Allegato 1) Integrazione fra le azioni promosse dalla Misura 216 e gli strumenti di gestione del territorio e della fauna a livello provinciale 1) Obiettivi ambientali La progressiva scomparsa di habitat favorevoli alla sosta, alla riproduzione ed alla presenza della fauna selvatica può essere, almeno parzialmente, contrastata da opportuni interventi di miglioramento ambientale che aumentino la disponibilità trofica e rendano disponibili nuove nicchie ecologiche. Gli interventi di miglioramento, ripristino e conservazione ambientale necessitano di una programmazione organica e condivisa fra tutti i soggetti che sono interessati e coinvolti nella gestione del territorio e della fauna. Tramite l’azione 1 della misura 216 si può intervenire creando punti di sostentamento della fauna selvatica incentivando la creazione di punti di abbeverata ed alimentazione, che permettano alla fauna di distribuirsi più omogeneamente sul territorio. La creazione di punti di abbeverata è particolarmente necessaria nella aree collinari, dove lunghi periodi siccitosi mettono in difficoltà la fauna. Il ripristino di alcune briglie interrate e la creazione di vegetazione arborea ed arbustiva potrebbe creare favorevoli condizioni di alimentazione ed abbeverata per l’avifauna, diminuendo al contempo la “pressione” dei selvatici sulle colture agricole. Così pure torrette ed altane possono sostenere azioni di monitoraggio della fauna presente, contribuendo ad implementare politiche innovative nella gestione delle specie cacciabili e di quelle di interesse conservazionistico. 2) Danni e interventi ambientali L’esperienza maturata nella gestione della vasta problematica correlata alla gestione dei danni alla colture agricole causati da fauna selvatica, porta alla necessità di rivedere criticamente gli aspetti organizzativi e amministrativi di questa tematica nella sua complessità. In tutte le situazioni ove sia possibile, è assolutamente necessario privilegiare l’impiego dei sistemi di prevenzione, anziché dover provvedere ai costi conseguenti l’accertamento del danno e il successivo risarcimento. Poiché le risorse economiche destinate alla prevenzione sono esigue e insufficienti, la prevenzione dovrà forzatamente essere orientata in forma prioritaria all’uso dei sistemi di difesa meccanica (retine di protezione, recinzioni, filo elettrificato). A maggior ragione si rende assolutamente necessario incentivare opportune ricerche e sperimentazioni di sistemi innovativi, che contribuiscano, insieme all’esperienza maturata, a prevenire i danni alle produzioni agricole provocati da fauna selvatica, e che tengano conto sia delle specie la cui presenza sul nostro territorio ne ha reso sufficientemente note le caratteristiche fenomenologiche e comportamentali (come lo storno), sia di quelle “emergenti” (piccione domestico inselvatichito, ghiandaia). Questa Provincia, oltre a porsi quale obiettivo un maggiore sforzo in termini di prevenzione, intende adoperarsi per ricercare nuove risorse e strategie che siano in grado di migliorare la situazione attuale. Dall’istogramma successivo si evidenzia come il danno si attesti su scala provinciale oltre i 300.000 euro per tutto il periodo (2000-2009), con punte di quasi 500.000 euro nel 2006 e nel 2004. La coesistenza di una agricoltura di qualità con nuove produzioni intensive e pregiate e di una fauna assai variegata e numerosa genera quindi costantemente un danno agli imprenditori agricoli. Dall’esame dei dati in possesso della Provincia di Ravenna si evince che non esiste una specie od un’area di concentrazione prevalente del danno. Si possono evidenziare danni di specie da lungo tempo presenti sul territorio (storni, passeri, lepri) e danni da specie che hanno, in tempi più o meno recenti, aumentato il loro numero ed il loro areale di diffusione (cinghiale, capriolo), e danni da specie che solo in tempi recenti, sono ricomparse (o comparse) in Provincia, quali la nutria, il picchio, l’istrice, ecc. Dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale possiamo mutuare la seguente strategia di azione. 