RIFLETTIAMO SUI DATI … ACCOGLIENDO STORIE DI VITA A cura dell’Osservatorio Permanente delle Povertà e delle Risorse della Caritas Diocesana Nola 0 INDICE Premessa RIFLETTIAMO SUI DATI … ACCOGLIENDO STORIE DI VITA 1. Uno sguardo sulla Diocesi a partire dalla rete dei Centri di Ascolto Caritas pag. 2 2. Un disagio a più dimensioni: il bisogno alimentare e la cura della persona pag. 14 3. Un sostegno alle famiglie e alle imprese: Microcredito e Prestito della Speranza pag. 21 4. Un fenomeno allarmante: gli HOMELESS pag. 35 Considerazioni finali 1 Introduzione Il fenomeno della povertà e dell'emarginazione, nei molteplici volti che anche oggi esso assume, impone alla collettività intera uno sforzo di riflessione e di consapevolezza per verificare con onestà la nostra reale capacità di risposta, di accoglienza e di inclusione. L’attuale situazione di crisi economica e finanziaria ha evidentemente ampliato il numero di persone che vivono nella precarietà, nell'incertezza circa il proprio futuro, nella fatica di dare risposte alle attese proprie e di chi hanno accanto, nella dimensione di una crescente solitudine e quindi vulnerabilità. È del tutto evidente che non possiamo ritenere gli sforzi attuali sufficienti: può accadere anche oggi che povertà e fragilità si consumino ai margini della comunità, senza che servizi, gruppi organizzati, politica e chiesa le possano davvero intercettare e conoscere. Accade anche oggi che vi siano situazioni di fatica che non riescono a essere comprese e socializzate. È necessario quindi fermarsi a osservare ciò che anche negli angoli nascosti della nostra diocesi si muove, a osservare come si vive, per avviare una riflessione circa le modalità più adeguate ed efficaci per contrastare l'emergere di nuove povertà e per affrontare le situazioni di disagio. Questa riflessione deve necessariamente muovere da una rinnovata capacità di ascolto e di ri-motivato desiderio di conoscenza: quello che accade nei nostri territori, sulle nostre strade, nei servizi di frontiera, nelle mense per i poveri, nelle strutture e nei servizi che si occupano di inclusione sociale, nei luoghi di accoglienza della fragilità individuale e di molte famiglie, non riguarda solo la Chiesa e la politica. Riguarda l'intera comunità. 2 La Caritas Diocesana di Nola, grazie alla lettura e alla valutazione dei dati e delle informazioni relative ai servizi e alle attività del territorio diocesano - lettura ad opera dell’Osservatorio Permanente delle povertà e delle Risorse - persegue l’obiettivo di condividere uno strumento efficace di animazione pastorale attraverso la lettura e la valutazione dei bisogni e delle risorse del territorio, espressione dell'amore e della preoccupazione della Chiesa locale per i più poveri. In un cammino dove le parole proclamano le opere, il mandato proprio della Caritas mi spinge ad un rinnovato e ri-motivato impegno per far sì che le esperienze di progettazione “sociale”, i report realizzati, i dati codificati, le indagini territoriali non rimangano meri materiali documentali ma siano risposte concrete ai bisogni del territorio che ascolto, osservo e vivo e siano, soprattutto, strumento efficace da condividere con tutte le comunità che incontrano il povero. Nasce, pertanto, la necessità di moltiplicare e qualificare i luoghi di incontro con gli uomini del nostro tempo; di scoprire, sperimentare e proporre nuove forme di ascolto, osservazione e condivisione con le persone. È tempo, insomma, di lavorare per fare sì che ciò che realizziamo in termini di ascolto, osservazione, discernimento e opere non rimanga nei dossier, nei rapporti annuali, nei bilanci, ma entri nell’anima delle comunità e dei territori. è lì, nelle comunità e nei territori, che deve crescere il senso e il dovere della carità attraverso l’ascolto e l’osservazione delle povertà e del disagio, imparare a capire il “perché” della condizione di ciascun povero, individuando, insieme, delle possibili strade da percorrere per la loro promozione integrale. Questo progetto pastorale della Caritas Diocesana vuole contribuire a costruire il cambiamento culturale attraverso nuovi stili di vita che si fondano sui valori della comunione, della conoscenza, dell’accoglienza e della condivisione, e intende animare la comunità ecclesiale e civile alla carità nella solidarietà e promozione umana. Don Arcangelo Iovino Direttore 3 1. Uno sguardo sulla Diocesi a partire dalla rete dei Centri di Ascolto Caritas I fenomeni di povertà negli ultimi anni stanno acquistando caratteri complessi, nuovi e trasversali a tutta la popolazione, per cui diventa sempre più importante accoglierli e attivare percorsi di supporto diversificati. Per parlare di azioni e servizi mirati a contrastare tali fenomeni, così come di progetti di intervento sul tessuto sociale, è necessario disporre di informazioni precise e dettagliate circa il contesto sociale del territorio. In questo contesto, la numerosità dei problemi e la gravità delle situazioni che emergono nei colloqui con gli operatori e volontari continuano ad assumere carattere di cronicità con rischio sempre maggiore di cadere in percorsi di uscita. La Caritas Diocesana Nola, grazie al lavoro svolto dai suoi centri di ascolto (CdA) rileva i bisogni riportati dalle persone agli sportelli di ascolto. L’annualità 2014 offre una fotografia più puntuale e dettagliata dell’area ascolto dal momento che, rispetto alle altre annualità, si arricchisce dell’ascolto e dell’osservazione