RIFLETTIAMO SUI DATI
… ACCOGLIENDO STORIE DI VITA
A cura
dell’Osservatorio Permanente delle Povertà e delle Risorse
della Caritas Diocesana Nola
0
INDICE
Premessa
RIFLETTIAMO SUI DATI … ACCOGLIENDO STORIE DI VITA
1. Uno sguardo sulla Diocesi a partire dalla rete dei Centri di
Ascolto Caritas
pag. 2
2. Un disagio a più dimensioni: il bisogno alimentare e la cura della
persona
pag. 14
3. Un sostegno alle famiglie e alle imprese: Microcredito e Prestito
della Speranza
pag. 21
4. Un fenomeno allarmante: gli HOMELESS
pag. 35
Considerazioni finali
1
Introduzione
Il fenomeno della povertà e dell'emarginazione, nei molteplici volti che anche
oggi esso assume, impone alla collettività intera uno sforzo di riflessione e di
consapevolezza per verificare con onestà la nostra reale capacità di risposta, di
accoglienza e di inclusione.
L’attuale situazione di
crisi economica e finanziaria ha evidentemente
ampliato il numero di persone che vivono nella precarietà, nell'incertezza circa il
proprio futuro, nella fatica di dare risposte alle attese proprie e di chi hanno accanto,
nella dimensione di una crescente solitudine e quindi vulnerabilità.
È del tutto evidente che non possiamo ritenere gli sforzi attuali sufficienti:
può accadere anche oggi che povertà e fragilità si consumino ai margini della
comunità, senza che servizi, gruppi organizzati, politica e chiesa le possano davvero
intercettare e conoscere.
Accade anche oggi che vi siano situazioni di fatica che non riescono a essere
comprese e socializzate. È necessario quindi fermarsi a osservare ciò che anche negli
angoli nascosti della nostra diocesi si muove, a osservare come si vive, per avviare
una riflessione circa le modalità più adeguate ed efficaci per contrastare l'emergere di
nuove povertà e per affrontare le situazioni di disagio.
Questa riflessione deve necessariamente muovere da una rinnovata capacità
di ascolto e di ri-motivato desiderio di conoscenza: quello che accade nei nostri
territori, sulle nostre strade, nei servizi di frontiera, nelle mense per i poveri, nelle
strutture e nei servizi che si occupano di inclusione sociale, nei luoghi di accoglienza
della fragilità individuale e di molte famiglie, non riguarda solo la Chiesa e la politica.
Riguarda l'intera comunità.
2
La Caritas Diocesana di Nola, grazie alla lettura e alla valutazione dei dati e
delle informazioni relative ai servizi e alle attività del territorio diocesano - lettura ad
opera dell’Osservatorio Permanente delle povertà e delle Risorse - persegue
l’obiettivo di condividere uno strumento efficace di animazione pastorale attraverso
la lettura e la valutazione dei bisogni e delle risorse del territorio, espressione
dell'amore e della preoccupazione della Chiesa locale per i più poveri.
In un cammino dove le parole proclamano le opere, il mandato proprio della Caritas
mi spinge ad un rinnovato e ri-motivato impegno per far sì che le esperienze di
progettazione “sociale”, i report realizzati, i dati codificati, le indagini territoriali non
rimangano meri materiali documentali ma siano risposte concrete ai bisogni del
territorio che ascolto, osservo e vivo e siano, soprattutto, strumento efficace da
condividere con tutte le comunità che incontrano il povero.
Nasce, pertanto, la necessità di moltiplicare e qualificare i luoghi di incontro con gli
uomini del nostro tempo; di scoprire, sperimentare e proporre nuove forme di ascolto,
osservazione e condivisione con le persone. È tempo, insomma, di lavorare per fare sì
che ciò che realizziamo in termini di ascolto, osservazione, discernimento e opere non
rimanga nei dossier, nei rapporti annuali, nei bilanci, ma entri nell’anima delle
comunità e dei territori. è lì, nelle comunità e nei territori, che deve crescere il senso e
il dovere della carità attraverso l’ascolto e l’osservazione delle povertà e del disagio,
imparare a capire il “perché” della condizione di ciascun povero, individuando,
insieme, delle possibili strade da percorrere per la loro promozione integrale.
Questo progetto pastorale della Caritas Diocesana vuole contribuire a costruire il
cambiamento culturale attraverso nuovi stili di vita che si fondano sui valori della
comunione, della conoscenza, dell’accoglienza e della condivisione, e intende animare
la comunità ecclesiale e civile alla carità nella solidarietà e promozione umana.
Don Arcangelo Iovino
Direttore
3
1.
Uno sguardo sulla Diocesi a partire dalla rete dei Centri di
Ascolto Caritas
I fenomeni di povertà negli ultimi anni stanno acquistando caratteri complessi,
nuovi e trasversali a tutta la popolazione, per cui diventa sempre più importante
accoglierli e attivare percorsi di supporto diversificati.
Per parlare di azioni e servizi mirati a contrastare tali fenomeni, così come di progetti
di intervento sul tessuto sociale, è necessario disporre di informazioni precise e
dettagliate circa il contesto sociale del territorio. In questo contesto, la numerosità dei
problemi e la gravità delle situazioni che emergono nei colloqui con gli operatori e
volontari continuano ad assumere carattere di cronicità con rischio sempre maggiore
di cadere in percorsi di uscita. La Caritas Diocesana Nola, grazie al lavoro svolto dai
suoi centri di ascolto (CdA) rileva i bisogni riportati dalle persone agli sportelli di
ascolto.
L’annualità 2014 offre una fotografia più puntuale e dettagliata dell’area ascolto
dal momento che, rispetto alle altre annualità, si arricchisce dell’ascolto e
dell’osservazione dei bisogni del territorio di 6 comunità parrocchiali inserite in un
Progetto Pilota dell’Osservatorio, secondo un campionamento ragionato di due
parrocchie per ogni Zona Pastorale della Diocesi.
