EDIZIONE 2013/2014 Servitevi ! Esemplare gratuito Mamme esaurite Il fascino dei nuovi media L’importanza del movimento Ahi ahi, che mal di pancia! Risveglio senza affanni Agili e snelli Intervista con Marianne Botta, nutrizionista, autrice di libri e mamma di otto figli GRAVIDANZA & PARTO ✽ SALUTE ✽ ALIMENTAZIONE ✽ SVILUPPO ✽ EDUCAZIONE Indice Bimbi &bebÈ Care lettrici, cari lettori, Attualità raquali mamma e papà desiderate sicu ri vost i per mente essere dei buoni genitori e figli. Probabilmente però capiterà anch contria voi di arrivare al limite. Spero di nità idia quot ra buire a rendere la vost ie ai familiare la più serena possibile graz enumerosi consigli degli specialisti cont nché nuti nella guida «bimbi&bebè», affi enti mom bei i ieno possiate godervi app con il vostro bambino. Vi auguro una piacevole lettura. Per meeega vantaggi. Susanna Steimer Miller Editrice e caporedattrice Il club per famiglie… approttatene! • Ogni mese esclusivi sconti «club» • Oltre 20 buoni sconto per i nuovi scritti • E tante altre offerte Iscrivetevi subito gratuitamente! www.coop.ch/hellofamily 2 Mamme esaurite 6 Il fascino dei nuovi media 10 Aborto spontaneo tabù Gravidanza & Parto 14 Pronti per il bebè 18 Allattamento e lavoro Salute 22 26 30 34 36 L’importanza del movimento Medicare adeguatamente Ahi ahi, che mal di pancia! Sangue dal naso Dentizione Alimentazione 38 Agili e snelli 42 Merende sane Sviluppo Sigla editoriale Edizione e redazione Susanna Steimer Miller pr solutions gmbh, Kilchberg [email protected] Tel. 044 715 07 34 Fotografie Andreas Steimer Foto Steimer, Rorschach; Istockphoto pagine 11, 15, 26 Traduzione Patrizia Mina, Dino Stampa AVD Goldach Direzione artistica Peter Yates Peter Yates Design, New York Tiratura 170 000 (i, f, t) Composizione e litografie Annemarie Gantenbein Satzbild, San Gallo Revisione Tanya Loringett, Stallikon Ordinazione www.bimbi-e-bebe.ch 46 Aiuto, ci sono i mostri! 51 Paura degli estranei: cosa si cela dietro questo comportamento? Educazione 54 Aiutare in casa 58 Risveglio senza affanni 62 Quella piccola differenza © by bimbi&bebè Riproduzione solo con l’approvazione dell’editore. Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 2 Nella pubblicità le mamme appaiono sempre molto felici, rilassate e raggianti. La realtà però è spesso diversa e non sono rare le donne che con figli, casa e lavoro si sentono messe a dura prova. Lettura consigliata «Lettera speciale» conciliare famiglia e lavoro. Questa pubblicazione costa 12 franchi e può essere ordinata alla Pro Juventute al sito www.projuventute.ch/shop. Bimbi & Bebé Mamme esaurite S EMPRE più donne oggigiorno partoriscono il primo figlio oltre i 30 anni. Dopo essersi realizzate professionalmente e aver trovato il partner giusto, sprizzano letteralmente di gioia all’idea di un bambino. Amici e parenti si aspettano che la neomamma sia felicissima ora che ha realizzato il sogno più grande della sua vita. «Purtroppo invece non è così. Molte mamme con il primo figlio si sentono infelici e sopraffatte e spesso le persone che stanno loro attorno non lo capiscono», asserisce Simone Pestalozzi che, in veste di coach per mamme (www.mama-coaching.ch), fornisce alle neomamme preziosi consigli per ritagliarsi del tempo, sentirsi felici con sé stesse e nel proprio ruolo di madre e recuperare le energie. Perché per imparare a fare la mamma non ci sono scuole e in questo ruolo ci si ritrova catapultate da un giorno all’altro. RICREARE LA RETE SOCIALE Sybille Graber di Unterbach (BE), consulente materna e membro del consiglio direttivo dell’Associazione svizzera delle infermiere consulenti materne-pediatriche, sa per esperienza che dopo la nascita del primo figlio molte mamme si sentono isolate. «Molte donne smettono di lavorare poco prima del parto e dopo la nascita del bebè avvertono improvvisamente la mancanza di una rete di rapporti sociali.» La consulente materna consiglia pertanto alle madri di frequentare, senza aspettare troppo, i luoghi dove è possibile conoscere altre mamme (ad esempio i centri di consulenza per mamme e papà del proprio quartiere, corsi di nuoto o altro per neonati, ecc.). Per molte lo scambio di esperienze è di grande aiuto e contribuisce a non farle sentire sole con le loro domande e insicurezze. Sybille Graber ritiene invece che le reti sociali come Facebook non siano molto utili. «Oltre a non essere in grado di sostituire i consigli di una persona competente in caso di problemi, i media sociali possono distogliere la mamma dal bambino e ridurre così il tempo da passare insieme». L’esperta raccomanda inoltre alle mamme d’integrare presto nella propria rete sociale anche una baby-sitter e d’impiegarla a ore per non doversi prendere tutto sulle spalle e concedersi qualche ora di libertà per sé o con il partner, i figli più grandi o solo con il bebè. Chi non sa più da che parte voltarsi, non riesce a dare nulla né ai figli né al partner. RITMI FISSI Inizialmente per molte mamme è difficile strutturare la giornata. Alla sera hanno l’impressione di essere state occupatissime per tutto il giorno senza aver tuttavia combinato nulla. «Introdurre orari fissi per la nanna e la pappa giova a tutti», afferma Simone Pestalozzi. La coach raccomanda alle donne nel primo periodo dopo il parto di fare un sonnellino o riposarsi un momento quando il bebè dorme anziché approfittarne per riordinare la cucina. Perché se la mamma è felice, anche il bambino lo è. Essere rilassate influisce anche positivamente sulla produzione di latte. COINVOLGERE IL PARTNER Sybille Graber reputa molto importante coinvolgere il partner sin dall’inizio nei lavori domestici e nella custodia dei figli. La neomamma deve dare subito fiducia al partner e ritenerlo in grado di prendersi temporaneamente cura del bebè. Solo così riesce a prendersi qualche ora di libertà. «La donna non deve pretendere dal partner la medesima precisione. In fondo quel che conta è il benessere del piccolo e non tanto se la tutina si abbina perfettamente al body», sottolinea l’esperta. Il bambino trae vantaggio dalle ore passate con il padre proprio perché il papà è diverso dalla mamma e con lui si fanno cose diverse. {Info} Casa, figli e lavoro Più di tre quarti delle donne in coppia e con bambini di età inferiore ai 15 anni assumono da sole la responsabilità principale delle faccende di casa. Le madri con figli in età prescolare dedicano in media 56 ore settimanali ai lavori domestici e familiari contro le 29 ore di carico degli uomini. Il 75 percento delle mamme con un partner sono pure occupate professionalmente. COLTIVARE LA VITA DI COPPIA Alla neomamma non occorrono solo attimi di libertà, ma anche momenti per la vita di coppia. Quest’ultima Bimbi & Bebé {Consigli} ATTUALITÀ 4 {Consigli} Bisogno di consulenza? Avete domande sulla cura, l’alimentazione e lo sviluppo del vostro bebè oppure sull’allattamento? Chiedete sempre aiuto anche quando vi riesce difficile! In Svizzera sono numerose le possibilità per aiutare le mamme. Dopo il parto, ad esempio, ogni madre ha diritto a un determinato numero di visite della levatrice (www.levatrice.ch). Più avanti ci si può rivolgere invece alle consulenti materne (www.muetterberatung.ch) del proprio comune che si mettono gratuitamente a disposizione per rispondere alle domande sulla salute, l’alimentazione, lo sviluppo e l’educazione del bambino nei primi cinque anni di vita. La consulenza viene effettuata nei rispettivi centri, per telefono o al proprio domicilio. Molte consulenti materne collaborano anche con gli uffici di consulenza per l’educazione ai quali si rivolgono in caso di bisogno. Bimbi & Bebé viene spesso trascurata dopo l’arrivo di un bebè, perché tutto ruota attorno al bambino. È bene però ricordare ai neogenitori che i bambini vanno accompagnati solo per un certo periodo della vita e che prima o poi mamma e papà si ritroveranno da soli. «Bisogna coltivare il rapporto di coppia affinché rimanga appagante e l’amore non si assopisca», sostiene convinta Simone Pestalozzi. Se la mamma si sente esaurita, deve evitare di scaricare la propria frustrazione sul partner dimostrandogli invece il proprio rispetto e il proprio amore. L’esperta consiglia ai neogenitori di stabilire un appuntamento fisso in settimana, anche rimanendo a casa, durante il quale chiacchierare e stare insieme lontani da televisione e cellulare. Gioverebbe inoltre concedersi una volta all’anno un fine settimana in tête-à-tête, a casa o in albergo. Un weekend senza figli fa sempre bene alle coppie. OTTIMIZZARE I LAVORI DOMESTICI Alcune mamme hanno l’impressione di essere sommerse da montagne di bucato e di stoviglie. Eppure per guadagnare tempo basta svolgere i lavori di casa in maniera efficiente. Simone Pestalozzi, anch’essa madre di due figli, liquida il bucato una volta alla settimana in un giorno prestabilito e il giorno successivo ripone i vestiti puliti negli armadi. «Lavando qualche capo ogni giorno si impiega più tempo e sembra di non aver mai finito.» Chi fa il bucato una volta alla settimana deve tuttavia disporre di biancheria a sufficienza. Per guadagnare tempo l’esperta redige anche il menù setti- manale tenendo conto dei desideri dei familiari e fa la spesa su Internet. «Così non devo più scervellarmi per decidere cosa cucinare a ogni pasto, guadagno tempo e non devo portare pesi», spiega Simone Pestalozzi che conserva i menù e li ripropone dopo sei settimane. Per i piccoli acquisti quotidiani nella panetteria o nella macelleria locale si porta i bambini abbinando l’utile al piacere di una passeggiata. Chi preferisce invece fare la spesa presso i grossi distributori dovrebbe affidare i bambini al partner o alla partner. NO AL PERFEZIONISMO Per la consulente materna Sybille Graber è fondamentale che le mamme diventino meno esigenti nei lavori domestici. «Al bambino poco importa se la libreria è polverosa o se sotto il tavolo ci sono tante briciole. Per il piccolo è assai più importante che la mamma gli dedichi attenzione parlando e giocando. Il tempo trascorso insieme influisce positivamente sullo sviluppo, mentre un pavimento pulito no.» Anche il partner dovrebbe partecipare alle faccende domestiche, che andrebbero distribuite in base alle proprie preferenze. I lavori meno ambiti possono essere svolti insieme o suddivisi equamente. Anche i bambini andrebbero coinvolti il più precocemente possibile, portando tuttavia pazienza perché occorrerà loro tempo per imparare. «Svolgendo congiuntamente i lavori domestici si passa più tempo insieme, si coltiva la relazione e ci si diverte pure», sostiene Sybille Graber. Va inoltre ricordato che nei primi anni il bambino preferisce giocare vicino ai genitori. «La cosa migliore è riservare un angolino del salotto per i suoi giochi. Alla sera i giocattoli si ripongono insieme nell’apposita cassetta (magari contrassegnata con dei simboli).» SENTIRSI BENE Fanno regolarmente scalpore sui giornali le supermodelle che a poche settimane dal parto tornano a sfilare in passerella. Quali siano le diete miracolose e gli estenuanti esercizi fisici che hanno restituito loro una silhouette da favola non si sa. «Le neomamme non dovrebbero lasciarsi influenzare da questi esempi, ma piuttosto concedersi qualche piacere e non lasciarsi andare. Un bagno rilassante e una maschera di bellezza possono fare miracoli», afferma Simone Pestalozzi. Infatti è curando il proprio aspetto che ci si sente meglio. «Personalmente consiglio di ricominciare a fare movimento con regolarità poco dopo il parto, perché l’attività fisica aumenta il benessere», raccomanda l’esperta. Mezz’ora al giorno di sport non solo libera la mente e aiuta a combattere lo stress, ma giova anche alla linea. Gran parte delle donne fatica a sentirsi bene nella propria pelle dopo aver partorito. Simone Pestalozzi suggerisce alla neomamma di mettere da parte gli abiti pré-maman dopo un paio di settimane dalla nascita del bambino e di acquistare qualche vestito nuovo che la metta a proprio agio. Per un bucato efficiente Quando acquistate una lavatrice, controllate che possegga programmi normali di breve durata. I tempi variano infatti molto da un fabbricante all’altro. Potrete così lavare i capi del bebè a fondo, ma rapidamente. I programmi speciali per eliminare le macchie (ad es. pupù) vi permettono di risparmiare il pretrattamento della biancheria. Il programma speciale per camicie e camicette vi facilita la stiratura. Scegliete una macchina silenziosa per poter lavare in qualsiasi momento senza disturbare i vicini. Lavatrici SCHULTHESS I programmi di lavaggio più rapidi per la vostra casa Gli apparecchi Schulthess vengono progettati e realizzati con grande orgoglio ed impegno a Wolfhausen, nell’Oberland zurighese. Diamo il nostro contributo perché le generazioni presenti e future possano vivere in un ambiente incontaminato. Schulthess è sinonimo di: • programmi di lavaggio rapidi • consumo ridotto di corrente ed acqua • strutture resistenti e di lunga durata • utilizzo semplicissimo • massima silenziosità nel funzionamento A+++ Ci trovate presso i rivenditori specializzati o su www.schulthess.ch ATTUALITÀ 6 Spesso il consumo dei media influisce negativamente sullo sviluppo dei bambini. Smartphone e tablet registrano in Svizzera vendite da capogiro. Questi strumenti di uso intuitivo esercitano una magica attrazione anche sui più piccoli. Ecco qualche consiglio per gestirne l’impiego. Bimbi & Bebé Il fascino dei nuovi media I BAMBINI sono attratti da smartphone e tablet. Le applicazioni zeppe di suoni e colori e i movimenti vivaci dello schermo richiamano inevitabilmente lo sguardo dei piccoli. Con grande sorpresa di molti genitori, già in tenera età i bambini imparano rapidamente l’uso di questi apparecchi che, come per miracolo, riescono a tenere inchiodati alla sedia persino i bambini più vivaci. La dottoressa Paula Bleckmann, specialista tedesca in pedagogia dei media e autrice di libri, raccomanda ai genitori di non ricorrere ai media visivi come fossero una baby-sitter: «Smartphone, tablet, computer educativi e televisione affascinano sì i bambini in età prescolare, ma non fanno bene per nulla. I bambini piccoli hanno un gran bisogno di fare movimento e metterli a sedere davanti a uno schermo genera in molti di loro irrequietezza e irritabilità. La fruizione di questi media cela inoltre il rischio di iperstimolazione.» LE PROMESSE DELLA PUBBLICITÀ Oggigiorno sono sempre più numerosi i media visivi concepiti appositamente per i piccoli. La pubblicità ne elogia in particolar modo la funzione didattica. Ma i bambini che utilizzano precocemente questi strumenti imparano realmente di più di coloro che crescono senza i media visivi? Paula Bleckmann conosce a fondo gli studi scientifici condotti su questo argomento e respinge chiaramente questa affermazione: «Più tempo un bambino perde o trascorre davanti a uno schermo, meno tempo ha per vivere la vita reale e per sviluppare le sue facoltà. I bambini imparano nella vita di tutti i giorni a contatto con i loro genitori, le persone di riferimento e i loro coetanei. Per apprendere dagli errori, ogni tanto devono sbagliare e per imparare a risolvere i problemi e diventare creativi, devono conoscere la noia.» Le ricerche dimostrano pure che i bambini che passano molto tempo con i media visivi si occupano più difficilmente da soli e più avanti a scuola ottengono voti peggiori. Sono proprio i genitori con un livello di istruzione basso a credere che un media visivo possa favorire lo sviluppo psichico del bambino. Purtroppo è proprio il contrario. I genitori dovrebbero sempre valutare con occhio critico la pubblicità del fabbricante. Un computer didattico è davvero in grado di sviluppare la motricità fine del bambino? Paula Bleckmann nega: «La motricità fine si sviluppa di più pelando una carota o tagliando un cetriolo a rondelle.» CHI PRESTO INIZIA … Se molti genitori dei piccoli di oggi hanno imparato a usare i media digitali solo in età adulta, l’attuale generazione di bambini cresce insieme a queste tecnologie, tanto da essere detta anche «digital native». Paula Bleckmann sconsiglia di favorire l’impiego dei media visivi in età prescolare. «Oggigiorno esistono diversi studi che dimostrano che i bambini che hanno precocemente trascorso molto tempo con i media visivi sviluppano più avanti maggiori difficoltà nell’uso degli strumenti tecnologici rispetto a coloro che ne hanno avuto scarso accesso», spiega la specialista. Una ricerca americana ha ad esempio rivelato che gli informatici che da piccoli hanno avuto poco contatto con i media visivi sanno essere più creativi quando si tratta di risolvere un problema. Va