La solidarietà spiegata ai bambini 2 2009 NOIGENITORI Seridò ha fatto "13" Vicini di pace posa la prima pietra 4 6 9 14 Noi Genitori n. 02 Giugno 2009 Pubblicazione della Cooperativa Servizi Scuole Materne Via della Rocca, 16 | 25122 Brescia 030.295466 | fax. 030.280136 www.fismbrescia.it Iscrizione Registro Nazionale della Stampa n° 5694 del 7/3/1997 Autoriz. Trib. di Brescia n. 13 del 9/4/1987 € 1,03 Cara mamma, aiutami a crescere A CURA DI DON ANGELO Non ritengo - grazie ai miei genitori di essere uno dei tanti maschi italiani che soffre di una malattia tutta italica: il mammismo; una vittima consenziente di quello stereotipo, nato negli anni Cinquanta, della madre italiana, fanatica paladina dei rampolli maschio/ femmina, che cura con una dedizione esclusiva, quasi soffocante, il suo “bambino”, iperprotettiva, morbosamente attaccata, pronta all’intrigo, tutta sentimento e niente ragione. Presidente: Lorenzo Albini La Grande Madre Redazione: Mario Sissa La storica Marina D’Amelio, nel suo libro La mamma, descrive la tipologia materna accudente e devota. La descrive come diversa dalle antenate, quando la madre rappresentava l’unico codice morale valido; o si distingueva per l’impegno, per la sua condivisione degli ideali di libertà e di sacrificio indirizzati alla costruzione di un’Italia nuova. La mamma anni Cinquanta, invece, - scrive la D’Amelio - è istintiva, possessiva, pronta a proteggere i cuccioli al di là della legge, complice di un diffuso atteggiamento autoassolutorio se non causa di una certa amoralità tutta italiana. Come nota lo psicanalista te- Direttore Responsabile: Luigi Morgano grafica: Maurizio Castrezzati realizzazione: Cidiemme - Brescia Stampa: Tipolitografia Pagani srl Lumezzane S/S (BS) 2 desco Ernst Bernhard in Mitobiografia, «la chiave che permette di schiudere l’enigma dell’anima italiana è la constatazione che in Italia regna la Grande Madre mediterranea... la premessa archetipica che si ravviva in ogni singola donna italiana se si fa appello alle sue qualità materne». A chi è dominato dalla Grande Madre «mancano capacità d’astrazione e di disciplina virili», mentre quella rassegnazione e fiducia nel corso delle cose, quel fatalismo diffuso è «quanto gli suggerisce la Grande Madre consolatrice». Così come «la mancanza di puntualità e di fidatezza degli italiani si fonda in parte su questa fondamentale struttura psichica», dominata dalla Grande Madre. Essa vizia i suoi figli e i figli di conseguenza sono esigenti. Ma quanto più li vizia tanto più li rende dipendenti da sé. Il mammismo produce figli deboli, insicuri, incapaci di decidere della propria vita. Li lascia in una condizione di eterni fanciulli: con la scusa della pasta al forno e del bucato fresco e stirato, li mantiene in uno stato di sudditanza emotiva. Il mammismo tipico della cultura italiana potrebbe anche essere chiamato dal Signore al servizio dei fratelli, in risposta ad una vocazione di consacrazione per tutta la vita. Cambiare: che paura! produce adolescenti a tempo indeterminato, pigri e affettivamente immaturi per affrancarsi da famiglie tentacolari e iperprotettive. Stanno così bene a casa con ”mammà” che preferiscono il nido protettivo piuttosto che aspirare all’autonomia economica e abitativa. Progetto educativo e nuove famiglie Il Progetto educativo delle scuole dell’infanzia paritarie autonome aderenti all’Adasm recita così: “la proposta educativa mira allo sviluppo di tutte le potenzialità del bambino per fa si che si pongano le basi per la formazione di una personalità che si caratterizza per: 1. La ricerca del senso della propria vita; 2. La sicurezza affettiva e l’autonomia; 3. L’apertura alla relazione con l’altro; 4. Il desiderio di scoprire e di conoscere”. E sono certo che le nostre educatrici operano per “costruire” questi obiettivi. Talvolta la loro difficoltà sta proprio nel mammismo dei giovani genitori e dei nonni ancora giovani. C’è un dato “nuovo” nel mammismo contemporaneo: i figli sono pochini (quando arriva il terzo, le mamme in- cinte trovano quasi un atteggiamento di compassione da parte di molte altre mamme!) e quindi il legame con loro si fa più simbiotico, diventano “il massimo investimento” dei genitori e quindi, con atteggiamenti iperprotettivi, magari senza accorgersene, li difendono sempre, ad ogni costo, eludendo il lavoro della scuola impegnata a coltivare la crescita in autonomia dei cuccioli. Quarant’anni di esperienza di parroco mi hanno permesso di osservare come tanti adolescenti si rifugino nel “branco” dove trovano norme di violenta rigidezza, perché la famiglia è “materasso di gommapiuma”, che a parole rimprovera e urla, ma di fatto giustifica, protegge, accontenta. Troppo spesso atti di delinquenza giovanile sono compiuti da adolescenti e giovani “di buona famiglia”. Così come mi è capitato molto spesso di sentirmi dire da mammoni trent’enni che “non si sposano, perché stanno non bene, ma benissimo a casa”; allo stesso modo ho potuto essere testimone di matrimoni precocemente falliti, proprio perché “il mammismo” rende corda dura il cordone ombelicale. E quanta paura a dire al figlio/a che Nessuno lo fa per cattiva volontà, ma troppo spesso avviene perché nei depositari del mammismo c’è un’ansia tremenda che il figlio/a non sia felice, non sia capace di…, non sia trattato come “era abituato”. Il nemico della crescita all’autonomia non è la mancanza di lettura razionale dei problemi, ma sono la paura e la perdita di un possesso. Quando paura e perdita del possesso diventano idoli, non si accetta che le cose cambino, che la vita sia un viaggio: si resta paralizzati, si tiene il piede sul freno, si presidia “il posseduto” e si chiudono gli occhi di fronte alla legge ferrea della storia universale e personale che cammina, sempre, costantemente. Dobbiamo interrogarci sul perché e sentire che l’allarme del Papa sulla emergenza educativa fotografa la realtà e ci interroga tutti. Mi resta un elemento del Progetto educativo da richiamare: “per la ricerca del senso della vita” dei bambini, si scrive: “La scuola si impegna per un ambiente educativo che porti il bambino ad acquisire un atteggiamento di ascolto e di “risposta” cui è chiamato come persona. Quindi, nella scuola dell’infanzia di Ispirazione Cristiana l’educazione religiosa non viene ad accostarsi o a sovrapporsi agli altri campi di esperienza, ma rappresenta il presupposto fondamento e il senso di tutte le altre esperienze; così il bambino è avviato a crescere nella cultura del cuore, nella speranza del domani, nella fiducia verso gli altri e nella sicurezza del proprio agire”. Se è emergenza educativa occorre che il mammismo venga svuotato dal suo contenuto viscerale e si riabiliti un processo educativo dove il cuore è guidato dalla ragione e ragione e cuore sono illuminati e rinforzati da una concezione della persona espressa dal Vangelo”. Coraggio, genitori ed educatrici; non abbiate paura: la luce del Signore è con voi! 03 La solidarietà spiegata ai bambini L'Aquila si è rotta! Giuliana Bologna Insegnante “Cosa è la solidarietà?”. Se dovessimo rivolgere questo interrogativo a bambini di scuola materna, probabilmente la domanda rimarrebbe senza risposta, oppure senza una risposta esaustiva. Infatti è un termine per loro molto difficile e troppo astratto. Eppure ben si sposa con quello slancio vitale di altruismo che spesso manifestano i piccini a questa età. Se invece chiedessimo loro: “Cosa significa aiutare il prossimo?” le risposte non mancherebbero di certo. Anzi, probabilmente faremmo davvero fatica a contenere i loro entusiasti interventi. Il termine solidarietà implica e racchiude molti concetti, non sempre chiari nemmeno agli adulti, in quanto vengono spesso dati per scontati. Nel momento in cui nasce la necessità, ad esempio, di sensibilizzare i più piccoli, diventa evidente la ricchezza di implicazioni incluse dentro questo magnifico concetto. Innanzitutto la solidarietà nasce dal cuore, è un modo di vivere, è una forma di educazione del cuore. Implica il com- prendere, l’essere vicino a qualcuno, l’entrare in empatia, l’essere altruisti, il saper rinunciare a qualcosa per donare agli altri. “Lo sai che un signore nero è venuto a casa mia e ha chiesto: “Mi dai i soldi e qualcosa da mangiare?” La mia mamma gli ha dato un panino e due euro!”. Così una bambina di sei anni racconta un episodio avvenuto a casa sua. Per convalidare la sua affermazione aggiunge con enfasi: “Davvero è…! Davvero! Non aveva niente da mangiare! È successo davvero!”. Lo ribadisce nel disperato tentativo di dare fondamento alla sua testimonianza. Nella nostra opulenta società, agli occhi di un bambino sembra impossibile che qualcuno chieda da mangiare. Molto spesso l’educazione alla solidarietà e alla comprensione del prossimo si materializza in piccoli eventi offerti dalla vita quotidiana. L’atteggiamento solidale è ‘spendibile’ in piccole azioni quotidiane. L’esempio e la letteratura Sensibilizzare i bambini alle azioni di aiuto è un dovere degli adulti, siano essi insegnanti che genitori. Molto importante è mantenere la coerenza, ossia la corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. Il famoso “buon esempio” è il mezzo più efficiente per coinvolgere il bambino. Potrebbe quindi diventare una buona idea scegliere un giocattolo in buono stato per regalarlo a qualcuno a cui potrebbe tornare utile, oppure scegliere assieme al bambino stesso la modalità più opportuna in base alle varie situazioni, offrendogli così la possibilità di diventare protagonista di una buona azione. Molte quotidiane piccole ‘buone’ azioni diventeranno, a poco a poco, stile di vita, modo di operare. Essere solidali significa comprendere a fondo lo stato d’animo in cui si trova “l’altro” (che può essere un amico, un famigliare, oppure un estraneo) sino quasi ad immedesimarsi. L’azione solidale viene innescata da un evento o da una situazione drammatica per la quale necessita un intervento di sostegno. “L’Aquila si è rotta. Si sono rotte tutte le case. Non è rimasto più niente. Tutte le persone, anche i bambini, sono andati a vivere nelle tende blu. I vigili del fuoco e la protezione civile li hanno aiutati”. Un bambino di quattro anni, a sua insaputa, ha incluso in questa frase l’azione solidale scattata dopo la devastante scossa dello scorso marzo in terre abruzzesi. Ma che cos’è la solidarietà? E come si insegna ai bambini?... La letteratura offre molti spunti di testimonianza in merito. L’esempio principale è quello della parabola del Buon Samaritano (Lc. 10,30-35), il quale presta aiuto ad un uomo percosso e lasciato per strada da alcuni briganti. Il Samaritano è l’unico a