< In discussione > Opera di una vita vendesi Molte PMI non trovano un successore all’interno della famiglia e optano quindi per la vendita. Quali aspetti occorre tenere presenti? Due imprenditori e un dirigente bancario parlano delle proprie esperienze. Hänggi: Un buon imprenditore ha an- Signor Hänggi, com’è diventato imprenditore? Eugen Hänggi: Il mio caso è una clas- tenne particolarmente sensibili. E così, a un certo punto, mi accorsi che alle sedute di lavoro ero sempre il più vecchio e che chi mi stava di fronte dimostrava più rispetto per l’età del capo che non per le sue competenze specifiche. Era arrivato il momento di lasciare. Inoltre, volevo evitare di affrontare il tema della successione troppo tardi, ma occuparmene in prima persona. In fin dei conti, programmare la vendita dell’azienda per regolarne la successione è l’operazione più importante che un imprenditore possa fare nel corso della sua carriera. sica storia di azienda a gestione familiare. Mio padre aveva fondato nel 1945 una fabbrica di stampi. Quando si trattò di scegliere una professione, decisi per un apprendistato di utensilista nell’impresa paterna, come peraltro mio fratello. All’epoca, esisteva una sorta di obbligo morale a entrare nell’azienda di famiglia, anche se naturalmente non se ne parlava apertamente. Signor Grolimund, com’è diventato Philippe Obrist, Executive Director Mergers & Acquisitions UBS, Zurigo Parole chiave L’esperto consiglia: 1. L’imprenditore deve riflettere per tempo sulla propria successione. 2. Chi vuole vendere la propria azienda deve presentarla dal suo lato migliore: facendolo in modo adeguato è possibile creare un notevole plusvalore. 3. Per vendere è opportuno ri- 8 correre alla consulenza di esperti, poiché un processo sistematico consente di accrescere sensibilmente il prezzo d’acquisto. Una volta avviato, il processo va concluso in tempi rapidi: per clienti, collaboratori e parti in causa, prima si pone fine all’incertezza, meglio è. azionista di maggioranza e CEO delÈ stato chiaro sin dall’inizio che lei l’agenzia fotografica svizzera Keyavrebbe preso le redini dell’azienda? stone? Hänggi: Assolutamente no. In realtà, Walter Grolimund: Contrariamente al dopo l’apprendistato e la Scuola Tecnica Superiore avrei voluto lavorare alle dipendenze di un’altra azienda, e ci ho anche provato. Dopo tre mesi ho però gettato la spugna. Mi sono reso conto che un futuro d’impiegato non corrispondeva alla mia idea di carriera. Fu così che, dall’oggi al domani, mi candidai per un posto nell’impresa di famiglia. signor Hänggi, la cui storia è tipica di un’azienda a gestione familiare, il mio percorso è stato un po’ diverso. Sono ingegnere meccanico e ho lavorato in tutto il mondo per diverse società. Successivamente sono stato capo ingegnere in una fabbrica di pneumatici e ho maturato esperienze nel campo delle finanze. Alla fine degli anni ottanta, grazie a un cacciatore di teste sono approdato a una piccola holding Evidentemente, il posto l’ha ottenuto. di sette aziende che doveva essere risaHänggi: Sì, e insieme a mio fratello, nata. ho lavorato 15 anni con grande successo. Durante questo periodo mio Keystone era parte di questa holpadre ridusse gradualmente il suo im- ding? pegno in ditta, e quando si avvicinò il Grolimund: Sì. All’epoca l’azienda era momento di regolare la successione, fortemente indebitata e sull’orlo del in famiglia vagliammo diverse op- fallimento. Parlando con le banche, zioni. La scelta cadde su di me, e nel nacque l’idea di un’acquisizione da 1991 presi il timone dell’impresa. parte mia. Fu così che nel 1990, insieme a un socio coinvolto nell’operaQuando si è reso conto che era arri- zione dal punto di vista finanziario vato il momento di pensare concre- ma non operativo, entrai in Keystone tamente alla sua successione? come