aggiunto inoltre che al giorno d’oggi le tecnologie si evolvono con tale rapidità che saranno ormai superate quando il bambino sarà adulto e comincerà a lavorare. LA REALTÀ Pur non consigliando l’uso dei media visivi in età prescolare, Paula Bleckmann non vuole suscitare il rimorso di quei genitori che hanno già acquistato ai loro figli un apparecchio di questo genere: «La vita quotidiana è spesso diversa. Se un bambino in età prescolare utilizza di tanto in tanto e per un breve momento un media visivo e trascorre gran parte del suo tempo nel mondo reale giocando, non ci sono problemi. Giocando con gli altri bambini, divertendosi all’aperto o ascoltando la lettura di una storia ATTUALITÀ 7 Lettura consigliata L’opuscolo «Neonati nel campo interferenze di cellulari, RV e computer» può essere ordinato tramite il sito www.spielraumlebensraum.ch o martina.lehner@ bluewin.ch. {Info} L’uso frequente dei media durante l’infanzia può avere le seguenti conseguenze: ritardare lo sviluppo del linguaggio e del movimento causare sovrappeso e malattie a esso connesse (ad es. diabete) portare a cattivi risultati scolastici diminuire l’empatia e aumentare la tendenza alla violenza causare dipendenza dai media guastare il gioco creativo portare a isolarsi in sé stessi e in un mondo immaginario Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 8 Lo sapevate che … ... i media visivi sono come le caramelle e non vanno mai utilizzati come ricompensa o come punizione? In caso contrario i media diventano ancora più attraenti e si aumenta il rischio di una dipendenza futura. Inoltre se l’uso dei media viene associata all’autorità dei genitori, il bambino non impara a gestire bene e con moderazione questi apparecchi. Bimbi & Bebé ad alta voce il piccolo sviluppa perfettamente le sue competenze linguistiche e fisiche.» La specialista raccomanda ai genitori di consentire l’uso dei media visivi solo se il bambino mostra un forte interesse. Gli apparecchi dovrebbero essere conservati dagli adulti e lasciati al bambino solo temporaneamente per giocare. È importante anche che i genitori controllino i giochi e i DVD nelle mani del piccolo. L’utilizzo dei media visivi va limitato a un breve lasso di tempo. Ha senso anche fissare delle regole, come ad esempio proibire l’uso in settimana ma consentire al bambino di guardare un film o giocare con il tablet il sabato o la domenica. I bambini in età prescolare non dovrebbero giocare con i media visivi dopo cena perché gli eventi vissuti con il gioco potrebbero essere ripercorsi quando il piccolo dorme con conseguenti disturbi del sonno. Lo stesso vale anche per le cosiddette applicazioni della buonanotte. ORA SI SPEGNE! Poiché i bambini piccoli vivono l’attimo e difficilmente riescono a rispettare i limiti temporali, quando è il momento di spegnere i media ci sono spesso discussioni. A questa età il piccolo non capisce perché mamma o papà ha deciso di interrompere un momento tanto divertente. In queste situazioni Paula Bleckmann consiglia di non interrompere il dialogo e di dire semplicemente con tono tranquillo: «Il tempo è finito e ora dobbiamo spegnere.» Il piccolo non protesterebbe di meno se gli fosse consentito di utilizzare i media più spesso. Anzi, in realtà avviene proprio il contrario. Scienziati americani hanno infatti scoperto che più il bambino utilizza i media, più aumentano le proteste. Al contrario, l’atmosfera è serena nelle famiglie in cui i bambini piccoli non conoscono lo schermo o perlomeno non ne hanno costantemente accesso. Come si dice, «meglio non indurli in tentazione . . .». Nella maggior parte delle famiglie che fanno uso frequente di media visivi le discussioni al momento di spegnere l’apparecchio sono invece ricorrenti. I genitori dovrebbero rendersene conto. La specialista consiglia di definire insieme, scegliendo un momento tranquillo, delle regole che vanno successivamente rispettate. COMBATTERE LA DIPENDENZA DAI MEDIA Negli ultimi anni il numero di ragazzi che soffre di dipendenza dai media è drasticamente aumentato. I maschi sono piuttosto attratti dai videogiochi, mentre le femmine trascorrono ore a chattare. Cosa possono fare i genitori nei primi anni di vita del bambino per proteggerlo da una futura dipendenza dai media? Paula Bleckmann esorta i genitori a rafforzare la personalità del bambino fino all’età scolare senza ricorrere se possibile all’uso dei media, a garantirgli spazio e tempo per il gioco creativo, a fargli capire che è in grado di trovare da solo delle attività per occupare il tempo in modo sensato e a prepararlo alle tentazioni del mondo dei media affinché non cada nella trappola della dipendenza. Sono importanti le relazioni solide e reali, le Il cellulare può distogliere l’attenzione dei genitori dal bambino. azioni che dimostrano la propria autoefficacia (quel che faccio ha un certo effetto nel mondo), la capacità di risolvere i problemi e di immedesimarsi negli altri. Il bambino deve imparare anche a gestire lo stress e può farlo solo relazionandosi con gli altri e vivendo la natura. Se da una parte i piccoli in età prescolare vanno protetti dalla stimolazione eccessiva dei media, dall’altra i bambini che frequentano già la scuola devono essere accompagnati dai genitori nella loro fruizione. GENITORI REALMENTE PRESENTI Paula Bleckmann invita mamma e papà a osservare il proprio comportamento nei confronti dei media. Sempre più spesso al parco giochi o durante le passeggiate i genitori si curano più del loro smartphone che del loro bambino. Uno studio tede- sco evidenzia che le mamme trascorrono in media più tempo a parlare al telefono che con il loro bambino. Un’altra indagine dimostra anche che utilizzare i media in presenza di neonati e bambini piccoli può avere gravi conseguenze. Il consumo dei media nuoce ad esempio al contatto visivo, nonché alla comunicazione e all’interazione tra genitori e bimbo. Se in passeggiata la mamma rimane incollata al telefonino, il bebè si manifesta poco e gesticola meno. Se il papà rimane seduto sulla panchina a controllare la posta elettronica, probabilmente non capisce quanto sia fiero il suo bambino di essere riuscito a scendere da solo dallo scivolo. Risultato: chi vuole davvero godersi il tempo insieme ai figli, deve rimandare le telefonate e rispondere agli sms quando il piccolo dorme. Lettura consigliata L’opuscolo «I bambini in tenera età hanno bisogno di media sugli schermi?» può essere scaricato od ordinato al sito della Formazione dei Genitori CH: www.formazionedeigenitori.ch. Foto Vera Hartmann Gockhausen I bambini in tenera età hanno bisogno di media sugli schermi? Una pubblicazione di Formazione dei Genitori CH Con il sostegno di Victorinox e del programma nazionale Giovani e Media ital Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 10 Si stima che in Svizzera ogni anno 20 000 gravidanze terminano con un aborto spontaneo. Non esistono dati precisi in merito in quanto non vi è obbligo di notifica. Bimbi & Bebé Aborto spontaneo tabù «S PESSO non si conoscono le cause dell’aborto spontaneo», spiega Franziska Maurer, levatrice e responsabile del centro di assistenza in caso di aborto e morte perinatale di Berna. «Si stima che in molti casi la gravidanza si interrompe a seguito di alterazioni dello sviluppo del bambino.» Le cause possono essere pure di origine materna come i disturbi ormonali (ad es. disfunzione della tiroide) o i problemi anatomici (ad es. malformazione dell’utero). Anche gli interventi sull’utero (ad es. taglio cesareo) o il raschiamento a seguito di un aborto spontaneo precoce possono rendere più difficoltoso l’impianto dell’ovulo fecondato. Talvolta la gravidanza è interrotta da disturbi del sistema immunitario della madre. Anche l’amniocentesi aumenta leggermente il rischio di aborto. Non da ultimo è probabile che anche lo Di fronte a un aborto la coppia si sente mancare la terra sotto i piedi. stress, ad esempio generato da una situazione economica, lavorativa o familiare difficile, e le sostanze dannose presenti nell’ambiente vicino alla gestante ne siano responsabili. Sovente la causa risiede addirittura nella combinazione di questi fattori. PRIMI SINTOMI Sanguinamenti vaginali, dolori al basso ventre e contrazioni possono ma non devono per forza essere sintomo di minaccia di aborto. «Spesso le gestanti sentono che qualcosa non va, hanno l’impressione che dentro di loro qualcosa sia cambiato. Altre avvertono una di- minuzione improvvisa dei segni di una gravidanza in atto (ad es. turgore del seno)», racconta Franziska Maurer per esperienza. Non sempre è possibile dire subito se la gravidanza terminerà o meno con un aborto spontaneo. L’esperta consiglia alle donne in questa situazione di chiedere aiuto agli specialisti e di farsi accompagnare durante il periodo d’incertezza. GRANDE SHOCK «Se la donna non si è accorta di nulla e non ha percepito alcun sintomo, per i genitori è un grosso colpo», spiega Franziska Maurer. Capita di frequente che con l’at- tuale approfondita assistenza alla gravidanza i futuri genitori apprendano dalla tanto attesa prima ecografia che il bambino non è più vivo. L’intensità dello shock per aver perso il figlio non dipende dalla settimana di gestazione. L’aborto spontaneo precoce colpisce la donna in una fase di autentico caos: da poco la gestante ha saputo di aspettare un bambino, ha cominciato a prepararsi fisicamente e mentalmente alla gravidanza e ha iniziato a immaginarsi come saranno suo figlio e la sua famiglia. Improvvisamente però il sogno si tramuta in un incubo. «L’aborto spontaneo Buona domanda Cos’è l’aborto spontaneo? Si parla di aborto spontaneo quando la gravidanza si interrompe con un parto o nel grembo materno prima della 22esima settimana. La maggior parte degli aborti spontanei avviene tra la 12esima e la 14esima settimana; si parla in questo caso di aborto spontaneo precoce. Se avviene invece nelle settimane successive, si tratta di aborto tardivo. Si stima che in Svizzera una gravidanza su tre o quattro si interrompe spontaneamente. Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 12 Lo sapevate che … ... la donna che ha subito un aborto spontaneo deve partecipare ai costi generati? La legge sull’assicurazione malattie non considera l’aborto spontaneo un parto, bensì una malattia. Bimbi & Bebé interrompe brutalmente questo processo di adattamento e può disorientare a tutti i livelli le persone coinvolte», aggiunge l’esperta. I futuri genitori devono dire addio ai loro progetti e ai loro desideri. Per molte coppie la situazione è ancora più difficile da accettare in quanto si sentono considerate dalla società coppie senza figli e non genitori «orfani». LASCIAR DECIDERE LA DONNA Oggi se il bambino muore nel grembo materno durante le prime settimane di gestazione, si effettua un raschiamento in narcosi o il parto viene indotto farmacologicamente. Franziska Maurer fa notare che, oltre alla procedura standard, esiste la possibilità di aspettare che il corpo della donna sia pronto a partorire il feto naturalmente. «La donna coinvolta deve sapere che il più delle volte non è necessario intervenire rapidamente, a meno che il sanguinamento sia abbondante.» Studi recenti dimostrano che è molto importante lasciar scegliere alla donna come procedere. «Molte gestanti vivono l’interruzione di gravidanza come un evento traumatico perché viene messa loro fretta e hanno la sensazione che il loro corpo non sia in grado di provvedere da sé», spiega la signora Maurer. Per questa ragione oggi sempre più ginecologi e levatrici incoraggiano le donne che desiderano aspettare che l’aborto si risolva naturalmente. Franziska Maurer comprende però anche perché molte donne vogliano buttarsi rapidamente alle spalle la brutta esperienza. Dietro la voglia di «concludere la faccenda» c’è il desi- derio di risvegliarsi dall’incubo e di poter dire che non è successo nulla. «L’esperienza mi insegna tuttavia che agire troppo rapidamente e ‹risolvere› in fretta il problema non smorza il dolore del lutto né il groviglio di sentimenti. Anzi, è vero proprio il contrario!», afferma la levatrice. L’esperta raccomanda alle donne d’informarsi bene sull’opportunità di prendere tempo per elaborare il processo poco per volta e, se necessario, di farsi aiutare dagli specialisti. AMICI E FAMILIARI Se di proposito la coppia non ha reso nota la gravidanza, gestire un aborto spontaneo è spesso difficile. I genitori si trovano di fronte al dilemma di dover comunicare nel contempo una gravidanza e un aborto spontaneo. Sovente amici e familiari dimostrano poca comprensione per l’accaduto e non capiscono che la perdita di un bimbo che non si è neppure potuto conoscere può essere molto dolorosa. Anche gli incoraggiamenti espressi con le migliori intenzioni come «Sei giovane, ne avrai presto degli altri» oppure «Sii felice che sia capitato all’inizio della gravidanza» non migliorano la situazione. Al contrario questo genere di frase compassionevole, per nulla pertinente all’evento, può risultare profondamente offensivo, anche se non è solo segno di scarsa capacità di immedesimazione ma anche di impotenza. Franziska Mauer suggerisce ciò che potrebbe essere di aiuto alla coppia: «Amici e familiari non dovrebbero mai negare l’accaduto, ma ascoltare e riconoscere che i genitori hanno perso il loro bambino. Chi ha subito un aborto spontaneo non smette di essere genitore.» Alle coppie che hanno vissuto un aborto l’esperta consiglia di mettere al corrente la cerchia di amici e familiari. A molti genitori giova parlare della propria esperienza, perché consente loro di rendersi conto che molte altre coppie ci sono passate pur non avendone mai parlato apertamente. ELABORARE IL LUTTO Il fatto che l’aborto spontaneo sia un evento frequente induce molte coppie a pensare di non avere il diritto di sentirsi afflitti. Per elaborare il lutto e riuscire a convivere con l’esperienza di un aborto spontaneo occorrono spazio e tempo che variano da una coppia di genitori all’altra. Poiché la legge sul lavoro non prevede lutto e convalescenza in caso di perdita di un figlio per aborto spontaneo, l’unica possibilità di prendersi lo spazio necessario è il certificato medico. Le coppie di genitori devono avere il tempo di elaborare il lutto, gestire i sentimenti che l’aborto spontaneo genera e riorientarsi e se necessario farsi aiutare. Se in casa ci sono figli più grandi, Franziska Maurer consiglia di informarli dell’accaduto per dare il giusto spazio in famiglia al piccolo scomparso. «Molti genitori non dicono nulla, perché vogliono proteggere i figli. Ma come spiegheranno più tardi al bambino che avrebbe avuto un fratellino o una sorellina?», fa notare l’esperta. I bambini piccoli sono molto sensibili e se i genitori si mostrano improvvisamente tristi potrebbero sentirsi responsabili. Per una spesa a tutto relax. {Consigli} Nuovamente incinta Il desiderio di rimanere nuovamente incinta è segno di speranza e vitalità, e forse anche l’espressione della nostalgia del bambino perduto. Entrambi i sentimenti vanno ascoltati. Dopo un aborto non abbiate fretta e prendetevi tutto il tempo necessario per i sentimenti che emergono e l’elaborazione del lutto. Ascoltatevi e riflettete su cosa vi occorre per affrontare al meglio una nuova gravidanza. Che posto occupa il bimbo perduto? Quale posto avrà il piccolo che verrà? Come vi sentite nel vostro corpo? Dopo un aborto spontaneo è importante ristabilirsi anche fisicamente (ormoni, utero). La medicina alternativa come l’agopuntura può aiutarvi a ritrovare un buon equilibrio. Fatevi aiutare e parlatene con le mamme che hanno avuto la medesima esperienza o richiedete l’aiuto di uno specialista. Sappiate che è normale se affronterete la prossima gravidanza con apprensione. Ciò è del tutto comprensibile in quanto un aborto segna la donna per sempre. Oltre a farvi seguire dal medico, prendete in considerazione un sostegno psicologico per rafforzare la vostra fiducia. Fate la vostra spesa settimanale direttamente da casa su coop@home e godetevi il tempo con i vostri cari. Buono «BEBE4-C» valido per un acquisto a partire da 200 franchi nel supermercato o nell’enoteca di coop@home. Valido fino al 30.6.2014 GRAVIDANZA&PARTO 14 Pronti per il bebè Quando è in arrivo un bambino spesso i futuri genitori si precipitano a fare ELLE prime settimane acquisti. Ma cosa di vita sono praticissimi serve davvero al body e tutine, perché si tolgono e si bebè? Ecco qualche infilano comodamente. Al bebè occonsiglio. corrono anche un berretto – la testa N {Consigli} Riposo durante il puerperio Spedite gli annunci di nascita solo al rientro a casa. Godetevi il