Prefazione Per secoli le Alpi sono state considerate montagne terribili, abitate da mostri inimmaginabili e popoli ostili di montanari. Solo i commercianti, i soldati ed i pellegrini osavano attraversare su sentieri incerti le selvagge montagne. L’immagine delle Alpi è cambiata soltanto nella seconda metà del 18° secolo. Ciò che prima destava diffidenza, acquistava improvvisamente una magica forza d’attrazione. Haller e Rousseau hanno cantato i paesaggi alpini e la loro popolazione, lodando la bellezza della natura e la purezza degli esseri umani, che mettevano in contrasto con l’artificiosità ed la decadenza delle città. Oggi milioni di persone si recano nelle Alpi per fare escursioni o trascorrervi le vacanze. Lo stimolo è ancora il richiamo della natura selvaggia e della vita semplice. Le lenti rosa degli occhiali del romanticismo velano ancora il nostro sguardo sulle Alpi. Esse ci aiutano a guardare oltre le mucche color viola, gli Alpine Burger, gli Swiss Chalet e dell’industria postmoderna del tempo libero. «Benvenuti nelle Alpi!» Da una parte le Alpi sono "montagne selvagge”. Qui si trovano gli ultimi vasti spazi selvaggi d’Europa che offrono rifugio ad innumerevoli specie di piante e di animali. Tuttavia le Alpi sono sottoposte ad una forte pressione: gli insediamenti, le valanghe di traffico, il turismo di massa, lo sfruttamento dell’energia idroelettrica ed i mutamenti climatici minacciano la varietà delle specie ed i loro ambienti vitali. D’altra parte le Alpi sono "montagne civilizzate”. La varietà dei campi coltivati racconta la storia del lavoro millenario dell’uomo intenzionato a coltivare e abitare luoghi di per sé impervi. Tuttavia queste tracce storicoculturali scompaiono a grande velocità, perché il lavoro dei contadini di montagna non trova più spazio nel mercato globale. I problemi dell’ambiente alpino sono noti. Dal 1995 è in vigore la Convenzione delle Alpi, una serie di accordi internazionali per la protezione e lo sviluppo sostenibile dell’ambiente alpino. Ma fino ad ora, la Convenzione delle Alpi è rimasta in gran parte soltanto un catalogo di buoni propositi. Questa convenzione rappresenta comunque un concetto ampio per lo sviluppo sostenibile di una grande regione. Nei prossimi anni si vedrà quanta dinamica naturale, quante specie e quante zone agricole tradizionali potranno essere salvaguardate nelle Alpi. E soprattutto si vedrà quali prospettive avrà la popolazione nell’ambiente alpino rurale. Noi tutti siamo responsabili per il futuro delle Alpi, sia che ci abitiamo, sia che ci rechiamo in vacanza, sia che le attraversiamo per recarci al mare, sia che ci dissetiamo con la loro acqua. Per questo motivo vi invitiamo assieme ai vostri scolari a intraprendere un viaggio nelle Alpi per conoscere meglio la loro unicità. Questa documentazione didattica vuole essere una preziosa guida che vi accompagnerà durante il viaggio nel mondo alpino. Sabine Siegrist, responsabile del settore Gioventù e Ambiente, WWF Svizzera Andreas Weissen, responsabile del Programma Alpi, WWF Svizzera Indice Ambiente vitale Alpi Le Alpi crescono ancora 2 Da roccia a roccia 5 Hai tutto nello zaino? 8 Sopravvive solo chi si adatta! 10 Dove gli animali alpini sono a loro agio 13 Alpi, ambiente vitale in pericolo! Sviluppo della popolazione e identità culturale 16 Traffico di transito 19 Ieri, oggi, domani 21 Preziosa riserva d’acqua per l’Europa 25 Gli uomini e le Alpi I paesi alpini dell’Arco alpino 29 Vacanze in vista? 33 Immagine ed identità delle Alpi 35 Pericoli naturali nelle Alpi 38 Proteggere con un utilizzo sostenibile 41 Conoscere per agire Lista di controllo per il lavoro d‘informazione 44 Proposte 44 La Convenzione delle Alpi 46 La documentazione didattica vuole motivare i bambini, i ragazzi e gli insegnanti a conoscere meglio le Alpi. Le lezioni proposte permettono di sviluppare concetti ed idee su ciò che i giovani potrebbero fare per salvaguardare e proteggere questo affascinante ambiente. La documentazione didattica è concepita sia per le scuole ubicate nelle Alpi, sia per quelle situate al di fuori di esse. Consigliamo alle scuole situate al di fuori della regione alpina di collaborare con una classe gemellata ubicata nelle Alpi. L‘ufficio del WWF del vostro paese vi può trasmettere alcuni indirizzi di contatto. 1 Ambiente vitale Alpi Le Alpi crescono ancora La Terra è composta da un nucleo, un mantello e una crosta. La parte superiore del mantello e la crosta sovrastante formano le placche litosferiche, delle quali al mondo ce ne sono 7 grandi e molte piccole. Il graduale raffreddamento del nostro pianeta genera nella parte viscosa del mantello terrestre delle correnti che mettono in movimento le placche litosferiche. Le Alpi si sono formate come conseguenza di questo movimento delle placche, più esattamente dalla collisione tra la placca africana e la placca eurasiatica. Andando alla deriva l’una contro l’altra, le due placche si sono incastrate tra di loro, elevandosi lungo la linea d’incontro. E così le Alpi hanno cominciato a «crescere». L’attuale forma delle montagne è il risultato dell’elevazione e dei processi di alterazione ed erosione. Quando le rocce sono esposte ai fenomeni climatici e all’atmosfera ossidante, inizia un processo di alterazione. «E così inizia l’avventuroso viaggio! Per prima cosa incominciamo col conoscere un po’ meglio il mio habitat» Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento • Gli scolari hanno in mente un modello semplice di come sono nate le Alpi. • Sulla base di esempi pratici essi hanno appreso come si svolgono i processi di alterazione delle rocce. Grado Da 11 a 16 anni Materiale • • • • • • • • • • Crosta Foglietti A5 (3 per scolaro) Foto satellitari (vedi pag. 3 o 31) 2 grossi cuscini piatti (uno rosso e uno giallo) Un pezzo di stoffa blu Batuffoli di cotone di diversi colori Se possibile, una carta tettonica e geologica della regione o di tutte le Alpi (può essere acquistata in una libreria o direttamente presso l’ufficio competente del rispettivo paese. CH: www.swisstopo.ch). Un certo numero di pietre calcari Acido cloridrico al 10% (reperibile in qualsiasi farmacia) Una lente d’ingrandimento (da 8, 10 ingrandimenti) Una bottiglia di vetro con una bacinella di plastica Lavori preliminari • Procurarsi il materiale • Lucido con la foto satellitare (vedi pag. 3 o 31) • È un vantaggio se l’insegnante s’informa sull’argomento (vedi bibliografia a pagina 4) ed esperimenta per sé il processo della nascita delle Alpi. Ubicazione In classe Durata 3, 4 lezioni. 2 Approssimativamente si distingue tra tre tipi di alterazione: • Alterazione meccanica o disgregazione, ad esempio tramite la pressione provocata dal congelamento dell’acqua nelle crepe delle rocce o tramite grandi sbalzi di temperatura con la conseguente alterazione del volume delle rocce stesse. • Alterazione chimica o decomposizione, ad esempio tramite gli acidi contenuti nell’acqua piovana o tramite l’ossidazione con l’ossigeno presente nell’aria. • Alterazione biologica, ad esempio con la penetrazione delle radici delle piante nelle crepe delle rocce. Le rocce alterate finiscono in briciole oppure vengono trasportate a valle dai fiumi o ancora, sono trasportate dal vento sotto forma di polvere o sabbia. La formazione delle Alpi continua tuttora. I processi di alterazione ed erosione attualmente non riescono ad eguagliare completamente la crescita. Si calcola che le Alpi crescano ancora in media 1 mm l’anno. Mantello Nucleo Concetto di base Non è possibile percepire la formazione delle Alpi nell’arco della vita di un essere umano. Questa formazione è iniziata più di 100 milioni di anni fa, un periodo di tempo talmente lungo che risulta difficile da immaginare. I processi che si sono succeduti richiedono ampie capacità d’immaginazione anche per quanto riguarda lo spazio, poiché le dimensioni spaziali sono molto ampie. Trattando l’argomento in classe con l’ausilio di modelli, riusciamo a rendere percettibili questi processi, per noi impossibili da vedere, come pure l’arco di tempo difficilmente immaginabile. Ambiente vitale Alpi Metodica della lezione Le Alpi: cifre e fatti 1. Ogni scolaro scrive 3 parole chiave che gli vengono in mente sull’argomento Alpi sul foglietto A5 precedentemente preparato. Questi foglietti vengono in seguito appesi in aula in un posto ben visibile e resteranno là per tutto il tempo in cui viene trattato il tema. Alla fine si può tornare sull’argomento e discutere su cosa è cambiato. • La formazione vera è propria è iniziata più di 100 milioni di anni fa. • Le Alpi sono la conseguenza della collisione tra le placche litosferiche africana ed eurasiatica. • A forma di banana poiché le placche si scontrano l’una contro l’altra con un movimento di rotazione. • Estensione oggi: circa 180 000 km2, ciò che corrisponde a circa 36 milioni di campi di calcio (4 volte la superficie della Svizzera). • Ripartite tra 8 stati (D, F, I, A, CH, Liechtenstein, Slovenia, Monaco). • Circa 13 milioni di abitanti. • 100 milioni di visitatori annui (10 volte di più degli abitanti). • Monte più alto: il Monte Bianco (4807m). 2. L’insegnante mostra la foto satellitare (lucido) delle Alpi e introduce brevemente l’argomento. Cuscino (ad esempio rosso) = placca africana Cuscino (ad esempio giallo) = placca eurasiatica Stoffa blu = Oceano Tetide Battutoli di cotone di diversi colori, piatti e sfilacciati in lunghezza = i sedimenti depositati nell’Oceano Tetide Immagine satellitare dell’Arco alpino (vedi anche pagina 31) 3. Nascita delle Alpi in 4 atti Situazione iniziale: le placche europea ed eurasiatica sono l’una accanto all’altra (i cuscini sono l’uno accanto all’altro). Atto 1°: Circa 200 milioni di anni fa le placche iniziano ad andare alla deriva allontanandosi l’una dall’altra. Di conseguenza nel profondo bacino oceanico Tetide che va formandosi si depositano i sedimenti. (Si posano l’uno lontano dall’altro il cuscino rosso e il cuscino giallo, il pezzo di stoffa blu viene posato nel mezzo, i battutoli di cotone colorati vengono sparsi qua e là sul pezzo di stoffa e ai bordi dello stesso). Atto 2°: Circa 100 milioni di anni fa le due placche alla deriva tornano ad avvicinarsi l’un l’altra. L’Oceano Tetide, insieme ai suoi sedimenti, comincia a scomparire lentamente, in maggior parte è spinto sotto la placca continentale africana ed «inghiottito», cioè sciolto di nuovo nel mantello della terra. (Il cuscino rosso s’incastra contro il cuscino giallo, la stoffa blu che sta nel mezzo è spinta insieme ad alcuni batuffoli di cotone sotto il cuscino rosso «Africa»). Atto 3°: Le due placche continuano ad andare l’una contro l’altra. I due continenti s’incastrano e si concatenano l’un all’altro. Questo provoca il corrugamento della crosta terrestre e i profondi strati di sedimenti dei fondali dell’Oceano Tetide vengono piegati e sollevati. (I cuscini continuano ad essere spinti l’uno contro l’altro finché non si piegano e s’innalzano verso l’alto e i battutoli di cotone nella zona d’incontro si avvicinano e si piegano). Atto 1° Atto 2° Atto 3° Atto 4° Atto 4°: Con l’elevazione comincia anche il processo di alterazione ed erosione. (Parti degli elementi di cotone vengono sfilati e depositati lungo i due «versanti alpini»). Questo genera un mosaico disordinato di batuffoli di cotone di diversi colori, che rispecchia la complessità delle rocce nelle Alpi dei nostri giorni. 3 I 3 più importanti tipi di alterazione • Alterazione meccanica o disgregazione ad esempio tramite la pressione provocata dal congelamento dell’acqua nelle crepe delle rocce o tramite grandi sbalzi di temperatura con la conseguente alterazione del volume delle rocce stesse. • Alterazione chimica o decomposizione tramite gli acidi contenuti nell’acqua piovana o tramite l’ossidazione con l’ossigeno presente nell’aria. • Alterazione biologica con la penetrazione delle radici delle piante nelle crepe delle rocce. Processi di reazione (semplificato) + 2+ 2H + CaCO3 Ca +H2CO3 ioni acidi di acqua piovana + calcare ioni di calcio + acido carbonico CO2 +H2 O H2CO3 Dall’acido carbonico (H2CO3) viene generato CO2 e acqua. Il CO2 è gassoso e comporta la formazione di bollicine come nell’acqua minerale. Per chiudere questa sequenza si può mostrare una carta tettonica/ geologica senza scendere nei dettagli. Deve solo restare un’impressione della complessità. La varietà delle rocce sarà trattata maggiormente nella lezione “Da roccia a roccia”. 4. Alterazione Si comincia col fare la seguente riflessione: gli scienziati hanno calcolato che in base alle dimensioni della collisione delle due placche, oggi le Alpi dovrebbero essere più alte del doppio di quello che sono in realtà. Dunque, il Monte Bianco dovrebbe essere alto quasi 10 chilometri. Perché nella realtà non è così? Quali forze hanno agito? L’insegnante raccoglie e completa le risposte degli scolari. Lo scopo dovrebbe essere quello di trasmettere un’idea complessiva dei 3 tipi più importanti di alterazione (vedi riquadro a lato). 5. Esperimento Alla fine gli scolari, come esempio dei processi di alterazione, eseguono due esperimenti. Essi lavorano in coppia ed hanno il compito di verbalizzare entrambi gli esperimenti. Redigono un breve rapporto che deve avere i seguenti contenuti: - disegno delle fasi dell’esperimento - descrizione del procedimento e dei risultati - interpretazione dei risultati. In particolare si discute alla fine in classe sull’interpretazione dei risultati. In tale contesto si chiarisce in che misura i risultati degli esperimenti rispecchiano la situazione effettiva sul territorio. a) Alterazione chimica del calcare: l’alterazione chimica delle rocce calcari può essere resa evidente con mezzi semplici. Per raggiungere lo scopo occorrono un frammento di roccia calcare e l’acido cloridrico reperito in farmacia o nell’aula di chimica della scuola. La superficie della pietra calcare viene dapprima studiata attentamente con la lente d’ingrandimento. In seguito si versano un paio di gocce di acido cloridrico sulla superficie della pietra. La schiuma che si forma prova che si sta verificando una reazione chimica (viene liberato CO2). Dopo la reazione, con la lente d’ingrandimento è possibile vedere le asperità sulla superficie della pietra (a seconda della durezza del calcare, la pietra dovrà essere trattata più volte). b) Alterazione da gelo: gli scolari riempiono una bottiglia d’acqua (deve essere colma!), la chiudono bene e la mettono nel congelatore. Attenzione: nei casi normali la bottiglia s’infrange, quindi bisogna metterla prima in una scatola o in un recipiente di contenimento. Se a scuola non è disponibile un congelatore, l’esperimento può essere eseguito come compito a casa. Bibliografia Le Alpi, Serie Basic Ambienti & Storie, La Biblioteca, Firenze 2000 Ricco di illustrazioni, spiega come si sono formate le Alpi in modo semplice e con diversi disegni. Internet CH: Ufficio federale della topografia www.swisstopo.ch 4 Ambiente vitale Alpi Da roccia a roccia Indicazioni didattiche Le rocce sono composte da uno o più minerali. La roccia calcare, ad esempio, è composta solo da calcite, il granito per contro, è composto da tre minerali: feldspato, quarzo e mica. Inoltre, le singole componenti possono essere della grandezza di alcuni centimetri o soltanto microscopiche. Ogni tipo di roccia ha diverse proprietà. In modo particolare si distinguono per la loro predisposizione alle alterazioni. Le rocce resistenti ai processi di alterazione formano spesso rupi erte e ripide pareti, le rocce soggette ai processi di alterazione generano piuttosto alture dalle forme lievi e arrotondate. Ciò che noi troviamo come “sassi” sono frammenti di formazioni rocciose una volta unite e che sono state frammentate da processi di alterazione meccanica come la pressione provocata dal congelamento d’acqua nelle fratture delle rocce. Nelle Alpi si trova una grande varietà di rocce, ma in maggioranza si tratta di calcare, di granito e di gneiss . Per determinare con esattezza le rocce occorre una certa conoscenza ed esercizio. Una ripartizione approssimativa nelle grandi famiglie di rocce (rocce sedimentarie, magmatiche e metamorfiche) è tuttavia in parte possibile sulla base di semplici criteri (vedi la tabella nel foglio di lavoro). È importante tenere conto che la superficie delle rocce è soggetta a modifiche nella struttura e nel colore tramite processi di ossidazione oppure se coperta da licheni o alghe. Quindi per una classificazione bisogna sempre confrontare le superfici di rocce recentemente frammentate. Obiettivi d’apprendimento Concetto di base Le rocce caratterizzano l’aspetto delle Alpi. A seconda del tipo di roccia che predomina in una zona, le montagne e le cime presentano forme differenti. Le rocce determinano le proprietà del suolo e l’idoneità come zona per le scalate. Molti bambini e molti giovani rimangono affascinati dalle svariate forme e dai colori delle rocce. Questo fascino deve essere rafforzato e completato con la conoscenza. Metodica della lezione 1. Come lavoro preliminare si realizza una collezione di pietre più ricca possibile (collezione della scuola, collezioni degli scolari a casa, raccolta nei dintorni della scuola, collaborazioni tra coetanei dei paesi alpini limitrofi …). Per mostrare la varietà delle pietre che si hanno a disposizione, ogni scolaro ne sceglie una. Tutti siedono in cerchio e chiudono gli occhi (se è possibile, si ricorre alle bende). Tastandole con le mani gli scolari tentano di imprimersi nella mente la loro pietra. Adesso le pietre vengono passate di mano in mano nel cerchio, fino a quando ogni scolaro ha in mano di nuovo la «sua» pietra. 2. Alla fine si posano tutte le pietre sul pavimento al centro dell’aula e si raggruppano sulla base della loro omogeneità. Ora gli scolari formano gruppi e ogni gruppo si occupa di un determinato gruppo di pietre. Il compito di ogni gruppo è di fare un’esatta descrizione delle pietre sulla base dei criteri predefiniti (vedi schema a lato). 3. Alla fine gli scolari elaborano singolarmente il foglio di lavoro «Famiglie e ciclo delle rocce». 