SETTEMBRE 2010
Informazione a cura di Remo Malvestiti
Sì, vogliono costruire vasche di laminazione a Senago
Perchè servono?
La ragione è che negli ultimi decenni si è costruito troppo e
male, l’Italia è la prima nazione al mondo per uso di cemento pro capite, la Lombardia è tra le regioni più urbanizzate
della terra.
Anche il modo di costruire è cambiato.
Fino agli anni ’60 si rispettava la morfologia del territorio, si
costruiva in base ad una valutazione ponderata da parte di
tutta la comunità, sulla base cioè della conoscenza storica
dei luoghi, tenendo conto di non costruire laddove il fiume
o torrente potesse esondare, le colline franare e così via.
Dopo il 1960, l’unico criterio è stato quello della speculazione e di conseguenza non si è più rispettato né i corsi d’acqua
né tanto meno le colline: il prezzo sono state le inondazioni
e le frane.
Il fiume Seveso è ciò che ci riguarda.
Qualcuno credeva che per migliorare il rapporto uomo-natura nelle città e rafforzare la sicurezza della vita nei quartieri,
necessitasse voltare le spalle ai corsi d’acqua per non vederne l’inquinamento ed il degrado, pensando bene di tombinare lunghi tratti del Seveso e di altri fiumi, causando l’impossibilità di pulire l’alveo con tutto quello che comporta.
Ecco il risultato: alle prime piogge abbondanti, allagamento
di strade, capannoni e case.
Un progetto per eliminare il problema allagamento a
Bresso, Niguarda e Milano.
Il comune di Milano per evitare le inondazioni, si rivolge alla
Regione e Provincia, gli assessori alla partita danno mandato ai tecnici di studiare un progetto per la realizzazione
di un bacino idrico per il ricovero delle esondazioni delle
acque del Seveso. L’area naturale è il Parco Nord, dove
passa il fiume, in corrispondenza della zona Nord Milano.
I tecnici presentano il progettato, e l’assessore della Regione chiama i sindaci interessati i quali si rendono conto
che l’acqua del Seveso è inquinata.
Allora non basta più un bel laghetto pulito, ma servono del-
le vasche di laminazione. “Le vasche nel Parco Nord noi
non le vogliamo” gridano i sindaci, la voce si fa sempre più
grossa e così forte che riescono a convincere l’assessore alla
partita a trovare un’altra località e guarda caso trova…
Senago.
Cos’è una vasca di laminazione?
Sono opere idriche che vengono realizzate per ridurre la portata di un corso d’acqua durante le piene tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell’onda di piena.
Questi serbatoi di laminazione vengono realizzati su territori delimitati da arginature naturali o artificiali.
Il loro funzionamento è complesso e richiede manovre
specifiche, noi a Senago abbiamo già un canale scolmatore
per le piene del fiume Seveso, ma non basta e per evitare
straripamenti, quando il fiume supera il livello di guardia si
aprono le paratie mobili che sono a monte del fiume, l’acqua entra nel canale scolmatore che la porta nelle vasche di
laminazione e qui rimangono fino a quando cessa la piena,
poi vengono fatte uscire a valle ed entrano ancora nel canale
che le porta nel Ticino.
Tutto questo serve per far sì che non si allaghino le case e
le strade in zona Bresso, Niguarda e Milano.
IN DATA 10 LUGLIO SI È UFFICIALMENTE COSTITUITO IL C.A.V.
Comitato Anti Vasche. Apartitico, vede tra i suoi fondatori giovani ed associazioni senaghesi che hanno scelto come
primo strumento di comunicazione Facebook “NO ALLE
VASCHE DI LAMINAZIONE”.
La creazione del comitato è dovuta al totale silenzio mantenuto da parte delle Istituzioni, Comune, Provincia, Regione
su un progetto di così importante ricaduta per il nostro territorio.
Il primo atto concreto del C.A.V. è stata l’indizione di una
assemblea pubblica tenutasi in data 12/07/2010 al parco di
via Martiri di Marzabotto nel corso della quale è stata fatta una cronistoria sul problema legato alle esondazioni del
fiume Seveso a Niguarda e Bresso, si sono rese pubbliche le
disposizioni degli organi preposti alla soluzione del problema
e, alla fine della riunione, sono state raccolte firme per una
petizione che chiede lo stop al progetto vasche.
LA Redazione
www.senagonoilacitta.it
Senago noi e la città
n. 50 - SETTEMBRE 2010
Periodico d’informazione registrato al Tribunale di Milano N. 130 - 5 Marzo 1994
N. 7.000 copie distribuite gratuitamente sul territorio senaghese.
Direttore resp.: Remo Malvestiti
Editore: “Il Futuro” - Capo Redattore: Matteo Colombo
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Pubblicità: Mery Malvestiti A 338.746.21.30
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Informazione e riflessione a mente alta di Remo Malvestiti
Perché non si è voluto informare il Consiglio Comunale ed i cittadini?
La questione delle vasche di laminazione a Senago
parte nel 2006 quando la Regione Lombardia nell’approvazione del piano cave (D.C.R. 16 maggio 2006 n°
8/166 nell’ambito ATE g16) prevede la realizzazione di
vasche di laminazione per l’esondazione del fiume Seveso nella cava di via Brodolini.
La Giunta Chiesa, in possesso di questa delibera, era al
corrente, ma tenne tutto nel cassetto.
L’attuale Amministrazione, in una riunione per l’illustrazione del nuovo Piano di Governo del Territorio, parlò
della volontà della Regione Lombardia di realizzare delle vasche di laminazione a Senago, ma proprio per le
scarse notizie in suo possesso, non fece cenno né alle
dimensioni né alla spesa: anche la Giunta Rossetti è al
corrente, ma non dà risonanza alla questione.
Solo successivamente qualche dubbio iniziò a serpeggiare.
Partì una scrupolosa ricerca che portò alla luce fatti
che, fino a quel momento, ai più erano sconosciuti.
Si scopre che nel 2009, l’allora Assessore Regionale al territorio Davide Boni, sottoscrisse, con altri enti, l’atto integrativo di un accordo che prevedeva, a Senago, una mega vasca
di laminazione della grandezza di circa 10 ettari, pari a 18/20
campi da calcio, con una spesa di circa 10.000.000 di euro.
Vasche che porteranno sul territorio di Senago la fogna delle
piene ed i veleni dell’acqua inquinata che genererà pesanti
disagi come zanzare, topi e tutto quanto può comportare
l’acquitrino maleodorante lasciato sul fondo delle vasche.
La “Farfalla”, dopo essersi confrontata, con un comunicato
stampa, rende pubblica tutta la questione.
Dopo che tutto è stato reso pubblico, nel Consiglio Comunale del 7 giugno scorso, l’ex Assessore Fois dice: (sintesi dell’intervento) “Su un settimanale della nostra zona,
Remo Malvestiti, esponente de “La Farfalla”, getta alcuni
inquietanti interrogativi relativamente a delle vasche di laminazione che la Regione Lombardia avrebbe intenzione di
realizzare nell’area sud del nostro Comune.
Per completa informazione del Consiglio e della cittadinanza, mi preme precisare che nel periodo in cui ho ricoperto la carica di Assessore-Vicesindaco ho avuto modo di sentir
parlare di queste vasche solo in due occasioni.
La prima nel 2008, in una conferenza di servizi per la viabilità con la direzione della Provincia di Milano, dove un funzionario disse che la regione aveva l’intenzione di realizzare
Senago, cava di via Brodolini,
dove si vorrebbe costruire le vasche di laminazione
delle vasche di laminazione nel comune di Senago.
La seconda nella primavera del 2009, sul finire del mio
mandato: il Comune venne convocato dalla Regione per la
presentazione di un progetto relativo ad opere idrauliche sui
corsi d’acqua in ambito regionale e si parlò di vasche a Senago, presenziammo io in qualità di Assessore e l’attuale Capo
del settore tecnico.
Quindi tutti sapevano, perché non si è parlato subito chiaramente?
I cittadini si chiedono:
Il Consiglio Comunale che ha il compito di indirizzo ed il
controllo della Giunta, perché non è stato informato?
Perché la cittadinanza è stata tenuta all’oscuro del grave
problema?
Certo: quando si parla di avvenimenti sfavorevoli per l’intera
comunità, si parla sottovoce o non si parla affatto.
Con questa teoria è passato il Crash Test e l’Agglomerato Case di via De Gasperi. Ora le vasche di laminazione.
I cittadini si ribellano, danno voce ai giornali, organizzano comitati, vogliono far capire alle persone deputate ad
amministrare gli enti pubblici, che i problemi che assillano
la cittadinanza non sono né di destra né di sinistra, bisogna
solamente cercare di risolverli.
Finalmente, nel Consiglio Comunale del 15 luglio 2010,
abbiamo visto destra e sinistra compatta a dire NO alle
vasche: un segno di grande maturità che si spera, per il
bene dell’intera cittadinanza, possa continuare.
Nella seduta del 15 luglio 2010 viene approvata all’unanimità la mozione
contro la realizzazione di vasche di laminazione nel territorio di Senago.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che la Regione Lombardia ha chiesto al Comune
di valutare un accordo per realizzare una vasca di laminazione nell’area a sud del canale scolmatore.
Richiamato l’atto della Giunta Comunale n. 114 del
01/06/2010 in cui sono evidenziate le problematiche relative
a tale previsione.
Evidenziato altresì che l’eventuale realizzazione della vasca
di laminazione compromette l’integrità del territorio di Senago e valutato la necessità di tutelare i residenti escludendo
la collocazione di impianti non consoni al quartiere.
Esprime parere contrario alla realizzazione delle
vasche di laminazione nel territorio di Senago.
Impegna il Sindaco e l’Amministrazione Comunale a manifestare il parere contrario a tale previsione in tutte le sedi
Istituzionali deputate a scelte di programmazione e previsione territoriali.
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Come è nato “
Il comitato di amministrazione dell’Istituzione Italo Calvino insediatosi
nell’ottobre dello scorso anno, ha confermato la maggior parte delle iniziative
organizzate dalla Biblioteca cambiando
solo la manifestazione “Chi circo trova”, con “Lasciare il Segno” , progetto
sviluppato in concerto con il Polo Culturale Insieme Groane .
Si è partiti dal nostro territorio, posto a 13 km a nord ovest di Milano e a
soli 5 km dalla sede della nuova Fiera,
in un Parco Regionale, le Groane, con
ancora ampie aree a verde, a metà strada della ciclabile che unirà il parco del
Ticino a quello dell’Adda, con tante ville di delizia, Villa Borromeo, Sioli, Monzini, Ponti e Degli Occhi, la vicina villa
Arconati sede di prestigiosi spettacoli,
la vicinanza alle Ferrovie Nord, l’essere
nell’area nord ovest di Milano, quella
maggiormente interessata dall’EXPO
2015.
