attività operativa gennaio Un AB212 effettua un’operazione mai realizzata in precedenza Il doppio sgancio di due siluri LA SPEZIA I l 25 novembre dello scorso anno un AB212 del 5° Gruppo Elicotteri ha realizzato, nel corso di un’esercitazione, un’operazione mai effettuata in precedenza: lo sgancio in successione di due siluri MK-46 contro un bersaglio d’esercizio. Nella lunga carriera di lotta Anti Sommergibile e di supporto alle Unità della Squadra Navale è la prima volta, che avviene un lancio con queste modalità da parte di un AB212 della Marina Militare; tutte le esercitazioni svolte in passato hanno infatti visto l’impiego di un solo siluro. L’esercitazione si è svolta nelle acque antistanti il Golfo di Spezia. L’elicottero, decollato dalla Stazione Elicotteri di Sarzana – Luni con a bordo un equipaggio composto da due piloti e due operatori di volo, una volta raggiunto il bersaglio designato, ha armato e sganciato il primo siluro. Dopo la verifica da parte dell’equipaggio dell’esito positivo dell’operazione è stato armato 4 e lanciato anche il secondo. Entrambi i siluri sono riemersi dopo aver effettuato la regolare corsa e ingaggio del bersaglio. Tale evento si inquadra nel solco di un processo evolutivo che abbraccia la centenaria storia dell’Aviazione Navale, attraverso il raggiungimento di risultati ed obiettivi sempre più ambiziosi, fra cui l’imminente entrata in linea del nuovo elicottero NH-90, che verrà inizialmente destinato proprio al 5° Gruppo Elicotteri. Fabio Livraghi ■ attività operativa gennaio Consegna della medaglia MFO EGITTO I l 7 dicembre 2010, presso la Coastal Patrol Unit, all’interno del porto di Sharm el Sheikh, si è svolta la cerimonia della Medals Parade per la consegna delle medaglie MFO ai marinai del contingente Italiano del Decimo Gruppo Navale Costiero, impiegati nell’ambito della Multinational Force and Observers. La medaglia MFO è conferita quale riconoscimento per il compimento del sesto mese di servizio prestato presso la forza multinazionale di pace. La Marina Militare partecipa da protagonista a questa missione internazionale di peace keeping da 28 anni. Il Decimo Gruppo Navale Costiero, attualmente comandato dal Capitano di Fregata Massimiliano Caramia, è composto dai pattugliatori Sentinella, Esploratore e Staffetta. Alle tre navi della Marina Italiana, unica componente marittima della missione Multinational Force and Observers, è affidato il compito di pattugliare lo stretto di Tiran per assicurare il rispetto del trattato di pace tra Egitto e Israele e garantire la libertà di navigazione nell’area. La medaglia, consegnata dopo sei mesi di impiego in area di operazioni, segna anche il “giro di boa” per i militari italiani che mediamente restano destinati in Sinai per un periodo di circa un anno. I “Marinai del Deserto”, nel ricevere la medaglia MFO rinnovano il loro impegno a servire l’Italia, la Multinational Force and Observers e la Pace con la professionalità e la determinazione che li ha sempre contraddistinti. Quello della Medals Parade è dunque un traguardo importante, un appuntamento atteso da tempo e carico di significato che i militari italiani hanno voluto condividere con i parenti, le autorità civili e militari e con la comunità italiana residente a Sharm el Sheikh. Durante la cerimonia, alla presenza del Console Onorario d’Italia a Sharm el Sheikh, Sig.ra Faiza Farid Ahmed Frigido, il Force Commander dell’MFO, Major General Warren J. Whiting dell’esercito neozelandese ha consegnato le medaglie a 26 marinai Italiani. Nel suo discorso il Generale Whiting ha espresso il suo personale saluto alle autorità civili e militari, ma soprattutto ai tanti ospiti, mai intervenuti così numerosi prima d’ora, che 5 con la loro vicinanza hanno contribuito a rendere la cerimonia particolarmente emozionante. “Al Contingente Italiano – ha detto il Generale – esprimo il riconoscimento per l’elevata professionalità dimostrata nell’assolvimento della missione, ma anche il mio personale apprezzamento per lo spirito di ospitalità, il cameratismo e la socievolezza che li ha sempre contraddistinti e che ho potuto personalmente provare durante la mia recente uscita in mare a bordo di Nave Sentinella”. Il Force Commander ha poi voluto sottolineare la dedizione e l’impegno del nostro Paese nel servire la missione dell’MFO per un così lungo periodo e l’importanza del contributo dell’Italia in tante missioni di pace nel mondo. Luca Capobianco ■ attività operativa gennaio Un nuovo impegno per nave Etna L’8 gennaio la nostra rifornitrice ha lasciato il suo tradizionale posto di ormeggio per iniziare l’avventura quale Flagship della SNMG1, per la prima volta sotto comando italiano L a giornata un po’ grigia sembra rispecchiare l’animo dei familiari venuti a salutare l’unità in partenza. Dopo un mese di intenso lavoro, in cui tutto l’equipaggio ha profuso il massimo impegno per approntare quanto necessario (dalle provviste di cibo, all’acqua potabile; dagli strumenti e attrezzature che permettano allo Staff di lavorare e comunicare senza difficoltà, ad una piccola palestra; una sala musica e una piccola Cappella allestite per supportare il morale in vista numerose giornate di navigazione), la nave si allontana dalla banchina. A bordo oltre duecento uomini, tra equipaggio, Sezelicot (imbarcata con un AB212), boarding team del Reggimento San Marco e Staff Nato. In realtà, non è trascorso molto tempo da quando, dopo cinque mesi di mare, impegnata nell’operazione “Atalanta”, l’Etna è rien- trata in Italia, ma le caratteristiche dell’Unità, dotata di cinque stazioni di rifornimento, di un’attrezzatura medica completa di telemedicina, di moderne e spaziose sistemazioni per lo staff, ne fanno un assetto prezioso che, grazie alla sua economicità viene impiegato oramai da anni nelle più importanti attività in cui è impegnata la Marina Italiana. In realtà l’unità è passata sotto comando operativo Nato già dal 15 dicembre 2010, al termine di una cerimonia semplice ed importante al tempo stesso con cui il Contrammiraglio Gualtiero Mattesi, ha assunto il Comando dello Standing Nato Marittime Group 1- SNMG1 per un anno, durante il quale eserciterà la sua funzione a bordo di nave Etna fino a maggio e poi su nave Doria a partire da giugno. Gli impegni sono notevoli e varie le attività da svolgere. Si va: dall’Active Endeavour, opera- zione Nato in chiave antiterroristica sul mare in supporto anche alle operazioni in Afghanistan; alla Proud Manta, la più complessa esercitazione di lotta antisommergibile; fino alla Noble Mariner, esercitazione in cui lo staff sarà certificato da un team Mareval del Comando NATO Maritime di Northwood e nella quale si simulerà uno scenario complesso, anche con attività di antipirateria. La prima sosta è a Cadice, dove l’Etna si congiungerà al Luebeck, fregata tedesca con la quale opererà per quattro mesi (altre Unità si uniranno alla forza nel corso delle varie attività). La SNMG1 toccherà poi i porti di Marocco, Egitto e Grecia, operando prevalentemente tra Atlantico e Mediterraneo Centro-Occidentale. Il primo traguardo da tagliare per nave Etna è costituito sicuramente dal passaggio tra le Colonne d’Ercole. Mai prima d’ora infatti, la Nave, che pur ha preso parte alle più importanti operazioni dell’ultimo decennio, ha superato lo Stretto di Gibilterra, avendo operato prevalentemente nel Mediterraneo allargato. Finalmente l’auspicio del quadro della Rocca di Gibilterra lasciato in quadrato ufficiali dal vecchio capo reparto operazioni potrà compiersi e l’Etna tra breve potrà solcare l’onda dell’Atlantico, “tenacemente ovunque”. Francesca Longo ■ attività operativa gennaio Operazioni di “Surge” Il Gruppo Marittimo della NATO dà inizio alla perlustrazione del Mediterraneo occidentale L ’SNMG1, il Gruppo Navale Marittimo Permanente 1, ha concluso nel 2010 il pattugliamento dei mari per la protezione dagli attacchi dei pirati, nell’ambito della missione anti-pirateria della NATO Operazione “Ocean Shield”. Attualmente offre il suo supporto all’Operazione Active Endeavour (OAE), l’operazione anti-terrorismo della NATO nel Mar Mediterraneo. Coadiuvato dalla Componente NATO E3-A, Sistema di Allerta e Controllo Aerotrasportato della NATO imbarcato su velivoli NAEW (NATO Air Early Warning), e con il contributo aggiuntivo di altre risorse della NATO dispiegate nel Mediterraneo, l’SNMG1 effettua pattugliamenti rigorosi nell’area del Mediterraneo centrale e occidentale volti ad impedire ai terroristi ogni possibilità di manovra in mare. L’SNMG1, e’ una forza navale multinaziona- le integrata facente parte della Forza di Risposta della NATO (NRF) ed é attualmente comandata dal Contrammiraglio Gualtiero Mattesi dalla nave ammiraglia ITS Etna. Il gruppo comprende anche la Fregata tedesca FGS Luebeck . L’Unità Ausiliaria spagnola ESPS Marques de la Ensenada sarà in supporto al Gruppo1 limitatamente al periodo della Surge. L’Operazione Active Endeavour ha avuto formalmente inizio il 26 ottobre 2001, in seguito all’applicazione dell’Articolo 5 del Trattato di Washington dopo gli attentati perpetrati contro gli Stati Uniti d’America l’11 settembre 2011. La sua missione consiste, infatti, nel dimostrare la risolutezza della NATO nonché la solidarietà nel contribuire alla prevenzione, deterrenza e difesa dal terrorismo nel Mediterraneo. La OAE attualmente e’ condotta dal Comandante del Comando 7 Marittimo Alleato di Napoli. Grazie all’esperienza acquisita negli anni, la OAE e’ oggi un’ operazione poliedrica che può contare su un elevato grado di “Consapevolezza della Situazione Navale” attraverso l’impiego di moderne tecnologie di tracciamento e analisi. La OAE trae inoltre grande beneficio dalla cooperazione con nazioni partecipanti non-NATO. Tuttavia, le operazioni di surge rimangono parte integrante della OAE e sono specificamente progettate per impedire ai terroristi la possibilitá di operare nel Mar Mediterraneo. Lo scopo della “Surge” é quello di utilizzare, in un periodo di tempo determinato, un dispositivo aeronavale appositamente costituito per intensificare il pattugliamento di specifiche zone di mare alla ricerca di navi o natanti che svolgono attività potenzialmente correlate con il terrorismo o illegali. G.M. ■ attività operativa gennaio Nave Zeffiro un mese in operazione Atalanta U n mese ricco di impegni per Nave Zeffiro, che dal 3 dicembre 2010 opera sotto il comando delle Forza Navale Europea (Task Force 465), nell’ambito dell’Operazione Atalanta, per il contrasto alle attività di pirateria nel Golfo di Aden e lungo le coste della Somalia. Dopo una breve sosta a Gibuti, l’Unità, dal 07 al 08 Dicembre, ha scortato con successo il mercantile Red Tower, del World Food Programme (WFP), da Berbera a Bosaso (Somalia). Il WFP è l’agenzia, inserita nel sistema delle Nazioni Unite, che aiuta circa 2 milioni di persone nel paese africano, martoriato da una guerra civile che dura da oltre 20 anni. In seguito, l’Unità ha effettuato due importanti missioni: l’ ISR (Identification Surveillance and Recoinnassance) lungo le coste della Somalia, ed il pattugliamento e il supporto alle navi in transito lungo l’IRTC (International Recommended Transit Corridor), l’instradamento consi- gliato dalle Forze della coalizione impegnate nella salvaguardia della libera navigazione nel Golfo di Aden e Corno D’Africa. A seguito di un attacco subito dal mercantile “Michele Bottiglieri”da parte dei pirati al largo delle coste dell’Oman, la Nave ha riportato lievi danni alle strutture; alcuni colpi erano rimasti inesplosi costituendo un grave pericolo per l’incolumità dell’equipaggio Raggiunto il Bottiglieri, un Team di bordo di specialisti appartenente al gruppo operativo subacquei del Comsubin ha effettuato il delicato compito di bo- 8 nifica degli ordigni, permettendo cosi’ al mercantile di riacquistare la piena sicurezza. Successivamente, lo Zeffiro ha ripreso la sua missione, dirigendo verso Mogadiscio dove è stata impegnata in una scorta a protezione del mercantile Petra 1 dell’Amisom - African Union Mission in Somalia - (la forza di pace dispiegata dall’Unione Africana) carico di aiuti per le popolazioni somale. L’Unità ha quindi fatto sosta nel porto di Dar es Salaam (Tanzania) per trascorrere un “insolito” Natale, regalando un sorriso a chi è meno fortunato: l’equipaggio ha infatti visitato l’orfanotrofio statale Kurasini National Children’s Home, dove i circa 70 bambini, dall’età di pochi mesi ai 20 anni, vivono e studiano. Un “Babbo Natale” speciale ha fatto loro dono di giocattoli e vestiti, di una offerta in denaro e del classico panettone. Il Comandante ed il suo equipaggio hanno così festeggiato questo giorno, portando la gioia ed un momento di simpatia laddove ogni giorno si vive nell’incertezza di un futuro. Il giorno di Natale è stata celebrata in Hangar la Santa Messa, officiata da Don Vincenzo Caiazzo, a favore del personale di bordo e di circa 35 ospiti della Comunità Italiana in Tanzania. Ripreso il pattugliamento delle coste somale, l’Unità ha visitato la città di Mombasa, dove l’equipaggio ha festeggiato l’arrivo del nuovo anno e ha potuto ammirare le bellezze paesaggistiche del Kenya in vista della prossima attività: la scorta al mercantile Masar Trade, a cui seguirà una breve sosta nel porto di Salalah. Giuseppe Dell’Aquila ■ CATANIA L a sosta nel porto di Catania del pattugliatore spagnolo Infanta Cristina, ha reso possibile lo svolgimento di un’attività congiunta, tra l’unità spagnola e nave Fenice. La nave spagnola rientrava da ben cinque mesi di pattugliamento anti-pirateria nel golfo di Aden e, sulla “via di casa”, la tappa siciliana si è rivelata un’utile opportunità per un’interessante e fruttuosa interazione. Italiani e spagnoli hanno inizia- to a collaborare già in porto. Il Comandante del Fenice, Capitano di Fregata Angelo Donzello, accompagnato da alcuni membri del suo staff, si è recato a bordo dell’Infanta Cristina. Nel corso della visita sono stati delineati i dettagli per l’attività in mare e l’intesa, instauratasi tra i due equipaggi, è stata sancita da momenti goliardici di fraternizzazione e da un sentito scambio di doni. Il giorno seguente le due navi hanno mollato gli ormeggi per iniziare l’addestramento in mare. L’attività è iniziata con una esercitazione di difesa da at- tacchi di tipo asimmetrico in uscita dal porto di Catania, svoltasi con il supporto di un mezzo veloce della Capitaneria di Porto. Le interazioni sono proseguite sulla rotta verso lo Stretto di Messina, configurandosi in differenti tipi di esercitazioni sintetiche tra le Centrali Operative di Combattimento (C.O.C.), scambi di tracce di superficie ed esercitazioni di comunicazione navale. Le condizioni meteo marine sensibilmente sfavorevoli hanno reso l’attività particolarmente for mativa, evidenziando la stretta correlazione esistente fra l’equipaggio italiano e quello spagnolo. Una volta giunte all’ingresso dello Stretto di Messina, il Fenice e l’Infanta Cristina hanno terminato l’attività congiunta scambiandosi affettuosi saluti ed augurandosi di avere presto nuove possibilità di cooperazione. Sulla via del rientro ogni membro dell’equipaggio era soddisfatto per il lavoro svolto e compiaciuto per aver avuto la possibilità di addestrarsi con “colleghi” così preparati e professionali. Leonardo La Rocca ■ 9 attività operativa gennaio Fenice e Infanta Cristina in addestramento congiunto attività operativa febbraio L’Arte del comando P er mare per terram San Marco! Finalmente! La tanto attesa settimana post esami al San Marco è diventata realtà. Dal 25 gennaio al primo febbraio, infatti, gli Allievi della Prima Classe dell’Accademia Navale si sono recati a Massafra (BR) per affrontare la loro prima esperienza di indottrinamento all’Arte del Comando, confrontandosi con la rossa terra pugliese ed i ritmi serrati della vita da campo. L’appuntamento con il Battaglione Scuole “Caorle”, agli ordini del C.F. Bausone, coadiuvato per l’occasione dal T.V. Maraglino, rappresenta un passo importante nella formazione militare e umana di ogni Allievo. Le aspettative erano elevate e ciascuno di noi era desideroso di fare questa nuova esperienza. Dopo aver sostenuto un viaggio che ci ha visti attraversare da nord a sud e da ovest ad est tutta l’Italia, siamo giunti sull’”obiettivo” in tarda serata, calandoci immediatamente nella nuova realtà. Divisi in otto pattuglie, ci siamo accampati nelle tende e, per poter ottenere un po’ di comodità nei ridotti spazi a nostra disposizione, abbiamo fatto