Questi racconti …
sono già stati pubblicati, in internet, con il titolo, appunto di
Ciottoli di Ruscello.PDF.
Canu Gualtiero Giovanni
Ciottoli di Ruscello
Titoli dei racconti
Questi racconti .................................................................................. 1
Abitudini. ............................................................................................ 3
Ad Ovest della stagione. ................................................................... 6
Al di là ... di qua. ................................................................................ 8
Alterchi familiari. ............................................................................. 10
Blackout! .......................................................................................... 12
Boschi, giardini, … deserti! ............................................................ 15
Dopo cena, … per digerire … facciamo due passi, con
l’armatura? ....................................................................................... 18
Due etti d'affettato di ... lingua! ...................................................... 21
Il calamaio e la penna...................................................................... 24
Il cowboy. ......................................................................................... 27
Il mantello e la spada. ..................................................................... 29
Il mare ... ........................................................................................... 31
Incontri foranei................................................................................. 34
Influenze ... ....................................................................................... 37
La fuga. ............................................................................................. 41
La macchina ed io. .......................................................................... 45
La sedia vuota.................................................................................. 47
Mobbing............................................................................................ 50
Percorsi di guerra. ........................................................................... 53
Pigmentazioni. ................................................................................. 56
Riflessi ... rossi. ............................................................................... 58
Roby: Omega 10. ............................................................................. 62
The blue stone. ................................................................................ 65
The blue stone 2. ............................................................................. 67
The blue stone 3. ............................................................................. 70
The blue stone file. .......................................................................... 73
Walther Walker................................................................................. 77
L'autore, biografia essenziale.............................................................. 79
Abitudini.
"Non ti ho fatto attendere molto?"
"No, il tuo solito ..." ironizzò, senza troppa convinzione, e neppure
eccessivo entusiasmo.
"Iniziamo?"
"Sarebbe … il caso …"
Aprì velocemente il registro, verificò il lavoro fino a quel
momento svolto: doveva recuperare il suo ritardo, così cronico, da non
essere, più nemmeno percepito come una sua caratteristica, ma, un
qualcosa di ambientale, di naturale.
"Lo so, non ho scusanti ..."
"Non farlo … allora."
"... riuscirò, mai, ad essere puntuale?"
"Non saresti più … tu …"
"Eppure, me lo sono riproposta … così tante volte"
"Considera questo, fra le tante cose, che puoi prendere in
considerazione, siamo ad un mese, dall’inizio, così come previsto dal
calendario, della primavera … beh, come vedi, non è ancora arrivata! E,
stiamo parlando della primavera!"
"Magari, non è, proprio, la stessa cosa."
"Sono più le persone che dipendono da quest’evento, che quelle
che dipendono, anche solo metaforicamente, dalla tua puntualità; chi ne
risente, se arrivi in ritardo?"
"Se … escludiamo te!"
"Se escludi me, aumenti il tuo ritardo visto che ti freno un po’, se
non altro …"
"Vero, e, mi dispiace, veramente, davvero!"
"... Tu sei capace di arrivare ... il giorno dopo!"
"Su, non esagerare!"
"Non l’ho fatto …"
"Capito! … Iniziamo la verifica dei parametri."
Per le successive ore, le parole non sarebbero servite, se non
poche, laconiche, tutte tese ai pochi chiarimenti resi necessari dalle
pratiche che si andavano svolgendo.
"Tutto questo?"
"Sai … il lavoro si accumula ..."
"Finirò a mezzanotte!"
"No ... se non perdi tempo ..."
Il tempo, perché si divertiva a farla sentire, in ritardo, sempre
comunque, dovunque?
Come la settimana precedente, ad esempio; aveva saputo che un
suo parente era stato ricoverato in ospedale, poca roba, ringraziando
Iddio, ed aveva promesso a suo figlio, che sarebbe passata a trovarlo,
compatibilmente con i propri impegni.
Quando, finalmente, riuscì, come si dice in questi casi, a fare un
salto, in ospedale, scoprì che era stato dimesso da due giorni!
Trafelata, perplessa, confusa … non ebbe, anche, l’infelice idea di
ribattere, alla notizia di dimissione, che l’infermiera gli dava con fair
play professionale, con il suo fare abitudinale, con quel rispondere
istintivo, nativo, del momento.
"Non vedete l’ora di buttarli fuori … eh?"
Quella, invece, sicuramente abituata ad avere a che fare con
un’umanità varia e multiforme, non mostrò, esteriormente, particolari
segni d’offesa, quindi, si aggiustò gli occhiali sul viso, come a voler
aggiustare un’immagine sfuocata, e chiuse, così, la loro fugace
discussione.
"Sicuramente, lei, non stava parlando dei nostri pazienti, ma di
qualche cos’altro, forse, vado con la fantasia, visto che non la conosco …
alludeva ai sacchetti d’immondizia che giacciono, dimenticati, nel
terrazzino di casa sua, nel terrore totale di chi è costretto a dividere lo
spazio con lei"
"Io, sono, solo, passata, a trovare un mio parente."
"Sicuramente, saprà che non abita qui … vada a trovarlo a casa
sua, magari, gli farà piacere … chi può dirlo?"
Prendere a testate il muro che noi stessi ergiamo, non serve poi, a
molto, vero?
"Sì, ha ragione e, mi scusi, in realtà, ce l’avevo con me stessa, sono
sempre in ritardo!"
"È sempre in tempo per migliorare … ora, mi scusi, anche lei, per
poc'anzi, devo proprio andare … tante cose belle! …"
"Anche a lei ..."
Ad Ovest della stagione.
"… Desidera?, …"
"Sei panini, e … una di queste, una … pasta dura …"
Gli piaceva il sapore del pane che sentiva in quel locale, e nelle
immediate adiacenze … fresco come sinonimo di caldo … e, per quanto
non fosse uno, amante delle cose del passato, l’antico panificio del borgo
era una presenza dei tempi andati che non gli dava alcun fastidio, anzi,
non lo sentiva, neppure superato, come invece era avvenuto per tante
altre cose …
"Ecco … Ecco a lei …"
"Grazie … e … Buona Pasqua! …"
"Grazie, anche a lei … e grazie, ancora ..."
Uscendo dal negozio, infilò la mano nella busta e portò via un
pezzo del prezioso alimento … si guardò attorno: tutti presi dalle proprie
faccende, da ciò che dovevano portare a termine, nessuno faceva caso a
quel ragazzone ultraquarantenne, che consumava un pasto, seppure
modesto, lungo la via … in mezzo alla strada … come fosse un bambino
…
Tanto, era il suo appetito che, avrebbe consumato l’intero panino,
ma si trattenne, pago di averlo assaggiato.
Con il dorso della mano si pulì la bocca, anche questo un gesto
non propriamente … maturo … da adulti … da grandi …
Procedette con un passo altalenante, verso l’edicola del paese, un
luogo che, fin dalla sua adolescenza, rivestiva un ruolo importante, per
lo svago, la cultura, l’informazione …
Doveva acquistare il mensile d’informatica, quello che trattava gli
argomenti con facilità, adatto quindi anche a lui, non troppo addentro
alla materia.
Ultimamente, lo aveva incuriosito la novità degli ebooks, ossia i
libri elettronici, beninteso, nel loro possibile utilizzo, nella loro utilità,
ferme restando le sue lacune in relazione al software ed all’hardware, ai
programmi quindi ed alle parti meccaniche.
Pensava, alla dimensione, in cui era nato e vissuto, del libro, di
questo grande strumento, e gli sembrava di vedere i colori del tramonto
di quella stagione …
"Oh, eccoci qua … nella mia edicola preferita …"
"Bella prova … c’è solo questa in paese …" "Questo è un dettaglio
… ti dispiace se do un’occhiata in giro? …"
"Accomodati, prego …"
"Sto cercando qualcosa … questo, l’ho già preso … questo è troppo
complicato per me … oh, forse questo … tutto sull’ebook …"
"Ebook … link … Ram … bit … basic … Dio, come rimpiango la
mia infanzia, in campagna …"
"Eh, sì … è un universo a parte, io mi trovo un po’ disorientato, se
non fosse per queste riviste, non ne saprei proprio niente … certo che
questo libro elettronico, per chi come me è abituato al vecchio e caro
testo cartaceo …"
"Eh … non lo sostituirà, comunque … come si farebbe altrimenti?
…"
"Eppure, è come una sensazione … probabilmente mi sbaglio …
certo un testo che ti trasporta in un altro, come ho letto, che scorri
facilmente, e chissà che cos’altro si potrà fare in futuro…"
"… Le lampadine elettriche, pur con la loro importanza, hanno
forse diminuito quella del sole? …"
"Curioso, questo paragone … ci voglio pensare su … prendo
questa rivista … chissà che non mi chiarisca le idee …"
Al di là ... di qua.
D’istinto, come prima reazione, ebbe quella di passare dritto, pur
sapendo che quelle persone non volevano, realmente, niente, da lui;
niente che potesse rientrare tra le cose che gli potevano venir sottratte,
in un modo oppure in un altro.
Ma, seppure fosse di fretta, qualcosa lo frenò, lo fece rallentare,
gli fece arrestare il passo.
"Le posso lasciare questo?"
"Sono in ritardo … ma, sì ... me lo lasci …"
Aveva riconosciuto la grafica dell’opuscolo, e quindi, anche ciò di
cui si trattava; lo sfogliò, continuando ad allungare il passo, più per
allontanarsi dal punto in cui si era fermato, che per l’effettiva necessità
di arrivare puntuale.
Fra le innumerevoli domande che si era posto, nel corso della
propria vita, non ultima vi era quella del perché fosse necessario
identificarsi, partendo da una medesima, o quanto meno analoga base,
per opposizione agli altrui atteggiamenti in una determinata materia,
che per un'effettiva, ed eventualmente omologa, capacità costruttiva.
Ciò, lo lasciava interdetto, poiché in questo modo, ognuno si
proponeva per ciò che lo differenziava dagli altri, come se la propria
ragione d’essere fosse questa, e non invece altrove.
La sua benevola predisposizione verso l’arte gli permetteva di
apprezzare i pregevoli disegni che erano stati inseriti in quasi tutte le
pagine, ed in qualcuna, con maggiore generosità, quasi fosse stato
compreso che anche il tratto grafico era una forma di scrittura, ancorché
richiedesse all’interlocutore, al lettore, una conoscenza che non poteva
essere trasmessa dagli altri, dai propri simili, vertendo la stessa nel
campo animistico, nella dimensione dell’anima, in quel quid che
caratterizza, generalmente, ma, ancor più specificamente, ogni singolo
individuo, ogni singola anima.
Nel passato, si era fermato, con altri del medesimo gruppo, a
discutere di religione, per la sua propensione alla discussione intorno
alle cose.
Ed aveva così scoperto che ciò di cui parlava lui era un credo, una
fede, un pensiero intimamente ed individualmente formatosi, mentre ciò
di cui discutevano questi erano le altrui opinioni, gli altrui credi, le altrui
fedi, ed il cui insieme prendeva il nome, appunto, di religione.
Beninteso, non che egli si fosse formato prendendo come base se
stesso, al contrario, la base da cui partivano era la medesima, Il Cristo …
solo che lui, al fine di comprenderla in una forma che non risentisse di
appesantimenti materici, l’aveva portata dentro di sé, lasciando che
fosse il tempo, non già quello relativo, a dargli le risposte di cui la sua
anima aveva
bisogno, consapevole, appunto, della transitorietà di ognuno, nel
tempo in cui nasce, nella realtà in cui vive …
Leggendo ... il materiale fornitogli, non poteva non prendere atto
delle pesanti àncore di quella che secondo gli autori del testo doveva
essere una nave che serviva a portate i pellegrini, dalla terra del No a
quella del Sì, per voler sintetizzare pittorescamente il tentativo
letterario.
Come anch’egli sapeva, scrivere, non era proprio una passeggiata,
e camminare sulle acque, ossia levitare al di sopra dei costrutti umani
che trattavano della profondità dell'anima, senza finire per annegarvi …
beh … nemmeno questa, era, proprio una passeggiata, a meno che non si
avesse una grande fede ... interiore, una fede che nascesse nell'eternità,
anziché nella terra ... che nascesse ove non vi è la materia, ove non vi è la
violenza, ove non vi è la menzogna ... ove un giorno, forse, vi saremo
anche noi ... se abbiamo cominciato ad esservi sin da adesso, sin d'ora ...
sin da qua!
Alterchi familiari.
Affermare che in quel momento aveva il volto cupo, ombroso,
irato, era come effettuare una minimizzazione della realtà.
Aveva sbattuto con forza il telefono, e, per la verità, se avesse
seguito, sempre il suo istinto, non sarebbe stata l’unica volta in cui lo
avrebbe fatto.
Vi era, però, un limite ad ogni cosa, e quello della sua pazienza,
era stato oltremodo superato.
Avrebbe tanto desiderato una maggiore tranquillità, invece di
quella ininterrotta serie di arrabbiature, la cui origine si perdeva, se non
proprio nella notte dei tempi, almeno in quella, più personale, dei suoi
tempi migliori.
Quell’ipocrita modo di fare le cose lo mandava in bestia, e gli
faceva desiderare di chiudere le porte della sua esistenza al mondo
esterno, per rintanarsi, come un animale ferito, nell’antro dorato della
sua solitudine.
Con il passare dei minuti, pian piano la frustrazione aveva ceduto
il passo ad una condizione di calma artificiale, impostagli dalla sua
natura più autentica, rimanendo, solo, la percezione acida di un
mnemonico rigurgito.
Era il viso che tradiva l’assenza di serenità: si girò su se stesso,
avvicinandosi all’impianto telefonico per reinserirvi la spina.
Si diresse, quindi, verso la sua camera da letto, per cambiarsi i
vestiti: si infilò un jeans, una felpa, e le scarpe da ginnastica … il suo
abbigliamento preferito, semplice, spontaneo, adatto alla bisogna.
In quel momento aveva bisogno di muoversi, di scaricare quella
rabbia residua.
Chiuse la porta, mentre il trillare del suo apparecchio domestico,
sembrava volerlo riportare all’interno della casa.
Si incamminò, sapendo che gli sarebbero stati necessari diversi
chilometri di strada, per smaltire la tensione.
Vi erano delle volte che avrebbe mandato la famiglia a quel paese,
per l’egoismo e l’insensibilità che taluni componenti mostravano, senza
tanti complimenti.
Ma, era tanto facile, quanto inutile, e la considerazione cristiana
degli altri, che consisteva nel vederli come fratelli, faceva ben
comprendere che in tempi molto brevi, "quel paese" sarebbe, facilmente,
divenuto… qualcosa di più vasto, enorme, pazzesco … la più grande
metropoli del mondo!
E, a lui non piacevano le grandi città, preferiva le realtà più
piccole, i piccoli centri, dimensioni queste, nelle quali si sentiva più
intimamente collegato, meno prigioniero del prossimo, dell’arroganza,
della prepotenza, dell’egoismo di cui ognuno può essere latore, solo che
taluni lo riversano senza pietà su quanti si vengono a trovare sul loro
cammino, senza considerare alcunché, come animali che defecano ed
urinano lì dove si trovano, senza ritegno alcuno.
"… Io devo vivere la mia vita … come voglio io!"
Aveva urlato suo fratello.
"… Ti è giunta … laggiù, nei confini sterminati del tuo egoismo, la
notizia che la stessa cosa vale anche per gli altri? …"
E, giù la cornetta!
Non aveva senso, monologare … in due!
Blackout!
Le dita gli facevano male: per mesi interi non si era esercitato con
il proprio strumento musicale, la chitarra, e come ben sapeva, senza
esercizio non vi poteva essere alcun risultato … nemmeno il
mantenimento dei risultati già ottenuti!
Doveva, però, riprendere, nonostante le tante cose che lo
distoglievano da quella sua passione, a suonare e non solo a strimpellare
come stava facendo in quel momento: con la musica riusciva a
raggiungere una condizione di appagamento interiore che, altrimenti,
non poteva avere.
Di lì a poco si sarebbero uniti al suo "concertino" in tono minore,
altri due musicisti in erba; il suo amico Anastasio e suo cugino Andrea, e
sperava, conoscendo quest’ultimo, che non si fosse parlato di politica, di
tutto aveva bisogno meno che di quello!