dei bisogni del territorio di 6 comunità parrocchiali inserite in un Progetto Pilota dell’Osservatorio, secondo un campionamento ragionato di due parrocchie per ogni Zona Pastorale della Diocesi. Partendo infatti, dai dati raccolti durante i colloqui, l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse (OPR) è in grado di offrire una lettura aggiornata del territorio in cui viviamo e in cui Caritas opera attivamente mettendo in luce gli aspetti di maggior criticità. I dati raccolti ed elaborati dell’Osservatorio diocesano mostrano chiaramente come le dinamiche di povertà osservate e denunciate siano oggi molto complesse e abbraccino diverse fasce di popolazione. Da una prima analisi delle oltre mille persone incontrate si nota come rispetto al 2013 sia diminuita la differenza di presenza tra uomini e donne, così come tra italiani e stranieri, a favore nel primo caso delle donne e nel secondo degli italiani. Questo dato segnala come la condizione di fragilità stia perdendo il carattere di genere che fino a 4 questi ultimi anni l’aveva connotata. Fino ad oggi erano principalmente le donne a chiedere aiuto e dichiararsi in difficoltà, mentre il trend attuale mostra un superamento di queste differenze e segnala come la fragilità venga denunciata a prescindere dall’appartenenza di genere e nazionalità. Osservando inoltre la distribuzione delle persone rivoltesi ai Cda in questo anno si nota come siano in aumento costante gli italiani. Tab. 1: distribuzione per nazionalità degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas Diocesana nel 2012, 2013 e nel 2014. Anno 2014 CITTADINANZA F % Differenza % 2013 2012 % % rispetto al 2013 Italiani 124 85 + 30 55 44 Stranieri 22 15 + 15 7 5 TOT. 146 100 62 49 5 Per quanto riguarda l’analisi secondo l’età delle persone ascoltate, presentiamo di seguito la loro distribuzione per classi di età. Grafico 1: distribuzione per classi di età degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas Diocesana. 100 65 1 11 24 Totale 56-70 18-35 Dai dati si nota chiaramente come si siano rivolte ai CdA Caritas maggiormente le persone nella fascia di età 36-55 anni seguite poi, per numerosità, da quelle con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il fatto che l’89% delle persone rivoltesi allo sportello diocesano abbia un’età inferiore ai 55 anni è un chiaro segnale di allarme in quanto mostra come si trovino in condizione di difficoltà per lo più le persone che sono nel pieno della vita lavorativa e non: questo dato riferisce molto chiaramente la situazione di povertà socio - economica che connota il contesto territoriale diocesano, così come quello provinciale, regionale e dunque nazionale. 6 La situazione di allarme registrata in termini di età ben si concilia con quella registrata a proposito dei bisogni denunciati: 2/3 dei bisogni emersi nei colloqui denunciano una vera e propria emergenza lavoro. Analizzando nel dettaglio i bisogni segnalati e le richieste fatte ai CdA emerge come le 3 aree di bisogno a maggiore frequenza riguardino la sfera occupazione/lavoro, le problematiche legate più in generale all’area dei problemi economici e infine all’area “altre forme di povertà”. Grafico 2: Aree di bisogno segnalate dagli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas Diocesana. 100 33 43 10 4 5 1 2 4 Richiesta aiuto inserimento lavorativo Richiesta aiuto ricerca alloggio Assistenza legale Assistenza medica 7 La mancanza di lavoro è la problematica più grave e diffusa (43%). Il 75% delle persone, infatti, dichiara di essere disoccupato (vedi tabella esposta di seguito). Tab.2: distribuzione per condizione professionale degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas Diocesana. CONDIZIONE PROFESSIONALE % Occupato/a 6 Disoccupato/a 75 In cerca di prima occupazione 5 Casalinga 8 Studente 1 Inabile parziale o totale al lavoro 1 Pensionato/a 3 Totale 100 Per quanto riguarda, invece, la richiesta di aiuto per la ricerca di un alloggio, emerge il dato che questo tipo di bisogno è poco avvertito da coloro che si sono rivolti ai Centri di Ascolto Diocesano (4%). Infatti ben il 98% dichiara di avere una dimora stabile come evidenziato dal grafico che segue: 8 Grafico 3: distribuzione per dimora degli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas Diocesana. 100 98 2 9 Per quanto riguarda il “canale” di conoscenza dei Centri Ascolti emerge il dato di un forte legame con la comunità ecclesiale di riferimento, infatti ben l’82% sa dell’esistenza dei CdA da: la propria parrocchia (56%), dagli Operatori Caritas (11%), dai volontari/referenti dei tre Centri Pastorali della Diocesi (5% - 6% - 4%). Tab. 3: Modalità di conoscenza del CdA. DA CHI E' VENUTO A CONOSCENZA DEL CDA % Parrocchia 56 Amici 10 Operatori dei servizi Caritas 11 Centro zonale di Pomigliano d'Arco 5 Centro zonale di San Giuseppe Vesuviano 6 Centro zonale di Nola 4 Passaparola conoscenti 8 Totale 100 10 Questo dato trova conferma anche rispetto al tipo di intervento messo in atto dall’equipe degli operatori dei Centri Ascolto Diocesano che, nel pianificare un progetto di vita verso la risoluzione delle richieste/bisogni evidenziati durante i vari colloqui, riconoscono la parrocchia di riferimento come cardine del progetto stesso (vedi grafico n.4). Grafico 4: distribuzione per tipo di intervento rivolto agli utenti rivoltisi ai Centri di Ascolto Caritas Diocesana. 