La Partecipazione nel TERZO
SETTORE:
modelli e strumenti
Gabriella Rocco
TERZO SETTORE
Insieme, vasto ed eterogeneo, di aggregazioni
collettive che si collocano su una terza via rispetto
allo Stato e al mercato.
Il loro scopo generale può essere ricondotto:
- tentativo di rispondere ai fallimenti proprio dei
suddetti ambiti
- perseguimento del valori costituzionale della
solidarietà e all’attuazione del principio di
sussidiarietà.
TERZO SETTORE
varietà di forme giuridiche e di ambiti di
intervento
Ambiente - assistenza sociale
cooperazione e solidarietà internazionale - cultura
filantropia e promozione del volontariato
istruzione e ricerca - ricreazione
sanità - sport
sviluppo economico e coesione sociale
tutela dei diritti
TERZO SETTORE
1. perseguimento di un fine di interesse
generale
2. svolgimento di un attività di produzione o
scambio di beni o servizi senza che ne
derivi un profitto e comunque in assenza di
scopo di lucro
PRINCIPI
COSTITUZIONALI
ART. 2 della COSTITUZIONE
Principio di solidarietà quale leva per
l’effettiva partecipazione ai processi
decisionali
PRINCIPI
COSTITUZIONALI
RIFORMA TITOLO V Art.118
Principio di sussidiarietà inteso come tessuto
connettivo che pone in relazione istituzioni,
individui, società civile e formazioni sociali
impegnate nella realizzazione del bene
comune
L. 328 del 2000
Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali
Ridefinisce il profilo delle politiche sociali
Segna il passaggio dalla concezione di utente quale
portatore di un bisogno specialistico a quella di persona
nella sua totalità costituita anche dalle sue risorse e dal
suo contesto familiare e territoriale;
L. 328 del 2000
Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali
passaggio da una accezione tradizionale di
assistenza, come luogo di realizzazione di
interventi riparativi del disagio, ad una di
protezione sociale attiva, luogo di
rimozione delle cause di disagio ma
soprattutto luogo di prevenzione e
promozione dell’inserimento della persona
nella società attraverso la valorizzazione
delle sue capacità.
L. 328 del 2000
Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali
principi di coordinamento e di integrazione
tra gli interventi sanitari e dell’istruzione e
le politiche attive del lavoro ma la legge
aggiunge che tale programmazione deve
essere fatta coinvolgendo anche il Terzo
settore.
STRUMENTI
Introduzione strumenti normativi e
tecnici che auspicano e prevedono
processi deliberativi partecipati nel
raggiungimento di obiettivi di sviluppo
qualitativo e sostenibile dal punto di
vista sociale, ambientale ed economico
STRUMENTI
Gruppi di lavoro tematici
Forum
Focus group
Indagini pubbliche sulla percezione della
qualità della vita o su singole questioni di
dibattito
ANIMAZIONE TERRITORIALE
Tutto ciò che va ad incrementare il grado di
sensibilizzazione e di partecipazione degli
attori locali intorno a problemi comuni.
altresì
modalità per giungere ad un buon grado di
lettura e analisi del contesto locale
secondo una logica di tipo bottom up.
ANIMAZIONE TERRITORIALE
FASI
1) dinamizzazione e sensibilizzazione dell’area
territoriale;
2) acquisizione e socializzazione di informazioni ed
esperienze;
3) incremento della cooperazione tra gli attori e
costruzione dei partenariati di progetto;
4) elaborazione condivisa di progetti di sviluppo
territoriale
ANIMAZIONE TERRITORIALE
Fase 1: dinamizzazione e sensibilizzazione dell’area territoriale
Coinvolgimento degli attori in maniera dinamica
Un esempio è l’Outreach: andare a consultare le persone piuttosto che
aspettare che queste vengano da noi
Gli strumenti e le modalità dell’Outreach sono assai varie.
• distribuzione di materiale informativo nelle case oppure direttamente alle
persone in situazioni di aggregazione (mercati, assemblee, ecc.);
• articoli su giornali locali, spot informativi su radio e tv;
• interventi informativi e di scambio mirati nell’ambito di riunioni di specifici
gruppi (per esempio gruppi territoriali di imprenditori, di operatori del
sociale, ecc).
ANIMAZIONE TERRITORIALE
Fase 2: acquisizione e socializzazione di informazioni ed esperienze
Si procede ad una indagine conoscitiva del contesto locale attraverso raccolta
di materiale documentale, realizzazione di interviste semistrutturate,
incontri organizzati.
Queste attività sono molto simili a quelle previste per la
Ricerca-Azione Partecipata
che, pur avendo uno scopo conoscitivo, promuove un attivo coinvolgimento da
parte di tutti i soggetti o gli attori locali significativi del territorio o del
contesto, depositari del sapere locale.
RICERCA - AZIONE
• i Forum, incontri allargati in cui si condividono i risultati
dell’indagine con gli interlocutori e si lavora insieme, attraverso
l’utilizzo di tecniche strutturate di ascolto, per integrare l’analisi
proposta;
• i Focus Group, incontri ristretti per mettere a fuoco un
fenomeno o indagare in profondità su uno specifico argomento,
utilizzando l’interazione che si realizza tra i componenti del
gruppo.