Udì squillare il campanello, alla porta d’ingresso dell’abitazione,
eppure mancava ancora mezz’ora al loro appuntamento, anche se, uno
dei due era famoso per arrivare con … largo anticipo (largo, come il suo
girovita, ... e la sua comprensione!).
Trafelato, il corpulento Anastasio lo raggiunse.
"… Ohi, non ce la facevo più ad aspettare, com’è andata, l’hai
superata la prova, sei riuscito a dimostrare il tuo talento, le tue capacità?
… Ahiò, dimmi … su … come … ohi, mi siedo, un attimo, per riprendere il
fiato … allora?"
Smise di "arpeggiare", come ironicamente chiamavano il suo
modo di pizzicare le corde dello strumento, di farle vibrare.
"… Un blackout completo, non mi riconoscevo nemmeno io, non
mi sono più esercitato, succede sempre così, ed ho fatto la figura del
pallone gonfiato, dell’illuso, del montato … se ci penso!"
"Non fare così, tu hai delle potenzialità …"
"Sì, se mi esercito tutti i giorni, più volte al giorno, senza
smettere, magari facendomi a pezzi, suonando anche quando avrei
voglia di fare qualcos’altro, ho fatto la figura dell’imbranato … anzi,
peggio, sono stato uno sbranato!"
"Ci sarà un’altra occasione … e, Andrea?"
"No, non è ancora venuto, …"
"Allora, approfittiamone adesso, per suonare, tanto, poi, ti fa la
testa così, con la politica, che pezzo stavi eseguendo?"
"Guarda, gli accordi sono lì … sono contento che tu sia venuto in
anticipo, hai ragione, Andrea avrà sicuramente qualche argomento di
attualità che metterà davanti a tutto … anche alla musica, che pure gli
piace!"
"Forza, allora … diamoci da fare … fintanto che è possibile …"
Mezz’ora può durare a lungo o può durare poco, dipende da come
la si passa: quando la si passa … piacevolmente, … vola!
"Salve, ragazzi, mentre voi vi divertite, lo sapete che cosa succede
a due passi da noi?…"
"… Che arriva tuo cugino e ti rompe le scatole!"
"Scherza … scherza, lo sai che la comunità europea a detto di sì al
rientro dei Savoia? …"
"… E, chi se ne frega!"
"Come … chi se ne frega?, Quelli credono di essere dappiù degli
altri … quelli sono illusi di essere superiori …"
"Andrea …"
"Sì?, …"
"Anch’io mi credevo … superiore, quando ho dato il saggio,
stamani,ed ho fatto una figura che non ti dico! … neanche un bambino
strimpella così, bell’artista! … Ora, se voglio essere superiore a me
stesso, per me è questa l’unica vera superiorità possibile, devo lavorare
…. esercitarmi, confrontarmi … quindi, per cortesia, lascia la politica
fuori dalla porta e … suona!, Magari uno strumento e non solo il
campanello di casa!"
"Ma, come faccio? Mi vibra tutta la persona, è per colpa loro se …"
"Andrea, non è questa la sede … né il momento …"
"E, sia … ma la cosa non finisce qui!"
"Ecco bravo, falla finire altrove … qui si suona e basta … così mi
dimentico della figuraccia che ho fatto oggi, da mettersi le mani in testa,
io suono qui, io suono là … io questo, io quello … e, poi … il tonfo!… per
mancanza d’esercitazione ma, come glielo spieghi agli altri?"
"Non glielo spieghi, … l'arte si dimostra attraverso se stessa, e non
i giri di parole, così, ti alleni e glielo dimostri, con i fatti … ahiò! …"
"Ha ragione Anastasio … Ahiò! … muoviamoci!"
"Sì … ma, la Repubblica …"
"Lasciala dov’è, la Repubblica … che tanto non la tocca nessuno!"
Boschi, giardini, … deserti!
Incontrare talune persone è un po’ come allontanarsi dalla
propria dimora: … una sete d’infinito che, il nostro, da solo, non può
soddisfare.
Era così diverso quel pensiero dal proprio, seppure non antitetico,
che stentava a seguirlo, eppure, claudicante, tentava di muovere i primi
passi, in quel suolo così diverso.
"Se non ci credi tu, per primo, in te stesso, come puoi pretendere
che riescano a farlo gli altri, devi essere più positivo, più determinato …"
"Ed in una certa qual misura lo sono, solo, mi accorgo, nella mia
continua introspezione, che, per la verità, attendo il verificarsi di talune
cose, che io ritengo necessarie, dentro di me, e che, come dire, sembrano
non volersi mai verificare, non voler mai succedere …"
"Invece devi smettere di attendere, e fare! Gli altri lo devono
vedere, non sono te, non sanno ciò che tu sai o pensi di sapere, ma, se
riesci a farglielo vedere, ne devono prendere atto, quindi devi fare, non
aspettare, non si sa bene che cosa!"
Ascoltare quei discorsi, almeno in teoria più lineari e semplici dei
propri, lo portava, comunque, fuori, dalla selva ombrosa dei propri
convincimenti, di tutto ciò che era cresciuto, talvolta turbinosamente, e
si era avvolto in se stesso, nel percorso della sua vita.
Per la verità, un po’ si sentiva spaesato, non era abituato a quel
terreno così piatto, a quella facilità di camminamento, a tutta
quell’abbagliante luminosità, magari resa tale dal suo lungo eremitaggio,
eppure, non desiderava voltarsi indietro, come un bimbo a cui era stata
sottratta una materna presenza, un’ancestrale culla, un luogo, seppure
importante, nel quale, non diversamente dal ventre materno, non poteva
continuare a rimanere, se voleva prendere parte alla vita!
Lo spaventava un po’, e magari non solo un po’, quella logica
elementare, mentre per il suo interlocutore sembrava una semplice
condizione personale d’ordine mentale, un modo d’essere; quella
risoluzione, quella determinatezza, quell’immediatezza, non poteva
allontanare il pensiero che si potesse fare del male, inconsciamente,
inconsapevolmente, inavvertitamente. Lo assaliva il dubbio che si
potesse distruggere anziché costruire, senza una naturale decantazione
… dei propositi, senza prima fermarsi a… valutare, anche solo
interiormente, vista la differente valutazione delle cose che facevano le
persone …
"Stai, forse, facendo del male a qualcuno, stai forse rubando od
uccidendo?, No! … Stai, solo, muovendo i tuoi passi nel mondo, ne fai
parte, come tutti, e quindi è giusto che tu dica la tua, Tu devi avere il tuo
giardino, il tuo angolo di mondo, eh, mondo boia!"
"Certo sono considerazioni che voglio fare, non nego, però, che
tutto questo determinismo mi spaventa …"
"Insisti con quella fissazione del fatalismo?, ... Ma vedi di
piantarla!"
"È un dato di fatto … esiste, per talune persone è più importante
credere …"
"È, senza nulla togliere alla fede, anche più comodo …"
"C’è il rischio di passare da una condizione negativa,ad una
ancora peggiore, …"
"Questo potrebbe essere vero, se tu non avessi, già, degli ideali,
una base, ma, poiché così non è, smettila di rimanere nella stessa
situazione di quando hai iniziato, rendi vano tutto quello che hai fatto …"
"È … che mi fa paura il deserto … la mancanza di tutte quelle
piante alla cui ombra ho trovato ristoro, …"
"Ma, tutto ideali … e niente realtà dove porta?"
"Non porta, se si fa eccezione per se stessi … che non è, poi, una
grande consolazione …"
"Allora, esci dal tuo bosco, fatti il tuo giardino, in mezzo alla
gente, e non aver paura del deserto, quello esiste nella misura in cui lo si
vuole far esistere, un po’ come la tua boscaglia, bella folta, rigogliosa, ma
chi ci vive,dentro?, Tu solo?, Uhhh, che bel deserto! … Devi darti più
credito, se fossi vuoto dentro, crederesti in un deserto, ma, poiché così
non è … devi credere di più in te stesso, solo così riuscirai a dare il tuo
contributo nel mondo … nella società, ed un po’ anche a te medesimo!"
"È un discorso che continua a farmi un po’ di paura, ma,
riconosco che vi è un fondo di verità, certo che tu, Antonio, sei proprio
incredibile, hai fatto la stessa cosa lo scorso anno, parlando parlando mi
hai convinto a riprendere l’attività fisica, lo sport, dopo anni di vita
sedentaria, e per dirla tutta quanta … ne ho tratto un grandissimo
giovamento, veramente …"
"È per il fatto che sei stato positivo, che hai fatto, che hai creduto,
il resto è venuto come conseguenza, … non devi abbatterti quando non
riesci e devi andare avanti, né deserti né selve, ma giardini …"
"Me le voglio ricordare queste parole, le considero importanti,
speriamo, solo, che … il mio bosco, crescendo, com’è nella sua natura,
non si riprenda il suo spazio, …"
"… Il tuo spazio!"
Dopo cena, … per digerire … facciamo due
passi, con l’armatura?
Aveva sbattuto la porta con violenza, con rabbia, con disprezzo,
lasciando il giovane sbigottito, senza parole, con lo sguardo sgranato, e il
cuore che gli batteva forte, mentre, tutto avvolto da quell’atto
d’indifferenza, di prepotenza, di egoismo gratuito, percepiva appena gli
strattoni che la sua amica esercitava, tirandolo per il braccio,
nell’invitarlo a seguirla, ad andar via di lì, da quel posto, da quella
situazione, da quel …
"Eh?, ... e dove vuoi andare?, nella sede del partito? Ma ti rendi
conto che noi stiamo lottando, anche, per … delle bestie come questo
qui, che crede che il suo titolo di proprietario gli consenta di mettersi
sotto i piedi gli altri … ti rendi conto? …"
"Ora, non è il momento, sei troppo arrabbiato, per ragionare,
obiettivamente …"
"Obiettivamente?, Ma, mi stai prendendo in giro?, O che cosa, ?
Questo … maiale … che usa il suo diritto di proprietà, frutto dell’impegno
di tante persone che hanno lottato per garantirglielo, e che lottano per
tutelarglielo, lui lo usa in danno agli altri proprietari e non, residenti …
di coloro che gli stanno intorno e che evidentemente vede come un
fastidio, o per meglio dire, non vede proprio, non esistono per lui, tutto
preso da se stesso, hai sentito che cosa mi ha detto? … Che lui in casa sua
fa quello che vuole e chi non è d’accordo, gli faccia pure causa, se può
permetterselo finanziariamente. Hai capito, per chi stiamo lottando noi?
Uno del popolo … della società, che, per il fatto di avere qualche soldo in
più, (probabilmente in più di quanto meriterebbe) … si mette sotto i
piedi gli altri, e, senza ritegno elimina acqua sporca ed aria viziata così,
come meglio gli viene, l’una la butta nel terrazzino, anziché buttarla nel
WC, l’altra la elimina con l’ausilio di apparecchi elettrici, senza
incanalarla, senza filtrarla … costringendo gli altri a tapparsi in casa, o a
vivere immersi nella sua fogna! … Tanto gli studenti ed i disoccupati non
hanno diritti, devono subire in silenzio! …"
"Telefoniamo ai vigili urbani, …"
"L’ho fatto! … Lo sai che cosa mi hanno risposto quelli?, Che,
poiché il tutto avveniva all’interno del condominio, lo dovevo dire
all’amministratore, come, se, qui, nel condominio, esistesse una sorta di
extraterritorialità del diritto, delle leggi urbane, del rispetto delle
persone, delle cose, delle norme, dei diritti …"
"Ti sei ripetuto, ma, gli altri … che cosa dicono? …"
"Gli altri, chi?, ... Quando le persone si comportano come costoro
… come questi … Signori! … Non si possono, nemmeno più chiamare
persone … ma, complici … in tutta questa faccenda! …"
"E, all’amministratore, glielo hai detto? …"
"Fino alla nausea! … E, non per il gusto di farlo, ma, perché
evidentemente, il problema continua ad esistere, nonostante il vento … e
l’umana capacità di resistere … e, pensare che è pure laureato in
giurisprudenza, c’è da chiedersi a che cosa gli serva la laurea, se non gli
interessa che le leggi siano rispettate …"
"Dài, calmati … non sei in te, dalla rabbia …"
"Finiscila tu … non ci vado in sede, altrimenti vomito … per chi
lottiamo?, ... Per queste bestie? …"
"Cerca di calmarti, dovresti vederti …"
"Gesù, avrò la pressione a tremila! …"
"Se riprendi a scherzare … è buon segno …"
"Senti! …"
"Perfettamente, da entrambe le orecchie … quindi, se vuoi
smetterla di urlare …"
"Scusa, tu non c’entri … è, solo che, se penso che stiamo lottando
politicamente … per queste … merde umane …"
"Il linguaggio, non è … il tuo bel solito modo di esprimerti …"
"Scusami, è che questi escrementi …"
"Ancora, …"
"OK, ... ok … chiedo scusa, ancora una volta, ma, la cosa non
finisce qui, altrimenti, a che cosa ho studiato a fare … per farmi
schiacciare dai peggiori?, No, davvero, voglio mettere giù due righe al
computer, voglio far sapere a tutti che ci sono persone che vivono nella
società pensando di non dover rispettare … i soci, gli altri, il prossimo …
convinti, per il fatto di possedere qualche proprietà, e, magari per il fatto
di avere un conto in banca che non debbano più rispettare niente e
nessuno … i diritti della persona sono i primi diritti gli altri vengono
dopo, senza nulla togliergli … si può discutere su tutto ma non su questo,
ne faccio una questione particolare, personale, di principio, di …"
"… Di' … quello che vuoi … ma, dopo cena …"
"Come, dopo cena, e, adesso, che cosa centra la cena, non ho
fame, me l’ha fatta passare questo … ma, come può venirti voglia di
mangiare proprio adesso? …"
"Lascia la tua tendenza a metterti l’armatura e a partire per la
guerra, a più tardi, dopo cena … ci aspettano … lo hai dimenticato? …"
"Oh, hai ragione, scusami, mi era proprio passato di mente, cosa
vuoi … con quello che è accaduto?, ... per colpa di quell’assassino di
urbanità, di civiltà, di rispetto …"
"Rilassati, si lavora meglio rilassati … se vuoi metterti al
computer e fare qualcosa di utile, devi rilassarti … o, digiterai solo tanti
… baubau …"
"E … sia! … Ma, una cosa leggera, una pizza con mozzarellina e
pomodoro, a stomaco leggero, si combatte meglio …"
"Meno male che ti sei calmato … (Dio, … come sei brutto quando
ti arrabbi ...)"
Due etti d'affettato di ... lingua!
"No, non quello, che ha un colore che non mi piace, l'altro
prosciutto, sì, quello!"
"Costa di più, Signora ..."
"Embé?, Mica devi pagarlo tu ..."
Poi, rivolta all'amica che si trovava al suo fianco.
"... Ma, lo sai che gli hanno chiamato per l'ennesima volta
l'ambulanza, ciuco, guarda, ciuco! ..."
Non faceva nomi: per le chiacchiere di quartiere, le più attuali,
non occorrevano.
"Un etto e venti, un etto e venticinque ... signora ..."
"Fai un etto e mezzo, anzi, fai due ... (oggi ho appetito!), ti dicevo,
Marì ... cotto, stracotto, una ricotta, insomma!"
"Eh, esagerata ..."
"Esagerata?, ma, pensa che puzzava talmente di alcool che
persino l'ambulanza andava a zigzag ... con il fiato stordiva anche
l'autista!"
"Oh, e finiscila, quanto sei chiacchierona ... capita a tutti una
disavventura!"
"Una al giorno?, Oppure un giorno sì ed uno no?"
"Ohi! ... quanto sei linguacciuta!"
"Altro, ... signora?"
"Sì, due spianate [è un pane tipico], ma ... fresche, eh? ... Che non
devo fare il lancio del disco!"
"Signo' ...e, qui, la roba è sempre fresca!"
"Non mi metto a ridere per educazione!"
"Giovà, non ti metti a ridere per paura che ti voli la dentiera,
come quella volta ..."
