Omofobia, società e sistema giuridico in Italia Sintesi dei risultati di un Progetto Europeo su omofobia e diritti fondamentali A cura di Luca Trappolin Con contributi di: Alessandro Gasparini, Cathy La Torre, Silvia Gorini, Tatiana Motterle e Monica Russo Omofobia, società e sistema giuridico in Italia. Sintesi dei risultati di un progetto Europeo su omofobia e diritti fondamentali. Introduzione Report a cura di Luca Trappolin, con contributi di Alessandro Gasparini, Silvia Gorini, Cathy La Torre, Tatiana Motterle e Monica Russo. 05 Parte I Report redatto nel mese di Ottobre 2011. Finanziamento Questo Report è uno dei prodotti del progetto Citizens in Diversity. A Four-Nation Study on Homophobia and Fundamental Rights (20102011), co-finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del Programma “Fundamental Rights and Citizenship” (Directorate-General Justice, Freedom and Security). Il Report è stato stampato anche grazie ai fondi del Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Padova che ha coordinato il progetto. L’omofobia nella società italiana. Interpretazioni, egemonie e conflitti 07 1. L’omofobia nel dibattito pubblico e nella ricerca nazionale 07 2. Il progetto Citizens in Diversity e il case-study italiano 08 3. Il punto di vista eterosessuale sull’omofobia 09 4. L’omofobia secondo lesbiche e gay 14 5. Conclusioni 18 Parte II L’omofobia nel sistema giuridico italiano: file not found Ringraziamenti Il curatore e gli autori desiderano ringraziare Gustavo Guizzardi (responsabile scientifico del progetto per l’Università di Padova) ed i colleghi e le colleghe che hanno ideato ed implementato le azioni del progetto nei rispettivi contesti nazionali ed hanno contribuito all’elaborazione dei risultati finali: Franca Bimbi, Matteo Bonini-Baraldi, Sara Cavallaro, Neza Kogovsek Salamon, Roman Kuhar, Eszter Polgari, Judit Takacs, Robert Wintemute e Andrew Kam-Tuck Yip. Il ringraziamento va esteso a coloro che hanno supportato la realizzazione del progetto nelle sue diverse fasi: il personale tecnico e amministrativo del Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Padova, Giulia D’Odorico del medesimo Dipartimento e Diego Torresan del CESD di Bologna. Infine, Luca Trappolin e Tatiana Motterle esprimono il loro debito verso gli uomini, le donne, i ragazzi e le ragazze che hanno accettato di farsi intervistare e di partecipare ai focus group. 1. Introduzione 20 2. I crimini d'odio: una battaglia persa 21 3. L'omofobia nelle scuole e l'educazione sessuale 23 4. L'orientamento sessuale nel diritto dell'immigrazione: effetti discriminatori 24 5. Tecniche di procreazione medicalmente assistita: una riflessione a margine dei divieti 25 6. Stereotipo, pregiudizio e stigma: una sfida per la politica e per il diritto 28 Bibliografia del progetto (Selezione) Download Il Report si può scaricare gratuitamente dal sito www.citidive.eu. Per ricevere una copia cartacea del Report, scrivere a [email protected]. Indice 3 20 30 Gli autori e le autrici Alessandro Gasparini Coordinatore dell’equipe internazionale di giuristi Dottore di ricerca in Diritto Privato Comparato e Diritto Privato dell’Unione Europea, lavora all’Università di Bologna. Silvia Gorini Equipe italiana di giuristi Giurista, co-fondatrice del CESD (Centro Europeo di Studi sulle Discriminazioni). Cathy La Torre Equipe italiana di giuristi Giurista, co-fondatrice del CESD (Centro Europeo di Studi sulle Discriminazioni). Tatiana Motterle Equipe italiana di sociologi Dottoranda di ricerca presso la Scuola di Dottorato in Scienze sociali dell’Università degli Studi di Padova. Monica Russo Equipe italiana di giuristi Dottore di ricerca e co-fondatrice del CESD (Centro Europeo di Studi sulle Discriminazioni). Luca Trappolin Coordinatore del progetto internazionale Ricercatore al Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Padova e co-fondatore del laboratorio di ricerca Glob.I_Lab (Globalizzazione, Identità e Pluralis-mo culturale). 4 Introduzione ponenti dei gruppi si trovano al sito www.citidive.eu, al quale rimandiamo anche per i dettagli riguardanti il progetto. I risultati del lavoro si possono leggere in esteso nel vo- Questo Report presenta una versione sinte- lume Confronting Homophobia in Europe: tica dei risultati del progetto Citizens in Di- Social and Juridical versity: A Four-Nation Study on Homopho- la Luca Trappolin, Alessandro Gasparini e bia and Fundamental Rights per quanto ri- Robert Wintemute, in corso di pubblicazio- guarda il contesto italiano. ne per l’editore Hart di Oxford. Perspectives curato Il progetto, che ha coinvolto Italia, Slovenia, L’analisi sociologica Ungheria e Regno Unito, è stato cofinanziato dalla Comunità Europea nell’ambito Dal punto di vista dell’analisi sociologica, il del programma ‘Fundamental Rights and gruppo ha sviluppato un disegno di ricerca Citizenship’ (Directorate-General Justice, di tipo qualitativo mirato all’indagine delle Freedom and Security) nel biennio 2010- seguenti aree: 2011. Il Dipartimento di Sociologia del-l’Università degli Studi di Padova ha co-ordinato i) le interpretazioni del concetto di omofobia le attività nei 4 paesi avvalendosi della part- e della discriminazione ai danni di lesbiche nership con i seguenti enti ed istituzioni: e gay nel più vasto contesto dei significati attribuiti all’omosessualità e alle identità * il Comune di Venezia omosessuali; * il Centro Europeo per gli Studi sulle Dis- ii) le esperienze di vita quotidiana inerenti la criminazioni (CESD, Bologna); discriminazione anti-omosessuale; * il Peace Institute di Ljubljana; iii) le prospettive e le strategie concrete di * l’Istituto di Sociologia dell’Accademia Un- prevenzione e contrasto dell’omofobia, con- gherese delle Scienze (Budapest); siderando sia il piano delle leggi, sia quello * la Scuola di Sociologia e Politica Sociale della vita quotidiana (con un focus specifico dell’Università di Nottingham. sull’ambiente scolastico). L’obiettivo del progetto consisteva nell’ap- Lo studio è stato condotto attraverso il con- profondire la conoscenza dell’omo-fobia nei fronto tra il punto di vista di soggetti etero- paesi europei, tenendo in considerazione sessuali e quello di donne e uomini che si sia il significato attribuito alla discriminazio- definiscono lesbiche e gay. Tale compara- ne anti-omosessuale nelle pratiche di vita zione ha permesso di mettere a fuoco quali quotidiana dei soggetti, sia la dimensione sono le domande di cittadinanza delle per- istituzionale del sistema delle leggi, consi- sone lesbiche e gay che sono socialmente derato anche nella sua elaborazione ed ap- riconosciute dalla prospettiva degli e delle plicazione. Per raggiungere questo obietti- eterosessuali, e quali invece rappresentano vo, il progetto ha costituito due gruppi di ri- una sfida alla loro egemonia. cerca di esperti, l’uno composto da sociolo- Nell’arco di tempo tra marzo 2010 e genna- gi e sociologhe dei 4 paesi coinvolti, l’altro io 2011, nei 4 paesi sono stati realizzati 32 da giuristi e giuriste. Informazioni sui com- focus e raccolte 55 inter-viste individuali. I 5 soggetti coinvolti sono stati 205, di cui 68 donne eterosessuali, 28 uomini eterosessuali, 32 lesbiche, 71 gay e 6 persone trans-gender. L’analisi giuridica L’analisi giuridica si è posta un duplice obiettivo: i) svelare le modalità attraverso le quali l’omofobia viene riprodotta nel sistema legislativo; ii) mettere a fuoco come l’omofobia viene contrastata attraverso lo strumento della legge. Allo scopo di garantire un livello di interazione con i temi dell’analisi sociologica, e per rimanere sul piano dei diritti fondamentali, l’indagine è stata condotta selezionando le seguenti aree: * i reati di opinione ed i crimini d’odio; * l’educazione e la formazione; * la libertà di movimento, l’immigrazione e il diritto di asilo; * i servizi riproduttivi nella loro dimensione trans-nazionale. Relativamente alle aree selezionate, il gruppo di ricerca ha seguito un approccio orientato ad indagare le interazioni tra tutte le parti di cui si compone il sistema legale (legal process approach). Ciò ha portato a concentrare l’attenzione sulle leggi, sulla case law, sulla prassi amministrativa, sulla discussione parlamentare delle proposte di legge, sulle decisioni assunte dalle autorità pubbliche indipendentemente dagli effetti normativi che esse producono. Parte I 6 L’omofobia nella società italiana. Interpretazioni, egemonie e conflitti Luca Trappolin e Tatiana Motterle 1. L’omofobia nel dibattito pubblico e nella ricerca nazionale so verso la metà dello scorso decennio, so- A livello internazionale, nel dibattito pubbli- mofobia nell’agenda politica di alcuni grandi co e nelle scienze sociali possiamo ritenere centri urbani come Roma, Torino, Bologna consolidato l’uso del termine “omofobia” in e Napoli, favorendo l’implemen-tazione di riferimento alle discriminazioni, all’esclusio- azioni specifiche; prattutto grazie a due fattori: i) la capacità delle organizzazioni lesbiche e gay di imporre i temi della lotta contro l’o- ne e alle violenze ai danni di lesbiche e ii) la presentazione, nel 2007 e soprattutto gay. Nonostante i molti problemi che questo nel 2009, di proposte di legge mirate ad in- termine solleva soprattutto in ambito scien- trodurre nel codice penale misure per san- tifico, il suo impiego è generalmente colle- zionare le discriminazioni motivate dal di- gato all’intento di fornire un’interpretazione verso orientamento sessuale. dei fenomeni di cui ci si occupa, di spiegarli chiamando in causa anche i sistemi di defi- Dal punto di vista della ricerca sociale, la nizione della realtà e le logiche istituzionali produzione di conoscenza sui diversi feno- che costruiscono l’eterosessualità come la meni riconducibili al concetto di omofobia si norma indiscussa nelle relazioni tra uomini, è finora concentrata quasi esclusivamente tra donne e tra uomini e donne. Su questi sulla diffusione di stereotipi