Il Corriere delle Poste SLP CISL Periodico Regionale dell’SLP CISL Lombardia SLP CISL Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 DCB Milano SICUREZZA: METTIAMOLA AL PRIMO POSTO! A cura di: Segreteria Regionale SLP CISL Lombardia Coordinamento Quadri SLP CISL Lombardia INDICE 1. Il nuovo D. Lgs. 81/08 Le novità 1.1 Le figure specifiche 1.2 Il preposto 1.3 Gli RLS pag. 4 2. Il preposto in Poste Italiane pag. 10 PREVENZIONE Sintesi dei compiti 2.1. Rimozione dei materiali 2.2. Pulizia ufficio 2.3. Manutenzioni 2.4. Uscite di emergenza 2.5. Antincendio 2.6. Prevenzione 2.7. Divieto di fumo 2.8. Cassetta pronto soccorso 2.9. Dpi 2.10. Documentazione 2.11. Amianto 2.12. Informazione 2.13. Segnalazioni 2.14. Situazioni di pericolo grave 2.15. Il colpo di calore 2.16. Segnaletica pag. 10 SICUREZZA I Manuali 2.17 Il rischio rapina 2.18 Sicurezza degli UP 2.19 Consegna chiavi IN CASO DI SCIOPERO 2.20 Banconote false pag. 20 3. La Privacy pag. 28 4. Lo Stress Lavoro-Correlato pag. 30 5. Il Mobbing pag. 35 Questa la segnaletica utilizzata per evidenziare aree di responsabilità e consigli pratici per evitare “scivoloni". PREFAZIONE nche in termini di Prevenzione e Sicurezza, direttive comunitarie, leggi nazioA nali, regolamenti e codici aziendali, delineano un quadro normativo in cui è difficile orientarsi. Il recente Decreto Legislativo 81/2008 ha avviato un processo di riorganizzazione profonda della normativa, ponendosi come obiettivo un'armonizzazione coerente di tutte le disposizioni vigenti insieme a nuove forme di prevenzione, attente alle esigenze e realtà del mutato sistema produttivo e dei cambiamenti della popolazione lavorativa. La nuova legislazione rafforza inoltre la responsabilità e la rilevanza del PREPOSTO (insieme a quella del dirigente), prevedendo un obbligo formativo specifico ed un significativo innalzamento delle sanzioni penali. Dinanzi alla delicatezza ed importanza di questa figura, la Segreteria Regionale Slp-Cisl insieme al Coordinamento Quadri prosegue con questa pubblicazione l'impegno assunto da tempo nello svolgere anche una funzione preventiva nei confronti dei colleghi, offrendo una lettura delle norme dalla parte dei "responsabili". Contiamo sul fatto che uno strumento professionale sull'argomento in questione (ma anche su Privacy e Mobbing), realizzato con un linguaggio semplice e di rapida consultazione, contribuisca a delineare una maggiore consapevolezza del ruolo e quindi una protezione contro i possibili incidenti di percorso durante lo svolgimento dell'attività lavorativa. Nel precedente opuscolo dedicato al Settore Commerciale di Poste Italiane, abbiamo trattato altri importanti ambiti di responsabilità, maggiormente collegati all'attività commerciale (Mifid, Antiriciclaggio, Responsabilità Amministrativa) tuttavia molti colleghi operanti in quel settore sono investiti anche delle responsabilità di Preposto per la Sicurezza e pertanto i due opuscoli si possono considerare fra loro complementari. La finalità con la quale presentiamo questa pubblicazione è quindi quella di fornire un utile contributo a tutti gli iscritti, con particolare riguardo ai lavoratori chiamati alle responsabilità di Preposto. Il Segretario Regionale Giuseppe Marinaccio Sicurezza: mettiamola al primo posto! IL DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 L’idea fondante dell’intero nuovo Decreto Legislativo è quella della centralità e determinanza del processo di valutazione dei rischi e del documento corrispondente (DVR). La valutazione dei rischi non è certo una novità, ma l’operazione innovativa svolta dal legislatore è stata quella di delineare un modello di intervento coerente e sistemico che vede nell’analisi dei rischi, il cardine centrale sul quale andare a far convergere tutte le azioni e i comportamenti dei soggetti aziendali al fine di realizzare una migliore prevenzione per i lavoratori e le lavoratrici in azienda. Il processo di analisi segue un processo che parte dalla componente umana, impegnata in azienda, secondo un’ottica di tipicità data dalle risorse umane impiegate e prevedendo elementi potenziali di rischio a carattere trasversale quali: le differenze di genere,l’età, la provenienza da altri paesi. Inoltre tiene conto anche delle modalità organizzative e delle condizioni di lavoro previste. Le novità a nostro avviso, più interessanti, perché rappresentano un decisivo salto di qualità, sono le seguenti: l’obbligo di valutazione dei rischi rappresentati da condizioni di stress lavoro-correlato; l’obbligo di valutazione dei rischi alla luce delle differenze di genere; l’obbligo di programmazione degli interventi di prevenzione tenendo anche conto dell’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro. Il legislatore ha tenuto conto del principio di benessere in azienda come condizione necessaria affinché si riducano le malattie psichiche generate da ambienti di lavoro malsani, nel rispetto dell’Accordo Europeo sullo stress da lavoro, ha considerato le significative presenze di lavoratrici in molti ambiti di lavoro e, per la prima volta si è attestato che rappresentano potenziali fattori di rischio anche gli orari di lavoro, le trasformazioni aziendali e le …pressioni commerciali. 1- L E FIGURE SPECIFICHE Le cinque figure previste espressamente con ruoli, mansioni e responsabilità, sono le stesse della normativa precedente: 4 Sicurezza: mettiamola al primo posto! il Datore di Lavoro il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione il Medico Competente il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza i Lavoratori Fra queste ci sono anche le figure del dirigente e del PREPOSTO (nelle diverse accezioni di capo-ufficio, capo-reparto, capo-area, e di chiunque agisca e venga considerato dall’azienda, parificabile in base all’attività svolta anche senza averne formalmente il ruolo e la retribuzione). Per queste due figure, che si differenziano per il potere decisionale autonomo da parte del dirigente, non previsto per il PREPOSTO al quale sono richieste solo funzioni di vigilanza e di controllo, il legislatore ha previsto un obbligo formativo adeguato ed un significativo innalzamento delle funzioni penali, ritenendole figure di rilevanza “nodale” all’interno del sistema. 2 - I L P REPOSTO "Il preposto è, nell’impresa, colui che sovrintende alle attività cui siano addetti i lavoratori subordinati anche con il compito di vigilare e pretendere che i lavoratori si avvalgano delle misure di sicurezza fornite dall’imprenditore. Il preposto svolge quindi compiti di controllo e sorveglianza, con corrispettivi poteri organizzativi e disciplinari"….e conseguenti assunzioni di responsabilità. Dal punto di vista normativo prevenzionale, il concetto di Preposto è alquanto indefinito poiché non si riferisce ad una specifica qualifica e mansione. In Poste Italiane sono nominati preposti tutti i Responsabili d’Ufficio e dei Centri di Distribuzione e Recapito. Recentemente l’Azienda ha individuato i Capi-Squadra quali preposti dei 5 Sicurezza: mettiamola al primo posto! PDD, indicando però, al momento, solo le procedure di massima, senza formale attribuzione del ruolo. La definizione contenuta nel D.Lgs. 81/08 è la seguente: “persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;”(Art. 2). Il ruolo di fatto Si realizza qualora, anche senza formale attribuzione di incarico, al dipendente viene chiesto di recitare uno specifico ruolo organizzativo in azienda. Tale responsabilità viene meno se il Preposto è personalmente impegnato nell’esecuzione di lavori da lui normalmente sorvegliati. Quindi può essere sia un lavoratore esperto che uno inesperto purché gli competa il dare direttive e impartire ordini e purché tale attività sia nota e riconosciuta dal datore di lavoro (es. Capo squadra o Capo turno) Il preposto ha il compito di attuare le misure di sicurezza