periodo del puerperio insieme al vostro bebè rilassandovi il più possibile e prendendovi il tempo di stabilire la relazione con il bambino. Bimbi & Bebé disperde molto calore – e delle babbucce (in maglia di lana o pile) che non stringano per permettere al sangue di circolare bene. Per l’inverno la consulente materna Sybille Graber di Unterbach consiglia pure dei guantini e una comoda tutona di pile in cui il piccolo non sudi e si senta a suo agio sia all’aperto sia in casa. Sempre per uscire a passeggio durante la stagione fredda val la pena acquistare una tuta invernale. «Consiglio ai genitori di procurarsi pochi capi di abbigliamento della prima misura in quanto nei primi mesi il bebè cresce velocemente. Se un indumento è troppo grande, non importa. Ma se è troppo stretto, limita il bambino nei movimenti», spiega l’esperta. L’ideale è avere a disposizione un numero di body e tutine sufficiente per limitarsi a fare il bucato una volta alla settimana. Per i neonati è una buona idea acquistare vestiti di seconda mano negli appositi negozi per bambini o Manca solo il bambino . . . {Consigli} su Internet, perché di solito sono come nuovi. LETTO IDEALE Il bebè non ha bisogno di avere subito una cameretta tutta per sé e non vi è neppure motivo di traslocare. Nei primi mesi di giorno il piccolo ama stare vicino alla mamma, mentre di notte va messo a dormire nel suo lettino o in una culla nella stanza dei genitori. La fisioterapista infantile Dominique Ziegler di Niederwangen (BE) consiglia di utilizzare un lettino con superficie orizzontale e spondine provviste di paracolpi per far sentire il bambino protetto ed evitare che si ferisca. Il materasso della culla o del lettino non dovrebbe essere troppo molle. «Se il neonato vi sprofonda, non riesce a muoversi liberamente e il rischio di morte in culla aumenta», spiega la signora Ziegler. Per la biancheria da letto è sempre meglio avere il cambio, quindi due mollettoni impermeabili e due lenzuoli tesi. Piumini e cuscini di piuma non sono indicati in quanto comportano un rischio di soffocamento. Sybille Graver suggerisce Occorrente per l’ospedale invece di utilizzare un sacco per la nanna di misura confacente al neonato e non troppo grande, perché il bambino potrebbe scivolarvi dentro e soffocare. Per i bebè più grandicelli la soluzione migliore è la copertina Zewi o il sacco. «Prima di acquistarli, fateveli prestare per provare quale è più adatto al vostro bambino», consiglia l’esperta. A SPASSO CON IL BEBÈ Anche in carrozzina il bebè dovrebbe essere coricato piano e avere ampio spazio per muoversi. Nella scelta del modello bisogna tenere conto dell’uso che si intende farne. Un buon sistema di sospensioni consente di assorbire gli urti. Dominique Ziegler esorta invece vivamente a non utilizzare le carrozzine munite di guscio rigido che obbligano il bambino a sedere in posizione rialzata: «Questi modelli limitano sensibilmente la libertà di movimento, ostacolano lo sviluppo motorio e caricano enormemente la colonna vertebrale.» Per gli stessi motivi il seggiolino a guscio per l’automobile dovrebbe essere utilizzato solo limitatamente e soltanto per trasportare il bambino in tutta sicurezza. Nei primi tempi dopo la nascita il neonato va sdraiato nella carrozzina in modo che possa mantenere il Nécessaire Pantaloni della tuta o leggings Biancheria intima, calzini caldi (anche per la sala parto) e pantofole Diverse magliette o felpe Reggiseno morbido a fascia (acquistare il reggiseno per l’allattamento solo dopo la montata lattea) Certificato di maternità Libretto di famiglia Ev. un apparecchio fotografico Occorrente per il rientro a casa Abiti per il bebè con berretto, guantini se è inverno Seggiolino a guscio per l’automobile Occorrente a casa Coppette per l’allattamento Assorbenti (per il puerperio) Biberon con tettarella per neonati, imbuto per il latte in polvere e scovolino se non potete o non volete allattare (completamente) Bimbi & Bebé GRAVIDANZA & PARTO 16 contatto visivo con mamma e papà. «Così facendo i genitori riescono a comunicare con il bebè e ad accorgersi subito se qualcosa non va. Se fosse orientato dall’altra parte, non sarebbe possibile e il piccolo si troverebbe più facilmente esposto a un eccesso di stimoli, che esprimerebbe con crisi di pianto o malessere», spiega la signora Ziegler. BEATO NEL MARSUPIO Al giorno d’oggi molte mamme apprezzano la praticità del marsupio o della fascia portabebè perché consente di muoversi meglio di quanto si possa fare con una carrozzina e nel contempo soddisfa il bisogno di contatto fisico del neonato. «È importante che il bebè sia ben posizionato in modo da mantenere diritta la colonna vertebrale, nonché sostenere e proteggere la testa. Di tanto in tanto bisogna controllare la postura del piccolo per evitare che si insacchi», raccomanda Dominique Ziegler. Il marsupio o la fascia portabebè dovrebbe sostenere orizzontalmente il bambino dalle cosce alle ginocchia o con una leggera inclinazione verso l’alto. Come nella carrozzina, il viso deve essere rivolto verso la mamma o il papà per permettere al piccolo di distogliere lo sguardo se lo desidera. Orientato nell’altro senso non potrebbe farlo e sarebbe iperstimolato. Per utilizzare correttamente la fascia portabebè si consiglia di frequentare un corso. Le vostre esigenze, il nostre finanziamento. GE Money Bank Il credito su misura. et e Richied ito ora un cred k.ch eyban gemon 07 807 0800 8 CURA E ALIMENTAZIONE Sybille Graber consiglia ai neogenitori che rientrano a casa dall’ospedale con il bambino di procurarsi una scorta di pannolini, un materassino per il cambio del pannolino, dischetti di ovatta o inserti per pannolini per detergere il sederino, salviettine umide da portare con sé e un contenitore igienico per pannolini. Si consiglia inoltre di acquistare una spazzola morbida per massaggiare regolarmente il cuoio capelluto (previene la crosta lattea), una vaschetta da bagno e olio di mandorle da aggiungere all’acqua o per pulire la zona coperta dal pannolino. Una crema allo zinco è utile per curare gli arrossamenti sul sederino. «Il fasciatoio non è indi- spensabile, perché il bambino può essere cambiato anche sul letto dei genitori o sul pavimento dove il piccolo può muoversi senza rischiare di cadere», fa notare Sybille Graber. GIOCATTOLI Appena nati i bambini non hanno bisogno di molti giocattoli. «All’inizio consiglio una giostrina, poi dai tre mesi i giochi da afferrare», suggerisce la signora Graber. Le coperte da gioco sono sempre un ottimo investimento. «Sin da piccolissimo il bambino dovrebbe poter giocare sulla coperta dove è libero di sperimentare nuovi movimenti, importantissimi per lo sviluppo motorio», sottolinea Dominique Ziegler. Buona domanda Quando bisogna stipulare l’assicurazione per il bebè? La cosa migliore è assicurare il bambino prima del parto e in ogni caso entro tre mesi dalla nascita. Annunciare il bebè prima della nascita consente di stipulare diverse assicurazioni complementari molto utili e generalmente poco costose (ad es. medicina alternativa, assicurazioni ospedaliere complementari) senza dover effettuare un esame dello stato di salute. I premi vanno versati dal giorno del parto con effetto retroattivo per tutto il mese in corso. Degna di fiducia Una decisione dettata dal cuore Anche i neonati hanno bisogno di protezione assicurativa. Già dal primo respiro. Una previdenza completa deve perciò iniziare ancor prima della nascita. CONCORDIA Baby Bonus: per la nascita del vostro bambino assicurato presso la CONCORDIA vi regaliamo CHF 100 Con BENEFIT, fino al 100 % di sconto sulle assicurazioni complementari nel primo anno I bambini fino a 15 anni pagano per le assicurazioni complementari DIVERSA, NATURA e Assicurazione ospedaliera COMUNE al massimo solo CHF 3 mensili per ciascuna A partire del terzo figlio, sconto del 90 % sui premi dell’assicurazione di base (premi per adulti) Offerte CONCORDIA Active per tutta la famiglia GE imagination at work Esempio di calcolo: credito di CHF 10 000.–. Sulla base di un interesse annuo effettivo tra il 9,95 % ed il 14,5 % risultano costi totali per 12 mesi da CHF 523.– a CHF 753.–. Il creditore è GE Money Bank SA con sede a Zurigo. La concessione di un credito è vietata se conduce al sovraindebitamento del consumatore. www.gemoneybank.ch Troverete maggiori informazioni sotto www.concordia.ch GRAVIDANZA & PARTO 18 Numerosi studi dimostrano con certezza che il latte materno è il nutrimento ideale per il neonato. Ma come conciliare allattamento e rientro al lavoro? Consigli utili. Aiuto vicino Al sito www.allattamento.ch trovate gli indirizzi delle consulenti per l’allattamento della vostra regione. Buona domanda Allattamento e lavoro L’ OMS (Organizzazione mondiale della sanità) raccomanda di allattare i neonati esclusivamente al seno per i primi sei mesi. In Svizzera però il congedo maternità è di sole 14 settimane. Per dare l’opportunità di allattare anche alle madri che dopo questo breve periodo devono riprendere la loro attività lavorativa, la legge sul lavoro dispone che il datore conceda loro il tempo necessario. Durante il primo anno di vita del bambino il tempo dedicato all’interno dell’azienda all’allattamento o all’estrazione del latte con il tiralatte è considerato interamente tempo di lavoro. Se la lavoratrice lascia invece l’azienda per allattare a casa, presso la mamma diurna o all’asilo nido, viene riconosciuta come tempo di lavoro la metà del tempo di assenza. Tale tempo non deve essere recuperato né può essere detratto dalle vacanze. Si consiglia tuttavia di discutere sempre la situazione con il datore di lavoro prima del rientro al proprio impiego. VANTAGGI PER TUTTI Oltre a contenere tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno il bebè, il Bimbi & Bebé Quanto latte al giorno beve il bebè? latte materno rinforza il sistema immunitario, favorisce lo sviluppo e si adegua costantemente ai bisogni del bambino in crescita. L’allattamento influisce positivamente anche sulla madre, che si ammala meno frequentemente di tumore al seno e al collo dell’utero e recupera più in fretta il peso normale. Non da ultimo ne beneficia anche il datore di lavoro in quanto i bambini allattati al seno sono più raramente raffreddati e soffrono meno di frequente di otiti e infezioni gastrointestinali, con conseguente diminuzione delle assenze dei genitori al lavoro. POMPARE IL LATTE AL LAVORO Gran parte delle mamme che, pur dovendo rientrare al lavoro, decidono di continuare ad allattare il proprio bebè opta per il pompaggio del latte con il tiralatte. Verena Marchand, istruttrice per le consulenti per l’allattamento IBCLC di Berna, suggerisce alle madri di mettere al corrente quanto prima il capo ufficio. «Per pompare il latte la mamma ha bisogno di un locale tranquillo dove potersi chiudere a chiave ed essere al riparo da sguardi Nei primi tre mesi il neonato assume una dose di latte corrispondente a un sesto del suo peso corporeo. Dal quarto mese in poi le quantità si riducono a un settimo. Per calcolare le dosi da estrarre con il tiralatte basta dividere il fabbisogno quotidiano per il numero di pasti. I bambini allattati al seno si ammalano più raramente. indiscreti. Deve inoltre poter disporre di un frigorifero per conservare il latte e di un lavandino per lavare gli accessori del tiralatte», spiega l’esperta. Verena Marchand consiglia pure di esercitarsi con il tiralatte almeno quattro settimane prima di tornare al lavoro e di congelare il latte pompato. Così facendo ci si impratichisce e il bebè si abitua a succhiare anche senza il contatto diretto con la mamma. «Spesso all’inizio il piccolo accetta il biberon solo se è il papà o un’altra persona a darglielo», aggiunge Verena Marchand. Prima di riprendere l’attività lavorativa è preferibile fare una bella scorta di latte materno da tenere nel congelatore per i primi giorni. a tre consulenze per l’allattamento i cui costi vengono rimborsati dall’assicurazione di base della cassa malati. In genere il tiralatte manuale è sufficiente per l’uso saltuario, mentre quello elettrico è più indicato per le mamme che estraggono il latte frequentemente o che vogliono guadagnare tempo al lavoro pompando contemporaneamente ad entrambi i seni grazie alla doppia pompa. QUANDO ESTRARRE IL LATTE? A casa il momento migliore per pompare il latte materno è subito dopo la poppata, quando il bambino non ha svuotato completamente il seno o ha succhiato da una parte sola. Il latte fluisce con particolare facilità al mattino, quando la TIRALATTE IDEALE mamma è rilassata. Per evitare che I consigli di una consulente IBCLC la lattazione diminuisca, è indipossono essere di aiuto nella scelta del tiralatte. Ogni mamma ha diritto spensabile estrarre il latte rego- Lo sapevate che … ... l’assicurazione di base della cassa malati copre parte dei costi per il noleggio di un tiralatte elettrico? Informatevi prima sulle condizioni. Le spese per l’acquisto non vengono invece rimborsate, anche se in genere sono inferiori al costo del noleggio. Se preferite comunque acquistare un tiralatte, parlatene dapprima con la vostra cassa malati. Bimbi & Bebé GRAVIDANZA & PARTO 20 ‹‹ Lettura consigliata L’opuscolo «Allattare – perché la vita inizi in modo sano» pubblicato dalla Fondazione svizzera per la Promozione dell’Allattamento al seno risponde alle principali domande sull’allattamento. Può essere ordinato al sito www.allattare.ch. Allattare – perché la vita inizi in modo sano A5_Bro_Stillen_it_2011.indd 1 29.06.11 15:14 larmente in quanto la produzione è regolata dall’effettiva necessità. Più latte viene pompato, più il seno ne produce. Se si devono intervallare le poppate perché ad esempio il bambino dorme più a lungo, Verena Marchand consiglia di pomparlo tra un pasto e l’altro. Al lavoro il latte deve essere estratto rispettando gli orari delle poppate a casa. È inoltre buona abitudine dare il seno al bambino poco prima di uscire. Per stimolare la produzione di latte in ufficio, l’esperta suggerisce di massaggiare il seno prima di estrarre il latte, bere una bevanda calda e tenere con sé un oggetto che ricordi il bebè (ad es. una fotografia). MANEGGIARE IL LATTE MATERNO Per mantenere inalterata la qualità del latte materno è fondamentale lavarsi a fondo le mani con sapone liquido prima dell’allattamento o dell’uso del tiralatte e quando si dà il biberon. Anche l’igiene del tiralatte, della bottiglia e della tettarella è importante. Tutti gli elementi del tiralatte che entrano in contatto con il latte devono essere risciacquati dapprima con acqua fredda e quindi lavati con un detersivo per stoviglie. Una volta al giorno bisognerebbe sterilizzarli in acqua bollente o lavarli nella lavastoviglie a più di 60°. Queste operazioni contribuiscono a eliminare la maggior parte dei germi che potrebbero contaminare il latte. CONSERVAZIONE Verena Marchand consiglia di apporre la data sul biberon o sui sacchetti contenenti il latte pompato. Il latte materno si conserva a temperatura ambiente (16–29° C) per circa 3-4 ore, nel frigorifero a 4° C o meno per 72 ore e nel congelatore (a meno di –17° C) per 6 mesi. «Chi estrae il latte sul posto di lavoro deve fare attenzione a non interrompere la catena del freddo facendo rientro a casa», ricorda l’esperta. «La soluzione ideale è utilizzare una borsa termica provvista di elementi raffreddanti.» La soluzione completa durante il periodo d’allattamento. 