Il consiglio di amministrazione ha
preso in considerazione il tema dell’EXPO “Nutrire il Pianeta, Energie
per la Vita” e ha formulato un progetto
nel quale fossero presenti la riscoperta
di origini e tradizioni culinarie, la salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente,
il nutrimento di corpo e anima.
E’ così nata la manifestazione “Lasciare il segno” (descritta nei particolari nelle pagine seguenti) nella quale
”
IL C.D.A. Biblioteca alla conferenza stampa per la presentazione “Lasciare il Segno”.
Carlo Cattaneo, Presidente Polo Culturale Groane, Claudio Meneghello cons., Angelo Rega ass.,
Aldo Mauri Presidente, Cesare Minora cons., Roberto Borghi cons., Remo Malvestiti cons.
i tre elementi trovano espressione in
altrettante iniziative:
l’Albero
della
Poesia
Siamo alla prima edizione di una manifestazione che si propone di crescere
negli anni che ci separano dal 2015 con
l’ambizione di divenire, in unione con
il Polo Culturale Insieme Groane e con
il Consorzio Parco delle Groane, un’offerta di visibilità e fruizione del nostro
territorio in occasione di EXPO 2015,
non con l’insediamento di nuove costruzioni o strade, ma con la messa
a disposizione del nostro patrimonio
artistico, culturale, naturalistico e di
tradizione.
Consiglio d’Amministrazione
Ist. Italo Calvino - Biblioteca di Senago
Manifestazioni - Arti e Sapori - Mezza Maratona Groane - Poesia
Senago: da sabato 4 settembre a domenica 3 ottobre 2010
l’Istituzione Italo Calvino in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura,
Sport e tempo libero del Comune di
Senago nell’ambito delle iniziative organizzate con il polo Insieme Groane,
ha creato la manifestazione “Lasciare
il Segno”: poesia, mezza maratona
competitiva affiancata da una manifestazione podistica, incontro con i gusti
e con le antiche tradizioni culinarie ed
artigiane, iniziative che animeranno Senago nei fine settimana dal 4 settembre al 3 ottobre, richiamando pubblico
e partecipanti non solo senaghesi, ma
di tutti i comuni componenti il polo Insieme Groane e più estesamente della
metropoli Milanese.
L’obiettivo di “Lasciare il Segno” è
quello di valorizzare il nostro comune anche in vista del prossimo EXPO di Milano.
Partendo dal fatto che Senago
vanta uno dei pochi territori ancora
salvaguardati dalla pressione edilizia
dell’hinterland milanese con un ampia
area agricola posta a sud, con il 40%
del proprio territorio insito nel Parco
Groane a ovest, con ben 5 ville e relativi parchi di rilevanza storica ed ambientale nel proprio centro, “Lasciare il
Segno” candida Senago come sede in
grado di offrire occasioni di momenti di
vita all’aria aperta e su terre sane (dai
qui l’etimo di ‘Senago’) arricchita dalla
poesia e dalla memoria delle tradizioni. Ecco nel dettaglio come si articola il
programma.
Sabato 4 e domenica 5 settembre tutto
il giorno - Piazza Tricolore.
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Nello spazio della piazza Tricolore e
nel parco antistante si terrà una festa
del gusto con esposizione e vendita di
prodotti biologici e della filiera corta in
collaborazione con la ConfAgricoltori.
Ci sarà l’intervento di attori figuranti
che rappresenteranno gli antichi mestieri, saranno organizzati giochi per
bambini riconducibili al passato e con
i più moderni gonfiabili. La festa sarà
completata con serata danzante sia sabato che domenica.
Domenica 12 settembre alle ore 9
con partenza dal Centro Sportivo inizia
la manifestazione concomitante con la
Fiera di Senago.
La corsa competitiva accreditata
FIDAL, sulla distanza dei 21km, attraverserà i luoghi più suggestivi del Parco
delle Groane portando i partecipanti
(tra i quali è prevista la partecipazione
di campioni nazionali), a conoscere le
bellezze naturali e storiche come villa
Arconati, villa Borromeo e villa Sioli, il
lago delle ninfee, la brughiera.
Il percorso verrà stabilmente segnalato
(“Lasciare il Segno”) in modo da divenire una palestra verde aperta, fruibile
anche dagli abitanti della vicina metropoli essendo raggiungibile con le Ferrovie Nord.
Per i meno allenati sarà organizzata, in collaborazione con AVIS, una
passeggiata/corsa non competitiva sulla
distanza più breve di 10 km.
Per chi volesse saperne di più,
iscriversi alla manifestazione
o vedere le foto del percorso
lanciandosi in una corsa ideale
sul sito digitando www.mezzagroane.it.
l’Albero
della
Poesia
Domenica 26 settembre e
domenica 3 ottobre presso
la villa Sioli.
Si terrà la prima edizione de “L’albero
della Poesia” a cura di Luigi Canillo e
Gabriela Fantato.
Organismo vivente, esperienza e lingua della vita. L’Albero si sviluppa in
un ciclo che parte dal radicamento della poesia nella terra, nella comunità e si
sviluppa in seme e dono, non solo per i
poeti, ma per chiunque ami leggerla e
ascoltarla.
L’occasione offerta dagli incontri con
alcuni tra i più affermati poeti contemporanei è il primo degli appuntamenti
ideati con respiro pluriennale, che si
svolgeranno coinvolgendo nuove realtà, nuovi appassionati, con la partecipazione di musicisti, attori ed associazioni
culturali attive sul territorio. L’edizione
2010 si intitola “Radici”.
L’origine ed il destino sono fonte ed elemento specifico della
poesia, nel rapporto
tra scrittura e tempo,
destino e rivelazione. Così le radici del
linguaggio poetico si
possono ricercare nel
dialetto come lingua
originaria, nella per-
cezione più profonda della memoria e
nell’interrogazione.
“Torneranno vivi
gli amori tenebrosi
che in mezzo agli anni
lasceranno una spina,
torneranno luminosi”
Milo De Angelis
Ecco il programma:
Domenica 26 settembre 2010
ore 17.00 / 19.00 - Villa Sioli
Premio Mario Mambretti: l’Associazione Anno Zero presenta la nuova
edizione del concorso poetico aperta
a tutti coloro che coltivano l’arte della
poesia.
Leggiadri leggii: Inaugurazione della
mostra, un allestimento creativo dedicato a tutte le poesie vincitrici delle
passate edizioni del “Premio Mambretti” presso la Sala Mostre di Villa Sioli.
Destino: la parola ed il tempo.
Introducono l’incontro con i poeti
Luigi Cannillo e Gabriela Fantato
Milo De Angelis, Giancarlo Pontiggia, Ida Travi.
Interventi musicali: Adalberto Borioli
Domenica 3 ottobre 2010
ore 17.00 / 19.00 - Villa Sioli
Omaggio ad Alda Merini voce recitante Viviana Nicodemo
Memoria le radici della lingua
Introducono l’incontro con i poeti Luigi
Cannillo e Gabriela Fantato
Vivian Lamarque, Franco Loi, Edoardo Zuccato.
Interventi musicali: Antonio Ricci
Roberto Marangoni
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Progetto scolastico: “Il bell’anatroccolo”
Le scuole medie statali di via Monza
(PAPA GIOVANNI XXIII) e di via Risorgimento (ALLENDE), da anni aderiscono
ad un progetto intitolato “IL BELL’ANATROCCOLO”: un percorso di conoscenza e di intervento per l’integrazione di
alunni diversamente abili ed a rischio,
che coinvolge scuola e famiglia.
E’ un’attività che si svolge il giovedì
pomeriggio con gruppi di ragazzi normodotati e con compagni in difficoltà.
Le attività laboratoriali sono diverse
e variano nell’arco dell’anno scolastico
e sono finalizzate a sensibilizzare alla
diversità come valore, a sviluppare capacità cognitivo-relazionali attraverso
10
l’uso di molteplici linguaggi, a sviluppare l’autonomia personale e le abilità
motorie.
E’ stato bello aderire al corso di
recitazione, trovarci con i compagni
di scuola, studiare le battute e fare le
prove, ma il giorno più emozionante è
stato quello dello spettacolo.
La rappresentazione del laboratorio teatrale si è svolta all’interno della
scuola di via Monza. Dietro le quinte, il
cuore mi batteva forte, l’aria era tesa,
guardavo i miei compagni e mi sembravano tutti dei piccoli attori, in quel
momento la tensione è intensa... ma
quando la prof. ha detto: “Ragazzi si
va in scena!”, come d’incanto, sul pal-
co, la paura mi era passata, ho iniziato
a dire le prime battute, tutto mi è sembrato così normale che sono arrivata
fino alla fine. Ad un tratto ho sentito
il pubblico gridare: “Bravi, bravi!!!” e
fare un fragoroso applauso.
Questa è la magia che il palcoscenico
compie quando si fanno spettacoli anche piccoli come questi.
Alla fine la prof. Parolini ha preso il microfono ringraziando tutti i presenti ed
i collaboratori per la bella rappresentazione. Un grazie particolare all’Amministrazione Comunale che con l’aiuto
finanziario, permette lo svolgimento di
queste manifestazioni.
Alunna 2°F – Pistilli Lucrezia
Uomini del mondo sociale e politico che hanno contribuito a far crescere Senago
Franco Sioli, Cavaliere della Repubblica
Classe 1923 - Presidente A.N.C.R. e Corpo Musicale Senaghese.
Lunedì 3 maggio 2010, Franco Sioli,
testimonianza storica del periodo bellico, lasciava Senago dove ha vissuto
una vita intensa che lo ha visto molto
attivo nella comunità.
Per l’ultimo saluto, sul sagrato della
Chiesa di Senaghino, vi erano i parenti,
i cittadini ed il mondo politico e dell’associazionismo.
Franco ha speso una vita per comunicare ai giovani e non solo, gli orrori e le
atrocità della guerra, fatti che pur nella
loro violenza e crudeltà non dovrebbero
mai essere dimenticati; ha fatto conoscere inoltre la resistenza che i militari
di ogni ordine e grado hanno opposto
ai tedeschi, il tutto per evitare che situazioni simili potessero nuovamente
verificarsi e soprattutto far capire che la
libertà e la pace, conquistata con tanto
sacrificio, è un bene prezioso che va costantemente difeso.
Chi era Franco Sioli? Una persona che
sul territorio era una vera istituzione.
Vissuto da sempre nella sua amata Senago, a soli 18 anni, dovette interrompere gli studi per rispondere alla chiamata alle armi.
Nel 1943 prestò servizio militare a Va-
rese, poi a Bolzano al IV Genio Radiotelegrafisti.