negativi tra la aspetti, il contesto italiano si differenzia in popolazione italiana, o tra segmenti della maniera piuttosto netta da quello internazio- stessa. Dalle (poche) ricerche disponibili nale. emerge che: Dal punto di vista del dibattito pubblico, fino i) la società italiana viene definita come un ad anni recenti i mass-media hanno trattato contesto di discriminazione nei confronti di le discriminazioni e la violenza denunciate lesbiche e gay; da lesbiche e gay in modo prevalentemente ii) i soggetti coinvolti negli studi rifiutano in descrittivo, usando raramente il concetto di line di massima gli stereotipi tradizionali che omofobia. Un interesse più specifico verso stigmatizzano l’omosessualità e le persone l’interpretazione di questi fenomeni è emer- omosessuali. Tuttavia, l’equiparazione tra omosessualità e malattia mentale e l’es- 7 2. Il progetto Citizens in Diversity e il case-study italiano pressione di atteggiamenti ostili verso lesbiche e gay giocano un ruolo non trascurabile tra i giovani maschi; iii) il riconoscimento dei modi di fare famiglia di lesbiche e gay costituisce un punto Nelle indagini sulla discriminazione anti-o- problematico che tende a produrre grosse mosessuale, gli orientamenti della popola- divisioni all’interno dei campioni delle ricer- zione eterosessuale nei confronti delle per- che. Tuttavia, il rifiuto dell’ipotesi di accesso sone lesbiche e gay è stata indagata quasi all’adozione da parte di lesbiche e gay vie- esclusivamente con metodi quantitativi ba- ne espresso in modo compatto. sati su domande standardizzate e risposte predefinite. L’obiettivo consisteva nell’inter- La diffusione di stereotipi anti-omosessuali cettare i segnali di una trasformazione cul- costituisce un tema privilegiato anche nelle turale in senso anti-discriminatorio, oppure (poche) ricerche specificatamente dedicate di svelare la persistenza del suo opposto. In all’omosessualità, inizialmente promosse entrambi i casi, il ruolo degli eterosessuali dalle organizzazioni lesbiche e gay (preva- nella discriminazione anti-omosessuale ve- lentemente da Arcigay) e progressivamente niva pensato esclusivamente come una entrate nel campo di interesse delle istitu- presa di posizione in termini di accettazione zioni. L’aspetto più importante di queste in- o di rifiuto delle domande di cittadinanza dagini è l’inclusione di lesbiche e gay nel di- provenienti dalle comunità gay e lesbiche. segno della ricerca allo scopo di indagare le Gli aspetti qualificanti di queste prese di po- forme della loro vittimizzazione. I risultati sizione – cioè le condizioni dell’accetta-zio- prodotti nell’arco di oltre 15 anni indicano ne e del rifiuto – non sono stati indagati. Al un innalzamento della capacità di ricono- tempo stesso, le ricerche sulla vittimizzazio- scersi – e quindi di dirsi – vittime di discrimi- ne gay e lesbica hanno gettato luce sulla nazione o di violenza. Ad esempio, nella diffusione di alcune forme di discriminazio- prima ricerca italiana realizzata su un cam- ne e violenza, da quelle più eclatanti a quel- pione di oltre 2.000 gay e lesbiche alla fine le più ordinarie, ma non hanno interrogato degli anni Ottanta, circa un intervistato su gli elementi che favoriscono o che ostaco- quattro dichiarò di essere stato vittima di lano la possibilità – socialmente cos-truita – violenze, aggressioni o ricatti1. Dieci anni di interpretare determinate esperienze in dopo2, in un’indagine su un campione di termini di discriminazione o di violenza. 500 membri della comunità gay e lesbica di Torino, la metà dei gay intervistati e un ter- La ricerca che qui presentiamo ha inteso in- zo delle lesbiche dichiararono di aver subito dagare proprio le zone d’ombra sopra evi- aggressioni o maltrattamenti. denziate. Nell’arco di tempo compreso tra i mesi di marzo 2010 e gennaio 2011, il gruppo di ricerca ha realizzato 8 focus 1 ISPES (1991), Il sorriso di Afrodite. Rapporto sulla condizione omosessuale italiana (Firenze, Vallecchi). group – di cui 4 con eterosessuali, 2 con gay e 2 con lesbiche – e ha raccolto 28 in- 2 Saraceno, C. (a cura di) (2003), Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un’area metropolitana (Milano, Guerini). terviste individuali coinvolgendo complessivamente 72 soggetti, di cui: 8 a) 23 uomini gay residenti in Veneto; iii) Fino a che punto questi presupposti sono condizionati dall’egemonia dello b) 13 donne lesbiche residenti in Veneto; sguardo eterosessuale? c) 10 studenti eterosessuali di scuola superiore, di corsi di laurea e scuole di dottorato Si tratta di interrogativi che riguardano la attinenti alle scienze dell’educazione; messa a fuoco della relazione che si instaura tra il punto di vista degli eterosessuali d) 26 studentesse eterosessuali di scuola sulle discriminazioni – come le traducono superiore, di corsi di laurea e scuole di dot- empiricamente e attraverso quali cornici le torato attinenti alle scienze dell’educazione. interpretano – e quello che viene a galla Nel corso dei focus group e delle interviste, dalle narrazioni di lesbiche e gay. Questo il gruppo di ricerca ha utilizzato in maniera approccio è basato sul concetto di violenza esplicita il termine ‘omofobia’ per avviare le simbolica; seguirlo implica indagare l’omo- discussioni e per dare inizio alla narrazione. fobia anche come un discorso che produce Ai partecipanti veniva inizialmente chiesto il sistema di conoscenza che lo rende plau- di dare una definizione astratta di questo sibile, dentro il quale alcune soggettività termine facendo ricorso alle proprie fonti di sono pensate come vulnerabili perché posi- conoscenza. Successivamente, il concetto zionate rispetto ad altre in un rapporto di di omofobia acquisiva una definizione più subordinazione. operativa considerando le esperienze di vita quotidiana dei soggetti e, specialmente 3. Il punto di vista eterosessuale sull’omofobia con gli studenti e le studentesse, il contesto scolastico come ambito di possibili interventi di contrasto. Infine, i partecipanti venivano invitati a riflettere attorno a differenti ipotesi Quali sono le fonti da cui le persone etero- di discriminazione al fine di portare allo sco- sessuali sviluppano le loro interpretazioni perto le forme di ostilità che appaiono inve- della discriminazione anti-omosessuale e ce meno condannabili o addirittura giustifi- dell’omofobia? E quali sono gli episodi o le cabili. situazioni che vengono citati per supportare il proprio punto di vista? Le domande centrali che hanno orientato la Anche tenendo conto dell’importanza delle nostra analisi sono state: notizie diffuse dai mass-media, la principale i) A quali condizioni le discriminazioni anti- fonte attraverso la quale le persone etero- -omosessuali sono riconosciute come tali sessuali entrano in contatto con questi fe- dallo sguardo eterosessuale? nomeni è rappresentata dalle esperienze di ii) Quali sono i presupposti che permettono vita quotidiana. Emergono due tipi di espe- alle lesbiche e ai gay di percepirsi come vit- rienze. Il primo riguarda le testimonianze ri- time e di esprimere socialmente la propria portate da persone lesbiche o gay che rien- sofferenza? trano nell’ambito delle reti di amicizie degli studenti e delle studentesse che hanno partecipato alla ricerca. Questa fonte dà ac- 9 cesso a forme di discriminazione e violenza Nel complesso, che si concentrano soprattutto sull’espulsio- emergono due aspetti di rilievo. ne dal lavoro o dai contesti di socializzazio- dal materiale raccolto a) La declinazione “al maschile” della discri- ne in seguito al coming out e sulla condizio- minazione anti-omosessuale. Nelle discus- ne di isolamento conseguente al manteni- sioni e nelle interviste vengono considerate mento del segreto sul proprio orientamento quasi esclusivamente le esperienze di vitti- sessuale. mizzazione dei gay. Gli episodi di vittimiz- Il secondo tipo di esperienza consiste in zazione ai danni di donne lesbiche che ci una serie di comportamenti e opinioni di sono stati riferiti sono versioni al femminile amici e conoscenti eterosessuali che i no- di fenomenologie tipicamente maschili. stri intervistati stigmatizzano come esempi L’ovvietà di questa declinazione al maschile di discriminazione anti-omosessuale. A della discriminazione anti-omosessuale par- questo proposito, gli episodi che vengono te dalla considerazione, non problematizza- citati sono raggruppabili all’interno di tre ta, che sono i bambini e i ragazzi – e non le grandi categorie: loro pari età di sesso femminile – ad essere “naturalmente” portati all’avversione verso i) L’evitamento delle persone lesbiche e gay l’omosessualità a causa della pressione e la censura dell’argomento dell’omo-ses- esercitata dal gruppo dei pari. sualità; b) L’atteggiamento di distanziamento che si ii) Le derisioni e gli insulti nei confronti di le- assume nel discutere e nel parlare di discri- sbiche e gay; minazione anti-omosessuale. La discrimina- iii) La stigmatizzazione di comportamenti zione anti-omosessuale riguarda sempre gli maschili non conformi al genere attraverso altri, si manifesta attraverso dinamiche so- l’utilizzo di termini, metafore e modi di dire ciali e modalità di categorizzazione nelle che evocano l’omosessualità. quali i partecipanti eterosessuali alla ricerca non sono implicati, se non come osservato- Daniela (studentessa, 20 anni): C’è un mio amico che si trova a condividere l’appartamento con due ragazzi omosessuali. Si sente molto intimorito e pensa che potrebbero fargli qualcosa. ri. Questa urgenza di porsi all’es-terno del fenomeno osservato, e quindi della cultura di chi discrimina e maltratta, è collegata alle interpretazioni che vengono date del termi- Sonia (studentessa, 21 anni): Anch’io ho una mia amica, studia a (nome della città) e quando ha saputo che la coinquilina con cui avrebbe dovuto abitare era lesbica ha rifiutato e fa la pendolare piuttosto di stare con lei. ne omofobia. I nostri intervistati ritengono che il termine sia socialmente caricato di un significato fortemente negativo e stigmatizzante. L’essere accusati di omofobia ed accusare qualcuno di omofobia sono conside- Quante volte mi è capitato al nido che due bambini, dopo che avevano giocato insieme, due maschietti, si davano un bacino e subito interveniva un’educatrice, una delle più anziane. Interveniva a dire “no, no, no, i maschietti non si baciano tra di loro”, mettendo intenzioni che i bambini non avevano (Claudia, studentessa, 36 anni). rate categorizzazioni che discreditano irrimediabilmente i soggetti coinvolti poiché il concetto di omofobia è associato ad una sorta di abiezione. Perciò l’omofobia diventa per i nostri partecipanti una realtà da cui distinguersi, da cui prendere le distanze. 