I TEMI DELLA BATTAGLIA CIVILE Il primo banco di prova dell'attività dell'A.N.D.E. sono le consultazioni elettorali del 1948. L'A.N.D.E. nel suo 3° Convegno Nazionale a Roma, che vede riunite 76 delegazioni provinciali, riassume tutto quello che le sue Sezioni hanno potuto realizzare per contrastare l'indifferenza di molti cittadini, per contribuire a far conoscere le modalità di voto, per promuovere organizzazioni di trasporto degli elettori e collaborare ad un solidale appoggio agli operatori dei seggi. Alcune Sezioni, però, sottolineano le grandi difficoltà che incontrano nello svolgimento delle loro attività. Campobasso informa di essere tacciata di "massoneria", Caserta lamenta che le iscritte non pagano le quote dovute, Catanzaro si dichiara mortificatissima per non aver potuto fare quello che avrebbe voluto a causa della "assoluta apatia" che regna nella sua provincia. Reggio Emilia dichiara che le donne non hanno l'indipendenza per contrastare le opinioni politiche dei mariti. Rieti denuncia che possono lavorare poco perché ostacolate dal CIF che continua a ripetere che la nostra Associazione è inutile e che in due non si può fare nulla"; Perugia: "... la Sezione è stata osteggiata da tutti i partiti per la dichiarata apartiticità. Non è stata d'aiuto neppure la D.C.". Mettono in rilievo invece il buon esito della loro attività altre Sezioni fra le quali: Pisa che evidenzia come "l'A.N.D.E. sia stata la sola associazione politica riconosciuta perché né il CIF né l'UDI godono di questo riconoscimento"; Ragusa la cui proficua attività di collaborazione con le donne di Modica riesce a formare un Comitato Provinciale comune. "Le donne di Ragusa non avevano voluto aderire all'A.N.D.E., ma offrire questa collaborazione alle Signore di Modica ha significato sollecitarne l'ambizione e metterle sul punto d'onore di dimostrare alle ragusane la loro superiorità...". Mantova, dove la Presidente dice: "La nostra è una piccola città ma "motto pepata", il lavoro non si presentava facile per noi del tutto nuove a queste cose. Devo dire che mi ha molto giovato il Congresso Regionale dell'A.N.D.E. che è stato tenuto a Milano. Abbiamo distribuito giornali nelle caserme, abbiamo fatto fare fotografie per tessere gratuite, abbiamo contattato la "capa" dei bassifondi di Mantova che sono chiamati "Tigrai"...". Cagliari: la Sezione A.N.D.E. ha rintracciato 2000 certificati, ha noleggiato 2 fotografi e fatto fare 500 fotografie gratuite, ha aperto 9 centri di informazioni elettorali. Palermo: la delegata di 1 Patermo presenta il giornale comunista "La voce della Sicilia" del 20/04/48 che scrive: "La cosiddetta A.N.D.E. ha svolto una frenetica attività per trasportare malati, paralitici, vecchi e donne alle Sezioni elettorali con lo scopo evidente di far votare o per la D.C. o per i Monarchici. Novanta nobilotti hanno messo a sua disposizione le loro macchine per questo servizio...". Udine: "Il Partito Liberale avrebbe voluto accaparrare l'A.N.D.E. per la sua esclusiva propaganda; la D.C. ci ha ignorato; il CIF ci ha ostacolato per ogni verso...". Ovunque l'Associazione ha insistito sulla sua posizione di indipendenza dai partiti, posizione statutaria che i partiti mostrano di non comprendere e non apprezzare, anche quando non la osteggiano apertamente. Posizione necessaria soprattutto nelle Regioni centromeridionali dove vescovi e sacerdoti insistono che associazioni femminili che si dichiarano cristiane devono essere affiancate da un assistente ecclesiastico, cosa che l'A.N.D.E. rifiuta assolutamente, Risulta però comune a tutte le Sezioni l'avversione del CIF e l'ostilità della D.C. Per parlare di queste incomprensioni Cartotta Orlando ha invitato, a chiusura del 3° Convegno, due deputate, l'On. Maria Jervolino e l'On. Elisabetta Conci. L'On. Jervolino risponde: "... Se qualche dissenso è sorto fra chi era già avviato e chi cominciava questa opera così difficile, sono felice di poter far qui onorevole ammenda. Ma nel CIF, bisogna dirlo, c'è stata perplessità al vostro sorgere, perché ci siamo preoccupate. Dire: "noi non ci occupiamo di nessun partito" ci sembrava pericoloso. Rimanevamo perplesse, ci sembrava troppo difficile l'opera dell'A.N.D.E.; riconosciamo oggi che Carla Garabelli Orlando in definitiva ha avuto ragione lei, e che l'A.N.D.E. ha saputo rimanere all'altezza del suo compito: orientare le donne in un blocco di idee che rappresentavano la libertà. Il lavoro futuro di una organizzazione come questa ci sembra di grande importanza. Bisogna orientare le donne a comprendere quali devono essere le strade per la realizzazione di quel programma a cui esse hanno votato fiducia. Le Riforme sociali sono necessarie anche se non potranno far piacere a tutti, ma vi porto i nostri migliori auguri di buon lavoro..." *** L'attenzione dell'A.N.D.E., nel 1949, si rivolge ai problemi sociali. Si affrontano temi quali la riforma agraria, l'assistenza alle carcerate ed alle reclute militari, la collaborazione con l'ONMI, l'appoggio alle colonie estive, la lotta all'analfabetismo, l'istituzione di Scuole Convitto per infermiere volontarie. La scelta dei soggetti, il buon livello delle discussioni, l'impegno di donne giovani e meno giovani, la serietà degli interventi, l'ansia per le molte leggi da riformare, 2 caratterizzano il lavoro delle prime iscritte all'A.N.D.E.: mentre Maly Falck creava a Milano un bell'asilo Montessori, Piretta Rocco aiutava le tessitrici dell'Alta Val di Tevere, Beatrice Rangoni Machiavelli dirigeva giornali e riviste e si allenava alla creazione di una federazione europea, Flavia della Gherardesca alternava presenze alla 3ª Commissione delle Nazioni Unite a New York con visite lampo e conversazioni telefoniche con sedi vecchie e nuove dell'A.N.D.E., le fondatrici Carlotta Orlando, Maria Theodoli, Vittorina Paoletti erano in sempre nuove iniziative affaccendate e affiancavano l'A.N.D.E. con l'"Aiuto Cristiano", l'"Open Gate", la "Goccia di Latte", veicoli di contatto con donne di diverse estrazioni. Parimenti Nennella Bonghi Cutolo seguiva le alterne vicende di Napoli, Antonia di Carcaci escogitava progetti-legge sempre più utili e necessari, come la regolamentazione dell'acquisto di armi corte da sparo o del traffico automobilistico domenicale, Valentina Serena Monghini ricopriva l'oneroso, ingrato incarico di "tesoriera", mentre la guardiana attiva e fedele dell'ufficio romano dell'A.N.D.E. rimaneva Pia Barcellona, indimenticabile conservatrice dello spirito e della legge dell'Associazione. Era lei che reggeva il Centro Nazionale a Roma, indirizzava le nuove assunte alle cariche ed era implacabile sul regolamento, specie per quanto riguardava i convegni e le elezioni. Ad un dibattito cui parteciparono alcuni noti avvocati, intervenne Pia Barcellona affiancata da Antonia di Carcaci e alla fine l'avvocato Ungaro si rivolse ad alcune presenti e chiese: "Ma chi sono queste due signore così a conoscenza di problemi giuridici?". È a Pia Barcellona che l'A.N.D.E. deve l'accurata salvaguardia di un archivio che illustra e conserva 50 anni di storia. *** Il 1950 riunisce l'A.N.D.E. ancora a Roma, per