A.I.D.D.
Associazione Italiana contro la Diffusione della Droga
ONLUS
1977-2007
Pensieri
e ricordi
di trenta anni
di attività
Supplemento al n. 3/4 de
Aggiornamenti sulle tossicodipendenze - Trimestrale d’informazione a cura della A.I.D.D. - Gennaio/Giugno 2007
Direttore Responsabile Alberto Mazzuca - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 579 del 25/10/86 - Edizione a cura della Magalini Editrice 2
Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.
SOMMARIO
I primi trenta anni
3
Alberto Brunetti
20
Trenta anni… e siamo ancora qui
4
Anna Coccia Visco
21
Un passo indietro: Dicembre 1977
7
Giovanni Cevenini
22
Atto Costitutivo
9-10
Soci promotori
11
La nostra attività
23
I Presidenti nei trent’anni
11
Presentazione dell’Associazione
24
A.I.D.D. che cos’è e che cosa fa
25
A.I.D.D. che cosa offre e che cosa chiede
25
Le testimonianze
Gianfranco Isalberti
12
Obiettivi
26
Giovanni Rigone
13
Metodi e finalità
27
Luciano Deriu Campus
14
Scuola dell’Infanzia
28
Vincenzo Sessa
15-16
Antonio Vallese
17
Carlo Sarasso
18
Maurizio Pellegrini de Vera
19
Scuola Primaria
29-31
Scuola Secondaria di primo grado
32-33
Pubblicazioni per i corsi di educazione alla salute 34-35
Un sentito ringraziamento alle seguenti aziende
AIR FOOD / Milano
AZIENDA AGRICOLA PLANETA / Palermo
EDIL PIAZZATORRE / Milano
PULI 3000 GLOBAL SOLUTIONS / Settimo Milanese
che, con il loro appoggio, hanno contribuito
alla realizzazione di questa pubblicazione
IL
Trenta anni di attività - 3
I PRIMI TRENTa ANNI
La prevenzione, ed in particolare quella contro
la droga, non è certo stata inventata negli anni
recenti: da sempre esistono le droghe e da
sempre si è cercato, con azioni e forme diverse,
di prevenirne l’uso e la diffusione. Altrettanto
certa è però la presa di coscienza più recente
della drammaticità del fenomeno droga, sia da
parte del singolo che della famiglia, delle Istituzioni e della Comunità.
Trent’anni fa, quando questa presa di coscienza
cominciò a manifestarsi, un gruppo di Soci di
Club Rotary e Lions, decise di impegnarsi, in
sintonia con il mutare dei tempi e dei costumi,
con azioni concrete contro la diffusione delle
sostanze tossiche, attraverso una serie di iniziative indirizzate in particolare verso le fasce
d’età dell’adolescenza.
Da questa decisione nacque la nostra Associazione il cui scopo primario è quello di prevenire la diffusione della droga. Sono stati anni
di lavoro intenso da parte di schiere di volontari, anni di sconforto e di soddisfazioni, di dubbi e di certezze,
con periodiche necessità di aggiornamento e di modifica delle linee di azione, tutto ciò sempre con difficoltà
di verifica dei risultati.
Farne il bilancio è arduo se non impossibile senonchè, operando come facciamo, in stretto contatto con le
Direzioni Didattiche di Scuole dell’Infanzia e Primarie, con le Presidenze delle Scuole Superiori di primo
grado, con il corpo insegnante delle medesime scuole, e spesso, con i genitori, riceviamo il messaggio positivo di chi, vicino ai giovanissimi, ne percepisce le reazioni e la sensibilità con le quali prendono coscienza
dei pericoli insiti nella droga.
Questi contatti ci convincono che non possiamo lasciare che gli adolescenti siano disinformati: da molte
indagini si sa che un gran numero di tossicodipendenti si è avvicinato alla droga “per caso”, spesso indipendentemente dalle classiche situazioni di disagio. Dall’incontro casuale alla dipendenza il passo è breve
e solo la prevenzione, mediante una educazione alla salute in ambito familiare e scolastico e una informazione adeguata può evitarlo.
Proibire, punire, liberalizzare, distribuire sono concetti e tendenze laceranti tanto quanto il curare, recuperare, reinserire sono compiti difficili e incerti nei risultati. Si tratta di aspetti diversi e drammatici del flagello droga, per chi nel baratro è già caduto; ma che fare per evitare che altri si avvicinino all’orlo del baratro ove troppo spesso, precipitano? da questa domanda nasce la “prevenzione” e il nostro convincimento
della validità dell’impegno preso trent’anni fa e portato avanti, pur fra le tante incomprensioni, resistenze
e, a volte, di far quadrare i conti.
Siamo a disposizione di chiunque voglia saperne di più su come abbiamo operato, su cosa facciamo oggi,
su quali riscontri ci basiamo per verificare le nostre azioni. Insieme potremo dialogare, aperti a critiche,
consigli, aiuti e suggerimenti.
(Il Consiglio Direttivo)
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IL
TRENTA ANNI… E SIAMO ANCORA QUI!
RICORDI DI UN VOLONTARIO
Non avrei potuto immaginare questo
lungo periodo di “militanza” quando
assieme a tanti altri volontari iniziai
il cammino che ancor oggi, pur con
mutato tipo di intervento, l’A.I.D.D.
percorre.
Una convocazione quasi per caso: “I
Rotary e i Lions stanno dando vita
ad un progetto comune di prevenzione alla droga, non vorrebbe partecipare anche lei che so interessata ai
problemi dei giovani…?” Era stato
questo l’invito rivoltomi da un amico
rotariano, impegnato nel sociale, forse
anche poco convinto del mio possibile
assenso.
La cosa invece mi interessava molto;
allora mi occupavo, per una istituzione, di problemi della gioventù e
molto spesso ragazzi e ragazze alle
prime esperienze con spinelli ed eroina
(le sole droghe usate in quel tempo),
cercavano un aiuto in qualcuno che li
ascoltasse: un semplice ascolto, totale
e senza giudizio.
Per loro i genitori non erano adatti o
capaci di ascoltarli e quindi di aiutarli: nessun dialogo, nessuna possibilità di cambiamento!
Iniziai così il cammino di un volontariato che mi ha visto sempre convinta sostenitrice della prevenzione
primaria al disagio giovanile che può manifestarsi con la tossicodipendenza.
Un breve corso di informazione e di pratica dello strumento che all’inizio veniva usato per gli incontri coi
genitori e i docenti unici destinatari di questo lavoro; lo strumento era il filmato del Prof. Gori, farmacologo
di fama, esperto di problemi inerenti alla droga, ancor oggi in campo con una comunità per tossicodipendenti. Attraverso immagini stilizzate, il filmato inserito in un macchinario complesso (e pesante!) informava sia sulle sostanze sia sui comportamenti di chi ne abusava.
Era un periodo in cui ancora si avevano scarse conoscenze del fenomeno e soprattutto latitavano le Istituzioni che avrebbero dovuto occuparsene; quanto a soluzioni come centri o comunità, ora numerosi, neanche
a parlarne!
Il nostro lavoro non si limitava a proporre immagini, o a fornire informazioni esatte, ma soprattutto doveva
stimolare nell’uditorio attraverso una discussione, interesse e presa di coscienza del fenomeno che vedeva
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Trenta anni di attività - 5
coinvolti, per le responsabilità, non solo i consumatori, ma soprattutto genitori e docenti, cioè i naturali
educatori. Non era facile far comprendere ciò: vi era un iniziale rifiuto al coinvolgimento e non si accettava
che la responsabilità di un approccio alla droga potesse essere attribuito anche ad una mancata o errata
educazione, a un disinteresse per il ragazzo, al troppo lavoro del genitore per produrre benessere materiale,
alla mancanza di tempo da trascorrere
con il figlio, ai troppi beni materiali
elargiti a sproposito per compensare
assenze o disinteresse, ai “no” necessari e non detti per timore di alienarsi
l’affetto del giovane.