L’8 settembre, con la firma dell’armistizio, i tedeschi catturarono 600.000
combattenti di stanza in Italia, Francia
e Balcani ed in seguito deportati nei lager nazisti.
Nel periodo di prigionia, nel campo di
concentramento di Ebelsberg – Linz
in Austria, dove rimase per 3 anni, ha
vissuto in prima persona molti tragici
episodi segnati dalla violenza, dalla sofferenza e dalla fame.
Oltre 40.000 persone non sono più tornate in patria, in un periodo segnato
dall’assenza del rispetto per la vita e
per la morte.
Liberato dagli americani il 5 maggio
1945, raggiunse Bolzano in treno e poi,
il 5 maggio 1945, col camion arrivò a
Senago.
Ripresa la vita normale, terminò gli studi diplomandosi geometra, si sposò e si
dedicò con amore alla famiglia.
Franco però, non poteva dimenticare
gli orrori vissuti… mentre altri giovani
pensavano a coltivare i propri hobby,
per svagarsi dopo le giornate di lavoro, lui impiegava il proprio tempo libe-
Chiesa di Senaghino, ultimo saluto a Franco Sioli
NUOVA SEDE, NUOVE ATTENZIONI
L’ufficio di SENAGO cambia sede; ci trovate in
Via Lattuada, 11 – SENAGO (MI)
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Fiera di Senago
Franco Sioli con Don Antonio Longoni
nello stand dell’A.N.C.R. e Corpo
Musicale
ro a trasmettere la propria esperienza,
“informare per non dimenticare, al
fine che le atrocità della guerra non
si ripetano più”.
Per questa causa il suo impegno fu
notevole: la fondazione dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci
negli anni ’50 lo vede in prima linea,
diventando successivamente lo storico
presidente che tutti conosciamo.
Il suo impegno non si limitò solo a Senago, ma anche a livello provinciale di
Milano, di Lodi e di Monza, dove negli
ultimi anni divenne Presidente.
Nel campo politico locale, negli
anni ’60, fu eletto Consigliere Comunale nelle file della D.C., dove portò
la propria voce in difesa dei più deboli
e per far sì che il paese crescesse sempre più al passo con i tempi moderni.
Fondò anche il Corpo Musicale Senaghese, un fiore all’occhiello che portava
con grande orgoglio.
Ciao Franco, ricorderò sempre le belle
conversazioni che facevamo nel periodo della Fiera di Senago, quando nel
tuo stand ci scambiavamo le nostre
idee, ricorderò sempre il tuo modo garbato di dir le cose, il tuo stile da gentlemen, un vero uomo moderno dai
valori antichi che sapeva comportarsi
con rispetto in ogni circostanza: un dono che poche persone possiedono.
Remo Malvestiti
Uffici esterni:
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ADDIO DENTIERA: OGGI SI PUÒ…!
12
Il termine dentiera, comunemente
utilizzato per definire una protesi mobile totale, incute di per sé un senso di
terrore e di angoscia.
Spesso, nella vita di tutti i giorni, capita
di assistere alle lamentele di persone a
noi vicine, solitamente i parenti più anziani, relativamente alla poca stabilità,
alla difficile accettazione e al discomfort
generato da questo tipo di dispositivi.
Essi, infatti, pur garantendo un ripristino completo della funzionalità masticatoria, anche con risultati estetici apprezzabili, comportano un
notevole stress psicologico
per chi è costretto a farne
uso.
La paura principale di un
paziente portatore di protesi mobile è la mancanza
di stabilità di quest’ultima
e ciò provoca insicurezza
nei rapporti interpersonali. La notevole quantità di
pubblicità di prodotti che
promettono un valido ausilio per stabilizzare le protesi
è sintomatica di questo disagio diffuso.
Un ulteriore problema è costituito dalla presenza del palato in resina,
che, a causa dell’ingombro, limita l’accettazione della dentiera da parte del
paziente.
Ad oggi, i progressi in campo odontoiatrico permettono, in una percentuale
molto alta dei casi, di poter fare a meno
di questo tipo di riabilitazione.
L’ostacolo principale per la realizzazione di protesi confortevoli, fino a
qualche anno fa, era rappresentato
dalla carenza di tessuto osseo di sostegno.
Questa condizione comportava, in
primo luogo, la mancanza di una solida
base per l’alloggiamento di una protesi
mobile e, secondariamente, non permetteva la corretta osteointegrazione
degli impianti e impediva all’operatore
di inserire questi ultimi nelle zone in cui
sono presenti strutture nobili da salvaguardare (nervo alveolare inferiore e
seni mascellari).
La perdita completa o parziale dei
denti comporta, oltre ad una ridotta o
assente funzionalità masticatoria, anche una progressiva perdita di supporto
osseo. Quest’ultimo, infatti, in seguito
alla mancanza di carico, subisce un processo di tipo atrofico che ne comporta
l’assottigliamento.
Ai giorni nostri, per risolvere questo
tipo di situazioni è possibile attuare due
fissa in tempi brevi, garantendo risultati
predicibili dal punto di vista estetico e
funzionale.
Lo sviluppo di nuove tecnologie e materiali permette all’operatore di provvedere alla riabilitazione totale tramite
l’inserimento di sei impianti nell’osso
mascellare superiore e di quattro nel
mandibolare inferiore.
Nel primo caso, la tecnica viene definita ALL ON SIX (tutto su sei), gli impianti sono in numero superiore data la
minore qualità del tessuto osseo, essi
vengono inseriti nella zona
frontale compresa tra i seni
mascellari, dove il processo
di atrofia è più contenuto e
non sono presenti particolari controindicazioni anatomiche.
Nel caso di una riabilitazione inferiore, il piano di
trattamento è definito ALL
ON FOUR (tutto su quattro),
le protesi implantari vengono inserite nella zona intraforaminale, cioè compresa
tra i due sbocchi del nervo
alveolare inferiore, siti nell’area sottostante ai due premolari.
Per poter alloggiare gli impianti in
uno spazio ristretto e garantire la massima stabilità e resistenza al carico i
due impianti distali vengono inseriti in
posizione inclinata. In questo modo è
possibile fissare la protesi completa per
garantire una riabilitazione ottimale in
tempi ristretti, anche in una seduta soltanto, riducendo i costi e garantendo
una maggiore soddisfazione del paziente.
diverse strategie di trattamento.
Una prima via prevede l’inserimento
di innesti ossei, al fine di garantire il ripristino di un adeguato supporto per la
riabilitazione implanto-protesica.
Metodologia sicuramente ottimale,
poiché permette il completo ripristino
della funzionalità masticatoria, ma più
dispendiosa per il paziente in termini
economici e di tempo.
Per questo motivo, negli ultimi anni,
sono state introdotte nuove metodiche
che permettono
di risolvere queste
p ro b l e m a t i c h e ;
VANTAGGI ALL ON FOUR/SIX
esse prevedono
- Tempi clinici ridotti
l’inserimento
di
- Costi contenuti
un numero limitato di impianti e
- Minima invasività chirurgica
la realizzazione di
- Realizzabile con ridotto quantitativo osseo
una protesi totale
Senago - Il comitato genitori delle scuole del primo circolo, impegnato a far conoscere la cultura locale
Percorsi di storia locale
attraverso il lavoro dei nonni
Gli alunni della scuola media Giovanni XXIII – Allende di Senago, nell’ambito delle manifestazioni collegate all’iniziativa
“Una settimana fra le Groane”, hanno allestito la mostra
“Legami: villa Sioli racconta”, promossa dall’Amministrazione Comunale.
I ragazzi hanno lavorato con l’entusiasmo che li contraddistingue, coadiuvati dalle insegnanti Cabrini e Passadore.
Non poteva mancare il supporto e la preziosa collaborazione delle professoresse Parolini, Macchi, Manfredi e Cesati.
Altrettanto insostituibile l’aiuto del Comitato Genitori Medie
Senago il quale non manca mai di sostenere la scuola senaghese contribuendo anche in questa occasione alla buona
riuscita della manifestazione. Così, sabato 24 aprile 2010,
nelle sale della nota villa, è stato possibile ammirare i lavori
realizzati dai ragazzi i quali hanno interpretato, attraverso
disegni e modellini, la chiesetta di Traversagna ed suoi piccoli
tesori artistici.
Villa Sioli - Nonne impegnate nell’arte del tombolo con
strumenti d’altri tempi
Nella sala conferenze, invece, sono state esposte alcune
macchine antiche utilizzate per la lavorazione di fibre e filati,
in omaggio all’ultima destinazione della villa: un cordificio,
che è rimasto in attività fino al 1993.
Il leit- motiv dell’esposizione è stato, infatti, il filo nelle
sue molteplici funzioni: giocare per esempio, al salto della corda o al gioco della “culla”, tessere con piccoli telai,
appositamente armati per l’utilizzo da parte dei visitatori;
confezionare prodotti d’uso comune, per esempio sciarpe o
semplici braccialetti.
Esperte nell’arte del tombolo hanno poi ulteriormente arricchito l’iniziativa con la loro abilità e creatività nel maneggiare
l’antico strumento.
Il Comitato Genitori 1° Circolo di Senago, che nulla ha da
invidiare all’altro già citato, ci ha regalato l’emozione della
mostra fotografica “Generazioni… i nostri nonni al lavoro”
documentando i vecchi mestieri ed in particolar modo l’attività del cordificio ed agli allevatori di bachi da seta.
Villa Sioli - Studenti delle Scuole Medie di Senago
che nell’occasione hanno collaborato come guide
nella visita dei luoghi storici locali.
Villa Sioli - Un gruppo di allieve delle medie statali di
Senago, impegnate su telai tessili dei tempi antichi
Scuole elem. di via Repubblica - Mostra organizzata dal 1° circolo
Nella scuola di via Repubblica sono stati esposti, inoltre, atti manifesti e fotografie inerenti le attività economiche
del secolo scorso.
La mostra, spiega Maura Riboli presidente del Comitato
Genitori, è stata allestita partendo dagli archivi scolastici e
dal materiale che è stato messo a disposizione dai privati.
La Redazione elogia nel dire che nessuna società civile potrà
mai costruire un presente ma soprattutto un domani, senza
prima conoscere il passato e l’aver spolverato la memoria
storica e dato una giusta importanza alle vicende, al lavoro,
alla personalità dei nostri padri e dei nonni: è stato un bellissimo lavoro che va a beneficio dei nostri figli e nipoti.
Quindi ben vengano quegli insegnanti e genitori che dedicano il proprio tempo libero a queste bellissime manifestazioni; un grande impegno, che va premiato oltre al semplice
grazie.
13
S. S. ARALDO SENAGHESE!!
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Perché Senago deve subire le colpe di altri?