studiare il problema dei figli illegittimi. Molto discusso dall'A.N.D.E. fu il tema della abolizione della crudele e discriminatoria dicitura "NN" dai certificati anagrafici. L'A.N.D.E. fu concorde nel non volere il riconoscimento obbligatorio del figlio illegittimo da parte della madre, consapevole del fatto che l'obbligatorietà del riconoscimento avrebbe portato a gravi inconvenienti, primo fra tutti il probabile aumento del numero degli aborti. L'A.N.D.E. promosse una inchiesta in tutti i brefotrofi e Istituti per l'Assistenza all'Infanzia provinciali e comunali per conoscere quanti bambini avevano ospitato negli anni tra il 1937 e il 1947. I lavori sono così precisi ed aggiornati (i dati ufficiali sulla tutela dei figli illegittimi arrivavano soltanto fino al 1942 e l'A.N.D.E. li aggiorna), che il Sen. Sanna Randaccio propone di fare proprio e portare Lui stesso in Parlamento il progetto dell'A.N.D.E., a cui viene riconosciuta una valida applicabilità. Ma l'A.N.D.E. decide di appoggiare il Progetto di legge Bianchi, contribuendo con un approfondito studio sulla legislazione straniera comparata. 3 Negli anni '50 ha inizio l'azione della Sezione di Milano a favore delle "mondariso", che si trasformerà negli anni seguenti in un continuo appoggio alla categoria. La Consigliera Maly Falck, con l'aiuto di una donna straordinaria, Maria Dosio (ex "mondina" e sindacalista della UIL che rimarrà in seguito sempre vicina all'A.N.D.E.), si dedicò con grande energia all'assistenza delle donne costrette ad un duro lavoro nelle risaie delle quattro province italiane, Milano, Pavia, Vercelli e Novara maggiori produttrici di un riso famoso sia in Italia che all'estero. Con l'aiuto della Montecatini e del suo Presidente dell'epoca l'Ing. Faina, che non lesinò mai aiuti fornendo i prodotti chimici che servivano alle "mondine" per proteggersi nei periodi di semina e di trapianto, l'A.N.D.E. di Milano poté svolgere opera meritevole che la stampa di allora, sollecitata da un'altra indimenticabile andina, Sandra Figari, non mancò di mettere in risalto. Il Convegno Nazionale del 1951 a Roma vede l'A.N.D.E. esaminare i problemi della scuola e studiare i risultati di un sondaggio-inchiesta effettuato in scuole di diverso ordine e grado in molte province d'Italia. Ne risulta che la scuola deve garantire, nei testi prescelti così come nel modello d'insegnamento: • una obiettiva apoliticità, prescindendo anche dall'indirizzo politico del governo chiamato a dirigere il Paese; • l'obbligo scolastico e una attività assistenziale che renda possibile l'adempimento dell'obbligo stesso; un miglioramento delle condizioni economiche del personale docente e una revisione dello sviluppo delle carriere; • una adeguata assistenza sanitaria ad alunni ed insegnanti; • l'educazione al civismo come materia di programma e come norma costante di vita; • una revisione dei programmi scolastici più alleggeriti ed una revisione di tutto il sistema degli esami; • una regolamentazione dell'affluenza degli studenti agli studi superiori; • un severo vaglio del corpo insegnante. Il complesso di questi provvedimenti allontanerebbe dagli studi docenti inadeguati e studenti che vedono nel titolo di studio finale solo un mezzo per procurarsi un impiego qualunque. *** 4 Gli anni '52 e '53 impegnano nuovamente l'Associazione in una campagna elettorale per elezioni provinciali e comunali. Quando le donne sono chiamate a svolgere compiti di scrutatrici e rappresentanti di lista, Maria Rygier ha compilato per l'A.N.D.E. un opuscolo con istruzioni e consigli: "... essendo già stata scrutatrice tre volte, così nelle elezioni per la Costituente che in quelle amministrative romane del '46 e '47, voglio far profittare della mia esperienza le mie future colleghe... Può accadere che il Presidente, sia per malinteso spirito di galanteria, sia perché non ritiene l'intelligenza femminile capace di soddisfare agli obblighi di funzioni di tanta responsabilità, mostri di non accorgersi che la più anziana è precisamente la scrutatrice e chiami alla vice-presidenza un uomo più giovane di lei. Bisogna che in tal caso la scrutatrice rivendichi il proprio diritto, perché l'ufficio di vice-presidenza non è un vano titolo, ma permette a chi ne è investito di esercitare tutti i poteri del Presidente durante le inevitabili assenze di quest'ultimo... Ma è giunto il momento di precisare quali siano i diritti dello scrutatore nei confronti del Presidente del seggio. Il Presidente ha poteri estesissimi, quasi dittatoriali. Egli decide, nella maggior parte dei casi, "udito il parere degli scrutatori", il che non significa affatto che debba sottostare alla loro opinione. Però lo scrutatore può sempre esigere che sia fatta menzione a verbale del parere da lui espresso, delle sue contestazioni, delle sue proteste ecc., e non deve firmare il verbale senza prima accertarsi che i suoi reclami vi siano effettivamente inseriti. La cosa è della massima importanza, perché una irregolarità opportunamente rilevata e consegnata a verbale può anche dar modo di ottenere l'annullamento della votazione. Certi Presidenti hanno il malvezzo, quando credono di dover apportare una correzione al verbale o ad altra carta qualsiasi, di tirare una riga sulle parole sbagliate, o peggio, di coprire la vecchia scrittura con la scrittura nuova, non esitano nemmeno talvolta a servirsi del temperino o della gomma da cancellare. Sono vere enormità alle quali la scrutatrice si opporrà decisamente. Sugli atti ufficiali le correzioni si fanno inquadrando fra quattro lineette i brani di frasi da sopprimere, in guisa che restino leggibili... Aggiungo una raccomandazione particolare per la scrutatrice a cui la sua età varrà l'onore di assumere le funzioni di vice-Presidente e che quindi dovrà sostituire il Presidente quando questi si allontanerà dal seggio (ricordarsi che non è permessa l'assenza simultanea del Presidente e del vicePresidente). Essa deve fare attenzione a due cose: stacchi sempre il tagliando del certificato elettorale e lo conservi con cura, perché al momento dello spoglio il numero dei tagliandi dovrà corrispondere col numero degli elettori indicati come votanti sulle apposite liste elettorali e con quello delle schede utilizzate; ricordi sempre di staccare l'appendice della scheda prima di porre questa nell'urna, perché una scheda con appendice che si trovasse nell'urna permetterebbe l'individuazione dell'elettore, e la legge punisce chi con la propria negligenza rende possibile una tale violazione del segreto del voto... Mentre la scrutatrice deve astenersi scrupolosamente 5 dall'esibire distintivi di partito, la rappresentante di lista invece deve ostentarli, perché l'elettore nell'imbarazzo possa scegliere con piena cognizione di causa il rappresentante a cui domandare appoggio o consiglio, secondo le proprie simpatie politiche. Elettori senza documenti d'identità le chiederanno di riconoscerti. Sia cauta, per non incorrere in responsabilità penali e per non servire involontariamente interessi contrari a quelli che ha la missione di difendere: non dimentichi mai che nulla impedisce ad elettori avversari