Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Settembre 2014 Anno XIV - n° 147 L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba Ci perdiamo anche nelle cose piccole Già nell’ultimo numero, prima delle vacanze, chiamiamole ancora così, vista la grave crisi che sta attraversando il nostro paese, avevamo sollevato la mancanza di quel senso della solidarietà, componente essenziale in grado di concorrere seriamente a facilitare l’uscita dalla crisi nella quale siamo precipitati ormai da sei anni. Avvertivamo, con preoccupazione, l’aggravarsi di un clima pericoloso ed inquietante, presente in diversi ambienti, in particolare in quello dell’informazione (televisiva e giornalistica) di mettere, sempre più in evidenza, solo ed esclusivamente i mali ed i ritardi del Paese senza dare risalto alcuno ad aspetti positivi che sono pur presenti nella complessa realtà del paese. Un riferimento vogliamo farlo proprio sulla mancanza di uno straccio di responsabilità nazionale che dovrebbe invece essere un comune denominatore tale da legare Istituzioni centrali e periferiche, associazioni di categoria, sindacati ed organi di informazione. Quando si attraversa una crisi segue a pag. 2 Un articolo dell’On. Ivo Butini Smemoranda DC Il 19 agosto di sessanta anni fa moriva a Sella di Valsugana Alcide De Gasperi. La sua stagione politica era finita nel giugno 1953 con il fallimento di una legge elettorale che la sinistra accanitamente chiamò “legge truffa”. Il 12 agosto di questo 2014 Massimo Teodori, un brillante intellettuale con ascendenze radicali, suggeriva di tornare a quella legge “onesta e priva di risvolti truffaldini” (Corriere della Sera). Il 14 agosto seguente Roberto Pertici, sull’intera pagina 5 dell’Osservatore Romano, quotidiano della Città del Vaticano, ricordò episodi ignoti ai più, con una ricostruzione ampia e documentata. Auditorium di Villa Henderson segue a pag. 2 Via Roma - Livorno Venerdì 19 Settembre, h. 17 per ricordare il 60° Anniversario della morte di Alcide De GASPERI sarà presentato il libro De Gasperi Uno studio di Giuseppe Sangiorgi Direttore dell'Ist. L.Sturzo - Roma Presentazione: Dott. Enrico Dello Sbarba Direttore de IL CENTRO Saluti del Dott. Giorgio Kutufà Presidente della Provincia e del Dott. Gabriele Cantù Presidente Istoreco Moderatore: Avv. Angiolo Mancusi Relatori: Dott. Gianluca Della Maggiore Istituto Istoreco Ing. Francesco Butini Ist. Studi Politici R. Branzi - Firenze Pertici centra il suo intervento sui rapporti che De Gasperi ebbe con Piero Treves, figlio del socialista Paolo Treves che negli anni 1924-1925 visse con De Gasperi l’esperienza dell’Aventino. Paolo Treves andò in esilio. Le sue ceneri tornarono in Italia, insieme a quelle di un altro leader socialista, Filippo Turati, nel 1948. De Gasperi, allora Presidente del Consiglio, rese omaggio a Milano alla loro memoria. Disse fra l’altro De Gasperi: “nella storia della democrazia più che lo statuto o le costituzioni, conta l’esperienza”. Quando nel 1951 De Gasperi tornò a Lonsegue a pag. 2 Sala Don Nardini - Via dei Lavoratori segue a pag. 2 Rosignano Marittimo Venerdì 10 Ottobre, h. 21 Presentazione del libro La mia Dc Spezzoni di vita politica e i rapporti con il Sen. Andreotti di Enrico Dello Sbarba Editrice «Il Quadrifoglio» - Livorno Moderatrice: Elisabetta Arrighi giornalista de Il Tirreno Saluti di Alessandro Franchi Sindaco del Comune di Rosignano M.mo Relatori: Francescalberto De Bari pubblicista Nicola Graziani giornalista quirinalista Paolo Rotelli ex Capogruppo Consiliare Dc Comune di Rosignano M.mo. 2 Politica dalla prima pagina Ci perdiamo anche nelle cose piccole dalle dimensioni sempre più ampie (molti commentatori assimilano la situazione di oggi ad una guerra mondiale non combattuta con le armi), la solidarietà dovrebbe essere presente ad ogni livello. Purtroppo ciò non sta assolutamente accadendo ed in proposito vogliamo citare due piccoli esempi di per se “emblematici” che dimostrano e confermano come la solidarietà nazionale appartenga, in molti casi, al mondo della favole. Nel maggio del 2015 sarà inaugurata a Milano L’Expo - l’esposizione universale - un evento dalle dimensioni mondiali che porterà in Italia milioni di visitatori provenienti da tutto il globo. Di fronte ad un tale avvenimento “un paese normale” dovrebbe sfruttare questa occasione per mostrare “alcune eccellenze” di cui, magari immeritatamente, ne siamo ricchissimi. Ebbene erano stati richiesti i due famosissimi “bronzi di Riace” confinati, diciamo anche giustamente perché recuperati in un tratto di mare di quella regione, nel Museo Archeologico di Reggio Calabria e visitati,dicono le statistiche, da non più di 10.000 visitatori all’anno. Alla richiesta di un provvisorio trasferimento, circoscritto alla durata dell’Expo, si è opposto un netto rifiuto giustificato dalle difficoltà del trasloco. Qualche giorno dopo, il Sindaco di Cremona (città che dista pochi chilometri da Milano), ha opposto analogo secco rifiuto a trasferire il dipinto del cinquecento dell’Arcimboldo (si tratta di un dipinto che raffigura “L’Ortolano che rappresenta Priapo - divinità degli orti e della fertilità) opera particolarmente indicata al tema dell’Expo che ha come mascotte “Foody”. “Chi vuol vedere l’opera - ha dichiarato il giovane Sindaco della città del torrone venga a Cremona e sarà certamente ben accolto”. Se a questi episodi disdicevoli aggiungiamo i continui litigi tra Comune di Milano e Regione Lombardia su quell’evento, abbiamo un quadro, veramente edificante, di quale sia il senso di solidarietà presente nel nostro paese. Vittorio Sgarbi, personaggio strambo ma valido ed intelligente, ha tentato,negli ultimi giorni, di contattare i direttori dei musei di Vienna e Stoccolma per vedere se fosse stato possibile avere la disponibilità di alcune opere del grande pittore: e-mail: [email protected] purtroppo, per impegni assunti in precedenza, la richiesta non è stata accolta. “Purtroppo è tardi”, ha dichiarato il famoso critico d’arte “e così l’Italia rischia di cadere nel guicciardiano - particulare - con le città di appartenenza che difendono il proprio campanile che non è certamente quello di Milano e della Lombardia, ma dell’intero Paese”. Ecco, cari lettori, non ho toccato argomenti “scottanti “ ma solo due esemplificazioni del “sistema Italia”e di come funzioni il senso della solidarietà e degli interessi comuni in questo nostro caro paese. Purtoppo queste vicende, di ridotto spessore ma significative, accentuano lo sconcerto e lo sconforto per il nostro futuro. Un’ultima considerazione, proprio nel giorno in cui il Governo Renzi ha presentato il programma “Sblocca Italia”e sul quale si stanno già scatenando rilievi e critiche dei grandi giornalisti e degli economisti italici: sono provvedimenti che, pur nelle gravi difficoltà in cui ci troviamo e che non possono essere certo “esaustivi”, cercano di rompere l’immobilismo in cui l’Italia è immersa da troppo tempo. Anche per questi “eterni soloni della critica” dovrebbe valere e prevalere il messaggio che abbiamo voluto lanciare. Smemoranda DC dra trovò una lettera di Piero Treves che gli ricordava “con orgoglio e vergogna” il viaggio di De Gasperi, ministro degli Affari Esteri, nel tragico settembre 1945, quando un ambiente ostile accolse l’ex perseguitato De Gasperi, chiamato ora a riscattare la dannosa eredità della dittatura fascista. Piero Treves tornò in Italia a metà degli anni cinquanta e scrisse sul quotidiano “La Stampa” di Torino. Nella “rubrica della memoria” da lui curata, il 19 agosto 1973 scrisse un saluto a De Gasperi, nel diciannovesimo anniversario della morte. Lo salutò insieme a quelli che, pur non condividendo la fede e l’appartenenza politica di De Gasperi, collaborarono alla sua opera “cristiana, cioè di umana e italiana civiltà”. Piero Treves chiuse il suo saluto scrivendo che “guardando l’Italia del 1973 non si stupiva che vent’anni di silenzio la separassero da quelle vette”. In quegli anni che sembravano preparare il compromesso storico, scrive Roberto Pertici, si “appannava” la memoria di De Gasperi, quasi si attendesse una sorta di vittoria postuma dei suoi oppositori “interni ed esterni alla DC”. 10 agosto 2014. Nel suo domenicale intervento su “La Repubblica”, Eugenio Scal- fari commentava fatti e propositi delle riforme costituzionali in corso in Italia. Citò, in conclusione, un lungo intervento dello storico Guido Crainz, sempre su “La Repubblica”. Si stava entrando nella fase più tesa della guerra fredda e c’era molta incertezza sulle consultazioni elettorali, aveva scritto il professor Crainz. De Gasperi, e non solo lui, il monocameralismo lo temeva come il possibile annuncio di “un governo dell’assemblea” giacobino e nefasto. Scalfari ne spiega il senso: “avrebbe seguito le decisioni del demagogo di turno”. E avverte: “il parere di De Gasperi non è certamente un parere da poco perché De Gasperi è stato il vero costruttore della Repubblica”. E, aggiungo io, sperimentò la fatica della governabilità del Paese e avvertì la debolezza dell’impianto costituzionale dei partiti. Quattro giorno dopo l’articolo di Scalfari, Roberto Pertici, ricordate “le vette” della memoria degasperiana di Piero Treves del 1973, concludeva che “a quelle vette l’Italia del 2014 non riesce più nemmeno a sollevare lo sguardo”. Cattolici compresi, purtroppo. Periodico mensile del Circolo Culturale Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005 Redazione ed Amministrazione: Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livorno e.mail: [email protected] www.circoloilcentro-livorno.it DIRETTORE RESPONSABILE: Enrico Dello Sbarba COMITATO DI REDAZIONE: Massimo Cappelli, Laura Conforti Benvenuti Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Francescalberto De Bari, Davide Livocci, Mauro Paoletti, Marisa Speranza, Franco Spugnesi. Hanno collaborato a questo numero: Paolo Arzilli, Marcello Battini, Jacopo Bertocchi, Ettore Bonalberti, Ivo Butini, Massimo Cappelli, Laura Conforti Benvenuti, Nicola Graziani, Luca Lischi, Mario Lorenzini, Antonio Melani, Silvia Menicagli, Franco Spugnesi. STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio», Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno Giornale chiuso in tipografia il 4/9/2014 periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Politica 3 Cosa rimane oggi dell’insegnamento degasperiano ? di Ettore Bonalberti Avevo nove anni quando, il 19 Agosto 1954, moriva a Borgo Val Sugana, Alcide De Gasperi. Nella mia casa e in parrocchia, che frequentavo da giovane “aspirante”, si respirava da tempo aria di DC e il drappo del “comitato civico” era sempre pronto ad essere steso sul balcone del centro sociale parrocchiale ad ogni vigilia di consultazione elettorale politica o amministrativa. Siamo cresciuti, noi della generazione DC a cavallo tra la terza e la quarta, nel ricordo e nel mito dello statista trentino. I nostri democristiani più anziani erano stati partecipi e testimoni dei suoi comizi nelle piazze gremite delle città del Veneto e quelli della terza generazione che ci accolsero nel partito agli inizi degli anni’60, seppur già divisi, dopo la rottura della corrente di “ Iniziativa Democratica” e l’avvento dei “pallidi salmodianti” dorotei della Domus Mariae che posero fine all’egemonia fanfaniana sulla DC, ci parlavano di De Gasperi come del padre fondatore nel cui ricordo tutti ci si ritrovava uniti. Era stato De Gasperi, infatti, a redigere un opuscolo clandestino a firma di Demofilo il 26 luglio del 1943 quelle che passeranno alla