sprovvista. Se, sulla terra le maree erano determinate dall'influsso della luna, negli esseri umani, il venir meno della propria battigia, di quello spazio su cui camminare con spensierata baldanza, con infantile procedere, con leggera innocenza, da che cosa era determinato? Ci si ritrova stanchi per quella continua corsa, per quella perenne fuga, a causa dell'avanzare inevitabile del mare, o esausti per l'enorme quantità d'acqua ricevuta tra capo e collo, all'improvviso, senza un apparente motivo, che non fosse il naturale e sempiterno movimento delle cose. Con l'unica consolazione di non essersi lasciati trasportare dalla forza del mare verso l'abisso, verso ... la morte; riproponendosi, quanto prima, alla prima occasione di andar via da quel lido, da quella spiaggia, sapendo di non poterlo fare, a causa della propria passione verso la pesca ... quell'abitudine, oramai quasi "antica" di buttare la lenza nell'immensità del pensiero per vedere cosa ne saltava fuori, quella volta; qualche volta era... una fantasia, un'altra una realtà sociale nelle cui pieghe aveva visto i prodromi dell'asocialità, talvolta un angolo di pathos, magari contornato di immagini, di colori, altre volte ancora ... una stravaganza, oppure nulla, o l'equivalente, pensieri che erano precursori di altri, preparatori, che lo lasciavano con un nulla di fatto, ancorché dentro di sé sapesse che così non era! Quante ore passate in quel modo, forse l'unico che conosceva di passare, realmente il tempo, di vivere i propri attimi, anche quando, stanco e disattento, non vedeva l'onda, non teneva conto della marea, che lo investiva, come fosse solo una delle rocce della spiaggia, della costa, della zona, del luogo, e non già... il vecchio pescatore, con il proprio grado di stanchezza e non un grado di latitudine o longitudine. Eppure, a volte, sarebbe voluto andare a vivere all'interno, lontano dalla costa, lontano dal vento, dalle maree, dall'umidità, dalla sabbia, lontano dalle voci del mondo, dai tanti pensieri, dalla stupidità umana, dalla grettezza di tante piccole cose, tanti piccoli momenti che ti si attaccavano addosso, come granelli di sabbia fastidiosi, cui solo una doccia di solitudine riusciva a porre rimedio, pur lasciando ... umidi e bagnati di isolamento. Aprì la sua agenda, movimenti quotidiani a cui nemmeno più faceva caso, le giornate più ordinate, più proficue si alternavano con quelle più ... artistiche ... per usare una parola gentile, più caotiche, più tormentate per cominciarle a chiamare con il loro nome. Prese atto delle cose fatte, dei programmi del periodo; quella sensazione di stanchezza e di fastidio eccessivamente presente lo stava lasciando ... lo spazio su cui poteva camminare andava aumentando, anche il sole si faceva maggiore spazio, fra le ultime nubi del giorno. Avrebbe voluto trovare, fra le persone che incontrava, un numero maggiore di queste che avessero avuto dentro di sé, i colori dei tramonti, gli andirivieni delle maree, i susseguirsi delle stagioni, a dimostrazione di come la vita non fosse stata vista come un percorso fra cunicoli ed anfratti, lontano dal palpitar del vento e delle nubi, dal passeggiar del mare, dallo scorrere dei giorni, che preparavano l'animo alla propria dimensione ... quella leggera ed infinita, eterea ed immortale ... Avrebbero compreso maggiormente la sua condizione, avrebbero visto la loro, come non mai ... dall'esterno ... "E, quest'appunto qui?, Oh, Madonna ... me n'ero completamente dimenticato ..." Anche la vita sociale di tutti i giorni aveva i propri colori, i propri tramonti, le proprie maree ... era lui che non si trovava bene su quel pianeta. "Qual'era ... il numero di telefono ... dovrei averlo da qualche parte ... è chiaro che gli devo almeno telefonare ... non sta bene, Cristo, ma, dov'è quel numero? ... Quando imparerò ad essere più ordinato ... oh, Dio ... lo so che ci si dovrebbe rivolgere a te per cose più importanti, o almeno credo sia così ... vediamo sotto questi libri ... sotto queste carte, sotto questi appunti, ma, da quanti mesi non metto ordine qui? ... Vediamo ... mi pare che il fogliettino avesse questo colore ... se la memoria fotografica non mi inganna ... sìììììììì ... ... Eccolo qui! Dio ti ringrazio ... Oh beh ... tanto ormai è cosa nota che ho la testa fra le nuvole ... l'unica è telefonare come fosse il giorno dopo, certo, ieri era qualcosa come diciotto o diciannove mesi fa ... Pronto? ... Sono io ... come stai, tutto bene ... sì?, Sì, è che ti dovevo telefonare per quella questione ... sì, beh, lo sai che il mio tempo è un po' diverso da quello comune, voglio dire ... sì, insomma, mi è proprio passato di mente ... avevo la mente altrove ... non fa niente? Hai provveduto diversamente? ... Bé ... mi sembra giusto ... oh, ah ... vi siete poi sposati ... beh ... certo ... voglio dire ... ne succedono di cose dall'oggi al domani ... Quindi, è tutto a posto ... oh, aspettate un bambino? Beh ... congratulazioni ... avete già pensato al nome? No, usate la fantasia, non vi manca di certo ... lettere dell'alfabeto ce ne sono tante ... forse si può fare come ai file .. usare anche i numeri ... o forse li sto dando io i numeri ... come, ci tenete che venga quando nasce il bambino? D'accordo ... per quando è prevista la nascita? Aspetta che me lo scrivo da qualche parte ... un attimo, no, aspetta, è meglio che me lo facciate sapere quando nasce, qui i fogli si muovono avanti ed indietro, tutti i giorni, un momento una cosa è in supeficie, un momento è sotto, neanche il mare con i suoi continui movimenti è così agitato come la mia scrivania; ... rimaniamo d'accordo così? Grazie ... e scusami ancora ... Grazie, e ... ciao!" Dio ... com'è faticoso camminare sulla battigia, quando è stata interessata da poco dal passaggio dell'acqua ... Non aveva più l'età per queste cose ... il mare è più indicato per i giovani, e lui non lo era più! Era arrivato il momento di mettere un po' d'ordine tra le sue cose, o il mare un giorno o l'altro l'avrebbe portato al largo ... Incontri foranei. "… Giorno!" Nel salutarlo, mentre si accingeva a salire le scale dell’edificio condominiale, pensò che avrebbe fatto, volentieri, a meno, di questi approcci di civiltà, così poco spontanei, consuetudini, spesso, al limite dell’ipocrisia, finanche della falsità. "Oh, buongiorno, è da così tanto tempo che non ti vedevo, che ho finito per pensare che avessi realizzato quel tuo proposito di fuga, sì, insomma, quello di andar via di qui, ti ricordi?, me ne avevi parlato, quasi un annetto fa, hai, dunque, cambiato idea, rimani qua?" "No, non ho cambiato idea, è, solo che, ancora non sono cambiate le cose, non sono avvenuti quei cambiamenti, di cui, forse le ho parlato, che avrebbero permesso la realizzazione dei miei propositi." "Sai, come si dice … ‘Volere è potere.’" "No, per me è un po’ diverso, il mio universo non è ciclopico" "Ok, ed allora, se posso permettermi di chiedertelo, visto che in una certa qual misura, siamo quasi degli estranei, che cosa pensi di fare?" "Ho paura che dovrò, ancora, aspettare." "Vent’anni di attesa … non ti sembrano abbastanza?" "Non che io ami aspettare" "Non ami aspettare, ma, non ami, nemmeno, assumerti le tue responsabilità" "Non lo semplificherei così, non credo sia questo" "Viene, però, il dubbio" "Non è un dubbio costruttivo, non porta da alcuna parte " "Ad ogni bon conto, considera che vivi in una famiglia, che sei in una società …" "Sì, è una cosa che mi sono sentito ripetere, tante volte, ultimamente, insieme a qualcos’altro di un po’ meno gentile, un po’ meno carino …" "Ti meraviglia ciò? …" "No …" "Stai andando a chiuderti in te stesso, ora? …" "E’, forse, meglio, chiudersi negli altri?, …" …" "Devi avere delle qualità, se hai sempre una risposta pertinente "No, è un’abitudine, quella di non accettare, passivamente, ciò che viene dall’esterno …" "Però, accetti, passivamente, ciò che ti viene dall’interno?" "Ho delle alternative?" "Non le hai?" "Un tipo introspettivo, come me, da molta importanza a ciò che gli viene da dentro …" "L’esterno, non rappresenta alcunché per te?" "... gli altri! … Altre, differenti, realtà interiori che si esteriorizzano, come, forse, vorrei riuscire a fare io, con me stesso …" "Mmmm, le tue, hanno tutta l’aria di essere ambizioni …" "Se si prende il significato più autentico della parola, senza caricarlo di aggettivazioni inutili." "Mi sei, sempre, sembrato, come dire … un tipo che si rintanava, per timore o fastidio del mondo, a sentirti, però, sembri, più uno che abbia fatto una scelta di vita, e che, forse, attende, di poterla collocare, fra le tante realtà esistenti, come una chiara affermazione della propria vitalità, confusamente scambiata per mancanza della stessa …" Perché, aveva pensato, nell’incontrarlo, quel giorno, che non aveva piacere di farlo? Lo sforzo di comprensione, al quale aveva appena assistito, non gli capitava spesso di vederlo. "Sa, professore, mi ha fatto piacere, rivederla, scambiare due parole con lei …" "Anche a me … è che ti fai vedere poco, e saluti più per abitudine che per convinzione." Ma guarda … e pensare che rimproverava agli altri la stessa cosa! Influenze ... Mancavano pochi minuti alla fine del suo turno, e, diversamente dal solito, non vedeva l'ora di finirlo. Normalmente le fatiche del lavoro non lo stancavano, anzi, la consapevolezza di aver fatto con onestà e scrupolo ciò che era di sua competenza lo ritempravano di nuova energia, anche se era difficile farlo capire a quanti, finite le otto ore non vedevano ... l'ora