10 Apparentemente, questo è l’unico modo per di lesbiche e gay) e la dimensione compor- poterne discutere. tamentale; ii) la dimensione cognitiva è quella che vie- L’omofobia come patologia ne pensata come la causa dell’omofobia. I pregiudizi anti-omosessuali sono rappre- Ma quali sono le caratteristiche che defini- sentati come l’effetto di categorizzazioni scono questa abiezione? A quali condizioni considerate squalificanti per il semplice fat- la discriminazione anti-omosessuale rientra to di presupporre una differenza tra le per- in questa cornice di assoluta condanna? sone lesbiche/gay e quelle eterosessuali Le risposte a queste domande mostrano sul piano delle rispettive attitudini e modi di che, per i nostri partecipanti, l’omofobia cor- vita. risponde ad un certo tipo di discriminazione anti-omosessuale. Il modello esplicativo a cui questi due elementi danno vita porta ad un riconoscimen- Qualche volta i ragazzi omosessuali percepiscono la discriminazione anche quando non c’è (Lucia, studentessa, 23 anni). to molto delimitato dei fenomeni di ostilità e discriminazione anti-omosessuali. In primo luogo, la condanna di un determinato comportamento ostile o discriminante nei con- Non perché la parola [omofobia] l’ha usata lui [un gay] significa che è assolutamente giusto usarla (Sonia, studentessa, 21 anni). fronti di lesbiche e gay non si basa sulle conseguenze che esso produce, ma sulle motivazioni che lo attivano. La strategia re- Nell’interpretazione assolutamente preva- torica alla base di questa interpretazione è lente l’omofobia è ricondotta ad una patolo- l’insistenza sul tema dell’intenzionalità: l’o- gia individuale o sociale, ovvero ad una let- mofobia è tale solo se la sua manifestazio- tura inadeguata e potremmo dire “disfunzio- ne empirica traduce una precisa volontà di nale” della realtà sociale, di cui sarebbero nuocere alimentata dal fatto di nutrire senti- vittime alcuni soggetti o alcuni gruppi socia- menti negativi verso l’omosessualità o le li. Considerate le sue caratteristiche interne, persone lesbiche e gay. il meccanismo discorsivo che permette al frame della patologia di svilupparsi si basa In secondo luogo, nella spiegazione preva- sulla circoscrizione del problema e sulla ne- lente l’omofobia è ricondotta ad una forma gazione di qualsiasi dimensione strutturale di ignoranza: dal punto di vista dei nostri tra le cause che lo determinano. Gli ele- partecipanti, chi aderisce agli stereotipi anti- menti principali di questo meccanismo sono omosessuali dimostra di non conoscere la due: “realtà” delle persone lesbiche e gay. i) il concetto di omofobia viene applicato solamente ai fenomeni di ostilità anti-omoses- La normalizzazione dell’omoses- suale in cui siano contemporaneamente sualità e il presupposto dell’igno- presenti la dimensione emotiva (paura e di- ranza sgusto verso l’omosessualità e le persone Ma qual è la “realtà” riguardante le lesbiche omosessuali), la dimensione cognitiva e i gay che i pregiudizi nascondono presup- (un’attitudine negativa verso il modo di vita 11 ponendo una loro differenza? In altre paro- hanno rapporti sessuali e affettivi con l’altro le: per quale ragione i pregiudizi sono giudi- sesso. I nostri partecipanti danno dunque cati inammissibili? Le risposte che emergo- per scontata l’esistenza di una minoranza no si fondano sull’idea che lesbiche e gay omosessuale, ovvero di un gruppo specifico sono persone “normali”. di soggetti separato dal gruppo dominante, i cui membri si riconoscono in una medesima Questa rappresentazione di normalità si identità collettiva. colloca in una posizione diametralmente opposta a quella del pregiudizio. Essa infat- La costruzione discorsiva di questa mino- ti rompe il legame tra la dimensione del de- ranza avviene principalmente attraverso un siderio omosessuale e quella delle attitudini processo che potremmo definire di “etniciz- e del modo di vita dei soggetti che vivono zazione”, nel quale l’orientamento sessuale questo desiderio in termini di un’identità. In viene ricondotto a fattori biologici presenti questo senso, la dimensione privata del de- nei soggetti sin dalla nascita. Sulla base di siderio diviene l’unico spazio (simbolico) in questo approccio essenzialista alla norma- cui è ammissibile la diversità tra eteroses- lizzazione dell’omosessualità, si nasce les- suali e persone lesbiche/gay. Rifiutare lo bica o gay allo stesso modo in cui si nasce stereotipo significa quindi non cadere nel- eterosessuali . Questa rappresentazione l’errore di “ridurre” le persone lesbiche e emerge con forza nel momento in cui si in- gay esclusivamente al loro desiderio omo- serisce nella discussione l’ipotesi che parla- sessuale: quest’ultimo non deve essere in- re di omosessualità ai bambini li induca a terpretato come la variabile indipendente diventare gay o lesbiche. Questa ipotesi dalla quale derivano tutti gli altri aspetti del- viene decisamente rifiutata e considerata l’identità. infondata – in alcuni casi addirittura irrazionale – proprio in virtù di questo approccio Nelle discussioni, le ipotesi della lesbica e essenzialista alla normalizzazione dell’omo- del gay “normali” acquisiscono concretezza sessualità. soprattutto su due aspetti. Il primo corrisponde alla collocazione di sé all’interno del Io non ho mai provato attrazione per una donna, suppongo che per gli omosessuali sia la stessa cosa. Anche se nei bambini ci fosse una voglia di emulazione, questa emulazione arriva fino ad un certo punto, perché poi ad un certo punto arriva la biologia. La pulsione sessuale non è una cosa che si controlla (Fabiana, studentessa, 33 anni). genere appropriato: essere lesbica o gay non significa mettere in discussione l’esistenza di una distinzione – per quanto socialmente costruita – tra le attitudini e gli stili maschili e quelli femminili. Di conseguenza, gli stereotipi del gay effeminato e della La spiegazione dell’omofobia in termini di lesbica mascolina vengono decisamente re- ignoranza si regge perciò su una precisa spinti. costruzione della soggettività della vittima Il secondo consiste nella collocazione di sé che tende ad escludere tutte le interpreta- in modo stabile dentro la polarizzazione tra zioni del desiderio omosessuale che non si omosessualità ed eterosessualità: le lesbi- conformano ad essa. Infatti, nei focus group che e i gay non cambiano idea sul loro così come nelle interviste emerge frequen- orientamento sessuale e, soprattutto, non temente una netta distinzione tra i “veri 12 omosessuali” e quelli “falsi”. I primi rispon- Dalle discussioni sono emerse due strate- dono ai criteri di normalizzazione utilizzati gie di intervento, che non si escludono a vi- per spiegare l’inammissibilità dei pregiudizi; cenda. Da un lato, esse rafforzano il frame i secondi invece sono riconoscibili perché della patologia che abbiamo ricostruito. In non sono gender conventional e non defini- particolare, l’idea della normalizzazione ge- scono in modo fisso la loro identità. Questa nera una forte aspettativa di coming out: distinzione condiziona i criteri usati per defi- solo se la normalità delle lesbiche e dei gay nire la discriminazione anti-omosessuale. diventa visibile – anche e soprattutto agli Infatti, alle lesbiche e ai gay che trasgredis- occhi di chi nutre pregiudizi nei loro con- cono i codici della normalizzazione viene fronti – è possibile contrastare la discrimi- attribuita parte della responsabilità della vit- nazione e l’omofobia. Dall’altro lato, le stra- timizzazione che subiscono in ragione del tegie mostrano i limiti del frame dominante fatto che essi non combattono i pregiudizi sul piano dell’integrazione delle persone le- che la causano. sbiche e gay. La prima strategia di contrasto all’omofobia Combattere l’omofobia a scuola e alla discriminazione anti-omosessuale Come si articolano la definizione dell’omo- consiste nella promozione della “normalità” fobia come patologia e l’approccio della dei modi di vita delle lesbiche e dei gay. Si normalizzazione dell’omosessualità nella di- tratta di un approccio che riflette una logica scussione sugli interventi di contrasto? assimilazionista. Esso infatti mette in ombra la presenza di una diversità nella dimensio- La ricerca ha contestualizzato il tema del ne del desiderio sessuale ed esalta la co- contrasto all’omofobia soprattutto all’interno mune convergenza attorno agli stessi orien- del contesto scolastico. Tale discussione ha tamenti culturali. Da questo punto di vista, suscitato forti imbarazzi e perplessità a cau- le attività formative con i minori di età do- sa sia della generale impreparazione di stu- vrebbero concentrarsi sulla dimensione del- denti e studentesse, sia delle difficoltà che l’affettività (le lesbiche e i gay costruis-cono sono state ravvisate. Queste ultime veniva- legami d’affetto come le persone eteroses- no collegate a più fattori: al livello di maturi- suali) e sul possesso dei requisiti di deside- tà degli scolari delle prime classi; alla persi- rabilità sociale su cui si fondano il successo stenza del tabù della sessualità tra i genitori e il rispetto. e gli insegnanti; agli stereotipi anti-omosessuali diffusi tra i