di fare appello, sotto mentite spoglie, alla sua compiacenza...". Viene anche pubblicato dal Centro Nazionale A.N.D.E. un opuscolo "Compito dell'A.N.D.E. nella campagna elettorale". Molte Sezioni aprono nelle loro città un ufficio elettorale a disposizione dei votanti sia per informazioni, sia per il rinnovo dei documenti d'identità, sia per il rilascio di certificati elettorali di difficile reperimento per gli immigrati del Sud, collaborando anche con l'Automobile Club, la CRI e l'UNITALSI per il trasporto di ammalati ai seggi. Come esempi significativi: La Sezione di Roma ha contribuito al rinnovo di 582 carte d'identità ed ha rintracciato 1485 certificati elettorali. La Sezione di Ferrara, Presidente M. Teresa Morelli di Popolo, ha avuto una attivissima presenza di cittadini ferraresi; ha concesso biglietti di viaggio a lavoratori di recente immigrazione per recarsi a votare nei paesi di origine e facilitato le pratiche di rilascio dei documenti. A Firenze, persone sprovviste di tessere di riconoscimento venivano inviate all'A.N.D.E. dove si rinnovavano i documenti scaduti grazie all'aiuto delle socie Dalgas, Puccioni, Traballesi e Bernini che andavano personalmente in Comune a compilare le nuove carte d'identità. La Sezione di Milano ha stampato 1500 manifesti tranviari, 500 manifesti per i taxi con la scritta "Vota per chi vuoi, ma vota", ha rintracciato 1054 certificati elettorali ed ha sostenuto la spesa di 171 biglietti ferroviari di elettori. La città era stata divisa in 8 zone, ognuna delle quali affidata ad una socia: Donà, Montani, Reinach, Vittadini, Belloni, de Minerbi, Segurtà, Missiroli, tutte direttamente impegnate ed operanti. La Sezione di Napoli nomina un comitato elettorale, presieduto dalla Consigliera Giuseppina d'Avalos, per il disbrigo di pratiche elettorali e promuove, contemporaneamente, una serie di riunioni onde permettere ad esponenti dei vari partiti democratici di presentare il punto di vista del loro partito. A conclusione di tanto impegno, vi è una nota della Sezione di Torino che riassume: "... Abbiamo rilevato che il lavoro elettorale dell'A.N.D.E. è sempre più utile. Data la fama oramai acquisita di disinteresse e imparzialità molti si rivolgono a noi per trovare aiuto. Non solo i privati, ma anche organizzazioni e istituzioni. L'obiezione che ci fanno alcuni, che ormai tutti sanno votare e che molte organizzazioni svolgono attività simili alla nostra, è ad ogni tornata elettorale smentita dai fatti. Nei contatti che abbiamo per lo svolgimento del nostro lavoro constatiamo che l'ignoranza più stupefacente regna sempre e non solo nei più 6 modesti strati sociali. Nei contatti con gli enti, che ci hanno in varia misura aiutato, abbiamo incontrato apprezzamento per la nostra opera e incoraggiamento ad allargarla e farla conoscere...". Si caratterizza fin d'allora quello che sarà sempre il compito principale dell'A.N.D.E.: fornire con efficienza ed obiettività la massima assistenza e documentazione in ogni tornata elettorale. *** Gli anni 1954, '55, '56 e '57 consolidano l'attività dell'A.N.D.E. su argomenti di interesse politico generale. Ai convegni vengono invitati competenti oratori a parlare sul Comune, sui problemi internazionali, sulla posizione giuridica della donna, sulla libertà di stampa, sull'autocontrollo dei giornalisti. Vengono formate delle Commissioni di Studio sulla Scuola (presieduta da Maria Theodoli), su proposte legislative (presieduta da Antonia di Carcaci), sull'attività dei Comuni (presieduta da Piretta Rocco), che presentano interessanti relazioni dei lavori svolti. La Sezione di Milano inaugura una serie di riunioni rionali per attivare l'attenzione sui problemi delle varie zone della città; la Sezione di Ravenna dedica conferenze e lezioni all'assistenza sociale e sanitaria; a Bologna Maria Lalatta apre uno stand all'Ente Fiera e si occupa dell'artigianato femminile. La Sezione di Torino si era già distinta per un particolare impegno a favore di un folto gruppo di profughe giuliane, nonché dei molti immigrati del Sud d'Italia per i quali furono create tre Sezioni A.N.D.E. nelle zone di Falchera, Madonna di Campagna e Druento, come centri di incontro che le socie visitavano regolarmente aiutando i nuovi arrivati ad inserirsi nella vita cittadina. Per loro l'A.N.D.E. creò una biblioteca circolante le cui socie venivano incoraggiate a partecipare ad incontri politici e culturali dove spesso la "dantista" M. Teresa Balbiano leggeva loro i Canti della Divina Commedia. Fanny Badini Confalonieri organizza un importante dibattito al Teatro Carignano sul tema: "La cronaca nera" e si reca da De Benedetti, direttore de "La Stampa" per chiedergli di non pubblicare raccapriccianti fotografie di delitti nelle pagine di un giornale che entra nelle case delle famiglie e mette a rischio la serenità dei più giovani. *** Nel 1955 l'A.N.D.E. di Ferrara presenta una dettagliata relazione su "Perdita della cittadinanza da parte della donna italiana che contrae matrimonio con uno straniero". L'A.N.D.E. di Roma, negli anni '55 e '56, si dedica particolarmente a seguire il lavoro parlamentare riguardante l'approvazione di quei Progetti di legge studiati dall'Associazione e che non hanno concluso il loro iter. E' questa una attività che caratterizzerà sempre, negli anni seguenti, il lavoro della Sezione romana. Nel 1955 7 due lodevoli iniziative: la Sezione di Milano porta a Roma un gruppo di mondariso, accompagnate dalla signora Dosio. Vengono ricevute in Campidoglio dal Sindaco Rebecchini, visitano la FAO, la città e fanno sosta in San Pietro, dove ricevono la Benedizione del Santo Padre. Viene offerta loro una gita con colazione ad Ostia che procura alle Mondine il particolare piacere di vedere per la prima volta il mare. Con la visita al Parlamento e lo spettacolo del Carosello Militare a Piazza di Siena si conclude la permanenza romana delle mondariso che, lasciando la capitale, hanno esternato in commoventi lettere alle dirigenti della Sezione romana dell'A.N.D.E. la loro grata e devota simpatia. Scrive la "mondina" Maria Brusa: "Questi giorni trascorsi con voi a Roma credo che li potrò segnare tra i più belli della mia vita. Neanche quando mi sposerò avrò questa gioia di rivedere questa magnifica città e forse sono anche la prima "mondina" della mia zona che ha avuto l'onore di questa ospitalità offerta dall'A.N.D.E. affinché ci si impari a conoscere e con la solidarietà che ci deve sempre distinguere. Le donne a qualsiasi livello sociale appartengono debbono avvicinarsi sempre più per portare il nostro aiuto e contributo alla democrazia e alla pace. Per parecchio tempo nelle nostre risaie non vi è stata che propaganda di odio verso coloro che noi non avevamo mai potuto avvicinare, ma da questo primo incontro ci siamo rese conto della falsa propaganda dei comunisti e che con la buona volontà di tutte le donne che l'A.N.D.E. può e deve avvicinare, si possono fare ancora tante cose. Ma dobbiamo fare e fare subito e soprattutto tra le lavoratrici della terra che hanno tanto bisogno di migliorare moralmente e socialmente. Un grazie a tutte le Signore