100 52 28 3 2 3 3 10 Coinvolgimento di parrocchie e/o gruppi parrocchiali Sussidi economici per vari motivi Sussidi economici per pagamento bollette Ascolto con discernimento e progetto Sussidi economici per spese sanitarie Invio consultorio familiare 11 2. Un disagio a più dimensioni: il bisogno alimentare e la cura della persona A fronte delle molteplici problematicità emergenti in maniera diffusa e in forte aumento, la Caritas Diocesana si impegna concretamente nella lotta al contrasto delle povertà attivando servizi di bassa soglia per soddisfare i bisogni più immediati: un servizio mensa e un servizio docce e guardaroba per dare risposta alle necessità primarie, quali il bisogno alimentare e la necessità di provvedere all’igiene personale. Nel complesso, quindi, le attività a sostegno del bisogno alimentare che riguardano la distribuzione, diretta ed indiretta, hanno attivato risorse e reti per un intervento di ampia scala che ha comportato la preparazione di circa 40.000 pasti: Tab.4 e 5: Distribuzione degli interventi Caritas diocesana a sostegno del bisogno alimentare. 12 CENTRO PASTORALE “DON TONINO BELLO” A SAN GIUSEPPE VESUVIANO Pasti MESE consumati in mensa Pasti da asporto Italiani Stranieri Gennaio 2229 25 301 1914 Febbraio 2335 24 352 2009 Marzo 2225 27 356 1895 Aprile 2214 27 351 1900 Maggio 1912 26 280 1654 Giugno 1967 33 311 1688 Luglio 1884 89 309 1678 Agosto 2316 52 303 2002 Settembre 2074 36 337 1752 Ottobre 2167 53 346 1756 Novembre 1152 39 171 817 TOTALE 22.475 431 3.417 19.065 13 CENTRO PASTORALE “SAN PAOLINO” POMIGLIANO D’ARCO Pasti consumati in Mese mensa Pasti da asporto Italiani Stranieri gennaio 1153 141 386 767 febbraio 1294 122 316 978 marzo 1223 142 384 839 aprile 550 65 227 323 maggio 1240 110 490 750 giugno 1243 90 413 830 luglio 1591 107 781 810 agosto 1446 74 858 588 settembre 1426 64 499 927 ottobre 1190 111 489 701 novembre 1198 120 490 708 totale 13.554 1146 5333 8221 14 Rispetto al servizio Docce, gli accessi risultano così distribuiti: Tab.6 e 7: Distribuzione degli interventi Caritas diocesana a sostegno del bisogno igiene personale. CENTRO PASTORALE “DON TONINO BELLO” SAN GIUSEPPE VESUVIANO Numero MESE Italiani Stranieri docce Gennaio 2 35 37 Febbraio 14 19 33 Marzo 12 106 118 Aprile 6 85 91 Maggio 9 119 128 Giugno 11 95 106 Luglio 22 88 110 Agosto 7 19 26 Settembre 7 50 57 Ottobre 14 64 78 Novembre 8 21 29 TOTALE 112 701 813 15 CENTRO PASTORALE “SAN PAOLINO” POMIGLIANO D’ARCO mese Numero docce Italiani Stranieri gennaio 122 19 103 febbraio 126 19 108 marzo 178 32 147 aprile 163 21 142 maggio 200 14 186 giugno 165 23 142 luglio 176 25 151 agosto 100 14 86 settembre 166 28 138 ottobre 151 27 124 novembre 145 28 85 totale 1692 250 1412 16 Il dato rilevante su cui riflettere è la nazionalità degli ospiti: appare evidente un netto distacco numerico tra gli italiani e gli stranieri, che sono i maggiori frequentatori sia delle nostre mense sia del servizio docce. Tuttavia, se si considera la frequenza giornaliera al servizio mensa offerto da Caritas nel medio periodo, si nota come nonostante gli stranieri siano più numerosi in valore assoluto, in realtà la presenza di ciascuno è saltuaria e sporadica, al contrario della presenza degli ospiti italiani, che per lo più ritroviamo nella variabile “pasti da asporto”. Sebbene a livello quantitativo le persone di nazionalità italiana rappresentino una quota minore, in realtà usufruiscono in maniera più assidua del servizio mensa. In queste situazioni si può avvertire da un lato una cronicizzazione del bisogno alimentare e dall’altro una resa alla situazione di difficoltà, a fronte dell’inserimento della persona in un circuito sistemico che viene offerto in risposta al bisogno. 17 Grafico 5: distribuzione per nazionalità degli ospiti delle Mense dei due Centri Pastorali. 100 76 24 TOT. Stranieri Italiani Grafico 6: distribuzione per nazionalità degli ospiti delle Docce dei due Centri Pastorali. 100 85 15 TOT. Stranieri Italiani 18 3. Un sostegno alle famiglie e alle imprese: Microcredito e Prestito della Speranza La crisi economica in atto ha delle conseguenze nella vita concreta delle persone che si traducono spesso in necessità materiali e di altro genere. L’annuncio della buona notizia acquista credibilità e forza traducendosi in azioni di aiuto, sostegno, solidarietà, compagnia che sollevano le persone dalle difficoltà concrete. Su queste linee la Caritas Diocesana di Nola, per rispondere alle numerose richieste di aiuto economico, ha attivato dal 2009 sia un servizio diocesano di Microcredito sociale per famiglie sia lo sportello diocesano del Progetto CEI Prestito della Speranza. Il Microcredito Etico-Sociale è un piccolo prestito a tasso agevolato che prevede la costituzione di un Fondo di Garanzia, costituito dalla Diocesi di Nola e dalla Caritas Diocesana presso la Banca Popolare Etica. Il Prestito della Speranza, promosso dalla Cei - Conferenza Episcopale Italiana, è un fondo di garanzia per le famiglie. L'accesso al credito è possibile per quelle famiglie che, all'atto della presentazione della domanda, versano in condizioni di vulnerabilità1 economica e sociale. Nel rilanciarlo, la Cei ha semplificato i criteri di selezione, in modo da ampliare le possibilità di accesso (ora possibile anche per disoccupazione da lungo tempo, lavori precari e irregolari, famiglie anche senza figli, ecc.). Grazie all’ascolto e all’osservazione di coloro che si sono rivolti allo sportello Microcredito nel corso degli ultimi tre anni è stato possibile valutare che le persone che hanno chiesto un aiuto economico sono in prevalenza famiglie italiane monoreddito che con fatica riescono ad arrivare a fine mese, le cui condizioni si complicano quando si trovano a dover affrontare una spesa imprevista. Chiedono un sostegno economico per il pagamento delle bollette del gas e della luce, dei libri di 1 Condizione di vita in cui l’autonomia e la capacità di autodeterminazione dei soggetti è permanentemente minacciata da un inserimento instabile dentro i principali sistemi di integrazione sociale e di distribuzione delle risorse. 