4. Di nuovo suddivisi in gruppi, gli scolari, con l’ausilio della tabella riportata nel foglio di lavoro, tentano di scoprire se si tratta di rocce sedimentarie, rocce magmatiche o rocce metamorfiche. Per iscritto spiegano le riflessioni che hanno determinato la loro classificazione. • Gli scolari sanno che esistono tipi di rocce completamente diversi. • Essi apprendono che le rocce non sono stabili, ma che nel corso del tempo possono modificarsi. • Essi conoscono le tre grandi famiglie di rocce e le rispettive caratteristiche. Grado Dai 10 ai 14 anni Materiale • Molte pietre di diversi tipi • Bende per gli occhi Per la coltivazione dei cristalli: • filo • matite o bastoncini di legno • chiodi • acqua calda • zucchero • sale • vasi di vetro per le conserve Preparazione • Gli scolari raccolgono un gran numero di pietre di diversi tipi. Possibilmente in collaborazione con i coetanei di altri paesi alpini (scambiandosi reciprocamente le pietre). • È un vantaggio se l’insegnante s’informa sull’argomento rocce (vedi bibliografia). • Le ricette per i cristalli dovrebbero essere precedentemente provate dall’insegnante. Ubicazione In classe, nei dintorni, eventualmente escursione Durata 3, 4 lezioni, per la coltivazione: alcuni giorni Questa attività può essere svolta anche durante un’escursione nelle Alpi. Schema per il ritratto delle rocce • • • • • • • disegno esatto delle rocce (colore, caratteristiche) colore(i) caratteristica della superficie (liscia, ruvida…) numero dei componenti visti ad occhio nudo dimensioni dei singoli componenti durezza (con le unghie e con un temperino) nome/denominazione delle rocce (ev. nomi di fantasia) Nel limite del possibile, produrre una frattura sulla superficie di ogni pietra, poiché l’aspetto di quest’ultima potrebbe essere falsato da alterazioni o dalla copertura di alghe. 5 Indicazioni per determinare le rocce Lavoro di approfondimento È quasi impossibile fare questa classificazione senza compiere errori e senza un’ampia conoscenza. Ma per il nostro scopo non ha importanza se viene commesso qualche errore di classificazione, tuttavia sia l’insegnate, sia gli scolari devono essere coscienti di questo. A seconda del livello scolastico si può forse collaborare con il docente di geografia. I cristalli sono particolarmente belli e affascinanti. Il nome cristallo deriva dal greco kyros che significa ghiaccio. Di fatto un cristallo è un solido con una struttura interna regolare. Per l’ordinamento preciso degli atomi, un cristallo presenta superfici lisce dette facce. Diversi cristalli di uno stesso minerale possono sviluppare le stesse facce ma non necessariamente la stessa forma e dimensione. È possibile coltivare i cristalli in modo semplice: Fissare un chiodo al capo di un filo e ad una determinata distanza una matita. Mettere il chiodo in un vaso di vetro e poi lasciarlo dondolare servendosi della matita messa di traverso sul bordo del vaso. Versare 3 cucchiai rasi di sale in 1 dl d’acqua calda e miscelare vigorosamente. Versare la soluzione salina nel vaso di vetro fino a coprire il chiodo e il filo. Farla riposare a temperatura ambiente per 2 o 3 giorni. A questo punto cominciano a formarsi piccoli cristalli di sale, che è possibile osservare con una lente d’ingrandimento (di 8, 10 ingrandimenti), ed in seguito anche disegnare. Lo stesso esperimento si può eseguire anche con lo zucchero: Versare 250 g di zucchero (circa due tazze) in 1 dl di acqua calda e miscelare vigorosamente. Dopo 2 o 3 giorni sul fondo del vaso di vetro cominceranno a formarsi cristalli di zucchero. Se questo non avviene si versa ancora un po’ di zucchero nella soluzione e si aspettano altri 3 o 4 giorni. Più a lungo si lasciano crescere i cristalli, più grandi diventano. Soluzione per il foglio di lavoro a) famiglie di rocce b) fiume c) sedimentano d) arenaria e) trasformarsi f) metamorfiche g) fondono h) magmatiche i) granito Bibliografia Minerali e Rocce, Origine, varietà, utilità Istituto Geografico De Agostini, 1998 Un’originale e stimolante presentazione del multiforme regno minerale. «Abracadabra, ed ecco un magnifico cristallo.» Ciclo delle rocce Alterazione Innalzamento e cristallizzazione Erosione, trasporto e sedimentazione Fusione e trasformazione 6 Indurimento Foglio di lavoro «Famiglie e ciclo delle rocce» Ambiente vitale Alpi Le tre grandi famiglie di rocce In modo approssimativo è possibile suddividere le rocce in tre grandi famiglie: • rocce sedimentarie • rocce magmatiche • rocce metamorfiche La tabella sottostante sintetizza la loro formazione e le loro caratteristiche: Rocce sedimentarie Formazione Caratteristiche Esempi Tramite la sedimentazione di Spesso un solo tipo di minerale, Argilla, marna, calcare, frammenti di rocce negli oceani e in parte frammenti di fossili, in arenaria nei laghi che si consolidano gradualmente nel corso di secoli parte riconoscibile stratificazione orizzontale, spesso a grana finissima, a volte rocce Puddinga, breccia arrotondate o a spigoli Rocce magmatiche Con il lento raffreddamento e la Struttura granulare grossa cristallizzazione del riconoscibile ad occhio nudo. I magma fuso singoli cristalli non sono disposti Granito in modo regolare Appartengono a questa famiglia Struttura granulare fine, anche le rocce che si formano superficie a volte vescicosa o direttamente in seguito ad schiumosa, a volte vitrea Basalto eruzioni vulcaniche Rocce metamorfiche Si formano attraverso la Presentano spesso stratificazioni Gneiss (dal granito) trasformazione di rocce dovute all’orientamento parallelo Marmo (dal calcare) sedimentarie o rocce dei minerali di nuova formazione Scisto (dalla marna) magmatiche ad alte temperature e pressioni nella profondità della crosta terrestre Le rocce nascono, muoiono e rinascono Le tre a) _____________________________ sono collegate insieme in un ciclo di nascita e morte. Così le piccole parti di un granito alterato, ad esempio granuli di sabbia e particelle di argilla finissime, possono essere trasportate nel mare dal b) _______________ . I granuli di sabbia nel delta c) ___________________________________ . Nel corso degli anni la massa depositata si consolida e diventa d) ___________________________ . Le particelle di argilla sono molto più leggere e raggiungono quindi il fondo molto più lontano dalla foce del fiume. Dal consolidamento si forma argilla. Dopo millenni o addirittura dopo milioni di anni i sedimenti depositati possono entrare a far parte di un processo di formazione dei rilievi montani e e) ____________________ . Se i sedimenti vengono modificati senza prima essere fusi, si formano rocce f) ____________________________ . Dall’arenaria si forma ad esempio quarzite, dalle pietre argillose micascisto. Se i sedimenti sono sottoposti ad elevate temperature g) ________________________ e in seguito si solidificano, formando così rocce h) __________________________ . L’esempio più frequente è il i) ____________________________ e con ciò la storia può ricominciare daccapo… Compito supplementare per gli scolari veloci: Cerca di rappresentare il ciclo descritto sopra in un disegno (ad esempio, con un diagramma a frecce). 7 Hai tutto nello zaino? Il clima nelle Alpi si distingue da quello della pianura: • La temperatura media scende di 0,6 °C per ogni 100 metri di altitudine e la differenza di temperatura tra il versante sud e il versante nord in un determinato momento può essere di oltre 50 °C. Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari sono coscienti che per sopravvivere sulle Alpi occorrono adeguamenti particolari. • Essi sanno quale materiale è necessario e sensato per un’escursione in alta montagna. Grado Dai 10 ai 13 anni Materiale Lo Zaino con vestiti e scarpe adatte alle escursioni in montagna, giacca a vento, pantaloni impermeabili, cappello per il sole, occhiali, crema solare, borraccia, sandwich, zucchero d’uva, eventualmente bussola/altimetro Lavori preliminari • Preparare il materiale • L’insegnate dovrebbe leggere il testo introduttivo Ubicazione In classe Durata 3 o 4 lezioni 8 • L’estate è corta mentre l’inverno è lungo. Flora e fauna hanno dunque a disposizione solo un breve periodo di tempo per crescere e riprodursi. Per adattarsi a ciò le piante hanno adottato diversi “trucchi”: la soldanella inizia la sua crescita già sotto un strato di neve spesso fino a 10 cm; il ranuncolo dei ghiacciai riesce a sopravvivere a tre anni di neve perenne e poi nella quarta estate continuare a crescere e riprodursi. In inverno molti animali emigrano nelle regioni più calde o vanno il letargo. • L’intensità delle radiazioni cresce con l’aumentare dell’altitudine e questo comporta un aumento di irradiazione ultravioletta (UV). Come la pelle degli esseri umani, anche il tessuto vegetale è sensibile ai raggi UV. Molte piante si proteggono con le foglie coriacee, la colorazione intensa o la crescita di peluria. Gli animali possiedono spesso una pelliccia o un piumaggio protettivi. • Nelle Alpi la quantità delle precipitazioni è fino a tre volte più elevata che in pianura. Nelle zone pianeggianti con suoli relativamente impermeabili si formano spesso paludi. Nelle regioni scoscese l’acqua piovana non viene quasi assorbita dal suolo magro e tende quindi rapidamente a scorrere verso la pianura. Per cui, malgrado l’elevata quantità di precipitazioni, nelle Alpi si trovano anche molti prati secchi. • Quasi ogni giorno sulle Alpi spira un vento da leggero a forte, per cui le piante sono soggette a forti scossoni e necessitano di un buon ancoraggio. Le piante alpine hanno sovente radici più spesse di quelle della pianura. Il vento causa una perdita di umidità nelle piante, dalla quale esse si proteggono tramite l’accumulo di strati di cera o con la crescita di peluria. • L’umidità dell’aria è relativamente bassa e questo significa un ulteriore pericolo di siccità. Anche in questo caso le piante si proteggono con sistemi contro l’evaporazione, quali la crescita peluria, foglie cerose o coriacee oppure con l’accumulo di riserve d’acqua (piante succulente). Ambiente vitale Alpi Concetto di base Molti scolari conoscono l’ambiente vitale Alpi per esperienze personali. Nelle escursioni, hanno più o meno consapevolmente adeguato il loro equipaggiamento al clima alpino. Con questa lezione lo scolaro acquisisce coscienza delle particolarità che distinguono il clima alpino da quello di pianura e di come ci si deve preparare per le escursioni. Metodica della lezione 1. Gli scolari ricordano la loro ultima escursione in montagna. Che tipo di vestiti hanno indossato? Cosa hanno portato con loro nello zaino? L’insegnate annota le parole chiave alla lavagna. L’insegnante svuota il suo zaino (se ne ha uno), mette bene in vista gli oggetti contenuti e, se è necessario, completa la lista con le parole chiave. 2. Insieme si discute sul perché questi oggetti sono importanti quando si fa un’escursione in alta montagna. L’insegnate aiuta e completa dove è necessario. 3. Come riepilogo gli scolari redigono un foglio d’istruzioni (testo e disegno) dal titolo: Quello che devo sempre portare in un’escursione sulle Alpi …Il testo ad esempio potrebbe dire: “Sulle Alpi ci sono enormi sbalzi di temperatura, quindi devo portare con me sia abiti pesanti che leggeri”. Lavoro di approfondimento Lezione “Sopravvive solo chi si adatta” (pagina 10). Esempio: Lo zaino per l’escursione in montagna contiene: a) vestiti: “il principio della buccia di cipolla” cioè dai pantaloncini corti e la maglietta fino al pullover pesante e la giacca b) buone scarpe c) giacca a vento d) completo impermeabile e) cappello per il sole, occhiali da sole, crema solare f) borraccia/picnic/ ev. zucchero d’uva g) ev. la bussola e l’altimetro Perché sono importanti questi oggetti? a) Tra il giorno e la notte c’è una grande differenza di temperatura, ma anche tra il versante sud e il versante nord. Inoltre, più si sale più il clima si raffredda. b) Terreni impraticabili o scoscesi, neve (macchie non sciolte). c) Il vento è più frequente e più forte che in pianura. d) In molte regioni alpine le precipitazione annuali sono più abbondanti che in pianura. In particolare i temporali estivi possono essere forti e formarsi all’improvviso. e) L’intensità delle radiazioni cresce con l’altitudine. Particolarmente forti sono le radiazioni sui ghiacciai o sui prati innevati dove vengono anche riflesse. f) Le escursioni sono faticose e richiedono molta energia. L’umidità assolutamente bassa dell’aria dovuta al clima freddo fa aumentare il bisogno di bere, inoltre la respirazione causa una perdita d’acqua supplementare. g) Per prendere le misure necessarie contro il rapido cambiamento del tempo, l’altimetro informa in merito alle zone di bassa e alta pressione. Bibliografia «“Se vuoi vedermi, porta con te un binocolo!”» Kappenberger Giovanni, Kerkmann Jochen: Il tempo in montagna, manuale di meteorologia alpina, Zanichelli 2001 9 Sopravvive solo chi si adatta! Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari conoscono i fattori essenziali che influenzano il clima alpino. • In modo creativo riflettono sulle conseguenze che il clima alpino ha sugli essere viventi. • Conoscono alcune forme concrete di adattamento e sono in grado di indicare alcuni esempi concernenti le piante e/o gli animali. Grado: Da 11 a 15 anni Materiale: • Materiale da bricolage • Libri sui fiori alpini • Foglio di lavoro Lavori preliminari: • Svolgimento della lezione “Hai tutto nello zaino?” • L’insegnate dovrebbe aver presente le informazioni di fondo della lezione “Hai tutto nello zaino?” e riflettere sugli effetti che i singoli fattori climatici hanno sugli esseri viventi. Ubicazione: In classe Durata: 3, 4 lezioni. 10 Concetto di base Per sopravvivere nelle Alpi le piante e gli animali devono adattarsi alle condizioni climatiche locali. Tra le piante, in modo particolare, è possibile osservare molti tipi di adattamenti. Lo scopo di questa lezione è quello di rendere coscienti gli scolari delle relazioni tra le condizioni ambientali e l’aspetto, rispettivamente, le funzionalità delle piante. Ambiente vitale Alpi Metodica della lezione 1. Sulla base del foglio d’istruzioni della lezione «Hai tutto nello zaino?» si riportano sulla lavagna i più importanti fattori climatici delle Alpi. L’insegnante completa le indicazioni. In seguito si elencano i fattori di cui necessitano le piante per crescere. 2. Lavoro di gruppo con i seguenti compiti: Gli scolari inventano una pianta che si è adattata in modo ottimale al clima alpino. Ogni gruppo costruisce la sua pianta alpina con materiale vario (carta, cartone, filo, lana, cotone, ecc.). Se non c’è sufficiente tempo a disposizione, la pianta può essere anche soltanto disegnata. 3. Ogni gruppo ha due minuti di tempo per presentare la sua pianta e per spiegare perché sopravviverebbe particolarmente bene nel clima alpino. 4. Gli scolari scrivono un testo contenente gli esempi delle piante presentate. Il modello per il testo può ad esempio essere formulato come segue: Questa pianta alpina ha/è … In questo modo si protegge da … 5. Sulla base del foglio di lavoro «Sopravvive solo chi si adatta» vengono esaminati i diversi adattamenti delle piante alpine e completati con esempi presi da manuali specifici. Variante Questa lezione può essere eseguita anche con un animale alpino. In questo caso gli adattamenti sono meno significativi, poiché gli animali, muovendosi, sono in parte in grado di aggirare le condizioni ambientali. Esempi di adattamento: muta della pelliccia (estiva, invernale), estremità corte (protezione dal freddo), quiescenza invernale (anfibi) o letargo (marmotte), pelle scura (salamandra delle Alpi) e pelliccia scura invernale (camosci) per assorbire meglio le radiazioni solari. Nelle Alpi la crescita delle piante è determinata dai seguenti fattori: • grande differenza di temperatura (a seconda dell’altitudine e dell’esposizione) • freddo • molto vento • poca umidità nell’aria • suolo pietroso, poco humus • a seconda del luogo, molte o poche precipitazioni • radiazioni intense Di cosa necessitano le piante per una crescita ottimale: • luce (per la fotosintesi, fornitura di energia) • acqua (per la fotosintesi e per i processi di metabolismo nelle cellule) • aria (soprattutto CO2 per la fotosintesi) • sostanze nutritive (ad esempio azoto e fosforo) • suolo (per potersi ancorare e per acquisire le sostanze nutritive) • caldo Soluzioni per il foglio di lavoro: Tipo di adattamento delle piante alpine a) nanismo primula a foglie intere b) succulenza sassifraga / semprevivo c) crescita di peluria crepide alpestre d) rosette semprevivo / sassifraga Bibliografia Ferrari/Rossi: Guida dei fiori di montagna Franco Muzzio editore, Padova 1988 Spiega i vari adattamenti delle piante al clima di montagna e presenta fotografie di oltre 200 fiori. Roggero Giorgio, Zavagno Franco: Guida alle Alpi Mondadori, Milano 1994 Una guida al patrimonio naturale delle Alpi. 11 Foglio di lavoro «Sopravvive solo chi si adatta» Ambiente vitale Alpi Alcune piante ti vogliono raccontare… … quali particolari proprietà hanno dovuto acquisire per potersi adattare nel miglior modo possibile al clima alpino. Esamina con attenzione le piante disegnate, abbina loro con una freccetta il testo giusto e indica quali delle seguenti proprietà particolari posseggono: • rosette • nanismo • succulenza • crescita di peluria Scrivi in ogni testo il termine giusto. Sassifraga a) Con la mia forma di crescita sfrutto in modo ottimale il caldo che proviene dalla terra. Questo è molto importante poiché quassù spesso si gela. Inoltre, il vento, che da queste parti a volte soffia oltre i 150 km all’ora, non può danneggiarmi. È per questo motivo che io sono più piccola della mia parente della pianura. Gli scienziati questo lo chiamano ................................................................. . b) Anche se qui in media piove molto, l’acqua spesso scarseggia. Su questo ripido terreno la pioggia scorre subito via. Crepide alpestre Lo strato sottile di humus ha molta difficoltà a trattenere l’umidità, per c) La mia ............................................. questo sono molto felice di poter io la sfrutto tre volte. Mi protegge dal immagazzinare l’acqua nelle mie foglie. freddo e dal vento, dalla siccità e dall’intensità delle radiazioni solari. Questa proprietà si chiama ................................................... . Inoltre spesso dispongo di un grande sistema radicale per ancorarmi al suolo nel miglior modo possibile e per poter sfruttare ottimamente le riserve d’acqua. Semprevivo d) Le mie foglie sono ordinate a .................................................. . La forma ovale ha un rapporto ottimale tra superficie e volume e minimizza così la perdita di umidità dovuta alla siccità. In questo modo posso cavarmela bene con la riserva d’acqua. In più, è di molta utilità lo strato di cera che copre la superficie delle mie foglie. In inverno ho inoltre il vantaggio che le foglie interne sono protette dal freddo. Del resto, molte piante che crescono in forma di cuscinetti tondeggianti hanno gli stessi vantaggi. 