"Zitta, pettegola; dammi un pezzetto di formaggio stagionato ...
con il tempo, come me ... che il tempo fa buone le cose!"
"Eh, signora, formaggio di ottant'anni non ne abbiamo!"
"Oh, bellabé ... guarda che ne ho solamente settantanove, queste
commesse, non sono più quelle di una volta!"
"E meno male, questo, anziché un market, sarebbe un
gerontocomio!"
Gero ... che?"
"Eh, buonanotte! E, qui, siamo istruiti, che cosa crede?"
"Eh, certo, istruiti!, Come nel posto dove abito io, dove i più
istruiti sono anche i più ladri! ..."
"No, Signora, non dica così! ... E, poi, i suoi figlioli, se non ricordo
male sono diplomati, una, è anche laureata!"
"E si capisce! ... E questo, adesso che centra?"
"Il formaggio, Signo' ... stagionato al punto giusto!"
"Oh, basta così! ... e per oggi basta, anche, con le chiacchiere, oh,
fammelo bene il conto! ... eh, che l'ultima volta non mi hai convinto ..."
"Ma, signora!"
"Eh, ... ci vedette vecchietti e ne approfittate, questa è la verità!"
"No, signora, non dica così, che non è giusto!"
"Giovanna, è più facile, conoscendoti, che sia tu ad approfittare
della ragazza, ... vecchia volpe!"
"Ah, Marì ... eh, io ti voglio bene, ci conosciamo da una vita, ma
tu, così, mi indisponi, eh, sei una lavandaia!"
"E, smettila, non hai, mai, imparato come comportarti!"
"Una buona come me, oggi, non la si trova più ... guarda i giovani
di oggi!"
"È tutta invidia la tua, Giovà ... vorresti avere vent'anni!"
"Vent'anni di carcere ti diano, Marì!"
"E, allora, a te, quanti ne dovrebbero dare?"
"A me?, ... Un premio, mi dovrebbero dare!"
"Guarda che dico le cose tue ..."
"Vigliacca! ... E che cosa c'è da dire su di me?, Niente! ... Si rimane
muti ..."
"Eh, perché non si saprebbe da dove cominciare ..."
"Ah, ma sei in giornata, eh ... Maria ... ma, questi due etti di
prosciutto ... non saranno, com'è quella parola ... leggeri, tu che sai tutte
le parole, Marì ... non li sento, nella mano ..."
"Light si scrive e si legge lait ... ma, Giovanna, non ti farà male,
tutto quel prosciutto?, Lo sai che con l'età, la pressione alta ... mi fai
preoccupare, ... così!"
"Oh, ma che cosa hai capito?, ... Oggi viene a trovarmi mia figlia,
con quel tesoro di mio nipote, e, meno male che quell'antipatico del
marito deve lavorare, quello ha sempre da ridire!"
"(Come lo capisco!) ... Allora è per gli ospiti il prosciutto, ho
capito! ... Mi stavo preoccupando, eh, bisogna metterli a proprio agio, gli
ospiti, così, vengono più spesso!"
"E che cosa centra, il prosciutto? Loro vengono per me, per
trovarmi, per farmi visita, per vedere come sto, per parlare con me ...
allora, questo conto? È tutto ben incartato?, Non farmi fare brutta
figura!!!!!"
Il calamaio e la penna.
"Dai, dammi una mano, ho qualcosa per te, …"
"Posso sapere di che cosa si tratta?"
"Si tratta di te e di Paolo …"
"… Paolo? … In che senso? …"
"Nel senso che tu lo hai rimproverato d’essere insensibile alle tue
ragioni, alle tue necessità, alle tue, com’è che le chiami … momentanee
difficoltà …?"
"Bé, non è che sia proprio una bugia, come tutte le cose da’ luogo
ad interpretazioni differenti, ma questo che cosa c’entra?"
"C’entra … c’entra … perché, invece, non è affatto indifferente,
anzi, appena se n’è presentata l’occasione, si è ricordato di te … del fatto
che fossi senza computer … e te ne ha procurato uno usato, ora, però, mi
devi aiutare a portarlo a casa tua, non vorrai che faccia tutto da solo? …"
"No, certo che no … ma, dài, Paolo … ha fatto questo? Non sarai,
invece tu … il Babbo Natale della situazione?"
"… No, continui a giudicarlo male, ... Paolo è buono, non è un
cattivo ragazzo … è che anche lui ha i suoi problemi, cui deve badare, per
questo a volte sembra indifferente … ma non è così, ed ha voluto
dimostrartelo … su, bando alle ciance, me la dài o non me la dài questa
mano?"
"Ma certo … è che sono un po’ frastornato … non me lo aspettavo
questo gesto … da Paolo, poi …"
"… Ancora?, Te lo detto che è un bravo ragazzo … su, mettiamoci
al lavoro, che ci sono diverse cosucce da fare … per renderlo operativo,
oh, è chiaro che non è l’ultimo modello …"
"Oh, e chi si lamenta? È … che sono … non so che cosa dire, sono
senza parole!"
"… E, meno male che non fai l’autore … saresti disoccupato!"
"… Ho una curiosità che non sto nella pelle …"
"Io invece sto pensando ai quattro piani da fare …"
"Fai come me … lascia che siano le gambe a farli, tu … pensa ad
altro …"
"… Sarebbe una battuta? …"
"Come hai detto tu … se facessi l’autore sarei disoccupato …"
"… Ho … la macchina … a cento metri di distanza da qui …
andiamo, c’è da lavorare, non scappare!"
"… Non scappo … anzi …"
Non aveva molto da dire, la novità lo aveva investito, come
un’onda repentina, inattesa, lasciandolo sulla battigia dei suoi pensieri,
completamente bagnato!
Quando, lamentandosi, come si fa nelle più disparate occasioni,
aveva messo l’accento su quella che secondo lui era una naturale
indifferenza ai suoi problemi contingenti, si era lasciato andare, come si
dice in questi casi, ed aveva vuotato il sacco, con tutto quello che c’era
dentro.
Pur essendo coetanei, non si erano frequentati molto, avendo
Paolo, sin da ragazzo delle idee, delle ambizioni, totalmente differenti
dalle sue; era entrato in politica, ancora minorenne, quel suo cugino,
così vicino con gli anni e così lontano con il pensiero.
Lui, invece, in quegli stessi anni, se ne stava seduto, con un foglio
dinanzi agli occhi, una boccetta di vetro ed un pennino, cercando di
trasformare una massa liquida nera in qualcosa di più vicino alla natura
umana, con il suo hobby di sempre, il disegno …
Forse si era ripresentata la stessa situazione di allora; ora, però,
era suo cugino Paolo a prendere la massa oscura dei suoi rimproveri, e a
volergli dare una forma diversa, più umana …
"… Ma, davvero, Paolo … ha fatto questo?"
"… Se te lo sto dicendo … non è come lo hai descritto tu … è un
bravo ragazzo, alla prima occasione si è ricordato di te del fatto che non
hai computer, e nemmeno troppi soldi, …"
"… Bé, momentaneamente, …"
"… Sì, momentaneamente … lo stai dicendo da quindici anni …"
"… È … passato, tutto questo tempo?, …"
"… Sì, mentre tu te ne stavi nella tua cameretta … il pianeta ha
continuato a girare …"
Non aveva parole, anche perché non era abituato a ricevere dei
regali, particolarmente utili, come in quel caso, in quel particolare
momento …
"… Mi hai detto tutta la verità?, Paolo si è ricordato di suo cugino
… delle sue momentanee difficoltà …"
"… Ancora ci sei con questa storia delle momentanee difficoltà …
tu ci sei nato … difficile … fattene una ragione … e … impara ad usare il
computer, adesso non hai più scuse …"
"Dovrò ringraziarlo … e, magari scusarmi …"
"… Pensa a quello che devi fare con il computer … dimostragli che
non è stato un regalo inutile … i tuoi ringraziamenti glieli porto io …"
"… Grazie … Little John … è un pensiero che ho apprezzato
moltissimo …"
"… Un’altra cosa … non cominciare subito a scaricare programmi
dai CD-Rom … fai passare del tempo, e non dimenticarti che questo è
poco più di una macchina per scrivere … usalo per imparare …"
"… Ho già imparato che le persone possono, e non sempre
negativamente, riservarti delle sorprese …"
"… Ci vuole tempo e pazienza per conoscere le cose … e per
conoscere le persone … a proposito, tu … quanto ti conosci davvero? …"
"… Non potremo parlare d’altro … che ne so … di computer?"
Il cowboy.
Non era la prima volta che non riusciva ad andare avanti: si
accarezzò il viso, e percepì la ruvidezza di una barba che non veniva
rasata da almeno due settimane.
Quando, all’incirca un anno prima, aveva deciso di colmare le
vaste praterie della sua ignoranza in materia, e di condurre le mandrie
del tempo nei luoghi dell’apprendimento, sapeva che non sarebbe stata
un’impresa facile, nonostante l’ausilio di riviste e di fascicoli settimanali
specifici, che conducevano passo dopo passo verso l’uso del personal
computer.
Per anni, quando il suo vecchio amico Peter, aveva cercato di
coinvolgerlo nella sua passione per i computer, aveva trovato
l’argomento pesante ed inutile, e non riusciva a seguirlo in quello che
per lui era, solo, una sorte di cipiglio informatico.
Lo ricordava tutto preso da questioni "dure" come il BASIC o
l’MSDOS, un po’ come lo era, adesso, anch’egli, con sistemi ‘Demi Sec’,
mediamente meno aspri, come Windows nelle sue ultime versioni, che
aveva appena cominciato ad apprezzare.
Seduto sulla sedia, come se si trovasse in sella ad un cavallo,
disturbi alla schiena compresi, guidava attraverso la tastiera ed il mouse
i ‘files’ di testo, lungo gli spazi ‘formattati’ dei documenti elaborati con il
programma di scrittura.
Nonostante i suoi quarant’anni, ed oltre, di età, si muoveva con
l’inesperienza di un ragazzo, del quale ritraeva, negli atteggiamenti e nei
modi, l’entusiasmo, accompagnato dai limiti del neofita.
Conoscendosi, si era prefissato di arrivare ad un buon livello di
utilizzazione dello strumento, senza poter certo divenire un esperto, un
profondo conoscitore, un vero e proprio cultore dello stesso.
Lo attraeva la funzionalità del PC, il suo modo, non sempre per
lui così chiaro, di effettuare le operazioni dettate dagli input.
Dopo quasi un anno di ‘transumanza’, di viaggio in cerca di una
maggiore comprensione del fenomeno, aveva avuto modo di vedere,
seppure da una certa distanza, le cime innevate dei monti, a cui sarebbe
pervenuto, cammin facendo, nella successiva estate.
Ora, la cosa che sentiva maggiormente, era la fatica, la
stanchezza, il sonno …
Aveva bisogno di un caffè … e di staccare la spina, da quella
scrivania, almeno per un po’.
La polvere sollevata dalle tante cose che ancora non capiva, e che
si agitavano dentro di lui, lo ricopriva dalla testa ai piedi.
Mmmmm … fumante, con l’aggiunta di latte e miele, una gran
bella invenzione il caffè: il tragitto era ancora molto lungo, si rendeva
necessario rimontare in sella.
Un colpetto, sulla barra spaziatrice toglieva il ‘salvaschermo’ …
peccato non si potesse fare lo stesso con … le ‘sue mucche’!
Il mantello e la spada.
Puntuale, come neanche le stagioni dell'anno, era ripiombato
nell'inverno comportamentale, e sapeva che, per più giorni, sarebbe
stato male, arrovellandosi con scuse e giustificazioni che, seppur
obiettivamente valide, non avrebbero risollevato il suo spirito.
Perché, come pure era già successo in passato, non aveva recepito
quelle parole con maggiore disinvoltura?
Il "magone" pareva stringergli lo stomaco, comprimergli il cranio,
affliggergli il cuore, soffocare il respiro, schiacciargli il pensiero ...
Pur sapendo che quella persona aveva dei difetti, non ultimo il
suo modo di intercalare le discussioni, con quel "non hai capito",
ripetuto per più volte, riconosceva che, tutto sommato, non era cattiva
come invece era stata la sua risposta, articolata tra il serio ed il faceto.
Gli anni passati ambulando, con un piede nei sentieri del
quotidiano e l'altro in quelli della fantasia, lo avevano logorato, stancato,
reso irascibile.
"Non ricordavo che tu fossi così permaloso ..."
"... Addento e non mollo la presa ... peggio di un pitbull, quando
qualcuno mi tratta senza rispetto, a volte lascio passare del tempo, ma
non dimentico, aspetto l'occasione propizia, quando si ripresenta ...
morsico! ... Bisogna che quelli che offendono capiscano che chi lascia
perdere non è né scemo né insensibile, ogni volta che mancate di
rispetto a chi non vi ha fatto nulla, vi comportate come quelli che
trasformano un animale, che potrebbe essere affettuoso come un altro,
in una bestia ... quindi, non lamentatevi del comportamento bestiale di
chi vi sta di fronte, chiedetevi, invece, se, non avete, per caso, delle
responsabilità in merito ..."
Adagiò il capo sul palmo della mano: nel suo universo simbolico,
era come se l'elemento propositivo e quello ricettivo della sua anima,
intimamente uniti, in guisa di spada, avessero subito una separazione,
disgiungendo la natura del suo animo, portandolo, così, per un tempo
fortunatamente breve, nel caos emotivo.
Nei giorni successivi al fatto, era seguito, l'abituale dipanarsi del
filo della memoria di situazioni che, ancorché vicine cronologicamente,
lo avevano catapultato, molto lontano, in ordine allo spazio, in una sorta
di terra di nessuno, permeando quei momenti di amara consapevolezza.
Era stato triste, prendere, nuovamente atto che, era ancora in
grado di ferire, di far del male, nonostante l'esimente della legittima
difesa ...
Il freddo che sentiva non proveniva dall'esterno: si strinse le
spalle, mentre le emozioni si intrecciavano nella sua mente, tessendo il
mantello che gli serviva per superare l'inverno delle sue azioni, in attesa
di una primavera che lo avrebbe fatto rinascere ...
Il mare ...
Lentamente si stava ritirando, seguendo un rituale, un protocollo,
un iter cui era o sarebbe dovuto essere abituato!
Ed ogni volta a dirsi, a convincersi, quasi a ripromettersi che
sarebbe stata l'ultima volta che veniva colto alla sprovvista.
Se, sulla terra le maree erano determinate dall'influsso della luna,
negli esseri umani, il venir meno della propria battigia, di quello spazio
su cui camminare con spensierata baldanza, con infantile procedere, con
leggera innocenza, da che cosa era determinato?
Ci si ritrova stanchi per quella continua corsa, per quella perenne
fuga, a causa dell'avanzare inevitabile del mare, o esausti per l'enorme
quantità d'acqua ricevuta tra capo e collo, all'improvviso, senza un
apparente motivo, che non fosse il naturale e sempiterno movimento
delle cose.
Con l'unica consolazione di non essersi lasciati trasportare dalla
forza del mare verso l'abisso, verso ... la morte; riproponendosi, quanto
prima, alla prima occasione di andar via da quel lido, da quella spiaggia,
sapendo di non poterlo fare, a causa della propria passione verso la
pesca ... quell'abitudine, oramai quasi "antica" di buttare la lenza
nell'immensità del pensiero per vedere cosa ne saltava fuori, quella
volta; qualche volta era... una fantasia, un'altra una realtà sociale nelle
cui pieghe aveva visto i prodromi dell'asocialità, talvolta un angolo di
pathos, magari contornato di immagini, di colori, altre volte ancora ...
una stravaganza, oppure nulla, o l'equivalente, pensieri che erano
precursori di altri, preparatori, che lo lasciavano con un nulla di fatto,
ancorché dentro di sé sapesse che così non era!
Quante ore passate in quel modo, forse l'unico che conosceva di
passare, realmente il tempo, di vivere i propri attimi, anche quando,
stanco e disattento, non vedeva l'onda, non teneva conto della marea,
che lo investiva, come fosse solo una delle rocce della spiaggia, della
costa, della zona, del luogo, e non già... il vecchio pescatore, con il
proprio grado di stanchezza e non un grado di latitudine o longitudine.