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Bimbi & Bebé Swing maxi ™ altamente efficiente – confortevole – rapido Tiralatte con la tecnologia 2-Phase Expression per più latte in meno tempo e la tettarella per latte materno innovativa Calma. Il passaggio dal seno alla tettarella e viceversa non era mai più facile. www.medela.ch www.medela.ch «E facile tirare il latte e somministrarlo grazie a medelaMe iPhone App, gratuitamente nell’App Store.» Freestyle ™ universale – innovativo – risparmia del tempo SALUTE 22 Intervista Professor Urs Eiholzer, pediatra, responsabile del Centro di endocrinologia pediatrica di Zurigo (PEZZ) Come spiega il professor Urs Eiholzer nella seguente intervista, il movimento fisico praticato nell’infanzia influenza il nostro comportamento per tutta la vita. Scegliere l’asilo nido ideale L’importanza del movimento Perché è importante che la muscolatura si sviluppi correttamente già nell’infanzia? I muscoli che utilizziamo poco sono più gracili e più soggetti alle lesioni. Se la muscolatura è indebolita, la colonna vertebrale non è sufficientemente stabilizzata. Ne conseguono problemi ai dischi intervertebrali. Una muscolatura poco robusta non è in grado di sostenere correttamente le articolazioni e il rischio di artrosi aumenta. Le ossa diventano fragili, la colonna vertebrale rigida e il cuore lento e pigro. Lei afferma che lo scarso movimento fisico è più dannoso del sovrappeso. Perché? Gran parte degli effetti negativi imputati al sovrappeso sono causati dalla sedentarietà. Molti adulti ingrassano perché con l’avanzare dell’età fanno meno attività fisica. La mancanza di movimento pro- Bimbi & Bebé {Consigli} voca, senza necessariamente portare a un aumento di peso, anche un incremento di grassi nel sangue, disturbi della regolazione della glicemia e molte altre conseguenze come l’artrosi e le affezioni dei dischi intervertebrali. Perché sin dalla nascita i bambini dovrebbero potersi muovere liberamente e stare il meno possibile nel seggiolino dell’auto o nella sdraietta? Il bisogno di movimento si nota già in culla. Il bebè sgambetta, tenta di afferrarsi i piedini, si gira sulla pancia e si rigira sulla schiena. Nei primi mesi di vita si sviluppa il movimento degli occhi, ovvero l’oculomotricità. Il bambino impara anche a sorreggere e a muovere la testa, nonché ad afferrare intenzionalmente gli oggetti. Qualche tempo dopo sperimenta movimenti più complessi come trascinarsi, roto- Verificate se la struttura ritiene importante fare movimento all’aperto; quanto tempo i bambini trascorrono all’aria; se i piccoli escono quotidianamente anche quando piove; se i bambini hanno accesso a un’area di gioco o meglio ancora al bosco. In età prescolare il bambino ha bisogno di muoversi tantissimo. larsi, girarsi e gattonare. Al compimento di un anno azzarda i primi passi. Affinché questo sviluppo possa avvenire in maniera ottimale, il neonato dovrebbe potersi muovere liberamente e questo non è possibile né sul seggiolino dell’auto né sulla sdraietta. In che modo il movimento influisce sullo sviluppo del bambino nei primi anni di vita? Le opportunità di movimento del neonato e del bambino influenzano la competenza motoria e la voglia di muoversi per tutta la vita! Non è solo la scienza a dimostrarlo, ma anche le biografie di molti sportivi di successo. Fare movimento si riflette positivamente sulla personalità e sull’autostima, favorisce lo sviluppo del linguaggio, le emozioni e il comportamento sociale. I bambini con buone capacità fisiche denotano anche uno sviluppo migliore dell’intelligenza. Il movimento favorisce pure la disposizione all’apprendimento a scuola Lo sapevate che … . . . movimento e crescita sono correlate? Il professor Urs Eiholzer e il suo team hanno dimostrato che i bambini che si muovono poco sono in media più bassi e crescono più lentamente di coloro che fanno tanta attività fisica. Bimbi & Bebé Come invogliare il vostro bambino a fare movimento Molti genitori vanno fieri delle prestazioni sportive dei loro figli. Ha senso davvero voler fare di un piccolo di tre anni un futuro Roger Federer? L’attività fisica deve innanzi tutto procurare piacere al bambino; costringerlo non sarebbe giusto. È interessante notare che molti sportivi di successo nella loro infanzia hanno sperimentato svariate discipline sportive. Roger Federer è stato anche un bravo giocatore di calcio. d` e Come avviene lo sviluppo motorio? Nei primi anni di vita il cervello del bambino forma continuamente nuove connessioni nervose e sui percorsi maggiormente utilizzati i segnali corrono rapidamente. Quei movimenti ripetuti molte volte vengono così automatizzati. Nell’infanzia e nell’età prescolare i bambini Si può affermare che i bambini che si sono mossi poco nei primi cinque anni di vita hanno perso il treno dello sviluppo motorio? Il treno non si perde mai veramente, ma quello successivo cammina più lentamente e placidamente e il bambino che lo prende non sarà mai svelto né diventerà uno sportivo d’élite. ic Bimbi & Bebé In che misura i genitori devono guidare e aiutare il bambino che sperimenta nuovi movimenti? Il bambino deve avere ogni opportunità possibile di fare movimento! Ed è preferibile che i genitori non lo guidino. È estremamente importante che il bambino trovi da solo le strategie di movimento e che faccia le sue esperienze. Giocando e muovendosi sperimenta azioni sempre più complesse che gli consentono di capire ciò di cui è capace e di testare i suoi limiti. co d Frequentate regolarmente il parco giochi. Accompagnatelo nei boschi. Iscrivetevi insieme a un corso «mamma/papà e bambino». Uscite a piedi il più possibile e con ogni tempo. Preparategli un percorso in salotto con tunnel di sedie, ostacoli da scavalcare e salti. Fatelo giocare spesso con i suoi coetanei, perché in compagnia si muove di più. Dategli la possibilità di provare diverse discipline sportive. Sono più importanti gli interessi del piccolo, non i vostri! Non imponetegli nulla. Il bambino deve divertirsi a fare movimento e deve poter partecipare ai giochi di sua iniziativa. Scegliete passeggiate e gite che possano soddisfare anche i suoi bisogni, ad es. sentieri-avventura. 1 {Info} Personalmente ritengo che per i bambini in età prescolare sia più adatto fare movimento di frequente e in modo differenziato anziché seguire un’attività fisica specifica. A questa età si gettano le basi per apprendere una vasta gamma di movimenti e per acquisire flessibilità e intuito motorio. Per questa ragione è indispensabile che i piccoli conoscano un ampio spettro di movimenti. A loro non occorrono istruzioni, ma occasioni e motivazione. Poiché in età prescolare il bisogno di fare attività fisica e la gioia di muoversi sono enormi, i genitori dovrebbero concedere ai figli la possibilità di sperimentare il più possibile. H1 24 Ma come la mettiamo con il rischio di farsi male? È chiaro che i bambini che fanno tanto movimento cadono più spesso di quelli che vengono «parcheggiati» davanti al televisore. Ciononostante è importante che i genitori li incoraggino sempre a sperimentare nuovi movimenti. È molto meglio dire «Tieniti bene che ce la fai!» piuttosto che «Fai attenzione a non cadere!». È provato che i bambini con buone facoltà motorie sono più precisi nei movimenti. Di conseguenza il rischio che si facciano male nella vita di tutti i giorni è ridotto rispetto ai piccoli più impacciati. apprendono le diverse forme di movimento con grande facilità ed efficienza. Si parla di una «prima finestra di opportunità». Dalla nascita ai cinque anni i piccoli hanno infatti l’opportunità di acquisire un’ampia base di coordinazioni. I movimenti appresi vengono registrati dal cervello e rimangono impressi per sempre. I bambini che nei primi cinque anni di vita non hanno sviluppato una buona competenza motoria, non potranno più recuperare il ritardo neppure se debitamente stimolati. Poiché la carenza di stimoli ha compromesso la formazione delle connessioni nervose, questi bambini non raggiungeranno mai il livello di coloro che fino a cinque anni hanno sperimentato molteplici forme di movimento. azi 13 e nei campi della musica e del pensiero astratto. SALUTE on e N K AP Come influisce l’attività fisica dell’infanzia sul movimento in età adulta? Il movimento alimenta la voglia di movimento. Chi da piccolo ha fatto tanta attività fisica, lo farà anche da grande. Crediamo che il movimento svolto nell’infanzia lasci una traccia per tutta la vita su diversi «ingredienti» importanti della voglia di muoversi, come la massa muscolare e le connessioni nervose. Probabilmente però vi è anche una predisposizione genetica. Nel quadro dello studio condotto dal nostro team abbiamo dimostrato che i bambini sono attivi durante il tempo libero se anche i loro genitori fanno molta attività fisica. Lo sapevate che … . . . il potenziale di sviluppo sportivo dopo la pubertà è più ampio, maggiore e completo se il bambino nei primi cinque anni di vita ha acquisito una buona coordinazione motoria? perficiali di solito non occorrono cerotti, anche se questi in molti casi aiutano il piccolo a dimenticare più in fretta il dolore. L’applicazione di un cerotto, che andrebbe cambiato ogni giorno, garantisce invece una certa protezione dei tagli sulle parti particolarmente esposte, come mani e piedi. Se il taglio è leggermente aperto, è importante applicare il cerotto perpendicolarmente in modo tale da ricongiungere i margini della ferita e limitare i danni a una sottile cicatrice. SALUTE 26 Non c’è infanzia senza ginocchia sbucciate! Graffi, tagli ed escoriazioni sono tipici dell’infanzia. Le ferite, se curate correttamente, guariscono in genere senza alcun problema. Bimbi & Bebé Medicare adeguatamente Q UANDO il bambino si fa male e la ferita sanguina molto, spesso si fa prendere dal panico. Il dottor Attila Molnar, responsabile del Servizio medico pediatrico di Zurigo, spiega che il sanguinamento non è un evento grave: «Anzi, se la fuoriuscita di sangue da una ferita è abbondante, batteri e sporcizia vengono lavati via riducendo così il rischio d’infezione.» È bene quindi lasciar sanguinare brevemente i tagli prima di risciacquarli sotto l’acqua corrente e di disinfettarli, preferibilmente con una soluzione antisettica che non bruci. «I tagli di lieve entità vanno possibilmente lasciati asciugare all’aria per favorirne la guarigione», consiglia il medico. Per i graffi su- SANGUINAMENTO ABBONDANTE Se il sanguinamento è abbondante e il fiotto di sangue è pulsante, è necessario procedere diversamente. In questo caso si tratta di un’emorragia di un vaso arterioso che va arrestata il più rapidamente possibile. Dopo aver disinfettato la ferita, bisogna coprirla con una garza sterile e applicare un cerotto emostatico. «La compressione maggiore va esercitata nel punto in cui la ferita sanguina di più», spiega il dottor Molnar. Se si sospetta un’emorragia arteriosa, il bambino deve essere visitato al più presto dal pediatra. QUANDO RECARSI DAL PEDIATRA? In generale i tagli leggeri possono essere curati in casa, ma se la ferita è di una certa entità molti genitori si allarmano. Il dottor Molnar raccomanda di attenersi alla regola seguente: «Se la ferita è molto aperta e profonda più di mezzo centimetro, portate il bambino dal medico. La lunghezza del taglio invece non è importante.» Anche le ferite al viso de- {Consigli} Il bambino si impressiona alla vista del sangue? Non è raro che alla vista del sangue i bambini impallidiscano e si sentano male. In certi casi possono anche avere un calo di pressione. Se così fosse, sdraiate il piccolo su una superficie piana e tenetegli le gambe sollevate ne necessario. Schiuma La forma delicata per la cura della pelle Provi la nuova delicatezza per la cura della pelle! Buona domanda Excipial Kids® Schiuma: più divertimento nell’applicazione della schiuma sulle pelli secche e pruriginose di neonati e bambini. Si assorbe rapidamente, l’applicazione è un gioco da bambini. Come si curano le escoriazioni? Risciacquate le sbucciature sotto l’acqua corrente e disinfettatele con uno spray. Stendete in seguito una crema o un gel e lasciate asciugare la ferita all’aria. Non applicate fasciature perché si appiccicano alla pelle e danneggiano la cicatrizzazione a ogni cambio della medicazione. Se l’escoriazione è estesa (più di 5 cm2), fate visitare il piccolo dal medico. Excipial Kids® è disponibile sotto forma di schiuma, lozione e crema. Spirig Pharma SA CH-4622 Egerkingen www.excipial-kids.ch vono essere trattate del pediatra, soprattutto quelle che interessano la regione oculare, le orecchie e le labbra perché sono particolarmente delicate. Se non si medica adeguatamente un taglio esteso sulle labbra può capitare ad esempio che il bordo labiale non cresca più uniformemente dando origine a un difetto estetico. Il medico decide caso per caso se suturare o incollare la ferita con un apposito adesivo cutaneo. «Si mettono dei punti se il taglio è profondo e aperto. Se invece la ferita è profonda meno di cinque millimetri, provvediamo piuttosto a incollarla», specifica Attila Molnar in base alla sua esperienza. SALUTE 13384-290701 28 ostosi tica Guida linguis te sulla salu canze durante le va 1112 – Fino ad esaurimento scorte ces e, so pra tico in fran Esp ress ion i d’u e ted esc o hes e, spa gno lo ing lese, por tog FERITE DA NON SOTTOVALUTARE Tutte le ferite da morso animale o umano devono sempre essere curate dal medico. «Con i morsi il rischio d’infezione è molto elevato, perché nella cavità orale degli animali e delle persone pullulano i germi», spiega Attila Molnar. Se sussiste il pericolo che il morso abbia leso, oltre alla pelle e ai tessuti sottostanti, anche altre strutture come tendini od ossa o che nella ferita sia penetrato un corpo estraneo, i genitori dovrebbero consultare il medico. In presenza di una lesione ai tendini della mano il bambino fa fatica ad esempio a muovere una o più dita. Nelle ferite da schiacciamento, come un dito rimasto incastrato nella portiera dell’auto, possono nascondersi fratture ossee. RISCHIO D’INFEZIONE Per ridurre al minimo il rischio d’infezione delle ferite profonde è necessario recarsi dal medico il più presto possibile, al più tardi entro sei ore. Trascorso questo tempo, il rischio d’infezione aumenta. È buona abitudine, con qualsiasi ferita, controllare quotidianamente la guarigione. Se dopo due giorni la pelle attorno alla ferita è arrossata o se il dolore aumenta, potrebbe significare che c’è un’infezione. In questo caso i genitori devono portare il bambino dal medico. ANTITETANICA Quando ci si ferisce è importante assicurarsi di essere protetti contro il tetano. Questa regola vale sia per i bambini che per gli adulti. Il germe del tetano si trova ovunque e causa paralisi. Chi si ammala di tetano muore per soffocamento. Il bambino è ben protetto dal tetano se gli sono già state somministrate tre dosi di vaccino antitetanico. Se invece è stato vaccinato solo due volte, la protezione non è garantita in maniera assoluta. Se il bambino si ferisce, sarebbe preferibile quindi portarlo dal medico e farlo vaccinare per la terza volta (il richiamo deve essere effettuato ogni 10 anni). Dal 1921 La guida linguistica Mepha per trovare le parole giuste in francese, inglese, portoghese, spagnolo e tedesco. Si trova ulteriori opuscoli sul sito Mepha. Nuovo obaleno Quelli con l’arc www.mepha.ch Quelli con l’arcobaleno . . . il naturale processo di riparazione comincia appena la pelle si è lesionata? Determinate cellule dei tessuti connettivi producono collagene nella regione attorno alla ferita sigillandola. Spesso il processo di cicatrizzazione è accompagnato da reazioni passeggere come prurito, dolore e arrossamento. Senza parole all’estero in caso di malattia? no la stessa – farmaci che offro mente inferiore. un prezzo netta co o farmacista. a al vostro medi App gratuita Lo sapevate che … Tutte le guide Mepha sono disponibili gratuitamente al sito www.mepha.ch Mamma sa cosa mi fa bene. 