Giovane di A.C. Il “benservito”. Frequenta l’asilo e le scuole elementari alla “Giosuè Carducci” in corso Oporto [l’attuale corso G. Matteotti]: fino alla terza classe con la maestra Rosetta Graneri, la quarta e la quinta con il prof. Trombetta. Nel dicembre del 1999 ricorderà lucidamente l’uccisione dello studente Pierino Delpiano avvenuta il 2 dicembre 1919 - il giorno del suo ottavo compleanno - davanti all’”Istituto Sommeiller”, in corso Oporto 3. Nel 1921 consegue la licenza di quinta elementare. In questo periodo il Ruggiero fa parte della sezione aspiranti di Azione Cattolica e di quella sezione ne diventerà il segretario. L’assistente è il teologo Luigi Fasciola. Prosegue gli studi tecnici nella scuola statale di via Montecuccoli e all’”Istituto Maffei”. Segue il corso di dattilografia: il sapere scrivere a macchina gli sarà di grande aiuto per tutta la vita. Anche se conserverà nel tempo una calligrafia chiara e ordinata, per le relazioni userà sempre la macchina da scrivere come, ad esempio, quella che preparerà sul can. Francesco Paleari il 17 gennaio 2002 a Saluzzo, con la sua Olivetti portatile. Il 9 dicembre 1925 resta improvvisamente orfano del papà scomparso all’età di 41 anni, unico sostegno della famiglia. Il genitore era stato colpito da rara, grave malattia: la nefrite. La mamma raddoppia i sacrifici pur di non interrompere gli studi dei figli. Ottiene la licenza tecnica nel 1926. Il 2 agosto dello stesso anno si impiega presso la ditta Pietro Sicco – trasporti internazionali – di corso Vinzaglio 38. Vi rimane fino al 22 febbraio 1930, come risulta dal “benservito” rilasciatogli dalla ditta contenuto nel primo raccoglitore del suo archivio. Prosegue gli studi frequentando corsi serali privati. LA VOCAZIONE RELIGIOSA E L’ORDINAZIONE SACERDOTALE La presenza della Chiesa Cattolica nella società si afferma soprattutto con Leone XIII, il papa delle questioni sociali, e Benedetto XV, il papa della pace e della carità. La Chiesa è l’unica potenza spirituale del mondo unita e promotrice di valori umani e religiosi nel caos internazionale. Dall’anticlericalismo di fine Ottocento si passa al riconoscimento dell’autorità ecclesiastica. Dopo la prima guerra mondiale anche gli Ordini religiosi registrano più vocazioni. Il movimento liturgico, l’impegno caritatevole verso i bisognosi, gli studi biblici, la devo- 8 Il 6 aprile 2001 padre Ruggero passando in auto in corso Ferrucci precisa: “lo “stallaggio” e il deposito della ditta erano dislocati qui in via Cialdini 17”; stavamo appunto attraversando via Cialdini. 20 zione mariana, i pellegrinaggi, la visione della religione alimentano la vita quotidiana della Chiesa moderna9. La scelta di vita di padre Ruggero è determinata dalle conversazioni con il sig. Giovanni Fassio, membro degli “adoratori notturni” di Santa Maria di Piazza, e dagli incontri con i seminaristi della parrocchia in vacanza, tra i quali i fratelli Cesare e Battista Bosso che lo indirizzano al servo di Dio mons. Francesco Paleari (1863-1939)10, col quale il Ruggiero ha una serie di incontri, mentre milita sempre attivamente nell’Azione Cattolica della sua parrocchia. Lo stesso padre Ruggero racconta: “La molla che fece scattare la decisione fu la visione di un film. Avvenne nel 192611. Proiettavano “Frate Francesco” al cinema Corso [grande e ricca sala con imponente ingresso all’angolo di corso Vittorio, distrutta da un incendio il 13 marzo 1980 e non più riedificata a tale scopo]. Sullo steccato, davanti alla facciata, spiccava ben illuminata, la figura di San Francesco e della Porziuncola. Chiesi alla mamma il permesso e i soldi per andare a vedere il film, cosa che ottenni di buon grado. La visione di quella pellicola m’impressionò profondamente