E così per i docenti: non era semplice
indurli a pensare che fosse meglio
sacrificare un po’ del programma scolastico a favore di una discussione su
uno stile di vita, su un fatto di attualità, su un bisogno manifesto.
Soprattutto non accettavano di essere,
volenti o nolenti, dei modelli di riferimento per gli alunni, nè di mettere in
gioco le proprie responsabilità, nè di
mostrare coerenza tra valori proposti
e il proprio vissuto. Nessuna gerarchia poteva essere concepita e veniva
sistematicamente distrutta la figura
del docente educatore. La massima
aspirazione era il “tu” confidenziale
dell’alunno al professore. Il ’68 aveva
già lasciato l’impronta!
Eravamo una squadra affiatata (una
ventina di assistenti) pronti a rispondere in coppia alle richieste che soprattutto le scuole inoltravano dopo aver sentito parlare dell’A.I.D.D.,
“rara avis” come istituzione nel campo della prevenzione primaria.
Ma non era solo questo il compito della Associazione.
Nata come centro di documentazione nel settore delle tossicodipendenze, metteva a disposizione del pubblico testi e riviste italiani e stranieri in una biblioteca fornitissima delle più attuali pubblicazioni; un comitato scientifico formato da esperti del settore forniva a noi volontari e a chiunque ne facesse richiesta le più
aggiornate informazioni circa le sostanze d’abuso, gli effetti e i possibili rimedi.
Si erano nel frattempo costituite Sedi staccate che operavano nel proprio territorio: otto italiane nelle varie
regioni e una federazione internazionale che riuniva sedi italiane, francesi e spagnole.
Non più solo le scuole ma anche altri ambiti istituzionali come il Comando dei Vigili Urbani, il Centro di
addestramento reclute delle forze armate, la scuola di Agenti di Pubblica Sicurezza, i tecnici dell’ENEL, il
personale di ospedali, richiedevano i nostri interventi e se ciò poteva essere gratificante denunciava d’altra
parte la totale assenza delle Istituzioni che avrebbero dovuto rispondere a questa esigenza di informazione.
Trenta anni di attività - 6
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Quanto studio per essere all’altezza della situazione, quanti chilometri macinati in città e nell’“Interland”.
Quante trasferte (a Firenze, Catanzaro, Venezia, Genova, Tropea, Bressanone) dove i Clubs Lions e Rotary
organizzavano incontri e chiedevano la nostra presenza per portare informazioni aggiornate e presentare i
testi che l’A.I.D.D. con i suoi esperti, psicologi, medici, farmacologi aveva iniziato a produrre per offrire
strumenti di sostegno agli educatori.
Intanto, con il passar degli anni erano sorti centri privati e pubblici sia per la terapia che per il recupero dei tossicodipendenti, ma sempre pochi per la prevenzione tanto che l’impegno per l’A.I.D.D. era ancora grande.
Non così il numero dei volontari, assottigliatosi nel tempo, anche perché l’impegno era gravoso, molte le
competenze da acquisire e poche le gratificazioni: il lavoro della prevenzione non poteva fornire infatti
risultati certi e quantificabili e quindi non “pagava”.
Solo chi ha creduto fermamente in essa è rimasto, superando momenti difficili, fatiche e frustrazioni, incomprensioni e discussioni, con molto sacrificio.
Anche l’approccio con il pubblico era cambiato: non più presentazione di filmati (al primo se ne erano
aggiunti altri più aggiornati) ma il dialogo diretto con il pubblico senza più l’ausilio di un supporto tecnico
che per molti era essenziale. Non tutti infatti amano parlare in pubblico e il dover affrontare un uditorio
spesso numeroso, esigente e pieno di aspettative, aveva dissuaso molti da questa azione di volontariato.
Un naturale sviluppo dell’attività dell’A.I.D.D. erano stati corsi di formazione effettuati in sede condotti da
esperti farmacologi, psicologi e della comunicazione, soprattutto rivolti a docenti e ai responsabili dell’educazione dei giovani. Era stato istituito anche un centro di ascolto che attraverso volontari vecchi e nuovi,
opportunamente formati, rispondeva alle esigenze di un pubblico sempre più numeroso di genitori, familiari, amici di tossicodipendenti, desiderosi di esporre i propri problemi, ignari sul da farsi, che chiedevano
l’aiuto di persone disponibili.
Questo eravamo: disponibili a prestare ascolto, a dare un consiglio di comportamento, a far riflettere sulle responsabilità da assumere, a indicare all’occorrenza una possibile struttura rispondente alle specifiche esigenze.
Oggi siamo di fronte ad un altro scenario.
Le scuole richiedono ancora i nostri interventi, ma in numero più limitato e soprattutto con modalità diverse:
non più il volontario ma esperti psicologi e psicopedagogisti che intervengono direttamente con tecniche
adatte, sui bambini e sugli adolescenti, dai 5 ai 15 anni, oltre che sui docenti e genitori.
Internet ha sostituito l’informazione che si poteva attingere dai testi e dalle riviste e l’“ascolto” si limita a
fornire risposte a domande specifiche formulate per telefono.
I mezzi di informazione si occupano del problema generalmente quando vi è una notizia eclatante riguardo
personaggi famosi: citano dati spesso inesatti, enfatizzano gli effetti, istruiscono dettagliatamente sulle
nuove sostanze, sul come e dove reperirle e talvolta prepararle in un “fai da te” che sa di criminale!
Le istituzioni sfornano leggi, repressive o liberali, a seconda del momento e del governo in carica, tutte
generalmente inefficaci, mai risolutive.
Le sostanze d’abuso in compenso si sono moltiplicate e la liceità di certi comportamenti trasgressivi è, ahimè,
accettata. In altre parole la droga è entrata a far parte della nostra cultura. E l’ignoranza del problema resta!
Come noi dell’A.I.D.D. , tenaci e sempre più convinti assertori di un’azione che non ha come obiettivo solo
la droga da combattere, ma soprattutto l’individuo da educare e far crescere sano, fisicamente, psichicamente e socialmente, consapevole artefice delle proprie scelte di vita.
A trent’anni dall’inizio, ancora qui!
(L.R.S.)
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UN PASSO INDIETRO: DICEMBRE 1977
Sul finire del ’76 ad un anno circa dall’entrata in vigore della Legge 22/12/1975 n. 685 in tema di “stupefacenti
e sostanze psicotrope; prevenzione cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza” i due distretti
lombardi del Rotary e del Lions, nell’ambito delle proprie attività di “servizio”, decidono autonomamente
di studiare un intervento sul problema della droga. Poiché ambedue pensano ad una iniziativa di ampia
portata, giudicano opportuno di unire le proprie forze e viene quindi costituita una commissione paritetica
che inizia a lavorare ponendosi alcune “guide lines”.
• L’iniziativa deve entrare nell’area di responsabilità che, al momento, è lasciata più scoperta dalle autorità
istituzionali: la prevenzione.
• L’iniziativa deve ispirarsi alle più avanzate tecniche di intervento, essere gestita con criteri di moderna
efficienza, avere un supporto scientifico molto qualificato.
• L’iniziativa non deve limitarsi ad un impegno finanziario, ma, in armonia con il dettato del “servizio”,
deve anche coinvolgere personalmente i Soci dei due sodalizi.
La commissione verifica ben presto come la “prevenzione” sia realmente congeniale alla flessibilità
organizzativa ed all’impegno nel “servire” dei due Sodalizi.
Dopo tre mesi, la Commissione sottopone ai Clubs dei Distretti lombardi dei due sodalizi un progetto di
“INIZIATIVA PREVENZIONE DROGA”. Tale progetto, che si ispira alle più recenti e molto positive
esperienze USA, si propone di operare mediante una corretta informazione sulla droga rivolta agli adulti in
contatto con i giovani: genitori, insegnanti, operatori sociali.
Il progetto prevede inoltre la costituzione di un “CENTRO PREVENZIONE DROGA” che, con il solido
fondamento scientifico di una aggiornata biblioteca specialistica, sia in grado di dare corrette informazioni
sul piano farmacologico, epidemiologico, sociologico, terapeutico. Affida quindi all’impegno volontaristico
dei Soci dei due Sodalizi il compito di portare, con l’ausilio di moderni strumenti didattici, l’informazione
agli educatori dei giovani.