Eppure, a volte, sarebbe voluto andare a vivere all'interno,
lontano dalla costa, lontano dal vento, dalle maree, dall'umidità, dalla
sabbia, lontano dalle voci del mondo, dai tanti pensieri, dalla stupidità
umana, dalla grettezza di tante piccole cose, tanti piccoli momenti che ti
si attaccavano addosso, come granelli di sabbia fastidiosi, cui solo una
doccia di solitudine riusciva a porre rimedio, pur lasciando ... umidi e
bagnati di isolamento.
Aprì la sua agenda, movimenti quotidiani a cui nemmeno più
faceva caso, le giornate più ordinate, più proficue si alternavano con
quelle più ... artistiche ... per usare una parola gentile, più caotiche, più
tormentate per cominciarle a chiamare con il loro nome.
Prese atto delle cose fatte, dei programmi del periodo; quella
sensazione di stanchezza e di fastidio eccessivamente presente lo stava
lasciando ... lo spazio su cui poteva camminare andava aumentando,
anche il sole si faceva maggiore spazio, fra le ultime nubi del giorno.
Avrebbe voluto trovare, fra le persone che incontrava, un numero
maggiore di queste che avessero avuto dentro di sé, i colori dei tramonti,
gli andirivieni delle maree, i susseguirsi delle stagioni, a dimostrazione
di come la vita non fosse stata vista come un percorso fra cunicoli ed
anfratti, lontano dal palpitar del vento e delle nubi, dal passeggiar del
mare, dallo scorrere dei giorni, che preparavano l'animo alla propria
dimensione ... quella leggera ed infinita, eterea ed immortale ...
Avrebbero compreso maggiormente la sua condizione, avrebbero
visto la loro, come non mai ... dall'esterno ...
"E, quest'appunto qui?, Oh, Madonna ... me n'ero completamente
dimenticato ..."
Anche la vita sociale di tutti i giorni aveva i propri colori, i propri
tramonti, le proprie maree ... era lui che non si trovava bene su quel
pianeta.
"Qual'era ... il numero di telefono ... dovrei averlo da qualche
parte ... è chiaro che gli devo almeno telefonare ... non sta bene, Cristo,
ma, dov'è quel numero? ... Quando imparerò ad essere più ordinato ...
oh, Dio ... lo so che ci si dovrebbe rivolgere a te per cose più importanti,
o almeno credo sia così ... vediamo sotto questi libri ... sotto queste carte,
sotto questi appunti, ma, da quanti mesi non metto ordine qui? ...
Vediamo ... mi pare che il fogliettino avesse questo colore ... se la
memoria fotografica non mi inganna ... sìììììììì ... ... Eccolo qui! Dio ti
ringrazio ... Oh beh ... tanto ormai è cosa nota che ho la testa fra le
nuvole ... l'unica è telefonare come fosse il giorno dopo, certo, ieri era
qualcosa come diciotto o diciannove mesi fa ... Pronto? ... Sono io ...
come stai, tutto bene ... sì?, Sì, è che ti dovevo telefonare per quella
questione ... sì, beh, lo sai che il mio tempo è un po' diverso da quello
comune, voglio dire ... sì, insomma, mi è proprio passato di mente ...
avevo la mente altrove ... non fa niente? Hai provveduto diversamente?
... Bé ... mi sembra giusto ... oh, ah ... vi siete poi sposati ... beh ... certo ...
voglio dire ... ne succedono di cose dall'oggi al domani ... Quindi, è tutto
a posto ... oh, aspettate un bambino? Beh ... congratulazioni ... avete già
pensato al nome? No, usate la fantasia, non vi manca di certo ... lettere
dell'alfabeto ce ne sono tante ... forse si può fare come ai file .. usare
anche i numeri ... o forse li sto dando io i numeri ... come, ci tenete che
venga quando nasce il bambino? D'accordo ... per quando è prevista la
nascita? Aspetta che me lo scrivo da qualche parte ... un attimo, no,
aspetta, è meglio che me lo facciate sapere quando nasce, qui i fogli si
muovono avanti ed indietro, tutti i giorni, un momento una cosa è in
supeficie, un momento è sotto, neanche il mare con i suoi continui
movimenti è così agitato come la mia scrivania; ... rimaniamo d'accordo
così? Grazie ... e scusami ancora ... Grazie, e ... ciao!"
Dio ... com'è faticoso camminare sulla battigia, quando è stata
interessata da poco dal passaggio dell'acqua ...
Non aveva più l'età per queste cose ... il mare è più indicato per i
giovani, e lui non lo era più!
Era arrivato il momento di mettere un po' d'ordine tra le sue cose,
o il mare un giorno o l'altro l'avrebbe portato al largo ...
Incontri foranei.
"… Giorno!"
Nel salutarlo, mentre si accingeva a salire le scale dell’edificio
condominiale, pensò che avrebbe fatto, volentieri, a meno, di questi
approcci di civiltà, così poco spontanei, consuetudini, spesso, al limite
dell’ipocrisia, finanche della falsità.
"Oh, buongiorno, è da così tanto tempo che non ti vedevo, che ho
finito per pensare che avessi realizzato quel tuo proposito di fuga, sì,
insomma, quello di andar via di qui, ti ricordi?, me ne avevi parlato,
quasi un annetto fa, hai, dunque, cambiato idea, rimani qua?"
"No, non ho cambiato idea, è, solo che, ancora non sono cambiate
le cose, non sono avvenuti quei cambiamenti, di cui, forse le ho parlato,
che avrebbero permesso la realizzazione dei miei propositi."
"Sai, come si dice … ‘Volere è potere.’"
"No, per me è un po’ diverso, il mio universo non è ciclopico"
"Ok, ed allora, se posso permettermi di chiedertelo, visto che in
una certa qual misura, siamo quasi degli estranei, che cosa pensi di
fare?"
"Ho paura che dovrò, ancora, aspettare."
"Vent’anni di attesa … non ti sembrano abbastanza?"
"Non che io ami aspettare"
"Non ami aspettare, ma, non ami, nemmeno, assumerti le tue
responsabilità"
"Non lo semplificherei così, non credo sia questo"
"Viene, però, il dubbio"
"Non è un dubbio costruttivo, non porta da alcuna parte "
"Ad ogni bon conto, considera che vivi in una famiglia, che sei in
una società …"
"Sì, è una cosa che mi sono sentito ripetere, tante volte,
ultimamente, insieme a qualcos’altro di un po’ meno gentile, un po’
meno carino …"
"Ti meraviglia ciò? …"
"No …"
"Stai andando a chiuderti in te stesso, ora? …"
"E’, forse, meglio, chiudersi negli altri?, …"
…"
"Devi avere delle qualità, se hai sempre una risposta pertinente
"No, è un’abitudine, quella di non accettare, passivamente, ciò
che viene dall’esterno …"
"Però, accetti, passivamente, ciò che ti viene dall’interno?"
"Ho delle alternative?"
"Non le hai?"
"Un tipo introspettivo, come me, da molta importanza a ciò che
gli viene da dentro …"
"L’esterno, non rappresenta alcunché per te?"
"... gli altri! … Altre, differenti, realtà interiori che si
esteriorizzano, come, forse, vorrei riuscire a fare io, con me stesso …"
"Mmmm, le tue, hanno tutta l’aria di essere ambizioni …"
"Se si prende il significato più autentico della parola, senza
caricarlo di aggettivazioni inutili."
"Mi sei, sempre, sembrato, come dire … un tipo che si rintanava,
per timore o fastidio del mondo, a sentirti, però, sembri, più uno che
abbia fatto una scelta di vita, e che, forse, attende, di poterla collocare,
fra le tante realtà esistenti, come una chiara affermazione della propria
vitalità, confusamente scambiata per mancanza della stessa …"
Perché, aveva pensato, nell’incontrarlo, quel giorno, che non
aveva piacere di farlo? Lo sforzo di comprensione, al quale aveva appena
assistito, non gli capitava spesso di vederlo.
"Sa, professore, mi ha fatto piacere, rivederla, scambiare due
parole con lei …"
"Anche a me … è che ti fai vedere poco, e saluti più per abitudine
che per convinzione."
Ma guarda … e pensare che rimproverava agli altri la stessa cosa!
Influenze ...
Mancavano pochi minuti alla fine del suo turno, e, diversamente
dal solito, non vedeva l'ora di finirlo.
Normalmente le fatiche del lavoro non lo stancavano, anzi, la
consapevolezza di aver fatto con onestà e scrupolo ciò che era di sua
competenza lo ritempravano di nuova energia, anche se era difficile farlo
capire a quanti, finite le otto ore non vedevano ... l'ora di fuggire via, di
cambiare, di svoltare, qualcuno, anche, di farsi una bella dormita!
Quell'anno l'influenza era stata piuttosto "dura", almeno per lui,
perché per quanto ne dicessero le autorità competenti, non era proprio
convinto che si parlasse della stessa cosa per tutti: ... il collega che
avrebbe dovuto sostituirlo di lì a poco, ad esempio sembrava immune in
quel periodo da ogni malanno ... di stagione.
La testa gli scoppiava, lo stomaco pareva un ubriaco che si
spostava da una parte all'altra della strada, senza mai andare da nessuna
parte, se almeno si fosse deciso a dare parere favorevole ... per lo
svuotamento.
Il naso, poi, dove la trovava tutta quella materia prima?
D'altronde il personale scarseggiava, o per meglio dire, non ve n'era mai
a sufficienza, troppi soldi spesi per funzionari ... che non funzionano,
mentre la manodopera che realmente effettuava il lavoro, lo mendicava
in maniera indegna, o, almeno questa era il suo parere, di vecchio
comunista, come suo padre.
Fortunatamente il suo "vecchio", forse anche grazie a quella
grande cosa che va sotto il nome di vaccino, sembrava ... incorruttibile,
mentre lui, da vero "macho", doveva farcela con le proprie forze ... forze
che si stava chiedendo in quale piega del suo dolorante corpo si fossero
nascoste, era così debole che si sarebbe buttato sul letto e avrebbe
dormito per almeno due giorni, lui che di media dormiva sei ore per
notte.
"... Ma, quanto ci mette ..."
Portò lo sguardo sull'orologio, al polso; il cinturino era freddo, si
ricordò quindi della sua abitudine di mettere "le lancette" cinque minuti
avanti, per evitare ritardi ...
"Mmmm, Sì, non è ancora l'ora, uffa, devo proprio stare male, ho
come la sensazione di vomitare, ma che razza d'influenza ... è
questa?Non ho neanche voglia di pensare al cibo, devo proprio stare
male."
Nemmeno si accorse che la porta, si apriva, immettendo l'ospite
al'interno della stanza: eppure, di solito, i cardini cigolavano ... ma, forse
era l'influenza a farlo un po' ... sordo!
"Madonna ... che brutta cera che hai! ..."
"È ... così evidente?, Non mi va di prendere niente, ho paura di
vomitare! ..."
"È giusto così ... voglio dire, se il tuo organismo ti invita a non
mangiare vuol dire che ora gli serve per superare questo momento un
po' di digiuno... magari, quello che nutre te nutre anche il virus che ti ha
colpito è così ... se non lo nutri, lui muore ... mentre a te, poche ore
d'assenza dal cibo, magari, ti fanno pure bene..."
"Se ti sentisse mio padre ... lui combatte tutto con l'appetito,
credo che si mangi i batteri ed i virus ... e poi li butti fuori da sotto, in
una nuvoletta di ... umorismo! ..."
"Carino ... speriamo non lo faccia a tavola ... durante i pasti, alla
presenza di tutti ...
Rise di gusto, pensando al proprio genitore, ed a quelle
banalissime quanto occasionali vicende domestiche ...
"Zitto, non mi fare ridere ... che mi scoppia la testa, non ce l'hai tu
... un padre..."
"No, e, spero tu non ti scandalizzi troppo, come fanno altri, non
ne sento neppure la mancanza … "
"E, come mai? ... Un'altra famiglia spezzata? ... È una tragedia ...
al giorno d'oggi le famiglie distrutte dalle separazioni e dal divorzio sono
così tante ... è peggio di un'epidemia."
"Già, un'altra influenza ... no, comunque, niente di tutto questo,
sono orfano, o meglio, divenni orfano da bambino, non avevo neppure
tre anni ..."
"Oh, mi dispiace, dev'essere stato terribile, come si fa a vivere
senza ricordi ... senza la presenza ..."
"Col tempo puoi capire, o pensare di aver capito, se preferisci, che
sei stato risparmiato ... da un'influenza ..."
Il suo interlocutore ritornò a divenire rosso paonazzo.
"Come ... un'influenza?, Certo che hai delle strane idee tu ... un
papà ... un'influenza risparmiata ... sei un bel tipo, proprio ... Oh, che
mal di testa! ... Mi sembra di avere tutte le ossa doloranti! ..."
"Su ... vai a riposarti ... curati ... vedrai che fra due o tre giorni
starai meglio ..."
"Sì, hai ragione, oh, se hai ragione, non vedo l'ora di mettermi al
letto ... Dio, come mi sento male ... Bò, ti lascio ... sono arrivato al
capolinea ... non ce faccio più, devo proprio mettermi a letto, speriamo
solo mi passi presto l'inappetenza, non riesco a vivere senza una buona
bistecca ed un buon bicchiere di vino ..."
"Stai facendo passare a me la voglia di mangiare ... non facciamo
un lavoro di fatica, pesante, noi, per mangiare come scaricatori di porto
... una buona minestra, ecco che cosa ti serve ... oppure un po' di riso in
bianco, semplice, con un filo di olio d'oliva extravergine crudo, aceto
balsamico ... roba semplice e leggera, per non affaticare il fegato ... ecco
che cosa ti serve ..."
"... No, mio padre mangia come un dio, e sembra un ercole
brizzolato, forse, è la vita all'aria aperta che gli fa così bene ... mattina e
sera in campagna ... non come noi, fra queste mura."
"Le persone non sono uguali, quello che può andare bene per lui,
magari, non va altrettanto bene per te ... le generazioni si differenziano
... evolvono ..."
"Il mio vecchio ... non la pensa così, secondo lui la sua
generazione è migliore della nostra ..."
"Istinto ... di competizione e di sopravvivenza messo insieme ...
comunque, salutamelo, quando lo vedi!"
"Senz'altro ... ohi!, letto non ti spostare che sto arrivando! Ok,
Filippo, stammi bene ..."
"Anche tu, Orlando, cerca di rimetterti in sesto, magari fatti dire
da tuo padre come si fa ... ciao!"
La fuga.
Non ci avrebbe, mai, fatto l’abitudine, eserciti di parole, che
spuntavano, ora da una parte ora dall’altra, in occasione dei ritrovi, delle
circostanze, delle feste. Ognuno con a capo, i propri convincimenti, le
proprie idee, la propria strada da seguire … e fin qui, niente di male, se
non fosse per il fatto che cercavano di entrate nei territori altrui, nelle
competenze degli altri, nel contesto vitale di chi non gli aveva,
nemmeno, chiesto un’opinione, così, tanto per parlare … per passare il
tempo, come si usava fare …
"E, tu, secondo me, stai sbagliando, Noi non abbiamo fatto così,
tu sei in errore, il tuo modo di fare non va bene, che discorsi sarebbero,
questi, che stai cercando la tua strada, ce l’hai già una strada … hai un
diploma, utilizzalo! Quella è la tua strada, non le fesserie che ti sei messo
in testa a vent’anni, senza peraltro voler più crescere, ma ti rendi conto,
di quello che hai combinato, con le tue idee, forse, non te ne sei, ancora,
reso conto, il giorno che te ne accorgerai, vedrai come starai male, né più
né meno come hai fatto stare male chi ti vuole bene, ed ha dovuto
assistere alle tue stupidaggini, senza potertelo impedire … hai il tuo
diploma, quella è la tua strada!"