prestargli aiuto. Un altro racconto1 narra di una prova di coraggio a cui si devono sottoporre i giovani indiani di una tribù: devono partire alla ricerca della penna d’aquila dorata. Hanno tempo un giorno, dall’alba al tramonto. Quando, all’alba, tutti stanno per partire con la loro canoa, Falco Stanco, un pellirossa di un’altra tribù chiede un passaggio sulla canoa di qualcuno dei “concorrenti” per tornare a casa più velocemente. Nessuno si offre. Soltanto il piccolo Penna Bianca, “pensando all’età di Falco Stanco, alla strada lunga che avrebbe dovuto affrontare e a come ci sarebbe rimasto male se tutti gli avessero detto di no, si offre di aiutarlo”. Il percorso diventa molto faticoso, in due, sulla canoa. La storia termina con una ricompensa che Falco Stanco dona a Penna Bianca: la penna d’aquila dorata. “La forza più grande - gli dice Falco Stanco - è quella dell’amore [e non quella fisica], e tu lo hai dimostrato”2. Questi brani possono essere letti ai bambini e si prestano per scopi didattici. Aiutare il prossimo significa, ancora, soccorrerlo indipendentemente dal suo aspetto fisico, dai personali pregiudizi del soccorritore e dalle conseguenze a cui questo può portare. Penna Bianca, infatti, ha accolto Falco Stanco indipendentemente dal fatto che potesse costituire un handicap al fine della sua gara. Si è preoccupato più di “fare del bene” al vecchio uomo piuttosto che della sua personale prestazione. Sostenere qualcuno in difficoltà implica sapersi mettere al suo fianco, entrare nella sua situazione, anziché costringerlo ad uscirne da solo. Tante educazioni insieme L’educazione alla solidarietà implica molte altre educazioni: quella sociale (il saper stare con gli altri), quella af- fettiva (sentirsi “toccati”, partecipare al dispiacere o al dolore di chi ne è colpito), quella pro-sociale, alla pace (volere il bene del prossimo), quella all’amicizia, alla fratellanza, al senso della vita e dell’amore. Per il bambino piccolo è importante avere accanto adulti non banali, che sappiano rispondere ai suoi quesiti profondi con buoni esempi, con parole semplici e chiare, che sappiano insegnargli che anche con le piccole azioni si possono cambiare e migliorare le situazioni più difficili. È vero: “L’Aquila si è rotta”. Ma è altrettanto vero che, anche e soprattutto i bambini sapranno aggiustarla, se saranno messi nelle condizioni di operare piccole azioni dettate dai loro cuori e supportate dalle intenzioni degli adulti che stanno loro vicino. La conquista della penna d’aquila dorata, Libera riduzione dalle diapositive sonorizzate, Ed. Città Nuova. 1 P. Cinquetti, Il senso della vita e dell’amore con riferimento alla Pasqua, in “L’educazione morale nella scuola materna”, La Scuola, Brescia 1990, pp. 136-137. 2 05 La solidarietà spiegata ai bambini Solidali in famiglia davide guarneri Presidente nazionale Associazione Genitori onlus È domenica, primavera, giorno da tempo stabilito per una gita familiare in montagna. Ci si sveglia di buon mattino e… il più piccolo dei fratellini ha la febbre alta. Gita rimandata. Cambio di scena: è proprio difficile per me capire queste regole di geometria, ma… per fortuna mia sorella più grande, che è già alle medie, mi spiega lei come si fa, ed è persino più facile a capirsi della maestra. Gli esempi concreti di piccole esperienze di solidarietà e condivisione familiare possono continuare. Pensandoci bene, la famiglia è uno dei pochi luoghi, quasi unico, in cui qualcuno ti vuole bene “gratis”, ti aiuta e ti sostiene gratuitamente. Un luogo in cui dai e ricevi, ricevi mentre dai. Oltre le tre “D” Nel nostro tempo le analisi sulla famiglia si susseguono impietose, evidenziandone i problemi e le difficoltà, articolate intorno alle “tre D”: denuzialità, denatalità, divorzialità, limitandosi al luogo comune della descrizione di una famiglia che fatica ad educare. Eppure, nonostante tutte le difficoltà e le sfide, la famiglia è un luogo in cui avvengono scambi reciproci di solidarietà, dove per reciprocità si intende la “gratuità attesa e praticata che è innanzitutto dono di fiducia, il quale innesca a sua volta disponibilità alla cooperazione e alla reciprocità”1. Essa è luogo sorgivo di fiducia, reciprocità, apertura agli altri: in famiglia si impara a mediare (soprattutto se la famiglia è numerosa), si coopera per fini comuni, si realizzano scambi. Ogni famiglia rappresenta un legame in cui si intrecciano per sempre le storie dei due coniugi e i patrimoni genetici, culturali, i simboli che essi portano con sé (anche quando si incorre nella separazione, i figli infatti rappresentano oggettivamente l’unione dei coniugi): tale legame non è una somma algebrica, poiché produce qualcosa di “eccedente”, la generatività. In famiglia, insomma, si impara a “dare la vita”, che è la radice della solidarietà. Tutto ciò funziona soprattutto quando i genitori sono davvero adulti ed educa- tori, cioè capaci di darsi completamente, chiedendo ai figli, nel contempo, il coinvolgimento, la messa in gioco di se stessi. Quando i genitori, non cedendo ai piccoli ricatti affettivi infantili, conoscono e praticano l’importanza delle regole, delle promesse e degli impegni da mantenere. Solidarietà è gioia L’educazione alla solidarietà non necessariamente è una cosa triste, legata solo al senso del dovere: possiamo