L’ECO DI BERGAMO LUNEDÌ 25 SETTEMBRE 2006 15 Provincia PREVENZIONE Dal 2002 la campagna informativa si snoda nei luoghi di aggregazione dei sette paesi dell’ambito di Seriate No a droga e alcol: mille ragazzi con Jonathan Si rinnova il progetto contro le dipendenze. Protagonisti gli stessi giovani con canzoni, film e mostre È tempo di bilanci per coattive. I destinatari priil progetto Jonathan, en- vilegiati del progetto sotrato nel vivo del suo no stati gli adolescenti, «Terzo tempo». La campa- avvicinati, appunto, nei gna di prevenzione di so- luoghi del divertimento. stanze psicoattive, legali Ma il progetto Jonathan e non, come alcol, tabac- non ha trascurato nemco e stupefacenti, porta- meno gli adulti, a cui ha ta avanti dalla fine del rivolto un’attenzione spe2002 dal consorzio Solco cifica, con il coinvolgiCittà Aperta, tramite le mento degli educatori cooperative sociali Aeper che già operano nelle di Bergamo, l’Impronta e scuole, nelle consulte Namastè di Seriate, è giovanili o in altri ambigiunta alla fase di ana- ti. A un terzo livello, infilisi dei dati raccolti, sen- ne, ci si è rivolti anche a za abbandonare, però, la chi fornisce le sostanze «militanza» sul campo. psicoattive legali, come Prerogativa del proget- gestori di pub e locali, orto, infatti, è andare a cac- ganizzatori di feste. cia dei giovani dai quatLa seconda parte della tordici anni in su - «per- campagna - dall’aprile ché poi si avvicinano ai 2005 alla fine dello stesnostri infopoint anche so anno -, pur senza intrentenni e adulti», rac- terrompere le attività delconta un’operatrice - nei la prima fase, ha mirato luoghi in cui si ritrovano: a un coinvolgimento più non solo spazi di aggre- diretto delle realtà giovagazione, oratori e centri nili presenti sul territogiovanili, ma anche loca- rio, con la produzione di li, bar, feste e concerti materiali inerenti alla (come testimoniano gli campagna di prevenzioincontri che da sabato ne. Con canzoni, film, sono ripresi e che si sno- mostre i ragazzi sono dideranno nei prossimi fi- ventati quindi i veri prone settimatagonisti na fino al 5 della battaAdesso è tempo di novembre). glia contro Un migli abusi. bilanci e valutazioni gliaio i Una canzoper capire come «contatti» ne con un raggiunti in video musiriprendere la questi anni cale e un strategia dei contatti (i dati si cortomecon gli over 14 e farli traggio sostanno raccogliendo no diventavolare come il proprio ti i veri magabbiano di Bach ora, senza nifesti deldimenticala pericolore però, «che i giovani so- sità della droga e dei rino una risorsa e non dei schi collegati al consumo numeri o portatori di di alcol. problemi»), dalle circa Dalla fine del 2005, Joquindici persone (tra re- nathan è entrato nella ferenti ed educatori) che terza fase, quella appunsi sono alternati nei set- to dell’analisi, denominate Comuni dell’Ambito di ta «Progetto Terzo TemSeriate coinvolti dall’ini- po». «Abbiamo chiamato ziativa e passati al tappe- così questo progetto to: Albano spiega Giuseppe Guerini Sant’Alessandro, Brusa- - coordinatore dell’ufficio porto, Grassobbio, Pedren- di Piano dell’Ambito Asl go, Scanzorosciate, Seria- di Seriate - non solo perché rappresenta la terza te e Torre de’ Roveri. Il progetto Jonathan si fase di Jonathan, ma articola in tre momenti, perché nel rugby il terzo legati all’erogazione dei tempo è quel momento fondi regionali della leg- alla fine della gara nel ge 45 del 18 febbraio quale le due squadre, 1999, che regola l’acces- messe da parte rivalità e so al fondo nazionale di agonismo, si ritrovano intervento per la lotta al- negli spogliatoi per discula droga e in materia di tere e analizzare quanto personale addetto ai ser- successo durante la parvizi per le tossicodipen- tita». Un momento, quindi, mirato a scandagliare denze. La prima fase è stata quanto realizzato finora, avviata alla fine del 2002 girandosi per un attimo e si è conclusa nell’apri- indietro per poi riprendele del 2005: per più di re a guardare avanti. Perché per volare libedue anni volontari ed esperti educatori hanno ri come il gabbiano Joattuato politiche dirette nathan Livingstone di Riin tema di prevenzione chard Bach i giovani dalle dipendenze e dal hanno bisogno ancora di consumo di sostanze psi- aiuto. Tattoo e concerti per rompere il ghiaccio Mentre entra nel vivo il «Terzo tempo» del progetto