affidamento al nostro spirito di adattamento ed alla reciproca collaborazione. I primi due giorni sono passati velocemente: le assemblee, che in Accademia scandiscono le fasi della giornata, si sono qui trasformate in un momento contingente, finalizzato a riorganizzarci al termine di ogni attività. Dopo un excursus iniziale sulla storia del Battaglione, abbiamo iniziato un ciclo di conferenze che miravano a porre le basi teoriche per affrontare con maggior consapevolezza l’addestramento pratico. Alle lezioni, in particolare quelle riguardanti navigazione campale e combattimento terrestre, sono seguite uscite pomeridiane e notturne per mettere in pratica gli insegnamenti ricevu- 10 ti. Notevolmente interessanti sono state anche le conferenze sulle tecniche di difesa personale e la conferenza sulle armi, nella quale abbiamo ricevuto una prima infarinatura sulle potenzialità dell’ AR 70/90 e della pistola Beretta che avremmo successivamente utilizzato in poligono. Proprio imbracciare per la prima volta un fucile carico è stata una delle esperienze più emozionanti. Un primo scossone, ed il rinculo del fucile ci tiene saldamente ancorati alla realtà. Durante l’attività al poligono, svolta nell’arco di una mattinata, la pioggia si è presentata a farci visita introducendo un ulteriore elemento di difficoltà. Il fango, gli spazi ristretti e le condizioni ambientali/scomodità sono state un bel banco di prova per scoprire e testare le nostre capacità di adattamento e sopportazione. Una volta superato il primo impatto con il “nuovo” ambiente, la vita al campo è scorsa indif- ferente alle condizioni meteorologiche. Le attività sono infatti proseguite regolarmente senza intoppi; non solo quelle didattiche ma anche quelle pratiche, a cominciare dai piegamenti sulle braccia: nel pieno rispetto della tradizione del Reggimento, tutti insieme riuniti prima in “raccolta” poi in “massima estensione”… e giù, con mani e viso nel fango. Il clou dell’attività lo abbiamo vissuto negli ultimi due giorni, impegnati nella pianificazione e nell’esecuzione di attacco e difesa ad obiettivi terrestri. Il costante incremento dell’addestramento ci ha infatti progressivamente portato ad unire le singole competenze apprese nei primi giorni, impegnando le pattuglie in un intenso e coinvolgente programma. Quattro pattuglie sono state investite del compito di organizzare ciascuna la difesa di un diverso obiettivo (un casolare, un deposito, etc.) e, al tempo stesso, tali obiettivi sono stati assegnati ad altrettante pattuglie incaricate di condurre un attacco. Tutte le pattuglie hanno prepa- rato nel corso del giorno una accurata pianificazione, esposta poi al CF Bausone dal team leader designato ed hanno condotto l’attività sul campo nelle ore notturne, analizzandone gli elementi salienti in un debriefing “a caldo” post-azione. Il giorno seguente i compiti di difesa ed attacco sono stati invertiti e gli obiettivi variati, così che ciascuna pattuglia potesse sperimentare e vivere entrambe le realtà. Nonostante i rudimenti teorici appresi, la pratica si è rivelata molto più complicata di quanto immaginassimo. Il team leader della giornata, designato a turno tra gli allievi inseriti in ciascuna pattuglia, aveva il delicato compito di gestire i propri colleghi nel tentativo di raggiungere gli obiettivi fissati. Nel corso dei giorni abbiamo imparato che essere un gruppo rappresenta un forza in quanto permette di ridurre i tempi, diminuire la fatica e sopperire ad eventuali imprevisti e difficoltà che individualmente sarebbero insormontabili. Abbiamo imparato anche che il leader è colui che riesce a diventare lo specchio del gruppo, ma che allo stesso tempo riesce ad unirlo dietro di sé; per farcela, è stato indispensabile coinvolgere i membri del proprio team ascoltandone proposte, idee ed obiezioni. Il vero scoglio nel passaggio dalla teoria alla pratica è stato conoscere a fondo i propri uomini al fine di affidare a ciascuno un ruolo tale da sfruttare al meglio le singole potenzialità. Al termine dell’ultima notte di attività, concluse anche le operazioni di rassetto e imbarco dei nostri bagagli, poco dopo le 8 l’imbarco sui pullman ha segnato il termine dell’esperienza al campo. Esausti ed assonnati abbiamo preso posto a bordo, approfittando delle ore del viaggio per riposare e ripensare al breve periodo appena concluso, consapevoli di aver acquisito il primo dei tanti tasselli posti alla base della formazione dei futuri Ufficiali della Marina Militare. Riccardo Marchioni ■ attività operativa febbraio Attività congiunta Italia-USA Addestramento nel Golfo di Taranto fra le Unità delle Forze d’Altura italiana e la marina statunitense. TARANTO L e Unità delle Forze d’Altura, al comando dell’Ammiraglio di Divisione Filippo Maria Foffi (COMFORAL), si sono addestrate nel corso dell’uscita di Reparto nei giorni 1 e 2 febbraio al largo delle coste di Taranto. L’attività in mare ha visto coinvolti il cacciatorpediniere Mimbelli e le fregate Espero, Euro ed Aviere e, limitatamente al primo giorno, il cacciatorpediniere della Marina statunitense USS Bulkeley, classe “Arleigh Burke”, al com a n d o d e l C d r. C h r i stopher P. DeGregory. L’Unità statunitense, proveniente da Norfolk (Virginia), ha effettuato una sosta operativa alla fonda nella rada di Taranto dal 29 gennaio al 1 febbraio, per poi proseguire verso il Canale di Suez per impegni nazionali. Per l’occasione, Nave Mimbelli, in qualità di Sister Ship, ha fornito l’Ufficiale di collegamento che ha curato le necessità logistiche dell’Unità e coordinato le attività turistiche e di rappresentanza organizzate da Maridipart e Maribase Taranto. Nell’ambito della consolidata cooperazione bilaterale tra le due Marine, l’USS Bulkeley ha colto l’occasione dell’uscita in mare delle Unità Navali italiane e ha preso fattivamente parte all’esercitazione, con un profi- cuo ritorno addestrativo a favore del suo equipaggio. Come di consueto, il giorno precedente l’uscita in mare è stata organizzata la pre-sail conference a bordo di Nave Mimbelli, Unità designata OTC ( O f f i c e r i n Ta c t i c a l C o m - l’attività programmata, impostata su un sostenuto battle rhythm. Sin dal disormeggio, la formazione navale è stata oggetto di attacchi asimmetrici, rappresentati da un gommone di Maricentadd, che ha simulato attacchi rav- mand), al comando del C.V. Alberto Rutteri. Nel corso della conferenza, in lingua inglese, sono stati chiariti i punti salienti delle serie da effettuare, con particolare attenzione alle procedure e alle norme di sicurezza da implementare nel corso del tiro navale, essendoci alcune differenze tra gli standard nazionale e quello NATO. Sotto il controllo operativo (OPCON) dell’Ammiraglio Foffi, imbarcato per l’occasione su Nave Mimbelli, alle 08.00 del 1 febbraio ha avuto inizio vicinati alle Unità in uscita dalla rada di Taranto. Tale evento è oramai una consuetudine addestrativa per le Unità della Marina, che devono essere pronte a reagire in ogni sorgitore ad una minaccia di tipo “non tradizionale” (barchini esplosivi, gommoni armati, velivoli radiocomandati, imbarcazioni con dimostranti, ecc.), sovente camuffata dal traffico mercantile e di piccolo cabotaggio in area. L’attività principale della mattinata si è concretizzata nell’esercitazione di tiro navale su bersaglio 12 rimorchiato da Nave Porto Pisano. Nella finestra dedicata, sono andate al tiro tutte le Unità, compresa USS Bulkeley, per un totale di 80 colpi sparati dalle varie artiglierie di b o rd o ( c a l i b r i d a 1 2 7 / 5 4 , 76/62). La successiva serie ha visto impegnate le navi italiane per attività di rimorchio effettivo al fine di sperimentare un nuovo cavo da rimorchio in fibra mista di polipropilenepoliestere, più maneggevole e flessibile dell’attuale in rafia. Sempre impegnativa e al contempo affascinante, la manovra di rimorchio ha richiesto una finestra temporale di quattro ore, tra cui un’ora di rimorchio effettivo a velocità superiore a 6 nodi. Riunitasi la formazione navale all’USS Bulkeley, distaccata Nave Espero per rientro in por- to, si è ritornati al “gioco” operativo grazie alla collaborazione del sommergibile Longobardo che, simulando di appartenere a forze opponenti, ha impegnato le Unità in una Casex serale, alla quale ha anche partecipato un elicottero statunitense SH-60 che ha prima tracciato con boe acustiche e poi attaccato il sommergibile. Successivamente, salutata l’USS Bulkeley, che dirigeva per uscire dal Golfo di Taranto, Nave Mimbelli ed Euro contro Nave Aviere hanno condotto un’esercitazione notturna a partiti contrapposti (Sur fex). Nella mattinata del secondo giorno, mentre Nave Euro procedeva per Augusta per partecipare a l l ’ e s e rc i t a z i o n e “Proud Manta”, si sono susseguite esercitazioni di auto- boarding, uomo a mare, avaria al timone e un’altra fase di rimorchio effettivo. Nel tardo pomeriggio, simulata attività di tiro contro costa ed effettuata la suggestiva cerimonia dell’ammaina bandiera sul ponte di volo, le Unità sono rientrate in porto nella Stazione Navale Mar Grande. In conclusione, le uscite di addestramento di Reparto consentono un indubbio ritorno addestrativo, sia per lo spinto fattore di realismo, che è un elemento oramai consolidato dell’organizzazione di bordo, che per la molteplicità di eventi che permettono di verificare la capacità operativa, a livello di singola Nave e di forza navale, in un ampio spettro di settori. Giuseppe Bisceglia ■ 50 studenti in visita a Nave Mimbelli bordo di nave Francesco Mimbelli, si è svolta A nella giornata del 15 febbraio una visita da parte di 50 studenti dell’ultimo anno del liceo Classico Statale “F. Capece” di Maglie (LE). La visita rientra nelle attività promozionali organizzate da Maridipart Taranto a favore delle scolaresche della regione Puglia. Agli studenti, accompagnati da due insegnanti, è stato dato il benvenuto a bordo da parte del Comandante in seconda, che ha illustrato le modalità di dettaglio e le norme di sicurezza per la visita; successivamente, gli studenti sono stati suddivisi in gruppi e accompagnati nella visita dell’Unità, che ha riguardato sia la parte esterna, con spiegazione dei sistemi di difesa e delle principali capacità operative della Nave, sia la parte interna, con visita ad alcuni locali, come la Plancia, la Centrale Operativa di Piattaforma e le sistemazioni di bordo. Molto sentito è stato l’interessamento degli studenti, testimoniato dalle numerose domande rivolte agli accompagnatori non solo sulla vita di bordo, ma anche sulle opportunità di arruolamento in Marina; a tal proposito, sono stati distribuiti agli studenti diversi opuscoli informativi promozionali con le modalità di arruolamento nei vari ruoli. Alla fine della visita, gli studenti sono stati radunati sul ponte di volo per la foto di gruppo con il Comandante dell’Unità, Capitano di Vascello Alberto Rutteri, che ha sottolineato l’importanza dei valori e degli ideali che devono caratterizzare il personale appartenente alle Forze Armate e ai quali si dovrà ispirare chi in futuro ne vorrà fare parte. Al saluto del Comandante, è seguito un sobrio buffet arricchito dalla proiezione di un filmato riguardante le attività svolte dall’Unità nell’ultimo periodo. Tali visite a bordo di Unità della Marina Militare, oltre ad essere un valido strumento promozionale per la Forza Armata, permettono di offrire agli studenti spunti di riflessione concreti sulla possibilità di un futuro impiego con la “divisa blu”. Simone Puddu ■ 13 Esercitazione Na Dieci nazioni aderenti alla NATO si addestrano nel Mediterraneo N ella prima metà di febbraio il cacciatorpediniere Caio Duilio è stato impegnato nell’esercitazione antisom a più larga partecipazione di tutto il Mediterraneo: la Proud Manta 2011. La preparazione all’evento addestrativo per Nave Duilio è stata caratterizzata da un’intensa attività di training svolta dall’unità in porto nelle settimane precedenti. Tale attività è stata possibile grazie all’innovativa funzionalità che caratterizza il sistema di combattimento CMS (Combat Management System) della Classe Orizzonte. Tale sistema di combattimento permette di simulare una situazione tattica, mezzi ed assetti, procedure in fonia, riporto contatti e manovre cinematiche. L’1 febbraio per Nave Duilio c’è stato il trasferimento verso Augusta, dove il giorno 3 febbraio è stato organizzato un incontro su Nave Etna a favore di alcuni rappresentanti dei team operativi partecipanti all’esercitazione. Il weekend ad Augusta con l’unità ormeggiata al molo commerciale è stata un’occasione di ulteriore preparazione ed addestramento. Il giorno 4 presso la sala cinema di COMFORPAT è stata ospitata la presail conference dove lo staff NATO organizzatore dell’esercitazione ha descritto tutti gli eventi pianificati ed i temi fondamentali dell’esercitazione Proud Manta 2011. L’esercitazione per Nave Duilio è iniziata a tutti gli effetti il giorno 7 febbraio con un addestramento a manovre cinematiche a vantaggio dei team di 14 plancia, ottima occasione per realizzare riprese cinefotografiche della formazione navale al completo. Nei giorni precedenti, nelle acque del mar Ionio, prima dell’arrivo del Duilio si erano svolte attività addestrative a favore dei sommergibili ed attività curate da Nave Levanzo e dal NURC (NATO UNDERSEA RESERCH CENTER). Il NURC, centro di ricerche Nato con sede a La Spezia, ha in particolar modo curato l’impiego di alianti subacquei, i glider, per la raccolta di dati oceanografici. Il NURC svolge quest’attività di ricerca a scopi non solo militari da diversi anni. Tra i temi analizzati vi è anche l’impatto dei sensori acustici attivi sui Mammiferi Marini e quindi l’implementazione delle norme di tutela dell’habitat di questi esseri ato Proud Manta viventi. Vi è infatti una normativa consolidata che disciplina l’uso dei Sonar in diverse aree del Mediterraneo, descrive dettagliatamente come utilizzare questi sensori riducendo l’impatto sulla fauna marina e tutte le precauzioni in caso di presenza sulla scena di questi giganti del mare. Lo scopo è proprio quello di tutelare quanto più possibile queste specie marine. Diversi esercizi hanno visto la costituzione di gruppi contrapposti. A turno le unità sono state assegnate e riassegnate a gruppi di attacco e difesa. Questa alternanza con lo scopo di raggiungere uno degli obiettivi cardine della Proud Manta: l’integrazione tra le Marine della Nato, stringendo rapporti di amicizia e consolidando procedure e tattiche sperimentali. Ancor più mirato a questo scopo è stato il cross-pool proposto da Nave Duilio. Membri dell’equipaggio del Duilio sono stati ospitati dal Dupleix e dallo Stout e viceversa per un’intera gior nata. I riporti di queste esperienze sono stati molto positivi. In particolare questi scambi hanno favorito anche confronti di opinioni e valutazioni operative con il personale giunto dal Dupleix sull’impiego di diversi sensori della Classe Orizzonte di produzione francese: un evidente arricchimento bilaterale. La Proud Manta 2011 è stata inoltre un’occasione per Nave Duilio per svolgere due attività di rifornimento laterale di combustibile in mare con Nave Etna di cui una notturna. Un’atti- 15 vità reale di forte valore addestrativo per il personale marinaresco e plancia. Nel contesto internazionale della Proud Manta 2011 le performance dei sensori di Nave Duilio si sono dimostrate all’altezza delle aspettative. I minuti di contatto di sommergibile, il tracciamento della situazione tattica e lo scambio dati tra i partecipanti si sono svolti senza intoppi. Nave Duilio è stata anche sede di importanti eventi di rappresentanza tra cui la visita del COMSNMG1 Contrammiraglio Mattesi il giorno 11 febbraio e la visita del Comandante in Capo della Squadra Navale Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli il giorno 15 dello stesso mese. Francesco Ruggiero ■ attività operativa febbraio S i e’ conclusa il 17 febbraio l’Esercitazione Proud Manta 2011, al termine di due settimane di intensa attività antisommergibile (ASW – Anti-submarine Warfare). Dieci nazioni aderenti alla NATO hanno messo a disposizione di questa esercitazione condotta annualmente dalla NATO sei sommergibili, 19 velivoli (tra cui elicotteri imbarcati) e otto unita’ navali di superficie. Operando nel Mar Ionio, a Sud-Est della Sicilia, i mezzi di Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti hanno compiuto esercitazioni pratiche sia nel ruolo di persecutore che di perseguito. Per la prima volta, ha preso parte alla Proud Manta anche uno squadrone di elicotteri del Regno Unito con elicotteri da pattugliamento navale Merlin MK1 dell’814mo Squadrone di Aviazione di Marina. Partendo dalla loro base, la Royal Navy Air Station di Culdrose in Helston, Cornovaglia, questi velivoli hanno percorso 2.250 chilometri per unirsi ad altri elicotteri della NATO ed effettuare con questi addestramento congiunto nell’attività antisommergibile. Secondo quanto dichiarato dal Capitano della Marina degli Stati Uniti Walt Luthiger, Capo di Stato Maggiore di Comsubsouth nonché direttore dell’esercitazione, quest’ultima è stata un pieno succes- so: “I partecipanti hanno raggiunto in pieno tutti gli obiettivi addestrativi prefissati. Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti fin’ora, pur riservandomi di compiere un’analisi più dettagliata dell’andamento dell’esercitazione”. Un’altra novità dell’edizione 2011 di questa esercitazione e’ stata la partecipazione dei “gliders” (mezzi subacquei autonomi, a basso costo e privi di equipaggio). Messi a punto dal Centro di Ricerca Sottomarina della NATO di La Spezia (NURC), i “gliders” hanno fornito dati ambientali tridimensionali utilizzati nell’attivita’ di pianificazione delle operazioni ASW. I dati ambientali forniti dai “gliders” si sono rivelati di grande utilita’ ed hanno coadiuvato quanti erano impegnati nell’arduo compito di individuare sommergibili il cui obiettivo era di non farsi interccettare ha aggiunto Luthiger. Dalla nave italiana Etna, il Contrammiraglio Gualtiero Mattesi, Comandante del Gruppo 1 delle Forze Navali Permanenti della NATO (SNMG1), ha detto che l’esercitazione si e’ rivelata un doppio successo. “Essa ha rappresentato un’eccellente occasione addestrativa nella quale tutti i partecipanti, le navi, gli elicotteri e i sommergibili hanno potuto comunicare vicendevolmente ed affinare le varie modalita’ di comunicazione. Non va dimenticato, inoltre, che sono stati mantenuti i massimi livelli di sicurezza durante tutta l’esercitazione”. La Proud Manta 11 si e’ conclusa con un’intera giornata dedicata ai mass media, durante la quale alcuni rappresentanti della stampa sono stati trasportati con elicotteri EH 101 italiani dalla base di Maristaeli Catania a bordo della Nave Ausiliaria della Marina Italiana Etna. Da questa, hanno potuto assistere all’ingaggio e all’attacco di un sommergibile da parte della fregata tedesca Luebeck, di elicotteri italiani e britannici e di un P-3C tedesco. La complessa azione e’ arrivata al proprio culmine con l’emersione, a beneficio della stampa, del sommergibile greco di classe SSK Protefs. Rispondendo alla stampa circa l’utilita’ di una tale operazione, il Capitano Luthiger ha sottolineato come, a livello mondiale, il numero di sommergibili sia in aumento e come molte nazioni li considerino indispensabili per i loro arsenali. “Non c’e’ alcuna minaccia percepita per la NATO ma l’addestramento in questo settore e’ cruciale nel garantire adeguato livello di preparazione alle forze NATO. La Proud Manta equivale a contrarre una buona assicurazione su possibili rischi futuri”. G.M. ■ 16 D opo un periodo di assenza dalle acque dello Stretto di Sicilia, la Corvetta Urania, dal 21 gennaio al 4 febbraio, è tornata a pattugliare la zona di mare che separa il nostro Paese da Malta, Libia e Tunisia, nell’ambito della missione congiunta “Vigilanza Pesca – Constant Vigilance”. Il trasferimento verso l’area di operazione è stato agevole, caratterizzato da condizioni meteo favorevoli. La Vigilanza Pesca nello Stretto di Sicilia, operazione oramai pluridecennale condotta principalmente dalle Unità della base di Augusta, assicura la presenza della Marina in una zona di mare in cui l’attività dei motopesca siciliani è piuttosto elevata. Il compito delle Unità impiegate consiste principalmente nell’assicurare il libero esercizio dell’attività di pesca, da parte dei pescherecci nazionali, in acque internazionali e nel pieno rispetto delle leggi nazionali e internazionali vigenti. L’attività è svolta con Unità navali tipo Corvetta o Pattugliatore Costiero del Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera, che assicurano con continuità la sorveglianza dell’intera area, ivi incluso il cosiddetto “Mammellone”. L’operazione Constant Vigilance ha, invece, come obiettivo il controllo dei flussi migratori, attraverso il monitoraggio del traffico mercantile e dei piccoli natanti nell’area di pattugliamento, ivi incluse le aree indicate dall’Agenzia dell’Unione Europea FRONTEX (finalizzata a migliorare la cooperazione tra gli Stati Membri nel controllo delle frontiere marittime e, dunque, nel contrasto dei traffici illeciti via mare). Sono state condotte numerose attività addestrative: esercitazioni di recupero uomo a mare e avaria al timone, esercitazioni di lotta agli incendi, attività di scambio dati con le Unità NATO presenti in zona ed impegnate nell’operazione Active Endeavour. Nave Urania ha, inoltre, stabilito un collegamento con la stazione radar di Lampedusa, dotata di un sensore di ultima generazione recentemente installato sull’isola. Tale sensore, assieme a numerosi altri sparsi lungo le coste italiane, è parte della Rete Radar Costiera della Marina la quale a sua volta è inserita in un ambizioso progetto avviato nel 2004 e denominato “Virtual Regional Maritime Traffic Centre” (acronimo V.R.M.T.C.). All’interno del V.R.M.T.C. l’Unità Navale costituisce nodo cruciale, da un lato perché piattaforma in movimento in grado di fornire alla rete le informazioni ricavate dai sensori di bordo, dall’altro perché fruitrice dei dati disseminati dalla rete stessa. Attraverso i collegamenti tra gli assetti aeronavali e le stazioni radar costiere si realizza una presenza e sorveglianza marittima integrata, volta alla difesa e alla sicurezza marittima nazionale, che coinvolge mezzi della Marina della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, nonché assetti interforze e interagenzie. In virtù di tale cooperazione, per tutta la durata della missione sono stati presenti in zona mezzi aeronavali della Marina, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. In definitiva, la missione compiuta è stata, si di breve durata, ma intensa e ricca di eventi addestrativi e collaborazioni, utile tanto alla crescita professionale dell’equipaggio quanto ad accrescere quello spirito di coesione e quegli straordinari rapporti umani che chi va per mare ben conosce e ricorda con piacere ed emozione. Rosario Attaguile ■ 17 attività operativa febbraio Nave Urania in vigilanza pesca attività operativa febbraio Nave Vesuvio impegnata nell’emergenza Libia A nche Nave Vesuvio è stata chiamata a fornire il proprio supporto all’operazione Emergenza Libia. In pochissime ore venivano eseguite tutte le operazioni di approntamento per la partenza alla volta dell’area designata (quali imbarco viveri, medicinali, munizionamento) e così, a meno di 24 ore dalla prima comunicazione, il Vesuvio lasciava il porto di La Spezia per iniziare l’attività in mare. Durante la navigazione di trasferimento venivano messe a punto tutte le predisposizioni necessarie per addestrare il personale, verificare la completa efficienza degli apparati e pianificare ogni eventuale azione che poteva essere necessaria per il compimento della missione (attività di force protection, rifornimento in mare, assistenza logistica, recupero e soccorso di naufraghi/emigranti, etc). In poco meno di tre gior ni il Vesuvio giungeva in zona di operazioni e cominciava la propria opera di assistenza e supporto alle forze impegnate. Nave Vesuvio è un rifornitore di squadra con capa- 18 cità di supporto logistico in mare il cui impiego consente di incrementare l’efficienza delle forze assolvendo, tra le altre, il compito di rifornimento in mare di combustibile (quasi 5.000 ton. di gasolio e 500 ton. di carburante avio), acqua (450 ton.) e altro materiale di vario tipo (pezzi di rispetto, munizionamento, medicinali etc.) a gruppi operativi (navi ed elicotteri) impiegati in operazioni d’altura. Al Comando del Capitano di Fregata Umberto Spolaor, l’equipaggio, composto da 130 “marinai” di diverse categorie e gradi, ha prontamente risposto dimostrando, una volta di più la propria professionalità ed entusiasmo, oltre ad una non comune capacità di adattamento e spirito di sacrificio alle continue variazioni di programma. Francesco Scannicchio ■ Concluso il periodo di carenamento periodico per le Unità del X Gruppo Navale Costiero. P rora molla e rientra! È con l’ordine di disormeggio impartito dalla controplancia di Nave Sentinella che si è conclusa la stagione di carenamento periodico che ha visto impegnate in successione prima Nave Staffetta (dal 25 gennaio al 15 febbraio) e poi Nave Sentinella (dal 22 febbraio al 16 marzo). Entrambe le unità, normalmente dislocate presso il porto di Shar m El Sheikh, nell’ambito della missione di pace della Multinational Force ed Observers (MFO), hanno dovuto attraversare il Canale di Suez per giungere nel lago Timsah, un piccolo lago salato che bagna la città di Ismailia. I lavori di manutenzione della carena, eseguiti con le unità alate a secco presso lo scalo del cantiere navale Timsah Shipbuilding Co., hanno visto gli equipaggi Italiani impegnati al fianco delle maestranze egiziane per un periodo complessivo di circa quaranta gior ni. Quaranta gior ni che hanno rappresentato per tutti un’occasione unica, una bellissima esperienza professionale ma soprattutto umana che resterà indelebile nelle menti e nei cuori dei marinai Italiani. Le quattro unità della classe Esploratore (Nave Esploratore, Nave Sentinella, Nave Vedetta e Nave Staffetta), appositamente progettate per assolvere la missione MFO nelle acque dello Stretto di Tiran, si avvicendano ciclicamente per garantire la presenza costante di tre unità presso la Coastal Patrol Unit nel porto di Shar m El Sheikh. La quarta unità, nel frattempo, effettua lavori di grande manutenzione presso l’arsenale della Marina Militare di La Spezia e si appronta per il successivo avvicendamento. L’attività di carenamento periodico, dunque, riveste un’importanza strategica fondamentale per la MFO poiché garantisce il mantenimento in efficienza delle unità navali Italiane assegnate alla forza multinazionale di pace e ne prolunga il periodo di impiego in area di operazioni. Tale importanza è stata sottolineata proprio dal Force Commander della MFO Magior General 19 Warren J. Whiting che ha voluto fare visita e ringraziare personalmente il Direttore Generale del Cantiere Navale Timsah Shipbuilding per l’eccellente supporto fornito in tanti anni di collaborazione. Il Generale Whiting ha poi voluto dimostrare il suo apprezzamento e la sua vicinanza ai marinai del contingente Italiano condividendo con l’equipaggio di Nave Sentinella il periodo della navigazione di rientro verso il porto di Sharm el Sheikh. Partita dal lago Timsah la mattina del 16 Marzo, dopo poco più di un giorno di navigazione, Nave Sentinella è giunta presso la base navale della MFO la mattina del 17 Marzo, in tempo per ricongiungersi in porto a Nave Staffetta e Nave Esploratore e a tutti gli uomini del Contingente Italiano per le celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e la lettura del messaggio augurale inviato dal Ministro della Difesa Onorevole Ignazio La Russa Luca Capobianco ■ attività operativa marzo Attività di carenamento per le navi Sentinella e Staffetta Il Grecale al Tirnav attività operativa marzo TARANTO 1 marzo 2011, vento di oltre 30 nodi, nubi basse e minacciose, Nave Grecale, dopo un veloce imbarco munizioni, molla gli ormeggi dalla banchina Scali di La Spezia per dirigere verso Taranto. Motivo di questo trasferimento è la partecipazione al Tirocinio Navale, il TIRNAV, l’ultimo e più impegnativo step prima di mettere definitivamente alle spalle la lunga sosta lavori di Grande Manutenzione ed Ammodernamento di Mezza vita (GM/AMV). Dal marzo 2009 infatti Nave Grecale ha subito per circa venti mesi un’intensa attività di manutenzione straordinaria a cura dell’Arsenale di la Spezia per ripristinare le condizioni della piattaforma e completare, ultima di quattro Unità della classe Maestrale, il programma di ammodernamento del Sistema di Combattimento. Dal mese di settembre 2010 a quello di febbraio 2011 Nave Grecale, al comando del C.F. Fabrizio Rutteri, ha potuto riprendere contatto con il mare, conducendo le previste attività di collaudo e completando un primo periodo di addestramento preliminare, condotto sotto la supervisione del Comando della Seconda Squadriglia Fregate. Al termine, è stata effettuata, nell’ambito dei CPT (Controlli Propedeutici al Tirnav) a cura di MARICENTADD, una prima verifica delle capacità operative e del livello di addestramento del personale di bordo. Molto rimaneva ancora da fare. Nel breve tempo rimasto a disposizione prima della partenza l’Equipaggio di Nave Grecale si è man mano preparato, assicurando per quanto possibile le predisposizioni di difesa passiva ed di auto protezione, prendendo parte ai corsi di sicurezza e condu- cendo le prime esercitazioni di carattere basico in porto. Il 7 marzo, finalmente, ha avuto inizio il TIRNAV, seguendo un programma attentamente schedulato, suddiviso tra attività in porto ed uscite in mare e caratterizzato da un crescendo graduale. Nelle prime due settimane hanno avuto luogo conferenze teoriche condotte dagli istruttori di MARICENTADD, con il principale obiettivo di indottrinare il personale di bordo sulle attività che, nelle successive 5 settimane, avrebbe poi affrontato in mare. Il 21 marzo, Equinozio di primavera, Nave Grecale finalmente esce in mare nelle acque antistanti il Golfo di Taranto; eventi inizialmente semplici, seriali, condotti ad un ritmo man mano sempre più incalzante e sottoponendo volutamente l’equipaggio ad una pressione ed ad uno stress psico-fisico di grande impatto anche emotivo. Incendi, falle, manovre di uomo a mare, manovre di rimorchio, rifornimenti in mare, eventi NBC, ruoli combattimento, ruoli difesa, ruoli emergenza, ruoli manovra con l’immancabile attacco dei barchini e conseguente attivazione della Force Protection, senza dimenticare gli eventi IED innescati puntualmente ogni venerdì. Prezioso in tale fase è stato il contributo fornito dagli assetti cooperanti, in primo luogo Nave Vesuvio, senza dimenticare il Smg Gazzana, le navi Euro ed Aviere e 20 i velivoli AV 8B, EFA e AMX che hanno ripetutamente “attaccato” il Grecale. Al termine della fase seriale sono stati inseriti alcuni eventi cosiddetti “multi minaccia”, duranti i quali l’Unità ha partecipato insieme a Nave Doria, giocando il ruolo di unità inserita in una forza marittima multinazionale inviata ad esercitare il Sea Control in uno scenario di tensione crescente tra due stati confinanti. L’ultima settimana invece, è stata dedicata alla preparazione dell’Equipaggio per l’attività di antipirateria, che ha visto la cooperazione di personale di bordo con i fanti del Reggimento San Marco, ben più esperti e preparati per l’abbordaggio e la messa in sicurezza del mercantile. Un’altra nota molto importante da sottolineare, è stato il lancio del siluro MU90 avvenuto regolarmente durante l’ultimo giorno in mare, il 20 aprile, a suggellare un’esperienza di indimenticabile Possiamo pertanto dire, in ultima analisi e con un certo orgoglio, che il superamento del TIRNAV ha ridato l’anima operativa che si era un po’ persa per via della lunga sosta. Con l’agognata qualifica di “Unità pronta per missione” Nave Grecale è tornata finalmente a ricoprire il previsto ruolo nell’ambito della Squadra Navale. Fabrizio Rutteri ■ Cronaca dell’attività svolta dal Comando Servizi della Base Navale più grande del Sud Mediterraneo I l 4 marzo è un venerdì come molti a Maribase, se non fosse per la situazione di crisi in atto nel sud del mediterraneo. La Marina è stata chiamata a un repentino approntamento, per consentire un rapido dispiegamento di un dispositivo navale. L‘approntamento delle unità designate alla crisi Libica, ha richiesto la movimentazione di materiali, attrezzature e munizioni; il rifornimento di carburanti; ed ha impegnato uomini e mezzi di Maribase, che ha gestito tutte le richieste di assistenza. Unità che mollano gli ormeggi, mentre altre tornano in porto. In questi giorni di frenetica attività, sono giunte in base a Taranto, la fregata classe Orizzonte Doria e la portaerei Cavour, con le sue 27.100 tonnellate. In mezzo a tutto questo, un piccolo battello, una