12 Primula a foglie intere Ambiente vitale Alpi Dove gli animali alpini sono a loro agio A seconda dell’altitudine, dell’esposizione e della ripidezza dei pendii, le condizioni ambientali nelle Alpi sono molto diverse da un luogo all’altro (vedi anche il testo introduttivo della lezione “Hai tutto nello zaino?” a pagina 8). Anche la composizione del suolo può differire nel raggio di pochi metri: luoghi con terreni profondi e ricchi di acque stagnanti si contrappongo a luoghi con terreni molto magri, secchi e poveri di humus. Le condizioni climatiche e la composizione del suolo determinano quale tipo di vegetazione può crescere in un determinato luogo. Questo significa che nelle Alpi, spazio relativamente contenuto, è possibile incontrare numerosi tipi diversi di vegetazione. Il numero di specie vegetali alpine è di conseguenza elevato. Al contrario delle piante, i mammiferi e gli uccelli sono meno legati ad una determinata zona. Spesso, durante la giornata oppure con il mutare delle stagioni, cambiano la zona dove soggiornano, adattandosi così alle grandi differenze climatiche. Tuttavia, per soddisfare le loro specifiche esigenze di cibo e di quiete, questi animali sono legati a determinati tipi di vegetazione. Così ad esempio le marmotte hanno bisogno di terreni profondi e sufficiente erba nelle vicinanze della loro tana. La rana temporaria e il tritone alpino sopravvivono dove vi sono acque stagnati che non si prosciugano. Le pulci dei ghiacciai si trovano a loro agio a 0 °C, mentre muoiono a più 12 °C. Il fagiano di monte si nutre principalmente di bacche e di semi, per questo lo si trova prevalentemente tra gli arbusti nani (con mirtilli neri, mirtilli rossi, uva orsina, …) e ai limiti del bosco (con semi di pino, di abete rosso, ecc.). Concetto di base Salendo dalla pianura in altitudine nelle Alpi si incontrano zone climatiche differenti che sarebbero altrimenti percettibili solo nel corso di un lungo viaggio in direzione nord. A queste zone climatiche corrispondono tipi di vegetazione differenti in cui vivono diverse specie di animali. Con questa lezione gli scolari imparano a conoscere i vari ambienti alpini e gli animali che vi vivono. Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari capiscono la grande influenza dell’altitudine sul clima e, di conseguenza, sulla vegetazione. • Nella loro prossima escursione in montagna noteranno i cambiamenti della vegetazione col cambiare dell’altitudine. • Gli scolari conoscono alcune specie di animali alpini e l’ambiente in cui vivono. Grado: Da 11 a 14 anni Materiale: • Cartellone con lo schizzo dei livelli di altitudine (v. modello a pagina 15) • Foglietti/cartoncini con i tipi di vegetazione • Atlante/mappamondo • Cartoncini vuoti • Bibliografia sulla fauna alpina. Lavori preliminari: • Disegnare lo schizzo con i livelli di altitudine alla lavagna/su un cartellone (pagina 15) • Procurarsi la bibliografia sulla fauna alpina (bibliografia a pagina 15) Ubicazione: In classe Durata: 3 o 4 lezioni Metodica della lezione: 1. Per cominciare, un compito matematico: un’escursione sulle Alpi, dal punto di vista della vegetazione, è paragonabile a un viaggio nell’Europa del nord. In questo contesto, 100 metri di altitudine corrispondono a circa 150 km di distanza. Supponiamo che, nel corso di un’escursione in montagna, tu sali a 950 metri di altitudine. A quanti chilometri in pianura corrispondono? Su quale grado di latitudine ti troveresti se fossi partito da casa tua? Indica le località che si trovano su questo grado di latitudine (è permesso consultare l’atlante). 2. Lavoro di gruppo: gli scolari ricevono un biglietto su cui è indicato un tipo di vegetazione (con o senza esempi): A) Bosco (abete rosso, abete bianco, larice, …) E) Prati da sfalcio e alpeggi (pendii, molte erbe e fiori, …) B) Fascia detritica / pareti rocciose (licheni, muschio, piante rupestri, …) F) Praterie alpine (genziana blu, carlina bianca, molte piccole piante variopinte in fiore, erbe basse) C) Paludi (sfagno, erioforo, carice, …) G) Arbusteti (ontani, pini mughi, salici, …) D) Ghiaccio/ghiacciai/neve (alghe, organismi unicellulari, pulci dei ghiacciai, …) H) Arbusti nani (rododendro, mirtilli rossi, uva orsina …) 13 Gli animali sulle Alpi Gracchio alpino (al di sopra del limite del bosco, rocce) Salamandra nera (da 800 a 2500 m, paludi, arbusteti, praterie alpine) Gipeto barbuto (al di sopra del limite dei boschi, pareti rocciose) Tritone alpino (dalla pianura fino a 2500 m, paludi, stagni) Fagiano di monte (arbusti nani) Camoscio (in estate al di sopra del limite del bosco nelle praterie alpine, in inverno anche nei boschi) Pulce dei ghiacciai (sui ghiacciai e nevati) Rana temporaria (fino a 2500 m, paludi) Marmotta (al di sopra del limite dei boschi, nelle praterie alpine) Volpe (dappertutto fino a 3000 m) Lepre variabile (in estate prevalentemente nella fascia dei pini montani, in inverno anche al di sotto del limite dei boschi) Pernice bianca (limite dei boschi fino a 2800 m) Aquila reale (da 600 fino a 3000 m, rocce e detriti, praterie alpine) Stambecco (da 1600 fino a 3200 m, praterie alpine) Vantaggi della mobilità: sfruttamento delle risorse nutritive in diversi ambienti, possibilità di evitare il clima estremo come neve, siccità ecc. eventualmente, fuga dai nemici in altri ambienti Vantaggi della sedentarietà: grande conoscenza del luogo, per cui vantaggio nei confronti dei nemici difesa del territorio possibilità di accumulare riserve per l’inverno Dopo una breve discussione, i gruppi posizionano i loro cartoncini sul cartellone con i livelli di altitudine (o alla lavagna). Alla fine si discute finché si giunge ad una ripartizione con la quale tutti sono d’accordo. Attenzione! non c’è solo una soluzione giusta, ma tante. L’esempio a pagina 15 ne indica una. 3. Di regola alcune specie di animali si trovano a proprio agio in zone con tipi di vegetazione ben determinati. Si tratta ora di posizionare nel cartellone le specie frequenti di animali alpini nel loro ambiente preferito. A questo scopo per prima cosa in classe vengono raccolti i nomi degli animali alpini più noti e quindi scritti o disegnati sui cartoncini. Se si ritiene necessario, i cartoncini vengono completati con i nomi della lista che figura a lato. Con le freccette si può anche evidenziare l’ampiezza dello spazio in cui dimorano le singole specie di animali. Si osserverà così che molti animali si possono incontrare in diversi livelli di altitudine e anche in tipi diversi di vegetazione. 4. Discussione in classe: quali vantaggi comporta per gli animali il fatto di essere molto mobili e quali se si specializzano su un determinato ambiente? 5. Lavoro di gruppo: tutti i cartoncini con le specie animali vengono distribuiti ai singoli gruppi. Questi hanno il compito, ricorrendo ad Internet e/o con l’ausilio della letteratura specifica messa a disposizione, di informarsi su queste specie di animali. I risultati vengono riassunti in forma di scheda, ad esempio con il computer. Le schede finite degli animali alpini vengono copiate e distribuite a tutti gli scolari della classe. In questo modo essi hanno un proprio glossario degli animali alpini. Lavoro di approfondimento Una visita in un museo di storia naturale, dove gli scolari possono completare le loro schede. Gli scolari preparano una relazione sul loro animale alpino preferito. Schema per la scheda Nome/ ev. anche latino Foto/disegno Habitat Diffusione in Europa Cibo Riproduzione Peculiarità «Nei prati alpini mi trovo a meraviglia!» 14 Ambiente vitale Alpi Proposta di soluzione: quali tipi di vegetazione a quale altitudine D B D B H G F E C A Modello per lo schizzo dei livelli di altitudine Bibliografia Le Alpi, Serie Basic Ambienti & Storie La Biblioteca, Firenze 2000 Ricco di illustrazioni, fornisce una panoramica sulle principali specie animali che vivono nelle Alpi. Moutou François, Bouchardy Christian: I mammiferi nei loro ambienti Ecoguide A .Vallardi, Garzanti editore, 1992 Descrive la biologia, l’ecologia e la distribuzione dei mammiferi in montagna. Brown, Lawrence, Pope: Le tracce degli animali, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1996 Una guida per riconoscere le tracce degli animali, anche di quelli che vivono nelle Alpi. Roggero Giorgio, Zavagno Franco: Guida alle Alpi, Mondadori, Milano 1994 Una guida al patrimonio naturale delle Alpi. 15 Alpi, ambiente vitale in pericolo! Sviluppo della popolazione e identità culturale Verso la fine del diciannovesimo secolo, con l’industrializzazione, in tutta Europa si sviluppano nuove strutture sociali e nuove condizioni economiche. Questo sviluppo scatena, soprattutto a sud-ovest delle Alpi (gran parte del sud e del nord delle Alpi francesi, Piemonte e Liguria) un’ampia e grave crisi. L’economia agraria e forestale, che poggiava su proprietà fondiarie di piccole dimensioni e fortemente frazionate, così come l’economia autarchica delle grandi famiglie si trovano improvvisamente confrontate con una forma di società ed economia basata sul lavoro estremamente ripartito ed individualizzato. Indicazioni didattiche A questo si aggiunge il fatto che con il cambiamento delle abitudini alimentari la raccolta di castagne commestibili perde il suo significato economico. Le strutture regionali non si adeguano automaticamente alla mutata situazione e di conseguenza si assiste a un forte degrado economico, sociale e culturale. Per poter continuare a guadagnare il proprio sostentamento, una grande parte della popolazione deve abbandonare la sua tradizionale patria alpina. Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari conoscono alcuni dei motivi che hanno portato allo spopolamento di diverse regioni alpine. • Basandosi su criteri stabiliti, gli scolari sviluppano le proprie idee per progettare un modello di un paese alpino. Grado: La formazione delle frontiere nazionali ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del territorio alpino. Le Alpi, essendo situate al centro dell’Europa, sono state ripartite tra le diverse nazioni europee senza considerare le diverse lingue e culture presenti. Questa è la ragione principale per cui tra gli abitanti delle Alpi non si è potuta sviluppare un’identità culturale comune e le zone alpine sono oggi degradate a zone periferiche regionali. Dai 10 ai 16 anni Materiale: • Foglio di lavoro “Storia di un paese abbandonato” • Lucido con l’inserzione sul giornale “Concorso di idee” • Materiale da bricolage per costruire il modello del paese Lavori preliminari: Il turismo nelle Alpi è distribuito in modo irregolare. Due terzi dei 25 milioni di abitanti degli agglomerati nei pressi delle Alpi vivono nella regione a nord della catena alpina. A sud, per contro, ne vivono soltanto 8 milioni circa. Se dalla Savoia a Salisburgo si riscontra in genere una grande affluenza turistica, nella regione alpina tra la Provenza e la Stiria ci sono vaste regioni senza insediamenti turistici. Preparare il materiale Ubicazione: In classe Durata: 3 o 4 lezioni 16 Dalla metà degli anni settanta, le case rurali in cattive condizioni vengono vieppiù riattate e trasformate in case di vacanza. Prende piede quindi uno sviluppo strutturale turistico monotono e nuovi corpi estranei invadono le valli alpine. Il paesaggio tradizionale scompare e con esso l’identità di queste valli che diventano anonime e confondibili. Alpi, ambiente vitale in pericolo! Concetto di base L’espressione “sviluppo sostenibile” è diventata un’espressione di moda. Ma ancora non esiste una ricetta che indichi come mettere in pratica lo sviluppo sostenibile. Per avviarlo occorre prendere in seria considerazione la situazione presente, quella passata e quella futura. Che aspetto potrebbe avere lo sviluppo sostenibile di un paese alpino? Come è possibile mettere in sintonica armonia gli aspetti socio-culturali, economici ed ecologici? La “Storia di un paese abbandonato”, presentata in questa lezione, vuole essere lo spunto per avviare in classe le riflessioni sul tema. Metodica della lezione 1. L’insegnate distribuisce il foglio di lavoro con la storia del paese. 2. Gli scolari leggono la storia. 3. Discussione in classe: con alcune domande, l’insegnate si accerta che la storia sia stata capita da tutti. Perché i giovani sono emigrati? Perché gli anziani non si sono difesi? Cosa cercavano con esattezza? Hanno trovato quello che cercavano? Per quale esatto motivo più tardi sono tornati? Conoscete storie di paesi simili? Che cosa hanno in comune? (autarchia contadina, esodo, trasformazione delle case in residenze turistiche, ecc.). 4. L’insegnate spiega che ha trovato sul giornale un annuncio interessante sul tema e distribuisce il foglio con il «Concorso di idee». 5. Utilizzando la tecnica dello «brain-storming» (o un altro metodo creativo, vedi a pagina 22) vengono raccolte le idee comuni per progettare il modello di un paese futuro. 6. In una lista vengono riportati tutti i più importanti criteri di qualità che il modello di paese futuro dovrebbe rispettare (alcuni esempi sono indicati come condizioni nell’annuncio di giornale). 7. Lavoro di gruppo: sulla base delle idee raccolte e dei criteri di qualità, in un lavoro di gruppo gli scolari elaborano un modello (disegni, piante, modelli tridimensionali, ecc.) di come il paese alpino futuro potrebbe essere organizzato e strutturato. Il villaggio deve diventare un luogo economicamente e culturamente attraente ma nello stesso tempo un luogo dove l’uomo possa vivere in armonia con la natura e l’ambiente. 8. I risultati dei lavori di gruppo vengono presentati e discussi insieme. I modelli presentati tengono conto di tutti i criteri di qualità? Quale modello li soddisfa maggiormente? È possibile unire le idee dei diversi modelli? Quali si completano a vicenda? Ci sono idee in contraddizione con le altre? Quali modelli sono realistici? Quali risultano difficili da realizzare? Perché? Lavoro di approfondimento Sulla base del riscontro e con la consultazione di specialisti (architetti, pianificatori urbanistici, geografi, ecc.) possono essere rielaborati e perfezionati uno o più modelli. I modelli vengono presentati ad un scuola partner nelle Alpi e assieme vengono concretizzati ulteriormente. Gli scolari cercano località nelle Alpi che hanno problemi simili a quello presentato nel concorso d’idee. Prendono contatto con le persone responsabili e presentano i modelli da loro realizzati. Concorso Cercansi idee! La fondazione «Paese alpino» cerca classi scolastiche interessate a sviluppare idee che possano trasformare uno sperduto paese alpino, abbandonato e mezzo diroccato, in un’attraente località in cui l’economia, la cultura, la società e l’ambiente siano in un equilibrio armonioso. Che aspetto ha il paese oggi: Il paese è situato a 800 metri sul livello del mare. Un agglomerato di 40 case forma il centro del paese. Le case sono costruite con pietre naturali, hanno un urgente bisogno di essere riattate e in parte sono vuote. Al centro c’è una chiesa intatta con davanti la piazza del paese, ampia e bellissima. Al momento il paese è abitato tutto l’anno soltanto da dieci persone anziane. In estate si aggiungono alcuni abitanti di città che hanno trasformato un paio di vecchie stalle in case di vacanza, e sporadicamente un gruppo di escursionisti alla ricerca di un bel luogo dove piazzare le tende. In paese non esistono né negozi, né un ufficio postale, né un ristorante e non ci sono mezzi di trasporto pubblici. Il paese più prossimo è a valle e dista circa 15 chilometri. Le selve castanili come pure i campi e i pascoli attorno al villaggio non sono coltivati da più di 10 anni. Importante! Qui di seguito indichiamo le condizioni a cui la progettazione del modello di paese futuro deve sottostare: • Nel paese giovani e anziani devono trovare un posto ideale dove vivere e lavorare durante tutto l’anno. • Le trasformazioni architettoniche devono unire armonicamente il vecchio e il nuovo. • Nel costruire gli impianti turistici, bisogna rispettare la natura e l’ambiente. • Il paese deve risultare attraente soprattutto per le famiglie giovani con bambini. Bibliografia Dematteis Luigi: Alpinia – testimonianze di cultura alpina, Ivrea 1995 Dematteis Luigi: Alpinia 2: Le Alpi e la loro gente, Ivrea 1994 Due libri ricchi di immagini in cui vengono presentate la cultura, l’economia e la vita tradizionale delle Alpi. Essere giovani e invecchiare nel territorio alpino, CIPRA 17/98 Alpi, comuni e sviluppo sostenibile, CIPRA 15/97 17 Foglio di lavoro «Storia di un paese abbandonato» Alpi, ambiente vitale in pericolo! Il sogno di benessere e ricchezza attira … Una tipica storia di un paese alpino Com’era ancora frizzante il vento che dalla valle sferzava i contadini intenti nella fienagione dei pendii più scoscesi antistanti il villaggio. Benché le prime mucche avessero già raggiunto l’alpeggio, la primavera tardava a farsi da parte. E la sera nel villaggio solo i pennacchi di fumo tradivano la presenza di case. Gli alpigiani guardavano da lontano quel bianco candore salire verso di loro, candore che li faceva sentire meno soli, essendo abituati ad avere come unica compagna una volta stellata. Com’era dura la vita nel villaggio: la cooperazione e a volte la lotta con la natura comportavano sforzi, a volte al limite del sopportabile. E il contadino la sera, dopo aver bevuto il tazzino di vino, a malapena aveva il tempo di slacciare gli scarponi prima di cadere addormentato sulla sedia accanto al caminetto. D’inverno, quando il lavoro si faceva meno duro, parte del villaggio si radunava nelle stalle per tramandare le tradizioni e la saggezza delle generazioni che li avevano preceduti, i vecchi con le loro pipe al centro, e tutti gli altri attorno ad assorbirne le parole. E allora poteva capitare che nello sguardo dei più giovani, solitamente velato da una patina di stanchezza, si accendesse qualcosa di nuovo, forse fierezza, fierezza di appartenere ad un popolo che grazie a sacrifici e alla forza di volontà era riuscito nel tempo a costruire qualcosa. Ma un giorno tutto cambiò: dal fondovalle proveniva inconfondibile il rumore del metallo contro il metallo e quello dell’intervento dell’uomo sulla natura. I vecchi del villaggio assistettero impotenti al vociferare, dapprima un sussurro, quindi un urlo concernente la costruzione di una segheria all’inizio della valle. Né rimasero molto sorpresi quando qualche giorno dopo due signori ben distinti e ben vestiti si catapultarono nel centro del paese ammaliando, tentando e provocando i giovani con promesse di dodici ore lavorative, di un salario assicurato, di un appartamento con acqua corrente, di divertimenti. In breve il trambusto provocato dalla visita s’insinuò dappertutto nel villaggio, in ogni porta, ogni finestra e ben pochi ne rimasero immuni. I vecchi del paese seduti sulla panchina posta a fianco di una fontana nella piazza del villaggio assistettero alla trasformazione e videro che lentamente negli occhi dei loro compaesani la fierezza stava lasciando posto alla cupidigia e alla voglia di benessere. Fu come stappare una bottiglia di champagne dopo averla scossa ripetutamente. Come il liquido che ad alta pressione lascia dietro di sé un involucro vuoto, così i giovani abbandonarono il villaggio per la segheria lasciando dietro di loro solo un paio di vecchi e qualche coraggioso la cui fierezza non poteva essere comperata. Quando l’ultimo vecchio morì, si spensero tradizioni e saggezza di tutta una generazione di uomini e nel villaggio non restarono altro che case chiuse e camini spenti. Al giorno d’oggi il paese è in parte tornato a rivivere: alcune case sono state vendute e trasformate in abitazioni di vacanza, i primi che lasciarono il villaggio per la segheria, una volta raggiunta la pensione, sono tornati al paese natio nell’illusione di rivivere le emozioni di un tempo, magari con una partita a bocce o stringendosi attorno ad un tavolo in un’interminabile partita di scopa. Ma sono vecchi tristi, forse perché non percepiscono più la fierezza che un tempo permeava le mura del villaggio oppure più semplicemente ora che sono loro i più vecchi del villaggio non hanno più né tradizioni né saggezza da trasmettere a nessuno. 