genitori, gli insegnanti e so- Ai bambini devi far capire che quella persona è omosessuale, però è una persona, con cui tu giochi e ti diverti, che è intelligente, che fa degli sport. Cioè si potrebbe non porre troppo l’attenzione sull’omosessualità ma sulla persona nella sua globalità, quindi vedere anche tutto il resto (Maria Luisa, studentessa, 22 anni). prattutto nel gruppo dei pari. La necessità di includere il tema dell’omoses-sualità nelle attività scolastiche è tuttavia unanimemente riconosciuta sulla base dell’ipotesi che il non parlarne alimenta la diffusione di una Questo approccio ruota attorno alla divulga- conoscenza stereotipata della realtà circo- zione di “informazioni corrette”, in grado di stante. contrastare i pregiudizi e gli stereotipi che determinano l’ostilità verso lesbiche e gay. 13 Per un verso, le informazioni di cui si parla strettamente assimilazionista poiché con- sono quelle scientifiche, pensate come templa una diversità da rispettare, seppure obiettive e neutrali rispetto ai giudizi di valo- limitata alla sfera intima. Tuttavia, il princi- re. Per altro verso, le informazioni corrette pio che tutela tale diversità non dà vita a di- sono quelle che provengono dalle stesse ritti fondamentali da difendere indipenden- persone lesbiche e gay, dalle loro narrazio- temente dalle circostanze. Piuttosto, il ri- ni di vita quotidiana. Ne deriva il coinvolgi- spetto delle persone lesbiche e gay è di- mento diretto di queste ultime all’interno del scusso come un obiettivo da perseguire at- tempo scolastico in qualità di “esperti di sé traverso una negoziazione con i genitori e stessi”. Ciò rinforza l’approccio etnico alla con i colleghi, i cui risultati possono anche rappresentazione delle comunità gay e le- portare ad abbandonare le iniziative propo- sbiche, i cui membri sono visti come gli uni- ste. Soprattutto, la tutela di questo principio ci depositari della verità che li riguarda, una appare subordinata alla tutela di un altro verità che è difficilmente accessibile dall’e- principio ritenuto più importante, ovvero la sterno. tutela del “migliore interesse del minore” a crescere in un ambiente familiare funziona- Qualsiasi siano le informazioni utilizzabili, la le, cioè composto da un uomo e una donna. strategia della promozione della normalità di lesbiche e gay si scontra con il limite in- Anche in questo caso, dunque, il tema della valicabile della complementarietà tra i ses- complementarietà tra uomo e donna si im- si, ovvero con il presupposto che la diffe- pone come limite invalicabile nella definizio- renza tra uomini e donne sia il principio car- ne della normalità delle persone lesbiche e dine su cui ruota la riproduzione della so- gay. cietà. Questo presupposto porta i nostri partecipanti ad escludere la possibilità di 4. L’omofobia secondo lesbiche e gay dare riconoscimento alle capacità e alle funzioni genitoriali delle lesbiche e dei gay. Di conseguenza, disattendere le loro aspirazioni genitoriali non è considerato un indi- Le narrazioni di lesbiche e gay mostrano un catore di discriminazione o di omofobia. punto di vista diverso da quello dei parteci- L’approccio della normalità risulta quindi panti eterosessuali. Una prima differenza ri- condizionato da un elemento strutturale re- guarda il posizionamento dei parlanti rispet- lativo alla costruzione del genere al quale le to al tema di cui si discutono. Contraria- stesse persone omosessuali si devono atte- mente alle studentesse e agli studenti ete- nere. rosessuali – che assumono un punto di vista esterno, da osservatori – lesbiche e gay La seconda strategia per contrastare l’omo- si auto-percepiscono chiaramente come di- fobia nelle scuole è invece la promozione rettamente coinvolti nel tema, cioè come del principio del rispetto delle diversità at- vittime di omofobia e discriminazione, indi- traverso l’uso delle leggi nazionali e delle pendentemente dalla propria esperienza convenzioni internazionali che lo formaliz- personale diretta. Nella maggior parte dei zano. In questo caso, l’approccio non è casi, i nostri soggetti non sono mai stati 14 coinvolti in aggressioni fisiche deliberate, o tutto nelle rappresentazioni stereotipate del- in altri episodi associabili al concetto di l’omosessualità diffuse dai mass-media, le abiezione che abbiamo visto nel preceden- quali non vengono problematizzate dagli te paragrafo. Ciononostante, essi si defini- studenti e dalle studentesse eterosessuali scono vittime potenziali di tali episodi, sia in che hanno partecipato alla ricerca. ragione delle forme di discriminazione che È importante che si riconosca che anche noi omosessuali possiamo avere un rapporto di coppia, che non siamo tutti come ci dipingono certe volte i media, che tutti gli omosessuali devono essere per forza … o tutto il mondo nostro, lesbiche, gay, glbt … che siamo solo depravati, che non abbiamo la possibilità di mantenere una storia di coppia, che dopo un mese cambiamo subito rapporto (Javier, gay, 43 anni). affrontano nella propria vita quotidiana, sia a causa della violenza che colpisce altre persone lesbiche o gay. Questa rappresentazione di sé mette in luce il grande potere di soggettivazione dell’ostilità antiomosessuale, ossia di come la conoscenza di una tale ostilità plasmi la Nelle parole delle lesbiche e dei gay che percezione che lesbiche e gay hanno della abbiamo coinvolto, l’aspetto strutturale ed propria identità. Identificarsi come lesbica o istituzionale dell’omofobia prende forma gay implica automaticamente sapere di es- nella percezione costante di una generale e sere una potenziale vittima di qualsiasi atto sottile 'sensazione nell'aria', la quale è a di discriminazione commesso contro altre volte manifesta ed esplicita, altre sotterra- persone omosessuali. nea e difficilmente ravvisabile. Questa categoria comprende moltissimi esempi oltre a Il fatto di riconoscere la propria vulnerabilità quelli già citati, come l'uso in senso offensi- nella vittimizzazione degli altri, assieme alla vo di termini che evocano l'omosessualità, capacità di legare assieme le forme di di- le barzellette sull'omosessualità, la man- scriminazione meno eclatanti e quelle più canza di leggi nazionali a tutela di lesbiche gravi, rispecchiano un’interpretazione strut- e gay. turale dell’omofobia e della discriminazione anti-omosessuale che si discosta nettamente da quella fondata sul concetto di patolo- Trasgredire il genere gia. L’interpretazione dell’omofobia come aspetto strutturale della società italiana si riflette Seppure il frame dell’omofobia come pato- in maniera peculiare nel legame che le le- logia non venga rifiutato dalle lesbiche e dai sbiche e i gay costruiscono tra gender non- gay, i focus group e le interviste mostrano conformity e discriminazione anti-omoses- chiaramente come ad esso si affianchi e suale. Tale connessione produce una visio- talvolta si sostituisca una lettura della realtà ne dell'omofobia come un fenomeno plas- in cui l’omofobia è intesa come un aspetto mato da questioni di genere e dall’egemo- implicito della società italiana. nia del discorso maschile eterosessuale. Le lesbiche e i gay individuano aspetti di Il tema della trasgressione di genere emer- omofobia strutturale nelle notizie riguardanti ge soprattutto come un ‘problema dei gay’, i il dibattito politico italiano (ad esempio sulle quali ne pagano le conseguenze subendo proposte di legge anti-omofobia) e soprat- un tipo di visibilità non intenzionale. Essere 15 effeminati o non conformi agli standard ma- La banalità dell’omofobia e lo schili di genere (i quali possono prendere svelamento della violenza forme specifiche in base al contesto) può simbolica significare essere discriminati in quanto L’assunzione di un punto di vista strutturale gay, anche indipendentemente dal proprio porta le lesbiche e i gay a denunciare la orientamento sessuale effettivo. Molti gay ‘banalità’ dell’omofobia, ovvero a denuncia- che abbiamo coinvolto hanno imparato a re quei comportamenti (l’imbarazzo genera- gestire questa visibilità non intenzionale to dal coming out), quei modi di dire (le bat- mantenendo un costante controllo sui propri tute) e quegli assunti impliciti (la rappresen- corpi ed i propri comportamenti. Anche in tazione dell’affettività solo in termini etero- questo caso, emerge il grande potere di sessuali) che supportano in modo non in- soggettivazione dell’ostilità anti-omoses- tenzionale l’opinione generale secondo cui suale. l’omosessualità è sbagliata o anormale. Più D’altro canto, le donne lesbiche hanno an- specificatamente, la routine di queste forme che messo in discussione l’esclusività del di discriminazione è messa in rapporto di legame tra maschilità e trasgressione di ge- continuità con le forme di omofobia agite fi- nere. A questo proposito è emersa con for- sicamente, che anche i partecipanti etero- za la questione dell’invisibilità lesbica, la sessuali riconoscono in termini di abiezio- quale chiama anch’essa in causa le aspet- ne. tative di genere su corpo e comportamenti. Pur non essendoci un’opinione condivisa Tuttavia, mentre l’interpretazione dei gay sul nome di tale routine (omofobia o discri- tende ad associare l’invisibilità lesbica al minazione), ciò che è condiviso è il signifi- minor rischio di vittimizzazione, quella fem- cato che le viene attribuito: essa è conside- minile è più incline a mettere in luce il ri- rata dannosa tanto quanto la ‘vera’ omofo- schio della sottovalutazione della dimensio- bia. ne omofobica della violenza contro le donne. Mi sento discriminato chiaramente sul lavoro, anche se non è successo niente perché appunto non l'ho detto [di essere gay] però il fatto che non lo dica è assolutamente … Mentre i miei colleghi, banalmente, dicono se hanno una ragazza o viceversa se hanno un ragazzo o se sono sposati eccetera, io non mi fido a dirlo. Magari è più una premura da parte mia eccessiva, però anche no. E questa è una forma di discriminazione ... magari auto-inflitta, però comunque che deriva dall’esterno (…). L’auto-censura che mi impongo e che, per quello che so io, molti s’impongono è una discriminazione indiretta, se vuoi (Carlo, gay, 34 anni). In Italia di omosessualità molto spesso si parla al maschile (...). Ma ogni anno tante donne lesbiche vengono violentate, questo è un fatto (Stefania, lesbica, 38 anni). Un secondo tema che le donne lesbiche legano alla connessione tra omofobia e trasgressione di genere riguarda una forma peculiare di discriminazione percepita: la curiosità di alcuni uomini eterosessuali riguardo al sesso tra lesbiche e la loro con- L’interpretazione strutturale emerge in ter- vinzione che queste siano solo ‘donne che mini espliciti come un processo subdolo ed non hanno ancora trovato l’uomo giusto’. impercettibile che plasma la percezione che lesbiche e gay hanno della propria omosessualità, della propria sicurezza personale e 16 quindi della propria visibilità. Gli avvenimen- Più in generale, la critica alla normalizzazio- ti apparentemente futili sono perciò da con- ne porta a definire in termini ambivalenti dannare poiché ricordano continuamente l’obbligo alla visibilità. Da un lato, essere vi- ‘cosa’ vuol dire essere lesbiche e gay nel sibili è generalmente visto come un dovere contesto sociale, anche se non determina- ed una pratica liberatoria, come suggerisco- no automaticamente il significato che ogni no le politiche identitarie di una parte del soggetto attribuisce alla propria identità movimento LGBT e la conoscenza condivi- sessuale. sa sull’omosessualità. Dall’altro, le strategie di passing non sono intese solo come modi Tutto ciò facilita il riconoscimento del mec- per evitare una discriminazione attesa. L’in- canismo di violenza simbolica che fonda visibilità è vista anche come una pratica di l’interpretazione eterosessuale dell’omofo- resistenza a definizioni esterne della pro- bia come patologia. Pur condividendo (al- pria identità, cioè a rappresentazioni stereo- meno in parte) l’idea che il termine ‘omofo- tipate della propria omosessualità. bia’ vada riservato solo alle aggressioni fisiche e che la discriminazione anti-omoses- Io molto spesso non lo dico alle persone, non tanto perché credo che rifiuterebbero me come persona … penso di no insomma. Quello che odierei profondamente è che loro applicassero su di me modelli di omosessualità che non sono i miei, quelli che imparano al Grande Fratello o nelle sitcom americane. Questo mi starebbe sulle palle pesantemente, perché non sono così (Flavio, gay, 44 anni). suale sia causata dalla diffusione di stereotipi e sentimenti negativi, le lesbiche e i gay mettono chiaramente in discussione i pilastri del frame eterosessuale. Un esempio emblematico di tale critica si può riscontrare nel modo con cui le lesbi- Ma la trasgressione del principio della visi- che e i gay parlano del processo di norma- bilità pubblica è anche motivata dal rifiuto di lizzazione che li coinvolge. esseri ridotti ad una minoranza debole e vittimizzata. Senza mettere in discussione l'or- È generalmente condivisa l’idea che una goglio di essere lesbica o gay, ciò che si maggiore visibilità e conoscenza della real- teme è che le strategie di contrasto all’omo- tà delle persone omosessuali porterebbe a fobia che enfatizzano la vulnerabilità socia- cambiamenti efficaci sul piano del contrasto le delle persone omosessuali finiscano con all’omofobia. Di conseguenza, il coming out l’imprigionare i soggetti dentro categorie viene caricato di un forte significato politico, che li deprivano del potere di definire sé tanto più se finalizzato a mostrare la norma- stessi. lità di lesbiche e gay. La distinzione tra visibilità ‘giusta’ e visibilità ‘sbagliata’ (in quan- Combattere l’omofobia a scuola to ‘eccessiva’) fa a questo punto la sua Dal momento che l'ostilità anti-omosessuale comparsa nelle discussioni tra lesbiche e è vista generalmente come una conseguen- gay. Tuttavia, tale distinzione e il tema della za dell'ignoranza e del pregiudizio, si ritiene normalità sono stati anche interpretati come che la scuola abbia un ruolo chiave nel incorporazioni del punto di vista eteroses- combattere l’omofobia in diversi modi: im- suale, che per mantenere salda la sua ege- plementando ipotetiche leggi antidiscrimina- monia evita di interrogare le cause struttu- torie, dando ai giovani e ai bambini la possi- rali delle violenze che denuncia. 17 5. Conclusioni bilità di accettare e sviluppare serenamente la propria sessualità e insegnando loro che I risultati della ricerca indicano che il tema l'omosessualità esiste ed è parte della real- dell’inclusione sociale delle persone lesbi- tà in cui viviamo. Senza dimenticare che, in che e gay attraverso il contrasto dell’omo- quanto istituzione, la scuola è anche un fobia è un tema rilevante anche per le per- contesto dove l'ostilità anti-omosessuale sone eterosessuali, le quali ritengono che viene riprodotta. esso rientri nei loro compiti professionali in quanto futuri educatori o insegnanti. Una differenza molto significativa rispetto al punto di vista degli studenti e delle studen- Sebbene lamentino di non possedere le tesse eterosessuali è l'opinione secondo cui abilità e le conoscenze necessarie per af- affrontare a scuola temi come l’omoses- frontare al meglio questo compito, gli stu- sualità e l’omofobia sia dovere di ogni inse- denti e le studentesse eterosessuali pos- gnante, qualsiasi sia il suo orientamento siedono che abbiamo coinvolto mostrano di sessuale. Formare ragazzi e ragazze men- avere le competenze culturali per individua- talmente aperti e senza pregiudizi è infatti re alcune dinamiche sociali responsabili inteso come un aspetto fondamentale di della discriminazione di lesbiche e gay tra questa professione. pari e, più in generale, nella società italiana. Questa interpretazione mette ulteriormente Al tempo stesso, gli stessi risultati suggeri- in discussione l’idea della visibilità come scono che l’obiettivo di ampliare i confini pratica educativa. Essa è sostenuta in ma- della cittadinanza attraverso il coinvolgi- niera decisa dagli studenti eterosessuali, mento di istituzioni come la scuola o la leg- ma non è assolutamente praticata nell'es- ge è subordinato alle interpretazioni del-l’o- perienza degli insegnanti e professori gay mofobia e della discriminazione anti-omo- che hanno partecipato alla ricerca. E non sessuale basate sul concetto di patologia. solo per motivi di prudenza. Un’opinione Si tratta di un’interpretazione che deriva largamente condivisa è che il miglior modo dall’egemonia eterosessuale nella definizio- di educare le nuove generazioni al rispetto ne della realtà sociale. In quanto tale, essa non sia quello di essere visibili in quanto è condivisa in parte anche dalle persone le- ‘gay normali’. Più semplicemente, si tratta sbiche e gay. Tuttavia, queste ultime metto- di sapersi proporre come un modello credi- no in discussione i punti essenziali del mo- bile essendo sempre pronti a rispondere a dello esplicativo, come il rifiuto di ammette- tutte le domande, intercettando gli episodi re l‘esistenza di un legame strutturale tra la di ostilità nei confronti delle persone lesbi- ‘vera’ omofobia (le aggressioni fisiche deli- che e gay (o supposte tali) e tentando di berate), altre forme non intenzionali di di- produrre una maggiore consapevolezza at- scriminazione e la mancanza di riconosci- traverso il ragionamento e la discussione in mento del valore positivo dell’omoses-suali- classe. Indipendentemente dal proprio tà da parte delle istituzioni. orientamento sessuale. La lotta contro l’omofobia è pertanto collegabile a differenti dinamiche sociali. Da un 18 lato, la popolarità tra gli studenti e le studentesse eterosessuali dell’interpreta-zione dell’omofobia come patologia rispecchia il successo della mobilitazione di gay e lesbiche sul piano della trasforma-zione della società. Se si rimane dentro il frame della patologia, il punto di vista delle lesbiche e dei gay è sovrapponibile a quello eterosessuale, nonostante quest’ultimo non venga sostenuto a livello istituzionale. Dall’altro lato, il fatto che lesbiche e gay interpretino l’omofobia soprattutto come aspetto della struttura sociale, implica l’espressione di una sofferenza che non è, e forse non può essere, riconosciuta dal-l’egemonia eterosessuale. In questo caso, la ricerca individua uno spazio di conflitto simbolico che poco si presta ad essere ricomposto attraverso leggi e politiche anti-discriminatorie. Questa difficoltà nasce sia dalla difficile interpretazione dei fenomeni che dovrebbero essere contrastati (ad esempio le discriminazioni non intenzionali), sia dal fatto che lo strumento della legge viene considerato una fonte (inattesa) di disagi da parte degli stessi soggetti che dovrebbero trarne beneficio. 