sagoma scura, lenta, silenziosa sulla quale si scorgono in cima alla torretta degli uomini, si presenta all’ingresso in porto: è il sommergibile Todaro, uno dei nuovissimi sommergibili U212, il capostipite della sua classe. Sosta programmata da tempo, con lo scopo di rifornirlo di quei reagenti, che gli permetteranno, quando chiamato ad operare in mare, di scivolare silenzioso negli abissi. Il posto d’ormeggio è stato approntato, il personale dell’SLN (Supporto Logistico Navale) ha lavorato bene nei giorni scorsi, posizionando tutto il necessario, perché il particolare mezzo navale possa agevolmente ormeggiarsi in sicurezza. Al posto di ormeggio è tutto pronto, come sempre, i materiali e i mezzi sono li ad attenderlo, ma questa volta sul molo sono posizionate anche altre attrezzature, tubi, raccordi, tutto l’occorrente per il rifornimento di combustibile a mezzo PRAP. Si prova, è la prima volta, che si utilizza questo particolare sistema di rifornimento per rifornire un sommergibile. Il PRAP è un sistema che permette il rifornimento simultaneo di tutte le unità navali presenti all’ormeggio, sfruttando una conduttura che corre per tutta la lunghezza delle banchine, portando il combustibile dai depositi del Chiapparo direttamente all’interno dei serbatoi delle unità navali. E’ ormai tutto pronto, ultimato l’ormeggio il battello è collegato al sistema di rifornimento, e come lui anche le altre unità navali, attendono il via. Il segnale “Bravo” è a picco a indicare che le operazioni di pompaggio sono iniziate, le unità navali si riforniscono in quella che ormai risulta essere una routine, per loro e per la Stazione Navale Mar Grande e poi, a seguire, anche il piccolo battello inizia l’operazione di rifornimento. Dalla torre il personale segue tutta l’attività, con 21 un particolare interesse verso il Todaro, che per la sua particolare natura, ha la necessità di effettuare il rifornimento con attenzione maggiore; l’assetto è importante, il riempimento delle casse di combustibile comporta il riassetto di quelle di compensazione pertanto l’operazione è lenta, precisa, ma portata a termine con successo e nei tempi previsti. Una settimana piena per la base e per il suo personale, ma anche questo si è fatto, anche questa piccola, forse poco eclatante, è stata portata a termine. Nello stesso momento in cui centinaia di metri cubi di combustibile trovano posto nelle casse delle unità maggiori, solo poche decine trovano posto all’interno del Todaro. Alla fine, al di la della teoria abbiamo aggiunto una ulteriore dimostrazione pratica, quella che il sistema di rifornimento è idoneo a rifornire, oltre ad ogni tipo di unità navale che ne abbia bisogno, anche i sommergibili. Questo è stato il nostro contributo in quei giorni. Nella più grande base navale del Sud Mediterraneo si opera con discrezione, nella routine di tutti i giorni come nei momenti di massima tensione, per fornire quell’appoggio logistico che un moderno strumento navale necessita. Valeriano Mensurati ■ attività operativa marzo Una giornata a Maribase Taranto attività operativa marzo Sulla via per Kandahar... ...e oltre Gli uomini del Reggimento San Marco attraversano l’Afghanistan E ’ la sera del 3 marzo e ogni membro del team OMLT del Rgt. San Marco è consapevole che quella che sta per iniziare è un’impresa significativa. Nella fredda notte di Kabul, gli otto LINCE “targati MM” vanno ad assumere il posto loro assegnato nel lungo convoglio di più di cento veicoli con il quale il neo-formato 3° Kandak (battaglione) della 2^ Brigata del 207esimo Corpo raggiungerà la sede assegnata di Camp Sayar, Distretto di Farah. La missione assegnata agli uomini del Rgt. San Marco ha avuto inizio ai primi di gennaio. Giunti in teatro, un “advance party” del team è stata inviata a Kabul presso il Consolidation Fielding Center (CFC) dell’Afghan National Army (ANA) dove in qualità di mentors del nuovo Kandak hanno seguito da vicino il Collective (particolare training) che prepara le unità di manovra afghane all’impiego operativo in tutta la nazione. In particolare, quello della “mentorizzazione” è il compito principale del programma NATO denominato OMLT ovvero Operational Mentoring and Liasoning Team, al quale si affianca la funzione di Liason con la forze della Coalizione che affiancano le unità ANA impiegate sul terreno. OMLT è uno dei programmi fondamentali con il quale ISAF punta a formare, addestrare e consolidare le neonate Afghan National Security Forces (ANSF) e a combattere, quindi, sul campo il fenomeno dell’Insorgenza così da permettere, in un ambiente sicuro, lo sviluppo economico e sociale della travagliata nazione afghana. Terminato dunque l’addestramento, il Kandak è ora pronto alla sua prima attività operativa: il trasferimento da Kabul a Farah. L’itinerario è di centinaia di km da percorrere quasi interamente lungo la famigerata Highway 1 o “ring road” ovvero lungo l’unica arteria di traffico interamente asfaltata del paese. Durante la settimana necessaria al trasferimento, il convoglio attraverserà tutte le regioni meridionali dell’Afghanistan, passando per l’antica Kandahar e per zone “calde” come il distretto di Ghazni e quello dell’Helmand. Ma le difficoltà e le insidie dell’operazione “Pilgrimage to Farah” non preoccupano i giovani soldati afghani che brulicano eccitati intorno alla lunga fila di mezzi in attesa. Il loro morale è alto, l’emozione della cerimonia di fine corso ancora accende i loro cuori e, seppur con un pizzico di incoscienza, alla domanda “are you ready?” ri- 22 spondono sempre “ready” con un gran sorriso e il pollice all’insù. Nessuna esitazione quindi, il Kandak 3.2 è pronto al movimento! La prima tappa inizia con il lento attraversamento di Kabul: una fitta nebbia complica non poco il movimento attraverso una città deserta ma ben presidiata dalle ANSF e così il convoglio lascia la città e si immette sulla Highway 1 dopo diverse ore. Lasceremo la ring road dopo 7 giorni e quasi mille km! Giungiamo a Ghazni dopo circa 20 ore e con l’amarezza di aver perso due soldati ANA in un grave incidente stradale. Nonostante la costante attenzione a minacce insidiose quali gli IED (dei quali tutta la ring road porta i segni) o il fuoco degli insurgents, la stanchezza alla guida è risultata fatale qui in Afghanistan così come accade in Italia. La seconda tappa del percorso ci porta dai 2600 metri di Ghazni a 1600 di Qalat. Una giornata iniziata con una bufera di neve e gli effetti del ghiaccio sulla strada finisce così nella piovosa provincia di Wardak, tra terre brulle e qualche sporadico albero. Dopo poche ore si riparte e, una volta aver rifocillato il corpo con un pasto caldo, è giunto il momento di prenderci cura anche dello spirito: la no- stra casa per questa notte è in fatti la cappella di Camp Eagle! La terza tappa ci porta nella già citata Kandahar, o meglio, in quella che è a tutti gli effetti una piccola cittadina poco a sud: la base di KAF ovvero del Kandahar Airfield. Qui vivono circa 30000 persone tra civili e militari di numerose nazioni, il traffico è tale da farci venire la nostalgia di casa e per muoversi si può prendere il bus o bisogna usare una mappa! Un giorno di sosta inaspettato ci aiuta a riprender fiato ma soprattutto ci permette di osservare più da vicino questo meltin’ pot di uniformi e idiomi. Qui la divisa italiana è insolita e da osservatori diventiamo presto osservati: in molti quando scoprono che veniamo dal Bel Paese vogliono scambiare con noi qualche parola di Italiano come “Ciao”, “Come stai” e, immancabile, “mmm.. pizza!!”. I “per nulla timidi” marinai italiani non si tirano indietro e, in modo inaspettato, hanno per l’ennesima volta la fortuna di essere orgogliosi di rappresentare il loro paese all’estero. Purtroppo, come in licenza, la giornata di riposo vola via e, prima ancora del sorgere del sole, il lungo convoglio inizia la sua quarta tappa attraversando la famosa ma non meno famigerata città di Kandahar. L’atteggiamento dei colleghi afghani è ora mutato, ogni soldato scruta attentamente il proprio settore di tiro, tutti tirano un sospiro di sollievo una volta giunti in periferia. Il sole è ormai sorto e le temperature rigide di Kabul sono solo un ricordo. Il vento (..e la polvere!) del deserto ci dà il benvenuto nell’Helmand, una delle regioni confinanti con il Pakistan dove la recente surge delle Forze di Coalizione ha in- flitto un duro colpo alle forze talebane nell’area. L’ultima tappa è anche la più lunga ma, nonostante la fatica degli ultimi giorni, la voglia di giungere finalmente a destinazione dà a tutti la giusta carica di energia. Superata Delaram, entriamo finalmente nell’area di responsabilità dell’italiano Regional Command West ovvero del 207esimo Corpo d’Armata afghano. A dare il benvenuto al Kandak 3.2 troviamo ad attenderci il Vice-Comandante della 2^ Brigata che accoglie i nuovi arrivati con una cerimonia semplice ma significativa: un discorso, una foto ricordo e.. il sacrificio propiziatorio in strada di una capra! Ripreso il cammino, la Highway 1 curva verso Nord per lasciarsi sulla destra la purtroppo nota valle del Gulistan ed un triste pensiero al giovane collega caduto lo scorso ultimo dell’anno nasce sponta- 23 neo nel cuore di tutti. Proseguiamo il nostro cammino tra le montagne con la rassicurante compagnia di due elicotteri d’attacco fino all’incrocio con la strada 517 dove finalmente lasciamo la ring road per percorrere gli ultimi 70 km che ci separano dall’arrivo. Purtroppo, di nuovo, la stanchezza alla guida è fatale per un giovane soldato afghano. L’intervento del nostro medico è immediato: il giovane doc ed i suoi uomini cercano fare il possibile ma invano. Riescono ad ogni modo a stabilizzare i feriti e ad evitare che questi peggiorano. Tanta, comunque, è l’amarezza quando vediamo le ambulanze risalire la colonna dei mezzi e anticipare in maniera nefasta il nostro arrivo nel distretto di Farah. A notte inoltrata, il Kandak 3.2 raggiunge Camp Sayar, sede della 2^ Brigata. Dopo un giusto riposo e il ricondizionamento dei materiali, gli uomini del 3.2 saranno coinvolti da subito nelle attività operative della brigata in tutta la provincia di Farah. Piccole e grandi imprese, giorno dopo giorno, aspettano gli uomini del San Marco consapevoli, come sempre, dell’importanza e della difficoltà del loro compito ma fiduciosi di poter trasmettere ai rispettivi mentees afghani lo spirito fiero e indomabile di ogni fuciliere di marina. Per mare, per terram. San Marco!! Ps: Certo che ci manca il mare!! Marco Guerriero ■ attività operativa marzo Prime “Carrier Qualification” per la portaerei Cavour TARANTO I l 15 marzo, nelle acque del Golfo di Taranto, la portaerei Cavour ha iniziato le sue prime Carrier Qualification (CQ) con i velivoli AV8B del Gruppo Aerei Imbarcati. L’Unità, impegnata nei test di collaudo ed integrazione del Sistema di Combattimento, ha infatti vissuto un’intensa giornata in mare, con oltre 12 ore ininterrotte di attività aerea, con il concorso dei velivoli del Grupaer, dei P180 della Sezaer 9-01 di Pratica di Mare e degli elicotteri del 4° Gruppo di Grottaglie. Attività che ha consentito di portare a termine, tra l’altro, il collaudo del Sottosistema di Guerra Elettronica, del SPN-41A (ICLS – Instrumental Carrier Landing System) e dell’EODAS (Electro Optical Deck Approaching System). Durante le operazioni di volo, condotte in gran parte con condizioni meteo avverse e bassissima visibilità, sono stati efficacemente impiegati i moderni sensori, per il controllo e l’avvicinamento strumentale degli aeromobili, di cui la portaerei è dotata. Gli AV8B hanno avuto modo di testare il nuovo manto del ponte di volo, il cui rifacimento è terminato a gennaio, conducendo numerosi decolli e appontaggi, sia diurni sia notturni. Una “prima volta”, insomma, degna di essere annotata fra i ricordi dell’equipaggio, per l’intensità, i concreti risultati ottenuti e per l’entusiasmo con cui il personale di bordo e dell’industria privata ha assistito alle varie fasi dell’attività di volo tipica di una portaerei. L’attività di collaudo ed integrazione del SdC del Cavour, iniziata a febbraio 2011 con il supporto e il coordinamento di Maricenprog, proseguirà fino a 24 metà maggio, quando l’Unità prenderà parte alla Mare Aperto/Amphex 2011 e successivamente ai festeggiamenti per la ricorrenza dei 150 anni della Marina Militare a La Spezia. Fino ad allora il Cavour avrà modo di operare ancora molte volte con gli elicotteri e gli aerei dei gruppi di volo, seguendo un programma già consolidato e denso di attività sperimentali ed addestrative. Il 15 marzo rimarrà dunque una data importante. La data che ha segnato l’inizio del profondo legame, ben noto a noi marinai, che unisce ogni portaerei ai propri gruppi di volo; preziosa simbiosi che si instaura con il tempo, con l’addestramento e con l’affiatamento e che permette alla nave madre e agli aerei imbarcati di operare in mare come un solo elemento. Alessandro Papa ■ AUGUSTA l 28 febbraio ha avuto inizio, presso il Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera di Augusta, retto dal Contrammiraglio Edoardo Compiani, la 251^ sessione della Scuola di Comando Navale. Nel corso delle successive 6 settimane 10 Tenenti di Vascello seguiranno un intenso programma di addestramento volto a sviluppare le tecniche di manovra e condotta delle Unità Navali in acque portuali ed in alto mare.Dopo una prima fase, della durata di tre settimane, che li vedrà impegnati nella rada di Augusta a bordo di Unità minori per l’esecuzione di manovre di ormeggio e disormeggio, presa di boa e ormeggio alla fonda, il 21 marzo i frequentatori prenderanno il mare per il Tirocinio di Manovra e Impiego Tattico a bordo della Corvetta Chimera e dei Pattugliatori Sirio e Libra. Nelle tre settimane che seguiranno le Unità Navali alterneranno una intensa attività addestrativa in alto mare, incentrata sulle evoluzioni cinematiche in formazione, sulle manovre di rimorchio di Unità sinistrata, sul rifornimento di combustibile in mare e sul trasferimento di personale e materiali. Nell’ambito del Tirocinio le Unità della 251^ Sessione sosteranno nelle città di Livorno, dal 24 al 27 marzo, e Gaeta, dal 31 marzo al 3 aprile: durante tali soste la Scuola Comando, oltre a continuare l’addestramento dei Tenenti di Vascello, aprirà le porte delle nostre navi alla cittadinanza. La Scuola di Comando Navale, diretta dal Capitano di Vascello Antonio Pasanisi, è un'istituzione di eccellenza pressoché unica al mondo che, forte di una tradizione di 85 anni, focalizza la propria attività istituzionale sul trasferimento di conoscenze ed esperienza ai giovani Ufficiali in procinto di assumere il primo incarico da Comandante a bordo di un'Unità Navale, passaggio, questo, che rappresenta un fondamentale punto di svolta nella carriera di un Ufficiale di Marina. Rosario Attaguile ■ te il trasferimento da Livorno al porto di Gaeta. Nelle prime ore del mattino seguente assistiamo al primo disormeggio e alla manovra di uscita dal porto livornese, l’atmosfera in plancia è altamente professionale ma serena, la serenità propria di chi “sa cosa fare”. Durante i giorni in mare assistiamo a diverse manovre effettuate dai TV frequentatori quali affiancamenti, appoggi, rimorchi simulati ed effettivi e svariate manovre cinematiche semplici e complesse; viviamo la plancia come prima non avevamo mai fatto, integrandoci nell’ambiente fornendo un supporto ai frequentatori. L’ultimo giorno è per noi il più entusiasmante: prima di fare ingresso nel porto di Gaeta, dove a malincuore la nostra attività sarebbe conclusa, inaspettatamente ci viene concessa l’opportunità di manovrare: la tensione è molto alta ma l’entusiasmo è di gran lunga superiore ed è grande la soddisfazione e l’orgoglio di manovrare un’Unità Navale. L’esperienza vissuta è stata altamente formativa e concreta, ci ha dato la possibilità di affacciarci sul nostro futuro, di essere parte di una realtà unica in ogni genere e di vivere il “bordo” con passione e determinazione, quella passione e determinazione che abbiamo respirato in ogni manovra. La sessione della Scuola Comando Navale sbarca a Livorno a favore del Corso “Ares” D opo tre settimane di intensa preparazione nella rada di Augusta, la sessione di Scuola Comando fa tappa a Livorno. Si ritorna in Accademia Navale dove di fronte ad un auditorium formato da Allievi e da Guardiamarina del corpo dello Stato Maggiore, il Direttore della Scuola e i Comandanti relatori descrivono con