I TEMI DELLA BATTAGLIA CIVILE
Il primo banco di prova dell'attività dell'A.N.D.E. sono le consultazioni elettorali del 1948.
L'A.N.D.E. nel suo 3° Convegno Nazionale a Roma, che vede riunite 76 delegazioni provinciali,
riassume tutto quello che le sue Sezioni hanno potuto realizzare per contrastare l'indifferenza di
molti cittadini, per contribuire a far conoscere le modalità di voto, per promuovere organizzazioni di
trasporto degli elettori e collaborare ad un solidale appoggio agli operatori dei seggi. Alcune
Sezioni, però, sottolineano le grandi difficoltà che incontrano nello svolgimento delle loro attività.
Campobasso informa di essere tacciata di "massoneria", Caserta lamenta che le iscritte non pagano
le quote dovute, Catanzaro si dichiara mortificatissima per non aver potuto fare quello che avrebbe
voluto a causa della "assoluta apatia" che regna nella sua provincia.
Reggio Emilia dichiara che le donne non hanno l'indipendenza per contrastare le opinioni
politiche dei mariti. Rieti denuncia che possono lavorare poco perché ostacolate dal CIF che
continua a ripetere che la nostra Associazione è inutile e che in due non si può fare nulla"; Perugia:
"... la Sezione è stata osteggiata da tutti i partiti per la dichiarata apartiticità. Non è stata d'aiuto
neppure la D.C.". Mettono in rilievo invece il buon esito della loro attività altre Sezioni fra le quali:
Pisa che evidenzia come "l'A.N.D.E. sia stata la sola associazione politica riconosciuta perché né il
CIF né l'UDI godono di questo riconoscimento"; Ragusa la cui proficua attività di collaborazione
con le donne di Modica riesce a formare un Comitato Provinciale comune. "Le donne di Ragusa
non avevano voluto aderire all'A.N.D.E., ma offrire questa collaborazione alle Signore di Modica
ha significato sollecitarne l'ambizione e metterle sul punto d'onore di dimostrare alle ragusane la
loro superiorità...".
Mantova, dove la Presidente dice: "La nostra è una piccola città ma "motto pepata", il lavoro
non si presentava facile per noi del tutto nuove a queste cose. Devo dire che mi ha molto giovato il
Congresso Regionale dell'A.N.D.E. che è stato tenuto a Milano. Abbiamo distribuito giornali nelle
caserme, abbiamo fatto fare fotografie per tessere gratuite, abbiamo contattato la "capa" dei
bassifondi di Mantova che sono chiamati "Tigrai"...".
Cagliari: la Sezione A.N.D.E. ha rintracciato 2000 certificati, ha noleggiato 2 fotografi e fatto
fare 500 fotografie gratuite, ha aperto 9 centri di informazioni elettorali. Palermo: la delegata di
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Patermo presenta il giornale comunista "La voce della Sicilia" del 20/04/48 che scrive: "La
cosiddetta A.N.D.E. ha svolto una frenetica attività per trasportare malati, paralitici, vecchi e
donne alle Sezioni elettorali con lo scopo evidente di far votare o per la D.C. o per i Monarchici.
Novanta nobilotti hanno messo a sua disposizione le loro macchine per questo servizio...".
Udine: "Il Partito Liberale avrebbe voluto accaparrare l'A.N.D.E. per la sua esclusiva
propaganda; la D.C. ci ha ignorato; il CIF ci ha ostacolato per ogni verso...". Ovunque
l'Associazione ha insistito sulla sua posizione di indipendenza dai partiti, posizione statutaria che i
partiti mostrano di non comprendere e non apprezzare, anche quando non la osteggiano
apertamente. Posizione necessaria soprattutto nelle Regioni centromeridionali dove vescovi e
sacerdoti insistono che associazioni femminili che si dichiarano cristiane devono essere affiancate
da un assistente ecclesiastico, cosa che l'A.N.D.E. rifiuta assolutamente, Risulta però comune a tutte
le Sezioni l'avversione del CIF e l'ostilità della D.C.
Per parlare di queste incomprensioni Cartotta Orlando ha invitato, a chiusura del 3° Convegno,
due deputate, l'On. Maria Jervolino e l'On. Elisabetta Conci. L'On. Jervolino risponde: "... Se
qualche dissenso è sorto fra chi era già avviato e chi cominciava questa opera così difficile, sono
felice di poter far qui onorevole ammenda. Ma nel CIF, bisogna dirlo, c'è stata perplessità al vostro
sorgere, perché ci siamo preoccupate. Dire: "noi non ci occupiamo di nessun partito" ci sembrava
pericoloso. Rimanevamo perplesse, ci sembrava troppo difficile l'opera dell'A.N.D.E.;
riconosciamo oggi che Carla Garabelli Orlando in definitiva ha avuto ragione lei, e che l'A.N.D.E.
ha saputo rimanere all'altezza del suo compito: orientare le donne in un blocco di idee che
rappresentavano la libertà. Il lavoro futuro di una organizzazione come questa ci sembra di grande
importanza. Bisogna orientare le donne a comprendere quali devono essere le strade per la
realizzazione di quel programma a cui esse hanno votato fiducia. Le Riforme sociali sono
necessarie anche se non potranno far piacere a tutti, ma vi porto i nostri migliori auguri di buon
lavoro..."
***
L'attenzione dell'A.N.D.E., nel 1949, si rivolge ai problemi sociali. Si affrontano temi quali la
riforma agraria, l'assistenza alle carcerate ed alle reclute militari, la collaborazione con l'ONMI,
l'appoggio alle colonie estive, la lotta all'analfabetismo, l'istituzione di Scuole Convitto per
infermiere volontarie. La scelta dei soggetti, il buon livello delle discussioni, l'impegno di donne
giovani e meno giovani, la serietà degli interventi, l'ansia per le molte leggi da riformare,
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caratterizzano il lavoro delle prime iscritte all'A.N.D.E.: mentre Maly Falck creava a Milano un
bell'asilo Montessori, Piretta Rocco aiutava le tessitrici dell'Alta Val di Tevere, Beatrice Rangoni
Machiavelli dirigeva giornali e riviste e si allenava alla creazione di una federazione europea, Flavia
della Gherardesca alternava presenze alla 3ª Commissione delle Nazioni Unite a New York con
visite lampo e conversazioni telefoniche con sedi vecchie e nuove dell'A.N.D.E., le fondatrici
Carlotta Orlando, Maria Theodoli, Vittorina Paoletti erano in sempre nuove iniziative affaccendate e
affiancavano l'A.N.D.E. con l'"Aiuto Cristiano", l'"Open Gate", la "Goccia di Latte", veicoli di
contatto con donne di diverse estrazioni. Parimenti Nennella Bonghi Cutolo seguiva le alterne
vicende di Napoli, Antonia di Carcaci escogitava progetti-legge sempre più utili e necessari, come
la regolamentazione dell'acquisto di armi corte da sparo o del traffico automobilistico domenicale,
Valentina Serena Monghini ricopriva l'oneroso, ingrato incarico di "tesoriera", mentre la guardiana
attiva e fedele dell'ufficio romano dell'A.N.D.E. rimaneva Pia Barcellona, indimenticabile
conservatrice dello spirito e della legge dell'Associazione. Era lei che reggeva il Centro Nazionale a
Roma, indirizzava le nuove assunte alle cariche ed era implacabile sul regolamento, specie per
quanto riguardava i convegni e le elezioni. Ad un dibattito cui parteciparono alcuni noti avvocati,
intervenne Pia Barcellona affiancata da Antonia di Carcaci e alla fine l'avvocato Ungaro si rivolse
ad alcune presenti e chiese: "Ma chi sono queste due signore così a conoscenza di problemi
giuridici?". È a Pia Barcellona che l'A.N.D.E. deve l'accurata salvaguardia di un archivio che
illustra e conserva 50 anni di storia.
