Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Anno 2 - Numero 10 - Novembre 2005
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Giancarlo Iori
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VENTICINQUE ANNI
DI “BELLA PIAZZA”
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Claudio Todini
Associazionismo
3
UNA GRAN BELLA PIAZZA AGITATA
di Alberto Grelli
Si è svolta la prima manifestazione “Stati d’Agitazione Sonora” con l’esibizione
del gruppo di musica popolare “Bella Piazza” e di altri concerti.
L’iniziativa, frutto dell’impegno del Gruppo Autogestito RH Musica Libera,
ha visto l’apprezzabile partecipazione di importanti associazioni locali
La storia siamo noi, siamo noi
queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo
silenzio così duro da raccontare. E
poi ti dicono: “Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera”
ma è solo un modo per convincerti
per restare chiuso dentro casa
quando viene la sera…
Con le rime della nota canzone di
Francesco De Gregori, la manifestazione “Stati d’Agitazione Sonora” ha scaldato gli animi degli
organizzatori e dei presenti. Sabato
22 ottobre in Piazza Garibaldi in
Castel Madama si è svolta la manifestazione musicale organizzata
dalla costituenda Associazione
Gruppo Autogestito Rh Musica
Libera con il patrocinio economico
della Comunità Montana e la concessione del suolo pubblico del
Comune di Castel Madama. Una
festa voluta per il divertimento dei
partecipanti e degli organizzatori.
Tutti insieme intorno ad un piccolo
palco figlio del grande palio, con
stand informativi, con associazioni
V I S TA D A D E N T R O
di Giulia Mininno
Musica, birra e buona compagnia: connubio perfetto per divertirsi, per una serata
diversa, ma soprattutto per creare qualcosa da offrire a Castel Madama che speriamo sia una scintilla. Condividiamo questi interessi ed esigenze noi membri, o meglio
amici, del gruppo nato con e per questa manifestazione, sempre pronto ad “aggiungere un posto a tavola” nelle cene di lavoro. Durante le nostre riunioni ha infatti
preso vita il progetto, in un’atmosfera accesa dalle discussioni quasi metafisiche sul
nome del gruppo e della festa. Collaborazione e coordinazione hanno permesso di
superare problemi e incognite manifestatesi fino all’ultimo mentre, l'impegno preso
con tutti coloro che hanno partecipato, ha consentito a noi più giovani, ma non solo,
di mettere su un po’ di responsabilità. È stata anche una fatica fisica (lo sa bene chi
ha trasportato e montato il palco) ma ne è valsa la pena. Alla fine rimangono uno
spettacolo suggestivo, una stanchezza allegra, la gratitudine e la soddisfazione per
i complimenti arrivati sia dal pubblico sia dalle band. E un gruppo di amici continua
a vedersi e lavorare per tornare a farsi sentire...
di diversi territori, caldarroste e
birra di ottima qualità. Un insieme
di buona musica, divertimento,
impegno e riflessione. Una manifestazione organizzata con la partecipazione di molti giovani, che
hanno fatto prevalere alla differen-
za di età, alle diverse esigenze di
vita, la necessità di esprimersi e di
essere partecipi della vita culturale
e sociale della propria comunità.
Alla destra dell’arco del borgo, per
tutta la serata fino a notte inoltrata,
dietro un braciere storico, uno
stand esagonale, modello festa
della birra tedesco, apriva la vista
ed offriva da bere agli artisti sul
palco ed ai numerosi tavoli posti di
fronte. Un angolo vivo di colori, di
bella musica e di sano ed impegnato divertimento, illuminato dal fervore di tanti ragazzi di ogni età
intenti a lavorare per un obiettivo
comune, vivere una bella festa.
Importante la presenza delle Associazioni rappresentate dal “Gruppo
Emergency” di Tivoli, dall’Associazione “Italia Cuba” di Vicovaro
e dalla rappresentanza di “Carta”
con i libri e i documenti della libera cooperativa giornalistica.
segue a pag. 5
4
Associazionismo
L E A S S O C IAZIONI P RES ENTI
di Laura Moriconi
Carta è una cooperativa giornalistica che promuove informazione libera ed alternativa attraverso la pubblicazione di diversi documenti ed in particolare del settimanale “Carta” e del mensile “Carta Etc”. Nei giornali si trattano notizie a volte dimenticate da altre testate
o si mettono in evidenza gli aspetti più "ingombranti" e scomodi. Carta è in grado di fornire tale servizio in modo indipendente senza
ricevere finanziamenti dallo stato. Come fa allora a sussistere? Grazie ai suoi sostenitori, ai suoi lettori e, in piccola parte, con la partecipazione diretta a manifestazioni ed iniziative culturali, musicali ed umanitarie. Carta è inoltre un mezzo di comunicazione sociale.
Mette infatti in comunicazione tra loro ambiti diversi della società civile attraverso i suoi strumenti che comunque non si limitano al cartaceo ma si estendono anche ad una trasmissione radio e ad un fornito sito internet www.carta.org
Il “Comitato di amicizia, solidarietà e cooperazione con il popolo cubano” nasce dall’impegno di cittadine e cittadini di Vicovaro
sulla base del “Progetto di Solidarietà” siglato il 1 Giugno 2005 tra Provincia di Roma, Provincia dell’Avana e Comunità Montana della
Valle dell’Aniene. Obiettivo principale del Comitato è di stabilire tra i popoli (italiano e cubano) rapporti di cooperazione in vari ambiti:
economico, agro-industriale, educativo, della salute e della cultura. Concorre alla realizzazione del “Programma di Scambio culturale”
promosso dalla Vicepresidenza della provincia di Roma, dalla X° Comunità Montana e dall’Assemblea Provinciale del Potere Popolare
dell’Avana, in collaborazione con l’Ambasciata Cubana a Roma. L’obiettivo è offrire un concreto aiuto per la realizzazione di progetti di
varia natura, come ad esempio la ricostruzione di un tetto di una scuola a Cuba. Le istituzioni coinvolte intendono rafforzare le relazioni
tra le comunità realizzando nuovi programmi di attività per offrire autentici aiuti umanitari. Per conoscere meglio il comitato e le sue iniziative è possibile consultare il sito internet www.popoliamici.org
Emergency è un’associazione umanitaria italiana che si impegna a portare assistenza medico-chirurgica alle vittime dei conflitti armati e
fornire sostegno a chi soffre le conseguenze sociali delle guerre: fame, povertà, emarginazione. Si fa promotrice di una cultura di Pace e
Solidarietà. Decide i suoi criteri operativi basandosi principalmente sull’effettivo bisogno della popolazione di assistenza medico-chirurgica specializzata e sulla scarsità o mancanza di altri interventi umanitari analoghi nel paese. Emergency costruisce e gestisce ospedali per
feriti di guerra con emergenze chirurgiche; centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime delle mine antiuomo e altri traumi di guerra; posti di primo soccorso per trattamento immediato dei feriti; centri sanitari per assistenza medica di base. Inoltre, forma il personale
locale secondo criteri e standard di alto livello professionale e realizza progetti di sviluppo nei paesi in cui opera. Parallelamente all’attività umanitaria all’estero, Emergency promuove in Italia iniziative volte a sensibilizzare e informare sui temi di pace e solidarietà.
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 2, n. 10 - Novembre 2005
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Enrico Cascini, Federico Chicca,
Fausta Faccenna, Alberto Grelli, Ivano Moreschini,
Paolo Muzi
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Veronica Moro, Gualtiero Todini,
Pino Salinetti, Roberto Bontempi, Ramona Pompili,
Matteo Di Lorenzo, Alessandra Pucella
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 15/11/2005 - Tiratura 1.300 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
SOMMARIO
• Una gran Bella Piazza agitata
pag.
3
• Il paese in fermento
»
7
• Il Parcheggio senza “saltare” il fosso
»
8
• La carta dei diritti europei
»
10
• Non dimentichiamo chi sono
»
12
• Il Paese in breve
»
15
• Comunità Montana
»
19
• Vicovaro
»
22
• Mandela
»
25
• Sambuci
»
26
• Tivoli
»
27
• Tradizioni popolari
»
28
• Cultura
»
30
• Il castello Orsini
»
33
E-mail: [email protected]
• Calcio
»
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LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
• Tennis
»
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
Associazionismo
Una bella giornata d’ottobre scaldata in prima serata sia dalla fiammante esibizione della piccola
donna mangiafuoco sia dalle articolate sonorità dei Bella Piazza, lo
storico gruppo di musica popolare
di Castel Madama, primo a salire
sul palco ed ad aprire l’esibizione
musicale con il classico Bannu e
Contrabannu. La misticità dei
canti popolari, il perfetto connubio
delle sonorità etniche più importanti della tradizione musicale
hanno nuotato nell’aria generate
dall’agitarsi del violino, del mandolino e della ciaramella e di tutti i
numerosi strumenti animati dai
nostri artisti locali. Un concerto
reso importante dalla prima esibizione della nuova voce castellana
Antonella, emozionata quanto
brava, certamente una preziosa
risorsa musicale locale da valorizzare. A seguire l’esibizione del
noto gruppo Bobbo’s Blues Band
di Tivoli che, capitanato da Bobbo
e Valdo, ha mostrato l’esecuzione
con grandi doti tecniche di celebri
brani blues, mettendo in evidenza
il fascino di sonorità che originate
dai sentimenti invadono di abbondante e straripante energia gli
ascoltatori. A concludere l’esibizione “La Verde Milonga”, il duo
romano composto da due promettenti ragazze, che si è esibito suonando le più autorevoli canzoni
della musica d’autore italiana ed
internazionale con una riproduzione musicale accademica.
Una bella festa di ampie e solide
prospettive socioculturali, con alla
base l’unione importante fra entusiasmo giovanile e voglia di essere
partecipi e presenti.
Una manifestazione laica concepita per fare “semplicemente” festa e
per vivere momenti di aggregazione e di impegno sociale, musicale
artistico che raramente il nostro
paese è stato capace di offrire.
Tutto per il bene futuro della nostra
comunità, posta in una società
sempre più competitiva; per anteporre agli scarni contenuti del
benessere materiale e della mera
affermazione individualista un
sano ed impegnato stare insieme
collettivo.
5
UNA FESTA TRASPARENTE
di Alessandra Belardi
R I C AV I
Vendite presso la festa
Contributo Sponsor Conad di Mauro Cascini
Sottoscrizione organizzatori
Entrate Vendita Libri
Contributo IX° Comunità Montana
T O TA L E R I C AV I
Euro
»
»
»
»
»
1.060,00
150,00
300,00
265,00
1.000,00
2.775,00
COSTI
Promozione Iniziativa
Gruppi Musicali
Stand Gastronomico Birra e Castagne
Stand Gastronomico Salsicce e Pane
Stand Gastronomico Bibite e prosciutto
Varie
Sottoscrizione cooperativa Carta
T O TA L E C O S T I
U T I L E D E L L A M A N I F E S TA Z I O N E
»
»
»
»
»
»
»
»
»
400,00
300,00
602,00
140,00
150,00
72,00
233,00
1.897,00
878,00
Un grazie per il contributo a Maurizio Testa per la legna, all’Antica Cartoleria
Ghezzi e Teorema di Pascali Speranza per la Cartoleria, alla birreria Pub San
Michele aveva un Gallo, e a tutti coloro che hanno collaborato con apporto di
mezzi e strutture. L'utile della manifestazione sarà impiegato per lo sviluppo e per
la creazione dell'Associazione organizzatrice.
LE ORECCHIE AL FUTURO
di Noemi Pascali
L’esperienza appena conclusasi del concerto ha lasciato in tutti i componenti della
costituenda associazione una grande soddisfazione e la volontà di continuare con
manifestazioni che possano richiamare il maggior numero di persone nel nostro
paese; per fare questo si sta riflettendo sulla possibilità di creare una festa, a ricorrenza annuale, capace di far apprezzare C. Madama per qualcos’altro oltre il palio.
Ma non vogliamo che l’associazione si limiti all’organizzazione di concerti, vorremo
invece portare avanti programmi riguardanti la musica e non solo. Sono in progetto
diversi corsi: dai musicali ai culinari ai fotografici. Si pensa inoltre alla creazione di
un cineforum e di un angolo per la lettura, con la presentazione, quando possibile,
delle novità editoriali e di lavori realizzati dagli stessi autori. Le idee sono tante e
attuabili, speriamo di portare a segno tutti i colpi con la complicità dei castellani.
Politica
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IL PAESE IN FERMENTO
PER LA CORSA AL SINDACO
a cura della Redazione
La politica di Castel Madama è in gran fermento:
nella prossima primavera, insieme (o poco dopo,
a seconda di come deciderà il Governo) alle elezioni politiche nazionali, ci saranno anche le
comunali.
La prima grossa novità è che l’anno prossimo il
ciclo del Sindaco Scardala Alfredo, almeno in
questo ruolo, volge al termine: infatti sta scadendo il suo secondo mandato, segnato dal passaggio
dal centro-sinistra al centro-destra, tra i pochi casi
in Italia.
Siamo stati indecisi se scrivere sull’argomento
della scelta del Sindaco e della formazione delle
liste sul nostro giornale, vista la situazione ancora
ampiamente fluida in cui ci si trova da una parte e
dall’altra.
Abbiamo pensato però che un giornale locale, per
di più mensile, non può evitare di fornire qualche
informazione su un tema così sentito, magari con
la tecnica del “retroscena” che viene utilizzata da
tanti giornali.
È una tecnica che ritroviamo, per esempio, anche
in un volantino di Alleanza Nazionale del 14 ottobre scorso, che si intitola con una involontaria
autoironia “A carte scoperte”.
Nel leggerlo ci si accorge che di scoperto non c’è
proprio nulla, se non il tentativo di descrivere in
modo un po’ farsesco la situazione nel centrosinistra.