Partendo infatti, dai dati raccolti durante i colloqui, l’Osservatorio delle Povertà e
delle Risorse (OPR) è in grado di offrire una lettura aggiornata del territorio in cui
viviamo e in cui Caritas opera attivamente mettendo in luce gli aspetti di maggior
criticità. I dati raccolti ed elaborati dell’Osservatorio diocesano mostrano chiaramente
come le dinamiche di povertà osservate e denunciate siano oggi molto complesse e
abbraccino diverse fasce di popolazione.
Da una prima analisi delle oltre mille persone incontrate si nota come rispetto al 2013
sia diminuita la differenza di presenza tra uomini e donne, così come tra italiani e
stranieri, a favore nel primo caso delle donne e nel secondo degli italiani. Questo dato
segnala come la condizione di fragilità stia perdendo il carattere di genere che fino a
4
questi ultimi anni l’aveva connotata. Fino ad oggi erano principalmente le donne a
chiedere aiuto e dichiararsi in difficoltà, mentre il trend attuale mostra un superamento
di queste differenze e segnala come la fragilità venga denunciata a prescindere
dall’appartenenza di genere e nazionalità. Osservando inoltre la distribuzione delle
persone rivoltesi ai Cda in questo anno si nota come siano in aumento costante gli
italiani.
Tab. 1: distribuzione per nazionalità degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas Diocesana nel 2012,
2013 e nel 2014.
Anno 2014
CITTADINANZA
F
%
Differenza %
2013
2012
%
%
rispetto al 2013
Italiani
124
85
+ 30
55
44
Stranieri
22
15
+ 15
7
5
TOT.
146
100
62
49
5
Per quanto riguarda l’analisi secondo l’età delle persone ascoltate,
presentiamo di seguito la loro distribuzione per classi di età.
Grafico 1: distribuzione per classi di età degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto
Caritas Diocesana.
100
65
1
11
24
Totale
56-70
18-35
Dai dati si nota chiaramente come si siano rivolte ai CdA Caritas maggiormente le
persone nella fascia di età 36-55 anni seguite poi, per numerosità, da quelle con un’età
compresa tra i 18 e i 35 anni. Il fatto che l’89% delle persone rivoltesi allo sportello
diocesano abbia un’età inferiore ai 55 anni è un chiaro segnale di allarme in quanto
mostra come si trovino in condizione di difficoltà per lo più le persone che sono nel
pieno della vita lavorativa e non: questo dato riferisce molto chiaramente la situazione
di povertà socio - economica che connota il contesto territoriale diocesano, così come
quello provinciale, regionale e dunque nazionale.
6
La situazione di allarme registrata in termini di età ben si concilia con quella registrata
a proposito dei bisogni denunciati: 2/3 dei bisogni emersi nei colloqui denunciano una
vera e propria emergenza lavoro.
Analizzando nel dettaglio i bisogni segnalati e le richieste fatte ai CdA emerge come
le 3 aree di bisogno a maggiore frequenza riguardino la sfera occupazione/lavoro, le
problematiche legate più in generale all’area dei problemi economici e infine all’area
“altre forme di povertà”.
Grafico 2: Aree di bisogno segnalate dagli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas
Diocesana.
100
33
43
10
4
5
1
2
4
Richiesta aiuto inserimento lavorativo
Richiesta aiuto ricerca alloggio
Assistenza legale
Assistenza medica
7
La mancanza di lavoro è la problematica più grave e diffusa (43%). Il 75% delle
persone, infatti, dichiara di essere disoccupato (vedi tabella esposta di seguito).
Tab.2: distribuzione per condizione professionale degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas
Diocesana.
CONDIZIONE PROFESSIONALE
%
Occupato/a
6
Disoccupato/a
75
In cerca di prima occupazione
5
Casalinga
8
Studente
1
Inabile parziale o totale al lavoro
1
Pensionato/a
3
Totale
100
Per quanto riguarda, invece, la richiesta di aiuto per la ricerca di un alloggio,
emerge il dato che questo tipo di bisogno è poco avvertito da coloro che si sono rivolti
ai Centri di Ascolto Diocesano (4%). Infatti ben il 98% dichiara di avere una dimora
stabile come evidenziato dal grafico che segue:
8
Grafico 3: distribuzione per dimora degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas
Diocesana.
100
98
2
9
Per quanto riguarda il “canale” di conoscenza dei Centri Ascolti emerge il dato di un
forte legame con la comunità ecclesiale di riferimento, infatti ben l’82% sa
dell’esistenza dei CdA da: la propria parrocchia (56%), dagli Operatori Caritas (11%),
dai volontari/referenti dei tre Centri Pastorali della Diocesi (5% - 6% - 4%).
Tab. 3: Modalità di conoscenza del CdA.
DA CHI E' VENUTO A CONOSCENZA DEL CDA
%
Parrocchia
56
Amici
10
Operatori dei servizi Caritas
11
Centro zonale di Pomigliano d'Arco
5
Centro zonale di San Giuseppe Vesuviano
6
Centro zonale di Nola
4
Passaparola conoscenti
8
Totale
100
10
Questo dato trova conferma anche rispetto al tipo di intervento messo in atto
dall’equipe degli operatori dei Centri Ascolto Diocesano che, nel pianificare un
progetto di vita verso la risoluzione delle richieste/bisogni evidenziati durante i vari
colloqui, riconoscono la parrocchia di riferimento come cardine del progetto stesso
(vedi grafico n.4).
Grafico 4: distribuzione per tipo di intervento rivolto agli utenti rivoltisi ai Centri di
Ascolto Caritas Diocesana.
100
52
28
3
2
3
3
10
Coinvolgimento di parrocchie e/o gruppi parrocchiali
Sussidi economici per vari motivi
Sussidi economici per pagamento bollette
Ascolto con discernimento e progetto
Sussidi economici per spese sanitarie
Invio consultorio familiare
11
2.
