Anche Moio al Giro d’Italia
Il ciclismo rappresenta da sempre una delle attività sportive più seguite e appassionanti, spesso legato ai ricordi
più cari della gente.
Il “Giro d’Italia” è in questo senso la corsa per eccellenza, che dopo alcuni anni di assenza è tornata in Alta Val
Brembana, con la tappa che ha portato i corridori da Cantù a Bergamo, attraverso il Passo San Marco e con la “deviazione” sulla salita di Dossena.
Il territorio comunale di Moio, per poche centinaia di metri, non è stato direttamente interessato dal percorso, ma
l’Amministrazione Comuanle ha comunque partecipato
alle iniziative promozionali, sostenendo fra l’altro la pubblicazione dell’ opuscolo illustrato relativo alla tappa. In
un’apposita pagina, in bella evidenza, sono stati riportati
i tratti salienti della nostra storia e ricordati elementi caratteristici quali per esempio la nostra chiesa parrocchiale e il suo organo, la produzione dei “pomm del Moi” e
la fonte Stella Alpina. Una citazione di riguardo anche per i tre esercizi pubblici presenti sul territorio del comune.
Giova ricordare che Moio vanta a suo modo una piccola tradizione ciclistica: negli anni ’80 la Polisportiva Marco Ravasio di Brembate fissò a Moio il traguardo di una prova del calendario federale Juniores e negli anni ’90 si
sono svolte ripetute edizioni della cronoscalata Belvedere-Curto, vinta più volte da Riccardo Milesi.
Curioso notare infine che nell’opuscolo relativo al Giro d’Italia il comune di Lenna ha vantato come “mete rinomate per i cicloturisti” il lungolago del Bernigolo e la salita sopra la centrale di Bordogna: due località che si trovano in comune di Moio...
Per opportuna “memoria” pubblichiamo un’immagine tratta dal sito www.valbrembanaweb.it che testimonia il
passaggio nella zona della Centrale dei partecipanti al trofeo don Angelo Testa, gara ciclistica UDACE organizzata a San Giovanni Bianco lo scorso 22 aprile.
Chi si ricorda il “paviù”?
La nostra Parrocchiale di San Mattia Apostolo presenta dotazioni
artistiche di particolare pregio, frutto dell’amore dei fedeli per la
propria chiesa.
Lo scorso anno è stato riportato all’antico splendore l’organo Bossi-Foglia, prezioso strumento della seconda metà del ‘700, grazie
al contributo della Fondazione Bergamasca onlus, del GAL Valbrembana e del Comune di Moio de’ Calvi.
Fra gli oggetti cari alla memoria di molti impossibile dimenticare il
“paviù”, il grande telo in stoffa pregiata che veniva issato sopra
l’altare maggiore in occasione delle ricorrenze più importanti.
Si tratta di un enorme drappo finemente decorato, ancora esistente in chiesa, per il quale era necessaria una grande corona di sostegno, sul tipo di quella utilizzata ancor oggi per il trono della
Madonna del Rosario.
Proponiamo un’immagine inedita relativa al “paviù” (una traduzione possibile è “postergale eucaristico” o “pavillone”), che si riferisce a un matrimonio celebrato in parrocchia nel 1963.
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