14
È quello che si chiedono i cittadini senaghesi.
Non bastava aver tagliato in
due il paese con il passaggio
del canale scolmatore e di
averlo in parte allargato?
Evidentemente no!
La Regione, la Provincia e il
Comune di Milano affermano
che Senago deve dare altra disponibilità di territorio per la
costruzione delle cosiddette
vasche di laminazione che accoglieranno le acque inquinate e putride del Seveso, alias
“fiume nero”.
Un corso d’acqua di 53 km
che nemmeno passa sul territorio di
Senago!
È tempo che i comuni interessati,
anziché rimbalzarsi le colpe, si prendano la responsabilità di ciò che appartiene al loro territorio.
Il canale scolmatore ormai non è più in
grado di diminuire la portata del Seveso
nei giorni di pioggia, ne riesce a portare via al massimo 30 metri cubi di
acqua al secondo, quando invece ci
sarebbe bisogno di almeno il doppio…
dire NO ad un’opera in grado
di rovinare l’integrità del territorio.
Battaglia vinta? Non ancora.
Ecco che sabato 7 agosto
2010, dopo l’ennesimo temporale, in un articolo del Corriere della Sera, si parla che
per risolvere la questione delle
acque del Seveso, si potrebbe
costruire due vasche di laminazione a Senago.
Il pericolo delle vasche esiste, tutti sappiamo che il
Seveso è uno dei progetti
Expo.
Entro il 2015 l’annoso problema dell’allagamento nelle zone limitrofe a Milano dovranno essere risolte
e quindi cercheranno in tutti i modi di
intervenire.
I senaghesi tutti devono avere la consapevolezza che la battaglia non sarà
facile, è necessario rimanere uniti e decisi per difendere il proprio territorio,
un patrimonio che deve garantire una
giusta qualità della vita, soprattutto ai
nostri figli e nipoti.
Le acque del fiume SEVESO
detto anche FIUME NERO
ed ecco che entra in gioco il bisogno
delle vasche di laminazione.
Spunta il nome di Senago: tutti entusiasti, cancellati in un attimo 40 anni
di responsabilità e di colpe rimpallate
fra i comuni dove scorre il fiume responsabile.
Addirittura trovati anche i soldi!
10 milioni di euro stanziati dalla Regione Lombardia lo scorso novembre.
Giustamente la politica senaghese unita (maggioranza ed opposizione) ribadisce all’unanimità una mozione per
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Nota Politica
di Francesco Giacobbe
La capacità di amministrare...
La scommessa che ci attende
Mettendomi nei panni del cittadino
e cercando di esprimere imparzialità ed
obiettività devo ammettere che il Consiglio Comunale del 7 giugno scorso, con la presenza del pubblico delle
grandi occasioni, ha purtroppo offerto
ai presenti uno spettacolo indecoroso
a cui molti avrebbero fatto volentieri a
meno di assistere.
Devo altresì rilevare di non ricordare
uno spettacolo simile sin dagli anni 70
quando l’assemblea si svolgeva in Via
Risorgimento nei locali oggi occupati
dall’Associazione Erbamatta.
Nell’inedita veste di commentatore,
tento di descrivere la situazione a quanti, per vari motivi, non hanno assistito a
quel Consiglio Comunale; per comprendere meglio l’atmosfera di quella serata
dico solamente che l’insulto è stato il
complimento più gentile registrato nel
dibattito. Per quanto era successo sono
tornato a casa amareggiato e rassegnato pensando che sarebbe stato inevitabile l’insediamento del Commissario al
posto del Sindaco, per la prima volta nel
Comune di Senago.
Pertanto l’unico commento che mi
permetto di fare è quello di constatare che sono saltati tutti gli schemi, le
certezze e le modalità etiche e tecniche del modo di fare politica e quindi
di rappresentare i cittadini con un ruolo
di responsabilità, derivante dalla carica
elettiva.
Quanto è successo va oltre i limiti della dialettica politica, sconfinando nella
decenza che, Eugenio Montale, definiva una qualità della vita. Diceva un altro
vecchio saggio che l’onestà non deriva
dall’appartenenza ed una delle virtù dell’uomo è quella di riconoscere i propri
errori. Fatta questa doverosa premessa,
bisogna guardare avanti e quindi concordo accettando il nuovo e vedendo in
positivo il cambiamento; pertanto saluto con favore, simpatia e speranza, la
ricomposizione della maggioranza, voluta dai cittadini Senaghesi nelle ultime
elezioni comunali del 2009.
Un’approfondita analisi, pur personale, mi consente di fare qualche riflessione, che vuole avere come unica finalità,
il superamento delle difficoltà finora
incontrate ed il rilancio di una incisiva
azione amministrativa che, obiettivamente, è stata poco efficace in questo
primo anno di governo della nuova
compagine.
Rispetto dei ruoli, maggiore fiducia
reciproca, ricerca di sintesi e collegialità,
rimozione di scelte inopportune e superamento dei personalismi e dei tatticismi
di gruppo, se perseguiti, consentiranno
in futuro l’attuazione del programma
che i cittadini hanno condiviso e votato.
L’auspicio di tutti è che finalmente si
cominci a lavorare veramente per risolvere i problemi della città. C’è tanto da
fare, occorrono scelte non più dilazionabili ed è indispensabile avere un governo
locale stabile e coeso.
Occorre che il Sindaco e gli Assessori
siano sempre consapevoli, di non rappresentare solo le loro forze politiche di
provenienza, ma l’intera comunità e pertanto va prestata la massima attenzione
a tutte le istanze e vanno affrontate le
criticità presenti in Senago cercando di
risolverle.
In tutte le sedi bisogna difendere la comunità ed il territorio e vanno garantiti e
possibilmente potenziati i servizi: questo
è il minimo che tutti si aspettano.
Per l’esecutivo è quindi iniziata la prova
di appello, dato che i Consiglieri Comunali, responsabilmente hanno riconfermato la fiducia alla giunta; dipenderà
soprattutto da loro, che adesso sono i
protagonisti di sè stessi e che, cercando di stare insieme, dovranno dimostrare a tutta la città, di avere le capacità per
amministrare Senago, facendolo con i
fatti e non con gli slogan elettorali.
Questa è la scommessa che ci attende. Chi vivrà vedrà.
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EDITORIALE
a cura del Direttore Remo Malvestiti
Sognare una politica intesa come scienza della vita sociale
Quando nel 2009 scrissi che Senago da
bozzolo era diventato una meravigliosa “farfalla”, pensavo ad una nuova e
giovane generazione politica-amministrativa slegata da lacci e laccioli che
avrebbe portato un modo moderno,
snello ed efficace nell’amministrare la
nostra Città.
Nei miei sogni, vedevo una grande
primavera che proiettava freschi amministratori nella scienza della vita
sociale cittadina.
Persone pragmatiche, virtuose, che
lavorassero per i cittadini come sanno
fare nella loro famiglia e soprattutto
utilizzassero le loro cariche per il bene
comune.
Capaci di seguire un’etica politica
incentrata sul senso morale, basata
sulla fiducia e sull’esempio di un comportamento personale, che sapessero
controllare prima sè stessi e se criticati,
in grado di affrontare il problema con
una dialettica, sì incisiva, ma competente e diplomatica.
Con una cultura politica capace di
dialogare anche con chi è di parere diverso e non allontanando coloro che
dissentono scelte ritenute dannose per
il proprio paese.
Attente alle esperienze politico-amministrative che altri hanno già vissuto,
perché possono essere utili a comprendere cosa viene prima e cosa arriva
dopo ogni azione.
Consapevoli delle proprie responsabilità e che ricordassero sempre che la
loro elezione non è solo frutto di un
lavoro personale, ma grazie ad un’in-
tensa attività di un gruppo di
persone che si sono dedicate
pienamente ed al massimo per
raggiungere una vittoria collettiva.
Solidali fra loro nel prendere
decisioni e di fronte alle difficoltà, capaci di ricercare le soluzioni all’interno della coalizione e
non altrove.
Purtroppo, fino ad oggi, così
non è stato e la conseguenza
è un primo anno di amministrazione comunale non certamente fra i
migliori.
Abbiamo assistito ad una politica della
diffidenza e del sospetto: pur di prevalere ognuno sull’altro si è praticata
una ricerca esasperata di strane maggioranze, sia all’interno che all’esterno
della coalizione, si sono prese decisioni
avventate e solo per il buon senso di
alcuni Consiglieri Comunali, si è evitato il commissariamento del Comune.
La cittadinanza ha parlato a lungo del
ritiro e della restituzione delle deleghe,
delle dimissioni di assessori, delle oscenità sentite in Consiglio Comunale e
sulla durata di questa Amministrazione.
Detto questo, l’ottimismo mi porta a
vedere il bicchiere mezzo pieno e quindi voglio credere che questi giovani e
nuovi della politica, dopo l’esperienza vissuta, possano ora far buon uso
della seconda opportunità, dimostrando di saper rispettare la compagine
con la quale si è sottoscritto un programma di coalizione.
Essi dovrebbero tener costantemente presente che non è facile stabilire
le verità, perché ognuno di noi ha la
propria, esiste però un equilibrio che
va trovato attraverso una corretta trasparenza e lealtà, informando sempre
la coalizione in modo comprensibile.
Realizzare una giusta mediazione tra
la politica e l’istituzione, questo indispensabile connubio eviterebbe di
prendere decisioni che creano dissensi.
Operare in modo da tendere una
mano verso l’alto e una verso il basso,
abbracciando tutti, poveri e ricchi, in
maniera da realizzare una forte solidarietà sociale, tanto necessaria per
migliorare sempre più la qualità della
vita cittadina.
Sognare un futuro solido costruito sulla realtà di oggi tenendo conto
anche del passato, forse può essere
ritenuto un’utopia, ma la mia cultura
sociale mi porta a credere che i nostri
amministratori abbiano le capacità per
far sbocciare una nuova primavera a
Senago.
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SENAGO
Iscrizione R.U.I. n. A000144864
17
ISCRIVERSI ALLA JUVENTUS CLUB DOC DI SENAGO
18
Il primo scopo della JUVENTUS CLUB
DOC DI SENAGO è quello di aggregare il più possibile e col giusto spirito
di partecipazione, tutti i tifosi bianconeri che vogliano vivere e condividere la
vera passione per la Juventus, facendo
sentire la propria presenza al seguito della vecchia Signora!!!
Con la tessera del nostro club noi non
intendiamo darvi un semplice cartoncino plastificato ed i vantaggi che
questo indiscutibilmente offre, ma fra i
nostri desideri c’è primo fra tutti quello
di conoscervi e di farci conoscere per
darci un’occasione in più di parlare di
Juve, di divertirci insieme, di seguire la
squadra allo stadio, in ritiro, agli allenamenti, negli spogliatoi poco prima di
un grande match e far vivere a chi non
può venire con noi quelle grandi emozioni, attraverso una foto.