***
Il 1950 riunisce l'A.N.D.E. ancora a Roma, per studiare il problema dei figli illegittimi. Molto
discusso dall'A.N.D.E. fu il tema della abolizione della crudele e discriminatoria dicitura "NN" dai
certificati anagrafici. L'A.N.D.E. fu concorde nel non volere il riconoscimento obbligatorio del
figlio illegittimo da parte della madre, consapevole del fatto che l'obbligatorietà del riconoscimento
avrebbe portato a gravi inconvenienti, primo fra tutti il probabile aumento del numero degli aborti.
L'A.N.D.E. promosse una inchiesta in tutti i brefotrofi e Istituti per l'Assistenza all'Infanzia
provinciali e comunali per conoscere quanti bambini avevano ospitato negli anni tra il 1937 e il
1947. I lavori sono così precisi ed aggiornati (i dati ufficiali sulla tutela dei figli illegittimi
arrivavano soltanto fino al 1942 e l'A.N.D.E. li aggiorna), che il Sen. Sanna Randaccio propone di
fare proprio e portare Lui stesso in Parlamento il progetto dell'A.N.D.E., a cui viene riconosciuta
una valida applicabilità. Ma l'A.N.D.E. decide di appoggiare il Progetto di legge Bianchi,
contribuendo con un approfondito studio sulla legislazione straniera comparata.
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Negli anni '50 ha inizio l'azione della Sezione di Milano a favore delle "mondariso", che si
trasformerà negli anni seguenti in un continuo appoggio alla categoria. La Consigliera Maly Falck,
con l'aiuto di una donna straordinaria, Maria Dosio (ex "mondina" e sindacalista della UIL che
rimarrà in seguito sempre vicina all'A.N.D.E.), si dedicò con grande energia all'assistenza delle
donne costrette ad un duro lavoro nelle risaie delle quattro province italiane, Milano, Pavia, Vercelli
e Novara maggiori produttrici di un riso famoso sia in Italia che all'estero. Con l'aiuto della
Montecatini e del suo Presidente dell'epoca l'Ing. Faina, che non lesinò mai aiuti fornendo i prodotti
chimici che servivano alle "mondine" per proteggersi nei periodi di semina e di trapianto,
l'A.N.D.E. di Milano poté svolgere opera meritevole che la stampa di allora, sollecitata da un'altra
indimenticabile andina, Sandra Figari, non mancò di mettere in risalto.
Il Convegno Nazionale del 1951 a Roma vede l'A.N.D.E. esaminare i problemi della scuola e
studiare i risultati di un sondaggio-inchiesta effettuato in scuole di diverso ordine e grado in molte
province d'Italia. Ne risulta che la scuola deve garantire, nei testi prescelti così come nel modello
d'insegnamento:
• una obiettiva apoliticità, prescindendo anche dall'indirizzo politico del governo chiamato a
dirigere il Paese;
• l'obbligo scolastico e una attività assistenziale che renda possibile l'adempimento dell'obbligo
stesso; un miglioramento delle condizioni economiche del personale docente e una revisione dello
sviluppo delle carriere;
• una adeguata assistenza sanitaria ad alunni ed insegnanti;
• l'educazione al civismo come materia di programma e come norma costante di vita;
• una revisione dei programmi scolastici più alleggeriti ed una revisione di tutto il sistema degli
esami;
• una regolamentazione dell'affluenza degli studenti agli studi superiori;
• un severo vaglio del corpo insegnante. Il complesso di questi provvedimenti allontanerebbe
dagli studi docenti inadeguati e studenti che vedono nel titolo di studio finale solo un mezzo per
procurarsi un impiego qualunque.
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Gli anni '52 e '53 impegnano nuovamente l'Associazione in una campagna elettorale per elezioni
provinciali e comunali. Quando le donne sono chiamate a svolgere compiti di scrutatrici e
rappresentanti di lista, Maria Rygier ha compilato per l'A.N.D.E. un opuscolo con istruzioni e
consigli: "... essendo già stata scrutatrice tre volte, così nelle elezioni per la Costituente che in
quelle amministrative romane del '46 e '47, voglio far profittare della mia esperienza le mie future
colleghe... Può accadere che il Presidente, sia per malinteso spirito di galanteria, sia perché non
ritiene l'intelligenza femminile capace di soddisfare agli obblighi di funzioni di tanta
responsabilità, mostri di non accorgersi che la più anziana è precisamente la scrutatrice e chiami
alla vice-presidenza un uomo più giovane di lei. Bisogna che in tal caso la scrutatrice rivendichi il
proprio diritto, perché l'ufficio di vice-presidenza non è un vano titolo, ma permette a chi ne è
investito di esercitare tutti i poteri del Presidente durante le inevitabili assenze di quest'ultimo... Ma
è giunto il momento di precisare quali siano i diritti dello scrutatore nei confronti del Presidente
del seggio. Il Presidente ha poteri estesissimi, quasi dittatoriali. Egli decide, nella maggior parte
dei casi, "udito il parere degli scrutatori", il che non significa affatto che debba sottostare alla loro
opinione. Però lo scrutatore può sempre esigere che sia fatta menzione a verbale del parere da lui
espresso, delle sue contestazioni, delle sue proteste ecc., e non deve firmare il verbale senza prima
accertarsi che i suoi reclami vi siano effettivamente inseriti. La cosa è della massima importanza,
perché una irregolarità opportunamente rilevata e consegnata a verbale può anche dar modo di
ottenere l'annullamento della votazione. Certi Presidenti hanno il malvezzo, quando credono di
dover apportare una correzione al verbale o ad altra carta qualsiasi, di tirare una riga sulle parole
sbagliate, o peggio, di coprire la vecchia scrittura con la scrittura nuova, non esitano nemmeno
talvolta a servirsi del temperino o della gomma da cancellare. Sono vere enormità alle quali la
scrutatrice si opporrà decisamente. Sugli atti ufficiali le correzioni si fanno inquadrando fra
quattro lineette i brani di frasi da sopprimere, in guisa che restino leggibili... Aggiungo una
raccomandazione particolare per la scrutatrice a cui la sua età varrà l'onore di assumere le
funzioni di vice-Presidente e che quindi dovrà sostituire il Presidente quando questi si allontanerà
dal seggio (ricordarsi che non è permessa l'assenza simultanea del Presidente e del vicePresidente). Essa deve fare attenzione a due cose: stacchi sempre il tagliando del certificato
elettorale e lo conservi con cura, perché al momento dello spoglio il numero dei tagliandi dovrà
corrispondere col numero degli elettori indicati come votanti sulle apposite liste elettorali e con
quello delle schede utilizzate; ricordi sempre di staccare l'appendice della scheda prima di porre
questa nell'urna, perché una scheda con appendice che si trovasse nell'urna permetterebbe
l'individuazione dell'elettore, e la legge punisce chi con la propria negligenza rende possibile una
tale violazione del segreto del voto... Mentre la scrutatrice deve astenersi scrupolosamente
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dall'esibire distintivi di partito, la rappresentante di lista invece deve ostentarli, perché l'elettore
nell'imbarazzo possa scegliere con piena cognizione di causa il rappresentante a cui domandare
appoggio o consiglio, secondo le proprie simpatie politiche. Elettori senza documenti d'identità le
chiederanno di riconoscerti. Sia cauta, per non incorrere in responsabilità penali e per non servire
involontariamente interessi contrari a quelli che ha la missione di difendere: non dimentichi mai
che nulla impedisce ad elettori avversari di fare appello, sotto mentite spoglie, alla sua
compiacenza...".