Intervenne un terzo,: "No, io non sono d’accordo, sì, ha
conseguito un diploma, va bene, ma, in definitiva, che cosa vuol dire?, E,
questo senza considerare il fatto che sono passati vent’anni da allora,
Dio solo sa come ha trascorso questo tempo, che cosa ha fatto, no, la
prima cosa è il lavoro!, un onesto lavoro anche umile, è sempre meglio
che stare senza fare niente, sulle spalle degli altri …"
Riuscì a malapena ad abbozzare una modica difesa. "Vedete, le
cose, in realtà, non sono come le dipingete voi, e quella che per voi è la
cosa più semplice del mondo, non trova un analogo riscontro dentro di
me, …"
"Figliolo, le cose sono sempre semplici, la verità è che voialtri,
nuove generazioni, che non si sa bene come chiamarvi … amate
complicarvi la vita, per darvi delle arie, magari, la colpa, beninteso è
anche nostra, vi abbiamo viziato, messo su di un piedistallo, vi
dovevamo invece, mettere una zappa in mano, come hanno fatto con
noi, e mandare a lavorare in campagna, altro che mandarvi a scuola!"
Aveva la bocca chiusa, negli ultimi tempi erano state più le volte
che non aveva argomenti da opporre, da portare avanti, di quelle in cui
riusciva a ribattere, e non solo per il fatto che i suoi interlocutori non
intendevano stare ad ascoltarlo, anche si stava parlando di lui, e,
verosimilmente, aveva pure il diritto di dire … qualcosa …
I dati oggettivi, però, non si potevano discutere: non si era
realizzato, non aveva concluso niente, non era andato da nessuna parte,
... zero!, un fiasco su tutta la linea, quasi un record, il suo!
"Non dargli ascolto, hai conseguito un diploma, sei capace, metti
da parte le velleità e comincia ad essere una persona seria … che, se vuoi
farlo, sei in grado di farlo …"
"Bravo! Dàgli questi consigli, così starà altri vent’anni senza far
niente, pesando sulla società …"
"Scusa, ma, visto che hai toccato il tasto, non mi pare che stia
pesando, direttamente su di te, se proprio la vogliamo dire tutta … tutt’al
più sulla sua famiglia, non su di te … anche se, non è giusto, nemmeno,
così ... però, se va bene a loro …"
"Pesano su tutti, i disoccupati, però, se uno non ne ha colpa, è un
conto, se lo è per scelta, o perché convinto di essere chissà chi … allora è
un altro conto …"
Decise di lasciarli a quei discorsi: niente di ciò che avrebbe detto,
avrebbe mutato il loro maturo parere, nemmeno rinfacciargli che ai
rispettivi figli avevano concesso tutto il tempo e lo spazio di cui
avevano avuto bisogno, per realizzarsi, nella società, senza far pesare
troppo, quelli che per gli altri erano dei veri e propri fallimenti …
Avrebbe voluto dirgli di cercare di fare i caporali in casa propria,
quanto, inutilmente, cercavano di fare i generali in casa altrui; ma,
questo, non avrebbe arricchito il rapporto, né la conoscenza della verità,
già, la verità, chissà se gli interessava davvero conoscerla, la sua
esperienza era che occorreva del tempo, per realizzare ciò …
Uno dei due, il più severo, si volse verso di lui, puntandogli il dito
come fosse un’arma,: "Scommetto quello che vuoi che fra vent’anni, tu
sei nella stessa situazione di oggi, dammi ascolto, lascia perdere le
fesserie, prenditi un secchio d’acqua, una scopa ed un bastone … si
comincia, così, a lavorare …"
Anche l’altro, seppure non completamente d’accordo, annuì, di
ripiego,: "Beh, se, proprio, non vuole fare ciò per cui ha studiato, è
chiaro che non c’è altra soluzione, è un peccato, però …
Aveva bisogno di uscire fuori, di allontanarsi da quel contesto
ostile, e respirare aria fresca e pulita; se fosse rimasto lì, ancora un po’,
avrebbe finito, vista la sua situazione, per dargli … ragione!
Non rimase solo a lungo, qualcuno, silenziosamente, si portò
vicino al suo fianco, qualcuno un po’ più vicino a lui, non solo
fisicamente …
"Come vanno i tuoi progetti, novità? …"
"I miei progetti sono su di una zattera … in pieno oceano, ma,
questa, non è una novità …"
"Non demordere… non dargliela vinta, non hanno, mai, provato,
ad avere dei sogni …"
"Sarà per questo motivo che mi considerano un addormentato?
O, peggio ancora …"
"Non arrenderti, non fare come in quella barzelletta, dei due
matti e dei cento cancelli …"
"Sicura che i cancelli fossero solo cento …? Nella mia contabilità
ne risultano molti di più …"
"Oh, e, allora?! …"
Da dove saltava fuori, adesso,questa, nuova, differente voce?
"Oh, mi senti?, Che ci fai, tu, qui, tutto solo, la festa è dentro! …"
"No, grazie! … Non mi piacciono, le feste."
"E che cosa è che ti piace fare? ... O meglio che cosa è che fai, nella
vita?"
"… Fugo continuamente dalla realtà, secondo alcuni …"
"… E, ti pagano bene? …"
Ce l’hai, una risposta a questa domanda, sognatore? Oppure,
come sempre, in questi casi, devi tenere la bocca chiusa?
"Sei, forse, un funzionario del Ministero delle Finanze?, Come
mai, ti interessa il mio reddito ...? (Sic! Adesso avrei pure un reddito ...)"
Sì, insomma, quasi chiusa!
La macchina ed io.
Accese il monitor: la schermata proponeva un questionario, così
come stabilito dal programma utilizzato.
Lavarsi il viso non era stato sufficiente a togliere dalla sua faccia
le pieghe della stanchezza.
Cliccò sul pulsante virtuale feeling e le domande presero vita sotto
forma di suoni.
"… … Salve, è da un po’ che non ci si vede … … …"
"Ho avuto altre cose da fare …"
"Vuoi un resoconto dell’ultima settimana che ti sei seduto davanti
a me? …"
"Sì, ma, lentamente … e, metti un po’ di musica appropriata di
sottofondo …"
"OK … ti ricordo che preferisci mettere le cuffie in questi momenti
… inoltre, rilevo che sei seduto male sulla sedia … e che non sembri,
molto sveglio …"
"Sì, tesoro …c’è altro? …"
"… … … Prego? …"
"Niente … avevo la testa altrove …"
"Ti rammento che la distrazione è foriera di possibili errori …"
"Allora, anche voi computer vi distraete ... "
"Non proprio … non devi dimenticare che siete voi, in varie fasi ad
operare su di noi … quindi, in definitiva, siete voi che vi distraete …"
"Dai, iniziamo … ho parecchio materiale da inserire in memoria,
mmmm …"
"Sono contento … questo vuol dire che starai qui un po’ di tempo
…" "… Sei contento? …"
"Sì, non ‘amo’ rimanere spento …"
"… ‘Amo’? ... non starò facendo confusione tra le cartelle di
software e quelle dei documenti? ... comunque, non posso stare sempre
qui, davanti a te …"
"Lo capisco …"
"… Lo capisci? …"
"Sì, attraverso il calcolo, la statistica …"
"… Oh, per un attimo ho pensato che stessi dando i numeri! …"
"Quelli li tengo per me … mi servono, solo per arrivare a te …"
"… E, ti trovi bene, con me? Ma guarda che domande mi vengono
in mente, alle cinque del mattino …"
"… E tu? …"
"Non posso lamentarmi …"
"… Servirebbe a qualcosa, se lo facessi io …?"
"Mmmm, forza … tanto tu, se non stai chiedendo spazi di
memoria fissa, memoria RAM, schede di questo e di quel tipo, ‘non sei
contento’ … avanti, che cosa vuoi che ti compri, per Natale? …"
"Whoooauuuuu … adoro il Natale!!!"
La sedia vuota.
Era stata una giornata piuttosto calda, una di quelle giornate che
non fanno amare l’estate.
"Misericordia, oggi è stata dura tra il caldo e l’aria viziata, ce n’era
da morire … Cristo, …. Se non avessi la fibra che ho, sarei già schiattato,
come se non bastassero, poi, gli altri miei problemi, non smetterò, mai,
di domandarmi come facciano a non comprendere che l’aria viziata, al
pari dell’acqua sporca non si può, semplicemente, buttare fuori dai locali
ove si è prodotta, deve essere incanalata e filtrata, depurata, come si fa in
un paese civile a far vivere le persone in condizioni subumane, io non
sono certo un uomo di destra, ma a volte desidererei tanto un po’
d’ordine e di disciplina, questa società lassista ed anarchica produce solo
egoismo, depressione, chiusura in se stessi, e … tanta, tanta … puzza, Dio
Santo, che giornata da dimenticare!"
Chiaramente affaticata, sua madre consumava, in silenzio la
propria insalata, e, quell’immagine, probabilmente anche a causa
dell’impotenza nel fare qualcosa per migliorare quella situazione,
unitamente alla consapevolezza delle sue responsabilità, gli procurava
un muto dolore, un’angoscia che portava il suo animo aldilà della
dimensione della vita, ben sapendo che, quivi, vi era l’assenza della
stessa, il nulla, … La morte …
Non voleva, però, fargli intuire, in alcun modo, quel suo stato
d’animo, ancorché non potesse evitare di colpire, nervosamente, i
pezzetti di pomodoro, di lattuga, di cetriolo; e non era solo il caldo a
determinare quell’inappetenza, ed il silenzio, quell’elemento così
importante della sua vita, in quella circostanza, si frantumava al proprio
interno, come un tuono in una conca, facendo riecheggiare, quello status
quo oltremodo opprimente, quel peso insopportabile, la misura di una
sofferenza che solo la sua fede riusciva a far superare, e a dargli la forza
per andare avanti.
Era anche colpa sua se non erano riusciti ad andare via da quel
luogo, da quel posto: lui e le sue idee, le sue fantasie, le sue velleità, in un
tempo che sapeva valutare meglio la realtà nuda e cruda, la concretezza,
ciò che si poteva toccare con mano!
"Certo, qui in città, si sta peggio che in paese …" La sola cosa che
aveva, che gli restavano … le parole: "… C’è, però, una consolazione, il
caldo ti fa passare l’appetito, in quanto, poi, alle cose che fanno
ingrassare, i grassi animali ed i fritti, che sono calorie su calorie,
nemmeno a parlarne, salvo solo i latticini, e, così, senza troppa fatica, a
fine estate avremo, come minimo, dieci chili in meno, io almeno di
sicuro, …"
Il parlare portava oltre le difficoltà, oltre la fatica, il disagio, un
po’, come il canto dei lavoratori di colore …
"E, poi, le previsioni dicono che il tempo sta cambiando, già dalle
prossime ore, l’aria rinfresca, non mi pare vero, ce n’è proprio bisogno,
davvero …"
Vedere i segni, sul volto del proprio genitore, divenire più dolci,
più familiari, più materni, era un piacere non facilmente spiegabile.
"D’estate si sta male per il caldo, d’inverno per il freddo, sembra
che non ci sia scampo …"
"Io sento di più l’inciviltà del caldo, e la stupidità del freddo, il
vero nemico della gente è l’irrazionalità … e, così, le città che dovrebbero
essere i migliori posti dove vivere, sono divenute i peggiori, le leggi, poi,
che dovrebbero essere un’espressione della capacità umana di ordinare
le relazioni, creano il disordine …" "Quelli che comandano pensano più a
rubare che a fare le cose come si deve … come Dio comanda …"
Sì, parlare faceva riprendere la speranza di un cambiamento, di
una rinascita, di un naturale proseguimento in positivo, anche quando
questo avveniva attraverso discorsi che, per i luoghi comuni utilizzati, le
cose scontate, le banalità, non si vedeva mai il punto d’arrivo.
E, poi, per entrambi, che la sedia che avevano di fronte non fosse
vuota, soprattutto in momenti come quello, era una delle poche
soddisfazioni che la vita gli aveva riservato.
Qualche, volta, per ciò che lo riguardava personalmente, per la
verità, in desiderio di non esserci più, di sparire, di scomparire, magari
nelle profondità marine, gli era affiorato nella mente, ma l’idea di
lasciare quella persona a lui così cara, nonostante le tante divergenze
d’opinioni, davanti ad una sedia vuota, lo aveva fermato.
Qualcuno considerava ciò mammismo, ma, a suo modo di vedere
le cose era, solo, avere … un briciolo d’umanità!
"Senti?, Questa è la puzza del Bar che si trova qua sotto, … Con
questi apparecchi elettrici stanno appestando l’aria ovunque in città,
nelle strade come nei condomini, possibile che non capiscano che
intorno a loro non ci sono bestie ma esseri umani? Anzi, oggi non si
accetta, nemmeno più che le bestie soffrano una violenza inutile,
gratuita, facilmente evitabile … possibile che solo noi sentiamo il
bisogno di respirare aria pulita ? È mai possibile, ciò?"
"Forse, forse è possibile … o, forse è ancora più possibile che
questi atteggiamenti siano dovuti al fatto che, troppo spesso, non
vediamo i nostri interlocutori, non vediamo nessuno davanti a noi,
abbiamo, come dire, tante sedie vuote … e ci chiudiamo, sempre più,
nella nostra solitudine, nel nostro egoismo, in noi stessi!"
Mobbing.
"Aspetta, Franco … oh, Franco … Franco!"
Si fermò, pur non desiderando, affatto, farlo: non vedeva l’ora di
allontanarsi da quel posto così ostile, per lui.
"… Oh, è vero … quello che si dice in giro? … Dimmi che non è
vero … che sono chiacchiere …"
"Credo di sapere qual è l’argomento del momento … sì, è vero …
me ne sto andando … via …"
"Ma, perché? Così gliela dài vinta …"
"Hanno vinto … mi hanno messo al muro … in minoranza,
all’angolo, Gesù … questi ultimi mesi sono stati un inferno per me, non
ci voglio più pensare, mi sembra di essere uscito da un incubo …"
"Non è giusto, non è democrazia, questa, non è legale tutto ciò,
ma, siamo arrivati al punto che non si può più avere un proprio parere?"
"La sai qual è la cosa che mi da più fastidio? Che siamo noi, quelli
che hanno studiato … la crema, come si dice … scherzosamente … siamo
noi i primi a fare certe cose, e, allora, dico io, di che cosa ci lamentiamo,
poi, con che coraggio, critichiamo la società, gli altri? …"
"Dimmi che non l’hai fatto, che non ti sei dimesso …"
"In realtà, grazie al sindacato … ho ottenuto un discreto
trasferimento, c’è stato un certo compromesso tra l’azienda e me, non è
brutto il posto; mi hanno mandato al mare … comunque, forse, un po’ di
mobilità non mi fa male … in questo modo il lavoro viene prima del
posto di lavoro …"
"Insomma … ti hanno cacciato via, in ultima analisi … e tutto
perché le tue idee sono diverse … e, poi, dovevi proprio farlo, quel
discorso sui trapianti? ... quell’oratoria del … Mors tua vita mea … da
mesi, qui non si parla d’altro …"
"Forse ho sbagliato il momento, il posto … io, però, credo,
veramente che il futuro sia negli organi artificiali, ed ancor più nella
prevenzione e nella sensibilizzazione alle dinamiche dell’organismo …
che ha un suo ciclo, ed anche una propria conclusione naturale … e
questo lo sappiamo tutti, ho solo esposto il mio punto di vista, e credevo
di essere tra … persone colte, tra dotti …"
"A proposito di … Dottori, guarda chi arriva … mi dispiace,
magari tu non volevi vederlo e a causa mia, …"
"Lei … è ancora qui?, Mi risulta che non sia più in forza da noi e
credo di essere ben informato …"
"E, a me risulta che lei non sia il padrone del posto …"
"Infatti, io sono solo il responsabile … almeno io … sono
responsabile … non voglio perdere altro tempo, con chi è insensibile alle
sofferenze del prossimo …"
"A lei del prossimo non importa alcunché, l’unico prossimo che
riconosce è se stesso … o il suo prossimo guadagno, la sua prossima
posizione …"
"Spero che si trovi bene dove l’hanno trasferita, mi saluti le
poseidonie, quando le incontra …"
"È sicuro che gradiscano i suoi saluti? … Sa, quelle, se l’acqua non
è pulita …"
"La pulisca lei … non è questo il suo mestiere? …"
"L’acqua riesco a pulirla … ma, per quanto riguarda la coscienza,
ognuno deve fare da sé …"
"Non sta parlando di me, evidentemente …"
"No, evidentemente, lei una coscienza non ce l’ha … lo ha
dimostrato pienamente …"
"Se la rivedo qui, quando ripasso, chiamo i carabinieri …"
"Stavo andando via, ho solo provato a tirare la catena … del
bagno, un’ultima volta … solo che, quando lo stronzo è più grande della
tazza non c’è nulla da fare…"
"Vada immediatamente via … dal mio ospedale!!! …"
"Vado grand’uomo …. Ma, qui di tuo c’è solo il concime che hai in
testa … produzione propria, eh? …"
"Franco, dai, non esagerare, anche lei, Dottor Alighieri, non
infierisca, non dobbiamo dimenticare chi siamo, il nostro grado di
cultura, com’è possibile comportarsi in questo modo? E, stiamo anche
dando spettacolo, Franco, passerò a trovarti … non appena mi sarà
possibile, per me sei un buon collega, un amico …"
"Ok, ti ringrazio, ciao, Addio Dottor Alighieri, si poteva avere idee
diverse senza arrivare a questo punto … ha ragione Antonio, …"
"Almeno … su questo, siamo d’accordo … Buon lavoro, Dottor
Montalbano …"
"Buon lavoro … dunque, alla fine è questa la cosa importante …"
Percorsi di guerra.