dell'A.N.D.E. che ci hanno dato questa magnifica possibilità". (Notiziario A.N.D.E. Anno I n. 2 - 25 giugno 1955). La Sezione di Roma, per iniziativa di Maria Theodoli, promuove l'assegnazione di una assistente sociale a bordo delle navi che trasportano emigranti e controlla le prime applicazioni di questo esperimento. Queste iniziative coronano una lunga e minuziosa preparazione, una capillare opera di penetrazione in diversi ambienti, una costante azione di pressione sugli organismi competenti. La conquistata consapevolezza della influenza che attraverso il voto possono esercitare sulla vita del Paese, porta le socie dell'A.N.D.E. a voler migliorare la qualificazione femminile non solo in un ambito politico e sociale ma anche in un ambito professionale. *** A Milano nel 1961 ha luogo un importante convegno di studio sul tema "Licenziamento a causa di matrimonio" e nella sua relazione introduttiva il relatore Prof. Arturo Carlo Jemolo sottolinea la diversità di trattamento fra il settore pubblico e quello privato dove vige la indiscriminata potestà di licenziamento della donna da parte del datore di lavoro. L'Avv. Maria Giuseppina Manfredini, vicePresidente dell'Unione Giuriste Italiane sottolinea che l'art. 37 della Costituzione va interpretato in 8 relazione all'art. 31 che pone come compito dello Stato il favorire la formazione della famiglia. A Roma nel maggio 1963 l'A.N.D.E. approva la risoluzione di concordare una efficace e dinamica azione con altre associazioni femminili per adeguare la mutata condizione sociale ed economica della donna ai dettami costituzionali e presentare in Sede parlamentare alcune modifiche al Codice Civile e Penale. Ne risultano alcuni articoli da abrogare, altri da modificare sia nel contenuto che nella dicitura. Ci vorranno anni perché in Italia molte di queste modifiche vengano approvate. I Convegni del 1963 e 1965 riportano alla ribalta i temi politici. Il Partito Comunista nelle elezioni del 28 aprite '63 ha conquistato più di un milione di voti. A Catania i Comitati Civici hanno chiesto all'A.N.D.E. di collaborare e danno larga diffusione ad un manifesto dell'A.N.D.E.: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE ELETTRICI Associazione Apartitica per l'Aggiornamento dell'Elettore e la difesa dei suoi diritti Elettrici, Elettori ATTENZIONE IL COMUNISMO AVANZA!!! Il 28 Aprile ha conquistato in Italia più di un milione di voti. Più di un milione di italiani hanno creduto alla sua maschera e dimenticato la sua realtà. LA REALTA' DEL COMUNISMO E' IL MURO DI BERLINO! Quel muro ogni giorno bagnato di sangue e contro cui invano s'infrange la disperazione di un popolo! ELETTORI DIFENDIAMOCI SE IL COMUNISMO TRIONFA QUESTA DISPERAZIONE SARA' LA NOSTRA Nessun voto ad esso. Nessun voto al suoi alleati, nessun voto ai partiti di incerto contenuto. Scegliamo i partiti che propugnano i nobili principi che guidano il libero ed ordinato progresso delle nazioni più civili del mondo. Votate candidati preparati, coraggiosi ed onesti. Elettrici, date un voto di preferenza ad una donna. ELETTRICI, ELETTORI, NESSUNO MANCHI AL VOTO! Nessuno rinunzi a questo prezioso diritto e ciascuno usi di quest'arma prima che dal comunismo gli sia strappata. L'anno 1963 saluta anche l'ingresso della donna italiana in Magistratura, ultima conquista 9 femminile nel campo del diritto pubblico. Altre grandi affermazioni sono state ottenute negli anni precedenti nel diritto del lavoro: parità salariale e divieto di licenziamento in caso di matrimonio. (Battaglie che anche l'A.N.D.E. ha combattuto negli anni precedenti). Le associazioni femminili devono ora concentrare i loro sforzi ed attirare l'attenzione del Parlamento e della opinione pubblica sulla arretratezza del diritto familiare e del diritto penale, ordinamenti che pregiudicano la dignità della donna e richiedono ampie e approfondite riforme per adeguarsi alle condizioni di vita attuali. È nel 1963 che la Sezione di Ravenna appoggia la legittima aspirazione delle donne della Repubblica di San Marino ad ottenere il diritto di voto, che sarà loro concesso nel 1964. *** Il 1966, in un Convegno ad Asolo, ospiti della Presidente della Sezione di Asolo, Mariuccia de Lord, alla presenza dei Sottosegretari al Bilancio, Caron, ed agli Esteri, Oliva, e dell'On. Malagodi, l'A.N.D.E. studia le cause della impreparazione politica in Italia e della scarsa funzionalità dei mezzi offerti dalla società moderna all'educazione dell'elettorato. Per ricordare la scomparsa Presidente dell'A.N.D.E. di Venezia, Dora Ivancich, viene istituito un premio a Lei intestato da destinarsi ad un viaggio a Roma di una Studentessa veneta laureata in Legge, Scienze Politiche o Filosofia. L'On. Oliva ha offerto il biglietto di viaggio per la prima edizione. L'On. Malagodi conclude il convegno alla Fondazione Cini affermando: "Una società pluralistica, una economia di mercato, la molteplicità dei partiti, dei Sindacati, delle associazioni, le Autonomie Locali, l'inserimento irreversibile dell'Italia nell'area europea ed atlantica che sono aree di libertà; ecco altrettanti fatti di educazione di tutti noi alla iniziativa e alla responsabilità". Alla Fondazione Cini a Venezia ha luogo anche il 19mo Convegno Nazionale che vede partecipi l'On. Dal Canton, l'On. Caron, l'On. Giomo e Indro Montanelli. Al Convegno sono stati invitati il Preside dell'Istituto Magistrale di Venezia, il Segretario dell'Associazione Europea degli Insegnanti, professori e studenti dell'Istituto. Il tema "Per una società migliore" suggerisce una molteplicità di argomenti presentati da approfonditi studi delle Sezioni. Indro Montanelli vede nell'Educazione Civica la chiave di ogni miglioramento e conclude: "Il problema non è insegnare l'educazione civica ma fare della educazione civica, come avviene in Svizzera, Inghilterra e America". *** Il Convegno di Firenze del 1968 è definito dalla Presidente di Napoli, Mary Avati, un "Convegno 10 di ricerca e di adattamento", un momento di riflessione e riorganizzazione interna dell'A.N.D.E. che prosegue con un seminario di studi ad Albano Laziale nel 1970. Nel 1972 l'A.N.D.E. è preoccupata per la fine prematura della V Legislatura che affossa molte riforme importanti, fra cui il nuovo Diritto di Famiglia, alla cui stesura l'Associazione aveva largamente contribuito tramite una commissione di lavoro collegata con la Commissione Giustizia della Camera. Tale Commissione era guidata dall'Avv. Spagnoletti, una donna di grande competenza e serietà, e annoverava fra le partecipanti: Elena Argentieri Federzoni, Anna di Brazzà, Manuela Cottafavi, Antonella Danese, Anna Filo della Torre, Bianca Maria Leopardi, Ida Matarazzo, Giovanna Morozzo della Rocca, Beatrice Spalietti, Zesi Valsecchi, Fiamma Venturini. La Commissione prese in esame i progetti di legge presentati dall'On. Falcucci e dall'On. Reale, fermando l'attenzione soprattutto sugli articoli atti a disciplinare i casi di nullità di matrimonio, derivanti da vizi di consenso per violenza ed errore. I lavori dell'A.N.D.E. furono un concreto apporto alla stesura definitiva della legge. *** All'inizio degli anni '70 