19 Parte II L’omofobia nel sistema giuridico italiano: file not found Alessandro Gasparini, Monica Russo, Cathy La Torre e Silvia Gorini 1. Introduzione giamento ostile nei confronti di soggetti omosessuali o presunti tali, solo per il fatto Parlare di omofobia in ambito giuridico non del loro apparire o essere creduti tali. In è così semplice come potrebbe a prima vi- questo senso è omofoba una legislazione sta sembrare. che punisce espressamente le persone La difficoltà maggiore nasce dal fatto che in omosessuali per il loro “status” ed omofobi dottrina, prima ancora che nella legislazio- sono gli atti di violenza fisica e psicologica, ne e nella giurisprudenza, non esiste un motivati dal pregiudizio di inferiorità della vero e proprio dibattito specifico sull'argo- “condizione” omosessuale. mento, tanto che chi si accinga ad affronta- In una seconda accezione, più ampia, il ter- re scientificamente questo tema deve ne- mine omofobia si può riferire alla reticenza cessariamente porsi la domanda prelimina- di un ordinamento verso una protezione re sull'effettivo significato da attribuire al ter- giuridica ad hoc delle persone che in ragio- mine omofobia. In via di prima approssima- ne del loro orientamento sessuale vengono zione, seguendo le indicazioni che proven- incluse in un gruppo sociale minoritario: tale gono dall'ordinamento comunitario e dal di- negazione opera nei confronti di gay e le- ritto straniero, così come dal dibattito politi- sbiche sia come singoli sia nelle forme so- co e istituzionale, la categoria giuridica di ri- ciali di convivenza in cui tale as-petto della ferimento è quella della discriminazione ba- personalità necessariamente si manifesta, sata sull'orientamento sessuale e delle con- sul presupposto che l'omosessualità è sol- seguenze giuridiche ad essa legate. tanto un aspetto della vita privata dell'indivi- Nello specifico contesto dell'ordinamento duo e come tale non necessita di alcuna le- italiano, occorre dunque muoversi con gislazione positiva di tutela, portatrice di estrema cautela quando si utilizza il termine una ingiustificata “discriminazione positiva”. omofobia e soprattutto è necessario indivi- In tal senso anche un intero ordinamento duare le giuste chiavi di lettura del sistema giuridico può definirsi “omofobo”. se non si vuole correre il rischio di porre nel Ed è proprio in tale prospettiva che è stata vuoto la propria ricerca, imbattendosi nel condotta l'analisi giuridica dell'ordinamento messaggio di errore “file not found”. In tal italiano: svelare le dinamiche sottostanti il senso può dirsi che una prima accezione di costante diniego di una tutela esplicita delle omofobia, più restrittiva, è legata all'atteg- 20 situazioni in cui venga in rilievo l'orienta- togallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia mento sessuale. In particolare sono state e Gran Bretagna) che vietano esplicitamen- sottoposte ad osservazione quattro grandi te i reati commessi in ragione dell’orienta- macro-aree dell'ordinamento italiano, quali mento sessuale di una persona. In Italia, in- quelle del diritto penale in materia di crimini vece, il sistema normativo vieta espressa- d'odio, nel diritto scolastico in materia di mente i crimini e l’incitamento all’odio com- bullismo, nel diritto dell'immigrazione in re- piuti per motivi razziali, etnici, o religiosi, lazione alla libera circolazione dei cittadini adottando una formula che non include né comunitari e non e della protezione interna- esplicitamente né implicitamente la tutela zionale, nonché nell'ambito della legislazio- delle persone LGBT. ne sulle tecniche di riproduzione assistita. Ne risulta che in Italia le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender non godono di alcuna specifica protezione prevista dalla 2. I crimini d'odio: una battaglia persa legge penale e, se vittime di violenza, il movente omofobo che ha generato il reato non ha rilevanza giuridica se non ricondotto ad Il termine Hate Crime (crimini d’odio) viene altre circostanze aggravanti comuni. usato ufficialmente la prima volta dall’OSCE La questione di una legge di rilevanza pe- nel 2003 per indicare i crimini basati sul nale che punisca la discriminazione fondata pregiudizio, sulla discriminazione e sull’odio sull’orientamento sessuale o sull’identità di nei confronti di alcune “categorie” di sogget- genere ha investito il Parlamento italiano ti. Accanto alla definizione di crimini d’odio, ormai da diversi anni. si pone quella di “Hate speech”, ad indicare quei discorsi intrisi di odio che mirano a In un primo momento si è tentato di propor- screditare una persona o un gruppo di per- re l'estensione della normativa penale pre- sone sulla base di alcune caratteristiche. vista dalla Legge 205/1993 (la cosiddetta All’interno di questa “categoria di crimini” Legge Mancino) che condanna gesti, azioni quelli perpetrati ai danni delle persone gay, e slogan legati all'ideologia nazifascista e lesbiche e transgender in ragione del loro aventi per scopo l'incitazione alla violenza e orientamento sessuale o della loro identità alla discriminazione per motivi razziali, etni- di genere vengono considerati espressioni ci, religiosi o nazionali, anche all’orienta- criminali dell' “omofobia”. Il report condotto mento sessuale e all’identità di genere. Ma dalla Agenzia Europea per i diritti fonda- durante i dibattiti in Commissione Giustizia mentali (FRA) dimostra come i crimini com- è stata subito evidente la difficoltà di giun- messi in ragione dell’orientamento sessuale gere all’approvazione di un testo condiviso e dell’identità di genere rappresentano un che potesse poi superare il voto dell’As- preoccupante fenomeno sociale e la prote- semblea parlamentare. In tale sede infatti zione di questi gruppi non è ancora suffi- sono stati riproposti tutti i dubbi di costitu- ciente. Attualmente in Europa sono tredici zionalità legati ad ogni genere di reati c.d. gli Stati Membri (Belgio, Danimarca, Esto- d'opinione, soprattutto in relazione alla limi- nia, Francia, Irlanda, Lituania, Olanda, Por- 21 tazione del diritto della libera manifestazio- gittimità, tenuto conto del fatto che la defini- ne del proprio pensiero. zione “orientamento sessuale” non è adoperata per alcuna della summenzionate Per superare tale impasse, si è scelto di la- condotte ma bensì per indicare una condi- vorare su un testo che non intervenisse sul- zione personale ai soggetti che nutrono la estensione dei crimini d'odio e dei reati un’attrazione emotiva, romantica e/o ses- d'opinione, ma introducesse nell’art. 61 del suale verso una persona del proprio sesso Codice penale una nuova circostanza ag- o del sesso opposto. gravante consistente nell'avere commesso il fatto per finalità inerenti all'orientamento o Peraltro, l’ordinamento italiano, così come alla discriminazione sessuale della persona quelli sovra-nazionali, già sanzionano con offesa. La contrarietà delle forze di maggio- norme di natura penale le condotte sopra ranza tuttavia, ritenendo tale proposta in descritte in quanto considerate dannose per contrasto con i principi cardine dell'ordina- la vittima, mentre protegge espressamente mento penale e costituzionale, quale quello l’orientamento sessuale, come si evince di uguaglianza, della determinatezza e della dalla direttiva 2000/78. A distanza di due tassatività ha per ben due volte, sia nel anni, nella seduta del 26 luglio 2011, la Ca- 2009 sia nel 2011, approvato una pregiudi- mera dei Deputati ha di nuovo bloccato la ziale di costituzionalità che ha arrestato l'i- proposta di legge che prevedeva l'aggra- ter legislativo. vante omofobica sulla considerazione che In particolare, la questione pregiudiziale tale soluzione offrirebbe una protezione pri- evidenziava, da un lato, la violazione del- vilegiata alla persona offesa dal reato in ra- l’articolo 3 della Costituzione, posto che chi gione del proprio orientamento sessuale e subisce violenza, presumibilmente per ra- in particolare discriminerebbe fra chi subi- gioni di orientamento sessuale, riceverebbe sce forme di violenza, perché vi è una tute- una protezione privilegiata rispetto a chi su- la rafforzata rispetto invece a chi subisce al- bisce violenza tout court e dall’altro, la vio- tre forme di violenza. E' stato inoltre aggiun- lazione del principio di tassatività previsto to che anche la discriminazione positiva, dall’art. 25 della Costituzione, a causa della con cui si offre una protezione privilegiata a indeterminatezza dell’espressione “orienta- gruppi sociali minoritari discriminati, è un fe- mento sessuale”. nomeno incontrollabile perché ogni gruppo cerca di far approvare norme particolari e la Secondo gli estensori della questione pre- maggioranza dei cittadini finisce col sentirsi giudiziale, il progetto di legge introduceva, discriminata dalle minoranze, con il risultato in violazione all’art. 3 della Costituzione, un di maggiore disintegrazione e non integra- trattamento differenziato fondato su un ele- zione (così l'onorevole Rocco Buttiglione). mento irragionevole, posto che l’orientamento sessuale comprenderebbe qualun- Di fronte all'impossibilità di intervento del que orientamento, compreso l’incesto, la Legislatore, la giurisprudenza ha trovato pedofilia, la zoofilia, il sadismo la necrofilia una soluzione per dare una rilevanza pro- ecc. Questa considerazione, sia qui con- cessuale all'omofobia considerata quale sentito, appare tuttavia del tutto priva di le- movente del crimine, superando così un 22 precedente orientamento negativo. Agli inizi L'omofobia nelle scuole pone all'attenzione degli anni 2000 infatti la giurisprudenza del giurista un duplice ordine di questioni: la aveva negato la possibilità che un’asso-cia- prima relativa alla repressione dei fenomeni zione LGBT si costituisse parte civile nel di bullismo di matrice omofoba e la seconda processo contro due imputati accusati di inerente alla prevenzione di tale fenomeno aver offeso dei soggetti in quanto omoses- nonché alla promozione del rispetto delle suali. In questi casi infatti, l’asso-ciazione, diversità legate all'orientamento sessuale. non era direttamente coinvolta nell’evento Quanto alla prima questione, la posizione criminoso e chiedeva di poter partecipare al dello Stato italiano dapprima silente, si è processo in qualità delle attività svolte a so- manifestata solo di recente di fronte al cre- stegno e tutela delle persone LGBT nella scente fenomeno delle violenze in ambito lotta contro l’omofobia. Di fronte a questa ri- scolastico. Il Ministero dell'Istruzione, del- chiesta, la Corte d’Appello di Venezia ave- l'Università e della Ricerca, d'intesa con il va negato tale diritto mentre il Tribunale di Ministero per le Pari Opportunità hanno si- Milano aveva riconosciuto in astratto tale glato il 3 luglio 2009, un protocollo di intesa possibilità ma aveva negato che nel caso in di portata generale in cui si prevede l'istitu- oggetto le parole usate dall’imputato aves- zione di una “Settimana contro la violenza”, sero un tono offensivo. Una svolta si è avu- al fine di