Viene anche pubblicato dal Centro Nazionale A.N.D.E. un opuscolo "Compito dell'A.N.D.E.
nella campagna elettorale". Molte Sezioni aprono nelle loro città un ufficio elettorale a disposizione
dei votanti sia per informazioni, sia per il rinnovo dei documenti d'identità, sia per il rilascio di
certificati elettorali di difficile reperimento per gli immigrati del Sud, collaborando anche con
l'Automobile Club, la CRI e l'UNITALSI per il trasporto di ammalati ai seggi. Come esempi
significativi: La Sezione di Roma ha contribuito al rinnovo di 582 carte d'identità ed ha rintracciato
1485 certificati elettorali. La Sezione di Ferrara, Presidente M. Teresa Morelli di Popolo, ha avuto
una attivissima presenza di cittadini ferraresi; ha concesso biglietti di viaggio a lavoratori di recente
immigrazione per recarsi a votare nei paesi di origine e facilitato le pratiche di rilascio dei
documenti. A Firenze, persone sprovviste di tessere di riconoscimento venivano inviate all'A.N.D.E.
dove si rinnovavano i documenti scaduti grazie all'aiuto delle socie Dalgas, Puccioni, Traballesi e
Bernini che andavano personalmente in Comune a compilare le nuove carte d'identità. La Sezione
di Milano ha stampato 1500 manifesti tranviari, 500 manifesti per i taxi con la scritta "Vota per chi
vuoi, ma vota", ha rintracciato 1054 certificati elettorali ed ha sostenuto la spesa di 171 biglietti
ferroviari di elettori. La città era stata divisa in 8 zone, ognuna delle quali affidata ad una socia:
Donà, Montani, Reinach, Vittadini, Belloni, de Minerbi, Segurtà, Missiroli, tutte direttamente
impegnate ed operanti. La Sezione di Napoli nomina un comitato elettorale, presieduto dalla
Consigliera Giuseppina d'Avalos, per il disbrigo di pratiche elettorali e promuove,
contemporaneamente, una serie di riunioni onde permettere ad esponenti dei vari partiti democratici
di presentare il punto di vista del loro partito. A conclusione di tanto impegno, vi è una nota della
Sezione di Torino che riassume: "... Abbiamo rilevato che il lavoro elettorale dell'A.N.D.E. è
sempre più utile. Data la fama oramai acquisita di disinteresse e imparzialità molti si rivolgono a
noi per trovare aiuto. Non solo i privati, ma anche organizzazioni e istituzioni. L'obiezione che ci
fanno alcuni, che ormai tutti sanno votare e che molte organizzazioni svolgono attività simili alla
nostra, è ad ogni tornata elettorale smentita dai fatti. Nei contatti che abbiamo per lo svolgimento
del nostro lavoro constatiamo che l'ignoranza più stupefacente regna sempre e non solo nei più
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modesti strati sociali. Nei contatti con gli enti, che ci hanno in varia misura aiutato, abbiamo
incontrato apprezzamento per la nostra opera e incoraggiamento ad allargarla e farla
conoscere...". Si caratterizza fin d'allora quello che sarà sempre il compito principale dell'A.N.D.E.:
fornire con efficienza ed obiettività la massima assistenza e documentazione in ogni tornata
elettorale.
***
Gli anni 1954, '55, '56 e '57 consolidano l'attività dell'A.N.D.E. su argomenti di interesse politico
generale. Ai convegni vengono invitati competenti oratori a parlare sul Comune, sui problemi
internazionali, sulla posizione giuridica della donna, sulla libertà di stampa, sull'autocontrollo dei
giornalisti. Vengono formate delle Commissioni di Studio sulla Scuola (presieduta da Maria
Theodoli), su proposte legislative (presieduta da Antonia di Carcaci), sull'attività dei Comuni
(presieduta da Piretta Rocco), che presentano interessanti relazioni dei lavori svolti. La Sezione di
Milano inaugura una serie di riunioni rionali per attivare l'attenzione sui problemi delle varie zone
della città; la Sezione di Ravenna dedica conferenze e lezioni all'assistenza sociale e sanitaria; a
Bologna Maria Lalatta apre uno stand all'Ente Fiera e si occupa dell'artigianato femminile. La
Sezione di Torino si era già distinta per un particolare impegno a favore di un folto gruppo di
profughe giuliane, nonché dei molti immigrati del Sud d'Italia per i quali furono create tre Sezioni
A.N.D.E. nelle zone di Falchera, Madonna di Campagna e Druento, come centri di incontro che le
socie visitavano regolarmente aiutando i nuovi arrivati ad inserirsi nella vita cittadina. Per loro
l'A.N.D.E. creò una biblioteca circolante le cui socie venivano incoraggiate a partecipare ad incontri
politici e culturali dove spesso la "dantista" M. Teresa Balbiano leggeva loro i Canti della Divina
Commedia. Fanny Badini Confalonieri organizza un importante dibattito al Teatro Carignano sul
tema: "La cronaca nera" e si reca da De Benedetti, direttore de "La Stampa" per chiedergli di non
pubblicare raccapriccianti fotografie di delitti nelle pagine di un giornale che entra nelle case delle
famiglie e mette a rischio la serenità dei più giovani.
***
Nel 1955 l'A.N.D.E. di Ferrara presenta una dettagliata relazione su "Perdita della cittadinanza
da parte della donna italiana che contrae matrimonio con uno straniero". L'A.N.D.E. di Roma, negli
anni '55 e '56, si dedica particolarmente a seguire il lavoro parlamentare riguardante l'approvazione
di quei Progetti di legge studiati dall'Associazione e che non hanno concluso il loro iter. E' questa
una attività che caratterizzerà sempre, negli anni seguenti, il lavoro della Sezione romana. Nel 1955
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due lodevoli iniziative: la Sezione di Milano porta a Roma un gruppo di mondariso, accompagnate
dalla signora Dosio. Vengono ricevute in Campidoglio dal Sindaco Rebecchini, visitano la FAO, la
città e fanno sosta in San Pietro, dove ricevono la Benedizione del Santo Padre. Viene offerta loro
una gita con colazione ad Ostia che procura alle Mondine il particolare piacere di vedere per la
prima volta il mare. Con la visita al Parlamento e lo spettacolo del Carosello Militare a Piazza di
Siena si conclude la permanenza romana delle mondariso che, lasciando la capitale, hanno esternato
in commoventi lettere alle dirigenti della Sezione romana dell'A.N.D.E. la loro grata e devota
simpatia. Scrive la "mondina" Maria Brusa: "Questi giorni trascorsi con voi a Roma credo che li
potrò segnare tra i più belli della mia vita. Neanche quando mi sposerò avrò questa gioia di rivedere
questa magnifica città e forse sono anche la prima "mondina" della mia zona che ha avuto l'onore di
questa ospitalità offerta dall'A.N.D.E. affinché ci si impari a conoscere e con la solidarietà che ci
deve sempre distinguere. Le donne a qualsiasi livello sociale appartengono debbono avvicinarsi
sempre più per portare il nostro aiuto e contributo alla democrazia e alla pace. Per parecchio tempo
nelle nostre risaie non vi è stata che propaganda di odio verso coloro che noi non avevamo mai
potuto avvicinare, ma da questo primo incontro ci siamo rese conto della falsa propaganda dei
comunisti e che con la buona volontà di tutte le donne che l'A.N.D.E. può e deve avvicinare, si
possono fare ancora tante cose. Ma dobbiamo fare e fare subito e soprattutto tra le lavoratrici della
terra che hanno tanto bisogno di migliorare moralmente e socialmente. Un grazie a tutte le Signore
dell'A.N.D.E. che ci hanno dato questa magnifica possibilità". (Notiziario A.N.D.E. Anno I n. 2 - 25
giugno 1955). La Sezione di Roma, per iniziativa di Maria Theodoli, promuove l'assegnazione di
una assistente sociale a bordo delle navi che trasportano emigranti e controlla le prime applicazioni
di questo esperimento. Queste iniziative coronano una lunga e minuziosa preparazione, una
capillare opera di penetrazione in diversi ambienti, una costante azione di pressione sugli organismi
competenti. La conquistata consapevolezza della influenza che attraverso il voto possono esercitare
sulla vita del Paese, porta le socie dell'A.N.D.E. a voler migliorare la qualificazione femminile non
solo in un ambito politico e sociale ma anche in un ambito professionale.