18 Alpi, ambiente vitale in pericolo! Traffico di transito La causa del continuo aumento del traffico di transito attraverso le Alpi è da ricondurre allo sviluppo dell’economia in Europa. Dopo la seconda guerra mondiale, con la nascita dell’Unione Europea, è stata favorita e sovvenzionata una politica economica basata sul forte flusso delle merci. La netta divisione e la forte concentrazione dei processi produttivi ha avuto come conseguenza il trasporto di un’enorme quantità di prodotti semilavorati che viaggiano, anche diverse volte, da un luogo di produzione all’altro prima di raggiungere il mercato. Di conseguenza il volume dei trasporti è esploso. Negli ultimi decenni le infrastrutture ferroviarie non sono state né migliorate, né ampliate, al contrario, in tutta Europa è stata favorita la costruzione di strade, così tutto il traffico si è concentrato soprattutto sulla strada. Le autostrade occupano nelle già strette valli alpine molto più spazio di quanto ne occuperebbero le ferrovie. La costruzione di strade priva inoltre l’agricoltura dei già esigui terreni. E a causa del forte inquinamento fonico e ambientale, la qualità di vita delle grandi valli di transito è peggiorata notevolmente. Concetto di base Il traffico di transito è un argomento molto attuale in Europa. Questa lezione propone di approfondire tre aspetti legati a questo tema: le vie alpine utilizzate per il trasporto di merci, la riduzione della qualità di vita della gente che abita nelle vicinanze degli assi di transito e le conseguenze negative del traffico per l’ambiente alpino. Metodica della lezione 1. L’insegnante spacchetta i prodotti che ha portato con sé. Chiede agli scolari cosa hanno in comune questi prodotti. (Tutti i prodotti sono stati trasportati attraverso le Alpi). Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari conoscono le principali vie di transito attraverso le Alpi. • Essi sono in grado di spiegare alcuni problemi legati al traffico di transito. • Essi sviluppano alcune idee su come si potrebbe migliorare la situazione. Grado: Da 11 a 14 anni Materiale: • Circa 10, 15 prodotti di provenienza diversa che sono stati trasportati attraverso le Alpi (verdura, frutta, generi alimentari, vestiti, libri ecc.) • Atlanti, (uno per gruppo) • Per ogni gruppo un grande foglio di carta da disegno (carta da imballaggio o un foglio flip chart) • Vecchi giornali • Fili di lana di diversi colori • Un registratore Lavori preliminari: • Gli scolari sanno che aspetto ha l’Arco alpino e conoscono la sua situazione geografica in Europa (lezione "I vari paesi alpini nell’Arco alpino” pagina 29). • Preparare il materiale. • Registrare su cassetta il rumore di una strada molto frequentata. Ubicazione: In classe Durata: Da 6 a 8 lezioni 2. Lavoro di gruppo: Ogni gruppo sceglie alcuni prodotti. Insieme cercano di stabilire il luogo di provenienza della merce (indicazioni sulla confezione, conoscenza degli scolari, ev. aiuto dell’insegnante ecc.). Ci sono prodotti che sono stati semilavorati o rifiniti in diversi paesi (contenuto, confezione ecc.)? Gli scolari annotano su un foglio ciò che hanno scoperto riguardo ai prodotti. Sull’atlante cercano i luoghi di provenienza e riflettono su quali vie di transito questi prodotti possono aver percorso per attraversare le Alpi. 3. I gruppi si procurano materiale da bricolage (grandi fogli da disegno, vecchi giornali, fili di lana colorati, colori). Con l’aiuto dei vecchi giornali gli scolari formano il rilievo dell’Arco alpino (eventualmente mostrare il lucido con la foto satellitare, pagina 31) e lo incollano nel mezzo del grande foglio da disegno. In seguito, con l’ausilio dell’atlante geografico riportano sul foglio le grandi città che circondano le Alpi: Vienna, Zagabria, Trieste, Ljubljana, Milano, Torino, Genova, Nizza, Marsiglia, Lione, Se c’è abbastanza tempo, il rilievo dell’Arco alpino può essere realizzato con la cartapesta (mettere in acqua vecchi giornali e aggiungere la colla adatta). 19 Zurigo, Monaco di Baviera, Linz. Con i fili di lana marcano le più importanti vie di transito attraverso le Alpi e ne indicano il genere (ferrovia, strada, passo, tunnel ecc.). Sulla loro carta geografica annotano anche le probabili vie che i prodotti da loro esaminati potrebbero avere percorso. 4. I rilievi vengono appesi in classe. 5. Compito per casa: gli scolari ricevono il compito di cercare a casa altri prodotti che sono stati trasportati attraverso le Alpi (prodotti della dispensa, spezie, detersivi, cosmetici ecc.). 6. Gli scolari presentano brevemente i prodotti trovati e i luoghi di provenienza e per gruppi completano con i nuovi prodotti il foglio con il rilievo. 7. L’insegnate avvia il registratore con i forti rumori del traffico e nel contempo scrive alla lavagna: 8'000'000 elefanti o 38'000 balenottere azzurre. Mentre il registratore continua a emettere i forti rumori del traffico, l’insegnante dice agli scolari di discutere in coppia che cosa potrebbero significare le cifre scritte alla lavagna. 8. Discussione in classe: l’insegnante spegne il registratore. Gli scolari esprimono le loro supposizioni. L’insegnate completa le affermazioni degli scolari con le seguenti informazioni: il peso degli elefanti o delle balenottere azzurre corrisponde al peso delle merci (66'000'000 tonnellate) che annualmente vengono trasportate attraverso le Alpi (dati del 1994). Scrive alla lavagna che il 62% (2/3) delle merci sono trasportate dai camion su strada, mentre il 38% (1/3) sono trasportate dalla ferrovia. Il 70% dei camion per il trasporto della merce transitano sulle tre strade Brennero, Monte Bianco, Gottardo (il Monte bianco è momentaneamente chiuso). Soluzione 8’438 autocarri al giorno Lunghezza della colonna di autocarri: 84'380 km 9. Compito matematico: in coppia gli scolari calcolano quanti camion percorrono giornalmente le due vie di transito Brennero e Gottardo sapendo che in media un camion trasporta 10 tonnellate di merce, e quanto è lunga la colonna di camion sapendo che ogni camion è lungo 10 metri. Mentre gli scolari fanno i conti, l’insegnate avvia di nuovo il registratore con i rumori del traffico. 10. Discussione in classe: cosa avete provato sentendo il rumore? Cosa ne pensate delle cifre che avete ottenuto? Potete immaginavi di vivere o lavorare nelle vicinanze di una strada sulla quale transitano giornalmente così tante automobili e tanti camion? Quali pericoli e quali aggravi comporta tutto questo? Cosa vi disturberebbe maggiormente? L’insegnate scrive le parole chiave alla lavagna (ad esempio, rumore, inquinamento dell’aria, poco posto per giocare, strade pericolose, impossibilità di attraversare la strada che divide la valle, animali morti sulla strada ecc.). 11. Lavoro di gruppo: gli scolari riflettono su ciò che si potrebbe fare per migliorare la situazione (ad esempio, passare dal trasporto sui camion al trasporto per ferrovia, consumare i prodotti della regione, ecc.). 12. I gruppi presentano le proposte per migliorare la situazione. Gli scolari discutono quali proposte sono realisticamente attuabili e per quali di esse si vorrebbero impegnare personalmente. Lavoro di approfondimento Gli scolari mettono in pratica le proposte per migliorare la situazione. Nella scuola gli scolari approntano una piccola esposizione sulla problematica del traffico di transito nelle Alpi e durante la pausa offrono una merenda costituita da prodotti regionali facendo notare che consumando ad esempio cibi prodotti nella regione ognuno può contribuire ad evitare il trasporto di merci su lunghe distanze e di conseguenza a migliorare la situazione di chi abita lungo le vie di transito alpine. 20 Alpi, ambiente vitale in pericolo! Ieri, oggi, domani Con oltre 5 milioni di posti letto, 120 milioni di turisti e 500 milioni di pernottamenti all‘anno, le Alpi sono una delle più grandi regioni turistiche del mondo. Tuttavia nell’Arco alpino il turismo non è presente in modo omogeneo. Dei 6’000 comuni alpini soltanto 600 basano la loro economia in prevalenza sul turismo. La concentrazione di tante persone in un numero di località relativamente ristretto causa problemi ecologici. Gli impianti di riscaldamento degli appartamenti di vacanza e degli alberghi, insieme al forte traffico turistico e generale, pregiudicano fortemente la qualità dell‘aria. Anche il consumo di acqua è molto alto nelle località turistiche. Il turista medio consuma una quantità d‘acqua dieci volte maggiore di un indigeno. Le infrastrutture turistiche, con gli alberghi, i ristoranti, gli impianti sportivi, gli impianti di risalita, i posteggi, ecc., occupano molto terreno. Dal momento che nella regione alpina le superfici adatte all‘insediamento sono molto limitate, le costruzioni si ammassano nelle ristrette superfici idonee dei fondovalle e dei pendii adiacenti. Per mancanza di spazio, a partire dalla metà degli anni cinquanta si è cominciato a costruire anche nelle zone golenali lungo le valli che fino ad allora erano state consapevolmente risparmiate. Per questo motivo diversi insediamenti e infrastrutture si trovano oggi nelle zone soggette al pericolo di alluvione. Lo spazio sempre più occupato dalle costruzioni provoca la costante diminuzione delle aziende agricole. E siccome la domanda di terreni per costruire infrastrutture turistiche cresce continuamente e l’offerta diventa sempre più esigua, i prezzi dei terreni crescono a dismisura. Si tratta di un circolo vizioso che colpisce soprattutto le famiglie indigene le quali non riescono quasi più a trovare nei loro comuni di origine abitazioni economicamente alla loro portata. Concetto di base Le Alpi sono molto note per gli sport invernali. Se si comparano le immagini degli odierni centri turistici con quelle delle stesse località 100 anni fa, è sorprendente constatare quali enormi cambiamenti sono intervenuti. E questi cambiamenti comportano conseguenze per l’ambiente, l’uomo e la società. Metodica della lezione 1. L’insegnante informa gli scolari di aver ricevuto una lettera dal WWF. Chiede se qualcuno di loro conosce il WWF. Se questa organizzazione non è conosciuta da tutti, uno scolaro, oppure l‘insegnante, spiega brevemente che cos‘è il WWF e cosa fa. Quindi l‘insegnante legge la lettera (vedi pagina 23). Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari sanno che un paesaggio alpino può essere modificato dal turismo di massa. • Essi conoscono i problemi più importanti causati nelle Alpi dal turismo di massa. • Essi sviluppano idee proprie su come affrontare questi problemi. Grado: Dai 10 ai 14 anni 2. L’insegnante distribuisce il foglio di lavoro «Ieri e oggi» oppure ne proietta il lucido. Gli scolari elencano le differenze che rilevano paragonando i due disegni. L‘insegnante le annota brevemente alla lavagna. Materiale: Fotocopie del foglio di lavoro «Ieri e oggi» Ubicazione: 3. Discussione in classe: come sono venute a crearsi queste differenze? Cosa è successo esattamente? Cosa c‘è di positivo in questi cambiamenti? Cosa di negativo? Quali sono i pericoli maggiori di una tale evoluzione? 4. In una lista dal titolo «Ecco come il turismo di massa minaccia In classe Durata: 2 o 3 ore Esempio: Ecco come il turismo di massa minaccia l‘ambiente alpino … Pericolo Costruzione di molte case di vacanza, alberghi, strade, ecc. per la natura Forte inquinamento dell’aria dovuto agli impianti di riscaldamento e ai gas di scarico delle automobili. per l’uomo Gli agricoltori dispongono di sempre meno terreno. La popolazione locale deve trasferirsi. per la società I prezzi dei terreni aumentano. Le abitazioni a buon mercato scarseggiano. 21 Consiglio I cosiddetti metodi creativi permettono di trovare più facilmente soluzioni originali. Due esempi: Tecnica dell‘inverso: cosa si deve fare affinché il problema non venga risolto? Dalla formulazione positiva delle risposte risultano spesso idee sorprendenti per la soluzione. «Brainwriting» o metodo 6-3-5: tutti ricevono una tabella suddivisa in 18 caselle vuote (3 x 6). Nelle tre caselle superiori dei loro fogli, tutti scrivono di getto 3 idee di soluzione. Dopo 5 minuti ognuno passa il foglio al prossimo compagno. Nelle tre caselle successive si sviluppano e completano le prime idee si soluzione, anche questa volta in cinque minuti. Si continua in questo modo fino a che i fogli sono completamente compilati. l’ambiente alpino» si annotano insieme i pericoli ed i loro effetti sulla natura, sull’uomo e sulla società. 5. Lavoro in gruppo: ogni gruppo sceglie uno o più "pericoli", per i quali vorrebbe proporre una soluzione (vedi consiglio). 6. Si presentano e si discutono i risultati dei lavori in gruppo. La classe decide quali soluzioni vorrebbe elaborare ulteriormente per poi inviarle al WWF. Lavoro di approfondimento Gli scolari prendono contatto con una classe gemellata nella regione alpina e chiedono quali sono i pericoli che minacciano il loro ambiente. Propongono idee per risolvere i problemi, che poi elaboreranno e metteranno in pratica assieme alla classe gemellata. Nella lezione di lingue straniere si può sviluppare un progetto insieme ad una classe di un‘altra regione linguistica. Bibliografia CIPRA: 1º Rapporto sullo stato delle Alpi Centro Documentazione Alpina, Torino 1998 2º Rapporto sullo stato delle Alpi, CIPRA 2001 Sport nelle Alpi, CIPRA 12/95 22 «Per un pelo!!» Alpi, ambiente vitale in pericolo! A tutti gli scolari a cui sta a cuore il futuro delle nostre Alpi Cercansi idee Care allievi della classe.........................di....................................... Le Alpi sono una meravigliosa regione nel cuore dell‘Europa. Siamo sicuri che voi sapete già molte cose su di esse, forse perché ci andate spesso in vacanza, oppure dalle immagini e dai film, o perché voi stessi abitate in una regione alpina. Come senz‘altro sapete, le Alpi offrono ottime possibilità per praticare lo sport, per riposarsi o semplicemente per ammirare le bellezze della natura. Siccome negli ultimi anni sempre più persone hanno scoperto le Alpi come paradiso per le vacanze e ambiente di svago, sono stati costruiti innumerevoli alberghi, appartamenti di vacanza, impianti sportivi, sciovie, funivie e strade. Nei due disegni che alleghiamo, potrete rilevare questi cambiamenti. A questo punto vi chiederete cosa c‘è che non va in tutto ciò. In realtà è bello il fatto che tante persone si sentano a loro agio nelle Alpi. Ma purtroppo i cambiamenti possono comportare anche un grande pericolo per l’ambiente alpino. Con i tre esempi seguenti, vogliamo indicarvi cosa intendiamo quando parliamo di «pericolo»: Esempio 1: aria sempre più inquinata Gli impianti di riscaldamento delle molte case, alberghi, ristoranti e impianti per gli sport invernali, come pure le numerose automobili dei turisti in vacanza, inquinano sempre più l’aria fresca di montagna. Esempio 2: gli agricoltori hanno sempre meno terra Affinché gli animali e le piante legati all’ambiente agricolo possano sopravvivere, è importante che il terreno venga coltivato. Ma visto che si costruiscono sempre più case di vacanze, alberghi, ristoranti, strade, posteggi e altri impianti turistici, i contadini perdono sempre più terra e sono così costretti a smettere il loro lavoro. Esempio 3: animali selvatici in pericolo A causa delle discipline sportive come lo sci al di fuori delle piste, il deltaplano, il parapendio, l‘alpinismo, il rampichino ed il rafting, gli schivi animali selvatici vengono progressivamente scacciati dai loro ambienti. Cari scolari, come vedete l‘ambiente alpino è oggi seriamente in pericolo e noi siamo convinti che è tempo di agire. Saremmo oltremodo contenti di avere il vostro sostegno attivo. In effetti siamo assolutamente certi che voi avete molte idee buone, che a noi non verrebbero mai in mente! Allora, ci aiutate? Diamoci da fare! Riunitevi, discutete su ciò che si potrebbe fare contro i pericoli che minacciano l‘ambiente alpino. Scegliete le idee migliori, disegnatele e scrivetele su un foglio, e quindi inviatele per posta all‘ufficio più vicino del WWF. Esamineremo con attenzione le idee che ci comunicherete e speriamo poi di poterne realizzare il maggior numero possibile nei nostri progetti per proteggere l’ambiente alpino. Attendiamo dunque con piacere il vostro riscontro e vi ringraziamo di cuore per la vostra collaborazione. Cordialmente Il vostro team WWF 23 Foglio di lavoro «Ieri – oggi» Ieri Oggi 24 Alpi, ambiente vitale in pericolo! Alpi, ambiente vitale in pericolo! Preziosa riserva d’acqua per l’Europa Concetto di base L’acqua è tra le più importanti e preziose risorse delle Alpi. La maggior parte dell’approvvigionamento di acqua potabile dell’Europa centrale ed una parte essenziale della produzione di energia elettrica si basa sullo sfruttamento delle acque alpine. Ma anche prodotti di uso quotidiano, come l’acqua minerale, la verdura o la frutta arrivano sulla nostra tavola soltanto grazie alla ricchezza idrica delle Alpi. Sono poche le persone consapevoli dell’importanza delle risorse idriche e che conoscono le conseguenze negative dello sfruttamento eccessivo delle acque correnti. Metodica della lezione: 1. L’acqua nella nostra quotidianità L’insegnante chiede agli scolari cosa hanno fatto questa mattina dopo essersi alzati dal letto, e scrive le varie attività alla lavagna, ad esempio vestirsi, fare colazione, lavarsi, ascoltare musica. Egli sottolinea senza nessun commento con un gesso azzurro le attività che sono direttamente (ad esempio: bere, lavarsi) o indirettamente (ad esempio: apparecchi elettrici, luce) legati all’acqua. Quindi l’insegnante appoggia la borsa della spesa sulla cattedra e ne tira fuori diversi beni di consumo ( ad esempio: una lampadina, frutta, acqua minerale). Gli scolari indovinano ciò che collega tra di loro le attività sottolineate con il gesso azzurro e i prodotti: si cerca una parola. 