CONTIENE I.P. “In caso di mancata consegna inviare a ufficio Bologna CMP per la restituzione al mittente che si impegna a versare la dovuta tassa.” Sommario - n° 2 - Giugno 2008 4 Editoriale 6 Tanghi frementi, scambi di coppia, lepri e levrieri: Sott’acqua l’amore è così di Ugo Claudio Matteoli 10 Mondiali Pesca al Colpo: oltre mezzo secolo di storia 14 Letti nuziali per alborelle di Ettore Grimaldi di Stefano Bastianacci di Carlo Romanò 18 I° Maggio 2008 Disabili a coppie sul Mincio di Barbara Onorato 20 Lo Sport Subacqueo e la FIPSAS di Alberto Azzali 24 Vignola Internazionale Il Tiro al Bersaglio Subacqueo ai massimi livelli di Giuseppe Meduri 26 Spinning a Coppie a Darfo Boario Terme 28 Novità in materia di antiriciclaggio di Paolo Tardito a cura dell’Area amministrazione FIPSAS 30 Peschiamo e Giochiamo di Vincenzo Bonacci Sara Ballotta Direttore Editoriale Ugo Claudio Matteoli Coordinatore 31 Nuoto Pinnato Gaetano Ivan Bignami Una disciplina in evoluzione di Lorenzo Ravaglia 33 Rubrica: “navig@ndo nel web” di Gionata Paolicchi 34 Conservazione e ripopolamento della trota mormorata nel bacino idrografico del fiume Ticino 38 I cromatismi del mare Direttore Responsabile di Vincenzo Bonacci Segreteria di Redazione Cinzia Cocchi Ufficio Stampa FIPSAS Viale Tiziano, 70 - 00196 ROMA Tel. 06 36858365-8238 - Fax. 06 36858109 e-mail: [email protected] Progetto Grafico e Impaginazione a cura del Settore Foto Sub del Club Subacqueo Scaligero (Società affiliata FIPSAS) 43 Tecniche emergenti in mare a cura del Settore Acque Marittime Claudio Impellizzeri Info Pubblicità & Marketing Tel. 06/36858244 - 051/6641191 e-mail: [email protected] Editore 44 Era il Lontano 1988... nasceva il Surf Casting Agonistico a cura del Settore Acque Marittime 47 Aree Marine Protette e Pesca in Apnea Matrimonio impossibile? di Giorgio Volpe 50 La posta dei lettori... EDI GRAFICA s.r.l. Via Romagnoli, 8 - 40010 Bentivoglio (BO) Tel. 051 6641191 - Fax 051 6640380 [email protected] Proprietà testata FIPSAS Stampa Cantelli Rotoweb - Castelmaggiore (BO) Hanno collaborato a questo numero: Alberto Azzali, Stefano Bastianacci, Vincenzo Bonacci, Ettore Grimaldi, Giuseppe Meduri, Barbara Onorato, Gionata Paolicchi, Lorenzo Ravaglia, Carlo Romanò, Paolo Tardito, Settore Acque Marittime, S.C. Club Subacqueo Scaligero, Giorgio Volpe, Sergio Schiavone Le foto pubblicate su questo numero sono di: Roberto Borra, Vincenzo Bonacci, Paolo Ferri, Stefano Bastianacci, Archivio Ufficio Stampa FIPSAS 6 10 Tanghi frementi, scambi di coppia, lepri e levrieri: Sott’acqua l’amore è così Mondiali Pesca al Colpo: oltre mezzo secolo di storia SITO INTERNET www.fipsas.it E-MAIL [email protected] Pubblicazione semestrale registrata presso il Tribunale di Bologna in data 31.01.2002 con il numero 7188 Spedizione in abbonamento postale gruppo 2 - 50% Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB - Bologna Vietata ogni riproduzione anche se parziale. Manoscritti foto e disegni, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Una copia Euro 1,00 L a n u o v a t essera p e rs o n a l i z z a t a d e l 2008 i n s i e m e a l l a ri vi st a d i re t t a m e n t e a c a s a t ua p e r ri a ff e rm a re i l s enso d ’a p p a rt e n e n z a al l a F e d e raz i one La tua passione, il nostro obiettivo! Oltre 100.000 tesserati hanno già ricevuto a casa la tessera federale 2008 Continua l’invio della Tessera definitiva a coloro che non l’hanno ancora ricevuta! Un’identità Associativa forte e a tutto campo! Per rilanciare il nostro ruolo di principale Attore della Pesca Sportiva Nazionale ed Internazionale R Pianeta Acqua •4 l’assunzione diretta di responsabilità dell’intero personale federale sia sotto il profilo di crescita formativa e professionale che economica. Ciò può essere considerato come un valore aggiunto per le attività future della Federazione: i progetti che intendiamo portare avanti vanno infatti alimentati, hanno bisogno di conferme, di persone responsabili e motivate che li seguano. E’ principalmente grazie al sostegno dei dipendenti che la Federazione, in questi ultimi anni, è riuscita a progettare e dar vita a nuove iniziative, ad economizzare risorse, a sostenere e realizzare importanti obiettivi, a conseguire sui vari campi di gara del mondo successi ed allori importantissimi. La prova che una grande Federazione debba essere sostenuta da una gestione efficiente è, insieme, la conferma della necessità di guardare avanti, di investire su tutte le componenti attive della Federazione, al fine di migliorare ed offrire un servizio sempre più all’altezza di quanto ci viene richiesto dai tesserati. E in questo, lasciatemelo dire, molti degli attuali dipendenti della FIPSAS hanno avuto un ruolo determinante. Parlare di crescita della FIPSAS senza valutare l’attività federale realizzata negli ultimi anni sarebbe quanto mai ingeneroso. Le due cose camminano di pari passo, non ci può essere l’una se non accompagnata dall’altra. Il grande lavoro di volontariato sviluppato dalle nostre realtà territoriali in sinergia con quello svolto dai dirigenti nazionali ha attualmente portato la pesca sportiva a livelli di crescita e di sviluppo che da tantissimi anni non riuscivamo più a raggiungere. Tanta attenzione e promozione ha fatto sì che alle discipline “tradizionali” si siano oggi affiancate altre discipline sportive, cosiddette “emergenti”, sviluppatesi in maniera così rapida da poter ormai essere inserite a pieno titolo tra le tante che costituiscono il vasto panorama delle attività federali. Ad una crescita dell’offerta di nuove attività sportive si è accompagnata una miglior cura e gestione del nostro parco “acque” e una sempre maggior attenzione nella divulgazione della nostra immagine verso l’esterno (media, televisioni, riviste, giornali, sito web, ecc.). Il risultato è più che incoraggiante: dopo molti anni si è potuto assistere ad una netta crescita del numero dei nostri tesserati e delle nostre Società. Ma non dobbiamo rilassarci. E’ infatti necessario darsi nuovi obiettivi, metodi e priorità per alimentare questa Contatto ecentemente, il CONI e le Federazioni Sportive h a n n o affrontato una delicata e profonda fase di riorganizzazione. In questa ottica il personale CONI è stato chiamato a firmare il proprio “passaggio” alle dipendenze delle Federazioni Nazionali nelle quali già prestava servizio. Per i dipendenti CONI sono stati momenti di dubbi e incertezze, ma, alla fine, l’apposizione della firma è stata per molti una scelta consapevole. Per le Federazioni si è aperto un nuovo scenario: l’investitura di un’identità di carattere aziendale propria e specifica, con al centro le risorse umane e la loro riqualificazione, nonché la valorizzazione in specifiche funzioni e professionalità utili agli scopi esclusivi della Federazione. In parole povere, questo cambiamento ha consegnato ai vertici federali ed, in particolare al Consiglio Federale, Ugo Claudio Matteoli, Presidente FIPSAS diretto grande macchina di Sport che è la Pesca Sportiva, senza però distrarsi dallo scopo finale: quello di ottenere sempre maggiori risultati sportivi. Non che la FIPSAS in questo campo, prettamente agonistico, non abbia dalla sua un bilancio più che positivo, sia in fatto di vittorie che di medaglie, ma, come si dice, per contare di più, bisogna vincere di più. E noi ci stiamo provando... Appuntamenti come il Campionato del Mondo di Pesca al Colpo, che si terrà a settembre a Spinadesco (CR), o i Mondiali di Long Casting, che per la prima volta verranno effettuati in settembre a Roma, o il Mondiale di Black Bass, previsto in ottobre sul Lago di Garda... dovranno essere per l’Italia, in comunicazione e visibilità, un rinnovato punto di partenza e/o una riconferma dei successi ottenuti nel 2007. E la riuscita di questi Campionati Internazionali assume, altresì, una rilevanza strategica e politica per la FIPSAS, dato che potrebbe rappresentare un ottimo trampolino di lancio per una possibile assegnazione, da parte della Confederazione Internazionale della Pesca Sportiva (CIPS), dei prossimi Giochi Mondiali della Pesca al nostro Paese. Evento che darebbe prestigio e conferma dell’influenza e del peso che l’Italia ha saputo ritagliarsi negli anni a livello mondiale. Ultimamente abbiamo lavorato per una maggiore visibilità, cercato maggiori contatti con i centri ricerca scientifica di alto livello, operato per una presenza più penetrante a livello istituzionale che crei valore aggiunto, dando alla Federazione un ruolo primario nel mondo della Pesca Sportiva, interagendo con i Ministeri e gli Enti preposti, per promuovere progetti comuni. Essere apolitici, al di sopra delle parti, non voler approfittare di privilegi, ma volere il contatto con le istituzioni, la conoscenza delle istituzioni e voler soprattutto “essere chiamati in qualità di esperti, come interlocutori affidabili” è arduo, ma è lungo questa linea che FIPSAS ha cercato e cerca di camminare. Mirare ad una visibilità sostanziosa, reale, non di facciata, per sostenere progetti finalizzati a riscoprire la tradizione e la storia della Pesca Sportiva in Italia, con attenzione particolare alla tutela degli ambienti acquatici. Per raggiungere questi obiettivi è necessario investire sul capitale umano all’interno della Federazione e favorire i contatti tra gli esperti di Biologia, di Ambiente che fanno parte della FIPSAS: sviluppare le idee sane e promuovere “formazione continua” di eccellenza, dettare e accettare regole e comportamenti che consentano una selezione dei progetti basata sulla qualità delle iniziative. Dell’Ambiente, per la nostra parte, noi siamo custodi e tutori. Abbiamo ottime ragioni per farlo e altrettante ottime ragioni per farlo sempre meglio. Vorrei spendere due parole per parlare anche di Didattica federale. E’ fondamentale mettere a disposizione dei tesserati e di chi si avvicina al nostro Mondo, tutti gli strumenti atti a soddisfare questo nuovo modo di vivere l’acqua (Pesca, Subacquea, Pinnato, ecc...) con proposte innovative ed altamente qualificate che soddisfino sia il bisogno di gioco e divertimento dei bambini che le aspettative degli adulti durante il processo di apprendimento, conducendo alla scoperta del pianeta acqua nella sua globalità in un itinerario ricco di stimoli, nei quali l’attività della pesca venga vista come una risorsa alimentare, eco-compatibile, in un percorso di taglio essenzialmente ambientale che, alla fine, possa scaturire, in altre sedi e con diverse motivazioni, come passione agonistica, o almeno sportivo-amatoriale. La proposta di un “modello” didattico ed organizzativo che abbia come obiettivo la diffusione su tutto il territorio nazionale di una “cultura dell’acqua” promossa dalla nostra Federazione, con l’apporto di varie tipologie di Istruttori federali, si spera possa riscontrare, in ambito metodologico e didattico, un successo in termini di conoscenza nelle Scuole, di avviamento alle attività di pesca tra i giovani, e di puro agonismo tra quelli che saranno o vorranno diventare futuri atleti pescasportivi. Sembra, dunque, di tutta evidenza come in questi primi sei mesi del 2008 sia emerso un bilancio dell’attività federale complessivamente positivo e quanto sia grande il fermento per le numerose novità ed iniziative. Tra le numerose e tutte importanti sfide che ci attendono nel prossimo futuro, ne possiamo citare cinque che possono essere portate ad esempio: lanciare una forte fidelizzazione associativa, ricercare sempre di più l’eccellenza nei risultati sportivi, comunicare con tutti gli Enti e Istituzioni pubblici coinvolti, promuovere iniziative di sensibilizzazione per ampliare la conoscenza del “prodotto FIPSAS”, dialogare con la Politica. Tutto questo, ci aiuterebbe a definire meglio il nostro raggio d’azione e a far sentire la nostra voce. Pianeta Acqua •5 Tanghi frementi, scambi di coppia, lepri e levrieri: di Ettore Grimaldi S ai che ho già visto le prime freghe di...? “Siamo ormai in piena estate e ci sono ancor delle freghe di... che annata balorda!” “Possibile che i periodi di divieto non coincidano mai bene con i periodi di frega, quelli veri?” “Che pretese, bisognerebbe modificarli di anno in anno e magari anche metterne di diversi a seconda del lago e del fiume!” “ Certo che attaccare la canna al chiodo per tutto questo tempo è un bel sacrificio! Non è che questo divieto sia troppo lungo?” “Ma non sai che macello sarebbe se non ci fosse?” “In compenso però a cose fatte, con l’appetito che gli viene, ci concedono una bella rivincita!” “Quanti avannotti di...! Questa volta la frega è andata proprio bene, fra un paio d’anni dovremmo cominciare a vederne i risultati”. Basta, fermiamoci a questo smilzo campionario: perché di constatazioni, domande, arrabbiature, proposte, 6 • Pianeta Acqua Sott’acqua l’amore è così speranze riguardanti la riproduzione dei pesci ce ne sono tali e tante nei discorsi dei pescatori da riempirne volendo ben altri spazi. Nè potrebbe del resto essere diversamente, consapevoli come siamo tutti che l’annuale ripetersi di tale evento - sempre atteso, sempre spettacolare, sempre nuovo da vedere - rappresenta la polizza che garantisce nel tempo la nostra attività, per divertimento o per mestiere che sia. Infatti, riducendo la questione all’osso, possiamo dire che la riproduzione - dei pesci come di ogni altro essere vivente - miri a sostituire un individuo di una determinata generazione con un altro individuo appartenente a quella successiva, in un “passaggio di testimone” che non ha mai fine. Anche se poi in natura le cose possono procedere in modo molto diverso a seconda delle condizioni ambientali in cui la riproduzione stessa si svolge (soltanto nella no- stra specie sono di norma mamma e papà a stabilire quanti bebé devono venire al mondo); quando esse sono particolarmente favorevoli, infatti, il numero dei figli può superare alla grande quello dei genitori; se decisamente sfavorevoli, invece, la nuova generazione potrà risultare all’opposto assai più scarsa di quella che l’ha preceduta. Nel caso particolare dei pesci, la continuità fra generazione e generazione è sostanzialmente il prodotto di due fattori: il numero di uova deposte dalla femmina e le attenzioni prestate ad esse ed ai giovani che ne derivano da uno o da entrambi i genitori. Sicché nelle specie ittiche in cui queste ultime sono ridotte o mancano del tutto è giocoforza che la fecondità sia molto elevata; al contrario nelle specie che presentano delle cure parentali efficaci essa potrà ridursi in misura assai notevole. Un conto è però fare un’affermazione generale e generica come questa, un altro è poter dire di saperne abbastanza degli affari di cuore delle singole specie di pesci. A proteggerne la privacy - ben più efficacemente di quanto non avvenga per mammiferi, uccelli, rettili, anfibi - è come ovvio il loro vivere in acqua, in un ambiente cioè che tende a respingere ogni nostra intrusione. Né vi è per forza bisogno di pensare a pesci che conducono l’esistenza a centinaia o a migliaia di metri di profondità: perché possono anche bastare pochi palmi di liquido per rendere ardue le nostre esplorazioni e confuse le nostre osservazioni. Cercare allora di effettuarle in laboratorio? Per le specie ittiche di grandi dimensioni questa via ci è evidentemente sbarrata in partenza in quanto esse andrebbero ospitate in vasche di dimensioni proporzionate in cui lo studio dei pesci si farebbe problematico più o meno come in natura; senza contare che in volumi d’acqua del genere risulterebbe di fatto impossibile ricreare - se mai fossero conosciute - le specifiche condizioni ambientali richieste per riprodursi da quel determinato pesce. Non vi è quindi da meravigliarsi se, fra tutti, quelli di cui conosciamo di gran lunga meglio le abitudini riproduttive sono i minuscoli pesci ornamentali d’acqua dolce - nella stragrande maggioranza di origine tropicale ed equatoriale - nei cui piccoli acquari trasparenti può risultare abbastanza facile ricreare le condizioni ambientali verosimilmente necessarie e al tempo stesso effettuare osservazioni sistematiche ed accurate. In tutto approssimativamente duecento specie, alle quali se ne possono aggiungere un centinaio di altre - di taglia maggiore - allevate a scopo alimentare in condizioni di pescicoltura estensiva. Fra tutte davvero poche rispetto alle altre ventimila specie ittiche che si conoscono nel mondo. E i pesci che ci interessano di più, quelli che peschiamo nelle nostre acque dolci? Fino a una ventina di anni fa ne sapevamo soltanto quello che della loro frega si può vedere “dal di fuori”, che non è certo molto. Poi fortuna ha voluto che arrivasse Gianfranco Giudice a mostrarci per primo quanto di strepitosamente bello e interessante ci fosse da osservare e da documentare sottacqua anche nei nostri laghi e nei nostri fiumi. E da allora quanti segreti d’alcova sono caduti nel mondo dei nostri pesci, quanti loro rituali amorosi sono stati svelati del tutto agli stessi studiosi di ittiologia! Offuscata e fugace ai nostri occhi di osservatori terrestri, la visione dei pesci di casa nostra impegnati nella riproduzione ha assunto infatti ben altra chiarezza e completezza davanti all’obiettivo subacqueo di Gianfranco e di chi si è poi unito a lui in questi strepitosi reportage lacustri e fluviali; tanto da poterne ormai parlare, per molte specie, con dovizia di particolari. In fatto di rapporti amorosi è davvero il caso di dire che nei pesci se ne vedono proprio di tutti i colori; un po’ come (il paragone è a dir poco sballato ma rende bene l’idea...) se ne vedono nella nostra specie: da Lui e Lei tutti moine e ardori alla signora un po’ birichina che di corteggiatori ne pretende una fila lunga così; dal “fusto” a caccia di amiche “usa e getta”, agli sfrenati protagonisti di gigantesche ammucchiate... Insomma, al di là di questo frasario scherzosamente umanizzato, ciò che si vuole sottolineare qui è l’estrema variabilità delle strategie riproduttive dei pesci, anche di quelli che vivono nelle nostre acque; che tuttavia, a scopo di semplificazione, possono essere raggruppati in poche categorie fondamentali. Qual è il classico identikit di un pesce che pratica la riproduzione di coppia? Vive di solito in vicinanza del fondo ed è quindi per lo più litorale; solitario o moderatamente socievole si sceglie spesso un “territorio” che poi difende dalla intrusione dei suoi simili; i due sessi si distinguono facilmente - soprattutto durante la frega - per