Un disagio a più dimensioni: il bisogno alimentare e la cura
della persona
A fronte delle molteplici problematicità emergenti in maniera diffusa e in forte
aumento, la Caritas Diocesana si impegna concretamente nella lotta al contrasto delle
povertà attivando servizi di bassa soglia per soddisfare i bisogni più immediati: un
servizio mensa e un servizio docce e guardaroba per dare risposta alle necessità
primarie, quali il bisogno alimentare e la necessità di provvedere all’igiene
personale.
Nel complesso, quindi, le attività a sostegno del bisogno alimentare che riguardano la
distribuzione, diretta ed indiretta, hanno attivato risorse e reti per un intervento di
ampia scala che ha comportato la preparazione di circa 40.000 pasti:
Tab.4 e 5: Distribuzione degli interventi Caritas diocesana a sostegno del bisogno
alimentare.
12
CENTRO PASTORALE “DON TONINO BELLO” A SAN
GIUSEPPE VESUVIANO
Pasti
MESE
consumati in
mensa
Pasti da asporto
Italiani
Stranieri
Gennaio
2229
25
301
1914
Febbraio
2335
24
352
2009
Marzo
2225
27
356
1895
Aprile
2214
27
351
1900
Maggio
1912
26
280
1654
Giugno
1967
33
311
1688
Luglio
1884
89
309
1678
Agosto
2316
52
303
2002
Settembre
2074
36
337
1752
Ottobre
2167
53
346
1756
Novembre
1152
39
171
817
TOTALE
22.475
431
3.417
19.065
13
CENTRO PASTORALE “SAN PAOLINO” POMIGLIANO
D’ARCO
Pasti consumati in
Mese
mensa
Pasti da asporto
Italiani
Stranieri
gennaio
1153
141
386
767
febbraio
1294
122
316
978
marzo
1223
142
384
839
aprile
550
65
227
323
maggio
1240
110
490
750
giugno
1243
90
413
830
luglio
1591
107
781
810
agosto
1446
74
858
588
settembre
1426
64
499
927
ottobre
1190
111
489
701
novembre
1198
120
490
708
totale
13.554
1146
5333
8221
14
Rispetto al servizio Docce, gli accessi risultano così distribuiti:
Tab.6 e 7: Distribuzione degli interventi Caritas diocesana a sostegno del bisogno
igiene personale.
CENTRO PASTORALE “DON TONINO BELLO”
SAN GIUSEPPE VESUVIANO
Numero
MESE
Italiani
Stranieri
docce
Gennaio
2
35
37
Febbraio
14
19
33
Marzo
12
106
118
Aprile
6
85
91
Maggio
9
119
128
Giugno
11
95
106
Luglio
22
88
110
Agosto
7
19
26
Settembre
7
50
57
Ottobre
14
64
78
Novembre
8
21
29
TOTALE
112
701
813
15
CENTRO PASTORALE “SAN PAOLINO” POMIGLIANO
D’ARCO
mese
Numero docce
Italiani
Stranieri
gennaio
122
19
103
febbraio
126
19
108
marzo
178
32
147
aprile
163
21
142
maggio
200
14
186
giugno
165
23
142
luglio
176
25
151
agosto
100
14
86
settembre
166
28
138
ottobre
151
27
124
novembre
145
28
85
totale
1692
250
1412
16
Il dato rilevante su cui riflettere è la nazionalità degli ospiti: appare evidente
un netto distacco numerico tra gli italiani e gli stranieri, che sono i maggiori
frequentatori sia delle nostre mense sia del servizio docce. Tuttavia, se si considera la
frequenza giornaliera al servizio mensa offerto da Caritas nel medio periodo, si nota
come nonostante gli stranieri siano più numerosi in valore assoluto, in realtà la
presenza di ciascuno è saltuaria e sporadica, al contrario della presenza degli ospiti
italiani, che per lo più ritroviamo nella variabile “pasti da asporto”. Sebbene a livello
quantitativo le persone di nazionalità italiana rappresentino una quota minore, in realtà
usufruiscono in maniera più assidua del servizio mensa. In queste situazioni si può
avvertire da un lato una cronicizzazione del bisogno alimentare e dall’altro una resa
alla situazione di difficoltà, a fronte dell’inserimento della persona in un circuito
sistemico che viene offerto in risposta al bisogno.
17
Grafico 5: distribuzione per nazionalità degli ospiti delle Mense dei due Centri
Pastorali.
100
76
24
TOT.
Stranieri
Italiani
Grafico 6: distribuzione per nazionalità degli ospiti delle Docce dei due Centri
Pastorali.
100
85
15
TOT.
Stranieri
Italiani
18
3.
Un sostegno alle famiglie e alle imprese: Microcredito
e Prestito della Speranza
La crisi economica in atto ha delle conseguenze nella vita concreta delle
persone che si traducono spesso in necessità materiali e di altro genere. L’annuncio
della buona notizia acquista credibilità e forza traducendosi in azioni di aiuto,
sostegno, solidarietà, compagnia che sollevano le persone dalle difficoltà concrete. Su
queste linee la Caritas Diocesana di Nola, per rispondere alle numerose richieste di
aiuto economico, ha attivato dal 2009 sia un servizio diocesano di Microcredito
sociale per famiglie sia lo sportello diocesano del Progetto CEI Prestito della
Speranza.
Il Microcredito Etico-Sociale è un piccolo prestito a tasso agevolato che prevede la
costituzione di un Fondo di Garanzia, costituito dalla Diocesi di Nola e dalla Caritas
Diocesana presso la Banca Popolare Etica. Il Prestito della Speranza, promosso dalla
Cei - Conferenza Episcopale Italiana, è un fondo di garanzia per le famiglie. L'accesso
al credito è possibile per quelle famiglie che, all'atto della presentazione della
domanda, versano in condizioni di vulnerabilità1 economica e sociale. Nel rilanciarlo,
la Cei ha semplificato i criteri di selezione, in modo da ampliare le possibilità di
accesso (ora possibile anche per disoccupazione da lungo tempo, lavori precari e
irregolari, famiglie anche senza figli, ecc.).