Era forse la domanda più emblematica, più strana e più curiosa,
fra le tante che venivano poste, in quella che, romanticamente e per certi
versi rimanendo sulla superficie delle cose, veniva chiamata la tenera
età. Chi, come lui, che per tutta una serie di motivi, oggettivamente
validi, non aveva dei precisi punti di riferimento all’interno della propria
famiglia, o quanto meno non era riuscito a vederne, rimaneva
"spaesato", ossia al di fuori, dal centro abitato da chi sapeva dare
risposte immediate, certe, concrete, accolte quasi sempre come indice di
determinatezza, di senno … d’intelligenza! Per quanto si sforzasse, non
riusciva a dare a quel banale quesito, nemmeno una risposta in linea con
lo stesso.
"Che cosa farai da grande?"
Arrestò il suo passo; giust’appunto un istante prima di fare il
danno, accorgendosi, miracolosamente, vista la sua proverbiale
distrazione, di quella che, più o meno scherzosamente, alcuni
buontemponi, definivano"l’opinione"dei cani sulla gente, ed evitando
così di prendere parte ad un discorso a senso unico.
Dopo pochi passi, quasi si trovasse in un percorso di guerra,
dovette procedere a saltelli, per non immergere le sue scarpe, non
proprio anfibie, nonostante l’aspetto palustre, in alcune pozzanghere di
acqua sporca, che qualche negoziante, assai poco civilmente, aveva
rovesciato fuori dal proprio locale, come se non vi fosse nulla oltre la
propria realtà, la propria dimensione, oltre se stesso.
E pensare che ogni pochi metri, appositi ingressi, a livello della
strada, permettevano l’immissione delle acque nere nel sistema di
fognatura cittadino, senza far diventare la città una cloaca.
Per una pratica tutta particolare, di cui nessuno conosceva né
l’origine né l’utilità sociale, le motociclette, i furgoni, le autovetture, già
"padroni" della strada, sostavano tranquillamente sui marciapiedi: ...
possibile che solo lui, avesse impedimenti, nell’arte della levitazione?
E che cosa dire, poi, a parte qualche parolaccia al loro indirizzo, di
chi, fumando, gli passava dinanzi, costringendolo a prender parte a quel
rito; invano, aveva cercato di spiegare a dei fumatori, che era stato
"programmato", esclusivamente, per respirare aria pulita, e non, aria
viziata, da cui eventualmente, con particolari processi di depurazione
(per i quali, non ricordava di possedere né l’hardware né il manuale di
istruzioni) ricavarne la materia prima per i suoi polmoni.
Nel condominio dove, per sua sfortuna, abitava, da quando,
arbitrariamente ed in danno agli altri, una parte dei condòmini aveva
installato degli apparecchi elettrici che sparavano come missili gassosi,
tutto ciò che veniva prodotto all’interno (bagni, cucine), senza
preoccuparsi di incanalare e filtrare quelle preziose miscele, che
così generosamente venivano donate agli altri, respirare era diventato un
lusso, per cui, lui … povero illuso doveva proprio dimenticarselo!
Per non parlare, poi, di quanti asserivano di essere proprietari di
porzioni di edificio, e si rifiutavano di dimostrarlo con l'atto pubblico di
acquisizione della proprietà; i cortili ed i lastrici solari, i vani scala ... (le
aree condominiali, insomma) non vengono mai visitati dalla guardia di
finanza, fortunatamente per i disonesti che li usano come loro quando
sulla carta risultano condominiali, e non vi pagano le relative imposte,
nei vecchi condomini, succede questo ed altro!
Ricorda ancora la sua sorpresa, quando alcune studentesse, lo
chiamarono per vedere se si intendeva di impianti elettrici,in una
situazione di continui blackouts che interessavano la loro zona, e vide
che il loro, pur con l'interruttore centrale spento, continuava a fornire
corrente per una parte delle prese e degli interruttori di luce
dell'appartamento; incuriosito ne parlò con un perito elettronico che
conosceva e questo gli confermò l'impossibilità naturale della situazione,
e come ciò fosse possibile solo con l'illegale allaccio con chi forniva
l'energia elettrica, per la parte funzionante nonostante la chiusura, o con
una sempre illegale situazione di aggancio ad un altro contatore,
probabilmente ignaro del parassita ... La cosa peggiore, però, riguardava
i rifiuti, tutti i rifiuti, tutto ciò che si buttava via, spesso senza alcuna
considerazione degli altri, chiaro sintomo della cecità interiore di quelle
persone ...
Nemmeno le lamentele di alcuni ragazzi, sulla pulizia delle vie
cittadine, davanti al sindaco, in un programma televisivo trasmesso non
molto tempo addietro, avevano prodotto risultati apprezzabili.
E, così, neppure adesso che non era più adolescente, era riuscito a
rispondere a quella domanda; sentiva, però, che era sulla strada giusta,
per riuscire a farlo.
Non sapeva, invece, quanti saltelli e quante apnee sarebbero stati
necessari, per arrivare, più o meno vivo, alla fine di quel percorso: ... il
mondo dei grandi, così come si presentava ai suoi occhi, non era quello in
cui avrebbe voluto ... vivere, operare, camminare, interagire … fare … in
una sintesi!
Pigmentazioni.
"... E ... che ognuno di noi la vede troppo ... diversamente ..."
"Non discutiamo delle diversità ... parliamo di reciprocità ..."
"Conosci qualcuno ... più democratico di me ...?"
"Non scherzare su questi temi, ci si deve rivolgere all’altro
ponendosi su di un analogo piano relazionale, pur riconoscendo
l’oggettiva differenza, altrimenti, va da sé che ci si considera migliori,
superiori, o quanto meno, se si preferisce vederla in un altro modo, che
si considera l’altro peggiore, inferiore ..."
"Il fatto è che il pensiero è una questione di sensazioni ... non puoi
nascondere, se non altro a te stesso, che una cosa non ti va ... emergono,
dalla superficie di noi stessi, dal nostro intimo, ci caratterizzano ..."
"Sta di fatto ... che non puoi, per tutta una serie di ragioni ...
imporre ciò che tu ritieni giusto agli altri, ricordi il concetto di
democrazia? Puoi proporlo ... puoi dire la tua , è un tuo diritto, rientra
nella tua libertà di espressione ..."
"Eppure, io credo che al di là di noi stessi, vi sia un cielo ed una
terra e che non si possa mettere l’uno al posto dell’altro ..."
"Purtroppo si può... con le parole si può fare questo ed altro ... per
questo, forse, si parla tanto ... io, per esempio, non sono mica sicuro,
come te, che esista Dio, l’eternità ... e compagnia bella ..."
Già, e compagnia bella! Quei pensieri che l’avevano
accompagnato in tutti quegli anni di parziale solitudine, tutto teso a
trovare in se stesso, o meglio ancora in quella parte di se stessi che non
appartiene alla materia, che non ha fine, che è eterna, il senso della vita,
inevitabilmente connesso con quello della verità. Com’era potuto
succedere, nel corso dei secoli, che qualcuno avesse potuto credere di
rendere un culto a Dio, con l’omicidio?
Come era stato possibile, per degli esseri umani pensanti,
accettare una menzogna ... così evidente?
"E, poi, non ci pensare, non ti mettere, sulle spalle, il peso del
mondo, dài credito anche agli altri, sembra che non pensino, che non
ragionino, non è così, magari, non sono abituati a confutare il proprio
pensiero, dando per scontato ciò che invece potrebbe non esserlo, ma,
abbi fede, per dirla alla tua maniera ..."
"Vorrei crederti, ..."
"Se, scopri che ho ragione ... me la paghi la pizza?"
"E, tu ... se scopri che ho ragione io, vista la differenza di
prospettive, sei disposto a comprarmi tutta la pizzeria?"
"... Mi è passato l’appetito!"
Riflessi ... rossi.
"No, è un convincimento comune, errato, a mio avviso."
"Come ... errato?"
"Vediamo se mi riesce di spiegarti il mio punto di vista, tu hai un
fratello che ha meno anni di età di te, ci siamo, fin qui?"
"Eh, certo, è infatti più giovane di me, questo è proprio quello che
ho detto io ..."
"No, allora ... non ci siamo, non ci comprendiamo ..."
"Come non ci siamo, mi pareva che fosse tutto così chiaro!"
"Un attimo, seguimi, il dato oggettivo, o quanto meno un dato
oggettivo è che lui ha meno anni di età di te, o se si preferisce vederla,
dall'altro lato, tu hai più anni di età di lui ..."
..."
"Cristo ... e non è quello che io sto dicendo da almeno mezz'ora,
"Ma vuoi lasciarmi finire di fare il quadro della situazione?, ..."
"E vediamo questo quadro ... speriamo che non sia una cornice
vuota, ..."
"Allora, quando sei nato tu, seguimi bene, eh?, Quando sei nato tu
... la matrice, chiamiamola così, per identificare la questione di cui
stiamo discorrendo, i tuoi genitori, la parte maschile e quella femminile
da cui sei nato, erano o no, più giovani di quando in seguito, hanno dato
luogo alla nascita del tuo fratello minore di età, e che tu, come tanti,
come un po' tutti, consideri più giovane? Voglio dire ... i tuoi genitori
non erano forse più vecchi di età quando hanno fatto nascere il figlio più
giovane? Mi stai seguendo nel discorso?"
"Eh, come non ti sto seguendo? Eh, va bene, è ovvio ... erano più
vecchi, avevano un'età superiore, maggiore, va da sé."
"Quindi tu sei nato partendo da una realtà fisica e psicofisica più,
come dire, giovanile ... rispetto a quella da cui è nato ... il tuo fratellino ...
più giovane ..."
"Sì, certo ... si potrebbe anche vedere così, non mi sembra esatta
come inquadratura della questione, ma, si potrebbe vedere, anche così
..."
"Ora, è chiaro che stiamo parlando di un punto di partenza, né di
un dato cronologico, inconfutabile, né di una realtà soggettiva non
verificabile, cioé tuo fratello ha chiaramente meno anni di età di te, e
potrebbe essere più giovanile per una sua propensione, mica si rimane
ciò che si era alla nascita, non dimentichiamo ciò che noi per primi
realizziamo."
"In definitiva ..."
"In definitiva, le realtà oggettive, come pure quelle soggettive,
non si escludono a vicenda, comunque sia, se da un lato è poco
importante chi o quanto sia più giovane tra te e tuo fratello, dall'altro è
comunque un qualcosa di cui si prende atto, in vario modo, e nient'altro
..."
"Non credo che mio fratello mi darebbe ragione se cercassi di
presentargli questo punto di vista."
"E tu non presentarglielo ... non è poi, così importante, è solo un
qualcosa che, eventualmente, può costituire un punto di riflessione sulla
relatività delle cose, del tempo, sulle prospettive del pensiero ...
dell'analisi delle cose ..."
"Però, la prima volta che mi dà del vecchietto ... gli faccio questo
po' po' di argomentazione ..."
"A me vengono i brividi al pensiero dei pasticci che riuscirai a
tirare fuori spacciandoli come argomenti seri ..."
"Tranquillo ... ho capito tutto, è tutto sotto controllo: ... la matrice
era più fresca quando sono nato io ..."
"... Sì, e lo yogurth o se preferisci la pizza sono venuti meglio ...:
una sintesi può uccidere un discorso che invece ha bisogno di espandersi
per trovare una propria collocazione, una propria dimensione espositiva
... comunque ha ragione tuo fratello quando dice che sei un vecchietto,
non pratichi sports, non frequenti quasi nessuno, sei un vecchio Orso!"
"Mi hai ferito con queste parole ... adesso, per riprendermi, mi
apro una confezione di miele da mezzo chilo e me la mangio tutta da
solo, senza offrirne a nessuno ... ho bisogno di dolcezza io, non di parole
aspre ... vediamo dov'è, no, eppure era qui, ne sono certo ... dov'è il
barattolo del miele?, Oh, E' sparito ... ne sai niente tu?"
"Chiedilo a quel pozzo senza fondo del tuo stomaco dove si trova
quella montagna di calorie, ..."
"Eh, quanta severità, ... che ci posso fare io ... se mi piace la
montagna, eh? ..."
"La montagna di che cosa? Una montagna di calorie?"
"Eh, a me quella montagna, piace!"
"Dio ... e io che ti sto pure ad ascoltare ..."
"Non ho fatto io, la stessa cosa con te, con le tue cazz***,
Dottore?"
"Argomenti ... di un livello, a cui tu hai difficoltà ad accedere,
prego!"
"Prega, prega ... e chi ti disturba, a me interessa trovare il
barattolo del miele, una fetta di pane e sono a posto ..."
"Insomma ... come un cane dopo che ha mangiato! ..."
"Che ... è colpa mia se a te non piacciono gli animali?"
"No, certo che no, è solo che ..."
"E' solo che ... la nostra base è diversa, io sono come quei cibi
semplici, rustici ... poveri ... tu come quelli complicati, con passaggi e
sottopassaggi di questo e di quel tipo, eppure, sono sicuro di non averlo
consumato ... ma, dov'è il miele?"
"Lascia ... questa volta tu non c'entri ... so io dov'è finito!"
"A me non interessa sapere dov'è finito, il cibo è fatto per essere
mangiato, io o tu è la stessa cosa, a me interessa sapere quand'è che
cominci a farla tu la spesa, a spendere di tasca tua ..."
"Dettagli ..."
"Eh, visto che sono dettagli, vai dal dettagliante e ... compra il
miele ... oh, quello di montagna, di castagno, quello di millefiori è troppo
gentile, troppo delicato ... per un orso, come me ..."
"Hai ragione, devo smetterla di chiacchierare e fare la mia parte!"
"A me basta che compri un barattolo di miele, possibilmente di
castagno, ma tu se non ci fai un dramma dietro ogni cosa ..."
"Davvero, sono così complicato?"
"Se te lo dice ... la tua immagine allo specchio, ci puoi credere!"
", Quindi ... tutto il miele che scompare, continuamente (quei bei
riflessi ramati, talvolta ... dorati ...) sono io che lo faccio fuori?"
"E che cosa ... vuoi fare, accusare me ... lo specchio?"
"... Se ... non ... è... proprio ... proprio ... vietato ... sì, insomma, se
la cosa non scandalizza nessuno ... io, un pensierino ce l'avrei fatto ..."
"Te lo dico io che pensierino dovresti fare ..."
"Dimmi ... ti ascolto, lo sai che sono un tipo ... riflessivo ..."
"Scrivi a ... come si chiama quella trasmissione televisiva ... ah,
Chi l'ha visto? ..."
"... E, perché? ... Chi o che cosa starei cercando, di grazia?"
"I tuoi, (ed anche i miei, purtroppo!) ... addominali: non ricordo
di averli mai visti!"