***
A Milano nel 1961 ha luogo un importante convegno di studio sul tema "Licenziamento a causa
di matrimonio" e nella sua relazione introduttiva il relatore Prof. Arturo Carlo Jemolo sottolinea la
diversità di trattamento fra il settore pubblico e quello privato dove vige la indiscriminata potestà di
licenziamento della donna da parte del datore di lavoro. L'Avv. Maria Giuseppina Manfredini, vicePresidente dell'Unione Giuriste Italiane sottolinea che l'art. 37 della Costituzione va interpretato in
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relazione all'art. 31 che pone come compito dello Stato il favorire la formazione della famiglia. A
Roma nel maggio 1963 l'A.N.D.E. approva la risoluzione di concordare una efficace e dinamica
azione con altre associazioni femminili per adeguare la mutata condizione sociale ed economica
della donna ai dettami costituzionali e presentare in Sede parlamentare alcune modifiche al Codice
Civile e Penale. Ne risultano alcuni articoli da abrogare, altri da modificare sia nel contenuto che
nella dicitura. Ci vorranno anni perché in Italia molte di queste modifiche vengano approvate. I
Convegni del 1963 e 1965 riportano alla ribalta i temi politici. Il Partito Comunista nelle elezioni
del 28 aprite '63 ha conquistato più di un milione di voti. A Catania i Comitati Civici hanno chiesto
all'A.N.D.E. di collaborare e danno larga diffusione ad un manifesto dell'A.N.D.E.:
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE ELETTRICI Associazione Apartitica per
l'Aggiornamento dell'Elettore e la difesa dei suoi diritti
Elettrici, Elettori
ATTENZIONE IL COMUNISMO AVANZA!!!
Il 28 Aprile ha conquistato in Italia più di un milione di voti. Più di un milione di italiani hanno
creduto alla sua maschera e dimenticato la sua realtà.
LA REALTA' DEL COMUNISMO E' IL MURO DI BERLINO!
Quel muro ogni giorno bagnato di sangue e contro cui invano s'infrange la disperazione di un
popolo!
ELETTORI DIFENDIAMOCI SE IL COMUNISMO TRIONFA QUESTA DISPERAZIONE
SARA' LA NOSTRA
Nessun voto ad esso. Nessun voto al suoi alleati, nessun voto ai partiti di incerto contenuto.
Scegliamo i partiti che propugnano i nobili principi che guidano il libero ed ordinato progresso delle
nazioni più civili del mondo. Votate candidati preparati, coraggiosi ed onesti. Elettrici, date un voto
di preferenza ad una donna.
ELETTRICI, ELETTORI, NESSUNO MANCHI AL VOTO! Nessuno rinunzi a questo prezioso
diritto e ciascuno usi di quest'arma prima che dal comunismo gli sia strappata.
L'anno 1963 saluta anche l'ingresso della donna italiana in Magistratura, ultima conquista
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femminile nel campo del diritto pubblico. Altre grandi affermazioni sono state ottenute negli anni
precedenti nel diritto del lavoro: parità salariale e divieto di licenziamento in caso di matrimonio.
(Battaglie che anche l'A.N.D.E. ha combattuto negli anni precedenti). Le associazioni femminili
devono ora concentrare i loro sforzi ed attirare l'attenzione del Parlamento e della opinione pubblica
sulla arretratezza del diritto familiare e del diritto penale, ordinamenti che pregiudicano la
dignità della donna e richiedono ampie e approfondite riforme per adeguarsi alle condizioni
di vita attuali.
È nel 1963 che la Sezione di Ravenna appoggia la legittima aspirazione delle donne della
Repubblica di San Marino ad ottenere il diritto di voto, che sarà loro concesso nel 1964.
***
Il 1966, in un Convegno ad Asolo, ospiti della Presidente della Sezione di Asolo, Mariuccia de
Lord, alla presenza dei Sottosegretari al Bilancio, Caron, ed agli Esteri, Oliva, e dell'On. Malagodi,
l'A.N.D.E. studia le cause della impreparazione politica in Italia e della scarsa funzionalità dei
mezzi offerti dalla società moderna all'educazione dell'elettorato. Per ricordare la scomparsa
Presidente dell'A.N.D.E. di Venezia, Dora Ivancich, viene istituito un premio a Lei intestato da
destinarsi ad un viaggio a Roma di una Studentessa veneta laureata in Legge, Scienze Politiche o
Filosofia. L'On. Oliva ha offerto il biglietto di viaggio per la prima edizione. L'On. Malagodi
conclude il convegno alla Fondazione Cini affermando: "Una società pluralistica, una economia di
mercato, la molteplicità dei partiti, dei Sindacati, delle associazioni, le Autonomie Locali,
l'inserimento irreversibile dell'Italia nell'area europea ed atlantica che sono aree di libertà; ecco
altrettanti fatti di educazione di tutti noi alla iniziativa e alla responsabilità". Alla Fondazione Cini a
Venezia ha luogo anche il 19mo Convegno Nazionale che vede partecipi l'On. Dal Canton, l'On.
Caron, l'On. Giomo e Indro Montanelli. Al Convegno sono stati invitati il Preside dell'Istituto
Magistrale di Venezia, il Segretario dell'Associazione Europea degli Insegnanti, professori e
studenti dell'Istituto. Il tema "Per una società migliore" suggerisce una molteplicità di argomenti
presentati da approfonditi studi delle Sezioni. Indro Montanelli vede nell'Educazione Civica la
chiave di ogni miglioramento e conclude: "Il problema non è insegnare l'educazione civica ma fare
della educazione civica, come avviene in Svizzera, Inghilterra e America".
***
Il Convegno di Firenze del 1968 è definito dalla Presidente di Napoli, Mary Avati, un "Convegno
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di ricerca e di adattamento", un momento di riflessione e riorganizzazione interna dell'A.N.D.E. che
prosegue con un seminario di studi ad Albano Laziale nel 1970. Nel 1972 l'A.N.D.E. è preoccupata
per la fine prematura della V Legislatura che affossa molte riforme importanti, fra cui il nuovo
Diritto di Famiglia, alla cui stesura l'Associazione aveva largamente contribuito tramite una
commissione di lavoro collegata con la Commissione Giustizia della Camera. Tale Commissione
era guidata dall'Avv. Spagnoletti, una donna di grande competenza e serietà, e annoverava fra le
partecipanti: Elena Argentieri Federzoni, Anna di Brazzà, Manuela Cottafavi, Antonella Danese,
Anna Filo della Torre, Bianca Maria Leopardi, Ida Matarazzo, Giovanna Morozzo della Rocca,
Beatrice Spalietti, Zesi Valsecchi, Fiamma Venturini. La Commissione prese in esame i progetti di
legge presentati dall'On. Falcucci e dall'On. Reale, fermando l'attenzione soprattutto sugli articoli
atti a disciplinare i casi di nullità di matrimonio, derivanti da vizi di consenso per violenza ed
errore. I lavori dell'A.N.D.E. furono un concreto apporto alla stesura definitiva della legge.