e le procedure impartite dal datore di lavoro, di vigilare sulla loro esecuzione e di segnalare ai diretti superiori eventuali problemi applicativi. Ci si rifà all’Art.19 D.Lgs. 81/08 “Obblighi del Preposto” per le attività di sovrintendenza (impartire ordini e istruzioni per regolare il lavoro altrui) e per l’attività di controllo (ne consegue potere organizzativo e disciplinare). Rispetto alla normativa precedente il D.Lgs 81 introduce, fra le altre, le seguenti novità in merito alla figura del Preposto: La responsabilità Le responsabilità derivano dall’Art. 19 del D.Lgs 81/08. Il Preposto rappresenta “l’occhio” del datore di lavoro e del dirigente sul posto di lavoro. Se tale attività non è svolta in modo adeguato è anch’esso responsabile in caso di infortunio e/o insorgenza di malattia professionale. Il Preposto è “l’ultimo scalino” della gerarchia delle responsabilità di prevenzione e protezione. Prima di lui ci sono datore di lavoro e dirigenti. Grava sul Preposto l’obbligo di verificare e segnalare le deficienze dei mezzi e degli strumenti e di impedire l’uso di quelli che, per qualsiasi motivo, sono pericolosi per l’incolumità del lavoratore che li manovra. Se non lo fa tiene un comportamento colposo. 6 Sicurezza: mettiamola al primo posto! Art. 19 D.Lgs. 81/08 - Obblighi del preposto 1. In riferimento alle attività indicate all’articolo 3, i preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono: a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti; b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato; f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta; g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37. Le Sanzioni L’Art. 56 D.Lgs.81/08 definisce le sanzioni previste per i Preposti “puniti nei limiti dell’attività alla quale sono tenuti in osservanza degli obblighi generali di cui all’art.19": a) con l’arresto da uno a tre mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione dell’art. 19, comma 1, lettere a),e), f); 7 Sicurezza: mettiamola al primo posto! b) con l’arresto sino a un mese o con l’ammenda da 300 a 900 euro per la violazione dell’art.19, comma1, lettere b),c),d); c) con l’ammenda da 300 a 900 euro per la violazione dell’art.19, comma 1, lettera g). La novità rispetto alle norme precedenti è il distinguo tra Preposto e Datore di Lavoro/Dirigente. La Formazione L’Art. 37 D.Lgs 81/08 al punto 7, definisce l’obbligo di formazione anche per i Preposti. Il quadro normativo di riferimento PRINCIPI COSTITUZIONALI CODICE PENALE CODICE CIVILE D.Lgs 81/08 (che sostituisce il D.Lgs. 626 e successive integrazioni) La responsabilità penale: art. 40 cp rapporto di causalità Nessuno può essere punito per un fatto previsto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende l’esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione. Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo. art. 43 cp elemento psicologico del reato Il delitto è doloso (…) quando (…)è dall’agente provveduto e voluto come conseguenza della propria azione od omissione; è colposo (…) quando l’evento (…) non è voluto dall’agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per in osservazioni di leggi, regolamenti, ordini o discipline. art. 437 cp rimozione od omissione dolosa di cautele o difese contro disastri od infortuni sul lavoro Chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se dal fatto deriva un disastro od un infortunio, la pena è della reclusione da tre a dieci anni. 8 Sicurezza: mettiamola al primo posto! 3- L A FUNZIONE DEGLI RLS Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza è una delle figure della prevenzione in azienda. L’elezione degli RLS è un diritto dei lavoratori la cui rinuncia rappresenta una perdita del potere di interlocuzione con l’azienda sui temi della salute e della sicurezza. Le segnalazioni e le proposte degli RLS contribuiscono alla stesura dei Codici Etici e dei Protocolli di Responsabilità Sociale d’impresa. Il momento di confronto formale con l’azienda è la riunione periodica a livello nazionale e territoriale (OPN e OPR). ELEZIONI RSU/RLS 11 NOVEMBRE 2008 Risultati Lombardia 9 Sicurezza: mettiamola al primo posto! IL PREPOSTO IN POSTE ITALIANE PREVENZIONE SINTESI DEI COMPITI DEL PREPOSTO (da Istruzione operativa di sicurezza - 2001) 1. Mantenere in ordine i luoghi di lavoro anche richiedendo la rimozione dei materiali non utilizzati; 2. Vigilare sulla corretta applicazione, da parte della ditta appaltatrice, del contratto di pulizia; 3. Effettuare, ovvero richiedere al proprio dirigente, l’esecuzione di manutenzioni o sostituzioni di parti strutturali usurate o danneggiate.(infissi, illuminazione, pavimenti, intonaci, ecc) 4. Controllare che le vie d’uscita d’emergenza siano mantenute sgombre e facilmente utilizzabili; 5. Controllare l’accessibilità dei mezzi antincendio e lo stato di conservazione della segnaletica d’emergenza; 6. Vigilare sulle operazioni semestrali di verifica degli estintori e degli altri eventuali sistemi di prevenzione e protezione dagli incendi; 7. Far osservare il divieto di fumo; 8. Verificare che il contenuto della cassetta di pronto soccorso sia completo ed efficiente; 9. Dotare il personale dei dispositivi di protezione individuale prescritti (DPI). 10. Raccogliere e custodire i documenti relativi alla sicurezza; 11. Vietare forature e abrasioni negli uffici contenenti amianto; 12. Assicurare un’adeguata informazione ai lavoratori; 13. Segnalare ai superiori comportamenti scorretti o disfunzioni del sistema di prevenzione; 14. Provvedere alla messa in sicurezza delle zone interessate da situazioni di pericolo grave ed immediato ed effettuare, o richiedere al proprio dirigente, i necessari interventi di ripristino. 10 Sicurezza: mettiamola al primo posto! Vediamoli nel dettaglio: 1- RIMOZIONE DEI MATERIALI E MOBILI OBSOLETI Per non incappare nella mancata osservanza e le conseguenti sanzioni dell’art.19 D.Lgs.81/08, basta seguire alcuni accorgimenti. Abituarsi periodicamente ad ispezionare il luogo di lavoro piccolo o grande che sia, disfarsi di eventuali materiali inutili: vecchi mobili, sacchi che non si usano, stampati che dopo la regolare tempistica di giacenza non vengono mandati al macero, cartucce per stampanti e fotocopiatrici, ecc. Disfarsene significa avere meno accumulo di polvere ambienti più facili da pulire, meno pericolo e responsabilità nel caso di incendi e meno rischi d’infortuni nel caso qualcuno ci vada ad inciampare. Escluso hardware e qualche mobile immatricolato dato in carico all’Ufficio, il compito di smaltimento è dell’impresa di pulizia come da capitolato. 2- PULIZIA UFFICIO Il PREPOSTO è tenuto al controllo dell’attività dell’impresa di pulizie all’interno del proprio ufficio, affinché i luoghi di lavoro abbiano le caratteristiche di sicurezza igienica, decoro e confort previsti. La verifica si effettua sulla base dei capitolati, specifici per ciascuna tipologia d’ufficio, e reperibili in Intranet: per eventuali problemi richiederne copia ai Responsabili di Filiale. Il capitolato riporta le prestazioni standard minime richieste suddivise per periodicità degli interventi: giornalieri, settimanali, mensili, trimestrali e semestrali. La valutazione della qualità del servizio rispetto agli obiettivi fissati dal capitolato, si esplica attraverso il monitoraggio della qualità percepita dal cliente interno. Viene rilevata mensilmente in procedura WEB. è importante che le valutazioni siano corrispondenti alla reale situazione del servizio al fine di consentire azioni per il recupero della qualità da parte di Poste Italiane. Ed evitare addebiti di responsabilità. All’impresa di pulizie fa capo altresì tutta la gestione dei rifiuti quotati, speciali pericolosi e non pericolosi. 