Grazie all’ascolto e all’osservazione di coloro che si sono rivolti allo sportello
Microcredito nel corso degli ultimi tre anni è stato possibile valutare che le persone
che hanno chiesto un aiuto economico sono in prevalenza famiglie italiane
monoreddito che con fatica riescono ad arrivare a fine mese, le cui condizioni si
complicano quando si trovano a dover affrontare una spesa imprevista. Chiedono un
sostegno economico per il pagamento delle bollette del gas e della luce, dei libri di
1
Condizione di vita in cui l’autonomia e la capacità di autodeterminazione dei soggetti è permanentemente
minacciata da un inserimento instabile dentro i principali sistemi di integrazione sociale e di distribuzione
delle risorse.
19
scuola dei figli, delle visite mediche e così via. Nella maggior parte dei casi ci sono
dei forti indebitamenti dovuti ad una cattiva gestione del denaro e/o a qualche forma
di dipendenza (alcool, droghe e gioco d’azzardo) o al fallimento dell’impresa di
proprietà.
La richiesta più frequente è quella del Microcredito e del Prestito della Speranza,
poche invece sono state le richieste di antiusura ma questi pochi casi erano fortemente
indebitati. Per la maggioranza dei casi si tratta di italiani che chiedono aiuti
economici, anche se occupati. Chi vive da solo rappresenta una percentuale
minoritaria ed è inesistente la presenza dei senza fissa dimora. Sono soprattutto i
parroci a inviare le persone allo sportello Microcredito. Ben il 53%, infatti, afferma di
essere stato informato dal parroco della chiesa di appartenenza; seguono la categoria
“altro”2 con il 22%, il “passaparola” con il 14% e, infine, i “familiari” e gli “amici”
con il 6%.
Allo stato attuale il punto di forza del Servizio Microcredito è stata
l’accoglienza – ascolto - accompagnamento da parte di un’equipe multi professionale
di volontari che, tramite un colloquio preliminare (in alcuni casi anche attraverso più
colloqui), cerca di individuare tra le possibili soluzioni quale sia la migliore e se si
giunge al nulla - osta per il piccolo prestito, per poi passare l’istruttoria nelle mani
della banca. Spesso, però, non è il finanziamento la scelta adeguata per la risoluzione
dei problemi e si propongono alternative idonee. Infatti l’esperienza di questi anni e la
complessità della nostra società rendono sempre più significativa l’attività di relazione
svolta dai volontari: il consigliare, l’affiancare, il fornire informazioni per far sì che le
persone abbiano tutti gli strumenti, anche cognitivi, per affrontare le situazioni di
difficoltà.
2
Dall’analisi delle schede si evince che nella categoria “altro” rientrano: i referenti Caritas parrocchiali e
referenti Caritas della Diocesi di Nola, i referenti dei servizi sociali dei vari comuni che compongono la
Diocesi di Nola, i responsabili “uffici mutui delle poste italiane”, i responsabili delle finanziarie, i referenti
dell’azione cattolica della Diocesi di Nola e alcuni ordini religiosi.
20
Tab.8:
distribuzione accessi degli utenti rivoltisi sportello Microcredito e Prestito della Speranza nel
2013 e nel 2014.
Anno 2014
Accessi
2013
F
F
26
21
Tab.9:
incidenza percentuale dei prestiti erogati sul totale degli accessi accolti allo sportello
Microcredito e Prestito della Speranza nel 2013 e nel 2014.
Anno 2014
Prestiti
2013
%
%
19
27
erogati
È doveroso evidenziare che l'iter operativo del Prestito della Speranza è
fermo dal 31/12/2013 e che, al momento, è "in
costruzione" una formula di
Microcredito che riguarda unicamente la nostra realtà. Quest'anno, quindi, causa i vari
blocchi, ci sono state poche pratiche approvate e parecchie sono in attesa di essere
istruite nel momento in cui verrà ripristinata la normale operatività.
21
Grafico 7: distribuzione per età degli utenti.
100
50
23
27
0
0
53-63
64-74
TOT.
42-52
31-41
20-30
Il campione dei soggetti intervistati va dai 20 ai 74 anni, ma è stata aggiunta la voce
“Oltre” anche per gli utenti di età superiore. Come si nota dal grafico rappresentato, il
100% del campione si concentra nella fascia di età tra i 31 e i 63 anni, con una
affluenza maggiore nella fascia di età 42-52. Questo sta ad indicare che le maggiori
difficoltà economiche si concentrano nella fascia d’età che contraddistingue la piena
maturità lavorativa e familiare delle persone ma mette in evidenza che i soggetti
appartenenti alle fasce d’età 20/30, 64/74 e oltre sono quelli più difficilmente
rintracciabili e forse meno disposti a ricorrere a sistemi di assistenza.
22
Grafico 8: distribuzione per sesso degli utenti.
100%
77%
23%
TOT.
Maschio
Femmina
Per quanto riguarda la composizione del campione analizzato, si può notare che il
77% di coloro che hanno effettuato richieste allo sportello del Microcredito è
costituito da uomini, mentre il restante 23% è rappresentato da donne. La maggiore
presenza di richiedenti maschi, dato in netto contrasto con l’anno 2013 (vedi tab.8),
può essere dovuta ad una consapevolezza maggiore del genere maschile rispetto alla
necessità di richiedere un aiuto economico, che ricade coerentemente con il ruolo di
capofamiglia, e quindi di fonte principale di sostentamento delle famiglie. Ogni
richiesta di aiuto non è più un’ammissione di incapacità nel ricoprire tale ruolo, e di
conseguenza di aver disatteso le aspettative che esso genera, ma viene vista come
risposta alla crisi economica attuale e quindi appare come “giustificata”. Aspetto
importante da mettere in evidenza è che il 100% delle persone ascoltate dichiara di
23
avere un domicilio. Questo ed altri dati escludono casi di povertà cronica che
conducono talvolta all’esclusione sociale.