***
All'inizio degli anni '70 l'interesse dell'A.N.D.E. si focalizza sulla formazione di una coscienza
europea. Il Congresso di Caserta del 1973 festeggia la nuova Sezione ed ha un tema ambizioso e
stimolante "Società e famiglia nell'Europa di domani". Mariuccia Zerilli Marimò, Segretaria
Nazionale, nel suo indirizzo di saluto all'On. Andreotti, all'On. Gonella ed all'On. Malfatti presenti
alla riunione tenutasi nel suggestivo teatro della Reggia di Caserra, dice: "... è più che mai
necessario che i vari popoli d'Europa, i quali sono stati gli alfieri, i creatori ed i protagonisti della
civiltà occidentale, ritrovino in una comunione di spiriti e di azioni, quell'unità che sola può
assicurare a ciascuno di essi quel grado di sicurezza e quel ritmo di progresso che ciascuno non
potrebbe in alcun modo garantirsi e realizzare da solo, quell'unità che aveva sognato e promosso De
Gasperi".
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Un appuntamento veramente speciale nella vita dell'A.N.D.E. è il Convegno di Firenze del
1974, che segna il punto di partenza di un impegno che negli anni seguenti determinerà il lavoro di
tutte le Sezioni. Ospiti de "La Nazione" e del suo Direttore Bartoli, l'Associazione si riunisce nella
nuova Sala delle Conferenze del giornale fiorentino per una tavola rotonda dal tema "Ruolo dei
sistemi elettorati - finanziamento e ruolo dei partiti". Sono invitati a parlare il Prof. Fisichella, il
Prof. Sartori e l'On. Bignardi. Il ruolo del sistema elettorale in uno stato democratico e il problema
del finanziamento ai partiti sono i temi su cui si incentra il dibattito. Tutti i relatori sono d'accordo
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nel ritenere che non bisogna farsi illusioni sul fatto che sia sufficiente mutare il sistema elettorale
per trasformare una situazione politica. Il problema è quello di incidere sul corpo sociale ed
elettorale e di farlo maturare, "perché è facile far esprimere questo corpo elettorale una volta
maturo, mentre nessuna buona legge farà votare bene un cattivo corpo elettorale". Ma il sistema
elettorale non è indifferente: alcuni sistemi possono contribuire a risollevare la situazione. Uno per
tutti il sistema maggioritario uninominale a doppio turno, che assicura stabilità governativa senza
nuocere ai partiti minori. Riguardo al secondo argomento di discussione, non trova in questa tavola
rotonda un grande consenso la legge appena varata sul finanziamento pubblico dei partiti, in quanto
si ritiene che contribuirà ad una loro ulteriore burocratizzazione non garantendo minimamente la
risoluzione del problema dei finanziamenti di altro genere. Il Prof. Sartori rileva che di grande
importanza sono i sistemi elettorali anche e soprattutto all'interno dei partiti stessi, perché è lì che si
applica un tangibile metodo di incentivi e vantaggi, di premi o di sanzioni. Il Prof. Fisichella
conclude il suo esame comparativo dei sistemi elettorati tedesco, inglese e francese affermando: "...
se siamo sicuri che i prezzi politici di una riforma sarebbero più alti dell'immobilismo, allora non
modificheremo... ma se siamo sicuri del contrario, lavoriamo, ciascuno per la propria parte, per
modificare la situazione, poiché modificando il sistema elettorale si modifica al tempo stesso la
topografia politica..".
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Due anni dopo, nel 1976, l'A.N.D.E. celebra il suo trentennale ed organizza un dibattito a
Palazzo Barberini con il Prof. Fisichella, l'On. Baslini (autore del libro "Decidere con il voto") e il
Prof. Pasquino, autore di una proposta di riforma istituzionale "Restituire lo scettro al Principe" che
proponeva l'adozione di un sistema elettorale sul modello di quello francese. Il Prof. Fisichella
osserva che il sistema politico e partitico non sembra in grado di procedere verso serie riforme
istituzionali. Ha perciò molta importanza il ruolo della pubblica opinione come funzione di stimolo,
di pressione ed anche di proposta. Per quanto lo riguarda ritiene che sul piano elettorale sarebbe di
primaria importanza una riforma tendente ad introdurre una formula di doppio turno. Egli ha
valutato con attenzione tutto ciò che ha detto Pasquino ma ritiene che, a conti fatti, con riferimento
all'Italia sia preferibile una riforma elettorale a doppio turno, ma in una logica che è di collegio
uninominale e non plurinominale come la proposta di Pasquino, perché consentirebbe a certe forze
politiche di allearsi ed attivare un gioco di presentazione di candidature combinate. D'altra parte ci
sono alcune forze politiche che potrebbero evitare di compiere una scelta a priori in termini di
schieramenti senza per questo rinunciare a combattere una battaglia politica importante e senza
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rinunciare ad assumere una funzione polarizzante. La seduta viene improvvisamente interrotta da un
concitato annuncio di Beatrice Rangoni Machiavelli: "Dalla Libia sono stati lanciati dei missili
contro la Sicilia, colpita Lampedusa...". Scompiglio nelle file delle numerose socie siciliane
presenti, corse ai telefoni e forzata conclusione dell'interessante dibattito...
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Il Convegno di Torino del 1978 impegna l'A.N.D.E. su un argomento che da sempre è una delle
piaghe dell'Italia: la disoccupazione giovanile. La Sezione di Torino, una delle più impegnate, si era
particolarmente distinta, nel 1970, per aver dato un attivo contributo mediante un Comitato di
Associazioni femminili congiunte (C.A.F.T.) alla corretta applicazione della legge-quadro per il
passaggio dei poteri che l'art. 117 della Costituzione attribuiva ai nostri Enti Regionali a Statuto
Ordinario. La Presidente Nanda Parato aveva svolto un'azione di coordinamento e di collegamento
fra il C.A.F.T. e le nuove autorità regionali. Il problema del lavoro dei giovani, il cui malessere ha
tanta parte nel terrorismo in atto, viene dibattuto con qualificati rappresentanti europei, il Prof. La
Fougère, Consigliere per gli Affari sociali francesi, e il Prof. Buse, Capo Ufficio studi della
Friedrich Naumann Stiftung. Si discute la validità della legge 285 del 1/6/77 sull'occupazione
giovanile, mettendo in rilievo le critiche più apprezzabili e le iniziative per opportuni interventi
correttivi. Si raccolgono le opinioni delle diverse componenti interessate al mondo del lavoro e
dell'occupazione, nelle persone di rappresentanti dell'Associazione Artigianati, Industriali e con i
diretti rappresentanti della Camera del Lavoro. Si conclude lamentando la mancanza di raccordo fra
scuola e mondo del lavoro e la carenza di una analisi economica, mentre si privilegiano solo analisi
sociologiche e politiche. Le Sezioni dell'A.N.D.E. approfondiscono il problema ispirandosi alle
diverse caratteristiche della loro Regione.