l'interesse dell'A.N.D.E. si focalizza sulla formazione di una coscienza europea. Il Congresso di Caserta del 1973 festeggia la nuova Sezione ed ha un tema ambizioso e stimolante "Società e famiglia nell'Europa di domani". Mariuccia Zerilli Marimò, Segretaria Nazionale, nel suo indirizzo di saluto all'On. Andreotti, all'On. Gonella ed all'On. Malfatti presenti alla riunione tenutasi nel suggestivo teatro della Reggia di Caserra, dice: "... è più che mai necessario che i vari popoli d'Europa, i quali sono stati gli alfieri, i creatori ed i protagonisti della civiltà occidentale, ritrovino in una comunione di spiriti e di azioni, quell'unità che sola può assicurare a ciascuno di essi quel grado di sicurezza e quel ritmo di progresso che ciascuno non potrebbe in alcun modo garantirsi e realizzare da solo, quell'unità che aveva sognato e promosso De Gasperi". *** Un appuntamento veramente speciale nella vita dell'A.N.D.E. è il Convegno di Firenze del 1974, che segna il punto di partenza di un impegno che negli anni seguenti determinerà il lavoro di tutte le Sezioni. Ospiti de "La Nazione" e del suo Direttore Bartoli, l'Associazione si riunisce nella nuova Sala delle Conferenze del giornale fiorentino per una tavola rotonda dal tema "Ruolo dei sistemi elettorati - finanziamento e ruolo dei partiti". Sono invitati a parlare il Prof. Fisichella, il Prof. Sartori e l'On. Bignardi. Il ruolo del sistema elettorale in uno stato democratico e il problema del finanziamento ai partiti sono i temi su cui si incentra il dibattito. Tutti i relatori sono d'accordo 11 nel ritenere che non bisogna farsi illusioni sul fatto che sia sufficiente mutare il sistema elettorale per trasformare una situazione politica. Il problema è quello di incidere sul corpo sociale ed elettorale e di farlo maturare, "perché è facile far esprimere questo corpo elettorale una volta maturo, mentre nessuna buona legge farà votare bene un cattivo corpo elettorale". Ma il sistema elettorale non è indifferente: alcuni sistemi possono contribuire a risollevare la situazione. Uno per tutti il sistema maggioritario uninominale a doppio turno, che assicura stabilità governativa senza nuocere ai partiti minori. Riguardo al secondo argomento di discussione, non trova in questa tavola rotonda un grande consenso la legge appena varata sul finanziamento pubblico dei partiti, in quanto si ritiene che contribuirà ad una loro ulteriore burocratizzazione non garantendo minimamente la risoluzione del problema dei finanziamenti di altro genere. Il Prof. Sartori rileva che di grande importanza sono i sistemi elettorali anche e soprattutto all'interno dei partiti stessi, perché è lì che si applica un tangibile metodo di incentivi e vantaggi, di premi o di sanzioni. Il Prof. Fisichella conclude il suo esame comparativo dei sistemi elettorati tedesco, inglese e francese affermando: "... se siamo sicuri che i prezzi politici di una riforma sarebbero più alti dell'immobilismo, allora non modificheremo... ma se siamo sicuri del contrario, lavoriamo, ciascuno per la propria parte, per modificare la situazione, poiché modificando il sistema elettorale si modifica al tempo stesso la topografia politica..". *** Due anni dopo, nel 1976, l'A.N.D.E. celebra il suo trentennale ed organizza un dibattito a Palazzo Barberini con il Prof. Fisichella, l'On. Baslini (autore del libro "Decidere con il voto") e il Prof. Pasquino, autore di una proposta di riforma istituzionale "Restituire lo scettro al Principe" che proponeva l'adozione di un sistema elettorale sul modello di quello francese. Il Prof. Fisichella osserva che il sistema politico e partitico non sembra in grado di procedere verso serie riforme istituzionali. Ha perciò molta importanza il ruolo della pubblica opinione come funzione di stimolo, di pressione ed anche di proposta. Per quanto lo riguarda ritiene che sul piano elettorale sarebbe di primaria importanza una riforma tendente ad introdurre una formula di doppio turno. Egli ha valutato con attenzione tutto ciò che ha detto Pasquino ma ritiene che, a conti fatti, con riferimento all'Italia sia preferibile una riforma elettorale a doppio turno, ma in una logica che è di collegio uninominale e non plurinominale come la proposta di Pasquino, perché consentirebbe a certe forze politiche di allearsi ed attivare un gioco di presentazione di candidature combinate. D'altra parte ci sono alcune forze politiche che potrebbero evitare di compiere una scelta a priori in termini di schieramenti senza per questo rinunciare a combattere una battaglia politica importante e senza 12 rinunciare ad assumere una funzione polarizzante. La seduta viene improvvisamente interrotta da un concitato annuncio di Beatrice Rangoni Machiavelli: "Dalla Libia sono stati lanciati dei missili contro la Sicilia, colpita Lampedusa...". Scompiglio nelle file delle numerose socie siciliane presenti, corse ai telefoni e forzata conclusione dell'interessante dibattito... *** Il Convegno di Torino del 1978 impegna l'A.N.D.E. su un argomento che da sempre è una delle piaghe dell'Italia: la disoccupazione giovanile. La Sezione di Torino, una delle più impegnate, si era particolarmente distinta, nel 1970, per aver dato un attivo contributo mediante un Comitato di Associazioni femminili congiunte (C.A.F.T.) alla corretta applicazione della legge-quadro per il passaggio dei poteri che l'art. 117 della Costituzione attribuiva ai nostri Enti Regionali a Statuto Ordinario. La Presidente Nanda Parato aveva svolto un'azione di coordinamento e di collegamento fra il C.A.F.T. e le nuove autorità regionali. Il problema del lavoro dei giovani, il cui malessere ha tanta parte nel terrorismo in atto, viene dibattuto con qualificati rappresentanti europei, il Prof. La Fougère, Consigliere per gli Affari sociali francesi, e il Prof. Buse, Capo Ufficio studi della Friedrich Naumann Stiftung. Si discute la validità della legge 285 del 1/6/77 sull'occupazione giovanile, mettendo in rilievo le critiche più apprezzabili e le iniziative per opportuni interventi correttivi. Si raccolgono le opinioni delle diverse componenti interessate al mondo del lavoro e dell'occupazione, nelle persone di rappresentanti dell'Associazione Artigianati, Industriali e con i diretti rappresentanti della Camera del Lavoro. Si conclude lamentando la mancanza di raccordo fra scuola e mondo del lavoro e la carenza di una analisi economica, mentre si privilegiano solo analisi sociologiche e politiche. Le Sezioni dell'A.N.D.E. approfondiscono il problema ispirandosi alle diverse caratteristiche della loro Regione. *** Gli anni '80 si aprono ancora con un dibattito sulla "Crisi della governabilità e riforma dello Stato" (Lecce 1981). Dopo più di un anno di analisi, di studi e riflessioni accuratamente preparate nelle Sezioni, le socie andine discutono assieme le diagnosi e le prospettive per colmare il fossato che separa la società civile dalla politica e per restituire ai cittadini la fiducia nelle Istituzioni. La causa a cui si imputa la crisi è complessa: per troppo tempo in Italia si è discusso del corretto rapporto di forze che deve sussistere tra il