11 Sicurezza: mettiamola al primo posto! Nella categoria dei rifiuti nocivi rientrano a titolo non esaustivo i seguenti: Solventi Coloranti Vernici Lampade a scarica Componenti elettrici/elettronici Batterie esauste Cartucce/toner Oli minerali e vegetali esausti Accumulatori al piombo Per lo smaltimento dei rifiuti speciali è prevista in capo all’assuntore dell’appalto una speciale autorizzazione sottoposta all’iscrizione all’Albo Nazionale delle Imprese che effettuano la gestione dei rifiuti, ai sensi dell’art.30 del D. Lgs. 22/97. Ogni ufficio deve essere dotato di un registro di carico/scarico vidimato dall’Ufficio Registro Bollo della Provincia che deve contenere le annotazioni relative alla movimentazione dei rifiuti, con numerazione progressiva. 3- MANUTENZIONI La richiesta periodica delle manutenzioni di apparecchiature e mezzi è in capo al PREPOSTO, che deve eventualmente richiedere l’esecuzione di manutenzioni nei locali o per i mezzi in dotazione, o sostituzioni di parti strutturali usurate o danneggiate (es. sistemazione infissi, sostituzione apparecchi di illuminazione, pulizia filtri dell’aria, ripristino di intonaci o pavimenti danneggiati, ecc). 4- USCITE DI EMERGENZA Il PREPOSTO controlla che le vie e le uscite di emergenza siano mantenute sgombre e facilmente utilizzabili. È importante che vengano visibilmente segnalate. 12 Sicurezza: mettiamola al primo posto! 5- PREVENZIONE INCENDI Va periodicamente controllata l’accessibilità dei mezzi antincendio e lo stato di conservazione della segnaletica di emergenza. È necessario inoltre vigilare sulle operazioni semestrali di verifica degli estintori e degli altri eventuali sistemi di prevenzione e protezione dagli incendi. 6- PREVENZIONE Il preposto vigila sul rispetto da parte dei lavoratori delle misure comportamentali indicate nelle procedure operative di sicurezza e sul corretto utilizzo delle attrezzature. Sorveglianza sanitaria: prevede controlli periodici per i rischi professionali. 1. 2. 3. 4. 5. Movimentazione Manuale dei Carichi Videoterminalisti Lavoro notturno Esposizione ad agenti chimici Esposizione al rumore Il preposto vigila sul rispetto della periodicità sollecitando i controlli previsti. Non assegnare a lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento compiti che prevedano l’utilizzo di sostanze chimiche pericolose lavoro notturno esposizione al rumore movimentazione manuale di carichi compiti o posizioni affaticanti 7- DIVIETO DI FUMO Trova applicazione in tutti i locali, non solo quelli pubblici, per tutto il personale di Poste Italiane, per i clienti e visitatori occasionali. Rientra nella tutela dei non fumatori. 13 Sicurezza: mettiamola al primo posto! I compiti del PREPOSTO sono: verificare l’esposizione della segnaletica richiamare formalmente i trasgressori proporre i provvedimenti disciplinari previsti dall’art.53 CCNL segnalare ai Pubblici Ufficiali i casi di inottemperanza al richiamo. 8- CASSETTA PRONTO SOCCORSO Il PREPOSTO deve verificare periodicamente (ogni tre mesi) il contenuto del pacchetto di medicazione e provvedere al reintegro/sostituzione dei prodotti esauriti o scaduti. La cassetta deve essere posizionata in luogo accessibile e facilmente individuabile. CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE (D.M. 15.7.03 n. 388 Allegato 2) Guanti sterili monouso (2 paia). Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1). Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1). Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1). Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3). Pinzette da medicazione sterili monouso (1). Confezione di cotone idrofilo (1). Confezione di cerotti di varie misure pronti all’uso (1). Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1). Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1). Un paio di forbici (1). Un laccio emostatico (1). Confezione di ghiaccio pronto uso (1). Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1). Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza. 9- DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DPI scaturiti dal DVR Sono attrezzature destinate ad essere indossate dal lavoratore per proteggerlo contro i rischi che ne possono minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro. 14 Sicurezza: mettiamola al primo posto! Il preposto deve vigilare sul loro uso da parte dei lavoratori, provvedere all’eventuale sostituzione, custodire le attestazioni di consegna dei DPI e delle relative istruzioni, sottoscritte dai lavoratori. 10- DOCUMENTAZIONE Prima di tutto è importante ricordare tutti i documenti che devono essere conservati sul luogo di lavoro. Ogni verifica interna o ispezione ASL parte infatti da lì, e la loro raccolta chiara e ordinata non solo è di evidente aiuto al DUP, ma orienta già in un certo modo l’atteggiamento di chi esegue il controllo. Il documento fondamentale è il Fascicolo ISL (Igiene e Sicurezza sul Lavoro), costituito da diverse e numerose schede (indice: ISL 36). L’allegato 1 elenca tutte queste schede, distinguendo tra quelle che vanno custodite nell’Unità Produttiva e quelle che vanno conservate nel Luogo di lavoro: tali luoghi, nel caso dell’Ufficio Postale, coincidono. 1) La prima parte (indicata come A) contiene i documenti basilari, costituiti dai D.V.R. (Documenti di Valutazione del Rischio), distinti tra quelli per dipendenti (impiegati, portalettere) e quelli per lavoratori esterni (ISL 28). Dai DVR discendono i P.O.S. (Piani Operativi per la Sicurezza), che dettano tutte le norme da seguire per evitare infortuni. Una documentazione a parte specifica è prevista per la prevenzione Incendi e per i luoghi di lavoro ove sia presente Amianto (ISL 13 E ISL 15: vedi scheda a parte). Alla tutela dei dipendenti handicappati è rivolta la disposizione ISL 29. La raccolta delle firme per presa visione di tali documenti è fondamentale: su tale aspetto torneremo più tardi. 2) La seconda parte del fascicolo (B) è costituita dalle Procedure di emergenza, ma comprende anche i Piani F.I.A. (Formazione, Informazione e Addestramento, ISL 19), la Gestione delle Emergenze (ISL 12) e la composizione delle Squadre di emergenza, le lettere di Nomina, i Verbali delle riunioni di formazione, delle verifiche periodiche (distinte tra giornaliere, settimanali, mensili). I temi trattati in sede di FIA sono il Pronto Soccorso, il Rischio Incendio, il Divieto di Fumo, ma anche argomenti di stretta attualità come il rischio 15 Sicurezza: mettiamola al primo posto! Antrace (al tempo della più forte minaccia terroristica), o il rischio S.A.R.S. (quando vi fu l’epidemia in Asia). È la parte più soggetta a continui aggiornamenti. 3) La terza parte (C) del fascicolo ISL riguarda i Libretti di collaudo degli impianti, le Dichiarazioni di conformità (messa a terra: ISL 6; elettrica, messa a terra, impianto gas), le Schede tossicologiche dei prodotti usati (toner delle stampanti, oli lubrificanti dei ciclomotori), i Libretti di manutenzione e uso dei macchinari (calcolatrici, computer, compreso gli schermi antiriflesso, ciclomotori, apparati più complessi). Infine, vi sono i documenti da tener sempre in vista (e non solo a disposizione), come la segnaletica (Cosa fare in caso di incendio/terremoto - Uscite di emergenza - Vie di fuga - Estintori - Divieto di Fumo), i nominativi dei Responsabili della catena della sicurezza (Datore di lavoro, Dirigente responsabile, Referente Servizio Prevenzione, Preposto), i numeri telefonici di emergenza (ISL allegato F). 