di fuggire via, di cambiare, di svoltare, qualcuno, anche, di farsi una bella dormita! Quell'anno l'influenza era stata piuttosto "dura", almeno per lui, perché per quanto ne dicessero le autorità competenti, non era proprio convinto che si parlasse della stessa cosa per tutti: ... il collega che avrebbe dovuto sostituirlo di lì a poco, ad esempio sembrava immune in quel periodo da ogni malanno ... di stagione. La testa gli scoppiava, lo stomaco pareva un ubriaco che si spostava da una parte all'altra della strada, senza mai andare da nessuna parte, se almeno si fosse deciso a dare parere favorevole ... per lo svuotamento. Il naso, poi, dove la trovava tutta quella materia prima? D'altronde il personale scarseggiava, o per meglio dire, non ve n'era mai a sufficienza, troppi soldi spesi per funzionari ... che non funzionano, mentre la manodopera che realmente effettuava il lavoro, lo mendicava in maniera indegna, o, almeno questa era il suo parere, di vecchio comunista, come suo padre. Fortunatamente il suo "vecchio", forse anche grazie a quella grande cosa che va sotto il nome di vaccino, sembrava ... incorruttibile, mentre lui, da vero "macho", doveva farcela con le proprie forze ... forze che si stava chiedendo in quale piega del suo dolorante corpo si fossero nascoste, era così debole che si sarebbe buttato sul letto e avrebbe dormito per almeno due giorni, lui che di media dormiva sei ore per notte. "... Ma, quanto ci mette ..." Portò lo sguardo sull'orologio, al polso; il cinturino era freddo, si ricordò quindi della sua abitudine di mettere "le lancette" cinque minuti avanti, per evitare ritardi ... "Mmmm, Sì, non è ancora l'ora, uffa, devo proprio stare male, ho come la sensazione di vomitare, ma che razza d'influenza ... è questa?Non ho neanche voglia di pensare al cibo, devo proprio stare male." Nemmeno si accorse che la porta, si apriva, immettendo l'ospite al'interno della stanza: eppure, di solito, i cardini cigolavano ... ma, forse era l'influenza a farlo un po' ... sordo! "Madonna ... che brutta cera che hai! ..." "È ... così evidente?, Non mi va di prendere niente, ho paura di vomitare! ..." "È giusto così ... voglio dire, se il tuo organismo ti invita a non mangiare vuol dire che ora gli serve per superare questo momento un po' di digiuno... magari, quello che nutre te nutre anche il virus che ti ha colpito è così ... se non lo nutri, lui muore ... mentre a te, poche ore d'assenza dal cibo, magari, ti fanno pure bene..." "Se ti sentisse mio padre ... lui combatte tutto con l'appetito, credo che si mangi i batteri ed i virus ... e poi li butti fuori da sotto, in una nuvoletta di ... umorismo! ..." "Carino ... speriamo non lo faccia a tavola ... durante i pasti, alla presenza di tutti ... Rise di gusto, pensando al proprio genitore, ed a quelle banalissime quanto occasionali vicende domestiche ... "Zitto, non mi fare ridere ... che mi scoppia la testa, non ce l'hai tu ... un padre..." "No, e, spero tu non ti scandalizzi troppo, come fanno altri, non ne sento neppure la mancanza … " "E, come mai? ... Un'altra famiglia spezzata? ... È una tragedia ... al giorno d'oggi le famiglie distrutte dalle separazioni e dal divorzio sono così tante ... è peggio di un'epidemia." "Già, un'altra influenza ... no, comunque, niente di tutto questo, sono orfano, o meglio, divenni orfano da bambino, non avevo neppure tre anni ..." "Oh, mi dispiace, dev'essere stato terribile, come si fa a vivere senza ricordi ... senza la presenza ..." "Col tempo puoi capire, o pensare di aver capito, se preferisci, che sei stato risparmiato ... da un'influenza ..." Il suo interlocutore ritornò a divenire rosso paonazzo. "Come ... un'influenza?, Certo che hai delle strane idee tu ... un papà ... un'influenza risparmiata ... sei un bel tipo, proprio ... Oh, che mal di testa! ... Mi sembra di avere tutte le ossa doloranti! ..." "Su ... vai a riposarti ... curati ... vedrai che fra due o tre giorni starai meglio ..." "Sì, hai ragione, oh, se hai ragione, non vedo l'ora di mettermi al letto ... Dio, come mi sento male ... Bò, ti lascio ... sono arrivato al capolinea ... non ce faccio più, devo proprio mettermi a letto, speriamo solo mi passi presto l'inappetenza, non riesco a vivere senza una buona bistecca ed un buon bicchiere di vino ..." "Stai facendo passare a me la voglia di mangiare ... non facciamo un lavoro di fatica, pesante, noi, per mangiare come scaricatori di porto ... una buona minestra, ecco che cosa ti serve ... oppure un po' di riso in bianco, semplice, con un filo di olio d'oliva extravergine crudo, aceto balsamico ... roba semplice e leggera, per non affaticare il fegato ... ecco che cosa ti serve ..." "... No, mio padre mangia come un dio, e sembra un ercole brizzolato, forse, è la vita all'aria aperta che gli fa così bene ... mattina e sera in campagna ... non come noi, fra queste mura." "Le persone non sono uguali, quello che può andare bene per lui, magari, non va altrettanto bene per te ... le generazioni si differenziano ... evolvono ..." "Il mio vecchio ... non la pensa così, secondo lui la sua generazione è migliore della nostra ..." "Istinto ... di competizione e di sopravvivenza messo insieme ... comunque, salutamelo, quando lo vedi!" "Senz'altro ... ohi!, letto non ti spostare che sto arrivando! Ok, Filippo, stammi bene ..." "Anche tu, Orlando, cerca di rimetterti in sesto, magari fatti dire da tuo padre come si fa ... ciao!" La fuga. Non ci avrebbe, mai, fatto l’abitudine, eserciti di parole, che spuntavano, ora da una parte ora dall’altra, in occasione dei ritrovi, delle circostanze, delle feste. Ognuno con a capo, i propri convincimenti, le proprie idee, la propria strada da seguire … e fin qui, niente di male, se non fosse per il fatto che cercavano di entrate nei territori altrui, nelle competenze degli altri, nel contesto vitale di chi non gli aveva, nemmeno, chiesto un’opinione, così, tanto per parlare … per passare il tempo, come si usava fare … "E, tu, secondo me, stai sbagliando, Noi non abbiamo fatto così, tu sei in errore, il tuo modo di fare non va bene, che discorsi sarebbero, questi, che stai cercando la tua strada, ce l’hai già una strada … hai un diploma, utilizzalo! Quella è la tua strada, non le fesserie che ti sei messo in testa a vent’anni, senza peraltro voler più crescere, ma ti rendi conto, di quello che hai combinato, con le tue idee, forse, non te ne sei, ancora, reso conto, il giorno che te ne accorgerai, vedrai come starai male, né più né meno come hai fatto stare male chi ti vuole bene, ed ha dovuto assistere alle tue stupidaggini, senza potertelo impedire … hai il tuo diploma, quella è la tua strada!" Intervenne un terzo,: "No, io non sono d’accordo, sì, ha conseguito un diploma, va bene, ma, in definitiva, che cosa vuol dire?, E, questo senza considerare il fatto che sono passati vent’anni da allora, Dio solo sa come ha trascorso questo tempo, che cosa ha fatto, no, la prima cosa è il lavoro!, un onesto lavoro anche umile, è sempre meglio che stare senza fare niente, sulle spalle degli altri …" Riuscì a malapena ad abbozzare una modica difesa. "Vedete, le cose, in realtà, non sono come le dipingete voi, e quella che per voi è la cosa più semplice del mondo, non trova un analogo riscontro dentro di me, …" "Figliolo, le cose sono sempre semplici, la verità è che voialtri, nuove generazioni, che non si sa bene come chiamarvi … amate complicarvi la vita, per darvi delle arie, magari, la colpa, beninteso è anche nostra, vi abbiamo viziato, messo su di un piedistallo, vi dovevamo invece, mettere una zappa in mano, come hanno fatto con noi, e mandare a lavorare in campagna, altro che mandarvi a scuola!" Aveva la bocca chiusa, negli ultimi tempi erano state più le volte che non aveva argomenti da opporre, da portare avanti, di quelle in cui riusciva a ribattere, e non solo per il fatto che i suoi interlocutori non intendevano stare ad ascoltarlo, anche si stava parlando di lui, e, verosimilmente, aveva pure il diritto di dire … qualcosa … I dati oggettivi, però, non si potevano discutere: non si era realizzato, non aveva concluso niente, non era andato da nessuna parte, ... zero!, un fiasco su tutta la linea, quasi un record, il suo! "Non dargli ascolto, hai conseguito un diploma, sei capace, metti da parte le velleità e comincia ad essere una persona seria … che, se vuoi farlo, sei in grado di farlo …" "Bravo! Dàgli questi consigli, così starà altri vent’anni senza far niente, pesando sulla società …" "Scusa, ma, visto che hai toccato il tasto, non mi pare che stia pesando, direttamente su di te, se proprio la vogliamo dire tutta … tutt’al più sulla sua famiglia, non su di te … anche se, non è giusto, nemmeno, così ... però, se va bene a loro …" "Pesano su tutti, i disoccupati, però, se uno non ne ha colpa, è un conto, se lo è per scelta, o perché convinto di essere chissà chi … allora è un altro conto …" Decise di lasciarli a quei discorsi: niente di ciò che avrebbe detto, avrebbe mutato il loro maturo parere, nemmeno rinfacciargli che ai rispettivi figli avevano concesso tutto il tempo e lo spazio di cui avevano avuto bisogno, per realizzarsi, nella società, senza far pesare troppo, quelli che per gli altri erano dei veri e propri fallimenti … Avrebbe voluto dirgli di cercare di fare i caporali in casa propria, quanto, inutilmente, cercavano di fare i generali in casa altrui; ma, questo, non avrebbe arricchito il rapporto, né la conoscenza della verità, già, la verità, chissà se gli interessava davvero conoscerla, la sua