potere esecutivo e quello legislativo, ondeggiando tra la preminenza del primo sul secondo e viceversa, ma senza riuscire a trovare mai una soluzione definitiva capace di soddisfare prima di tutto l'interesse del paese e non quello delle segreterie dei 13 partiti. Dal Convegno emerge una tendenza non verso uno stravolgimento dei principi costituzionali, ma verso una migliore attuazione dei medesimi. In aderenza al dettato costituzionale, si sollecita un maggiore rispetto dell'art. 92 della Carta Costituzionale, restituendo al Presidente del Consiglio la più ampia autonomia nella scelta dei propri ministri. Inoltre, stante la crisi dei sindacati, si richiede l'emanazione di una normativa sulla regolamentazione del diritto di sciopero, che garantisca i diritti dei lavoratori e l'autonomia dei sindacati. *** Con il convegno di Pesaro del 1982 si inaugura un ciclo di convegni su temi di rilevanza più spiccatamente sociale. Questi gli argomenti: la tossicodipendenza, l'inquinamento (fenomeno che l'A.N.D.E. già nei primi anni ottanta vedeva in grave e crescente espansione) e la necessità di una più efficiente organizzazione del servizio di protezione civile, date le tante zone ad alto rischio sismico in Italia. ANDE ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE ELETTRICI SEZIONE ROMANA GIOVEDI' 9 MARZO ORE 21.15 NEL RIDOTTO DEL TEATRO ELISEO VIA NAZIONALE, 183 SI TERRA' UNA "TAVOLA ROTONDA" CON TEMA DROGA: UNA MMACCIA PER TUTTI PARLERANNO: Dott. Marcello Sacchetti - Assessore all'Igiene e Sanità del Comune di Roma Dott. Franco Nanni - Sostituto Procuratore della Repubblica - Tribunale dei Minorenni Don Mario Picchi - Direttore del Centro ENAMS Dott. Salvatore Rubino - Medico Igienista Moderatore: Dott. Domenico Bartoli - Direttore della "Nazione" Seguirà dibattito. La S.V. è vivamente pregata di intervenire La Presidente Nazionale Flavia della Gherardesca La Presidente della Sezione Romana Carla Gaja Alla tossicodipendenza l'A.N.D.E., fin dal 1972, aveva dedicato la sua allarmata attenzione. Fra le tante iniziative promosse o appoggiate dall'A.N.D.E. possiamo ricordare: contatti con le Commissioni Giustizia e Sanità di Camera e Senato, organizzazione di corsi di aggiornamento per presidi ed insegnanti sotto la guida del Provveditorato, scuole di formazione di personale medico e paramedico, centri di pediatria sociale, distribuzione di opuscoli informativi, creazione di centri telefonici di ascolto e di indirizzo. Un interessante "libro bianco" dal titolo "Droga: genitori ecco quel che dovete sapere", primo nel suo genere in Italia, viene stampato su iniziativa della Segretaria Nazionale Mariuccia Zerilli Marimò e distribuito in migliaia di copie su 14 tutto il territorio nazionale. Le socie romane Fiamma Venturini e Mimma Lucich organizzano, in 46 istituti privati, incontri fra genitori, psicologi, operatori scolastici e comunali. Al convegno di Pesaro era stato invitato anche il Presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini, il quale in un ampio messaggio aveva sottolineato la "sensibilità e l'intuizione" delle associate di fronte ai problemi del paese. "Voi siete riuscite, sin dai primi anni del dopoguerra, a cogliere i fermenti e le esigenze del nostro paese in un momento particolarmente difficile per la sua storia e, dimostrando sensibilità ed intuizione, avete posto, responsabilmente, larghe fasce dell'opinione pubblica di fronte al nuovo ruolo che la donna veniva assumendo in una società in completa trasformazione. Con la vostra partecipazione attiva ai problemi politici, sociali, economici, con la vostra esperienza, frutto di pratica e di saggezza, con concrete proposte, avete fornito un equilibrato e sostanziale apporto a molte determinazioni che i competenti Organi hanno via via assunto". *** Nel 1983 a Palermo nel convegno "Capire il futuro: l'A.N.D.E. per la società di domani", i temi ricorrenti sono ancora quelli relativi alla terza età, ai servizi pubblici, la lotta alla droga e all'inquinamento. E poi scuola, tecnologia, consumi, informatica, nuovi linguaggi e rivoluzioni tecnologiche. Un'attenzione particolare è data all'economia "per il passaggio obbligato dalla società dello spreco alla società del risparmio". In questo specifico quadro emerge l'importanza del ruolo della donna come operatrice economica. Le donne si interrogano: una volta presa coscienza del processo di trasformazione in atto nella società, non solo nazionale, ma anche europea, quale tipo di "formazione" deve essere di supporto per uno sbocco positivo di tale processo? Si continua ad interrogarsi sulla società del futuro, anche l'anno successivo al Convegno di Ferrara dal tema "Scelte di fondo per una migliore qualità della vita". La protezione dell'ambiente (particolarmente sentita a Ravenna e Venezia per la questione del turismo sull'Adriatico), la tutela del patrimonio artistico, la disoccupazione, l'educazione civica come educazione alla partecipazione sono le tematiche che più attraggono l'interesse delle varie delegate e rappresentanti di Sezione. Di particolare rilievo gli interventi del Ministro degli Interni, Oscar Luigi Scalfaro, e del Professor Beniamino Andreatta. Nel 1986-87 scocca "l'ora delle riforme istituzionali". Le varie Sezioni incentrano la propria riflessione sui "tre poteri dello Stato" individuandone competenze, limiti e prevaricazioni. Non manca il tema dell'Europa considerata "elemento indispensabile di equilibrio a livello internazionale e quindi fattore di pace". Ma se in questo convegno si inizia già a parlare concretamente degli equilibri istituzionali, un programma ed un impegno politico precisi li avremo soltanto l'anno successivo nello storico convegno di Chianciano: "Più potere all'elettore". 15 Preoccupata per il continuo deteriorarsi della credibilità e del prestigio delle istituzioni democratiche e per l'accentuarsi del distacco tra cittadini e classe politica, l'Associazione Donne Elettrici sofferma la propria attenzione sulle prospettive per la riforma elettorale, facendosi portatrice, con largo anticipo rispetto alla classe politica italiana, degli impulsi che poi hanno condotto all'affermazione del sistema elettorale maggioritario, che assicura un rapporto più diretto tra elettore e candidato, ridimensionando l'invadenza delle segreterie dei partiti. Nella sua relazione introduttiva la Presidente, Flavia della Gerardesca, facendo un bilancio del biennio di attività, aveva sottolineato la crescita dell'associazione e l'impegno delle socie di fronte ai diversi temi e problemi. Due le denunce nei confronti della partitocrazia: "Il pluralismo è democrazia, ma i partiti hanno interpretato quest'ultima non come espressione della volontà dell'elettorato sovrano, ma come lottizzazione da ripartire sotto le varie etichette ideologiche. Esse agiscono in base al primato della politica sul diritto, concetto che sacrifica lo stato di diritto alla momentanea opportunità politica". Inoltre le delegate evidenziano la necessità di ridefinire i poteri del Presidente del Consiglio: l'impasse creata da uno strisciante parlamentarismo rende forte l'esigenza di una legge che regoli