19 scuola dei figli, delle visite mediche e così via. Nella maggior parte dei casi ci sono dei forti indebitamenti dovuti ad una cattiva gestione del denaro e/o a qualche forma di dipendenza (alcool, droghe e gioco d’azzardo) o al fallimento dell’impresa di proprietà. La richiesta più frequente è quella del Microcredito e del Prestito della Speranza, poche invece sono state le richieste di antiusura ma questi pochi casi erano fortemente indebitati. Per la maggioranza dei casi si tratta di italiani che chiedono aiuti economici, anche se occupati. Chi vive da solo rappresenta una percentuale minoritaria ed è inesistente la presenza dei senza fissa dimora. Sono soprattutto i parroci a inviare le persone allo sportello Microcredito. Ben il 53%, infatti, afferma di essere stato informato dal parroco della chiesa di appartenenza; seguono la categoria “altro”2 con il 22%, il “passaparola” con il 14% e, infine, i “familiari” e gli “amici” con il 6%. Allo stato attuale il punto di forza del Servizio Microcredito è stata l’accoglienza – ascolto - accompagnamento da parte di un’equipe multi professionale di volontari che, tramite un colloquio preliminare (in alcuni casi anche attraverso più colloqui), cerca di individuare tra le possibili soluzioni quale sia la migliore e se si giunge al nulla - osta per il piccolo prestito, per poi passare l’istruttoria nelle mani della banca. Spesso, però, non è il finanziamento la scelta adeguata per la risoluzione dei problemi e si propongono alternative idonee. Infatti l’esperienza di questi anni e la complessità della nostra società rendono sempre più significativa l’attività di relazione svolta dai volontari: il consigliare, l’affiancare, il fornire informazioni per far sì che le persone abbiano tutti gli strumenti, anche cognitivi, per affrontare le situazioni di difficoltà. 2 Dall’analisi delle schede si evince che nella categoria “altro” rientrano: i referenti Caritas parrocchiali e referenti Caritas della Diocesi di Nola, i referenti dei servizi sociali dei vari comuni che compongono la Diocesi di Nola, i responsabili “uffici mutui delle poste italiane”, i responsabili delle finanziarie, i referenti dell’azione cattolica della Diocesi di Nola e alcuni ordini religiosi. 20 Tab.8: distribuzione accessi degli utenti rivoltisi sportello Microcredito e Prestito della Speranza nel 2013 e nel 2014. Anno 2014 Accessi 2013 F F 26 21 Tab.9: incidenza percentuale dei prestiti erogati sul totale degli accessi accolti allo sportello Microcredito e Prestito della Speranza nel 2013 e nel 2014. Anno 2014 Prestiti 2013 % % 19 27 erogati È doveroso evidenziare che l'iter operativo del Prestito della Speranza è fermo dal 31/12/2013 e che, al momento, è "in costruzione" una formula di Microcredito che riguarda unicamente la nostra realtà. Quest'anno, quindi, causa i vari blocchi, ci sono state poche pratiche approvate e parecchie sono in attesa di essere istruite nel momento in cui verrà ripristinata la normale operatività. 21 Grafico 7: distribuzione per età degli utenti. 100 50 23 27 0 0 53-63 64-74 TOT. 42-52 31-41 20-30 Il campione dei soggetti intervistati va dai 20 ai 74 anni, ma è stata aggiunta la voce “Oltre” anche per gli utenti di età superiore. Come si nota dal grafico rappresentato, il 100% del campione si concentra nella fascia di età tra i 31 e i 63 anni, con una affluenza maggiore nella fascia di età 42-52. Questo sta ad indicare che le maggiori difficoltà economiche si concentrano nella fascia d’età che contraddistingue la piena maturità lavorativa e familiare delle persone ma mette in evidenza che i soggetti appartenenti alle fasce d’età 20/30, 64/74 e oltre sono quelli più difficilmente rintracciabili e forse meno disposti a ricorrere a sistemi di assistenza. 22 Grafico 8: distribuzione per sesso degli utenti. 100% 77% 23% TOT. Maschio Femmina Per quanto riguarda la composizione del campione analizzato, si può notare che il 77% di coloro che hanno effettuato richieste allo sportello del Microcredito è costituito da uomini, mentre il restante 23% è rappresentato da donne. La maggiore presenza di richiedenti maschi, dato in netto contrasto con l’anno 2013 (vedi tab.8), può essere dovuta ad una consapevolezza maggiore del genere maschile rispetto alla necessità di richiedere un aiuto economico, che ricade coerentemente con il ruolo di capofamiglia, e quindi di fonte principale di sostentamento delle famiglie. Ogni richiesta di aiuto non è più un’ammissione di incapacità nel ricoprire tale ruolo, e di conseguenza di aver disatteso le aspettative che esso genera, ma viene vista come risposta alla crisi economica attuale e quindi appare come “giustificata”. Aspetto importante da mettere in evidenza è che il 100% delle persone ascoltate dichiara di 23 avere un domicilio. Questo ed altri dati escludono casi di povertà cronica che conducono talvolta all’esclusione sociale. Tab.10: distribuzione per sesso degli utenti rivoltisi allo Servizio Microcredito nel 2012, 2013 e nel 2014. Anno 2014 CITTADINANZA F % Differenza % 2013 2012 % % rispetto al 2013 Maschi 20 77 +31 46 67 Femmine 6 23 -31 54 33 TOT. 26 100 100 100 Come descritto dal grafico riportato in basso, il campione analizzato è composto per il 73% da persone sposate, per il 19% da nubili/celibi, per il 4% da separati e per un ulteriore 4% da vedovi. Il dato del 73% di persone sposate conferma quello relativo alla fascia d’età di maggiore incidenza che, come riportato in precedenza, va dai 31 ai 63 anni. 24 Grafico 9: distribuzione per stato civile degli utenti. 