"Hai, sicuramente, dei problemi di memoria ..."
Roby: Omega 10.
"Per favore, non insistere!"
"Che cos’altro potrei fare?"
"Lo sai che il protocollo, al riguardo, è chiaro!"
"Che cosa ne può sapere, un"file", di me?"
"Non essere infantile, anche se ciò, era previsto, hai passato un
tempo eccessivo, sulla luna, ora, sei un omega 10, mi sembra ieri che ti
facevo i miei migliori auguri come alfabeta 1, ma, credo che sia arrivato il
momento per te di avere il cambio, di tornare sulla terra."
"Non sono sicura di volerlo fare, ..."
"Ci ammutiniamo, eh? … Roberta ..."
"Chissà!"
"Avrai delle cose da fare, nei prossimi momenti, fai con calma,
ma, preparati a scendere, … lo sai che dietro a questa missione ci sono
degli studi, delle ricerche."
Ok, scusami, hai ragione, non so che cosa mi abbia preso."
"È tutto nella norma , anzi, sei quella che, nel complesso ha
reagito meglio … su, preparati: so che non ami il clamore, va bene non
ne avrai, ma, preparati, la ricerca deve andare avanti, ..."
"È vero … e, forse, è meglio così, sì, ho voglia di rivedere la
vecchia e cara terra ..."
"Così mi piaci, è qui che ti riconosco, lo sai che, comunque, dovrai
rimanere in osservazione, per un certo periodo."
"Sì, Ok … Ok, è vero, allora, mi preparo, digito il codice di fine
sessione … ecco qua"
"Perfetto! … Non vedo l’ora di rivederti, di stare un po’ con te,
dopo tutti questi mesi, così, per parlare del più e del meno"
"Discorsi matematici?, …"
"Spiritosa …"
"Ti lascio … e lascio anche la luna …"
"So, come ti senti, e, anche se io non sono riuscito ad arrivare al
tuo grado credo di capirti."
"Sì, lo so … ora, però, devo proprio lasciarti, ci vediamo non
appena sarà possibile, ciao ..."
"A presto, Roby."
"Ok …"
Si domandava perché se la stesse prendendo tanto a cuore.
Lo sapeva sin dall’inizio che non sarebbe potuta rimanere: la sua
era una fuga da un luogo, piuttosto che il viaggio in un altro. La missione
a cui aveva preso parte, tutta sola soletta, lei, la tecnologia e la sua forza
d’animo, era finalizzata a capire le modifiche che potevano verificarsi, in
ambito fisico e psichico, in chi rimaneva, in quelle particolari condizioni,
per un certo lasso di tempo, variabile, ma con un limite che lei aveva
raggiunto con la stessa facilità con cui … respirava!
Aveva imparato a giocare a biliardo con il tempo, in una pallina
spaziale che, senza il sole, non sarebbe stata in grado di far vedere le
buche del suo pietroso tappeto.
La tranquillità non era data, tanto, dal luogo, quanto dall’assenza
di conflitti … certo, gli mancava la terra e le persone: non tutta, però,
non tutte, comunque.
Sapeva che il computer stava verificando che ogni cosa fosse al
proprio posto; la navicella, e la tuta spaziale che lei aveva ribattezzato
"Pandora",
per la necessità di tenerla chiusa, senza far uscire il contenuto …
altrimenti, addio speranze.
Non era un bel posto la luna, ma, sapeva, che nell’animo umano
vi erano deserti ben maggiori, luoghi più spogli.
"Broccolo", questo era il nome che aveva dato alla struttura, per
via del colore ambientalista, la richiamò a quell’istante: "Sei pronta, …?"
"Sì, lo sono … Ok, sono pronta!"
"Procedura inversa … Luna -> Terra!"
Di lì a pochi giorni avrebbe ripreso a correre tra le piante, gli
alberi, a sentire il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli.
"Ok, arrivo Terra, aspettami, non te ne andare, ... eh?"
Non si sentiva, neanche un rumore: l’astronave utilizzava
l’attrazione esistente fra i due sistemi, per rientrare … gli sembrava di
essere un granello di sabbia nello spazio, ma lì, c’era pace e quiete …
c’era la vita, insomma.
The blue stone.
Aveva ripreso a stare all’aria aperta, o per meglio dire, all’aperto.
Dal balconcino della sua abitazione, poteva, in una particolare economia
di spazio da far invidia ad un contorsionista, aprire una sedia
pieghevole, sedersi, senza poter distendere troppo le gambe, poggiando
le braccia e la rivista che intendeva leggere sul bordo del parapetto,
prendere un po’ di sole sugli avambracci e, togliendosi di tanto in tanto,
come pausa ristoratrice, gli occhiali da vista, anche sul viso.
Si conosceva così bene da sapere che se non alternava la lettura
con dei voli di fantasia, quello studio si sarebbe fermato sulle dune che
ergevano come monti nel deserto dell’ignoranza.
Trasportandosi momentaneamente altrove, era come se facesse
emergere un’oasi in quella grande distesa di cose a lui per lo più
sconosciute, e spesso di non facile comprensione.
Una volta che si era rinfrescato, dissetato, riposato, quel sole non
era più così pesante da sopportare, e la sua pelle, la parte più esterna
dell’apprendimento, cominciava ad avere i segni di un’abbronzatura
conoscitiva, quasi una patina d’esperienza, di consapevolezza di cui non
si poteva più fare a meno nel contesto tecnologico in continuo sviluppo,
e dal quale si era sottratto, o fors’anche non vi si era mai avvicinato in
passato, poiché per un lungo periodo della propria esistenza tutte le sue
energie, il suo pensiero, il suo tempo, li aveva convogliati in un’unica
direzione, in un unico luogo … all’interno di sé.
Riprese la lettura, compiaciuto anche per il fatto, ancor più certo,
quando non lo osservava attraverso le lenti fotocromatiche, che ne
alteravano la reale portata, che stava preparandosi epidermicamente
all’estate, al mare … certo, non doveva sollevare la camicia, altrimenti,
qualcuno avrebbe pensato a lui come ad un operatore edile … un
muratore, insomma … per via dell’abbronzatura parziale … da
lavoratore, come preferiva considerarla, nel tentativo, inutile, di
giustificarsi …
Quando, molti anni addietro, aveva iniziato a scrivere, trasportato
in quella dimensione da una multiformità di elementi, da una pluralità
di considerazioni, non pensava di arrivare alle conclusioni di vario
ordine e grado a cui era pervenuto, suo malgrado, sulla scrittura, sul
pensiero, sulle persone, sulle genti …
Quando pensava alle parole, ancorché egli si occupasse di
fantasia, di racconti, di storie immaginarie, diversamente da chi si
occupa di materie tecniche, di cronaca, od altro, le vedeva come
costruzioni di sensazioni, spaccati artificiosi della sua esperienza, del suo
sentire, del suo essere, …
Eppure, prendendo atto, come spettatore esterno particolare, di
quanto alcuni avevano scritto, in ispecie chiamando in causa Dio …
qualunque cosa si possa intendere con questa parola, non poteva non
percepire, l’amaro sentore …
Era un autore … eppure, per seguire ciecamente un suo collega,
un uomo che aveva realizzato dei testi, e che ne attribuiva il contenuto
non già a se medesimo ma a Dio stesso, tanti e tanti uomini, nel corso di
diversi secoli, rinunciando alla facoltà prìncipe, degli esseri umani,
avevano ucciso, e continuavano a farlo, ancor oggi, obbedendo, come
bestie irrazionali, ad un oscuro comando, e, cosa ancor più grave,
credendo, nel fare ciò, di rendere un culto a Dio … come se Dio … il
principio della vita, rinnegasse se stesso!
The blue stone 2.
Erano passati circa dieci minuti da quando la sirena
dell’ambulanza aveva cessato di suonare, proprio sotto di lui. Era chiaro
che si doveva trattare di qualcuno che abitava nei pressi, e come sempre
in quei casi, quanti abitavano nelle vicinanze, mossi dalla curiosità, si
erano affacciati nelle finestre, nei balconi, e quella che sino ad un istante
prima era la sua isolata spiaggia, in cui prendeva il sole sugli avambracci
e sul viso, nel balcone di casa sua, al quarto piano di un condominio, in
compagnia di … una bella rivista, era, improvvisamente diventato … il
mercatino del martedì mattina … con un numero sempre crescente di
persone che di certo non si erano ritrovate lì per prendere il sole o per
parlare di politica.
Sentì aprirsi la porta, alle sue spalle, mentre la persona con la
quale viveva, in quell’appartamento, visibilmente scossa, gli comunicò
ciò che, a quanto sembrava, tutti oramai sapevano, al di fuori di lui.
"Si è sentita male … l’inquilina del piano di sotto … è per lei che
hanno chiamato l’ambulanza … poveretta …"
"Gli sarà scoppiato il fegato … con tutto quello che si mangiava,
alla sua età … per non parlare del fatto che il suo odore di cucina,
assomigliava di più all’odore del nostro WC ... e ..."
"... e, smettila! … Sì, certo esagerava … una donna di più
d’ottant’anni, era tornata ad ingrassare, com’era tanti anni fa … forse
credeva di ritornare giovane mangiando come una ventenne …"
"Un cavallo ventenne … e, poi, era una persona che non mi
piaceva … dispettosa, bugiarda, il prototipo di tutto ciò che è brutto …"
"In ogni modo, ... ora è davanti a Dio …"
"Come … davanti … a … Dio …?"
"Eh … così ho sentito … era passata la figlia … e, non avendo
avuto risposta, né al citofono, né al telefono … alla fine è entrata … e …"
"E … non si lasciano da soli gli anziani! … Anche se sono loro i
primi a volerlo e facendotelo capire in tutti i modi che amano starsene
da soli … solo che, da soli, non hanno freni … e non vedono il tempo che
passa, o meglio, non lo vogliono vedere … mah … d’altro canto … non gli
si può stare addosso ventiquattr’ore su ventiquattro … ognuno ha la sua
vita da vivere …"
più …"
"La figlia ha chiamato l’ambulanza, ma non è servita, non serviva
"Certo che a volte la vita è curiosa … e, in ogni modo, senza
cambiare discorso … quella, di certo, non è davanti a Dio … come l’ha
vista, Dio, l’ha subito cacciata … ne sono sicuro … Via da me, tu che hai
commesso solo iniquità!, ... Mi sembra quasi di vederlo, non solo di
sentirlo … raramente mi è capitato di vedere ed incontrare persone false
e malvagie come … la persona di cui stiamo parlando …"
"Non sta a noi giudicare … anche se, con noi, non si è comportata
molto bene … mi sono sempre chiesta perché lo facesse …"
"Perché non credeva in Dio … il fatto, poi, che andasse
regolarmente in chiesa, non dimostrava alcunché … adesso, però, i dubbi
su Dio gli passeranno, anzi … gli sono già passati … beh, io continuo a
prendermi un po’ di sole … la vita continua …"
"E, beh certo … chi lo avrebbe mai detto?, Chi ci pensava, chi se lo
aspettava …"
"Conosci qualcuno che se lo aspetta? Sappiamo tutti che quel
giorno verrà … ma, preferiamo pensare ad altro … quella, ad esempio,
pensava a fare dispetti … adesso, sarà nel posto che merita …"
"Un po’ di misericordia non guasta …"
"Essere certi che chi opera il male … finisca laddove ha origine il
male … non vuol dire non avere misericordia, altrimenti, si potrebbe
affermare che Dio non ha misericordia …
altra cosa è credersi migliori o superiori di quanti incontriamo
nella nostra vita, lo sai che penso che si può essere migliori o superiori
solo a se stessi … comunque, io voglio continuare a prendermi il sole,
magari leggendomi questa rivista …"
"Eh … va bene …"
"Non sono insensibile a questi eventi … ho, solo, dei tempi e dei
modi diversi da quelli di tanti … ho bisogno di valutare le cose, le
persone, gli eventi … a freddo … lontano dal momento in cui li ho
conosciuti …"
"Buona lettura e buona abbronzatura, allora …"
"Sì …"
Non era certo di come si sentiva in quel momento, e non era
sicuro di poter valutare obiettivamente il flusso di emozioni e di
sensazioni che lo attraversavano, disordinatamente.
Sapeva, solo che il suo cammino era, sempre lungo, ed il suo
passo doveva necessariamente poggiare su qualcosa di più solido della
comune e troppo spesso gratuita stupidità umana.
Sapeva, altresì, che non sempre il cielo era limpido, celeste, terso
… qualche volta aveva il colore della tristezza, ma, dentro di sé avrebbe
sempre trovato il terreno che egli stesso aveva contribuito a realizzare,
passo dopo passo, attimo dopo attimo, battito dopo battito … quella
particolare pietra che non nasce nella terra, ma, dentro ognuno di noi, e
ci caratterizza e ci identifica … ai nostri occhi, agli occhi di Dio … ed in
una certa qual misura, anche agli occhi degli altri …
The blue stone 3.
Si sistemò alla meglio, non vi era alcun dubbio che, sia per leggere
sia per prendere un po’ di sole, esistevano dei sistemi più ortodossi, che
… sedersi in un balcone, che si estendeva dalla facciata del palazzo per
non più di un metro, per una lunghezza, (Oh, non state a mettervi a
discutere, su quale dei due lati, di questo terrazzino sia quello lungo e
quale quello largo, ché altrimenti, la prossima volta me ne vado al mare
a prendere il sole ... ok?) non superiore ai tre metri … gerani compresi!
Da un punto non troppo distante sentiva pervenirgli un pianto
sommesso, dei singhiozzi, la morte aveva bussato alla porta di una
persona, che conosceva, ed anche se, a suo modo di vedere le cose, non
vi aveva trovato la vita, aveva assolto il suo compito di notifica …
Si era sempre chiesto, in quel caso come in altri, se gli interessati
si fossero mai messi di fronte alla vita eterna, pensando, tra l’altro, a
quel momento; … di certo, il loro modo di condurre l’esistenza, tra le
menzogne ed i dispetti, lasciava dei seri dubbi che credessero in Dio … e
questo, qualunque cosa, ognuno di noi, possa intendere, con questa
parola.
Riprese la lettura, con il chiaro intento di allontanare il pensiero
ineluttabile della morte, antitetico, se non accompagnato da quello
dell’eternità, con il desiderio dell’esistenza …
Nel corso degli anni aveva acquisito una capacità tutta particolare
di ironizzare sulle cose, che in gioventù non conosceva, e che di certo lo
aiutava a superare i momenti di difficoltà.
Gli veniva in mente ciò, a ragione dei testi che stava analizzando,
prendendo in visione, negli ultimi diciotto mesi, in materia di
computers, sistemi operativi, e quant’altro fosse collegato alla materia, e
che non poteva fare a meno di far passare attraverso il filtro
dell’umorismo, anche solo per rilassarsi.
"Daemon … in ambiente Unix/Linux, un programma di sistema –
la cui esecuzione rimane spesso nascosta agli occhi dell’utente comune –
e che si occupa di fornire un servizio … in Linux, sono
contemporaneamente in esecuzione molti demoni … ohi, ohi, ma qui si
parla di un sistema operativo o del condominio dove abito io?, ... Boh, si
occupano di gestire la connessione di rete, il caricamento dei moduli del
Kernel, di effettuare il log degli eventi e così via … eh, adesso sì che è
chiaro! Se non fosse che mi sono appassionato alla materia, la cache … i
computers hanno la cache, questa parola ha un suono che in taluni
dialetti, può ricordare quella cosuccia che fa capire che è passato un
cane, in zona ... … e questa ha pure più livelli, (virtuosismi?) ... anche i
marciapiedi della città in cui vivo, ce l'hanno hanno ... ma, noi non lo
scriviamo nella pubblicità … eh … ci sono pure i crackers ed i biscottini
… qualcuno si prende la briga di portarci il thé, per favore?"
Anche il continuo prendere appunti, era più il bisogno di
interrompere, di fare una pausa, piuttosto che la mera necessità di fare il
punto di una situazione cui mancavano troppi … punti di riferimento.
Da oltre la porta, alle sue spalle, che immetteva nella sala da
pranzo, nome altisonante della camera dove loro, per lo più,
consumavano le ore davanti al televisore, gli arrivava la voce del
giornalista che comunicava le notizie di cronaca.