le funzioni e le attribuzioni del capo del governo, in attuazione della Costituzione; il dibattito parlamentare, vivo in quei mesi, porterà nel 1988 all'approvazione della Legge n. 400, sulla disciplina dell'attività di governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A Chianciano alla tavola rotonda dal tema "Una lega per la riforma del Sistema Elettorale" intervengono l'On. Mario Segni, l'On. Antonio Patuelli, l'On. Gianfranco Spadaccia, l'On. Alfredo Diana e Anita Garibaldi. Tutti gli oratori, sottolineando il ruolo essenziale dei movimenti di opinione, convengono che una delle cause maggiori della frammentazione della vita pubblica e dell'ingovernabilità è il sistema proporzionale. L'On. Mario Segni spiega il motivo della costituzione della "Lega per la riforma elettorale" e si dichiara favorevole ad un sistema maggioritario a due turni con ballottaggio, ritenuto più consono alla situazione italiana. La Segretaria Nazionale Cettina Lanzara parla dell'inchiesta DOXA sollecitata dall'A.N.D.E. per avere una risposta su "Come votano gli Italiani": se danno il voto di preferenza e con quali criteri; se sono soddisfatti del sistema con cui vengono compilate le liste dei candidati; se hanno seguito il lavoro parlamentare degli eletti. La DOXA consegna all'A.N.D.E. un dettagliatissimo resoconto del sondaggio condotto, come al solito, in modo esemplare tra elettori divisi per zone geografiche e centri grandi, piccoli e medi, per sesso, per età, per condizione sociale. I risultati dati all'Ansa il 30 aprile, furono largamente ripresi dalla stampa suscitando grande interesse e numerosi commenti su vari giornali e riviste, dal 16 Quotidiano di Lecce al Corriere della Sera che titolava su quattro colonne: L'Italia che vota è scontenta del sistema metà degli elettori non sceglie un candidato. Nelle ultime elezioni politiche del 1983, il 47% degli italiani non hanno dato voti di preferenza (il 38% degli uomini contro il 46% delle donne). Su 100 elettori che avevano dato un voto di preferenza 46 affermavano di averlo dato ad un candidato che godeva della loro fiducia, 21% ad uno che conoscevano personalmente, 18% al primo o secondo della lista, 16% ad uno che aveva la fama di onesto, 7% al raccomandato di un partito. L'attuale sistema elettorale, basato su liste compilate dalle segreterie dei partiti, è approvato dal 29% degli intervistati, non è approvato dal 44% con 27% di incerti. La terza domanda dell'intervista permette di constatare che circa metà degli interessati non avevano poi seguito l'attività parlamentare degli eletti, mentre 16% l'avevano seguita e non la approvavano e altrettanti avevano seguito l'attività parlamentare del deputato o senatore, ma non erano in grado di esprimere su di essa un giudizio. Sollecitate dal Centro Nazionale, in preparazione al Convegno, le Sezioni moltiplicavano gli incontri con studiosi ed esperti di diritto costituzionale, esaminando e discutendo progetti e proposte di riforma. *** Nel 1988 a Trieste si parla di "Nuovi ed antichi diritti umani tra politica, economia e cultura". Il tema centrale è la libertà di informazione in un sistema democratico: forte è la denuncia dei vari elementi di distorsione che rendono l'informazione nel nostro paese "dimezzata", troppo spesso manovrata da gruppi di potere occulti e standardizzata dai monopoli che dominano testate e reti televisive. Nel convegno vi è anche lo spazio per approfondire gli interrogativi connessi con le nuove frontiere della scienza nel rispetto dei diritti della persona. Vengono dibattuti i profili di carattere medico, scientifico e sanitario, nonché quelli etici, giuridici, sociali e politici connessi all'ingegneria genetica, al trapianto d'organi, alla ricerca e alla sperimentazione. Nella grande Sala Saturnia del Palazzo dei Congressi di Trieste, la Presidente Etta Carignani ringrazia la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia per il suo patrocinio e le presenti eccezionalmente numerose per gli eroici viaggi effettuati malgrado un contemporaneo sciopero di aerei e treni. Sono invitati a parlare il Prof. Lucio Colletti, Piero Ostellino, l'On. Adriano Biasutti, il Prof. Paolo Ungari, l'On. Santuz. A conclusione del Convegno la Sezione di Trieste pubblica un importante opuscolo "I diritti umani e la Scienza", a cui collaborano con i loro scritti molti professori dell'Università triestina. *** 17 Il tema del XXXVII Convegno tenutosi a Lucca è quello dell'"Ecologia tra Economia e Politica", con un sottotitolo che è anche un monito ed un appello: "Siamo tutti responsabili del nostro pianeta". E' un convegno affidato soprattutto a tecnici: il prof. Paolo Maddalena, Vice Procuratore Generale della Corte dei Conti e estensore della legge sull'ambiente (Gatasso), Vittorio Silano, Direttore Generale del servizio di prevenzione degli inquinamenti al Ministero dell'Ambiente, Anna Paola Tantucci, Presidente per l'Italia dell'E.I.P. (Associazione Internazionale Ecole Instrument de Paix) e coordinatrice della Commissione per l'educazione ambientate. Importante è creare una coscienza precisa: l'ambiente non è solo un bene individuale, ma un bene di tutti, è un valore che non può essere leso, al pari di altri valori come la persona umana, la vita, l'integrità fisica e morale degli individui e richiede, dunque, proprio per queste sue caratteristiche, una tutela particolare. *** Nel 1990 a Catania l'attenzione si sposta sul funzionamento degli Enti Locali: "Governo degli Enti Locali: consenso, stabilità, efficienza". Da sempre le donne elettrici, attraverso le loro Sezioni dislocate e radicate nel territorio, operano da stimolo per le amministrazioni locali. L'analisi storica consente di verificare che in quarant'anni maggioranze ibride che si sono costituite hanno finito per fissare gli accordi in base alla reciproca spartizione di interessi nel nefasto intreccio tra politica ed affari. Le decisioni avvengono al di fuori delle giunte e degli organi competenti. Il governo degli enti locali è diventato un governo autoritario che appare sempre più lontano e scisso dagli interessi della gente, dal benessere dei cittadini. Secondo le varie delegate dell'A.N.D.E. occorre, dunque, l'elezione diretta del sindaco o dei Presidenti delle giunte per far sì che questi siano chiamati a rispondere del loro operato davanti ai cittadini e non alle segreterie dei partiti. Una visione anche in questo precorritrice. Quali le conclusioni? Eccole, lucidissime, nell'intervento della delegata della Sezione di Lucca, Marilù Orlando, fortemente condivise anche dalle altre socie: "E' necessario che gli italiani riprendano il gusto e la coscienza della partecipazione di fare politica, riscontrando l'importanza e l'utilità di sentire di nuovo l'impulso di lottare per lasciare ai posteri un paese migliore, una società più giusta, nella consapevolezza di non essere più entità trascurabile e disprezzata da blandire per venti giorni una volta ogni cinque anni, e da trascurare per tutto il resto del tempo, ma un'entità degna di ogni rispetto, da servire con onestà ed alla quale, alla fine di ogni mandato elettorale, non ammannire promesse poi non rispettate, ma rendere conto, scrupoloso conto, del proprio operato di amministratori. Solo così sarà possibile riportare la fiducia del popolo nelle istituzioni". 