storia della DC come “le idee ricostruttive della DC”; di fatto, il primo schema programmatico della futura Democrazia Cristiana, all’indomani della caduta del fascismo e dell’apertura di una nuova stagione di confronto politico in Italia. Non si potrebbe comprendere il senso autentico del capolavoro storico-politico di De Gasperi se non si tenesse conto, da un lato, delle condizioni internazionali in cui si collocava il caso italiano e, dall’altro, della specificità del tutto particolare di una nazione che, seppur inserita all’interno del mondo occidentale, in virtù delle scelte compiute dai Grandi alla conferenza di Yalta, vantava, altresì, la presenza del più forte partito comunista dell’Occidente: il più grande partito comunista al mondo, dopo quelli dell’URSS e della Cina, per capacità di consenso elettorale liberamente e democraticamente acquisito, e per organizzazione di quadri e di militanti inseriti stabilmente nel partito e nelle organizzazioni sociali di diretta emanazione del partito stesso. Alcide De Gasperi (Pieve Tesino, Trento, 1881 Borgo di Valsugana 1954). E’ all’interno di questa realtà effettuale che si concretano le scelte degasperiane decisive, destinate a garantire alla DC un ruolo fondamentale e centrale per gli equilibri politici dei successivi decenni: - il coinvolgimento di tutto il mondo cattolico su una politica democratica di moderato riformismo e, dunque, l’azione da lui svolta per garantire l’adesione della Chiesa alla rinascente democrazia italiana. Di qui il tentativo, in larga parte riuscito, di mobilitare l’unità dei cattolici attorno alla DC; - la scelta atlantica ed europea da una lato, con tutte le implicazioni di ordine economico e sociale che esse comportavano e, dall’altro, quella delle alleanze con i partiti di ispirazione laica, liberale e del socialismo democratico, quale base dell’equilibrio centrista anche dopo e nonostante la maggioranza assoluta conquistata dalla DC nelle elezioni del 18 Aprile 1948. - Una politica di apertura e di collaborazione con le forze laiche, socialiste democratiche e liberali in un clima di grande tolleranza e di intelligente moderazione aperta alle istanze delle classi popolari da tenere in equilibrio con gli interessi del ceto medio. Sono queste le fondamentali scelte dega- speriane destinate a caratterizzare la realtà di un partito che, proprio in virtù delle stesse, finirà con il rappresentare e rappresenterà oggettivamente, l’alternativa democratica, fondata su un vasto consenso popolare, al polo comunista che egemonizzava specularmente ed in maniera indiscutibile l’area delle forze di opposizione di sinistra del Paese. Un’opposizione che per molto tempo non mancherà di caratterizzarsi nel senso di una autentica alternativa al “sistema di potere dominante” con continui richiami alla costruzione di una futura società “democratica e socialista”. Divisione del mondo in blocchi; presenza di un fortissimo partito comunista che, per molti anni, conserverà i caratteri di partito rivoluzionario di derivazione terzinternazionalista, legato indissolubilmente alle direttive del Cominform; politica delle alleanze al centro, anche come conseguenza di un sistema elettorale fondato sulla proporzionale rigida: sono questi gli elementi entro i quali si impernia la figura e l’opera politica straordinaria di Alcide De Gasperi che, possiamo a buon diritto, annoverare tra i grandi Padri della Patria e, sicuramente, tra i massimi esponenti politici di tutta la nostra storia unitaria. Se sul fronte politico De Gasperi lega indissolubilmente il suo nome e la sua epoca a quella del centrismo, su quello del partito, l’età di De Gasperi è il tempo in cui si assiste al passaggio del primato dalla prima alla seconda generazione democratico-cristiana e, dunque, all’avvento alla guida della DC di Amintore Fanfani. Una guida, quest’ultima, destinata a segnare profondamente la natura, la struttura organizzativa e gli stessi caratteri di un partito che, pur tra fasi alterne e successivi adattamenti e modificazioni, giunse pressoché inalterato, praticamente sino alla fine. Cosa rimane oggi dell’insegnamento degasperiano? Per quelli come me, che si considerano “ DC non pentiti”, al di là delle cerimonie celebrative, sentono impellente l’esigenza di un ritorno agli insegnamenti popolari sturziani e degasperiani per superare questa brutta fase segue a pag. 4 4 Politica da pag. 3 di stallo e di mistificante trasformismo della politica italiana. Ecco perché sono impegnato in prima persona, con altri autorevoli amici a concorrere alla costruzione del nuovo soggetto politico laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, transnazionale ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, nella quale far confluire in rete tutte le associazioni e gli italiani che si riconoscono nei valori del PPE e intendono declinarli secondo gli insegnamenti delle encicliche “Caritas in veritate” e “ Evangelii Gaudium”. Si tratta di attualizzare il pensiero sturziano e degasperiano non come operazione nostalgica e rievocativa, ma come recupero della nostra migliore tradizione passata, inverarla nel presente e concorrere con quanti sono interessati a costruire una prospettiva politica futura, in grado di uscire dai limiti di questa lunga stagione di transizione, subentrata dopo la fine della cosiddetta Prima Repubblica: questo l’ambizioso obiettivo che ci si propone. In sintesi si tratta di: 1) trarre ispirazione dalla dottrina sociale della Chiesa: sussidiarietà e solidarietà stelle polari dell’iniziativa politica dei cattolici insieme alla difesa strenua dei “valori non negoziabili”: difesa vita umana dalla nascita alla morte; valore della famiglia fondata sull’unione di un uomo e di una donna; difesa della libertà di educazione; 2) concorrere alla ricostruzione dell’unità culturale e politica dei o di cattolici essendo consapevoli che: - il mondo cattolico ha una potenza superiore a qualsiasi altra presenza culturale, sociale e politica di questo periodo in Italia, anche se non certo a livello massmediatico. Al tempo stesso, tuttavia, essa non è incanalata e compattata in logiche unitarie (De Rita) e-mail: [email protected] - ci sono tre componenti diverse e per ora non convergenti: a) c’è la componente del popolo di Dio che si ritrova nei momenti rituali e comunitari e che solo da poco tempo assume atteggiamento sociali e culturali di stampo extra ecclesiastico; b) c’è la componente delle grandi organizzazioni di rappresentanza e di azione sociale che avvertono la necessità di rinnovare (quelli degli incontri di Todi: ACLI-MCLCISL-CL-CdO-Sant’Egidio sin qui poco costruttivi); c) c’è la componente della diaspora della DC con i diversi rami partitici in cui i cattolici fanno azione politica cercando di collegarsi con la realtà ecclesiale o almeno interpretarne le attese. Ci sono “i cattolici adulti alla Rosy Bindi e Prodi” e i cattolici ubbidienti e non sempre coerenti del centro-destra. Anche all’interno della Chiesa ci sono differenziate sensibilità e competenze non sempre convergenti . Ci sono quelli dei “DC non pentiti” e popolari che lavorano per la ricomposizione dell’area popolare. d) Ci sono due estremi opposti da evitare: l’appartenenza obbligata in un solo partito come si trattasse di un dogma di fede, impossibile dopo il Concilio Vaticano II e la diaspora, ossia l’altrettanto dogmatica tesi della negatività di qualsiasi forma di unità e raccordo politico dei cattolici. Il criterio più convincente potrebbe/dovrebbe essere quello dell’“Unità possibile”. Il che significa che: l’unità è fattibile e che la si attuerà secondo il responsabile giudizio prudenziale relativo ai tempi, alle situazioni e alle scelte in gioco. Si tratta di adoperare, citando Mons Crepaldi, arcivescovo di Trieste, il motto: “ In essentialibus unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas”. Ossia sulle questioni fondamentali ci vuole unità, in quelle dubbie è lecito adoperare il libero giudizio personale, in tutto ci vuole la carità Via Caduti di Nassiriya - Loc. Le Morelline Due - Rosignano Solvay Phone: +39 0586 728111 - Fax: +39 0586 728222 e-mail: [email protected] - website: www.simeeng.com La danza del Peshmerga di Nicola Graziani Una cosa colpisce, nell’accellerazione della crisi siriana che si è verificata a metà' agosto: la superficialità con cui si è arrivati alla conclusione che era ineluttabilmente necessario armare i peshmerga. Ultimo baluardo contro la follia dell’autoproclamato califfato sunnita nel nord dell’Iraq, i guerriglieri indipendentisti curdi hanno finalmente ottenuto dall’Occidente cio' che generazioni si erano visti rifiutare: mitragliatrici e missili da sparare sui sunniti. Bene, l'Isis probabilmente non merita trattamenti di riguardo. La lotta del popolo curdo per l’indipendenza invece sì. Ma al mondo non c’è peggior politica dell'abbracciare una causa giusta nel modo sbagliato, e per di più sotto la spinta dell’emergenza. Ragion per cui, in un caso come quello curdo, abbiamo posto le premesse sia per la possibile soluzione del problema Isis, sia per il peggioramento di una crisi che va avanti da cent’anni, dal 1918. Anno in cui vennero stabiliti i confini dei paesi mediorientali, sulla base di un’enorme ingiustizia. Di tutti i popoli della zona, solo i curdi non si videro riconoscere il diritto ad uno stato. Anzi, vennero sparpagliati tra Iraq, Iran, Siria e Turchia. Da allora, con tanta encomiabile pervicacia e - per l'appunto - grande scarsità di armi, hanno condotto una battaglia solitaria contro i gas di Saddam Hussein e di Assad e l'efficienza letale dell'esercito curdo. Grazie alla decisione ferragostana del nostro parlamento ora la lotta -una volta luquidato l’Isis - tornerà a concentrarsi sui vecchi obiettivi. Con armi nuove e peshmerga più agguerriti. Non stupiamoci allora che danzassero di gioia, qualche settimana fa. E prepariamoci ad una nuova fase della crisi iniziata dalla dissennata invasione dell’Iraq del 2003. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Politica 5 Alcuni esponenti continuano a dire “noi non siamo né di destra né di sinistra” Movimento 5 Stelle: chi sono? di Massimo Cappelli Non c’è giorno che Grillo e esponenti del movimento 5 Stelle cerchino di attirare l’attenzione dei media e del pubblico con uscite ad effetto, spesso sconcertanti, a volte contraddittorie. Abbiamo capito che il loro credo si basa sulla contestazione delle istituzioni e del sistema politico ma, facendo anche loro politica, dove si collocano? Occorre allora esaminare i pochi fatti concreti ufficialmente compiuti e tra questi c’è, di indubbia importanza, l’adesione a livello europeo al Gruppo “Europa della Libertà e della Democrazia diretta”. L’adesione presuppone una condivisione degli obiettivi, del modo di agire e di pensare, delle idee nelle quali gli aderenti trovano un comune sentire. Questo gruppo è formato da partiti con un programma contrario al centralismo dell’Unione Europea, favorevole ai nazionalismi e viene identificato negli schieramenti politici europei tra la destra e l’estrema destra. Per dare significato a tale collocazione esaminiamo i singoli partiti e movimenti che fanno parte del raggruppamento che conta 48 deputati di sette paesi europei così suddivisi: - Movimento 5 Stelle Italia: 24 seggi - UKIP Gran Bretagna: 17 seggi - Ordine e Giustizia Lituania: 2 seggi - Democratici svedesi Svezia: 2 seggi - Unione dei Verdi e Contadini Lettonia: 1seggio - Partito Cittadini Liberi Rep. Ceca: 1seggio - Deputato indipendente uscito dal Fronte Nazionale Francia: 1 seggio. Per poter partecipare al lavoro delle Commissioni europee il Raggruppamento deve rappresentare almeno 7 stati membri dell’Unione Europea. Sino all’ultimo questo Raggruppamento è stato in bilico e solo l’adesione di una deputata francese fuoriuscita dal partito di Marine Le Pen ha impedito questo fallimento. Anche questo può essere un indicatore della valutazione che tali partiti hanno da parte degli altri rappresentanti europei. Vediamo ora i principi ispiratori degli alleati del Movimento 5 Stelle. L’UKIP è un partito politico britannico euroscettico, fondato nel 1993 da un gruppo di scissionisti del Partito Conservatore con l’obiettivo di far uscire il Regno Unito dall’Unione Europea. Nel 2014 ,alle elezioni europee l’UKIP, guidato da Nigel Farage, ha ottenuto il 27,5% risultando il primo partito , superando Laburisti e Conservatori. Dobbiamo però dire che i risultati delle europee, sino ad oggi, non sono stati ripetuti nelle elezioni politiche dove l’UKIP non è mai riuscito ad ottenere seggi. Il Partito Ordine e Giustizia della Lituania è un partito conservatore e nazionalista, caratterizzato da una ideologia populista di destra e dall’euroscetticismo. Dal 2012, pur essendo uscito fortemente ridimensionato dalle elezioni politiche ( dal 12,7% al 7,3%) fa parte del governo di coalizione con Laburisti e Socialdemocratici. Il Partito dei Democratici Svedesi è un partito di matrice nazionalista. Il partito (secondo Wikipedia) è stato “fondato nel 1988 tramite l’unificazione della vasta galassia dei gruppi neo-nazisti svedesi con l’obiettivo di contrastare fenomeni quali l’immigrazione e l’islamizzazione . Pur avendo rinunciato la dirigenza del partito alle idee esplicitamente neo-naziste, si qualifica come partito di estrema destra. Il partito Unione dei Verdi e dei Contadini della Lettonia è una federazione di partiti ruralisti, conservatori e euroscettici attivi sin dal 2002. Alle elezioni europee del 2014 hanno ottenuto per la prima volta 1 seggio. Ideologicamente si colloca tra il centro e il centrodestra con tratti conservatori e nazionalisti. Il Partito dei Cittadini liberi della Repubblica Ceca è un partito liberale conservatore fondato nel 2009. Impegnato a destra, ha come obiettivo la riduzione delle tasse e la soppressione delle sovvenzioni pubbliche. A livello europeo è contrario alla introduzione dell’euro e dichiaratamente euroscettico. La deputata francese che proviene dal Fronte Nazionale della Le Pen è ovviamente di destra. Questa è la compagnia del Movimento 5 Stelle in Europa. Perché allora alcuni esponenti continuano a dire “noi non siamo né di destra né di sinistra”? Perché sorgono proteste e distinguo quando vengono definiti di destra? A livello locale, passando dall’Europa a Livorno, quale coerenza ritroviamo nell’appoggio dato ai 5 Stelle da una lista di sinistra quale Buongiorno Livorno? Molto più coerente, a mio modesto avviso, quello avuto da Fratelli d’Italia della signora Amadio. Penso che tutto sia lecito e consentito in democrazia, se fatto nel rispetto delle leggi e delle regole, tuttavia le contraddizioni che abbiamo visto e vediamo destano forti perplessità e fanno pensare che la superficialità spesso la fa da padrona. Non lamentiamoci poi delle conseguenze. 6 Attualità e-mail: [email protected] Ormai le notizie sono trasmesse 24 ore su 24 Velocità dell’Informazione. Senza rischi? di Luca Lischi La velocità domina la nostra era della globalizzazione. Bisogna andare obbligatoriamente veloci e schiacciare sull’acceleratore perché abbiamo realizzato strumenti e mezzi che lo permettono e che sono indispensabili per dare notizie in tempo quasi reale. Tali mezzi offrono la possibilità di collegamenti immediati dai luoghi in cui avvengono i fatti. Quello che accade in una qualsiasi parte del globo è possibile che venga alla luce con un sms, un twitter, o un video trasmesso in internet. Tutti potenzialmente diventano dispensatori di informazioni e di notizie. Si insinua così in ogni individuo l’esigenza di sapere che cosa accade minuto per minuto. Basta accendere il pc o la tv o la radio e le notizie sono a raffica. Addirittura 24 ore su 24. Sempre connessi e in prima linea, per dare informazioni, per suscitare interesse con flash veloci e accattivanti. Sempre connessi, con internet a disposizione senza limiti. E così siamo permanentemente in attesa e pronti per ricevere notizie, per voler essere i primi a sapere che cosa accade nel mondo globale e con la presunzione di essere a conoscenza del tutto quando invece si hanno informazioni “ad intermittenza” che colgono solo in minima parte i fatti. I media, gli organi di informazione, selezionano le notizie “che vanno”, che incuriosiscono, che suscitano attenzione da parte del pubblico che diventa sempre più esigente perché vuole sapere, sempre di più, desidera instancabilmente andare nel privato dei fatti, aspira ad entrare nella vita della gente, nell’intimità più profonda degli individui. Così per accontentare il pubblico che segue e che assolutamente non bisogna perdere, per far crescere lo share, e per essere così i veri protagonisti dell’informazione e incrementare il proprio appeal, le trasmissioni che dispensano notizie vanno sempre più veloci, senza mettere limiti, senza pudore, senza porsi dei dubbi sul “premere l’acceleratore” e sulle conseguenze che ne derivano. La velocità diventa indispensabile, Una delle svariate testate televisive che grasmettono notizie 24 ore su 24. altrimenti la notizia invecchia e non “ti prende più”, passa subito nel dimenticatoio perché le notizie sono un’infinità, si susseguono infatti in modo continuo e frammentato tanto che non “fanno memoria”, passano veloci nella nostra mente e raramente si soffermano ad interpellare la sensibilità del cuore. Solo in pochi, rarissimi casi quando gli organi di informazione tornano ripetutamente sulla notizia si realizza un pensare, un andare più a fondo, un memorizzare, una condivisione del fatto e una sua partecipazione. Basta cambiare canale o sintonizzarsi sui vari media con un click e non trovare notizie attraenti che subito si perde interesse e si cambia velocemente con uno zapping continuo e nevrotico. La velocità richiede prontezza, essere sempre al passo, essere sempre connessi, senza pausa, ogni secondo è buono per cogliere qualcosa da offrire agli altri. Bisogna fare in fretta, guai meditare troppo, perdere secondi significa perdere posizioni, arrivare dopo gli altri. Qualsiasi cosa, qualsiasi notizia per non lasciare troppo vuoto il contenitore dell’informazione può potenzialmente andare bene. Meglio però è trovare per primi la notizia che piace, che suscita fascino e attrattività. E così accanto alla velocità si insinua l’altro aspetto dell’era della globalizzazione: l’eccesso, l’eccesso delle cose, delle notizie, l’eccesso di tutto, senza al- cun pudore. Un mondo che si allarga e può permettere di dare più notizie è una grande occasione da non perdere. Il problema è che l’eccesso provoca un riempimento traboccante della nostra capacità di ricezione delle cose. Si diventa sopraffatti dalle cose, incapaci di governare bene le notizie e così si rischia fortemente di recepire tutto come giusto, vero e necessario. Diventa sempre più difficile fare discernimento. E l’eccesso porta a non fare memoria, a dimenticare presto tutto quello che si coglie in modo istantaneo e immediato perché le notizie sono veloci, brevi e accattivanti ma poco approfondite. Si condensano in 140 caratteri o al più in pochi minuti di messaggi video e verbali che non penetrano nella mente e nel cuore. Restano in superficie e si perdono presto fino a divenire scarti per far posto ad altro. La dimenticanza e l’oblio sono la conseguenza dello scarto, di quel bisogno di gettare via quello che si è colto velocemente, di passaggio. Ogni giorno riparte un treno e qualcosa bisogna lasciare a terra, pochi bagagli e poco contenuto. Qualcosa bisogna per forza scartare e gettare. Ecco che la velocità produce “rifiuti” e i rischi di inquinamento aumentano. Possiamo permetterci notizie che non fanno memoria, che segue a pag. 7 periodico online www.circoloilcentro-livorno.it da pag. 6 si soffermano sulla superficie e sull’immediatezza, senza andare a fondo, basandosi su frettolose constatazioni? E’ possibile che la velocità sia meno priva di rischi? Il rischio più preoccupante è quello dell’accumulo senza ritegno di notizie, che inondano in modo invasivo con una miriade di informazioni e che costringono la nostra corteccia cerebrale a pensare poco o a non pensare affatto. Cogliere frettolosamente i fatti e assorbire in modo acritico le opinioni e dire, solo dire, e ri-dire e non trovare mai quel tempo necessario per approfon-dire. Così i nostri cervelli saranno sempre più poveri di stimoli costruttivi e quindi più manipolabili, più penetrabili “da altro e da altri”, più ricchi di prodotti di scarto che non fanno storia, che dimenticano prestissimo e che non instaurano legami solidi con la realtà e neppure con se stessi. Internet ha potenzialmente dato voce a tutti (anche se il 40% delle famiglie nel 2013, secondo l’Istat, non ha ancora un accesso al web). E ha dato il via alla moda del blog: chiunque ha potuto scrivere i propri pensieri e le proprie opinioni rendendoli visibili (potenzialmente) a tutto il mondo di internet. E’ nata l’editoria fai da te e la “libera” circolazione delle idee. Nel 2011 si contano 156 milioni di blog nel mondo e il 3% in Italia, che equivalgono a 4.680.000 testate! Numeri che fanno riflettere. Se è pur vero che tale cifra è da “rivedere” tenendo conto dei tanti blog sperimentali che hanno avuto durata limitata nel tempo, e che i blog operativi sono circa mezzo milione, siamo ancora su cifre che fanno sobbalzare. Come allora far fronte a questa eccessiva offerta e imparare a selezionare le informazioni per accrescere il nostro pensiero, per governare in modo costruttivo la nostra mente e sviluppare una crescita del nostro cervello? Almeno quattro sono le parole su cui concentrare la nostra attenzione: 1. Limite (superare l’onnipotenza di internet, meno internet e più incontri, più relazioni vere, più contatti e confronti diretti, più dialogo, quindi meno relazioni virtuali). Il sociologo Bauman afferma che “siamo inondati di informazioni, ma consumare tutto è impossibile”. Di fronte al bombardamento di informazioni occorre munirsi di un “solido paracadute”. 2. Lentezza (la velocità che caratterizza il nostro vivere ha bisogno sempre di più di momenti in cui “facciamo sosta”, ci fermiamo, per riflettere, per approfondire, per pensare). 3. Lealtà (informazione corretta, giusta, onesta, che non ricerca la platealità, che ha rispetto per le persone, che ha pudore nel dare notizie e pertanto, prima di gettarle nella rete, si fa assalire dal dubbio costruttivo della “vera e attendibile” notizia, distinguendo bene i fatti dalle opinioni). 