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Gli anni '80 si aprono ancora con un dibattito sulla "Crisi della governabilità e riforma dello
Stato" (Lecce 1981). Dopo più di un anno di analisi, di studi e riflessioni accuratamente preparate
nelle Sezioni, le socie andine discutono assieme le diagnosi e le prospettive per colmare il fossato
che separa la società civile dalla politica e per restituire ai cittadini la fiducia nelle Istituzioni. La
causa a cui si imputa la crisi è complessa: per troppo tempo in Italia si è discusso del corretto
rapporto di forze che deve sussistere tra il potere esecutivo e quello legislativo, ondeggiando tra la
preminenza del primo sul secondo e viceversa, ma senza riuscire a trovare mai una soluzione
definitiva capace di soddisfare prima di tutto l'interesse del paese e non quello delle segreterie dei
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partiti. Dal Convegno emerge una tendenza non verso uno stravolgimento dei principi
costituzionali, ma verso una migliore attuazione dei medesimi. In aderenza al dettato costituzionale,
si sollecita un maggiore rispetto dell'art. 92 della Carta Costituzionale, restituendo al Presidente del
Consiglio la più ampia autonomia nella scelta dei propri ministri. Inoltre, stante la crisi dei
sindacati, si richiede l'emanazione di una normativa sulla regolamentazione del diritto di sciopero,
che garantisca i diritti dei lavoratori e l'autonomia dei sindacati.
***
Con il convegno di Pesaro del 1982 si inaugura un ciclo di convegni su temi di rilevanza più
spiccatamente sociale. Questi gli argomenti: la tossicodipendenza, l'inquinamento (fenomeno che
l'A.N.D.E. già nei primi anni ottanta vedeva in grave e crescente espansione) e la necessità di una
più efficiente organizzazione del servizio di protezione civile, date le tante zone ad alto rischio
sismico in Italia.
ANDE ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE ELETTRICI
SEZIONE ROMANA GIOVEDI' 9 MARZO ORE 21.15
NEL RIDOTTO DEL TEATRO ELISEO VIA NAZIONALE, 183
SI TERRA' UNA "TAVOLA ROTONDA" CON TEMA DROGA: UNA MMACCIA PER TUTTI
PARLERANNO: Dott. Marcello Sacchetti - Assessore all'Igiene e Sanità del Comune di Roma
Dott. Franco Nanni - Sostituto Procuratore della Repubblica - Tribunale dei Minorenni Don Mario
Picchi - Direttore del Centro ENAMS Dott. Salvatore Rubino - Medico Igienista
Moderatore: Dott. Domenico Bartoli - Direttore della "Nazione" Seguirà dibattito. La S.V. è
vivamente pregata di intervenire La Presidente Nazionale
Flavia della Gherardesca La Presidente della Sezione Romana
Carla Gaja
Alla tossicodipendenza l'A.N.D.E., fin dal 1972, aveva dedicato la sua allarmata attenzione. Fra
le tante iniziative promosse o appoggiate dall'A.N.D.E. possiamo ricordare: contatti con le
Commissioni Giustizia e Sanità di Camera e Senato, organizzazione di corsi di aggiornamento per
presidi ed insegnanti sotto la guida del Provveditorato, scuole di formazione di personale medico e
paramedico, centri di pediatria sociale, distribuzione di opuscoli informativi, creazione di centri
telefonici
di
ascolto
e
di
indirizzo. Un
interessante
"libro
bianco"
dal
titolo
"Droga: genitori ecco quel che dovete sapere", primo nel suo genere in Italia, viene stampato su
iniziativa della Segretaria Nazionale Mariuccia Zerilli Marimò e distribuito in migliaia di copie su
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tutto il territorio nazionale. Le socie romane Fiamma Venturini e Mimma Lucich organizzano, in 46
istituti privati, incontri fra genitori, psicologi, operatori scolastici e comunali. Al convegno di
Pesaro era stato invitato anche il Presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini, il quale in un ampio
messaggio aveva sottolineato la "sensibilità e l'intuizione" delle associate di fronte ai problemi del
paese. "Voi siete riuscite, sin dai primi anni del dopoguerra, a cogliere i fermenti e le esigenze del
nostro paese in un momento particolarmente difficile per la sua storia e, dimostrando sensibilità ed
intuizione, avete posto, responsabilmente, larghe fasce dell'opinione pubblica di fronte al nuovo
ruolo che la donna veniva assumendo in una società in completa trasformazione. Con la vostra
partecipazione attiva ai problemi politici, sociali, economici, con la vostra esperienza, frutto di
pratica e di saggezza, con concrete proposte, avete fornito un equilibrato e sostanziale apporto a
molte determinazioni che i competenti Organi hanno via via assunto".
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Nel 1983 a Palermo nel convegno "Capire il futuro: l'A.N.D.E. per la società di domani", i temi
ricorrenti sono ancora quelli relativi alla terza età, ai servizi pubblici, la lotta alla droga e
all'inquinamento. E poi scuola, tecnologia, consumi, informatica, nuovi linguaggi e rivoluzioni
tecnologiche. Un'attenzione particolare è data all'economia "per il passaggio obbligato dalla società
dello spreco alla società del risparmio". In questo specifico quadro emerge l'importanza del ruolo
della donna come operatrice economica. Le donne si interrogano: una volta presa coscienza del
processo di trasformazione in atto nella società, non solo nazionale, ma anche europea, quale tipo di
"formazione" deve essere di supporto per uno sbocco positivo di tale processo? Si continua ad
interrogarsi sulla società del futuro, anche l'anno successivo al Convegno di Ferrara dal tema
"Scelte di fondo per una migliore qualità della vita". La protezione dell'ambiente (particolarmente
sentita a Ravenna e Venezia per la questione del turismo sull'Adriatico), la tutela del patrimonio
artistico, la disoccupazione, l'educazione civica come educazione alla partecipazione sono le
tematiche che più attraggono l'interesse delle varie delegate e rappresentanti di Sezione. Di
particolare rilievo gli interventi del Ministro degli Interni, Oscar Luigi Scalfaro, e del Professor
Beniamino Andreatta. Nel 1986-87 scocca "l'ora delle riforme istituzionali". Le varie Sezioni
incentrano la propria riflessione sui "tre poteri dello Stato" individuandone competenze, limiti e
prevaricazioni. Non manca il tema dell'Europa considerata "elemento indispensabile di equilibrio a
livello internazionale e quindi fattore di pace". Ma se in questo convegno si inizia già a parlare
concretamente degli equilibri istituzionali, un programma ed un impegno politico precisi li avremo
soltanto l'anno successivo nello storico convegno di Chianciano: "Più potere all'elettore".
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Preoccupata per il continuo deteriorarsi della credibilità e del prestigio delle istituzioni
democratiche e per l'accentuarsi del distacco tra cittadini e classe politica, l'Associazione Donne
Elettrici sofferma la propria attenzione sulle prospettive per la riforma elettorale, facendosi
portatrice, con largo anticipo rispetto alla classe politica italiana, degli impulsi che poi hanno
condotto all'affermazione del sistema elettorale maggioritario, che assicura un rapporto più diretto
tra elettore e candidato, ridimensionando l'invadenza delle segreterie dei partiti. Nella sua relazione
introduttiva la Presidente, Flavia della Gerardesca, facendo un bilancio del biennio di attività, aveva
sottolineato la crescita dell'associazione e l'impegno delle socie di fronte ai diversi temi e problemi.