esperienza era che occorreva del tempo, per realizzare ciò … Uno dei due, il più severo, si volse verso di lui, puntandogli il dito come fosse un’arma,: "Scommetto quello che vuoi che fra vent’anni, tu sei nella stessa situazione di oggi, dammi ascolto, lascia perdere le fesserie, prenditi un secchio d’acqua, una scopa ed un bastone … si comincia, così, a lavorare …" Anche l’altro, seppure non completamente d’accordo, annuì, di ripiego,: "Beh, se, proprio, non vuole fare ciò per cui ha studiato, è chiaro che non c’è altra soluzione, è un peccato, però … Aveva bisogno di uscire fuori, di allontanarsi da quel contesto ostile, e respirare aria fresca e pulita; se fosse rimasto lì, ancora un po’, avrebbe finito, vista la sua situazione, per dargli … ragione! Non rimase solo a lungo, qualcuno, silenziosamente, si portò vicino al suo fianco, qualcuno un po’ più vicino a lui, non solo fisicamente … "Come vanno i tuoi progetti, novità? …" "I miei progetti sono su di una zattera … in pieno oceano, ma, questa, non è una novità …" "Non demordere… non dargliela vinta, non hanno, mai, provato, ad avere dei sogni …" "Sarà per questo motivo che mi considerano un addormentato? O, peggio ancora …" "Non arrenderti, non fare come in quella barzelletta, dei due matti e dei cento cancelli …" "Sicura che i cancelli fossero solo cento …? Nella mia contabilità ne risultano molti di più …" "Oh, e, allora?! …" Da dove saltava fuori, adesso,questa, nuova, differente voce? "Oh, mi senti?, Che ci fai, tu, qui, tutto solo, la festa è dentro! …" "No, grazie! … Non mi piacciono, le feste." "E che cosa è che ti piace fare? ... O meglio che cosa è che fai, nella vita?" "… Fugo continuamente dalla realtà, secondo alcuni …" "… E, ti pagano bene? …" Ce l’hai, una risposta a questa domanda, sognatore? Oppure, come sempre, in questi casi, devi tenere la bocca chiusa? "Sei, forse, un funzionario del Ministero delle Finanze?, Come mai, ti interessa il mio reddito ...? (Sic! Adesso avrei pure un reddito ...)" Sì, insomma, quasi chiusa! La macchina ed io. Accese il monitor: la schermata proponeva un questionario, così come stabilito dal programma utilizzato. Lavarsi il viso non era stato sufficiente a togliere dalla sua faccia le pieghe della stanchezza. Cliccò sul pulsante virtuale feeling e le domande presero vita sotto forma di suoni. "… … Salve, è da un po’ che non ci si vede … … …" "Ho avuto altre cose da fare …" "Vuoi un resoconto dell’ultima settimana che ti sei seduto davanti a me? …" "Sì, ma, lentamente … e, metti un po’ di musica appropriata di sottofondo …" "OK … ti ricordo che preferisci mettere le cuffie in questi momenti … inoltre, rilevo che sei seduto male sulla sedia … e che non sembri, molto sveglio …" "Sì, tesoro …c’è altro? …" "… … … Prego? …" "Niente … avevo la testa altrove …" "Ti rammento che la distrazione è foriera di possibili errori …" "Allora, anche voi computer vi distraete ... " "Non proprio … non devi dimenticare che siete voi, in varie fasi ad operare su di noi … quindi, in definitiva, siete voi che vi distraete …" "Dai, iniziamo … ho parecchio materiale da inserire in memoria, mmmm …" "Sono contento … questo vuol dire che starai qui un po’ di tempo …" "… Sei contento? …" "Sì, non ‘amo’ rimanere spento …" "… ‘Amo’? ... non starò facendo confusione tra le cartelle di software e quelle dei documenti? ... comunque, non posso stare sempre qui, davanti a te …" "Lo capisco …" "… Lo capisci? …" "Sì, attraverso il calcolo, la statistica …" "… Oh, per un attimo ho pensato che stessi dando i numeri! …" "Quelli li tengo per me … mi servono, solo per arrivare a te …" "… E, ti trovi bene, con me? Ma guarda che domande mi vengono in mente, alle cinque del mattino …" "… E tu? …" "Non posso lamentarmi …" "… Servirebbe a qualcosa, se lo facessi io …?" "Mmmm, forza … tanto tu, se non stai chiedendo spazi di memoria fissa, memoria RAM, schede di questo e di quel tipo, ‘non sei contento’ … avanti, che cosa vuoi che ti compri, per Natale? …" "Whoooauuuuu … adoro il Natale!!!" La sedia vuota. Era stata una giornata piuttosto calda, una di quelle giornate che non fanno amare l’estate. "Misericordia, oggi è stata dura tra il caldo e l’aria viziata, ce n’era da morire … Cristo, …. Se non avessi la fibra che ho, sarei già schiattato, come se non bastassero, poi, gli altri miei problemi, non smetterò, mai, di domandarmi come facciano a non comprendere che l’aria viziata, al pari dell’acqua sporca non si può, semplicemente, buttare fuori dai locali ove si è prodotta, deve essere incanalata e filtrata, depurata, come si fa in un paese civile a far vivere le persone in condizioni subumane, io non sono certo un uomo di destra, ma a volte desidererei tanto un po’ d’ordine e di disciplina, questa società lassista ed anarchica produce solo egoismo, depressione, chiusura in se stessi, e … tanta, tanta … puzza, Dio Santo, che giornata da dimenticare!" Chiaramente affaticata, sua madre consumava, in silenzio la propria insalata, e, quell’immagine, probabilmente anche a causa dell’impotenza nel fare qualcosa per migliorare quella situazione, unitamente alla consapevolezza delle sue responsabilità, gli procurava un muto dolore, un’angoscia che portava il suo animo aldilà della dimensione della vita, ben sapendo che, quivi, vi era l’assenza della stessa, il nulla, … La morte … Non voleva, però, fargli intuire, in alcun modo, quel suo stato d’animo, ancorché non potesse evitare di colpire, nervosamente, i pezzetti di pomodoro, di lattuga, di cetriolo; e non era solo il caldo a determinare quell’inappetenza, ed il silenzio, quell’elemento così importante della sua vita, in quella circostanza, si frantumava al proprio interno, come un tuono in una conca, facendo riecheggiare, quello status quo oltremodo opprimente, quel peso insopportabile, la misura di una sofferenza che solo la sua fede riusciva a far superare, e a dargli la forza per andare avanti. Era anche colpa sua se non erano riusciti ad andare via da quel luogo, da quel posto: lui e le sue idee, le sue fantasie, le sue velleità, in un tempo che sapeva valutare meglio la realtà nuda e cruda, la concretezza, ciò che si poteva toccare con mano! "Certo, qui in città, si sta peggio che in paese …" La sola cosa che aveva, che gli restavano … le parole: "… C’è, però, una consolazione, il caldo ti fa passare l’appetito, in quanto, poi, alle cose che fanno ingrassare, i grassi animali ed i fritti, che sono calorie su calorie, nemmeno a parlarne, salvo solo i latticini, e, così, senza troppa fatica, a fine estate avremo, come minimo, dieci chili in meno, io almeno di sicuro, …" Il parlare portava oltre le difficoltà, oltre la fatica, il disagio, un po’, come il canto dei lavoratori di colore … "E, poi, le previsioni dicono che il tempo sta cambiando, già dalle prossime ore, l’aria rinfresca, non mi pare vero, ce n’è proprio bisogno, davvero …" Vedere i segni, sul volto del proprio genitore, divenire più dolci, più familiari, più materni, era un piacere non facilmente spiegabile. "D’estate si sta male per il caldo, d’inverno per il freddo, sembra che non ci sia scampo …" "Io sento di più l’inciviltà del caldo, e la stupidità del freddo, il vero nemico della gente è l’irrazionalità … e, così, le città che dovrebbero essere i migliori posti dove vivere, sono divenute i peggiori, le leggi, poi, che dovrebbero essere un’espressione della capacità umana di ordinare le relazioni, creano il disordine …" "Quelli che comandano pensano più a rubare che a fare le cose come si deve … come Dio comanda …" Sì, parlare faceva riprendere la speranza di un cambiamento, di una rinascita, di un naturale proseguimento in positivo, anche quando questo avveniva attraverso discorsi che, per i luoghi comuni utilizzati, le cose scontate, le banalità, non si vedeva mai il punto d’arrivo. E, poi, per entrambi, che la sedia che avevano di fronte non fosse vuota, soprattutto in momenti come quello, era una delle poche soddisfazioni che la vita gli aveva riservato. Qualche, volta, per ciò che lo riguardava personalmente, per la verità, in desiderio di non esserci più, di sparire, di scomparire, magari nelle profondità marine, gli era affiorato nella mente, ma l’idea di lasciare quella persona a lui così cara, nonostante le tante divergenze d’opinioni, davanti ad una sedia vuota, lo aveva fermato. Qualcuno considerava ciò mammismo, ma, a suo modo di vedere le cose era, solo, avere … un briciolo d’umanità! "Senti?, Questa è la puzza del Bar che si trova qua sotto, … Con questi apparecchi elettrici stanno appestando l’aria ovunque in città, nelle strade come nei condomini, possibile che non capiscano che intorno a loro non ci sono bestie ma esseri umani? Anzi, oggi non si accetta, nemmeno più che le bestie soffrano una violenza inutile, gratuita, facilmente evitabile … possibile che solo noi sentiamo il bisogno di respirare aria pulita ? È mai possibile, ciò?" "Forse, forse è possibile … o, forse è ancora più possibile che questi atteggiamenti siano dovuti al fatto che, troppo spesso, non vediamo i nostri interlocutori, non vediamo nessuno davanti a noi, abbiamo, come dire, tante sedie vuote … e ci chiudiamo, sempre più, nella nostra solitudine, nel nostro egoismo, in noi stessi!" Mobbing. "Aspetta, Franco … oh, Franco … Franco!" Si fermò, pur non desiderando, affatto, farlo: non vedeva l’ora di allontanarsi da quel posto così ostile, per lui. "… Oh, è vero … quello che si dice in giro? … Dimmi che non è vero … che sono chiacchiere …" "Credo di sapere qual è l’argomento del momento … sì, è