Inizia ufficialmente il tesseramento
allo Juventus Club Senago per la stagione 2010/2011
Morfeo
TESSERARSI SIGNIFICA:
Avere la precedenza sull’acquisto dei
biglietti di tutte le partite.
Ricevere insieme alla tessera un prodotto ufficiale Juventus F.C. personalizzato dal Centro Coordinamento Juventus Club Doc di Torino, in edizione
esclusiva e limitata.
Avere la possibilità di assistere agli allenamenti della Juventus, a seguito di richiesta inoltrata con adeguato anticipo
al nostro Club.
Avere uno sconto che varia dal 5 al
10% su tutti i prodotti ufficiali Juventus
F.C. esibendo la tessera del club.
Avere la possibilità di partecipare ai
Walk About in cui i tesserati hanno l’opportunità di visitare l’Olimpico di Torino
e vedere i propri idoli mentre raggiungono gli spogliatoi prima della partita.
Il Costo della Tessera al Juventus Club
Senago è di: Adulti 20 euro – da 0 ai 12
anni 12 euro (Tessera Jc Senago).
WALK ABOUT
Chi non ha mai immaginato, almeno
una volta nella vita,
di varcare il tunnel
che collega gli spogliatoi ad un campo di gioco circondato da spalti gremiti di migliaia di tifosi?
E chi, in una classica “scapoli-ammogliati”, dopo un gol alla Maradona o
dopo una rovesciata plastica alla Parola,
non ha per un istante sognato di spiegare il suo gesto tecnico in un’intervista
concessa di fronte a telecamere accese
ed a taccuini spiegati?
E che dire della possibilità di avvicinare
e, perché no, richiedere autografi e fotografie agli idoli della domenica, bianconeri e non?
Con il Walk Abount, organizzato dal
Centro Coordinamento Juventus
Club DOC, tutto questo è possibile,
grazie ad una visita guidata di una sessantina di minuti che, oltre alle emozioni descritte, permette anche di accedere alla tribuna stampa, all’area VIP
ed agli spogliatoi dell’Olimpico di
Torino.
Non avete mai avuto occasione di vedere i nostri beniamini prima dell’inizio
della partita?
Con il Walk About è possibile questo
ed altro.
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Dall’incontro è emerso che per arredamento, Morfeo intende tutto ciò che
abbellisce ed arricchisce un ambiente
interno, curando anche i minimi particolari, da quelli maggiormente impegnativi ai più semplici, rendendolo personale ed unico nel suo genere.
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Stefano ringrazia chi da 5 anni apprezza il suo operato e invita tutti nel suo
negozio per un preventivo gratuito o
per un cordiale caffè.
Vi aspettiamo in via Cavour 78
a Senago!
2009-2010 come è andata…
Si è conclusa la stagione calcistica
2009-2010 , che nonostante i modesti
risultati conseguiti dalla nostra amata
Juve, ha segnato una costante crescita
del nostro club.
La stagione era cominciata con la sottoscrizione di 30 abbonamenti Stadio
per assistere alle partite casalinghe, record per il nostro club.
Quando ancora si era in clima vacanziero alcuni di noi sono andati a Roma
per assistere alla vittoria contro i giallorossi. Poche settimane dopo, il 30
settembre, ripartiva il tour europeo del
club con destinazione Monaco di Baviera. In 16 a gustarsi la partita contro
il Bayer Monaco ed ancor di più la birra
dell’Oktoberfest.
La settimana successiva, l’evento più
importante della storia del club, la prima festa Bianconera da noi organizzata
nella splendida cornice della Villa San
Carlo Borromeo con la partecipazione
di Diego, Mariella Scirea
(presidente
onorario
club Doc), il direttivo
del centro di coordinamento e Juventus
Ingresso al Craven Cottage; statua in
onore di Johnny Haynes, campione
del passato del Fulham.
Channel a riprendere la splendida serata. La stagione continua con la nostra
costante presenza a tutte le partite casalinghe della Juventus in campionato
ed in Champions League fino alla trasferta di Bordeaux. Partiamo in auto,
alla volta dello splendido capoluogo
dell’Aquitania per un viaggio di oltre
1100 Km.
La Partita non ci offre grandi emozioni
ma lo splendore della città attraversata
dalla Garonna ed il vino noto in tutto il
mondo allietano la delusione del post
partita. Il viaggio di ritorno con tappa a Carcassonne chiude una tre giorni
piacevolissima.
Agli inizi di Novembre la Juventus ci
conferma l’attestato di Club Doc, con
172 iscritti ed il riconoscimento della
prima sezione del nostro club denominata “JC San Siro A. Del Piero”.
Prima di Natale organizziamo una
cena presso la nostra sede insieme agli
amici dei Club di Saronno, Cermenate
e Valle d’Intelvi, per cementare ancor di
più la nostra amicizia e scambiarci auguri e regali.
L’inizio del 2010 ci vede ospiti della
festa del club di Valle D’Intelvi, per festeggiare il loro ingresso ufficiale nell’universo dei club Doc.
La stagione prosegue con la nostra presenza costante all’Olimpico di Torino.
Con la ripresa della stagione europea
riprende il nostro peregrinare per l’Europa; il 18 Marzo partiamo alla volta
di Londra sponda Fulham per assistere
alla partita nel magnifico Craven Cottage, storico stadio inglese con gli originali ed originari seggiolini ancora in
legno. La sconfitta mette fine alle gite
oltre confine ma la nostra passione ci
porta comunque a Torino per le restanti
partite della stagione.
Archiviata la stagione, siamo pronti a
ripartire per una nuova avventura con
la stessa voglia e lo stesso entusiasmo
che ci animano sin dall’inizio.
A tutti coloro che vorranno sottoscrivere l’abbonamento stadio o
vorranno acquistare singoli biglietti per
le partite ricordiamo che da quest’anno sarà obbligatorio sottoscrivere la
tessera del tifoso per assistere alle
partite per cui l’osservatorio delle manifestazioni sportive predisporrà delle
limitazione relative alla vendita dei tagliandi sia in casa che in trasferta.
Mi auguro che altri vorranno unirsi a
noi e con noi condividere la passione
per la Juventus. Vi aspettiamo tutte le
settimane presso la nostra sede per trascorrere insieme qualche ora chiacchierando di Calcio e della sua Signora.
VI RIPORTO INFINE L’ORGANIGRAMMA DEL NOSTRO CLUB
Alessio Fontana
Maurizio Volpi
Mauro Natalini
Ivan Maestrini
Luca Palmese
Andrea Zoboli
Emiliano Granato
Adriano Manzotti
Ionit Prearo
Presidente
Vice presidente
Consigliere e cassiere
Consigliere e responsabile tesseramento
Consigliere e fotografo da trasferta
Consigliere
Consigliere
Responsabile organizzazione eventi,
sponsor e rapporti con la Juventus
Responsabile organizzazione eventi
19
L’hobby del modellismo
Corazza Avelino
Un’artista del modellismo navale
È
ormai nostra tradizione ricercare persone di Senago
con l’hobby del modellismo: in questo numero abbiamo incontrato Avelino Corazza, appassionato di
navi e delle grandi avventure dell’uomo sui mari.
Ci riceve nella sua abitazione e ci porta nel suo laboratorio dove tiene dei bellissimi modelli di navi antiche.
Chi è Avelino Corazza: nato nel 1938 a Caorle (VE),
dopo la leva militare, nel ’61 si sposa e viene ad abitare a
Senago dove già si era trasferita la sua famiglia.
20
Qui inizia a lavorare nel campo edile e poi in quello
metalmeccanico.
Nel ’69 viene assunto dal comune di Senago come
conduttore di caldaie. Con il passare del tempo la sua
dedizione e capacita nell’organizzare il lavoro lo mette in evidenza fino a guadagnarsi il posto di capo operaio ben voluto da tutti i suoi collaboratori.
Nel 1994 raggiunge l’età della pensione, ma da
instancabile lavoratore non poteva rimanere con le
mani in mano e così all’inizio aiutava tutti coloro che
lo chiamavano, ma gli rimaneva ancora del tempo… e
per impegnarlo inizia a leggere opuscoli che trattano
della costruzione di navi in miniatura.
Sboccia così la passione per il modellismo navale, un hobby che lo porta ad essere impegnato
ancora oggi.
Avelino è molto orgoglioso delle sue
opere, nel vederlo
con quanta tenerezza
spostava le navi per
le fotografie, si capisce con quanto amore e trasporto passa
le ore per costruire i
suoi modellini.
Nave a vela del XVIII
secolo
Insegnanti impegnati a far conoscere ai giovani studenti la storia locale ed il mondo del lavoro
Gli studenti delle medie di via Monza guide e musicisti
Il 25 aprile scorso, nell’ambito della rassegna organizzata dal “Polo Culturale” le professoresse Margherita
Parolini e Neyla Annoscia, insegnanti di Arte-Immagine
e di Lettere, hanno realizzato un progetto che ha visto
gli studenti di 2ªE della scuola di via Monza, fare da
guida a gruppi di 15/20 persone alla volta, nella visita
del quartiere di Traversagna ed in particolare alla Chiesetta.
Gli studenti raccontavano ai turisti che un tempo il
piccolo borgo era popolato da contadini i quali, da antica consuetudine, avevano l’obbligo di versare annualmente, a titolo di primizia, “dieci mogge di mistura” al
rettore pro tempore della chiesa locale per il mantenimento della piccola cappella intitolata a San Bernardino di Siena che serviva loro come luogo di culto.
Visita alla piccola cappella
La splendida cappella risale al 1458, come ricordato
dalla lapide posta in facciata e ornata da due stemmi. È
piccola ma discretamente conservata, non ci sono né la
sacrestia né la casa del prete, la campanella è sorretta
da due pilastri, si celebra solo nella festa patronale.
La facciata tipicamente lombarda è in mattoni, mentre
nel suo interno vi è un’abside affrescata e dorata, decorazioni a rosoni con motivi geometrizzati e quadrature
settecentesche sulla volta della navata.
Gli studenti della 2° E della scuola media di via Monza, impegnati a far da guida alle persone che hanno visitato il santuario.
Presenta, oltre alla struttura, due elementi di età tardogotica al suo interno: una piccola acquasantiera in
marmo, incastonata nella parete laterale destra, un tabernacolo in marmo, con motivo ad edicola con arco a
sesto acuto tribolato, ornato da pinnacoli, murato tra
l’abside e la parete laterale destra.
Pur essendo documentate pitture antecedenti al 1573,
quelle attuali nell’abside risalgono al 1700.