4. Libertà (aspirare a quello che rende le persone libere, anche di non farsi dominare da una informazione eccessiva e invadente, liberi per poter esercitare i nostri “no”, liberi nel saper spegnere l’interruttore e essere capaci di rimanere in silenzio con noi stessi, liberi di confrontare più informazioni su più mezzi, liberi di prendere la vita nelle nostre mani e governarla e alimentarla saggiamente, ponendosi interrogativi e sani dubbi che aiutano a far crescere la nostra corteccia cerebrale. E’ grazie alla libertà che possiamo instaurare legami solidi con testate e giornalisti che danno fiducia, che favoriscono il dialogo, il confronto rispettoso e accogliente, la relazione vera, che costruisce, che infonde senso, che dona vita. Il limite, la lentezza, la lealtà e la libertà. Sono queste quattro “elle” che possono aiutarci a regolare la velocità dell’informazione e a ridurre i rischi. Quattro parole per saper guardare un po’ più lontano del presente. Vieni alla CISL troverai Cortesia, Competenza, Convenienza I ns. servizi: Fiscali, RED, ISEE, Successioni, Vertenze e cause di lavoro, Colf e Badanti, Permessi di soggiorno, Pensioni, Infortuni, Affitti, Tutela Consumatori. Per ogni esigenza rivolgiti con fiducia alle sedi della CISL Per informazioni degli orari telefona alla UST-CISL Livorno n° 0586-899732 Attualità 77 INIZIAL’ANNO SCOLASTICO 2014-15 Una sola prima classe al ‘Buontalenti’ di Mario Lorenzini L’anno scolastico 2014-2015 inizia il 15 settembre e per la prima volta nella storia della scuola livornese in un istituto secondario cittadino è stata istituita una sola prima classe. Trattasi dell’Istituto Tecnico per Geometri Buontalenti. E’ un dato negativo che deve preoccupare non solo l’Istituto interessato ma anche le istituzioni cittadine come la Camera di Commercio e la Confindustria in primo luogo. Nel giro di cinque anni verranno a mancare quei giovani che un Istituto come il Buontalenti ha, nel suo lungo passato, formato e messo a disposizione del mondo del lavoro cittadino. Il motivo di questo abbandono,di questa mancata scelta lo devono cercare oltre all’Istituto scoastico anche le Istituzioni che pur nel passato hanno collaborato con la formazione professionale. E’ vero che la situazione cittadina non è brillante,che l’edilizia è in crisi come sono in crisi anche altri settori produttivi ma non si spiega il boom di alcuni indirizzi che invece si registrano in altri Istituti e la crisi del Buontalenti. La nostra è una segnalazione che riteniamo necessaria. Ci auguriamo che venga presa in considerazione da chi ha la responsabilità per la formazione e il futuro dei nostri giovani. Una domanda: con la soppressione della PROVINCIA chi si occuperà della SCUOLA? Leggo su IL CORRIERE DELLA SERA del 14 agosto ISTRUZIONE: le novità che troveremo sui banchi. Informatica dalla primaria e alla maturità si parlerà in inglese. Nel prossimo numero ce ne occuperemo. 8 Attualità e-mail: [email protected] Una favoletta di fine estate (fino ad un certo punto) di Marcello Battini 1) una comunità costituita da 100 individui che vivono serenamente producendo 100 Kg. di pane al giorno, (il PIL giornaliero della comunità), Kg.1, al giorno, a persona (il livello di produttività del sistema); 2) improvvisamente, appaiono nel villaggio 100 “nuovi” individui che dichiarano di voler vivere anch’essi nel villaggio; 3) i “vecchi” del villaggio discutono tra loro, poi decidono di accettare la richiesta dei “nuovi” con le seguenti precisazioni: a) il villaggio non può produrre più di quanto già non produca e non abbisogna di altri lavoratori per la produzione abituale (no risparmio, no investimenti); b) poiché il livello di sopravvivenza individuale è di gr. 300 giornalieri (diritto di cittadinanza), essi offriranno questa quantità a ciascun nuovo concittadino, trattenendo la restante parte di gr. 700 ciascuno, come compenso dovuto per la fatica del lavoro produttivo, ma non si impegnano ad insegnare il mestiere; c) per sdebitarsi di quanto loro assegnato, i “nuovi” dovranno offrire alla comunità dei produttori, alcuni sevizi utili; d) i “nuovi” accettano la proposta e si dedicano ad intrattenere i “vecchi”, secondo le loro capacità e competenze: chi balla, DAL 1° SETTEMBRE RYANAIR COLLEGA IL TIRRENO ALLO IONIO Ora anche Pisa-Crotone La meravigliosa costa ionica della Magna Grecia è raggiungibile dal Galilei con tre frequenze settimananli a partire da soli E.19,99 Ryanair, la compagnia aerea leader in Italia, ha inaugurato a partire dal 1° settembre il nuovo collegamento da Pisa a Crotone, antica città fondata dai coloni greci e affacciata su un litorale meraviglioso, ora facilmente raggiungibile, alle tariffe più basse d’Europa, grazie a Ryanair. Il nuovo collegamento da Pisa avrà tre frequenze settimanali (lunedì, mercoledì e venerdì) fino al 24 ottobre, che passeranno a quattro a partire dal giorno 26 dello stesso mese, con l’aggiunta del volo domenicale. Grazie a questo nuovo importante collegamento, Ryanair prevede di trasportare oltre 50.000 passeggeri nel primo anno di operatività. Ryanair ha festeggiato l’avvio dei collegamenti Pisa-Crotone mettendo a disposizione posti in vendita su tutto il suo network europeo a prezzi a partire da soli E.19,99 per viaggiare tra settembre e dicembre. Questi posti a tariffe basse sono disponibili per la prenotazione entro la mezzanotte di venerdì (5 settembre). Il taglio della torta per il nuovo volo PisaCrotone da parte di Gina Giani, Amm. Delegato e Direttore Generale di SAT SpA e Giuseppe Belladone, Sales and Marketing Executive di Ryanair per l’Italia. chi recita, chi canta, chi suona, chi si offre per lavori di pulizia e di cucina, qualcuno arriva ad offrire servizi di tipo sanitario. Nessuno, non a caso, si propone per fare l’insegnante; e) con questo accordo, la produttività di sistema, scende a gr. 500 giornalieri, pro capite; 4) i “nuovi” ed i “vecchi” sembrano aver raggiunto un buon livello di cooperazione, ma le apparenze, talvolta, ingannano. I “vecchi” devono fare più attenzione agli sprechi alimentari, ma possono sostenere la fatica del lavoro. I “nuovi”, invece, con quelle razioni da sopravvivenza, non sono soddisfatti e, avendo tempo a disposizione, si organizzano politicamente per conquistare una maggiore razione alimentare; 5) l’azione ha successo. Dapprima, i “nuovi” riescono ad ottenere razioni da gr. 400 giornalieri, poi arrivano a gr. 450 e, sulle ali del successo, conquistano quota gr. 500; 6) i “vecchi” sembrano incapaci di reagire, ma intanto, vuoi per la perdita di fiducia in se, vuoi perché la minore quantità di cibo riduce le loro forze fisiche (meno forza lavoro), la produzione complessiva del sistema (PIL)scende a Kg. 80 giornalieri (gr. 400 pro capite), per cui se il gruppo dei “nuovi” non vorrà far morire i “vecchi”, sostituendoli, poi, nel processo produttivo, cosa alla quale non sembrano tenere molto, dovranno, da subito, rinunciare a larga parte delle loro conquiste (non più di gr.350 giornalieri) ed impegnarsi ad aiutare i lavoratori produttivi nelle loro incombenze tecnologicamente più semplici, per poter ritornare, il più rapidamente possibile, ad un livello di produttività non inferiore a gr. 500 giornalieri a persona. La parte economica di questa favola finisce qui. Il completamento della storia è squisitamente politico ed ogni lettore ha il diritto di scriverlo come meglio crede. Questo, fino alla fine della storia dell’umanità. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it La scivolata di Guido Guastalla Sono bastati solo pochi giorni a comprimere “i peana” che Guido Guastalla -già candidato a sindaco di Livorno e consigliere comunale di Forza Itaslia, a fargli cambiare idea sul sindaco di Livorno -Filippo Nogarin. In una dichiarazione, apparsa sulla stampa,dello scorso mese, Guido Guastalla lanciava un messaggio di “irrefrenabile entusiasmno” nei confronti del nuovo Primo cittadino, eletto, in circostanze fortunose ed irripetibili.” Un saluto caloroso, un augurio di buon lavoro, la confessione di averlo votato e fatto votare e la disponibilità “completa” ad aiutarlo nell’immane compito di amministrare questa città in caduta libera. Ma qualche giorno dopo, nel corso dell sanguinoso scontro tra Gaza ed Israele e proprio durante lo svolgimento di Effetto Venezia, i Centri Sociali e la Sinistra Estrema, grandi elettori di Nogarin,insieme al dott. Guastalla, hanno affisso uno striscione lungo via Borra nel quale compariva la scritta “Israele criminale”. Alle proteste della Comunità Ebraica, della stesssa Ambasciata di Israele e di larga parte dell’opinione pubblica livornese, Nogarin -il sindaco grillino”, in un primo momento, offerto “un niet” alla richiesta di togliere quella odiosa scritta, affermando, novello Ponzio Pilato,” che lui non c’entrava niente con l’episodio”. Poi montando le proteste è stata tolta. Resta il fatto che il comportamento del Sindaco di Livorno è stato chiaramente “equivoco”. All’amico Guastalla il consiglio del Manzoni “Adelante, Pedro, sed con juidicio. ... ma anche Cannito e Raspanti gli fanno buona compagnia Tra gli imprevidenti che pensavano che Nogarin rappresentasse “il sole dell’avvenire” dobbiamo aggiungervi anche anche Marco Cannito di Città Diversa, Andrea Raspanti di Buongiorno Livorno, entrambi convinti sostenitori dell’uomo nuovo che avrebbe rovesciato Livorno “come un calzino”. Di tutte le eclatanti dichiarazioni, fino ad e r u t lo a g i Sp oggi, rilasciate alla stampa, quella che mi ha maggiormente sconvolto e che acuisce la mia preoccupazione riguarda l’ipotetica realizzazione del “lotto zero”: il traforo del Romito che “il nostro” ha posto tra le sue priorità. Ignaro, “il poveretto” della storia degli ultimi cinquantanni che hanno arricchito le vicende ed i fallimenti di quest'opera così necessaria ma,allo stato dei fatti, irrealizzabile. Forse la sua “esperienza di uomo dello spazio” (con quarantanove sic!) deve avergli dato alla testa. Massimo Ciacchini: ora il nemico è addirittura “Papa Francesco” Pubblichiamo integralmente la lettera dell’ex consigliere comunale di Forza Italia, clamorosamente trombato nelle ultime elezioni comunali a Livorno, apparsa su Il Tirreno di domenica 17 agosto. Non vogliamo aggiungere nessun commento, solo osservare come questo “impavido gladiatore” abbia avuto “la spuderatezza” di accusare perfino Papa Francesco di una quasi connivenza con gli estremisti islamici. - A fronte dell’ennesimo genocidio perpretato nei confronti dei cristiani e non, ora in Irak, Nigeria, Pakistan, chiese fatte saltare in aria in Egitto, discriminazioni ovunque comandano loro, donne rapite e rese schiave per essere islamizzate, ma anche nella ospitale Italia incitano alla guerra santa contro Israele e l’occidente, altri mussulmani che partono dalle basi europee e compiono atti terroristici in America, in Palestina si fanno giocare i bambini in zone di guerra per rivendicare il loro sangue contro i cattivi ebrei e ame- Spigolature 9 ricani; ma il nostro presidente del consiglio, papa-boy e scout non pentito, cosa aspetta a prendere posizione anche in virtù del tanto agognato scranno di presidente di turno della comunità europea? Perfino il presidente Obama,nonostante il premio Nobel, non ha esitato a bombardare i responsabili iracheni e a sostenere il sacrosanto diritto di Israele a esistere. E infine mi piacerebbe che anche papa Francesco, in visita in Corea, mettesse in pratica quanto a suo tempo voleva fare il suo predecessore San Woytila. Allora era il comunismo sovietico che opprimeva il popolo polacco e Giovanni Paolo II voleva andare nella sua terra per sostenere la lotta di liberazione di Solidarnosc. Oggi Francesco sarebbe bello si mettesse anche fisicamente al fianco di quel popolo sofferente e povero cristiano che scappa dalle sue case sotto i colpi vigliacchi degli oppressori islamici. Sarebbe un modo per far capire che l’aiuto agli immigrati ed ai sofferenti non è solo per chi, mussulmani in testa, sbarca sulle nostre coste. firmato: Massimo Ciacchini 50 anni dalla morte di Togliatti Nei giorni scorsi si sono svolte le cerimonie per ricordare i cinquantanni dalla morte di Palmiro Togliatti alle quali, per la vecchia guardia, erano presenti solo Macaluso e Sposetti. Ed è toccato proprio al vecchio, ma ancora arzillo esponente del PCI, Emanuele Macaluso, smentire la proposta “sciagurata” di Beppe Fioroni che, scrive Alessandro Trocino, sul Corriere della Sera di venerdì 22 agosto a pag.13: Beppe Fioroni, che ha un'altra storia alle spalle (è stato democristiano, poi popolare, poi margheritino ed ora pieddino) ha chiesto di dedicare la Festa dell’Unità ad Alcide De Gasperi. “La stupidità - replica Macaluso - non ha limiti. De Gasperi si starà rotolando nella tomba. Bisogna saper rispettare i morti, la storia, l’Unità e De Gasperi stesso”. Sapete cosa pensa lo spigolatore, così, d'intuito? Quasi quasi accoppio Beppe Fioroni a Massimo Ciacchini!! 