100% 73% 19% 4% 4% 0% 0% Sposato Separato TOT. Divorziato Convivente Nubile/celibe Vedovo Obiettivo della Caritas di Nola è anche quello di indagare sulla percezione e sul livello di conoscenza che gli utenti hanno dei servizi messi a disposizione. Anche questo dato è stato pertanto oggetto di indagine. Il grafico di seguito riportato evidenzia l’ampia possibilità di ottenere informazioni esaustive e conoscenze adeguate di rimedi, legate all’aspetto comunitario della vita delle persone. I dati, infatti, confermano che il 42% è venuto a conoscenza dei servizi offerti dallo sportello del Microcredito tramite il parroco, il 35% tramite amici e il 23% ha invece avuto notizie dai familiari. Tutte categorie che evidenziano una grande efficacia della rete sociale dei soggetti presi in analisi. 25 Grafico 10: distribuzione per canale di conoscenza degli utenti. 100% 35% 42% 23% 0% 0% 0% Parroco Sito Internet Familiari Passaparola Altro TOT. Amici 26 Tab.11: distribuzione degli utenti rivoltisi allo Servizio Microredito per numero di componenti del nucleo familiare. % 1-3 46 4-7 54 8-11 0 TOT. 100% Rispetto alla composizione dei nuclei familiari, la tabella n.9 mostra chiaramente un distacco non rilevante dal punto di vista percentuale tra le famiglie composte da 1 a 3 componenti (46%) e le famiglie composte da 4 a 7 componenti (54%). Questa disparità minima tra le due percentuali porta a riflettere sul dato che la difficoltà economica che, a vario titolo, vivono attualmente le famiglie del nostro territorio non è una variabile correlata al numero dei componenti. Lo stesso dato trova conferma coerente, da un punto di vista percentuale, con quanto rappresentato dal grafico sotto riportato, dove ben il 65% delle persone/famiglie che accedono al servizio Microcredito ha una occupazione contro il 15% che è disoccupato. Da ciò si delinea un contesto sociale dove il dato di avere un’occupazione professionale non si configura più come “tranquillità economica” per sé stessi e per le proprie famiglie così come un tempo. 27 Grafico 11: distribuzione per condizione lavorativa degli utenti. 100 65 12 15 4 4 0 0 Occupato Disoccupato Casalinga Pensionato/a In cerca di prima occupazione Studente Inabile al lavoro TOT. Per quanto riguarda l’analisi delle distribuzioni di frequenza relative all’area di intervento dello sportello del Microcredito, al tipo di richiesta e alla finalità del prestito, emergono i seguenti dati: ben l’85% del campione ha richiesto il Prestito della Speranza, l’8% un Credito Sociale, il 29% e alla pari un 4% la richiesta al Fondo Antiusura e un finanziamento generale. Per quanto riguarda la finalità dell’intervento richiesto, è interessante evidenziare che il 69% dei richiedenti rientra nella categoria “Altro”, che comprende i debiti di gioco, l’indebitamento con usurai, il mantenimento della famiglia, l’acquisto auto e altre sottocategorie, alcune delle quali difficili da far emergere. Grafico 12: distribuzione per intervento richiesto dagli utenti. 28 100 85 4 4 0 8 Credito sociale Prestito della speranza Antiusura Microimpresa Finanziamento generale TOT. 29 Tab.12: finalità del prestito. 30 Valutazioni Dalle storie ascoltate in questi anni emerge una rassegnazione e una mancanza di prospettive che toglie il respiro a chi si rivolge allo Sportello del Servizio Microcredito. Ridare ossigeno a queste persone è la sfida dei prossimi anni in cui la politica, innanzitutto, deve assumersi la responsabilità di farvi fronte, intervenendo sul mercato del lavoro ed anche modificando i sistemi di protezione sociale oggi incapaci di dare una risposta ad ampie fasce della popolazione. Alcuni aspetti della crisi economica possono alimentarsi con la mancanza di conoscenza su determinati temi come l’economia, il consumo, il risparmio. Un’azione preziosa, in un momento di crisi, può essere quella di offrire occasioni di formazione su alcuni aspetti peculiari che hanno anche una valenza etica significativa. Fare credito in ambito sociale non è una semplice operazione finanziaria poiché quella economica è una delle aree potenzialmente critiche nella vita di un individuo e di un nucleo familiare sulla quale influisce non solo, come rapporto di causa/effetto, la condizione lavorativa, assistenziale o patrimoniale ma più in generale si riflettono problematiche affettive e relazionali, di dipendenza da sostanze, bisogni socialmente indotti e molto altro. La Caritas Diocesana di Nola intende promuovere una programmazione futura del Servizio di Microcredito che valorizzi sempre più i suoi principi di etica, di fiducia e di solidarietà qualificandolo in maniera costante quale strumento indispensabile per combattere l’esclusione sociale e favorire, di conseguenza, sulla scia del principio di sussidiarietà, la formazione di reti di cittadini attivi. Il macro-obiettivo è quello di favorire ed incentivare la cooperazione e l’integrazione locale favorendo la partecipazione degli operatori locali alla vita economica, sia delle famiglie che delle piccole imprese promuovendo, in tal modo, il benessere delle comunità locali come pure lo sviluppo economico, sociale e culturale delle stesse, esplicando un’attività imprenditoriale “a responsabilità sociale”, non soltanto finanziaria, al servizio dell’economia locale. 