azionista di maggioranza. I partecipanti alla discussione (in senso orario): Eugen Hänggi, ex titolare della Heinz Hänggi Sagl, il moderatore Boris Schneider, Walter Grolimund, ex titolare dell’agenzia fotografica Keystone e Philippe Obrist, Executive Director Mergers & Acquisitions di UBS. Un ingegnere meccanico a capo di avere una moglie e dei figli e non af- Signor Obrist, qual è il ruolo di una un’agenzia fotografica? finché l’azienda avesse un successore. banca nella vendita di un’azienda? Grolimund: Effettivamente, all’inizio Inoltre, tra i miei conoscenti, c’erano Philippe Obrist: La vendita di un’a- ero a digiuno di esperienza nel settore dei media. Un’esperienza che tuttavia non era strettamente indispensabile, perché Keystone aveva soprattutto bisogno di svilupparsi sul piano tecnologico, e qui come ingegnere potevo dare una mano. Quando entrai in azienda, i collaboratori erano 25, al momento della vendita superavano il centinaio. Keystone fornisce a tutto il paese – dai giornali alle agenzie pubblicitarie – fotografie di eventi politici, economici e sportivi. Quando ha iniziato a pensare alla sua successione? Grolimund: Circa cinque anni fa, quando il mio socio e io iniziammo a riflettere sul tema. Oggi ho più di 65 anni, quindi sono pensionato. Per me è sempre stato chiaro che non avrei più voluto lavorare a 70 o 75 anni. Non avrebbe fatto bene all’azienda, e nemmeno a me. Lei e il suo socio avete deciso di vendere. Avete contemplato anche altre possibilità? Hänggi: In realtà mi sarebbe piaciuto trovare una soluzione all’interno della famiglia. Non era però una priorità, perché ho creato una famiglia per sufficienti esempi di soluzioni familiari che non hanno funzionato. Ciò che volevo evitare a tutti i costi era di vedere andare a rotoli sia l’azienda che la famiglia. Ma i vostri figli non erano interessati? Hänggi: Ne ho parlato con mio figlio. L’ingegneria, però, non era propriamente il suo mondo. E io avevo deciso che né un giurista né un economista avrebbe mai guidato la mia azienda. Non volevo neppure un direttore esterno, che avrebbe mandato avanti il business con soldi di terzi. Optando per la vendita, ho scelto una soluzione che avrebbe consentito ai miei figli di andare per la loro strada con il mio sostegno. Grolimund: Mio figlio aveva lavorato a più riprese in azienda e segnalato un certo interesse a impegnarsi in prima persona. Tuttavia, decidemmo di non imboccare questa strada, perché il valore dell’impresa era troppo alto e il finanziamento della transazione impossibile. A margine, si era anche discusso della vendita a un investitore finanziario. Soluzione che però mi avrebbe costretto a lavorare a tempo pieno ancora quattro-cinque anni. E la cosa non mi garbava affatto. zienda è paragonabile a una corsa a ostacoli. Bisogna superarne molti e poco prima del traguardo si può ancora mettere un piede in fallo. UBS Mergers & Acquisitions (M&A) Svizzera è al fianco delle società durante l’intero processo di vendita. Il nostro team svolge la funzione di navigatore e interlocutore strategico. Mette a disposizione dei titolari la sua pluriennale esperienza, il suo know how e un network di potenziali interessati. Perché un’azienda opta per la vendita? Obrist: Ci sono diverse ragioni. Spesso il titolare desidera trovare una soluzione all’interno della famiglia, questo però non è sempre possibile. Sostanzialmente, dal punto di vista economico, fintantoché lo sviluppo dell’azienda non viene frenato, i rapporti di proprietà sono un aspetto secondario. Inoltre, non di rado le PMI si trovano in situazioni per cui, a medio termine, 9 < In discussione > Walter Grolimund, ex titolare di Keystone, Zurigo Parole chiave Il CEO in pensione consiglia: 1. La successione tramite vendita va definita come un chiaro obiettivo. Chi opta per questa soluzione deve fissare un’adeguata tabella di marcia. 