vero … me ne sto andando … via …" "Ma, perché? Così gliela dài vinta …" "Hanno vinto … mi hanno messo al muro … in minoranza, all’angolo, Gesù … questi ultimi mesi sono stati un inferno per me, non ci voglio più pensare, mi sembra di essere uscito da un incubo …" "Non è giusto, non è democrazia, questa, non è legale tutto ciò, ma, siamo arrivati al punto che non si può più avere un proprio parere?" "La sai qual è la cosa che mi da più fastidio? Che siamo noi, quelli che hanno studiato … la crema, come si dice … scherzosamente … siamo noi i primi a fare certe cose, e, allora, dico io, di che cosa ci lamentiamo, poi, con che coraggio, critichiamo la società, gli altri? …" "Dimmi che non l’hai fatto, che non ti sei dimesso …" "In realtà, grazie al sindacato … ho ottenuto un discreto trasferimento, c’è stato un certo compromesso tra l’azienda e me, non è brutto il posto; mi hanno mandato al mare … comunque, forse, un po’ di mobilità non mi fa male … in questo modo il lavoro viene prima del posto di lavoro …" "Insomma … ti hanno cacciato via, in ultima analisi … e tutto perché le tue idee sono diverse … e, poi, dovevi proprio farlo, quel discorso sui trapianti? ... quell’oratoria del … Mors tua vita mea … da mesi, qui non si parla d’altro …" "Forse ho sbagliato il momento, il posto … io, però, credo, veramente che il futuro sia negli organi artificiali, ed ancor più nella prevenzione e nella sensibilizzazione alle dinamiche dell’organismo … che ha un suo ciclo, ed anche una propria conclusione naturale … e questo lo sappiamo tutti, ho solo esposto il mio punto di vista, e credevo di essere tra … persone colte, tra dotti …" "A proposito di … Dottori, guarda chi arriva … mi dispiace, magari tu non volevi vederlo e a causa mia, …" "Lei … è ancora qui?, Mi risulta che non sia più in forza da noi e credo di essere ben informato …" "E, a me risulta che lei non sia il padrone del posto …" "Infatti, io sono solo il responsabile … almeno io … sono responsabile … non voglio perdere altro tempo, con chi è insensibile alle sofferenze del prossimo …" "A lei del prossimo non importa alcunché, l’unico prossimo che riconosce è se stesso … o il suo prossimo guadagno, la sua prossima posizione …" "Spero che si trovi bene dove l’hanno trasferita, mi saluti le poseidonie, quando le incontra …" "È sicuro che gradiscano i suoi saluti? … Sa, quelle, se l’acqua non è pulita …" "La pulisca lei … non è questo il suo mestiere? …" "L’acqua riesco a pulirla … ma, per quanto riguarda la coscienza, ognuno deve fare da sé …" "Non sta parlando di me, evidentemente …" "No, evidentemente, lei una coscienza non ce l’ha … lo ha dimostrato pienamente …" "Se la rivedo qui, quando ripasso, chiamo i carabinieri …" "Stavo andando via, ho solo provato a tirare la catena … del bagno, un’ultima volta … solo che, quando lo stronzo è più grande della tazza non c’è nulla da fare…" "Vada immediatamente via … dal mio ospedale!!! …" "Vado grand’uomo …. Ma, qui di tuo c’è solo il concime che hai in testa … produzione propria, eh? …" "Franco, dai, non esagerare, anche lei, Dottor Alighieri, non infierisca, non dobbiamo dimenticare chi siamo, il nostro grado di cultura, com’è possibile comportarsi in questo modo? E, stiamo anche dando spettacolo, Franco, passerò a trovarti … non appena mi sarà possibile, per me sei un buon collega, un amico …" "Ok, ti ringrazio, ciao, Addio Dottor Alighieri, si poteva avere idee diverse senza arrivare a questo punto … ha ragione Antonio, …" "Almeno … su questo, siamo d’accordo … Buon lavoro, Dottor Montalbano …" "Buon lavoro … dunque, alla fine è questa la cosa importante …" Percorsi di guerra. Era forse la domanda più emblematica, più strana e più curiosa, fra le tante che venivano poste, in quella che, romanticamente e per certi versi rimanendo sulla superficie delle cose, veniva chiamata la tenera età. Chi, come lui, che per tutta una serie di motivi, oggettivamente validi, non aveva dei precisi punti di riferimento all’interno della propria famiglia, o quanto meno non era riuscito a vederne, rimaneva "spaesato", ossia al di fuori, dal centro abitato da chi sapeva dare risposte immediate, certe, concrete, accolte quasi sempre come indice di determinatezza, di senno … d’intelligenza! Per quanto si sforzasse, non riusciva a dare a quel banale quesito, nemmeno una risposta in linea con lo stesso. "Che cosa farai da grande?" Arrestò il suo passo; giust’appunto un istante prima di fare il danno, accorgendosi, miracolosamente, vista la sua proverbiale distrazione, di quella che, più o meno scherzosamente, alcuni buontemponi, definivano"l’opinione"dei cani sulla gente, ed evitando così di prendere parte ad un discorso a senso unico. Dopo pochi passi, quasi si trovasse in un percorso di guerra, dovette procedere a saltelli, per non immergere le sue scarpe, non proprio anfibie, nonostante l’aspetto palustre, in alcune pozzanghere di acqua sporca, che qualche negoziante, assai poco civilmente, aveva rovesciato fuori dal proprio locale, come se non vi fosse nulla oltre la propria realtà, la propria dimensione, oltre se stesso. E pensare che ogni pochi metri, appositi ingressi, a livello della strada, permettevano l’immissione delle acque nere nel sistema di fognatura cittadino, senza far diventare la città una cloaca. Per una pratica tutta particolare, di cui nessuno conosceva né l’origine né l’utilità sociale, le motociclette, i furgoni, le autovetture, già "padroni" della strada, sostavano tranquillamente sui marciapiedi: ... possibile che solo lui, avesse impedimenti, nell’arte della levitazione? E che cosa dire, poi, a parte qualche parolaccia al loro indirizzo, di chi, fumando, gli passava dinanzi, costringendolo a prender parte a quel rito; invano, aveva cercato di spiegare a dei fumatori, che era stato "programmato", esclusivamente, per respirare aria pulita, e non, aria viziata, da cui eventualmente, con particolari processi di depurazione (per i quali, non ricordava di possedere né l’hardware né il manuale di istruzioni) ricavarne la materia prima per i suoi polmoni. Nel condominio dove, per sua sfortuna, abitava, da quando, arbitrariamente ed in danno agli altri, una parte dei condòmini aveva installato degli apparecchi elettrici che sparavano come missili gassosi, tutto ciò che veniva prodotto all’interno (bagni, cucine), senza preoccuparsi di incanalare e filtrare quelle preziose miscele, che così generosamente venivano donate agli altri, respirare era diventato un lusso, per cui, lui … povero illuso doveva proprio dimenticarselo! Per non parlare, poi, di quanti asserivano di essere proprietari di porzioni di edificio, e si rifiutavano di dimostrarlo con l'atto pubblico di acquisizione della proprietà; i cortili ed i lastrici solari, i vani scala ... (le aree condominiali, insomma) non vengono mai visitati dalla guardia di finanza, fortunatamente per i disonesti che li usano come loro quando sulla carta risultano condominiali, e non vi pagano le relative imposte, nei vecchi condomini, succede questo ed altro! Ricorda ancora la sua sorpresa, quando alcune studentesse, lo chiamarono per vedere se si intendeva di impianti elettrici,in una situazione di continui blackouts che interessavano la loro zona, e vide che il loro, pur con l'interruttore centrale spento, continuava a fornire corrente per una parte delle prese e degli interruttori di luce dell'appartamento; incuriosito ne parlò con un perito elettronico che conosceva e questo gli confermò l'impossibilità naturale della situazione, e come ciò fosse possibile solo con l'illegale allaccio con chi forniva l'energia elettrica, per la parte funzionante nonostante la chiusura, o con una sempre illegale situazione di aggancio ad un altro contatore, probabilmente ignaro del parassita ... La cosa peggiore, però, riguardava i rifiuti, tutti i rifiuti, tutto ciò che si buttava via, spesso senza alcuna considerazione degli altri, chiaro sintomo della cecità interiore di quelle persone ... Nemmeno le lamentele di alcuni ragazzi, sulla pulizia delle vie cittadine, davanti al sindaco, in un programma televisivo trasmesso non molto tempo addietro, avevano prodotto risultati apprezzabili. E, così, neppure adesso che non era più adolescente, era riuscito a rispondere a quella domanda; sentiva, però, che era sulla strada giusta, per riuscire a farlo. Non sapeva, invece, quanti saltelli e quante apnee sarebbero stati necessari, per arrivare, più o meno vivo, alla fine di quel percorso: ... il mondo dei grandi, così come si presentava ai suoi occhi, non era quello in cui avrebbe voluto ... vivere, operare, camminare, interagire … fare … in una sintesi! Pigmentazioni. "... E ... che ognuno di noi la vede troppo ... diversamente ..." "Non discutiamo delle diversità ... parliamo di reciprocità ..." "Conosci qualcuno ... più democratico di me ...?" "Non scherzare su questi temi, ci si deve rivolgere all’altro ponendosi su di un analogo piano relazionale, pur riconoscendo l’oggettiva differenza, altrimenti, va da sé che ci si considera migliori, superiori, o quanto meno, se si preferisce vederla in un altro modo, che si considera l’altro peggiore, inferiore ..." "Il fatto è che il pensiero è una questione di sensazioni ... non puoi nascondere, se non altro a te stesso, che una cosa non ti va ... emergono, dalla superficie di noi stessi, dal nostro intimo, ci caratterizzano ..." "Sta di fatto ... che non puoi, per tutta una serie di ragioni ... imporre ciò che tu ritieni giusto agli altri, ricordi il concetto di democrazia? Puoi proporlo ... puoi