10 Livorno e-mail: [email protected] Dopo 90 giorni dall’insediamento del nuovo sindaco e con le vacanze, almeno quelle canoniche, terminate Ora c’è da lavorare sul serio… di Franco Spugnesi Trascorsi tre mesi dal quel fatidico 8 giugno che incoronò Filippo Nogarin sindaco di Livorno, anche se sarebbe prematuro tracciare un bilancio, è sicuramente opportuno fare il punto specie in presenza di pubbliche dichiarazioni di disagio e perplessità manifestate da personalità o associazioni cittadine, alcune della quali pubblicate in questo numero del giornale. Da pochi giorni è stata finalmente completata la Giunta comunale. Se fino a ieri ci lamentavamo delle lungaggini che accompagnavano questo momento, causate dalla difficoltà di determinare con esattezza gli assessori che spettavano ai partiti della coalizione (e più ancora alle varie correnti del Partito democratico), il movimento 5 stelle, che ha la maggioranza assoluta, ha avuto bisogno di tre mesi per selezionare i suoi uomini (e donne), sicuramente dotati delle competenze necessarie, ma nella maggior parte del tutto estranei alla realtà territoriale che dovranno governare, così che corre il sospetto che l’unico vero requisito per superare la commissione di valutazione fosse l’immacolata fede nel verbo penta stellato. Questi 8 “cittadini” che impareremo a conoscere, poiché in città l’unico noto è Serafino Fasulo, sono, per quanto ne sappiamo, del tutto slegati tra di loro, non hanno l’abitudine alla ricerca della collegialità che si apprendeva una volta nella vita politica, maturata nella condivisione e più ancora nella formazione e nello sviluppo di un progetto politico. Attitudine che da sola non assi- Serafino Fasulo, Assessore alla Cultura. cura il buon governo, come dimostrato dalla giunta precedente. Anche il programma di mandato presentato dal sindaco, ed evidentemente elaborato senza tutti i suoi assessori assomiglia più a uno spot elettorale che a un percorso utile e percorribile. Discorso del tutto simile si può applicare al gruppo consiglieri di maggioranza. Venti cittadini senza alcun legame tra loro che solo parola del capo (certamente non Nogarin ma Grillo) che non possono avere un parere personale, che non possono esprimere un giudizio collettivo diverso da quello previsto dal movimento, difficilmente almeno per ora potranno rappresentare le istanze dei livornesi. Infatti, non consigliano il sindaco ma semmai lo giudicano sulla sua osservanza precisa delle regole interne del movimento. Filippo Nogarin in questi mesi, non solo per colpa sua, è sottoposto a una sovraesposizione mediatica, dovuta all’eccezionalità del fatto non che abbia vinto a Livorno ma, come abbiamo scritto più volte, Il PD sia riuscito a perdere a Livorno. Però anche ne gode, sia per un evidente narcisismo sia perché maschera, a colpi d’interviste, una quasi toltale mancanza d’iniziative significative. E’ vero c’è l’estate e il Sindaco, da buon Livornese, corre a indossare l’infradito, simbolo di livornesità e della mentalità che di fronte al mare e al sole il resto può aspettare (solo che il sole sembra se lo sia portato via Cosimi). Ora che le vacanze, almeno quelle canoniche, sono finite c’è da lavorare sul serio… Speriamo bene. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Livorno 11 Il segretario della Cisl in un intervento a La Nazione «attacca» il programma del sindaco Giovanni Pardini «boccia» Nogarin Volendo aprire un dibattito “sul modo di essere livornesi” lanciato da [email protected] pubblichiamo questa nota di costume che ci sembra molto esemplificativa sull’urgenza per questa città “in piena deflazione” secondo gli ultimi dati Istat, di cambiare decisamente strada. Una meta che “le fantasticherie” del Sindaco Nogarin e dei “bravi ragazzi” che compongono la giunta , difficilmente saranno in grado di realizzare. Una prospettiva, dopo il fallimento dell’ultimo decennio, accresce, in maniera incommensurabile, la generale preoccupazione dei livornesi. Ma le perplessità che sta suscitando il neosindaco alle prese, riteniamo, con un compito superiore alle sue forze, hanno cominciato a provocare, quasi quotidianamente, puntuali prese di posizione, l'ultima quella di Giovanni Pardini - segretario generale della CISL - apparsa sul quotidiano La Nazione di lunedì 11 agosto e che riportiamo integralmente. Non poteva rimanere in silenzio il segretario provinciale della Cisl Giovanni Pardini dopo aver letto linee di governo presentate dal sindaco Filippo Nogarin all’ultimo consiglio comunale. «L’essenza del progresso nel cambiamento» ha spiazzato il segretario di via Goldoni. «Sono rimasto molto perplesso - dice Pardini senza girarci tanto intorno - non tanto perché non c’è stato carenaggio, sullo stabilimento Eni, per non parlare di Finmeccanica e del collegamento di area con Collesalvetti dove insiste l’interporto” Giovanni Pardini, Segretario Cisl Livorno confronto con le confederazioni, non era un atto dovuto anche se gradito. Parte di quello che ho letto è condivi-sibile, e mi riferisco alla necessità di valorizzare la città trascurata: il turismo, la storia, la cultura...». Insomma vada per l’impegno alla riscoperta della bellezza di Livorno, ma «quello che invece mi sembra preoccupante è che si elude e si trascura, in questa città ideale, il settore industriale e quello legato alla portuale se non, un breve e del tutto insufficiente trafiletto». Insomma «non una parola sulla componentistica, sull’azienda Azimut, sui bacini di Il Sindaco Nogarin con la sua giunta quasi al completo. PARDINI SUGGERISCE al sindaco Nogarin «un po’ più di umiltà»: «Ascolti anche le forze che lavorano a Livorno perché la vera sfida che il sindaco non coglie è come attrarre investimenti, altrimenti non c’è lavoro». La Cisl ha la mano pesante: «Io non credo che si possa trovare lavoro nelle cose che Nogarin scrive sul piano: qui servono milioni di investimenti. Ha fatto la mitizzazione partecipativa, ma si è dimenticato di dire di che cosa camperanno i cittadini livomesi nei prossimi anni. Qui la cultura industriale, per fortuna, esiste eccome, non è un orpello! Ma Nogarin, nel suo programma, l’ha proprio dimenticata». Il tasto dolente è sempre lo stesso: lavoro. «Il comune deve stimolare politiche per attrarre risorse, a partire dai bandi della Regione per milioni di euro che serviranno a promuovere innovazione delle piccole e medie imprese» e passa all’affondo: «Nel programma del sindaco ho letto di politiche del riciclo rifiuto, vanno bene ma che portino tutta questa occupazione... Insomma, una bottiglia potrà diventare un paralume, ma qui c’è fame di posti di lavoro». E ancora: “Instaurare un sito comune per il baratto”, “centri commerciali naturali”, “il piano del colore dei fabbricati”, “orti urbani e il piano dei chioschi”,«Chiedo al sindaco quanta occupazione creerà il piano del colore dei fa-bricati o gli orti urbani. Tutto questo è un po’ nell’ideologia di Grillo, la visione bucolica urbana dell’orto in casa». INFINE PARDINI lancia la sfida: «Mi ricrederò se Nogarin riuscirà a riconvertire nelle piste ciclabili, tutti i posti di lavoro dell’industria». E chiude: «Mi sembra che il nuovo sindaco sia venuto dallo spazio... Vediamo cosa saprà fare senza dimenticarci delle nuove disoccupazioni e anche delle vecchie, Ex Delphy, Giolfo e Calcagno....». Nessuno ne parla più, ma sono sempre lì. 12 Livorno e-mail: [email protected] ANCORA QUALCHE RIFLESSIONE SULLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DELL’8 GIUGNO Duplice lettura per la sconfitta della sinistra e il successo del M5S di Antonio Melani La sconfitta del centro sinistra alle elezioni amministrative dell’8 giugno, e la vittoria del candidato del movimento pentastellato a Livorno, si prestano ad una duplicità di lettura. La prima, piana e semplice, fatta dei numeri, che dice chi ha perso e chi ha vinto. La seconda un po’ più sofisticata e analitica, che assegna la sconfitta senza nessuna misericordia all’intero gruppo di direzione del Pd di Livorno, nessuno escluso, alleati compresi. Ma assegna anche la sconfitta ai vincitori, i numeri che ha raccolto il movimento pentastellato, sono infatti inferiori a precedenti occasioni, quindi in verità, non il movimento è stato votato con intenzione, bensì il candidato nella fase di ballottaggio, e sempre con la volontà di negare il voto al pd, piuttosto che di assegnare il voto al M5S. Insomma un voto che ha saldato la sopravvenuta insopportabilità del pd con una sorta di rivolta dei privilegiati a cui non si poteva più garantire ciò che era stato offerto finora. Sconfitta seria e grave anche del centro destra, che in una sorta di follia collettiva e di smanie di protagonismo individuali, si è frazionato oltre ogni misura e si è condannato all’irrilevanza. Chi ha vinto senza nessun dubbio, è il giovane movimento di Buongiorno Livorno, rappresentato con intelligenza e misura dal giovane Andrea Raspanti, e così, per le particolarità e le provenienze di quel movimento, lette assieme ai risultati delle Europee, si può concludere che la città ha bocciato un partito ed il suo esteso gruppo dirigente, senza modificare i punti di riferimento ideali di sinistra che l’elettorato livornese tradizionalmente esprime. Da queste considerazioni i punti di partenza dell’attività consiliare, sia di governo che di opposizione. Certo avrà bisogno di parecchio tempo Filippo Nogarin, Sindaco di Livorno. il pd per riequilibrarsi, in questo momento l’unico gruppo di persone che hanno una propria legittimità sono ovviamente gli eletti, troppo poco, e sovrastati dalla sconfitta amministrativa per assegnare a loro la ricostruzione. Troppo vicine le elezioni regionali perché si possa sperare di avere un dibattito vero, quell’appuntamento è un inquinante della purezza formidabile, per cui, anche se continuo a sperare in una rapida rigenerazione, credo che ci sarà da aspettare anni e, soprattutto da auspicarsi un vasto e complessivo cambio della guardia. E questo percorso di rigenerazione e di cambio della guardia sarebbe auspicabile anche nel centro destra. Queste realtà sono state paradossalmente speculari: come il centro destra si è diviso in piccoli gruppi, così il pd era diventato una federazione di potentati avulsi dalla realtà cittadina e con una sicurezza di vincere che è stata fatale. Naturalmente questi problemi sono sco- nosciuti a BL che sembra essere molto puntuale nelle affermazioni e poco polemico, anche perché sembrano esserci parecchi punti di contatto con quanto viene indicato nelle intenzioni di governo del Sindaco. E qui si viene alla realtà di governo. Non credo sia giusto già da ora dare un giudizio. Troppo presto e non sono ancora un giudice troppo imparziale, la partecipazione alla campagna elettorale è ancora troppo recente, perché possa dire di avere metabolizzato i risultati. Però curiosità mista a preoccupazione lasciano quelle venature un po’ ideologiche contenute nelle dichiarazioni e nel programma di governo. Penso alla dismissione di investimenti che avrebbero invece una qualche utilità, penso alle dichiarazioni sull’estendersi del controllo di proprietà pubblica, penso all’impegno indicato esplicitamente su nuove procedure e su nuovi regolamenti di partecipazione ma l’assenza di linee industriali, e insediative di imprese, come se il solo turismo ed il solo commercio potessero raggiungere l’obiettivo del rilancio economico della città. E infine preoccupa questa non dichiarata disponibilità a fare un quadro d’insieme con le altre realtà locali e con i livelli istituzionali. Questione questa, assieme a quelle portuali, logistiche, insediative e di visione dell’area, sulle quali il candidato del centro sinistra, Marco Ruggeri, aveva speso molto della sue proposte Tuttavia è presto e vedremo più avanti, adesso il Sindaco deve vincere una battaglia che viene prima ed è quella della sua autonomia e della sua responsabilità. I livornesi hanno eletto lui e dato meno voti al M5S, la legge concede al Sindaco questa capacità di essere l’interlocutore attraverso atti e scelte della città che lo elegge, dunque, come lo invita giustamente don Paolo Razzauti, governi e sia autonomo, e se ci fosse qualche livornese di più e qualche architetto di meno…. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Livorno 13 Dopo la pesante sconfitta del PD locale Solo Ruggeri ci mette la faccia di Enrico Dello Sbarba La stampa nazionale continua ad occuparsi,senza soluzione di continuità, del caso Livorrno all’indomani dello sconvolgente risultato elettorale delle ultime amministrative che ha visto, inopinatamente, salire sul proscenio del Comune di Livorno, sede storica della nascita de P.C.I , Filippo Nogarin - ingegnere spaziale - a Sindaco di una delle città più comuniste d’Italia. . Lo shock è stato di una tale drammaticità che ancora la classe dirigente, o quella che era del PD, non sì è ripresa e latita sperduta in un anonimato che sta assumendo aspetti sempre più preoccupanti. All’indomani della clamorosa sorpresa, ne parlarono le televisioni e gli organi di informazione di tutto il mondo, non si osservano sintomi di ripresa: lo stordimento, la Marco Ruggeri sorpresa sono stati così violenti che ancora, la ex classe dirigente del PD, non riesce, probabilmente, ancora, a farsene una ragione. E’ rimasto, praticamente, solo, come lo fu durante la sfortunata campagna elettorale, il candidato sconfitto - Marco Ruggeri - già segretario provinciale e attualmente consigliere regionale - a tentare, in consiglio comunale, di rialzare la testa dopo il violento trauma: nessuno, compreso il senatore Marco Filippi, degli ex dirigenti livornesi del PD, ha avuto, fino ad oggi, il coraggio di “metterci la faccia” e di porsi degli interrogativi di come affrontare un futuro denso di difficoltà e di prospettive. Tutti attoniti ed intontiti, ancora sconvolti da quel terrificanìte trauma che ha sconvolto la storia della città labronica. Nemmeno il quotidiano locale - Il Tirreno testata storica della città - ha assunto una posizione precisa e puntuale di fronte alle inquietanti prospettive che l’inesperienza assoluta del Sindaco Filippo Nogarin e della schiera dei giovanii grillini livornesi, cresciuti e politicamente formatisi nelle “movide” di Calafuria e della Baracchina Rossa di Ardenza Mare, rischia di mandare, definitivamente, in default, la città di Livorno. Il pressapochismo, la superficialità, elementi negativi, emersi nelle prime sporadiche e velleitarie uscite e dichiarazioni, del neosindaco, l’incredibile “scenaggiata” sulle nomine, degli assessori e dell'alta burocrazia municipale, testimoniano una scarsa dimestichezza con la gestione della cosa pubblica che non può lasciare sconcertati e preoccupati tutti i livornesi: sulle spiagge di questa triste estate, anche coloro che, in buona fede, avevano optato per “il nuovo” stanno cominciando a rimpiangere, addirittura, “l’usato datato”. Non vogliamo aggiungera altro a questo “cahiers de doleances”, solo sperare in una sana riflessione sulla realtà livornese pregando, però, il Sindaco Nogarin, di evitare infelici battute come quella annunciata sulla realizzazione del “lotto Zero”-, il famoso buco del Romito-. Siamo seri e realistici - signor Sindaco anche se siamo costretti a fare nostra la battuta del grande Montanelli: “i sogni muoiano all’alba”. “Vivere il centro” Se un vecchio proverbio avverte che “il buon giorno si vede dal mattino” un altro replica che “Roma non fu fatta in un giorno”. Quest’ultimo però lo prestiamo ai dirigenti del M5S come prevedibile risposta al primo. Perché se è vero che giudicare l’operato della nuova amministrazione è prematuro è altrettanto vero che per quanto “riguarda lo stato della città” non si avvertono benchè minimi segnali di controtendenza e qualcuno già si dichiara pentito di aver votato Nogarin al ballottaggio. Da rivelazioni attendibili sembra che nel corso di un colloquio tra l’assessore Gordiani e un gruppo di cittadini che si lamentavano del traffico sempre più insostenibile e privo di regole in centro, lo stesso abbia risposto che non si possono cambiare le abitudini dei livornesi e, per quanto riguara l’annunciata “chiusura shock di v. Grande” si era trattato di una esagerazione giornalistica. ll che presupporrebbe invece di un buon mattino, una notte fonda. Se l’ospedale nuovo non si farà, se la Porto 2000 non sarà privatizzata, se il Caprilli sembra aver trovato una sua collocazione, ci sarà chi ne trarrà risvolti positivi. Ma per quanto riguarda: vivibilità, risanamento ambientale, lotta al rumore, degrado urbano, per il momento non si riscontra un briciolo di progresso. Anzi nell’ordine, strade e piazze sono sempre più incontrollate e intasate di veicoli e di comportamenti arbitrari, la sporcizia diffusa è la stessa e a livello infrastrutturale la mancata cura dei particolari, non di discosta dagli standard consueti. Segno che la macchina comunale non ha subito nessuna apprezzabile "rivoluzione”. La sera dell'8 Giugno quando ormai si delineava la vittoria dei 5 Stelle in p.za Cavour qualcuno gridò: W Livorno libera!- Già, ma da cosa? Paolo Cascinelli - Ivo Lenzi Mario Cuconato - Marcello Bendinelli 14 Livorno e-mail: [email protected] Il 12 ottobre verrà eletto il successore di Giorgio Kutufà e il nuovo Consiglio Provinciale La Provincia al voto ll Presidente della Provincia Giorgio Kutufà ha convocato le elezioni di secondo grado del nuovo Presidente della Provincia di Livorno e dei dodici componenti del Consiglio Provinciale per il giorno domenica 12 ottobre 2014. Le operazioni di voto inizieranno alle ore 08.00 e si chiuderanno alle ore 20.00 e si svolgeranno presso i due seggi istituiti: uno presso la Sala Consiliare di Palazzo Granducale (Piazza del Municipio n. 4 – Livorno) e l’altro presso la sottosezione istituita pres- so il Palazzo della Provincia all’Isola d’Elba (V.le Manzoni n. 11 – Portoferraio). Sono elettori i Sindaci e i Consiglieri comunali di tutti i Comuni della Provincia in carica alla data della consultazione elettorale. Possono essere eletti alla carica di Presidente della Provincia i Sindaci dei venti Comuni del territorio della provincia di Livorno in carica e i Consiglieri Provinciali uscenti. Possono essere eletti, invece, alla ca- Giorgio Kutufà rica di Consigliere Provinciale i Sindaci ed i Consiglieri dei Comuni ricompresi nel territorio della provincia di Livorno e i Consiglieri Provinciali uscenti. La presentazione delle candidature è fissata nei giorni domenica 21 settembre (con orario 08.00 – 20.00) e lunedì 22 settembre (con orario 08.00 – 12.00). Sul sito della Provincia di Livorno www.provincia.livorno.it è stata aperta una specifica sezione dove sono inseriti i dettagli tecnici per le elezioni di secondo grado del nuovo Presidente della Provincia di Livorno e dei dodici componenti del Consiglio Provinciale. FRATELLI NERI S.P.A. LIVORNO - ITALY periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Livorno 15 GIUSTO RICONOSCIMENTO AL “GRANDE PEDIATRA” Al Prof. Luciano Vizzoni la “Livornina d’oro” realtà livornese, è stato insignito della più significativa onoreficenza della città “La Livornina d’oro”. Disponibile in ogni ora ed in ogni momento, ha messo a disposizione la sua eccezionale professionalità, il suo impegno e la sua grande passione per intere generazioni di livornesi e non solo. Esponente di rilievo del PSI, più volte consigliere comunale ha svolto, anche questa funzione pubblica, con grande serietà e competenza. Luciano Vizzoni è un livornese che si è distinto, in ogni circostanza, per la sua proverbiale disponiblità in favore di iniziative benifiche di grande valenza sociale : quella della “Livornina d’oro”ha voluto essere un meritato riconoscimento per le sue poliedriche attività che hanno contribuito ad elevare il prestigio della città. LA CULTURALIVORNESE PERDE UNO DEI SUOI PRINCIPALI PROTAGONISTI La scomparsa di Franco Ferrucci Prof. Luciano Vizzoni Giovedì 16 agosto, nel corso di una cerimonia svoltasi nella sala del Consiglio Comunale, il prof. Luciano Vizzoni, “il grande pediatra” per antonomasia, una figura di grande rilievo nella Ci uniamo alla generale commozione di tutta la città per la improvvisa scomparsa di Franco Ferrucci, fondatore delle librerie Gaia Scienza in via di Franco ed Erasmo in viale Avvalorati, quest’ultima anche come casa editrice, uno dei principali protagonisti della cultura livornese e con il quale, da anni, avevavamo intrapreso un comune percorso culturale. L’ultimo evento che avevamo organizzato insieme, avvenuto martedì 22 luglio scorso, è stato la presentazione alla Libreria di Cala de’ Medici a Caletta, del libro di Massimo Nava “L’infinito amore”. Il Circolo “Il Centro” porge ai familiari le più vive condoglianze per la grave perdita. Franco Ferrucci SCOPRI LE NOVITÀ E LE OFFERTE SUL SITO OUTLETDELLARISTORAZIONE.IT Via dell’Industria 8 - S. Pietro in Palazzi (Cecina) - Tel/Fax 0586/669029 - Cell. 39.335.7777099 - [email protected] ORARI: Lunedì-Venerdi: 9-12.30/14.30-19 Sabato: 9-12.30 16 Rosignano e-mail: [email protected] E’ stata la località “più mossa e la più vivace” di questa pazza estate La palma del migliore spetta al Capoluogo Da un po’ di tempo, di fronte ad uno stato generale di crisi che attanaglia, purtroppo, anche il comparto turistico del nostro comune, Rosignano M.mo, in questa estate così contrastata, merita indubbiamente la palma del migliore: è stata la località “più mossa e la più vivace”. Questa sensazione trova conferma anche da un buon incremento degli esercizi commerciali diversamente alla preoccupante tendenza alla chiusura che si registra nelle località “marine”. Si sta, insomma, riproponendo la tradizione del “borgo antico” dove la vivibilità è sicuramente migliore rispetto “agli smodati arrembaggi” che sono, ormai, una costante negativa delle frazioni marine. A questa gradita inversione di tendenza poco hanno contribuito le Amministrazioni Comunali che si sono succedute nell’ultimo ventennio. Ci riferiamo ad alcune storiche carenze strutturali, quali la viabilità, lo stato carente delle strade e dei marciapiedi, l’irrisolto problema del traffico in via Antonio Gramsci in particolare la caparbietà di non voler prendere in esame una sostanziale modifica del passaggio, pieno di costanti pericoli per la incolumità pubblica, degli autobus pubblici tra quella via e piazza Carducci. Vogliamo proprio augurarci che, alla luce di questa inversione di