11- AMIANTO Alcuni PREPOSTI sono nominati anche “Responsabili per l’Amianto” se il luogo operativo rientra nelle liste di uffici con presenza di amianto (MCA). Le attività ordinarie del PREPOSTO sono le seguenti: vietare qualsiasi intervento che vada ad intaccare i Materiali Contenenti Amianto presenti nella sede di lavoro, anche manomissioni di lieve entità, come praticare un foro. informare i lavoratori dell’ufficio sulla presenza e ubicazione dei MCA e sui rischi connessi all’esposizione a fibre di amianto, mediante la consegna dell’opuscolo informativo. Va conservata ricevuta scritta dell’avvenuta consegna, l’opuscolo va consegnato al personale di nuova applicazione e alle ditte chiamate ad operare nell’immobile vigilare sull’esecuzione di interventi di manutenzione e che i lavoratori non alterino l’integrità delle strutture MCA con comportamenti non permessi la vigilanza deve ovviamente essere estesa anche alla sala pubblico segnalare ogni danno (crepe, abrasioni e fori) anche di piccola entità verificare la presenza delle etichette adesive di avvertenza apposte di regola sulle strutture MCA nei casi di danni di grave entità (atti vandalici, rapine con danno alle strutture, ecc.) che comportano fratture e frammenti di materiale di dimensio16 Sicurezza: mettiamola al primo posto! ne rilevante, dovrà allontanare il personale operante chiudendo i locali o la sede di lavoro, dandone tempestiva informazione al Dirigente Responsabile e al PPPT. 12- INFORMAZIONE E FORMAZIONE Le attività di informazione e formazione sono elementi importantissimi della prevenzione. Sono attività che competono principalmente all’azienda, ma in forma diversa, anche al preposto che deve dare tutte le informazioni necessarie alla sicurezza e prevenzione ai subordinati del processo lavorativo che presiede L’informazione ai lavoratori avviene principalmente attraverso la consegna ai lavoratori delle procedure operative di sicurezza redatte dall’Azienda per tutte le tipologie di lavoro (portalettere, sportellisti, lavorazioni interne, addetti esterni, ecc.) per i diversi luoghi di lavoro, per l’uso di attrezzature particolari. Vengono distribuite ai lavoratori ritirandone firma di avvenuta consegna. Per quanto riguarda la raccolta e la conservazione delle firme dei lavoratori al momento della consegna dei vari documenti vi sono due possibilità, sulla base di considerazioni varie, quali il numero di addetti, l’esistenza di cartelle personali, ecc. a) Fare firmare ai lavoratori sugli originali dei singoli documenti e conservarli nei fascicoli; b) Conservare nella cartella di ogni lavoratore, un elenco dei documenti consegnati con apposizione della firma. 13- SEGN ALAZIONI Al preposto compete la responsabilità di controllo di locali, addetti e strumentazioni e la segnalazione di eventuali difformità affinché sia garantita la sicurezza dei lavoratori (compresa la presenza di cani sulla zona del portalettere). Generalmente si attiva su segnalazione dei lavoratori. Le segnalazioni devono essere fatte alla funzione superiore evidenziata nell’organigramma aziendale di prevenzione. Per i DUP è il Responsabile di Filiale, per i direttori di CPD, CMP, CPO è il Responsabile ATIA. Riordino UP - Check list - Mensilmente è prevista una apposita Check List di verifica, nella quale sono previsti spazi anche per la segnalazione di ano17 Sicurezza: mettiamola al primo posto! malie non comprese nell’elenco (ad es. il rapporto aero-illuminante - il microclima interno - ecc.), che rappresenta un importante documento attestante il compimento del proprio dovere e il trasferimento di responsabilità ai livelli competenti. 14- SITUAZIONI DI PERICOLO GRAVE Rientrano in questa espressione i seguenti scenari. incendio infortunio sul lavoro terremoto minaccia di attentato rapina allagamento minaccia di collasso di strutture impianti e macchine fuori servizio Le disposizioni per organizzare la prevenzione nelle situazioni di emergenza, sono stabilite in termini generali dalla Procedura ISL n. 16, ed in termini particolari nelle ISL 10,11,12,13 e 14, secondo la tipologia dei luoghi di lavoro: inferiore ai 10 dipendenti, operatore unico, da 10 a 30 dipendenti, oltre 30 dipendenti. Nelle Procedure vengono anche stabilite le composizioni delle SQUADRE DI EMERGENZA. Gli obblighi del PREPOSTO in caso di emergenza sono: coordinare gli Addetti all’emergenza valutare le emergenze e dare l’allarme ordinare la chiamata ai soccorsi esterni ordinare l’evacuazione ordinare la ripresa del lavoro redigere i verbali I preposti devono sempre assicurare la presenza del numero minimo di incaricati. Attenzione a turni, ferie, scioperi, permessi, malattie e trasferimenti !!! 18 Sicurezza: mettiamola al primo posto! 15- COME AFFRONTARE L’ L ONDATA DI CALDO ESTIVA Quando si registrano nei luoghi di lavoro valori di temperatura e di umidità relativa molto elevati rispetto al normale, possono generarsi situazioni di rischio per la salute dei lavoratori. Il colpo di calore è un disturbo causato da una temperatura troppo alta associata ad un elevato tasso di umidità e alla mancanza di ventilazione. Inizia con un senso di irrequietezza, mal di testa, ronzio agli orecchi. In breve tempo la temperatura del corpo raggiunge i 38,5 gradi senza riuscire ad autoregolarsi perché non c’è sudorazione, la pressione si abbassa a tal punto da portare allo svenimento. Gli interventi organizzativi da attuare sono i seguenti: Negli ambienti protetti aprire le finestre nelle prime ore della giornata, favorendo le correnti d’aria Spegnere tutti gli utilizzatori elettreci non necessari Negli uffici dotati di condizionatore regolare la temperatura interna in modo che non superi i 6 gradi di differenza con quella esterna In caso di malore trasportare l’infortunato in luogo fresco e ventilato Chiamare il 118 Sdraiare l’infortunato sulla schiena con le gambe sollevate Evitare assembramenti Fare spugnature con acqua fresca o borsa del ghiaccio Se l’infortunato è cosciente, dare da bere acqua Tenere sotto controllo la respirazione fino all’arrivo dei soccorsi. 16- SEGN ALETICA ANTINFOR TUNISTICA I cartelli indispensabili in ogni struttura sono: ESTINTORE TELEFONO USCITA D’EMERGENZA PRONTO SOCCORSO DIVIETO DI FUMO COMPORTAMENTO IN CASO DI INCENDIO/TERREMOTO 19 Sicurezza: mettiamola al primo posto! SICUREZZA I Manuali in dotazione negli uffici Il Manuale Sulla Sicurezza: descrive i sistemi di sicurezza adottati da Poste Italiane e il loro corretto utilizzo (Caveau/Cassaforte con ritardatore/ Cassetto antirapina, ecc.). Procedure Operative di Sicurezza: sono indicati i rischi legati allo svolgimento delle attività e le indicazioni per la sicurezza sul lavoro. La Rapina nell’Ufficio Postale: Vademecum sugli aspetti ricorrenti della rapina e i comportamenti da adottare. Richiedere ai Referenti Tutela Aziendale di Filiale i Manuali, se non sono in dotazione all’ufficio. 20 Sicurezza: mettiamola al primo posto! 17- IL RISCHIO RAPIN A Rientra nell’ambito dei rischi “esogeni” indotti da atti criminali per i quali il Datore di Lavoro deve adottare idonee misure precauzionali e ridurre al minimo le conseguenze derivanti dall’evento criminoso. Poste Italiane ha predisposto un Protocollo d’Intesa da stipulare con le Prefetture che sancisce il reciproco impegno nel contrasto alla criminalità. L’iniziativa è recente e verrà via via presentata presso numerose province per la sua ratifica. Recentemente il rischio rapina è stato inserito nella Tutela Sanitaria per la quale il Medico Competente Territoriale è a disposizione dei lavoratori coinvolti nell’evento criminoso per qualsiasi necessità di supporto psicologico, mediante apposita richiesta specifica degli stessi. Il medico Competente si avvale di una equipe di psicologi. Successivamente il lavoratore può richiedere una o più visite per individuare la necessità di un supporto prolungato adeguato alla sintomatologia da Post Rapina. Gli studi sul fenomeno “rapine” indicano che la formazione è uno degli elementi base per ridurre i possibili rischi. Fondamentale è la consapevolezza del potenziale rischio e delle misure anticrimine. La formazione si rivela ancora importante per migliorare l’autocontrollo durante la rapina e ridurre al minimo le conseguenze dell’atto criminoso. L’informazione e il controllo sul corretto uso dei dispositivi anticrimine è in capo al PREPOSTO. Gli obblighi del PREPOSTO in materia di sicurezza antirapina sono sostanzialmente i seguenti: Rispettare scrupolosamente le disposizioni aziendali in materia Segnalare immediatamente eventuali malfunzionamenti dei sistemi anticrimine Assicurare dall’esterno la migliore visibilità dell’interno dell’ufficio (EVITARE DI AFFIGGERE MANIFESTI!) Rendere sempre visibili le vetrofanie che avvisano dell’esistenza di impianti anticrimine Vigilare sul corretto uso dei sistemi di sicurezza Assicurarsi della informazione/formazione di tutto il personale 21 Sicurezza: mettiamola al primo posto! 