Comunque dal volantino si ricavano le seguenti
informazioni: il candidato Sindaco del centrodestra non è ancora deciso; i candidati probabili
sono quelli di cui si sente parlare, e cioè uno
espresso dall’Udc, che potrebbe essere Michele
Nonni; uno espresso dall’ambiente del Sindaco
Scardala, cioè Efficace Roberto. Inoltre Alleanza
Nazionale pensa che anche Forza Italia ed il
Nuovo Psi abbiano diritto ad esprimere una candidatura, ma soprattutto afferma che anche
Alleanza Nazionale stessa si sente pronta ad
affrontare questa sfida, proponendo un suo candidato. Il tutto, ovviamente, senza fare nessun
nome, per paura di “bruciarlo”, come si dice in
politichese.
Come si vede, quindi, il quadro disegnato è chiaro; sarebbe interessante chiedere agli autori come
fanno a pensare che questo sia giocare “A carte
scoperte”.
È meglio dire a chi legge che siamo ancora tutti
fermi alle chiacchiere di piazza, al “retroscena”,
appunto. Chiacchiere che hanno anch’esse un
certo interesse, visto che provocano arrabbiature e
volantini, oltre che curiosità.
Tra i due poli, si muove un campo di aggregazione che fa riferimento alla lista “La nostra terra”,
presentata all’Università Agraria. I promotori di
quella lista sostengono che è stato già scelto il
candidato Sindaco Massimo Todini, e che ci sono
già molte adesioni per le candidature a consigliere nella loro lista.
Circola inoltre una raccolta di firme lanciata da
elettori del centro-sinistra, tra i quali c’è anche
qualche iscritto ai Ds, per chiedere al centrosinistra di scegliere il candidato Sindaco con le
primarie.
Nel centro-sinistra delle primarie si parla fin da
settembre, anche se si sta per adesso procedendo
con il metodo delle consultazioni in coalizione. È
da ricordare che la coalizione di centro-sinistra a
Castel Madama è formata da diversi partiti e
gruppi: ai partiti tradizionali come Margherita,
Democratici di sinistra, Verdi, Sdi, Rifondazione
Comunista, il gruppo del “Melograno”, guidato
dai due consiglieri Moriconi e Ruggeri, mentre si
è aggiunta da poco la lista di Pietro.
Nelle consultazioni tenutesi finora, sembrerebbe
che sono tre i gruppi che chiedono con maggiore
convinzione di esprimere un candidato Sindaco:
Ds, Verdi e Melograno.
L’intenzione è quella di concordare tra fine
novembre e primi di dicembre il candidato, e poi
avviare un processo di legittimazione democratica. Questo può essere rappresentato dalle primarie, che tanto successo hanno avuto il 16 ottobre
scorso per la scelta di Prodi come premier.
Ovviamente questa strada ha un senso soprattutto
se non si riesce ad arrivare ad un accordo di tutta
la coalizione su un solo nominativo.
In questo ultimo caso, con la coalizione di centro
sinistra compatta, la legittimazione popolare può
avvenire anche con assemblee pubbliche, come
avvenne nel 1993 con il Sindaco Garofolo.
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Amministrazione
Il Parcheggio senza “SALTARE” il fosso
di Pino Salinetti
Nelle ultime settimane si parla e si scrive di fossi “risanati”, di parcheggi
gomma-gomma pronti ad essere realizzati. Ma come stanno effettivamente le cose?
Il parcheggio
Il 15 maggio 2003 il Consiglio comunale votò
all’unanimità il progetto preliminare per la costruzione di un parcheggio di scambio gomma-gomma
e, contestualmente, approvò l’adozione di variante
al PRG. La maggioranza scelse di localizzare il parcheggio tra “Prato Martino” e “Prato di zia Rosa”,
ossia nella striscia di terra tra il casello della A24 e
la via Empolitana, un’area dove insistono numerosi
vincoli: fascia di rispetto stradale e autostradale,
fascia di rispetto del fosso, area a rischio idrogeologico, area di rispetto dell’elettrodotto, ecc.
I consiglieri di opposizione condivisero l’importanza di realizzare il parcheggio, anche per favorire l’uso del mezzo pubblico, ma proprio per questa sua rilevanza sociale sostennero che sarebbe
stato meglio costruirlo in un posto più adatto in
quanto, la localizzazione scelta poteva mettere a
rischio la sua realizzazione. La maggioranza, sicura di sé, dichiarò che le autorità competenti sui
vincoli avrebbero rilasciato senza problemi le
autorizzazioni a costruire.
Cosa è successo, invece? Mentre altri parcheggi
(come quello tra il casello di Vicovaro e la stazione di Mandela) sono stati costruiti, inaugurati e
vengono utilizzati dai pendolari, il nostro non è
nemmeno cominciato. Come mai? Perché l’opposizione è cattiva? La Regione e la Provincia
“rosse” non danno più i soldi?
No. Il Regolamento provinciale per la concessione di contributi prevede quale termine per la realizzazione dell’opera finanziata un periodo massimo di tre anni a decorrere dalla data di trasmissione del contributo. Quello del parcheggio (pari a
poco più di 700 mila euro) fu comunicato dalla
Provincia al Comune il 25 marzo 2003, quindi il
termine per la sua realizzazione scade il 25 marzo
2006. Bene, un motivo in più per sbrigarsi e finire
i lavori in tempo.
Purtroppo non è così: i lavori non possono iniziare perché uno degli Enti che deve rilasciare il nulla
osta ha dato un parere negativo alla costruzione
del parcheggio. Si tratta dell’Autorità di bacino
del Tevere, la quale, con una nota del settembre
2003, fa presente che il parcheggio per nodo di
scambio gomma-gomma è localizzato subito a
valle dell’Acqua Santa, area a rischio idrogeologico molto elevato.
La zona dove si vorrebbe realizzare il parcheggio
non è classificata zona a rischio di esondazione
perché non sono presenti dei beni vulnerabili, ma
è comunque soggetta allo straripamento del fosso
di Empiglione. Per fare il parcheggio, conclude
l’Autorità di bacino del Tevere, bisogna che l’area tra “Prato Martino” e “Prato di zia Rosa”
venga sottratta al rischio di esondazione del
fosso e che le opere da realizzare per eliminarlo
non spostino lo stesso rischio a valle dell’area
dell’Acqua Santa.
Quindi bisogna prima eliminare il rischio di straripamento del fosso di Empiglione all’Acqua Santa
e poi fare il parcheggio.
Il risanamento del fosso
Nel 1999, dopo i tragici fatti di Sarno, fu emanata
una legge per la messa in sicurezza delle aree a
rischio idrogeologico. L’Autorità di bacino del
Tevere ha individuato come area a rischio di esondazione anche quella dell’Acqua Santa, nella zona
industriale di Castel Madama, dove negli anni ’70’80 furono costruiti capannoni a ridosso del fosso
di Empiglione.
Amministrazione
Per eliminare questo rischio di straripamento il
Comune chiese e ottenne nel 2002 un finanziamento di 1,5 milioni di euro su un progetto preliminare (condiviso dall’opposizione) che prevedeva di intervenire sui torrenti laterali (fosso di
Santa Cecilia, di Valle Caprara, ecc.), di ripulire il
letto dell’Empiglione dai detriti accumulatisi nei
decenni, di creare a monte dell’Acqua Santa un’area controllata dove, in caso di piena, le acque del
fosso potessero espandersi senza provocare danni.
Questo progetto ottenne i pareri positivi nella conferenza dei servizi dell’ottobre 2003. Se si fosse
andati avanti con quel progetto forse oggi il fosso
sarebbe in sicurezza e il parcheggio si potrebbe
costruire. Invece è successo che il progetto definitivo ha cambiato completamente l’intervento: non
si opera più sui torrenti laterali, né si realizza la
vasca di esondazione, bensì si agisce sul fosso,
allargando le sponde (distruggendo tutta la vegetazione ripariale), scavando il letto, deviando il
corso quando fa curve troppo strette. Si svolge una
nuova conferenza di servizi (aprile 2004), vari enti
esprimono forti dubbi, ma alla fine rilasciano
pareri favorevoli a condizione. Risultato l’intervento si farà (è in corso la gara di affidamento dei
lavori), il fosso di Empiglione da Colle Passero
all’Acqua Santa sarà trasformato completamente,
e alla fine di 600 giorni di lavoro l’Autorità di
bacino del Tevere toglierà il rischio idraulico
9
all’Acqua Santa e procederà alla perimetrazione di
una nuova area a rischio di esondazione più a
valle, verso l’Arci.
Il Comune spende tre miliardi di vecchie lire, sfascia un fosso naturale e lo fa diventare una specie
di conduttura a cielo aperto per spostare il rischio
di straripamento dall’Acqua Santa a una zona
ancora più urbanizzata come quella degli Arci e di
Monitola. Che bel risanamento!
Ma attenzione. Torniamo al parcheggio. Il parere
dell’Autorità di bacino dice che non si potrà
costruire il parcheggio finché non saranno terminati i lavori per eliminare il rischio di esondazione
all’Acqua Santa (e ci vorranno 600 giorni lavorativi, quasi due anni) e a condizione che tali lavori
non provochino l’aumento del rischio idraulico a
valle dell’Acqua Santa. Questo, invece, è ciò che
effettivamente accadrà, perché il progetto scelto
dall’amministrazione comunale non elimina ma
sposta a valle il rischio di esondazione del fosso.
Quindi neanche a conclusione dei lavori di riduzione del rischio idraulico del fosso di Empiglione
ci saranno quelle condizioni di sicurezza necessarie alla realizzazione del parcheggio di scambio
gomma-gomma.
Con una fava i nostri amministratori hanno
preso due, anzi tre piccioni: stravolgere il fosso,
spostare il rischio di esondazione a valle in una
zona ancor più popolata, impedire la realizzazione del parcheggio di scambio gommagomma. E, a pensarci bene, anche un quarto:
sperperare e non sapere utilizzare finanziamenti pubblici.
Non paghi i bravi amministratori, con delibera di
giunta n. 131 del 6.9.2005, hanno revocato l’incarico di responsabile del procedimento all’ingegnere (quello assunto per concorso) perché faceva
loro notare di non poter procedere all’appalto dei
lavori del parcheggio stante il parere non favorevole dell’Autorità di Bacino. Una scelta sbagliata
dei politici viene rivolta contro un capo-settore
che, sulla base della legge che distingue tra indirizzo e gestione, è responsabile della correttezza
del procedimento amministrativo. Onestà vorrebbe che chi sbaglia riconosca i propri errori.
10
Politica
LA CARTA DEI DIRITTI EUROPEI
di Ivano Moreschini
La carta dei diritti entra nella costituzione europea.
È un passo avanti oppure no?
Dopo i principi fondamentali, il
“Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa” parla dei
Diritti fondamentali e della cittadinanza dell’Unione. E qui
emergono evidenti le complessità di questo testo costituzionale,
che lo rendono poco comprensibile alla popolazione dell’Europa. Infatti, i diritti fondamentali
sono contenuti nella parte II
della Costituzione, con una tecnica di rinvio che costringe chi
legge a saltare da un argomento
all’altro. Ovviamente ciò non è
un errore di uno scolaro distratto,
ma il frutto di lunghi e faticosi
compromessi politici. La Carta
dei diritti fondamentali dell’Unione, che comprende un preambolo, sei titoli Dignità, Libertà,
Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia e gli articoli
da 61 a 114 del trattato, assume
solo con questo passaggio valore
e forza di legge. La carta infatti
era già stata elaborata a Nizza,
ma non era stata inserita in trattati tra gli Stati membri, e quindi
era rimasta al livello di dichiarazioni di principio. La lentezza di
questi processi nasconde in realtà gli scontri che ci sono prima di
arrivare ad una conclusione:
scontri tra stati più avanzati e
più arretrati economicamente,
che hanno ovviamente esigenze
diverse; scontri tra diverse visioni di politica estera tra gli stati
più importanti (Gran Bretagna,
Francia e Germania soprattutto); scontri all’interno dei singoli stati più tra chi sostiene che
la carta è una arretramento
rispetto alle conquiste già otte-
PAESI CHE HANNO RATIFICATO IL TRATTATO
PAESI CHE HANNO RESPINTO CON REFERENDUM
PAESI CHE NON HANNO DECISO
nute, pensando alla situazione
interna, e chi sostiene che è
necessario qualche sacrificio pur
di estendere dei diritti anche
minimi agli stati che ancora non
li hanno, come gli Stati dell’est,
con l’obiettivo di sottrarli all’influenza russa.
È bene leggere qualche articolo
per capire che la Carta si rivolge
a situazioni differenziate. Nella
sezione sulla dignità, dopo aver
affermato - Art. II.61 - che “la
dignità umana è inviolabile.
Essa deve essere rispettata e
tutelata”, si passa agli Art. II.64
e II.65, che parlano della Proibizione della tortura e delle
pene e trattamenti inumani o
degradanti, e della Proibizione
della schiavitù e del lavoro forzato. In quest’ultimo articolo, il
comma 3 afferma: “È proibita la
tratta di esseri umani”.
Certo, a noi sembrano affermazioni superflue. Poi però ci guardiamo intorno e ci chiediamo
come mai ci sono tanti stranieri
dall’est, come fanno ad arrivare.
La Romania per esempio non è
ancora stato membro dell’Unione Europea, ma lo dovrebbe
diventare dal 2007. Siamo così
convinti che articoli come quello che abbiamo visto in certe circostanze siano inutili?
Politica
Il titolo II della Carta parla della
Libertà: libertà di movimento,
di pensiero, d’espressione, di
religione, di associazione, di
impresa. L’ Art. II.75 parla
della libertà professionale e
diritto di lavorare, stabilendo tra
l’altro che ogni cittadino dell’Unione ha la libertà di cercare
un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque stato membro. L’ Art.
II.77 riconosce il diritto di proprietà, che incontra il proprio
limite nell’interesse generale.