dire la tua , è un tuo diritto, rientra nella tua libertà di espressione ..." "Eppure, io credo che al di là di noi stessi, vi sia un cielo ed una terra e che non si possa mettere l’uno al posto dell’altro ..." "Purtroppo si può... con le parole si può fare questo ed altro ... per questo, forse, si parla tanto ... io, per esempio, non sono mica sicuro, come te, che esista Dio, l’eternità ... e compagnia bella ..." Già, e compagnia bella! Quei pensieri che l’avevano accompagnato in tutti quegli anni di parziale solitudine, tutto teso a trovare in se stesso, o meglio ancora in quella parte di se stessi che non appartiene alla materia, che non ha fine, che è eterna, il senso della vita, inevitabilmente connesso con quello della verità. Com’era potuto succedere, nel corso dei secoli, che qualcuno avesse potuto credere di rendere un culto a Dio, con l’omicidio? Come era stato possibile, per degli esseri umani pensanti, accettare una menzogna ... così evidente? "E, poi, non ci pensare, non ti mettere, sulle spalle, il peso del mondo, dài credito anche agli altri, sembra che non pensino, che non ragionino, non è così, magari, non sono abituati a confutare il proprio pensiero, dando per scontato ciò che invece potrebbe non esserlo, ma, abbi fede, per dirla alla tua maniera ..." "Vorrei crederti, ..." "Se, scopri che ho ragione ... me la paghi la pizza?" "E, tu ... se scopri che ho ragione io, vista la differenza di prospettive, sei disposto a comprarmi tutta la pizzeria?" "... Mi è passato l’appetito!" Riflessi ... rossi. "No, è un convincimento comune, errato, a mio avviso." "Come ... errato?" "Vediamo se mi riesce di spiegarti il mio punto di vista, tu hai un fratello che ha meno anni di età di te, ci siamo, fin qui?" "Eh, certo, è infatti più giovane di me, questo è proprio quello che ho detto io ..." "No, allora ... non ci siamo, non ci comprendiamo ..." "Come non ci siamo, mi pareva che fosse tutto così chiaro!" "Un attimo, seguimi, il dato oggettivo, o quanto meno un dato oggettivo è che lui ha meno anni di età di te, o se si preferisce vederla, dall'altro lato, tu hai più anni di età di lui ..." ..." "Cristo ... e non è quello che io sto dicendo da almeno mezz'ora, "Ma vuoi lasciarmi finire di fare il quadro della situazione?, ..." "E vediamo questo quadro ... speriamo che non sia una cornice vuota, ..." "Allora, quando sei nato tu, seguimi bene, eh?, Quando sei nato tu ... la matrice, chiamiamola così, per identificare la questione di cui stiamo discorrendo, i tuoi genitori, la parte maschile e quella femminile da cui sei nato, erano o no, più giovani di quando in seguito, hanno dato luogo alla nascita del tuo fratello minore di età, e che tu, come tanti, come un po' tutti, consideri più giovane? Voglio dire ... i tuoi genitori non erano forse più vecchi di età quando hanno fatto nascere il figlio più giovane? Mi stai seguendo nel discorso?" "Eh, come non ti sto seguendo? Eh, va bene, è ovvio ... erano più vecchi, avevano un'età superiore, maggiore, va da sé." "Quindi tu sei nato partendo da una realtà fisica e psicofisica più, come dire, giovanile ... rispetto a quella da cui è nato ... il tuo fratellino ... più giovane ..." "Sì, certo ... si potrebbe anche vedere così, non mi sembra esatta come inquadratura della questione, ma, si potrebbe vedere, anche così ..." "Ora, è chiaro che stiamo parlando di un punto di partenza, né di un dato cronologico, inconfutabile, né di una realtà soggettiva non verificabile, cioé tuo fratello ha chiaramente meno anni di età di te, e potrebbe essere più giovanile per una sua propensione, mica si rimane ciò che si era alla nascita, non dimentichiamo ciò che noi per primi realizziamo." "In definitiva ..." "In definitiva, le realtà oggettive, come pure quelle soggettive, non si escludono a vicenda, comunque sia, se da un lato è poco importante chi o quanto sia più giovane tra te e tuo fratello, dall'altro è comunque un qualcosa di cui si prende atto, in vario modo, e nient'altro ..." "Non credo che mio fratello mi darebbe ragione se cercassi di presentargli questo punto di vista." "E tu non presentarglielo ... non è poi, così importante, è solo un qualcosa che, eventualmente, può costituire un punto di riflessione sulla relatività delle cose, del tempo, sulle prospettive del pensiero ... dell'analisi delle cose ..." "Però, la prima volta che mi dà del vecchietto ... gli faccio questo po' po' di argomentazione ..." "A me vengono i brividi al pensiero dei pasticci che riuscirai a tirare fuori spacciandoli come argomenti seri ..." "Tranquillo ... ho capito tutto, è tutto sotto controllo: ... la matrice era più fresca quando sono nato io ..." "... Sì, e lo yogurth o se preferisci la pizza sono venuti meglio ...: una sintesi può uccidere un discorso che invece ha bisogno di espandersi per trovare una propria collocazione, una propria dimensione espositiva ... comunque ha ragione tuo fratello quando dice che sei un vecchietto, non pratichi sports, non frequenti quasi nessuno, sei un vecchio Orso!" "Mi hai ferito con queste parole ... adesso, per riprendermi, mi apro una confezione di miele da mezzo chilo e me la mangio tutta da solo, senza offrirne a nessuno ... ho bisogno di dolcezza io, non di parole aspre ... vediamo dov'è, no, eppure era qui, ne sono certo ... dov'è il barattolo del miele?, Oh, E' sparito ... ne sai niente tu?" "Chiedilo a quel pozzo senza fondo del tuo stomaco dove si trova quella montagna di calorie, ..." "Eh, quanta severità, ... che ci posso fare io ... se mi piace la montagna, eh? ..." "La montagna di che cosa? Una montagna di calorie?" "Eh, a me quella montagna, piace!" "Dio ... e io che ti sto pure ad ascoltare ..." "Non ho fatto io, la stessa cosa con te, con le tue cazz***, Dottore?" "Argomenti ... di un livello, a cui tu hai difficoltà ad accedere, prego!" "Prega, prega ... e chi ti disturba, a me interessa trovare il barattolo del miele, una fetta di pane e sono a posto ..." "Insomma ... come un cane dopo che ha mangiato! ..." "Che ... è colpa mia se a te non piacciono gli animali?" "No, certo che no, è solo che ..." "E' solo che ... la nostra base è diversa, io sono come quei cibi semplici, rustici ... poveri ... tu come quelli complicati, con passaggi e sottopassaggi di questo e di quel tipo, eppure, sono sicuro di non averlo consumato ... ma, dov'è il miele?" "Lascia ... questa volta tu non c'entri ... so io dov'è finito!" "A me non interessa sapere dov'è finito, il cibo è fatto per essere mangiato, io o tu è la stessa cosa, a me interessa sapere quand'è che cominci a farla tu la spesa, a spendere di tasca tua ..." "Dettagli ..." "Eh, visto che sono dettagli, vai dal dettagliante e ... compra il miele ... oh, quello di montagna, di castagno, quello di millefiori è troppo gentile, troppo delicato ... per un orso, come me ..." "Hai ragione, devo smetterla di chiacchierare e fare la mia parte!" "A me basta che compri un barattolo di miele, possibilmente di castagno, ma tu se non ci fai un dramma dietro ogni cosa ..." "Davvero, sono così complicato?" "Se te lo dice ... la tua immagine allo specchio, ci puoi credere!" ", Quindi ... tutto il miele che scompare, continuamente (quei bei riflessi ramati, talvolta ... dorati ...) sono io che lo faccio fuori?" "E che cosa ... vuoi fare, accusare me ... lo specchio?" "... Se ... non ... è... proprio ... proprio ... vietato ... sì, insomma, se la cosa non scandalizza nessuno ... io, un pensierino ce l'avrei fatto ..." "Te lo dico io che pensierino dovresti fare ..." "Dimmi ... ti ascolto, lo sai che sono un tipo ... riflessivo ..." "Scrivi a ... come si chiama quella trasmissione televisiva ... ah, Chi l'ha visto? ..." "... E, perché? ... Chi o che cosa starei cercando, di grazia?" "I tuoi, (ed anche i miei, purtroppo!) ... addominali: non ricordo di averli mai visti!" "Hai, sicuramente, dei problemi di memoria ..." Roby: Omega 10. "Per favore, non insistere!" "Che cos’altro potrei fare?" "Lo sai che il protocollo, al riguardo, è chiaro!" "Che cosa ne può sapere, un"file", di me?" "Non essere infantile, anche se ciò, era previsto, hai passato un tempo eccessivo, sulla luna, ora, sei un omega 10, mi sembra ieri che ti facevo i miei migliori auguri come alfabeta 1, ma, credo che sia arrivato il momento per te di avere il cambio, di tornare sulla terra." "Non sono sicura di volerlo fare, ..." "Ci ammutiniamo, eh? … Roberta ..." "Chissà!" "Avrai delle cose da fare, nei prossimi momenti, fai con calma, ma, preparati a scendere, … lo sai che dietro a questa missione ci sono degli studi, delle ricerche." Ok, scusami, hai ragione, non so che cosa mi abbia preso." "È tutto nella norma , anzi, sei quella che, nel complesso ha reagito meglio … su, preparati: so che non ami il clamore, va bene non ne avrai, ma, preparati, la ricerca deve andare avanti, ..." "È vero … e, forse, è meglio così, sì, ho voglia di rivedere la vecchia e cara terra ..." "Così mi piaci, è qui che ti riconosco, lo sai che, comunque, dovrai rimanere in osservazione, per un certo periodo." "Sì, Ok … Ok, è vero, allora, mi preparo, digito il codice di fine sessione … ecco qua" "Perfetto! … Non vedo l’ora di rivederti, di stare un po’ con te, dopo tutti questi mesi, così, per parlare del più e del meno" "Discorsi matematici?, …" "Spiritosa …" "Ti lascio … e lascio anche la luna …" "So, come ti senti, e, anche se io non sono riuscito ad arrivare al tuo grado credo di capirti." "Sì, lo so … ora, però, devo proprio lasciarti, ci vediamo non appena sarà possibile, ciao ..." "A presto, Roby." "Ok …" Si domandava perché se la stesse prendendo tanto a cuore. Lo sapeva sin dall’inizio che non sarebbe potuta rimanere: la sua era una fuga da un luogo, piuttosto che il viaggio in un altro. La missione a cui aveva preso parte, tutta sola soletta, lei, la tecnologia e la sua forza d’animo, era finalizzata a capire le modifiche che potevano verificarsi, in ambito fisico e psichico, in chi rimaneva, in quelle particolari condizioni, per un certo lasso di tempo, variabile, ma con un limite che lei aveva raggiunto con la stessa facilità con cui … respirava! Aveva imparato a giocare a biliardo con il tempo, in una pallina spaziale che, senza il sole, non sarebbe stata in grado di far vedere le buche del suo pietroso tappeto. La tranquillità non era data, tanto, dal luogo, quanto dall’assenza di conflitti … certo, gli mancava la terra e le persone: non tutta, però, non tutte, comunque. Sapeva che il computer stava verificando che ogni cosa fosse al proprio posto; la navicella, e la tuta spaziale che lei aveva ribattezzato "Pandora", per la necessità di tenerla chiusa, senza far uscire il contenuto … altrimenti, addio speranze. Non era un bel posto la luna, ma, sapeva, che nell’animo umano vi erano deserti ben maggiori, luoghi più spogli. "Broccolo", questo era il nome che aveva dato alla struttura, per via del colore ambientalista, la richiamò a quell’istante: "Sei pronta, …?" "Sì, lo sono … Ok, sono pronta!" "Procedura inversa … Luna -> Terra!" Di lì a pochi giorni avrebbe ripreso a correre tra le piante, gli alberi, a sentire il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli. "Ok, arrivo Terra, aspettami, non te ne andare, ... eh?" Non si sentiva, neanche un rumore: l’astronave utilizzava l’attrazione esistente fra i due sistemi, per rientrare … gli sembrava di essere un granello di sabbia nello spazio, ma lì, c’era pace e quiete … c’era la vita, insomma. The blue stone. Aveva ripreso a stare all’aria aperta, o per meglio dire, all’aperto. Dal balconcino della sua abitazione, poteva, in una particolare economia di spazio da far invidia ad un contorsionista, aprire una sedia pieghevole, sedersi, senza poter distendere troppo le gambe, poggiando le braccia e la rivista che intendeva leggere sul bordo del parapetto, prendere un po’ di sole sugli avambracci e, togliendosi di tanto in tanto, come pausa ristoratrice, gli occhiali da vista, anche sul viso. Si conosceva così bene da sapere che se non alternava la lettura con dei voli di fantasia, quello studio si sarebbe fermato sulle dune che ergevano come monti nel deserto dell’ignoranza. Trasportandosi momentaneamente altrove, era come se facesse emergere un’oasi in quella grande distesa di cose a lui per lo più sconosciute, e spesso di non facile comprensione. Una volta che si era rinfrescato, dissetato, riposato, quel sole non era più così pesante da sopportare, e la sua pelle, la parte più esterna dell’apprendimento, cominciava ad avere i segni di un’abbronzatura conoscitiva, quasi una patina d’esperienza, di consapevolezza di cui non si poteva più fare a meno nel contesto tecnologico in continuo sviluppo, e dal quale si era sottratto, o fors’anche non vi si era mai avvicinato in passato, poiché per un lungo periodo della propria esistenza tutte le sue energie, il suo pensiero, il suo tempo, li aveva convogliati in un’unica direzione, in un unico luogo … all’interno di sé. Riprese la lettura, compiaciuto anche per il fatto, ancor più certo, quando non lo osservava attraverso le lenti fotocromatiche, che ne alteravano la reale portata, che stava preparandosi epidermicamente all’estate, al mare … certo, non doveva sollevare la camicia, altrimenti, qualcuno avrebbe pensato a lui come ad un operatore edile … un muratore, insomma … per via dell’abbronzatura parziale … da lavoratore, come preferiva considerarla, nel tentativo, inutile, di giustificarsi … Quando, molti anni addietro, aveva iniziato a scrivere, trasportato in quella dimensione da una multiformità di elementi, da una pluralità di considerazioni, non pensava di arrivare alle conclusioni di vario ordine e grado a cui era pervenuto, suo malgrado, sulla scrittura, sul pensiero, sulle persone, sulle genti … Quando pensava alle parole, ancorché egli si occupasse di fantasia, di racconti, di storie immaginarie, diversamente da chi si occupa di materie tecniche, di cronaca, od altro, le vedeva come costruzioni di sensazioni, spaccati artificiosi della sua esperienza, del suo sentire, del suo essere, … Eppure, prendendo atto, come spettatore esterno particolare, di quanto alcuni avevano scritto, in ispecie chiamando in causa Dio … qualunque cosa si possa intendere con questa parola, non poteva non percepire, l’amaro sentore … Era un autore … eppure, per seguire ciecamente un suo collega, un uomo che aveva realizzato dei testi, e che ne attribuiva il contenuto non già a se medesimo ma a Dio stesso, tanti e tanti uomini, nel corso di diversi secoli, rinunciando alla facoltà prìncipe, degli esseri umani, avevano ucciso, e continuavano a farlo, ancor oggi, obbedendo, come bestie irrazionali, ad un oscuro comando, e, cosa ancor più grave, credendo, nel fare ciò, di rendere un culto a Dio … come se Dio … il principio della vita, rinnegasse se stesso! The blue stone 2. Erano passati circa dieci minuti da quando la sirena dell’ambulanza aveva cessato di suonare, proprio sotto di lui. Era chiaro che si doveva trattare di qualcuno che abitava nei pressi, e come sempre in quei casi, quanti abitavano nelle vicinanze, mossi dalla curiosità, si erano affacciati nelle finestre, nei balconi, e quella che sino ad un istante prima era la sua isolata spiaggia, in cui prendeva il sole sugli avambracci e sul viso, nel balcone di casa sua, al quarto piano di un condominio, in compagnia di … una bella rivista, era, improvvisamente diventato … il mercatino del martedì mattina … con un numero sempre crescente di persone che di certo non si erano ritrovate lì per prendere il sole o per parlare di politica. Sentì aprirsi la porta, alle sue spalle, mentre la persona con la quale viveva, in quell’appartamento, visibilmente scossa, gli comunicò ciò che, a quanto sembrava, tutti oramai sapevano, al di fuori di lui. "Si è sentita male … l’inquilina del piano di sotto … è per lei che hanno chiamato l’ambulanza … poveretta …" "Gli sarà scoppiato il fegato … con tutto quello che si mangiava, alla sua età … per non parlare del fatto che il suo odore di cucina, assomigliava di più all’odore del nostro WC ... e ..." "... e, smettila! … Sì, certo esagerava … una donna di più d’ottant’anni, era tornata ad ingrassare, com’era tanti anni fa … forse credeva di ritornare giovane mangiando come una ventenne …" "Un cavallo ventenne … e, poi, era una persona che non mi piaceva … dispettosa, bugiarda, il prototipo di tutto ciò che è brutto …" "In ogni modo, ... ora è davanti a Dio …" "Come … davanti … a … Dio …?" "Eh … così ho sentito … era passata la figlia … e, non avendo avuto risposta, né al citofono, né al telefono … alla fine è entrata … e …" "E … non si lasciano da soli gli anziani! … Anche se sono loro i primi a volerlo e facendotelo capire in tutti i modi che amano starsene da soli … solo che, da soli, non hanno freni … e non vedono il tempo che passa, o meglio, non lo vogliono vedere … mah … d’altro canto … non gli si può stare addosso ventiquattr’ore su ventiquattro … ognuno ha la sua vita da vivere …" più …" "La figlia ha chiamato l’ambulanza, ma non è servita, non serviva "Certo che a volte la vita è curiosa … e, in ogni modo, senza cambiare discorso … quella, di certo, non è davanti a Dio … come l’ha vista, Dio, l’ha subito cacciata … ne sono sicuro … Via da me, tu che hai commesso solo iniquità!, ... Mi sembra quasi di vederlo, non solo di sentirlo … raramente mi è capitato di vedere ed incontrare persone false e malvagie come … la persona di cui stiamo parlando …" "Non sta a noi giudicare … anche se, con noi, non si è comportata molto bene … mi sono sempre chiesta perché lo facesse …" "Perché non credeva in Dio … il fatto, poi, che andasse regolarmente in chiesa, non dimostrava alcunché … adesso, però, i dubbi su Dio gli passeranno, anzi … gli sono già passati … beh, io continuo a prendermi un po’ di sole … la vita continua …" "E, beh certo … chi lo avrebbe mai detto?, Chi ci pensava, chi se lo aspettava …" "Conosci qualcuno che se lo aspetta? Sappiamo tutti che quel giorno verrà … ma, preferiamo pensare ad altro … quella, ad esempio, pensava a fare dispetti … adesso, sarà nel posto che merita …" "Un po’ di misericordia non guasta …" "Essere certi che chi opera il male … finisca laddove ha origine il male … non vuol dire non avere misericordia, altrimenti, si potrebbe affermare che Dio non ha misericordia … altra cosa è credersi migliori o superiori di quanti incontriamo nella nostra vita, lo sai che penso che si può essere migliori o superiori solo a se stessi … comunque, io voglio continuare a prendermi il sole, magari leggendomi questa rivista …" "Eh … va bene …" "Non sono insensibile a questi eventi … ho, solo, dei tempi e dei modi diversi da quelli di tanti … ho bisogno di valutare le cose, le persone, gli eventi … a freddo … lontano dal momento in cui li ho conosciuti …" "Buona lettura e buona abbronzatura, allora …" "Sì …" Non era certo di come si sentiva in quel momento, e non era sicuro di poter valutare obiettivamente il flusso di emozioni e di sensazioni che lo attraversavano, disordinatamente. Sapeva, solo che il suo cammino era, sempre lungo, ed il suo passo doveva