Tab.10: distribuzione per sesso degli utenti rivoltisi allo Servizio Microcredito nel 2012, 2013 e nel 2014.
Anno 2014
CITTADINANZA
F
%
Differenza %
2013
2012
%
%
rispetto al 2013
Maschi
20
77
+31
46
67
Femmine
6
23
-31
54
33
TOT.
26
100
100
100
Come descritto dal grafico riportato in basso, il campione analizzato è composto per il
73% da persone sposate, per il 19% da nubili/celibi, per il 4% da separati e per un
ulteriore 4% da vedovi. Il dato del 73% di persone sposate conferma quello relativo
alla fascia d’età di maggiore incidenza che, come riportato in precedenza, va dai 31 ai
63 anni.
24
Grafico 9: distribuzione per stato civile degli utenti.
100%
73%
19%
4%
4%
0%
0%
Sposato
Separato
TOT.
Divorziato
Convivente
Nubile/celibe
Vedovo
Obiettivo della Caritas di Nola è anche quello di indagare sulla percezione e
sul livello di conoscenza che gli utenti hanno dei servizi messi a disposizione. Anche
questo dato è stato pertanto oggetto di indagine.
Il grafico di seguito riportato evidenzia l’ampia possibilità di ottenere informazioni
esaustive e conoscenze adeguate di rimedi, legate all’aspetto comunitario della vita
delle persone. I dati, infatti, confermano che il 42% è venuto a conoscenza dei servizi
offerti dallo sportello del Microcredito tramite il parroco, il 35% tramite amici e il
23% ha invece avuto notizie dai familiari. Tutte categorie che evidenziano una grande
efficacia della rete sociale dei soggetti presi in analisi.
25
Grafico 10: distribuzione per canale di conoscenza degli utenti.
100%
35%
42%
23%
0%
0%
0%
Parroco
Sito Internet
Familiari
Passaparola
Altro
TOT.
Amici
26
Tab.11: distribuzione degli utenti rivoltisi allo Servizio Microredito per numero di
componenti del nucleo familiare.
%
1-3
46
4-7
54
8-11
0
TOT.
100%
Rispetto alla composizione dei nuclei familiari, la tabella n.9 mostra chiaramente un
distacco non rilevante dal punto di vista percentuale tra le famiglie composte da 1 a 3
componenti (46%) e le famiglie composte da 4 a 7 componenti (54%). Questa
disparità minima tra le due percentuali porta a riflettere sul dato che la difficoltà
economica che, a vario titolo, vivono attualmente le famiglie del nostro territorio non
è una variabile correlata al numero dei componenti.
Lo stesso dato trova conferma coerente, da un punto di vista percentuale, con quanto
rappresentato dal grafico sotto riportato, dove ben il 65% delle persone/famiglie che
accedono al servizio Microcredito ha una occupazione contro il 15% che è
disoccupato. Da ciò si delinea un contesto sociale dove il dato di avere
un’occupazione professionale non si configura più come “tranquillità economica” per
sé stessi e per le proprie famiglie così come un tempo.
27
Grafico 11: distribuzione per condizione lavorativa degli utenti.
100
65
12
15
4
4
0
0
Occupato
Disoccupato
Casalinga
Pensionato/a
In cerca di prima occupazione
Studente
Inabile al lavoro
TOT.
Per quanto riguarda l’analisi delle distribuzioni di frequenza relative all’area
di intervento dello sportello del Microcredito, al tipo di richiesta e alla finalità del
prestito, emergono i seguenti dati: ben l’85% del campione ha richiesto il Prestito
della Speranza, l’8% un Credito Sociale, il 29% e alla pari un 4% la richiesta al Fondo
Antiusura e un finanziamento generale.
Per quanto riguarda la finalità dell’intervento richiesto, è interessante evidenziare che
il 69% dei richiedenti rientra nella categoria “Altro”, che comprende i debiti di gioco,
l’indebitamento con usurai, il mantenimento della famiglia, l’acquisto auto e altre
sottocategorie, alcune delle quali difficili da far emergere.
Grafico 12: distribuzione per intervento richiesto dagli utenti.
28
100
85
4
4
0
8
Credito sociale
Prestito della speranza
Antiusura
Microimpresa
Finanziamento generale
TOT.
29
Tab.12: finalità del prestito.
30
Valutazioni
Dalle storie ascoltate in questi anni emerge una rassegnazione e una
mancanza di prospettive che toglie il respiro a chi si rivolge allo Sportello del Servizio
Microcredito. Ridare ossigeno a queste persone è la sfida dei prossimi anni in cui la
politica, innanzitutto, deve assumersi la responsabilità di farvi fronte, intervenendo sul
mercato del lavoro ed anche modificando i sistemi di protezione sociale oggi incapaci
di dare una risposta ad ampie fasce della popolazione.
Alcuni aspetti della crisi economica possono alimentarsi con la mancanza di
conoscenza su determinati temi come l’economia, il consumo, il risparmio. Un’azione
preziosa, in un momento di crisi, può essere quella di offrire occasioni di formazione
su alcuni aspetti peculiari che hanno anche una valenza etica significativa.
Fare credito in ambito sociale non è una semplice operazione finanziaria poiché quella
economica è una delle aree potenzialmente critiche nella vita di un individuo e di un
nucleo familiare sulla quale influisce non solo, come rapporto di causa/effetto, la
condizione lavorativa, assistenziale o patrimoniale ma più in generale si riflettono
problematiche affettive e relazionali, di dipendenza da sostanze, bisogni socialmente
indotti e molto altro.
La Caritas Diocesana di Nola intende promuovere una programmazione
futura del Servizio di Microcredito che valorizzi sempre più i suoi principi di etica, di
fiducia e di solidarietà qualificandolo in maniera costante
quale strumento
indispensabile per combattere l’esclusione sociale e favorire, di conseguenza, sulla
scia del principio di sussidiarietà, la formazione di reti di cittadini attivi.