Jonathan, dedicato all’analisi delle precedenti fasi, continua l’attività consolidata della campagna di prevenzione. Sono ripresi sabato e proseguiranno fino al 5 novembre gli infopoint nei locali dei Comuni coinvolti. Le tappe della carovana informativa sono: Scanzorosciate (sabato 7 ottobre al bar Oasi alle 21), Albano (venerdì 29 settembre alle 20,30, al bar Lya), Torre de’ Roveri (giovedì 5 ottobre, 20,30, al Mad Coffee), Cavernago (venerdì 13 ottobre, 21,30, alla Locanda del Santo bevitore), Seriate (venerdì 20 ottobre, 22,30, allo Xel e domenica 5 novembre, 15, al XX Secolo), Grassobbio (venerdì 27 ottobre, 17, alla caffetteria Vespucci), Brusaporto (venerdì 3 novembre alle 18,30, al bar Roma). Per coinvolgere i giovani e attirarli agli stand ogni volta verranno organizzate sorprese, concerti e attività, come la possibilità di fare tatuaggi all’hennè (ad Albano, Scanzo e Cavernago) o le esibizioni dei gruppi musicali «Mosquito» (Seriate) e degli «Overlook» (Grassobbio). «Sono iniziative collaterali che permetteranno ai giovani di avvicinarsi alla nostra attività e rompere il ghiaccio», spiega Anna Stancheris, educatrice dell’Aeper, impegnata nel progetto che prevede l’allestimento di banchetti con materiale informativo, opuscoli e anche la possibilità di misurare il proprio tasso alcolico con l’etilometro prima di uscire dal locale. Nei locali frequentati dai ragazzi, anche nelle discoteche, arriva il progetto Jonathan di prevenzione da alcol e droga .LE INIZIATIVE. Messaggi antimarijuana a suon di musica Ogni gruppo trova il suo mezzo per esprimersi. C’è chi ha prodotto un cortometraggio, «Cassinone City» Una canzone e il rela- strazione comunale neltivo video musicale, un l’ambito del Progetto Giocortometraggio, una cam- vani, si sono dati da fare pagna di comunicazione. realizzando anche un loI giovani creano, mettono ro sogno: scrivere una in campo le loro idee e il canzone, metterla in muloro vissuto quotidiano sica e realizzare un video. nel campo delle sostanze «Una bellissima esperienpsicoattive per rivolgersi za che ci ha permesso di ai giovani: è scoprire questo lo qualità che spirito che non sape«Non farti stregare» ha animato vamo di recita il manifesto tre gruppi avere, di inventato dai ragazzi guardare la di giovani coinvolti nel di Pedrengo che vede droga con progetto protagonista una rana occhiali Jonathan nuovi» così ubriaca che prima era ha comnel corso del 2005, i mentato un principe cui lavori Daila, una sono stati ragazza che illustrati alla conferenza frequenta lo spazio di agdi presentazione del pro- gregazione giovanile e ha getto «Terzo Tempo» nella partecipato al progetto. sala consiliare del comuLa canzone si chiama ne di Brusaporto. «Magari anche no», e parI ragazzi dello «Zuma te da alcune esperienze Jumping», spazio di ag- vissute parlando del congregazione giovanile di sumo di sostanze stupeScanzorosciate, messo a facenti. «Non pensavo che disposizione dell’Ammini- per colpa di un tema sa- Gli educatori: è la prevenzione la sfida decisiva nella lotta alla droga rei diventata una drogata», recita un passo del testo: si parte da una delusione a scuola, da situazioni di vita vissuta, e si finisce per consumare «la gangia (marijuana, ndr) che ti stongia». Grazie al supporto di Luca Lomboni, esperto musicale, i ragazzi hanno trasformato il testo in musica e, grazie all’aiuto di Giuliano Magni, esperto nella realizzazione di video, la canzone è diventata una clip. I ragazzi che fanno parte del Progetto Giovani di Seriate hanno invece realizzato un bellissimo cortometraggio chiamato «Cassinone City» prendendo spunto dalle atmosfere dei gangster movie de- gli anni Cinquanta e dal tempo stesso diretto condetective Philip Marlowe tro l’abuso di alcol. «Il nodi Raymond Chandler. In stro luogo di ritrovo – ha un’atmosfera cupa, la sto- commentato Mariangela ria interamente scritta dai – era la redazione di “Alragazzi si sviluppa nel- ternativo”, un giornale l’hinterland bergamasco giovanile che realizziamo e porta un messaggio du- da dieci anni nell’ambito ro: la droga come sinoni- del progetto giovani. Abmo, o antibiamo volucamera, to creare della morte. una camLa fase «Terzo «È valsa la pagna di tempo» è stata pena creare comunicapresentata, insieme questo corzione che tometraggio prendesse alle originali per un mospunto dalcreazioni dei gruppi tivo così vale