Qui in effetti la distanza con le
Costituzioni del secondo dopoguerra è notevole: mentre quelle
mettevano l’accento sui diritti
sociali, ed alla base di essi
ponevano il diritto al lavoro
(Art. 1 Costituzione Italiana:
L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro),
in questo trattato il lavoro è considerato un diritto di libertà,
come l’impresa. Possono coesistere a lungo queste concezioni
così diverse? Quale prevarrà nel
lungo periodo ? Qui ritorniamo
agli scontri politici sopra descritti, e forse capiamo meglio
come mai il referendum francese ha dato una risposta negativa
alla ratifica del Trattato, nonostante il ruolo centrale ed egemone che ha il Governo della
Francia nelle decisioni dell’Unione Europea. Ritornano in
forme diverse, prima con le
guerre ed adesso con la battaglia sui diritti e sul tenore di
11
LO STATO DELLA RATIFICA DEL TRATTATO
CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE PER L’EUROPA
La ratifica era prevista in Via definitiva per il novembre 2006. Dopo
i no ai referendum di Francia ed Olanda, la Commissione europea
ha deciso di spostare la data nel 2007.
In totale hanno ratificato 12 stati membri su 25, con il Belgio quasi alla fine della
ratifica.
Tra le grandi nazioni mancano Regno Unito, Francia e Polonia, mentre l’hanno
ratificato Germania, Italia e Spagna.
vita, le sfide storiche a cui l’Europa è abituata: fino a che punto
le popolazioni sono disposte a
seguire i governi con i sacrifici
in questa lotta per l’egemonia
sull’Europa continentale, o
almeno sull’Est Europeo? E
quale Stato conduce i giochi:
Gran Bretagna, Francia, Germania? E che ruolo ha l’Italia in
tutto questo?
Se la leggiamo così, la Costituzione europea non è più un
pezzo di carta arido, ma un
affascinante campo di battaglia
aperto al futuro.
12
Politica
NON DIMENTICHIAMO CHI SONO
di Federico Chicca
Nonostante lo scandalo P2 ancora sono al potere
Nel marzo del 1981 il giudice
istruttore del Tribunale di Milano Giuliano Turone ordina una
perquisizione nella residenza
del massone Licio Gelli investigato per il reato di estorsione
continuata in concorso con
Michele Sindona (banchiere
della mafia) e altre personalità.
Durante la perquisizione
viene ritrovata una lista di 962
nomi, i nomi degli affiliati alla
loggia segreta massonica “Propaganda 2”, nota come P2.
Sulla pericolosità e la potenza
di questa loggia massonica farà
luce la commissione parlamentare d’inchiesta appositamente
costituita per dare delle risposte
a dei quesiti che molti politici
volevano tacere.
Tra i nomi presenti nella lista
spiccano i nomi di 44 parlamentari, 3 ministri, un segreta-
rio di partito, 12 generali dei
Carabinieri, 5 generali della
Guardia di Finanza, 22 generali
dell’esercito italiano, 4 dell’aeronautica militare, 8 ammiragli,
vari magistrati e funzionari
pubblici, ma anche giornalisti e
imprenditori.
La relazione del comitato dei
Tre Saggi definirà la P2 come
“uno stato nello stato”.
E non è tutto, la lista sembra
essere incompleta, infatti come
dirà Licio Gelli in una intervista
rilasciata al “fratello piduista”,
Maurizio Costanzo direttore del
giornale “Occhio” (l’occhio è
uno dei tradizionali simboli
massonici), gli affiliati sono
circa 2400.
Per entrare nella loggia massonica bisogna ricoprire importanti cariche o in ambito statale o
nella vita economica del paese.
Tra gli atti più clamorosi della
loggia P2 sicuramente l’operazione “Tora Tora”, con la quale
nella notte tra il 7 e 8 dicembre
del 1970 sotto la regia del Venerabile Licio Gelli, il principe
Junio Valerio Borghese appoggiato da tutte le organizzazioni
neofasciste eversive tenta un
colpo di stato.
Il golpe sarà annullato all’ultimo momento dallo stesso Gelli
per motivi ancora non del tutto
chiari.
Ricordiamo inoltre la cupa
vicenda del caso Calvi, presidente del Banco Ambrosiano,
la cosi detta banca dei preti.
Il legame fra P2-Chiesa-Politica-Mafia è fortissimo.
Tutti sono accomunati da un
unico obiettivo: fermare l’ascesa al potere del Pci in Italia.
A tal fine non si risparmieranno stragi di innocenti come
quella a piazza Bologna.
Stragi che rientravano in un
piano di terrore finalizzato a
creare insicurezza nei cittadini e
quindi giustificare più facilmente la venuta di un potere militare
che ristabilisse l’ordine.
Ma questo è soltanto un resoconto molto parziale di quello
che è stata la loggia P2 (l’ombra dell’organizzazione massonica incombe anche sul delitto
Moro).
Per una accuratissima ricostruzione dei fatti rimandiamo
al libro scritto da uno dei componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2,
Sergio Flamini.
Politica
13
Fabrizio Cicchitto
Antonio Martino
Il libro si intitola “Trame
Atlantiche. Storia della loggia
massonica segreta P2” casa editrice Kaos. Voi direte, beh una
volta smascherati saranno stati
assicurati alla giustizia.
Invece no, moltissimi ancora
oggi ricoprono le cariche più
alte dello Stato Italiano. Tra gli
affiliati alla P2 ricordiamo:
Silvio Berlusconi
(tessera n. 1816): Presidente
del Consiglio dei Ministri;
Fabrizio Cicchitto
(tessera n. 2232): deputato e
vicecoordinatore nazionale di
Forza Italia, nonché editorialista de Il Giornale;
Massimo Donelli
(tessera n. 2207): attuale
direttore di TV Sorrisi e Canzoni (Gruppo Mediaset);
Antonio Martino
(aveva presentato domanda
scritta di affiliazione, non
fecero in tempo ad approvare
il suo ingresso nella P2):
attuale Ministro della Difesa;
Roberto Gervaso
(tessera n. 1813): ha una ru/
brica fissa su Rete 4 (Peste e
corna) e sul Messaggero;
Roberto Ciuni
(tessera n. 2101):
collaboratore de Il Giornale e
Panorama;
Maurizio Costanzo
(tessera n. 1819): conduttore
di Buona Domenica e de Il
diario su Canale 5 nonché
consulente per La 7;
Giuseppe Croce
(tessera n. 2071): Giudice
per le Indagini Preliminari a
Roma;
Maurizio Costanzo
Fabrizio Trifone Trecca
(tessera n. 1748): medico, titolare di rubrica fissa di medicina “Vivere bene” su Rete 4,
per citarne solo alcuni.
Ovviamente i mass media di
tutto questo non parlano (ma da
chi saranno influenzati?), si
limitano a fornire informazioni
assolutamente parziali o in
molti casi tacciono del tutto i
fatti. Ma allora noi che dobbiamo fare per sapere come stanno
davvero le cose?
Innanzi tutto non subire passivamente l’informazione, ma
cercare attivamente fonti diverse da quelle dei mass media tradizionali.
Un ottimo strumento d’informazione è internet.
Sulla rete ci sono molti siti di
“controinformazione” dove chi
sa le cose può dirle senza censure di sorte (segnaliamo
www.beppegrillo.it).
È importante sapere, perché
sapere significa scegliere in
libertà.
NON dobbiamo
DIMENTICARE CHI SONO
Il Paese in breve
15
I L PA E S E I N B R E V E
LA TIBURTINA RADDOPPIA
Partiranno a marzo i lavori di allargamento della
S.S. 5. Sei chilometri e mezzo di strada a quattro
corsie più due preferenziali per autobus e mezzi
pubblici dalla stazione metro di Rebibbia fino al
km 15,800 (Setteville). La realizzazione permetterà di risolvere gli intasamenti sugli snodi di
S. Basilio, del GRA e di Settecamini, che ora rappresentano una trappola infernale per decine di
migliaia di pendolari. Costo dell’opera 97 milioni di euro. I lavori inizieranno a marzo del 2006
per terminare, salvo imprevisti, a fine del 2008.
L’AVVIAMENTO ALLO STUDIO
DEL DIALETTO CASTELLANO
DI MORESCHINI ALESSANDRO
Continua l’instancabile lavoro di Alessandro
Moreschini, conosciuto a Castel Madama come
“il poeta”, sul dialetto castellano. Infatti egli ha
annunciato con un manifesto la presentazione di
un’opera in tre volumi che reca il titolo:
“Avviamento allo studio del dialetto nel comune
di Castel Madama”.
L’opera è composta di una grammatica di 140
pagine, un’antologia di poesie, prose, bozzetti, di
205 pagine ed un dizionario enciclopedico di 260
pagine. Nell’opuscolo di presentazione, Moreschini Alessandro lo definisce “non un cimitero di
parole, bensì una ricostruzione scritta dei tanti
lemmi appartenenti al dialetto castellano che
richiamano concetti e situazioni ancora vive, nonché elementi di toponomastica, ornitologia, botanica, segmenti ed eventi inediti di storia-tradizione locale e quant’altro”.
L’opera verrà presentata al pubblico nel mese di
dicembre.
Michele e Daniela Moriconi con le loro famiglie
festeggiano i cinquant’anni di matrimonio dei
genitori Franco e Maria, la redazione dà
appuntamento alle nozze di diamante.
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
RM/G Tivoli - Prenotazioni 800986868
Per pagamento Ticket
UNITÀ SANITARIA LOCALE RM/G
SERVIZIO TESORERIA CCP N. 52577616
16
Il Paese in breve
CORSI DI LINGUA E ALTRO
L’11 novembre sono stati inaugurati presso la sede della Biblioteca Comunale i corsi organizzati
dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Castel Madama in collaborazione con la Libera
Università Igino Giordani di Villa Adriana. I corsi proposti, che si terranno a Castel Madama, prevedono lezioni rivolte agli adulti di: inglese e spagnolo, storia dell’arte e del restauro nel rinascimento, recitazione e dizione, cesteria, disegno e tecniche pittoriche, ceramica, scacchi, degustazione vini, tecniche decorative.
I corsi di lingua avranno la durata di sei mesi al costo di 120,00 euro; gli altri, che dureranno tre
mesi, avranno un costo di 150,00 euro, tranne scacchi 50 euro e degustazione vini 70 euro. Sono
aperte le iscrizioni.
Per informazioni rivolgersi alla Dott.ssa Maria Domenica Livi presso la Segreteria del Sindaco di
Castel Madama, tel. 07744500229, e-mail [email protected]
CONSIGLIO COMUNALE DEL 31/10/2005
Abbiamo sentito, in merito ai tre punti all’ordine del giorno del Consiglio, il consigliere di minoranza, Amerina Paolacci:
1° punto - Bilancio, conto consuntivo presentato con estremo ritardo dovuto, secondo il Sindaco
Scardala, a motivi tecnici, nel predisporre un bilancio veritiero; ritardo e motivazioni contestati
dai consiglieri di minoranza.
2° punto- Variazione di bilancio dovuta a nuove entrate a destinazione vincolante.
3° punto - Consulta degli immigrati rinviato per la terza volta. L’istituzione della consulta, che
vede la partecipazione degli immigrati alla vita sociale e politica del paese, è una proposta accettata anche dalla minoranza soprattutto se corredata da un regolamento che permetta di rendere
percorribile la possibilità del voto per questi cittadini.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Angelo Piselli, ha dichiarato che per la costituzione della consulta degli immigrati, nata come iniziativa personale, condivisa successivamente dal suo partito,
Alleanza Nazionale, vorrebbe, ancor prima della votazione, la condivisione degli altri partiti. Anche
della minoranza? - non si è ben capito. Ha quindi chiesto la votazione per il rinvio del punto all’ordine del giorno. I consiglieri di minoranza hanno espresso voto contrario al rinvio.
La nuova convocazione del Consiglio Comunale, fissata per il 15/11/2005, non contiene però l’argomento della Consulta degli immigrati. Ma la maggioranza vuole davvero questa Consulta?
I MUSEI DELLA CITTÀ E DEL TERRITORIO
CONVEGNO DI STUDI AL CASTELLO ORSINI
Il 24 e 25 novembre è in programma nella Sala Baronale del castello Orsini di Castel Madama un
convegno di studi sul tema “I musei della città e del territorio per lo studio e la tutela dei centri
storici e del paesaggio”. L’evento, patrocinato dalla Regione Lazio, dall’Assessorato alle Politiche
culturali della Provincia di Roma, dalla IX Comunità Montana, e dall’Ordine degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia, rientra nelle iniziative previste in
seguito alla convenzione stipulata tra il Comune e la Facoltà di Architettura Valle Giulia
dell’Università “La Sapienza” di Roma. Da segnalare che il giorno 25 sarà dedicato al convegno dal
titolo “L’archivio, il nuovo polo museale e il patrimonio storico di Castel Madama: un progetto
integrato”, in previsione dell’istituzione nel nostro comune di un Museo della città e del Territorio.
Per ulteriori informazioni consultare il sito del comune di Castel Madama:
www.comunedicastelmadama.it
LA BANDA BASSOTTI
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I nostri manager, i nostri dipendenti in Parlamento guadagnano, guadagnano, guadagnano. Ma quanto guadagnano? Più di tutti gli altri. In Europa siamo, anche in questa classifica, saldamente al primo posto. Di cosa ci lamentiamo, vogliamo
mettere in discussione uno dei pochi primati che ci rimangono,
insieme al debito pubblico?
L’Alitalia ipoteca la flotta e Cimoli ha uno stipendio di
2.284.500,00 euro all’anno, pari a 190.375,00 euro mensili (le principali compagnie aeree europee sono in utile e i loro amministratori delegati guadagnano molto meno).
Telecom ha un’indebitamento di 45 miliardi di euro e i suoi manager sono i più pagati in Europa. I parlamentari italiani sia qui che
all’Europarlamento surclassano i loro colleghi europei.