Per dare all’iniziativa una struttura autonoma viene costituita la “ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO
LA DIFFUSIONE DELLA DROGA” di cui sono soci fondatori numerosi Clubs Lions e Rotary.
Nel dicembre del 1977 inizia l’attività operativa presso la sede di Via Andrea Doria 17 a Milano.
Vincenzo Sessa
(in occasione del quindicinale dell’Associazione)
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19 dicembre 1977: le firme dei soci
Rotary e Lions presenti alla storica
inaugurazione della sede di Via
Andrea Doria 17.
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L’atto costitutivo dell’Associazione Italiana per la difesa contro la Diffusione della Droga
stipulato nello studio del Notaio Francesca Testa il 19 luglio 1977 a Pioltello.
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SOCI PROMOTORI
ROTARY CLUB
R.C. ARESE VILLORESI
R.C. BERGAMO
R.C.BUSTO-GALLARATE -LEGNANO -LAMALPENSA
R.C. CANTU’ – ERBA
R.C. COLICO
R.C. COMO
R.C. COMO - BARADELLO
R.C. LECCO
R.C. LINATE E DELLA MARTESANA
R.C. LODI
R.C. MELEGNANO
R.C. MILANO CENTRO
R.C. MILANO NORD
R.C. MILANO NORD OVEST
R.C. MILANO OVEST
R.C. MILANO SAN SIRO
R.C. MILANO SESTO S. GIOVANNI
R.C. MILANO SUD OVEST
R.C. MILANO – RHO
R.C. MILANO SUD EST
R.C. MONZA CENTRO
R.C. MONZA EST
R.C. SALO’ E GARDA BRESCIANO
R.C. SARONNO
R.C. SEREGNO – DESIO – CARATE
R.C. SONDRIO
R.C. TRADATE
R.C. VARESE
R.C. VARESE VERBANO
R.C. VIGEVANO MORTASA
LIONS CLUB
L.C. BOLLATE
L.C. BRIANZA COLLI
L.C. BUSTO HOST
L.C. CINISELLO BALSAMO
L.C. COLLI - S. COLOMBANO AL LAMBRO
L.C. GALLARATE
L.C. LECCO
L.C. LEGNANO
L.C. MILANO ALLA SCALA
L.C. MILANO ALTO MILANESE
L.C. MILANO BRERA
L.C. MILANO DUOMO
L.C. MILANO VISCONTEO
L.C. RHO
L.C. S.ANGELO LODIGIANO
L.C. SARONNO
L.C. SEGRATE – S. FELICE
L.C. SESTO S. GIOVANNI
L.C. TRADATE – SEPRIO
L.C. VARESE HOST
L.C. VIMERCATE
I PRESIDENTI NEI TRENT’ANNI
1977 - 1978 • ROTARY • ING. GIANFRANCO ISALBERTI
1979 – 1979 • LIONS • PROF. CARLO MARTINENGHI
1980 – 1981 • ROTARY • PROF. GILDO ROTA BALDINI
1982 – 1983 • LIONS • ING. GIOVANNI RIGONE
1984 – 1985 • ROTARY • ING. GIANFRANCO ISALBERTI
1986 – 1989 • ROTARY • DOTT. LUCIANO DERIU’ CAMPUS
1990 – 1993 • LIONS • DOTT. h.c. VINCENZO SESSA
1994 – 1995 • ROTARY • DOTT. LUCIANO DERIU’ CAMPUS
1996 – 1997 • LIONS • DOTT. ANTONIO VALLESE
1998 – 1999 • ROTARY • PROF. AVV. CARLO SARASSO
2000 – 2001 • LIONS • DOTT. MAURIZIO PELLEGRINI de VERA
2002 – 2003 • ROTARY • SIG. ALBERTO BRUNETTI
2004 – 2005 • LIONS • DOTT.SSA ANNA COCCIA VISCO
2006 – 2007 • ROTARY • DOTT. GIOVANNI CEVENINI
LE TESTIMONIANZE
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GIANFRANCO ISALBERTI
Presidente 1977/1978 – 1984/1985
È stata una bellissima avventura.
Eravamo alla fine degli anni settanta quando la droga cominciava ad essere oggetto di attenzione ma trovava
tutti assolutamente impreparati. Il Governatore Baragiola ci ha chiesto di entrare nel problema. Come?
Anche noi eravamo impreparati. Abbiamo costituito un gruppo con esperienze molto diverse ed un solo
“specialista”: il pragmatismo manageriale e la cultura universitaria.
Con umiltà abbiamo sentito la necessità di conoscere e abbiamo costituito una biblioteca altamente specializzata.
La prima? L’unica? Forse.
Abbiamo chiesto aiuto e sostegno dovunque possibile: agli imprenditori, alle Banche ma anche alle mogli
dei rotariani, le nostre meravigliose volontarie.
Ci siamo rivolti agli insegnanti, ai genitori, ai giovani per condividere le nostre conoscenze e offrire soluzioni a quanti chiedevano consiglio e conforto.
Questa volta il Rotary è stato realmente fra i primi ad affrontare un grande problema del nostro tempo.
Un’altra originalità di questa “avventura” sta nel fatto che appena seppi che i Lions stavano anch’essi interessandosi al problema proposi di unire le forze con una partecipazione del tutto paritaria che ha moltiplicato le risorse.
Questo per il nostro gruppo è stato un … modo di fare Rotary, un modo che continua da trent’anni.
Auguri!
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LE TESTIMONIANZE
GIOVANNI RIGONE
Presidente 1982/1983
Non si può dimenticare l’atmosfera che caratterizzava la riunione dei presidenti dei Club del Distretto
108-IB all’Hotel Touring di Milano il mattino della prima domenica del dicembre 1976.
Tutti erano animati dal desiderio di prendere coscienza di un fenomeno che già era un pericolo per la nostra
società e che minacciava di crescere ancora.
Dopo numerosi interventi appassionati la decisione si manifesta unanime: dobbiamo farci carico del problema ed intervenire in spirito di servizio.
Nel volgere di breve tempo le energie del Lionismo lombardo e piacentino si mettono all’unisono con analoghe disponibilità degli amici Rotariani lombardi.
Come uno dei dieci – cinque Lions e cinque Rotary – che parteciparono a tutte le fasi costitutive dell’AIDD,
non posso dimenticare le innumerevoli riunioni tenute al 28° piano del Pirelli e l’emozione della sera in cui
uno di noi non poté essere presente per uno dei fatti limitativi della disponibilità personale che in quegli
anni e un po’ ovunque segnavano il tormentato clima sociale del nostro paese.
L’AIDD è divenuta una splendida realtà, operante anche nel contesto internazionale.
In trent’anni ha messo a punto metodologie sempre più significative nel settore della prevenzione e offerto
riferimenti scientifici ed impegno di servizio a Istituzioni pubbliche e private.
Molti i riconoscimenti e, tra questi, mi è caro ricordare la Medaglia d’Oro che ho avuto l’onore di ricevere
a nome dell’AIDD il 23 dicembre 1983 dal Presidente della Provincia di Milano.
L’augurio è per un ancor più splendido secondo trentennio di attività.
LE TESTIMONIANZE
Trenta anni di attività - 14
IL
LUCIANO DERIU CAMPUS
Presidente 1986/1989 - 1994/1995
Non è facile scegliere dei momenti che meritino di essere specificamente ricordati fra i tantissimi (tutti
degni di massimo interesse) attraverso i quali si è andata via via svolgendo l’ormai trentennale storia
dell’A.I.D.D. .
Mi limiterò, pertanto, a evocare solo alcuni “frammenti di memoria”, e in particolare taluni episodi e/o
talune situazioni che furono per me occasione di sereno compiacimento e insieme di utile stimolo “a fare
sempre di più e meglio” in un campo difficile e impegnativo quale era (e quale è tutt’ora) quello della prevenzione alle tossicodipendenze.