via della diversa colorazione (solitamente più vistosa nel maschio) e di altre eventuali caratteristiche esterne. Un esempio per tutti? Il piccolo persico sole, “yankee” di origine, ma ormai “nostrano” a tutti gli effetti: un po’ più pallida con strisce longitudinali sui lati la femmina; a colori più vivi il maschio, con una bella macchia nera bordata di rosso e di bianco all’estremità posteriore dell’opercolo branchiale. E’ lui che in vista delle nozze si mette d’impegno a ripulire con bocca e coda un’area tondeggiante di fondo del diametro compreso fra dieci e quaranta centimetri circa, conducendovi poi (non sempre con modi soavi...) la sposa pre- STEFANO FIGINI: Premiato con la Grolla d’Oro dello Sport 2008 Finalmente il talento viene premiato, più esattamente è dato il giusto riconoscimento, per le grandi qualità tecnico-agonistiche, ad uno degli atleti azzurri di punta della FIPSAS: Stefano FIGINI, Pluricampione del mondo 2007 di Nuoto Pinnato, specialità 200, 400, 800, 1500, 4x200 stabilendo anche il record del mondo in tre di queste vittorie. A Stefano FIGINI è stato consegnato, Lunedì 16 Giugno, a Saint Vincent (Aosta), il Premio Casinò di SaintVincent per lo Sport, diret- tamente dalle mani del Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, quale miglior Atleta maschile dell’anno 2007 negli Sport non Olimpici. Per l’atleta milanese è una meritata ricompensa sportiva, morale e mediatica per tutti gli anni sacrificati nelle piscine di tutto il Mondo. Ed alla quale tutta la FIPSAS, dal Presidente Federale Ugo Claudio Matteoli, al Consiglio Federale, al Settore del Nuoto Pinnato, ai compagni e l’intero movimento del Pinnato italiano, con orgoglio si associa. Figini premiato dal grande Campione di tuffi degli anni ‘70, Klaus Dibiasi Pianeta Acqua •7 scelta che subito impegna - guancia contro guancia, fianco contro fianco - in un fremente tango alla Astor Piazzolla. Come resistere a tanta passione? Languidamente adagiata su un fianco, il ventre in evidenza, la femmina dichiara la resa al suo partner, che subito feconda le uova da essa deposte. Ciao cara, è stato bello con te! Il congedo è spiccio e a volte anche un po’ brusco, ma c’è da capirlo; perché da amante appassionato, il maschio deve in quattro e quattr’otto trasformarsi in tenerissimo padre che per quindici-venti giorni accudirà alle uova e ai fragili figlioletti con scrupolo e abnegazione, difendendoli altresì indomitamente da ogni malintenzionato. E come lui si comportano dal più al meno i maschi di altri nostri pesci che praticano questo tipo di riproduzione, dal grosso e voracissimo persico trota al minuscolo ghiozzo. Tutte specie - queste e tantissime altre, in mare come in acqua dolce - che in virtù appunto di queste efficaci cure prestate alla prole dal padre, dalla madre o da entrambi, non hanno di norma bisogno di una elevata fecondità (ricordate?) per assicurarsi la continuità nel tempo, generazione dopo generazione. E’ l’opposto di ciò che avviene quando la riproduzione si realizza invece secondo la formula “più maschi per un’unica femmina” che, escludendo da parte dei genitori specifici comportamenti in difesa della propria discendenza, di uova da deporre ne richiede davvero parecchie, destinate come sono a fare, nella stragrande maggioranza, una brutta fine. Rispetto a quelle della categoria precedente le specie ittiche che adottano questa seconda strategia riproduttiva tendono ad essere decisamente più socievoli e le differenze esterne fra i due sessi sono in esse spesso irrilevanti. Ora, avete presente un “cinodromo”, una di quelle piste in cui i levrieri inseguono a perdifiato ciò che ritengono essere una lepre o qualcosa di simile e la gente intorno ci scommette sopra un sacco di soldi? Ebbene, nella frega di questi pesci le cose vanno più o meno così, con una femmina al posto della finta lepre e un tumultuosissimo codazzo di maschi - più snelli e spesso anche più piccoli - al posto dei cani, lanciati in un inseguimento sfrenato. Al levriero più veloce il privilegio di addentare, almeno per un istante, la sua preda fasulla; al più rapido e resistente di quei maschi - di cavedano, di scardola, di tinca, di savetta, di pigo, di carpa, ecc. ecc. ecc. - il premio altrettanto ambito di fecondare le uova della maliarda in fuga. Che espulse con forza nell’acqua dal suo ventre rigonfio vanno poi ad appiccicarsi come capita, a seconda della specie, sulla ghiaia, sulla sabbia, fra i sassi, sulle foglie e sugli steli delle piante acquatiche, alla mercé purtroppo di tante bocche affamate e delle onnipresenti muffe. Una strategia riproduttiva senza senso allora? Ma no, nelle scelte che contano Madre Natura diversamente dall’uomo - di fesserie non ne fa: innanzitutto, lo abbiamo già detto, in quanto ha dotato le femmine di questi pesci di una fecondità tale da compensare anche perdite di uova (e di giovani) particolarmente elevate; e in più perché esse, dando la preferenza nella fecondazione al corteggiatore-inseguitore maggiormente in forma, realizzano una efficace “selezione atletica” che ripetuta sistematicamente nel tempo rafforza le capacità di successo della sua specie nelle tante dure prove della vita. Ma se già in questi pesci lo stimolo riproduttivo può riunire insieme per un certo tempo un gran numero di individui che con la loro vivacissima attività non passano di certo inosservati, dimensioni e manifestazioni ancora più vistose può assumere la frega quando abbia per protagoniste delle specie ittiche gregarie, che conducono cioè un’esistenza rigidamente e ininterrottamente collettiva. I loro branchi possono infatti avere dimensioni davvero clamorose, formati come sono da migliaia di individui che, a stretto contatto di pinne, si muovono in sincronia perfetta alla ricerca di cibo; e allo stesso modo si impegnano annualmente una volta divenuti adulti - in una riproduzione di massa. Che può avere luogo in piena acqua, dove queste specie (perciò chiamate “pelagiche”) in prevalenza vivono: ma comporta, invece, per molte altre un temporaneo trasferimento in acque litorali, dove va in scena il loro tumultuoso show amoroso. Qui il pensiero di uno come me e come voi, non può che andare subito alla minuscola, argentea alborella, autentico pesce-simbolo dei nostri laghi che da molti anni ormai ci fa stare col fiato sospeso per via del suo drammatico calo. Istintivo perciò, ad ogni ritorno di primavera, andare a spiarne le freghe lungo il contorno del lago, cercando di capire, dalla loro diffusione e dalla loro densità, come si stiano mettendo le cose per questo pesciolino dall’abbondanza un tempo quasi infestante. E sempre, come fosse la prima volta, ci si perde cogli occhi dietro a quel brulicare fittissimo di piccole sagome intrecciantisi confusamente fra loro, in modo sempre diverso, sui sassi e sulla ghiaia, dibattendosi in acqua sempre più bassa sino a fuoriuscirne anche del tutto. Un inestricabile “ciapa ciapa” - per dirla in dialetto di pesciolini assatanati in cui è già un’impresa distinguere un maschio da una femmina, tanto si rassomigliano. Sicché, l’impressione che se ne ricava è quella di una riproduzione “comunitaria” in cui uova e spermatozoi, emessi contemporaneamente nell’acqua da moltissimi individui, si mescolino e si incontrino del tutto a caso. Ma sarà proprio così? A tale riguardo la stessa osservazione subacquea fatica a dare risposte sufficientemente precise, non facilitata di certo, oltretutto, nel caso dell’alborella, dalle profondità veramente minime a cui va effettuata. Gli ittiologi sono comunque propensi a ritenere che anche la cosiddetta “riproduzione di massa” rappresenti in effetti - quantomeno nella grande maggioranza dei casi - la somma di tanti singoli episodi riproduttivi del tipo “più maschi per un’unica femmina”. Semmai le specie ittiche gregarie che la praticano mostrano una particolare spregiudicatezza amorosa, come quando fra gli inseguitori di una femmina ve ne è uno che di botto lascia il suo gruppo per passare ad un altro dove gli sembrano esserci maggiori probabilità di successo, ripetendo magari più volte questa manovra; o quando a fare da “lepre” a un gruppo di “levrieri” non ci sia come di norma una sola femmina bensì un paio o anche più. Tornando poi in particolare alla nostra alborella, vi è altresì da considerare che essa non depone tutte le uova in una sola volta bensì “a spizzico”, ad intervalli più o meno ampi e, che quindi, ad ognuna di queste deposizioni parziali corrisponde necessariamente un completo rimescolamento dei partner. Per finire, una curiosità più che legittima: tutti uguali come sono dal di fuori al pari dei Cinesi ai tempi di Mao Tse-tung, come faranno mai maschi e femmine di alborella (e di tanti altri pesci gregari) a riconoscersi reciprocamente senza dare luogo a... spiacevoli equivoci? E’ tutta questione di naso rispondono gli studiosi: durante la riproduzione gli adulti di queste specie emettono nell’acqua particolari sostanze odorose che ne dichiarano con certezza l’appartenenza all’uno o all’altro sesso. Nei maschi in particolare è stato individuato un composto (il nome “copulino” è già un programma) che annusato dalle femmine le farebbe andare fuori di testa all’istante. Sapete, come i giovanotti della pubblicità, quelli “che non devono chiedere mai”. Mondiali Pesca al Colpo: oltre mezzo secolo di storia di Stefano Bastianacci La squadra azzurra del 1979 Q uello che si svolgerà il 6 e 7 settembre a Spinadesco sarà il 55° Campionato del Mondo di Pesca al Colpo Seniores, cioè il “padre di tutti i campionati”. Volendo fare una rapida panoramica degli aspetti storico-tecnico-agonistici, va detto che la rassegna iridata – presa in esame nel suo insieme e quindi fino 10 • Pianeta Acqua dalla prima edizione svoltasi a Duesseldorf nel 1954 (erano gli anni della “guerra fredda”) dove gli azzurri conquistarono il bronzo a squadre ed i primi due gradini del podio con i mitici Vigarani e Fugazza – ha evidenziato più che mai il predominio delle quattro grandi nazioni della pesca sportiva che sono, nell’ordine: Francia, Italia, Inghilterra e Belgio. Se però andiamo a “spacchettare” nel tempo i risultati, possiamo individuare alcune “epoche” chiaramente connotate. L’era “pionieristica” – nelle prime edizioni si gareggiava con 5 punti (poi ridotti ad uno) a pesce ed un punto a grammo – vedeva la partecipazione al massimo di una quindicina di nazioni, suddivise in due grandi scuole: quella del bigattino e quella del ver de vase. Alla prima appartenevano, oltre all’Italia, gli altri paesi mediterranei, dell’Europa Orientale e i britannici, mentre alla seconda tutte le altre nazioni centro-europee con varianti interpretative francesi e belghe. Complessivamente fino al 1965, pur se i risultati erano molto legati ai campi di Il mitico Jean Pierre Fougeat in gara gara, prevalse nettamente la scuola transalpina portatrice di tecniche d’avanguardia (la canna ad innesti), raffinatezza di materiali (pensiamo soltanto ai galleggianti da gara) e studio del comportamento dei pesci (importanza di esche e pasture). Un uomo su tutti, Robert Tesse, che ha legato il suo nome anche ad un particolare tipo di galleggiante da gara sottile e cilindrico, capace di conquistare sette podi e tre titoli iridati! L’Italia coglie dei risultati eclatanti quando può esprimere la propria pesca a bigattino e pesce piccolo, e affidandosi a campioni del calibro di Fugazza, Vigarani, De Angeli, Mandelli, Tedesco e Ceppi conquista due titoli a squadre sempre bissati dall’individuale: Belgrado 1957 con oro a Mandelli e Lago di Garda 1962 con oro a Tedesco. Non dissimile è anche il successivo decennio che è caratterizzato da un notevole sviluppo tecnologico, con le canne in fibra di vetro che hanno ormai soppiantato quelle naturali (salvo i “cannini” da alborella) e da una più accentuata differenziazione tra le scuole di pesca che si vanno affinando, con il predominio francese che si consolida (nove titoli fino al 1976), davanti ai belgi, mentre l’Italia continua a stare davanti all’Inghilterra (troppo legata alla pesca all’inglese) e si assiste al declino del Lussemburgo. E’ l’epoca di Van Den Eynde il mitico campione fiammingo, ma è anche l’epoca del bolognese Dino Bassi che con i cavedani del Mincio e le alborelle di Varna non perdona e conquista due favolosi titoli individuali che fanno il paio con altrettanti per nazioni. Poi arriva la grande rivoluzione dei materiali e il carbonio ha il sopravvento sul fenolico, consentendo la realizzazione di canne rigide e leggere e quindi di lunghezze fino a pochi anni prima impensabili. La Francia conquista altri due mondiali, a Vienna nel ’78, “derubando” però la vittoria all’Italia, grazie al famoso buco nella nassa di Zanetti e a Saragozza, mentre la squadra italiana entra in uno dei suoi momenti più bui. A livello individuale è Jean Pierre Fougeat l’uomo di spicco, tra i nostri è Roberto Trabucco a salvare l’onore con alcune brillanti performance individuali che gli valgono tre podi, ma non la soddisfazione del meritato successo. Arriva il momento in cui si capisce che c’è bisogno di adeguarsi ai nuovi materiali e non rimanere ancorati alle vecchie tecniche. L’uomo della svolta è Carlo Chines, il CT lucchese che dopo aver preso la squadra nel 1973 ed aver superato il periodo più brutto, condurrà la nazionale italiana ad una serie di successi che la porteranno al vertice dell’agonismo internazionale, grazie anche ad un rinnovamento nei metodi di formazione della squadra, attraverso le selezioni del Club Azzurro e ad un maggior coinvolgimento della FIPS nei confronti dell’agonismo. Dobbiamo patire umiliazioni ancora per tutta la prima metà degli anni Ottanta prima di vedere la luce con il primo podio dopo sei anni di astinenza, grazie allo splendido argento conquistato nell’Arno fiorentino (squadra e Trabucco individuale) alle spalle dello scatenato team England che, nel frattempo, sta soppiantando la Francia nel ruolo di prima potenza mondiale. Da qui inizia la serie incredibile di 17 podi consecutivi, con sei titoli, e con le tre nazioni regine, Italia Inghilterra e Francia che monopolizzano quasi del tutto il podio, scambiandosi i tre gradini. Soffriamo sempre le trasferte centro-europee, il fouillis e il ver de vase, le breme e i gardon, ma, quando va male, il bronzo lo rimediamo sempre, tale è l’abisso che separa le prime tre squadre dalle altre. A livello individuale primeggiano soprattutto gli inglesi che, per loro mentalità, puntano sempre alla vittoria, andando peraltro incontro anche a brutti “schianti” a livello individuale quando i pesci non entrano. Prima Kevin Ashurst e poi Bob Nudd (4 titoli) furoreggiano, in seguito si accende la incredibile stella di Alan Scotthorne che brilla tuttora dall’alto dei suoi cinque titoli che offuscano il pur grande Tesse. Per i nostri è bene ricordare gli splendidi successi individuali di Iacopo Falsini (Firenze) e Umberto Ballabeni (Parigi). Il ciclo chinessiano e immediatamente post-chinessiano lascia il posto ad un improvvisa e drammatica crisi che coincide con il mondiale portoghese del 2002, Clegg e Carlo Chines, il CT della rinascita della Nazionale dal 1973 in poi Pianeta Acqua • 11 Il quattro volte iridato Campione inglese Bob Nudd dove, complice una inusuale pesca del cefalo, per la prima (e tuttora unica) volta dopo quasi mezzo secolo, nessuna delle tre grandi sale sul podio dove trionfa la Spagna! E’ l’inizio di una nuova era, l’attuale, connotata da un nuovo crescente equilibrio di valori che – grazie al progressivo espandersi del benessere, alla crescita del numero di nazioni partecipanti, alla diffusione dei materiali in tutti i paesi a cominciare da quelli dell’esteuropeo ed alla circolazione delle informazioni, in una parola alla “globalizzazione” della pesca sportiva – rompe il monopolio storico delle grandi potenze e porta alla ribalta nazioni fino a quel momento considerate “minori” che invece si dimostrano competitive come Polonia, Repubblica Ceca, Russia e Serbia o addirittura fortissime come l’Ungheria (con il suo asso Tamas Walter) che vanta una striscia di cinque podi consecutivi con un titolo mondiale. Ma l’Italia, dopo una crisi di quattro anni (miglior risultato un quinto) ha dato chiari segni 12 • Pianeta Acqua di riscossa, conquistando l’argento in Portogallo nel 2006 e facendoci ascoltare di nuovo l’inno di Mameli a Velence l’anno scorso, con la rinnovata guida tecnica dell’inedito duo MelottiFumagalli. Quando si commentano, i Campionati del Mondo si tende sempre ad analizzare la prestazione sportiva, il risultato della nostra e delle altre squadre nazionali, men- tre altri aspetti passano in sottordine. C’è un primato, però, che è saldamente in mano alla compagine azzurra ed è quello dell’organizzazione, infatti la Federazione Italiana Pesca Sportiva ha già ospitato sul territorio nazionale ben cinque edizioni del Campionato (senza contare Peschiera ’71 da parte di San Marino), mentre gli altri “colossi” della pesca agonistica sono distanziati, e a quota quattro troviamo un gruppetto con Francia, Inghilterra, Belgio, Ungheria e Portogallo. E non è una leadership di poco conto quella che con Spinadesco andremo a consolidare (fra l’altro per chissà quanti anni ancora…), perché se a livello internazionale si ritiene di affidare così frequentemente all’Italia l’organizzazione della massima manifestazione mondiale, ciò significa diverse cose. Primo, un bel riconoscimento delle capacità organizzative della FIPSAS, ma non è una novità, visto che esportiamo il nostro “know-how” in materia anche all’estero, come insegnano, tanto per non andare tanto lontano, gli ultimi mondiali in Portogallo e Ungheria. Secondo, che a livello internazionale contiamo qualcosa, grazie eviden- temente alle capacità ed al carisma dei nostri dirigenti, presidente Matteoli in testa. Terzo, che – in barba agli attempati stereotipi ed alle facili ironie – tutto sommato il Bel Paese piace ed anche i nostri campi di gara normalmente si dimostrano all’altezza, vedasi da ultimo il Cavo Lama 2007, che ha ospitato l’Europeo. Certo, ci sono sempre margini di miglioramento, soprattutto sotto l’aspetto “coreografico” e collaterale, ma siamo fiduciosi che gli amici cremonesi – che ci risulta stiano lavorando duro – riusciranno ad organizzare una manifestazione che i garisti dei numerosissimi paesi partecipanti (potrebbe essere stabilito il nuovo record di nazioni presenti) ricorderanno per sempre. Aggiungiamo che nelle sei precedenti occasioni, la squadra