giocare insieme ad apparecchiare la tavola, possiamo tutti avere un ruolo ed un compito in casa, possiamo essere gratificati perché abbiamo una piccola responsabilità grazie alla quale la mamma è meno stanca alla sera. Penso che solidarietà sia un termine legato a gratuità e fiducia, quindi, in qualche modo, a sorriso, gioia, amore: ricordo quando, nascendo un fratellino, abbiamo detto alla nostra prima figlia quanto fosse fortunata, poiché ora aveva tre persone che le volevano bene, e lei poteva voler bene a tre. La solidarietà spiegata ai bambini Una lezione di vita Regina Maroncelli Associazione Nazionale Famiglie Numerose Perché l’amore, in realtà, è sempre una moltiplicazione, mai una divisione. Come genitori dobbiamo, infine, convincerci che, educando i nostri figli alla solidarietà in casa, stiamo educando dei cittadini ed operando per il bene comune: facciamo della nostra famiglia una sorgente primaria di capitale sociale, risorsa cui attingere quando tale bene sembra scarseggiare nella società. La famiglia è anche luogo nel quale si compensano molte carenze del vivere civile (difficoltà economiche, cura dei piccoli e degli anziani, disabilità, frustrazioni relazionali e sociali, attenzioni all’ambiente e alla mondialità, etc.): i bambini lo capiscono presto, ed imparano molto più dal vissuto che dalle nostre parole. 1 P. Donati, L’approccio relazionale al capitale sociale, in “Sociologia e politiche sociali”, X, 1, 9-39. L’altro giorno, a lezione di catechismo, ho chiesto ai miei bambini (una quarta elementare) il significato della parola rispetto. Boh è stata la risposta più sonora che ho ricevuto e allora mi sono mostrata molto sorpresa, perché sapevo che a scuola ne avevano ampiamente parlato con un progetto apposito. “Ma come” gli ho chiesto: “non avete fatto anche il balletto del Signor Rispetto?” “AHHH, si,” mi hanno risposto in coro mettendosi a saltellare e cantando “il Dottor Rispetto…”. Una storia lunga per dire una cosa piccola piccola: ma cosa gli è rimasto di tante parole, di tanti progetti, dell’animazione teatrale? Non molto sul significato del rispetto, direi, solo la canzoncina? Valore delle testimonianze Non è per sfiducia nelle attività scolastiche, ma certo concetti importanti come rispetto, dignità, uguaglianza, non sono materie che si apprendono sui banchi, o almeno, non come fossero materie di studio, grammatica o aritmetica. Vanno vissute, viste, testimoniate. Non servono mille progetti e mille cartelloni sulla solidarietà se a casa nostra non apriamo la porta al vicino che ci chiede un uovo o della farina. Sono parole e tempo sprecati se poi, quando vediamo un nero chiedere l’elemosina 07 per tante ragioni. E mi piace sapere che anche Lorenzo trascorra molto più tempo con Carlo e con Marco, due ragazzini non proprio facilissimi che quest’anno hanno trovato una loro collocazione in classe, non sono più i “teppistelli” allo sbando ma due ragazzi tra tanti. Nessuno glielo ha insegnato, ma spesso, questo sì, ne abbiamo parlato. Di come è importante mettersi nei panni degli altri, di come un sorriso, una parola amichevole possano aiutare. Piccoli trucchetti iniziamo a inveire, se dalla nostra auto sputiamo epiteti e insulti alla vecchina che ci impiega una vita ad attraversare. Non possono bastare mille ore di lezione per parlare di solidarietà e di fraternità se per noi la vita è una continua corsa a chi arriva primo, anche barando, perché “il mondo è dei furbi”. I bambini lo capiscono e imparano. E per fortuna imparano anche dai nostri comportamenti positivi, magari senza apparire e un giorno se ne escono con delle frasi o delle espressioni che ti allargano il cuore. E ti dici: Sì hanno capito. Nei panni degli altri Da noi c’è Valeria che ogni tanto si porta a casa qualche compagna per aiutarla a studiare. Spiega, sollecita, incoraggia, ormai utilizza lo stesso metodo (quello di “tradurre” le parole più tecniche e difficili) che abbiamo usato con lei quando ha iniziato a studiare storia e scienze. Che la ragazzina o il compagno abbiano un colore diciamo “diverso” non sembra nemmeno accorgersene, lo fa anche con la più bionda e alta delle sue amiche. Nessuno glielo ha insegnato; però certo, qualche volta in casa si discute di quei compagni che restano ai margini, Direi quasi che malgrado noi e i nostri difetti, se riusciamo comunque ad avere un atteggiamento positivo e aperto verso gli altri, se gli altri li “vediamo” e non voltiamo la testa, se raccontiamo di chi stimiamo per la sua disponibilità e il suo impegno, abbiamo già fatto un passo giusto nell’educare i nostri figli. E poi ci sono dei piccoli trucchetti, che senza tanto clamore “abituano” alla solidarietà: come non acquistare mai lo stesso giocattolo ai diversi fratellini, ma lasciare che la disputa per un oggetto diventi sempre più uno scambio e sempre meno una gara di box. Oppure puntare al gioco di squadra per ottenere un risultato, come apparecchiare tutti insieme per accendere prima la televisione. O ancora, a proposito di tv, mantenere un unico apparecchio in casa, per imparare ad accettare gusti e preferenze degli altri, mercanteggiando e discutendo magari, per poi rimanere tutti insieme intorno alla stessa partita di pallone. Certo in una famiglia numerosa tutto ciò è più facile: le occasioni per allenarsi sono tante e