Perchè sono pagati così tanto? Forse sono, gira che ti rigira, sempre
gli stessi, lo stesso clan, che governa e fa quello che vuole e si divide il bottino, che rispondono solo al potere e non agli azionisti e ai cittadini.
Al 31.12.2004, Air France ha dichiarato un utile di 98.000.000,00 euro.
Al 31.12.2004, KLM ha dichiarato un utile di 261.000.000,00 euro.
Al 31.12.2004, British Airways ha dichiarato un utile di 333.000.000,00euro.
Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Spinetta, amministratore delegato di Air France, nel
biennio 2004-2005 ha ricevuto un compenso di 550.000,00 euro, un bonus di 160.000,00 euro, pari a una
remunerazione mensile di 29.583,00 euro.
Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Van Wijk, amministratore delegato di KLM, nel biennio 2004-2005 ha ricevuto un compenso di 653.709,00 euro, un bonus di 429.731,00 euro, pari a una remunerazione mensile di 45.143,00 euro.
Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Rod Eddington, amministratore delegato di British
Airways, nel 2004 ha ricevuto un compenso annuo di 517.813,00 euro, un bonus di 258.907,00 euro, pari a
una remunerazione mensile di 64.727,00 euro.
Al 31.12.2004, Alitalia ha dichiarato un perdita di 812.833.000,00 euro.
Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Giancarlo Cimoli, amministratore delegato e presidente di Alitalia, dal 6 Maggio al 31 Dicembre 2004 ha ricevuto un compenso di 1.522.996,00 euro, pari a una
remunerazione mensile di 190.375,00 euro.
Beppe Grillo
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Il Paese in breve
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IL PARCO DEI LUCRETILI VINCE
IL 1° PREMIO NAZIONALE “PAROLA DI PARCO”
Il parco Regionale dei Monti Lucretili ha vinto il più alto riconoscimento a livello nazionale dedicato alle
migliori produzioni e strategie di comunicazione rivolte all’utenza elaborate dagli Enti gestori di Parchi e
Aree naturali protette italiane. Il premio del concorso “Parola di Parco”, alla sua prima edizione, è stato
istituito dalla Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali,
Regione Liguria, Ordine Nazionale dei Giornalisti. Nell’ambito della manifestazione sulla comunicazione ambientale svoltasi a settembre ad
Arenzano, in provincia di Genova, durante la premiazione è stata esplicitata la motivazione per il riconoscimento assegnato al parco, in quanto “ha
elaborato, adottato e sviluppato prodotti di comunicazione per il rapporto
con il pubblico e con i cittadini residenti, che si segnalano per qualità, completezza e coerenza”. Infatti il lavoro svolto dall’Ufficio Tecnico del Parco
– Area Comunicazione ed Educazione – nella persona del Responsabile Dr.
Maurizio Martucci, ha prodotto una serie di strumenti tra cui: il giornale
periodico “Il Parco Racconta”, la serie dei “Quaderni del Parco”, la newsletter telematica, la “Carta dei Servizi”, che rispondono ad una idea moderna di comunicazione ambientale, soprattutto perché ne differenzia l’uso a
seconda del pubblico a cui rivolge il messaggio.
18
Il Paese in breve
I GARIBALDINI IN VAL D’ANIENE
L’associazione Culturale Albatros presenterà il prossimo 9 dicembre, nel pomeriggio, al Castello Orsini
una pubblicazione dal tema: “I Garibaldini in Val d’Aniene e l’Ossario che non si trova”. Si tratta di una
ricerca storica di Amedeo Ciotti, professore di lettere presso l’istituto tecnico industriale di Tivoli, condotta su diversi archivi locali: Vicovaro, Orvinio, Riofreddo, Vallinfreda, Tivoli, Castel Madama.
La pubblicazione nasce da una proposta di Ciotti di pubblicare la ricerca sul giornale, ed ha preso a poco
a poco la forma di un opuscolo autonomo, con foto storiche, documenti in allegato, ecc.
Il tema è quello della presenza dei Garibaldini nella nostra zona, e prende spunto da una notizia riportata
dalla Guida rossa del Lazio del Touring Club, che descrive un ossario successivo ad una battaglia garibaldina sulla Via Tiburtina, nei pressi di Vicovaro. Ma questo ossario, pur segnalato da una guida serissima,
non si trova, ed allora la passione per la ricerca storica di Amedeo Ciotti lo ha spinto a capire il perché, e
se questo ossario è mai esistito davvero.
Hanno annunciato la loro presenza alla presentazione dell’opuscolo: Alcibiade Boratto, ex sindaco di
Tivoli ed ex senatore; Scacchi Domenico, ricercatore di storia del Risorgimento presso l’Università di
Roma tre; Guidotti Francesco direttore del Museo Garibaldino di Mentana; Annita Garibaldi, pronipote
dell’Eroe dei due Mondi. Modererà il dibattito Luigi Grelli, presidente dell’Ass. Culturale Albatros.
VENERDÌ IN ARCHIVIO
Prima serie di incontri a tema basati sui documenti conservati presso l’Archivio Storico comunale di Castel
Madama e altri archivi locali
VENERDÌ 16 DICEMBRE 2005, ORE 17,30
L’O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) e il refettorio materno. Il Ruolo cruciale di queste istituzioni, ospitate nei locali dell’attuale Archivio storico, durante la crisi economica del periodo bellico.
VENERDÌ 20 gennaio 2006, ORE 17,30
Attilio Rossi. Le sue origini castellane, la sua cultura, la sua apertura verso il mondo.
VENERDÌ 24 febbraio 2006, ORE 17,30
Le Confraternite religiose a Castel Madama. Storia e documenti degli archivi.
VENERDÌ 21 aprile 2006, ORE 17,30
1915. L’elettricità a Castel Madama-il primo sistema di illuminazione pubblica. Excursus storico sugli
eventi e sui primi tentativi di regolamentazione del consumo energetico e delle tariffe.
Gli incontri si terranno presso la sede dell’Archivio Storico comunale di Castel Madama, Via di S.Agostino
s.n.c. (ingresso da Corso Cavour 32)
Le date degli incontri sono suscettibili di modifiche. Di qualsiasi variazione sarà data comunicazione ai cittadini.
ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI CASTEL MADAMA
Via di S. Agostino snc (ingresso Corso Cavour, n.32)
Tel: 0774-4500229
Fax: 0774-449400
e-mail: [email protected]
L’Archivio è aperto al pubblico per la consultazione dei documenti il giovedì dalle 10,00 alle 18,00
Per informazioni e consulenze il Martedì dalle 15.00 alle 18.00 previo appuntamento
Gli inventari dei documenti dell’Archivio sono consultabili presso il sito:
www.comunedicastelmadama.it/biblioteca/home.asp
La responsabile dell’Archivio Storico comunale è la D.ssa De Bellis Flavia.
Comunità Montana
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IX COMUNITÀ MONTANA
a cura di Fausta Faccenna
IL PROGRAMMA ANNUALE DI SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO
DELLA IX COMUNITÀ MONTANA
Anche quest’anno la IX Comunità Montana, partendo da una serie di studi settoriali ed analisi di
base, ha individuato una serie di interventi strategici per lo sviluppo del territorio.
Poiché solo garantendo una efficace penetrazione
nel territorio rurale è ipotizzabile non soltanto mantenere ma addirittura aumentare il reddito dei terreni agricoli assicurando allo stesso tempo la salvaguardia dell’ambiente ed il potenziamento del turismo tipico di queste aree, la IX Comunità Montana
ha attivato, già da tempo, un efficace servizio di
manutenzione della viabilità rurale esistente.
Recentemente è terminata l’esecuzione di interventi di manutenzione straordinaria, per circa
Euro 1.000.000,00, previsti in un vasto programma finanziato con fondi comunitari, nazionali e
locali.
La vastità del territorio e lo stato di abbandono che
per anni ha contraddistinto quest’area fa sì che gli
COMUNE
Capranica Prenestina
Castel Madama
Castel San Pietro Romano
(con Comune di Poli)
Ciciliano
Marcellina
(con S. Polo dei Cav.)
Moricone
Nerola
Palombara Sabina
San Polo dei Cavalieri
(con Marcellina)
interventi sopradescritti siano del tutto insufficienti per risolvere i problemi delle infrastrutture rurali, per cui si è deciso di:
• incrementare il servizio di manutenzione della
viabilità rurale anche attraverso l’acquisto di
una nuova macchina operatrice;
• avviare un servizio di decespugliamento lungo
la viabilità rurale per garantire il passaggio dei
mezzi agricoli e dei mezzi antincendio;
• interventi di manutenzione straordinaria quali
la ricostituzione dei fondi stradali;
• esecuzione di opere per consentire il deflusso
delle acque meteoriche e piccole opere di rettifiche di tracciati;
Per realizzare gli interventi e perseguire le finalità di miglioramento del territorio, curandone la
salvaguardia, sono state ultimate le progettazioni
preliminari e pertanto si sono individuati come
prioritari i seguenti interventi, per una spesa complessiva di 990.000,00 Euro:
INTERVENTO
Sistemazione vasca loc. Omo Morto in Guadagnolo
Strade rurali: Valle Cupa, Del Poggio e Sant’Agostino
Strada rurale Pantane (Manicchia-Pantane-Castel S. Pietro)
Sistemazione strade Via Pre dell’Acqua e Via dell’Acquaome
Strada della fornace e sistemazione fonte Tomeo
Strada Colle della Muratella
Strada Vicinale di “ Monte Lago”; Strada Signora Giovanna
Strada San Basilio (loc.-Cretone)
Strada intercomunale Vazzolina-Capuzzillo
Un’altra problematica particolarmente sentita da
parte della popolazione montana è connessa alla
riqualificazione urbana, poichè i piccoli centri
versano spesso in condizioni di abbandono.
Gli interventi in questo settore potrebbero garantire una riqualificazione complessiva del paesaggio urbano con indubbi vantaggi per lo sviluppo
turistico.
20
Comunità Montana
Si sono, quindi, rilevate delle priorità necessarie
ad eliminare le situazioni più precarie presenti nei
centri urbani dei Comuni della IX Comunità
Montana e, di conseguenza, si è proceduto alla
COMUNE
Capranica Prenestina
Casape
Pisoniano
Palombara Sabina
Rocca di Cave
San Gregorio da Sassola
Sant’Angelo Romano
San Vito Romano
relativa progettazione preliminare, che comporta
una spesa complessiva di 710.000, 00 Euro.
I Centri interessati agli interventi di arredo urbano
sono:
INTERVENTO
Illum. Santuario Madonna delle Grazie” Mentorella”
Sistemazione Giardino Borgia
Riqualificazione Rione Colle
Illuminazione comune e frazione
Riqualificazione Colle Dolce e Pratone
Scala di collegamento
Riqualificazione La Pineta
Riqualificazione Centro urbano: Acquisto Attrezzature
Inoltre, nell’ambito delle politiche dedicate allo
sviluppo rurale è terminata la progettazione preliminare relativa ad interventi sui fontanili
rurali dei Comuni di Capranica Prenestina,
Casape; Castel Madama, Castel San Pietro
Romano, Ciciliano, Montorio Romano, Nerola,
Palombara Sabina, Pisoniano, Poli, San Polo dei
Cavalieri, Sant’Angelo Romano, San Vito
Romano, per una spesa complessiva di Euro
200.000,00. Tali interventi sono finalizzati a
favorire un tipo di allevamento brado, tipico
della nostra area, oltre a salvaguardare dei manufatti che fanno ormai parte del nostro paesaggio.
L’intero piano operativo, assieme ad altri interventi di interesse pubblico, sarà finanziato con risorse
derivanti da residui di Fondi regionali, dal Fondo
della Montagna, da Fondi dell’Amministrazione
Provinciale di Roma, e da un mutuo da contrarre
con la Cassa Depositi e Prestiti.
dott. Sandro Allemand; dott. Massimo Boldrini
IX COMUNITÀ MONTANA
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915
www.comunitamontanativoli.org
Il fontanile di Fonte Canoro
È in via di pubblicazione una ricerca sui prodotti
tipici locali e sulle antiche ricette della gastronomia della IX Comunità montana. La guida è frutto
di una ricerca sul campo cui hanno largamente contribuito le popolazioni locali; infatti i ricettari sono
scaturiti da interviste alla popolazione anziana che
ha sintetizzato nelle semplici ricette tutta una cultura del cibo rimasta immutata nel tempo e che ha
subito rapidi cambiamenti solo nel dopoguerra.
Sono in procinto di realizzazione i Laboratori
didattici nel Centro Studi e Formazione ambientale della IX Comunità Montana di Casape.
L’iniziativa avviene in stretto contatto con le
scuole che sono state invitate a partecipare ai
laboratori già progettati e a richiedere altri
interventi coerenti con i loro piani dell’offerta
formativa.
NEWS
NEWS
NEWS
NEWS
Comunità Montana
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ITINERARI SUI MONTI PRENESTINI
ITINERARIO 3
DA CASAPE A GUADAGNOLO
È questo il percorso più semplice per chi voglia raggiungere i versanti orientali del Monte
Guadagnolo. Infatti si sviluppa su di una strada carrozzabile percorribile agevolmente. Particolarmente
indicato, se si vuole avere un quadro pressochè unico della geografia e dei sistemi montuosi della
Provincia di Roma.
Il sentiero, indicato nella tabella, parte dal centro abitato di Casape, in prossimità del Municipio. Si
percorre interamente la strada sterrata fino ad un pianoro molto panoramico, ricco di fenomeni carsici e
disseminato di doline (cavità di origine carsica) ben visibili in prossimità della località Fonte Canale (quota
1000 m s.l.m.), dal quale si scorge l’imponente rupe del Monte Guadagnolo. Volgendo lo sguardo dalla
cima, da sud verso nord, si gode della splendida vista dei Colli Albani con le loro caratteristiche strutture vulcaniche. Solo proseguendo a piedi ed in prossimità di alcuni casali rurali si può raggiungere la caratteristica struttura di Fonte Canale, molto suggestiva, caratterizzata da tre vasche ricoperte da tre antiche
arcate in muratura, vicino alle quali si allarga una polla (vena d’acqua) seminaturale. Da qui si può facilmente proseguire verso il centro abitato di Guadagnolo e la cima, oppure, seguendo le indicazioni, si può
raggiungere, a piedi, la strada asfaltata Capranica Prenestina-Guadagnolo.