e quella sera, tornato a casa, mi inginocchiai per dire le preghiere, cosa che normalmente facevo senza inginocchiarmi, e pregai a lungo San Francesco. Alla luce di quell’episodio possiamo giudicare quanto sia efficace la visione di una proiezione positiva e quale danno possa provocare, soprattutto nei giovani, l’assistere a scene sconvenienti”. Con il consenso della mamma, rassicurata e convinta da mons. Paleari, inizia un periodo di postulandato presso il convento di Sant’Antonio da Padova in Torino sotto la guida del padre provinciale Arcangelo Fiori. Per attenuare il distacco dalla mamma torna a casa alla sera a dormire mentre durante il giorno il padre provinciale gli impartisce anche lezioni di latino utilizzando un grande messale. A novant’anni compiuti ricorderà questi fatti nel racconto Se vuoi andare ... va pure. Il 4 settembre del 2000, nel convento di San Bernardino a Saluzzo, padre Ruggero parlerà delle vocazioni religiose dei componenti la famiglia Garavini12. Il 12 maggio del 1930, nel santuario di Belmonte Canavese, veste il saio francescano per l’anno di noviziato e da quel momento è: fra Ruggero Maria. Il saio, il cordone con i tre nodi (obbedienza, povertà e castità), il rosario e il crocifisso saranno per sempre il suo abito, la sua divisa e i suoi emblemi13. Anche quando, a seguito di autorevoli concessioni, 9 Con il teologo Luigi Fasciola. 1930. Nel chiostro quattrocentesco del Santuario di Crea Lortz, Storia della Chiesa, pp. 617-41. 10 Il venerabile Francesco Paleari di Luigi Crivelli. Ed. San Paolo 2001 con la presentazione dell’arcivescovo Severino Poletto. 11 Settimo centenario della scomparsa di San Francesco. 12 Registrazione su minicassetta Sony. 13 Articolo L’ordine francescano sull’opuscolo “Santuario di nostra Signora delle Grazie” Mellea di Farigliano, n. 2, luglio 2002, archiviato in data 1° luglio 2002. 21 Tre nodi: obbedienza, povertà, castità. I “Consigli evangelici”. Convento di Sant’Antonio a Torino. 14 molti confratelli si presenteranno al pubblico in abiti civili padre Ruggero non solo continuerà ad indossare il saio ma sarà convinto sostenitore di tale principio ritenendolo una valida testimonianza. È interessante quanto, a tal proposito, scriverà il 28 gennaio 1999 al padre provinciale Fedele Pradella dopo le giornate di ritiro spirituale trascorse a villa San Francesco d’Orta. Il 13 agosto 2001, quasi novantenne, padre Ruggero ricorderà con sorprendente lucidità fatti successi durante il noviziato e registrati su cassetta TDK. Il 13 maggio del 1931 emette i voti religiosi. Settant’anni dopo, rievocherà con dovizia di particolari i giorni della “vestizione” e della dichiarazione di “professione religiosa”14. Inizia il corso filosofico a Casale Monferrato nel convento di Sant’Antonio abate. Colpito dalla tisi, è costretto ad interrompere gli studi per un anno: il 15 marzo 1933 viene ricoverato nell’ospedale “San Luigi” di Torino. E’ nel sanatorio che si cimenta per la sua prima omelia in occasione della chiusura del mese mariano, a seguito della quale l’aspirante missionario salesiano Ugo Scanavino, [morirà santamente] gli predice che guarirà completamente e diventerà un “predicatore”. Nell’agosto del 2001 ricorderà le parole dell’introduzione di quel suo primo sermone: “In mezzo al risveglio primaverile risuona armoniosa la voce della Chiesa che ci invita a portar fiori al mistico fiore del paradiso: la Vergine Immacolata ....”