grande passione e chiarezza l’attività della Scuola Comando, per poi lasciare spazio alle testimonianze dei TV frequentatori. Ma l’avventura per noi Guardiamarina del corso Ares (entrati in Accademia nel 2007) non finisce qui: nell’ambito delle attività mirate al conseguimento dell’abilitazione alla guardia in plancia basica, siamo destinati, la sera del 27 marzo, in temporaneo imbarco su Nave Sirio (pattugliatore d’altura classe Costellazione II impegnato in questa sessione di Scuola Comando). Si prospettano quattro giorni di intensa attività duran- Filippo Montagno Raffaele Corrieri ■ 25 attività operativa marzo Al via una nuova sessione della Scuola Comando Navale attività operativa aprile Nave Etna, la rifornitrice Poliedrica e multitasking, nave Etna è l’unità di supporto logistico e la rifornitrice italiana per eccellenza. Ora è impegnata nelle acque libiche pronta a soddisfare, di giorno e di notte, le esigenze delle numerose navi presenti in zona N ave ETNA è in assoluto, tra le unità ausiliarie, la punta di diamante della Squadra Navale. Dotata di cinque stazioni di rifornimento, è in grado di trasportare oltre 5000 metri cubi di F-76, il combustibile per navi, e circa 1300 metri cubi di F-44, necessario ai velivoli. Le sue caratteristiche e capacità sono ulteriormente amplificate grazie alla possibilità di ospitare elicotteri (AB 212, SH 3D, EH 101 o NH 90) e di fornire un supporto sanitario di primissimo livello (sostenibile per periodi prolungati e per oltre 1800 uomini). L’insieme di tutte queste peculiarità, assieme all’ineguagliabile configurazione TLC, rendono nave Etna l’unità con maggiore versatilità d’impiego e, soprattutto, la più idonea ad ospitare, in qualità di flagship, un comando complesso e relativo staff. Proprio per questi motivi, dal 15 dicembre 2010, è flagship dello Standing NATO Maritime Group 1, sotto il comando del Contrammiraglio Gualtiero Mattesi. Le attività addestrative e operative svolte nei mesi precedenti, durante l’attuale deployment in ambito NATO, hanno dato la possibilità all’equipaggio di perfezionare il li- vello di addestramento e la relativa prontezza operativa. Infatti, sono passati quasi tre mesi, dal giorno in cui, l’8 gennaio, nave Etna ha lasciato il porto di Taranto e numerose sono state le occasioni per misurare e perfezionare le proprie capacità. Forse l’esempio più significativo si può ricercare nel corso dell’esercitazione Proud Manta 2011 (svoltasi dal 7 al 17 febbraio), quando sono state rifornite ben diciannove navi in meno di dieci giorni. Un vero e proprio primato. Nel mese di marzo, lo scenario geo-politico del mediterraneo centrale è decisamente e repentinamente cambiato. Nave Etna, inizialmente designata per la partecipazione all’Operazione Active Endeavour, si è prontamente ridislocata nelle acque internazionali a largo della Libia, con una nuova missione. L’approvazione delle risoluzioni UNSCR 1970 e 1973, ha posto in essere un disegno strategico ben preciso a tutela della popolazione civile libica: l’imposizione di una “No-Fly Zone” su tutto lo spazio aereo libico e l’embargo selettivo di armi. L’intervento immediato del comando SNMG1 e di nave Etna, prima rifornitrice ad interve- 26 nire nell’area di operazione, ha senza dubbio prolungato la sostenibilità e la permanenza in area di tutte le altre unità. Le navi che hanno beneficiato del servizio della rifornitrice appartengono non solo a stati europei, ma anche agli USA ed al Canada. Per l’equipaggio di una unità rifornitrice, in definitiva, il delicato momento del RAS (Replenishment At Sea) costituisce una occasione importante in cui l’arte marinaresca e l’elevata professionalità si fondono nel lavoro sinergico tra le figure funzionali chiave dell’Unità: il Comandante, il Direttore di Macchina ed il Capo Componente Marinaresca. Prima di passare al vero e proprio rifornimento, il galateo navale vuole, come simbolo di genuina gratitudine, il tradizionale scambio di doni tra il comandante della rifornitrice ed il comandante dell’unità rifornita. E poi sul finire, quando le navi sono ormai libere da ogni vincolo, un po’ di musica suggella il distacco ed allieta lo spirito di chi, di giorno e di notte, è sempre pronto ad operare. Francesca Longo ■ una ennesima fantastica esperienza SOUDA E ’ un giorno come un altro, il lavoro ferve, le attività manutentive in porto si susseguono, il Reparto è diviso fra quelli che sono a bordo intenti al ricondizionamento delle Unità pronte e quelli che stanno revisionando componenti delle Unità ai Lavori. Un visitatore occasionale, che entra nella nostra sede, pensa ad una vera e propria DSD (Direzione Supporto Diretto), anche se in realtà il Reparto di Supporto Tecnico Logistico di Comforsub è molto di più: una DSD, un centro statistico, un equipaggio di riserva, un Support Group (SuG). Io credo che le straordinarie capacità di questo Reparto emergano nella loro interezza proprio in questa occasione, nel momento in cui vengono proiettate lontano dalla home base, fuori dal territorio nazionale, quando il Support Group diventa parte integrante delle comprovate capacità expeditionary delle unità subacquee, tanto della classe Todaro, quanto della classe Sauro. Ed è proprio qui, che vengono poste le fondamenta dell’ennesima fantastica esperienza! Il Mediterraneo è un bacino ribollente, le nostre Unità sono già in area, presenti come è sempre stato. Per il Todaro, in particolare, si profila una intensa attività ed una sosta nell’isola di Creta, presso la strategica base navale di Souda. Il SuG si mette in moto. Tutto parte con la consultazione dei siti già analizzati, studiati metro dopo metro, bitta dopo bitta: tipologia del molo, fondale, idoneità al rifornimento, ma anche disponibilità di fenders (respingenti in gomma per l’ormeggio), alimentazioni elettriche. L’unica condizione richiesta imprescindibilmente è il fondale di almeno 7 metri; tutto il resto verrà inviato dall’Italia. Si apre l’archivio. Oltre alle basi italiane sono stati certificati siti di mezzo mondo. Souda no, non c’è stata occasione. Allora si parte, il Capo Reparto va a visionare il sito, insieme alla ditta rifornitrice dei reagenti. Nella zona occidentale dell’isola di Creta ci sono almeno due moli idonei: il K14, presso il Marhati Pier Complex (Base Nato) ed il P31, presso la Souda Naval Base. I greci hanno stipulato un contratto con i cantieri tedeschi HDW, per la costruzione di quattro sottomarini della classe U214, versione da esportazione del più nobile U212 (battello tedesco ed italiano). Il primo battello, il Papanikolis è stato costruito in Germania, gli altri, invece, sono in fase di costruzione presso gli Hellenic Shipyard Co. (partecipazione finanziaria della stessa HDW e di una società degli Emirati Arabi), a Skaramangas, vicino Atene. I rifornimenti sono ancora 27 gestiti dal cantiere e i greci stanno cercando di costituire un gruppo di supporto. Assistere ad un nostro rifornimento è, dunque, per loro una ghiotta occasione, per cercar di capire come funziona. Si decide, allora, di ormeggiare il Todaro presso il P31, all’interno della base greca. Il SuG, costituito per l’esigenza da un Ufficiale e 6 sottufficiali (tre motoristi, due elettricisti ed un nostromo), inizia la pianificazione dell’attività e l’organizzazione delle operazioni. Il materiale da inviare è contenuto in container già pronti per la spedizione. La visione è lucida, la pianificazione consolidata: viene interpellata la Sezione MoTra di Maristat Reparto Logistico (per il coordinamento dei trasporti). Le capacità expeditionary dei battelli è frutto della sinergia di vari elementi di organizzazione fra i quali è doveroso evidenziare oltre all’opera di Comforsub quella del MoTra, con cui si coopera da almeno quattro anni, dai tempi della CONUS 08 (ridislocazione del Sommergibile Todaro presso le coste orientali degli stati Uniti), e che ben conosce le necessità dei sommergibilisti. Il capo del SuG interloquisce con il capo Servizio Amministrativo di Comforsub, si analizzano i Logreq (Logistic Requirement), si valutano le richieste del battello, si prendono i contatti con le Agenzie Consolari, con le Am- attività operativa aprile Comando delle Forze Subacquee: basciate, con il personale della Base, e si richiedono i permessi di ingresso alla base stessa. Nel frattempo si avvicina il giorno della partenza, che normalmente avviene un paio di giorni in anticipo, rispetto all’arrivo in porto dell’Unità. Tutto il materiale viene imbarcato sui TIR, mentre in mare l’equipaggio è concentrato nella sua attività, ma è sereno; all’arrivo in porto, lo attende solo il meritato riposo! L’arrivo in Grecia non è confortante: ricordavamo l’isola frizzante e assolata dei mesi estivi, ma troviamo una fitta pioggia. Nonostante questo, il morale è comunque alto, come in ogni occasione! Arriviamo in tarda serata, e subito ci dirigiamo presso il molo mercantile a controllare che i Tir siano arrivati e che siano pronti per entrare in base. Il giorno dopo, siamo sul molo già alle otto e troviamo ad attenderci il Comandante Diamantakis (Comandante del “Souda Bay Forward Logistic Site”) ed il Comandante Kokarakis, ufficiale di collegamento per il Todaro durante la sosta. Noi siamo in sette su un van e alle nostre spalle ci sono tre tir, sui cui teloni, la scritta a caratteri cubitali MARINA MILITARE – COMANDO DELLE FORZE SUBACQUEE, mette in soggezione anche chi l’ha concepita! I greci sono sbalorditi! Da alcune navi limitrofe e da un U209, ormeggiato vicino, si affaccia il personale incuriosito dal trambusto. Non hanno ancora visto niente! Aspettiamo un’ora, arriva il personale della ditta Linde Gas Italia (appaltatrice per i rifornimenti), arriva l’autogru, il sito comincia a prendere forma secondo il layout studiato e concordato con la ditta stessa. La cura sembra eccessiva, maniacale, ma ogni cosa deve andare al suo posto. I greci assistono stupiti ed esterrefatti, hanno mille dubbi, mille domande, ma non riescono a distogliersi dal seguire l’opera dei nostri che deve seguire precisi e minuziosi ritmi di lavoro incurante di tutto ciò che c’è intorno. A fine giornata il sito ha ormai preso forma e si curano solo gli ultimi dettagli: la ditta avvia i test con azoto della stazione, la cisterna dell’idrogeno è già entrata in base da diverse ore ed è stata posizionata in una zona di sicurezza. Ormai manca solo il Todaro! Il collega greco è affascinato, non fa altro che ripetere complimenti su complimenti. Al nostro arrivo era molto preoccupato per la gestione di eventuali incidenti nel corso del rifornimento, invece, alla fine della giornata è rinfrancato. Ci ha visti lavorare, ci ha visto operare per ore, abbiamo chiacchierato, discusso, condiviso; ha capito che non ci saranno problemi e che qualora è “preso” tutta la banchina! Un rapido passaggio di consegne, quattro chiacchiere con il Comandante e l’equipaggio lascia il suo sommergibile nelle mani esperte del SuG che ne prende possesso ed avvia le operazioni di ricondizionamento in porto. Nei prossimi giorni non ci si fermerà mai: rifornimento reagenti, imbarco gasolio, imbarco viveri, manutenzioni preventive e correttive, visite di cortesia. Per il safety briefing. viene raccolto tutto il personale interessato alle operazioni (personale italiano e delle marina greca che collabora attivamente per quanto possibile – vigilanza del sito, vigili del fuoco, medico, operatori della ditta Linde). Le ferree e dettagliate procedure ci fossero, ha di fronte gente preparata, che sa perfettamente cosa fare. Il giorno dopo arriva il Todaro. Il Comandante manovra serenamente, conscio delle potenzialità del suo mezzo e del suo equipaggio e, con l’assistenza di un rimorchiatore, in poco tempo completa la manovra. Ora che il battello è ormeggiato ci sentiamo a casa! Ricordo, quando in crociera con il Vespucci da allievo, si diceva sempre che una Nave ormeggiata all’estero poteva essere considerata un pezzo d’Italia. Mi guardo intorno: il pezzo d’Italia si per i rifornimenti vanno applicate alla lettera. Alla nostra attività sono fortemente interessati gli alleati ellenici; io parlo in inglese e il Cte Diamantakis traduce ogni parola dall’inglese al greco per essere certi che non ci siano dubbi. Ci dilunghiamo sia come forma di rispetto nei confronti della host nation ma soprattutto perché, fedeli al motto “safety is paramount”, è necessario che tutto il personale greco sia in grado di gestire nel migliore modo possibile l’evento. Quando tutti sono soddisfatti, si comincia. Compilo le check list insieme alla ditta; prendo visione dei certi- 28 ficati dei reagenti (i prodotti che imbarchiamo, hanno un grado di purezza quasi assoluto); arriva la cisterna con l’idrogeno liquido e viene collegata al container di gassificazione; la pompa criogenica viene messa a freddo e i suoi stantuffi iniziano a pompare idrogeno liquido, che viene gassificato in uno scambiatore ad acqua mare ed inviato ad un buffer di accumulo (gruppo di 6 bombole della stazione). Non appena la pressione all’interno del buffer supera quella delle bombole di bordo, contenitori di idruri, incamiciati fra lo scafo resistente ed i pannelli esterni in GRP, il gruppo di riduzione inizia ad erogare a bordo. Si procede così per diverse ore, fino a quando la pressione a bordo non raggiunge il massimo consentito. La valvola di mandata verso il bordo si chiude automaticamente, ma la pompa continua ancora a mandare, con il suo echeggiare caratteristico nella notte taciturna, accumulando idrogeno gassoso nel buffer. Siamo giunti nella fase di erogazione “a dente di sega”. In questa fase del caricamento, gli idruri delle bombole di bordo hanno una capacità di assorbimento dell’idrogeno meno rapida. Pertanto, si alternano fasi di invio di idrogeno a bordo, a fasi in cui si at- tende che la pressione si assesti a seguito dell’assorbimento dell’idrogeno favorito con la continua refrigerazione delle storage room (camere in cui sono stivate le 28 bombole), attraverso la circolazione dell’acqua di mare. Quando gli idruri appaiono ormai saturi, le bombole sono piene e il caricamento è completato. Il tempo di sorseggiare un caffé e si ricomincia! Azoto per bonificare la stazione, mentre la cisterna di idrogeno si allontana, per lasciare posto a quella dell’ossigeno, che è già in viaggio ed è attesa per le dieci della stessa mattina. Alle dieci in punto, colleghiamo a bordo le manichette dell’ossigeno, già bonificate con azoto, al fine di eliminare ogni tipo di impurità, oltre che eventuale condensa. Abbiamo già effettuato le operazioni preliminari al rifornimento ossigeno e, all’arrivo della cisterna, siamo pronti ad erogare il gas criogenico a bordo. Questa volte le operazioni non richiedono particolari interfacce tra il bordo e la cisterna ma solo la spinta di una semplice pompa. L’operazione richiede però sempre la più alta attenzione: stiamo pur sempre maneggiando ossigeno puro a - 235°C. Dopo qualche ora anche l’imbar- 29 co ossigeno è concluso e subito il SuG si presta per le successive attività di ricondizionamento che termineranno alle 16, visto che è domenica, quando il battello è posto in assetto di porto, collegato all’alimentazione da terra, attraverso il nostro trasformatore. I greci sono entusiasti, e consci che anche i loro sommergibili U214 possono operare dalla base di Souda. Nei successivi tre giorni di sosta del Todaro il SuG operara incessantemente conscio di dover riconsegnare il battello al suo equipaggio in perfetto stato: servizi di vigilanza a bordo, manutenzioni preventive e correttive, imbarco gasolio, imbarco viveri; ma anche un incontro con l’Ammiraglio Comandante della Base e un pranzo con il Console Onorario, Sig. Boudrojannis. Gli impegni si susseguono, il supporto della base ellenica è eccellente, lo scambio di esperienze completo. Cinque giorni volano via, in una lunga apnea. L’equipaggio del Smg Todaro si è “ricaricato” ed è pronto in banchina, per riprendere il mare. Lo aspetta un’altra delicata missione. Il SuG è nuovamente solo in banchina! Prepariamo tutto per la partenza e la sera alle 18, riconsegniamo ai greci la loro banchina, nelle stesse condizioni in cui loro l’avevano messa a nostra disposizione. Aspettando il volo per il rientro ci godiamo una breve franchigia per i vicoli del porto Veneziano e per i doverosi gadget da portare a casa. Siamo solo giunti in aeroporto ad Atene ma già lì si risente l’atmosfera italiana grazie a delle scolaresche calabresi e piemontesi che tornano in Italia, dopo aver