Per il ritorno la via più breve è quella dell’andata. Una buona idea può essere quella di collegare questo percorso come via di ritorno per collegare altri sentieri che hanno come meta finale la rupe di
Guadagnolo.
Tempo di percorrenza: a piedi l’intero percorso richiede circa 3 ore, in automobile si percorre la strada sterrata in circa 30 minuti. Percorso facile.
Adatto anche in mountain-bike, in questo caso la difficoltà è legata solo al dislivello da superare; il
percorso è quindi consigliato a sportivi ben allenati. Il dislivello fino a Fonte Canale è di 500m circa, fino
alla cima di Monte Guadagnolo di 800 m. circa.
22
Vicovaro
PREMIAZIONE DEL CONCORSO
“MARCANTONIO SABELLICO”:
ECCO I VINCITORI
di Roberto Bontempi
È stata una serata piena di emozioni e di coinvolgimento quella che si è svolta nell’aula consiliare
del comune di Vicovaro sabato 29 ottobre e che ha
segnato la conclusione della VI edizione del
Premio Arte intitolato all’umanista vicovarese
Marcantonio Sabellico.
La sala ha fatto registrare finalmente il tutto esaurito con molte persone che non hanno trovato posti
a sedere, tutti ad attendere i responsi della giuria
sui vincitori delle varie sezioni del Premio.
Il sindaco Thomas e l’assessore alla cultura Coccia
introducevano la cerimonia confermando il loro
impegno a continuare a promuovere la cultura con
iniziative di questo genere fino alla fine del loro
mandato, poi la parola è passata alla giuria.
Marcello De Santis, giurato della sezione “Poesia”,
ha introdotto le premiazioni sottolineando innanzitutto la trasparenza della competizione, dal
momento che alla giuria erano state consegnate le
opere anonime, poi giustificando le proprie scelte
in virtù del fatto che criteri di piena oggettività nel
giudizio di composizioni artistiche sono ben al di
là da venire.
A testimoniare quanto il Premio Arte valichi ormai
ampiamente i ristretti confini di Vicovaro, i primi
due premi per questa sezione se li sono aggiudicati rispettivamente Jessica Ongini, francese, cittadina di Saint Cheron, il comune in provincia di
Parigi gemellato con Vicovaro, con una composizione dal titolo “Appello alla foresta”, e Ida
Sautto, una signora napoletana di 87 anni che ha
partecipato con “Filastrocca ad una mamma e al
suo bambino”. Al terzo posto si è piazzato invece
Giuseppe Maria Lotano con “Foglie”. Due le poesie “segnalate” dalla giuria: “Zefiro” di Virginia
Peserini e “Senza Titolo” di Mario Stelluto.
Per la sezione “Pittura” il giurato Gianni Boattini
ha espresso giudizi positivi riguardo tutte le opere
in gara: alla fine il primo premio è stato vinto da
Anna Maceratesi con la composizione intitolata
“Essere o non essere”; al secondo posto si è piazzato il professor Luigi Tilia, insegnante di educazione tecnica da moltissimi anni nella scuola
media di Vicovaro, con una originale opera
“Natura morta – Le rose”. Il terzo premio è andato infine a Mario Stelluti con “Icona metropolitana”. Due opere “segnalate” anche per la sezione
“Pittura”: “Ricordo del nonno” di Carla De Luca
e “Santa Maria del Sepolcro” di Pietro Esposito.
Per la sezione “Fotografia” invece, sempre Gianni
Boattini in veste di giurato, ha deciso di assegnare il primo premio a Giuseppe Bracci con una
posa intitolata “Roma”; secondo gradino del
podio per Ivano Proietti Mattia con “La spiga”,
mentre terzo premio conferito a Giovanna Duvalli
con “Luce sul lago”.
Per il premio “Fotografia” c’era anche una sezione
giovani, dedicata agli under 18: il primo premio è
andato a Pierfrancesco Orfei con “Monumento dei
martiri”, il secondo a Gianluca Solitari con
“Incontro”, il terzo a Elettra Capogna con “Estate”.
Ai primi tre classificati delle sezioni adulti sono
stati consegnati assegni, messi a disposizione dalla
Regione Lazio, del valore rispettivamente di 300,
200 e 100 euro; i primi tre giovani fotografi invece hanno guadagnato 200, 150 e 50 euro a testa.
Al termine della cerimonia, nella chiesa di San
Pietro, si è svolto un apprezzato concerto di musica strumentale eseguito dalla prestigiosa
Orchestra mandolinistica romana diretta dal maestro Franco Turchi che ha chiuso in bellezza questi due mesi di arte e cultura.
Vicovaro
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INTERVISTA ALL’ASSESSORE COCCIA
“Il Premio Arte aiuta l’immagine di Vicovaro”
di Roberto Bontempi
A qualche giorno dalla conclusione della sesta edizione del Premio Arte Sabellico,
abbiamo voluto chiedere al grande promotore dell’iniziativa,
l’assessore alla Cultura Virginio Coccia, di tracciare un breve bilancio
della manifestazione e di segnalarci in anteprima i progetti futuri
Allora assessore anche questa edizione del
Premio Arte si è conclusa: è soddisfatto? Ci
faccia un piccolo bilancio…
Indubbiamente c’è da rallegrarsi per i progressi
costanti di una manifestazione giunta al sesto anno
di vita. L’obiettivo principale che ci eravamo prefissati all’inizio, ovvero quello di uno studio
scientifico che ci svelasse i meriti oggettivi di questo nostro concittadino, in modo da costruirvi
attorno le basi per il rilancio di un’immagine positiva di Vicovaro, mi sembra sia stato raggiunto: il
rapporto di collaborazione con l’Università La
Sapienza ci sta confermando che siamo sulla strada giusta…Inoltre è importante segnalare che,
soprattutto in alcuni incontri precisi come alla
conferenza dei docenti universitari e alla cerimonia di premiazione, la risposta dei cittadini è stata
incoraggiante con una presenza molto numerosa.
suo decisivo sostegno, ci aspettiamo, in
futuro, una collaborazione e una considerazione sempre maggiore da parte della
Provincia di Roma,
attraverso soprattutto
la presenza di personalità politiche che
diano lustro ai vari
eventi. E poi ci aspettiamo un sempre
maggior coinvolgimento della cittadinanza e una risposta più attiva e propositiva da
parte della scuola di Vicovaro: sempre, ovviamente, per il bene dei nostri ragazzi…
Quali sono stati, secondo lei, i momenti più
significativi di questa manifestazione?
A noi interessa che sempre più persone, soprattutto i giovani del nostro paese, abbiano degli stimoli che facciano emergere la loro creatività e le loro
qualità e le mettano a disposizione della cittadinanza intera: qualche risultato in questo senso
l’abbiamo ottenuto con alcuni giovani e adolescenti che sono stati coinvolti nelle iniziative e
questo è sicuramente positivo… Inoltre è molto
bello apprendere dai colleghi amministratori che,
anche negli altri paesi della Valle dell’Aniene, il
Premio Arte contribuisce a incrementare una bella
“fotografia” del nostro paese.
Quali progetti avete per il futuro? Quali gli
obiettivi del suo assessorato?
L’anno prossimo sarà un anno molto importante
dal momento che ricorrerà il cinquecentesimo
anniversario della morte di Marcantonio
Sabellico. Proprio in quest’ottica il primo fine settimana di novembre io e il sindaco Thomas ci
recheremo a Venezia dove incontreremo il dottor
Zorzi, direttore della prestigiosa Biblioteca
Marciana dove lo stesso Sabellico ha lavorato per
anni. Speriamo di intrecciare una collaborazione
continuativa con la Biblioteca Marciana e, perché
no, anche con il comune di Venezia, avendo come
comune denominatore proprio il nostro concittadino… (sul prossimo numero forniremo notizie
più precise sull’incontro che, al momento della
stesura dell’articolo non era ancora stato effettuato n.d.a.). Per il resto, i tre settori sui quali il mio
assessorato punterà maggiormente nel prossimo
futuro saranno la scuola, il Laboratorio della
Biblioteca e il teatro.
Per usare una metafora a lei certamente cara
possiamo svelare se in questo spartito che sembra essere perfettamente armonico ci sia qualche nota stonata?
Mah… ad essere sincero, se da una parte dobbiamo sicuramente ringraziare la Regione Lazio per il
24
Vicovaro
CHE «SCOPERTA»!
di Roberto Bontempi
Durante le recenti operazioni di restauro della chiesa del SS. Salvatore di via Ettore Vulpiani, che ha
restituito il luogo di culto ad uno splendore davvero
impensabile alla vigilia, gli addetti ai lavori si sono
accorti che la nicchia della cappella di Sant’Andrea,
la seconda a sinistra dell’altare maggiore per chi
entra nella chiesa, era posticcia e hanno deciso di
andare più a fondo nella loro ricerca…
Demolita la parete, si è scoperto che la nicchia
moderna separava con un’intercapedine la parete
“originale” sulla quale campeggia, ancora visibile,
un bellissimo affresco. Sembrava una scoperta clamorosa finché non ci si è accorti che, nella stessa
intercapedine, si trovava una pergamena datata 20
febbraio 1967 che svelava l’arcano: alla fine degli
anni ’60 l’architetto e grande studioso dell’arte e
della storia vicovarese Alberto Crielesi, insieme a
suo fratello, il maestro d’arte Angelo, con la collaborazione dell’allora parroco don Dante Matteoni,
«nascosero da mani profane questo affresco» raffigurante Sant’Andrea, come recita la pergamena, e
con la collaborazione del loro padre Idolo si servirono dell’escamotage dell’intercapedine.
Contattato telefonicamente, il professor Crielesi in
persona, ci ha dato alcune notizie sulla chiesa e
sull’affresco “scoperto”.
«Della chiesa di SS. Salvatore parlano già i documenti medievali. Essa, forse una delle più antiche
di Vicovaro, è eretta su ruderi romani per questo
notevolmente innalzata da terra, e la sua struttura
è rimasta pressoché invariata nel corso dei secoli.
Nell’interno, a navata unica coperta a capriate, c’è
un altare maggiore e due cappelline a sinistra: la
prima, dedicata alla Vergine di Loreto, in architettura gotica, dotata di uno stupendo arco ogivale
polilobato in peperino risalente alla prima metà
del secolo XV, era in origine dipinta ed ospitava
una statua lignea della Vergine sedente in trono.
L’altra cappella, quella appunto di S. Andrea, fu
restaurata dalla famiglia De Simiis di Vicovaro
nel secolo XVII. Quando, da giovanissimi appassionati, ritrovammo l’affresco, risalente alla fine
del Quattrocento inizi del Cinquecento, decidemmo, dopo aver contattato le autorità competenti,
di ricoprirlo per paura di eventuali danneggiamenti in attesa che arrivassero tempi migliori. Il
fatto che si sia ritrovato adesso vuol dire che, probabilmente, gli auspicati tempi migliori siano
davvero arrivati».
Intanto si sono già attivati i contatti con la
Soprintendenza per valutare la possibilità di un
restauro del dipinto “ritrovato”.
Il Sindaco nella biblioteca Marciana di Venezia nell’ambito del
“Sabellico”
Mandela
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UN NUOVO PIANO REGOLATORE PER MANDELA
Il Comune di Mandela sta approvando una
variante generale di Piano regolatore. Il Sindaco
Gaetano Sartori, infatti, ha sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale gli elaborati
preparati dall’Arch. Cicerchia Elisabetta, che
intervengono sulla disciplina urbanistica generale del paese che affaccia sulla Tiburtina.
I punti principali della Variante sono relativi ad
una ricucitura dello sviluppo già avvenuto nelle
aree di completamento con il resto del paese, e
nell’individuazione di nuove aree di espansione,
sia per l’edilizia residenziale, sia per gli insediamenti industriali, artigianali e commerciali. Tutto
ciò sarà compreso ovviamente nei limiti di sviluppo che la legge regionale consente per un
paese che conta attualmente circa ottocento
abitanti e che, con la realizzazione della zona
residenziale di Colle Coppellino ben visibile dall’autostrada, ha avuto negli ultimi anni già un
notevole incremento di popolazione, in rapporto
alla dimensione del paese.
Gli elaborati della variante sono stati adottati dal
consiglio Comunale in una seduta dei primi di
luglio 2005. Successivamente, vi è stata la pubblicazione per le osservazioni ed opposizioni dei
cittadini, che sono state esaminate dal Consiglio
stesso nella metà di ottobre.
Gli elaborati devono ora essere inviati alla
Regione Lazio, per il parere urbanistico che spetta a tale Ente.
LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE
DEL BORGO ANTICO
La foto che vediamo coglie un momento dei lavori di riqualificazione del borgo antico, che prevedono la sistemazione della scalinata ed anche
della piazza antistante la Chiesa.
I lavori sono divisi in due appalti, per un importo
complessivo di circa un milione di euro, e sono
tutti finanziati dalla Regione Lazio. La consegna
dell’opera al Comune è prevista per la fine dell’anno, ed i lavori si stanno svolgendo sotto la
direzione dell’Architetto Paola Del Gallo di
Roccagiovine.
SISTEMAZIONE
DEL CAMPO SPORTIVO COMUNALE
Si stanno completando i lavori di sistemazione del
campo sportivo comunale, ed in particolare del
rifacimento degli spogliatoi, come vediamo nella
foto.
Nel frattempo è in corso anche una richiesta da
parte del Comune alla Provincia per la copertura
del manto in erba, attraverso un finanziamento
apposito.