2.1) Danni e prevenzione Allo stato attuale dei fatti e alla luce dei risultati illustrati, le strategie individuabili e applicabili nel prossimo quinquennio per limitare i danni sono: - proseguire nell’allocazione dei piani di controllo in essere (nutria, volpe, cormorano, gazza, cornacchia grigia e storno) e ampliare il piano dei corvidi, prevedendo anche il controllo della ghiandaia, dopo aver attentamente quantificato l’entità, l’estensione, la frequenza dei danni; - attivare il piano di controllo del piccione inselvatichito; - favorire la prevenzione dei danni, economicamente e mediante la predisposizione, con il supporto delle esperienze maturate dalla associazioni di categoria e dagli ATC, di un opuscolo divulgativo sui principali e più efficaci metodi di prevenzione (inclusi i così detti rimedi tradizionali, se efficaci e previa valutazione della loro conformità con le leggi vigenti); - mantenere le densità degli ungulati compatibili con le produzioni agricole; - gestire le ZRC/ZR con obiettivi di produzione faunistica sostenibili dalla colture agricole; prevenire forme di indennizzo per i proprietari dei fondi. 3) La fruizione pubblica del territorio anche con finalità di educazione ambientale In Provincia di Ravenna sono presenti numerosi e diversificati ambienti naturali, per la tutela dei quali si sono da tempo costituiti Parchi e la rete natura 2000, in via di completa “metabolizzazione” da parte delle popolazioni rurali. Ciò a testimonianza della volontà della Provincia da un lato di tutelare gli habitat naturali, ma anche dall’altro di favorire una “fruizione” rispettosa e consapevole anche turistica del territorio. Recentemente la costituzione delle Aree di Riequilibrio Ecologico ha sensibilizzato ed incentivato nuovi Comuni a valorizzare e rendere fruibili questi elementi naturali o semi-naturali in una logica di tutela ambientale e di fruizione del territorio. In sintesi, gli elementi naturali e semi-naturali sono presenti a “macchia di leopardo” sull’intero territorio provinciale inframmezzati ad aree urbane ed industriali ed a stretto contatto con la tradizionale coltura intensiva del territorio. 4) Riferimenti della Programmazione locale PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 9 del 28/02/2006 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) considera la totalità del territorio provinciale ed è lo strumento di pianificazione che definisce l'assetto del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali, articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale: a) recepisce gli interventi definiti a livello nazionale e regionale, relativamente al sistema infrastrutturale primario e alle opere rilevanti per estensione e natura; b) individua, anche in attuazione degli obiettivi della pianificazione regionale, ipotesi di sviluppo dell’area provinciale, prospettando le conseguenti linee di assetto e di utilizzazione del territorio; c) definisce i criteri per la localizzazione e il dimensionamento di strutture e servizi di interesse provinciale e sovracomunale; d) definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico ambientali; e) definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro uso, stabilendo le condizioni e i limiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle previsioni urbanistiche comunali che comportano rilevanti effetti che esulano dai confini amministrativi di ciascun ente. PRIP - Programma Rurale Integrato Provinciale Approvato con Deliberazioni di Consiglio Provinciale n. 110 del 20/11/2007 e n. 129 del 18/12/2007 Il P.R.I.P. fissa gli orientamenti strategici locali per la concessione degli aiuti alle Imprese Agricole e agli Enti Locali ed i temi catalizzatori per le aree di pianura e di collina, puntando alla competitività, alla qualificazione ambientale e territoriale, al miglioramento della qualità della vita ed alla cooperazione interterritoriale e transnazionale, relativi ai tre Assi di intervento (l'Asse 1, dedicato al miglioramento della competitività nel settore agricolo e forestale; l'Asse 2, dedicato al miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale; l'Asse 3, dedicato al miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e alla diversificazione della loro economia, ed i temi catalizzatori per le aree di pianura e di collina, puntando alla competitività, alla qualificazione ambientale e territoriale, al miglioramento della qualità della vita ed alla cooperazione inter-territoriale e transnazionale) e per l'approccio Leader (Asse 4), che promuove una strategia di sviluppo locale su territori definiti attraverso il partenariato pubblico-privato sul piano locale (i Gruppi di Azione Locale, o GAL). Piano Faunistico Venatorio Approvato con Deliberazioni di Consiglio Provinciale n.78 del 21/07/2009 La pianificazione venatoria si attua sulla