visitato le città greche e che per ingannare l’attesa intonano l’inno di Mameli. Ci uniamo al coro e a centinaia cantiamo, mentre tutti gli altri passeggeri dei voli internazionali si fermano a guardare ammirati. Viva l’Italia! Christian Perrone ■ attività operativa aprile La Forza da Sbarco si addestra all’impiego degli aeromobili VAL BASENTO P ersonale appartenente alla branca “controllo aerotattico e supporto di fuoco” della Forza da Sbarco (FdS), in forza a Comforsbarc e al Reggimento San Marco, ha svolto l’esercitazione “Diligent Crossbower” nel periodo 11-14 aprile, grazie al supporto di elicotteri AB-212 “Eliassalto” del 4° Gruppo di Grottaglie e velivoli AMX del 32° Stormo Aeronautica di Amendola (FG). L’attività si è svolta in Val Basento, tra i caratteristici “calanchi” lucani, un’area ancora duramente segnata dalle violente inondazioni invernali. Quasi a voler compensare l’occhio e lo spirito, il risveglio primaverile della natura, qui ancora in gran parte incontaminata, esplode con infiorescenze multicolori, intensi profumi ed una multiforme fauna, indaffaratissima nella lotta per la vita. L’esercitazione era orientata a favore dei team “osservatori del fuoco ed acquisitori obiettivi” del Reggimento San Marco, di prossima immissione in Teatro Operativo afghano (gli universal spotters dei Firepower Control Teams – FCT, capaci di gestire il supporto aereo ed il fuoco dell’artiglieria navale e terrestre, nonché dei mortai; una apprezzatissima unicità della FdS della Marina). Inoltre, venivano affinate le tecniche di controllo procedurale dei jet e degli elicotteri in ruolo CAS (Close Air Support, ossia nell’erogazione di fuoco aereo in supporto ravvicinato di reparti terrestri in combattimento, riducendo l’evenienza di cosiddetti danni collaterali - Collateral Damage, CD). L’uso di aeromobili è sempre più significativo nelle operazioni militari. Il controllore aerotattico (il Forward Air Controller – FAC, che nel FCT normalmente rico- pre anche il ruolo di Capo Team) risponde a stringenti normative NATO e nazionali, per quanto riguarda l’addestramento professionale. Il personale del Comforsbarc ha congiuntamente svolto attività di C4 (Command, Controll, Communications & Computers), per aumentare la complessità dello “scenario”e per sfruttare la preziosa opportunità di utilizzare i complessi equipaggiamenti, capaci di soddisfare le esigenze di comunicazione entro ed oltre l’orizzonte, sia in voce che in dati. Le condimeteo, temporaneamente anche avverse, non hanno scoraggiato i nostri 15 marines, né i gagliardi equipaggi di volo, che sono riusciti a inanellare quattro missioni di AB-212 (di cui una notturna) e sei di AMX (di cui tre notturne). Roberto Biagioli ■ 30 Il X Gruppo Navale Costiero dedica l’Italian Dinner al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia SINAI I l 14 Aprile il X Gruppo Navale Costiero ha dedicato l’Italian Dinner al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Tradizionalmente, il Comando della Multinational Force Observers (MFO), la Forza multinazionale di pace operante in Sinai, incoraggia ogni Contingente ad organizzare, una volta all’anno, un party serale: il così detto National Dinner. L’evento sociale ha il duplice scopo di dare risalto a una festività nazionale e di illustrare ai colleghi stranieri le attività, le peculiarità e il progresso della propria missione. Quest’anno, il Contingente Italiano della MFO costituente il X Gruppo Navale Costiero, al comando del Capitano di Fregata Massi- miliano Caramia, ha voluto dedicare l’Italian Dinner al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Per gli uomini del contingente Italiano in Sinai questa è stata un’ulteriore opportunità per dimostrare il proprio orgoglio nazional, con il Tricolore che ha fatto da sfondo a tutta la serata. L’Italian Dinner è stata l’occasione per unirsi idealmente a tutti gli Italiani che, ovunque nel mondo, hanno reso omaggio al coraggio, al sacrificio e al sogno dei patrioti, padri fondatori della Nazione Italiana. Il ricevimento, interamente organizzato e gestito dai marinai Italiani, ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutti i Contingenti costituenti la Forra Multinazionale di Pace ed ha riscosso un ottimo successo ricevendo il plauso del Force Commander del MFO, il Generale Neozelandese Warren J. WHITING, e dell’ospite d’onore il Console Onorario d’Italia a Sharm El Sheikh Dottoressa Faiza Farid Amhed Frigido. La Marina Militare Italiana – ha detto il Comandante Caramia nel suo discorso di benvenuto rivolto agli ospiti – è al servizio della pace, sotto l’egida della MFO, da 29 lunghi anni grazie alla dedizione ed alla professionalità di marinai come questi seduti oggi accanto a voi. Tuttavia, sono eventi come questo di questa sera che mi permettono di affermare, con orgoglio, che il contingente Italiano e’ da sempre apprezzato non solo dal punto di vista professionale ma anche per la socievolezza e l’umanità che da sempre sono un vanto per la nostra Nazione. Luca Capobianco ■ 31 attività operativa aprile Italian National Dinner attività operativa aprile Active Endeavour per il Todaro Dopo oltre un mese di intensa attività il Sommergibile Todaro ha fatto rientro a “casa”. TARANTO S ono le 0830 locali del 22 aprile, il Sommergibile Salvatore Todaro ha fatto ingresso nel Mar Piccolo e si appresta a passare i cavi in banchina. Termina così la dislocazione in Mediterraneo centrale dell’unità subacquea della Marina, comandata dal Capitano di Corvetta Giuseppe Rizzi, la quale dal 21 marzo è stata impegnata nell’operazione NATO Active Endeavour, sotto il controllo operativo del Maritime Component Command di Napoli. Il Todaro ha partecipato all’operazione internazionale effettuando attività di presenza e sorveglianza, e collaborando con l’intero dispositivo NATO composto da unità di superficie, subacquee ed aeree. Ma per il Todaro tutto ciò non è certo una novità: dalla sua consegna alla Marina (avvenuta nel 2006) ha già partecipato a tale attività nel 2007 e, successivamente, a fine 2010. L’operazione Active Endeavour, il cui motto è, appunto, “in service of peace and freedom”, si prefigge di contrastare tutte le attività marittime legate al terrorismo internazionale, realizzando un fitto pattugliamento in tutto il Mediterraneo grazie alle unità messe in campo dai vari Paesi membri dell’Alleanza Atlantica. In tal senso, il mezzo subacqueo risponde a questi compiti permettendo di realizzare il pattugliamento in maniera occulta: consente, infatti, di acquisire dati su attività illecite, senza rendere nota la propria presenza. Tale peculiarità diventa utile quando, prima ancora di procedere con un’interrogazione o un’ispezione, si necessita di dati sul natante sospetto. Ecco che il Todaro, grazie alle sue capacità di occultamento derivate dalla particolare propulsione A.I.P. (Air Independent Propulsion), che permette prolungate autonomie in immersione senza cicli snorkel, ha potuto effettuare l’avvicinamento ai “bersagli” di interesse con maggiore efficacia. L’acquisizione di tutti i dati necessari per diffondere alla forza navale della NATO le informazioni relative ai potenziali traffici illeciti è stata realizzata con l’ausilio di tutti i sensori di bordo: il periscopio, per la ricognizione ottica e la fotoacquisizione; l’apparato di guerra elettronica, per l’analisi dei dati radar dei mercantili; il sonar che, grazie a diversi sensori, ha permesso la scoperta primaria e l’analisi dei bersagli, effettuando ascolto su basse e medie frequenze, sia in banda larga, sia in banda stretta. In questo mese il Sommergibile Todaro ha svolto due pattugliamenti in area di operazioni, per un totale di venti giorni di intensa attività, separati da una sosta operativa a Souda, nell’Isola di Creta; la sosta, fondamentale per i rifornimenti dei “consumabili” di bordo, ha permesso all’esiguo e ben addestrato equipaggio (32 persone) di usufruire di 32 un po’ del meritato riposo guadagnato dopo due settimane di attività in mare. L’alto livello di automazione dei sottomarini della classe U212-A richiede, per l’appunto, un ristretto numero di persone a bordo poiché permette di accentrare molte mansioni su uno stesso individuo: questo aspetto implica, assieme ai vantaggi derivati da maggiori spazi a disposizione e da sistemazioni logistiche più comode, anche un’accurata specializzazione ed un intenso impiego del personale imbarcato. Nel corso dell’operazione il Todaro ha intercettato quasi duecento unità, garantendo il controllo dei traffici mercantili nell’area assegnata e riportando all’intero dispositivo navale dislocato in zona ogni contatto reputato sospetto o comunque di interesse. La cooperazione con assetti navali multinazionali si è dimostrata fondamentale per portare a termine la missione assegnata, permettendo di sfruttare appieno le potenzialità di ciascuna Unità alleata presente in mare, e di convogliare tutti gli sforzi ad un fine comune. Il rientro, ora, permetterà all’intero equipaggio di passare la Pasqua con i propri cari, e di prepararsi ai successivi impegni che dovranno essere assolti dalla nostra Componente subacquea; sempre più frequentemente, infatti, viene richiesto il concorso del sommergibile nelle missioni nazionali e internazionali, a conferma dell’alta valenza operativa del mezzo subacqueo, soprattutto se di ultima generazione come il Todaro. A noi, equipaggio di Salvatore, non rimane che restare pronti a nuove avventure in mare… Mirco Forasacco ■ Si è conclusa la 252ª Sessione della Scuola di Comando Navale M arinaio, Professionista, Ufficiale, Comandante, Dirigente, questi i cinque obiettivi che ogni Ufficiale di Marina, sin dall’ingresso in Accademia Navale, deve raggiungere nell’arco della propria carriera; ma sicuramente quello più ambizioso e agognato è quello di Comandante di Unità Navale. Così per i dodici Tenenti di Vascello frequentatori della 252ª Sessione di Scuola Comando Navale questo traguardo sem- bra oggi molto più vicino. Dal ponte di volo di Nave Vega, ormeggiata ad Augusta, il Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli, ha infatti ufficialmente consegnato l’attestato che solca inesorabilmente il cammino verso l’imminente assunzione del primo comando navale. La Sessione è iniziata lo scorso 26 aprile con l’arrivo dei frequentatori presso il Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera (COMFORPAT), da cui dipende la Scuola Comando Navale, un’istituzione con alle spalle una tradizione di oltre 80 anni, unica tra le marine occi- 33 dentali. Il programma delle prime tre settimane ha visto i dodici Tenenti di Vascello - di diverse estrazioni ed esperienze professionali - cimentarsi sotto l’attento occhio degli ufficiali valutatori in manovre di ormeggio, disormeggio, fonda e presa di boa all’interno della rada di Augusta a bordo delle Unità dipartimentali Lipari, Levanzo, Tirso e Salina. Contemporaneamente, una serie di conferenze e un programma di lezioni su disciplina, arte marinaresca, gestione amministrativa ed etica militare affinava la preparazione richiesta per il successivo importante incarico. Nella fase finale di questo pri- attività operativa maggio Verso il tanto agognato berretto con le fronde mo periodo, denominato Tirocinio di Manovra (Tir.Ma), i tre team in cui i frequentatori sono stati divisi sin dall’inizio, si sono parallelamente dedicati alla pianificazione dell’attività in mare che li avrebbe visti impegnati nelle tre settimane successive in quello che viene denominato Tirocinio di Manovra ed Impiego Tattico (Tir.M.I.T.). In questa fase le unità dipartimentali hanno lasciato il posto alle navi delle Forze di Pattugliamento e così, la mattina del 16 maggio il gruppo navale costituito dalle due corvette Sfinge e Fenice e dal pattugliatore Orione ha preso il largo alla volta del porto di Crotone. La vicinanza del porto calabrese ha permesso di partecipare all’addestramento di reparto di COMFORPAT, fornendo l’opportunità di un addestramento di livello avanzato, quale una serie di tiri a caldo, oltre che alla rassegna del Comandante in Capo della Squadra Navale imbarcato sulla portaerei Cavour, che proprio in quei giorni si trovava ad incrociare le rotte della Scuola Comando. Successivamente, le tre unità hanno iniziato il programma in mare, costituito da manovre cinematiche ravvicinate, affiancamenti per rifornimenti laterali, avvicinamenti per la presa al rimorchio. Giunti a Crotone nel fine settimana, gli ufficiali frequentatori insieme ai valutatori ed ai comandanti delle tre navi sono stati accolti calorosamente dal Sindaco, dal Prefetto e dal Comandante della locale Capitaneria di Porto. Hanno inoltre usufruito dell’interessante opportunità di visitare il sito archeologico di Capo Colonna, il Castello di Crotone ed un museo locale. Il gruppo navale ha nuovamente preso il largo il mattino del lunedì seguente, per un susseguirsi di manovre condotte dai frequentatori con sempre maggior familiarità, precisione e perizia. Al termine di questa seconda settimana in mare aperto, il reparto navale è approdato nel porto di Milazzo, città cara alla Marina per aver dato i natali alla Medaglia d’Oro al Valor Militare, Ammiraglio Luigi Rizzo di Grado e di Premuda, la cui storica impresa viene rievocata ogni anno il 10 giugno in occa- sione della Festa della Marina. Così come a Crotone, anche a Milazzo le unità navali sono state oggetto di numerose visite da parte della cittadinanza locale che ha dimostrato di apprezzare la presenza delle navi militari, evidenziando il sentimento che lega la popolazione alla marineria. Dopo aver decisamente apprezzato la visita culturale al castello di Milazzo e, per alcuni, il giro turistico delle Isole Eolie, il disormeggio dal molo foraneo avvenuto lunedì 30 maggio ha dato inizio all’ultima settimana di attività in mare che ha visto in particolare l’arrivo del Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli, il quale, come da consolidata 34 tradizione, ha voluto personalmente assistere alle ultime manovre dei frequentatori, a testimoniare ancora una volta l’importanza che riveste l’istituzione della Scuola Comando. Approdati ad Augusta, ha così potuto aver inizio la cerimonia solenne di consegna degli attestati. A bordo di Nave Vega, alla presenza del Comandante del Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia, Ammiraglio di Divisione Salvatore Ruzittu, del Comandante delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera, Contrammiraglio Edoardo Compiani, del Direttore della Scuola di Comando Navale e dei Comandanti delle Squadriglie Pattugliatori, che per sei settimane hanno incessantemente e pazientemente seguito i frequentatori nel loro delicato incarico di valutatori, l’Ammiraglio Binelli Mantelli si è personalmente congratulato con ognuno dei dodici Tenenti di Vascello consegnando il tanto desiderato attestato ma, soprattutto, segnando l’evento con un’energica stretta di mano; gesto, che al termine di questa esperienza professionale indimenticabile, rappresenta per ogni ufficiale frequentatore il braccio teso verso quel sempre ammirato berretto blu con le fronde dorate, che tra pochi mesi riporterà l di sopra della visiera la sagoma ed il nome della “propria” Nave. Nicasio Falica ■ S empre più vivo è l’interesse e lo sviluppo di studi sui canyon sottomarini; essi svolgono un ruolo primario, soprattutto nell’ambito dei processi gravitativi in mare per la valutazione del rischio costiero (erosione, tsunami, strutture), dell’evoluzione morfo-dinamica dei fondali (cavi sottomarini, pipeline, strutture offshore) e del trasporto e accumulo degli inquinanti. In questo contesto, ed allo scopo di ampliare il database nazionale e concorrere alla ricerca, Nave Galatea, al comando del Tenente di Vascello Alessio Mariani, il 4 maggio ha effettuato nelle acque antistanti il porto di Genova un rilievo nei pressi della foce del torrente Polcevera, origine del canyon omonimo. Al termine del processo di valorizzazione il prodotto risultante sarà un dettagliato modello tridimensionale, attraverso il quale sarà possibile creare carte tematiche che coprono i più svariati settori delle scienze marine, dall’idrografia alla geologia, nonché all’oceanografia e alla biologia. I rilievi sono stati condotti in occasione del tradizionale Tirocinio che tutti gli anni le Unità bianche svolgono a Genova, in preparazione alla Campagna Idrografica. Al termine del Tirocinio, il Direttore dell’Istituto Idrografico della Marina ha salutato l’Equipaggio in procinto