26
Sambuci
«LA FONTE»: STORIA E POESIA
di Ramona Pompili
Percorrendo via Gerolamo Theodoli, comunemente denominato “Il Borgo” e lasciandosi alle
spalle piazza Roma, si scorge, nella cornice dell’arco di una delle due porte della cittadella,
un’opera architettonica risalente al XVII secolo.
La fontana, chiamata “La Fonte”, è costituita,
nella parte centrale, da due vasche circolari
sovrapposte, una più ampia alla base, e l’altra
superiore, completata da un vivace zampillo,
come una torta nunziale. Lateralmente sono posizionati due vasconi di forma rettangolare con
parete di fondo curvilinea nel lato superiore, che
richiama la cuspide del gotico. Qui è collocata
una cannella di acqua potabile proveniente dalla
fonte delle “Vigne”.
A FONDE
Novembre 2005
‘Mme parea vero de ariva’ alla fonde,
Pusa’ conga e zicchiu sopre agliu muru
e aremmiramme tuttu lo ben de Dio
che nascea pella valle delle prata.
Tandi puntini niri se muvinu ‘ngua’ e la.
Erinbu i contadini che stinu a lavora’
‘mmezzo agli cambi de ranu.
E gni tandu se sendea ca asinu e raglia.
Sotto agliu sole dell’istate che facea e jure
cesse stea proprio be’ sotto all’ombra
de jarbiri
che avea piandatu i cardinale.
Ogni unu comme me, discorea co la fonde
Jareccondea i fatti sei
e parea che t’ascordea ‘ndandu che l’acqua
calea zitta zitta che quasci ‘nze’ sendea.
E ‘ndandu i giovanotti inu
aspetta’ alla fonde, tutte le belle reazzotte
che ‘nguminginu a spipina’
Perche alloco inu areimbi’ e conghe
e l’acqua fresca
pe ‘ngumingia a fa o magna’
E gni tandu se facinu na bevuta
‘ndandu che le vidinu de ariva’.
Bella fonde mea, quandu me facii arengora’
Me mettea attiripata e vardea londanu
potea vede Ciritu e Jeranu Ciciglianu,
o Piscianu quannno che piovea.
Restaurata e ripristinata dal marchese Tiberio
Astalli, appartenente alla stessa famiglia che ha
fatto realizzare il borgo medievale, “La Fonte” un
tempo aveva la funzione di sorgente. Qui le donne
del paese venivano a riempire di acqua le conche
di rame stagnate all’interno. E qui si abbeveravano gli animali nelle vasche laterali.
Come in passato è un piacevole luogo di refrigerio dopo le passeggiate estive e punto di incontro
della gioventù sambuciana.
‘Mmece mo ‘nze’ vedinu piu mangu
jarbiri de Geuzzi che tembo e guerra erinu
d’aiutu pe gli Sammusciani che ‘ndininu cosa
E tutti i reazzi a core cogli zicchi de conzerva
pe cerca’ e remmedianne ca maniata.
Quanno angora a fame te scoccea.
Bella fonde mea.
Alessandra Napoleoni
Tivoli
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Una iniziativa a sostegno della terza età:
è in arrivo il “nonno vigile”
di Veronica Moro
L’Assessorato al traffico e all’ambiente del Comune
di Tivoli, in collaborazione con la Polizia Municipale,
ha promosso un’iniziativa che vede protagonisti gli
anziani.
Infatti, come è stato già sperimentato in altre città
d’Italia, il nostro Comune offre la possibilità a tutti i
residenti pensionati o con un’età superiore ai 55 anni
di prestare servizio all’uscita delle scuole per aiutare i
bambini a muoversi in strada, sotto l’occhio “vigile” e
protettore di un adulto.
Per essere inclusi nel progetto è necessario compilare
una scheda di adesione, disponibile nei tre centri
anziani comunali, e seguire un breve corso di formazione organizzato dalla Polizia Municipale per
apprendere le norme utili nella fase operativa.
Iniziative come questa mettono in evidenza la sensibilità e l’apertura della nostra città verso un tema
socialmente rilevante come quello della collocazione
attiva degli anziani nella vita sociale.
Infatti è importante ricordare che la percentuale degli
anziani è in aumento grazie alla presenza di due
fenomeni ormai ben noti, ossia l’aumento dell’età
media, in conseguenza delle migliori condizioni di
vita, e il calo delle nascite.
Da alcuni dati, forniti dalla Regione Lazio, apprendiamo che secondo stime ISTAT (relative al 2001) gli
ultrasessantacinquenni della nostra regione sono circa
920233 pari al 17% dell’intera popolazione.
Con i dati sopraccitati il Lazio si colloca in una
posizione intermedia con un indice di vecchiaia (123)
di poco inferiore alla media nazionale (127).
Certamente gli anziani sono molti e il fatto che spesso
non siano più “socialmente produttivi” non deve
indurci ad emarginarli dalla vita sociale, ma, al contrario, è importante studiare sempre modi diversi di
rapportarsi ad essi, poiché sono senza dubbio una
miniera di esperienza.
Personalmente credo che le attività sociali e socializzanti rivolte agli anziani siano in grado di sviluppare
un feedback doppiamente positivo: la depressione è
una delle patologie più diffuse nella terza età (talvolta
associata a malattie fisiche, altre volte generata da
problematiche psicologiche relative alla vecchiaia,
come la paura della morte) e chi è affetto dal mal di
vivere vede inevitabilmente peggiorare le proprie condizioni, se è inattivo e si sente “poco utile”.
Tenendo presente questo aspetto, credo che investire
energie per il coinvolgimento degli anziani nella vita
sociale possa essere di grande aiuto per farli sentire
pienamente accettati e ancora produttivi, seppur nei
limiti delle loro possibilità e, nello stesso tempo, non
dobbiamo sottovalutare i vantaggi da parte della fascia
più giovane (bambini, adolescenti e adulti). Infatti,
come avviene nel caso del nonno vigile, molte iniziative possono mettere a confronto generazioni diverse
instaurando uno scambio di vissuti e di esperienze che
è altamente salutare per la società.
Circa il 16,1% degli anziani residenti nel Lazio si rivolge ai Centri di Salute Mentale per problemi di ansia
e depressione. Se considerassimo quelli che non vi si
recano per timore o per scarsa coscienza di sé, la stima
salirebbe di molto.
La maggior parte di queste persone si sentono semplicemente sole nel fare i conti col passato, nel rapportarsi ai sogni irrealizzati (e spesso ormai irrealizzabili) e nel confrontarsi ossessivamente con l’idea
della morte.
Ogni evento triste che avviene nella vita può assumere
toni drammatici, poiché il dramma lo portano sempre
dentro di loro non riuscendo a sentirsi a proprio agio
con gli anni e con la realtà che li circonda.
L’impegno della società verso gli anziani dovrebbe
essere quello di aiutarli a valorizzare le proprie capacità (tutti ne abbiamo, a tutte le età) e spingerli a
dissolvere il binomio giovane=utile per fargli capire
quanto questa disorientata epoca abbia bisogno di
loro, adesso!
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Tradizioni popolari
MORTE E FUNERALI
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini
Dalla tesi sulle "Tradizioni Popolari a Castel Madama” di Vittorio Todini
(parte prima)
“La morte è certa, ma chivej l’aspetta” - “Mejo ‘n
tristu processu che ‘nu beju funerale”; i due proverbi stanno a dimostrare, per diverse vie, il desiderio,
la speranza, la fiducia di vivere il più a lungo possibile. Purtroppo però presto o tardi la morte giunge e
la scomparsa dei congiunti e degli amici abitua i
sopravvissuti alla rassegnazione e all’attesa dell’ultimo giorno di vita.
Anche per quanto si riferisce alla morte e alle circostanze che talora l’accompagnano, le superstizioni
non sono poche e godono un forte credito, data l’importanza estrema della cosa. Nel sogno soprattutto
si crede di trovare qualche presagio: così, se qualcuno sogna che gli stanno per essere cavati i denti,
vorrà dire che presto morirà un parente stretto, qualora i denti diano dolore e cadano; altrimenti, si tratta di un parente lontano. Anche il sognare le frutta
non è di buon auspicio: è prossima la morte di qualche congiunto. Meno compromettente è sognare galline o denaro: nel primo caso si dovranno sopportare dei grossi dispiaceri, nel secondo si cadrà in miseria o per lo meno ci si resterà. Si raggiungerà, invece, un certo benessere, sognando la propria casa
squallida e in disordine. La donna che sogna di allattare un bambino è avvertita: abbia pazienza, perché
di sicuro le capiteranno dei guai. Viceversa, la persona che nel sogno muore o figura come già morta,
avrà un vita lunga e felice.
Anche l’udire l’orologio può essere segno di disgrazia; a volte si ode il suono prolungato di una comune
sveglia ed è questa la “sveglia” di San Pasquale, che
preavverte disgrazie imminenti e gravissime.
Se si rovesciano e cadono in terra i recipienti che
contengono olio o sale, incombe sulla famiglia una
sventura. È, inoltre, segno di malaugurio udire il
canto della civetta e l’essere sfiorati da una nottola o
da un moscone. Anche l’ombrello, evidentemente
per il colore nero della stoffa, rientra in tale serie di
superstizioni: qualora lo si apra dentro casa, si corre
il pericolo di affrettare la morte di qualche parente. I
letti, infine, non debbono trovarsi di fronte alla porta
della stanza, perché chi dorme con i piedi rivolti alla
porta morirebbe “ante diem” (prima del tempo).
I numeri che portano sfortuna sono il 4 e il 17;
qualcuno aggiunge anche il 13, che altrove ha un
valore opposto. Quando uno dei familiari muore di
venerdì, altri due parenti, stretti o no, subiranno nel
prossimo futuro la medesima sorte. Se un giovane
del paese cessa di vivere, ne morranno subito dopo
altri due; similmente avverrà per i vecchi.
Una superstizione alquanto recente, ma abbastanza
diffusa, è quella che vieta di accendere con lo stesso fiammifero tre sigarette: al più giovane dei
fumatori resterebbe ben poco da vivere (ndr: l’origine è nella guerra del ‘15 - il cecchino alla prima
sigaretta si allarma, alla seconda mira, alla terza
spara).
Quando è prossima la morte di qualche parente, si
avverte il prete, che subito giunge a somministrare
l’Estrema Unzione. Generalmente già in precedenza il sacerdote era stato a visitare il malato, servendogli la comunione. Oggi il Viatico non dà più luogo
ad una modesta processione, che fino agli anni 19151920 si formava dietro al sacerdote recante l’ostia
consacrata e coperto dall’ombrellino liturgico; i
fedeli erano invitati a parteciparvi dal suono delle
campane. Ciò non è più possibile, soprattutto per le
occupazioni molteplici che impediscono alla maggior parte degli abitanti di essere presenti. Il prete
adesso giunge solo o, tuttalpiù, accompagnato da un
chierichetto, indossando cotta e stola.
Subito dopo il decesso, per la solerzia di qualche
vicino di casa, il sacrestano ne è avvisato e le due
campane annunziano mestamente agli abitanti del
paese che un loro concittadino ha cessato di vivere.
Dal loro suono si può sapere se il morto è maschio o
femmina, se è bambino o adulto, se è di famiglia
povera o benestante, se appartiene o no ad una confraternita. Tre serie di tocchi affrettati della campana
piccola indicano che il morto è maschio; per la femmina le serie sono soltanto due. Se poi non s’ode più
Tradizioni popolari
alcun suono, vorrà dire che si tratta di un bambino o
di una bambina, comunemente fino ai sette anni. Se
ai tocchi della campana piccola seguono quelli alternati della campana grande, il morto ha un’età superiore ai sette anni. Se poi, dopo una pausa di qualche
istante, s’odono per alcune volte tre tocchi della
campana piccola, seguiti da altri tre della campana
grande, significa che la famiglia del defunto gode di
un certo benessere e ha stabilito che la messa in suffragio venga celebrata in forma solenne.
Quando muore un iscritto a una delle due confraternite (la Confraternita del Sacramento e
quella del Suffragio), i confratelli vengono avvertiti, affinché provvedano a partecipare ai funerali che
si tengono la sera. Il sacrestano sale sul campanile
e, afferrando il batacchio, colpisce con esso la
campana ripetutamente di modo che il suono
aumenti a mano a mano di intensità: si adopera la
campana grande per i confratelli del Sacramento,
quella piccola per i confratelli del Suffragio. Le
campane suonano durante tutto il giorno ad intervalli irregolari.
Per vestire il morto, si scelgono gli abiti migliori;
alle donne viene messo, quando ciò è possibile, l’abito da sposa; agli iscritti alle Confraternite si pongono accanto il camice, la mozzetta e il cordone. Il
morto calza soltanto calzini bianchi, cuciti in punta
l’uno all’altro. Le braccia, fino a qualche anno fa,
venivano ripiegate sul petto con le mani giunte, dalle
quali pendeva la corona del rosario; oggi si preferisce distenderle lungo i fianchi, ad evitare spiacevoli
inconvenienti al momento di deporre la salma nella
bara. I bimbi morti reggono tra le mani congiunte sul
petto una crocetta e attorno al capo hanno una corona di rose finte, bianche e rosse.
Il morto resta nel suo letto e nella sua stanza, se questa è sufficiente a contenere le numerose persone che
vengono “a fà la croce”; altrimenti si sceglie una
29
stanza più ampia. La posizione del morto è però
sempre la medesima: i piedi debbono essere sempre rivolti verso la porta della stanza. Fino a 4050 anni addietro c’era ancora qualcuno che preferiva deporre la salma in terra su di un lenzuolo.