31 Il servizio nasce dalla volontà di creare uno strumento di riequilibrio sociale, rivolto al bene comune, al territorio e alle persone che lo vivono e lo rappresentano. Uno strumento a sostegno di persone seriamente intenzionate ad attivarsi per uscire da situazioni di difficoltà e riconquistare la propria autonomia di spesa. Uno strumento che vuole riconoscere e promuovere le capacità imprenditoriali di valore, in particolare nell’ambito etico-sociale. Ciò significa sostenere chi per condizione economica e sociale non può accedere ai canali tradizionali del credito. Non si tratta di erogazioni liberali ma di aiuti finalizzati alla costruzione di una qualità di vita più equa, solidale e dignitosa individualmente e collettivamente. Alla persona si chiede capacità di lavoro ed uso responsabile del denaro. In una comunità dove l’assistenza è pesantemente ridotta si possono concretizzare, e non solo ipotizzare, valori come la solidarietà e la responsabilità, anche attraverso l’uso del microcredito inteso come opportunità per chi sembra non averne più. Lavorare per il nostro territorio è anche questo. L’esperienza, l’unione delle forze, il lavoro di gruppo, la condivisione leale degli obiettivi sono il futuro della cooperazione e del credito di qualità e i risultati sono incoraggianti. Il lavoro condiviso, la volontà e la responsabilizzazione di tutte le parti coinvolte può rendere grande un piccolo progetto e questo in una società come la nostra può fare la differenza. 32 4. Un fenomeno allarmante: gli HOMELESS La Caritas Diocesana di Nola già da tre anni ha attivato nel periodo della stagione invernale interventi di “Emergenza freddo” per arginare la problematica del vivere in strada degli “homeless”, un vocabolo che descrive bene la palese condizione delle numerose persone senza fissa dimora. Per lo più invisibili agli occhi della società, gli homeless sono “ultimi” di una classifica, non ben delineata, di un’umanità spesso indifferente alla storia che questi hanno da raccontare, al passato che ha costretto tutti loro ad essere ai margini della realtà. A partire dall’anno 2013, al fine di incrementare e riqualificare gli interventi di emergenza freddo, la Caritas Diocesana ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa per il progetto “Emergenza inverno per i senza fissa dimora” con il Piano Sociale di Zona dell’Ambito N 23. L’iniziativa ha visto coinvolti: l’Ambito Territoriale Sociale N 23, la Caritas Diocesana di Nola, la Caritas parrocchiale della Chiesa Maria SS. del Carmine e l’Associazione Civitas. La proposta, pienamente accolta dai Sindaci dei 14 comuni aderenti all’Ambito N 23, ha avuto la finalità di fornire accoglienza notturna a persone di nazionalità italiana e straniera dimoranti da lungo tempo in Nola e negli altri 13 Comuni dell’Ambito Sociale N 23 per il solo periodo dei rigori invernali dicembre 2013 – marzo 2014; l’iniziativa è stata anche la possibilità di iniziare un processo integrato per lo sviluppo ulteriore di percorsi di aiuto, sostegno e accompagnamento sociale all’autonomia delle persone senza fissa dimora e di tutte le altre rientranti nell’Area della cosiddetta povertà, con l’apporto in rete di altri soggetti che perseguono tali finalità. Il dormitorio è stato inaugurato il giorno 14 marzo 2014, l’ingresso del primo ospite invece si è avuto il 1 aprile 2014. La creazione di tale Opera Segno è stata ispirata dall’esperienza di “Emergenza Freddo” che ha portato alla scoperta di diversi senza fissa dimora che vivono in maniera stanziale sul nostro territorio all’interno di strutture dismesse o abbandonate, l’opera nasce quindi con l’intento di dare una risposta al disagio abitativo che oggi, a seguito della crisi economica e della 33 conseguenziale perdita di sempre più posti di lavoro, investe una fascia sempre più ampia di persone. Il dormitorio è stato strutturato per consentire la permanenza notturna di 24 ospiti, di cui 5 donne, con un’area adibita all’ospitalità di un nucleo familiare composto da 4 persone. Nella fase progettuale la permanenza degli ospiti all’interno della struttura è stata prevista per l’arco di tempo 20.00/8.00 con l’ ingresso deciso attraverso il passaggio per un Centro Ascolto, che collabora in maniera sinergica con l’ufficio delle politiche sociali del comune. Centro Ascolto e Servizi Sociali regolano l’ingresso nella struttura ed avvalendosi del supporto dell’equipe ASL NAPOLI 3 SUD hanno come obiettivo quello di creare una struttura organizzativa finalizzata all’attivazione di momenti di tipo relazionale volti ad aiutare il soggetto e ad elaborare un percorso individualizzato di cambiamento dei comportamenti a rischio sociale. L’indigenza di questi soggetti è strettamente correlata all’esclusione sociale, il cui apice è rappresentato proprio dai senza fissa dimora, che assieme alla precarietà materiale hanno sperimentato la disgregazione degli affetti e la rottura di rapporti di aiuto e protezione, non godendo nemmeno di una rete sociale e relazionale in grado di sostenerli