Il macro-obiettivo è quello di favorire ed incentivare la cooperazione e l’integrazione
locale favorendo la partecipazione degli operatori locali alla vita economica, sia delle
famiglie che delle piccole imprese promuovendo, in tal modo, il benessere delle
comunità locali come pure lo sviluppo economico, sociale e culturale delle stesse,
esplicando un’attività imprenditoriale “a responsabilità sociale”, non soltanto
finanziaria, al servizio dell’economia locale.
31
Il servizio nasce dalla volontà di creare uno strumento di riequilibrio sociale, rivolto al
bene comune, al territorio e alle persone che lo vivono e lo rappresentano. Uno
strumento a sostegno di persone seriamente intenzionate ad attivarsi per uscire da
situazioni di difficoltà e riconquistare la propria autonomia di spesa. Uno strumento
che vuole riconoscere e promuovere le capacità imprenditoriali di valore, in
particolare nell’ambito etico-sociale.
Ciò significa sostenere chi per condizione economica e sociale non può accedere ai
canali tradizionali del credito. Non si tratta di erogazioni liberali ma di aiuti finalizzati
alla costruzione di una qualità di vita più equa, solidale e dignitosa individualmente e
collettivamente.
Alla persona si chiede capacità di lavoro ed uso responsabile del denaro.
In una comunità dove l’assistenza è pesantemente ridotta si possono concretizzare, e
non solo ipotizzare, valori come la solidarietà e la responsabilità, anche attraverso
l’uso del microcredito inteso come opportunità per chi sembra non averne più.
Lavorare per il nostro territorio è anche questo.
L’esperienza, l’unione delle forze, il lavoro di gruppo, la condivisione leale degli
obiettivi sono il futuro della cooperazione e del credito di qualità e i risultati sono
incoraggianti.
Il lavoro condiviso, la volontà e la responsabilizzazione di tutte le parti coinvolte può
rendere grande un piccolo progetto e questo in una società come la nostra può fare la
differenza.
32
4.
Un fenomeno allarmante: gli HOMELESS
La Caritas Diocesana di Nola già da tre anni ha attivato nel periodo della
stagione invernale interventi di “Emergenza freddo” per arginare la problematica del
vivere in strada degli “homeless”, un vocabolo che descrive bene la palese condizione
delle numerose persone senza fissa dimora. Per lo più invisibili agli occhi della
società, gli homeless sono “ultimi” di una classifica, non ben delineata, di un’umanità
spesso indifferente alla storia che questi hanno da raccontare, al passato che ha
costretto tutti loro ad essere ai margini della realtà.
A partire dall’anno 2013, al fine di incrementare e riqualificare gli interventi
di emergenza freddo, la Caritas Diocesana ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa per il
progetto “Emergenza inverno per i senza fissa dimora” con il Piano Sociale di Zona
dell’Ambito N 23. L’iniziativa ha visto coinvolti: l’Ambito Territoriale Sociale N 23,
la Caritas Diocesana di Nola, la Caritas parrocchiale della Chiesa Maria SS. del
Carmine e l’Associazione Civitas. La proposta, pienamente accolta dai Sindaci dei 14
comuni aderenti all’Ambito N 23, ha avuto la finalità di fornire accoglienza notturna a
persone di nazionalità italiana e straniera dimoranti da lungo tempo in Nola e negli
altri 13 Comuni dell’Ambito Sociale N 23 per il solo periodo dei rigori invernali
dicembre 2013 – marzo 2014; l’iniziativa è stata anche la possibilità di iniziare un
processo integrato per lo sviluppo ulteriore di percorsi di aiuto, sostegno e
accompagnamento sociale all’autonomia delle persone senza fissa dimora e di tutte le
altre rientranti nell’Area della cosiddetta povertà, con l’apporto in rete di altri soggetti
che perseguono tali finalità.
Il dormitorio è stato inaugurato il giorno 14 marzo 2014, l’ingresso del primo ospite
invece si è avuto il 1 aprile 2014. La creazione di tale Opera Segno è stata ispirata
dall’esperienza di “Emergenza Freddo” che ha portato alla scoperta di diversi senza
fissa dimora che vivono in maniera stanziale sul nostro territorio all’interno di
strutture dismesse o abbandonate, l’opera nasce quindi con l’intento di dare una
risposta al disagio abitativo che oggi, a seguito della crisi economica e della
33
conseguenziale perdita di sempre più posti di lavoro, investe una fascia sempre più
ampia di persone. Il dormitorio è stato strutturato per consentire la permanenza
notturna di 24 ospiti, di cui 5 donne, con un’area adibita all’ospitalità di un nucleo
familiare composto da 4 persone. Nella fase progettuale la permanenza degli ospiti
all’interno della struttura è stata prevista per l’arco di tempo
20.00/8.00 con l’
ingresso deciso attraverso il passaggio per un Centro Ascolto, che collabora in
maniera sinergica con l’ufficio delle politiche sociali del comune. Centro Ascolto e
Servizi Sociali regolano l’ingresso nella struttura ed avvalendosi del supporto
dell’equipe ASL NAPOLI 3 SUD hanno come obiettivo quello di creare una struttura
organizzativa finalizzata all’attivazione di momenti di tipo relazionale volti ad aiutare
il soggetto e ad elaborare un percorso individualizzato di cambiamento dei
comportamenti a rischio sociale. L’indigenza di questi soggetti è strettamente correlata
all’esclusione sociale, il cui apice è rappresentato proprio dai senza fissa dimora, che
assieme alla precarietà materiale hanno sperimentato la disgregazione degli affetti e la
rottura di rapporti di aiuto e protezione, non godendo nemmeno di una rete sociale e
relazionale in grado di sostenerli adeguatamente. Inoltre a causa delle loro difficoltà
personali fanno fatica anche a reperire o utilizzare le risorse presenti sul territorio. In
questa fase iniziale il poter contare sulla collaborazione di medici, appartenenti
all’equipe ASL, ci ha molto aiutato nel fornire l’assistenza medica di base e
soprattutto nel poter indirizzare e guidare gli ospiti del dormitorio, nei casi in cui si è
presentata la necessità, verso le strutture sanitarie presenti sul territorio.