di affrontare la futura attività operativa. In questo contesto il lavoro di Nave Galatea e della Marina si inserisce a pieno nel supporto alla ricerca e allo sviluppo scientifico, in collaborazione con Enti di ricerca e Atenei italiani. La piattaforma continentale ligure appartiene per la quasi totalità della sua estensione alle piattaforme di costruzione sedimentaria, in cui, ad un substrato roccioso che si ap- I fondali liguri Nave Galatea concorre alla realizzazione di mappe tematiche del canyon del Polcevera profondisce secondo uno stile "distensivo" del margine, si sovraimpone una copertura sedimentaria accumulatasi principalmente nel corso degli ultimi 2-3 milioni di anni e modellata da ripetuti cicli trasgressivo-regressivi dovuti principalmente alle variazioni glacioeustatiche quaternarie del livello marino. I sedimenti provengono dallo smantellamento progressivo operato dall’erosione sui rilievi alpini e appenninici. Anche se i corsi d’acqua sfocianti in Mar Ligure sono di ridotta portata liquida, possono portare periodicamente un carico solido di notevole entità. Alla scala geologica dei tempi, inoltre, il continuo sollevamento subito nel Plio-Pleistocene dalle due catene, “giovani” e tuttora in evoluzione, ha continuamente incrementato il processo, favorendo il trasferimento a mare di enormi quantità di materiali detritici. Diverse possono essere dunque le ipotesi della genesi di canyon nell’area: Tettonica (assetto strutturale e dinamica del margine); Erosione ad opera delle correnti (ruolo del materiale sedimentario della piattaforma esterna da ingenti apporti continentali – delta fluviali). Alcuni di essi, sono il naturale prolungamento di grandi fiumi; altri si sviluppano in assenza di importanti corsi d’acqua (es. Canyon di Levante in Liguria), dove rilevanti risultano assetto strutturale e processi sedimentari. Molti canyon sottomarini continuano come canali e possono estendersi per centinaia di chilometri. A seguito della valorizzazione dei dati acquisiti in mare in occasione del Tirocinio Idrografico, è stato creato un modello tridimensionale (Digital Terrain Model) del tratto di fondale scandagliato, diversificato cromaticamente per fasce di 35 fondale.Il rilievo è stato effettuato al limite della piattaforma continentale, sulla prosecuzione a mare del corso d’acqua del torrente Polcevera: tale canyon si è infatti formato a seguito di fenomeni erosivi dovuti all’eccesso di sedimento trasportato. L’area rappresentata in figura è solo l’origine del canyon: esso infatti, insieme al canyon del Bisagno, converge in un unico braccio, i cui cigli delle pareti distano 50 Km l’uno dall’altro e la lunghezza complessiva del suo avallamento è di oltre 70 Km, lungo i quali il fondale precipita da 200 a 2400 m di profondità, con pendenze delle pareti che raggiungono e superano in alcuni casi i 50°. Le moderne tecniche di acquisizione tramite sonar multifascio e le attualissime teorie sullo studio della riflessione dello strato sedimentario superficiale (backscatter) permettono una valutazione non solo morfologica e strutturale di un’area, ma anche morfodinamica, in quanto la definizione di aree a diversa tipologia di sedimento (ad una determinata risposta sonar equivale una tipologia ben definita di sedimento) permette di valutare gli eventi che sono stati, sono e saranno alla base dell’evoluzione si un sistema. Sulla base di ciò è stata effettuata un’analisi del sedimento attraverso la sua risposta sonar e sono state definite aree in base alla tipologia di sedimento presente, sia per grandezza che per tipologia. La scala di grigio permette di valutare l’intensità della risposta sonar e da ciò effettuare un’analisi della tipologia del sedimento presente, ipotizzando così i fenomeni che sono alla base della formazione di determinati accumuli sedimentari piuttosto che altri. Ottavio Patulli ■ attività operativa maggio Nave Galatea e un particolare del modello tridimensionale del Canyon attività operativa giugno Nave Vesuvio in operazione Unified Protector N ell’analisi di un intervento militare, ma soprattutto nella valutazione dei relativi risultati conseguiti (di livello tattico, strategico o politico), capita spesso che non venga tenuto nella giusta considerazione il fattore logistico, imprescindibile elemento per il raggiungimento dello scopo prefissato. È dimostrato che, in ogni scenario di crisi per il quale si sia optato per un intervento delle Forze Armate (indipendentemente dal contesto storico), il successo dipende in larga misura dall’organizzazione logistica. L’organizzazione logistica consente alle unità combattenti in prima linea di operare al massimo delle proprie capacità; essa provvede infatti a mantenere il personale nel pieno delle condizioni psicofisiche e i mezzi efficienti senza riserve per l’intera durata dell’impegno operativo. Il supporto logistico si dimostra sempre più fondamentale in relazione al prolungamento dell’impiego di una nave per la quale è necessario provvedere al rinnovo delle scorte, all’usura dei materiali, alla turnazione del personale, al fat- tore psicologico (sensazione di “spalle coperte”), etc. Nel corso della storia vi sono stati innumerevoli esempi in cui il fattore logistico ha giocato un ruolo determinante nei conflitti armati: la Guerra del Peloponneso vede una svolta decisiva solo quando Sparta fa venire meno le capacità di approvvigionamento di risorse alimentari di Atene; le Guerre Napoleoniche mostrano come una nazione in grado di mantenere libero accesso alle proprie risorse possa tenere testa ad un blocco commerciale non riuscito; la Seconda Guerra Mondiale fa capire quanto sia rapido il declino di forze pur inizialmente poderose e ben organizzate una volta esaurite le scorte strategiche. Un ultimo esempio più vicino ai giorni nostri e circoscritto ad un’area operativa ben determinata è infine rappresentato dall’intervento britannico nelle Falkland-Malvinas del 1982, ove è stato palese che un impiego efficace di Forze navali in una zona posta quasi agli antipodi delle proprie basi di partenza può essere posto in essere solo tramite la pianifica- 36 zione ed il mantenimento di adeguate predisposizioni logistiche. Nel gergo dottrinale di impiego dello strumento militare tutto ciò che permette di garantire la permanenza efficace in attività delle forze prescelte è non a caso indicato come “Moltiplicatore di Forza”: in campo navale tale denominazione ricade in larga misura sulle unità come i rifornitori di squadra. Nel caso dell’attuale crisi in Libia si è ripresentata puntualmente la necessità, una volta deciso l’impiego di un assetto aeronavale da parte italiana operazione “Unified Protector”, di poter garantire la permanenza in zona d’operazioni di Nave Garibaldi, della Forza di proiezione a terra impiegata e degli Harrier imbarcati. ità nel tempo. A marzo si è deciso l’intervento della Portaeromobili Garibaldi con il Gruppo Aereo Imbarcato, ma il 23 febbraio il rifornitore di squadra Vesuvio aveva già preso il mare ed era presente in area di operazioni pronta a garantire una cornice di supporto logistico alle forze messe in campo. Nel complesso l’attività condotta dal Vesuvio si è caratterizzata in un’incessante spola tra le basi logistiche italiane di Taranto ed Augusta e la zona “calda”, con effettuazione di rifornimenti in mare di viveri, carburante navale ed avio, pezzi di rispetto e ricambio di personale; tutto ciò tramite l’effettuazione di “FAS” e prolungate “VERTREP” che hanno raggiunto la durata anche di 10 ore consecutive. Il dispendio di energia profuso dall’equipaggio è stato senza dubbio notevole, ma tutto ciò ha consentito la permanenza in area di Nave Garibaldi per un periodo di quattro mesi senza interruzione delle azioni di proiezione su terra della Forza Aerea, con una sola breve parentesi di una settimana rappresentata da una sosta della portaeromobili nel porto di Taranto. I numeri in gioco rendono più esplicito l’impegno profuso dall’equipaggio: nell’arco della missione assegnatagli nave Vesuvio ha percorso oltre 11.000 miglia, per un totale di poco meno di 1.100 ore di moto, durante le quali ha provveduto, tramite le già citate “VERTREP”, al trasferimento complessivo di oltre 500 pancali di viveri, per un totale di circa 350 tonnellate di scorte alimentari, oltre al trasporto di ulteriori 30 tonnellate di materiali vari; durante i rifornimenti laterali sono stati trasferiti oltre 4.000 Mc di combustibile navale e oltre 1.400 Mc di com- bustibile avio. Oltre al citato materiale, tramite nave Vesuvio si è provveduto alla turnazione di quasi un quarto dell’equipaggio del Garibaldi. In caso di indisponibilità dell’unità di supporto logistico, considerati i tempi necessari per raggiungere le basi operative per ripianarsi, la nostra Unità di punta si sarebbe dovuta allontanare dall’area di operazioni per un periodo equivalente a quasi un quinto del totale complessivo. Da oggi abbiamo un altro piccolo esempio da citare riguardo all’importanza del sistema logistico nella pianificazione e nell’assolvimento di un impegno operativo assunto. Jacopo Picchi ■ attività operativa giugno La campagna addestrativa del Morosini Gli allievi del primo e del secondo corso raccontano la loro esperienza a bordo del Vespucci N el suo ottantesimo anniversario la Nave Scuola Amerigo Vespucci prende ancora una volta il mare per la Campagna d’Istruzione 2011 a favore degli Allievi della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”, accogliendo a bordo il 50° e il 51° corso: Hermes e Oceanus. Al comando del Capitano di Vascello Paolo Giacomo Reale, il Vespucci il 18 giugno molla gli ormeggi dal porto di La Spezia per intraprendere il viaggio che la porterà a svolgere la Campagna d’Istruzione, toccando i porti di Ajaccio e Cagliari, fino alla tappa conclusiva di Livorno. Durante questo periodo il vascello rivela a noi allievi molti dei suoi volti: a prima vista si presenta come un simbolo quasi leggendario, come la bandiera nel mondo del marchio italiano, ma ad uno sguardo più approfondito si scopre la parte della vita a bordo, del lavoro a tutte le ore del giorno, della notte e della scomodità. Solo osservando attentamente 38 brevi ed intensi momenti, avvertendo particolari sensazioni, si può cogliere, dopo averla ben conosciuta, la parte più preziosa ed essenziale del Vespucci. Presenziare ad un'ammaina bandiera nella vastità del mare silenzioso, con gli occhi puntati al tricolore illuminato dall’ormai rosso fuoco della luce del tramonto, quando i marinai ondeggiano, accompagnando istintivamente il palpitare del mare, osservare le stelle incastonate nelle manovre dell'alberata, abbracciare l'orizzonte dall'alto della barra: così si percepisce il vero significato del Vespucci, essenza fuori dal tempo che offre agli allievi sempre nuove sfide, ma lo stesso insegnamento: “non chi comin- cia, ma quel che persevera”. Con così nobile imbarcazione domenica 19 giugno siamo giunti ad Ajaccio, prima tappa del nostro viaggio. Ci accoglie l’Addetto Navale in Francia, Capitano di Vascello Pierfederico Bisconti, ex-allievo del Collegio, che saluta i due corsi con un “pale a prora”. Verso sera noi allievi, in franchigia, abbiamo esplorato la piccola città di Ajaccio, che ci ha offerto magnifiche spiagge e numerosi sguardi di ammirazione che ci facevano sentire al centro dell'attenzione. La giornata è passata velocemente, e presto è arrivata l'ora di tornare alle nostre amate-odiate amache. Salutando con rimpianto il porto di Ajaccio, il 21 giugno la nave ha preso nuovamente il mare con destinazione Cagliari. Nei giorni di navigazione tutti gli allievi hanno ricoperto differenti turni di guardia, partecipando attivamente alla navigazione, svolgendo servizio come vedetta, timoniere o tutto ciò che riguarda il carteggio, calcolo rotta, inten- 39 sità e direzione del vento, sempre con assiduo e costante ausilio dei nostri superiori. Tali guardie sono infatti propedeutiche per ogni allievo poiché non solo lo preparano e gli concedono un’anteprima di come potrebbe essere un nostro eventuale futuro nella Marina Militare, ma trasmettono e fanno comprendere a pieno il valore della responsabilità; a bordo della nave l'errore di uno ricade sull'intero equipaggio. Tra le tante attività che caratterizzano la vita dell'allievo quella di maggiore stimolo, nella sua unicità, è rappresentata dal giro di barra, che consiste nella salita sino alla seconda base su uno dei tre alberi della nave. Sotto la supervisione del Capo Reparto Morosini, Capitano di Corvetta Fabio Divina, gli allievi dei due corsi hanno effettuato il giro di barra dell’albero di mezzana. Tale esperienza ha messo alla prova il coraggio e la determinazione di ogni allievo, che ha saputo affrontare e superare le sue paure e le sue incertezze, a conferma di una avvenuta maturazione. La mattina del 24 giugno il veliero è finalmente approdato nel porto di Cagliari. Il Vespucci, in porto, ha ospitato importanti autorità quali l'Ammiraglio Talarico, il Prefetto di Cagliari, Dott. Giovanni Balsamo, il Sindaco della città di Cagliari, Dott. Massimo Zedda, l’Arcivescovo Giuseppe Mani, il Senatore Piergiorgio Massidda e il Procuratore Generale della Repubblica, Dott. Ettore Angioni, invitati dal Comandante in occasione di un incontro non ufficiale, a cui ha partecipato una comandata degli allievi del Morosini. Il Vespucci parte da Cagliari domenica 26 giugno; il 28 giugno arriva, al tramonto, nella città di Livorno e gli occhi si fanno lucidi. Questa esperienza nonostante le molte difficoltà, ha lasciato un impronta indelebile nei ricordi di ognuno di noi, che sicuramente arricchirà il nostro bagaglio formativo. Zamagna, Di Girolamo, Giurisato ■ attività operativa luglio Delegazione peruviana a bordo del Libeccio LA SPEZIA G iorni di ordinaria routine nella sede di La Spezia per Nave Libeccio e il suo equipaggio, recentemente rientrati lo scorso 28 maggio da un intenso periodo di attività operativa. La nave, al comando del Capitano di Fregata Antonio Galiuto, ha infatti trascorso 8 degli ultimi 12 mesi in mare, partecipando sia alle operazioni anti-pirateria in Corno d’Africa sotto l’egida europea nella missione Atalanta, sia prendendo parte alla missione NATO Unified Protector nelle acque antistanti la Libia. Così, la visita a bordo di una delegazione della Marina da Guerra del Perù con a capo il Vicealmirante Reynaldo Pizzarro Antram, Direttore Generale dei Materiali, è stata un ulteriore motivo di orgoglio per l’equipaggio di Nave Libeccio, e di riconoscimento dell’attività svolta negli ultimi mesi. Gli ospiti accompagnati dall’Ammiraglio Ispettore Capo Er nesto Nencioni, Direttore Generale degli Armamenti Navali, sono stati ricevuti a bordo dal Comandante della Seconda Squadriglia Fregate e dal Co- mandante della Nave. Dopo la foto di rito sul ponte di volo, la delegazione è stata ricevuta in quadrato ufficiali dove ha potuto seguire un briefing riguardante le caratteristiche, le capacità operative, e il livello di efficienza raggiunto dalla nave e dal suo equipaggio. I visitatori hanno mostrato grande interesse verso l’ammodernamento dei Sistemi di Combattimento e di Piattaforma eseguito durante i lavori del 2008. Infine, il Vicealmirante Pizzarro ed i suoi connazionali, sono stati accompagnati per un tour nei principali locali della nave dove, oltre a poter visionare in prima persona le capacità dei vari apparati, hanno potuto parlare e relazionarsi 40 con i membri dell’equipaggio. L’evento ha avuto così il suo punto più alto nel confronto e nello scambio di idee tra gli appartenenti alle due marine, e sin da subito è parsa chiara la grossa empatia spesso così comune tra la gente di mare. La visita, che si inquadra in un programma di cooperazione in atto da diversi anni tra le marine italiana e peruviana, è stata la naturale prosecuzione degli stretti legami esistenti tra i due paesi. In particolare, la delegazione ha potuto apprezzare le spiegazioni fornite dal bordo, in quanto molti degli ufficiali peruviani passano gran parte della loro vita operativa sulle otto fregate Classe Carvajal (tipo ex Lupo) che costituiscono la spina dorsale della flotta della Marina Peruviana. Toccanti a questo proposito, sono stati i ricordi dei trascorsi a bordo del Vicealmirante Pizzarro, che ha voluto così sottolineare il back-ground e le caratteristiche comuni alle Marine dei due paesi. Non stupisce quindi il grande apprezzamento che è stato rivolto a Nave Libeccio, una delle quattro fregate ammodernate della