adeguatamente. Inoltre a causa delle loro difficoltà personali fanno fatica anche a reperire o utilizzare le risorse presenti sul territorio. In questa fase iniziale il poter contare sulla collaborazione di medici, appartenenti all’equipe ASL, ci ha molto aiutato nel fornire l’assistenza medica di base e soprattutto nel poter indirizzare e guidare gli ospiti del dormitorio, nei casi in cui si è presentata la necessità, verso le strutture sanitarie presenti sul territorio. Inoltre grazie alla loro collaborazione possiamo attivare, presso il Sert di Pomigliano D’Arco, dei percorsi riabilitativi di disintossicazione dall’abuso di sostanze, in cui sono stati inseriti diversi utenti delle nostre Opere Segno, in particolar modo per cercare di risolvere i loro problemi di dipendenza dall’alcol. In questo primo semestre di attività all’interno della struttura sono state ospitate cinquanta persone di cui 18 donne e 32 uomini e fra questi vi sono alcuni casi che usufruiscono di un trattamento h24, in quanto le necessità relative al loro stile di vita o le loro particolari condizioni 34 fisiche non li rendevano compatibili con gli orari canonici del dormitorio, ossia 20:00/8:00. L’analisi dei dati sin qui raccolti ci incoraggia nel perseguire la strada della presa in carico in quanto solo l’ 11% degli ospiti che abbiamo accolto ha rifiutato tale tipo di percorso, per il 33% di essi il processo di presa in carico ha prodotto dei risvolti positivi, per il 36% il processo di presa in carico è ancora in corso, mentre il 20% degli ospiti di questo primo semestre ha utilizzato la struttura come luogo di transito nel passaggio da un’esperienza lavorativa ad un’altra. Alla luce di questi dati, nasce in noi la motivazione di migliorare e potenziare il livello di presa in carico, anche se tuttavia è opportuno considerare che le risorse umane di cui disponiamo sono abbastanza limitate. 35 I numeri dell’accoglienza Descriveremo di seguito la distribuzione della popolazione accolta presso il Centro in relazione a specifici aspetti, ne riprenderemo successivamente alcuni e li approfondiremo, anche attraverso un’analisi della correlazione fra variabili. Il Dormitorio è stato inaugurato a Marzo ma i primi accessi sono avvenuti durante il mese di Aprile che, come si nota dal grafico sotto esposto, ha avuto la maggiore affluenza come periodo temporale (ben il 59%). Grafico 13: Numero accessi in base all’intervallo temporale mensile. Numero accessi in base all'intervallo temporale mensile 100 59 29 12 0 0 Gennaio-Marzo Aprile-Giugno Luglio-Settembre Ottobre-Dicembre Vuota TOT. 36 Come si nota dai grafici sotto rappresentati, durante il primo anno di apertura, il Dormitorio ha avuto 49 ospiti, di questi il 63% erano uomini e il 37% donne. Per quanto riguarda l’età, la maggiore affluenza è compresa nella fascia d’età che va dai 31 ai 52 anni (70%). Grafico 14: Numero di accessi in base al sesso del richiedente. Numero di accessi in base al sesso del richiedente 100 63 37 TOT. Maschio Femmina 37 Grafico 15: Numero di accessi in base all’età del richiedente. Numero di accessi in base all'età del richiedente 100 0 TOT. 0 Non dichiara 53-63 31-41 20-30 Minorenni 42-52 6 4 2 64-74 18 Oltre 37 33 Per quanto riguarda la nazionalità, il 33% degli ospiti del primo anno di attività del Dormitorio è italiano e il 65% straniero. 38 Grafico 16: Numero di accessi in base alla cittadinanza dei richiedenti. Numero di accessi in base alla cittadinanza del richiedente 100 65 TOT. 0 Non dichiara Italiana Apolide 0 Non italiana 2 Doppia cittadinanza 33 39 Relativamente alla condizione lavorativa, l’84% degli ospiti è disoccupato, il 55.2% lo è da lungo tempo e il 36.9% da breve tempo, per un periodo cioè inferiore ai 3 mesi. Infine, 2 ospiti hanno l’invalidità e un ospite non lavora perché studente. Con le informazioni ricevute dagli operatori dei servizi Caritas, si è approfondito il dato legato alle persone che lavorano, in quanto ci si è chiesti il motivo per cui non sono state prese in considerazione delle alternative alloggiative rispetto al Dormitorio. Al di là della precarietà di chi lavora in nero e non ha, di conseguenza, un’entrata certa per pagarsi un affitto o un posto in un’altra struttura, gli altri ospiti che hanno entrate più regolari, a causa di altri disagi, faticano a gestire autonomamente una propria casa o ad accettare percorsi di accompagnamento in altre strutture. 40 Tab.13: distribuzione percentuale degli ospiti in base alla Condizione Professionale. % Occupato/a 8 Disoccupato/a 84 In servizio civile 0 Casalinga/o 2 Studente 2 Inabile al lavoro 2 Altro 2 TOT. 100 Relativamente allo stato civile, il gruppo più numeroso è rappresentato dalle persone coniugate (46%), dagli ospiti celibi/nubili (30%), seguiti (31.8%), la maggior parte delle quali è straniera, da separati e divorziati (rispettivamente il 10% e l’8%) e infine dai vedovi (2%). 41 Tab.14: Numero di accessi in base allo stato civile degli ospiti. % Sposato 46 Divorziato 8 Nubile/celibe 30 Separato 10 Convivente 4 Vedovo 2 TOT. 100 I grafici di seguito riportati dati evidenziano la scarsità di relazioni familiari e la situazione di solitudine in cui vivono molti ospiti che tanto cerca di essere colmata dai volontari attraverso il coinvolgimento alle attività “normali” di gestione della vita del Dormitorio e quelle “straordinarie” legate ad eventi/occasioni particolari come, in questo periodo, le festività natalizie con laboratori di tipo manuale-ricreativo. Anche quando le persone hanno legami stretti, come quello coniugale nel caso di tanti stranieri, a causa della lontananza la situazione si caratterizza per l’assenza di legami forti nella quotidianità. Anche la scarsa presenza di persone che sono state accolte insieme a familiari testimonia quanto appena evidenziato. Chiaramente la mancanza di una rete di supporto familiare è una delle ragioni che portano le persone a richiedere alloggio al Dormitorio. 