tendenza che sta caratterizzando il capoluogo, la nuova giunta comunale dimostri una maggiore disponibilità, pur all’interno delle scarse disponibi- lità finanziarie. Per esempio l’assenza sistematica dei vigili urbani non può trovare giustificazione alcuna una carenza che permette incredibili abusi da parte degli automobilisti ed impedisce un serio controllo dei comportamenti degli automobilisti indisciplinati. Ma dopo l’elenco delle negatività, dobbiamo registrare l’impegno, la determinazione, l’entusiasmo ed anche alcune scelte, “indovinate” che la Pro Loco, presieduta da Silvia Giorgerini - un autentico vulcano - coadiuvata, alla perfezione, dall’insostituibile “uomo ombra” alias Gabriele D’Avino l’autentico catalizzatore dei programmi dell’Ente, sta mirabilmente portando avanti. Nella limitatezza delle disponibilità finanziarie, la Pro Loco ha certamente creato le condizioni per il rilancio turistico del Capoluogo. L’azzeccata scelta di accogliere e favorire il Festival dell’Arte di Strada,giunto, ormai, alla 4° Edizione, ha certamente favorito questa “escalation” che ha consentito di far conoscere ai tantissimi visitatori (oltre 16.000 nell’ultima edizione), la bellezza di un borgo che meriterebbe una considerazione migliore. E la presenza della Pro Loco sta trovando finalmente riscontro anche nelle iniziative dei privati che stanno gradualmente entrando nella giusta mentalità e cioè quella di organizzare, per esempio, delle azzeccate serate musicali da parte dei due bar (Carducci e Chiarugi) che insistono di fronte a piazza Carducci, che hanno riscosso un vasto consenso specialmente da parte dei turisti. Il Centro Feste, razionale ed accogliente, costituisce un altro fiore all’occhiello di questa “primavera rosignanese”. E.D.S Il Sindaco si è sposato Fabrizio Burchianti, Sindaco di Casale Marittimo, nonché uno dei fondatori del Circolo Il Centro, è convolato a nozze con Elena, una bellissima lucchese. Alla coppia i più fervidi auguri di tutta la Redazione. Cultura periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 17 Auspichiamo il ripristino di quella bella e significativa riproduzione del passaggio della guerra a Rosignano M.mo Sconfiggiamo i “barbari”! (e.d.s.) - Una bella riproduzione del passaggio della guerra da Rosignano M.Mo, che fu al centro di un durissimo e sanguinoso scontro tra reparti dell'esercito americano e tedesco, era stata, opportunamente collocata, alcuni anni fa, in piazza San Nicola, all'inizio della Via della Lombarda. La foto riproduceva l'interno della Chiesa parrocchiale, dedicata a San Nicola patrono del capoluogo e notevolmente danneggiata per i cruenti bellici, ed un gruppo di giovani militari americani che, in un momento di stasi dai combattimenti, stavano mangiando e riposando. Ebbene, alcuni mesi fa, “qualche barbaro” ha ritenuto “cosa giusta” darvi una martellata infrangendola sulla parte sinistra: evidentemente, non soddisfatto, ha ritenuto completare l'opera, assestando alla foto altre due colpi rendendola quasi irriconoscibile. Invito il Sindaco, insieme ai i consiglieri comunali del Capoluogo ed alla stessa Pro Loco, ad intervenire affinchè la riproduzione di quella memoria storica venga rapidamente ripristinata: non possiamo darla vinta a questi nuovi barbari che rischiano di far rimpiangere, per la loro inciviltà ed intolleranza, quelli veri che, per la verità, concorsero, così insegna la storia, a valorizzare artisticamente l'Italia. CHORUS S.r.l. Ingegneria Impiantistica Via Guido Rossa, 27 57016 Rosignano M.mo (LI) Italy Telefono: 0586 764794 Centralino 0586 768783 mail: www.chorusimpianti.com Sito Internet: www.chorusimpianti.com 18 Cultura e-mail: [email protected] Presentato con successo il libro di Fabrizio Franceschini Monicelli e il genio delle lingue di Marisa Speranza Che dietro i film di Monicelli ci fosse molto lavoro di preparazione linguistica, non era certo noto al grosso pubblico che affollava le sale cinematografiche all’uscita di “La grande guerra” (1959), “L’armata Brancaleone” (1966), “Amici miei” (1975). L’occasione per parlarne, presso la Limonaia di Castiglioncello, è stata la presentazione del libro di Fabrizio Franceschini , “Monicelli e il genio delle lingue” (Felici Editore). Un’iniziativa, questa, che è rientrata nel progetto di cinema e di musica “Le notti del Cormorano”, organizzato dal Comune di Rosignano, dal Centro Studi ComMario Monicelli media all’italiana e dal Cinema Castiglioncello, per ricordare personaggi famosi legati alla storia del cinema che sono passati da Castiglioncello. E Mario Monicelli fu uno di questi. Lo ha ricordato Masolino d’Amico, soffermandosi poi sul contenuto del libro, prezioso per l’analisi linguistica di quanto nei film viene detto. Una lingua che era frutto di un lavoro raffinatissimo. Basti pensare al finto linguaggio medioevale usato nell’Armata Brancaleone, inventato con maestria dagli autori (Monicelli, Age, Scarpelli) che costruivano i film attingendo alla loro preparazione culturale e dedicando- si, una volta scelto un soggetto, a vere e proprie “campagne di lettura” (“Io , diceva Monicelli, ho letto come pochi al mondo. Tutti i classici antichi e moderni”). Il volume di Franceschini è dedicato agli studenti universitari. “Fortunati i suoi alunni”, ha osservato Giacomo Scarpelli (figlio dello sceneggiatore Furio Scarpelli). Il testo è infatti di piacevole lettura, anche se “scientificamente approfondito”. Quando quei film uscirono, non si pensava certo che sarebbero diventati oggetto di studio. E di serie riflessioni. Come quelle di Roberta Cella (Università di Pisa) per cui lo scopo del libro è di “mostrare come la lingua abbia valore fondamentale per la ricostruzione dell’identità”. “La grande guerra” mostra, ad esempio, gli effetti positivi del conflitto sul processo di unificazione linguistica. Attraverso l’incontro di popolazioni di vario dialetto, là nelle trincee nasce il nuovo italiano. Un momento di svolta magistralmente rappresentato da Monicelli che ebbe la straordinaria capacità di mettere in scena le varietà linguistiche dell’epoca. Così come in “Amici miei” viene proposta sul grande schermo la comicità toscana , attingendo a pieni mani a quella di Boccaccio, fatta di crudeltà delle beffe, gusto per gli scherzi, i dileggi e gli intrighi. Senza contare il “nonsense” di tono sostenuto (la “supercazzola”) che trova insigni precedenti nelle novelle decameroniane di Calandrino,Bruno e Buffalmacco. La copertina del libro, ha poi concluso Franceschini, non ritrae Monicelli con la macchina da presa , ma con il gruppo di amici (Age, Scarpelli e Luigi Comencini) riunito in una stanza piena di libri. Così si procedeva alla costruzione di un film : le conversazioni tra Monicelli e i suoi “soci”, la penna e la macchina da scrivere venivano prima della macchina da presa. In quanto alla loro collocazione, i tre film rientrano nella “commedia” perché sotto questo nome “generalmente e universalmente si tratta di tutte le cose”. “Tutto è da commedia” diceva Monicelli. E Furio Scarpelli non riteneva che fossero due anime separate quella comica e quella drammatica : “la realtà in sé è sempre drammatica , semplicemente perché esistere è un’impresa dura anche per chi ritiene di praticarla allegramente”. Gli autori sapevano che, per fare ridere, la storia doveva essere drammatica. I tre film infatti finiscono male : uno con la fucilazione dei protagonisti ; l’altro con il fallimento di Brancaleone; il terzo con la morte di Pierozzi (interpretato da Philippe Noiret). Il libro di Franceschini è illuminante, e soddisfa le molte curiosità dei cinefili svelando i gustosi retroscena e la genesi laboriosa di film amatissimi dal pubblico. Si basa infatti su materiali di prima mano , inediti o poco noti. E chi legge non può che provare ammirazione per quel “genio delle lingue”a cui, nel maggio 2005, l’Università di Udine ha conferito una laurea ad honorem “per avere fornito uno straordinario contributo alla conoscenza della storia d’Italia”. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Cultura 19 7 Si è tenuta a Collesalvetti una interessante conferenza sulla vita e le opere della poetessa DARIA MANICANTI In una conversazione di Giancarlo Cara di Laura Benvenuti In accordo con l’amministrazione comunale di Collesalvetti,continua a svolgersi il programma con il Centro Culturale Giorgio Caproni.di Livorno. Nella sala della Biblioteca comunale si è tenuta, recentemente, una conferenza a cura del presidente del Centro, Giancarlo Cara che ha presentato la vita e le opere della poetessa Daria Menicanti, con letture di alcuni testi per l’interpretazione di Dora Finis e Laura Conforti. Lo scopo di queste manifestazioni è quello di riscoprire i poeti relegati ai margini della cultura poetica perché vissuti accanto ai “mostri sacri” della letteratura contemporanea come Montale, Quasimodo, Ungaretti ecc. La poetessa Erminia Libardo ha già presentato con successo Antonia Pozzi; la prossima manifestazione, che si terrà il 2 settembre, sarà una passerella di poesia all’aperto e il 27 settembre Anna Lucia Buccheri parlerà di Emily Dickinson. Il relatore ha iniziato a parlare del nonno di Daria che pur essendo un possidente , fu costretto a la- Da sin. Laura Conforti, Giancarlo Cara e Dora Finis. sciare Livorno per Trieste a causa della sua vita dispendiosa.. Comunque, prima di partire fece a tempo a costruire a sue spese la scuola di Nibbiaia ed un collegio convitto in Via Ernesto Rossi.a Livorno. Il padre di Daria, Gastone, studiò al liceo Classico di Livorno. Fra gli insegnanti ebbe Giovanni Pascoli, il quale pronostico un notevole avvenire letterario. al suo allievo. A Trieste, Gastone si sposò con una ragazza fiumana e si trasferì a Piacenza, dove nel 1914 nacque Daria (quest’anno cade il primo centenario della nascita). Daria visse gli anni della sua ma- turità a Milano dove insegnò e diventò preside. di scuola media. Ai tempi dell’Università incontrò un grande insegnante, il prof. Antonio Banfi, il quale aveva riunito intono a se un cenacolo di allievi che si affermarono autonomamente in diverse discipline: dalla filosofia alla psicologia ed alla letteratura, compresa la poesia. Suoi compagni di studi furono Antonia Pozzi e Vittorio Sereni. Daria trovò nella”Scuola di Milano” l’ambiente adatto per una sua maturità intellettuale .Si sposò col filosofo Giulio Preti, che, nonostante la separazione, avvenuta nel 1954, continuò a frequentare fino alla morte di lui. La produzione di Daria è molto nutrita, Nel 1964 pubblicò la prima raccolta “Città come” che le valse il premio Carducci. Seguiranno “Nero d’ombra”, ”Poesie per un passante”,”Altri amici” , “Ferragosto” fino all’”Ultimo Quarto”. Effettuò anche moltissime traduzioni dall’inglese. Il pubblico ha apprezzato non solo le notizie del relatore ma pure le interpreti, che con garbo hanno letto un notevole numero di versi tratti dalle opere di Daria. 