fiabe: la giovanili, lido come storia è l’abuso di quella di un a Brusaporto alcol e droprincipe ghe, che riche, abuguarda tantissimi ragaz- sando di alcol, si trasforzi» ha commentato a cal- ma in una rana ubriaca do Mirko. che straparla». Sono staIl Gruppo giovani di Pe- ti realizzati bicchieri e stridrengo ha sviluppato una scioni con l’immagine delcampagna di comunica- la rana e con la frase «Non zione chiamata «Non farti farti stregare» diffusi a Pestregare», alla base della drengo e in altri paesi in quale c’è un messaggio occasione di feste e sagre. coinvolgente, creativo e al Ro. Pre. L’INTERVISTA MARCO CARAGLIO (COORDINATORE DEL PROGETTO JONATHAN) «CRESCE LA VOGLIA DI SAPERE MA LE RISORSE SONO SCARSE» S pesso, quando si parla di servizi sociali, si pensa a politiche per la famiglia, o a politiche rivolte a persone non autosufficienti, come gli anziani e i diversamente abili. Ma non vanno dimenticate le politiche giovanili, spesso snobbate. Su questo tema abbiamo posto alcune domande a Marco Caraglio, 38 anni, educatore, diventato nel 2005 il coordinatore del progetto Jonathan. Cosa significa oggi fare l’educatore in progetti di politiche giovanili? Come sono cambiati i giovani? «Innanzitutto bisogna lavorare evitando le generalizzazioni: i ragazzi non sono numeri, statistiche, ognuno è irripetibile e unico e non può essere rimandato a un ideale astratto di “giovane”. I ragazzi sono cambiati molto nell’ultimo periodo: innanzitutto si matura prima, ma allo stesso tempo si rimane adolescenti per più tempo. Non a caso gli istituti di ricerca ora considerano adolescenti la fascia di persone che va dai 14 ai 34 anni. Questo significa che tutto inizia prima: dal nostro punto di vista, quindi, inizia prima anche il consumo di sostanze psicoattive. Anche lo sguardo che un educatore deve rivolgere ai consumi cambia irrimediabilmente: spesso si pensa alla droghe con uno sguardo che è vecchio di trent’anni. Le droghe so- no sempre le stesse, ma è cambiato il modo di consumarle. Consumare droga per un giovane non è più sintomo di problematicità e di disagio, com’era negli anni Settanta e Ottanta: il consumo di sostanze è ormai relegato ad una visione ludico-ricreativa, per il giovane ha la funzione di migliorare la socialità, è sostenuto nella maggioranza dei casi dalla ricerca del piacere». In base a questa lettura quindi, quale tipo di prevenzione si può attuare? «Il progetto Jonathan si è mosso in questo campo con azioni diverse, con scelte variegate: innanzitutto gli educatori sono andati verso i ragazzi: bisogna essere presenti dove le cose accadono, andando nei luoghi della notte e del divertimento, con azioni che a volte sono poco visibili e sommerse, altre più vistose. È stato scelto anche di non appiattirsi sul fenomeno dei consumi, anche perché i ragazzi sono ben altro: rappresentano una potenzialità, una capacità e una ricchezza creativa enormi. Poi, per ultimo ma non per questo meno importante, si è agito nel campo della prevenzione facendo crescere le risorse proprie già presenti nelle diverse comunità, facendo sviluppare agli educatori già presenti delle competenze specifiche in questo campo». Com’è nel dettaglio l’approccio sul campo di un educatore, quando si rapporta con l’altro? «Ci si colloca in situazioni, al di fuori da pub, discoteche, o feste della birra estive, per esempio. Tutte situazioni nelle quali il consumo di sostanze psicoattive è molto alto, come nel caso dell’alcol. Inizialmente l’intervento è di bassa soglia: dai informazioni che possono aiutare i giovani, come dire, a “farsi meno male”. L’educatore non giudica, si pone con uno spirito di apertura e accoglienza, dà informazioni utili. Abbiamo trovato un buon riscontro attraverso gli infopoint: i giovani vogliono informarsi sui rischi che corrono, a volte l’approccio è dettato dalla voglia di parlare e socializzare, e gli adolescenti dimostrano interesse verso i rischi che possono correre». Che momento stanno vivendo le politiche giovanili? «La contrazione della spesa degli enti locali sta facendo vivere di riflesso un periodo di contrazione nell’ambito del sociale, soprattutto per quanto riguarda le politiche giovanili. I giovani non sono una priorità nella maggioranza dei casi, mentre dovrebbero esserlo al pari di altre situazioni». Roberto Premoli Lo sportello giovani attivo nel Comune di Seriate