italiana conquistò quattro titoli e due argenti e quindi – sia detto da un punto di vista puramente statistico… – ha saputo sempre trarre un bel vantaggio dalla pesca nelle acque amiche. Per concludere, come si vede, non mancano certo motivi di interesse per accendere l’attesa del mondiale di Spinadesco. Uno scorcio del Canale Navigabile di Spinadesco, dove si disputeranno i prossimi Mondiali di Pesca al Colpo 2008 Mondiali di Pesca 2008 a Cremona: E’ tutto pronto! La nazionale Italiana di pesca al colpo ha provato il campo di gara Cresce l’attesa per la 55° edizione dei Campionati Mondiali di Pesca al Colpo, la competizione sportiva che si svolgerà dal 5 al 7 settembre sul campo gara provinciale, posto tra i Comuni di Cremona e Spinadesco. Infatti, la Nazionale Italiana di Pesca al Colpo si è ritrovata a Cremona nel mese di Giugno con tutti i suoi effettivi per valutare le caratteristiche tecniche e sportive del campo gara, rimesso a nuovo per la competizione mondiale. Agli ordini del direttore tecnico azzurro Paolo Melotti, i 40 atleti selezionati per l’avventura mondiale hanno simulato la competizione dislocandosi lungo i 3 km del campo gara, provando a pescare nei cinque settori del canale con le canne uffi- ciali, lunghe 13 metri, e utilizzando le esche migliori. Soddisfazione per i risultati ottenuti in questo primo test da parte del Presidente della Fipsas Provinciale di Cremona Paolo Morabito, del Presidente del Comitato Organizzatore FIPSAS, il Consigliere Federale Claudio Nolli, e del Consigliere Federale Maurizio Natucci nella doppia veste di componente del Comitato e Accompagnatore Ufficiale della Squadra Italiana, in quanto gli atleti azzurri sono riusciti a pescare i pesci immessi negli ultimi mesi, soprattutto i ciprinidi misti, specie molto difficile da pescare. La prova ha dimostrato che il campo gara è già pronto per ospitare le circa quaranta squadre nazionali che disputeranno questa importante manifestazione sportiva internazionale. Comitato Organizzatore FIPSAS Mondiali di Pesca al Colpo 2008 CLAUDIO NOLLI Presidente del Comitato Organizzatore Fipsas per i Mondiali di Pesca al Colpo 2008 e Consigliere Federale Responsabile del Tesseramento PAOLO MORABITO Vicepresidente del Comitato Organizzatore Fipsas per i Mondiali di Pesca al Colpo 2008 e Presidente della Sezione Provinciale Fipsas di Cremona ANTONIO GIGLI Consigliere Federale Presidente Settore Acque Interne MAURIZIO NATUCCI Consigliere Federale Vicepresidente Settore Acque Interne WALTER ZANGANI Vicepresidente della Sezione Provinciale di Cremona e Presidente della Società Campione del Mondo in carica “RAVANELLI” PIETRO G. PEDERNESCHI Responsabile della Vigilanza della Sezione Provinciale di Cremona ANTONIO GARBELLI Responsabile Settore Agonistico della Sezione Provinciale di Cremona SEGRETERIA COMITATO DANIELA MIGLIOLI Segretaria della Sezione Provinciale di Cremona ALESSANDRA BIANCHI Responsabile Sito Mondiali di Pesca al Colpo 2008 Pianeta Acqua • 13 Letti nuziali per alborelle di Carlo Romanò A lla fine degli anni novanta la popolazione di alborelle del Lario era ridotta ai minimi termini. Le Province di Como e di Lecco sono state “costrette” ad intervenire sull’attività di pesca, emanando norme molto drastiche ed impopolari. Uno studio molto appro- Una grande “intuizione”. Come è nata l’idea dei letti artificiali di frega per le alborelle fondito aveva però dimostrato che non era sufficiente intervenire sulla pesca per ottenere un rapido incremento della popolazione di alborella. Bisognava sostenere la riproduzione naturale della specie, la cui efficacia era minacciata dai seguenti fattori: 1 diminuzione delle aree di camento a causa di improvvise diminuzioni del livello del lago; 4 perdita di uova per “rottura” meccanica a causa dello sfregamento causato dall’ondazione. Si è pensato che la posa di ghiaia pulita, in aree protette ed a profondità sufficiente per mettere al riparo le uova Posa di sostrati artificiali per favorire la riproduzione della specie nel Lago di Como frega naturali per la diffusa artifìcializzazione delle sponde; 2 perdita di uova per “soffocamento” a causa della copertura perifitica del substrato di fondo; 3 perdita di uova per essic- 14 • Pianeta Acqua dalle diminuzioni di livello del lago potesse rappresentare una buona soluzione del problema. Nel 1996 abbiamo realizzato il primo “letto artificiale”, che ha subito dato buoni risultati. Negli anni successivi abbiamo proseguito ed intensificato questo tipo di interventi, “standardizzando” le località e le modalità di posa della ghiaia. L’esperienza lariana Di seguito riportiamo una sintesi della nostra esperienza, augurandoci che possa risultare di utilità a qualcuno, ma senza la pretesa di insegnare niente a nessuno. II materiale prescelto Nel Lario i letti di frega vengono realizzati con ghiaietto di fiume lavato, di diametro compreso tra i 2 e i 4 centimetri. Molto banalmente, ci siamo fidati dell’esperienza dei pescatori dell’Adda, che da moltissimi anni utilizzano questo materiale per realizzare piccoli cumuli di ghiaia in acqua corrente (i cosiddetti “geroli”) assai efficaci come letti di frega per le alborelle di fiume. Le località di posa È buona norma posare i letti di frega all’interno delle aree normalmente frequentate dalle alborelle per la riproduzione. E’ vero che alborelle ricercano attivamente i tratti di litorale adatti alla deposizione delle uova, ma, se non ci sono motivi particolari, non ha senso costringere i riproduttori a compiere lunghi spostamenti, soprattutto se non si ha la sicurezza che questi ultimi siano disponibili a sobbarcarsi le fatiche del viaggio. Occorre evitare i tratti di litorali dove le correnti sono particolarmente forti. Uno dei primi letti di frega posati nel lago di Como è stato letteralmente spazzato via nel giro di una notte. Non è sempre facile localizzare i percorsi delle correnti lungo le zone litorali. Un buon “indizio” è certamente rappresentato dal substrato di fondo. E’ bene sospettare dei fondali costituiti da grossi ciottoli arrotondati, sui quali è evidente l’effetto del continuo rotolamento. Da evitare sono anche i tratti in cui la sedimentazione è particolarmente intensa. In questo caso la “vita” del letto di frega può essere molto breve perché il substrato più fine intasa velocemente tutti gli interstizi tra i ciottoli di ghiaia e li rende inadatti ad accogliere le uova adesive delle alborelle. I letti di frega non devono essere posati nelle immediate vicinanze degli scarichi fognari e di ogni possibile fonte di inquinamento organico, anche se queste aree sono normalmente assai frequentate dalle alborelle. In queste situazioni, sulla ghiaia si può sviluppare molto velocemente un’abbondante copertura perifitica che causa la morte per soffocamento di gran parte delle uova deposte. Per ovvi motivi legati alla stabilità del letto di frega devono essere privilegiate le aree a debole pendenza. Nei tratti scoscesi il trascinamento della ghiaia verso profondità non idonee alla deposizione delle uova può verifìcarsi in tempi molto rapidi. Per motivi altrettanto ovvi, è inutile posare letti di frega artificiali dove sono naturalmente presenti substrati di ghiaia pulita. Il momento giusto per posare la ghiaia Non esiste un “momento ideale” definibile a priori in cui posare i letti di frega. Le variabili in gioco sono numerose e molto dipende anche dalla finalità dell’operazione e dalle caratteristiche del corpo d’acqua. In linea generale, se operiamo in un lago eutrofico o soggetto a forti variazioni di livello e se il nostro obbiettivo sono solo le alborelle, è buona norma agire il più possibile a ridosso del periodo riproduttivo di questa specie. In Lombardia, significa fare in modo che tutto sia pronto verso la fine del mese di maggio. Non è facile azzeccare i tempi, visto che bisogna tenere conto del tempo richiesto dalle operazioni di posa, che a sua volta dipende dalle dimensioni dell’intervento, dai mezzi utilizzati e, buon ultimo, dalle condizioni meteorologiche. Se invece operiamo in un lago oligotrofo, con i livelli stabili, e se ci interessa sostenere anche la riproduzione del cavedano (che gradisce la ghiaia pulita almeno quanto l’alborella) possiamo dare inizio ai lavori con largo anticipo e predisporre i letti di frega, con tutta calma, già alla fine del mese di aprile. Le dimensioni del letto di frega I letti effettuati dalla Provincia di Como occupano mediamente una superficie di circa 30-40 metri quadri. Però non ci sono regole fisse. Nel 2003, per esempio, abbiamo realizzato un letto di ghiaia di oltre 200 metri quadrati, che ha funzionato in modo spettacoloso. Allo stesso modo, in spazi molto ristretti, abbiamo realizzato letti minuscoli (anche inferiori a 10 metri quadrati) che le alborelle hanno ugualmente dimostrato di apprezzare. E’ importante, in ogni caso, garantire al letto di ghiaia uno spessore di almeno una quindicina di centimetri, considerato che le uova si infilano facilmente tra gli interstizi e sono in grado di “colonizzare” uno strato di ghiaia tutt’altro che trascurabile. E’ opportuno prestare una particolare attenzione anche alla profondità di posa della ghiaia. Se esiste il rischio concreto di un abbassamento del livello dell’acqua nel corso del periodo riproduttivo dell’alborella, oppure se si è in presenza di un sensibile moto ondoso è bene garantirsi un certo margine di sicurezza, posando la ghiaia ad una profondità di almeno cinquanta centimetri dal pelo dell’acqua. La stessa cautela deve essere Pianeta Acqua • 15 adottata nelle località in cui gli anatidi predano attivamente le uova deposte tra i ciottoli. Sull’altro fronte, è buona norma non spingersi oltre i 120-150 centimetri di profondità, considerato che in natura difficilmente le alborelle depongono le uova a profondità superiori al metro. Le modalità di posa Potendo contare su un adeguato numero di badili e di braccia ben allenate, i letti di frega possono essere realizzati a mano. Vi assicuriamo però che si tratta di un lavoro massacrante, di fronte al quale, dopo la prima esperienza, si ritirano anche gli addetti più allenati e più motivati. Di norma la ghiaia viene scaricata nei pressi della sponda e viene quindi posata con l’ausilio di pale meccaniche dotate di braccio telescopico. Si può anche procedere con un escavatore gommato, ma il braccio estensibile è sempre da preferirsi perché permette di lavorare con una buona precisione anche a 10 metri di distanza dalla riva. Se la ghiaia è disponibile nelle immediate vicinanze della località di posa, una pala meccanica con braccio telescopico è in grado di “lavorare”, in una giornata di lavoro, circa 40 metri cubi di ghiaia. Per realizzare letti di frega in località non raggiungibili via terra, è necessario servirsi di una grossa imbarcazione da lavoro. Sul Lario si utilizza una grossa chiatta, in grado di trasportare fino a 20 metri cubi di ghiaia (si tratta di 320 quintali di materiale!) e su cui trova spazio una piccola pala meccanica in grado di effettuare le operazioni di posa in tempi abbastanza rapidi. I limiti di questo sistema sono senz’altro i costi (tutt’altro che trascurabili), amplificati dalla ridotta velocità di spostamento della chiatta e dai lunghi tempi di carico del materiale. Il monitoraggio e la manu- 16 • Pianeta Acqua tenzione Realizzare un letto di frega per poi abbandonarlo a se stesso sarebbe una vera follia. Soprattutto nelle località in cui la ghiaia viene posata per la prima volta è di fondamentale importanza riuscire a capire se i nostri sforzi hanno dato i frutti sperati oppure se abbiamo fatto fatica per niente. Uno sguardo al letto di frega va dato tutti i giorni. Intendiamoci, non è necessario accamparsi a pochi metri dalla ghiaia e non perderla di vista un secondo per intere settimane (nessuno ce la porta via). Però non possiamo permetterci che le alborelle depongano le uova senza che ce ne accorgiamo. Per non correre questo rischio basta prelevare tutti i giorni qualche campione di ghiaia e osservare se i sassi sono o meno ricoperti dalle piccole uova giallastre delle alborelle. Una volta che è stata verificata l’efficacia del letto di frega con l’osservazione dei riproduttori e/o delle uova deposte, può essere utile raccogliere informazioni più dettagliate (densità delle uova, percentuale di fecondazione, tempi di incubazione, percentuali di schiusa, ecc..), ma in questo caso è bene affidare il lavoro ad uno specialista. In tutti i casi, è bene attendere la schiusa delle uova e quindi rastrellare il letto di frega, allo scopo di eliminare i gusci ed i residui di uova che restano sulla ghiaia e che vengono facilmente attaccati dalle muffe e dai batteri. Bisogna assolutamente evitare di rastrellare la ghiaia prima della schiusa delle uova, ma la nascita degli avannotti di solito avviene in sincronia sull’intero letto di frega ed è facilmente rilevabile perché da un giorno all’altro non si trovano più uova vitali attaccate ai ciottoli. Il ripristino delle adeguate condizioni igieniche sul letto di frega, attraverso la rimo- zione dei gusci e dei residui delle uova, è un’operazione importante se si vogliono ottenere in loco ulteriori ed efficaci deposizioni. Il ruolo dei mattoni forati I mattoni forati, di forme e dimensioni diverse, sono stati impiegati a più riprese come substrato “complementare” alla ghiaia pulita. Si è ipotizzato che i fori potessero costituire degli ambienti “protetti” nei quali l’incubazione delle uova potesse completarsi al riparo da ogni possibile disturbo. In teoria, il mattone forato possiede molti requisiti favorevoli, e cioè: - permette l’adesione delle uova; - è costituito da argilla, priva di effetti tossici sulle uova; - riduce l’azione meccanica delle onde sulle uova; - riduce la predazione sulle uova da parte delle anatre e degli altri pesci; - riduce il passaggio della luce e quindi lo sviluppo del periphyton all’interno dei fori; - aumenta la volumetria disponibile a parità di superficie occupata; - ha un costo contenuto per l’eventuale applicazione su larga scala. Sull’efficacia dei mattoni sono stati raccolti molti dati e si è giunti alle seguenti conclusioni: - i mattoni funzionano solo se posati sui letti di ghiaia. Da soli, non esercitano alcuna attrazione sui riproduttori di alborella; - i più adatti sono le scatole per tavolati a 10 fori di 3-4 cm. Fori di dimensioni inferiori, determinano una riduzione della percentuale di uova vitali, probabilmente a causa dello scarso ricambio interno. Fori di dimensioni superiori (4x5 cm) vengono meno utilizzati per la deposizione e presentano densità di uova nettamente inferiori; - i mattoni richiedono un impegno decisamente più elevato rispetto alla ghiaia. I fori devono essere accuratamente ripuliti dopo ogni schiusa, perché le uova morte e i residui dei gusci che inevitabilmente permangono all’interno dei mattoni vengono rapidamente invasi da funghi e batteri e si creano condizioni igieniche del tutto inadatte alle successive deposizioni. Inoltre i mattoni devono essere tutti recuperati al termine della stagione riproduttiva delle alborelle, perché la loro permanenza lungo i litorali ha un effetto sgradevole dato che vengono scambiati per rifiuti gettati nel lago. I nostri numeri La Provincia di Como ogni anno posa circa 200 metri cubi di ghiaia pulita lungo i litorali del Lario, suddivisi in una quindicina di letti di frega, di dimensioni variabili tra i 20 e i 200 metri quadrati. Nel 2003 i costi complessivi dell’intervento hanno raggiunto i 14.000 euro così ripartiti: 3.000 euro per l’acquisto della ghiaia, 1.000 euro per il noleggio della pala meccanica con braccio estensibile e 10.000 euro per il noleggio della chiatta da lavoro. Le densità di uova rinvenute sulla ghiaia dopo la deposizione variano dalle poche centinaia alle oltre 2.000 unità per ogni decimetro quadrato. Il rastrellamento della ghiaia dopo la schiusa delle uova viene effettuato soltanto su uno o due letti di frega, perché è molto difficile riuscire a monitorarli costantemente tutti e quindici. Sono distanti diversi chilometri l’uno dall’altro e si opera in un periodo in cui il personale del servizio pesca è normalmente occupato in un’intensa attività di vigilanza anti-bracconaggio. Per finire, abbiamo abbandonato da alcuni anni l’utilizzo dei mattoni forati, perché sono veramente troppo impegnativi da gestire. Pianeta Acqua • 17 I° Maggio 2008 Disabili a coppie sul Mincio di Barbara Onorato A nche quest’anno il Mincio ha ospitato i nostri amici diversamente abili in una gara a coppie amichevole, organizzata dal Vice Presidente provinciale Giovanni Verità della FIPSAS di Verona in collaborazione con la SPS S. Egidio di Lugagnano. La gara, a cui ha assistito il Consigliere Federale Tiziano Begal, è stata patrocinata dal Comune di Peschiera e dall’Assessorato Caccia e Pesca dell’Amministrazione Provinciale di Verona. Le pedane, appositamente realizzate per consentire una migliore e sicura azione di pesca ai concorrenti, vengono posizionate il giorno 18 • Pianeta Acqua precedente la gara. Il Mincio è alto ed i pesci saltano a pelo d’acqua per dare il benvenuto ai pescatori che si preparano con roubaisienne, bolognesi e canne all’inglese dato che il fiume è quasi fermo; la pesca si effettua mediante lenze piuttosto leggere e bigattini a fionda per cercare cavedani e scardole sulla roubaisienne, mentre pastura e bigattini in colla per chi imposta la gara a bolognese o inglese. Tra i pescatori sono presenti i ragazzi della Nazionale Disabili che ci dimostrano la loro bravura con la supervisione del CT Paolo Agnoli sempre pronto a dare dritte e consigli a tutti. I pesci non si fan pregare, malgrado l’acqua ancora fredda, arrivano in pastura per far lavorare le lenze dei nostri amici ed i loro compagni. Guardarli pescare sulle pedane è uno spettacolo; ci fanno sperare nella assegnazione di un futuro Campionato del Mondo in quel di Peschiera, magari con la nostra Nazionale sul gradino più alto del podio. Ma temo che per ora questo resterà un sogno. Saremmo comunque veramente orgogliosi di ospitare le varie Nazionali dimostrando così che anche l’Italia è all’avanguardia con campi gara appositamente attrezzati per questa particolare tipologia di pescatori. La pesatura dà ottimi risultati con nasse piene e grossi pesci tra i quali un cavedano di kg. 2,440, un vero spettacolo. Gli ultimi di gara fanno i primi di settore con oltre 7,000 punti, i secondi con circa 5,500 ed i terzi con 5,200. Ma non conta il piazzamento quanto piuttosto lo stare insieme e vivere una splendida giornata di pesca ed amicizia, poi tutti al ristorante “Aurora” per il pranzo condito con discorsi di rito, premiazioni e la mitica ed immancabile poesia del nostro artista Pietro Benuzzi dedicata a questa giornata di pesca in compagnia. Pianeta Acqua • 19 Lo Sport Subacqueo e la FIPSAS di Alberto Azzali S Un’azione di gioco di Rugby subacqueo ono trascorsi più di tre anni dalla nascita del Settore A.S.: un Settore Subacqueo con competenze autonome e distinte dalla Didattica Subacquea. E’ tempo di valutare se questa scelta statutaria sia stata realmente una efficace opportunità per lo sviluppo di questi due settori, così come era nelle aspettative di tutti coloro che l’avevano promossa e sostenuta, oppure se si sia trattato di una semplice operazione di facciata e, come tale, inutile ed improduttiva. Per quanto riguarda il Settore A.S., appare evidente come i risultati ottenuti nel corso del triennio 2005/2007 abbiano confermato la validità della scelta operata. La istituzione di un Settore Subacqueo separato dalla componente didattica ha reso possibile la realizzazione di alcuni obiettivi, tra i quali è utile ricordare: luppo dell’immersione in apnea come elemento strutturale e fondante lo sport subacqueo; 4) la valorizzazione delle discipline che richiamano un gioco di squadra; 5) l’opportunità di affrontare organicamente tutti i problemi relativi alla gestione della pesca in apnea, ludica ed agonistica; 6) la possibilità di dedicare una particolare attenzione alla ricerca medico-scientifica ed alla sicurezza del subacqueo sportivo; 7) l’utilizzo di una Commissione Settoriale per la soluzione dei problemi di natura tecnica, giuridica e scientifica relativi all’immersione ed alla pesca in apnea; 8) la realizzazione di un percorso didattico finalizzato alla formazione dei quadri tecnici delle varie discipline sportive, utilizzando moduli e programmi della Scuola dello Sport. 