Le imposte vengono serrate, mentre la porta di
casa resta costantemente aperta: ciò evidentemente affinché i visitatori entrino ed escano senza
far rumore; ma, in realtà, secondo le donne del
paese per due motivi ben più gravi: si permette così
alle anime del Purgatorio di visitare il morto, la cui
anima – per altro – non potrebbe uscire di casa, se la
porta restasse chiusa. Un’altra superstizione riguardante le anime del Purgatorio è quella che vieta di
scopare alla sera, perché si scaccerebbero dalla stanza “l’alime sante”, che sul far della notte tornano,
silenziose ed invisibili, presso i loro parenti ancora
in vita.
Gli specchi vengono velati con panni bianchi e gli
orologi fermati: questi due atti vengono spiegati
comunemente come una precauzione contro la
distrazione che potrebbero causare tali oggetti.
Viene quindi accesa e posta su di un tavolo (o altrove) una lampada ad olio, “ju lume”, a tre o quattro
becchi, alta circa 30 centimetri e in ottone.
Alimentandola continuamente, si provvede a che
non si spenga mai e, appena la salma è stata trasportata via, si pone in terra e si lascia consumare
l’olio che ancora vi rimane. Dalla chiesa il sacrestano invia quattro candelieri, la cui disposizione attorno alla salma è varia. Ciò avviene da una quarantina d’anni a questa parte; prima ardeva soltanto il
lume ad olio e, alla sera, quattro fanciulli erano
disposti ai lati del morto con una candela accesa in
mano fino al momento del trasporto.
Nella camera ardente è un continuo via-vai, soprattutto di donne che si recano “a fà la croce a ju
mortu”: prima di andarsene, infatti, si avvicinano
al morto, fanno un ampio segno di croce su di esso
e quindi ripetono l’atto con l’aspersorio.
L’acquasantiera è legata in fondo al letto
e si trova in casa dal momento in cui è
giunto il sacerdote, chiamato – come si
è detto – quando la fine si prevedeva
prossima.
Le donne restano per molte ore sedute,
magari chiacchierando a bassa voce, e
di tanto in tanto una di esse, esperta in
tal genere di attività, attacca il rosario,
“ju rosariu”; poi le litanie, “le tanìe” (e
le donne rispondono “ora pro vè”, invece di “ora pro eo”); quindi, una serie di
Pater, Ave e Requiem, preceduti ogni
volta da pochi versi, in cui generalmente si invocano Gesù e la Madonna, affinché liberino il morto dalle pene del
Purgatorio.
30
Cultura
LA FESTA DI SAN MICHELE
NELLA STORIA
di Ivano Moreschini
Abbiamo parlato nello scorso
numero del convegno del 23 settembre 2005 dal titolo “L’Angelo, il Castello e il drago”, dedicato al culto di S. Michele,
organizzato dal Comune di
Castel Madama. Ci eravamo
ripromessi di presentare anche
un resoconto dell’intervento
della responsabile dell’archivio
storico comunale, Dott.ssa Flavia de Bellis, che ha proposto un
gustoso viaggio tra le carte d’archivio per scoprire le tradizioni
della festa di S. Michele.
Grazie alla disponibilità dimostrata da Flavia de Bellis, proviamo quindi a ripercorrere
alcune tappe di questa festa. Le
sue origini sono antichissime, e
vi è traccia nell’archivio di un
voto perpetuo di devozione di
tutta la comunità al Santo Angelo, al quale peraltro era dedicato
anche il nome del paese.
La prima esplicita citazione
della festa nei documenti disponibili si rintraccia nei verbali
del Consiglio Comunale del
1608. Dopo questa data i documenti in archivio sono più frammentari, mentre dal 1712 in poi,
dalle tabelle dei conti consuntivi, che sono invece tutte conservate nell’Archivio, si desume
che la festa continua ad essere
svolta regolarmente.
Maggiori informazioni si cominciano ad avere dalla seconda
metà del settecento. In questo
periodo si acuiscono le tensioni
tra la comunità e l’agente del
Marchese Umberto Pallavicini,
barone che dominava Castel
Madama. Tale agente, il Curiale
Giovan Battista Gajoni, era
S. Michele in una miniatura di Certosini
accusato di avere un comportamento scorretto e di compiere
degli abusi nei confronti della
popolazione di Castel Madama.
I “festaroli” chiedono per il
giorno dell’8 maggio per la festa
“del Glorioso S. Michele Arcangelo nostro Protettore” la licen-
za per la lotta e la corsa, ed altro:
la lotta non fu permessa nonostante l’impegno dei festaroli
ad usare “le solite opportune
precauzioni per evitare sconcerti
e tumultuationi”. Non solo, ma
alla fine sembra che la licenza in
generale per i giochi non fosse
Cultura
concessa, e in seguito a tale
infrazione fu quindi interrogato
Alberto Cesarini, “baiulus”:
vale a dire “u banneru” (colui
che gettava il bando).
Questi sotto giuramento dichiara di non avere “gettato Il
Bando”, ma di essersi fatto pubblicamente sentire per le quattro
corse: quella del Tringhetto e
del Sacco, e quella del Bigonzo
e della Papara.
Quest’ultimo gioco viene descritto, perché era stato fatto
addirittura su commissione dei
Conti Fratelli Vidaschi, “i quali
da Roma portarono la Papara
per far fare il gioco per loro
gusto”. Quindi era una specie di
improvvisata, secondo Cesarini,
e per questo non era neanche
stata chiesta in precedenza la
licenza al governatore.
Comunque la corsa andò così:
fu piantata la stanga per la corda
della partenza da un lato, mentre alla ferrata di una finestra
dall’altro lato fu messa la Papara, e fu intimata la corsa per
andarla a prendere.
Cesarini continua affermando
che non aveva potuto pubblicare
il Bando girando per il paese e
dicendo: “D’ordine del Signor
governatore si butta il bando che
chi vuol correre si vada a scrive-
31
S. Michele
in una Chiesa
di Jesi
re”, perché la licenza non era
arrivata, e quindi aveva dovuto
farsi pubblicamente sentire nel
luogo della festa. Insomma,
dopo tutte le storie sulla mancanza della licenza, alla fine dell’interrogatorio emerge che un
Pietro Testa di allora, “mostrando collera” si era rivolto all’Agente del Marchese, alzando
anche la mano, e dicendo: “Io ci
ho da rimettere del mio, e spendo i miei quadrini, e questa è
festa nostra; che ci ha da fare il
Marchese? Che ce rentra?”.
Nel periodo centrale dell’800 la
festa si arricchisce di nuove
attrazioni: occasione della visita
del Cardinale Giacomo Brignole, evento notevole per l’importanza del personaggio all’epoca,
tra il 1850 ed il 1859. C’è una
testimonianza che descrive in
modo dettagliato la festa: si
parla del trasporto di un “pomposo e brillante apparecchio”, la
macchina di S. Michele, si parla
di spari e salve; della Processione; la Messa solenne con orazione; i fuochi artificiali; lancio
di globi aerostatici (palloncini?); illuminazioni nel paese;
concerti di scelte bande. A parte
la magnificenza della festa per
32
la speciale occasione, l’organizzazione non sembra molto
diversa da quella attuale.
Per quello che riguarda i giochi,
continua anche nell’800 la tradizione della corsa nel sacco, da
svolgersi “a piedi entro al sacco
con le mani libere”. Può essere
curioso vedere i partecipanti,
con alcuni venuti da “Cicigliano”: Vincenti Agostino, Susanna
Rinaldo, De Luca Benedetto. I
castellani invece erano Fazolo
Domenico, Salinetti Giuseppe,
Caratelli Luigi, Cesarini Giuseppe, ed il vincitore, Mariotti Vincenzo. Abbiamo notizie dettagliate di questa corsa perché ci
furono contestazioni, a dimostrazione di quanto erano sentite
certe manifestazioni. Molto interessante è anche il gioco della
tombola dei nomi. Nel 1853 il
festarolo Salviani Micchele (non
è un errore di battitura, è scritto
proprio così sul documento)
comunica al Governatore di allora che “per dare maggior decoro
alla solennizzazione di S.
Michele Arcangelo avrei pensato
di fare un nuovo divertimento:
un piccolo palio in qualità di
Riffa, cioè di fare spendere
baiocchi due per ogni nome”.
Il successivo manifesto pubblico, a firma di Cherubini Basilio,
chiarisce i meccanismi della
“Riffa”: si invita chi ne ha voglia a imbussolare il suo nome;
può farlo anche più volte, pagando ogni volta tre baiocchi.
Conseguivano il premio i tre
nomi che venivano “consecutivamente ed immediatamente
estratti dopo quello del S. Arcangelo Michele Protettore”, ed
il premio era così ripartito: il
primo estratto dopo S. Michele
quattro scudi; il secondo ed il
terzo estratto due scudi. Sembra
che si sviluppò una certa polemica per la mancanza di premi
al primo nome estratto in assoluto, per cui l’anno dopo, visto
il successo del gioco, si corresse
Cultura
S. Michele in una Chiesa di Como
l’attribuzione dei premi in tal
senso. Nel 1858 invece si tenne
una tombolata classica, come si
legge in una nota di Doddi
Antonio. I premi da attribuire
erano: scudi 4 per il terno, 6 per
la quaterna, 10 per la cinquina e
40 per la tombola.
POST-SCRIPTUM: durante il
convegno è stata annunciata la
pubblicazione degli atti del convegno “L’Angelo, il Castello e il
Drago”. Vogliamo chiarire che
questi articoli non si pongono in
alternativa a quella eventuale
pubblicazione. Se c’è tra chi ci
legge qualche storico, per professione o per diletto, avrà infatti senz’altro arricciato il naso
nel leggere il resoconto riportato sopra: manca un inquadra-
mento storico del contesto, mancano molte spiegazioni. Ad
esempio: quanto valeva un
baiocco ed uno scudo? E che
monete erano? Che funzione
aveva il Governatore? La nostra
intenzione è solo quella di stimolare l’interesse per l’Archivio
Storico, riportando con questo
articolo, e con altri che cercheremo di fare, delle notizie storiche in forma curiosa. Per questo
ringraziamo di nuovo la disponibilità della Dott.ssa Flavia de
Bellis per il materiale che gentilmente mette a disposizione.
Speriamo che altri, con più
mezzi critici e più tempo di noi,
riescano a produrre ricerche di
natura scientifica con i materiali del nostro Archivio, e di quelli di tutta la zona.
Castel Madama
33
IL CASTELLO ORSINI
di Carla Santolamazza e Ivano Moreschini
Due le ricostruzioni elaborate da diversi autori sulla nascita del castrum
e del castello S. Angelo: una dello Zappi (XVI) e del Cioffi (XVII),
l’altra del Coste (1983). Il Prof. Ferruti, intervenuto al Convegno sul culto
di S. Michele Arcangelo, ritiene più attendibile quella del Coste
L’origine del castello Sant’Angelo risale al X
secolo. Però dagli studi e ricerche effettuati da
vari autori, quali lo Zappi nel XVI secolo e il
Cioffi nel XVII, si apprende che la storia del
Castrum Sancti Angeli è legata a quella del
Castrum Apolloni, nato ad opera dei Monaci di
Subiaco nell’VIII secolo. Infatti il Castello chiamato Apollonio includeva anche un altro fondo
chiamato Romano. In questo fondo, secondo una
bolla pontificia del 958, esisteva una chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, accanto alla quale
sorse un castello, che prese lo stesso nome, Castel
S. Angelo. Anche in una seconda bolla pontificia
del 978, che stabilisce i confini della giurisdizione del vescovo di Tivoli, si menziona un “fundus
castro cum ecclesia S. Angeli....” che dovrebbe
identificarsi con il Castrum Sancti Angeli. Quindi
secondo le ricostruzioni di questi studiosi il
castello comincia ad essere edificato tra il 958 e il
978 nel fondo detto Romano. Tale fondo, conquistato nel 996 dal prefetto di Roma Crescenzio,
solo in parte è restituito al monastero di Subiaco
dai figli di Crescenzio nel 1036. In tale data per la
prima volta si trova, su documenti come il
Cronicon Sublacense, l’esistenza del nuovo insediamento: il Castrum. Attorno alla chiesa e al
castello comincia a sorgere il nucleo abitato, dopo
il decadimento del vicino Castello Apollonio ad
opera dei Tiburtini nel 1125.
Diversa invece la ricostruzione fatta dal Coste nel
1983: il primo documento che rappresenta la carta
di un nuovo insediamento sul Monte Sant’Angelo
era una concessione di terreni ad alcune famiglie,
fatta dal vescovo Amizzone di Tivoli nel 992. Non
esistevano quindi legami tra questo sito ed il
Fundum Romani, che secondo questa ricostruzione avrebbe fatto parte di una delle contrade di San
Gregorio da Sassola. Fu il Crescenzio, come già
34
Castel Madama
G LI O RSI NI
(parte seconda)
Giovanni Gaetano Orsini (1210 circa-1280), che fu papa Niccolo III dal 1277, morì a
Soriano, vicino Viterbo, in uno splendido palazzo donato poi al nipote Orso. Alla sua morte
gli Orsini risiedono a Roma, insediati nei luoghi dove sorgono i loro palazzi, al Teatro di
Pompeo e a Monte Giordano.
A loro spetta anche il controllo del traffico commerciale sul Tevere , mediante il possesso
delle torri e delle catene fluviali a Porta Portese; inoltre, con moltissimi uomini d’arme, il casato assicura alla Chiesa un notevole aiuto militare, e inoltre nella Curia molti posti importanti
verranno occupati da ecclesiastici Orsini.
Essi sono allora Conti di Vicovaro, Nettuno, Sovana. Ma è dalla fine del XIII secolo che si
delineano anche atteggiamenti politici diversi tra insigni rappresentanti del casato: così in due
cardinali del tempo. Matteo Rosso (1230-1305), sostenitore di Bonifacio VIII, mentre
Napoleone (1263-1342), nipote di Niccolò III, si oppose a papa Caetani e, sorto il conflitto
con Filippo il Bello, appoggiato dai Colonna, si schierò con la Francia e si oppose anche al
cugino Matteo Rosso. Nel 1304 fu tra i gradi elettori di Clemente V e andò ad Avignone nel
1306 come legato pontificio, per sanare le diverse fazioni politiche, ma la sua opera non ebbe
successo.