quotidiane, iniziano dai cereali della mattina e finiscono con la fiaba della sera. Con il migliore amico (sempre comunque ospite) non sarebbe lo stesso. Non occorrono tante parole, la vita stessa li educa. E la nostra testimonianza, che va resa tutti i giorni, anche al volante di un auto o su un autobus in corsa, dove alzarsi per far sedere un anziano può costare una certa fatica. S E R I D O Seridò fa sempre rima con festa Positiva chiusura anche per la tredicesima edizione Oltre 145 mila i partecipanti durante i sette giorni di apertura di Seridò, la cui tredicesima edizione si è svolta al Centro Fiera del Garda di Montichiari. In un bel clima, perché il gioco si è svolto in totale sicurezza anche grazie ai circa 2000 animatori volontari tra tirocinanti e gruppi scout che si sono alternati tra gli stand allestiti negli oltre 40 mila mq a disposizione. Numeri da record anche per la quantità di materiale utilizzato: quasi cinque tonnellate di sale, una tonnellata di creta, 60 chili di pongo e otto chilometri di scotch. E la moquette? Ne sono stati utilizzati venti mila metri quadrati (più dello stadio di San Siro!) sui quali i bambini hanno potuto sedersi, giocare e divertirsi. L’iniziativa “Libera un libro”, novità di questa edizione 2009, ideata per far avvicinare al mondo della lettura anche i più piccini, ha avuto un grandissimo successo (ne riferiamo a parte), mentre hanno confermato il loro grande appeal presso bambini e famiglie “grandi classici” come tutti i gonfiabili, gli spettacoli teatrali e dei burattini, barchette e cavallini... Sempre frequentatissimo e molto curato anche lo stand della Scuola Materna “B. Cerioli” di Castelmella, che quest’anno ha proposto ai bambini un percorso sulla fiaba di Pinocchio. “Il numero sempre crescente di visitatori che ogni anno popolano i padiglioni del Centro Fiera” commenta Lorenzo Albini, presidente dell’Adasm-Fism, “è la dimostrazione del fatto che la formula non commerciale e la filosofia di Seridò, dove genitori e figli interagiscono e giocano insieme con semplicità, risulta sempre più vincente. Un sentito ringraziamento come sempre a tutti gli animatori e agli scout che in questi giorni hanno svolto un ruolo fondamentale per la buona riuscita della manifestazione”. Ulteriore motivo di soddisfazione si ricava dalle risposte ottenute da una serie di interviste che ogni giorno vengono sottoposte ad alcuni genitori presenti a Seridò. Il voto medio dato alla grande festa è stato, da uno a dieci, nove, e uno dei suggerimenti più frequenti che ritorna ogni anno risulta essere quello che Seridò sia aperto per più giornate in diversi periodi dell’anno. La quasi totalità degli intervistati, infine, non solo consiglierebbe Seridò a un amico ma ha dichiarato di volerci tornare il prossimo anno. Arrivederci quindi all’edizione 2010! Quanti libri... liberati! Entusiasmo per l’iniziativa “Libera un libro” Partita un po’ in sordina, ma con la convinzione che potrà costituire una delle proposte che caratterizzeranno anche le edizioni future di Seridò, l’iniziativa “Libera un libro” è riuscita a “liberare” oltre 1600 libri! In pratica, si chiedeva ai bambini di portare a Seridò un loro libro già usato, di consegnarlo allo stand, con la possibilità di ritirare un libro consegnato da un altro bambino. “Una proposta ecologica”, l’hanno definita alcuni genitori pensando al riciclo dei libri, “e anti crisi”, perché a costo zero per le famiglie. I bambini, poi, sono stati entusiasti di poter sostare tutto il tempo necessario per scegliere con cura, tra gli scaffali ben ordinati, il libro da portare a casa. Alcuni si sono fermati non solo per leggere, ma anche per guardare le figure, per cercare il titolo che meglio rispondesse al proprio gusto personale. Addirittura un nonno ha voluto leggere la storia di Peter Pan, perché non la conosceva! Certo, “Libera un libro” vorrebbe presentare solo libri belli e puliti, senza dare l’occasione per liberarsi di libri malconci e scarabocchiati... L’ultimo giorno di apertura, a chi, deluso, non aveva portato un libro da scambiare, è stato regalato un piccolo cartonato a colori, come pro memoria per l’anno prossimo, quando a Seridò i libri torneranno a liberarsi. I segni concreti di "Vicini di Pace" “Vicini di Pace”, l’iniziativa che l’ADASM FISM di Brescia ha proposto nell’edizione di Seridò 2008, non è finita. Lo scambio delle cartoline tra le scuole dell’infanzia della nostra provincia, associate all’ADASM, e le scuole armeno cattoliche di Mesrobian e Harboyan in Beirut, ha rappresentato un primo e felice momento di incontro di due realtà accomunate da solidi valori cristiani. Un’altra interessante collaborazione italo-libanese è rappresentata dalla prossima traduzione in arabo del Progetto educativo delle scuole dell’Adasm, come valido sussidio per l’integrazione scolastica dei bambini stranieri. Progetti di scuola Un segno della volontà di collaborazione che caratterizza “Vicini di Pace” è il progetto del Centro per l’Infanzia in Mesrobian, che sorgerà a Bourj Hammoud, municipalità armena periferica di Beirut, per cui l’Adasm ha già raccolto tramite scuole e famiglie la considerevole somma di 8000 euro, che verrà presto consegnata ai rappresentanti di DMS onlus. La fase di preparazione prosegue celermente e il progetto finale è in fase di elaborazione, con la