21
Cappella di Traversagna, Jacopo Rizzi impegnato nel concerto
di violino per la delizia dei presenti.
Senago aprile 2010 - Cappella di Traversagna
La cappella è stata visitata dal Cardinale Carlo Borromeo nel 1573 in occasione della visita pastorale.
All’interno della cappella i visitatori, oltre che ammirare
le bellezze dell’arte, hanno potuto assistere alla bellissima esibizione dello studente di 3ªH Jacopo Rizzi, che
con le note del suo violino ha reso veramente deliziosa
la visita ai gioielli che raccontano la storia di Senago.
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VOLONTARIATO CATTOLICO SENAGHESE
Gruppo terza età della Comunità Pastorale
S. Paolo Apostolo di Senago-Castelletto
Domenica 13 giugno in Villa Monzini si è svolta la prima festa della solidarietà, lo scopo della manifestazione
è creare un’occasione d’incontro fra le
persone impegnate nel sociale, nell’ambiente nella sanità e nella conoscenza
delle culture differenti.
La bella iniziativa ha visto piccoli
stand esporre tulle quelle attività di volontariato che le associazioni svolgono.
La Redazione ha dato spazio al gruppo della terza età di Castelletto, donne
che dedicano il proprio tempo libero
al ricamo di biancheria, centri tavola,
sotto vasi, scialli variopinti fatti ad uncinetto, grembiulini ed abiti per bambole
ecc.., realizzati con stoffe regalate dai
cittadini.
I lavori vengono esposti l’8 dicembre, periodo natalizio, nella sala della Comunità Pastorale Santa Rita
e le persone interessate ai capolavori,
possono richiederle facendo una mo-
22
assistenza
desta offerta.
Il ricavato viene
devoluto
interamente a
beneficio per
le
necessità
della comunità
pastorale per
aiutare i più bisognosi.
Alle signore del gruppo della Terza
Età.
Care signore, è meraviglioso vedere
persone come voi, pur con i capelli argentei, impegnate nel sociale.
E’ incantevole costatare la vostra vitalità e fantasia, librarsi nell’aria come gli
agili gabbiani sulla perfetta onda oceanica della vita.
E’ splendente vedervi dietro ad un
tavolo con esposti i vostri capolavori,
realizzati con ore e ore di lavoro, in at-
Autofficina VOLTA
tesa che qualcuno si fermi, li ammiri e li
prenda lasciando un piccolo contributo,
non per voi, ma per i più bisognosi.
Chissà quante volte lasciate alle
spalle i vostri acciacchi e i vostri dolci
o tristi ricordi per continuare nell’opera
sociale che avete intrapreso tanti anni
fa, un lavoro questo che fa onore al
vostro grande impegno e amicizia, alla
vostra grande voglia di donare a tutti
amore, gioia e felicità.
Remo Malvestiti
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Uomini del mondo sociale e politico che
hanno contribuito a far crescere Senago
Elia Martin
Presidente della 16ª
Brigata del Popolo
Un altro personaggio storico senaghese se ne va, i ragazzi delle scuole
lo ricorderanno sempre, sentiranno nei
loro cuori le parole con le quali esprimeva i valori del sacrificio, della responsabilità sociale, della resistenza, della
memoria e soprattutto della libertà
conquistata con grande abnegazione.
Martin amava parlare con i giovani,
perché era convinto che raccontare le
vicende della guerra e della liberazione,
avrebbe sensibilizzato i giovani affinchè
quegli orrori non si fossero mai più ripetuti, perché il futuro è assicurato solamente mantenendo la pace.
Il presidente della 16ª Brigata del Popolo, Elia Martin e i ragazzi Senaghesi a Sant’Anna di Stazzema.
La sua voglia di pace e serenità, lo
vedeva impegnato in prima persona
come presidente nelle varie associazioni: 16° Brigata del Popolo - Coro
Alpino Lombardo - Compagnia teatrale i Disurdinà. Organizzava inoltre gite
e pellegrinaggi sui luoghi delle stragi
nazi-fasciste.
Un uomo forte e coraggioso che ha
saputo dare tanto nel nome della speranza di un mondo migliore, una vita
piena di solidarietà, amicizia con tutti e
tanto altruismo.
Grazie Elia per tutto quanto hai fatto,
Senago non ti dimenticherà mai.
UN PICCOLO RIPOSO PER LE LABORIOSE API?
Capita sempre più spesso di ritrovare sciami d’api in città: è un fenomeno non ancora
ben chiarito. Come le api (vedi foto) che a migliaia si sono posate su un muro di
un’abitazione senaghese la scorsa primavera. Nel primo pomeriggio infatti, volavano tra i fiorellini degli alberi di tiglio e poi si sono sistemate su questa parete rivolta a
sud, in modo da formare tre strati di api: il primo strato stava saldamente aggrappato
al muro, mentre l’ultimo si muoveva sbattendo appena le ali senza produrre alcun ronzio. Se ne sono calcolate oltre 7000. Poi, dopo poco tempo, all’unisono, si sono alzate
tutte in volo formando una piccola nuvola col
classico ronzio (anzi, le api bombiscono, questo
è il loro verso) e si sono allontanate lentamente
in aria. Sulla parete non hanno lasciato alcuna
macchia o traccia della loro recente presenza.
È importante ricordare che le api sono importantissime per il ciclo naturale, per cui non vanno
assolutamente disturbate, infastidite o, peggio,
uccise. Tuttavia spesso si posano in luoghi particolari per cui si rende necessario allontanarle.
Mai utilizzare i sistemi fai-da-te, ma interpellare i
Vigili del Fuoco, l’ASL o un apicoltore esperto.
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SOS
Araldo SENAGHESE
IL “SALOTTO” DI SENAGO
Noi abitanti della piazza Matteotti vogliamo dormire!
Questo è stato l’appello di un signore che mi faceva osservare il rumore assordante che le mattonelle sconnesse
della pavimentazione, provocano ad ogni passaggio di
macchina. Certo è che il problema non si risolve con dei
rattoppi in catrame, ma con un intervento radicale.
VIA S. CARLO
Questa via è veramente una vergogna, sono anni che si
fa presente ai sindaci che si alternano a Palazzo che i marciapiedi sono un obbrobrio. Una signora che da anni abita nella
via, mi ha fatto osservare la pericolosità di questi marciapiedi,
dalle buche all’erba alta che nasconde sporcizia ed insetti,
ribadisce: “Pensavo che questa amministrazione facesse
qualcosa in più dell’altra... che delusione!!!”.
VILLA SIOLI
NOVITÀ AL SENSO UNICO DI VIA PASCOLI
24
E’ stata riaperta alla circolazione in entrambi i sensi di
marcia, la parte finale di via Pascoli. Grande soddisfazione per i senaghesi ivi residenti, poiché era dal marzo
2007 che per rincasare, erano obbligati a transitare nella
zona centrale di Senaghino. Ora disporranno di un’altra
scelta percorrendo la via Togliatti. Certo però che il problema dei rottami a ridosso del cimitero rimane!
Da villa di delizia a regno del degrado, questo titolo era stampato
a caratteri cubitali su un
settimanale locale.
E’ vero che i vandali non
mancano mai, ma è pur
vero che per la sicurezza e l’igiene dei cittadini
il parco va tenuto sotto
controllo e pulito. Mancano i soldi!
Allora il Sindaco F. Rossetti ed alcuni dipendenti comunali si trasformano in operatori ecologici e a titolo gratuito
spazzano la villa. Gesto apprezzabile, ma basterà per rendere
il parco più vivibile?
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te: usate un colore unico, che sia quello
da voi scelto per tutto il matrimonio; se
il ristorante non ha il particolare lilla o
verde o bordò da voi scelto orientatevi
sul tradizionale bianco, evitate per favore venti tonalità diverse di colore.
E in questi periodi di crisi, evitate i
tanti chili di riso sprecati, usate invece
per farvi fare gli auguri, magari dei petali di fiori, che la vostra amica del cuore o il fiorista stesso, vi confezionerà in
simpatici cartocci, oppure fatevi furbe,
vendono scatolette di petali colorati,
realizzati in seta, a poco prezzo, una
spruzzata di essenza di rose ed il gioco
è fatto.
Foto: Alter Ego Studio
Tutte le spose sono bellissime, tutti
i matrimoni sono belli... Bugie, non è
assolutamente vero!
Tutte le spose sono bellissime: prima di
tutto bisogna distinguere le spose prefabbricate, come le chiamo io, da quelle che hanno osato, rischiato e quindi si
sono lasciate consigliare e si sono fatte
fare l’abito appositamente per loro.
Le prime, non perdiamo nemmeno
tempo a descriverle, sono quelle che
entrano in un negozio, con le foto dell’abito, chiedono la marca, lo indossano, se lo fanno raffazzonare ed escono
felici con il loro abito prefatto e senza
emozioni.
Le seconde (e sono le mie spose preferite) quelle che ti spiegano il tipo di cerimonia che vogliono fare, lo stile della
chiesa e del ristorante, il loro colore
preferito, il loro fiore preferito. Poi da lì
nasce tutto, si studia la figura della persona che dovrà indossare l’abito, se al
viso risalta al meglio un avorio particolare, oppure un bianco, se è aggraziata
e quindi avrà un abito con strascico, o
spigliata e sportiva e quindi abito senza
coda.
Tutti questi particolari, con i consigli ed i
suggerimenti della persona giusta, fanno sì che la sposa sia davvero bellissima
e soprattutto danno una soddisfazione
sia a chi indosserà l’abito, sia a chi lo ha
creato e realizzato.
Tutti i matrimoni sono bellissimi...
AIUTO! Non è assolutamente così: ragazze ricordatevi sempre che come per
gli abiti anche i matrimoni, togliete,
eliminate, non aggiungete troppe cose
che non fanno un matrimonio bellissimo, ma pacchiano.
Questo vale per i fiori: faranno più
effetto pochi fiori magari profumati e
di un colore particolare, si noteranno di
più in chiesa e si ricorderanno molto di
più che tutti i veli, organze, cascate di
fiori vasi, vasini, vasetti alle panche...
Tovaglie e tovagliette per il ristoran-
Abito Beretta
Vogliamo parlare delle auto della
sposa??? Per cortesia, macchine che
non riescono nemmeno a girare nei
cortili di casa!
O sulle strade, metri e metri di Limousine, che costano una fortuna ma che
non servono a nulla... vorrei ricordarvi
che le principesse si sposano sì in Rolls
a cura di Luigi Beretta
Luigi Beretta
Roice, ma che la loro, non è a noleggio...