2. Da dove e verso dove scorre l’acqua L’insegnante sviluppa insieme agli scolari la catena idrica, rispettivamente il ciclo idrico. Scrive le singole fasi del ciclo sui foglietti formato A5 che appende quindi alla parete in maniera da poterli spostare a seconda della necessità. La direzione è indicata da frecce. Il rubinetto dell’acqua nella classe è il punto di partenza per seguire la via dell’acqua in entrambe le direzioni: 1. ritorno alla sorgente o all’acqua di falda e quindi alla pioggia; 2. in avanti attraverso il lavandino verso l’impianto di depurazione delle acque di scarico oppure verso i canali di raccolta (ruscello, torrente), quindi al mare per essere infine trasformata in pioggia. In tale contesto non deve mancare l’indicazione secondo la quale il livello dell’acqua di falda è alimentato, oltre che dalla pioggia, anche dai ruscelli e dai fiumi (tramite ”infiltrazione”). Il terreno funge da serbatoio dell’acqua in forma liquida, mentre i ghiacciai alpini sono serbatoi d’acqua in forma congelata, ossia solida. Anche il mare è un immenso serbatoio d’acqua. 3. Funzioni dell’acqua Lavoro di gruppo: gli scolari riflettono sui diversi utilizzi dell’acqua da parte degli uomini e degli animali aiutandosi con le immagini del foglio di lavoro ”Immagini sull’acqua”. Per ogni immagine essi redigono una didascalia. I risultati dei lavori di gruppo vengono confrontati e discussi in classe. 4. Tagliamento, re dei fiumi alpini L’insegnante mostra il lucido di una cartina delle Alpi, sulla quale il fiume è ben visibile. Gli scolari leggono il testo del foglio di lavoro ”Tagliamento, re dei fiumi alpini”, segnando le parole che non comprendono (ad esempio: ”erosione”, ”sedimenti”, ”detriti”, ”meandri”). L’insegnante spiega brevemente il significato delle parole sconosciute. Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari scoprono il nesso tra beni di consumo e azioni quotidiane e l’acqua delle Alpi. • Essi imparano a conoscere gli effetti delle diverse forme di sfruttamento dell’acqua sull’ecosistema di un fiume alpino. • Essi sviluppano idee su come utilizzare in modo sostenibile (parsimonioso) la risorsa acqua. Grado: Da 11 a 15 anni Materiale: • Straccio o spazzolino da denti con bicchiere • Bottiglie di acqua minerale delle Alpi (ad esempio: Radenska, Evian, Aproz, San Pellegrino, Valser) • Lampadina • Frutta o verdura delle Alpi • Immagini sull’acqua (foglio di lavoro "Immagini sull’acqua”) • Cartina delle Alpi con il fiume Tagliamento • Foglio di lavoro "Tagliamento, re dei fiumi alpini” • Utensili da disegno • Foglietti A5 Lavori preliminari: • Procurarsi il materiale • Lucido della cartina delle Alpi con il fiume Tagliamento • Eventualmente schema di un impianto idroelettrico (diga, condotte forzate, turbina, generatore, condutture elettriche) Ubicazione: • In classe • Eventuali visite agli impianti locali dell’acqua potabile e di depurazione. Durata: 4-5 lezioni 25 5. In gruppi o insieme all’insegnante gli scolari descrivono, partendo dal testo sopraccitato, il carattere del fiume nei suoi diversi tratti, dalle strette gole del corso superiore fino alla larghe anse del corso inferiore (cambiamenti nella larghezza del ruscello e del fiume, della velocità di scorrimento dell’acqua, del deposito di detriti, ecc.). 6. Problemi e soluzioni Il testo sul fiume Tagliamento spiega anche i diversi pericoli che minacciano la dinamica naturale del corso d’acqua. Gli scolari elencano i problemi. Essi discutono sul da farsi, affinché un fiume alpino possa mantenere, rispettivamente riavere, le sue funzioni naturali quale ambiente vitale variato (ad esempio: lasciare più spazio al fiume, lasciar sufficiente acqua nel fiume, permettere ai pesci la risalita del fiume con apposite "scale”, regolamentare severamente l'estrazione di ghiaia). Filo conduttore: il rispetto della natura da parte dell’uomo, lo sfruttamento della natura con criterio senza che le basi vitali vengano distrutte. Sono tre gli aspetti di cui tenere conto in ugual misura se si interviene su un fiume per non pregiudicarne le funzioni vitali: • sicurezza per gli esseri umani e gli insediamenti • ambiente vitale per la natura • sfruttamento economico delle acque che tiene conto dell’ecologia del fiume. «E anche questa mattina non posso fare il bagno!» 7. Responsabilità di ogni singolo individuo: infine si pone la domanda su ciò che noi possiamo fare nella nostra quotidianità per risparmiare l’acqua e la corrente elettrica e per trattare in maniera responsabile le risorse idriche. In gruppi di due gli scolari preparano un cartellone sull’argomento: "Come posso impiegare con parsimonia quella preziosa risorsa che è l’acqua?” I cartelloni devono contenere uno slogan breve e simpatico (vedi gli slogan pubblicitari), illustrato da un’immagine (disegno, fotografia, collage, fumetto, ecc.). I lavori finiti saranno poi esposti in classe, nella scuola, nella sala comunale, nel museo di scienze naturali, ecc. Varianti Foglio di lavoro "Immagini sull‘acqua” 1 2 3 4 Torrente di montagna selvaggio (turismo) Torrente canalizzato (sicurezza) Condotte d‘irrigazione (agricoltura) Zona golenale (ambiente vitale dinamico per animali e piante) 5 Trota di torrente (pesca) 6 Diga (produzione di elettricità) 7 Canoa (sport, svago) Lavoro di approfondimento Gli scolari organizzano un’esposizione con i loro cartelloni pubblicitari e invitano le persone che si occupano della protezione dell‘ambiente (politici, rappresentanti delle organizzazioni di protezione della natura e autorità). In occasione dell’esposizione si organizza una tavola rotonda oppure un dibattito sull‘argomento "Come impieghiamo la nostra acqua alpina?". Vita per i nostri fiumi alpini, CIPRA 8/91 In collaborazione con un media locale (giornale regionale, radio locale) gli scolari organizzano una campagna sull‘argomento "Acqua alpina, il nostro elisir di lunga vita!" Gli ultimi fiumi naturali delle Alpi, CIPRA 11/91 Visita agli impianti locali di approvvigionamento dell‘acqua potabile e di depurazione. Bibliografia 26 Il punto 1 "L’acqua nella nostra quotidianità” offre l’opportunità di spiegare schematicamente come avviene la produzione di corrente in una centrale idroelettrica. Infatti la ricchezza idrica e la pendenza dei fiumi fanno dell’ambiente alpino un luogo adatto per produrre elettricità. Ovviamente non bisogna dimenticare di sottolineare che la corrente elettrica si può ricavare anche da altre fonti. Foglio di lavoro «Acqua alpina» Il Tagliamento, re dei fiumi alpini Alpi, ambiente vitale in pericolo! arenili di nuova formazione attraverso percorsi sotterranei. Come primi colonizzatori dei banchi ghiaiosi da parte del regno animale, compaiono in particolare aracnidi, carabidi e coleotteri stafilinidi. 5 delle 23 specie fluviali di carabidi finora qui accertate vengono classificate come rare o minacciate. Questa alta quantità di specie meritevoli di tutela è solo un indizio del valore del Tagliamento dal punto di vista della protezione della natura. Pericoli per il re dei fiumi alpini Sebbene al Tagliamento sia stato lasciato quasi interamente il suo territorio originario, anche qui la natura patisce danno: • È vero che negli ultimi dieci anni i comuni rivieraschi hanno costruito diversi depuratori. Ma molti non funzionano bene e la qualità delle acque è ancora insoddisfacente. Il gambero di fiume , un tempo largamente diffuso, vive ora soltanto là Il Tagliamento, in Friuli-Venezia Giulia, è l‘unico grande fiume alpino che, quasi per il suo intero percorso, è ancora abbandonato a se stesso. Per 170 km il suo corso non è condizionato da sbarramenti e opere di difesa spondale, ma solo dalle forze della natura. Visto dal satellite, il Tagliamento ha dimensioni imponenti: i suoi banchi di ghiaia si delineano chiaramente come un nastro bianco. Essi coprono, insieme con quelli degli affluenti Fella e But, 130 km2, una superficie maggiore del Lago dei Quattro Cantoni. dove le acque pulite sotterranee vengono alla superficie. • La portata dell‘acqua è ridotta per 70 km perché numerosi affluenti sono utilizzati per la produzione di energia elettrica. Dai bacini di Sauris (70 milioni di m3) l‘acqua immagazzinata torna al Tagliamento solo ai piedi delle Alpi. Nei pressi di Tolmezzo le quantità annuali di deflusso si sono ridotte della metà nello spazio di vent‘anni. Pressoché per il suo intero percorso, questo fiume … a meandri e laghi sotterranei • Anche l‘estrazione di ghiaia dal Tagliamento impetuoso scorre non ancora domato, e sposta continuamente il suo letto. Un solo sbarramento A partire dall‘ansa del fiume nei pressi di Venzone, l‘acqua, dapprima parzialmente, dopo Pinzano provoca difficoltà. Le richieste di concessione degli operatori riguardano spesso parti del fiume lo interrompe: a Caprizi, in Comune di Socchieve. quasi totalmente, comincia a infiltrarsi nel dove l‘estrazione è economicamente interessan- Poco prima del suo sbocco nel Mediterraneo sottosuolo e a formare un fiume carsico e laghi te, ma ambientalmente problematica. E nei posti diventa simile ai maggiori fiumi europei. Gli argini costringono ora le sue acque in strette e alte sotterranei. Nella zona prealpina fino a Carsana, di minor problematicità c‘è meno interesse dal lato economico … corsie. il letto naturale raggiunge quasi i 2 km di larghezza. Da qui le acque scomparse ritornano • Il pericolo più rilevante, però, minaccia la di nuovo alla superficie e, da Varmo, il Tagliamento naturalità del paesaggio fluviale tra Pinzano e Da forre e banchi di sabbia … porta ora l‘acqua anche d‘estate. I banchi di ghiaia Spilimbergo. Per realizzare aree di protezione dalle Nel corso superiore, da Forni di Sotto a Caprizi, il Tagliamento ha inciso profondamente la roccia fine e di sabbia subentrano ai detriti e depositi piene, il fiume rischia di essere ridotto a un terzo per 8 km. È necessario ricercare con urgenza incline alla disgregazione. Qui ha creato un grossolani. La pendenza si riduce ulteriormente e il fiume perde la sua selvaticità. Gli ambiti di percorso di forra con dislivelli pronunciati e corso pertinenza diventano più piccoli. Il fiume forma che non mettano in pericolo la naturalità del rapido. La forza di erosione dell‘acqua imprime sempre più un letto stabile che corre in grandi territorio. la sua immagine. Il Tagliamento e i suoi affluenti raccolgono l‘acqua da un bacino di 2580 km2 meandri. L‘acqua scorre ora lentamente, ha solo soluzioni alternative per la protezione dalle piene scarsa capacità di trasporto e trascina principalmente sedimenti sottili. Da Latisana, quello che Laboratorio a cielo aperto dalle Alpi e Prealpi, Carniche e Giulie, che in prevalenza sono costituite da rocce facilmente era un fiume selvaggio viene obbligato a scorrere pa, il Tagliamento è un laboratorio a cielo aperto, disgregabili. Nei pressi di Tolmezzo, lo spazio della in un canale. nel quale si possono condurre ricerche relative a valle si allarga fino a 800 metri. Qui vengono depositate dalle piene le masse detritiche Per gli ecologi e per la ricerca sulla tutela in Euro- numerose questioni su struttura e dinamica delle aree golenali e sulle relative cenosi di specie trasportate. Secondo l‘intensità della corrente, Spazio di vita per artisti della sopravvivenza Nell‘ecosistema del fiume naturale, le condizioni una parte sarà ulteriormente trasportata. In per- cambiano molto, in piccoli spazi e nel tempo. Per con un pezzo di natura non addomesticato. manente cambiamento tra erosione e deposito, poter sopravvivere, gli animali e le piante devono Anche nella difesa dalle piene, ad esempio nel il fiume si suddivide in rami divaganti di detriti e con ogni piena porta i suoi bracci a un nuovo sviluppare particolari strategie. I salici e le piante Reno, si comincia sempre più a riconoscere i limiti della tecnica e a imparare dalla natura. pioniere. Fino ad oggi l’uomo ha qui convissuto corso. Chi è vissuto soltanto in un paesaggio di tamerice germanica, con i loro rami flessibili, offrono poca resistenza contro le piene, e le ferite artificiale, regolato e curato dall‘uomo, sente dovute all‘inclinazione aiutano persino il loro Da: CIPRA Internazionale: 1. Rapporto sullo stato profondamente questo paesaggio come un luogo sviluppo. Altre specie, come la calamagrostide delle Alpi, Norbert Müller e Giorgio Cavallo, Berna libero, soggetto solo alle forze della natura. di sponda, possono rapidamente conquistare 1998 27 Foglio di lavoro ”Immagini sull’acqua” Alpi, ambiente vitale in pericolo! Scrivi una breve didascalia sotto ogni fotografia. Che cosa osservi? Per cosa viene utilizzata l’acqua? 6 1 7 4 2 5 3 28 Gli uomini e le Alpi Gli uomini e le Alpi «Mi sento a casa in tutti i paesi delle Alpi, l’importante è che il mio nido sia comodo.» I paesi alpini dell’Arco alpino L’arco alpino è suddiviso tra 8 nazioni: la Francia, l’Italia, la Svizzera, il Liechtenstein, la Germania, l’Austria la Slovenia e Monaco. Nel caso del Liechtenstein, le Alpi caratterizzano l’intero (piccolo) paese. Per la Germania, la Francia, l’Italia e Monaco, in proporzione all’intera superficie nazionale, la parte alpina è relativamente piccola. Per contro, Svizzera, Austria e Slovenia hanno una buona porzione di territorio nella regione alpina. L’influsso delle Alpi sulla politica e sull’economia di un paese è direttamente proporzionale alla percentuale di territorio alpino presente nella nazione stessa. Lo stesso vale per quanto riguarda il grado di identificazione di parte della popolazione con le Alpi come spazio vitale ed economico. E più elevato è questo grado di identificazione, più disponibilità si riscontra nel preservare questa regione come spazio vitale ed economico. Infatti, senza il sostegno finanziario statale, molte regioni alpine nelle condizioni quadro attuali non potrebbero sopravvivere. Le caratteristiche di vita degli abitanti di tutto lo spazio alpino sono più simili di quelle vigenti tra gli abitanti dello spazio alpino e non di una stessa nazione. Ciò nonostante soltanto negli ultimi anni sono nati contatti tra le regioni alpine dei diversi paesi, anche grazie all’attività della CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi). Lo scambio di esperienze è d’importanza vitale per diffondere idee valide a creare un’identità alpina. E anche l’identificazione è importante per riuscire a promuovere, in modo sostenibile e a prescindere dalle frontiere, le Alpi come spazio vitale ed economico. La collaborazione è fondamentale per difendere gli interessi degli abitanti delle Alpi e per trovare ascolto nei giochi di potere della politica. Concetto di base Sono gli uomini ad avere stabilito le frontiere. Questo è particolarmente evidente nell’esempio delle Alpi. Malgrado le Alpi costituiscano dal punto di vista geografico una vasta regione omogenea, esse sono tuttavia suddivise tra 8 stati. Con questa lezione si vuole rendere coscienti gli scolari sul fatto che in tutto lo spazio alpino gli esseri umani vivono in condizioni di base simili e sull’importanza della solidarietà tra e con queste persone. Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento • Gli scolari sanno tra quali Stati è ripartito l’Arco alpino. • Conoscono nomi e importanti dati geografici di ogni Stato, imparando ad utilizzare l’enciclopedia. • Conoscono alcuni punti in comune delle regioni alpine, a prescindere dal paese in cui abitano. Grado Da 12 a 16 anni Materiale • Atlanti (minimo 1 esemplare per gruppo) • Diverse enciclopedie • Foglio di lavoro "I paesi alpini”: ingrandimento di tutti e 7 i paesi alpini su foglio formato A3 (modello per il puzzle) • Lucido del foglio di lavoro • 7 foglietti con ognuno un paese alpino (senza Monaco) • 7 cartoncini (A3) • Dizionari e piccole guide turistiche per le lingue alpine (tedesco, francese, italiano, sloveno) • Eventualmente un libro di ricette e altro materiale proveniente dalle regioni alpine degli 8 paesi (opuscoli, cartoline, foto ecc.) Lavori preliminari Preparare il materiale Ubicazione In classe Durata Circa 4 lezioni 29 Metodica della lezione: 1. L’insegnate scrive alla lavagna i nomi degli 8 paesi (Francia, Italia, Svizzera, Germania, Austria, Liechtenstein, Slovenia, Monaco). 2. Gli scolari (eventualmente con l’aiuto dell’atlante) tentano di scoprire cosa hanno in comune questi paesi. 3. I punti comuni vengono annotati sulla lavagna. L’insegnante, se necessario, aggiunge che un ulteriore punto in comune consiste nel fatto che una parte di tutti questi paesi si estende nella zona alpina, e proietta poi il lucido "I paesi alpini”. 4. Discussione in classe: Chi conosce già una o più regioni alpine per avervi trascorso le vacanze, averle attraversate, ecc.? Quali somiglianze e quali differenze ha notato con il suo luogo d’origine? In questo lavoro Monaco non è stato preso in considerazione poiché dal punto di vista della superficie è molto piccolo e la sua porzione di territorio alpino è esigua. Consiglio Come complemento agli atlanti, ai dizionari ed alle enciclopedie si possono cercare i dati anche in Internet. 5. Vengono formati 7 gruppi. Ogni gruppo estrae un biglietto su cui è annotato un paese alpino e ne riceve un ingradimento. 6. Lavoro di gruppo. Ogni gruppo prepara una presentazione sul paese che ha estratto. Questa presentazione deve contenere: • Un foglio A4 con i più importanti dati geografici (nome, capitale, superficie, abitanti, bandiera, percentuale della superficie alpina e percentuale del numero degli abitanti delle Alpi). • Una risposta alle seguenti domande: di cosa vive la gente delle Alpi? Cosa mangia la gente nelle Alpi? Esiste un piatto tipico alpino? Come è la giornata di un abitante delle Alpi? Quali vantaggi offre la regione alpina? Quali sono gli svantaggi? Come viene trattata la problematica del traffico regionale e di transito dagli abitanti delle Alpi? Che importanza ha il turismo? Cosa lega e cosa divide gli abitanti delle regioni alpine? Esistono problemi tipicamente alpini? • La realizzazione del pezzo di un puzzle ricavato da un cartone sul quale è stata incollata la fotocopia del paese, comprendente la sua regione alpina, incluse città, località, fiumi, laghi, montagne e strade principali. 7. I gruppi presentano il loro lavoro. 8. I pezzi del puzzle con i paesi alpini vengono uniti e la realizzazione viene appesa in classe. 