necessariamente poggiare su qualcosa di più solido della comune e troppo spesso gratuita stupidità umana. Sapeva, altresì, che non sempre il cielo era limpido, celeste, terso … qualche volta aveva il colore della tristezza, ma, dentro di sé avrebbe sempre trovato il terreno che egli stesso aveva contribuito a realizzare, passo dopo passo, attimo dopo attimo, battito dopo battito … quella particolare pietra che non nasce nella terra, ma, dentro ognuno di noi, e ci caratterizza e ci identifica … ai nostri occhi, agli occhi di Dio … ed in una certa qual misura, anche agli occhi degli altri … The blue stone 3. Si sistemò alla meglio, non vi era alcun dubbio che, sia per leggere sia per prendere un po’ di sole, esistevano dei sistemi più ortodossi, che … sedersi in un balcone, che si estendeva dalla facciata del palazzo per non più di un metro, per una lunghezza, (Oh, non state a mettervi a discutere, su quale dei due lati, di questo terrazzino sia quello lungo e quale quello largo, ché altrimenti, la prossima volta me ne vado al mare a prendere il sole ... ok?) non superiore ai tre metri … gerani compresi! Da un punto non troppo distante sentiva pervenirgli un pianto sommesso, dei singhiozzi, la morte aveva bussato alla porta di una persona, che conosceva, ed anche se, a suo modo di vedere le cose, non vi aveva trovato la vita, aveva assolto il suo compito di notifica … Si era sempre chiesto, in quel caso come in altri, se gli interessati si fossero mai messi di fronte alla vita eterna, pensando, tra l’altro, a quel momento; … di certo, il loro modo di condurre l’esistenza, tra le menzogne ed i dispetti, lasciava dei seri dubbi che credessero in Dio … e questo, qualunque cosa, ognuno di noi, possa intendere, con questa parola. Riprese la lettura, con il chiaro intento di allontanare il pensiero ineluttabile della morte, antitetico, se non accompagnato da quello dell’eternità, con il desiderio dell’esistenza … Nel corso degli anni aveva acquisito una capacità tutta particolare di ironizzare sulle cose, che in gioventù non conosceva, e che di certo lo aiutava a superare i momenti di difficoltà. Gli veniva in mente ciò, a ragione dei testi che stava analizzando, prendendo in visione, negli ultimi diciotto mesi, in materia di computers, sistemi operativi, e quant’altro fosse collegato alla materia, e che non poteva fare a meno di far passare attraverso il filtro dell’umorismo, anche solo per rilassarsi. "Daemon … in ambiente Unix/Linux, un programma di sistema – la cui esecuzione rimane spesso nascosta agli occhi dell’utente comune – e che si occupa di fornire un servizio … in Linux, sono contemporaneamente in esecuzione molti demoni … ohi, ohi, ma qui si parla di un sistema operativo o del condominio dove abito io?, ... Boh, si occupano di gestire la connessione di rete, il caricamento dei moduli del Kernel, di effettuare il log degli eventi e così via … eh, adesso sì che è chiaro! Se non fosse che mi sono appassionato alla materia, la cache … i computers hanno la cache, questa parola ha un suono che in taluni dialetti, può ricordare quella cosuccia che fa capire che è passato un cane, in zona ... … e questa ha pure più livelli, (virtuosismi?) ... anche i marciapiedi della città in cui vivo, ce l'hanno hanno ... ma, noi non lo scriviamo nella pubblicità … eh … ci sono pure i crackers ed i biscottini … qualcuno si prende la briga di portarci il thé, per favore?" Anche il continuo prendere appunti, era più il bisogno di interrompere, di fare una pausa, piuttosto che la mera necessità di fare il punto di una situazione cui mancavano troppi … punti di riferimento. Da oltre la porta, alle sue spalle, che immetteva nella sala da pranzo, nome altisonante della camera dove loro, per lo più, consumavano le ore davanti al televisore, gli arrivava la voce del giornalista che comunicava le notizie di cronaca. Oramai, da mesi, fra i vari argomenti, vi era fisso, quello del conflitto tra coloro che credevano di rendere un culto a Dio con l’omicidio e quelli che credevano, non i soli per la verità, nella terra di Dio … dei padri, come se l’anima, scevrata dalla materia ne fosse ancora … ancorata! Era con fatti del genere che lo prendeva, maggiormente, la tristezza, cui riusciva a far fronte solo attraverso il convincimento che, cercando dentro se stessi, nella propria porzione di infinito, si sarebbe, ancor più, percepito il senso della vita, disgiunto, inevitabilmente, dal senso della morte … Anche qui, in questa dimensione di dolore, aveva con la fantasia dato un nome al luogo in cui entrava, quando le circostanze, le situazioni, gli eventi della vita lo coinvolgevano, distraendolo dal suo desiderio di quiete, di serenità, The blue stone … la pietra blu … e, sapeva che era la sua fede nel Cristo, in un Cristo interiore … che gli permetteva di camminare in un terreno solido, nonostante le tante occasioni in cui, doveva prendere atto dell’irrazionalità umana, della malvagità, della stupidità … Si aprì la porta, permettendo così al suo interlocutore di relazionare con lui,: "Le hai sentite le notizie del telegiornale?, ... Quelli continuano ad ammazzarsi tra di loro …" "Forse un giorno qualcuno gli farà comprendere che stanno rinunciando a capire per obbedire ad un autore … che è poi, di fatto, diventato il loro Dio, forse, un giorno, magari i loro figli … li porranno dinanzi alla verità, e non potranno non vederla, rimane, solo, da sapere, quante lacrime, ancora, solcheranno il volto di Dio … nel vedere gli uomini uccidersi l’un l’altro, nel suo nome!" The blue stone file. L’estate se ne stava, lentamente, andando ed i freschi attimi del mattino, visto che alla notte lasciava il suo naturale compito di giaciglio del sonno, trasportavano nella stagione che precedeva l’inverno, e nella quale era nato, con quei colori che avevano, per lui, un particolare sapore, che il suo animo riconosceva ed apprezzava, non solo fisicamente, ma, più propriamente, nell’anima, la sua anima, con quella propensione per l’eternità che talvolta lo rendevano, senza un’effettiva ragione, inviso agli altri, o ad almeno ... qualcuno di quelli che a vario titolo, in vario modo, potevano rientrare in un ipotetico capitolo titolato ... degli altri. E, poteva anche comprendere il fatto che non sempre era facile seguirlo nei suoi discorsi, così diversi, così personali, ma era il rifiuto aprioristico, il mancato dialogo, quell’atteggiamento così innaturale, eppure diffuso, a lasciarlo amareggiato, confuso, perplesso … Ultimamente, parlando con un amico, aveva espresso la sua opinione sui mussulmani e su Maometto, dichiarando con tutta semplicità ed onestà ciò che pensava di loro: "Uomini che uccidono per obbedienza … ad un suo collega, sì, perché, per chiunque volesse sinceramente ed interiormente vederlo, sentirlo, viverlo con la propria anima … Dio (e, qui, si soffermava, solitamente per ribadire "qualunque cosa si possa intendere con questa parola" … visto che a lui non era dato di disgiungerla da concetti come … spirito, verità … vita eterna) … Dio ... non poteva aver mai detto ad un uomo "Uccidi gli altri uomini … ché così ti dò la vita eterna …", non poteva averlo detto, e quindi attribuirglielo era … un chiaro ed inequivocabile falso ideologico!" Pur nella semplicità di quegli argomenti, aveva notato in chi aveva di fronte, una certa qual inspiegabile titubanza, facilmente riconducibile al fatto che non si era mai posto, evidentemente, quesiti di tale natura. Naturalmente … invece, con la sua vocazione specifica, fin da ragazzo, inevitabilmente, vedeva e sentiva sorgere dal suo interno, domande del tipo … È veramente questa … la verità? Od io mi sto muovendo, obbedendo ad un mio simile, che quindi chiaramente pongo ad un livello particolare, che per esemplificazione possiamo chiamare … Dio? Innegabile il suo trasporto verso contenuti del tipo "Cercate la verità …" oppure "Cercate ciò che non perisce, ma dura in eterno", chiari inviti a condurre il pensiero oltre la dimensione della materia, oltre la terra, oltre il relativo … Era però preparato a ciò, lo preparavano altre parole, che aveva fatto proprie nel proseguo della sua esistenza, non passivamente assorbite, quasi non avesse una capacità intellettiva decisionale, ma attivamente comprese e che riguardavano l’atteggiamento che avrebbero avuto quanti non avevano fatto quel percorso interiore, e, osteggiamento, derisione, ostilità, avversione … erano cose a cui era abituato; per questo, quando incontrava chi … gli offriva"un bicchiere d’acqua", un … sorso di serenità, di tranquillità, si fermava a riposare … pronto a riprendere il suo cammino, che sapeva … per alcuni versi … solitario. Ad ogni buon conto, era piacevole scambiare due parole anche con chi non riteneva completamente validi i suoi argomenti: ed in quella propensione al dialogo, alla comunicazione, all'ascolto … percepiva maggiormente la presenza di Dio, come di uno spirito onnipresente, uno spirito di vita e non di morte … Ed allontanava il pensiero, reso verosomigliante, per alcuni versi, dalla stupidità umana, che fossero stati gli uomini a creare Dio, e non viceversa. Un pensiero però, condiviso, se attraverso il medesimo si voleva cancellare la capacità universale all'intelligenza, la capacità insita in ognuno di comprendere e rapportarsi con l'esistenza, di vivere la propria vita, senza esserne schiavi, e men che meno schiavi di un altro essere umano... o di altri esseri umani, che brandivano testi e strumenti di morte, in luogo di verità che vanno oltre la vita, la materia, il