Dopo questi consigli, vorrei parlarvi
delle nuove tendenze sposa, come sempre si sono aperte a giugno le porte della fiera sposi, la più importante è quella
che detta le regole moda delle spose
della prossima stagione: benissimo, innanzi tutto pare che ci sia un ritorno
all’abito colorato, di foggia tradizionale,
ma con accenni di colore o addirittura
tutto colorato, via il solito avorio piatto,
si passa al bianco o alle tinte champagne e per un tutto colore, ci si avventerà
sulle tonalità dell’azzurro.
Altra grande novità sono banditi i
tessuti sintetici, solo ed esclusivamente seta, stampata e colorata, bianca, ma basta sintetici tessuti lucidi...
Quindi quantomeno se acquisterete un
abito già pronto, cercate di non farvi
convincere: se lucido è sintetico, non
esiste organza brillante sotto sole che
sia seta, come il tullee e come il raso...
I volumi degli abiti si rimpiccioliscono, le forme cambiano ed a poco
a poco si va verso uno stile anni venti
trenta, tranne quelle tre aziende che insistono con corsetti e tulli fiori.
TORNANDO A NOI carissime spose della prossima stagione, VI CONSIGLIO:
semplicità nelle forme e nei colori, preziosità nei materiali, rigore nelle linee
degli abiti e... tanta gioia nel cuore...!
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Errore fatale: quel 28 aprile 1945…
È la storia di Pietro Calistri, soldato
che ebbe a che fare con Senago durante la 2° Guerra Mondiale. Veronese
d’adozione, a 22 anni divenne pilota
militare di caccia. Fece subito carriera
nell’Aeronautica: combattè nel 1937 in
Spagna meritandosi la promozione a
tenente; scoppiata la guerra comandò
la squadriglia di caccia nel Mediterraneo ed in nord Africa guadagnando 2
medaglie d’argento e la croce al merito; promosso capitano del 54° Stormo
Caccia, fu decorato con la medaglia di
bronzo.
Cosa succedeva intanto a Senago?
I tedeschi occupavano tutte le ville signorili, in particolare la villa Borromeo
che trasformarono nel loro quartier generale. Una specie di fortino presidiato
da più di 100 tedeschi della Luftwaffe,
servizio antiaereo.
rimanere con Mussolini e la nascente
RSI (Repubblica Sociale Italiana), oppure…?
Non era certo facile decidere in quel
periodo di sbando. Pietro Calistri decise
per la RSI e si unì all’Aeronautica Repubblicana.
In villa Borromeo si assisteva intanto al cambio della guardia: l’esercito italiano della Repubblica Sociale
e le milizie tedesche della Wermacht
subentrarono alla Luftwaffe: qui i militari italiani componevano la squadra
di avvistamento comandata dal maggiore Francesco Mariani. I piloti italiani
rimasti fedeli a Mussolini si occupavano della difesa delle città del nord Italia,
escludendo così l’ipotesi di andare al
sud Italia con la prospettiva di combattere contro i colleghi dell’Aeronautica
Italiana.
Senago-via De Gasperi, Casermetta “Maruska”
Calistri per motivi di salute, lasciò la
sua Squadriglia e venne infine destinato
a Senago come Controllore Guida-Caccia, alla postazione radar “Maruska”
dell’Artiglieria Contraerea di Senago:
siamo nel 1944. Cos’era e dov’era la
postazione radar? Soprannominata la
“Casermetta” si trovava in via De Gasperi non lontano da Traversagna ed
aveva la funzione di localizzare i bombardieri anglo-americani che, di
notte, si portavano su Milano
per bombardarla. È visibile ancora oggi seppur trasformata in
abitazione civile.
La guerra stava ormai per
finire ed i tedeschi, sconfitti
e pressati dall’arrivo degli americani, volevano tornare a casa
il più rapidamente possibile: 26
aprile 1945, i partigiani senaghesi occuparono la villa Borromeo e controllarono che l’uscita
dei tedeschi non provocasse disordini… Senago è libera!
Anche la casermetta “Maruska”
Agosto 1942, battaglia aerea sui cieli dell’Africa
venne abbandonata, ma per sisettentrionale. Illustrazione di Iain Wyllie.
curezza i tedeschi distrussero
Il fatidico 3 settembre 1943, quando
l’Italia lasciò i tedeschi per allearsi con
gli americani, improvvisamente regnò il
caos. In particolare a Senago, i tedeschi
qui presenti divennero in un sol colpo
pericolosi nemici. E per i nostri soldati
al fronte la situazione si fece ancor più
confusa: che fare? Combattere a fianco degli americani, darsi alla renitenza,
unirsi ai partigiani per la liberazione,
Il Pilota Pietro Calistri
tutta la strumentazione radar.
Pietro Calistri desiderava raggiungere
la sua famiglia che non vedeva dopo 5
anni di guerra e si aggregò ad altre formazioni tedesche che via via lasciavano
il nord Italia. Alla fine si unì con l’autocolonna in fuga formata dalle armate
tedesche comandate dal tenente Hans
Fallmeyer; da Mussolini ed i fascisti;
e dalle SS del tenente Fritz Birzer.
Tutto questo grande gruppo, fu intercettato dai partigiani nei due posti di
blocco presso Dongo sulla riva occidentale del Lago di Como. Per ottenere il
lasciapassare, i tedeschi abbandonarono i fascisti ai partigiani (“Sono responsabile della mia gente!” urlava
Fallmeyer). Fra gli italiani arrestati furono scelti i gerarchi fascisti per essere
fucilati: un gruppo venne fucilato presso il municipio di Dongo, mentre un altro sul lungolago.
In quest’ultimo gruppo venne scelto
anche il giovane pilota Calistri che fu
erroneamente scambiato per Vittorio
Pallottelli pilota personale del Duce:
“Sono un soldato italiano!”. Nessuno
gli credette, ma anche quando fu chiarito che Pallottelli era stato individuato altrove, Pietro Calistri venne ucciso
lo stesso assieme ai gerarchi: era il 28
aprile 1945. I corpi degli uccisi (compreso Mussolini) furono poi caricati su
di un camion diretto a Milano, piazzale
Loreto e lasciati alla mercé della folla.
La madre di Calistri riuscì a recuperare la salma del figlio, riconosciuta solo
molto tempo dopo. Da allora riposa
a S. Martino del Cimino, nel viterbese,
luogo d’origine della famiglia, lasciando 2 figli d’età inferiore ai 5 anni. Nel
dopoguerra la morte di Pietro Calistri
venne riconosciuta dipendente da causa di servizio di guerra, mentre la sua
fucilazione diede inizio a numerose polemiche negli anni a seguire.
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La pratica delle arti marziali, nel tempo consente ai praticanti di raggiungere un elevato
benessere psicofisico sviluppando: forza, resistenza, elasticità muscolare, rapidità e coordinazione. Per i giovani un’adeguata educazione sportiva, oggi è assolutamente necessaria
per la formazione. Con una preparazione graduale ma costante, i ragazzi prendono più consapevolezza delle loro potenzialità ma anche dei loro limiti, acquisendo nel tempo più sicurezza
e automaticamente più stima di sè stessi. Non è necessario che raggiungano livelli strepitosi,
poichè con la pratica costante questo arriverà a tutti i praticanti sempre se si alleneranno con
impegno e “vorranno” raggiungere questi obiettivi.
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disciplina da oltre 30 anni a bambini, ragazzi ed adulti; molti allievi hanno raggiunto ottimi
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Dedicato ai “Giovani del sabato sera”: MORIRE PER ALCOL!
«Mamma, sono uscita con amici. Sono
andata ad una festa e mi sono ricordata
quello che mi avevi detto: di non bere
alcolici.
Mi hai chiesto di non bere visto che
dovevo guidare, cosa che ho fatto bevendo solo una Sprite.
Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo
in cui, dolcemente, mi hai suggerito di
non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici.
Ho fatto una scelta sana e il tuo consiglio è stato giusto.
Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di
farlo. Io ho preso la mia macchina con la
certezza che ero sobria.
Non potevo immaginare, mamma, ciò
che mi aspettava...!
Ora sono qui sdraiata sull’asfalto e sento
un poliziotto che dice: “Il ragazzo che ha
provocato l’incidente era ubriaco”.
Mamma, la tua voce sembra così­ lontana!
Il mio sangue è sparso dappertutto e sto
cercando, con tutte le mie forze, di non
piangere. Posso sentire i medici che dicono: “Questa ragazza non ce la farà”.
Lettera al Direttore
Sabina
Verdi i tuoi occhi,
stille d’anima
flessa al vento
dentro.
Dimmi
di quale luna
sfiori il mare,
e quale spiaggia
conosce
il tuo segreto.
Mi hai insegnato
il coraggio,
e non dimentico
il tuo dono:
verità.
Loris
Sono certa che il ragazzo alla guida dell’altra macchina non se lo immaginava
neanche, mentre andava a tutta velocità .
Alla fine lui ha deciso di bere e io
adesso devo morire...
Perchè le persone fanno tutto questo,
mamma? Sapendo che distruggeranno
delle vite?
Mamma ho tanto dolore, è come se mi
pugnalasse un centinaio di coltelli contemporaneamente.
Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma; dì a papà di essere forte.
Qualcuno doveva dire a quel ragazzo
che non si deve bere e guidare...
Forse, se i suoi glielo avessero detto, io
adesso sarei viva...
La mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente
paura.
Questi sono i miei ultimi momenti, e
mi sento così disperata... Mi piacerebbe
poterti abbracciare mamma, mentre sono
sdraiata, qui, morente.
Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene
e... addio».
Queste parole sono state scritte da un
giornalista che era presente all’incidente.
La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole e il giornalista scriveva... scioccato.
Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza.
Un appello che abbiamo ritenuto utile
pubblicare per far capire ai giovani che
mettersi alla guida in preda all’alcol,
oltre a mettere la propria vita in pericolo si toglie anche quella degli altri.
La Redazione
(per ragioni di privacy, il testo viene solo parzialmente pubblicato escludendo i nominativi)
Caro signor Remo Malvestiti, sono un
padre di famiglia divorziato, un po’ all’antica, ma onesto lavoratore e con interessi
culturali, nonostante i pochi studi.
Ho letto sulla Sua Rivista che quest’autunno alla Biblioteca di Senago si terrà una
rassegna di poesia. […]. So che questa lettera la lascerà sgomento e perplesso, ma
io credo che la verità vada sempre detta,
perché senza questa, le persone non si conoscono per quello che sono.
Io ho messo anni per “recuperare” mio
figlio e ci sono riuscito grazie ad una giovane donna di Senago, laureata in lettere
dalla quale l’avevo mandato a ripetizione
e che, ironia della sorte, scrive anche lei
poesie. Credo avrà capito che si ratta di
Sabina Pollet. Devo molto a questa persona, che con discrezione e sensibilità mi
ha aiutato.
