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4-03-2010
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EDITORIALE
T
DI CARLO CASINI
ra i molti eventi già avvenuti, in svolgimento o
in programmazione nei quali il Movimento è in
vario modo coinvolto scelgo di riflettere sulla
singolare mostra di arte moderna “Il Sepolcro vuoto”
che il Movimento ha contribuito a ideare e realizzare
a Torino nel Palazzo Barolo, nel periodo tra il 10 aprile
e il 23 maggio, in cui si svolgerà l’Ostensione della Sindone.
Il “Sepolcro vuoto” è, infatti, l’evento che svela la
radice del nostro impegno. Quante volte ripetiamo
che la vita umana è sempre egualmente degna di essere accolta, onorata, ammirata! Lo diciamo con parole laiche, di ragione, ci appoggiamo ai diritti
dell’uomo, alle più solenni e autorevoli Carte internazionali, alle Costituzioni. È in nome della dignità che
ci mettiamo accanto ai piccoli e ai deboli. Sosteniamo
che la dignità umana tocca sempre in ciascuno, il massimo livello. Per questo, ne deduciamo, c’è l’eguaglianza: perché ciò che è sempre massimo non
consente graduazioni e comparazioni.
Abbiamo scelto di usare il linguaggio dello stupore, dell’ammirazione, della gioia. Esponiamo le scoperte della scienza biologica sull’origine della vita:
esse mostrano la perfezione, la bellezza, la tenerezza
che accompagnano quella creazione in atto che è il
primo comparire dell’uomo nel mondo dell’esistenza.
Il fortunato opuscolo “La vita umana prima meraviglia”, tradotto in 16 lingue, diffuso in milioni di
copie in tutto il mondo, è un po’ simbolo del nostro
sentire e argomentare. Appartengono a questa linea
strategica la produzione del nuovo filmato (di Lucia
Barocchi e Marco Tumbiolo) “Felicità è creare felicità!” destinato ai bambini e la promozione del film
Bella, al cui protagonista, Eduardo Verástegui il 2
marzo abbiamo solennemente conferito il Premio europeo per la vita Madre Teresa di Calcutta.
Nella Giornata per la vita, dopo aver partecipato
alla inaugurazione di una nuova casa di accoglienza a
Castelnuovo Scrivia, nell’edificio dove ha abitato il
Santo Don Orione, sono stato a visitare il “Piccolo Cottolengo” dove 40 bambini afflitti dalle più gravi malformazioni vengono teneramente assistiti dalle Suore
lettere
al Popolo
della vita
orionine. Quasi nessuno supera l’adolescenza, molti
sono ciechi, alcuni muti, quasi tutti hanno sul volto i
segni della loro anomalia, i più sono costretti a stare
sempre a letto e devono essere assistiti nel mangiare
e nel bere. Eppure vengono accarezzati, puliti, profumati, coinvolti in attività di riabilitazione, talvolta presentati come “belli”.
Anche i nostri Centri di aiuto alla vita conoscono le
angosce e le lacrime delle madri cui è stato rivelato
che il figlio nascosto nel loro seno è malato o malformato. È inevitabile la domanda: Perché? Perché?
Noi ripetiamo: ogni bimbo che nasce – non importa se lo chiameremo zigote, embrione, feto, neonato o fanciullo – è una parola d’amore di Dio. Noi
chiamiamo Dio Padre. Tanto più è bruciante l’interrogativo: perché?
Per rispondere non basta la biologia. Bisogna scoprire il senso del vivere. Il “Sepolcro vuoto” fa parlare
il cuore prima ancora della ragione. Se l’infinitamente
potente, l’intelligenza somma, la bontà assoluta ha
accettato i limiti del nostro corpo, ha camminato sulle
nostre strade. Si è lasciato definire dallo spazio e dal
tempo, ha assunto su di sé ogni dolore e ogni sconfitta fino alla più atroce delle morti per lasciare a noi
il Sepolcro vuoto, allora davvero la morte è una seconda nascita e ogni sofferenza è simile a quella del
parto che prelude all’aprirsi di un mondo affascinante.
Andremo in pellegrinaggio a Torino il 7 e l’8 maggio per vedere insieme il Volto di Cristo. Ma abbiamo
anche voluto proporre una meditazione sul “Sepolcro vuoto” con le parole dell’arte, perché l’arte
esprime meglio della filosofia e della scienza le ragioni
del cuore. Cercare la bellezza in un Sepolcro vuoto è
una grande sfida. Che siano artisti contemporanei a
provarci è ancora più significativo. Cristo non appartiene al passato. Quando ci interroghiamo sul senso
della vita Egli cammina ancora con noi.
5
marzo 2010
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