Due le denunce nei confronti della partitocrazia: "Il pluralismo è democrazia, ma i partiti hanno
interpretato quest'ultima non come espressione della volontà dell'elettorato sovrano, ma come
lottizzazione da ripartire sotto le varie etichette ideologiche. Esse agiscono in base al primato della
politica sul diritto, concetto che sacrifica lo stato di diritto alla momentanea opportunità politica".
Inoltre le delegate evidenziano la necessità di ridefinire i poteri del Presidente del Consiglio:
l'impasse creata da uno strisciante parlamentarismo rende forte l'esigenza di una legge che regoli le
funzioni e le attribuzioni del capo del governo, in attuazione della Costituzione; il dibattito
parlamentare, vivo in quei mesi, porterà nel 1988 all'approvazione della Legge n. 400, sulla
disciplina dell'attività di governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
A Chianciano alla tavola rotonda dal tema "Una lega per la riforma del Sistema Elettorale"
intervengono l'On. Mario Segni, l'On. Antonio Patuelli, l'On. Gianfranco Spadaccia, l'On. Alfredo
Diana e Anita Garibaldi. Tutti gli oratori, sottolineando il ruolo essenziale dei movimenti di
opinione, convengono che una delle cause maggiori della frammentazione della vita pubblica e
dell'ingovernabilità è il sistema proporzionale.
L'On. Mario Segni spiega il motivo della costituzione della "Lega per la riforma elettorale" e si
dichiara favorevole ad un sistema maggioritario a due turni con ballottaggio, ritenuto più consono
alla situazione italiana. La Segretaria Nazionale Cettina Lanzara parla dell'inchiesta DOXA
sollecitata dall'A.N.D.E. per avere una risposta su "Come votano gli Italiani": se danno il voto di
preferenza e con quali criteri; se sono soddisfatti del sistema con cui vengono compilate le liste dei
candidati; se hanno seguito il lavoro parlamentare degli eletti.
La DOXA consegna all'A.N.D.E. un dettagliatissimo resoconto del sondaggio condotto, come al
solito, in modo esemplare tra elettori divisi per zone geografiche e centri grandi, piccoli e medi, per
sesso, per età, per condizione sociale. I risultati dati all'Ansa il 30 aprile, furono largamente ripresi
dalla stampa suscitando grande interesse e numerosi commenti su vari giornali e riviste, dal
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Quotidiano di Lecce al Corriere della Sera che titolava su quattro colonne: L'Italia che vota è
scontenta del sistema metà degli elettori non sceglie un candidato.
Nelle ultime elezioni politiche del 1983, il 47% degli italiani non hanno dato voti di preferenza
(il 38% degli uomini contro il 46% delle donne). Su 100 elettori che avevano dato un voto di
preferenza 46 affermavano di averlo dato ad un candidato che godeva della loro fiducia, 21% ad
uno che conoscevano personalmente, 18% al primo o secondo della lista, 16% ad uno che aveva la
fama di onesto, 7% al raccomandato di un partito. L'attuale sistema elettorale, basato su liste
compilate dalle segreterie dei partiti, è approvato dal 29% degli intervistati, non è approvato dal
44% con 27% di incerti. La terza domanda dell'intervista permette di constatare che circa metà degli
interessati non avevano poi seguito l'attività parlamentare degli eletti, mentre 16% l'avevano seguita
e non la approvavano e altrettanti avevano seguito l'attività parlamentare del deputato o senatore,
ma non erano in grado di esprimere su di essa un giudizio. Sollecitate dal Centro Nazionale, in
preparazione al Convegno, le Sezioni moltiplicavano gli incontri con studiosi ed esperti di diritto
costituzionale, esaminando e discutendo progetti e proposte di riforma.
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Nel 1988 a Trieste si parla di "Nuovi ed antichi diritti umani tra politica, economia e cultura". Il
tema centrale è la libertà di informazione in un sistema democratico: forte è la denuncia dei vari
elementi di distorsione che rendono l'informazione nel nostro paese "dimezzata", troppo spesso
manovrata da gruppi di potere occulti e standardizzata dai monopoli che dominano testate e reti
televisive. Nel convegno vi è anche lo spazio per approfondire gli interrogativi connessi con le
nuove frontiere della scienza nel rispetto dei diritti della persona. Vengono dibattuti i profili di
carattere medico, scientifico e sanitario, nonché quelli etici, giuridici, sociali e politici connessi
all'ingegneria genetica, al trapianto d'organi, alla ricerca e alla sperimentazione. Nella grande Sala
Saturnia del Palazzo dei Congressi di Trieste, la Presidente Etta Carignani ringrazia la Regione
Autonoma Friuli-Venezia Giulia per il suo patrocinio e le presenti eccezionalmente numerose per
gli eroici viaggi effettuati malgrado un contemporaneo sciopero di aerei e treni. Sono invitati a
parlare il Prof. Lucio Colletti, Piero Ostellino, l'On. Adriano Biasutti, il Prof. Paolo Ungari, l'On.
Santuz. A conclusione del Convegno la Sezione di Trieste pubblica un importante opuscolo "I diritti
umani e la Scienza", a cui collaborano con i loro scritti molti professori dell'Università triestina.
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Il tema del XXXVII Convegno tenutosi a Lucca è quello dell'"Ecologia tra Economia e
Politica", con un sottotitolo che è anche un monito ed un appello: "Siamo tutti responsabili del
nostro pianeta". E' un convegno affidato soprattutto a tecnici: il prof. Paolo Maddalena, Vice
Procuratore Generale della Corte dei Conti e estensore della legge sull'ambiente (Gatasso), Vittorio
Silano, Direttore Generale del servizio di prevenzione degli inquinamenti al Ministero
dell'Ambiente, Anna Paola Tantucci, Presidente per l'Italia dell'E.I.P. (Associazione Internazionale
Ecole Instrument de Paix) e coordinatrice della Commissione per l'educazione ambientate.
Importante è creare una coscienza precisa: l'ambiente non è solo un bene individuale, ma un bene di
tutti, è un valore che non può essere leso, al pari di altri valori come la persona umana, la vita,
l'integrità fisica e morale degli individui e richiede, dunque, proprio per queste sue caratteristiche,
una tutela particolare.
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Nel 1990 a Catania l'attenzione si sposta sul funzionamento degli Enti Locali: "Governo degli
Enti Locali: consenso, stabilità, efficienza". Da sempre le donne elettrici, attraverso le loro Sezioni
dislocate e radicate nel territorio, operano da stimolo per le amministrazioni locali. L'analisi storica
consente di verificare che in quarant'anni maggioranze ibride che si sono costituite hanno finito per
fissare gli accordi in base alla reciproca spartizione di interessi nel nefasto intreccio tra politica ed
affari. Le decisioni avvengono al di fuori delle giunte e degli organi competenti. Il governo degli
enti locali è diventato un governo autoritario che appare sempre più lontano e scisso dagli interessi
della gente, dal benessere dei cittadini.
Secondo le varie delegate dell'A.N.D.E. occorre, dunque, l'elezione diretta del sindaco o dei
Presidenti delle giunte per far sì che questi siano chiamati a rispondere del loro operato davanti ai
cittadini e non alle segreterie dei partiti. Una visione anche in questo precorritrice. Quali le
conclusioni? Eccole, lucidissime, nell'intervento della delegata della Sezione di Lucca, Marilù
Orlando, fortemente condivise anche dalle altre socie: "E' necessario che gli italiani riprendano il
gusto e la coscienza della partecipazione di fare politica, riscontrando l'importanza e l'utilità di
sentire di nuovo l'impulso di lottare per lasciare ai posteri un paese migliore, una società più
giusta, nella consapevolezza di non essere più entità trascurabile e disprezzata da blandire per
venti giorni una volta ogni cinque anni, e da trascurare per tutto il resto del tempo, ma un'entità
degna di ogni rispetto, da servire con onestà ed alla quale, alla fine di ogni mandato elettorale, non
ammannire promesse poi non rispettate, ma rendere conto, scrupoloso conto, del proprio operato di
amministratori. Solo così sarà possibile riportare la fiducia del popolo nelle istituzioni".