partecipazione di validi professionisti ed un concorso progettuale studiato per ottimizzare risorse e opportunità, con un occhio attentissimo ai costi, come sempre ... Nelle prossime settimane sarà reso pubblico il frutto di questo lavoro, con la presentazione del progetto finale. La prima pietra c’è! Intanto, per dare un segno alla comunità armeno cattolica e alle famiglie di Bourj Hammoud Sua Beatitudine il Patriarca Nerses Bedros XIX ha voluto benedire la prima pietra dell’erigendo centro per l’infanzia. Sabato 14 marzo 2009 l’intera comunità di Bourj Hammoud si è riunita in Mesrobian, dove è stata posata la prima pietra del nuovo Centro per l’infanzia. DMS onlus, sponsor dell’iniziativa, in collaborazione con l’ADASM FISM di Brescia e Federcasse, era presente alla manifestazione con Barbara Casa (segretario) e Angelo Bosio (presidente). In un breve saluto è stato sottolineato il valore simbolico dell’iniziativa e la volontà di trasmettere alla comunità armeno cattolica di Beirut e del Libano l’impegno e la dedizione per il miglioramento della qualità di vita delle famiglie bisognose. In una scatola di legno sono stati posti, con una toccante cerimonia, le pergamene di DMS onlus e del Patriarcato Armeno Cattolico di Beirut, con le motivazioni dell’iniziativa e le finalità dell’opera. I bambini della Comunità hanno poi messo un segno della loro partecipazione: una tettarella, alcuni piccoli giocattoli, dei disegni, le bandiere del Libano, dell’Armenia, dell’Italia e del Centro Mesrobian, ricordi dell’evento ... La scatola è stata sigillata e murata nel punto in cui sorgerà il nuovo palazzo, di cui verrà ad essere parte integrante. Prospettive Il Centro per l’infanzia in Mesrobian cambierà l’offerta di assistenza ed istruzione per i piccoli della comunità, con un Nido di Infanzia che accoglierà sin dall’età di due mesi i piccoli delle famiglie più bisognose. La scuola dell’infanzia dall’età di tre anni segnerà l’inizio del cammino di istruzione per tutti i bimbi della comunità, anche per quelli che ora non possono essere accolti per motivi di spazio e di affollamento. Per altre informazioni e contributi: DMS Onlus (tel. 030.2943411, E-mail: [email protected]) e ADASM FISM (tel. 030.43494) Angelo Bosio e Barbara Casa Bosio diario L’Adasm in assemblea Calcinato per l’integrazione Sabato 9 maggio scorso si è tenuta a Brescia l’Assemblea provinciale e precongressuale dell’Adasm, alla presenza degli amministratori delle scuole associate. Il presidente Lorenzo Albini, dopo aver… dato i numeri, che riguardano l’attività dell’associazione (fra i quali spiccano i circa 1200 amministratori volontari delle 263 scuole associate), ha anticipato l’ampio ventaglio di proposte formative che la Fondazione Lesic, certificata ISO/9001, si appresta a fornire a partire dal prossimo anno scolastico. “Prima i bambini. La scuola dell’infanzia è il cuore della comunità” sarà il tema che verrà presto lanciato, anche per sensibilizzare sull’annoso problema della carenza di contributi pubblici alle scuole. In autunno sarà inoltre organizzato un convegno specificamente pensato per gli amministratori e le coordinatrici delle scuole. Si discute tanto degli alunni extracomunitari, ha detto l’assistente ecclesiastico don Angelo Chiappa, ma la vera scommessa si gioca con le famiglie italiane ormai secolarizzate, che possono essere avvicinate attraverso l’educazione religiosa dei bambini nella scuola dell’infanzia. Luigi Morgano, segretario nazionale della Fism, ha infine presentato il Congresso della Fism “Le scuole dell’infanzia Fism alla sfida del futuro. Le ragioni, le scelte, le attese”, che si svolgerà a Roma in giugno e che orienterà la politica futura della federazione, forte del fatto che le scuole dell’infanzia paritarie permettono allo Stato di risparmiare ogni anno bel 4 miliardi di euro! È stato rinnovato a Calcinato il Protocollo d’intesa tra le Scuole dell’infanzia paritarie autonome, l’Istituto comprensivo e il Comune, che definisce: le modalità e le priorità per l’iscrizione dei bambini alle scuole dell’infanzia del territorio e istituisce una commissione di lavoro che si pone l’obiettivo di raggiungere, in modo graduale, una equilibrata presenza e integrazione degli alunni stranieri all’interno dei vari plessi scolastici, ritenendo “utile e necessario il consolidamento di una collaborazione tra le scuole dell’infanzia… nel rispetto delle identità e delle potenzialità espresse da ciascuna di esse”. La significativa conferma di una collaborazione importante, a livello locale, fra le scuole paritarie e l’amministrazione pubblica, per l’integrazione scolastica di tutti i bambini, alla cui definizione anche l’Adasm ha attivamente collaborato. LESIC Adasm e Fism for Abruzzo Di fronte alle necessità dei terremotati d’Abruzzo, si mobilita anche il mondo delle scuole materne autonome: l’Adasm di Brescia ha in corso contatti con la Fism regionale dell’Abruzzo per definire un’iniziativa di solidarietà che renda possibili gemellaggi tra scuole bresciane e scuole abruzzesi. Anche a livello nazionale la Fism sta definendo un importante progetto di solidarietà. Presto ne daremo notizia. Lesic: fra le nuove proposte anche uno sportello-genitori La Fondazione Lesic, centro di formazione dell’AdasmFism di Brescia, propone per l’anno scolastico 2009-2010 