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Il più delle volte nei bambini i disturbi gastrointestinali sono causati dai virus (ad es. rotavirus), la cui propagazione può essere particolarmente rapida negli asili nido, nei gruppi di gioco e nelle scuole dell’infanzia. Talvolta però dietro questi sintomi si nascondono pure batteri e parassiti. Essi si trasmettono attraverso cibi contaminati, acqua impura o da persona a persona, nonché tramite il contatto con superfici contaminate e il contatto diretto mani-bocca. Anche le allergie alimentari, il consumo abbondante di succhi di frutta e le intossicazioni alimentari da cibo avariato possono provocare diarrea. PREVENIRE LA DISIDRATAZIONE Nei neonati e nei bambini piccoli il vomito e/o la diarrea possono causare una considerevole perdita di liquidi e sali minerali e condurre rapidamente alla disidratazione, una condizione patologica potenzial- mente mortale. Il dottor Raoul Furlano, medico primario del reparto di gastroenterologia e alimentazione pediatrica dell’Ospedale pediatrico universitario di Basilea, consiglia: «La terapia in caso di (gastro)enterite consiste nel reintegrare subito la perdita di liquidi e sali minerali somministrando al bambino una cosiddetta soluzione reidratante (ad es. Oralpädon, Normolytoral) contenente sali e zuccheri in dosi ottimali.» Le soluzioni reidratanti, da preparare con acqua bollita, prevengono la disidratazione. Secondo lo specialista le bevande come tisane, tè freddi, bibite alla cola, succhi di frutta, brodi e acqua non sono invece adatte allo scopo in quanto il loro contenuto troppo ricco o troppo povero di zuccheri e sali minerali tende ad aggravare la diarrea. «Bere solo tisane per 12-24 ore non ha senso», sottolinea il dottor Furlano. «Oggi sappiamo che limitarsi a bere è addirittura controproducente. L’intestino deve ricevere nutrimento prima possibile.» La cosa migliore è attenersi ai consigli alimentari riportati a pagina 32 (riquadro). Quanto ai farmaci che bloccano la diarrea, con i bambini è meglio farne un uso parsimonioso e assumerli solo su consiglio del pediatra. Poiché vomito e diarrea hanno origine virale, gli antibiotici sono poco indicati in questi casi, anche se possono essere di aiuto in presenza di determinati batteri. Alcuni studi hanno dimostrato che le infezioni (gastro)intestinali causate da virus guariscono più in fretta grazie alla somministrazione di probiotici. RECARSI DAL PEDIATRA Quando il bambino contrae un’infezione (gastro)intestinale, molti genitori si chiedono se è il caso di far visitare il piccolo dal medico. Il dottor Raoul Furlano consiglia di recarsi dal pediatra se la diarrea si protrae per diversi giorni, se il bambino ha più di 40 di febbre, vomita di continuo, non beve e ha forti dolori di pancia oppure se le feci sono frammiste a sangue e/o muco. Il medico va contattato con urgenza se il piccolo mostra segni di disidratazione come bocca asciutta, pianto senza lacrime, occhi incavati e se non fa pipì per oltre 6–8 ore o per più di 12 ore se il bambino è gia grandicello. Anche l’apatia o l’eccessiva eccitazione possono essere sintomo di disidratazione. I bambini più grandicelli possono soffrire pure di debolezza e/o capogiro. Vomito e diarrea sono generalmente causati dai virus. Bimbi & Bebé MAL DI PANCIA FREQUENTE Non è raro che i bambini lamentino mal di pancia quando la (gastro)enterite è già passata. Secondo il dottor Furlano questo capita spesso: «Le infezioni gastrointestinali alterano la mucosa intestinale e occorre qualche tempo prima che l’equilibrio si ristabilisca. Nel frattempo è possibile che si manifestino ripetutamente dolori di pancia.» In gergo medico si parla di «sindrome post-enteritica». Se il bambino si lamenta, i genitori dovrebbero credergli e non pensare SALUTE 32 {Info} Alimentazione in caso d’infezione (gastro) intestinale Neonati con meno di 6 mesi Per i bebè allattati al seno, continuare ad allattare a richiesta e somministrare su prescrizione del medico la soluzione reidratante con il cucchiaino o con il biberon. Per i bebè allattati con il biberon, somministrare solo la soluzione reidratante per quattro ore, in seguito reintrodurre l’abituale latte per lattanti. Bebè dai 6 ai 12 mesi Somministrare per quattro ore solo la soluzione reidratante (con il cucchiaino, il biberon o la tazza con beccuccio) nelle dosi prescritte dal medico. Dopo quattro ore, reintrodurre l’abituale latte per lattanti in dosi complete oppure, se il bambino ha già voglia di mangiare, proporre pappa di riso (preparata con latte per lattanti), minestra di carote, purea di patate preparata con latte per lattanti o banana schiacciata. Bambini con più di 12 mesi Somministrare per quattro ore solo la soluzione reidratante (con il cucchiaino o la tazza con beccuccio, ev. fredda) nelle dosi prescritte dal medico. Dopo quattro ore: tisane o acqua. Se il bambino ha già voglia di mangiare: minestra di carote, riso o avena, brodo con pastina o semolino, banana schiacciata o mela grattugiata (senza buccia), fette biscottate, tondelli di riso soffiato, bastoncini salati, purea di patate, riso, pasta, pane tostato, carote cotte, zucchine, carne di vitello e pollo, arrosto freddo, yogurt naturale con probiotici. Nei primi giorni dopo la scomparsa della diarrea (e del vomito) il bambino dovrebbe consumare con moderazione latte, alimenti ricchi di grassi, cibi impanati e fritti, formaggio, verdure che provocano flatulenza (ad es. cavoli, cetrioli, peperoni), insalata, verdura cruda e frutta fresca, succhi di frutta, noci, dolci appena sfornati, torte, dolciumi e cibi molto conditi. Bimbi & Bebé che faccia semplicemente il commediante. Certi bambini soffrono anche di disturbi funzionali, ovvero di dolori di pancia senza apparenti cause organiche. «Oggi si pensa che determinati ormoni secreti dal cervello agiscano sul tratto gastrointestinale e viceversa disturbando tra l’altro i movimenti del tratto intestinale e causando forti dolori», spiega il gastroenterologo di Basilea. ALTRI FATTORI SCATENANTI Nell’infanzia il mal di pancia è causato sovente anche dalla stitichezza. Le feci dure provocano una dilatazione dell’intestino, che può essere molto dolorosa. In questo caso è necessario garantire l’evacuazione regolare delle feci e fornire una spiegazione al bambino e ai genitori. Raoul Furlano consiglia di sottoporre il piccolo a una visita medica qualora lamentasse mal di pancia cronici, ovvero se i dolori durano più di 3–4 settimane. L’accertamento diagnostico va effettuato urgentemente anche se il bambino vomita spesso, specialmente bile. Rimettere dopo uno stress fisico (ad es. raffreddore, insonnia) o psichico (ad es. paura di ammalarsi in vacanza o il giorno del compleanno) potrebbe essere sintomo di vomito ciclico. Questa malattia ha spesso una storia familiare e le cause sono sconosciute. Tra un episodio e l’altro i bambini colpiti sono apparentemente sani. GESTIRE I DOLORI I bambini che soffrono ripetutamente di mal di pancia manifestano spesso grande preoccupazione. Per gestire più facilmente i dolori bisognerebbe andare alla radice del male. Se il dolore ha origine psicosomatica o funzionale, spesso viene in aiuto la medicina complementare (ad es. autosuggestione, ipnosi, terapia respiratoria, ecc.). In certi casi sono indicati anche i trattamenti della psichiatria infantile. MAL DI VIAGGIO Il malessere da movimento, detto anche «mal di viaggio», colpisce molti bambini quando viaggiano in auto, in bus, in treno, in nave o in aereo. Non è una malattia e si manifesta di solito all’improvviso con un senso di disgusto e sudore freddo, talvolta anche capogiro e vomito. La nausea durante il viag- gio nasce da una discrepanza tra le informazioni sensoriali in arrivo nel cervello: il movimento e l’accelerazione sono percepite dall’orecchio interno in modo diverso da quanto facciano gli altri organi sensoriali. Se ad esempio il bambino viaggia in nave sottocoperta, l’orecchio interno trasmette dei movimenti al cervello. Questi movimenti però non sono confermati dagli stimoli visivi. I bambini che stanno male in auto dovrebbero sedersi davanti, mentre in treno dovrebbero viaggiare nel senso di marcia e guardare all’orizzonte. A titolo preventivo può essere di aiuto il farmaco Itinerol B6, che va somministrato ai bambini solo in casi eccezionali. {Consigli} Prevenire diarrea e vomito nei neonati Garantire una buona igiene delle mani lavandole con sapone liquido. Cambiare sovente gli asciugamani e gli stracci in cucina e in bagno. Allattare al seno (gli anticorpi contenuti nel latte materno prevengono le malattie). Lavare biberon e tettarelle nella lavastoviglie ad almeno 60° C. Prendere le dovute precauzioni nella preparazione degli alimenti (ad es. evitare il contatto della carne fresca con gli altri cibi da mangiare crudi). mente di far sdraiare il bambino o di fargli rovesciare indietro la testa. «In questa posizione vi è il rischio che il sangue coli nella trachea o nell’esofago e induca nausea e vomito.» Anche gli impacchi freddi sulla nuca vanno evitati. La loro efficacia non è dimostrata scientificamente e non sembra neppure chiara dato che i vasi sanguigni del naso sono assai lontani da quelli della regione cervicale. Secondo il dottor Schmuziger il sistema più efficace per arrestare l’emorragia nasale è stringere le ali del naso. «È importante che il bambino pieghi la testa in avanti, respiri con la bocca e tenga premute le dita sulle narici per almeno cinque minuti», precisa Nicolas Schmuziger. Così facendo i capillari nasali rimangono schiacciati e si chiudono facendo cessare il sanguinamento. Se i genitori riescono a distrarre il bambino, tutto diventa più facile. SALUTE 34 Stringendo le ali del naso l’emorragia si arresta. Sangue dal naso I Tra le cause più frequenti dell’epistassi infantile figurano l’eccessiva secchezza e l’infiammazione della mucosa nasale causate da un raffreddore e dall’abitudine dei bambini di infilarsi le dita nel naso. Anche battere il naso litigando o cadendo di faccia può far sanguinare il naso. FENOMENO GENERALMENTE BANALE È del tutto normale che il bambino si spaventi quando perde sangue dal naso per la prima volta. L’otorinolaBimbi & Bebé PREVENIRE LE RECIDIVE Una volta cessato il sanguinamento si forma la crosticina. La cicatriz- ringoiatra Nicolas Schmuziger di Reinach tranquillizza: «Dopo i due anni l’emorragia nasale è in genere innocua.» Se tuttavia gli episodi di epistassi sono frequenti, lo specialista consiglia ai genitori di far visitare il piccolo dal medico e di sottoporre il sangue ad analisi. Lo stesso vale se il bambino ha meno di due anni in quanto a questa età le cause possono essere serie come ad esempio una patologia ematica che altera la coagulazione del sangue. INTERVENIRE CORRETTAMENTE Se il bambino perde sangue dal naso è importante mantenere la calma, mettersi a sedere insieme e spiegare al piccolo che non è nulla di grave. Il dottor Schmuziger sconsiglia viva- CASI OSTINATI Nei casi ribelli di epistassi l’otorinolaringoiatra può prescrivere l’applicazione di una pomata nasale antisettica o effettuare la cauterizzazione dei vasi sanguigni interessati con nitrato d’argento in anestesia, quindi senza dolore. Non è detto tuttavia che nonostante la causticazione dei capillari l’emorragia nasale non si ripresenti in futuro. Lo stesso vale se si è utilizzata una pomata nasale antisettica. {Consigli} Quando bisogna portare il bambino dal medico se perde sangue dal naso? Se il piccolo ha meno di due anni e ha un’emorragia nasale senza cause apparenti. Se il bambino ha battuto precedentemente la testa. Se si sospetta la frattura dell’osso nasale. Se il sanguinamento non si arresta o dura più di 15 minuti. Se il bambino soffre spesso di epistassi. Se il piccolo presenta difficoltà a respirare. Se altre parti del corpo sanguinano, ad es. gola e orecchie. Se il bambino si è infilato nel naso un corpo estraneo, anche se vi è solo il sospetto. Raffreddore? Xylo-Mepha ® Libera il naso in pochi minuti – per ore 0512 Il sangue dal naso è un fenomeno frequente nei bambini dopo i due L SANGUE dal naso è anni di età. Nella sovente dovuto alla rotmaggioranza dei tura del fitto intreccio di capillari casi il trattamento presente nella punta del naso o nella è semplice. regione anteriore del setto nasale. zazione può essere accompagnata da prurito che sovente disturba il bambino e lo induce a mettersi le dita nel naso provocando nuovamente un’emorragia. Il dottor Nicolas Schmuziger raccomanda in questo caso di applicare una pomata nasale o uno spray al dexpantenolo. Questo principio attivo umidifica e cura la mucosa nasale e fa in modo che le croste si stacchino da sole. Il trattamento con dexpantenolo previene inoltre gli episodi recidivanti. Leggere il foglietto illustrativo. Mepha Pharma SA Quelli con l’arcobaleno senza conservanti SALUTE 36 I denti vanno puliti alla comparsa del primo dentino. Per certi bambini la dentizione è dolorosa, per altri è un fenomeno che passa inosservato anche ai genitori. {Consigli} Assicurazione dentaria La correzione di malposizioni dei denti può essere molto costosa. Si consiglia pertanto di stipulare un’assicurazione complementare per la cura e i trattamenti dentari dei bambini. È preferibile chiedere alla nascita del bebè entro quale termine è possibile concludere tali assicurazioni complementari senza bisogno di attestato medico. Per i bambini i costi derivanti dagli infortuni dentari sono coperti dall’assicurazione di base obbligatoria della cassa malati. Bimbi & Bebé Dentizione I DENTI cominciano a formarsi già durante la sesta settimana di gestazione. A partire dal quarto mese di gravidanza si calcificano smalto e dentina e alla nascita i 20 denti di latte del bebè si trovano già inseriti nell’osso mascellare sotto la gengiva. Attorno alla data prevista del parto si formano anche i primi denti permanenti. «Le dimensioni dei denti e l’età della dentizione dipendono in ampia misura da fattori ereditari. Nella maggior parte dei casi i denti spuntano contemporaneamente a coppie nelle semiarcate destra e sinistra», spiega la dentista Thalia Jacoby di Ginevra, presidentessa dell’Associazione svizzera di odontoiatria pediatrica. MANIFESTAZIONI ACCOMPAGNATORIE La dentizione è dolorosa per certi bambini, che appaiono sovente irri- tabili, dormono male, piangono di più e lamentano una maggiore salivazione. Scarso appetito, gote arrossate e rigonfiamento delle gengive sono pure sintomi che ogni tanto accompagnano l’eruzione dentaria, come pure la diarrea e gli arrossamenti delle parti coperte dal pannolino. Spesso durante la dentizione sale anche la febbre. A tale riguardo la dentista spiega: «Gli specialisti non sono unanimi sulla correlazione tra eruzione dentaria e aumento della temperatura corporea. Non è infatti chiaro se la febbre sia una conseguenza della dentizione oppure se favorisca al contrario l’eruzione dei denti.» In rari casi nella gengiva possono formarsi anche delle cisti di aspetto bluastro che solitamente si aprono da sé. Al momento della dentizione l'intervento del dentista è necessario unicamente se i disturbi persistono. RIMEDI EFFICACI Per accelerare la comparsa di un dentino molti bambini sentono spesso il bisogno di mordicchiare oggetti duri. L’anello da dentizione favorisce l’eruzione dentaria. Al fine di evitare eventuali congelamenti, la dottoressa Thalia Jacoby raccomanda di raffreddare gli anelli da dentizione nel frigorifero e mai nel congelatore. I globuli omeopatici possono aiutare a lenire i dolori, come pure il gel per la dentizione che i genitori possono applicare sulla gengiva dolorante se il bambino soffre molto. Il gel deve essere innocuo per i denti ed esercitare un’azione disinfettante e anestetizzante. m Ba bin {Info} Eruzione dei denti di latte i Febbre, tosse, raffreddore o mal di denti possono mettere a dura prova il vostro bambino. I rimedi omeopatici per bambini di OMIDA® sono studiati appositamente per le esigenze dei più piccoli. Disponibili nelle farmacie e nelle parafarmacie. Leggere il foglietto illustrativo. Arcata superiore primo incisivo 7o–12o mese secondo incisivo 9o–13o mese canino 16o–22o mese primo molare 13o–19o mese secondo molare 25o–33o mese Arcata inferiore secondo molare 20o–31o mese primo molare 12o–18o mese canino 16o–23o mese secondo incisivo 7o–16o mese primo incisivo 5o–10o mese ALIMENTAZIONE 38 Intervista Il sovrappeso riguarda molte famiglie. Marianne Botta spiega ai genitori come ritrovare il peso ideale e porre nel contempo le basi per una sana alimentazione dei figli nei primi anni di vita. Agili e snelli Dopo mesi dal parto due neomamme su tre si lamentano di non aver ancora smaltito i chili di troppo. Perché molte faticano a dimagrire? Molte mamme si ripromettono di riacquistare la linea di sempre in poche settimane dopo la nascita del bebè. Per tornare in forma ai tessuti occorrono però dai nove ai dodici mesi. Poiché una parte del peso accumulato funge da riserva per l’allattamento, la neomamma dovrebbe valutare il proprio peso corporeo solo dopo aver smesso di allattare e quando il bambino ha compiuto un anno. L’ideale dopo il parto sarebbe mangiare ragionevolmente e in quantità non eccessive per permettere all’organismo di attingere alle riserve accumulate per l’allattamento. Anche la mancanza di sonno e lo stress, di cui soffre gran parte delle puerpere, contribuiscono a metter su chili. Come mai? Se di notte non si dorme bene o non abbastanza, il giorno dopo si ha più appetito del solito e si mangia di più Bimbi & Bebé Marianne Botta, nutrizionista di Riggisberg, autrice di libri e mamma di otto figli e più spesso. Le ricerche dimostrano che il deficit di sonno negli adulti incrementa del 50 percento la probabilità di incorrere nel sovrappeso. Per i bambini e gli adolescenti tale rischio arriva al 68 percento, nei casi gravi addirittura al 92 percento! In altre parole: meno si dorme, maggiore è il rischio d’ingrassare. Ma cosa si può fare quando si dorme poco? Si potrebbero lasciar perdere i lavori domestici e approfittare per dormire un po’ quando il bebè fa il sonnellino. Il sonno frena l’appetito. Anche gli esercizi di rilassamento e il movimento aiutano a combattere gli effetti negativi delle notti in bianco. Smettere di allattare al seno invece non ha senso in quanto l’allattamento materno aiuta la madre a bruciare calorie e a proteggere a lungo il neonato dal sovrappeso. Sono proprio i genitori in sovrappeso a minimizzare