. Conserverà nel tempo l’abitudine di preparare attentamente la spiegazione del Vangelo e gli interventi in pubblico nel rigoroso rispetto del tempo a sua disposizione15. Organizza un gruppo di Azione Cattolica tra i ricoverati. Malgrado le pessimistiche previsioni della suora capo sala, grazie alla cura pneumotoracica praticatagli dal prof. Casimiro Biei e dal suo assistente dott. Mario Bodo, riacquista la salute ed il 1° aprile 1934 lascia il sanatorio per la convalescenza. Per ricuperare il tempo perduto continua gli studi privatamente con il prof. Alberto Pagani al convento di Sant’Antonio. Così, ultimato il corso di filosofia, può iniziare quello di teologia. L’8 agosto del 1936 assiste impotente alla morte del giovane frate Anselmo Foi annegato nelle acque del Tanaro mentre, con alcuni frati del convento di Sant’Antonio di Torino, stava trascorrendo un breve periodo di riposo al convento di Mellea. L’avvenimento verrà ricordato da Padre Ruggero dopo sessantaquattro anni a fra Emanuele Battagliotti che scriverà Un lutto improvviso a Mellea16. Il 4 luglio del 1937 in Torino, nella basilica di S. Maria Ausiliatrice, il vescovo salesiano mons. Felice Guerra lo Registrazione in voce su cassetta Sony in data 21 aprile 2001. 15 Vedere, ad esempio, l’omelia preparata per la celebrazione del 56° anniversario della Liberazione avvenuta nel cimitero generale di Torino il 25 aprile 2001. 16 Pubblicato sul bollettino “Santuario N.S. delle Grazie – Mellea di Farigliano” aprile 2000, tipolitografia Bruno di Dogliani. 22 ordina sacerdote con un centinaio di altri religiosi. (Il cardinale arcivescovo della città S. E. Maurilio Fossati è impegnato con sua maestà il re Vittorio Emanuele III per l’inaugurazione del monumento a Emanuele Filiberto duca d’Aosta in piazza Castello. Mons. Guerra sarà vescovo titolare in una città dell’Asia Minore e per dieci anni arcivescovo a Santiago di Cuba. Si spegnerà a 90 anni nel 1957 a Gaeta). Il giorno successivo padre Ruggero celebra la sua prima santa Messa nel santuario di Sant’Antonio da Padova. Domenica 11 luglio 1937 la celebra nella chiesa parrocchiale di San Secondo assistito dal parroco mons. GiovanBattista Pinardi, vescovo ausiliare. Ultimato il corso di teologia, il 1° giugno 1938 inizia l’attività pastorale nel nuovo convento di Bardonecchia con il confratello Delfino Pons. Qui, malgrado che sia ancora convalescente e fortemente provato dalla tubercolosi polmonare, il suo fisico reagisce all’attacco di polmonite fulminante prima ancora che il prof. Biei, accorso al suo capezzale da Torino con il superiore provinciale padre Domenico Zavattaro, riconosca immediatamente la causa del male ma sia del tutto impotente nel curarlo per mancanza di adatti medicinali17 [la penicillina verrà introdotta in Italia dagli Alleati nel 1945 e sarà disponibile su larga scala negli anni 50]. Successivamente padre Ruggero godrà ottima salute anche se osserverà rigorosamente la regola francescana di non indossare calze ma solamente sandali aperti anche nei più rigidi inverni. Giovedì 7 giugno 2001 mentre ci spostiamo in auto mi racconterà come il podestà18, l’avv. Armando De Marchi, volle portarlo in giro per Bardonecchia sull’auto scoperta per dimostrare alla popolazione il suo attaccamento ai frati francescani e come dopo l’episodio della polmonite fulminante venne ben accolto anche dal parroco dapprima restio all’insediamento dei frati francescani nel territorio della sua parrocchia. 4 luglio 1937. Chiesa di Maria Ausiliatrice. L’altare della consacrazione sacerdotale. 17 Il 10 marzo 2001 nel suo studio a Saluzzo registrerò il racconto di padre Ruggero dell’episodio vissuto a Bardonecchia. 18 Carica corrispondente a quella attuale di Sindaco. 23 Bardonecchia. Colonia montana. Con mons. Gian Maria Castellani, Nunzio apostolico in A.O.I. (Africa Orientale Italiana) Il dittatore. 24 Camicie nere: fascisti. Bardonecchia, giugno 1940. Celebrazione S. Messa sul luogo dove hanno perso la vita i nostri militari uccisi dal “fuoco amico” del forte Bramafan. 25