42 Grafico 17: distribuzione dei legami di convivenza dei richiedenti. Coniuge/partner convivente del richiedente 100 50 40 10 TOT. Non dichiara NO SI 43 Grafico 18: distribuzione del numero di conviventi dei richiedenti. Numero di conviventi del richiedente 100 92 0 8 TOT. da 8 a 11 da 4 a 7 da 1 a 3 44 Grafico 19: distribuzione dei figli conviventi dei richedenti. Figli conviventi del richiedente 100 60 40 TOT. No Si 45 Grafico 20: distribuzione del numero di figli in patria dei richiedenti. Numero figli rimasti in patria del richiedente 100 93 0 7 TOT. DA 8 a 11 Da 4 a 7 Da 1 a 3 Per quanto concerne il titolo di studio, il 37% degli ospiti ha la licenza media, il 35% una qualifica professionale, il 14% un diploma di scuola media superiore, sono poco più del 6% coloro che hanno solo la licenza elementare. Nessun ospite è laureato. 46 Grafico 21: distribuzione del numero di accessi in base al livello di istruzione dei richiedenti. Numero di accessi in base al livello di istruzione del richiedente 100 37 35 14 4 0 2 6 2 Analfabeta Media inferiore Licenza media superiore Laurea TOT. Elementare Qualifica Diploma universitario Non dichiara 47 Tab.15: Distribuzione modalità di conoscenza del dormitorio. % Comune 18 Parrocchia 6 Familiari 0 Amici 58 Passaparola 0 Altro 8 Non dichiara 10 TOT. 100 A differenza di quelle familiari, le relazioni amicali, come dimostrato dai dati rappresentati dalla tab.315, assumono una grande rilevanza nella vita degli ospiti, tanto che risultano essere gli “amici” il principale canale di conoscenza/informazione relativa al Dormitorio. 48 Conclusioni La Caritas ha deciso di potenziare il proprio Osservatorio Diocesano (OPR) per renderlo un strumento di riflessione a disposizione di tutto il territorio. Iniziamo, con grande semplicità, a rendere pubblica la rielaborazione di alcuni dati, frutto dell’osservazione dei bisogni e delle risorse della realtà diocesana. L’analisi dei dati presentati in questo piccolo opuscolo curato dall’Osservatorio della Caritas Diocesana di Nola è testimonianza tangibile di quanto la conoscenza costante dei bisogni territoriali è indispensabile sia per un’adeguata programmazione degli interventi, sia per il monitoraggio e la valutazione dei servizi offerti, in maniera tale che siano quanto più possibile risposta concreta alle povertà del territorio. L’Osservazione dei bisogni territoriali ci porta a prefiggerci un’ardua sfida, il raggiungimento di tre obiettivi, sperando di coinvolgere nel progetto gli enti e le associazioni che hanno interesse e sono impegnati nelle problematiche sociali. In sintesi presentiamo i tre obiettivi dell’OPR, a cui seguono elaborazioni e commenti dei dati raccolti nell’anno 2014: 1. Strumento per la conoscenza delle situazioni al fine di favorire la riflessione e l’elaborazione delle scelte pastorali diocesane e per l’ indicazione di nuovi bisogni e nuovi servizi. a) Offerta di uno strumento capace di fotografare in maniera puntuale, efficace e veloce le situazioni di marginalità (e non solo) con cui veniamo in contatto. b) Estrapolazione in linea dei dati per area tematica, per servizio: questa funzionalità permette di disporre dei dati degli interventi fatti filtrare per area di rilevanza e tipologia di intervento. 2. Strumento di comunicazione e di relazione tra le parrocchie e la Caritas diocesana ai fini del coordinamento dei Centri di Ascolto e dei servizi di risposta ai bisogni. 49 a) Creazione di un percorso di accompagnamento alle parrocchie: strutturazione capillare dei CdA che facciano uso dello strumento di raccolta dati al fine di costruire per le parrocchie un tavolo di scambio per un più facile accesso ed un miglior utilizzo della rete diocesana. b) Costruire reports significativi per le parrocchie al fine di educare i centri di ascolto a periodiche verifiche dell’andamento dei servizi e a fornire alle Caritas parrocchiali le necessarie analisi del territorio per sviluppare linee pastorali coerenti. 3. Strumento da mettere a disposizione del territorio e degli enti preposti ai servizi ai cittadini per l’elaborazione e la proposta di politiche sociali. a) Rendere disponibili i dati e le osservazioni emerse dall’osservatorio delle povertà e risorse in un’ottica di lavoro di rete a livello locale. b) Verificare la possibilità di integrazioni con le rilevazioni degli Enti preposti al sociale per costruire insieme tavoli di analisi e proposta per le politiche sociali. Un ringraziamento doveroso per la collaborazione attiva e proficua con l’equipe dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse delle responsabili dell’Area Comunicazione, dei Responsabili e degli operatori e volontari tutti dei servizi enunciati in questo opuscolo che con competenza amorevole lavorano ogni giorno per qualificare e potenziare l’impegno della Caritas Diocesana di Nola verso i poveri, verso la Chiesa e l’intera comunità e senza i quali questo opuscolo non sarebbe potuto nascere. L’equipe Osservatorio Povertà e Risorse 50 51