ANIMAZIONE TERRITORIALE
Fase 3: l’incremento della cooperazione tra gli attori e la costruzione dei partenariati di
progetto
Attraverso il confronto assiduo tra singoli e rappresentanti in uno scambio reciproco e
continuo di esperienze si determina un cambio graduale nelle rispettive percezioni
cognitive, accompagnato dallo sviluppo delle conoscenze individuali e collettive.
STRUMENTI
Focus group è utile per mantenere un rapporto costante con i propri interlocutori,
aumentare l’interazione e cominciare ad impostare un vero e proprio lavoro di
progettazione.
Focus tematici, hanno l’obiettivo di far emergere le idee dei partecipanti e cominciare ad
impostare un vero e proprio lavoro di progettazione attraverso la costruzione del
partenariato di progetto.
ANIMAZIONE TERRITORIALE
Fase 4: l’elaborazione condivisa di progetti di sviluppo
territoriale
Una volta condotta l’attività di indagine-ascolto e di aver
individuato un insieme significativo di istituzioni, stakeholder o
anche semplici cittadini che sarebbe interessante mettere a
confronto, si possono applicare diversi approcci e tecniche
elaborati per favorire un’interazione costruttiva tra i
partecipanti al fine di realizzare una progettazione integrata
partecipata.
RETI
Lavorare in rete richiede un notevole sforzo di adeguamento critico, che non
porta a sopprimere le specificità, ma a valorizzare la ricchezza che deriva
dalla definizione di obiettivi comuni, dalla programmazione condivisa delle
azioni e dalla gestione partecipata degli interventi.
Costruire un partenariato richiede la capacità di:
• Riconoscere i vantaggi potenziali legati al lavorare insieme
• Definire lo sviluppo possibile del progetto, identificando congiuntamente gli
strumenti e le metodologie più coerenti rispetto alle singole organizzazioni
• Identificare, mappare le competenze e le risorse detenute da ogni partner
• Negoziare un approccio comune
• Integrare le conoscenze e i processi di gestione delle singole attività
RETI
1. riconoscere le differenze, esplicitando ed elaborando le specificità dei singoli interlocutori,
attribuendo loro valore, ponendosi in discussione attraverso un ascolto partecipativo;
2. costruire integrazione tra prospettive e soggetti diversi, assicurando la convergenza:
- della lettura dei bisogni e delle relazioni di causa ed effetto;
- delle finalità generali ed obiettivi specifici da conseguire, in base ad un ordine di priorità;
- degli approcci e metodologie di intervento, che possono mutare in relazione alla cultura
organizzativa, ai presupposti culturali ed alle esperienze pregresse maturate;
- della pianificazione operativa delle attività da condurre, che mette in gioco interessi e
competenze spesso reciprocamente incompatibili
3. imparare a gestire il conflitto, interrogandosi sulle cause che lo hanno generato e
favorendo metodologie di confronto dialettico capaci di superare le rigidità;
4. sviluppare capitale sociale, sperimentando ciò che si può fare insieme, nonché rifuggendo
il rischio di erigere mura e scavare trincee.
ESPERIENZE
G.L.I.S.
Gruppo di lavoro per l’inclusione sociale
ATTIVAMENTE
CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI
G.L.I.S.
TAVOLI TERRITORIALI
DISABILITA’
PERUGIA
GUBBIO
VALNERINA
G.L.I.S.
OPPORTUNITA’
Trattare in modo integrato diverse dimensioni
del territorio
- fisiche sociali culturali –
come antidoto all’autoreferenzialita’
favorendo la convergenza fra gli attori in
campo attraverso la ricostruzione di
possibili prospettive condivise
G.L.I.S.
FINALITA’
PARTECIPARE
per
favorire l’innovazione
facilitando la creazione di contesti
progettuali nei quali tutte le forme di
conoscenza possono interagire per la
proposta di nuove soluzioni
G.L.I.S.
OBIETTIVI
• azioni finalizzate alla costruzione di
percorsi di promozione e di partecipazione,
restituendo rinnovata centralità al territorio
e ai suoi soggetti
• percorsi di coinvolgimento delle diverse
realtà del privato sociale, del volontariato e
dell’associazionismo locale
G.L.I.S.
ATTIVITA’
compiere una riflessione integrata
sull'esistente
promuovere percorsi di approfondimento
progettare e programmare l'agire comune in
modo integrato
G.L.I.S.
RISULTATI ATTESI
• costruire una mappa delle risorse e dei bisogni
• ideare nuovi e innovativi percorsi di
partecipazione dei soggetti disabili
• attivare strategie di coinvolgimento delle risorse
anche informali del territorio
• collaborare allo sviluppo e alla messa in rete delle
singole progettualità ed interventi
Appena gli individui si accostano fanno
del sociale e organizzano dei luoghi
Marc Augé - Nonluoghi
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