9. Discussione in classe: i punti in comune tra le regioni alpine dei diversi paesi vengono discussi e alla lavagna vengono annotate le parole chiave. Possibili punti in comune: • Proporzione città -zone rurali • Proporzione del lavoro nell’agricoltura - negli altri rami dell’economia • Problemi ambientali • Occupazione del tempo libero per i giovani nelle Alpi • Alimentazione • Traffico • Turismo ecc. 30 10. L’insegnate distribuisce il foglio di lavoro «I paesi alpini». Gli scolari completano il foglio di lavoro basandosi sulla carta geografica ricavata dal puzzle. Sulla base del rapporto redatto dai gruppi e delle parole chiave riportate sulla lavagna, gli allievi riassumono cosa unisce le regioni alpine dei singoli paesi, quale è la loro identità comune, perché questa è importante e come potrebbe essere promossa. 11. Discussione in classe: gli scolari leggono i loro riassunti che vengono discussi e completati insieme. Gli uomini e le Alpi Variante Se si desidera creare un puzzle più grande (ad esempio per riempire la parete in classe o nel salone della pausa), si può rivestire con la carta la parete e poi proiettarvi il lucido con i paesi alpini. Gli scolari disegnano i contorni e in classe realizzano una grande carta geografica con i paesi e l’intero Arco alpino. Per ogni paese gli allievi possono compilare un foglio comprendente i dati geografici, raccogliere altro materiale (foto, opuscoli di viaggio, foto delle vacanze, foto di paesaggi, riproduzioni di quadri d’autore ecc.) per poi incollarlo sulla carta geografica realizzata. Lavoro di approfondimento Leggere e discutere la Convenzione delle Alpi (vedi a pagina 46). Cercare una classe ubicata nelle Alpi con la quale avviare un contatto tramite lettere tradizionali o di posta elettronica, in particolare tra due classi situate all’interno dello spazio alpino, per scambiarsi informazioni. Allestire una bancarella sulla quale presentare il paese considerato mediante il pezzo del puzzle, il foglio A4, opuscoli di viaggio, cartoline illustrate, articoli di giornali, specialità locali. Raccogliere le ricette di piatti tipici alpini cucinandone alcuni. Lezione: ”Immagine ed identità delle Alpi” (vedi a pagina 35). Bibliografia Le Alpi, Serie Basic Ambienti & Storie, La Biblioteca, Firenze 2000 Ricco di illustrazioni, spiega la geografia delle Alpi in modo semplice e con diverse disegni. Foto satellitare dell’Arco alpino 31 Foglio di lavoro «I paesi alpini» 32 Gli uomini e le Alpi Vacanze in vista? Concetto di base Il turismo ha conquistato oggi il primo posto nell’economia di molte regioni alpine, mentre il settore agricolo e industriale hanno perso terreno. Cosa attrae i turisti nelle Alpi? Cosa li spingere a scegliere le Alpi come meta per le loro vacanze e il loro tempo libero? Cosa significa il turismo per gli abitanti delle Alpi? Questa lezione offre l’opportunità agli scolari di riflettere sulle possibili risposte a queste ed altre domande. Le indicazioni in corsivo sono rivolte alle classi situate al di fuori delle Alpi. A queste classi si consiglia di svolgere le lezioni in occasione di un’escursione nelle Alpi o subito dopo, oppure durante la settimana bianca scolastica organizzata in una località alpina. In questo caso si può attingere al bagaglio complessivo delle esperienze vissute. La lezione acquista più valore se svolta assieme a una classe partner. Metodica della lezione 1. Ogni scolaro pensa a tre offerte di attività nella sua regione alpina che presenterebbe a un turista e le scrive in modo succinto su tre cartoncini diversi. I cartoncini vengono appesi alla lavagna e alla fine ordinati per argomento (sport, cultura, riposo, avventura, divertimento, ecc.). Gli scolari che non abitano nelle Alpi si informano su quali tipi di soggiorno vengono offerti nelle Alpi studiando il materiale preparato precedentemente (opuscoli presi in un’agenzia viaggi, ricerca in Internet, contatti con una classe partner, ecc.). 2. Lavoro di gruppo: ogni gruppo realizza un interessante ed attraente opuscolo rivolto ai potenziali turisti con diverse proposte (curiosità locali, monumenti culturali, monumenti architettonici, particolarità geografiche, offerte per lo sport e il tempo libero, escursioni ecc.) e informazioni di fondo sulla propria regione alpina. 3. I gruppi presentano il loro opuscoli. 4. Discussione in classe: è abbastanza convincente l’opuscolo? Invoglia a visitare la regione alpina? Perché? Perché no? Cosa manca? Cosa si potrebbe aggiungere? 5. Gli scolari che abitano nelle Alpi preparano un programma accattivante con visite e attività da svolgere nella propria regione. Gli scolari che non vivono nelle Alpi presentano con una serie di conferenze le località alpine che visiterebbero e le attività che desidererebbero svolgervi. Ogni presentazione è seguita da una discussione in classe: cosa rende particolarmente attraente la località alpina scelta? Chi la sceglierebbe come meta? Perché? Perché no? Che cosa la differenzia dalla nostra regione? Vi sono somiglianze? Lavoro di approfondimento Gli opuscoli vengono scambiati con una classe partner. Gli opuscoli vengono inviati agli scolari di una classe partner nella regione alpina scelta chiedendo loro un riscontro sul lavoro svolto. Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari diventano consapevoli delle particolarità e delle bellezze che la loro regione (nel caso di classi al di fuori delle Alpi: la località scelta come meta per un soggiorno o un’escursione) offre. • Essi sanno quali aspetti bisogna considerare nel realizzare un opuscolo pubblicitario. Grado Dai 10 ai 16 anni Materiale Materiale di propaganda per mete turistiche nelle Alpi (opuscoli vecchi e nuovi, cartoline illustrate, ecc.). Strumenti per disegnare e dipingere, computer con allacciamento ad Internet e, se possibile, uno scanner. Preparazione: • Procurarsi il materiale di propaganda turistica sulla propria località alpina (per le classi al di fuori delle Alpi: sulle località alpine che si potrebbero visitare) • Cercare indirizzi in Internet adatti allo scopo (ricerca eseguita dagli scolari o dall’insegnante) Ubicazione In classe e nei dintorni (per le classi al di fuori delle Alpi: località alpina visitata) Durata 4-6 lezioni, eventualmente escursione 33 Visita reciproca di due classi partner, nel corso della quale la classe ospite presenta alla classe ospitante le particolarità e le curiosità scoperte nella regione. Prendere contatto con l’ente per il turismo locale e proporre di far stampare in un opuscolo le idee sviluppate dagli scolari. Gli scolari potrebbero mettersi a disposizione come guide turistiche durante le vacanze. Gli scolari che abitano nelle Alpi preparano un questionario per i turisti che visitano la loro regione. Possibili domande: Che importanza date: • ai contatti con la popolazione indigena? • a un paesaggio montano variato, con prati, boschi, campi, valli non invase da costruzioni e a un paesaggio alpino d’alta quota selvaggio ed intatto? • a un ruscello che scorre liberamente? • all’aria pulita? • al silenzio e alla solitudine? • a una strada di montagna non asfaltata? Siete disposti a impegnarvi personalmente per preservare quanto descritto nelle domande precedenti? Quanto sareste disposti a investire per mantenere integro il paesaggio? Cosa vi spinge a trascorrere le vostre vacanze nelle Alpi? ecc. Gli scolari valutano il sondaggio, riassumono i risultati e in seguito: • li discutono con i responsabili del turismo • pubblicano un articolo su un giornale regionale • formulano diverse tesi che servono da base di discussione per una tavola rotonda sul tema «Turismo – gioie e dolori», ecc. Gli scolari che non abitano nelle Alpi possono svolgere un sondaggio simile, cercando di scoprire quanti amici e conoscenti trascorrono le loro vacanze nelle regioni alpine, cosa piace e cosa non piace loro nella località di vacanza, quali attività vi hanno praticato, quale contributo offrono per la protezione delle Alpi, ecc. Lezione «Ieri, oggi e domani» Bibliografia Le Alpi, Serie Basic Ambienti & Storie, La Biblioteca, Firenze 2000 Ricco di illustrazioni, spiega l’evoluzione del turismo nelle Alpi e la situazione attuale. 34 «Uffa! Non so proprio cosa scegliere!» Gli uomini e le Alpi Immagine ed identità delle Alpi Concetto di base Le regioni, i paesi, e persino gli uomini sono spesso associati ai cosiddetti clichés (immagini, stereotipi). E le Alpi non costituiscono un’eccezione, anzi. Esse sono diventate famose in tutto il mondo grazie al noto romanzo della scrittrice Johanna Spyri. Teatro, musical, opera, fumetti, cinema, radio, televisione e anche Internet, la storia di Heidi è stata rappresentata in tutti i modi possibili ed è diventata un mito. Dal 1937 ad oggi sono state create dieci differenti pellicole per il cinema. Anche se gli svizzeri non si riconoscono nell’immagine data dal romanzo di Heidi, molti stranieri identificano la Svizzera e le Alpi con l’opera di Johanna Spyri. Con questa lezione si vuole approfondire e appurare quanto alcuni di questi clichés (immagini, stereotipi) sulle Alpi e i suoi abitanti corrispondono alla realtà. Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento • Gli scolari sono consapevoli che esiste una differenza tra l’immagine che viene data delle Alpi e la loro vera identità. Grado Dai 12 ai 16 anni Materiale • Foglietti • Fotocopie del foglio di lavoro «Immagine ed identità delle Alpi» Ubicazione Metodica della lezione In classe Durata 4 lezioni 1. Gli scolari, con un gioco, si confrontano con i concetti «immagine» ed «identità». L’insegnante scrive il nome di uno scolaro alla lavagna e distribuisce i foglietti. Tutti gli scolari scrivono sui loro foglietti l’immagine che hanno di questo scolaro: un tipo calmo, timido, impertinente, servizievole, ecc. Lo stesso scolaro il cui nome è scritto alla lavagna si caratterizza brevemente. L’insegnante raccoglie i foglietti e poi li legge. Discussione in classe: lo scolaro scelto può commentare e fare domande sulle affermazioni dei suoi compagni. Cosa corrisponde e cosa no? Perché? Come si vede egli stesso? Scrivendo il nome di un altro suo compagno alla lavagna, interrompe il giro di discussioni e il gioco continua … 2. Dopo alcuni giri, l’insegnante interrompe il gioco. 3. L’insegnante fa notare che immagine ed identità sono due concetti importanti. Come sicuramente gli scolari hanno avuto modo di provare durante il gioco, può essere sgradevole quando l’immagine dataci dagli altri si allontana fortemente da quello che si è (identità). Oggigiorno le imprese investono grosse somme finanziarie e molto tempo per determinare quale identità l’impresa deve avere, la cosiddetta «Coorporate identity». E investono ancora maggiormente per creare la propria immagine presso l’opinione pubblica e i propri clienti. Anche l’immagine delle Alpi è caratterizzata dagli innumerevoli opuscoli pubblicitari, foto, film, video, libri, storie, musica, ecc. Nelle Alpi vivono circa 13 milioni di persone, di cui circa i due terzi in agglomerati cittadini. Il loro modo di vivere si distingue appena da quello di chi vive nelle città europee di piccole dimensioni. Meno del 10% della popolazione alpina è oggi attivo nell’agricoltura e nell’economia forestale. Tuttavia l’immagine che noi abbiamo degli abitanti delle Alpi è molto legata a quella dei contadini di montagna intenti a far la fienagione, a produrre formaggio o a sorvegliare il bestiame. In verità, siccome l’estate nelle Alpi è breve, i contadini di montagna trascorrono la maggior parte dell’anno in pianura nei paesi e non sugli alpeggi. Consiglio Se tutti desiderano partecipare attivamente al gioco, vale la pena di protrarlo anche per più giorni. 4. L’insegnante distribuisce il foglio di lavoro «Immagine ed identità delle Alpi» contenente alcune affermazioni sulla popolazione e sulla cultura delle Alpi. Gli scolari leggono il foglio di lavoro. 5. Discussione in classe: gli scolari esprimono brevemente la loro opinione sulle affermazioni che hanno appena letto. 6. Lavoro di gruppo: gli scolari ricevono il compito di preparare una presentazione nella quale, con il maggior numero di esempi possibili, indicano da cosa è caratterizzata oggi l’immagine delle Alpi (opuscoli, 35 «Heidi» 2000 CH/D di Markus Imboden con Paolo Villaggio, Cornelia Gröschel, Marianne Denicourt, tedesco, a colori Il regista svizzero Markus Imboden mostra Heidi in uno scenario dei nostri giorni. Heidi è una ragazza forte, guida il trattore, naviga in Internet, usa il cellulare e non si lascia sottomettere da niente e da nessuno. Anche se il film a tratti è una libera interpretazione, nel suo insieme si attiene all’opera letteraria: dopo la morte di sua madre, Heidi viene portata da suo nonno sulle Alpi. L’eremita però non è affatto entusiasta di doversi occupare della nipote rimasta orfana. Col passare del tempo comincia tuttavia a voler bene alla piccola Heidi. Ma improvvisamente la zia Dete viene a prendere la ragazza per portarla a Berlino affinché faccia compagnia a sua figlia Clara, una figlia unica e "difficile”. Clara non ha molta considerazione per la parente "alpigiana” e fa di tutto per evitarla. Heidi non tollera a lungo gli attacchi ostili di Clara e fugge. Il tentativo di fuga fallisce, procurando però ad Heidi il rispetto di Clara. A questo punto Heidi fa di tutto affinché zia Dete, una donna d’affari molto occupata, vada ad un concerto del gruppo preferito da Clara. La sera del concerto Heidi sale sul treno diretto in Svizzera. Il film termina con la visita della zia Dete, Clara a Heidi e il nonno in Svizzera, dove tutti si riappacificano. Bibliografia Il Mito nelle Alpi, CIPRA 14/1996 Fornisce riposte alla domanda se e come i miti alpini influiscono sulla politica e sulla vita alpina. Heidi in Internet Digitando la parola chiave «heidi» nel motore di ricerca google www.google.com risultano al momento 927 000 siti Internet, 78 200 in lingua tedesca, 18 000 in lingua francese, 8 700 in lingua italiana, 13 000 in lingua russa, 2620 in lingua cinese, 5740 in lingua giapponese, 604 in lingua islandese ecc. 36 testi, libri, video, portali Internet, musica ecc.), chi determina quest’immagine e quali interessi vi sono celati. In seguito cercano di appurare quanto queste immagini corrispondo alla realtà. 7. I gruppi presentano i lavori e si discutono i risultati della ricerca. Lavoro di approfondimento Si legge il romanzo di Johanna Spyri in classe e lo si confronta in seguito con il film di recentissima realizzazione del regista svizzero Markus Imboden. A gruppi gli scolari realizzano diversi cartelloni pubblicitari dal tema «Chi siamo veramente? – Come siamo visti dagli altri?», li espongono e organizzano un vernissage per l’intera scuola. Gli scolari organizzano una conferenza dal tema «Cosa e chi determina la nostra immagine –qual’è la nostra identità?» in cui invitano a parlare e discutere pubblicitari, responsabili del turismo, operatori di cultura, politici ecc. (ad esempio in occasione del vernissage dei cartelloni). Foglio di lavoro «L’immagine e l’identità delle Alpi» Gli uomini e le Alpi A primavera la maggioranza degli abitanti delle Alpi va all’alpeggio con il bestiame e torna soltanto in autunno. Molti abitanti delle Alpi hanno una cattiva formazione scolastica e non hanno imparato un mestiere. Non sanno usare i mezzi di comunicazione moderni come il cellulare o il computer. La maggior parte dei contadini di montagna porta il tipico berretto a punta e ha la barba. Dopo aver raccolto il fieno, gli alpigiani amano sedersi assieme al bancone davanti ad un bicchiere di birra. I pasti degli abitanti della montagna sono parchi, monotoni e sono soprattutto a base di latte e formaggio. Quasi tutti gli abitanti delle Alpi sono agricoltori. Molto presto i bambini imparano a mungere le mucche e a badare alle pecore e alla capre. I bambini devono lavorare molto. Le persone che vivono sulle Alpi sono spesso sole. I vicini sono molto distanti e le vie di comunicazione piuttosto difficili. In compenso gli abitanti delle Alpi sono molto patriottici. 37 Pericoli naturali nelle Alpi Nelle Alpi avvengono spesso processi dinamici come frane, alluvioni, valanghe, caduta di massi e di sassi e smottamenti. Il motivo sta nella ripidezza dei pendii e nell’instabilità del suolo. Lo scioglimento dei ghiacciai oppure lo sgelo dei suoli permanentemente gelati (permafrost) libera il materiale morenico che, in caso di forte pioggia, l’acqua trasporta a valle dove può provocare danni ingenti. Di per sé si tratta di processi naturali che possono però trasformarsi in catastrofi per l’uomo se colpiscono case o infrastrutture del traffico o addirittura se provocano la morte di persone. La frequenza e l’intensità di questi eventi catastrofici per l’uomo possono accentuarsi se si agisce senza avere riguardo dei processi naturali, ad esempio costruendo case o strade in zone soggette ad alluvioni o valanghe, oppure radendo al suolo superfici di bosco protettivo. Anche la costruzione di strade sui fianchi ripidi delle montagne, che tagliano spesso i pendii, possono provocare smottamenti. È altresì noto come i ponti possono diventare pericolosi ostacoli in caso di acqua alta, quando la ghiaia ed i tronchi d’albero impediscono all’acqua di scorrere nel letto del fiume provocandone la fuoriuscita. È successo il 24 settembre 1993 a Briga, in Svizzera, dove le acque del torrente montano Saltina, costrette entro stretti argini, non sono riuscite a superare il un ponte costruito troppo basso, andando così ad allagare l’intero centro cittadino. Le catastrofi naturali destano scalpore nei media, come, ad esempio, le alluvioni del 1987 in Valtellina (Italia), nei cantoni Uri e Vallese (Svizzera), la tempesta Vivian del 1991, che ha provocato danni ai boschi montani, l’alluvione del 1993 a Briga, le valanghe dell’inverno 1999 in Austria e in Svizzera, gli smottamenti nell’ottobre del 2000 in Val d’Aosta e in Vallese. Concetto di base Quando avviene una catastrofe naturale come quella di Gondo (Svizzera) nell’ottobre del 2000, l’evento riempie per alcuni giorni o settimane le pagine dei giornali e se ne discute in lungo e in largo. Ma così repentinamente come è avvenuta la catastrofe, altrettanto improvvisamente svanisce l’interesse pubblico per l’avvenimento. Ciò non significa però che i pericoli naturali siano svaniti: molte costruzioni nelle Alpi soggiacciono ancora oggi ad elevati rischi di catastrofe. Se l’uomo avesse maggior rispetto per i processi naturali invece di confidare ciecamente nei provvedimenti tecnici di protezione, molte catastrofi potrebbero essere evitate. 