18- SICUREZZA DEGLI UFFICI POSTALI In questo ambito rientrano le disposizioni che riguardano: 1. 2. 3. 4. Locali dell’Ufficio Postale Mezzi di custodia Chiavi Gestione valori COSA FARE IN CASO DI RAPIN A 1. Rivolgersi al centro servizi telesorveglianza mediante il pulsante antirapina 2. Attendere la telefonata del cst 3. Eventualmente rivolgersi alle FF.OO. (Carabinieri, Polizia, Polizia Municipale) 4. Chiedere, se necessario, l’intervento del 118 5. Comunicare l’evento alla propria filiale 1. Locali dell’Ufficio Postale Le disposizioni prevedono che prima dell’apertura il personale deve effettuare una ricognizione visiva dell’integrità delle protezioni del perimetro esterno dell’Ufficio (saracinesche, serrande, telecamere esterne) soprattutto di quelle ubicate in zone poco visibili, dove ci può essere la possibilità per i malviventi di operare indisturbati. Se la ricognizione visiva ha evidenziato anomalie dell’integrità delle misure passive, o se il segnalatore d’allarme posto all’esterno dell’Ufficio segnala un allarme, non si deve procedere all’apertura ma avvisare le Forze dell’Ordine e il Centro di Sicurezza. Per il primo ingresso in Ufficio si dovrà utilizzare l’entrata principale e la procedura dovrà essere eseguita dal Direttore o da un suo incaricato e, possibilmente alla presenza di altri dipendenti. Il Direttore, o un suo incaricato, entrando nell’UP, verifica l’integrità di tutte le strutture, espleta una ricognizione degli spazi, il funzionamento di tutti i sistemi, quindi procede con le operazioni di apertura. Quando l’Ufficio è chiuso al pubblico nessun estraneo deve potervi accedere (ad eccezione di quanto previsto in riferimento ai servizi di pulizia). Se la richiesta d’accesso è rappresentata da agenti delle Forze dell’Ordine nell’e22 Sicurezza: mettiamola al primo posto! sercizio delle proprie funzioni o da tecnici di aziende che erogano servizi (ENEL, Telecom, ecc.) , non personalmente riconosciute, si dovrà procedere all’accertamento dell’identità della persona e dei motivi dell’accesso. Oltre all’accertamento dell’identità bisognerà chiedere conferma telefonica al Comando o all’Azienda competenti. Le stesse cautele dovranno essere adottate anche nei confronti di chi richiede di effettuare lavori nella retrosportelleria durante l’orario di apertura. In occasione della chiusura dell’Ufficio anche l’ultima uscita dovrà avvenire dall’ingresso principale e, possibilmente, alla presenza di altri dipendenti. Riferimenti dispositivi: Manuale di sicurezza - La sicurezza negli UP nuovo lay out gennaio 2000 2. Mezzi di custodia I mezzi di custodia presenti a secondo della tipologia dell’Ufficio sono: caveau - cassa bifronte - cassetto operatore - cassetto antirapina - atm. È assolutamente indispensabile utilizzare le attrezzature antirapina, segnalando prontamente eventuali guasti delle stesse alla Filiale. Il Caveau è lo spazio provvisto di dispositivi tali da renderlo idoneo alla custodia di tutti i valori. L’accesso avviene sempre attraverso i sistemi di controllo dei codici e dei dati biometrici delle persone abilitate. Il personale non può entrare in caveau durante le attività di contazione e fintanto che i valori non siano riposti all’interno della cassaforte. Il personale autorizzato non può entrare nel caveau se all’interno dell’UP non vi sia presente almeno un altro dipendente abilitato. Chi accede al caveau da solo deve preventivamente avvisare il Direttore. Cassa “Bifronte". L’apparecchiatura per la custodia di banconote che permette di assicurare un’adeguata protezione del contante in occasione dello scambio dei valori e di effettuare tale scambio al di fuori degli orari di sportello. La cassa permette un accesso controllato da parte del personale abilitato delle Poste e del Vettore. Cassetto operatore. Cassetto per la custodia dei valori, dotato di serratura. Attenzione ai limiti di giacenza previsti e alle procedure di caricamento contenute nel Manuale Sicurezza (Gestione valori) Cassetto antirapina. L’apparecchiatura per la custodia di banconote allo sportello denominata “roller cash", ha la funzione di assicurare un’adeguata 23 Sicurezza: mettiamola al primo posto! protezione del contante allo sportello e migliorare le condizioni di sicurezza per gli operatori in caso di rapina. L’apparecchiatura svolge funzioni di custodia delle banconote e di gestione delle giacenze nei singoli comparti sulla base di quanto indicato dall’operatore allo sportello in fase di prelievo o inserimento delle banconote. L’apparecchiatura non esegue nessun tipo di controllo sulla corrispondenza tra la materialità delle banconote prelevate o immesse e la corrispondente voce di cassa movimentata con il terminale di sportello. ATM. L’apparecchiatura denominata “distributore automatico di banconote” o “cash dispencer” ha la funzione di permettere il prelievo di contanti da parte della clientela. Nelle disposizioni di sicurezza relative al caricamento dei cassetti operatori e per i passaggi sovvenzioni, rileviamo diverse incongruenze con l’orario di apertura al pubblico, con il cambio turno, con le tempistiche e le modalità di ritiro dei plichi da parte dei service, e altre già segnalate all’azienda nelle riunioni dell’OPR. 3. Chiavi Tutti i passaggi di chiavi e/o combinazioni devono risultare agli atti dell’Ufficio Postale da una evidenza sottoscritta dal Direttore. I consegnatari sono tenuti a custodire con cura le chiavi loro affidate. In caso di assenza o impedimento dei consegnatari le chiavi e, se esistono, le combinazioni devono essere affidate ai sostituti, a ciò appositamente delegati dal Direttore. In caso di dipendenza gestita da un monoperatore il Direttore di Filiale individua sul territorio l’Ufficio Postale più vicino al quale affidare le chiavi, per garantire il soccorso all’addetto che vi lavora. L’Ufficio Postale prescelto deve avere la stessa operatività oraria di quello titolare delle chiavi. In alternativa le chiavi potranno essere custodite in Filiale. 4. Gestione valori In base alle strutture dell’UP e ai dispositivi di deterrenza e protezione sono previsti limiti di giacenza dei valori. È opportuno richiedere, qualora 24 Sicurezza: mettiamola al primo posto! non fosse presente, al Servizio Operazioni e Clienti copia indicante i limiti dei contanti, moneta, valori postali, valori bollati dell’Ufficio, soprattutto prima della fase di passaggio chiavi. Il passaggio gestione deve essere fatto sempre in contraddittorio con il subentrante controfirmando il verbale che verrà inviato via fax al Servizio Operazioni e Clienti. 