Credo sia giusto ricordare, anzitutto, che diversi Presidenti del Rotary International vollero visitare la sede
della nostra Associazione, informandosi delle attività (svolte e/o da svolgere) e interessandosi in particolare
al copioso materiale (libri, riviste, opuscoli, filmati, videocassette, ecc.) costituente la dotazione, continuamente aggiornata, del centro di documentazione scientifica: non solo l’italiano Carlo Ravizza (Presidente
Internazionale del 1999/2000; che della A.I.D.D. fu inizialmente attivo promotore e poi sempre sostenitore
convinto), ma anche il messicano Carlos Canseco (Presidente Internazionale nel 1984/1985; che, nel ripartire da Milano, volle sottolineare come nella sua mente e nel suo cuore fossero rimaste impresse soprattutto
due cose: “il Cenacolo di Leonardo e l’A.I.D.D.”; e che in seguito fece adottare i nostri programmi e le
nostre metodologie per l’attuazione della imponente opera di prevenzione che il Governo Messicano affidò
alle Università di quel Paese) e il filippino Mat Caparas (Presidente Internazionale 1986/1987).
Mi piace ricordare, ancora, che in occasione della Convention di Monaco di Baviera (1987) il Rotary International fece predisporre un “depliant” in cui erano menzionate, tra l’altro, la struttura organizzativa e le
varie iniziative della nostra Associazione; che io stesso, in occasione della Convention di Città del Messico (1991), ebbi l’onore di prendere la parola per spiegare in che cosa consistesse la multiforme attività
dell’A.I.D.D.; che il materiale relativo alle iniziative realizzate dalla stessa A.I.D.D. fù distribuito anche in
occasione della Convention di Nizza (1995).
Ma il ricordo che più di ogni altro mi è rimasto impresso riguarda una singolare definizione del Rotary
International, che ho sempre considerato come una delle più belle e significative (se non, addirittura, la più
bella e significativa in assoluto) fra le tante udite nel corso della mia ormai lunga militanza nel sodalizio:
verso la metà degli anni ’80, nel concludere un corso di formazione/informazione organizzato dalla A.I.D.D.
per i genitori di un quartiere assai degradato della periferia milanese, chiesi ad una signora originaria di
un piccolo centro della Calabria (e il cui figlio proprio la nostra Associazione aveva aiutato ad uscire dal
drammatico tunnel della tossicodipendenza) di spiegare cosa lei riteneva potesse voler dire “Rotary” mi
rispose, emozionantissima: “sono una poveretta e parlo a malapena l’italiano; credo che la parola Rotary
venga dall’inglese, anche se ne ignoro il significato preciso; ma se considero ciò che avete fatto per me e
per mio figlio, allora penso che ROTARY voglia dire SPERANZA”.
Gli amici lettori mi consentiranno di concludere questa mia breve testimonianza con un augurio affettuoso
e sincero: possa l’A.I.D.D. continuare a svolgere, fino a che ce ne sarà bisogno, la propria insostituibile e
preziosa opera di prevenzione delle tossicodipendenze, al servizio dell’Uomo e della sua Dignita!
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Trenta anni di attività - 15
LE TESTIMONIANZE
VINCENZO SESSA
Presidente 1990/1993
Riportiamo qui di seguito alcuni “ stralci” della relazione tenuta dal Presidente Sessa in occasione
dell’Assemblea dell’Associazione del 16/4/1994.
“Il nostro impegno non può ritenersi esaurito: la collettività ha ancora bisogno della nostra azione e noi non
possiamo deludere quanti guardano a noi con grande fiducia, quali uomini dediti al servizio disinteressato.
Finche le Istituzioni Pubbliche non si faranno carico seriamente del problema della prevenzione, la nostra
funzione sarà indispensabile, perché soltanto così potremo testimoniare, con l’azione concreta, la validità e
la indispensabilità della prevenzione e della educazione alla salute dei nostri giovani” .
“Quella che oggi desidero porre alla vostra attenzione non è una semplice relazione sull’attività dell’ultimo
anno sociale, ma un quadro riassuntivo del lavoro svolto nell’ultimo quadriennio .
Questa decisione scaturisce principalmente: in primo luogo perché questo quadriennio ha rappresentato
una svolta decisiva nella vita e nell’attività dell’A.I.D.D. ; in secondo luogo perché oggi sarete chiamati
ad eleggere un nuovo Consiglio Direttivo per il prossimo biennio. Poiché tra i candidati vi è una notevole
rappresentanza di nuovi amici desidero fornir loro un’ampia panoramica sulle principali attività dell’Associazione”.
“Il ruolo sociale che l’A.I.D.D. sta svolgendo in quest’ultimo periodo non è mai stato riconosciuto in modo
così eclatante. Essa rappresenta il punto di riferimento per gli educatori (docenti e genitori) nella prevenzione alle tossicodipendenze e nell’educazione alla salute, soprattutto dopo le circolari del Ministero della
Pubblica Istruzione.
Qualcuno, agli inizi degli anni ’90, ci definì “testardi” quando difendevamo ad oltranza l’attività ed il ruolo
che l’A.I.D.D. poteva e doveva svolgere al servizio della collettività.
Oggi, a distanza di alcuni anni e proprio nel momento in cui l’ONU ha definito il 1994 “Anno Internazionale della Famiglia”, siamo felici di avere contribuito nel settore di nostra competenza, all’evolversi
della famiglia intesa come ambiente nel quale deve essere valorizzato il fattore primario dello sviluppo
psicologico e sociale dei ragazzi. Il nostro impegno nei confronti dei genitori è stato ed è quello di fare
comprendere loro che, se essi vogliono rappresentare una risorsa effettiva per la famiglia, devono sapersi
adeguare ai tempi improntando il loro atteggiamento alla comprensione, alla disponibilità e alla solidarietà.
La famiglia rappresenta per il bambino il primo ambiente sociale con il quale viene a contatto; in essa deve
trovare e ricevere amore fiducia, sicurezza così che vi si possa rifugiare ogni qualvolta si trova in difficoltà.
È indubbio che quanto più un bambino vive e cresce in una situazione familiare serena e sana, tanto più
diviene capace di adattarsi all’ambiente esterno in modo equilibrato e cosciente.
Di generazione in generazione i componenti della famiglia assicurano protezione e benessere ai giovani,
conservando e trasmettendo saggezza, cultura e valori tradizionali. Negli ultimi anni la famiglia ha vissuto
momenti di grave difficoltà imputabili principalmente alla crisi dell’istituzione familiare, alla mancanza di
tempo dei genitori ed alle difficoltà economiche, tanto da trasformarsi da risorsa educativa per i propri figli
in fonte di rischio”.
“Non dimentichiamo poi le migliaia di cittadini che sono stati sensibilizzati, attraverso la nostra campagna
sociale, svoltasi nel 1991, che ha interessato quasi tutti i mass media sui gravi danni provocati dalla cocaina
al sistema cerebrale. Senza nulla togliere ad altre pur lodevoli iniziative. Ritengo che la campagna sociale
contro l’uso di cocaina possa rappresentare il punto più alto di impegno sociale della nostra attività.
Il momento storico nel quale è stata realizzata, il coinvolgimento di grandi specialisti nel settore della
Trenta anni di attività - 16
IL
La Key Award vinta
nel 1991 per lo spot più
significativo della categoria “comunicazione
sociale”.
comunicazione, l’interessamento che l’evento ha suscitato nei mass media, il premio vinto al concorso
nazionale (Key Award) per lo spot più significativo nella categoria “comunicazioni sociali” il doppiaggio
dello spot in lingua inglese per il circuito televisivo internazionale, la pregnanza del messaggio in tutta la
sua drammaticità, hanno contribuito a meritare il prestigioso patrocinio dell’UNESCO per l’utilizzazione
a livello internazionale “.
“Posso affermare quindi che dopo un periodo molto travagliato attraversato tra la fine degli anni ’80 e gli
inizi degli anni ’90, oggi l’A.I.D.D. è tornata in buona salute”.
