Informazioni per chi supporta
Una bambina su quattro1 subisce qualche forma di abuso sessuale prima di raggiungere la maturita'.
Cio' significa che ognuno di noi conosce qualcuno che ne e' stato vittima, ad esempio una paziente,
un'amica, una collega o la nostra partner.
Venire a conoscenza del fatto che chi ti e' vicino ha subito abusi puo' suscitare forti emozioni. Proviamo
rabbia verso colui o colei che ha perpetrato l'abuso. Forse ci sentiamo colpevoli per non essere riusciti a
proteggerla, o impotenti di fronte alla sofferenza di chi ci e’ cosi’ caro, o ancora, impauriti di peggiorare
la situazione con le nostre parole ed azioni, creando altro dolore.
Tutte queste reazioni sono comuni e normali.
E’ importante ricordare che il tuo ruolo non e' quello di “salvare” chi ha subito abusi o di fare in modo
che sia tutto “OK” - l'esperienza dell'abuso e' unica alla donna che lo ha subito e di conseguenza solo lei
ha le risorse necessarie per affrontare e superare il trauma. Tuttavia puoi:
1. Crederle totalmente. L’abuso sessuale e’ una verita’ scomoda. Spesso si preferisce non credere o si
accusa chi ha subito l’abuso di averlo in qualche modo instigato e quindi di esserne colpevole. La colpa
non e’ mai di chi e’ stato abusata, e’ sempre e solo di chi abusa!
2. Ascoltarla senza dare giudizi. Chi e' stato abusata nell'infanzia spesso non ne fa parola con nessuno
fino all'eta' adulta. Poter parlare con qualcuno che e’ vicino, che non giudica e ascolta, e’ di per se’ un
forte sostegno. Non forzarla mai a parlare se non vuole e sii paziente: sono le sue esperienze e sta a lei
decidere quanto e quando condividere con te.
3. Comunicarle che non e’ colpa sua. Non dire mai “avresti dovuto fare questo o quello”. E’ importante
capire che qualunque cosa ha fatto o non fatto, era tutto cio’ che poteva fare in quel momento per
sopravvivere l’abuso.
4. Riconoscere le sue emozioni e i suoi stati d’animo. Molte di queste emozioni sono rimaste soppresse
per anni. Falle sapere che qualunque cosa stia provando (ad esempio vergogna, rabbia, tristezza, paura,
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Laura Davis (1991). Allies in Healing: When The Person You Love Was Sexually Abused. New York:
Harper Perennial
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o uno stato di confusione) e’ una reazione del tutto normale e comune per chi ha subito traumi di natura
sessuale.
5. Chiedile in che modo puoi supportarla. senza fare supposizioni o dare consigli. L’abuso toglie
controllo, ed e’ importante che tu non faccia lo stesso.
6. Rispondi con onesta’ e non fare piu’ di quello che puoi realmente offrire. Promettere e non
mantenere non fa che creare sfiducia nei tuoi confronti.
7. Aiutarla a trovare altre opzioni di supporto come psicoterapeutici che lavorano con traumi sessuali e
dell’infanzia, o associazioni specialistiche quali DonneOltre.
8. Rispetta il suo percorso. Ad esempio, NON fare domande del tipo2:
“quand’e’ che ti sentirai meglio?”
“Perche’ rivangare il passato?”
“Perche’ parli dell’abuso con il tuo terapista, ma non con me?”
“Di che cosa avete parlato nella sessione col tuo analista?”
“Sei sicura che quello che stai facendo ti aiuti?Mi sembra che piangi un sacco”
Domande di questo tipo non fanno che instillare un senso di insicurezza e vulnerabilita’. Chiediti perche’
hai bisogno di farle - spesso esse riflettono la frustrazione e il disagio di chi le pone.
9. Prenditi cura di te. A volte chi supporta non pensa che cio’ che prova sia importante, e che debba
passare in secondo piano rispetto a cio’ che l’altra persona sta passando. Tuttavia, analogamente
ad ammalarsi se non ci prendiamo cura del nostro corpo, cosi’ se non facciamo attenzione a cio’ che
proviamo, rischiamo di esaurirci emotivamente. Solo prendendoti cura di te, puoi veramente essere
di supporto per gli altri. Che sia avere un hobby, fare attivita’ fisica, prendersi tempo per se’ o (se lei
e’ d’accordo) sfogarti con un amico, solo tu puoi sapere cio’ che fa al caso tuo. Puoi inoltre contattare
figure professionali che lavorano nell’ambito della piu’ totale confidenzialita’, quali psicoterapeuti,
psicologi e associazioni. DonneOltre offre un servizio email - [email protected] per donne che hanno
subito abusi nell’infanzia e per chi sta a loro accanto. Il servizio e’ gratuito e anonimo 3.
Ringraziamo Nottingham Rape Crisis Centre, England per l’opuscolo “Supporting Survivors”
dal quale alcune parti del testo sono tratte
2
Da: Levine, R.B. (1996).When you are a partner of a rape survivor. Resource Publications inc. p.33
Nota bene che vediamo l’indirizzo email. Per garantire l’anonimato puoi creare un indirizzo email
apposito col quale contattarci.
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