Credo sia arrivato il momento di contraccambiare, inviando alla Sua Rivista questa
poesia che ho scritto per lei e che da anni
tengo nel cassetto.
Inoltre le dico che mi piacerebbe, un
giorno, ascoltarla mentre legge le sue
poesie, qui a Senago, perché è in questo
paese, che la gente deve ancora imparare
a conoscerla. […]
Al di là della poesia, mi voglio soffermare sull’umanità di questa donna, che
è sempre pronta ad aiutare gli altri, dialogando, a difendere i propri ideali con
sincerità. […]
RingraziandoLa per l’attenzione, Le
auguro buon lavoro e Le invio la poesia
per Sabina, sperando possa pubblicarla come regalo.
Loris
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29
a cura di Matteo Colombo
DIALETTO MILANESE
Favole… alla Milanese
30
Cesarìn e Giuanìn
Cesarino e Giovannino
Cesarìn a l’è él pü sé brau dé la clas, la maèstra la prèmia con una
medàia al mèrit. Giuanìn a l’è él so visìn dé banc, ma l’è minga
brau in aritmética, él stüdia no la gramàtica e quant él scrif él fa
un sac dé sbali.
Giuanìn a l’è propi invidiùs dé Cesarìn, perché lü él g’ha sémper
él prèmi: él vurarìa anca lü avèg la medàia sensa fa fadìga.
Anche él dì prima la maèstra l’avéva premià él so cumpàgn.
Giuanìn l’era diventà talmènt invidiùs, che l’ha ciapà un gessèt
e l’ha disegnà su’l pavimént de’l curtìl dé la scòla un brüt fiö: él
gh’avéva i dént lung, i urècc a svéntula e i cavéi dris cume un
indiàn. In bas él g’ha scrivü: “Cesarìn a l’è un sghubùn e antipàttic” scrit con l’ “H” e dò “T”!
Nisün l’avéva vist perché l’era scür e i fiö hin andà a cà.
Sòta i cuèrt de’l so lèt, Giuanìn èl rid él pénsa: “Dumàn matìna i
mé cumpàgn vedràn él disègn e ciaparàn in gir Cesarìn!”.
In chéla manéra chi, Giuanìn él sé divertirà e sfugherà la so ràbia.
Ma a mesanòt s’è mis a piöf. La venìva giò a diròt e g’ha lavà i
técc, i cà e i curtìl.
Anca él brüt disègn dé gès cun scrit i ufés, hin andà via…
Giuanìn a l’è rimàst mal e la matìna dopo l’ha vist un’altra medàia d’or che la brilàva puntada su’l pèt dé Cesarìn!
(Libera traduzione di Alfredo Colombo)
Cesarino è il più bravo della classe e la maestra lo fregia con una
medaglia al merito. Giovannino è il suo vicino di banco, eppure
non è affatto bravo in matematica, non studia la grammatica
così quando scrive fa un’infinità di errori. Giovannino è roso dall’invidia nei confronti di Cesarino dato che lui ottiene sempre il
premio: anche lui vorrebbe conquistare la medaglia senza però
faticare. Anche il giorno appresso la maestra aveva decorato il
suo compagno. Giovannino in un accesso d’ira, munito di gessetto ha disegnato sul pavimento del cortile scolastico, un orrendo bambino: aveva i denti lunghi, le orecchie a sventola ed i capelli dritti come un indiano. In basso ha scritto: “Cesarino è uno
sghobbone e antipattico” scritto con l’ “H” e due “T”! Nessuno
l’aveva notato dato che era buio ed i bimbi già rincasati. Sotto le
coperte del suo letto, Giovannino sghignazza e fantastica: “Domattina i miei compagni vedranno il disegno e si burleranno di
Cesarino!”. Con questo sistema Giovannino se la spasserà sfogando la sua ira. Ma a mezzanotte si è messo a piovere. Veniva
giù forte lavando i tetti, le case ed i cortili. Anche lo scarabocchio
di gesso con le scritte offensive, sono andati via… Giovannino è
rimasto male e la mattina seguente ha visto l’ennesima medaglia
doro che brillava sul petto di Cesarino!
(Da una favola di S. Bitossi)
L
a scuola elementare “Caduti e
Dispersi” in via Repubblica, è stata costruita nel 1916 al costo di
65.500 Lire ed ampliata nel 1933. Nel
1943, durante la 2° Guerra Mondiale
vennero accolti nelle sue aule ed assistiti dalle suore, alcuni sfollati milanesi, coloro cioè che erano sopravissuti
ai bombardamenti, ma avevano perso
tutto.
A scuola i bambini, durante l’intervallo
così come nei loro cortili o cascine, giocavano tutti assieme. Se ci fosse stato
il bisogno di interrompere il gioco, ba-
stava urlare:
“ A r i m ò rta!” e per
ricominciare
“Arivìva!”.
Q u e s t o
modo di dire
è antichissimo e risale
addirittura al tempo degli antichi Romani, quando conquistarono il milanese.
Infatti i Romani quando giocavano ad
Alea (i Dadi), per interrompere la partita urlavano in latino: “Alea mortua!”;
Onoranze Funebri Somensi
mentre per riprendere: “Alea viva!”.
Nel tempo si è quindi trasformato nel
milanese “Arimòrta!” ed “Arivìva!”.
Più recentemente, pochi decenni fa, qui
da noi i bambini usavano ancora dire:
“Àrimo! - e poi - Arivìvis!”. È incredibile
come questo detto abbia attraversato
indenne i millenni. Ed oggi? Cosa gridano i bambini di oggi per interrompere i
loro giochi? Risponde un bimbo: “Noi
non urliamo, basta ‘Cliccare su Pausa’ e
dopo ‘far Click su Continua’”.
Ecco come gli antichi Romani sono stati
definitivamente sconfitti.
Sede legale:
20030 Senago (MI)
Via L. Tolstoj, 3
Tel. 02.9988612
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Via A De Gasperi, 6
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STORIA DI senagO
a cura di Matteo Colombo
caporedattore de
Fulmini, grandine & cataclismi vari…
Nel passato l’unico rimedio contro
i temporali era quello di suonare intensamente le campane della chiesa,
perchè si sperava che le onde sonore
emesse potessero smembrare le nuvole
(funzionava?).
Il 14 maggio 1787 un fulmine s’infilò
nella chiesa della vicina Cassina Amata frantumando l’altare di marmo, arrecando poi gravi danni alle strutture
portanti, all’orologio ed al tetto.
Il parafulmine fu inventato nel 1752,
ma il primo installato a Senago fu solo
nel 1838 nella chiesa di Senaghino.
Le saette rimangono però imprevedibili come avvenne nell’estate del 2003,
quando un fulmine cadde sull’orologio
del campanile della Chiesa Parrocchiale
di Senago danneggiandolo. I temporali
hanno distrutto diversi grandi alberi senaghesi, ma nel 2008 ucciso addirittura
una persona.
Gli anziani senaghesi dicevano che il
più pericoloso fra i temporali era senza
dubbio quello che “proviene da Rho”.
È questo tipo di temporale particolarmente violento e, se viene a scaricarsi proprio su Senago, sono garantiti i
danni. Si chiama “da Rho” perché in
realtà proviene da circa sud-ovest, dalla Liguria. Fortunatamente è piuttosto raro poiché solitamente, da noi le
perturbazioni a carattere temporalesco
provengono dai quadranti settentrionali ed orientali.
Nel 1855 arrivò una tromba d’aria ben
descritta e studiata dagli esperti dell’epoca. La mattina del 9 luglio l’aria
risultava calma e velata dal vapore.
Dalle Alpi nord-occidentali, si formarono 4 diverse nuvole scure che scesero
dai monti incontrandosi ed unendosi
sui cieli del varesotto. Nel primo pomeriggio questa grande nuvola buia
e disordinata, attraversò l’alta pianura
Danneggiati i tetti di tutte le abitazioni e cascine. Il frastuono di quella
grandine durò un quarto d’ora e fra
Castelletto e Palazzolo una ventina di
persone con alcuFoto Sioli G. ni animali rimasero feriti. Oltre la
Comasina la nuvola si abbassò a
terra ed il vento
spirava così forte da impedire
la
respirazione.
Alle case accanto alla Chiesa di
Cascina Amata,
Effetti di una grandinata a Senaghino, pochi decenni fa
si ruppero tutte le
Dal Monte Resegone ricevette altre finestre, ma stranamente i frammenti
due nuove perturbazioni che si aggiun- finirono tutti in strada anziché all’intersero all’originaria; l’ammasso aveva un no delle case. Il passaggio del turbine
comportamento dinamico disordinato: lasciò poi una fitta nebbia lungo tutto
si compattava, poi si spaccava e respin- il suo percorso. Altro pericolo estivo:
geva, si avvolgeva vorticosamente so- la siccità, che cosa potevano fare i sepra sé fra i lampi, si bloccava come di naghesi del passato? Si affidavano alla
fronte ad un ostacolo invisibile, scende- Misericordia Divina. Solitamente l’aridiva vicinissimo a terra. In pieno pomerig- tà si manifestava a luglio ed il popolo
gio la tromba d’aria piombò a Limbiate partendo dalla Chiesa di san Bernare Senago: in un’oscurità quasi notturna do, compiva una sorta di pellegrile saette cadevano in numero eccezio- naggio recitando litanie. Saliva verso
nale senza sosta, accompagnate da un via Piave e, sempre più su sconfinando
forte vento e un acquazzone che alla- a Limbiate fino all’alveo asciutto del
gava strade e piani terreni delle case. fontanile. La processione terminava
Alla chiesa di Senaghino erano saltate poco più avanti, vicino ad un’antica
le vetrate con i telai compresi.
croce (“la Crusèta”) piantata su una
Il ragionier Monzini spiegò che nel- montagnetta di terra: luogo dove tanto
la sua casa (che aveva le vetrate aper- tempo prima erano stati seppelliti alcute ma le gelosie chiuse) erano entrati ni morti per la peste.
i densi vapori del nubifragio allagando Le cronache del 1694 riportano un’inil pavimento; curiosamente entrarono vasione di cavallette. Come in una
anche le foglie dei platani del giardino “piaga d’Egitto” migliaia di mandibole
Borromeo appiccicandosi alle pareti ed distrussero grandi estensioni di campaal soffitto. Il turbine scagliava a terra la gna. Ancora si richiese l’intervento Digrandine in pezzi grossi (alcuni toccava- vino, in particolare con le preghiere dei
no il chilo) e di forma tanto tagliente da francescani, i religiosi ritenuti più adatti
infilzarsi nel suolo e nelle piante.
per questo frangente…
lombarda per circa 100 chilometri verso
sud-est, alla velocità media di 33 km/h,
cogliendo di sorpresa i vari paesi interessati.
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settembre 2010