IL
Trenta anni di attività - 17
LE TESTIMONIANZE
ANTONIO VALLESE
Presidente 1996/1997
Ho avuto l’onore ed il privilegio di essere stato Presidente del Consiglio Direttivo dell’A.I.D.D. nel biennio
1996/1997.
A prescindere dalle attività istituzionali svolte dalla Associazione, sempre con la medesima e grande
dedizione dei suoi principali collaboratori non ho difficoltà a riconoscere che il biennio 1996/97 fosse stato
uno dei periodi più difficili dell’A.I.D.D. .
La tentazione di abbandonare, e come si suol dire “gettare la spugna” era forte; ma più forte era ed è
sempre stata la tenacia di persone di “buona volontà e dedizione” che hanno consentito alla A.I.D.D. non
solo di andare avanti, ma di adeguare la propria struttura ed i programmi di servizio da offrire alle scuole
seguendo, se non addirittura prevenendo l’evoluzione e la crescita del disagio giovanile nelle varie forme e
manifestazioni che quotidianamente possiamo osservare e tentare di rimuovere.
Come non citare la coinvolgente collaborazione dei vari amici Arinci, Brunetti, Lunatici, Sessa, Sganzerla…
e mi perdonino gli altri Consiglieri e collaboratori di cui ora non mi sovviene il nome.
Sono già passati 10 anni e questi sono lontani ricordi, ma ora, da Vice Presidente, posso affermare di essere
fiero di fare parte di questa meravigliosa Associazione che, come spesso mi capita di dire, opera in silenzio
ma con estrema efficacia, raccogliendo entusiastici apprezzamenti in tutte le scuole ove riesce a portare i
propri collaboratori e svolgere di concerto con il corpo docenti la propria attività.
Foto ricordo dell’assemblea
LE TESTIMONIANZE
Trenta anni di attività - 18
IL
CARLO SARASSO
Presidente 1998/1999
Tra ricordi e prospettive. Un pensiero di speranza
I “Pensieri-Ricordi” di un biennio di presidenza A.l.D.D. possono certo completare la più ampia memoria
di quanti sono stati gli artefici nella sua trentennale attività, ma le mie annotazioni ora, più che la voce di un
protagonista, vogliono essere solo l’eco, pur viva, di un “servizio”, che mi sono onorato di offrire nel più
generale spettro delle attività rotariane.
Triplice è stato – nel biennio 1998-99 – il filone delle principali iniziative realizzate in AIDD, apprezzate e
riprogrammate, quindi, nel segno, ad un tempo, della continuità e dell’innovazione:
• prevenzione della tossicodipendenza ed educazione alla salute (specie in ambito scolastico).
• Centro d’ascolto.
• Centro d’incontro.
Il tutto, concretato con la consapevolezza che la lotta contro la diffusione della droga è una lotta difficile, che non può essere vinta da soli e che nessun ente può vincere da solo. Una lotta, che va comunque
combattuta per fronteggiare una delle ferite più gravi che possano essere inferte alle giovani generazioni.
Cadere vittima della droga per ogni giovane significa, invero, essere colpito nella propria dignità e speranza
di uomo. Il Rotary e i Lions hanno a fondamento della loro idea di “servizio” alla società un complesso di
valori comuni, che debbono essere diffusi per animare e rendere le comunità umane più libere e più ricche
di positività, contrastando i pericoli di deriva sociale, che incombono precipuamente sugli strati più deboli
delle popolazioni. Le derive individuali degli adulti, uomini e donne, che sfociano poi nelle nuove povertà,
hanno varia origine. Certamente la tossicodipendenza è un acceleratore determinante, che spinge verso
l’impoverimento e la violenza, su se stessi e contro gli altri.
Nella loro centralità i principali obiettivi di AIDD hanno trovato e trovano riscontri e coincidenze nelle più
alte Istituzioni, specie sovranazionali.
Uscendo dal piano dei “Pensieri–Ricordi” e sporgendoci su quello delle prospettive e dell’auspicio,
dovremmo riconoscere come maturo il tempo per chiedere, Rotary e Lions, a tali organismi istituzionali
una “dichiarazione universale contro la produzione della droga”: con tutte le conseguenze strategiche sul
piano socio–economico facilmente immaginabili.
Non è azzardato il credere che potrebbe costituire, anch’essa, un significativo contributo a quella lotta, che
ha da essere meritorio impegno per tutti.
IL
Trenta anni di attività - 19
LE TESTIMONIANZE
MAURIZIO PELLEGRINI DE VERA
Presidente 2000/2001
Finito il mio anno di governatorato nel Distretto
Lions 108 IB/4 sono stato cooptato nel Consiglio Direttivo della A.I.D.D. quale Vice Presidente.
È stata questa l’occasione nella quale ho
conosciuto un uomo di grande spessore Carlo
Sarasso, PDG dei Rotary che aveva assunto
proprio per il biennio 1998/1999 la Presidenza
dell’Associazione.
Ho familiarizzato subito con Carlo e il lavoro
svolto in quel biennio, nel quale abbiamo curato
prevalentemente la “ristrutturazione” della
nostra Associazione, è stato molto interessante e
proficuo e ci ha consentito a fine anno ’99 di trasferirci nei nuovi uffici di Via Andrea Doria 31
Il mio anno di presidenza è iniziato con un episodio che merita di essere ricordato. Mentre il
Segretario Generale Alberto Brunetti ed io, per
risparmiare spese, stavamo sistemando le scaffalature del nostro “ponderoso” archivio nel
quale avevamo già sistemato gran parte dei sussidi didattici e altri scatoloni di documenti, la
struttura metallica, forse mancante di qualche
vite, ha ceduto e noi ci siamo ritrovati seppelliti
da libri, carte varie e purtroppo anche da assi e
strutture metalliche. L’amico Brunetti, in virtù
delle sue benemerenze, è riemerso con piccole
Uno dei primi manifesti in occasione delle campagne promozionali.
ma non gravi ferite, io da buon neo Presidente
sono uscito illeso dalla “catastrofe”. Mi astengo dal riferire cosa è uscito dalla nostra bocca in quella occasione.
Per quanto riguarda il mio biennio di presidenza ricordo che, risanata la parte economica grazie al cospicuo
contributo offertoci dalla Fondazione Cariplo, abbiamo potuto intensificare la nostra azione presso le scuole
ottenendo buoni risultati.
Personalmente ho potuto arricchire la mia conoscenza in merito agli effetti della “prevenzione primaria” e
mi sono appassionato al lavoro svolto convinto come sono che è molto importante contribuire alla crescita
dei nostri ragazzi con le metodologie utilizzate nei nostri corsi di “educazione alla salute psicofisica di
bimbi, fanciulli e preadolescenti”.
LE TESTIMONIANZE
Trenta anni di attività - 20
IL
ALBERTO BRUNETTI
Presidente 2002/2003
I miei 20 anni in A.I.D.D.
Li ho vissuti bene anche perché la
Provvidenza o chi per essa mi ha
dato salute fisica e mentale.
Per cui mi sento debitore verso il
Rotary e questa sua Creatura che,
con la fratellanza Lions, è riuscita
ad arrivare anch’essa in buona
salute ai 30 anni di importante
attività.
Fra i miei ricordi devo citare
l’ottenimento dalla Fondazione
Rotary di un Matching Grant per
l’edizione in lingua inglese del
Pallino e del Giardino Segreto.
Per la generosa partecipazione
egualitaria sono intervenuti i Rotary
Club Milano-Ovest (Presidente
Francesco Tozzi) Busto-GallarateLegnano-La Malpensa e Golf JuanVallauris. Le 2 pubblicazioni sono
tutt’ora disponibili gratuitamente.
E ancora la partecipazione personale
36° Premio APE alla A.I.D.D. per la qualità delle sue pubblicazioni
alla Convention Internazionale di
Nizza dove oltre 35.000 Rotariani
sono convenuti da tutto il mondo trovando una organizzazione perfetta curata dall’amico Carlo Ravizza poi
Presidente Internazionale.