Richiamato da Clemente V in Curia, colmato di onori e ricchezze, partecipò al processo
intentato contro la memoria di Bonifacio VIII, ma non volle andare oltre nell’eccessiva accondiscendenza del papa al re di Francia, per cui si oppose invano all’elezione del Papa Giovanni
XXII e allo spostamento della Santa Sede da Roma ad Avignone.
Peraltro tutti i Caetani furono coinvolti nella grande crisi cittadina che subentra con l’esodo avignonese ed il grande scisma d’occidente, così che gli Orsini trovano feudi nel sud
d’Italia, dividendosi in diversi rami. Nel Regno di Napoli nascono i conti di Nola, poi principi di Taranto, conti di Lecce, principi di Salerno e duchi di Amalfi; e ancora i conti di
Tagliacozzo, principi dell’Aquila e di Piombino, marchesi di Rocca Antica, Populonia e
Trevignano.
Da questo ramo nasceranno altri due casati: quello dei duchi di Bracciano (estinto nel
1698) e quello dei duchi di Gravina e Conversano, principi di Scandriglia, che è l’unico ramo
oggi esistente. Infatti si estingueranno nel 1640 il ramo dei conti di Nola e Pitigliano, e nel
1650 il ramo di Monterotondo.
Il periodo cruciale del casato è tra la prima metà del Quattrocento e i primi del
Cinquecento, dall’avvento al soglio pontificio di un Colonna, Martino V, con alti e bassi del
loro prestigio, durante il quale si costruiscono il palazzo in fondo a Piazza Navona, sull’area
del quale poi sorgerà Palazzo Braschi; fino al papato di Alessandro VI con la confisca delle
proprietà e con personalità di rilievo assassinate: dal cardinale Giambattista (morto nel 1503)
ai condottieri Virginio (morto nel 1496), Francesco e Paolo ( morto nel 1502) e Gentile
Virginio (1445-97), duca di Bracciano. Quest’ultimo combatté per Ferdinando I d’Aragona e
partecipò alla coalizione pontificio - napoletana contro Firenze e con Venezia alla battaglia di
Campomorto contro il re di Napoli, che gli tolse Tagliacozzo. Reintegrato nella proprietà nel
1493, vi aggiunse Cerveteri e Anguillara; insieme al cugino Niccolò fu a capo delle truppe che
avrebbero dovuto bloccare l’avanzata di Carlo VIII, ma fu fatto prigioniero dai francesi.
Liberato, andò al servizio del re di Francia e finì di nuovo prigioniero dei napoletani; rinchiuso a Castel dell’Ovo, a Napoli, fu fatto avvelenare, per volere di Alessandro VI, che si impossessò dei suoi beni per il figlio Cesare Borgia.
Castel Madama
Palazzo Orsini Pio Righetti in un’incisione di G. Vasi
detto, a concedere al monastero di Subiaco il
castello Apollonio e una parte del castello di
S. Angelo; in seguito ci furono altre concessioni
e nel 1115 i monaci ne possedevano una metà e
l’altra era dei Tiburtini che ne determinarono
l’abbandono temporaneo.
La prima presenza degli Orsini, secondo la ricostruzione in base a documenti a disposizione del
Coste, risale alla metà del XIII secolo come proprietari di una parte del castello di S. Angelo, che
era in quel periodo semidistrutto. Nel 1275 il
Castrum è di nuovo per intero proprietà degli
Orsini, quindi anche i due castelli Apollonio e
S. Angelo, quest’ultimo meno popolato e semideserto per tutto il XIII secolo. Nel 1308 gli Orsini,
dopo la distruzione del castello Apollonio, ad
opera dei Tiburtini, decisero di ampliare quello di
S. Angelo. Questa la ricostruzione fatta dallo
Zappi e dal Cioffi, che non concorda con quella
del Coste che dall’esame di documenti ritiene il
Castrum precedente al 1308 e attribuisce la proprietà dei due castelli a due eredi diversi degli
Orsini, per cui il castello Apollonio soggetto a
troppe vendite e divisioni andò progressivamente
in rovina non prima della fine del XIV secolo.
Nel 1308, come testimonia una lapide con al centro il busto di San Michele Arcangelo in rilievo e
un’iscrizione in caratteri gotici, un tempo posizionata sulla porta del castello, furono realizzate
opere di ricostruzione consistenti nell’edificazione
di una nuova cinta muraria e la porta d’accesso.
Oggi la lapide è murata nel cortile interno del
castello, dopo essere stata per molto tempo depositata in un granaio. Nel 1402, dopo un periodo di
proprietà del monastero di S. Lorenzo in
Panisperna di una parte del Castrum, Gentile
Orsini riunifica la proprietà del Castello che, dopo
la sua morte, non avendo eredi diretti, passa al
ramo Orsini di Monterotondo. Nel 1504 dopo vari
passaggi ereditari il castello diventa dei Medici e
35
nel 1520 di papa Clemente VII. Con la morte del
papa il proprietario è il cardinale Ippolito che,
secondo la testimonianza di uno storico tiburtino
G.M. Zappi incarica alcuni architetti di redigere
disegni per fortificarlo con una possente muraglia.
Questo fatto dimostra l’importanza strategica del
luogo e la trasformazione da parte della famiglia
Medici del castello in fortificazione, prima fase
costruttiva. Nel 1536 dopo la morte del cardinale
il castello passa al duca Alessandro che sposa
Margarita d’Austria che lo eredita alla sua morte e
lo porta in dote al secondo marito Ottavio Farnese.
Forse ne prende possesso solo nel 1540 e lo sceglie come dimora estiva fino al 1550. È in questo
periodo che vengono eseguiti lavori di ristrutturazione e abbellimento interni con la creazione del
cortile e lavori esterni di fortificazione, dovuti tutti
probabilmente all’architetto Francesco de Marchi,
esperto di fabbriche militari. Con la Madama
d’Austria è messa in atto la seconda fase costruttiva del castello con la sua trasformazione in residenza signorile e rafforzamento della fortificazione con la costruzione di un secondo anello difensivo costituito da case disposte attorno al nucleo
centrale a formare un bastione. Dopo la morte
della Madama il castello ritorna ai Farnese che lo
concedono in seguito ai Pallavicini che ne restano
proprietari fino al 1789. Sono i Pallavicini all’inizio del XVIII secolo a realizzare l’ultima sistemazione dell’edificio con interventi negli ambienti
interni. Durante la Rivoluzione Francese il feudo è
concesso da Napoleone alla famiglia Papi, nel
1815 ritorna ai Pallavicini e poi al marchese
Tiberi. Infine diventa la dimora di Oreste Vulpiani
che nel 1925 lo dona all’opera Pia Ottavia
Vulpiani fondata a favore dell’istruzione infantile.
Oggi il castello, di proprietà del Comune, conserva all’interno una ricca collezione di dipinti,
mobili, oggetti d’arredamento appartenuti ai
Vulpiani.
Calcio
37
Passo falso dell’A.S. CASTEL MADAMA
CON L’ULTIMA IN CLASSIFICA
di Federico Chicca
Brutto pareggio con lo Jenne, ma i ragazzi di mister Biondi sono sempre primi
Brutto pareggio dell’A.S. Castel Madama sul
campo dello Jenne. I ragazzi di mister Biondi sono
stati costretti allo 0-0, un risultato che ha significato il primo punto in classifica per i nostri avversari. La battuta di arresto del Castel Madama è stata
pienamente sfruttata dalle nostre dirette rivali
Nuovasuperiride e Roviano che rispettivamente si
sono imposte per 1-3 con il Supino e 1-0 contro il
San Cesareo. Sicuramente una vittoria avrebbe
alleggerito la pressione sul prossimo turno che
vedrà l’A.S. Castel Madama impegnata con
l’Alessandrino. Con soli tre punti di vantaggio
sulle inseguitrici, non saranno ammessi altri passi
falsi ai nostri atleti. Per raggiungere l’obiettivo
della stagione che, vista la rosa a disposizione, può
essere tranquillamente individuato nella conquista
del titolo, il Castel Madama dovrà continuare a
giocare come ha fatto fino ad ora.
CLASSIFICA (aggiornata al 06/11/2005)
Castel Madama
Nuovasuperiride
Roviano
Ciampino
Fiuggi
Tor Lupara
Fonte Nuova
Zagarolo
Sanvitese
Alessandrino
Casilina
Supino
San Cesareo
Villan. Guidonia
Jenne
Tor Sapienza
16
13
13
12
10
10
9
8
8
7
7
6
5
3
1
1
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
5
4
4
3
2
3
3
2
2
2
2
2
1
0
0
0
1
1
1
3
4
1
0
2
2
1
1
0
2
3
1
1
0
1
1
0
0
2
3
1
2
2
3
4
3
3
5
5
14 4
13 3
9 4
10 6
8 6
3 3
13 11
9 6
12 11
9 9
10 13
8 15
5 7
1 8
1 9
4 14
LA F.C. PRO CASTEL MADAMA
INCOMINCIA LA RIMONTA
di Federico Chicca
Dopo la sconfitta nella partita di esordio due vittorie consecutive
fanno avvicinare la capolista Santo Stefano
Dopo la sconfitta nella partita di esordio con la
Gregoriana a San Gregorio, i ragazzi di mister
Nonni si sono imposti per 6 a 3 sul Colle Fiorito
nella prima partita casalinga. Questa volta rispetto alla prima partita la Pro Castel Madama è scesa
in campo molto più determinata e allo stesso
tempo tranquilla e i risultati si sono visti. Il modulo con una punta centrale e due ali a supporto
sembra che stia incominciando a dare i suoi frutti. Ancora più convincente la terza performance
della squadra, un secco 1-4 contro il Cor Colle.
La forza di questa squadra sembra essere proprio
il gruppo. Infatti, se ancora non emerge un calciatore su tutti che spicchi per bravura o per carisma,
è il gruppo che nei momenti di difficoltà riesce a
non perdere la testa, cosa assai facile in categorie
come la terza. Purtroppo la quarta partita di domenica 6 novembre contro il Marino Equo non si è
potuta disputare causa infortunio del direttore di
gara che, a seguito di uno strappo muscolare,
sospendeva la partita al 22’ del 1° tempo con il
punteggio di 0-0.
38
Tennis
Davide De Carlo sul tetto d’Europa!
di Matteo Di Lorenzo
L’estate che sta per concludersi
nel mondo del tennis tiburtino
sarà ricordata sicuramente per le
imprese in Europa del Maestro
del centro sportivo empolum
Davide De Carlo. Il maestro
infatti si è reso protagonista di
una brillante prestazione in Spagna e due vittorie in Olanda e
Croazia. Ma per raccontare questa meravigliosa storia di sport
bisogna partire dal 2004. È infatti in questo anno che Davide,
grazie a buone prove riesce a
riportarsi nella categoria “B”, a
lui più adatta facendosi anche
notare dalla federazione, che nel
2005 decide di fare entrare Davide nel giro azzurro, arrivando
così alla convocazione in primavera. Si gioca la “Coppa delle
Nazioni” categoria senior in
Spagna, nella magnifica Barcellona, dove l’Italia, e quindi
anche il nostro Maestro vince
nei quarti contro gli USA (che
tra i suoi campioni annovera
Rosco Tanner, in passato autore
di una splendida finale di Wimbledon contro Borg). Si giunge
così alla finale contro i padroni
di casa della Spagna e tocca proprio a Davide affrontare il fenomeno Fernando Luna, ex n. 12
del ranking mondiale assoluto.
Le buone impressioni psico-fisiche convincono Davide a cimentarsi in Tornei del circuito ITF, il
circuito della federazione internazionale di tennis. La prima
tappa è ad Amsterdam nella
prima settimana di Agosto. Il
maestro, reduce dalle fatiche con
i bambini del college estivo dell’Empolum, non si fa impressionare dai nomi del tabellone,
superando agevolmente i primi
turni arriva così alla semifinale
dove vince contro il campione
Davide con Emilio Sanchez e tre allievi della scuola:
Marta, Paolo e Lorenzo
Olandese ex di coppa Davis
Laprè. In finale batte il thailandese J. Sie per 7-5; 4-6; 6-2, in
un eroico match durato più di
3 h. A fine agosto è la volta della splendida Croazia, a Opatjia,
torneo di livello superiore con
giocatori di livello mondiale.
Nei quarti Davide affronta il
n. 53 del ranking vincendo facilmente, in semifinale è la volta
dell’Austriaco Walgram, n. 10 e
osso duro nella terra battuta, ma
che non può nulla contro la
determinazione del nostro maestro che arriva alla finale contro
il favorito di casa n. 4 del ranking senior il croato Hoppe, che
deve arrendersi al nostro campione che vince anche questo
torneo. Le vittorie in questi 2
tornei valgono ben 240 punti
ITF permettendo di salire molte
posizioni in classifica che sarà
redatta entro la fine di settembre.
Invitiamo tutti gli appassionati a
consultare il sito www.itftennis.com/seniors per vedere a che
posizione si collocherà Davide.
Nel periodo invernale il maestro
Davide è impegnato, nella scuola tennis da lui diretta nel centro
sportivo Empolum, a trovare
nuovi campioni, o semplicemente a diffondere il tennis in tutto il
suo fascino. Parlando con Davide vi dirà che questi successi
non sono casuali, ma sono il
frutto di anni di lavoro e di una
costanza nell’applicazione sportiva difficile da riscontrare anche
nei campioni del passato. Non
c’è dubbio che il maestro Davide De Carlo a 45 anni, è un buon
esempio dello sport, inteso come
salute, divertimento e soprattutto successo, perchè l’importante
è partecipare ma vincere è tutta
un’altra cosa!
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venticinque anni di