assicurare una piena cooperazio- ta nel 2009, quando alcuni tribunali hanno ne interistituzionale per la prevenzione e il espressamente riconosciuto la matrice contrasto dei fenomeni di violenza, compre- omofoba di un delitto, ed in considerazione si quelli fondati su intolleranza di razza, di di ciò, hanno autorizzato l’associazione Ar- religione e di genere e che si svolge ogni cigay ad intervenire nel processo come par- anno in tutti gli istituti italiani, dal 12 al 18 te lesa accanto alla vittima (Tribunale di ottobre. In questo accordo tuttavia non si Pordendone, Tribunale di Rimini): l’asso- rinviene alcun espresso riferimento all'o- ciazione Arcigay è stata ammessa a parte- rientamento sessuale o all'omofobia, do- cipare ad un processo ai danni di un sog- vendo ritenersi inclusi nel generico riferi- getto che ha abusato sessualmente di un mento ad “ogni violenza”. ragazzo in quanto omosessuale. Se da un lato questa interpretazione appare legittima, tuttavia qualche sospetto, potreb- 3. L'omofobia nelle scuole e l'educazione sessuale be sorgere nel momento in cui lo stesso accordo si premura di esplicitare, seppur in forma meramente esemplificativa, che in ogni forma di violenza, fisica e psicologica va “compresa quella fondata sull’intol-leranza razziale, religiosa e di genere”. Il Ministero per le Pari Opportunità ha anche investito in una campagna dal titolo “Nessuna differenza”, per promuovere la sensibilizzazione sui mass media nazionali, attraverso spot televisivi e radiofonici, includendo in 23 tale iniziativa la diffusione anche di opuscoli esso un testo di legge o di altro atto ammi- nelle scuole. Tale campagna tuttavia non nistrativo. ha avuto finora un impatto rilevante nell'opi- Una realtà parzialmente differente si sta af- nione pubblica. fermando invece nell'ambito accademico in L'attenzione al fenomeno del bullismo nelle cui anche a seguito della riforma introdotta scuole è anche stato oggetto di diverse di- con L. 40/2010 è stato introdotto l'obbligo sposizioni del Ministero dell'Istruzione, del- per gli atenei italiani di adottare un codice l'Università e della Ricerca che ha tentato di etico. Questi codici, che le Università italia- valorizzare le funzioni dei già esistenti ne più virtuose avevano già adottato prima ispettori scolastici, che hanno il compito di della riforma, contengo espressi riferimenti vigilare sullo svolgimento dell'attività didatti- alla condanna della discriminazione basata ca ma anche sulle condotte degli studenti sull'orientamento sessuale. Tuttavia, va qui negli istituti oltre che proporre iniziative po- ricordato che i codici etici non hanno forza sitive volte alla prevenzione di fenomeni di vincolante, poiché dalla violazione delle violenza. Tuttavia sia il D.P.R. 260/2007 sia norme in essi contenute non derivano san- il Decreto MIUR 27 febbraio 2008, in mate- zioni, se non nella forma di richiami formali. ria di bullismo nelle scuole, non fanno alcun Va rilevato però come stanno emergendo riferimento all'omofobia. Anche in questo proposte di richiamare i codici etici nei con- caso potrebbe facilmente rilevarsi come, tratti di lavoro dei dipendenti delle universi- parlando di bullismo, quello di matrice omo- tà, rendendoli così parte dell'articolato con- foba è per implicito incluso nella dizione ge- trattuale e conferendo così ad esse una ri- nerica. Dunque anche in questo caso il Go- levanza giuridica, sul piano dell'inadempi- verno ha ritenuto di non dover nominare mento contrattuale. espressamente questo fenomeno sociale che pure presenta contorni ben definiti. 4. L'orientamento sessuale nel diritto dell'immigrazione: effetti discriminatori In relazione poi ad un progetto unitario di inserimento dell'educazione sessuale nelle scuole, comprendente dunque anche le tematiche legate all'orientamento sessuale, la situazione italiana è quantomeno peculiare: la legge si aggira nelle aule parlamentari Il quadro normativo italiano in tema di immi- dagli anni Settanta ma non è mai stata ap- grazione si presenta articolato e comples- provata, perdendosi nelle calendarizzazioni so, trovando la sua disciplina in numerosi delle discussioni in aula e da ultimo venen- testi di legge, molti dei quali costituiscono do riassorbita in una legge delega sulla ri- un attuazione del diritto comunitario. forma dei cicli scolastici (L. 53/2003) che Il problema di questa legislazione alluviona- non si è preoccupata di tale problema. In le si riscontra in una non sempre coerente questo sistema di buoni propositi l'unico articolazione della disciplina che deve ne- dato certo è uno soltanto: la parola omofo- cessariamente essere realizzato poi, caso bia e orientamento sessuale non vengono per caso, dalla giurisprudenza. In tale con- mai utilizzati in un documento ufficiale, sia 24 testo, le tematiche legate all'omofobia si applicazione pratica che ha dato origine ad manifestano sotto un duplice aspetto: da un un contrasto giurisprudenziale emerso tra lato il riconoscimento di una tutela che po- giudici di merito e di legittimità: i primi infatti stula necessariamente il riconoscimento le- tendono a riconoscere la sussistenza di ra- gale delle convivenze (e per esteso dunque gioni idonee a concedere l'asilo o la prote- alla definizione stessa di famiglia) e dall'al- zione sussidiaria a quelle persone che ven- tro alla protezione internazionale connessa gono perseguitate nel proprio paese in ra- alla persecuzione fondata sull'orientamento gione del loro orientamento sessuale, per- sessuale. secuzione che ad esempio, si può manifestare anche nella mancanza o reticenza di Nella materia della libera circolazione e del intervento della polizia in caso di aggressio- ricongiungimento familiare il problema prin- ni omofobe. I giudici di legittimità, invece, cipale che emerge dall'analisi della legisla- preoccupati di porre un argine ad un uso zione è l'assoluta mancanza di un ricono- strumentale di questa fondamentale tutela, scimento giuridico delle convivenze tra per- richiedono più stringenti requisiti per poter sone dello stesso sesso: quando un cittadi- sostenere la legittimità della protezione, in no comunitario che ha contratto matrimonio particolare viene richiesta la sussistenza di o altra forma di unione con un partner dello specifiche norme penali che incriminino l'o- stesso sesso si trova a dover far valere tale mosessualità in quanto tale. atto in Italia, ai fini dell'applicazione delle norme suddette si scontra con l'assoluta irrilevanza ed anzi contrarietà all'ordine pub- 5. Tecniche di procre-azione medicalmente assistita: una riflessione sui divieti blico di tale atto con l'ordinamento nazionale: questo corto circuito impone eventualmente, ove consentito, di dimostrare la sussistenza di una stabile convivenza con mezzi di prova non sempre facili da reperire e che comunque rendono di fatto difficolto- In Italia l’accesso alle tecniche di procrea- so l'esercizio del diritto e comunque meno zione medicalmente assistita (di seguito agevole rispetto alle coppie eterosessuali PMA) non è riconosciuto alle persone omo- legalmente coniugate. sessuali, in coppia o single. La legge n. 40 Per i cittadini extracomunitari poi la via del del 2004 rappresenta il primo riferimento le- riconoscimento delle loro unioni è totalmen- gislativo nazionale in materia di PMA. te preclusa poiché la legge consente il ri- L’accesso a queste tecniche risulta tassati- congiungimento solo al coniuge, con ciò vamente limitata a un numero drasticamen- escludendo del tutto coloro che sono uniti te ristretto di soggetti. I casi in cui è possibi- da un vincolo diverso da quello matrimonia- le accedere alla PMA sono previsti all’arti- le. colo 4: il ricorso alla PMA è consentito solo Sul versante della protezione internazionale nel caso in cui sia medicalmente comprova- invece la questione dell'omofobia si manife- ta l’impossibilità di rimuovere le cause che sta più che nel testo della legge, nella sua impediscono la gravidanza, o in casi di certificata infertilità o sterilità. 25 L’art. 5 disciplina quelli che sono i soli sog- raggiunsero, però, il quorum necessario al- getti ammessi all’uso della PMA, ossia le l’abrogazione della legge, a causa della coppie di adulti, di sesso diverso, sposati o massiccia campagna astensionista realiz- conviventi, in età potenzialmente fertile ed zata dal mondo cattolico, soprattutto dall’al- entrambi viventi. La Legge 40/2004 vieta, ta gerarchia ecclesiastica, e del disinteres- inoltre, la donazione di sperma e di ovuli, samento di gran parte dell’opinione pubbli- così come l’inseminazione eterologa. Da ca. ciò ne consegue che le donne single e le Le rigide proibizioni introdotte dalla Legge coppie omosessuali sono escluse dalle tec- 40/2004, circa l’utilizzo di talune tecniche niche di PMA. fecondative, hanno fortemente incrementa- L’articolo 12, comma 6, vieta esplicitamente to il cosiddetto “turismo procreativo” verso la maternità surrogata e prevede una pena quegli Stati dove tali tecniche sono facil- detentiva (fino a 2 anni) e monetaria per mente accessibili. chiunque la pratichi o la pro-muova. Pertan- Le donne lesbiche, single o in coppia, pos- to, nessuno, né un singolo né una coppia, sono fare ricorso al seme di un donatore può rivolgersi ad una donna disponibile ad (anonimo o meno) all’interno dei Paesi eu- affittare il proprio utero o ad offrire il proprio ropei che consentono l’uso delle tecniche di materiale genetico per il periodo della gravi- PMA eterologa, gestendo poi la gravidanza danza. Pertanto, solo le coppie di maggio- e il parto in Italia, senza alcuna problemati- renni di sesso diverso, coniugate o convi- ca nel riconoscere la donna che partorisce venti, in età potenzialmente fertile, entrambi come madre “biologica”. viventi potranno usufruire di tale tecnica scientifica, con esclusione delle coppie Gli uomini gay, single o in coppia, devono, omosessuali o dei singles. invece, fare ricorso allo strumento di