38 Gli uomini e le Alpi Metodica della lezione 1. L’insegnante distribuisce il foglio di lavoro con l’articolo di giornale. Gli scolari lo leggono e scrivono un testo che fornisce le risposte alle seguenti domande: quando, dove e perché è avvenuta la catastrofe? Cosa è successo esattamente? Come ha reagito la gente? 2. Lavoro in coppia: gli scolari si leggono reciprocamente i testi. Colui che ascolta rileva se le risposte alle domande poste sono chiare e comprensibili. In seguito entrambi discutono i loro testi: cosa vi è di uguale rispettivamente di differente? Se necessario, dopo la discussione, i testi vengono completati e rielaborati. 3. Discussione in classe: Come si poteva evitare la catastrofe? Conoscete altri eventi catastrofici avvenuti nelle Alpi? Quali? Da cosa vengono provocati? Perché? Come si potrebbero evitare? Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari conoscono i principali pericoli naturali delle Alpi. • Essi si sono confrontati con il principio della prevenzione. Grado: Da 10 a 14 anni Materiale: • Fotocopie del foglio di lavoro «Articolo di giornale» • Tabella di conversione delle valute Ubicazione: In classe Durata: 3 lezioni 4. Compito matematico: l’insegnante fornisce agli scolari le seguenti informazioni: alla fine degli anni ‘80 la Svizzera ha svolto uno studio sul valore dei boschi protettivi nelle Alpi. Ha calcolato che per proteggere uomini, installazioni di trasporto, case ed altri impianti con provvedimenti tecnici, su un ettaro di terreno (10'000 m2) per un periodo di 100 anni, ciò costa: • 2,5 milioni di CHF per la protezione contro le valanghe • 1 milione di CHF per la protezione contro la caduta di massi • 0,5 milioni di CHF per la protezione contro l’erosione (smottamenti, frane, torrenti). Proteggere una superficie della stessa grandezza (1 ettaro) per lo stesso periodo (100 anni) con un bosco di montagna costa: • 50'000 CHF per il rimboschimento e la cura degli alberi giovani nei primi 20 anni • 9'000 CHF per la cura ogni 15 anni Soluzione Quanto costa la protezione di 7'000 ettari per un anno, tramite provvedimenti tecnici? E tramite la protezione naturale per mezzo di un bosco? Calcolate gli importi nella moneta del vostro paese oppure in Euro. Quanto è grande la differenza? Costi con le installazioni tecniche: 280 milioni di CHF Costi con la protezione naturale: 38 milioni di CHF 5. Discussione in classe: cosa possiamo evincere da queste cifre? Lavoro di approfondimento A gruppi gli scolari ricercano tramite Internet, specialisti, organizzazioni di protezione dell’ambiente altri esempi che dimostrino come una pianificazione accurata del territorio apporti vantaggio all’uomo, all’ambiente e all’economia. Gli scolari possono pubblicare i risultati dei lavori di gruppo tramite articoli di giornale, esposizioni, bancarelle informative, ecc. Bibliografia Gruppo per la comunicazione e i pericoli naturali (Gruppe für die Öffentlichkeitsarbeit und Naturgefahren GOWN), Pericoli naturali e bosco di protezione, Berner Lehrmittel- und Medienverlag, Berna 2000 39 Foglio di lavoro «Articolo di giornale» Gli uomini e le Alpi «A quel punto ho pensato: adesso è finita» Le precipitazioni nelle Alpi meridionali, che perdurano da giorni, hanno effetti devastanti. Durante il fine settimana gli smottamenti hanno travolto diverse case in molti villaggi, la caduta di massi e le inondazioni hanno interrotto il traffico in vaste parti del Vallese. A Briga il cattivo tempo porta alla memoria le immagini della catastrofe del 1993. La situazione è precaria anche in Ticino e nell‘Italia settentrionale. L‘impiegato postale di Gondo ha visto da vicino lo smottamento che sabato scorso ha attraversato il villaggio. Gli abitanti, evacuati nel villaggio vicino, vivono giorni di paura e terrore. «La morte mi è passata vicino, molto vicino». Il giorno dopo lo smottamento, Pius Jordan, da 33 anni impiegato postale di Gondo, è ancora visibilmente scosso. Sabato mattina, alle ore 9, ha chiuso il suo ufficio postale e quindi ha sbrigato i lavori in sospeso. Dopo poco meno di un‘ora e mezzo è uscito per rientrare a casa sua. «È stato come uno sparo. Ho visto soltanto come una valanga di fango alta più metri mi piombava addosso», racconta il cinquantacinquenne. «Sono saltato dietro ad un muro, pensando che era finita». Ha visto scaglie di roccia volare oltre la sua testa e massi rotolargli vicino. La signora vodese sui cinquanta anni, che aveva visto telefonare un attimo prima sulla strada, è stata travolta dalla massa di detriti. «Ogni anno passava due o tre mesi a Gondo nel suo appartamento di vacanze». Anche Roland Squaratti ha vissuto da vicino la valanga di fango che ha invaso il villaggio. «Quando ho guardato in alto, verso il pendio, la frana è scesa nel giro di dieci secondi, portando con sé gli alberi ancora interi», dice il sindaco di Gondo, che si trovava a pochi metri di distanza. Egli, anche furiere dei pompieri locali, ha annunciato la catastrofe con il telefono cellulare al suo comandante. Ma questi non rispondeva al telefono. «È ancora dato per disperso» dice Roand Squaratti la domenica pomeriggio con le lacrime agli occhi essendo il comandante suo fratello. La valanga di fango e di alberi si era accumulata il sabato mattina contro un vallo di protezione in pietra al di sopra del villaggio, a mezza costa sul pendio di Gondo. Poi, alle ore 10.30 in punto, si è aperta una breccia nel vallo facendo precipitare lo smottamento verso il villaggio distruggendo tutto ciò che incontrava sulla sua strada: la torre Stockalper, la casa patriziale di tre piani, ufficio postale compreso, i ristoranti «Post» ed «Edelweiss», il chiosco, il posto di guardia della piazzaforte e almeno cinque case d‘abitazione. Altre tre case sono state fortemente danneggiate. Si contano ancora 40 13 persone disperse. Tra loro ci sono una famiglia di quattro persone, una coppia di fratelli e due signore anziane. È probabile che abbiano perso la vita nella valanga di fango. È stata una fortuna che i ristoranti «Post» ed «Edelweiss» fossero chiusi. Poi sono arrivati gli elicotteri «Era una visione orrenda», ha detto Meinrad Bittel la domenica. Egli è a capo delle squadre di salvataggio ed il giorno precedente, poco prima delle ore 11, è stato il primo soccorritore a giungere a Gondo. Poco tempo dopo gli elicotteri hanno trasportato i sopravvissuti dalla parte meridionale del villaggio a Simplon Dorf. Le persone della parte settentrionale sono state trasferite con le automobili al villaggio vicino. In totale le squadre di soccorritori hanno evacuato 120 persone. Contemporaneamente i soccorritori, con l‘aiuto dei cani da catastrofe, hanno iniziato la ricerca dei dispersi e dei feriti nella massa di detriti. Bittel ha detto che per tre volte i cani hanno individuato qualcosa nella parte inferiore della massa. Le squadre di ricerca hanno tentato inutilmente di spostare il pietrame con picconi e leve. «Quando abbiamo visto che non serviva a nulla, abbiamo continuato a scavare a mani nude”, racconta il tenente dei vigili del fuoco Peter Moser. Sono giunte sul posto squadre di salvataggio della regione del Sempione, l’Air Zermatt con guide alpine e scalatori, i militari con un numero di specialisti variante da 30 a 40, i pompieri di diversi villaggi: in totale più di cento soccorritori. In un’occasione i soccorritori hanno trovato il garage di una casa d‘abitazione praticamente intatto con due automobili, ma senza trovare sopravvissuti. «È stata una cosa esasperante», ha dichiarato Moser. Il sabato pomeriggio, verso le ore 16.20, Bittel ha dovuto interrompere le operazioni di salvataggio. La pioggia era diventata ancora più intensa. Ha detto: «Non potevo più garantire la sicurezza dei miei uomini». A destra e a sinistra della frana continuavano a cadere detriti, mentre a valle la corrente del Doveria minacciava di trascinare i detriti con sé. Poi, la domenica, anche Simplon Dorf si è trovato in pericolo. I pompieri hanno sorvegliato costantemente il torrente. La strada del passo tra il Sempione e Briga era già interrotta in due punti dai detriti e dall‘acqua che scorreva in grandi quantità. Nei villaggi a sud del passo pioveva a dirotto da giorni. Già il venerdì precedente il comandante dei pompieri aveva lanciato l‘allarme a Gondo, spostando gli abitanti della parte inferiore del villaggio negli stabili della protezione civile. Egli temeva che, come sette anni prima, il torrente potesse rompere gli argini. Nella realtà è accaduto molto di peggio. La domenica mattina, ormai sicuri nel villaggio vicino, nessuno si è chiesto come mai non era stata evacuata la popolazione dell‘intero villaggio. Solo poche persone avevano il coraggio di parlare di ciò che pensavano. Per i soccorritori non era differente. «Sì certo, non mi sentivo affatto tranquillo quando ieri, poco prima delle otto, ho dovuto fermarmi con il veicolo di servizio sul passo, davanti al tratto di strada danneggiato», racconta Kurt Amacker, tenente dei pompieri di Leuk. «Ma», aggiunge subito, «cosa avrebbe pensato il mio collega se gli avessi detto che avevo paura? Non sarebbe servito a nulla. Avremmo soltanto avuto paura in due». Pius Jordan, l‘impiegato postale di Gondo, dice: «Adesso non tornerei indietro neanche per un milione di franchi.» E vede il futuro del villaggio tutt‘altro che roseo. Lui, che come tutti gli altri evacuati sta attualmente presso parenti e conoscenti a Simplon Dorf, ripensa un attimo a tutte le «cose preziose» che c‘erano nella casa patriziale e si chiede se la cassaforte della posta tornerà mai alla luce. Ma poi si riprende: «Ma che sto pensando? Ho avuto una fortuna incredibile!» E aggiunge a mezza voce: «Sabato mattina sono stato a messa, era tanto tempo che non ci andavo più.» Fonte: Edizione Tages Anzeiger del 16 ottobre 2000. Articolo di Lukas Häuptli, Simplon Dorf. Gli uomini e le Alpi Proteggere con un utilizzo sostenibile L’agricoltura nelle Alpi è regredita fortemente negli ultimi venti anni. Questa evoluzione ha risparmiato unicamente le aziende che producono verdura, frutta e vini delle zone alpine interne dal clima secco e dei fondovalle a carattere mediterraneo. Neppure le grandi aziende agricole sono riuscite a sottrarsi a questa evoluzione negativa: i loro costi di produzione rimangono, nonostante tutto, superiori a quelli delle aziende agricole situate in pianura. Se non avvengono cambiamenti di rilievo, il futuro modello di agricoltura nelle Alpi saranno aziende con grandi superfici a coltivazione intensiva nelle zone favorevoli a valle, poche aziende gestite in modo estensivo con grandi quantità di bestiame nelle zone favorevoli montane e, nel frammezzo, vaste superfici incolte. • Conseguenze economiche Le conseguenze economiche di una simile evoluzione si concretizzano nella scomparsa delle piccole e medie aziende agricole. L’esperienza insegna che con loro scompaiono anche molti posti di lavoro dai settori secondario e terziario. In questo modo la forza economica endogena delle Alpi si indebolisce nettamente e aumenta la dipendenza dall'esterno come, ad esempio, dal turismo. Inoltre, l'intera infrastruttura alpina, che non può essere mantenuta soltanto con il turismo, viene a trovarsi in pericolo. • Conseguenze culturali L’agricoltura è una colonna portante dell’identità culturale dell’ambiente alpino. Il suo collasso non comporta soltanto la perdita dell’identità tradizionale, bensì anche il pericolo che quella nascente non abbia un riferimento concreto con la realtà delle varie valli. • Conseguenze ecologiche Al giorno d’oggi un’agricoltura alpina sostenibile non è praticamente più possibile. Le forme di sfruttamento estensive ed intense praticate attualmente gravano sull’ambiente. La varietà delle specie e la stabilità ecologica dei terreni agricoli sono esposte ad un forte pericolo. Concetto di base Nei negozi di alimentari abbiamo una grande libertà di scelta. Purtroppo, noi consumatori, non siamo ancora sufficientemente consapevoli del fatto che, con il nostro comportamento, al momento dell’acquisto possiamo influenzare molto lo stato delle cose. Se noi, ad esempio, acquistiamo carne d’agnello allevato nelle Alpi al posto di quella proveniente dalla Nuova Zelanda, sosteniamo in maniera concreta i contadini di montagna contribuendo inoltre ad evitare lunghi trasporti con il relativo consumo d’energia. Metodica della lezione: Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento: • Gli scolari conoscono diversi prodotti provenienti delle Alpi. • Essi sanno che i loro acquisti possono influenzare il modo di produrre beni di consumo. 1. Gli scolari scrivono alla lavagna tutti i prodotti che hanno individuato a casa. Grado: 2. Discussione in classe: insieme si suddividono i prodotti in categorie definite in precedenza. Ci sono prodotti che provengono prevalentemente dalle Alpi? Presentano delle qualità particolari? Quali sono i prodotti tipici delle Alpi? Tra essi, quali apprezziamo in maniera particolare? Perché? Ecc. Lavori preliminari: Da 10 a 15 anni • Compito a casa: gli scolari cercano in casa, nelle riserve alimentari, i prodotti che provengono dalle Alpi. • Fotocopiare il foglio di lavoro "Ricette delle Alpi” Ubicazione: In classe, nei negozi d’alimentari 3. Lavoro di gruppo: in gruppi gli scolari vanno alla ricerca di prodotti delle Alpi nei negozi della loro città o del loro villaggio, interrogando anche i venditori. Durata: 4 lezioni 41 4. Gli scolari presentano quanto trovato nei negozi. 5. Lavoro in gruppo: l’insegnante distribuisce ai vari gruppi la fotocopia del foglio di lavoro con le ricette. Spiega che in ogni ricetta si trovano uno o più ingredienti provenienti dalle Alpi. Compito dei gruppi è quello di creare un fumetto che descriva la storia a ritroso di uno dei prodotti alpini necessari per la ricetta. Per fare ciò, essi si devono informare su come vengono prodotti la carne d’agnello, la farina di castagne, il formaggio di capra e le erbe alpine. Possono ricercare le informazioni presso i venditori, sui libri dedicati alle Alpi, direttamente dagli agricoltori o sfruttando i contatti con scuole ubicate nelle Alpi. I fumetti vengono poi esposti in classe. 6. Discussione in classe: l’insegnante spiega che l’agricoltura di montagna sta vivendo una forte crisi (vedi testo introduttivo). Chiede ai ragazzi quali conseguenze può avere la scomparsa delle attività agricole in montagna. Domanda se ognuno di noi, in qualche modo, possa evitare che ciò avvenga. Se necessario, l’insegnante completa le risposte degli scolari, spiegando che ogni nostro acquisto ha delle ripercussioni sulla produzione di merce. Prediligendo prodotti biologici provenienti dalle Alpi, ad esempio, sosteniamo un tipo di agricoltura di montagna che mantiene il paesaggio variato e ambienti adatti a numerose specie animali e vegetali. Consiglio Per coprire i costi del banchetto, gli scolari possono vendere agli ospiti alcuni esemplari del libro di cucina delle Alpi da loro realizzato. Sicuramente gli ospiti sono anche disposti a partecipare ad una piccola colletta. 7. Lavoro di gruppo: gli scolari scelgono a gruppi alcuni prodotti delle Alpi che desidererebbero assaporare. Cercando sui libri di cucina o in Internet e chiedendo a cuochi o insegnanti di economia domestica, si fanno un’idea su quali piatti potrebbero preparare. Essi annotano accuratamente tutte le ricette trovate e le illustrano con un disegno o con un’immagine. L’insegnante può fotocopiare le ricette così raccolte e distribuirle a tutti come piccolo libro di cucina delle Alpi. Testi ed immagini sui principali prodotti delle Alpi possono completare l’opera. 8. Gli scolari allestiscono un menu dal libro di cucina delle Alpi composto da antipasto, piatto principale, dolce e bevande. Cucinano le ricette scelte e invitano genitori, amici e autorità scolastiche al banchetto. Agli ospiti essi spiegano quali prodotti stanno servendo a tavola, da dove provengono, perché li hanno scelti e come un consumo consapevole ed intelligente può contribuire alla protezione dell’ambiente. Varianti Invece di un banchetto, gli scolari preparano una merenda con ad esempio castagnaccio e tè di erbe alpine. Colgono l’occasione per informare gli altri scolari della scuola sui vari prodotti provenienti dalle Alpi e sulle riflessioni fatte in classe. Lavoro di approfondimento Gli scolari pensano ad altre attività da svolgere a favore della biodiversità nelle Alpi legata agli ambienti agricoli. La raccolta di ricette viene scambiata con una scuola gemellata. Le scuole gemellate si invitano reciprocamente per la degustazione di un menu delle Alpi. Bibliografia Conservazione dei paesaggi agricoli tradizionali delle Alpi, CIPRA 9/92 42 Gli scolari svolgono un’inchiesta nei ristoranti del posto. Quali prodotti delle Alpi figurano nella lista delle pietanze? Possono proporre al cuoco di cucinare assieme un menu tipico delle Alpi. In seguito hanno la possibilità di informare gli ospiti sul loro impegno a favore delle Alpi. Gli uomini e le Alpi Ricette delle Alpi Carne d’agnello Agnello in fricassea (dalla Val d‘Ossola, a sud del Sempione) da ”Appetit statt Transit”, Iniziativa delle Alpi, Edizioni Limmat Zurigo, 1997 Tempo necessario Preparazione 15 minuti. Tempo di cottura 1 ora e 15 minuti. Ingredienti 1 cucchiaio di burro da cucina, 600 g di spezzatino d‘agnello, 2 dl di vino bianco secco, 4 spicchi d‘aglio, pepe, sale, 1 cucchiaino di aghi di rosmarino. Preparazione Far sciogliere il burro nella padella. Aggiungere la carne, salare e far rosolare a fondo. Aggiungere gli aghi di rosmarino, pepare e spegnere con il vino bianco. Lasciar cuocere a fuoco minimo durante 1 ora e 15 minuti. Castagne Castagne Castagnaccio (dalle Alpi ticinesi) da ”Il cucchiaio verde”, La casa verde, 1988 Tempo necessario Preparazione 20 minuti. Tempo di cottura 40 minuti. Ingredienti 300 g di farina di castagne, 50 g di uvetta, 30 g di pinoli, 3 cucchiai di olio d’oliva, acqua (circa quattro tazze), rosmarino, 1 pizzico di sale, pane grattugiato. Preparazione Lavare e lasciare ammorbidire in acqua tiepida l’uvetta per mezz’ora circa. Nel frattempo impastare in una terrina la farina con l’acqua, in modo da ottenere un impasto che stenti a staccarsi dal mestolo. Aggiungere quindi i pinoli, l’uvetta, un Il castagno è un albero da frutta che cresce a meridione delle Alpi fino a 900 metri d’altitudine. Dal tempo degli antichi Romani fino al 20° secolo, le castagne sono state la base alimentare di una gran parte della popolazione. I frutti venivano trasformati in farina e quindi in pane. Dopo la seconda guerra mondiale molti alberi si sono ammalati e le estese selve castanili si stanno ora inselvatichendo. Oggi ci sono piccoli, ma efficaci progetti in Italia e in Ticino per rivalorizzare l’uso delle castagne. pizzico di sale e qualche ago di rosmarino. Amalgamare il tutto con l’olio e versare in una teglia leggermente unta e spolverata con poco pane grattugiato, infornando a forno medio (200 gradi) per circa 40 minuti fino a quando si formerà una crosta scura che tenderà a screpolarsi. Capre Formaggio Formaggio di capra marinato nell’aglio dal Grande libro della cucina vegetariana di Elisabeth Fischer, Edizioni Mosaik Tempo necessario 10 minuti. Marinatura del formaggio in frigorifero, 2 giorni. Ingredienti 400 g di formaggio di capra rotondo, a fette spesse, 1 cipolla piccola tagliata a lamelle, 10 spicchi d‘aglio a fettine, due rametti di timo, 2 rametti di origano, 1 foglia di salvia, 2 foglie d‘alloro, 1 cucchiaino di pepe nero macinato Le capre mangiano erba, fiori e germogli. Ogni anno una capra può partorire da uno a due capretti. Dopo pochi giorni le piccole capre vengono nutrite con un poppatoio. Una capra adulta rende fino a 600 litri di latte all’anno, che, di regola, si impiega per produrre formaggio. Nelle Alpi le capre vengono portate ai pascoli già alla fine della primavera e quindi munte tutti i giorni durante diversi mesi. grossolanamente, 2,5 dl d‘olio d‘oliva. Preparazione Impilare le fette di formaggio di capra in un barattolo in vetro, alternandole con le lamelle di cipolle, l‘aglio, le erbe ed il pepe. Quindi versare sopra l‘olio. Lasciare marinare il formaggio durante 2 giorni in frigorifero. Servire con pane integrale. Invece del formaggio di capra si può anche impiegare formaggio pecorino. Erbe delle Alpi Tisana di Olivone dalle Alpi ticinesi Ingredienti Verbena 30%, melissa 33%, menta citrata 15%, menta piperita 12%, salvia 10%. Preparazione Per 4 tazze: versare l’acqua bollente sulla miscela di erbe, lasciare 3 minuti in infusione. Servire la bevanda calda o fredda. 