18 Nel 1990 l'A.N.D.E. si fa portavoce della battaglia condotta dall'On. Mario Segni per il passaggio dal sistema proporzionale al sistema maggioritario uninominale, cosciente del fatto che questo sistema avrebbe consentito di individuare ed appoggiare uomini e donne di provata competenza e serietà. Nella persona della sua Presidente, Flavia della Gherardesca, l'associazione partecipa attivamente al neonato Comitato per le Riforme Elettorali (Corel). Nella primavera vengono raccolte firme per sottoporre a referendum popolare alcuni quesiti per ottenere appunto una riforma in senso maggioritario e per l'abolizione della preferenza unica. Nel gennaio 1991 la corte Costituzionale boccia due dei tre quesiti, ritenendo ammissibile soltanto quello sull'abolizione della preferenza multipla. Il 9 giugno dello stesso anno, 27 milioni di italiani votano sì a favore della preferenza unica. Nel settembre dello stesso anno il Corel decide di raccogliere nuovamente le firme per i due referendum bocciati dalla Corte Costituzionale, modificando i quesiti. Lo sforzo dei Corel e l'aiuto dell'A.N.D.E. porterà alla vittoria dei referendum abrogativi del 18 aprite 1993, che decreteranno il passaggio ad un diverso sistema elettorale. *** Ancora a Padova, nel 1991, presente l'On. Mario Segni, l'On. Tina Anselmi e l'On. Ombretta Fumagalli, si deplora che molti diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione vengano disattesi, anche e soprattutto per l'inefficienza degli Enti Locali. Le Sezioni si sono impegnate su tutto il territorio nazionale ad esercitare un controllo dell'attuazione della legge 142 sugli Enti Locali, che consente ai cittadini maggiore accesso e collaborazione alla vita pubblica della loro città. "Una società civile si connota per l'alta fruizione di diritti da parte dei cittadini" afferma, applauditissima, Liliana Spagnolo Presidente della Sezione di Bari. Conclude l'On. Ombretta Fumagalli dichiarando: "Il Parlamento ha reagito attraverso le leggi 142 e 241 contro aspetti molto negativi della nostra società che sono l'eccesso, le degenerazioni e l'arroganza della democrazia, ed ha cercato di introdurre nuovi strumenti di controllo e di partecipazione dei cittadini". Nel 1993, a Firenze, durante i lavori del Convegno sul tema: "Ricostruire l'Italia: le priorità nell'emergenza", ha luogo una tavola rotonda alla quale partecipano Luigi Abete, Sergio D'Antoni, Mario Segni, Valdo Spini e Beatrice Rangoni Machiavelli. "Non è più tempo di denunce e recriminazioni - afferma Beatrice Rangoni - l'abbiamo fatto per trenta anni e siamo tristi ed amareggiate di avere avuto ragione al di là delle più pessimistiche previsioni". Economia e Europa sono i due maggiori appuntamenti mancati verso i quali occorre moltiplicare gli impegni. Ma lo sguardo si leva verso la fine del XX secolo: "Cresce in molte di noi la convinzione che la fine del ventesimo secolo segnerà la rivincita dei valori della persona umana. È a questo che ci porta il 19 cammino per raggiungere la parità effettiva intesa in senso lato, come essenza dei diritti umani come uguaglianza di opportunità per tutti, come presupposto di una società aperta che riconosce ad ognuno il diritto e la possibilità di diventare ciò che vuole valorizzando i propri talenti. È alla costruzione di una nuova organizzazione sociale che le donne vogliono partecipare, denunciando la pericolosa illusione della società perfetta, ma cercando con umiltà, ogni giorno, di migliorare qualcosa. Una nuova società che combatta ogni sorta di privilegio, ponga l'interesse generale alla base delle proprie scelte. Una società di cittadine e cittadini, liberi e responsabili, che preferiscano darsi una regola piuttosto che doverla subire, ma che siano anche capaci di armonizzare la responsabilità individuale con la responsabilità collettiva. Una società che consideri la pace come elemento permanente e definitivo della convivenza civile e che ritrovi valori da cui è fiorito lo spirito e la cultura dell'Europa: il rispetto per la persona umana e la libertà di pensiero. Una società che faccia suoi questi valori, che superi la vera crisi che è morale e spirituale, sarebbe generatrice di un consenso non demagogicamente ricercato, ma strumento di partecipazione diretta e consapevole a vicende comuni in nome di ideali positivi, punto di incontro tra uno Stato più credibile ed efficiente e cittadini più fiduciosi e responsabili". *** Il 1995 vede le socie dell'A.N.D.E. a Vietri sul Mare, per iniziativa della Sezione dell'Agro Nocerino. Il tema del Convegno è "L'Italia che cambia: cultura di governo, di opposizione e di alternanza", e sono stati invitati a dibatterlo l'On. Clemente Mastella, il Prof. Dino Cofrancesco, la Prof.ssa Anna Maria Isastia. Dopo un'appassionante analisi storica, il Prof. Cofrancesco conclude: "Se non si entra in una grande prospettiva bipartitica non ci potrà mai essere la fine del consociativismo, perché bipolarismo significa il consociativismo su due piani: sul piano della maggioranza e sul piano dell'opposizione". Negli anni '90 la presenza delle donne nelle istituzioni, pur sensibilmente in crescita, è ancora insufficiente e tale da non riflettere ai più alti livelli la varietà, la complessità e la ricchezza del mondo femminile. Il che finisce per ledere due fondamentali principi, anzi due diritti: quello della parità e quello della rappresentatività democratica. La donna è, infatti, nella maggior parte dei casi, sottorappresentata. L'esigenza di superare tale situazione è stata avvertita anche dal Parlamento Europeo che in particolare nella risoluzione 169/88 ha invitato a promuovere "Azioni positive" intese come strumenti volti a raggiungere la parità quale obiettivo finale. Quella femminile è, ancora oggi, una candidatura "debole", ma la sua debolezza deriva da una positiva estraneità della donna al rituale politico con le sue regole logoranti e i suoi corollari non sempre limpidi. Non è debolezza di contenuti, né di 20 capacità. Di conseguenza rimane essenziale che i partiti limitino le condizioni di svantaggio che caratterizzano le donne nella corsa elettorale con sostegno alle candidature femminili, posizioni favorevoli nelle liste, finanziamenti della loro campagna elettorale. Questo significa, in sintesi, che i partiti devono impegnarsi non solo a candidare le donne, ma anche a farle eleggere. Il perché di questa esigenza lo troviamo nelle parole di Flavia della Gherardesca: "Il contributo delle donne italiane, che rappresentano il 52% del corpo elettorale, è determinante per far compiere un salto di qualità al nostro paese. Una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli della società potrà migliorare il modo di fare politica, perché l'azione femminile, che è sempre aderente alla realtà, tende a colmare il fossato che separa le parole dai fatti. Per le donne la politica non è tanto la lotta per il potere quanto piuttosto un'azione al servizio della comunità". 21