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Nel 1990 l'A.N.D.E. si fa portavoce della battaglia condotta dall'On. Mario Segni per il
passaggio dal sistema proporzionale al sistema maggioritario uninominale, cosciente del fatto che
questo sistema avrebbe consentito di individuare ed appoggiare uomini e donne di provata
competenza e serietà. Nella persona della sua Presidente, Flavia della Gherardesca, l'associazione
partecipa attivamente al neonato Comitato per le Riforme Elettorali (Corel). Nella primavera
vengono raccolte firme per sottoporre a referendum popolare alcuni quesiti per ottenere appunto
una riforma in senso maggioritario e per l'abolizione della preferenza unica. Nel gennaio 1991 la
corte Costituzionale boccia due dei tre quesiti, ritenendo ammissibile soltanto quello sull'abolizione
della preferenza multipla. Il 9 giugno dello stesso anno, 27 milioni di italiani votano sì a favore
della preferenza unica. Nel settembre dello stesso anno il Corel decide di raccogliere nuovamente le
firme per i due referendum bocciati dalla Corte Costituzionale, modificando i quesiti. Lo sforzo dei
Corel e l'aiuto dell'A.N.D.E. porterà alla vittoria dei referendum abrogativi del 18 aprite 1993, che
decreteranno il passaggio ad un diverso sistema elettorale.
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Ancora a Padova, nel 1991, presente l'On. Mario Segni, l'On. Tina Anselmi e l'On. Ombretta
Fumagalli, si deplora che molti diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione vengano disattesi,
anche e soprattutto per l'inefficienza degli Enti Locali. Le Sezioni si sono impegnate su tutto il
territorio nazionale ad esercitare un controllo dell'attuazione della legge 142 sugli Enti Locali, che
consente ai cittadini maggiore accesso e collaborazione alla vita pubblica della loro città. "Una
società civile si connota per l'alta fruizione di diritti da parte dei cittadini" afferma, applauditissima,
Liliana Spagnolo Presidente della Sezione di Bari. Conclude l'On. Ombretta Fumagalli dichiarando:
"Il Parlamento ha reagito attraverso le leggi 142 e 241 contro aspetti molto negativi della nostra
società che sono l'eccesso, le degenerazioni e l'arroganza della democrazia, ed ha cercato di
introdurre nuovi strumenti di controllo e di partecipazione dei cittadini".
Nel 1993, a Firenze, durante i lavori del Convegno sul tema: "Ricostruire l'Italia: le priorità
nell'emergenza", ha luogo una tavola rotonda alla quale partecipano Luigi Abete, Sergio D'Antoni,
Mario Segni, Valdo Spini e Beatrice Rangoni Machiavelli. "Non è più tempo di denunce e
recriminazioni - afferma Beatrice Rangoni - l'abbiamo fatto per trenta anni e siamo tristi ed
amareggiate di avere avuto ragione al di là delle più pessimistiche previsioni". Economia e Europa
sono i due maggiori appuntamenti mancati verso i quali occorre moltiplicare gli impegni. Ma lo
sguardo si leva verso la fine del XX secolo: "Cresce in molte di noi la convinzione che la fine del
ventesimo secolo segnerà la rivincita dei valori della persona umana. È a questo che ci porta il
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cammino per raggiungere la parità effettiva intesa in senso lato, come essenza dei diritti umani
come uguaglianza di opportunità per tutti, come presupposto di una società aperta che riconosce
ad ognuno il diritto e la possibilità di diventare ciò che vuole valorizzando i propri talenti. È alla
costruzione di una nuova organizzazione sociale che le donne vogliono partecipare, denunciando la
pericolosa illusione della società perfetta, ma cercando con umiltà, ogni giorno, di migliorare
qualcosa. Una nuova società che combatta ogni sorta di privilegio, ponga l'interesse generale alla
base delle proprie scelte. Una società di cittadine e cittadini, liberi e responsabili, che preferiscano
darsi una regola piuttosto che doverla subire, ma che siano anche capaci di armonizzare la
responsabilità individuale con la responsabilità collettiva. Una società che consideri la pace come
elemento permanente e definitivo della convivenza civile e che ritrovi valori da cui è fiorito lo
spirito e la cultura dell'Europa: il rispetto per la persona umana e la libertà di pensiero. Una
società che faccia suoi questi valori, che superi la vera crisi che è morale e spirituale, sarebbe
generatrice di un consenso non demagogicamente ricercato, ma strumento di partecipazione diretta
e consapevole a vicende comuni in nome di ideali positivi, punto di incontro tra uno Stato più
credibile ed efficiente e cittadini più fiduciosi e responsabili".
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Il 1995 vede le socie dell'A.N.D.E. a Vietri sul Mare, per iniziativa della Sezione dell'Agro
Nocerino. Il tema del Convegno è "L'Italia che cambia: cultura di governo, di opposizione e di
alternanza", e sono stati invitati a dibatterlo l'On. Clemente Mastella, il Prof. Dino Cofrancesco, la
Prof.ssa Anna Maria Isastia. Dopo un'appassionante analisi storica, il Prof. Cofrancesco conclude:
"Se non si entra in una grande prospettiva bipartitica non ci potrà mai essere la fine del
consociativismo, perché bipolarismo significa il consociativismo su due piani: sul piano della
maggioranza e sul piano dell'opposizione". Negli anni '90 la presenza delle donne nelle istituzioni,
pur sensibilmente in crescita, è ancora insufficiente e tale da non riflettere ai più alti livelli la
varietà, la complessità e la ricchezza del mondo femminile. Il che finisce per ledere due
fondamentali principi, anzi due diritti: quello della parità e quello della rappresentatività
democratica. La donna è, infatti, nella maggior parte dei casi, sottorappresentata. L'esigenza di
superare tale situazione è stata avvertita anche dal Parlamento Europeo che in particolare nella
risoluzione 169/88 ha invitato a promuovere "Azioni positive" intese come strumenti volti a
raggiungere la parità quale obiettivo finale. Quella femminile è, ancora oggi, una candidatura
"debole", ma la sua debolezza deriva da una positiva estraneità della donna al rituale politico con le
sue regole logoranti e i suoi corollari non sempre limpidi. Non è debolezza di contenuti, né di
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capacità. Di conseguenza rimane essenziale che i partiti limitino le condizioni di svantaggio che
caratterizzano le donne nella corsa elettorale con sostegno alle candidature femminili, posizioni
favorevoli nelle liste, finanziamenti della loro campagna elettorale. Questo significa, in sintesi, che i
partiti devono impegnarsi non solo a candidare le donne, ma anche a farle eleggere. Il perché di
questa esigenza lo troviamo nelle parole di Flavia della Gherardesca: "Il contributo delle donne
italiane, che rappresentano il 52% del corpo elettorale, è determinante per far compiere un salto di
qualità al nostro paese. Una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli della società potrà
migliorare il modo di fare politica, perché l'azione femminile, che è sempre aderente alla realtà,
tende a colmare il fossato che separa le parole dai fatti. Per le donne la politica non è tanto la lotta
per il potere quanto piuttosto un'azione al servizio della comunità".
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