ri- produzione della maternità surrogata Successivamente all’approvazione della (surrogacy), che prevede l’intervento di due legge 40/2004 in Italia si è assistito allo svi- donne, la donatrice che dona i suoi ovuli e luppo di un movimento politico e sociale la portatrice che invece si rende disponibile contrario alle limitazioni contenute nella leg- ad accogliere l’embrione fecondato e a par- ge e che ha proposto nel dicembre 2004 torire. Tale tecnica di fecondazione, oltre a quattro referendum per l’abrogazione par- essere duramente vietata in Italia, è vietata ziale della legge in questione, tra cui il di- anche in molti Paesi europei, ovvero, ove vieto alla fecondazione eterologa. ammessa, è soggetta a forti restrizioni. Molti gruppi e associazioni (movimenti di Attualmente per gli uomini gay, in coppia o donne, movimenti femministi, movimenti a single, i paesi ove poter eseguire tale tecni- favore della ricerca scientifica ed in genera- ca di fecondazione con piena garanzia di le tutto il movimento LGBT) sono intervenuti tutti i diritti e le scelte coinvolte sono gli nel dibattito pubblico a sostegno della cam- USA (California), in India, in Ucraina ma so- pagna referendaria, scontrandosi con il co- prattutto in Canada. siddetto movimento “per la vita”, e con la Quanto sopra conferma come in Italia il fe- morale cattolica. I referendum del 2005 non nomeno omosessuale sia posto nell’area 26 del giuridicamente indifferente, dal momen- stituzionalità del divieto di fecondazione to che si nega che due individui omoses- eterologa contenuto nell'art. 4, comma 3, suali legati da vincoli d’affetto, stabilità e so- della legge 40/2004, per contrasto con gli lidarietà, possano ambire a rapporti di filia- articoli 2, 3, 31, 32 e 117 della Costituzione zione, così violando il principio di non discri- a seguito della sentenza della Corte euro- minazione e di uguaglianza. pea dei diritti dell'uomo dell'1 aprile 2010, con la quale è stato affermato il contrasto Nonostante il vuoto legislativo esistente, è tra il divieto di procreazione di tipo eterolo- di rilievo sottolineare come le Corti italiane go, previsto dalla legislazione austriaca, e il abbiano sviluppato un atteggiamento positi- diritto alla vita privata e familiare (art. 8 vo verso la condizione di omosessualità del CEDU) e il divieto di discriminazione (art. coniuge rispetto alla prole nei casi di sepa- 14 CEDU). razione personale dei coniugi, sostenendo che la convivenza dell’ex coniuge con I Tribunali italiani hanno così sollevato la un/una partner del medesimo sesso non questione di legittimità costituzionale rite- costituisca ragione alcuna per derogare al nendo che il divieto assoluto di PMA dì tipo principio dell’affidamento a entrambi i geni- eterologo costituisca un’irragio-nevole e tori del figlio minore, ritenendo che: sproporzionata compressione di un fondamentale diritto soggettivo, quella della pro- l’atteggiamento di ostilità più o meno velata nei confronti dell’omosessualità, nel settore in oggetto, è ormai frutto di meri stereotipi pseudo culturali, espressione di moralismo e non di principi etici condivisi, privi peraltro di un fondamento normativo. creazione, lesiva anche del principio di non discriminazione. La futura decisione della Corte Costituzionale potrà, in accoglimento alla questione di illegittimità costituzionale dell'art. 4, comma 3, della legge 19.2.2004, n. 40, rappresen- I casi giurisprudenziali italiani, oltre a tratta- tare un’importantissima apertura nel campo re i rapporti di filiazione già in essere, si della PMA in Italia, seppur limitatamente sono espressi anche in ordine al diritto alla alle coppie eterosessuali a causa degli ulte- procreazione degli individui, ossia al diritto riori limiti imposti dalla legge. alla realizzazione della genitorialità, sebbene tali pronunce siano datate nel periodo Ciononostante, potrà comunque costituire precedente la Legge 40/2004. un’importante affermazione del diritto alla procreazione e, con ciò, un segnale di spe- E’ il caso del Tribunale di Roma che, trat- ranza affinché in un prossimo futuro anche tando il caso di maternità surrogata, ha rite- le persone single e omosessuali possano nuto l’aspirazione della coppia alla realizza- accedere a tale tecnica procreativa, ad oggi zione genitoriale l’espressione di un “vero e del tutto vietata. proprio diritto a procreare” che trova fondamento in quello più ampio, costituzionalmente garantito e protetto, di manifestazione e svolgimento della personalità. Attualmente i Tribunali civili di Firenze e di Catania hanno sollevato la questione di co- 27 e istituzionale l’omosessualità viene in genere considerata e rappresentata come una 6. Stereotipo, pregiudizio e stigma: una sfida per la politica e per il diritto forma di sessualità legittima al pari dell’eterosessualità. Tuttavia, nonostante il godimento di un diritto non sia subordinato all’appartenenza al gruppo dominante etero- Dalle osservazioni svolte è possibile trarre sessuale, l’omosessualità permane un osta- delle osservazione generali sul sistema, an- colo alla piena realizzazione di molte do- che alla luce delle ricerche sociologiche mande sociali. svolte sul tema. Nel nostro lavoro abbiamo messo in evi- La letteratura sociologica e antropologica denza come anche nei giudizi formulati nel- ha messo più volte in evidenza come ste- le Corti (si vedano in particolare le pronun- reotipi e stigma possano rappresentare il ce della Corte di Cassazione in materia di presupposto ideologico per la classificazio- riconoscimento dello status di rifugiato per ne sociale dei gruppi e per la perpetuazione motivi di orientamento sessuale) o nelle di un accesso differenziato a potere e risor- aule parlamentari (si veda in particolare il se. L’idea, spesso diffusa, di una società dibattito sulla proposta dell’On. Concia sui composta da gruppi sociali diversi tra loro, reati commessi per finalità di discriminazio- ma omogenei al proprio interno, porta a ne o di odio fondati sull’orientamento ses- usare la ‘differenza’ come principale mec- suale o sull’identità di genere) permanga canismo di inclusione/esclusione degli indi- una forte gerarchizzazione della sessualità: vidui difformi dal gruppo dominante. l’eterosessualità è collocata ad un rango superiore rispetto all’omosessualità in È così, dunque, che pregiudizi e stereotipi quanto situata sul piano del ‘naturale’. È l’e- basati su razza, sesso, religione, orienta- terosessualità il modello sociale di riferi- mento sessuale, divengono paradigmi utili a mento per ogni altra forma di sessualità, l’u- catalogare, interpretare, ridurre l’ “altro”. nico dispositivo riconosciuto di riproduzione Capire se e come tali meccanismi operino dell’ordine sociale (prima ancora che biolo- anche nella formulazione e nell’appli-cazio- gico). ne del diritto diviene allora di fondamentale Sebbene accettata nella sfera intima della importanza. Politici, giudici, operatori del di- vita privata, l’omosessualità diviene insop- ritto in senso ampio, crescono e vivono nel- portabile nel momento in cui rivendica pub- la società, da questa sono influenzati, e blicamente la sua equivalenza con l’etero- possono incorporare stereotipi, pregiudizi o sessualità. Al di là di casi di vera e propria stigma verso certi ‘gruppi’. La sfida più im- violenza verbale e simbolica da parte di al- portante è proprio quella di evitare che fat- cuni esponenti politici, troppo spesso tolle- tori come paura e pregiudizio possano in- rati e sottovalutati nella loro gravità, il di- fluenzarne il giudizio ed il lavoro. battito italiano sui temi LGBT ha trasversal- Pronunciarsi sull’esistenza di un pregiudizio mente utilizzato a giustificazione dell’impos- omofobico a livello istituzionale non è né sibilità di accoglimento di alcuni richieste di semplice né scontato: nella retorica politica riconoscimento di diritti per le coppie gay la 28 Costituzione italiana, la quale, nell’opi-nione È allora la politica il grande assente: il suo di diversi giuristi, sembrerebbe disegnare silenzio, e spesso il suo imbarazzo nel di- una sorta di insuperabile modello ‘antropo- sciplinare tali temi rappresentano un osta- logico’ e ‘culturale’ di famiglia esclusiva- colo enorme all’evoluzione non solo del di- mente eterosessuale. ritto, ma dell’intera società. Questa lettura della Costituzione porta ad almeno due gravi conseguenze: innanzitutto consente la ‘naturalizzazione’ del concetto di eterosessualità; in secondo luogo, il continuo riferimento ad un’idea statica di famiglia porta ad una lettura essenzialista della ‘cultura’ italiana su cui la stessa Carta costituzionale si fonda. Un essenzialismo culturale che vede la propria cultura come un set di valori e riferimenti statici, immobili nel tempo, impermeabili al cambiamento, che congela la storia, le lotte sociali e gli avanzamenti nel riconoscimento di nuovi diritti e nuove realtà sociali. È cosi che prende sempre più corpo la distanza tra diritto e società; così interpretato, il sistema giuridico, non sembra essere in grado di dare risposte, nel nostro caso, alle nuove istanze LGBT emergenti nella società. La concezione culturale della società italiana, naturalmente fondata sulla famiglia eterosessuale, ha spinto diverse voci (dal mondo politico, giudiziario e scientifico) verso il diniego di riconoscimento di nuove formazioni sociali, comprimendo di conseguenza altri diritti, come quello di circolazione e ricongiungimento familiare. I giudici, da soli, si dicono impossibilitati a colmare le lacune legislative attraverso una rilettura ed una interpretazione estensiva della carta costituzionale coerente e rispondente ai cambiamenti sociali in atto ed alle relative rivendicazioni, e richiedono un intervento del legislatore. 29 30 Bibliografia del progetto (Selezione) (2010) La famiglia degenere. Matrimo-nio, omosessualità e Costituzione (Milano e Udine, MIMESIS). 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