43 Conoscere per agire Concetto di base La protezione della natura e dell’ambiente è efficace quando beneficia del sostegno del maggior numero possibile di persone. Per questo è assolutamente necessario informare in modo completo e puntuale. I bambini e gli adolescenti sono solitamente molto interessati ai problemi ecologici e s’impegnano volentieri per dare il loro contributo. Inoltre le attività propositive trovano facilmente ascolto presso l’opinione pubblica. È molto importante che siano gli scolari a decidere dove e in che forma impegnarsi. In questo capitolo vi proponiamo una lista di controllo e un elenco di idee per promuovere l’informazione e la sensibilizzazione del pubblico. Lista di controllo per il lavoro d’informazione Argomento: • • • • Quale argomento vogliamo scegliere? Quale messaggio vogliamo trasmettere? Cosa abbiamo già trattato in merito? Il nostro materiale e le nostre conoscenze sono sufficienti per una presentazione in pubblico? • Le nostre spiegazioni sono chiare e comprensibili? Destinatari: • A chi vogliamo trasmettere il nostro messaggio? • Come possiamo trasmettere il nostro argomento nel modo più efficace? Ubicazione • Dove ha luogo la nostra manifestazione, quali locali sono particolarmente idonei al nostro scopo? • Chi dobbiamo informare? Compiti individuali • Chi fa cosa e quando? • È stato allestito un piano di svolgimento? • Le persone interessate sono state invitate ed informate? • Chi informa i media? • Chi è la persona di riferimento per tutti i partecipanti? Pianificazione • • • • • 44 Definire la data evitando manifestazioni parallele. Prenotare il locale e regolare il pagamento. Stabilire l’impiego degli eventuali ricavi. Ordinare il materiale presso il WWF. Ordinare e controllare il proprio materiale. Proposte per il lavoro d’informazione e sensibilizzazione Nella scuola • Organizzare una festa a favore delle Alpi con musica, teatro o proiezione di diapositive, allestendo una bancarella sulla vita nelle Alpi. Offrire la possibilità di degustare menu alpini o di acquistare prodotti provenienti da diversi paesi alpini. Il ricavato viene devoluto a favore della protezione delle Alpi. • Realizzare e vendere il giornale della scuola dedicato interamente alle Alpi. Il ricavato viene devoluto a favore della protezione delle Alpi. • Organizzare un’esposizione sulle tecniche per risparmiare acqua ed energia. Metterle in pratica all’interno della scuola. • Organizzare una serie di conferenze o un’esposizione sulla fauna alpina in cui ogni scolaro presenta un animale. • Organizzare un’"Esposizione per le vacanze” con manifesti pubblicitari e ritratti di località alpine che offrono soggiorni nel rispetto dell’ambiente. In paese o in città • Per le scuole ubicate nelle Alpi: preparare in collaborazione con l’ente turistico locale alcuni programmi turistici e per poi offrirli nel periodo delle vacanze. Possibili argomenti: flora o fauna alpina, storie del paese, economia alpina, centrali idroelettriche, ecc. • Organizzare una proiezione di diapositive aperta al pubblico sulle Alpi in generale o sulla regione alpina della classe gemellata. • Realizzare un opuscolo contenente una raccolta di ricette e/o di prodotti delle Alpi per poi venderlo, assieme ai prodotti, in occasione di un mercatino. Il ricavato viene devoluto a favore della protezione delle Alpi. • Organizzare una serie di conferenze o un’esposizione sulla fauna alpina dove ogni scolaro presenta un animale. • Realizzare interviste sugli argomenti trattati nelle lezioni, eventualmente pubblicarle sui giornali locali. • Proporre al responsabile della mensa piatti tipici e prodotti delle Alpi. • Organizzare un’"Esposizione per le vacanze” con manifesti pubblicitari Conoscere per agire e ritratti di località alpine che offrono soggiorni nel rispetto dell’ambiente. • Per le scuole delle Alpi: organizzare un’esposizione pubblica con i modelli di paese progettati nella lezione "Sviluppo della popolazione e identità culturale”; cercare di realizzarne alcuni aspetti collaborando con il proprio comune. Con la classe gemellata • Scambiarsi le raccolte di ricette. • Inviarsi reciprocamente un pacchetto con specialità alpine conservabili. • Mettere in pratica misure di risparmio di energia e acqua. • Pubblicare in comune un giornale scolastico. • Organizzare uno scambio di classe per conoscersi reciprocamente. Eventualmente scrivere un articolo di giornale sull’esperienza vissuta. • Preparare gli inviti indicando dove, quando e perché si svolge la manifestazione. • Inviare o distribuire gli inviti in tempo utile. • Appendere i manifesti, informare i media. • Controllare nei locali che ci sia tutto il necessario. Svolgimento della manifestazione • Iniziare e concludere puntualmente. • Salutare i presenti, introduzione breve e chiara, spiegazioni semplici, i relatori devono rispettare il tempo loro concesso, rispondere possibilmente subito alle domande, prendere commiato dai presenti. Lavoro successivo Lavoro con i media • Scrivere un articolo sull’"Esposizione per le vacanze” ed inviarlo ai giornali oppure proporlo per il calendario delle manifestazioni. • In occasione dell’escursione nella località della classe gemellata, farsi accompagnare da un giornalista che poi pubblicherà l’esperienza sul giornale. • Discutere con gli scolari come è andata la manifestazione. Che cosa è andato bene, cosa deve essere migliorato la prossima volta? • Riscontro dei presenti? Azioni politiche • Nel corso di un determinato periodo di tempo leggere sui giornali gli articoli che parlano delle Alpi. Scrivere lettere ai giornali esprimendo la propria opinione sui temi trattati oppure sulla Convenzione delle Alpi. • Scrivere lettere ai politici con la richiesta di promuovere l’applicazione della Convenzione delle Alpi. • Diffondere volantini che promuovono il consumo di prodotti indigeni, rispettivamente dei prodotti delle regioni alpine. Altre idee • Far partecipare attivamente gli scolari alla pianificazione della prossima escursione o della settimana bianca. Nella scelta della località e del programma, prendere in considerazione gli aspetti della sostenibilità. • Partecipare con la classe o singolarmente al lavoro di volontariato in favore della regione montana come, ad esempio, ai lavori di sgombero dopo una catastrofe o prestare la propria opera presso un contadino di montagna. • Realizzare un sito Internet sulle Alpi. • Organizzare tavole rotonde sui temi di attualità riguardanti le Alpi. «Dai anche tu una mano alle Alpi!» 45 Alcune domande sulla Convezione delle Alpi che possono servire da stimolo per una discussione in classe 1 La Convenzione delle Alpi è un trattato tra gli stati alpini. Perché è necessaria e sensata una simile convenzione? 2 Perché proprio agli inizi degli anni ‘50 è stata sviluppata l’idea di una convenzione valida per l’intero Arco alpino? 3 Ci sono voluti 40 anni finché si svolgesse la prima conferenza sulle Alpi dei ministri dell’ambiente. Perché è trascorso così tanto tempo? 4 Il trattato impegna gli stati firmatari ad un utilizzo sostenibile dello spazio alpino. Cosa significa con esattezza? 5 Perché l’attuazione pratica della Convenzione delle Alpi è così difficile? 6 Nella Convenzione delle Alpi molti capoversi sono formulati in modo non vincolante (facoltativo). Perché? Chi ha interesse che il trattato sia quanto meno impegnativo possibile? 7 Perché proprio sul tema trasporti c’è stata una lotta aspra e lunga per trovare un denominatore comune? 8 Tu cosa pensi? Quanto contenuto nella Convenzione verrà applicato nei vari Stati? Perché sì e perché no? 9 Cosa potrebbe succedere se la Convenzione delle Alpi fallisse e in futuro non ci fosse più un trattato che impegna tutti gli stati alpini? 10 Secondo te, quali sono i punti più importanti della Convenzione alpina? 11.Quali interessi economici esistono nelle Alpi e chi li difende? 12 Hai idea di come possa essere messa in pratica la Convenzione alpina in modo rapido e vincolante? La Convenzione delle Alpi La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale tra gli Stati Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia, Liechtenstein, Monaco e Svizzera. Essa persegue un obiettivo molto ambizioso, impegnando gli stati firmatari all’utilizzo sostenibile delle Alpi. L’idea di stipulare una convenzione tra gli stati alpini è stata avanzata dalla Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (CIPRA) agli inizi degli anni ’50. Sono poi trascorsi 40 anni prima che a Berchtesgaden (D) avesse luogo la prima conferenza dei ministri dell’ambiente. In seguito, nel 1991, gli stati alpini e l’Unione Europea hanno sottoscritto la convenzione quadro. Ha così avuto inizio l’ambizioso tentativo di raggruppare una grande regione in Europa con 8 stati, 5800 comuni e quasi 13 milioni di abitanti per perseguire obiettivi comuni . L’attuazione pratica e concreta del trattato è regolata nei cosiddetti protocolli il cui contenuto è stato motivo sin dall’inizio di numerosi litigi sfociati poi in compromessi tra gli interessi di protezione delle Alpi e il loro sfruttamento. Di conseguenza molte formulazioni sono state cambiate, conferendo loro l’attributo facoltativo. Il testo del protocollo sui trasporti è stato oggetto di discussioni durate 10 anni prima di raggiungere un denominatore comune. Malgrado tutti gli ostacoli e un futuro incerto, la Convenzione delle Alpi in Europa è attualmente l’unico tentativo di applicare su una grande area il principio dello sviluppo sostenibile in cui ambiente, economia e società sono posti sullo stesso piano. È ancora da appurare quanto la messa in pratica della Convenzione delle Alpi influirà sulla vita quotidiana, in ogni caso questo dipende dalla volontà di tutti i partecipanti. La Rete dei comuni "Alleanza nelle Alpi” (www.alpenallianz.org) e la Rete delle aree protette alpine (www.alparc.org) costituiscono già due esempi concreti di collaborazioni alpine transnazionali riuscite. 13 Come potresti contribuire tu stesso all’attuazione della Convenzione alpina? I protocolli e le loro norme più importanti Protezione della natura e tutela del paesaggio • Creazione di collegamenti tra le grandi aree protette • Conservazione dei paesaggi culturali tipici • Protezione dei biotopi e delle specie Agricoltura di montagna • Sostegno della cooperazione tra agricoltura e turismo • Sovvenzioni soprattutto per metodi di produzione che rispettano l’ambiente • Introduzione di marchi di qualità (labels) Pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile • Introduzione dello studio di compatibilità ambientale per i grandi progetti • Rafforzamento dei cicli economici regionali Foreste montane • Gestione secondo criteri ecologici • Creazione di riserve naturali • Compensi ai proprietari di foreste per prestazioni svolte per la comunità 46 Turismo • Ristrutturazione dei grandi centri turistici per quel che concerne il trasporto, l’energia, l’approvvigionamento e lo smaltimento • Limitazione delle forme di turismo che disturbano (ad esempio turismo con elicotteri) • Promozione del turismo di lungo soggiorno al posto del turismo di giornata Energia • Promozione delle energie rinnovabili e delle misure di risparmio energetico • Rivitalizzazione dei fiumi tramite la bioingegneria • Compenso per la rinuncia allo sfruttamento Trasporti • Rinuncia quanto più possibile a costruire nuove grandi strade • Creazione e mantenimento di sufficienti infrastrutture nelle zone periferiche Conoscere per agire Metodica della lezione 1. L’insegnate distribuisce le copie con il testo della Convenzione delle Alpi assieme alle domande. Mette a disposizione eventuale altro materiale d’informazione e gli indirizzi Internet. 2. Gli scolari leggono il testo. Assieme si chiariscono i vocaboli o le frasi non comprese. 3. Lavoro di gruppo: gli scolari rispondono alle domande sul testo e preparano una breve presentazione corredata con la loro presa di posizione sulla Convenzione alpina. 4. I gruppi presentano quanto preparato. Indicazioni didattiche Obiettivi d’apprendimento Gli scolari conoscono i principali problemi legati all’applicazione della Convenzione delle Alpi e hanno riflettuto sulla sua possibile attuazione. Grado Dai 12 ai 16 anni Materiale • Fotocopie del testo sulla Convenzione delle Alpi a pagina 46 • Altro materiale concernente la Convenzione delle Alpi (vedi lista degli indirizzi) Ubicazione 5. Discussione in classe: si discutono le varie prese di posizione. Se in classe i pareri sono molto differenti o si contraddicono, i gruppi possono approfondire l’argomento aiutandosi con altro materiale o coinvolgendo degli esperti. La domanda numero 5 potrebbe servire da base per organizzare un dibattito in classe tra un partito che sostiene «abbiamo assolutamente bisogno della Convenzione delle Alpi con direttive vincolanti» e un secondo che afferma «la Convenzione delle Alpi è superflua ed irrealistica». Il dibattito deve attenersi ad alcune regole concordate prima. L’insegnante o uno scolaro modera la discussione e bada che le regole stabilite vengano rispettate. Gli argomenti a favore e contro la Convenzione delle Alpi possono essere verbalizzati su un cartoncino A5 e usati come base per un altro lavoro d’approfondimento. 6. Le idee e le proposte scaturite dalle risposte alle domande 12 e 13 vengono riassunte e discusse assieme: quali sono realistiche? Quali mettereste voi stessi in pratica? Come si potrebbe realizzare un’idea o una proposta? Lavoro di approfondimento Gli scolari preparano un progetto e lo realizzano. Cercano altro materiale sulla Convenzione delle Alpi (vedi lista degli indirizzi). La classe invita alcuni esperti per discutere sulla Convenzione delle Alpi. Gli scolari approfondiscono uno o più protocolli ed insieme ai media regionali organizzano manifestazioni informative, azioni ecc. In classe Durata Da 2 a 4 lezioni Lista degli indirizzi CIPRA Internazionale Casella postale, FL-9494 Schaan tel. 00423-237 40 30, fax 00423-237 40 31 e-mail: [email protected] CIPRA Svizzera c/o Mountain Wilderness Casella postale 1622, CH-8040 Zurigo tel. 00411-461 39 00, fax 00411-461 39 49 e-mail: [email protected] CIPRA Austria c/o ÖGNU, Alserstrasse 21/1/5, A-1080 Vienna tel. 00431-40 113-36/34, fax 00431-40 113 50 e-mail: [email protected] CIPRA Germania Waltherstrasse 29, D-80337 Monaco tel. 004989-54 42 78 50, fax 004989 54 42 78 99 e-mail: [email protected] CIPRA Lichtenstein c/o LGU, Im Bretscha 22, FL-9494 Schaan tel. 00423-232 52 62, fax 00423-237 40 31 e-mail: [email protected] CIPRA Italia c/o Pro Natura Torino, via Pastrengo 20, I-10128 Torino, tel.: 0039-011-54 86 26, fax: 0039-011-534 120 e-mail: [email protected] CIPRA Slovenia Veãna pot 2, SI-1000 Ljubljana tel.: 00386-1-200 78 00 (int. 209), fax: 00386-1-273 589 e-mail: [email protected] Alleanza nelle Alpi www.alpenallianz.org Il testo completo della Convenzione delle Alpi è reperibile in lingua tedesca, italiana, francese e slovena nel sito della Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi (CIPRA) www.cipra.org che contiene anche numerose altre informazioni e links sulle Alpi. Bibliografia La Convenzione alpina, CIPRA 10/93 47 Fotografie Copertina Pagina 3 Pagina 4 Pagina 8 Pagina 10 Pagina 11 Pagina 16 Pagina 18 Pagina 27 Pagina 28 Pagina 31 Pagina 38 Pagina 42 Pagina 43 48 Foto satellite IMSAT, Ginevra Foto satellite IMSAT, Ginevra Andreas Weissen, Briga Andreas Weissen, Briga Andreas Weissen, Briga Andreas Weissen, Briga Andreas Weissen, Briga Andreas Weissen, Briga Andreas Weissen, Briga Foto 1,2,3,4,6,7: Andreas Weissen, Briga Foto 5: Agenzia forografica Baumann Foto satellite IMSAT, Ginevra Renato Jordan, Briga Andreas Weissen, Briga Andreas Weissen, Briga Impressum Editore WWF Svizzera Casella postale 6501 Bellinzona tel. +41 (0)91 820 60 00 fax +41 (0)91 820 60 08 [email protected] www.wwf.ch Redazione, coordinamento e impaginazione Achaos Bildung & Information, Heinz Urben, Soletta Autrici Franziska Wüthrich, Basilea Isabella Bustelli, Lugano Illustrazioni Nicolas d’Aujourd’hui, Basilea Collaborazione Andreas Weissen, Briga Christine Radler, Innsbruck Traduzioni Francese: Frédéric Terrier, Berna Italiano: Giorgio D’Addazio, Cadenazzo Sloveno: Nata‰a Leskovic Ur‰iã, Ljubljana Stampa Vogt-Schild/Habegger, Soletta La documentazione didattica è stampata su Cyclus 100% carta riciclata La documentazione didattica è disponibile anche in tedesco, francese e sloveno. ISBN 3-85988-002-0 italiano ISBN 3-85988-000-4 tedesco ISBN 3-85988-001-2 francese ISBN 3-85988-003-9 sloveno 1a edizione 2001 © WWF Svizzera 2001 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione o l’impiego commerciale senza l’autorizzazione scritta del WWF Svizzera. I fogli di lavoro possono essere riprodotti senza particolare autorizzazione esclusivamente per uso scolastico. © Testi: WWF Svizzera 2001 © 1986, WWF – World Wide Fund for Nature ® WWF Registered Trademark Owner 49