1) la definizione, programmazione e gestione dello sport subacqueo con una sua specifica identità; 2) la individuazione di programmi indirizzati alla formazione psico-fisica del subacqueo sportivo; 3) la organizzazione e lo svi- La creazione di una base organica e gestionale, orientata allo sviluppo dell’immersione in apnea come attività centrale dello sport subacqueo, ha rappresentato l’operazione più importante e significativa operata dal Settore nel corso del 20 • Pianeta Acqua Programmi e prospettive Una battuta di pesca presente quadriennio. Infatti, dopo alcuni passaggi abbastanza controversi, con problemi connessi alla sicurezza ed alla salute degli atleti e dopo un fermo dell’attività agonistica di circa sei mesi, è stato possibile realizzare un assetto tecnico ed organizzativo in grado di soddisfare le attese di atleti e tecnici, coerente con le aspettative dei quadri dirigenti, tale da offrire alla disciplina una efficace ed articolata programmazione nel medio termine, finalizzata a consolidare un’attività sportiva di assoluto valore tecnico ed atletico. Se lo sviluppo dell’apnea agonistica ha rappresentato uno degli obiettivi più impegnativi e strategici del settore, non si può trascurare il lavoro dedicato alle problematiche della pesca in apnea con particolare riferimento alla situazione esistente in Italia, ormai giunta ad un punto critico per quanto riguarda il suo libero esercizio. AMP, SIC, Ordinanze di Balneazione, carenze normative, sono alcuni dei principali nodi che stringono sempre più questa disciplina, limitandone l’attività e creando sconcerto e preoccupazione tra i non pochi appassionati di questo sport, tesserati e non. La nostra Federazione è chiamata da tempo a svolgere in modo più incisivo un ruolo di tutela degli interessi di questa particolare categoria di pescasportivi. Un ruolo che nel passato non sempre è stato interpretato nel modo migliore e corrispondente alle attese dei pescatori in apnea. Da alcuni anni si è registrata però una inversione di tendenza. La Presidenza Nazionale ed il Consiglio Federale hanno sancito in modo chiaro ed univoco il principio che omologa la pesca in apnea a tutte le altre discipline della pesca sportiva. La conseguenza di que- sto importante enunciato è stata quella di consentire al Settore la predisposizione di un programma finalizzato a realizzare nel medio termine alcuni interventi quali: - la proposta di introdurre in Italia una licenza o permesso di pesca per la pesca in apnea; - la revisione delle norme richiamate dal vetusto Regolamento di attuazione della Legge 963/65 (DPR 2/10/68 n.° 1639); - uno studio scientifico mirato a verificare il reale impatto ambientale della pesca in apnea nelle AMP italiane; - la stesura di una Ordinanza di Balneazione tipo, con regole chiare di semplice ed univoca interpretazione. Su questa linea di azione, il Settore AS ha inteso (ed intende) muoversi in piena e completa sintonia con l’indirizzo generale della Federazione in materia di pesca. Un altro aspetto peculiare dello sport subacqueo è rappresentato dall’interesse che deve essere assegnato, sempre e comunque, alla ricerca medico-scientifica, allo scopo di individuare opportuni standard di sicurezza e di migliorare le cono- Tiro al Bersaglio scenze sulla fenomenologia connessa all’immersione in apnea. Lo sviluppo dello sport subacqueo, in particolare sotto il profilo culturale, richiama necessariamente l’introduzione di un nuovo modello tecnico ed organizzativo, con il passaggio dal tradizionale approccio superficiale ed improvvisato del passato ad un programma di ricerca mirato e scientificamente corretto. Resta ancora irrisolto il problema relativo alla carenza di strutture idonee e fruibili per l’esercizio delle attività in bacino delimitato. Un problema cronico, non affrontato in modo adeguato in ambito settoriale. A questo tema sarà necessario, quanto prima, dedicare maggiore attenzione, individuando azioni e modalità operative adatte ad offrire alle nostre Società ed ai nostri atleti utili elementi per la soluzione, almeno parziale, di questo problema. Non farlo potrebbe portare, in molte realtà territoriali, a difficoltà e ritardi nello sviluppo di alcune discipline settoriali come l’Apnea, l’Hockey, il Rugby ed il Tiro al Bersaglio. Proprio l’Hockey ed il Rugby subacqueo necessitano di una particolare attenzione da parte del Settore per le loro specifiche caratteristiche sportive, in quanto giochi di squadra. Si tratta di investire tempo e lavoro per potenziare queste attività che rappresentano in campo internazionale un movimento sportivo di ampie proporzioni. Attualmente in Italia è stato avviato un programma di sviluppo mirato ad aumentare il numero delle Società praticanti ed a potenziare il tasso tecnico dei nostri atleti (in particolare nell’Hockey subacqueo), questo allo scopo di rendere più competitive le nostre squadre nazionali. Per quanto riguarda il Tiro al Bersaglio, è stato preparato un programma a medio termine finalizzato al suo rilancio come attività internazionale. Dopo anni di inattività e di dispersione della disciplina all’interno della CMAS, è stato intrapreso un proficuo dialogo con alcune nazioni europee, in particolare con la Francia, allo scopo di verificare la sussistenza delle condizioni per una sua ripresa in campo internazionale. Non si tratta di una operazione semplice, ma l’entusiasmo e l’impegno mostrato dai nostri responsabili della disciplina permettono di guardare con ottimismo al successo di questa iniziativa. La formazione di un consistente numero di Allenatori di Apnea attraverso due Corsi nazionali, organizzati a Roma presso la Scuola dello Sport, ha permesso al nostro Settore di entrare in modo corretto nel mondo dello Sport ufficiale, con la possibilità di lavorare sul territorio con metodologie e parametri di assoluto valore tecnico e sportivo. Non vogliamo dimenticare in questa panoramica sullo sport subacqueo le attività di natura audiovisiva come la Fotografia, il Video ed il Safari Fotografico subacqueo. Si tratta di attività di grande interesse tecnico e culturale, in grado di offrire alla nostra Federazione la disponibilità di un ricco portafoglio di immagini e di video con la rappresentazione delle caratteristiche ambientali e dei pesci dei fondali costieri italiani, senza trascurare la qualità ed il livello dei risultati sportivi conseguiti nel corso degli anni dai nostri rappresentanti nelle principali competizioni internazionali. Il passaggio dall’analogico al digitale ha reso indispensabile una revisione generale delle modalità tecniche ed organizzative delle gare: un aggiornamento che oggi è stato completato con successo. Alla luce di queste brevi e sintetiche considerazioni, è lecito affermare come, dopo più di tre anni di attività, lo sport subacqueo sia attualmente una realtà incontestabile e come il Settore A.S. sia vitale ed in continuo sviluppo, con otto distinte attività tra le quali due, in particolare, hanno un ruolo fondamentale e significativo: la pesca in apnea e l’immersione in apnea. La prima è una attività “storica” del Settore, tale da richiedere alla nostra Federazione una particolare attenzione per le sue peculiari necessità di tutela e di compatibilità con le mutate esigenze di natura socio-ambientale. La seconda rappresenta il presente ed il futuro dello sport subacqueo: questo a patto che la sua gestione sia sempre orientata alla costruzione di una attività popolare, spettacolare e sicura: come è giusto che sia in una Federazione sportiva come la nostra. un’azione di gioco di Rugby sub Pianeta Acqua una partita di Hokey sub • 21 22 • Pianeta Acqua Pianeta Acqua • 23 Vignola Internazionale Il Tiro al Bersaglio Subacqueo ai massimi livelli di Giuseppe Meduri Q uando d sii parla l di Vi Vignola l la prima cosa che viene in mente a chi non conosce il suo bellissimo centro storico e la grande ospitalità dei suoi abitanti, sono le gustose e succulente ciliegie famose in tutto il mondo e l’aceto balsamico doc che si può degustare ed acquistare nelle tante storiche cantine di produzione a prezzi da veri intenditori. Dal 6-7-8 Giugno Vignola sarà ricordata anche per avere ospitato la prima competizione Internazionale di Tiro al Bersaglio Subacqueo: “1° Trofeo Open Tiro Sub – Città di Vignola”. L’ispiratore ed organizzatore della manifestazione è stato il vignolese Valerio Gozzoli che riveste il ruolo di Coordinatore Nazionale Tiro Sub e che ha già organizzato diverse manifestazioni sportive di alto livello nella sua città. L’importante manifestazione ha suggellato l’inizio di un nuovo percorso comune tra la FIPSAS e la francese FFESSM nell’ambito della CMAS per ricostituire un livello internazionale per il Tiro al Bersaglio Subacqueo. Facendo seguito all’importante trasferta di una delegazione di atleti italiani alla Festa dello Sport di Antibes dello scorso 11 maggio, anche la Federazione francese non ha voluto mancare l’appuntamento con la manifestazione sportiva organizzata dalla FIPSAS in collaborazione con la Società Nuoto Sub Vignola e l’Olimpia Vignola. La FFESSM h ha schierato L hi t lla propria squadra dell’élite de tir sur cible, in pratica la selezione dei migliori atleti nazionali francesi. Capitanati dalla bravissima Stèfania Tramontana, l’équipe transalpina era composta anche da François Chauvel, Patrick Audu, Yohann Belpre e Sylvain Bentoubal. Il 7 giugno alla presenza del Presidente delle Attività Subacquee Prof. Alberto Azzali, del Consigliere Donato Puggioli, del Coordinatore Nazionale del Tiro Sub Valerio Gozzoli e di Fabio Savi della Segreteria FIPSAS si è svolta l’emozionante cerimonia di inizio della manifestazione sportiva con tanto di sfilata delle due Nazioni e degli Inni nazionali. Nella primissima mattinata il Direttore Tecnico Loris Maculan ed il Direttore Sportivo Tino De Luca hanno proceduto ad una selezione tra gli undici atleti convocati per la Nazionale italiana che si sono confrontati nelle prove individuali di Tiro Libero e Biathlon. Dopo avere valutato attentamente l’esito di queste prove, i due tecnici hanno comunicato la squadra titolare da schierare che era composta per il Tiro Libero Individuale e per la Staffetta da Adriano Argentino, Giuseppe Meduri e e Roberto Singia e per il Biathlon da Giuseppe Meduri, Giovanni Scapellato e Roberto Singia. La gara è stata decisamente avvincente ed ha evidenziato la difficoltà del tiro dalla distanza di 4 metri a cui si sono dovuti adattare tutti gli atleti abituati a sparare da 3 metri nelle competizioni nazionali. I francesi, meno abituati all’utilizzo di fucili di serie (forniti dagli organizzatori), hanno dovuto pagare un prezzo sicuramente eccessivo per le loro indubbie qualità tecniche ed atletiche che non mancheranno di evidenziare dai prossimi impegni internazionali. La premiazione si è svolta alla fine della Cena di Gala ed è stata effettuata direttamente dal Presidente Alberto Azzali che non ha mancato di ringraziare gli atleti francesi per la partecipazione entusiasta. Davvero bello il gesto della nostra Nazionale vincitrice della Staffetta a Squadre che ha deciso di cedere cavallerescamente il Trofeo alla Squadra francese in segno di amicizia. All’indomani si è tenuta un’importantissima riunione tra i responsabili tecnici delle due Federazioni che hanno elaborato una bozza condivisa di regolamento internazionale da proporre alla CMAS al fine di rilanciare il Tiro al Bersaglio Subacqueo tra le Nazioni più rappresentative d’Europa, con l’impegno da parte dei francesi di organizzare una gara in Normandia nel 2010. Questa importantissima manifestazione sportiva si è tenuta proprio nel momento migliore per rilanciare il Tiro al Bersaglio Subacqueo, come testimonia il rinnovato interesse che la disciplina sta suscitando in molte Regioni, soprattutto grazie ad una capillare promozione operata dai Responsabili Federali ed alla disponibilità di tanti atleti che portano in giro la loro esperienza mettendola al servizio dei circoli che si rendono disponibili ad ospitare le dimostrazioni. Per chi volesse approfondire l’argomento, troverà le informazioni sul sito federale: www.fipsas.it. Lago di Bolsena: FIPSAS Roma chiede un nuovo regolamento per il carpfishing In occasione del convegno “La pesca nel Lazio. Bilanci e prospettive”, tenutosi lo scorso 4 maggio presso la Sala Fanelli del Comune di Capodimonte, in provincia di Viterbo, a conclusione del V enduro di carpfishing “Big Carp”, svoltosi con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, è stata proposta a tutti i soggetti della Pubblica Amministrazione che, a vario titolo, hanno a che fare con la pesca nel lago di Bolsena, una nuova normativa che favoriPianeta sca, in particolare, il carpfiAcqua shing, la 24 • tecnica oggi più vessata dai regolamenti locali. L’incontro pubblico ha, dunque, chiuso la manifestazione alla quale hanno partecipato per tre giorni di seguito pescatori provenienti da tutta Italia, mettendo a confronto rappresentanti dei Comuni del comprensorio del lago di Bolsena, della Provincia di Viterbo e dell’associazionismo ittico sul tema delle norme che attualmente regolamentano il carpfishing. Tra le regole più contestate dai pescatori l’assegnazione a pagamento delle postazioni lungo il tratto di lago di competenza del Comune di Gradoli, oltre ad alcune norme incredibilmente severe contenute nel regolamento per il carpfishing elaborato dalla Provincia di Viterbo, che penalizzano fortemente la pratica di questa disciplina. I pescatori sportivi hanno necessità, invece, di poter praticare la tecnica del carpfishing, che non arreca alcun danno all’ambiente, in libertà e senza ulteriori tasse e balzelli, a parte, naturalmente, la licenza ordinaria di pesca. Una veduta del Lago di Bolsena Pianeta Acqua • 25 Spinning a Coppie a Darfo Boario Terme di Paolo Tardito A nche quest’anno Darfo Boario Terme ha ospitato una grande manifestazione di pesca sportiva: il “4° Campionato Italiano di Spinning a Coppie da Riva”. Come sempre, quando manifestazioni di questo livello approdano in Val Camonica, provincia di Brescia, la pregevole regia e la perfetta organizzazione, presieduta dal Cav. Giovanni Verga, non lasciano nulla all’improvvisazione. Persino la pioggia e un notevole aumento della portata delle acque del fiume Oglio non hanno turbato l’importante “due giorni“ di spinning. Il materiale ittico immesso non ha sofferto di questo innalzamento, mantenendo pescosi i settori di gara. Il rinvio della competizione del sabato dal mattino al pomeriggio si è rivelato determinante sia per la regolarità della gara, che per il discreto numero di catture. La scelta di artificiali particolarmente adatti ad acque velate o moderatamente torbide ha premiato i concorrenti che li hanno adottati. Al termine della sessione del sabato pomeriggio l’organizzazione, con in prima linea i pescatori della locale SPS con in testa il loro Presidente Giovanni Verga, il Direttore di gara Alberto Baiguini ed i volontari, hanno provveduto a riseminare il campo gara con un notevole quantitativo di bellissime trote fario, affinché il secondo round, quello della domenica, permettesse a tutte le coppie di difendere il risultato del sabato e migliorarlo. L’operazione si è conclusa quando già i lampioni del lungo fiume erano accesi. I consigli del Responsabile Nazionale del settore trota torrente, Francesco Antonio, che ha coordinato tecnicamente tutte le operazioni, si sono rivelati, come sempre, preziosi. Precisa ed inappuntabile la direzione di gara del Giudice nazionale Severino Busacchini. La serata del sabato ha visto riuniti in un incontro conviviale moltissime personalità del mondo politico, industriale ed amministrativo locale che hanno concordemente rilevato come una manifestazione di questo livello riesca a richiamare concorrenti da tutte le parti d’Italia, e come, con spirito olimpico, al termine della competizione, hanno vissuto queste due giornate in concordia ed amicizia. Significativa anche l’eco che il campionato ha avuto sui media, sia locali che nazionali. Questo ha fatto sì che siano state diffuse le immagini di un tratto di fiume meraviglioso, inserito in un ambiente montano, le cui cime innevate dalle precipitazioni del sabato si stagliavano nel pieno sole domenicale in un contrasto bianco/azzurro da togliere il respiro. Ancora una nota di merito per il lavoro svolto dalla SPS Darfo Boario per la meticolosa pre- Una veduta dall’alto del Fiume Oglio 26 • Pianeta Acqua parazione del campo gara ed ai volontari