la ciccia dei loro figli. È così. Gli studi condotti rivelano che sovente i genitori non riescono Fare tanto movimento sin da piccoli aiuta a mantenere un peso salutare. a valutare bene il peso dei loro bambini. Agli occhi di molti un figlio obeso può sembrare di peso normale. La caratteristica ciccia dei neonati dovrebbe essere completamente scomparsa attorno ai quattro anni. Perché è importante per tutta la famiglia avere un peso corporeo salutare? Il sovrappeso non è solo una questione estetica, ma comporta anche gravi conseguenze per la salute. È molto probabile che un individuo in sovrappeso da bambino lo sia pure da adulto. Lo stesso vale per i figli con genitori grassi. Personalmente consiglio di prevenire il sovrappeso il più precocemente possibile per evitare che i problemi di peso accompagnino la persona per tutta la vita. Qual è il metodo più efficace per perdere peso? Numerose ricerche dimostrano che un’alimentazione povera di carboidrati (metodo LOGI) è preferibile a una dieta povera di grassi in quanto consente di dimagrire meglio e più a lungo termine. In parole povere, un consumo eccessivo di carboidrati e zuccheri abbinato a uno stile di vita sedentario causa un aumento di peso e danneggia la salute. Anche l’assunzione simultanea di carboidrati e grassi favorisce il sovrappeso. I carboidrati sono una fonte di energia, ma non vitali. Le proteine e gli {Info} Bambini grassi Attualmente in Svizzera un ragazzo su cinque e una ragazza su sei è in sovrappeso o soffre addirittura di obesità. Sono i bambini e gli adolescenti degli strati sociali più bassi e provenienti da altri paesi a esserne maggiormente colpiti. Nonostante le misure adottate per combattere il sovrappeso, le percentuali non accennano a diminuire. Una della cause principali è l’elevato consumo di televisione. Gli studi scientifici hanno infatti dimostrato che più i bambini sono grassi, più ore trascorrono ogni giorno davanti alla tivù. Bimbi & Bebé 40 {Consigli} Perdere peso Mangiate molta verdura, insalata, frutta, proteine a sufficienza e grassi d’alto valore. Non premiate e non consolate il bambino con i dolci. Togliete dalla vista del piccolo ogni sorta di dolciume per non indurlo in tentazione. Attenetevi a questa regola: concedete al bambino un dolcino al giorno o dategli una razione settimanale da suddividere come desidera. Bevete acqua e tisane non zuccherate invece di bibite dolci. Mettetevi regolarmente a tavola tutti insieme e consumate i pasti lentamente gustandoli appieno. Limitate il consumo dei media del vostro bambino per evitare che venga sommerso dalle pubblicità di cibi non salutari. Fissate delle regole per il consumo dei media e fate in modo che il piccolo faccia tanto movimento. Bimbi & Bebé acidi grassi invece sì. Ecco perché bisognerebbe ridurre i carboidrati e consumare alimenti che contengono molte proteine, fibre alimentari e acqua. I carboidrati sotto forma di prodotti integrali, frutta e verdura sono migliori degli zuccheri contenuti nelle bibite dolci. Quanti pasti bisognerebbe consumare ogni giorno? Poiché oggi sappiano che le cellule adipose si disgregano soltanto se non si assumono carboidrati per un tempo prolungato, bisognerebbe fare tre pasti al giorno senza sgranocchiare tra uno e l’altro. In questo modo si permette all’organismo di consumare le proprie riserve di grasso anziché doversi concentrare sul continuo apporto di carboidrati. Così il peso cala. Consiglio anche di non cenare troppo tardi (ad esempio attorno alle 18) e di non mangiare più nulla per il resto della serata. Gli snack alla sera incrementano il tasso di insulina nel sangue e favoriscono il deposito di grassi. È sbagliato però anche aspettare di avere una fame da lupi. Per evitarlo anche le persone in sovrappeso dovrebbero consumare al mattino e al pomeriggio uno spuntino povero di carboidrati come un pezzetto di formaggio e una carota oppure una manciata di noci. I latticini come i formaggi aiutano a perdere peso. È infatti dimostrato scientificamente che i bambini e gli adulti che li consumano sono più magri di coloro che vi rinunciano. Le persone in sovrappeso devono rinunciare ai carboidrati? Consiglio di adottare una dieta mista ed equilibrata con tante ver- dure e insalate, proteine a sufficienza e grassi d’alto valore. I carboidrati non vanno tralasciati, ma consumati in dosi ridotte. Invece di accompagnare i filetti di pesce con sette patate rinunciando alla maionese, sarebbe meglio limitarsi a una sola patata e completare il piatto con una montagna di spinaci e un ciuffo di maionese. Molte famiglie seguono un’alimentazione ricchissima di carboidrati denotando livelli ematici di zuccheri e insulina sempre alti: pane con Nutella a colazione, biscotti a metà mattina, pizza a pranzo e pasta a cena. Questo genere di menù non è salutare per nessuno. La regola dice che bisognerebbe concedersi i carboidrati solo se si fa tanto movimento, ad esempio una fetta di torta dopo una bella camminata. Oltre a essere gustosi, i regimi alimentari poveri di carboidrati si addicono anche a chi non ha problemi di peso. Se un bambino fa molto sport, basta completare il suo pasto con del pane. Cosa consiglia ai genitori di peso normale con figli in sovrappeso? È importante che i genitori sappiano che l’alimentazione sana si insegna con il buon esempio e non si inculca. Parlare di dieta salutare davanti ai figli non serve a nulla. Ciò che conta di più è che il bambino gradisca il cibo che mangia. Anche se i genitori non hanno problemi di peso, consiglio sempre di seguire un’alimentazione mista con tanta verdura e insalata, nonché proteine a sufficienza e grassi d’alto valore, perché fa bene alla salute e migliora ad esempio i valori ematici. familia – tutti abbiamo bisogno di casa www.lanterdesign.ch ALIMENTAZIONE „Sai, certe tradizioni familiari ri sono proprio buone!“ Novità nte Il müesli crocca ta un gi ag senza di zucchero il vero müesli svizzero ALIMENTAZIONE 42 Frutta e verdura sono spuntini salutari. Quando si tratta di merende, le tentazioni sono tante. Ma non tutto ciò che piace ai piccoli è salutare. {Info} Zuccheri nascosti Lo zucchero si cela anche dietro le seguenti denominazioni : fruttosio glucosio maltodestrina lattosio concentrato di succo di pere miele Tutti i tipi di zucchero possono danneggiare i denti. Bimbi & Bebé Merende sane P ER MANTENERE la carica, influenzata principalmente dal tasso glicemico nel sangue, gran parte dei bambini ha bisogno di fare uno spuntino tra un pasto e l’altro. Se la glicemia si abbassa, subentrano stanchezza e difficoltà di concentrazione. «Soprattutto per i bambini che si muovono molto, è bene integrare i tre pasti principali con uno spuntino di metà mattina e una merenda pomeridiana», sottolinea Sophie Frei, nutrizionista della Società svizzera di nutrizione di Berna. ATTENZIONE AGLI SPUNTINI FREQUENTI Il medico dentista Rolf Ammann consiglia in generale di limitare gli spuntini a due al giorno, mattino e pomeriggio: «Oggigiorno sono tanti i bambini in età prescolare che mangiucchiano a tutte le ore del pomeriggio. Consumare cibo senza sosta incrementa sensibilmente il rischio di carie, perché se il bambino mangia tutto il giorno, la saliva non riesce a remineralizzare i denti.» I bambini che consumano spuntini zuccherati al mattino e al pomeriggio dovrebbero assolutamente lavarsi i denti dopo ogni pasto principale con un dentifricio fluorato evitando di risciacquare la bocca. «In questo modo i denti rimangono rivestiti da un sottile strato di fluoro che li protegge dall’erosione degli acidi prodotti dal consumo di snack dolci e/o aciduli.» MERENDA? NO GRAZIE! Vi sono bambini che non hanno fame tra un pasto e l’altro o che non pensano allo spuntino tanto sono immersi nel loro gioco. Sophie Frei raccomanda ai genitori di non costringere mai il piccolo a fare merenda. «È fondamentale che i genitori rispettino il senso naturale di fame e sazietà del bambino.» La durata della sazietà varia da un individuo all’altro. Bisogna cominciare a preoccuparsi quando un bimbo in età di asilo rifiuta la merenda salutare preparata in casa per elemosinare una porzione di pane e cioccolato al compagno di giochi. Se il piccolo non ama fare colazione o consuma una prima colazione molto leggera, è estremamente importante che lo spuntino del mattino sia equilibrato. SPUNTINI IDEALI Le merende del mattino e del pomeriggio vanno sempre accompagnate con acqua (minerale o del rubinetto) o tè alle erbe o tè di frutta. Ma attenzione, dare uno sguardo alla confezione del prodotto conviene! «Certe tisane, soprattutto quelle istantanee, contengono acido citrico o zucchero, ad esempio sotto forma di fruttosio. Sia gli acidi che lo zucchero intaccano i denti», fa notare Rolf Ammann. Sophie Frei esorta i genitori a offrire al bambino frutta e/o verdura fresca. «Le varietà di stagione sono le migliori, perché mature al punto giusto e quindi più ricche di vitamine e sali minerali. Scegliendo frutta e verdura coltivate in Svizzera si contribuisce nel contempo a proteggere l’ambiente. Le distanze di trasporto dei prodotti locali sono Buona domanda Come si forma la carie? I batteri presenti nel cavo orale trasformano lo zucchero in acidi, che a loro volta intaccano i denti. La nostra saliva è in grado di remineralizzare lo smalto riparandolo grazie al calcio che contiene. Se si consumano spesso merende dolci, acidule e agrodolci l’azione equilibrante della saliva si riduce, il valore pH del cavo orale diminuisce e i denti si cariano. Spazzolando i denti tre volte al giorno (dopo ogni pasto principale) con un dentifricio fluorato si riduce il rischio di carie in quanto il fluoro rende lo smalto più resistente agli acidi. Poiché a ogni assunzione di zucchero gli acidi aggrediscono i denti, è bene evitare per la salute della dentatura il consumo troppo frequente di merende dolci. giù 60 kilocalorie e un cornetto al cioccolato circa 300. Il fabbisogno energetico quotidiano di un bambino di cinque anni ruota attorno alle 1400 kilocalorie a seconda dell’attività. Consumando bevande e snack ricchi di grassi e/o zucchero è presto fatto esagerare. ALIMENTAZIONE 44 Spazzolare i denti dopo ogni pasto principale migliora la resistenza dello smalto agli acidi. Lettura consigliata Alla rubrica «Documentazione/ Materiale» del sito www.swissbalance.ch trovate la scheda con i consigli per merende e spuntini sani tradotta in dieci lingue. La scheda informativa illustra le stagioni di numerosi frutti e ortaggi. Bimbi & Bebé ridotte rispetto a quelle di frutta e verdura importate da lontano. La verdura di stagione consuma inoltre meno energia di quella coltivata in serre riscaldate.» Le banane e la frutta secca vanno evitate per lo spuntino in quanto rimangono facilmente appiccicate ai denti e tra gli interstizi dentali. A seconda dello sforzo fisico e in base al senso di fame i prodotti integrali, il latte e i latticini (naturali, dolcificati con frutta fresca) sono ideali per completare frutta e verdura. Oltre a essere ricchi di amido e a saziare più a lungo, gli alimenti integrali contengono anche più fibre, vitamine, sali minerali e sostanze vegetali secondarie dei cibi prodotti con la farina bianca. I prodotti integrali e i latticini hanno inoltre il vantaggio di essere meno dannosi per i denti. «Gli alimenti integrali si attaccano meno facilmente ai denti e agli interstizi dentali rispetto ai prodotti a base di farina bianca, mentre i latticini apportano calcio ai denti. Se di tanto in tanto il bambino consuma lo yogurt aggiungendoci un poco di zucchero, non è grave in quanto il calcio contenuto nello yogurt neutralizza leg- germente gli acidi derivanti dallo zucchero», precisa Rolf Ammann. Dai cinque anni in poi per gli spuntini sono indicate anche le noci intere come mandorle, noci e nocciole. Sophie Frei sconsiglia invece di consumare noci salate e tostate. «Vi è il rischio che il bambino ne mangi in grandi quantità assumendo non solo troppe calorie ma anche molto sale.» BANDO AGLI SNACK ZUCCHERATI! Gli snack zuccherati sono più dannosi per i denti di un dessert consumato a tavola. Motivo: dopo un pasto principale ci si lava i denti, dopo una merenda no. Lo zucchero e gli acidi da esso prodotti rimangono a lungo in bocca. Lo zucchero non accresce solo il rischio di carie, ma determina pure un repentino incremento dell’indice glicemico seguito da un altrettanto rapido crollo. In breve tempo l’appetito ritorna. Gli snack dolci provocano anche un sensibile aumento dell’apporto energetico giornaliero, perché sovente sono pure molto ricchi di grassi. A titolo di esempio, basta dire che una mela contiene supper- L’ECCEZIONE CHE CONFERMA LA REGOLA Rolf Ammann, padre di tre figli, sa perfettamente che nella pratica non è sempre facile tenere lontani i bambini dai dolciumi. «In fondo anche noi adulti qualche volta abbiamo voglia di un quadretto di cioccolato o di un biscotto.» Vietare rigorosamente i dolci non ha senso. È molto più importante invece controllare che il bambino non consumi zuccheri troppo frequentemente. Lo specialista ammette anche che è puramente illusorio sperare che i bambini spazzolino i denti ogni volta che mangiano qualcosa di dolce. «Sarebbe già bello se li risciacquassero con l’acqua. In questo modo gli acidi in bocca si diluirebbero.» Rolf Ammann raccomanda ai genitori di assicurarsi che il bambino lavi i denti dopo ogni pasto principale e che si limiti a consumare una merenda al mattino e una al pomeriggio. Almeno una volta al giorno e preferibilmente alla sera, i genitori dovrebbero controllare l’igiene orale del bambino e dare la spazzolata finale, almeno fino ai nove anni. ALIMENTAZIONE 45 «Mele croccanti.» «Naturalmente dalla Svizzera.» www.swissfruit.ch SVILUPPO 46 Intervista Markus Zimmermann di Affoltern am Albis, specialista in psicologia dell’infanzia e della famiglia e responsabile dei gruppi di gioco Tra i tre e i sei anni di età la maggioranza dei bambini attraversa una fase magica. Lo psicologo infantile Markus Zimmermann spiega cosa si cela dietro le fantasie dei piccoli e come devono comportarsi i genitori. Bimbi & Bebé Aiuto, ci sono i mostri! Cosa è la fase magica? La fase magica è una tappa evolutiva in cui il bambino attribuisce un’anima alla realtà che lo circonda. Certi bambini sono ad esempio convinti che gli animali parlino o che le zucche si trasformino davvero in carrozze, altri invece ritengono che il loro orsacchiotto sia animato. In età prescolare il confine tra realtà e immaginazione tende a sfumare. Visto dalla prospettiva dei genitori il piccolo si muove tra due mondi, quello reale e quello fantastico. Può capitare allora che all’interno di un gruppo di gioco un bambino tratti la bambola come se fosse un essere vivente, per poi abbandonarla da un momento all’altro dicendo: «Continuiamo a giocare domani.» L’intensità con cui i bambini vivono questa fase magica non è però uguale per tutti. Vi sono bambini che sin da piccoli sono molto realisti. Perché il bambino attraversa questa fase? Nei primi diciotto-trenta mesi di vita il bambino vive in simbiosi con la madre, poi piano piano si stacca e sviluppa la consapevolezza dell’io, quindi la propria identità. Quando il piccolo parla di sé lo fa in prima persona senza più utilizzare il proprio nome. Contemporaneamente prende forma la capacità d’immaginazione e con essa anche tutte le immagini del mondo che gli creano insicurezza. Al buio molti bambini credono di vedere figure aggirarsi nella loro cameretta o le tende trasformarsi improvvisamente in fantasmi. A questa età vi sono bambini che si inventano compagni di gioco invisibili, altri che si premuniscono di spade o armi giocattolo per sentirsi più forti e tenere a bada le loro paure. Come devono comportarsi i genitori di fronte a un amico immaginario? Inventarsi un amico immaginario o credersi un’altra persona sono fenomeni normali che non devono preoccupare. I genitori non dovrebbero incentivare la creazione di queste presenze né condannarle, ma piuttosto dimostrare interesse e lasciare spazio al bambino di viverle. È importante che mamma e papà non giudichino, perché nella fase magica non ci sono cose «giuste» e cose «sbagliate». In nessun caso dovrebbero considerare la vivida immaginazione del bambino come una bugia. In età prescolare molti bambini credono di vedere personaggi aggirarsi al buio nella loro cameretta. Molti bambini a questa età provano da un lato un senso d’impotenza e dall’altro si sentono capaci di tutto. In che modo lo esprimono? Il bambino si sente impotente quando è convinto di non riuscire ad addormentarsi se non ha accanto il suo orsacchiotto preferito. Senza