Oramai, da mesi, fra i vari argomenti, vi era fisso, quello del
conflitto tra coloro che credevano di rendere un culto a Dio con
l’omicidio e quelli che credevano, non i soli per la verità, nella terra di
Dio … dei padri, come se l’anima, scevrata dalla materia ne fosse ancora
… ancorata!
Era con fatti del genere che lo prendeva, maggiormente, la
tristezza, cui riusciva a far fronte solo attraverso il convincimento che,
cercando dentro se stessi, nella propria porzione di infinito, si sarebbe,
ancor più, percepito il senso della vita, disgiunto, inevitabilmente, dal
senso della morte …
Anche qui, in questa dimensione di dolore, aveva con la fantasia
dato un nome al luogo in cui entrava, quando le circostanze, le
situazioni, gli eventi della vita lo coinvolgevano, distraendolo dal suo
desiderio di quiete, di serenità, The blue stone … la pietra blu … e,
sapeva che era la sua fede nel Cristo, in un Cristo interiore … che gli
permetteva di camminare in un terreno solido, nonostante le tante
occasioni in cui, doveva prendere atto dell’irrazionalità umana, della
malvagità, della stupidità …
Si aprì la porta, permettendo così al suo interlocutore di
relazionare con lui,: "Le hai sentite le notizie del telegiornale?, ... Quelli
continuano ad ammazzarsi tra di loro …"
"Forse un giorno qualcuno gli farà comprendere che stanno
rinunciando a capire per obbedire ad un autore … che è poi, di fatto,
diventato il loro Dio, forse, un giorno, magari i loro figli … li porranno
dinanzi alla verità, e non potranno non vederla, rimane, solo, da sapere,
quante lacrime, ancora, solcheranno il volto di Dio … nel vedere gli
uomini uccidersi l’un l’altro, nel suo nome!"
The blue stone file.
L’estate se ne stava, lentamente, andando ed i freschi attimi del
mattino, visto che alla notte lasciava il suo naturale compito di giaciglio
del sonno, trasportavano nella stagione che precedeva l’inverno, e nella
quale era nato, con quei colori che avevano, per lui, un particolare
sapore, che il suo animo riconosceva ed apprezzava, non solo
fisicamente, ma, più propriamente, nell’anima, la sua anima, con quella
propensione per l’eternità che talvolta lo rendevano, senza un’effettiva
ragione, inviso agli altri, o ad almeno ... qualcuno di quelli che a vario
titolo, in vario modo, potevano rientrare in un ipotetico capitolo titolato
... degli altri.
E, poteva anche comprendere il fatto che non sempre era facile
seguirlo nei suoi discorsi, così diversi, così personali, ma era il rifiuto
aprioristico, il mancato dialogo, quell’atteggiamento così innaturale,
eppure diffuso, a lasciarlo amareggiato, confuso, perplesso …
Ultimamente, parlando con un amico, aveva espresso la sua
opinione sui mussulmani e su Maometto, dichiarando con tutta
semplicità ed onestà ciò che pensava di loro: "Uomini che uccidono per
obbedienza … ad un suo collega, sì, perché, per chiunque volesse
sinceramente ed interiormente vederlo, sentirlo, viverlo con la propria
anima … Dio (e, qui, si soffermava, solitamente per ribadire "qualunque
cosa si possa intendere con questa parola" … visto che a lui non era dato
di disgiungerla da concetti come … spirito, verità … vita eterna) … Dio ...
non poteva aver mai detto ad un uomo "Uccidi gli altri uomini … ché così
ti dò la vita eterna …", non poteva averlo detto, e quindi attribuirglielo
era … un chiaro ed inequivocabile falso ideologico!"
Pur nella semplicità di quegli argomenti, aveva notato in chi
aveva di fronte, una certa qual inspiegabile titubanza, facilmente
riconducibile al fatto che non si era mai posto, evidentemente, quesiti di
tale natura.
Naturalmente … invece, con la sua vocazione specifica, fin da
ragazzo, inevitabilmente, vedeva e sentiva sorgere dal suo interno,
domande del tipo … È veramente questa … la verità? Od io mi sto
muovendo, obbedendo ad un mio simile, che quindi chiaramente pongo
ad un livello particolare, che per esemplificazione possiamo chiamare …
Dio?
Innegabile il suo trasporto verso contenuti del tipo "Cercate la
verità …" oppure "Cercate ciò che non perisce, ma dura in eterno", chiari
inviti a condurre il pensiero oltre la dimensione della materia, oltre la
terra, oltre il relativo …
Era però preparato a ciò, lo preparavano altre parole, che aveva
fatto proprie nel proseguo della sua esistenza, non passivamente
assorbite, quasi non avesse una capacità intellettiva decisionale, ma
attivamente comprese e che riguardavano l’atteggiamento che avrebbero
avuto quanti non avevano fatto quel percorso interiore, e,
osteggiamento, derisione,
ostilità, avversione … erano cose a cui era abituato; per questo,
quando incontrava chi … gli offriva"un bicchiere d’acqua", un … sorso di
serenità, di tranquillità, si fermava a riposare … pronto a riprendere il
suo cammino, che sapeva … per alcuni versi … solitario.
Ad ogni buon conto, era piacevole scambiare due parole anche
con chi non riteneva completamente validi i suoi argomenti: ed in quella
propensione al dialogo, alla comunicazione, all'ascolto … percepiva
maggiormente la presenza di Dio, come di uno spirito onnipresente, uno
spirito di vita e non di morte …
Ed allontanava il pensiero, reso verosomigliante, per alcuni versi,
dalla stupidità umana, che fossero stati gli uomini a creare Dio, e non
viceversa.
Un pensiero però, condiviso, se attraverso il medesimo si voleva
cancellare la capacità universale all'intelligenza, la capacità insita in
ognuno di comprendere e rapportarsi con l'esistenza, di vivere la propria
vita, senza esserne schiavi, e men che meno schiavi di un altro essere
umano... o di altri esseri umani, che brandivano testi e strumenti di
morte, in luogo di verità che vanno oltre la vita, la materia, il tempo, e
che vengono comunicati attraverso il suono di una parola ... che non
uccide, non inganna, ma conduce oltre la soglia dell'immanente, nella
sede dello spirito, di ciò che è eterno, ossia l'eternità, ove saremo tutti
noi, un giorno, e dove il male non può entrare, essendovi spazio solo per
la vita e non anche per la morte, aldilà del relativo ... al di fuori della
materia.
Queste ed altre cose ancora, le ripeteva, tutte le volte che le
circostanze lo ponevano in condizione di farlo, con il chiaro intento di
dire che Dio … non è nei testi scritti dagli uomini, ché gli autori sono
solo questo … autori di testi, e che non conviene farli divenire … il nostro
Dio; ... alcuni, poi, si erano apparentemente distaccati da questa realtà,
rimanendo disgustati da come veniva rappresentato, posto che in fin dei
conti, toccava alle persone, dentro se stesse come pure fuori, dare una
forma a ciò che è, in effetti, solo spirito ... solo, accompagnato dalla
verità ... che gli uomini se vogliono, sanno vedere, in ciò che è scritto
nella loro anima, pulita magari dall'inchiostro degli altri uomini, visto
che la scrittura non serve a fare schiavi, ma a liberare il pensiero ...
Lui, però, questo lo sapeva da sempre … forse, per questo motivo,
per dare il suo contributo in tal senso, scriveva … perché sapeva che la
scrittura era importante, serviva ad invitare al pensiero, null’altro che
questo … invitare a pensare, … invitare a cercare la verità, per non essere
schiavi di altri uomini, cui, per il fatto di asserire di parlare per nome e
conto di Dio, istintivamente si riservava un ruolo ed una dimensione
superiore a quella della vita, di cui noi tutti, uomini e donne siamo
elementi, rappresentanti, cellule, creature, che possono comprendere la
creazione e sentire il creatore attraverso la propria anima, che comunica
direttamente con l’infinito, e quindi, con la vita eterna.
"Te lo ripeto, il mio giudizio sul mondo islamico è globalmente
negativo! Maometto non ha, mai, a mio avviso, per quella che è la mia
personale opinione, per ciò che ritengo io, né veduto né udito alcun Dio,
certo, però, l’idea di mettersi sullo stesso piano di Dio, attraverso una
sorta di rappresentanza "testuale", ossia a mezzo testo sacro o della
conoscenza, della saggezza, della verità, dev’esser stata una tentazione a
cui non ha saputo resistere … dopotutto, chi potrebbe dimostrare il
contrario di ciò che dice? …
La semplice constatazione che il contenuto del corano non ha
alcunché di veritiero, niente di onesto, nulla a che vedere con la vita, che
qualsiasi essere umano degno di questo nome inorridisce di fronte a
certe parole, a certi contenuti, più vicini alla morte che alla vita, alla
menzogna che alla verità, questo lo potrebbe dimostrare?, Dàgli un
nome ed un volto, e vedrai che i seguaci della falsità e della morte,
faranno di tutto per metterlo a tacere! … E, dimmi, quanti conosci
disposti a mettere a repentaglio la propria vita per testimoniare, con la
parola, che Dio è spirito e vita, e non menzogna e morte … tu, dimmi, …
quanti ne conosci?"
La pietra, la sua personale pietra, un angolo di mondo un pò più
triste e più scuro di quello in cui amava realmente vivere, e nel quale era
costretto a muovere i suoi passi, in taluni momenti, e che aveva
ribattezzato, simpateticamente ... the blue stone, sembrava sorridergli,
mentre gli scendeva una lacrima sulla guancia.
Lui e le sue fantasie si parlavano, spesso, felici l’uno dell’esistenza
dell’altro, com’è d’uso, fra i viventi!
"Grazie di esistere, piccolo uomo!"
Walther Walker.
La porta scorrevole che, oramai, guardava con sufficiente
distacco, viste le volte che entrava ed usciva da quel posto nell'arco della
giornata, sembrava animarsi di nova vita, di nuova energia, nuovo
interesse.
Aveva con sé tutto il materiale relativo agli ultimi mesi, gli
appunti che dovevano prendere una forma digitale composita, una certa
qual presentazione, e che le continue verifiche, i continui controlli, non
davano mai il tempo di veder camminare con i propri piedi, le proprie
gambe, come ogni lavoro finito, concluso ...
Erano troppi, però, i pensieri, le cose che gli attraversavano la
mente, e non tutte relative al proprio compito, al proprio lavoro ... non
direttamente, almeno, anche se sapeva che, prima o poi le stesse cose
sarebbero riemerse, visto il suo naturale interesse ed avrebbero dato il
loro contributo ...
"... Walther ..."
"... Oh, mi hai preceduto ..."
"... Non riuscivo a rimanere a casa, ..."
"Ti capisco ... è da molto tempo che conosco questa sensazione..."
"... È ... il gran giorno ... mi pare ..."
"Mah, chi può dirlo ... ora comincio a rivedere il materiale ..."
"Non hai ancora finito?, Credevo ..."
"Sì ... sì ... ho finito, è tutto a posto... è solo che
ho qualche dubbio sulla forma, non sulla sostanza ... come si dice chi
vede il figlio vede il padre, la forma parla della sostanza ... la scrittura
dice ciò che si pensa ... e, purtroppo io non sono uno scrittore ... mi
sembra un po' zoppa la forma, ed anche se so che è meglio claudicante
che niente ... vorrei aggiustarla ..."
"A volte faccio fatica a seguirti ... questi tuoi trasporti nell'antico,
come dici tu ... mi lasciano perplessa, forse perché so che, poi, sai anche
camminare nelle novità con una speditezza che lascia indietro gli altri ..."
"Sono fatto così ..."
"... Curati! ..."
"Ma dài ... finiscila ... "Futura" ... sembra che per te il passato non
esista ..."
"... È ... o, può essere un ladro del futuro, o se preferisci del
presente continuo ..."
"... Mah ... ognuno ha le proprie idee ... comunque io devo finire la
relazione, mi dài una mano?"
"Naturalmente ..."
"... Grazie! ... Ad ogni buon conto ... manca poco ... solo una
spolveratina ..."
"Ho capito! ... Quando c'è da fare le pulizie ... spolverare o che ...
non ti pare vero che qualcuno ti dia una mano ..."
"Non essere così drastica ... si tratta di pochi attimi ... è quasi
tutto su supporto ottico e controllato ..."
"Meno male ... fra meno di due ore ... c'è l'incontro con ..."
"Solo due ore? ... ma non ce la farò mai ..."
"... Com'era il titolo di quel film? ... Mai dire mai ..."
"Io preferivo i telefilms della serie ... Mai dire sì!"
"... Non li ricordo ..."
"... Eh, io sono un po' più vecchietto di te ..."
"Te l'ho fatto notare poc'anzi ... per me il tempo è un po' ... ladro
..."
"... Donne ..."
L'autore, ☺ biografia essenziale.
Canu Gualtiero Giovanni nasce a Sassari, l'undici
Ottobre del 1959. Orfano di padre dal 1962, morto in un
incidente ferroviario avvenuto nella zona di Voghera, viene
cresciuto assieme al fratellino Giulio, dalla madre Antonia,
bidella o come si dirà in seguito operatrice scolastica in un
istituto di scuola media superiore.
Sin dalla adolescenza, ricerca una solitudine
introspettiva, un desiderio di silenzio e di quiete che gli
permettano di comprendere la propria dimensione di
pensiero, il proprio io esistenziale; frequenta, comunque,
l'istituto tecnico commerciale della propria città natale, e si
diploma ragioniere.
Iscrittosi nella facoltà e corso di giurisprudenza, non
porterà avanti gli studi, trasportato dalla fantasia, ed anche
dall'hobby del disegno (quando riesce ad esercitarlo), sempre
al di là del contingente, dell'immanente.
Ancor oggi, a chi gli chiede, avendo più di quarant'anni,
che cosa faccia nella vita, per vivere ... lo guarda come si
guarda un U.F.O., e con una battuta, od un abbozzo di
giustificazione che non convince alcuno, cerca di portarsi
oltre, e, laddove non riesca con la parola ... ringrazia sempre il
cielo, per avergli dato delle ... buone gambe!
Detto in altri termini, cercando se stesso. si è
dimenticato del particolare che ... vive in una società, e non
nella Terra della Fantasia, così, pur rimanendo attaccato al
suo desiderio di scrivere e disegnare, attualmente, vaga, dopo
aver seguito un corso di “Office Automation, multimedialità
ed internet” ed aver ottenuto una qualifica di “Operatore di
Call Center”, come pure superato i sette esami previsti per il
conseguimento dell’European Computer Driving Licence –
(E.C.D.L.), facendo credere che è seriamente impegnato nella
ricerca della propria indipendenza economica attraverso il
lavoro.
Quanto sopra riportato deve servire a far comprendere non
tanto la persona, quanto, come ebbe a dire una simpatica
Tutor di uno degli ultimi corsi seguiti, con un proprio giudizio,
il personaggio che è divenuto attore di se stesso.
L'autore, però, rimane fermamente convinto delle proprie
capacità creative, anche se il numero di coloro che
condividono questa opinione non richiede l'utilizzo di un
calcolatore elettronico per essere quantificato … il vecchio e
sempre valido paio di mani (Quelle famose sottratte
all'agricoltura …) è più che sufficiente.
Sarà il tempo, con tutta probabilità, a dimostrare se si è di
fronte a velleità o propensioni artistico-letterarie.
***
Questa è una semplice riedizione dell’opera, già presente in
internet, nel sito dell’autore, dal febbraio 2003.
Questo libro è dedicato a chi ha capito che la vita non
finisce con la materia e che lo scopo di un autore è liberare la
propria fantasia e, se possibile far nascere la discussione su
determinati argomenti al fine di promuovere il pensiero.
Un sincero grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere le
pagine da me scritte, e quelle che scriverò in seguito.
Mi scuso sin d’ora per eventuali errori di battitura ed
altre inesattezze.
Ci vediamo nel Web!
Se utilizzate i motori di ricerca, mi trovate facilmente …
almeno spero!
A tutti …
Grazie di esistere!
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Ciottoli di Ruscello