della Protezione Civile, sempre di Boario, per il supporto operativo durante le tre giornate della competizione. Il podio tricolore, al termine delle due prove in cui si articolava la prova, era il seguente: campioni italiani la coppia Andrea Ferrari e Daniele Moretti della Valdossola Fishing Team (Grossi Faps) di Verbania, argento per Alessandro Vallory e Maurizio Giroldo, della SPS Dilettantistica Val Pellice (Sarfix) di Torino e bronzo per Ivan Cortinovis e Gianpietro Garbarini della SPS Molinello (Maver) di Bergamo. Anche se non è arrivata al podio una citazione particolare per la quinta coppia classificata, guidata dal sempre valido Luciano Innocenti, per il quale, fortunatamente, gli anni non sembrano passare. A chiusura della parte ufficiale della premiazione, la FIPSAS ha donato al Comune di Darfo Boario, rappresentato per l’occasione dall’Assessore allo sport Franco Camossi, una targa ricordo per ringraziare dell’aiuto organizzativo, dell’ospitalità e della cordialità riservati ai concorrenti ed a tutti i dirigenti federali intervenuti. Infine, prodotti locali a sorteggio per i concorrenti, che hanno lasciato Darfo non solo con il ricordo della gara e della bella cornice in cui si è svolta, ma anche con un ricordo gastronomico che renderà meno pesante il ritorno alle occupazioni abituali, in attesa di una nuova giornata in compagnia di mulinelli, canne, artificiali e, soprattutto, trote! I concorrenti in gara. Nel riquadro il momento della premiazione Pianeta Pi P ian aneetta Acqua Accq A qu ua • 227 7 Con decorrenza dal 30 aprile 2008, a seguito dell’emanazione della nuova normativa antiriciclaggio di cui al decreto legislativo 21 novembre 2007 n. 231, sono entrati in vigore i nuovi obblighi in materia di antiriciclaggio e limitazioni all’uso del contante, che investono, a vario titolo, tutti i settori dell’economia compreso quello sportivo dilettantistico. Il decreto attuativo è intervenuto a disciplinare una serie di provvedimenti che mirano a contrastare l’utilizzo del sistema finanziario per il riciclaggio dei proventi derivanti da attività criminose nonché di finanziamento del terrorismo internazionale. Una prima parte delle norme previste sono entrate in vigore dal 29.12.2007. A partire da tale data, infatti, professionisti ed intermediari sono tenuti alla identificazione della clientela in base ad un approccio basato sia sugli importi movimentati sia sulla rischiosità dell’operazione e/o del singolo cliente con conseguente obbligo di registrazione, conservazione e segnalazione alle autorità competenti. Il secondo pacchetto di norme, contenute essenzialmente nell’art. 49 del D.Lgs. in esame, ha per oggetto le limitazioni all’uso del contante e dei titoli al portatore. Trattandosi degli strumenti di pagamento anonimi per eccellenza, sono anche quelli che più facilmente riescono da sempre a sfuggire ai controlli. In considerazione del maggiore impatto sulle modalità organizzative e sulle procedure degli intermediari finanziari è stata prevista un’applicazione lievemente differita: tali nuove disposizioni sono operative con decorrenza dal 30.4.2008. Per quanto riguarda il contesto sportivo le aree maggiormente critiche, con riferimento alle tematiche della disciplina dell’antiriciclaggio, sono quelle relative alla gestione finanziaria dell’ente, quindi incassi e pagamenti attinenti sia alla sfera istituzionale, sia a quella commerciale che della gestione delle sponsorizzazioni e della raccolta fondi ed eventi ex art. 25 L. 133/1999. TRASFERIMENTO DI DENARO CONTANTE O DI LIBRETTI DI DEPOSITO BANCARI O POSTALI AL PORTATORE O DI TITOLI AL PORTATORE Quale premessa iniziale, si evidenzia che le restrizioni all’uso del contante sono a carattere generale, tanto da interessare tutti i movimenti finanziari posti in essere, sia dagli enti dilettantistici (associazioni e società), sia dalle persone fisiche coinvolte nell’attività sportiva/amministrativa (amministratori, soci, sportivi, partecipanti ecc...). Di seguito si illustrano i principali elementi di novità introdotti. A decorrere dal 30 aprile 2008 è vietato il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi quando il valore dell’operazione, anche frazionata, è complessivamente pari o superiore a 5.000 euro. Per importi superiori alla predetta soglia, sono consentiti esclusivamente i trasferimenti tracciabili, che quindi avvengono per il tramite di 28 • Pianeta Acqua banche, istituti di moneta elettronica e Poste Italiane S.p.A.. Questo comporta, per tutti gli enti sportivi dilettantistici, spesso abituati a gestire l’ordinaria operatività con l’utilizzo di liquidità di cassa, la necessità di dotarsi di un’organizzazione finanziaria più strutturata. In particolare, per molti enti, anche in assenza di attività commerciale, diventa necessario dotarsi di un conto corrente bancario/postale. Tutti gli assegni bancari, postali e circolari d’importo pari o superiori a 5.000 euro, emessi a decorrere dal 30 aprile 2008, devono recare l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità. Sempre a decorrere dal 30 aprile 2008, gli assegni bancari e postali, emessi all’ordine del traente (c.d. assegni a me medesimo) possono essere girati unicamente per l’incasso a una Banca o a Poste Italiane S.p.A., e ciò a prescindere dall’im- porto recato dagli stessi. Infine, dal 30 aprile 2008 le banche, nel rispetto delle nuove disposizioni, rilasceranno gli assegni muniti della clausola di non trasferibilità. Il cliente tuttavia potrà richiedere per iscritto il rilascio, in forma libera, di assegni circolari e di moduli di assegni bancari, da utilizzarsi, in detta forma libera, esclusivamente per importi inferiori a 5.000 euro (vale a dire fino a 4.999,99 euro), eccettuate le ipotesi in cui le beneficiarie dei titoli siano Banche o Poste Italiane S.pA.. In tal caso il richiedente dovrà corrispondere, a titolo di imposta di bollo, la somma di 1,50 euro per ciascun modulo di assegno o vaglia richiesto e in caso di girata dovrà essere apposto, a pena di nullità, il codice fiscale del girante indipendentemente dall’importo del titolo. Le violazioni saranno punite con una sanzione amministrativa pecuniaria dall’1% al 40% dell’importo del contante o titoli al portatore trasferiti ovvero del titolo LE ALTRE RESTRIZIONI FINANZIARIE di credito. A decorrere dal 30 aprile 2008, il saldo dei libretti di deposito bancari o postali al portatore deve essere inferiore a 5.000 euro. La non corretta gestione dei suddetti libretti comporta l’applicazione della relativa sanzione amministrativa pecuniaria dal 20% al 40% del saldo del libretto. In caso di trasferimento di libretti al portatore, indipendentemente dal saldo, il cedente è tenuto a comunicare, entro 30 giorni, alla banca emittente, i dati identificativi del cessionario e la data del trasferimento. I libretti di deposito bancari o postali al portatore con saldo pari o superiore a 5.000 euro, esistenti alla data di entrata in vigore della nuova normativa, devono essere estinti dal portatore ovvero il loro saldo deve essere ridotto a una somma inferiore al predetto importo entro il 30 giugno 2009 (la relativa sanzione amministrativa pecuniaria va dal 10% al 20% del saldo del libretto). Esulando dal contesto dell’antiriciclaggio, il settore sportivo dilettantistico, è altresì destinatario, soprattutto con riferimento agli aspetti dell’accertamento e della disciplina di agevolazione tributaria, di una severa regolamentazione in materia di movimentazioni finanziarie. In proposito, si ricorda quanto stabilito dall’art. 25 co. 5 della L. 133/1999. Infatti, secondo tale disposizione, le società, le cooperative e le associazioni sportive dilettantistiche, che hanno optato per l’applicazione del regime di cui alla L. n. 398/1991, devono ricevere i pagamenti ed effettuare i versamenti, se di importo superiore ad euro 516,46, tramite conti correnti bancari o postali a loro intestati, ovvero secondo altre modalità idonee a consentire all’amministrazione finanziaria lo svolgimento di efficaci controlli. Tenendo ben presente che l’inosservanza della richiamata disposizione di natura finanziaria comporta la decadenza dalle agevolazioni di cui alla L. 398/1991. A questo deve aggiungersi quanto stabilito dall’art. 15 del DPR 917/1986 co. 1 lett. i-ter) del DPR 917/1986, secondo cui è deducibile dall’IRPEF lorda, il 19% delle erogazioni liberali in denaro in favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche, per un importo complessivo in ciascun periodo d’imposta, non superiore a 1.500 euro, a condizione che il versamento di tali somme sia eseguito tramite banca o ufficio postale, ovvero secondo modalità che consentano la tracciabilità del pagamento. In aggiunta, si evidenzia che anche per i pagamenti effettuati nei confronti di professionisti (sportivi professionisti, consulenti ecc.) trovano applicazione restrizioni rispetto all’utilizzo dei contanti. Infatti, secondo quanto stabilito dall’art. 19 del DPR 600/1973, i compensi in denaro pagati per l’esercizio di arti e professioni devono effettuarsi esclusivamente mediante assegni non trasferibili o bonifici, ovvero altre modalità di pagamento bancario o postale nonché mediante sistemi di pagamento elettronico per importi superiori a 999,99 euro fino al 30 giugno 2008, superiori a 499,99 euro dal 1° luglio 2008 e superiori a 99,99 euro dal 1° luglio 2009. Peschiamo e Giochiamo di Vincenzo Bonacci L a Sezione Provinciale di Milano, Associazione Sportiva Convenzionata FIPSAS, nell’ambito delle iniziative promozionali verso i federati, ha organizzato il quarto raduno di pesca per giovani (dai 6 ai 13 anni) denominato: Peschiamo e Giochiamo. La manifestazione, che ha avuto il patrocinio della Provincia e la collaborazione dell’Assessorato allo sport della città di Paderno Dugnano, si è svolta, come di consueto, nel Parco Lago Nord. Sulle sponde dello specchio acqueo si sono avvicendati i giovani per la tradizionale pesca alla carpa con il rilascio delle prede catturate. E’ stata un’edizione ancora più bella e ricca di novità rispetto alle precedenti. Al raduno, nonostante le sfavorevoli condizioni meteo (è piovuto anche nel corso della manifestazione) sono intervenuti circa trecento giovani, con genitori al seguito. I ragazzi, di entrambi i sessi, incuranti della pioggia e sorretti dall’entusiasmo giovanile, si sono cimentati nella pesca dei grossi ciprinidi. Le catture delle carpe, qualcuna anche di rilevante peso, ha inebriato i partecipanti - talvolta anche intimiditi Una giornata di Sport, animazione e divertimento dalle corpose prede - ed emozionato i genitori, attenti spettatori. E’ stata allestita anche una postazione di pesca a mosca. Due valenti maestri ed esperti garisti della specialità hanno illustrato ai numerosi giovani, incuriositi dalle policrome e variegate piume, le finalità della specialità tecnica e fornito pratiche dimostrazioni sulla costruzione degli insetti artificiali. Nel corso del raduno, uno spettacolo di animazione, protrattosi per tutta la manifestazione, ha coinvolto i giovani partecipanti in una gioiosa “gara” al trucco. Due truccatrici hanno dipinto il volto dei bambini (ed anche adulti), secondo la fantasia dei protagonisti, nelle sembianze di un animale o un personaggio preferito: dal leone alla farfalla, dall’uomo ragno alla fatina. Due clown e Winnie The Pooh (l’orsetto beniamino dei bambini) hanno rallegrato ed attratto la curiosità di ragazzi e genitori. Un’esibizione di modellismo sulle specchio acqueo (gestito dal Consorzio Parco Lago Nord) a cura dell’Associazione Modellisti Milano, ha divertito gli intervenuti con le evoluzioni di modelli navali, fedelmente riprodot- ti, sia civili e sia militari, ivi compreso un sottomarino (con relativa immersione). La tradizionale pesca alla trota, nel laghetto sotto la cascata, ha concluso la giornata piscatoria dei ragazzi. A tutti i partecipanti è stata donata una canna ed una maglietta a ricordo della manifestazione. La Sezione di Milano, proseguendo l’iniziativa avviata per incontrare le nuove generazioni ed incentivarle alla passione alieutica, ha deciso di organizzare, nel corso della stagione, altri raduni itineranti che si svolgeranno secondo un definito piano promozionale adeguato alle caratteristiche piscatorie dei partecipanti. Il raduno, la cui finalità è consistita nel coniugare la partecipazione alieutica dei giovani, la tecnica di pesca e l’aspetto ludico della manifestazione, ha riscosso ampio consenso dalle Autorità locali presenti. Alcuni Dirigenti federali delle sezioni lombarde hanno collaborato, altresì, a diffondere l’immagine federativa, sia tra i giovani partecipanti e sia tra gli accompagnatori. Riteniamo che le finalità e lo spirito, insite nel raduno, siano state ampiamente apprezzate dai partecipanti. Nuoto Pinnato Una disciplina in evoluzione di Lorenzo Ravaglia Questo articolo nasce da una piacevole conversazione avvenuta con il Vice presidente del Settore Nuoto Pinnato della FIPSAS, Roberto Lolli, sulle prospettive future della specialità P rima di tutto vorrei analizzare ciò che è stato fatto in questi anni prima di affrontare il discorso sulle prospettive future di questo splendido sport. Nel 2001, da tecnico insieme ad Andrea Mangherini, Luca Tonelli, Stefano Manzi e Massimo Verdoja di necessità si è dovuto fare virtù. “Ci siamo dovuti inventare dirigenti e sotto la guida di Walter Vucenovich abbiamo dato il via ad un rinnovamento della politica del Settore all’interno della Federazione. Mancavano i dirigenti e così ci siamo sentiti in dovere di dare il nostro contributo”. I risultati dal punto di vista politico si sono visti subito. Il dialogo instaurato con il nuovo Consiglio Federale, presieduto da Ugo Claudio Matteoli, ha dato i suoi frutti ed i grandi risultati sportivi ottenuti agli ultimi Campionati del Mondo sono la prova dell’importante sostegno della Federazione. Ora è arrivato il momento di fare il salto di qualità. Occorre smettere di pensare al proprio orticello e cercare di pensare un po’ più in grande. Non è certo facile perché in primis occorre cambiare una certa mentalità settoriale e pensare in maniera più professionale. “La Federazione è una, e penso che tutti i Settori dovrebbero cercare di sfruttare al meglio le possibili sinergie. La collaborazione tra le diverse specialità subacquee deve essere un punto di partenza per concorrere a grandi progetti”. “Occorre pensare a questo sport dal punto di vista del marketing ed il progetto delle bipinne va proprio in questa direzione”. Probabilmente avrebbe potuto essere diffuso anche ad altre specialità, non solo nel pinnato: si sarebbe così reso appetibile per le aziende, un mercato con numeri ben maggiori. Occorre rafforzare maggiormente ciò che si è fatto nel passato per accrescere la partecipazione alle competizioni. L’istituzione anche a livello internazionale dello stile “due pinne” va in questa direzione: “Abbiamo bisogno di “vendere” la nostra specialità, dobbiamo renderla interessante non soltanto dal punto di vista mediatico, ma anche e soprattutto da quello commerciale per le aziende del settore. Per crescere servono soldi e purtroppo le Federazioni sono sempre più in difficoltà, l’unico modo è quindi coinvolgere i privati. Gli scettici su questo progetto erano e sono ancora molti, ma i risultati parlano chiaro”. A Roberto Lolli, che ricopre anche la carica di Presidente Pianeta Acqua • 31 della Commissione Nuoto Pinnato della CMAS, chiediamo di illustrarci la situazione dal punto di vista internazionale. Vediamo la risposta. -“Nella Confederazione Mondiale delle Attività Subacquee siamo senza dubbio la specialità di riferimento. Tutti e cinque i Continenti sono rappresentati dalle quasi ottanta Nazioni che praticano questa specialità, senza dimenticare che il riconoscimento del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) assegnato alla CMAS nel 1986, deriva proprio dal Nuoto Pinnato in qualità di specialità olimpica. La dimensione globale della specialità deve responsabilizzare i dirigenti che hanno l’obbligo di pensare e puntare ad obiettivi di carattere generale. Evidentemente è diretto interesse della FIPSAS far sì che il movimento cresca anche livello internazionale in modo che tutto l’ambiente possa averne vantaggio. Obiettivo primario è quello di entrare nel grande giro dei giochi multisport di cui le olimpiadi non sono che la punta. La specialità è presente ai “World Games” fin dalla prima edizione di Santa Clara negli USA (1981). Il pinnato dallo scorso anno fa parte del programma dei “Giochi Asiatici” per i quali un gran plauso va alla CMAS Asia presieduta da Zhang Qing, membro del comitato olimpico asiatico, che ha ben lavorato in simbiosi con la Commissione che presiedo e con tutta la Confederazione”. Ci sono altre importanti manifestazioni. Saremo al galà dimostrativo dei Giochi del Mediterraneo di Pescara, nel 2009, una vetrina che dobbiamo utilizzare al meglio!” Si è poi lavorato molto per i Giochi Militari, manifestazione anch’essa riconosciuta dal CIO. Quest’anno sarà organizzata in Giordania la prima manifestazione internazionale di nuoto pinnato riservata ai militari. Il successo di questa manifestazione determinerà la possibilità o meno di entrare ai giochi mondiali militari che diverrebbe un palco molto importante, sia per questioni mediatiche sia politiche ed economiche. I Giochi della CMAS di Bari vanno proprio in questa direzione, un vero evento che ha raccolto i campionati mondiali delle diverse discipline subacquee. I problemi che ne sono scaturiti sono la naturale conseguenza del fatto che la Federazione Italiana è stata estraniata dall’organizzazione dell’evento in seguito alla decisione della Confederazione di utilizzare una società privata. E’ stata una scelta discutibile, specie perché la nostra Federazione ha un’esperienza tale che poteva e doveva essere utilizzata. L’idea dei giochi rimane molto valida e deve essere perpetrata. L’edizione 2009 si svolgerà a Tunisi nelle strutture già utilizzate per gli ultimi Giochi del Mediterraneo e con un forte appoggio del governo”. Restando in campo internazionale, ma nell’attività di club: “La Coppa del Mondo è stata una scommessa tutta italiana che ho fortemente voluto e che sta portando molti risultati positivi soprattutto in termini di licenze internazionali. In tre anni si sono più che quadruplicate le licenze sportive rilasciate dalla CMAS e sono quasi raddoppiate le società che partecipano all’attività internazionale. La prossima stagione vedrà in calendario due eventi in Asia e America che con Africa ed Europa faranno diventare la Coppa del Mondo realmente tale”. Ritornando all’ambito interno: “Organizzare un campionato nazionale che raccoglie tutte le discipline, quanto meno quelle della subacquea, come proposto in Francia, è un’ottima iniziativa. Creare un vero evento con un ritorno d’immagine molto più significativo di quello che si otterrebbe con tanti campionati separati, deve essere un nostro obiettivo futuro”. Un altro obiettivo che la FIPSASNEWS Nuovo Record Mondiale L’atleta Andrea Rampazzo (nella foto), tesserato per la Società Scuola Nuoto Pinnato Padova, ha stabilito nel corso della competizione di Nuoto Pinnato, denominata 3 CMAS World - Round 5 - 3 Open International “ILLES BALEARS” svoltasi dal 17 al 18 Maggio 2008 a Palma de Mallorca , il NUOVO RECORD MONDIALE nei Mt. 200 Bipinne con il tempo di 01’ 40’’ 31. 