19- CONSEGN A CHIAVI IN CASO DI SCIOPER O Ufficio Postale CHIUSO: * Consegnare le chiavi all’Ufficio vicino precettato o all’Ufficio viciniore APERTO. * Al Servizio Sportelli di Filiale chiedere, previa indicazione, il nominativo a cui affidare le chiavi. Davanti al quale si provvederà ad inserire, in due buste separate, le chiavi e i duplicati delle stesse. Apporre sulle buste le rispettive firme e richiedere la custodia in cassaforte. * Non esiste nessun obbligo di consegna chiavi per i responsabili di uffici monoperatori. (Tribunale di Piacenza 14/10/2003) Ufficio Postale APERTO (con collaboratori che non scioperano e/o precettati): * Ufficio sprovvisto di seconda cassaforte Si deve effettuare il contraddittorio degli stampati soggetti a controllo e il conto di Cassa. Il Timer va programmato per il giorno successivo. * Ufficio con seconda cassaforte Costituire un Fido con Numerario, Carte Valori, Stampati soggetti a controllo di entità sufficiente a fronteggiare prevedibili esigenze di servizio. Redigere apposito verbale, in triplice copia, firmato in contraddittorio: 1a copia va inserita nella seconda cassaforte, 2a copia al responsabile d’Ufficio, 3a copia all’operatore che subentra (non scioperante). Il personale non scioperante che si trovi nella condizione di non poter accedere all’Ufficio di appartenenza dovrà richiedere alla Filiale l’indicazione dell’Ufficio Postale presso il quale rendere la prestazione lavorativa nel giorno di sciopero. 25 Sicurezza: mettiamola al primo posto! UFFICI PRECETTATI Gli uffici precettati devono garantire le prestazioni indispensabili * Il Personale deve ruotare nel turno di precettazione per singolo sciopero * In Filiale è stato istituito un registro di rotazione del personale precettato * Il responsabile dell’Ufficio deve ruotare con tutto il personale, se non è stato precettato è libero di scioperare e non ha l’obbligo di garantire la sua presenza in servizio anche se è responsabile di Ufficio doppio turno I servizi indispensabili - Raccomandate, Assicurate (il servizio è limitato alla sola fase dell’accettazione e non a quella dell’inoltro), trasmissione di Telegrammi e Telefax. (stralcio delibera Commissione di Garanzia del 7.3.2002 all. al verbale Regionale del 30.9.2002) Il personale non scioperante deve garantire tutti i servizi per non incorrere in sanzioni previste per l’interruzione di pubblico servizio. Se sono intervenute sostituzioni dei dup il giorno successivo effettuare i previsti riscontri per il passaggio chiavi Il giorno successivo allo sciopero il personale dell’ufficio deve svolgere la propria prestazione nel rispetto delle norme contrattuali sull’orario di lavoro. Nessun lavoratore ha l’obbligo di comunicare anticipatamente la volontà di scioperare. 20- BANCONOTE SOSPETTE DI FALSIT À Nel corso del 2007 sono state trasmesse complessivamente 71.799 segnalazioni di sospetta falsità: l’8,76% sono state inviate da Poste Italiane. Rispetto ai dati del 2006 nel 2007 è stato riscontrato un notevole incremento della falsificazione delle monete (soprattutto 1 e 2 Euro). Il Regolamento del Consiglio U.E. n. 1338/2001 definisce l’obbligo del ritiro dalla circolazione di banconote e monete false, da parte degli intermediari finanziari (banche, uffici postali, società di service, ecc.). Se il rinvenimento avviene presso la società di service è necessario richiedere di poter visionare la registrazione dell’apertura del plico. In quella sede si verifica la correttezza delle procedure e cioè: L’apertura del plico Il rinvenimento della banconota falsa La ripresa della banconota stessa in cui si evidenzi il numero di serie 26 Sicurezza: mettiamola al primo posto! L’operatore di service non deve nel frattempo abbandonare la postazione Di seguito un fac-simile di lettera da inviare in azienda per respingere l’attribuzione di responsabilità in caso di mancanza degli strumenti di rilevazione dei falsi e per richiedere al contempo di visionare la registrazione dell’apertura del plico. POSTE ITALIANE SPA Servizio OSC p.c. Direttore di Filiale Indirizzo Data …………… Oggetto: rinvenimento banconota sospetta di falsità In merito a nota pervenuta con prot ...... del ............relativa alla richiesta di appianamento della cassa si comunica quanto segue: * in fase di versamento ci si è attenuti alle disposizioni vigenti relativamente al doppio controllo, doppia firma sulle mazzette; * non è stato possibile rilevare la falsità della banconota in quanto l’ufficio risulta sprovvisto delle apparecchiature previste per il rilevamento delle banconote false. Si richiede di visionare il filmato relativo alla lavorazione del plico in questione da parte della società di service e, al contempo, si dichiara di aver adempiuto con normale diligenza a quanto previsto. Nel frattempo si respinge ogni addebito di responsabilità in merito, rimanendo peraltro in attesa della fornitura degli strumenti idonei. Distinti saluti. Firma………. 27 Sicurezza: mettiamola al primo posto! LA PRIVACY (Principi del D.L. 30/06/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali") Dato personale: qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente o associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale. Dati sensibili: quei dati personali idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale. Il responsabile: è la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo preposti dal titolare al trattamento dei dati personali. Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell’art. 2050 del codice civile. Il Decreto si rivolge quindi, a qualsiasi persona fisica o giuridica che tratta dati personali, sensibili e/o giuridici di terzi come dati dei clienti, fornitori e dipendenti. Il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il consenso espresso dell’interessato. I dati vanno protetti dai rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, e da quelli di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta. In sostanza tutti devono dotarsi di sistemi in grado di proteggere i dati anche da incendio, allagamento, smagnetizzazione, oltre che dalla possibilità di accesso a persone non autorizzate o dal furto. La soluzione ideale è perciò rappresentata da bauletti ignifughi e antismagnetizzazione atti a custodire le copie di back up dei sistemi informatici. 28 Sicurezza: mettiamola al primo posto! Per il trattamento dei dati cartacei invece servono contenitori o locali con idonea serratura per consentire un accesso selezionato oltre a cassaforti e bauletti ignifughi nei quali devono essere conservati anche per il tempo che vengono prelevati dall’archivio per l’utilizzo. IL FASCICOLO DEL DIPENDENTE È RISERVATO, SOLO COPIE AUTORIZZATE. I datori di lavoro pubblici e privati devono trattare e conservare i dati dei loro dipendenti nel rispetto del diritto alla protezione dei dati, adottando anche, a pena di sanzioni civili e penali, ogni idonea misura di sicurezza per prevenire eventi lesivi della privacy. A maggior ragione se tra le informazioni raccolte compaiono dati sensibili riferiti ad un minore. Lo ha sottolineato il Garante accogliendo il ricorso di una dipendente di una società che lamentava una grave violazione della propria riservatezza personale e familiare. I fatti risalgono a dicembre dello scorso anno quando la donna, che occupava temporaneamente la scrivania di un collega, alzando una cartellina aveva trovato la fotocopia di una lettera da lei stessa inviata al direttore dell’ufficio, nella quale erano riportate anche delicate informazioni sulla condizione di salute della figlia minore disabile. Per due volte si era rivolta all’amministrazione contestando l’indebita divulgazione della lettera e chiedendo che tale condotta illegittima non venisse a ripetersi. L’interessata chiedeva anche di conoscere in base a quale norma di legge la lettera fosse stata conosciuta da terzi, addirittura in fotocopia, nonché di avere conferma dell’esistenza di dati personali in possesso della società e la loro comunicazione in modo chiaro e dettagliato. Non avendo ricevuto una adeguata risposta per iscritto ha sottoposto il 29 Sicurezza: mettiamola al primo posto! caso al Garante. L’Autorità ha riconosciuto le ragioni della dipendente e ha ordinato alla società di astenersi dall’ulteriore trattamento illecito dei dati personali dell’interessata. Alla società è stato anche imposto di adottare tutte le misure di sicurezza idonee a prevenire il ripetersi di eventi del genere. Secondo il Garante la presenza ingiustificata