un programma ampio e articolato di attività formative. Le proposte sono rivolte non solo agli educatori delle scuole associate, ma a tutti coloro che desiderano approfondire le tematiche offerte nel catalogo o altri diversi argomenti LESIC eventualmente indicati da gruppi di scuole per un numero congruo di partecipanti. Il gruppo coordinatore della Lesic vanta un’esperienza pluriennale nel campo formativo della scuola dell’infanzia, avendo operato nell’ambito dell’Adasm-Fism fin dai tempi della sua istituzione. L’offerta è ampia e variegata. Fra i Corsi in programma per le educatrici, oltre al tradizionale appuntamento di fine agosto (quest’anno sul tema della narrazione), anche un corso per educatrici propedeutico all’inserimento nelle scuole Adasm. L’attività di Consulenza supporta le scuole e offre anche uno “sportello-genitori”, dove è possibile trattare problematiche individuali e personali con l’ausilio di uno psicologo (i primi due colloqui sono gratuiti); numerosi i Laboratori, che comprendono, fra l’altro, i temi dell’in- troduzione alla psicomotricità, il teatro e la narrazione, l’educazione musicale, l’utilizzo di Internet, la disabilità… Per gli Atelier, si lavora sul corretto uso della Tv, come coinvolgere famiglie e comunità nelle attività scolastiche, l’integrazione dei bambini stranieri e di quelli disabili… Infine, alcuni Percorsi pensati apposta per i bambini, fra cui l’alfabeto delle emozioni e quello del corpo, il riconoscimento dei suoni di tutti i giorni, imparare a giocare senza la tecnologia, educarsi ad una corretta alimentazione. Per informazioni: Adasm-Fism, tel. Manuela 030.43494295466, email [email protected], [email protected] e su www.lesic.it 0 LESIC09/1 nsulenza Servizi di co ucativi Percorsi ed 0 LESIC09/1 Corsi Laboratori Atelier Il cielo di Nasinsù Si chiama Nasinsù il nuovo materiale per progettare l’attività estiva nelle scuole dell’infanzia della Fism della Lombardia, in sintonia con il progetto per l’estate 2009 degli oratori delle diocesi lombarde. Un sussidio che ha l’ambizione di sostenere gli animatori, che con impegno conducono e gestiscono i centri ricreativi estivi dedicati ai più piccoli, senza proporre un modello completamente organizzato, ma una sorta di “valigia” a tema, nella quale è possibile cercare di volta in volta quel che serve. Il tema di quest’anno è il cielo (da qui il titolo “nasinsù”) con tutte le sue meraviglie, le stelle, il sole, le nuvole, l’aria... e, perché no, l’intero universo affascinante e misterioso. Fra i materiali a disposizione, la storia di Celestino, con la possibilità di declinarla in esperienze e attività articolate in quattro settimane. Non mancano i giochi, le filastrocche e le canzoni, alcuni semplici esperimenti e altri materiali… con la spiegazione del temi e degli obiettivi. Ogni scuola può adattare i contenuti alla propria realtà, prendendo dal contenitore i materiali che, anche se combinati diversamente, possono garantire una legittimazione educativa alla proposta estiva. “Il cielo è pieno di stelle che fa sognare le cose più belle” dice una lontana canzone: ed è proprio così che è bello FISM LOMBARDIA FEDERAZIONE ITALIANA DELLE SCUOLE immaginare i bambini mentre ammirano pieniMATERNE di meraviglia il cielo d’estate. copertina sussidio estate 2009 nasinsu-2.indd 1 Si chiama “Prima i bambini. La Scuola dell’infanzia è il cuore della comunità” il grande tema che l’Adasm metterà in risalto per l’anno 2009-2010 (vedi quarta di copertina), con azioni di sensibilizzazione rivolte alle famiglie e alle comunità. Attraverso una serie di attività didattiche e di sussidi, che saranno distribuiti nelle scuole, si intende sottolineare la centralità dei bambini, che rappresentano il futuro delle comunità locali, e il valore educativo delle scuole dell’infanzia. Un tema che si allaccia facilmente alla funzione pubblica svolta dalle scuole e al problema degli scarsi finanziamenti, che mettono a rischio la sopravvivenza di più di una realtà scolastica. Ma ne riparleremo… FISM LOMBARDIA SUSSIDIO pER L’ATTIvITà ESTIvA NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA nasinsu 20/03/2009 14.26.19 Educazione morale Urgenza educativa E poi arriva Seridò Un'edizione con tante novità Scuole protagoniste 1 2009 NOIGENITORI opuscolo Noi Genitori n. Gardone VT e Castelcovati 30/03/2009 9.15.01 01 2009-3.indd 1 Noi Genitori augura Buone Vacanze a tutti! Arrivederci a settembre 13 dalle scuole Scuola dell’infanzia “Silvio Moretti” di Sabbio Chiese La scuola compie cento anni! Cento candeline... il nostro asilo, o “come si dice oggi” scuola dell’infanzia, ha da poco compiuto cento anni ma non li dimostra affatto. La recente ristrutturazione a causa del terremoto del 2004, e l’ampliamento, l’hanno trasformato e abbellito: locali nuovi, pavimenti morbidi, giochi sicuri. Tutto è allegro e variopinto, tutto è a misura di bambino. In questi giorni di festa, dal 18 al 24 aprile u.s., abbiamo potuto ammirare il nostro asilo senza la solita fretta, cogliendone i più piccoli particolari. Sembrava di entrare in un quadro, in un cartone animato. Fiori di carta crespa adornavano i cancelli, all’entrata un arco colorato, con le forme di un castello, segnava il passaggio alla scoperta delle quattro stagioni. Ogni stagione è stata rappresentata nei minimi dettagli con quattro