32 • Pianeta Acqua FIPSAS deve darsi nel prossimo futuro, è la gestione delle piscine. “In questo ambito di treni se ne sono persi molti. Ora occorre mettere una toppa ad una situazione che è estremamente sbilanciata in favore della FIN che ha il merito di aver sempre creduto nella gestione degli impianti e di avervi investito molte risorse. Ora dobbiamo dare vita alla cultura della gestione delle piscine in special modo tra le società che spesso hanno molti dubbi ad imbarcarsi in simili imprese. E’ sempre più difficile, ma è d’obbligo provarci, formando persone preparate che supportino le nostre società”. Questi obiettivi si possono ottenere solo attraverso una crescita culturale dei nostri dirigenti. “E’ importante che il prossimo Comitato di Settore possa essere composto da un gruppo di dirigenti capaci. Il rispetto dei ruoli all’interno di un’organizzazione com’è quella della nostra Federazione, è fondamentale e sostanziale. I dirigenti devono fare i dirigenti, i tecnici i tecnici, i giudici di gara i giudici… sia per una questione d’opportunità che di tempo da dedicare al Settore. Auspico che chi sceglierà in futuro di impegnarsi per la Federazione abbia ben chiari gli interessi della FIPSAS e delle nostre Società”. navig@ndo nel web di Gionata Paolicchi w w w. f i p s a s l o d i . i t Siamo nati nel 1996 come FIPSAS sezione di Lodi con la costituenda Provincia di Lodi lasciando la sezione di Milano dove eravamo individuati come zone 6 e 7. Successivamente per ragioni statutarie abbiamo scelto di chiamarci : A.P.S.S.L. (Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei Lodigiani) convenzionati FIPSAS Sezione di Lodi. Abbiamo ca. 4000 tesserati e anche quest’anno ci è stato riconosciuto un bonus dalla Federazione per avere mantenuto e superato il numero dei tesserati dell’anno precedente, in controtendenza al trend negativo degli ultimi periodi. Abbiamo 26 società di pesca sportiva (nelle quali sono iscritti ca. 800 pescatori) associate e regolarmente affiliate che praticano anche pesca agonistica nei settori colpo, trota, carpa nelle categorie che vanno dai Promozionali alla A1. Fortunatamente il nostro territorio ha una rete idrica di ca. 3600 km che ci permette di mantenere un interesse piscatorio rilevante e, considerando che il 90% delle acque è convenzionato FIPSAS, il ritorno è visibile. Oltre il fiume Adda dove si può ancora praticare una pesca tradizionale con pesci “tradizionali” come cavedani, barbi nostrani, savette, ecc. abbiamo il fiume Po, la Muzza (canale di irrigazione con acque di provenienza Adda) che praticamente dividendosi in altri canali creano la maggior parte di quella rete idrica sopra citata. Abbiamo parecchi campi gara sia FIPSAS che Provinciali dei quali ci è stata affidata la gestione. Su questi campi gara usufruiti nella maggior parte dalle Province limitrofe abbiamo una presenza annua di 3500/3600 pescatori. Tutto quello che facevamo, dalle manifestazioni ai ripopolamenti, dalla salvaguardia dell’ambiente alla protezione della marmorata, dalla sorveglianza delle acque agli interventi di recupero nei momenti di criticità idrica restava comunque un patrimonio di pochi e comunque solo degli addetti ai lavori. A questo punto abbiamo deciso di rendere partecipi tutti gli associati e non delle ns. esperienze e iniziative mettendo a disposizione un sito dove poter trasmettere, informare e aiutare chi ne avesse necessità e/o semplice curiosità. Nel 2005 è nato www.fipsaslodi.it che il nostro web master Tornelli con passione attraverso affinamenti, adattamenti, rifacimenti ha portato ad ottenere riconoscimenti internazionali (W3C html 4.01 e W3C css) per visibilità e accessibilità anche ai diversamente abili. Da allora abbiamo avuto 35000 contatti; non sono moltissimi però siamo soddisfatti di come stiamo gestendo questo sito. Cerchiamo di soddisfare la curiosità sulla fauna ittica specialmente della nostra provincia, abbiamo una scuola di pesca per bambini e principianti, forniamo itinerari di pesca, aggiorniamo su leggi e regolamenti, forniamo indicazioni su documentazioni per rinnovi e licenze nuove, diamo possibilità di scaricare documenti e quant’altro in materia di pesca, aggiorniamo su ripopolamenti programmati, forniamo elenco acque convenzionate e libere, diamo notizia degli articoli inerenti le nostre manifestazioni, forniamo curiosità come la pesca da 50 anni ad oggi, oltre naturalmente ad un continuo aggiornamento sull’andamento di tutta l’attività agonistica Provinciale: dai calendari ai regolamenti alle gare. Forniamo anche i link di tutte le realtà territoriali FIPSAS e indichiamo anche alcuni siti amici. Praticamente abbiamo cercato di essere un sito di informazione a tutti gli appassionati della pesca sia amatoriale che agonistica e per coloro i quali desiderino capire chi siamo. Rubrica dedicata a tutto quello che di interessante si trova navigando sul web. L’ardua e allo tempo stesso divertente impresa di segnalare news, curiosità, tematiche ambientali, siti specializzati che ruotano intorno al mondo della pesca sportiva e alle altre discipline sportive federali, l’abbiamo affidata ad un esperto di internet Gionata Paolicchi, direttore del sito “pescareonline” uno dei portali dedicati alla pesca più vecchi e seguiti d’Italia. w w w. p e s c a g o n i s m o . i t Il sito www.pescagonismo.it nasce inizialmente grazie a due grandi passioni, ed una grande amicizia. Le due passioni sono naturalmente la pesca ed il computer, e la grande amicizia è Monica, anche lei con una grande passione per i computer ed internet, ma totalmente estranea al mondo della pesca. Inizialmente il sito nacque per poter fare un resoconto, anche goliardico, delle gare sociali della società dove militavo fino a qualche anno fa; quasi per scherzo iniziammo a pubblicare lo zonale di Milano, poi il regionale, a questo punto un po’ da tutta Italia iniziammo a ricevere richieste per pubblicare classifiche, articoli foto ed informazioni riguardanti il nostro sport; nel giro di un paio di anni il nostro sito è esploso diventando un punto di riferimento per molti agonisti, ma anche per il semplice pescatore. Negli anni le informazioni disponibili sono aumentate; in occasione dei mondiali di Umbertide siamo arrivati a pubblicare le classifiche direttamente dal campo gara per cercare di dare informazioni in diretta o quasi a chi non poteva essere presente sul campo gara, sistema poi utilizzato anche in occasione delle finali dell’Elite dello scorso anno, e che prevediamo di utilizzare anche in occasione dei Mondiali di Spinadesco di quest’anno. Naturalmente molto del successo del nostro sito è dovuto alla collaborazione di tanti agonisti che ci aiutano mandandoci classifiche ed articoli, ma anche grazie alla preziosa collaborazione di molti Giudici di Gara e persone della Federazione che hanno capito quello che era il fine del nostro sito, ovvero promuovere la pesca nella speranza di far avvicinare qualche giovane in più a questo sport. Oggi il nostro sito ha una media di 30.000 visite mensili, oltre ad un forum dedicato all’agonismo con circa 800 iscritti, dove si parla di gare, campi e tecniche, ma dove si può anche scherzare e conoscere nuovi compagni di pesca ed una bacheca per vendere le attrezzature usate che in un anno e mezzo ha visto pubblicate oltre 2000 tra offerte e richieste. Pianeta Acqua • 33 Conservazione e ripopolamento della trota marmorata nel bacino idrografico del fiume Ticino di Vincenzo Bonacci Palazzo Gallio, sede del Convegno L ’A.P.S.-Como, la Sezione FIPSAS e la Provincia organizzano, annualmente, un incontro pubblico relativo ad un pesce d’acqua dolce. Quest’anno il convegno è stato dedicato alla regina per eccellenza: la Trota. Sia la Trota fario (Salmo (trutta) trutta), sia la Trota marmorata (Salmo (trutta) marmoratus). Quest’ultima, in particolare, è una specie salmonicola di grande rilevanza naturalistica ed alieutica, endemica nel reticolo idrografico dell’Italia settentrionale. Negli ultimi decenni ha subito un forte calo demografico nel suo intero areale di distribuzione, compreso il bacino idrografico del Fiume Ticino. Le cause di tale declino sono: l’artificializzazione dell’alveo e delle sponde dei corsi d’acqua; la frammentazione dei corridoi fluviali con opere di sbarramento sprovviste di passaggi per pesci; lo scadimento qualitativo delle acque del fondovalle; l’impoverimento delle portate idriche e talvolta la completa messa in asciutta di tratti fluviali in cui non è applicato un deflusso minimo vitale alle opere di presa; i ripopolamenti con trota fario che hanno portato alla frequente comparsa di soggetti ibridi con conseguente diluizione del patrimonio genetico della marmorata; l’eccessivo sfruttamento della pesca. La consapevolezza dell’importanza della specie (inserita nell’allegato II della direttiva Habitat, quindi di interesse comunitario), sia dal punto di vista strettamente faunistico sia della pesca sportiva, ha incentivato, negli ultimi anni, l’avvio di iniziative di conser- 34 • Pianeta Acqua vazione e reintroduzione di questa specie ittica. Il Progetto INTERREG. IIIA Italia - Svizzera, co-finanziato all’80% dall’Unione Europea, è finalizzato alla conservazione ed alla reintroduzione della trota marmorata mediante la ricostituzione di una popolazione, più stabile e consistente, nell’intero reticolo idrico potenzialmente vocazionale compreso nel bacino del Fiume Ticino. Il convegno è stato organiz- zato a Gravedona, cittadina di origine antichissima, è stata capoluogo nel Medioevo della Comunità della tre Pievi (Dongo, Gravedona e Sorico). L’obiettivo del Programma è stato perseguito secondo due principali linee di intervento: graduale superamento della frammentazione che limita la percorribilità del reticolo fluvio - lacustre vocazionale e la produzione di novellame da ripopolamento di trota marmorata con caratteristiche di elevata rusticità. Gli Enti coinvolti sono stati la Provincia di Varese (settore Politiche per l’Agricoltura e Gestione Faunistica – Commercio), che ha coordinato l’intero Progetto, le Province di Como, Verbano - Cusio Ossola e Novara, i Parchi del Lago Maggiore, il Parco del Ticino (lombardo e piemontese) e gli elvetici Cantone Ticino e Grigioni. La collaborazione tecnico-operativa al Progetto è stata fornita dalla società G.R.A.I.A. Srl di Varano Borghi (VA). Nell’austero cinquecentesco Palazzo Gallio, che si affaccia sulle acque dell’Alto Lario, è stata presentata la pubblicazione che compendia la sintesi delle principali attività svolte nell’ambito del Progetto nel periodo 2005-2007. Ad illustrare i principali contenuti dei progetti sono intervenuti Gaetano Gentili (l’allevamento della trota mormorata nella Regione Insubrica) e Cesare Puzzi (gli interventi di miglioramento degli habitat nel reticolo idrografico della trota mormorata). Il Progetto costituisce l’ideale prosecuzione e completamento di diversi lavori locali realizzati nell’ambito della conservazione della fauna ittica e degli ambienti acquatici, fra i quali: • il progetto Life Natura “Conservazione di Salmo marmoratus e Rutilus pigus nel Fiume Ticino, del Parco Lombardo Valle del Ticino; • le iniziative legate agli “incubatoi di valle delle Province di Varese, Novara e Verbania; • l’attività di progettazione concernente la realizzazione di passaggi artificiali per pesci nell’ambito del reticolo fluviolacustre del Ticino; • il progetto “Ripristino della continuità ecologica dei corsi d’acqua della Provincia di Varese”. Accanto alle principali linee di azione, già menzionate, assume notevole importanza l’attività di divulgazione e sensibilizzazione alcuni dei relatori Michele Tomasi stupisce ancora Il due volte Campione del Mondo di Apnea Dinamica, Michele Tomasi, non pago dei successi e dei record a ripetizione stabiliti in contesti ufficiali nell’ambito di discipline sportive riconosciute, ha dato prova delle sue incommensurabili capacità anche nel corso di prestazioni un po’ bizzarre ma non per questo meno elevate dal punto di vista tecnico. Lunedì 16 Giugno, a Praia a Mare, sulla costa occi- dentale della Calabria, alla presenza di una qualificata Giuria Internazionale, Tomasi si è lasciato trascinare in mare con uno scooter subacqueo lungo un cavo teso e posizionato ad una profondità di circa 7 metri, facendo registrare ben 462 metri senza mai prendere fiato. Una prova eccezionale se messa a confronto con i 380 metri raggiunti lo scorso anno in Trentino, al Lago di Caldonazzo, e con i 231 metri del romano Simone Arrigoni, che si era dilettato a Formia in questa specialità nel giugno del 2007. La prova di Tomasi si è svolta con un’apnea di 4 minuti e 10 secondi, ad una velocità costante tra i 100 e i 110 metri al minuto. «Ancora una volta ho voluto dimostrare che lo sport vero è qualcos’altro – ha dichiarato Tomasi – le “prestazioni da Guiness”, come le chiamo io, servo- Michele Tomasi (al centro) posa con lo scooter e i due assistenti (da sx., Giuliano Marchi e Alessandro Stella) no solamente a dare spettacolo e ad avvicinare le masse ad uno sport ancora poco visibile sui media. Non sono record certificati da alcuna Federazione, e non sono soggetti a controlli antidoping». Il tentativo ha catturato anche l’attenzione di Linea Blu, il programma di Rai Uno, condotto dalla splendida Donatella Bianchi e dedicato alla scoperta dei mari e delle coste italiane intero nella puntata di sabato Acqua 28 giugno. che lo ha trasmesso per Pianeta • 35 prevista dal progetto, che contribuisce a garantire il successo dell’intera iniziativa, grazie al coinvolgimento delle comunità locali e del pubblico, consapevoli delle problematiche relative all’interruzione delle continuità fluviale e dell’importanza per le nostra acqua della tutela e conservazione di una specie quale la trota marmorata. Le attività finalizzate al miglioramento degli habitat fluviali ed al ripristino del corridoio ecologico, inoltre, comportano notevoli benefici non soltanto alla specie verso cui il Progetto è specificatamente rivolto, ma anche a tutte le specie ittiche che popolano il reticolo idrografico oggetto di intervento, con conseguenti effetti positivi per l’intera comunità ittica interessata. Il Progetto coinvolge un territorio molto vasto comprendendo quasi tutto il bacino idrografico del Fiume Ticino, uno dei più estesi e complessi del Nord Italia (presenta una estensione di 7.228 chilometri quadrati). Al suo interno vi è una grande 36 • Pianeta Acqua quantità di ambienti acquatici, tra corsi d’acqua e bacini lacustri, tutti interconnessi tra loro. Ne fanno parte il Fiume Toce (e suoi affluenti), il Torrente Strona, il Fiume Tresa, il Lago Maggiore, il Lago di Lugano e il Lago d’Orta con i loro immissari. Per quanto concerne il territorio elvetico, il bacino del Ticino comprende anche i fiumi Brenno e Moesa, entrambi suoi tributari di sinistra. Per attuare gli studi sono state sviluppate azioni mirate e finalizzate. In particolare sono state censite e caratterizzate le discontinuità fluviali (sbarramenti invalicabili per i pesci) del reticolo idrografico del bacino del Fiume Ticino, presenti in tutta l’area di distribuzione potenziale della trota mormorata, evidenziando i tratti di maggior criticità. Inoltre, sono stati acquisiti e analizzati i lavori di opere in corso di esecuzione già realizzati mediante la raccolta dei progetti, piani studi pertinenti presso gli enti competenti realizzati. Successivamente sono stati predisposti i progetti rela- tivi ai passaggi per pesci di maggior interesse. Mediante studi di fattibilità sono stati valutati tutti gli aspetti legati alle effettive possibilità realizzative delle opere come il posizionamento del passaggio, la disponibilità di spazi occupabili, la portata idrica necessaria. I corsi di acqua interessati dall’attività progettuale si trovano in provincia di Novara (uno) e quattro in quella di VCO (VerbanoCusio-Ossola). La realizzazione di un passaggio per pesci a Lavena Ponte Tresa ha consentito di avviare il ripristino della continuità ecologica tra i laghi Verbano e Ceresio. Al fine di poter verificare la funzionalità dell’opera e, soprattutto, per raccogliere informazioni e dati relativi alle migrazioni dei pesci è stato realizzato un innovativo sistema di studio ed osservazione; un punto privilegiato a disposizione degli enti gestori, degli studiosi, delle scuole e della comunità locale nel suo complesso. Il sistema di monitoraggio permette di visitare la struttura e di svi- luppare temi didattici e di educazione ambientale sugli aspetti di conservazione degli ambienti acquatici, del ripristino di corridoi ecologici, della salvaguardia della fauna ittica e della biodiversità. Dalla metà dello scorso anno, luglio 2007, è stata attrezzata una telecamera con un sistema di registrazione video del passaggio delle diverse specie ittiche. Nel corso del convegno sono state visionate alcune suggestive riprese del transito di pesci, fra cui anguilla, barbo comune, pesce persico, trota fario, cavedano, scardola, carpa, gardon e persico trota. Nell’ambito del Progetto sono stati realizzati anche interventi di ingegneria naturalistica finalizzati alla diversificazione e rinaturalizzazione dell’habitat fluviale. La tipologia dei lavori, eseguiti nel tratto finale del Torrente Margorabbia, confluente nel Fiume Tresa a Luino - in territorio varesino - è consistita nella posa di rifugi in alveo di massi al piede di scogliere esistenti per aumentare la disponibilità di rifugi per la fauna ittica, creare ambienti idonei allo sviluppo di una comunità macrobentonica ben