di tale fotocopia contenente dati sensibili della dipendente e della figlia minore, al di fuori del fascicolo personale e comunque in un contesto non appropriato, contrasta con la disciplina sulla protezione dei dati personali ed in particolare con le prescrizioni e le cautele indicate nell’autorizzazione generale che disciplina il trattamento dei dati sensibili nei rapporti di lavoro e con le disposizioni in materia di misure di sicurezza. Va ricordato, peraltro, che i dati sensibili devono essere conservati in una sezione separata del fascicolo personale ed essere accessibili solo al personale autorizzato. La società, che non ha contestato la ricostruzione della vicenda fatta dalla dipendente, ha avviato una indagine interna, non ancora conclusa, i cui esiti dovranno essere comunicati al Garante per la valutazione di altre eventuali violazioni e determinazioni di competenza. La società dovrà anche far conoscere al Garante le misure di sicurezza adottate e le disposizioni impartite al personale per una doverosa protezione dei dati. Alla società sono state infine addebitate le spese del procedimento da rifondere direttamente alla dipendente. I RISCHI PSICO-SOCIALI NELL’ NELL AMBIENTE DI LAVORO La distinzione prioritaria che deve essere fatta nell’approccio ai fenomeni di natura psicosociale, è quella che distingue i fenomeni che hanno un’accezione collettiva da quelli che hanno un’accezione esclusivamente individuale, e quelli che possono prevedere azioni di valutazione preventiva del rischio da quelli per i quali si possono solo prevedere forme di sostegno post-evento. Nella prima categoria sono lo stress lavoro-correlato e la costrittività organizzativa (per i quali è prevista la valutazione preventiva del rischio), mentre nella seconda sono il mobbing e la violenza e molestie sul lavoro (con il solo diritto di riconoscimento del danno da lavoro). 30 Sicurezza: mettiamola al primo posto! Lo stress in ambiente di lavoro L’ambiente di lavoro rappresenta oggi il contesto in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo. Come ogni ambiente, anche quello lavorativo genera delle sollecitazioni in forma continua e costante che influiscono sulla sfera psicofisica; per le regole, le richieste, le dinamiche relazionali che in esso si creano, ma in primis per l’organizzazione stessa del lavoro. L’accordo europeo sullo stress da lavoro (workplace stress) del 2004, ne ha definito il concetto: Lo stress è uno stato, che comporta disturbi e disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale e crea effetti sugli individui che si ritengono incapaci di colmare le lacune con i propri requisiti o le aspettative riposte su di loro. Non considera la variabile dello stress positivo (eustress) per la quale agiscono leve di stimolo completamente differenti quali la motivazione, il coinvolgimento, la fidelizzazione, il riconoscimento della professionalità, la solidarietà, l’attaccamento al lavoro, etc. Va da sé che l’organizzazione del lavoro non può in nessun caso ritenere adeguato il ricorso a modalità stressanti per stimolare aumenti di produzione. Lo stress in ambiente di lavoro tuttavia non deriva esclusivamente da dinamiche interpersonali ma anche da fattori tecnici come ad esempio condizioni di rumore costante e diffuso, macchinari non perfettamente funzionanti, clima ambientale interno non adeguato, luce insufficiente o abbagliante, decoro degli ambienti, etc. 31 Sicurezza: mettiamola al primo posto! SCHEMA DI FONTI POTENZIALI DI STRESS DA LAVORO Cultura organizzativa e funzioni Ruolo nell’organizzazione Ampiezza delle decisioni Sviluppo di carriera Relazioni interpersonali Livello decisionale Interfaccia famiglia-lavoro Ambiente di lavoro e attrezzature Compito Carico/ritmi di lavoro Programmazione del lavoro Scarsa comunicazione, bassi livelli di sostegno nella risoluzione di problemi e sviluppo personale, carenza di definizione degli obiettivi organizzativi. Ambiguità di ruolo, conflitti di ruolo, responsabilità per le persone Bassa partecipazione al processo decisionale, carenza di controllo sul lavoro (feed back) Blocco della carriera e incertezza, mancanza o eccesso di promozioni,scarsa retribuzione, insicurezza del lavoro, basso valore sociale al lavoro Isolamento sociale o fisico, scarse relazioni con i superiori, conflitti interpersonali,carenza di sostegno sociale. Scarsa possibilità di organizzare il proprio lavoro. Assenza di autonomia decisionale anche nell’individuare le priorità del proprio agire. Richieste conflittuali da parte del lavoro e della famiglia, scarso sostegno in famiglia, problemi dovuti alle doppie carriere Problemi riguardanti affidabilità, disponibilità, appropriatezza, manutenzione o riparazione di attrezzature ed impianti Carenza di varietà o cicli di lavoro brevi, lavori frammentati o privi di senso, incertezza elevata. Sovraccarico o sottocarico di lavoro,carenza di controllo sui tempi, alti livelli di pressione temporale. Lavoro a turni, programmazione rigida del lavoro, orari imprevedibili, orari lunghi o che alterano i ritmi sociali. In questo senso l’attenzione all’organizzazione del lavoro intesa in senso globale, diviene essenziale: mediante la valutazione preventiva si dovranno andare ad evidenziare quali elementi possono determinare una fonte potenziale di rischio per i lavoratori e le lavoratrici e su di essi si dovranno prevedere specifici interventi. Il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire un contesto lavorativo che permetta ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni nelle migliori condizioni possibili. 32 Sicurezza: mettiamola al primo posto! SICUREZZA SUL LAVORO - LA NUOVA LEGGE OBBLIGA A PREDISPORRE UNA VALUTAZIONE DEI RISCHI PSICOSOCIALI. Scarsa comunicazione tra il capo e i collaboratori, poca chiarezza nella definizione dei ruoli e delle competenze, ma anche luci insufficienti o cattiva aerazione nell’ambiente in cui si lavora: sono alcuni dei fattori di rischio che possono portare all’insorgere di una patologia nota come stress lavoro-correlato (job-related stress) e che le aziende, secondo il nuovo testo unico per la salute e la sicurezza sul lavoro, saranno tenute a valutare in uno specifico documento. Una novità che sta creando grandi grattacapi, vista la difficoltà di determinare in modo oggettivo ciò che è soggettivo e di trovare in azienda le competenze per farlo in modo corretto. Di sgarrare non se ne parla, dato che l’Italia è già stata multata dalla Corte di Giustizia europea nel 2001 per non aver tenuto conto dei rischi psicosociali nella precedente legge 626. La Telecom Italia, ad esempio, già nel 2005 ha avviato una sperimentazione sui call-center introducendo uno strumento di controllo che misura i due INDICATORI PRIMARI DELLO STRESS: IL CORTISOLO SALIVALE E LA PRESSIONE ARTERIOSA. Tra le iniziative messe in campo da alcune aziende troviamo: Corsi sulla gestione dello stress Realizzazioni di asili nido Servizi di time-saving Mobilità sostenibile Conoscenza dei turni e delle riunioni con largo anticipo Studi sui turnisti irregolari Esame della cultura organizzativa di un’azienda Risoluzione delle ambiguità dei ruoli Certezze delle carriere 33 Sicurezza: mettiamola al primo posto! PRENDERSI CURA…. di se stessi, delle relazioni, delle organizzazioni… "siamo stressati, sempre di corsa, come possiamo fare per concentrarci meglio durante le ore di lavoro ?" La mia risposta è che per affrontare in modo ampio ed esteso i temi dello stress, del rilassamento ecc occorre dedicare tempo ed energie anche al di fuori dell’orario di lavoro, magari frequentando centri specializzati. Ma al tempo stesso ho messo a punto alcune tecniche che si possono utilizzare durante la giornata lavorativa e che hanno la caratteristica di essere brevi (durano ognuna 5 minuti) e non richiedere situazioni o gesti o posture “strane” che