2. Da solo un imprenditore può vendere prodotti o servizi, ma non la sua azienda. Occorre una consulenza. Spesso ci si lascia sfuggire i dettagli e non si conosce l’ottica dell’interlocutore. 3. Il titolare deve decidere se dopo la vendita l’azienda deve continuare a essere un’entità autonoma oppure se va integrata nell’impresa dell’acquirente. Inoltre, deve sapere imporre tale decisione. crescere costa di più di quello che rende. Per uscire da questa situazione, spesso cercano un socio. In questi casi, la vendita a una società attiva nello stesso settore o a un investitore finanziario si rivela la soluzione migliore. Altri argomenti a favore della vendita possono essere un’ondata di consolidamenti nel settore o nuove scoperte tecnologiche. O molto più semplicemente un contesto di mercato positivo che consente di strappare un buon prezzo. Come si svolge il processo di vendita? Obrist: Di norma si articola in cinque fasi. In quella preparatoria l’azienda viene predisposta per la vendita e si cercano possibili interessati. Insieme al titolare si scelgono quelli che verranno contattati nella seconda fase. Sulla base delle dichiarazioni d’intenti ricevute il titolare decide quali potenziali acquirenti sottoporre al processo di due diligence. In questa terza fase gli interessati passano al vaglio l’azienda e fanno un’offerta. A questo punto si passa alla quarta fase, quella delle trattative, seguita dalla quinta, il perfezionamento della transazione, con la firma e la messa in atto del contratto. gere con la vendita. Sulla scorta di queste informazioni cerchiamo potenziali interessati nel network di UBS. Noi e i nostri colleghi siamo in stretto contatto con dirigenti aziendali di tutto il mondo, di cui conosciamo gli obiettivi strategici. Talvolta, accanto ad altre imprese, quali acquirenti entrano in linea di conto anche privati facoltosi e interessati a rilevare un’attività industriale oppure famiglie che UBS approccia nell’ambito della gestione patrimoniale. Ma non è l’imprenditore a conoscere meglio i potenziali interessati? Obrist: Assolutamente sì. Tuttavia, con il sostegno di un esperto esterno, è possibile ampliare sensibilmente la loro cerchia. Il successo della vendita non dipende solo dalla scelta dell’acquirente, ma anche dalla professionalità con la quale tutto l’iter della vendita viene gestito. Inoltre, non di rado, grazie al know how e all’aiuto degli specialisti è possibile aumentare notevolmente il prezzo di vendita. Per le PMI, negli ultimi anni, è diventato più difficile trovare un successore in famiglia? Rispetto al passato, oggi si vendono più aziende a terzi? Obrist: Non direi. Abbiamo conside- rato il numero di vendite di aziende a società svizzere nel periodo 20022007 e rilevato che il loro numero varia in funzione della congiuntura. Per il resto, rimane stabile. In futuro, penso però che molti imprenditori affronteranno il tema della vendita in modo meno emotivo e più diretto. Per questo motivo prevedo un auQuando consiglia a un’azienda di mento delle vendite a terzi. vendere? Obrist: Per prima cosa un imprendi- Signor Hänggi, lei come ha gestito tore deve essere pronto interior- la vendita? mente. Il processo decisionale sulla Hänggi: Il processo è durato circa un successione dovrebbe quindi iniziare per tempo. Poi bisogna preparare l’azienda. Il momento ideale per la vendita è quando prospera ed è in buona salute, ha lanciato con successo nuovi prodotti e dispone di un management ben rodato. Inoltre, è importante mostrare in modo credibile che esiste un grosso potenziale per il futuro. anno e mezzo. Che volessi vendere, per molti è stato un fulmine a ciel sereno. Durante la fase preparatoria ho coinvolto solo i miei più stretti collaboratori e qualche dirigente. Tuttavia, più