alberi, come in un bosco incantato. Foglie secche per l’autunno con lumache, funghi e castagne nei ricci; batuffoli di cotone come neve e bucaneve per l’inverno. Fiori di pesco in primavera, papaveri e un albero carico di ciliegie per l’estate. Tutto è stato realizzato grazie al paziente e minuzioso lavoro di papà, mamme e nonni che con la carta crespa e altri materiali negli ultimi mesi hanno dato tempo, idee e disponibilità. Pronti? Via! Sabato 18 aprile tutto era pronto per la grande apertura, tutto tranne il sole! Il saluto delle autorità e l’apertura della mostra fotografica sui cento anni di vita trascorsi, segnavano l’inizio di una settimana ricca di eventi. Domenica un corteo di bambini con palloncini colorati, dalla scuola è arrivato davanti alla Chiesa Parrocchiale e dopo il lancio festoso, abbiamo assistito commossi alla Santa Messa interamente cantata dai nostri bambini. Nel pomeriggio lo spettacolo teatrale “Viaggiando s’impara”, presentato dalla compagnia TeatroDaccapo, ha divertito tutti con un viaggio immaginario. Tre sono state le attività serali: martedì 21 la conferenza “Educare ai valori oggi. Perchè, quali?” tenuta dalla dott.ssa Maria Rosa Raimondi e introdotta dal prof. Alfredo Bonomi, è stata molto interessante e partecipata. Mercoledì 22 la Filarmonica “Conca d’Oro Valle Sabbia” ha entusiasmato tutti con il concerto “Disney Fantasy”: le immagini dei cartoni animati più famosi con l’esecuzione delle Allo Stadio minuto per minuto (di R. Coombs) Una simpatica pubblicazione per vivere una giornata allo stadio nei suoi vari momenti: dalla preparazione del campo all’inizio della partita, dai calci di rigore ai festeggiamenti della chiusura. Le pagine riportano grandi illustrazioni in cui i bambini sono invitati a scoprire dei singoli particolari. Per i piccoli tifosi che non lascerebbero mai il campo da gioco! (La Scuola, € 11,00) La famiglia tra tradizione e innovazione (di P. Binetti) In una società competitiva, in cui l’uomo chiede sempre maggiori spazi di libertà e di autonomia, ponendo in primo piano la realizzazione personale, il ritardo delle politiche sociali non permette di affrontare il declino della generatività e della crisi di coppia. Nella famiglia c’è qualcosa di stabile nel tempo, e qualcosa di naturalmente mutevole. Ma, soprattutto, la famiglia c’è, solida e duratura, vero nodo del rapporto tra natura e cultura, tra tradizione e innovazione, punto di riferimento affettivo e valoriale, etico ed economico della nostra società. (Edizioni Magi, € 20,00) Un mondo di mostri colonne sonore hanno catturato l’attenzione e lo stupore di tutti. Gli applausi più scroscianti però li abbiamo riservati per il gran finale: venerdì 24 lo spettacolo “Peter Pan”, interamente messo in scena dai genitori degli alunni della Scuola dell’Infanzia, ha lasciato tutti a bocca aperta. In pochi mesi di assidue prove e preparazioni scenografiche, i genitori diretti dal regista Davide Tartaglia hanno preparato una versione un po’ speciale della fiaba, con battute e adattamenti scenici divertentissimi. Come tornare bambini Il tempo in questa settimana di magica atmosfera è volato, proprio come nella favola di Peter Pan. Favola che rappresenta perfettamente il significato della nostra festa. In questi giorni ognuno di noi è tornato un po’ bambino, ha rivisto e rivissuto con un pizzico di malinconia i bei tempi dell’infanzia trascorsi all’asilo: le maestre, le nostre care Suore della Carità, gli arredi, i giochi, i colori e gli odori che restano impressi nella nostra memoria. Tutti coloro che hanno collaborato alle tante iniziative meritano un sincero ringraziamento, ma il ringraziamento più grande va al nostro asilo, che in questi 100 anni ha accolto, formato, educato e amato tutti i bambini, anche nei periodi storici e sociali Mamma Luisa più difficili. (di B. Delalandre) Il Basilisco, la Mandragola, la Fenice, il Troll… vivono nelle nostre leggende e fanno parte, da sempre, del nostro mondo. Sporcano, puzzano, grugniscono, ululano, sussurrano, sputano fuoco e veleno… Possono essere enormi oppure minuscoli… Alcuni sono orribili, altri magnifici… Molti incutono terrore, ma qualcuno ha anche un cuore tenero. Storie, aneddoti e “istruzioni” per affrontare queste strane creature che vengono descritte in tutti loro aspetti più caratteristici. (La Scuola, € 18,00) adasm fism L’Adasm-Fism (Associazione degli Asili e delle Scuole Materne autonome) è nata a Brescia nel 1966. Oggi associa 263 scuole dell’infanzia di città e provincia. Nelle scuole associate operano circa 1.400 educatrici, accogliendo ogni giorno oltre 20.000 bambini, fra i quali circa 1.600 stranieri. L’organizzazione delle scuole Adasm-Fism si ispira a un preciso Progetto educativo e consente di rispondere anche alle esigenze di 150 bambini disabili, inseriti quotidianamente in oltre 100 scuole. Negli ultimi anni sono stati aperti 70 asili nido, che ospitano attualmente circa 1.300 bambini e occupano oltre 140 educatrici. La gestione amministrativa di tutte le scuole Adasm-Fism Brescia impegna ogni anno oltre 1.200 amministratori che svolgono il loro incarico con passione, dedizione, competenza e gratuità. AdasmFismBrescia 2009/10 A S S O C I A Z I O N E D E G L I A S I L I E D E L L E S C U O L E M A T E R N E La scuola dell’infanzia è il cuore della comunità