il suo peluche di notte si sente perso, perché l’orsacchiotto lo aiuta ad affrontare il mondo grande e misterioso. Le fantasie di onnipotenza Bimbi & Bebé SVILUPPO 48 {Info} Perché i bambini vanno incoraggiati? Proprio nella fase magica molti bambini soffrono di un senso d’inferiorità e si sentono abbandonati a sé stessi. Sviluppando delle strategie (ad es. peluche, amici immaginari o strumenti per difendersi dai fantasmi) imparano a vincere le loro paure. È importante che i genitori incoraggino il loro bambino in tutte le fasi dello sviluppo e che lo aiutino in caso di bisogno. Se non lo fanno, per paura o perché credono che il piccolo non sia in grado di affrontare le situazioni difficili, ottengono proprio il contrario. Tenendo il bambino sotto una campana di vetro e lontano dalle difficoltà della vita, il piccolo si sentirà perennemente scoraggiato e questo stato d’animo influirà negativamente sulla sua autostima. A sua volta dall’autostima può sorgere un complesso d’inferiorità. Spianare la strada ai figli è una delle trappole più pericolose dell’educazione. Bimbi & Bebé si esprimono invece ad esempio attraverso la capacità di trasformare gli altri con una bacchetta magica. Questa non è altro che una strategia per sconfiggere il senso d’impotenza. È tra i tre e i sei anni che i bambini vivono questi atteggiamenti contrastanti con particolare intensità. A questa età i piccoli amano molto i giochi di ruolo, perché calandosi in situazioni immaginarie riescono a comprendere meglio le loro esperienze e imparano ad affrontare il mondo trovandovi il loro spazio. È interessante osservare che il senso d’impotenza e onnipotenza riaffiora prepotentemente nel periodo della pubertà, quando ad esempio una ragazzina di tredici anni pretende di andare da sola a un concerto rock senza rendersi conto dei rischi che corre, ma continua ad avere bisogno del suo orsacchiotto per potersi addormentare. Nel periodo della fase magica certi bambini hanno paura di addormentarsi perché vedono nella tenda un fantasma o sostengono che sotto il letto ci sia il lupo. Come devono comportarsi i genitori in queste situazioni? Cosa dovrebbero invece evitare? Nei momenti in cui il bambino si sente vulnerabile è assolutamente indispensabile che i genitori si mostrino interessati e comprensivi. Rivolgendogli frasi d’incoraggiamento come «Non c’è niente dietro la tenda» o perquisendo la stanza per dimostrargli che sotto il letto non c’è nessuno, non lo si aiuta. Anzi, non si fa altro che rafforzare il suo senso d’impotenza. Il piccolo interpreta che «sono indifeso e quindi non posso combattere il fantasma o il lupo. Solo i grandi sono in grado di farlo.» Qual è il modo migliore per aiutarlo? Posso riportare l’esempio di un caso capitatomi: un bambino di otto anni soffriva di gravi disturbi del sonno, perché temeva che la sua cameretta fosse infestata dai fantasmi. Durante i nostri colloqui ho capito che gli piacevano molto i cavalieri. Ho pensato allora di raccontargli la storia del flauto scacciafantasmi con il quale gli antichi cavalieri scacciavano gli spettri che notoriamente si nascondevano nei castelli. Con un ramo di sorbo abbiamo costruito insieme uno di questi flauti. Ogni volta che il ragazzino provava paura, non doveva fare altro che prendere il suo flauto e cominciare a suonare. Come per magia i fantasmi scomparivano subito. Il bambino a quel punto aveva letteralmente tra le mani lo strumento per reagire e sperimentare l’effetto delle sue azioni. Da quel momento in poi era lui ad avere la responsabilità e il controllo. Per i bambini è importante e incoraggiante sperimentare ciò che le loro azioni producono. Quando finisce la fase magica? Attorno ai sei-sette anni il bambino acquisisce la capacità del pensiero astratto, ma la fase magica non termina da un giorno all’altro. Ricordo molto bene un ragazzino di nove anni che, in occasione di una festa di San Nicolao nel bosco, disse a sua madre: «Vero che San Nicolao non esiste e che sono solo uomini travestiti? Questo però era quello vero!» Per tutti i bambini che vanno fieri dei loro pannolini. SVILUPPO La diffidenza nei confronti degli estranei è una reazione normale facente parte dello sviluppo del bambino. Paura degli estranei cosa si cela dietro questo comportamento? F {Consigli} La tattica giusta L’assicurazione bambini della Nationale Suisse offre previdenza e sicurezza finanziaria alle famiglie. www.nationalesuisse.ch/bambini Nationale Suisse Direzione generale Steinengraben 41 4003 Basilea Tel. +41 61 275 21 11 www.nationalesuisse.ch [email protected] Se il bambino è ansioso nei confronti degli estranei, sia nei confronti di persone totalmente sconosciute sia verso parenti e amici, cercherà la protezione dei genitori. È indispensabile prendere sul serio le sue paure e non costringerlo ad avvicinarsi alle persone che non conosce. Generalmente il bambino si tranquillizza prendendolo in braccio, tenendolo distante dagli estranei o voltando loro le spalle. Concedetegli tutto il tempo che gli occorre e lasciate che sia lui a decidere quando è il momento di avvicinarsi a chi non conosce. Spesso la curiosità è più forte della paura. Il bambino comincia a dimostrare interesse per la persona estranea lanciandole sguardi furtivi o volgendo lo sguardo se viene colto sul fatto. 51 INO A sei-sette mesi i bambini sorridono a quasi tutte le persone che si avvicinano, ma tra il sesto e il nono mese molti di loro diventano diffidenti verso gli estranei. Allo sguardo di persone poco conosciute, scoppiano in lacrime o strillano cercando la protezione della mamma o della persona di riferimento perché si sentono minacciati. «La paura nei confronti degli estranei dimostra che a questa età il bambino è in grado di distinguere le persone che conosce da quelle che non conosce. Si tratta di un comportamento normale, di una tappa obbligatoria della crescita e di un meccanismo di protezione naturale che impedisce al bambino di allontanarsi con individui che non conosce», spiega il «Ma chi sei?» Bimbi & Bebé Per il bene più prezioso che hai. SVILUPPO 52 HiPP Combiotik®: «Mamma, non lasciarmi!» pediatra Remo Largo, autore di libri ed ex responsabile del reparto per la crescita e lo sviluppo della Clinica pediatrica universitaria di Zurigo. {Consigli} Diffidenza nei bambini più grandicelli La paura nei confronti degli estranei non riguarda solo i neonati, ma può coinvolgere anche i bambini in età prescolare. Se ad esempio il bambino non osa andare da solo alla cassa per pagare il gelato, non ditegli mai: «Se non ci vai da solo, non mangi il gelato.» Così facendo penserebbe che non prendete seriamente le sue paure e lo mettereste sotto pressione demolendo la sua autostima anziché favorirla. Il bambino ha bisogno di tempo e di sentirsi accompagnato. Bimbi & Bebé OGNI BAMBINO È DIVERSO L’età alla quale i bebè cominciano ad aver paura degli estranei e l’intensità di tale timore varia da bambino a bambino e dipende da diversi fattori. I più precoci iniziano attorno ai cinque mesi, la maggior parte tra il sesto e il nono mese e alcuni addirittura solo nel secondo anno di vita. A partire dai tre anni l’ansia nei confronti degli estranei diminuisce gradatamente e il bambino osa avvicinarsi alle persone che non conosce. Contemporaneamente si attenua anche la paura della separazione. Per la maggior parte dei genitori diventa più facile affidare il proprio bebè a una baby-sitter. Anche a questa età si dovrebbe però permettere al bambino di conoscere la persona che lo custodisce prima di lasciarlo solo con lei affinché possa instaurare un rapporto di fiducia in presenza dei genitori. La paura degli estranei dipende anche dalla personalità del piccolo. Vi sono bambini più aperti di altri Prendendo a modello la natura verso le persone che non conoscono, proprio come gli adulti. È comunque risaputo che le esperienze vissute nel primo anno di vita incidono sull’intensità dell’ansia nei confronti degli estranei. «I bambini abituati sin da piccoli a vedere frequentemente gente diversa sono meno diffidenti verso gli estranei di quelli che da bebè hanno avuto soltanto incontri rapidi e sporadici con persone che non conoscono», spiega il professor Largo. I bambini che frequentano l’asilo nido o che fanno parte di famiglie numerose sono in genere meno paurosi di quelli cresciuti in famiglie piccole. OCCORRE PAZIENZA La paura degli estranei dipende non da ultimo dalle aspettative del bambino nei confronti della persona sconosciuta. Un bambino che vede raramente i nonni sarà probabilmente meno ansioso nei confronti della nonna, perché la nonna lo prende in braccio come fa la mamma. La voce grave del nonno può sembrargli invece meno familiare e indurlo a piangere quando il nonno si avvicina, ma con un po’ di pazienza anche nonno e nipotini diventeranno ottimi amici. Emma, 6 mesi Non c’è nulla di più naturale del latte materno. Per questo il latte materno è l’alimento ideale per il vostro bambino. Dopo l’allattamento c’è il latte di proseguimento HiPP BIO Combiotik®. L’unico che contiene colture di fermenti lattici naturali, fibre alimentari prebiotiche e vitamine A, C e D per una crescita sana. Da sempre prendiamo a modello la natura per poter offrire al vostro bambino il meglio per il suo sviluppo dopo il periodo dell’allattamento. Vi dò la mia parola. Per maggiori informazioni sui prebiotici e probiotici consultate il sito www.combiotik.ch Avvertenza importante: L’allattamento al seno è la cosa migliore per il vostro bambino. Chiedete il parere della vostra ostetrica, della vostra consulente per le mamme o del vostro pediatra se desiderate utilizzare un alimento iniziale per lattanti. EDUCAZIONE EDUCAZIONE EDUCAZIONE 54 Passare l’aspirapolvere, stendere il bucato o fare le pulizie sono lavoretti che divertono i bambini e che nel contempo insegnano loro molte cose utili per la vita. Bimbi & Bebé Aiutare in casa I N ETÀ prescolare molti bambini danno volentieri e spontaneamente una mano in casa, perché partecipando alla vita vera di tutti i giorni si sentono grandi e presi sul serio dai loro genitori. «Per i bambini piccoli le faccende domestiche non sono un lavoro, bensì una forma allargata di gioco», afferma Sarah Zanoni, consulente pedagogica e autrice di libri di Aarau. Secondo l’esperta è importante coinvolgere il bambino nei lavori di casa prima possibile, anche se occorre più tempo per sbrigarli e i risultati non sono perfetti. «Nessuno nasce maestro e la pratica si acquisisce con tanto esercizio. Contrariamente ai bambini grandicelli e agli adulti, i piccoli sono in genere estremamente pazienti quando si tratta di ripetere delle azioni», spiega Sarah Zanoni. I bambini piccoli sono capaci di immergersi in un’attività e nel contempo di rilassarsi e ristabilirsi. I genitori dovrebbero concedere al bambino tutto il tempo che gli occorre, anche se per passare l’aspirapolvere o riordi- nare impiega più del dovuto. «Il tempo ‹perso› verrà recuperato più avanti quando il bambino sarà diventato più indipendente e avrà bisogno di meno attenzione e sorveglianza. Prima il piccolo ha l’opportunità d’imparare, prima diventa autonomo», indica l’esperta. I genitori che non incoraggiano i loro figli sin da piccoli a collaborare in casa non devono aspettarsi che da adolescenti diventino intraprendenti e servizievoli. ESPERIENZE IMPORTANTI PER LA VITA Il bambino coinvolto precocemente nei lavori domestici si trova avvantaggiato sotto tutti i punti di vista. Se si partecipa tutti insieme alla vita familiare, si favorisce lo sviluppo del senso civico (competenza sociale) del bambino, che diventa più presto autonomo (competenza cognitiva) e acquisisce una buona fiducia in sé stesso (competenza di sé). Il piccolo sarà così pronto ad affrontare la vita, perché da subito impara a gestire la quotidianità. Attraverso le Buona domanda Attorno ai sei anni si può cominciare ad apparecchiare la tavola. faccende di casa impara inoltre molte cose pratiche che si rifletteranno in seguito sulla capacità di apprendimento scolastico. Non da ultimo quando sarà adulto – e questo vale in egual misura sia per i maschi che per le femmine – saprà cavarsela da sé. Se ad esempio un bambino impara a cucinare sin da piccolo, lo farà anche da grande. E se una bambina impara presto a riparare la bicicletta, da adulta non sarà presa alla sprovvista quando bucherà una gomma. AZIONI DEMOTIVANTI Capita che i genitori facciano passare al bambino la voglia di col- laborare in casa, ad esempio non lasciandogli toccare nulla, negandogli la fiducia o preferendo sbrigare le faccende da soli per non perdere troppo tempo. Anche le osservazioni come «Sei ancora troppo piccolo per queste cose», «Non sei capace», «Sei troppo imbranato» oppure «Potresti farti male» demotivano il bambino e ledono la sua autostima. Per il piccolo è pure frustrante vedere i genitori correggere ciò che ha appena fatto. «Il bambino ha bisogno che i genitori lo guidino e lo sorveglino per un determinato periodo, soprattutto quando maneggia forbici, coltelli o fiammiferi. Il piccolo deve impa- Quando nostro figlio torna a casa butta la giacca per terra e lascia tutto in giro. Cosa possiamo fare? Imponetevi di non riordinare la giacca al posto suo, perché altrimenti penserebbe che accettate il suo gesto e continuerebbe ad agire nello stesso modo. Ditegli piuttosto: «Appendi per favore la tua giacca.» Quindi ignoratelo e aspettate che voglia qualcosa da voi (ad es. attenzione, una bibita). Rispondete con voce calma: «Prima fai quello che ti ho detto.» Prestategli nuovamente interesse solo quando avrà rimesso a posto la sua giacca. Bimbi & Bebé EDUCAZIONE Filetti. Cuore e ragione lavano più bianco, 56 per amore del tuo bebé! A due anni i bambini adorano aiutare in casa. {Info} Motivare il bambino a collaborare Coinvolgete precocemente il bambino nei lavori domestici. Siate pazienti e concedetegli tutto il tempo che necessita per svolgere il suo compito. Dategli fiducia e credete nelle sue capacità. Accompagnatelo nei lavori per lui nuovi e rendetelo attento sui pericoli affinché non si ferisca. Mettete da parte il vostro perfezionismo e rinunciate a correggere ciò che ha appena fatto anche se non è perfetto. Lodatelo quando ha terminato il suo lavoro. Sottolineate la vostra soddisfazione per il servizio reso. Se non è stato capace di svolgere bene una parte del suo compito, rassicuratelo spiegandogli come potrà migliorarsi la prossima volta. Bimbi & Bebé rare quali cose celano quali pericoli e deve apprendere le regole da rispettare», spiega Sarah Zanoni. Facendosi aiutare in casa, i genitori non dovrebbero aspettarsi troppo dal bambino e pretendere ad esempio che decida da solo di sbrigare le faccende o che lo svolga alla perfezione. Queste aspettative generano frustazione da ambo le parti e inducono il bambino a detestare determinati lavori. MANCATA COLLABORAZIONE Vi sono bambini che si rifiutano di dare una mano in casa. Secondo Sarah Zanoni esistono diversi modi di agire. Gran parte dei piccoli risponde molto bene al sistema degli incentivi. Ogni volta che il bambino collabora in casa riceve un timbro o un bollino su un’apposita cartolina. È bene lodarlo per i bollini ricevuti e sottolineare la propria soddisfazione per il servizio reso. Talvolta basta invece imporsi e marcare la propria presenza, ad esempio rimanendo nella cameretta del piccolo finché ha riordinato i cubetti o le macchinine. «Ci vogliono pazienza, calma e nervi saldi e bisogna evitare di generare conflitti di potere, che non porterebbero a nulla», spiega la consulente pedagogica. I genitori possono proporre anche di fare una gara: «Vediamo chi fa ordine più in fretta. Tu le macchinine e io i cubetti?» Quale terza possibilità Sarah Zanoni consiglia di introdurre un rituale. Dopo la merenda – a pancia piena è meglio – i genitori fanno un giro della casa con il bambino giocando al detective alla ricerca dei giochi di riordinare: «Dove saranno nascosti i giocattoli da rimettere al loro posto?» Una mamma sa quanto sia sensibile la pelle del bebè e quali cure delicate necessita. L‘elevata tollerabilità cutanea di Filetti Sensitive è confermata da organi indipendenti tramite il marchio di qualità dermatologica. Filetti Sensitive è ricco di sapone allo stato puro e lava a fondo tutti i capi da 30° a 95° come un normale detersivo completo. Filetti Sensitive, per amore del tuo bebé. Maggiori informazioni: www.f iletti.ch EDUCAZIONE Intervista 58 Denise Tinguely Hardegger, psicologa, consulente pedagogica e docente certificata STEP di Dornach Molti genitori si ritrovano senza energia già al mattino quando devono accompagnare i figli al