potrebbero essere fonte di commenti ironici e che inibirebbero quindi la pratica della tecnica stessa. Risolvono la situazione. Aiutano. E non poco. La prima si basa sull’utilizzo consapevole della respirazione. Per tutti gli approfondimenti teorici, metodologici sull’importanza della respirazione invito a cercare in Internet, libreria o frequentare centri ormai consolidati. Ricordo solo che se la mente cambia, anche il respiro cambia; il respiro registra immediatamente anzi anticipa ogni minimo movimento dell’emotività. E quindi per il principio di reciprocità, intervenire sul respiro significa intervenire sul nostro stato fisico, emotivo e mentale. Partiamo dalla constatazione che la respirazione è la sola attività essenziale dell’organismo sottoposta al controllo volontario, oltre che a quello involontario e che respiro e funzione intellettiva sono collegati, il movimento della mente ha bisogno del movimento del respiro: quando il respiro si ferma la mente si ferma. Innanzitutto verificate se anche per voi è così ! provate una sera davanti alla televisione ad es. a seguire attentamente una scena di colloquio, di dibattito, poi provate semplicemente a smettere di respirare per una decina di secondi e osservate se riuscivate a seguire con la stessa attenzione i contenuti di ciò che veniva detto. Per la maggior parte delle persone la risposta è no, si viene a creare una sorta di sospensione, di silenzio interno, si annullano o riducono moltissimo i pensieri. Sfruttando questo aspetto ecco la tecnica (in alcune pratiche yoga è chiamata respirazione quadrata) che dura 5 minuti, da mettere in pratica quando in ufficio la vostra mente è affollata da troppi pensieri e dovete invece concentrarvi. State semplicemente seduti comodi e respirate per 1 minuto normalmente e contate quanti respiri fate. Poi per i 4 minuti successivi: 1. inspirate contando fino a 4 2. trattenete il respiro SENZA FORZARE contando fino a 6 3. espirate contando fino a 6 4. trattenete il respiro contando fino a 6 5. ricominciate dal punto 1 Fate attenzione a rilassare le mascelle e le spalle e adattate i tempi che ho indicato in modo che vadano bene per voi, ma sempre l’espirazione deve durare più dell’inspirazione. Osservate i risultati (di solito si è più lucidi, ci viene automatico alla fine fare un lungo respiro, diminuisce la frequenza delle respirazioni che normalmente è pari a12 volte al minuto). 34 Sicurezza: mettiamola al primo posto! ATTENTI AL MOBBING ! IL DIRITTO DI TUTTI A VIVERE E LAVORARE CON DIGNITÀ Un milione e mezzo di persone, secondo le associazioni nate per combattere il fenomeno, un milione e 200 nelle stime più prudenti: in ogni caso un esercito, quello dei lavoratori vittime di mobbing. A fronte di una giustizia lentissima e della presenza di un’unica struttura sanitaria pubblica adatta, con sede a Milano, “l’unica soluzione, per adesso, è riunire gli sforzi, combattere collettivamente “delineare il fenomeno. L’emergenza sociale ha costi altissimi: ogni impiegato mobbizzato fa spendere alla collettività il 190% in più del suo salario lordo annuo, a causa della non produttività sul lavoro, del prezzo sociale e familiare di questa situazione, per quello dei farmaci e per l’eventuale ricorso alla magistratura. Il mobbing prospera soprattutto nelle banche, nelle industrie farmaceutiche e in generale in tutti quegli ambienti in cui la competizione è legata ad un know how emergente come quello dell’informatizzazione. Ma anche nei posti di lavoro dove ci sono scale gerarchiche rigide e fisse e dove il potere esercitato dai superiori si fa sentire di più sul lavoratore. Il mobbing viene definito dagli esperti come “una forma di terrorismo psicologico che implica un atteggiamento ostile e non etico posto in essere in forma sistematica da uno o più soggetti, nei confronti di un unico individuo che, a causa di tale persecuzione, si viene a trovare in una condizione indifesa e diventa oggetto di continue attività vessatorie e persecutorie causandogli considerevoli sofferenze mentali, psicosomatiche e sociali” la frequenza e la durata quindi di tali persecuzioni, determinano la differenza tra un normale conflitto tra colleghi o con i superiori e il mobbing vero e proprio. L’attività vessatoria protratta per almeno sei mesi e manifestata sistematicamente produce nella vittima un generale e sostanziale senso di inadeguatezza sul posto di lavoro prima, e poi via via, in famiglia e nella società. Fino alla vera e propria esclusione dal mondo del lavoro che può prendere la forma di un licenziamento,dimissioni, prepensionamento, ma che può anche arrivare a condotte auto ed eterolesive. IL MOBBER Il mobber è colui che pratica l’azione di mobbing. Chi pratica il mobbing rischia di dover versare un risarcimento che oscilla tra i 25.000 e i 100.000 euro. 35 Sicurezza: mettiamola al primo posto! 1 0 C O M P O R TA M E N T I D A E V I TA R E S E S E I U N C A P O 1. Un atteggiamento aziendale difforme da quello riservato normalmente ad altri colleghi; 2. Calunnie, diffamazione, ingiurie di colleghi verso un altro collega e sistematico discredito; 3. Dequalificazione nel lavoro; 4. Diniego immotivato delle ferie; 5. Accuse generiche non supportate da fatti e circostanze; 6. Rimproveri in pubblico; 7. Attribuzione di compiti ordinari con ordini scritti indicanti anche i tempi di produttività; 8. Molestie sessuali; 9. Richiesta frequente di controlli medico-fiscali nello stesso periodo di malattia; 10. Isolamento dall’organizzazione del lavoro. 36 Sicurezza: mettiamola al primo posto! BIBLIOGRAFIA Catia Iori , “Novara/Conoscere il Mobbing” Atti del Convegno Ege Harald, “Mobbing, che cos’è il terrore psicologico.” ed. Pitagora Nunin Roberta “Di cosa parliamo quando parliamo.” blog Adalberto Geradini in “prendersicura.blogspot.com" Fiba Cisl “Uno, due, tre, oops" AA.VV da “Il Mondo" AA.VV da “Il Mondo” Il Corriere delle Poste SLP CISL Periodico Regionale dell’SLP CISL Lombardia SLP CISL Direttore Responsabile Antonio Casablanca Direttore Esecutivo Giuseppe Marinaccio Comitato di Redazione Giovanni Martorana, Maurizio Cappello, Nicola Sottili, Giuseppina Greco Direzione e Amministrazione Viale Ercole Marelli, 165 - 20099 Sesto San Giovanni Tel. 02/26225158 - Fax 02/24410568 - e-mail: [email protected] www.lombardia.slp-cisl.it Registrazione n° 580 del 22/09/2006 presso il tribunale di Milano Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 DCB Milano Chiuso in redazione il 20 Marzo 2009 37 Strutture Territoriali Bergamo Segretario Tancredi Gabriella Via Carnovali, 88 - 24126 Bergamo Tel. 035-324560/1 Brescia Segretario Punzi Giovanni Via Altopiano d’Asiago, 3 - 25128 Brescia Tel. 030-303040 Como Segretario Palmisano Leonardo Via Rezzonico, 43 - 22100 Como Tel. 031-296242 Cremona Segretario Tassi Maurizio Viale Trento e Trieste,52 - 26100 Cremona Tel. 0372-462929 Darfo Boario Segretario Garattini Monica Via Lorenzetti, 15 - 25047 Darfo Boario Tel. 0364-531506 Lecco Segretario Alessi Vincenzo Via Besonda,11 - 22053 Lecco Tel. 0341-275555 Lodi Segretario Martorana Giovanni Piazzale Forni, 1 - 26900 Lodi Tel. 0371-59101 SLP CISL Lombardia Legnano/Magenta Segretario Celli Maurizio Via 4 Giugno, 54 - 20087 Magenta Tel. 02-97298391 Mantova Segretario De Cristoforo Antonio Piazza Filippini, 4 - 40100 Mantova Tel. 0376-328689 Milano Segretario Fusca Cono Via Tadino, 18 - 20124 Milano Tel. 02-29528465 Monza Segretario Colletti Pellegrino Via Dante, 17/a - 20052 Monza Tel. 039-2399245 Pavia Segretario Dassù Maurizio Via Rolla, 3 - 27100 Pavia Tel. 0382-28590 Sondrio Segretario Monti Luciana Via Bonfandini, 1 - 23100 Sondrio Tel. 0342-512554 Varese Segretario Santacroce Antonio Via Luini, 5 - 21100 Varese Tel. 0332-283654 Se g r eteria Re gionale SLP CISL Lombar dia COORDIN AMENTO Q UADRI Viale E. 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