diversificata e conferire maggiore stabilità alla struttura esistente. Le finalità sono quelle di ridurre l’azione erosiva della corrente, stabilizzare l’alveo e ripristinare la discontinuità ecologica in corrispondenza di sbarramenti artificiali invalicabili da parte della fauna ittica. L’introduzione dei massi consente di creare buche e meandri, formare rifugi per la fauna ittica e favorisce la colonizzazione degli invertebrati per la deposizione delle uova da parte dei pesci. Nell’ambito degli studi è stato delineato un quadro completo conoscitivo relativo alle caratteristiche e potenzialità quantitative e qualitative delle strutture di produzione ubicate nel bacino idrografico del Ticino coinvolte nel progetto. Ogni impianto, infatti, è stato valutato in base alle specifiche caratteristiche (quantità e qualità di acqua disponibile, localizzazione geografica, impianti, potenzialità produt- tive) in modo da definire la produzione di novellame e programmare le capacità di ripopolamento. Inoltre, sono stati riprodotti rilevanti quantità di soggetti, anche presso le diverse strutture, con elevate caratteristiche di qualità e rusticità da destinare al ripopolamento del bacino idrografico del Ticino. Un altro obiettivo è stato quello di ottimizzare il funzionamento e la resa degli impianti produttivi esistenti. Sono state inoltre realizzate due nuove strutture, nelle province di Novara e Como, con il contributo dei finanziamenti erogati da parte del Programma Interreg. Al fine di verificare l’efficacia dei ripopolamenti sono stati immessi soggetti marcati prodotti negli incubatoi ittici aderenti al progetto, attuando la tecnica del tatuaggio che prevede l’utilizzo del “pan-jet”, un apposito iniettore transdermico privo di ago che, per mezzo di una elevata pressione, inietta il colorante attraverso il derma del pesce generando una piccola, ma ben visibile macchia tondeggiante sotto la pelle e le scaglie. I pesci, dopo un preventivo stoccaggio in vasche per valutarne lo stato di salute, sono stati immessi nel lago ed in ambienti laterali al Ticino, quali rogge e canali direttamente in collegamento con il fiume stesso, al fine da offrire maggiore protezione alle trotelle e favorire la sopravvivenza. Altre semine sono state effettuate direttamente nel Fiume Ticino e nel Lago Maggiore. I contenuti ed i risultati del Progetto sono stati divulgati ad un ampio bacino di utenza, mediante la redazione e la stampa di un opuscolo divulgativo, la predisposizione di un cd-rom e la realizzazione di un sito Web. Al Convegno, presentato dal Presidente della sezione lariana, Luigi Guglielmetti, sono intervenute anche Autorità locali quali Ivano Polledrotti, Assessore Provinciale alla pesca ed Achille Moioli, Assessore al turismo, Gianrodolfo Ferrari, Presidente dello S.F.A.I. (Settore Federale Acque ed Impianti) e Vicepresidente nazionale FIPSAS. Una nota di colore è giunta anche dal Prof. Ettore Grimaldi, lo “scienziato dei Pesci” più famoso d’Italia, che ha rinverdito le sue reminiscenze giovanili di pescatore ricordando le prime esperienze con la canna e, soprattutto, tanti personaggi che hanno caratterizzato la vita alieutica lariana. Riccardo Borzatta, poeta, musicista e noto cultore del vernacolo comasco ha letto alcuni sonetti sui pesci e sulla vita del lago. Il tenore scaligero Paolo Sala, accompagnato dalla pianista Elena Strati, ha proposto variazioni sul tema di brani classici riferiti ai pesci tra cui il celebre quintetto “La Trota” del musicista e compositore viennese Franz Schubert. Lo spazio divulgativo è stato dedicato al filmato di una monografia sulla trota fario realizzata da APS e Provincia di Como. Un buffet a base di pesce di lago ha coronato la presentazione del Progetto. I cromatismi del mare Pesci Pagliacci: l’abbinamento tra colori primari come il verde e complementari come il rosso accentua molto il contrasto cromatico di una immagine Fotografia subacquea: l’importanza del colore! a cura di Paolo Ferri, responsabile del Settore Foto Sub Club Subacqueo Scaligero (Società affiliata FIPSAS) L Il rosa dell’alcionario in questa foto contribuisce a rendere ingentilita e delicata l’immagine. 38 • Pianeta Acqua a fotografia in generale è sempre stata una mia grande passione. Questa passione si è ulteriormente sviluppata quando ho iniziato i miei primi passi nel mondo della subacquea nel 1986. La ritengo un complemento meraviglioso alla pratica dell’immersione, e considero straordinarie le sensazioni che può offrire. Impegna la nostra intelligenza, lo spirito d’osservazione, la capacità creativa, il gusto estetico, stimola la ricerca e la conoscenza delle splendide forme di vita, che si possono incontrare sott’acqua. Ci spinge a cercare sempre il bello nei fondali che ci sono più familiari e nei mari più lontani dei tropici, verso nuovi incontri da immortalare nei nostri obiettivi. E’ passato parecchio tempo da quando scattai la mia prima foto subacquea, eppure ancora oggi, ogni volta che scarico l’aria dal racket per scendere in immersione, impugnando la mia macchina fotografica, lo faccio sempre con immutato entusiasmo e con l’inconscia trepidazione di chi spera di incontrare e riprendere chissà quale splendido animale. Trasmettere questa sensazione ad altri subacquei, che conoscono poco questa affascinante attività, è sempre stato per me motivo di grande piacere. E’ diffusa l’idea che fare della buona fotosub sia una questione esclusivamente tecnica o di attrezzature costose. Al contrario per prima cosa bisogna imparare a stare sott’acqua, ad amare ciò che si sta vedendo, a capire che cosa si sta fotografando. Ora c’è in atto questa conversione al digitale, che secondo me ha dello straordinario. La maneggevolezza, l’immediatezza, la comodità, l’affidabilità, sono tutti elementi a favore di chi sott’acqua non ha dimestichezza con le fotocamere tradizionali. Ma perchè complicarsi la vita portandosi dietro l’attrezzatura fotografica in immersione? Certamente per le ragioni illustrate qui sopra, per portarsi a casa un ricordo da far vedere agli amici, o forse anche perché, come diceva Boutan che fece i primi esperimenti di fotografia subacquea nel 1893 “questa attività poco clamorosa e poco pubblicizzata va praticata solo per se stessi perché colpiti dalla bellezza del paesaggio che ci circonda”. L’azzurro-blu del fondo marino aiuta a mettere in evidenza anche i colori tenui degli spirografi Pesci Pagliacci: su fondo bianco il giallo risulta più morbido e meno brillante, contrariamente ad un fondo scuro che lo avrebbe enfatizzato L’importanza del colore… I colori nell’immagine di una fotografia prendono un significato importante e quindi anche nelle foto subacquee i cromatismi del mare e delle sue creature giocano un ruolo particolare, sino a diventare fondamentali componenti compositivi. La luce e il colore sono mezzi di espressione e comunicazione visiva di notevole impatto e suggestione, e rappresentano un centro di interesse capace di stimolare, in modi diversi, l’attenzione di chi guarda. Senza doversi dilungare sulla psicologia dei colori, si può fare un analisi visiva delle immagini. I colori si dividono in “attivi” quelli che dovrebbero catturare soprattutto l’attenzione e in “passivi” che meglio potrebbero adattarsi ad un atteggiamento più pacato e riflessivo. Dei colori attivi il rosso è in grado di suscitare sentimenti intensi come la passione, mentre il giallo e l’arancione stimolano un senso di allegria: per esempio le gorgonie rosse, o un gruppo di pesci Garibaldi ripresi in un’immagine, possono provocare un diverso sentimento rispetto al giallo intenso di un gruppo di pesci farfalla, o di un grappolo di alcionari arancione. Il rosa e il ciclamino, invece, contribuiscono a rendere più raffinata un’immagine per esempio di una delicata madrepora rosata o di un alcionario dalla tenue tonalità rosaciclamino. Dal linguaggio dei colori possiamo ricavare altre indicazioni circa le diverse reazioni emotive che possono suscitare le tinte cosiddette passive. Il verde dà il senso della tranquillità e lo possiamo verificare guardando una fotografia con l’immagine di una vasta distesa di Posidonia. Se pensiamo, invece, ai colori classici dell’ambiente sottomarino, troviamo che l’azzurro chiaro, dello sfondo di un’immagine realizzata vicino alla superficie, dà la percezione di trovarsi in un mondo pacato, asettico; diversamente il blu intenso di una foto scattata più in basso sviluppa il senso della profondità a cui si può unire una componente di drammaticità, per esempio nella foto di un relitto profondo. Affinché un colore assuma un’efficace funzione compositiva nell’immagine sottomarina, capace di influenzare positivamente il risultato finale, è necessario ricorrere ad alcuni importanti accorgimenti. Infatti nel gioco di uno o più colori protagonisti dell’immagine, si rivela determinante lo sfondo su cui il soggetto possa trovare il suo inserimento migliore. Un crinoide giallo, per esempio, ripreso su uno sfondo scuro (blu o nero) apparirà ben contrastato, più brillante e luminoso rispetto ad uno sfondo chiaro dove perderà intensità, brillantezza e contrasto. Uno sfondo scuro si addice particolarmente ad evidenziare i soggetti marini con colori vivi, per esempio il rosso in tutte le sue varianti. Ricordiamo che nella foto subacquea gli sfondi di molte immagini hanno il colore del mare in tutte le sue tonalità, dall’azzurro chiaro al blu intenso e di notte al nero assoluto. A volte di colori in una stessa immagine se ne vedono troppi e molto differenti tra loro e questo potrebbe essere motivo di confusione, distraendo l’attenzione di chi la osserva. I colori dovrebbero mantenere la loro proporzione quantitativa secondo le loro rispettive luminosità. Il colore giallo è più luminoso del rosso e il rosso più del blu. In una immagine in cui coesistono questi colori, si dovrebbe bilanciare tra di loro questi Pianeta Acqua • 39 Carangidi: nelle immagini monocromatiche si possono gestire composizioni fotografiche in cui l’unico colore (in questo caso il blu) assume valori di tonalità diverse Parazoanthus: i colori come il giallo e l’arancione comunicano vitalità e allegria colori con meno giallo, più rosso e molto più blu. Nelle immagini a colori si possono gestire composizioni fotografiche con un solo colore con valori di tonalità diverse. L’esempio più evidente è offerto dal blu del mare con la sua vasta fascia di tonalità che scorre dal basso verso l’alto dell’immagine e può arrivare sino all’azzurro più tenue, in prossimità della superficie. Inoltre il blu del mare che fa da sfondo a una gorgonia o a degli spirografi di colore chiaro, ravviva il proprio colore grazie alla forte luminosità di questi soggetti. In una composizione fotografica, formata da colori di opposta intensità, come l’abbinamento tra colori primari e colori complementari ci sarà un forte contrasto cromatico che accentua moltissimo il risalto di una immagine, ad esempio come l’abbinamento tra il giallo e il viola, tra il rosso e il blu, tra il verde e il ciclamino, stimolando l’interesse di chi osserva. Tutte le considerazioni che abbiamo fatto sulla funzione del colore nell’immagine possono essere fini a se stesse, ma possono anche servire al fotografo come elemento guida per orientare le proprie scelte e nel gestire i colori e cromatismi nel modo migliore possibile. 40 • Pianeta Acqua Pianeta Acqua • 41 Tecniche emergenti in mare a cura del Settore Acque Marittime P esca a mosca e spinning, sono tecniche di pesca nate nelle acque interne, dove si sono diffuse ed evolute, chi poteva immaginare solo un decennio fa di esportarle nella pesca in mare? La tenacia di tanti appassionati ha fatto sì che queste specialità siano state adattate anche alle acque marine, Ovviamente per i puristi sono tecniche che poco hanno a che vedere con la vera pesca a mosca o lo spinning, ma nonostante questo incontrano sempre più appassionati che intravedono in queste discipline grandi spazi e tanta inventiva, certo di strada occorre farne tanta cominciando dagli artificiali che devono essere completamente reinventati. All’estero queste tecniche sono ormai consolidate ed hanno trovato un proprio spazio e i propri adepti. Presto sarà così anche nei nostri mari, le prede catturabili sono veramente tante, dai pesci pelagici, palamite, sugarelli, sgombri e, se pasturate, le occhiate la fanno da padrone, e che dire dei predatori come spigole e lecce. Provate ad immaginare quali e quante emozioni si potrebbero provare lanciando un artificiale, sia questo una mosca o una rappresentazione di fantasia che vuole assomigliare ad un pesciolino in mezzo ad una “mangianza”. La FIPSAS, consapevole delle possibilità di sviluppo di queste discipline emergenti, è pronta, attraverso il proprio “Settore Mare”, a predisporre un nuovo itinerario che, passando attraverso la formazione di tecnici (anche per il Kayak Fishing), ne diventi il motore della divulgazione. Nel mese di Luglio, a Marina di Carrara si svolgerà il 1° Trofeo di Spinning e Pesca a Mosca, sia in mare sia da terra. Più che una competizione sarà un momento di confronto per capire problematiche e necessità di queste tecniche. Appuntamento quindi sul sito internet federale (www.fipsas. it)per i dettagli. Un amico dei pescasportivi in mostra a Milano La mostra su Pasqualo si terrà dal 2 settembre, giorno dell’inaugurazione (ore 17.30), al 31 ottobre all’Acquario Civico di Milano in viale Gadio 2. La mostra racconta la nascita e l’evoluzione dello squalo Pasqualo con innumerevoli tavole e strisce umoristiche. Visitare la mostra e guardare le vignette di Pasqualo è un’occasione da non perdere! 42 • Pianeta Acqua Pianeta Acqua • 43 Era il lontano 1988... nasceva il Surf Casting Agonistico a cura del Settore Acque Marittime E ’ già storia! La pratica del surf casting agonistico in Italia compie 20 anni. Da quel lontano 1988 quanto è cambiata questa specialità? Sembra di sentire ancora l’eco delle dispute degli atleti che con attrezzi sovradimensionati discutevano di mulinelli: chi lo preferiva rotante, chi fisso, alcuni prediligevano l’attacco alto, altri basso, si pescava con zavorre non inferiori ai 150 grammi e le competizioni venivano festazioni oggi si svolgano nei periodi in cui il pesce si avvicina alla costa (primavera ed autunno) e la continua ricerca di una pesca selettiva ed ecologicamente rigorosamente effettuate nei mesi da Dicembre a Marzo. Abbiamo visto di tutto ed il contrario di tutto, ma nonostante la buona volontà, le competizioni si risolvevano con una percentuale di “cappotti” che andava ben oltre il 90%. Da quel tempo, questa disciplina, di origine anglosassone, si è modificata adattando ai nostri mari gli attrezzi e le strategie, che sono ovviamente differenti da quelli dove il surf casting ha avuto i natali. La tecnica, adattata ai nostri mari, ha fatto sì che le mani- compatibile continua a provocare grandi cambiamenti. Certo il percorso è complicato, ma è iniziato per opera del Presidente del Settore Marco Pisacane. Nella ricorrenza del 20° del surf (e non è un caso) è stato messo a punto un righello per assegnare punteggi alle prede che non raggiungono le misure di legge, prima di reimmetterli in acqua. Magari, una volta abituati ad usarlo ed a comportarci in modo onesto e responsabile, questo potrebbe valere per tutte le prede, ponendoci 44 • Pianeta Acqua in una luce nuova agli occhi delle pubbliche amministrazioni e consentendoci, in un domani speriamo prossimo, di pescare anche in riserve e parchi marini. Molte sono le amministrazioni pubbliche che hanno individuato nel surf casting una risorsa per un turismo non legato alla stagione estiva, questo grazie a quanto è stato fatto per rendere spettacolare e visibile questa disciplina; un esempio per tutti, la logistica dell’organizzazione del Campionato Italiano (porto Sant’ Elpidio) e la grande parata degli atleti e dei tecnici, un serpentone di oltre 500 metri con bandiere che identificavano con la Regione di provenienza i gruppi di partecipanti. Il Sindaco e gli assessori presenti hanno potuto costatare quanto questo sport, se organizzato e seguito con determinazione, possa rappresentare un valore aggiunto alle economie locali. A livello intercontinentale, sono stati raggiunti traguardi considerevoli: tre i titoli Anche un concorso abbinato alla pesca in mare: l’elezione annuale di Miss Surf Casting Mondiali conquistati grazie ad un’importante crescita nelle tecniche, ma anche ad un percorso di selezione degli atleti, improntato all’eccellenza, adatto ad individuare l’elite dei campioni che hanno vestito la maglia della nazionale. Il Surf Casting deve la sua costante evoluzione alle tante persone che gli hanno dedicato tempo e passione: dai dirigenti federali Giorgio Cerri, Marco Pisacane e Mario Capizzi, ai tanti commissari tecnici che si sono avvicendati alla guida delle nazionali Alberto Belfiori, Renato Nazionali, Rodolfo Anselmo, Paolo Paolicchi, Umberto Borgioli, ed ai tantissimi atleti che hanno fatto e fanno parte della nazionale Italiana, uno in particolare va citato, Michele Guaschino, che nel lontano 1993 conquistò il titolo mondiale nelle acque di Orosei. Pianeta Acqua • 45 La FIPSAS e la Sicurezza in Mare Il Consigliere Federale Claudio Nolli durante il suo intervento Si è svolta al Porto Turistico di Brindisi nel mese di maggio una tavola rotonda su un argomento molto interessante e delicato: la sicurezza in mare. L’iniziativa, promossa dalla Federazione, ha avuto luogo durante la sesta edizione del Salone Nautico del Salento che da quest’anno accoglieva una sezione interamente dedicata alla pesca sportiva. Con il titolo “La FIPSAS per la gestione della sicurezza in mare”, il tema centrale dell’incontro, ovviamente, è stato la sicurezza ed il soccorso nel mare di Brindisi. Presenti autorità militari, dirigenti della Federazione e medici del 118. Claudio Nolli, Consigliere nazionale FIPSAS in apertura della sua relazione ha accennato alla storia della Federazione, nata nel 1942 con il proposito di promuovere attività come la pesca sportiva portiva dilettantistica, l’attività attività subacquea e il nuoto pinnato. “La Federazione - ha precisato Claudio udio Nolli - è tra le quauarantacinque Fedederazioni Sportive del CONI la quarta per er consistenza nuumerica, con i suoi oi circa 250 mila tes-serati. Il Ministe-ro dell’Ambiente l’ha riconosciuta Associazione di Protezione Ambientale, atto attraverso raverso cui si è voluto ribadire il costante rapporto e