Assieme all’amico Consigliere Sergio Petracchi (R.C. Merate) abbiamo pensato e organizzato la presentazione
dell’A.I.D.D. Con uno stand improvvisato ma in ottima posizione logistica siamo stati sommersi per 3
giorni da una infinità di visitatori. Molti hanno apprezzato l’iniziativa e la nostra attività con complimenti,
auguri e tantissimi gadgets e souvenirs che ancora conservo.
Ho ricevuto ben 8 Paul Harris Fellow. Ringrazio la Rotary Foundation e le Autorità Rotariane per questi
preziosi riconoscimenti. Non porto quasi mai il “rutilante” distintivo che posso accompagnare alla bandierina
blu-oro come socio benefattore della R.F. anche perché preferisco la piccola Ruota del Rotary cui sono
molto affezionato.
In tutta la mia vita ho avuto un grande privilegio, quello cioè di avere incontrato quasi soltanto amici veri
che ricambiando la mia simpatia hanno risposto con affetto vero e sincero. Se mi sveglio durante la notte e a
volte ripenso a tutti loro, devo poi interrompere la memoria per non rattristarmi troppo per quanti non sono
più qui con me. Devo dire che la mia presenza giornaliera in Associazione mi ha però permesso di prendere
sempre una vacanza invernale nei paesi caldi e anche di soddisfare ancora la mia passione venatoria che fin
dalla mia prima gioventù si è accompagnata ad un vero amore per la natura.
Riconosco che mi sono quasi confessato. Chiedo scusa.
IL
Trenta anni di attività - 21
LE TESTIMONIANZE
ANNA COCCIA VISCO
Presidente 2004/2005
Molte sensazioni e molti pensieri si susseguono nella mia mente quando ricordo il periodo che mi ha visto
impegnata nella conduzione e, in parte, nella realizzazione delle importanti attività di servizio dell’A.I.D.D.
rivolte soprattutto alla formazione dei giovani, a dare loro un sostegno specialistico nel superare senza
traumi e senza devianze le varie difficoltà che si affacciano, è la storia di tutti, durante il crescere in una
società in continua evoluzione come la nostra.
Conoscevo già l’A.I.D.D. fin dal mio primo entrare nel lionismo ma forse ne avevo approfondito solo
superficialmente il modo e la ragione di essere; ben sapevo però che il fatto che l’A.I.D.D. vedesse pariteticamente impegnati a lavorare insieme Lions e Rotary conferiva una importante prova di collaborazione e
di confronto fra le due maggiori associazioni internazionali di servizio.
Ricordo ancora adesso la prima impressione che ho avuto una volta entrata nell’Associazione, nel vedere
la dedizione e la fermezza dimostrata nel lavoro dagli esperti psicologi, pedagogisti, farmacologi e di tutti
coloro che in qualche modo svolgono il loro impegno all’interno e all’esterno dell’Associazione.
Un’altra occasione di entrare nello spirito dell’A.I.D.D. è stata per me quella di leggere, per così dire
“fuori le righe”, di testi preparati dai nostri esperti che vengono forniti nelle scuole. Da una lettura epidermica risultano con evidenza tutte le attenzioni e sfumature di espressione adottate per sviluppare i temi e
fare emergere sia a livello inconscio nei bambini sia a livello conscio negli adolescenti le varie possibili
titubanze nel crescere; il tutto espresso in modo tale da essere sicuri che quanto sarebbe stato attuato non
intaccasse ma aiutasse lo sviluppo delle giovani personalità.
Naturalmente sapevo che una delle priorità nella conduzione dell’Associazione era quella di reperire fondi
con cui mandare avanti il lavoro ma, a mio avviso, è risultato ancora più importante l’impegnarsi a far
comprendere bene alle Istituzioni cosa proponiamo di fare, ben inteso in collaborazione con loro e senza
sovrapposizione, e lasciando a loro evidenza e il dovuto ruolo.
L’A.I.D.D. è anche un punto di ascolto e, senza rendermi ben conto di cosa voleva dire, avevo scritto e
memorizzato gli indirizzi a cui le famiglie in difficoltà potevano rivolgersi, ma mi balzò il cuore in gola alla
prima telefonata con richiesta di aiuto; era un padre che aveva bisogno per il proprio figlio e chiedeva di
poterlo mandare lontano da casa per poterlo curare, lontano da amici pericolosi e lontano dai fratellini che
potevano essere influenzati… che dire poi di quella madre che temeva di essere aggredita, e forse uccisa,
dal figlio tossicodipendente e per questo si nascondeva da lui e da tutti…
Queste voci ansiose, questi grandi dolori sono ancora dentro di me!
In questo piccolo ufficio in cui lavora l’A.I.D.D. c’è tanto impegno, tanto lavoro e tanto ricordo in ciascuno
di noi delle sofferenze, delle desolazioni, della vergogna di tante care persone che hanno avuto bisogno.
Mi sono resa conto che possiamo anche, nel nostro piccolo, fare tante cose, a volte le difficoltà di tutti i
generi che si incontrano possono dare un senso momentaneo di sconfitta, ma mi sono sempre detta che l’impegno era giusto, che era necessario andare avanti perché tanto si era fatto ma tanto c’era ancora da fare.
LE TESTIMONIANZE
Trenta anni di attività - 22
IL
GIOVANNI CEVENINI
Presidente 2006/2007
A.I.D.D. compie nel 2007 trent’anni di vita. Festeggeremo questa ricorrenza ripercorrendo la nostra bellissima storia…
Alla fine del 1977 numerosi Club Lions e Rotary guidati da Soci illuminati e lungimiranti fondarono l’Associazione e iniziarono l’attività di prevenzione alle droghe rivolta alle giovani generazioni effettuando
interventi diretti nei confronti dei genitori, docenti ed educatori in genere e cercando di coinvolgere anche
le Istituzioni.
Questa attività, negli anni, seguendo l’evoluzione del problema, si è ampliata e “professionalizzata”. Oggi,
possiamo contare sulla collaborazione di esperti professionisti che svolgono dei corsi all’interno del sistema
scolastico allargando i nostri interventi al bullismo, al tabagismo, all’alcolismo, all’anoressia, in sostanza a
tutto ciò che si riferisce al disagio giovanile. Ed in ciò siamo costantemente spronati dalle stesse Istituzioni
scolastiche che vedono di buon occhio i nostri interventi in quanto l’attività di prevenzione è ormai considerata di importanza vitale per attenuare la drammaticità di tali fenomeni e, in particolare, di quello della
droga.
Fare un bilancio di tutto quello che A.I.D.D. ha fatto si qui è cosa ardua ma i riconoscimenti ricevuti da
Autorità Pubbliche e Private ci indicano che abbiamo ottimi esperti nello specifico settore in cui intendiamo
operare ancora per gli anni a venire, con immutato impegno.
Abbiamo però bisogno del sostegno delle Associazioni fondatrici Lions e Rotary e di ancora più numerosi
soci per proseguire nella nostra azione di fornire ai giovani, in via preventiva, tutto l’aiuto necessario per
il superamento dell’età adolescenziale, cercando di evitare loro tutti quei disagi già citati di cui purtroppo
sono spesso vittime, per proiettarli in un contesto sociale sempre più complesso che non perdona chi vi
giunge impreparato.
Sento il dovere, quale Presidente in carica, di esprimere
un sincero e caloroso apprezzamento all’amico ing. Carlo Ravizza,
Past Presidente Rotary International (1999/2000),
già membro del nostro Direttivo ed annoverato fra i principali
promotori dell’iniziativa A.I.D.D., per la sua fattiva
vicinanza all’Associazione.
Un altrettanto dovuto ringraziamento ai Governatori Lions e Rotary,
ai Presidenti del Rotary Club Milano Ovest per il continuo sostegno,
non solo economico, che ci stimola a migliorare,
sempre di più, la nostra operatività.
Giovanni Cevenini
LA NOSTRA ATTIVITÀ
Trenta anni di attività - 24
A.I.D.D.