Inoltre grazie alla loro collaborazione possiamo attivare, presso il Sert di Pomigliano
D’Arco, dei percorsi riabilitativi di disintossicazione dall’abuso di sostanze, in cui
sono stati inseriti diversi utenti delle nostre Opere Segno, in particolar modo per
cercare di risolvere i loro problemi di dipendenza dall’alcol. In questo primo semestre
di attività all’interno della struttura sono state ospitate cinquanta persone di cui 18
donne e 32 uomini e fra questi vi sono alcuni casi che usufruiscono di un trattamento
h24, in quanto le necessità relative al loro stile di vita o le loro particolari condizioni
34
fisiche non li rendevano compatibili con gli orari canonici del dormitorio, ossia
20:00/8:00.
L’analisi dei dati sin qui raccolti ci incoraggia nel perseguire la strada della
presa in carico in quanto solo l’ 11% degli ospiti che abbiamo accolto ha rifiutato tale
tipo di percorso, per il 33% di essi il processo di presa in carico ha prodotto dei
risvolti positivi, per il 36% il processo di presa in carico è ancora in corso, mentre il
20% degli ospiti di questo primo semestre ha utilizzato la struttura come luogo di
transito nel passaggio da un’esperienza lavorativa ad un’altra. Alla luce di questi dati,
nasce in noi la motivazione di migliorare e potenziare il livello di presa in carico,
anche se tuttavia è opportuno considerare che le risorse umane di cui disponiamo sono
abbastanza limitate.
35
I numeri dell’accoglienza
Descriveremo di seguito la distribuzione della popolazione accolta presso il
Centro in relazione a specifici aspetti, ne riprenderemo successivamente alcuni e li
approfondiremo, anche attraverso un’analisi della correlazione fra variabili.
Il Dormitorio è stato inaugurato a Marzo ma i primi accessi sono avvenuti
durante il mese di Aprile che, come si nota dal grafico sotto esposto, ha avuto la
maggiore affluenza come periodo temporale (ben il 59%).
Grafico 13: Numero accessi in base all’intervallo temporale mensile.
Numero accessi in base all'intervallo temporale mensile
100
59
29
12
0
0
Gennaio-Marzo
Aprile-Giugno
Luglio-Settembre
Ottobre-Dicembre
Vuota
TOT.
36
Come si nota dai grafici sotto rappresentati, durante il primo anno di apertura, il
Dormitorio ha avuto 49 ospiti, di questi il 63% erano uomini e il 37% donne. Per
quanto riguarda l’età, la maggiore affluenza è compresa nella fascia d’età che va dai
31 ai 52 anni (70%).
Grafico 14: Numero di accessi in base al sesso del richiedente.
Numero di accessi in base al sesso del richiedente
100
63
37
TOT.
Maschio
Femmina
37
Grafico 15: Numero di accessi in base all’età del richiedente.
Numero di accessi in base all'età del richiedente
100
0
TOT.
0
Non dichiara
53-63
31-41
20-30
Minorenni
42-52
6
4
2
64-74
18
Oltre
37
33
Per quanto riguarda la nazionalità, il 33% degli ospiti del primo anno di attività del
Dormitorio è italiano e il 65% straniero.
38
Grafico 16: Numero di accessi in base alla cittadinanza dei richiedenti.
Numero di accessi in base alla cittadinanza del
richiedente
100
65
TOT.
0
Non dichiara
Italiana
Apolide
0
Non italiana
2
Doppia
cittadinanza
33
39
Relativamente alla condizione lavorativa, l’84% degli ospiti è disoccupato, il 55.2% lo
è da lungo tempo e il 36.9% da breve tempo, per un periodo cioè inferiore ai 3 mesi.
Infine, 2 ospiti hanno l’invalidità e un ospite non lavora perché studente. Con le
informazioni ricevute dagli operatori dei servizi Caritas, si è approfondito il dato
legato alle persone che lavorano, in quanto ci si è chiesti il motivo per cui non sono
state prese in considerazione delle alternative alloggiative rispetto al Dormitorio. Al di
là della precarietà di chi lavora in nero e non ha, di conseguenza, un’entrata certa per
pagarsi un affitto o un posto in un’altra struttura, gli altri ospiti che hanno entrate più
regolari, a causa di altri disagi, faticano a gestire autonomamente una propria casa o
ad accettare percorsi di accompagnamento in altre strutture.
40
Tab.13: distribuzione percentuale degli ospiti in base alla Condizione Professionale.
%
Occupato/a
8
Disoccupato/a
84
In servizio civile
0
Casalinga/o
2
Studente
2
Inabile al lavoro
2
Altro
2
TOT.
100
Relativamente allo stato civile, il gruppo più numeroso è rappresentato dalle persone
coniugate (46%), dagli ospiti celibi/nubili (30%), seguiti (31.8%), la maggior parte
delle quali è straniera, da separati e divorziati (rispettivamente il 10% e l’8%) e infine
dai vedovi (2%).
41
Tab.14: Numero di accessi in base allo stato civile degli ospiti.
%
Sposato
46
Divorziato
8
Nubile/celibe
30
Separato
10
Convivente
4
Vedovo
2
TOT.
100
I grafici di seguito riportati dati evidenziano la scarsità di relazioni familiari e la
situazione di solitudine in cui vivono molti ospiti che tanto cerca di essere colmata dai
volontari attraverso il coinvolgimento alle attività “normali” di gestione della vita del
Dormitorio e quelle “straordinarie” legate ad eventi/occasioni particolari come, in
questo periodo, le festività natalizie con laboratori di tipo manuale-ricreativo.