sensibilità dimostrate a à di tutela dell’ambiente acquatico in generale, e marino in particolare”. Il Consigliere Nolli si è poi soffermato sul grande e continuo impegno della Federazione nei confronti dei pescasportivi diversamente abili del territorio: il connubio, infatti, ha permesso di poter praticare la pesca in su- p e rficie in tutta sicurezza, un iimpegno che i h prosegue e si migliora negli anni e che riscuote enorme successo. La tavola rotonda è stata anche occasione di confronto tra i rappresentanti della Capitaneria di Porto e dei Vigili del fuoco sulle tematiche di Pronto Intervento in mare e di tutela della salute degli operatori in immersione. Sul fiume Sangro di scena la Pesca a Mosca I Campionati Italiani della particolare disciplina sportiva organizzati nuovamente in Abruzzo. Evento divenuto ormai, da qualche anno a questa parte, un appuntamento tipico del periodo primaverile quale preludio di un’intensa attività per gli appassionati di pesca sportiva Anche per la stagione 2008 dunque, la città di Castel di Sangro, su decisione dei responsabili del Settore Acque Interne della FIPSAS si è confermata come la meta prediletta per questo appuntamento sportivo che ogni anno richiama nella cittadina non solo atleti agonisti della pesca a Mosca, ma anche appassionati provenienti da ogni Regione d’Italia. La manifestazione, organizzata dall’Associazione dilettantistica Pesca Sportiva di Castel di Sangro affiliata FIPSAS in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Castel di Sangro, si è 46 • Pianeta Acqua svolta presso il laghetto del parco del Sangro. Per l’occasione il tratto del fiume Sangro interessato dalle competizioni agonistiche è stato sezionato come da regolamento per consentire ai partecipanti libertà di movimento senza intralci ed ostacoli esterni. Molto soddisfatto si è detto il presidente dell’Associazione, Antonio Gasbarro, che anche in questa nuova edizione della manifestazione ha curato ogni singolo dettaglio dell’evento per non lasciare nulla al caso. La manifestazione - ha commentato, all’unisono, il sindaco di Castel di Sangro, Umberto Murolo - è per noi e per la nostra cittadina motivo di grande vanto poiché non solo ci permette di incrementare il numero delle presenze turistiche in un periodo di bassa affluenza, ma soprattutto perché conferma il ruolo di guida nel settore sportivo che la città di Castel di Sangro svolge da sempre nella Regione. Per la cronaca ai Campionati Italiani di pesca con sistemi a Mosca nelle specialità “ Coppie Seniores, Under 18 e Speranze” la Società abruzzese di Roccaravindola del presidente Armando Di Giacomo ha conquistato due titoli e due secondi posti. Sul gradino più alto conquistando i Titoli di Campioni d’Italia sono saliti: la coppia formata da Elio Castaldi e Fiore Siravo nella specialità Seniores Coppie e Andrea Pirone nella specialità Speranze. Inoltre ha ottenuto due secondi posti Alberto Rocchio nella categoria Speranze e Giacomo Silvestri negli Under 18. Aree Marine Protette e pesca in apnea Matrimonio impossibile? di Giorgio Volpe L a pesca in apnea è l’unica forma di pesca sportiva insuscettibile di regolamentazione all’interno delle aree marine protette. Ormai da oltre un decennio, infatti, ogni nuovo decreto istitutivo di AMP prevede immancabilmente il divieto di praticare la pesca in apnea all’interno dei confini dell’area. Questo giudizio di incompatibilità totale non si fonda su incontrovertibili evidenze scientifiche, come si potrebbe supporre, ma su uno dei principi cardine dell’ecologia della conservazione, il cosiddetto “principio di precauzione”. In sostanza, ignorando il reale impatto della pesca in apnea sull’ambiente marino, la si proibisce in via precauzionale, in attesa che la ricerca scientifica possa aggiungere nuovi elementi in grado di confermare o smentire il pregiudizio. Nessuno obietterebbe alcunché se questo “metodo” trovasse applicazione verso tutte quelle attività impattanti per le quali manca una documentazione scientifica adeguata, vale a dire la pesca professionale e sportiva, l’escursionismo subacqueo, la nautica, eccetera. Di fatto, però, ciò non si verifica, e mentre tutte le altre attività vengono ammesse e regolamentate all’interno delle zone B e C delle aree marine protette, la pesca in apnea resta l’unica attività totalmente esclusa. Tecnicamente ciò è reso possibile dal meccanismo della legge quadro sulle aree protette (L 394/91), che in linea generale proibisce ogni attività impattante all’interno delle aree protette, ma che poi prevede la possibilità di “deroghe”. Di fatto, di deroghe se ne realizzano molte, ma non per la nostra disciplina, evidentemente ritenuta particolarmente danno- sa. Ma lo è veramente? Al Workshop sul tema “AMP e pesca in apnea” organizzato dalla FIPSAS in occasione dell’Eudi Show i biologi ricercatori presenti hanno chiarito che al momento le pubblicazioni scientifiche sull’impatto della pesca in apnea nel Mediterraneo sono pochissime, e che non esiste alcuna evidenza scientifica circa la maggiore dannosità della pesca in apnea rispetto alle altre attività impattanti attualmente consentite nelle AMP. L’esperienza gestionale della riserva di Bonifacio, illustrata dalla direttrice dott.ssa SoullardCancemi, dimostra come la pratica legale della pesca in apnea non rappresenti affatto un problema. Anzi, uno studio sulla biomassa nelle zone B di Bonifacio e de La Maddalena mostra che nella riserva in cui si pesca con il fucile la biomassa risulta 6 volte superiore a quella del parco italiano: non solo la regolamentazione della pesca in apnea non impedisce ad un’area marina protetta di funzionare, ma la sua proibizione non garantisce affatto risultati positivi. Il vero problema sono i controlli, ed il problema di realizzarne di efficienti non può essere aggirato con norme inutilmente restrittive e discriminatorie, come il divieto generalizzato di pescare in apnea. Di fronte alla proliferazione di un gran numero di AMP ed alla corrispondente diminuzione degli spazi fruibili dagli appassionati, la FIPSAS ha ritenuto di attivarsi per tentare di ottenere un ripensamento della linea politica degli ultimi anni ed una riammissione della pesca in apnea almeno nelle zone C delle aree marine protette. A tal fine, è stata proposta al Ministero dell’Ambiente la realizzazione di uno studio scientifico congiunto, finalizzato a verificare il reale impatto della pesca sportiva in apnea e a valutare, conseguentemente, la possibilità di una sua regolamentazione all’interno delle aree marine protette. La FIPSAS ha anche predisposto un progetto di regolamentazione, che prevede la possibilità di rilascio di un permesso per la pratica della pesca in apnea in zona C ai tesserati brevettati e che pone una serie di limiti di cattura idonei a garantire un prelievo limitato e di qualità. Pianeta Acqua • 47 DDE: Successo per la manifestazione di Subacquea organizzata sul Lago Maggiore Il Dirigente della Didattica Subacquea Paolo Tealdo dopo un’immersione nel lago Al Dynamic Dive Exhibition, Fiera dedicata al mondo dei subacquei, la Federazione ha partecipato con i Settori federali Attività Subacquee e Didattica Subacquea coinvolgendo molti dei propri dirigenti, tra cui il Presidente Azzali, il vice Floris e Paolo Tealdo per la Didattica, numerosi componenti dello Staff tecnicoscientifico del settore A.S., Bellodi, Blanda, Amaddii, Chiesa e Di Donato e campioni delle varie specialità agonistiche come Tomasi, Marchi, Francesca Scolari e Monica Barbero. Presenti nella doppia veste di atleti e promotori dell’immersione in apnea federale i ragazzi di “piazzapnea”, Vetturini, Giachino e Chiabrando. L’apporto tecnico-sportivo da parte della FIPSAS ha suscitato molto interesse ed è stato molto gradito da chi ha partecipato all’evento. Tra le molte dimostrazioni effettuate dai componenti il Team Italia Apnea, prove di Dinamica Lineare e di immersione con la Skandalopetra, specialità storico-rievocativa di origine greca. LIGURIA PESCANEWS L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VADO LIGURE IN DIFESA DEI PESCASPORTIVI Il sindaco di Vado Ligure, Carlo Giacobbe, ha deciso di scendere in campo per tutelare i pescatori locali e non. Ha preso carta e penna ed ha inviato una lettera alla neo Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefa- nia Prestigiacomo, chiedendo una urgente modifica per l’attività di pesca sportiva con lenza e canna nell’area marina protetta dell’isola di Bergeggi. Il regolamento ministeriale attualmente in vigore, infatti, impedisce ai non residenti la pesca nella zona della cosiddetta “riserva generale”, creando molteplici difficoltà per i pescasportivi vadesi a svolgere una attività molto radicata e già condizionata dagli spazi limitati per lo sviluppo dell’area portuale. DIPARTIMENTO AMBIENTE Il Parco Nazionale delle “Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna” ha un nuovo consiglio direttivo presieduto da un nostro dirigente molto conosciuto nell’ambiente dei pescasportivi toscani, Luigi Sacchini, attuale Presidente della locale Sezione Provinciale FIPSAS di Arezzo A un anno dalla costituzione del Parco nazionale e dalla nomina a Presidente di Luigi Sacchini, attuale Presidente della FIPSAS di Arezzo, si è insediato nello scorso mese di Maggio il nuovo Consiglio Direttivo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Il Consiglio Direttivo è formato dal Presidente e da dodici componenti sulla base delle indicazioni fornite dai Ministeri, da Pianeta Istituzioni scientifiAcqua che e 48 • culturali e dalla Comunità del Parco. E’ l’organo di indirizzo e programmazione dell’Ente e delibera in merito a tutte le questioni generali. Vanno ad affiancare Luigi Sacchini, Presidente del Parco, Quinto Cappelli, Luca Rossi, Gabriele Locatelli, Renato Lapi e Stefano Milli su designazione della Comunità del Parco; Luca Antonio Ercolani e Ivano Togni su designazione della associazioni di protezione ambientale; Roberto Pini e Claudia Angiolini su designazione degli enti scientifici e dell’Università; Alessandro Pacciani su designazione del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Guido Crudele e Fausto Pardolesi, su designazione del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il Consiglio direttivo dura in carica cinque anni come previsto dall’articolo 9 comma 12 della legge 394 del 6 dicembre 1991. Auguriamo al presidente Sacchini e ai neo consiglieri un ottimo e proficuo lavoro in vista del delicato ed impor- tante compito a cui sono preposti per la tutela, la salvaguardia e lo sviluppo dell’Ente parco. “MOVE ME” LA FIPSAS IN PIAZZA A MILANO IN OCCASIONE DELLA NOTTE BIANCA DI MILANO DEL 31 MAGGIO E 1° GIUGNO 2008 GLI SPORT ACQUATICI FEDERALI SONO STATI COINVOLTI NELLA MANIFESTAZIONE MENEGHINA CHE HA FATTO DA CORNICE ALL’ARRIVO DEL GIRO D’ITALIA Lo splendido scenario del Castello Sforzesco di Milano, da Largo Beltrami a Piazza Cannone, passando per tutta la Piazza Castello, è stata la cornice del grande Villaggio dello Sport allestito in occasione della Notte Bianca Milanese. Il termine inglese Move Me, motto della manifestazione, ha dato il nome alla sua 2° edizione, organizzata dall’Assessorato dello Sport e Tempo Libero del Comune in collaborazione con EXPO 2015 e CONI. Nel programma sono stati organizzati oltre 250 eventi, dimostrazioni sportive e possibilità di provare moltissimi sport con l’assistenza di istruttori ed atleti, e poi innumerevoli concerti in piazza ed eventi culturali. 36 ore (dalle 9.00 di sabato 31 Maggio alle 17.00 di domenica 1° Giugno) di divertimento, cultura e sport, e poi il clou dell’edizione con l’arrivo della tappa del Giro d’Italia. La Sezione Provinciale FIPSAS di Milano ha utilizzato, nella circostanza, Piazza Castello come un grande open-space subacqueo per una presentazione delle tantissime discipline sportive federali. In una piscina ridotta di 7 x 5 metri con un’al- tezza di 1,5 metri in posizione di grande visibilità, gli atleti hanno presentato il Tiro al Bersaglio Subacqueo e il Rugby Subacqueo. E poi dimostrazioni di utilizzo di attrezzi di Nuoto Pinnato, l’Apnea con la Statica, utilizzo di ARO e con la possibilità per tutti di provare l’ARA. Inoltre, a fianco, nel prato, tanti ragazzi ma, anche tanti adulti, si sono cimentati con gli attrezzi di Lancio Tecnico. Presso lo stand federale, Tecnici ed Istruttori dei Settori Attività Subacquee e Nuoto Pinnato sono stati a disposizione del pubblico con l’ausilio di audiovisivi per presentare i nostri sport e le nostre attrezzature, passando dagli Sport di Squadra (vedi il Rugby Subacqueo) agli arbalete della Pesca in Apnea, dai tuffi nel blu degli Apneisti all’uso delle potenti Monopinne dei Campioni del Nuoto Pinnato. Inoltre, quasi tutti i presenti hanno provato il Tiro Sub con l’assistenza degli Atleti della Nazionale grazie ad un simulatore di tiro. In esposizione statica è stata allestita un’ampia collezione di attrezzature fatta di mute mimetiche, arbalete e pneumatici per la pesca in apnea, monopinne ecc. Prove di salvataggio con i cani «bagnini» Con l’imminente avvento dell’estate e, quindi, della stagione balneare, un’esercitazione di Protezione Civile con i cani di salvataggio da spiaggia ha visto in opera all’Idroscalo anche sommozzatori ed un elicottero della squadriglia Sar. Venticinque cani Labrador e Terranova hanno simulato il salvataggio di bagnanti in difficoltà nelle acque dell’Idroscalo. dell Idr Uno ad uno i volon volontari e i relativi cani sono stati issati a bordo dell’elicottero per essere poi calati in acqua. L’azione di controllo e sostegno è stata svolta dai sommozzatori della FIPSAS, coordinati da Giuseppe Rapetti. I cani, abilissimi e robusti nuotatori, hanno fatto da «bagnini» in varie spiagge e zone lacustri. Unica nota negativa è che il Sar verrà chiuso il 30 giugno, a meno che non intervenga il nuovo ministro della Difesa. www.premio-majorca.com Martedi 10 giugno 2008, presso l’Acquario Civico di Milano, Enzo Majorca ha consegnato il 3° Premio di Laurea dedicato alla figlia Rossana, scomparsa prematuramente. Attraverso immagini di vita a bordo è stato presentato il premio offerto da Enzo Majorca e cioè un Camp di ricerca con l’Istituto Tethys (www. tethys.org ) al migliore elaborato tra tutti quelli presentati dalle iscritte. Una serata dedicata al Mare attraverso alcune note caratteristiche di Rossana: l’essere donna, l’essere amante del mare, l’essere subacquea, l’essere sportiva. La prima classificata, con l’elaborato migliore, è stata Jessika Giraldi. Pianeta Acqua • 49 I nostri tesserati ci scrivono Riceviamo e volentieri pubblichiamo, per la seconda volta, una poesia ricevuta dall’amico Pietro di Pietro Benuzzi tesserato diversamente abile della Sezione Provinciale FIPSAS di Verona U n a f ia b a d i a cq u e c r i s ta l l i n e e p e s c i m a g i c i d’ar gento, cuor i pur i e s entimenti s incer i. B en sa p et e ch e è l a tr a s p a r e n z a a r e n d e r e difficile la pes ca, qui. E s e ci pens ate bene, la tr as par en za è una as sen za : as sen za d i t u t t o c i ò c h e p u ò r e n d e r l a to r b i da. L ’a cq u a p er ess e r e m e r a v i g l i o s a e l i m p i d a d eve es s er e ciò che è. I l tor bido deve tener s i lontano. E p ro p ri o q u est a tr a s p a r e n z a è a n c h e l a s ua for za e l’acqua diventa impenetr abile come il diam ant e per di f en d ere il su o te s o r o : il p esce d ’ a rg en to . L a f i a b a co n t i n u a o r a , e tr o v a s e n s o , p e r m e, guar dandovi: vo i si et e t ra sp a r e n ti , il vo st ro cu o re è l i m p i d o e p u r o ; de n t ro ved o il v o s tr o te s o r o : u n p r o fo n d o s entimento di amicizia (eccolo il vos tr o pes ce d’ar gento! ), t ant o di f f i cile d a co n q u i s ta r e q u a n to p r e z i o s o . Vi g u a rd o e vi v e d o , e s o n o c o n te n to , a c c i d e n ti!, s ono davver o contento di poter veder e i vos tr i cuor i l ucci care co me ca ved a n i s u l fo n d o d e l M i n c i o . Q u est a è l a f ia b a e a n ch e se co m i n c i o a d a g i ta r m i c o n d u e g i o r ni di anticipo, an ch e se mi d ev o a l z a r e p r e s to ( e q u i n d i a n dar e a letto tr oppo pr es to), an ch e se o g n i vo l ta d i c o c h e è l ’ u l ti m a g a r a che faccio e il mio “s econdo” m i m a n d a i n b es ti a e l a m i a p o s ta z i o n e fa s chifo e lui ha avuto la for tuna ch e a m e è m a n c a ta , vi g u a rd o e so n o c o n te n to pe rch é i l ca lo re d e l l a v o s tr a a m i c i z i a è p i ù caldo del s ole che oggi mi ha br u ci a t o la f ro n te . P er t u t t o ciò Vi d i c o g r a z i e , g r a z i e o m i o pr ezios is s imo tes or o. Si è conclusa sabato 24 maggio con una gara tra tre istituti superiori di Anghiari e Sansepolcro il progetto “Pesca Ambiente, alla scoperta della Valtiberina” Avvicinare i giovani all’ambiente fluviale attraverso la pesca. E’ questo l’obiettivo del progetto “Pesca Ambiente, alla scoperta della Valtiberina” ideato dalla FIPSAS di Arezzo e che ha trovato il sostegno della Provincia e della Comunità Montana della Valtiberina. Il progetto è stato testato con una classe della scuola media Vasari di Arezzo lo scorso anno e, visto il successo, è stato ampliato quest’anno coinvolgendo, oltre alla stessa Vasari, la scuola media di Caprese Michelangelo e gli istituti superiori di Sansepolcro ed 50 • Pianeta Acqua Anghiari, grazie anche al supporto del Provveditorato e del CONI. Agli studenti sono stati illustrati durante lezioni d’aula la Carta ittica della Provincia, lo studio dei pesci delle acque del territorio aretino, nozioni sull’ambiente fiume e sulle principali norme di comportamento nei confronti dell’ambiente e degli altri pescatori, la legge regionale sulla pesca, le attrezzature da pesca ed il loro utilizzo. Ai ragazzi è stata poi offerta la possibilità di verificare le loro nozioni con la cattura di pesci sul fiume Tevere attraverso un elettrostorditore ed il loro riconoscimento. Il progetto ha trovato la sua conclusione sabato 24 maggio con una gara di pesca tra le tre scuole superiori che hanno partecipato al progetto, l’Isa di Anghiari, l’Ipsia ed il liceo Piero della Francesca di Sansepolcro. La gara, che si è svolta nell’ambito dei giochi della gioventù, è stata effettuata al Lago Azzurro di Gragnano, a Sansepolcro. La scuola vincitrice ed i primi tre pescatori classificati sono stati premiati dai Presidenti di Provincia, Comunità Montana e CONI. Pianeta Acqua • 51