tempo, e che vengono comunicati attraverso il suono di una parola ... che non uccide, non inganna, ma conduce oltre la soglia dell'immanente, nella sede dello spirito, di ciò che è eterno, ossia l'eternità, ove saremo tutti noi, un giorno, e dove il male non può entrare, essendovi spazio solo per la vita e non anche per la morte, aldilà del relativo ... al di fuori della materia. Queste ed altre cose ancora, le ripeteva, tutte le volte che le circostanze lo ponevano in condizione di farlo, con il chiaro intento di dire che Dio … non è nei testi scritti dagli uomini, ché gli autori sono solo questo … autori di testi, e che non conviene farli divenire … il nostro Dio; ... alcuni, poi, si erano apparentemente distaccati da questa realtà, rimanendo disgustati da come veniva rappresentato, posto che in fin dei conti, toccava alle persone, dentro se stesse come pure fuori, dare una forma a ciò che è, in effetti, solo spirito ... solo, accompagnato dalla verità ... che gli uomini se vogliono, sanno vedere, in ciò che è scritto nella loro anima, pulita magari dall'inchiostro degli altri uomini, visto che la scrittura non serve a fare schiavi, ma a liberare il pensiero ... Lui, però, questo lo sapeva da sempre … forse, per questo motivo, per dare il suo contributo in tal senso, scriveva … perché sapeva che la scrittura era importante, serviva ad invitare al pensiero, null’altro che questo … invitare a pensare, … invitare a cercare la verità, per non essere schiavi di altri uomini, cui, per il fatto di asserire di parlare per nome e conto di Dio, istintivamente si riservava un ruolo ed una dimensione superiore a quella della vita, di cui noi tutti, uomini e donne siamo elementi, rappresentanti, cellule, creature, che possono comprendere la creazione e sentire il creatore attraverso la propria anima, che comunica direttamente con l’infinito, e quindi, con la vita eterna. "Te lo ripeto, il mio giudizio sul mondo islamico è globalmente negativo! Maometto non ha, mai, a mio avviso, per quella che è la mia personale opinione, per ciò che ritengo io, né veduto né udito alcun Dio, certo, però, l’idea di mettersi sullo stesso piano di Dio, attraverso una sorta di rappresentanza "testuale", ossia a mezzo testo sacro o della conoscenza, della saggezza, della verità, dev’esser stata una tentazione a cui non ha saputo resistere … dopotutto, chi potrebbe dimostrare il contrario di ciò che dice? … La semplice constatazione che il contenuto del corano non ha alcunché di veritiero, niente di onesto, nulla a che vedere con la vita, che qualsiasi essere umano degno di questo nome inorridisce di fronte a certe parole, a certi contenuti, più vicini alla morte che alla vita, alla menzogna che alla verità, questo lo potrebbe dimostrare?, Dàgli un nome ed un volto, e vedrai che i seguaci della falsità e della morte, faranno di tutto per metterlo a tacere! … E, dimmi, quanti conosci disposti a mettere a repentaglio la propria vita per testimoniare, con la parola, che Dio è spirito e vita, e non menzogna e morte … tu, dimmi, … quanti ne conosci?" La pietra, la sua personale pietra, un angolo di mondo un pò più triste e più scuro di quello in cui amava realmente vivere, e nel quale era costretto a muovere i suoi passi, in taluni momenti, e che aveva ribattezzato, simpateticamente ... the blue stone, sembrava sorridergli, mentre gli scendeva una lacrima sulla guancia. Lui e le sue fantasie si parlavano, spesso, felici l’uno dell’esistenza dell’altro, com’è d’uso, fra i viventi! "Grazie di esistere, piccolo uomo!" Walther Walker. La porta scorrevole che, oramai, guardava con sufficiente distacco, viste le volte che entrava ed usciva da quel posto nell'arco della giornata, sembrava animarsi di nova vita, di nuova energia, nuovo interesse. Aveva con sé tutto il materiale relativo agli ultimi mesi, gli appunti che dovevano prendere una forma digitale composita, una certa qual presentazione, e che le continue verifiche, i continui controlli, non davano mai il tempo di veder camminare con i propri piedi, le proprie gambe, come ogni lavoro finito, concluso ... Erano troppi, però, i pensieri, le cose che gli attraversavano la mente, e non tutte relative al proprio compito, al proprio lavoro ... non direttamente, almeno, anche se sapeva che, prima o poi le stesse cose sarebbero riemerse, visto il suo naturale interesse ed avrebbero dato il loro contributo ... "... Walther ..." "... Oh, mi hai preceduto ..." "... Non riuscivo a rimanere a casa, ..." "Ti capisco ... è da molto tempo che conosco questa sensazione..." "... È ... il gran giorno ... mi pare ..." "Mah, chi può dirlo ... ora comincio a rivedere il materiale ..." "Non hai ancora finito?, Credevo ..." "Sì ... sì ... ho finito, è tutto a posto... è solo che ho qualche dubbio sulla forma, non sulla sostanza ... come si dice chi vede il figlio vede il padre, la forma parla della sostanza ... la scrittura dice ciò che si pensa ... e, purtroppo io non sono uno scrittore ... mi sembra un po' zoppa la forma, ed anche se so che è meglio claudicante che niente ... vorrei aggiustarla ..." "A volte faccio fatica a seguirti ... questi tuoi trasporti nell'antico, come dici tu ... mi lasciano perplessa, forse perché so che, poi, sai anche camminare nelle novità con una speditezza che lascia indietro gli altri ..." "Sono fatto così ..." "... Curati! ..." "Ma dài ... finiscila ... "Futura" ... sembra che per te il passato non esista ..." "... È ... o, può essere un ladro del futuro, o se preferisci del presente continuo ..." "... Mah ... ognuno ha le proprie idee ... comunque io devo finire la relazione, mi dài una mano?" "Naturalmente ..." "... Grazie! ... Ad ogni buon conto ... manca poco ... solo una spolveratina ..." "Ho capito! ... Quando c'è da fare le pulizie ... spolverare o che ... non ti pare vero che qualcuno ti dia una mano ..." "Non essere così drastica ... si tratta di pochi attimi ... è quasi tutto su supporto ottico e controllato ..." "Meno male ... fra meno di due ore ... c'è l'incontro con ..." "Solo due ore? ... ma non ce la farò mai ..." "... Com'era il titolo di quel film? ... Mai dire mai ..." "Io preferivo i telefilms della serie ... Mai dire sì!" "... Non li ricordo ..." "... Eh, io sono un po' più vecchietto di te ..." "Te l'ho fatto notare poc'anzi ... per me il tempo è un po' ... ladro ..." "... Donne ..." L'autore, ☺ biografia essenziale. Canu Gualtiero Giovanni nasce a Sassari, l'undici Ottobre del 1959. Orfano di padre dal 1962, morto in un incidente ferroviario avvenuto nella zona di Voghera, viene cresciuto assieme al fratellino Giulio, dalla madre Antonia, bidella o come si dirà in seguito operatrice scolastica in un istituto di scuola media superiore. Sin dalla adolescenza, ricerca una solitudine introspettiva, un desiderio di silenzio e di quiete che gli permettano di comprendere la propria dimensione di pensiero, il proprio io esistenziale; frequenta, comunque, l'istituto tecnico commerciale della propria città natale, e si diploma ragioniere. Iscrittosi nella facoltà e corso di giurisprudenza, non porterà avanti gli studi, trasportato dalla fantasia, ed anche dall'hobby del disegno (quando riesce ad esercitarlo), sempre al di là del contingente, dell'immanente. Ancor oggi, a chi gli chiede, avendo più di quarant'anni, che cosa faccia nella vita, per vivere ... lo guarda come si guarda un U.F.O., e con una battuta, od un abbozzo di giustificazione che non convince alcuno, cerca di portarsi oltre, e, laddove non riesca con la parola ... ringrazia sempre il cielo, per avergli dato delle ... buone gambe! Detto in altri termini, cercando se stesso. si è dimenticato del particolare che ... vive in una società, e non nella Terra della Fantasia, così, pur rimanendo attaccato al suo desiderio di scrivere e disegnare, attualmente, vaga, dopo aver seguito un corso di “Office Automation, multimedialità ed internet” ed aver ottenuto una qualifica di “Operatore di Call Center”, come pure superato i sette esami previsti per il conseguimento dell’European Computer Driving Licence – (E.C.D.L.), facendo credere che è seriamente impegnato nella ricerca della propria indipendenza economica attraverso il lavoro. Quanto sopra riportato deve servire a far comprendere non tanto la persona, quanto, come ebbe a dire una simpatica Tutor di uno degli ultimi corsi seguiti, con un proprio giudizio, il personaggio che è divenuto attore di se stesso. L'autore, però, rimane fermamente convinto delle proprie capacità creative, anche se il numero di coloro che condividono questa opinione non richiede l'utilizzo di un calcolatore elettronico per essere quantificato … il vecchio e sempre valido paio di mani (Quelle famose sottratte all'agricoltura …) è più che sufficiente. Sarà il tempo, con tutta probabilità, a dimostrare se si è di fronte a velleità o propensioni artistico-letterarie. *** Questa è una semplice riedizione dell’opera, già presente in internet, nel sito dell’autore, dal febbraio 2003. Questo libro è dedicato a chi ha capito che la vita non finisce con la materia e che lo scopo di un autore è liberare la propria fantasia e, se possibile far nascere la discussione su determinati argomenti al fine di promuovere il pensiero. Un sincero grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere le pagine da me scritte, e quelle che scriverò in seguito. Mi scuso sin d’ora per eventuali errori di battitura ed altre inesattezze. Ci vediamo nel Web! Se utilizzate i motori di ricerca, mi trovate facilmente … almeno spero! A tutti … Grazie di esistere!