Associazione Italiana contro la Diffusione della Droga
Via A. Doria, 31 - 20124 Milano
Tel. 026690741 - Fax 0267492007 - e-mail [email protected]
• Che cos’è
• Che cosa offre e cosa chiede
• Gli obiettivi
• I metodi e le finalità
• Pubblicazioni
Le nostre testate negli anni
IL
IL
Trenta anni di attività - 25
L’A.I.D.D. che cos’è e che cosa fa
Negli anni settanta, quando il problema “droga” non era diffuso con la drammaticità attuale, è nata a Milano
l’A.I.D.D. (Associazione Italiana contro la Diffusione della droga),un’organizzazione di volontari per la
prevenzione alle devianze.
Gli interventi di prevenzione primaria da parte di operatori presso le scuole rivolti a docenti e genitori, sotto
forma di conversazione dibattito, mirano a presentare il problema della educazione alla salute nell’insieme
dei diversi fattori di rischio, a sensibilizzare il pubblico nei confronti di questo fenomeno sociale e a sollecitare l’acquisizione del ruolo che ciascuno ha (secondo le proprie competenze) nell’ambito preventivo.
I testi a carattere formativo finalizzati alla Prevenzione Primaria e all’Educazione alla Salute sono utilizzati
come sussidi didattici e prodotti specificatamente per alunni delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di I° grado. Il materiale viene utilizzato dalle scuole previa valutazione da parte dei docenti che, a
loro volta, possono partecipare a incontri e/o corsi formativi o informativi sul problema.
L’A.I.D.D. che cosa offre e che cosa chiede
L’A.I.D.D. è una ONLUS, nata e sostenuta sia dal Rotary che dal Lions, che OFFRE ai Clubs la propria
disponibilità in fatto di:
1.Prevenzione primaria contro il disagio giovanile e specificatamente “lotta alla droga”
2. “Itinerari” pedagogici di approccio al problema droga, comprendenti anche materiale didattico ed utilizzabili dai docenti e genitori per affrontare, chiarire e spiegare il problema agli adolescenti stessi.
3.Consulenza psicopedagogica agli insegnanti (vuoi per spiegare e far applicare “l’itinerario” e vuoi per
una formazione sui sistemi di comunicazione e relazione specifica a ragazzi e genitori).
Coinvolgimento inoltre dei genitori stessi per spunti di riflessione sull’argomento e discussione fra di
loro.
4.E’ a disposizione dei genitori che riscontrano nei loro figli problemi di disadattamento correlati o no alla
tossicodipendenza, un Centro di ascolto, condotto da operatori volontari preparati specificatamente e
coordinati da uno psicologo. Si cerca di individuare il problema di fondo e avviare alla struttura ritenuta
più idonea a dare una risposta positiva a ogni singolo caso.
E CHIEDE la disponibilità dei Clubs in fatto di:
1. Adottare una scuola, affinchè l’AIDD possa operare salvando i giovani dell’emarginazione.
2. Fare opera di “presentazione” in una scuola del territorio al fine di poter cooperare e collaborare con i
docenti.
3. Ricercare possibili sponsor che aiutino l’AIDD nel suo nobile compito, con l’ovvio vantaggio che fornisce ogni onlus, in termini di detrazione fiscale.
Trenta anni di attività - 26
IL
OBIETTIVI
Obiettivo primario dell’A.I.D.D., è quello di svolgere un’attività di prevenzione primaria al disagio ed
alle sue possibili forme di manifestazioni quali vandalismo, alcolismo, tabagismo, microcriminalità, tossicodipendenza. Ad orientare la scelta verso questo tipo di impegno è stata la convinzione che un intervento
tempestivo atto ad annullare o attenuare fattori di rischio (individuali e sociali) che generano un disagio
esistenziale, sia indispensabile al pari di una terapia mirata al recupero e di un successivo reinserimento
nella società dei soggetti colpiti.
A ciò si aggiunge che la società in cui viviamo è diventata in brevissimo tempo, soprattutto nella realtà
italiana, multietnica e quindi estremamente complessa; e occorre ritrovare i valori già codificati, ma soprattutto saperli riformulare in sintonia alla mutevole realtà che ci trascina.
L’A.I.D.D. ha come sua ragione di essere, cioè come scopo istituzionale riportato nel suo statuto, l’impegno a operare su questi temi con particolare riguardo alla prevenzione primaria contro il disagio giovanile,
disagio che può manifestarsi fin da giovanissimi e che nel tempo può portare a varie forme di devianze ed
anche all’uso di sostanze stupefacenti.
Sono questi i principi che ci guidano nello svolgere il nostro lavoro. E’ un lavoro che pur avendo comuni
linee guida deve saper trovare gli adattamenti imposti dalle peculiarità locali cercando di dare, tramite
la indispensabile mediazione degli insegnanti e dei genitori, la maggiore attenzione alla personalità del
fanciullo, alle sue esigenze, alle sue crisi, ai suoi dubbi e alle sue esuberanze. Questa struttura, come qualsivoglia impegno che si proponga di andare avanti con efficacia, ha bisogno di operatori specializzati e,
in questo nostro campo d’azione, ancora più qualificati che in altri settori. I nostri esperti hanno concepito
infatti degli itinerari utilizzabili da docenti e genitori, studiati per la scuola dell’Infanzia, per la scuola Primaria e per la scuola Superiore di I° grado, che forniscono con opportune indicazioni metodologiche e con
materiale didattico appropriato, una traccia che l’educatore utilizza nei tempi e nei modi a suo giudizio più
adatti ai destinatari e ciò dopo essersi rapportati con i nostri esperti. i tempi a disposizione sono ristretti e
occorre sapere impostare azioni di impatto immediato quando si incontrano i genitori o quando si dialoga
con gli insegnanti per stabilire con loro come impostare e gestire la formazione su questi argomenti.
Da 30 anni la nostra Associazione svolge questo tipo di attività che se non ha possibilità di una immediata
verifica sui soggetti in questione, trova un riscontro oggettivo ed un incoraggiamento a perseguire i fini
prefissi dal positivo giudizio espresso dai docenti che hanno preso parte ai nostri corsi di “educazione
alla salute”.Rispetto al passato il futuro inizia dal fuggevole presente ed è quindi da qui e da subito che
dobbiamo fare azioni concrete per favorire nei nostri figli la crescita di una maggiore coscienza di diritti e
doveri, verso se stessi e verso gli altri che insieme a loro costruiranno il mondo di domani.
Destinatari finali dell’attività di prevenzione primaria sono i soggetti “sani”, ancora in tenera età, sui
quali è auspicabile intervenire prima che un disagio si manifesti.Un tipo di attività questa che richiede una
conoscenza approfondita dei destinatari e una relazione continua e diretta con i medesimi e che di conseguenza può essere svolta solo da chi quotidianamente è impegnato in una responsabile formazione dei
soggetti stessi.
Agli educatori quindi, genitori e docenti in primo luogo, alla loro responsabilizzazione al
proprio insostituibile ruolo, alla loro sensibilizzazione e informazione, l’A.I.D.D. dedica principalmente la
propria attività, fornendo alcuni strumenti necessari a svolgere al meglio il compito di educare alla salute
(intesa come benessere fisico-psichico-sociale) le nuove generazioni.
IL
Trenta anni di attività - 27
METODI E FINALITA’
Per la scuola dell’infanzia viene proposto un percorso iniziale di Educazione alla salute che può
essere riassunto come un avvio ad una comprensione semplice dell’utilità e importanza, ma anche pericolosità degli elementi fondamentali della nostra esistenza e del nostro quotidiano: acqua, aria, terra, fuoco
presentati di volta in volta da personaggi che li incarnano con lo scopo, rivolto al bambino, di fare scoprire
- comprendere - interiorizzare quanto viene proposto.
“Il modello olistico”, che si configura come una strategia di educazione che mira alla realizzazione di
un progetto educativo finalizzato a promuovere e potenziare la salute del soggetto in età evolutiva, viene
proprio utilizzato per questa fascia d’età. l’A.I.D.D. ha concepito degli itinerari utilizzabili da docenti e
genitori: è infatti auspicabile un’azione sinergica tra scuola e famiglia, principali agenzie di socializzazione
e primi ambiti educativi.