20 sponsor e-mail: [email protected] SEDE e OFFICINA: Rosignano Solvay Via dell’Industria - Tel. 05867675500 - Fax 0586792299 ALMA PACE SOC. COOP. SOC. ONLUS Viale A. Vespucci, 50 - L I V O R N O Loc. Cotone, 75 - Rosignano Solvay Tel/Fax 0586.792464 Erogazione del servizio di manutenzione di aree ver dei F.lli Costantini s.n.c. S.C.R.L. Via della Repubblica 118 ROSIGNANO SOLVAY Tel. 0586/794962 - Fax 0586/764026 e-mail: [email protected] Acli Labor SOCIETÀ COOPERATIVA ora anche on line Edilizia - Pulizie civili e industriali - Giardinaggio Via del Mondiglio 18, loc. Le Morelline Tel. 0586.790.751 - Fax 0586.790.604 - www.aclilabor.it ROSIGNANO SOLVAY GUIDI Soc. SECOS www.circoloilcentro-livorno.it L’ISONZO srl Costruzioni Edili e Industriali Via Modigliani, 21 - Rosignano Solvay Tel. 0586.760153 - Fax 0586.760414 Manutenzione di opere verde - Taglio erbe - Giardinaggio Movimenti terra - Trasporto c/ terzi - Opere di bonifica Fognature - Manovalenza in genere - Lavori edili e stradali Via Sturzo 172 - Guasticce (LI) Tel. 0586/984479 - Fax 0586/983970 - E-mail: [email protected] COSTRUZIONI EDILI www.soaquadrifoglio.it [email protected] GEOM. LUONGO ANTONIO Via Risiera San Saba 19 - Castiglioncello (LI) Tel. 0586.764080 - Cell. 347.7683628 L’attestazione. Più conveniente, più edificante O.M.P. ETRURIA NORD Soc. a Società Cooperativa Coop r.l. ROSIGNANO SOLVAY Via G. Rossa 24 Tel. 0586.791174 Fax. 0586.791173 Imballaggio industriale - Trasporti - Facchinaggio - Servizi Piazza Monte alla Rena, 5 - Rosignano Solvay Tel. 0586.793288 - Fax 0586.793304 Di Gabbia A. & Figlio S.r.l. 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Mecche del divertimento, capitali della disco, Ibiza, Mykonos, Hvar, Lloret de Mar parlano gli stessi dialetti, e anzi sono la stessa cosa, tanto che dalle loro sponde riusciamo a differenziarle solo per certi elementi d’architettura; l’inglese e il nostro italiano - l’immancabile napoletano e il milanese maestrino - rappresentano le lingue ufficiali, tanto delle bionde e svolazzanti americane e olandesi quanto degli abbronzati e sfrontati giovani di Castel Volturno e di Abbiategrasso. La regola è una soltanto, ed è sempre quella: divertirsi, approfittando di ogni discoteca, club o locale disponibile, insomma di ogni fonte accessibile di musica ballabile; lo slogan, taciuto eppur universale, è una reinterpretazione contemporanea del più fascista tra i motti antifascisti: “balliamo tutto e lo balliamo subito!”, ché non vi è tempo di aspettare, che le gambe fremono, le gonne svolazzano, gli inguini prudono. Assiepati sui muretti dei lungomari, gli ultimi anziani rimasti osservano il brulichio ed i polpacci dorati delle vacanziere, e tra loro commentano che se avessero avuto 50 anni di meno altro che!, quello sarebbe stato tutto cibo per le loro fauci, dato che - si sa - la passione non conosce ostacoli linguistici, i ragazzi di oggi perdono troppo tempo, e nel dopoguerra si sapeva come corteggiare una donna. Se avessimo un figlio, sarebbe da portarlo su una di quelle colline che si trovano alle spalle delle coste montenegrine, ed in silenzio osservando la prateria dorata e vergine dall’alto gli diremmo “figliolo, un giorno tutto questo sarà un club”, consapevoli che la vicinanza con la pericolosamente notturna Croazia finirà prima o poi per contagiare tutto e tutti. Così si osserva l’estate 2014: nell’ora dell’aperitivo, quando il macho pescatore lancia le prime sapienti occhiate a fungere da esca, e di notte, quando i gruppi di giovani turiste troveranno conforto in anonimi amplessi - sia chiaro: anonimi non perché irrilevanti, semplicemente perché difficile sarà ricordare il nome dello stallone che offrì la propria criniera. Nel frattempo, cisterne di Vermouth e di rum si riversano sulla città, il mondo appare un luogo finalmente amico, e resistere alla calura che solletica gola, addome e interno coscia non si può più. 22 Cultura e-mail: [email protected] Il 12 e 13 settembre a Villa Alma Pace (Antignano) al via la seconda edizione “Nuove reti, rinnovate professioni” UCSI e FISC con Ordine dei Giornalisti e Associazione Stampa Toscana Antignano, Villa “Alma Pace” (viale Vespucci 50, Antignano, Livorno) 12 e 13 settembre 2014 un confronto con i comunicatori più giovani sui temi legati ai nuovi media e alle più moderne forme di comunicazione. Quest’anno si discuterà della “forma della notizia” attraverso internet, i social network, le tv all-news. Per ogni modulo è previsto un incontro formativo con un testimone dei nuovi mezzi e un laboratorioguidato dallo stesso formatore. E’ prevista anche un’introduzione al tema delle“regole” nell’uso della rete e alla necessità della verifica delle fonti. Programma provvisorio venerdì 12 settembre, dalle 15 alle 20 ore 14.30: accoglienza e saluto ore 15: la forma della notizia Introduzione al tema a cura di Antonello Riccelli (giornalista Telegranducato). Analisi delle diverse “forme” della notizia nell’attuale scenario di comunicazione multimediale, sempre aggiornata. Presentazione dei laboratori e degli obiettivi formativi del corso. ore 16: dare notizie su internet Intervento di Franco Maresca (giornalista Ansa e docente universitario) La costruzione di una piattaforma di notizie “on line”. Gli esempi dell’Ansa e di alcuni quotidiani campani. Le difficoltà nella trasformazione della notizia dalla dimensione cartacea a quella internet. Uno sguardo anche all’informazione tecnica e professionale: l’esempio del sito nazionale dell’Ucsi sul mondo della comunicazione e del giornalismo (franco Maresca ne è il curatore). Ore 17: le regole di internet Intervento di Claudio Turrini (giornalista di “Toscana Oggi” Esercitazione sulle regole di scrittura dele notizie su internet: contenuti e forma, grafica e multimedialità. ore 18: la notizia multimediale Intervento di Micaela Nasca (giornalista Mediaset TgCom 24) La dinamica di una piattaforma “all news”. Come nascono le notizie, come si elaborano, come vengono aggiornate. Il passaggio dalla televisione alla rete e ai social network. Dalle 19 laboratori guidati dalla stessa Nasca e condivisione dei risultati. sabato 13 settembre, dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 18 ore 9: le regole da rispettare, la verifica delle fonti, i rischi della velocità, la neutralità possibile Intervento di Luigi Cobisi (Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti) Il riferimento normativo, codici e deontologia. Analisi delle difficoltà della notizia “in tempo reale”, delle modalità di verifica, delle questioni etiche. ora anche on line www.circoloilcentro-livorno.it Ore 10: il giornale che cambia Intervento di Sara Bessi (giornalista “La Nazione”) I giornali su internet: come cambia il mestiere del giornalista. Nasce una nuova “professione”: il giornalista multimediale. Ore 11: il comunicato stampa multimediale Intervento di Francesco Ceccarelli (responsabile Comunicazione Scuola Sant’Anna) Come impostare un comunicato stampa multimediale: l’esperienza innovativa ed efficace della comunicazione della Scuola Sant’Anna di Pisa. Ore 12: la complessità delle fonti e i tempi dell’informazione Intervento di Luca Collodi (direttore Rete italiana Radio Vaticana) La comunicazione politica e istituzionale nel contesto attuale, la difficoltà di verificare le fonti e di rappresentare tutte le fonti. Ore 14.30: laboratori sui temi trattati al mattino Ore 16: la scelta delle immagini, la forma diventa sostanza Intervento di Angelo Serantoni (pubblicista cameraman di Telegranducato) L’importanza di una buona tecnica per la realizzazione delle immagini. La scelta dei diversi mezzi di comunicazione multimediale. Ore 17: la notizia nella comunicazione d’impresa, i limiti e le possibilità Intervento di Graziella Teta (giornalista nel Gruppo Piaggio) e Riccardo Clementi (giornalista in Enel) Comunicare l’impresa nel rispetto della deontologia professionale del giornalista. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Cultura 23 19 Venerdì 5 e Sabato 6 in Fortezza Vecchia incontri letterari condotti e discussi, accompagnati da musica, pittura e degustazione “LibrArti” per parlare di libri, uomo e società di Silvia Menicagli Quadratura dei pisani, primo baluardo di quel castrum liburni che prese avvio in un territorio condiviso tra pisani e labronici. In quel nucleo edificato dalle menti di Puccio da Landuccio e Francesco Giovanni di Giordani, dove altre menti disquisiranno sull’uomo, espressione di tensioni emotive, ed elemento ormai debole di un processo evolutivo che non sta al passo delle capactà di adattamento ad un mondo che consuma a velocità incredibile le sue risorse. L’uomo in un costante conflitto con se stesso e la società che a volte lo incanala in meccanismi malati tesi soltanto verso un egoistico profitto, in un eterno scontro tra bene e male. Questo spazio conclusus, ospiterà venerdì 5 e sabato 6 settembre “LibrArti”, una due giorni di incontri letterari, discussi e condotti, accompagnati da musica, pittura e degustazione. Nei due pomeriggi che inizieranno alle 17,00 confronteranno i loro lavori: Serena Libertà autrice milanese di un saggio sull’anoressia, Lamberto Giannini con la sua sfida educativa e Simone Lenzi con una serie di mali minori. Lo psicologo Piergiorgio Cur- ti autore anche di numerose pubblicazioni intorno ai vari disagi umani, articolerà un percorso con i tre autori tra esposizione e discussione. Il sabato, secondo giorno, verrà affrontato il tema di aspetti di una società deviata e nascosta. Due scrittori entrambi romani Antonella Colonna Vilasi, presidente del centro studi sull’intelligence presenterà uno dei suoi lavori della trilogia sui servizi segreti, mentre Francesco Neri, giornalista collaboratore di “La Grande Storia”, racconterà del suo lavoro a 4 mani col pm Catello Maresca dal titolo “l’Ultimo bunker”. Ad articolare i racconti dei due autori ci sarà Piero Giorgetti, giornalista televisivo di Granducato TV nonché docente di storia contemporanea. Le due giornate vedranno la presenza di artisti quali Maurizio Biagini il venerdì, apprezzato esponente della nuova pittura labronica, in atmosfere che richiamano i grandi artisti degli anni ’70 del secolo scorso, attraverso i linguaggi della pop art riproposti con una sensibilità che è sua propria, e che per noi realizzerà una maxi tela in estemporanea. Il sabato sarà presente la SVS street band, diretta dal maestro Filippo Ceccarini e formata da 32 elementi che animerà con tutta la sua energià la serata. Un aperitivo verrà offerto a tutti i partecipanti a “LibrArti”. L’iniziativa creata dall’Associazione “Terme del Corallo” onlus insieme al Comune di Livorno, unitamente ai contributi di Autorità Portuale, Associazione Pietro Napoli, Circolo musicale Amici dell’Opera “Galliano Masini”, Associazione Guide Storiche Livorno e Circolo “Il Centro” è gratuita e aperta a tutta la cittadinanza, e vuole promuovere il colloquio culturale, nell’ambito di siti di importanza storica cittadina oltre a pubblicizzare la raccolta firme “Luoghi del cuore” promossa dal FAI, incentrata questa volta sul recupero delle Terme del Corallo, per la quale saranno presenti i rappresentanti della delegazione livornese. Il Centro è in distribuizione anche presso le seguenti punti: LIVORNO: Libreria Nino Belforte, Via della Madonna; Libreria Edizioni Paoline, Via Indipendenza; Libreria Erasmo, Viale Avvalorati; Edicola Iacopini Francesco, Piazza Civica 61; Edicola Cairoli, via Cairoli 18; Edicola Nelli, piazza Cavour 39; Edicola P.zza Grande, lato Farmacia Ospedale, Edicola Bianchi, via del Porticciolo, di fronte Camera Commercio; Edicola Attias, corso Amedeo; Edicola piazza Matteotti; Edicola Paolini (Baracchina Bianca, piazza S. Jacopo; Ed. Lo Strillone, viale Italia 113; Edicola c/o Bar Oasi, Ardenza Mare; Edicola Barcellona, via Goito; Edicola Borghi, Corso Amedeo, angolo via dell’Origine; Tintoria Rossi, corso Mazzini; Chico Sas, via C. Puini 9; Ed. Martelli Anna Lisa, via Meucci 5 (Coteto). CASTIGLIONCELLO: Edicola Rossi, P.zza della Vittoria; Edicola Tognotti, Staz. Ferroviaria. ROSIGNANO SOLVAY: Edicola Giovannoni, via Allende; Edicola Vallini, via O. Chiesa. ROSIGNANO MARITTIMO: Edicola “Il Punto”, via A. Gramsci.