Anche quando le persone hanno legami stretti, come quello coniugale nel caso di tanti
stranieri, a causa della lontananza la situazione si caratterizza per l’assenza di legami
forti nella quotidianità.
Anche la scarsa presenza di persone che sono state accolte insieme a familiari
testimonia quanto appena evidenziato. Chiaramente la mancanza di una rete di
supporto familiare è una delle ragioni che portano le persone a richiedere alloggio al
Dormitorio.
42
Grafico 17: distribuzione dei legami di convivenza dei richiedenti.
Coniuge/partner convivente del richiedente
100
50
40
10
TOT.
Non dichiara
NO
SI
43
Grafico 18: distribuzione del numero di conviventi dei richiedenti.
Numero di conviventi del richiedente
100
92
0
8
TOT.
da 8 a 11
da 4 a 7
da 1 a 3
44
Grafico 19: distribuzione dei figli conviventi dei richedenti.
Figli conviventi del richiedente
100
60
40
TOT.
No
Si
45
Grafico 20: distribuzione del numero di figli in patria dei richiedenti.
Numero figli rimasti in patria del richiedente
100
93
0
7
TOT.
DA 8 a 11
Da 4 a 7
Da 1 a 3
Per quanto concerne il titolo di studio, il 37% degli ospiti ha la licenza media, il 35%
una qualifica professionale, il 14% un diploma di scuola media superiore, sono poco
più del 6% coloro che hanno solo la licenza elementare. Nessun ospite è laureato.
46
Grafico 21: distribuzione del numero di accessi in base al livello di istruzione dei
richiedenti.
Numero di accessi in base al livello di istruzione del
richiedente
100
37
35
14
4
0
2
6
2
Analfabeta
Media inferiore
Licenza media superiore
Laurea
TOT.
Elementare
Qualifica
Diploma universitario
Non dichiara
47
Tab.15: Distribuzione modalità di conoscenza del dormitorio.
%
Comune
18
Parrocchia
6
Familiari
0
Amici
58
Passaparola
0
Altro
8
Non dichiara
10
TOT.
100
A differenza di quelle familiari, le relazioni amicali, come dimostrato dai dati
rappresentati dalla tab.315, assumono una grande rilevanza nella vita degli ospiti,
tanto che risultano essere gli “amici” il principale canale di conoscenza/informazione
relativa al Dormitorio.
48
Conclusioni
La Caritas ha deciso di potenziare il proprio Osservatorio Diocesano (OPR)
per renderlo un strumento di riflessione a disposizione di tutto il territorio. Iniziamo,
con grande semplicità, a rendere pubblica la rielaborazione di alcuni dati, frutto
dell’osservazione dei bisogni e delle risorse della realtà diocesana.
L’analisi dei dati presentati in questo piccolo opuscolo curato dall’Osservatorio della
Caritas Diocesana di Nola è testimonianza tangibile di quanto la conoscenza costante
dei bisogni territoriali è indispensabile sia per un’adeguata programmazione degli
interventi, sia per il monitoraggio e la valutazione dei servizi offerti, in maniera tale
che siano quanto più possibile risposta concreta alle povertà del territorio.
L’Osservazione dei bisogni territoriali ci porta a prefiggerci un’ardua sfida, il
raggiungimento di tre obiettivi, sperando di coinvolgere nel progetto gli enti e le
associazioni che hanno interesse e sono impegnati nelle problematiche sociali.
In sintesi presentiamo i tre obiettivi dell’OPR, a cui seguono elaborazioni e commenti
dei dati raccolti nell’anno 2014:
1. Strumento per la conoscenza delle situazioni al fine di favorire la riflessione e
l’elaborazione delle scelte pastorali diocesane e per l’ indicazione di nuovi bisogni e
nuovi servizi.
a) Offerta di uno strumento capace di fotografare in maniera puntuale, efficace e
veloce le situazioni di marginalità (e non solo) con cui veniamo in contatto.
b) Estrapolazione in linea dei dati per area tematica, per servizio: questa funzionalità
permette di disporre dei dati degli interventi fatti filtrare per area di rilevanza e
tipologia di intervento.
2. Strumento di comunicazione e di relazione tra le parrocchie e la Caritas diocesana
ai fini del coordinamento dei Centri di Ascolto e dei servizi di risposta ai bisogni.
49
a) Creazione di un percorso di accompagnamento alle parrocchie: strutturazione
capillare dei CdA che facciano uso dello strumento di raccolta dati al fine di costruire
per le parrocchie un tavolo di scambio per un più facile accesso ed un miglior utilizzo
della rete diocesana.
b) Costruire reports significativi per le parrocchie al fine di educare i centri di ascolto
a periodiche verifiche dell’andamento dei servizi e a fornire alle Caritas parrocchiali le
necessarie analisi del territorio per sviluppare linee pastorali coerenti.
3. Strumento da mettere a disposizione del territorio e degli enti preposti ai servizi ai
cittadini per l’elaborazione e la proposta di politiche sociali.
a) Rendere disponibili i dati e le osservazioni emerse dall’osservatorio delle povertà e
risorse in un’ottica di lavoro di rete a livello locale.
b) Verificare la possibilità di integrazioni con le rilevazioni degli Enti preposti al
sociale per costruire insieme tavoli di analisi e proposta per le politiche sociali.
Un ringraziamento doveroso per la collaborazione attiva e proficua con l’equipe
dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse delle responsabili dell’Area
Comunicazione, dei Responsabili e degli operatori e volontari tutti dei servizi
enunciati in questo opuscolo che con competenza amorevole lavorano ogni giorno per
qualificare e potenziare l’impegno della Caritas Diocesana di Nola verso i poveri,
verso la Chiesa e l’intera comunità e senza i quali questo opuscolo non sarebbe potuto
nascere.
L’equipe Osservatorio Povertà e Risorse
50
51
Scarica

RIFLETTIAMO SUI DATI … ACCOGLIENDO STORIE DI VITA