Classe Maestrale oggi in forza alla nostra Marina. Federico Bergonzoni ■ LA SPEZIA N ella mattina del 20 luglio, al largo di La Spezia, la portaerei Cavour ha ricevuto il primo appontaggio del primo esemplare di elicottero NH90 da poco entrato in servizio nelle Forze Aeree della Marina. La storica serie di “touch and go” (tocca e riparti) è stata effettuata da piloti qualificati del Centro Sperimentale Aeromarittimo che la Marina ha da anni attivato presso la propria base aerea di Luni. Dopo la firma del contratto progetto e sviluppo dell’elicottero NH90 tra l’agenzia NATO NAHEMA (Nato Helicopter Management Agency) ed il consorzio industriale NH Industries, il primo NH90 della serie, consegnato nel mese di giugno 2011 al Quinto Gruppo Elicotteri di Luni, effettua i suoi primi appontaggi. Proprio presso la Base elicotteri di Maristeli Luni si stanno svol- gendo i corsi teorici e pratici per l’abilitazione al pilotaggio della nuova macchina. Il nuovo elicottero dovrà inizialmente affiancare e successivamente sostituire l’Augusta Bell 212, una delle colonne portanti dell’attività operativa dell’Aviazione Navale. Il nuovo elicottero numero di fiancata “tre – zero quattro” con le sue oltre dieci tonnellate, trasporto medio, biturbina con rotore a quattro pale, strumentazione digitale a schermi “glass cockpit”, sistema di controllo tipo “fly by wire” con auto-pilota a 4 assi, rappresenta un estensivo ed impegnativo programma di collaborazione tra gli Stati Europei secondo i requisiti NATO richiesti. La macchina è stata sviluppata per interfacciare uomo e mezzo alla massima capacità operativa per missioni marittime, anfibie e terrestri, giorno e notte. L’NH90 nasce in due versioni: 41 una nota come NFH (Naval Fregate Helicopter) e l’altra adibita al trasporto tattico TTH (Tactical Transport Helicopter). La versione NFH rappresenta “the eyes and the ears” (l’occhio e l’orecchio) di una moderna flotta navale e può essere configurata per missioni di caccia antisom ASW (Anti Submarine Warfare), di controllo minacce sopra la superficie del mare ASuW (Above Sur face Warfare) e di ricerca e soccorso (SAR). La versione TTH opera in trasporto truppe e mezzi leggeri, evacuazioni di feriti (casevac/medevac), operazioni di ricerca e soccorso (SAR/combat SAR) e supporto alle operazioni anfibie e speciali. Cinquantasei sono gli NH90 in fase di acquisizione da parte della Marina Militare, di cui quarantasei nella configurazione NFH e dieci in quella TTH. Nicola Monticini ■ attività operativa luglio Sulla portaerei Cavour il nuovo elicottero NH90 attività operativa luglio Da Nave Euro Il Comandante in Capo della Squadra Navale ha fatto visita a Nave Euro in occasione dell’Operazione Unified Protector MAR LIBICO I l Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli, accompagnato dal Comandante delle Forze d’Altura, Ammiraglio di Divisione Filippo Maria Foffi, ha fatto visita il 1 luglio a Nave Euro impegnata nelle calde acque del Mar Libico nell’ambito dell’Operazione UNIFIED PROTECTOR. Giunto a bordo, l’Ammiraglio Binelli Mantelli è stato accolto dal Comandante, Capitano di Fregata Lorenzano Di Renzo, e da una delegazione dell’equipaggio che, composto da 203 uomini e donne tra cui i Team Specialistici del Gruppo Operativo Subacquei, del Reggimento San Marco e della Componente Elicotteri, dal 23 Maggio è parte integrante del Task Group 455.01 della NATO, assegnato al Comando dell’Ammiraglio Foffi a partire dal 1 giugno, con il fine di portare a termine la delicata missione di assicurare il rispetto delle Risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che hanno sanzionato rispettivamente l’embargo delle armi e la ben nota “No Fly Zone”. Da quella data, dopo 37 giorni in mare, Nave Euro ha già percorso circa 8800 miglia, garantendo il proprio impegno in prima linea con operazioni di scorta ad unità impegnate nel trasporto di aiuti umanitari, supporto in missioni di strike effettuate dal mare a mezzo elicotteri d’assalto, controllo del traffico mercantile con diversi boarding e numero- se investigazioni, sminamento delle rotte di accesso ai principali sorgitori libici nonché con attività di pattugliamento tattico delle acque prospicienti i porti di Tripoli, Misurata e Zlitan. Nel corso della sua visita Il Comandante in Capo ha avuto modo di incontrare i 27 ufficiali di bordo e di raccogliere le testimonianze dirette di profonda identificazione ed orgoglio del personale di Nave Euro. Ha effettuato, infatti, un giro della Nave prima di prendere parte alla colazione organizzata in suo onore. Prima di lasciare l’unità, ha voluto ringraziare tutto l’equipaggio e le rispettive famiglie, per i sacrifici compiuti al fine di garantire il contributo dell’Italia nella salvaguardia dei diritti fondamentali della popolazione libica. Rino Gentile ■ 42 l Cacciamine Rimini lo scorso 19 agosto ha individuato il relitto del peschereccio Giovanni Padre colato a picco dopo esser stato speronato da una nave mercantile in navigazione nel Golfo di Napoli. Tutto ha inizio tragicamente giovedì 11 agosto a qualche miglia da Punta San Pancrazio tra le isole di Ischia e Procida, quando poco dopo le otto del mattino il mercantile “Ro-Ro, Jolly Grigio” della compagnia di navigazione Ignazio Messina & C. di Genova speronava il peschereccio. Dei tre pescatori a bordo del "Giovanni Padre", partito per la consueta attività di pesca da Portici, Vincenzo e Alfonso Guida, padre (43 anni) e figlio (21 anni) , sono dispersi, l’altro, Vincenzo Birra, è stato soccorso dei mezzi della Guardia Costiera di Napoli e di Torre del Greco e dall'equipaggio di un altro peschereccio: il "Rosinella", che navigava nel tratto di mare dell'incidente. L'uomo, miracolosamente rimasto illeso è stato poi, ricoverato presso l’ospedale “ Rizzoli” di Ischia per gli accertamenti sanitari. Per chiarire la dinamica del sinistro marittimo la Magistratura ha chiesto l’intervento della Marina Militare per individuare il relitto del peschereccio, dove potrebbero trovarsi i resti dei due marinai dispersi. L’Unità designata è stata il cacciamine Rimini, uno dei 12 del Comando delle Forze di Contromisure Mine (COMFORDRAG) che ha sede a La Spezia e che è giunto nel Golfo di Napoli la sera di giovedì 18 agosto. E’ l’alba quando il Sonar Cassandra (Sonar Ral Time Performance Monitoring System – S.R.T.P.M.S.) “batte un eco di risposta” che potrebbe essere quello del Giovanni Padre. Il comandante del Rimini, Tenente di Vascello Pietro Tulumello decide che l’eco debba essere “investigato” con le telecamere del veicolo subacqueo “Pluto Gigas”, un gioiello di tecnologia in grado con una telecamera a colori, profondimetro e tre sonar ad altissima frequenza di giungere a pochi metri dal relitto e raccogliere preziosi dati che saranno al più presto messi a disposizioni delle autorità competenti. E’ lui, il peschereccio affondato. Su un fondale fangoso, compatto di circa 450 metri giace appoggiato sulla chiglia lo sfortunato peschereccio. In un'altra occasione magari questo sarebbe stato un momento corale di giubilo, ma il ricordo che questa tragedia del mare ha fatto si che un padre e il proprio figlio 43 siano ancora dispersi in mare, smorza qualsiasi tipo di entusiasmo. Il Pluto, per altre due volte investigherà il relitto per raccogliere più dati possibili grazie ai quali le autorità competenti potranno ricostruire in dettaglio le dinamiche dello speronamento. Nessuna traccia dei pescatori dispersi, uniti nella vita, nel lavoro e purtroppo anche nel tragico destino. Il giorno dopo il Giornale di Napoli riportava:” La giornata di ieri è stata caratterizzata dall’angoscia e dall’attesa nella casa dei familiari dei marinai Vincenzo e Alfonso Guida, a Ercolano. La speranza di poter almeno dare una degna sepoltura ai corpi e di riuscire a dare una conclusione a questa tragedia era tanta. I familiari sono rimasti costantemente informati delle attività di individuazione del peschereccio per tutta la giornata di ieri. Avevano accolto con fiducia la notizia dell’avvio delle ricerche e dell’arrivo del cacciamine Rimini per individuare i due corpi, ma purtroppo l’attesa è stata vana.” Questo incidente marittimo è l’ennesimo accaduto e ci fa capire come la sicurezza in mare mai e da nessuno debba essere sottovalutata. Questo incidente ci tocca in maniera doppia, perché anche noi, “marinai con le stellette” ben sappiamo cosa significa essere su una plancia di una nave e perché i due pescatori dispersi, come noi avevano scelto il mare come professione per la vita. Alessandro Busonero ■ attività operativa agosto I Nave Rimini individua il relitto del peschereccio Giovanni Padre attività operativa agosto Il mare come passione, professione per la vita NAVE TICINO L a parola "vita" dà il via, accompagna e fonda il discorso sulle “scelte”, scelte di un individuo, scelte che condizionano il trascorrere del tempo e che nutrono chi decide di stare in mare. Molti, facendo ingresso in Marina scelgono un tipo di "vita" piuttosto che un tipo di "lavoro". Il sale, il vento, il freddo, il caldo, le onde, l' acqua sono l'unico modo per riuscire a fare questo lavoro seriamente e a capire di che cosa si tratta. Un piccolo esempio “vivente” e “pulsante” di tutto ciò che significa la vita in Marina è rispecchiato nell’anno appena trascorso dall’equipaggio di Nave Ticino. Un anno caratterizzato da impegni operativi, addestrativi e la recente sosta manutenzioni. La Cisterna per trasporto acqua (AWT - Auxiliary Water Tanker) classe Ticino è stata consegnata alla Marina Militare il 10 giugno 1994, insieme alla gemella Tirso; è stata destinata al rifornimento idrico delle zone costiere e delle isole prive di sufficienti riserve idriche. Tale contributo è a garanzia dei compiti dettati dalle “Direttive per i concorsi militari del tempo di pace” che includono: la salvaguardia delle libere istituzioni, della vita umana, l’intervento nelle pubbliche calamità e la pubblica utilità. L’Unità Navale è alle dipendenze del Comando Milita- re Marittimo Autonomo in Sicilia e, per versatilità, manovrabilità ed economia d’uso viene impiegata anche dalla Scuola di Comando Navale per l’addestramento alla manovra degli Ufficiali di Stato Maggiore; può essere impiegata, inoltre, per attività concorsuali di protezione civile. L’anno trascorso ha visto il Ticino impegnato, tra le varie attività, nell’operazione di rifornimento idrico all’isola albanese di Saseno proprio sulle stesse rotte che i marinai siracusani del VI secolo a.C. navigavano, risalendo le coste della Calabria e della Puglia. Le suggestioni di questa “piccola missione” sono state davvero tante, dalla partenza dal porto di Augusta e dalle acque del siracusano e poi il ripercorrere di questa antica rotta che ha portato l’equipaggio a nord e indietro nel tempo. Risalire la Magna Grecia fino a quando, la prua veniva puntata verso 44 levante, verso l’ Albania; ancora suggestioni per i nostri marinai. Riaffiorano evocazioni di battaglie navali antiche e recenti. Le più antiche, quelle combattute contro gli Illiri, appartengono ad un passato remoto. Quelle più recenti, combattute nel XIX secolo e nei periodi pertinenti il primo conflitto mondiale, sono tuttora parte della nostra storia recente. La partecipazione a due Sessioni della Scuola di Comando Navale e un Tirocinio di Manovra Ufficiali quale piattaforma di addestramento alle manovre in rada, proietta l’equipaggio di Nave Ticino in un'atmosfera carica di oltre ottanta anni di storia della formazione degli Ufficiali di Stato Maggiore. I frequentatori trascorrono circa tre settimane di intensa preparazione alla manovra; vengono impegnati, all'interno della ra- da di Augusta, nella conduzione in sicurezza di manovre di ormeggio affiancato, ormeggio di punta e presa di boa. Quante aspirazioni e ricordi lì di fronte a loro, lì sulla plancia della nave cisterna trasformata in “addestratrice”. Molti di loro hanno sempre avuto la passione del mare e, nelle chiacchiere scambiate con l’equipaggio durante i pochi momenti di pausa, confessano che hanno sempre sentito la necessitá di avere il mare vicino, come se si trattase di qualcuno che di fianco a te ti dà pace e sicurezza. Spesso si sono rivolti al mare come se parlassero con una persona. Il mare li ha fatti arrabbiare così come li ha resi felici; ha tolto loro tutte le forze così come li ha rigenerati ogni volta che si sono sentiti abbattuti; li ha cullati mentre dormivano con il rollio così come ha fracassato loro le ossa con forza per ore e ore. Ma una cosa il mare non é mai riuscito a fare a questi ufficiali, a questi marinai: non é mai riuscito a far passare loro la voglia di navigare. Al termine delle Sessioni di Scuola di Comando Navale, l’ufficiale di Marina, con tanta determinazione, passione e tenacia è sul punto di diventare un “Comandante”, ed è anche grazie a nave Ticino ed al suo equipaggio che adesso vede in un futuro ormai non molto lontano la realizzazione del suo sogno più grande: comandare una Nave. Un grosso significato per Nave Ticino ed il suo equipaggio ha rappresentato la collaborazione offerta in occasione della crisi idrica che ha colpito il comprensorio militare augustano all’inizio della stagione estiva. La rifornitrice ha permesso di au- mentare la disponibilità delle autobotti che hanno assicurato il servizio di approviggionamento idrico. Nave Ticino ha reso un lodevole servizio alla collettività, servizio per il quale la ricompensa più bella per l’equipaggio è stata quella di sapere di aver aiutato la popolazione. In questo periodo l’Unità si trova in Sosta Lavori Occasionali (SLO) presso l’Arsenale Marittimo di Augusta per mantenimento efficienza, risoluzione avarie e manutenzione generale. L’Arsenale di Augusta si sta occupando del supporto tecnico e delle manutenzioni nonchè della elaborazione ed aggiornamento della documentazione tecnica e matricolare, mantenimento dell’efficienza e ammodernamento delle attrezzature e impianti che assicurano l’operatività della nave. L’assolvimento di tali compiti viene assicurato, oltre che mediante l’impiego delle maestranze e delle attrezzature arsenalizie, anche attraverso l’acquisizione dall’industria privata di beni e servizi, che si rendono necessari per lo svolgimento delle attività. L’ultimo evento di questo intenso anno è stato la cerimonia di avvicendamento del comando tra il sottoscritto, Tenente di Vascello Andrea Scopa e il Tenente di Vascello Federico Carleo. Una cerimonia di rito accompagnata da discorsi tutt’altro che rituali, dove trova posto anche una sentita e sincera commozione da parte dello scrivente nel ricordo del “primo” Comando. Un modo ideale per terminare questa esperienza che, pur ripetendosi una volta l’anno per l’equipaggio di nave Ticino, resta unica nei cuori e nei ricordi di tutti, ma sopratutto di chi l’ha frequentata per la prima volta nella sua “vita” dedicata al mare. Andrea Scopa ■ Operazione Strade Sicure/Strade Pulite Operazione di sorveglianza a siti sensibili sul territorio nazionale in concorso alle Forze di Polizia Personale Reggimento San Marco KFOR - Joint Enterprise Operazione NATO di presenza e deterrenza per il mantenimento della sicurezza in Kossovo SNMCMG2 Gruppo Navale di Contromisure Mine della NATO Istruttori Navali Nave Numana Vi.Pe. - Controllo dei Flussi Migratori Operazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima presenza e sorveglianza Navi C.te Borsini, Chimera, Driade, Spica, Urania Personale RSM, MPA BR-1150 Atlantic, SH-3D, AB 212, EH-101 Campagna Mediterranea 2011 Nave Italia Campagne d’Istruzione Nave A. Vespucci Nave Palinuro Nave Caroly Nave Capricia Nave Orsa Maggiore Nave Stella Polare Nave Gorgona Nave Corsaro II Mar Nero Mar Tirreno Mar delle Baleari Mar delle Baleari Mar delle Baleari Mar delle Baleari Mar delle Baleari Mar delle Baleari Campagne Idrografiche Nave Magnaghi Nave Aretusa Nave Galatea Mar Adriatico Meridionale Mar Adriatico Settendrionale Mar Tirreno Le Operazioni Agosto 2011 ISAF Afghanistan Unifield Protector/Esigenza Libia Navi Bersagliere, San Giusto, SMG Todaro Assistenza militare alle Forze Armate afghane e stabilizzazione dell’Afghanistan Task Force Leone, Personale RSM, GOI NATO Training Mission Iraq Assistenza militare alle Forze Armate irachene Istruttori navali M.F.O. SINAI Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10 Navi Sentinella, Staffetta, Vedetta Personale RSM SNMG1-Ocean Shield Gruppo Navale permanente della NATO Operazione NATO di contrasto alla pirateria in acque somale Nave Doria