Per la scuola primaria (a seconda del ciclo: prima, seconda e terza (primo biennio), quarta e quinta
(secondo biennio) l’itinerario si prefigge lo scopo di educare l’affettività del fanciullo. Si lavora nel campo
delle dinamiche affettive e dell’esperienza emotiva e si aiutano i fanciulli a passare dalla concezione magica
al mondo reale.
Per la scuola secondaria di primo grado (prima e seconda classe, terza classe) si utilizzano dei
percorsi che per il primo biennio costituisce una prosecuzione ed un “rinforzo” di quanto acquisito nel
periodo delle primarie mentre, per la terza classe è previsto un programma di “educazione alla salute” da
svolgere sia direttamente in classe da uno psicologo e/o da un farmacologo, sia tramite gli educatori.
Trenta anni di attività - 28
IL
SCUOLA DELL’INFANZIA
FINALITA’
avvio all’osservazione di alcuni elementi di base della nostra esistenza:
acqua, aria, fuoco, terra
METODOLOGIA
Si privilegeranno attività come l’osservazione, la riflessione, la
verbalizzazione, la produzione grafico-pittorica, i giochi corporei, le attività ludiche collettive, le drammatizzazioni.
FINALITA’
• Osservare e conoscere gli elementi naturali.
• Conoscere e riflettere sull’utilità e sulla pericolosità degli elementi naturali nella vita quotidiana.
• Intuire l’importanza degli elementi naturali per la sopravvivenza e il benessere degli esseri viventi.
• Intuire la necessità della salvaguardia dei beni naturali ed
ambientali.
• Intuire l’interazione uomo/ambiente.
TESTI
Il grande gioco dei bimbi - Pallino
IL
Trenta anni di attività - 29
SCUOLA PRIMARIA
Prima classe delle primarie
FINALITA’
1. Conoscenza dei quattro elementi fondamentali e loro aspetti positivi e la loro pericolosità.
2. Esplorare il mondo emotivo e affettivo del bambino.
3. Avvio alla conoscenza di sé e delle prime emozioni.
4. Avvio alla capacità di autoregolazione.
METODOLOGIA
1. Acquisire consapevolezza delle proprie reazioni emotive e ampliare le espressioni verbali per
descriverle.
2. Essere consapevole della relazione esistente tra pensieri e stati d’animo.
3. Apprendere un repertorio di convinzioni da utilizzare per affrontare le difficoltà.
TESTI
Il grande gioco dei bimbi - Pallino
Un talismano per crescere - Fantafavole da disegnare - Progetto salvagente
Trenta anni di attività - 30
IL
SCUOLA PRIMARIA
Primo biennio (seconde e terze classi) delle primarie
FINALITA’
1. Scoprire le fondamentali caratteristiche del proprio modo di essere. Immaginare come si vorrebbe essere
e quello che si potrebbe fare. Riconoscere situazioni problematiche e cercare le soluzioni possibili.
2. Far sperimentare il piacere di esplorarsi e conoscersi.
3. Favorire la fiducia in se stessi e negli altri.
4. Promuovere la capacità di cooperare.
METODOLOGIA
Proposta di racconti psicopedagogici per offrire ai ragazzi un approccio alla conoscenza del proprio dinamismo affettivo e alla capacità di prendere decisioni responsabili.
TESTI
Un Talismano per crescere - Fantafavole da disegnare - Progetto salvagente
IL
Trenta anni di attività - 31
SCUOLA PRIMARIA
Secondo biennio (quarte e quinte classi) delle primarie
FINALITA’
1. Consolidare il concetto di socializzazione.
2. Sviluppare gli aspetti dell’autostima.
3. Promuovere l’interazione nel gruppo dei pari.
4. Individuare situazioni problematiche alla ricerca di soluzioni possibili.
5. Favorire la fiducia in se stessi e negli altri.
6. Migliorare la capacità di comunicare.
7. Favorire la capacità di risolvere i conflitti.
METODOLOGIA
Stimolare la conoscenza del proprio dinamismo affettivo e la capacità di prendere decisioni.
TESTI
Il giardino segreto - Il giardino degli 11 gatti - Progetto Salvagente - Progetto “No al bullismo”
Trenta anni di attività - 32
IL
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Prima e seconda classe
FINALITA’
1. Consolidare le conoscenze acquisite nel percorso svolto alle Primarie e sviluppare la capacità di comunicare e di integrarsi nel gruppo.
2. Individuare alcune situazioni problematiche alla ricerca di soluzioni possibili sviluppando l’autostima
e la capacità di saper prendere delle decisioni.
3. Far sperimentare il piacere di esplorarsi e di conoscersi.
4. Favorire la fiducia in se stessi e negli altri.
5. Migliorare le capacità di comunicare: ascolto, comprensione, messaggi non verbali.
6. Favorire la capacità di risolvere conflitti.
7. Permettere ai ragazzi di riflettere criticamente sulle proprie esperienze di gruppo. Stimolare i ragazzi a
crearsi un gruppo di riferimento amicale.
METODOLOGIA
Offrire ai ragazzi la possibilità di dibattere sui temi da loro scelti o su casi da loro vissuti (metodo Balint).
TESTI
I Guardiani della Vita
IL
Trenta anni di attività - 33
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Terza classe
FINALITA’
1. Affrontare in dibattito i problemi dell’adolescenza.
2. Rendere coscienti i ragazzi sui danni che può provocare l’abuso di sostanze tossiche.
3. Responsabilizzare il preadolescente.
4. Preparare i ragazzi ad interagire nel gruppo dei pari per la realizzazione di nuove esperienze.
5. Preparare i ragazzi a non essere succubi del “leader” nell’ambito del gruppo.
METODOLOGIA
1. Commentare e discutere il fenomeno delle tossicodipendenze, utilizzando il tracciato del testo “Imparare a decidere”.
2. Commentare e discutere i dialoghi contenuti nel testo “Una scelta”.
3. Rendere edotti i ragazzi sulle conseguenze dell’uso improprio di alcune sostanze.
TESTI
Una scelta. Dialoghi e riflessioni su tossicodipendenza e AIDS
Imparare a decidere
PUBBLICAZIONI DELL’A.I.D.D. PER PERCORSI
DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE Il grande gioco dei bimbi
Autore: G. Rezzonico Nova - Editrice A.I.D.D.
Sussidio per Scuola Materna
Pallino
Autori vari - Editrice A.I.D.D..
Sussidio per Scuola Materna e Elementare primo ciclo
Un talismano per crescere
A cura di G. Rezzonico Nova - Editrice A.I.D.D.
Per Insegnanti
Fantafavole da disegnare
Quaderno complementare per bambini
Editrice A.I.D.D.
Itinerario di educazione alla salute per le Scuole Elementari
Il giardino segreto
Guida per l’insegnante
Autori: L. Morati, A. Bellacosa - Editrice A.I.D.D.
Sussidio didattico per Scuola Elementare secondo ciclo
Il giardino degli 11 gatti
(guida per l’insegnate: inclusa)
Autore: Morati L. - Editrice Fatatrac
Destinato ai ragazzi dagli 8 agli 11 anni
I guardiani della vita
Autori: G. Rezzonico Nova, C. Nova - Editrice A.I.D.D..
Destinato ai ragazzi dai 10 ai 12 anni
Una scelta. Dialoghi e riflessioni su tossicodipendenza e AIDS
Autori: A. Ferrari, P. Richelmi, M. Galli, G. Monti - Editrice A.I.D.D.
Destinato ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni
Imparare a decidere
Guida per l’insegnante
Autore: L. Sillano - Editrice A.I.D.D.
Sussidio didattico per Scuola Media inferiore
davanti a te c’é una vita:
non distruggerla
Dacci una mano a prevenire
le devianze giovanili
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Pensieri e ricordi di trenta anni di attività