base della conoscenza degli ecosistemi presenti, dalla produttività faunistica dei diversi ambiti al fine di individuare gli strumenti necessari per una corretta conservazione del patrimonio faunistico. Hanno provveduto alla formazione del piano, le Comunità Montane, le Organizzazioni Professionali Agricole, le Associazioni Venatorie, gli Enti di gestione dei parchi, le Associazioni di protezione ambientale e l'Enpa, il piano ha durata quinquennale ed è approvato previo parere della Regione. Zone di protezione della Fauna selvatica Le Zone di Protezione Speciale, conosciute anche come ZPS, sono le aree previste dall’unione europea (Direttiva CEE n. 79/409 “Uccelli”) concernente la conservazione degli uccelli selvatici, designate dagli stati membri ed approvate dalla Comunità Europea, che ospitano popolazioni significative di specie ornitiche di interesse comunitario. La Provincia di Ravenna presenta uno dei patrimoni faunistici più importanti dell'intera regione, associato alla presenza di ecosistemi naturali di grande pregio e peculiarità. Nelle ZPS sono state introdotte misure atte a promuovere la conservazione delle specie ornitiche selvatiche bisognose di protezione e degli ambienti in cui queste vivono. Queste aree provinciali appartenenti al sistema RETE NATURA 2000 sono: 1. Valli Meridionali di Comacchio: dal confine di provincia fino al piede esterno argine dx del fiume Reno, uscendo oltre l'argine in prossimità della foce lungo la strada di accesso ai capanni da pesca; 2. Fiume Reno: l'intero corso, all'interno del piede esterno degli argini, dal confine bolognese fino alla foce, e i suoi affluenti: fiume Santerno fino al confine del Comune di Alfonsine, Torrente Senio fino al sifone Canale Destra Reno; 3. Area Pinetale "Pineta San Vitale" - Piallassa Baiona: per intero come da delimitazioni consolidate; 4. Risarina: dal fiume Lamone allo scolo Baronia a nord, al canale Pisciatello ad est; 5. Fiume Lamone: dalla Via Sant'Alberto alla foce, all'interno del piede esterno degli argini; 6. Zona Pre-Parco adiacente a Valle della Canna: da canale Rivalone a fiume Lamone come da confini Pre-Parco; 7. Foce Fiumi Uniti: scolo Acque Alte, scolo Consorziale fino all'argine dx Fiumi Uniti compreso, lungo l'argine fino all'abitato di Lido di Dante; 8. Pineta di Classe: comprende la zona pinetale, i terreni adiacenti fino alla SS16 da Fosso Ghiaia al Bevano ed Acquara compresi, i terreni esterni ad Ortazzo ed Ortazzino, fino alla via dall'Oglio; 9. Salina di Cervia: chiari situati ad ovest e a sud delle saline, interni al pre-parco del Delta; 10. Vasche ex Zuccherificio di Mezzano; 11. Alfonsine: Zone umide adiacenti il Boschetto dei Tre Canali, Riserva Naturale ex Cava Violani; 12. Bagnacavallo-Russi: fiume Lamone, all'interno del piede esterno argini, Vasche ex Zuccherificio, Villa Romana; 13. Bacini di Conselice - Bacini ex cave di Lavezzola; 14. Bacini di Massalombarda: già interni a Zona Ripopolamento e Cattura; 15. Vena del Gesso Romagnola: include i territori del Parco e Pre-Parco omonimo, discendendo verso valle ad inglobare le zone calanchive incolte con punte fino alla strada per Torranello, adiacente al confine di provincia, del Monte Bedone, adiacente alla Sintria, Villa Vezzano, Piedeura, Rio Samba e S.Rufillo in località Brisighella. Aree di Riequilibrio Ecologico Le aree di riequilibrio ecologico sono costitute da aree naturali od in corso di rinaturalizzazione, di limitata estensione, inserite in ambiti territoriali caratterizzati da intense attività antropiche che, per la funzione di ambienti di vita e rifugio per specie vegetali ed animali, sono organizzate in modo da garantirne la conservazione, il restauro, la ricostituzione. In Provincia di Ravenna vi sono 4 aree di riequilibrio ecologico: Podere Pantaleone; Villa Romana di Russi; Canale Naviglio Zanelli; Bosco di Fusignano. Rete Ecologica Provinciale La Rete Ecologica è prevista dalla legge regionale 17 febbraio 2005, n. 6, al fine di garantire la salvaguardia di aree di collegamento ecologico per la tutela e la conservazione di flora e fauna. La Rete Ecologica è individuata, come previsto dalla citata legge regionale n. 6/05, mediante il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (articolo 7.3). La realizzazione della Rete Ecologica è possibile attraverso interventi di varia natura, purché corenti con le previsioni dello specifico progetto, tavola 6 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Siti