si avvicina la conclusione, più il processo si fa intenso. La gente va e viene e bisogna evitare che tra il personale serpeggi l’agitazione. Come valuta la collaborazione con la Come avviene la scelta dei possibili banca? acquirenti? Hänggi: All’inizio ero molto scettico Obrist: In primo luogo il titolare illu- nei confronti dei collaboratori di 10 stra gli obiettivi che vuole raggiun- M&A. Non mi piacciono i consu- lenti. Il bancario che viene nella mia azienda non ha la più pallida idea della mia vita e delle mie emozioni. Ho chiesto che la banca si accollasse il rischio di tutti i costi che avrebbero potuto insorgere durante la fase di preparazione alla vendita. In fondo, per tutta la vita, anch’io mi sono assunto il rischio imprenditoriale. E se qualcuno non lo capisce non può essere mio partner. Avrei potuto ritirarmi anche all’ultimo minuto senza rimetterci nulla. Un diritto che ho posto come condizione, anche se è inconsueto. Perché ha scelto UBS? Hänggi: UBS poteva offrirmi un netEugen Hänggi, ex titolare della Heinz Hänggi Sagl, Bettlach Parole chiave L’imprenditore consiglia: 1. Un imprenditore deve sentirsi realmente pronto a programmare la successione. Chi imbocca questa strada deve andare fino in fondo. 2. Il titolare disposto a vendere deve decidere se tagliare completamente i ponti con l’azienda o se rimanervi in qualche modo legato. 3. L’imprenditore deve riflettere bene sul valore della sua azienda e su quanto intende ricavare dalla sua vendita, questo per evitare esitazioni e indecisioni nelle diverse fasi dell’operazione. work internazionale. La mia azienda ha clienti in tutto il mondo, occorreva quindi un interlocutore presente nei cinque continenti. Una delle competenze chiave della banca è la ricerca e l’individuazione di possibili partner a livello mondiale con un «profilo cieco». In questo modo, negli Stati Uniti abbiamo trovato un acquirente ideale, con un impegno di lungo respiro: il Barnes Group. Signor Grolimund, ha sofferto anche lei? Grolimund: Fino a un certo punto sì, benché il mio caso fosse un po’ diverso da quello del signor Hänggi. Ho rilevato la società che avevo già 45 anni. E poi, non mi sono staccato completamente da Keystone, sono ancora presidente del consiglio di amministrazione. In questo modo, mantengo un legame senza dovermi però più assumere rischi imprenditoriali. Signor Grolimund, lei come ha vissuto la vendita? Grolimund: Ricordo il processo di vendita come un periodo estremamente faticoso. Fino alla firma del contratto, in azienda l’unico a essere coinvolto ero io. Ciò significa che tutti i documenti, per esempio per l’esame di due diligence, sono stati preparati di notte e la domenica, quando in ufficio non c’era nessuno. Parallelamente, però, l’attività quotidiana doveva continuare. Il tutto è durato oltre un anno. Eppure ho comunicato la notizia della vendita – in esclusiva – all’agenzia Austria Presse e all’Agenzia Telegrafica Svizzera solo quattro settimane prima della firma del contratto. Come ha metabolizzato la vendita? Hänggi: La sensazione che si prova a seguito della vendita occupa un aspetto centrale. Vendere è una sofferenza. Quindi, il ricavato deve rappresentare un indennizzo più che adeguato per questo dolore. I soldi sono l’unica consolazione. Può sembrare materialistico, ma è così. In fondo, si consegna l’opera di una vita nelle mani di estranei. Dopo rimane solo il denaro, con cui crearsi nuove prospettive. Ulteriori informazioni L’opuscolo UBS outlook «Succession dans l’entreprise» (in francese o tedesco) illustra le validissime ragioni che devono spingere un imprenditore responsabile a programmare per tempo la propria successione finanziaria e operativa. ordinazioni rapide e ✐ Per veloci: • tagliando elettronico su www.ubs.com/pmi-ordine • e-mail a [email protected] 11