nido o all’asilo. Denise Tinguely Hardegger fornisce consigli utili per combattere lo stress sin dall’inizio della giornata. Risveglio senza affanni In molte famiglie il nervosismo aleggia nell’aria sin dal mattino. Come fare per iniziare tranquillamente la giornata? L’atmosfera in casa, in particolare lo stato d’animo dei genitori al mattino, influenza la disposizione a cooperare del bambino. Per questa ragione è importante che anche mamma e papà inizino la giornata nella maniera più gradevole possibile. Molti genitori amano fare la doccia o bersi un caffè in tutta tranquillità prima che i figli si sveglino. Come loro, anche il bambino ha bisogno di tempo al mattino. Riprendendolo e facendogli fretta ripetutamente, si induce il piccolo a opporre resistenza e a perdere ancora più tempo. Qual è il modo migliore per svegliare il bambino? Il bambino è in grado di rispondere precocemente a questa domanda. Certi bambini amano essere accarezzati dolcemente sul capo, altri preferiscono iniziare la giornata con un affettuoso «buongiorno», altri Bimbi & Bebé ancora desiderano che i genitori aprano le imposte o accendano la luce. L’ideale è svegliare il piccolo a un orario che gli consenta di avere tempo a sufficienza per vestirsi con tutta calma. A che età il bambino dovrebbe essere in grado di vestirsi da solo? Il bambino dovrebbe imparare precocemente a vestirsi da solo, anche se con l’aiuto e le indicazioni dei genitori. A due anni è in grado di infilarsi autonomamente la biancheria intima, in certi casi a tre riesce già a vestirsi da capo a piedi. Se i genitori apprezzano i progressi del piccolo, il bambino si sente motivato. Come si stimola l’autonomia del bambino? Osservando e prendendo atto delle azioni che è in grado di compiere da solo, mettendo alla prova le sue capacità e sostenendolo con parole incoraggianti. Fondamentalmente il bambino si sente motivato se nella vita quotidiana riesce a compiere qualche azione da solo. I genitori Fare colazione tranquillamente è piacevole per tutta la famiglia. possono sviluppare la sua autonomia incitandolo a portare a termine autonomamente piccole operazioni: «Quando hai messo le mutandine, mi chiami così ti aiuto a infilare le calze.» Se il bambino ce la fa da solo, compie un passo avanti che gli infonde coraggio e lo fa sentire fiero. I genitori stressati che preferiscono vestire il bambino e fare in generale tutto da sé dovrebbero rendersi conto che con il loro comportamento negano al piccolo le preziose esperienze del «faccio da solo» compromettendone l’autostima. Il bambino cade così in una spirale di sconforto che lo induce a rinunciare anziché a imparare. Qualche altro suggerimento? Per un bambino piccolo può essere di aiuto preparare insieme i vestiti alla sera per il giorno successivo tenendo conto delle previsioni meteorologiche e disponendo i capi sul pavimento nel verso giusto. Il bambino impara così rapidamente a infilare correttamente magliette e pullover con l’etichetta sul dorso. In genere attorno ai quattro anni il bambino non ha più bisogno di aiuto per vestirsi, ma vale la pena continuare a scegliere gli indumenti la sera per evitare discussioni al mattino. Come bisogna comportarsi se un bambino non più piccolissimo vuol essere ancora vestito dalla mamma? Questo capita sovente quando il bambino vede i genitori aiutare i fratelli più piccoli. In realtà se il bimbo è già grandicello, questa pretesa non cela la volontà di essere vestito dalla mamma, bensì la richiesta di ricevere le medesime attenzioni rivolte al fratellino o alla sorellina. Se i genitori comprendono questo desiderio, possono rivol- Aiuto vicino Sul sito www.insteponline.ch (solo in tedesco) trovate gli indirizzi delle istruttrici e degli istruttori con certificazione STEP che offrono corsi per genitori e consulenza educativa. STEP punta su una forma di educazione democratica, sul rispetto reciproco, sulla stima e sulla collaborazione di tutti i membri della famiglia. Bimbi & Bebé EDUCAZIONE 60 gersi al bambino con indulgenza: «Vuoi essere vestito anche tu dalla mamma? Vieni qui che ci abbracciamo forte forte, così avrai tanta energia per farlo da solo intanto che io preparo la colazione. Se ne hai bisogno, torna da me a rifare il pieno di energia.» chie. Sovente basta rimboccare le maniche, indossare un grembiule o legare i capelli lunghi prima di mettersi a tavola. Una macchia sulla maglietta non giustifica il cambio dalla testa ai piedi, anche perché è scontato che al nido o all’asilo si aggiungeranno altre patacche. Sovente le discussioni sorgono anche a colazione, ad esempio se il bambino si sporca. Cosa consiglia in questo caso? Arrabbiarsi mette paura e guasta l’atmosfera. Se il bambino è già grandicello, si può trovare insieme una soluzione per ovviare alle mac- I bambini «ciondolano» di proposito? Certi genitori sono convinti che il loro bambino cincischi per innervosirli o perché è ancora trasognato o perso nel gioco. Fondamentalmente i bambini sono sempre pronti a cooperare, ma come tutti gli esseri umani oppongono resistenza se si fa loro fretta. Inoltre essi sanno che ciondolando ricevono ripetutamente attenzione. I genitori si lamentano senza notare che instaurano un circolo vizioso. Pensando «Glielo devo dire, altrimenti non lo fa», il bambino rimane in attesa e ragiona «Mi diranno ciò che devo fare», il che gli impedisce di imparare a pensare e agire in modo autonomo. Che fare? Bisogna responsabilizzare poco a poco il bambino e vedere insieme cosa gli occorre per riuscire. Dopo due giorni il bambino può valutare insieme ai genitori cosa è riuscito a fare e cosa deve invece continuare a esercitare per riuscirci. Per lasciar fare al bambino senza riprenderlo o fargli fretta di continuo, i genitori devono dar prova di grande autodisciplina. Chi ci riesce sarà però ampiamente ricompensato, perché il bambino diventerà sempre più autonomo. Il piccolo deve potersi esercitare a piccoli passi. Dal canto loro, i genitori dovrebbero osservare le competenze acquisite. {Consigli} Per garantire la pace mattutina Alzatevi sufficientemente presto per essere di ottimo umore quando il bambino si sveglia. Puntate sulla collaborazione e l’incoraggiamento anziché sulle minacce e le punizioni. Offrite al bambino il vostro aiuto per vestirsi se lo necessita e lasciategli svolgere le azioni che sa fare da solo. In questo modo compie autonomamente piccoli progressi e scopre che ce la fa anche da sé ad infilare le mutandine. Spiegategli che può chiamarvi quando ha finito per farsi aiutare a indossare ad esempio le ghette. Riflettete sulle vostre aspettative e comunicatele chiaramente al bambino. Una volta sveglio potete ad esempio dirgli: «Vado a preparare la colazione. Quando ti sei vestito, mangiamo insieme.» Dedicate al bambino attenzioni positive quando lo svegliate, fate colazione e vi salutate. Ditegli ad esempio tranquillamente: «Mi piace fare colazione con te.» Evitate invece gli atteggiamenti negativi come rimproverarlo o mettergli fretta perché si è macchiato o cincischia. Non state costantemente dietro al bambino appena alzato e occupatevi piuttosto delle vostre faccende. Gli permetterete così di responsabilizzarsi. Se nonostante tutto al mattino vi capita di arrabbiarvi con il bambino, ditegli che intendete calmarvi e che uscite dalla stanza. Sappiate che il vostro stato d’animo non ha nulla a che vedere con il piccolo, ma piuttosto con l’interpretazione che avete dato al suo comportamento (il piccolo vuole farmi arrabbiare, non mi prende sul serio, ecc.). Riconoscere questo fatto è estremamente importante per imparare a comprendere meglio noi stessi e i nostri sentimenti. Evitate di litigare e dategli fiducia con la convinzione che saprà trovare da solo una soluzione. Bimbi & Bebé Come insegnare al bambino a non cincischiare? I genitori devono innanzi tutto decidere come e quando rivolgere l’attenzione al bambino. Sovente nella vita di tutti i giorni vengono a crearsi modelli confusi. Per evitare di cadere nella tentazione di riprendere e far fretta al bambino sin dal mattino, consiglio di concentrarsi possibilmente sulle proprie faccende come aerare la stanza, rifare i letti, preparare la colazione e via dicendo. Nel frattempo il piccolo può fare tranquillamente ciò che deve, sapendo esattamente quando sarà il momento che i genitori gli dedicheranno la loro attenzione, ad esempio durante la colazione. Se un bambino cincischia continuamente, lo si lasci pure fare tardi all’asilo. Sarà in grado di spiegare da solo alla maestra le ragioni del suo ritardo. Come devono comportarsi i genitori quando sono loro a essere in ritardo? In questi casi devono spiegare al bambino che sono stressati e chiedere: «Credi che ce la facciamo ad arrivare in orario?» I bambini partecipano volentieri quando si domanda loro di collaborare, ma reagiscono opponendo resistenza se sollecitati da un adulto di cattivo umore. È sempre il tono che fa la musica. A molti bambini piace anche fare a gara con i genitori. Buona domanda La nostra bimba di due anni non vuole mai indossare i vestiti che le proponiamo. Cosa dobbiamo fare? La piccola vuole decidere insieme a voi. Lasciatela scegliere proponendole due varianti. In questo modo si sentirà autoefficace e imparerà ad abbinare i capi senza sentirsi oppressa da un’imposizione. Reka, il numero 1 per le vacanze con la famiglia. Anche per i genitori. Godetevi un’esperienza di vacanza fantastica con tutta la famiglia. La Reka propone una vasta scelta di appartamenti di vacanza per famiglie nelle località più belle della Svizzera e anche nei paesi esteri vicini. Sono particolarmente apprezzati i villaggi turistici Reka con piscina coperta, noleggio gratuito di articoli per bebè come pure il programma d’animazione per famiglie Rekalino. Il nostro suggerimento. Ulteriori informazioni su www.reka.ch. Reka, per avere di più. 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Secondo la dottoressa Heidi Simoni, psicologa e direttrice dell’Istituto per il bambino Marie Meierhofer di Zurigo, non è un’esigenza dei neonati essere trattati in maniera diversa, ma soltanto una convinzione dei genitori. Dalla nascita e per i primi due anni di vita, le preferenze e i bisogni del bambino dipendono più dal temperamento che dal sesso. Per questa ragione Heidi Simoni raccomanda ai genitori di non giudicare né trattare il bambino in base al sesso, bensì di mostrare una maggiore Bimbi & Bebé {Info} Consapevolezza del proprio sesso apertura e curiosità sulle sue caratteristiche uniche e individuali. CONTATTO CON AMBO I SESSI Lo scambio di esperienze tra i due sessi è importante sin dalla nascita. Ogni bambino ha bisogno di relazionarsi da subito con maschi e femmine, come pure con uomini e donne, per imparare a distinguere i due generi, nonché le affinità e le differenze. Queste esperienze sono indispensabili per costruire la propria identità in quanto essere umano di sesso femminile o maschile. COMPORTAMENTO NEL GIOCO Nel primo anno di vita maschietti e femminucce mostrano il medesimo interesse: colori, oggetti mobili e rumori sembrano affascinare e stimolare al gioco entrambi i sessi. Nel quadro di una ricerca Remo Largo, pediatra e autore di libri di successo («Primi anni, primi passi»), ha notato che il comportamento nel gioco di maschi e fem- «Adesso ti trasformo in una . . .» mine è lo stesso per i primi 18 mesi: «Abbiamo fatto giocare i maschietti con bambole, biberon e pettini e abbiamo constatato che davano da mangiare e spazzolavano i capelli delle bambole alla stessa maniera delle femmine. Da notare che la maggior parte di loro non aveva mai giocato con una bambola.» Le prime differenze nel gioco iniziano a manifestarsi alla fine del secondo anno. Mentre i maschi sono più interessati a esplorare l’ambiente che li circonda, le femmine preferiscono dedicarsi ai giochi simbolici e sociali. A tre anni i sessi sono chiaramente diversificati nell’attività ludica. Remo Largo è convinto che le differenze tra maschio e femmina siano influenzate ulteriormente dal comportamento degli adulti. Ai maschietti si regalano automobiline e Duplo, mentre alle bambine bambole e cofanetti di trucchi. Può capitare pure che per un breve o lungo periodo il maschio prediliga le bambole e ami travestirsi oppure che la femmina giochi più volentieri con le macchinine del fratello. Si tratta di un fenomeno del tutto normale. L’importante è piuttosto non vincolare il piccolo e assicurargli un ampio raggio di azione per svilupparsi . Malgrado ognuno abbia le proprie predilezioni, la maggior parte dei bambini è molto interessata a tutto ciò che li circonda. Se tale interesse è favorito dagli stimoli e dalle reazioni che Tra i due e i tre anni il bambino sa a quale genere appartiene: sono un maschio, sono una femmina. Talvolta però può pensare che il sesso cambierà con il tempo («Quando sarò grande, diventerò un papà», afferma la bambina). A questa età il bambino è pure in grado di distinguere le donne dagli uomini, anche se crede che basta un travestimento per cambiare sesso. Tra i tre e i quattro anni il piccolo cerca di definire i tratti del sesso «maschile» e «femminile» sulla scorta di una serie di criteri: le femmine portano i capelli lunghi, i maschi giocano a calcio e fanno la lotta. È solo tra i cinque e i sei anni che si concretizza la consapevolezza del proprio sesso. Sovente i bambini che vanno all’asilo o a scuola hanno idee abbastanza rigorose in merito a cosa vogliono e a cosa fanno i maschi e le femmine. A questa età, e per alcuni anni ancora, la maggior parte dei bambini preferisce frequentare compagni dello stesso sesso. Bimbi & Bebé EDUCAZIONE giocare + imparare di elta 00 c s Una 300'0 lo e oltr e rega ide Il tuo regalo: 64 buono online di * – fr. 10. Neonati & bambini Stimoli & apprendimento È normale se un bambino assume il ruolo del sesso opposto. Questa fase fa parte della ricerca dell’identità. Bricolage & disegno Sport & movimento Giocattoli Software & game Bimbi & Bebé DVD Kidoh ti aiuta a trovare il regalo giusto Libri Scopri il regalo adatto per ogni bambino con un paio di semplici clic. Musica & audiolibri Libro ordinato = spese di spedizione in omaggio! Casa & famiglia L’offerta è valida per le ordinazioni effettuate su Internet con almeno un libro e a partire da un importo minimo di acquisto di fr. 20.–. Comodo pagamento rateale Già da fr. 25.– al mese. Questo e molto altro ancora su: www.kidoh.ch Approfittane ora! : *Il buono può essere utilizzato solo su kidoh.ch. Il computo non può essere effettuato per telefono, fax, cartolina di ordinazione o in filiale. 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Gli studi hanno rivelato che i maschietti sono maggiormente sollecitati a scoprire il mondo, al contrario delle bambine che vengono sovente frenate quando mostrano l’intenzione di allontanarsi. Relazionandosi con gli altri bambini, maschi e femmine hanno comportamenti diversi. Dalle ricerche risulta che le bambine sono più premurose, vanno più d’accordo con gli altri e sono più servizievoli. Dal canto loro gli adulti preten- Elettronica tu o Come rendere forti maschi e femmine dono dalle bimbe più di quanto facciano con i maschietti. Quest’ultimi si misurano volentieri nella forza e ritengono di avere più successo delle bambine. Quando giocano tendono a occupare più spazio, a coinvolgere maggiormente il fisico, a fare più sovente a botte e a farsi male più spesso. Rispetto alle bambine sono meno consapevoli dei pericoli, amano il rischio e non pensano a quello che potrebbe capitare loro. Dal punto di vista educativo, il compito non è semplice: i maschi non dovrebbero essere frenati nel loro impeto né ripetutamente sgridati, ma il loro comportamento non deve neppure limitare la libertà delle femmine che, come loro, hanno bisogno di spazio per sviluppare in modo sano le loro facoltà senza dover continuamente difendere la propria libertà. Il {Consigli} riceve, maschi e femmine godono di opportunità ottimali per scoprire i loro punti forti e svilupparli. La guida « bimbi&bebè » è disponibile gratuitamente : tramite Internet : www.bimbi-e-bebe.ch per e-mail : [email protected] per posta : Servizio ordinazioni « bimbi&bebè », casella postale 57, 9401 Rorschach Le edizioni 2009/2010, 2010/2011, 2011/2012 e 2012/2013 possono essere scaricate dall’archivio del sito www.bimbi-e-bebe.ch. bimbi bebè è un progetto patrocinato dalle seguenti organizzazioni : kinderärzte.schweiz Associazione svizzera delle infermiere consulenti materne-pediatriche Copyright : la ristampa e la riproduzione elettronica sono permesse solo con l’autorizzazione scritta dell’editore. ISSN 1663-5418