di Importanza Comunitaria (SIC) L’obbiettivo della Direttiva 92/43/CEE "Habitat", è la salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio dei paesi membri dell'Unione Europea. Questa Direttiva prevede di adottare misure volte a garantire il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di interesse comunitario. Gli allegati della Direttiva riportano liste di habitat e specie animali e vegetali per le quali si prevedono diverse azioni di conservazione e diversi gradi di tutela. In base agli elenchi dell'allegato I per gli habitat e dell'allegato II per le specie vegetali ed animali sono stati individuati i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) destinati a divenire, a seguito della loro elezione da parte dell’Unione Europea, le ZSC che costituiranno l’insieme di aree della Rete Natura 2000, rete per la conservazione del patrimonio naturale europeo. Siti di Importanza Comunitaria in provincia di Ravenna: IT4060001 IT4060002 IT4060003 IT4070001 IT4070002 IT4070003 IT4070004 IT4070005 IT4070006 IT4070007 IT4070008 IT4070009 IT4070010 IT4070011 IT4070013 IT4070016 IT4070017 IT4070021 IT4070022 IT4070024 Valli di Argenta Valli di Comacchio Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta di Bellocchio Punte Alberete, Valle Mandriole Bardello Pineta di San Vitale, Bassa del Pirottolo Pialasse Baiona, Risega e Pontazzo Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina Salina di Cervia Pineta di Cervia Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano Pineta di Classe Vena del Gesso Romagnola Canali e ripristini ambientali di Alfonsine Alta Valle del Torrente Sintria Alto Senio Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno Bacini di Russi e Fiume Lamone Podere Pantaleone IT4080007 Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi, Terra del Sole Sistema delle Aree Protette La Provincia di Ravenna, nonostante la ridotta superficie, ospita una diversità biologica tra le più alte a livello regionale e nazionale. La ricchezza di specie ed habitat è ulteriormente accresciuta dalla presenza di elementi rari e di elevato valore conservazionistico. Questo prezioso patrimonio naturale è dovuto alla notevole complessità di ambienti naturali e, in particolare, alla presenza di habitat assai diversificati, dagli ambienti costieri a quelli planiziali, dalla collina alla media montagna. In considerazione di tale straordinario patrimonio naturale, sono state istituite in provincia di Ravenna numerose Aree Protette. Il Sistema delle Aree Protette della Provincia di Ravenna Il “sistema delle aree protette” è stato costituito dalla Regione Emilia-Romagna con la legge regionale 17 febbraio 2005, n. 6. A tale sistema appartengono, in Provincia di Ravenna, le seguenti aree protette: Parco Regionale del Delta del Po Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola Riserva Naturale Orientata Alfonsine Area di Riequilibrio Ecologico Podere Pantaleone Area di Riequilibrio Ecologico Villa Romana di Russi Area di Riequilibrio Ecologico Bosco di Fusignano Area di Riequilibrio Ecologico Canale Naviglio Zanelli L.R. n. 27/89 L.R. n. 10/05 D.C.R. n. 172 del 14/11/90 / / / / Le altre aree protette Riserve Naturali dello Stato (L. n. 394/91) Riserva Naturale Zoologica “Sacca di Bellocchio” Riserva Naturale Orientata “Foce Fiume Reno” Riserva Naturale Popolamento Animale “Destra Foce Fiume Reno” Riserva Naturale “Pineta di Ravenna” Riserva Naturale “Duna Costiera di Porto Corsini” Riserva Naturale “Duna Costiera Ravennate e Foce Torrente Bevano” Riserva Naturale Popolamento Animale “Salina di Cervia” D.M. 09/02/1972 D.M. 16/03/1981 D.M. 30/09/1980 D.M. 13/07/1977 D.M. 15/04/1983 D.M. 05/06/1979 D.M. 31/01/1979 Zone Ramsar (D.P.R. n. 448/76) Sacca di Bellocchio Punte Alberete Valli residue del comprensorio di Comacchio (Fattibello, Fossa di Porto, Campo, Lido di Magnavacca ed altre minori) Pialassa della Baiona e territori limitrofi Ortazzo e territori limitrofi Saline di Cervia 5) Strategia Provinciale per la costituzione degli Accordi Agroambientali Per quanto premesso nei prcedenti paragrafi ed in considerazione della morfologia del territorio, delle colture praticate e dell’avifauna presente, si ritiene congrua la costituzione di tre accordi agroambientali così denominati: - Accordo agroambientale della Pianura litoranea; - Accordo agroambientale della Bassa Pianura e delle Bonifiche; - Accordo agroambientale dell’Alta Pianura e della Collina