Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Anno 2 - Numero 10 - Novembre 2005 ert Rob o ert Giancarlo Iori s giu An Rob lla ore Fic o foto blow up VENTICINQUE ANNI DI “BELLA PIAZZA” De ella ton An o Val d o Vin cen z is gel An ali Cas ro ca loc Me Claudio Todini Associazionismo 3 UNA GRAN BELLA PIAZZA AGITATA di Alberto Grelli Si è svolta la prima manifestazione “Stati d’Agitazione Sonora” con l’esibizione del gruppo di musica popolare “Bella Piazza” e di altri concerti. L’iniziativa, frutto dell’impegno del Gruppo Autogestito RH Musica Libera, ha visto l’apprezzabile partecipazione di importanti associazioni locali La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da raccontare. E poi ti dicono: “Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera” ma è solo un modo per convincerti per restare chiuso dentro casa quando viene la sera… Con le rime della nota canzone di Francesco De Gregori, la manifestazione “Stati d’Agitazione Sonora” ha scaldato gli animi degli organizzatori e dei presenti. Sabato 22 ottobre in Piazza Garibaldi in Castel Madama si è svolta la manifestazione musicale organizzata dalla costituenda Associazione Gruppo Autogestito Rh Musica Libera con il patrocinio economico della Comunità Montana e la concessione del suolo pubblico del Comune di Castel Madama. Una festa voluta per il divertimento dei partecipanti e degli organizzatori. Tutti insieme intorno ad un piccolo palco figlio del grande palio, con stand informativi, con associazioni V I S TA D A D E N T R O di Giulia Mininno Musica, birra e buona compagnia: connubio perfetto per divertirsi, per una serata diversa, ma soprattutto per creare qualcosa da offrire a Castel Madama che speriamo sia una scintilla. Condividiamo questi interessi ed esigenze noi membri, o meglio amici, del gruppo nato con e per questa manifestazione, sempre pronto ad “aggiungere un posto a tavola” nelle cene di lavoro. Durante le nostre riunioni ha infatti preso vita il progetto, in un’atmosfera accesa dalle discussioni quasi metafisiche sul nome del gruppo e della festa. Collaborazione e coordinazione hanno permesso di superare problemi e incognite manifestatesi fino all’ultimo mentre, l'impegno preso con tutti coloro che hanno partecipato, ha consentito a noi più giovani, ma non solo, di mettere su un po’ di responsabilità. È stata anche una fatica fisica (lo sa bene chi ha trasportato e montato il palco) ma ne è valsa la pena. Alla fine rimangono uno spettacolo suggestivo, una stanchezza allegra, la gratitudine e la soddisfazione per i complimenti arrivati sia dal pubblico sia dalle band. E un gruppo di amici continua a vedersi e lavorare per tornare a farsi sentire... di diversi territori, caldarroste e birra di ottima qualità. Un insieme di buona musica, divertimento, impegno e riflessione. Una manifestazione organizzata con la partecipazione di molti giovani, che hanno fatto prevalere alla differen- za di età, alle diverse esigenze di vita, la necessità di esprimersi e di essere partecipi della vita culturale e sociale della propria comunità. Alla destra dell’arco del borgo, per tutta la serata fino a notte inoltrata, dietro un braciere storico, uno stand esagonale, modello festa della birra tedesco, apriva la vista ed offriva da bere agli artisti sul palco ed ai numerosi tavoli posti di fronte. Un angolo vivo di colori, di bella musica e di sano ed impegnato divertimento, illuminato dal fervore di tanti ragazzi di ogni età intenti a lavorare per un obiettivo comune, vivere una bella festa. Importante la presenza delle Associazioni rappresentate dal “Gruppo Emergency” di Tivoli, dall’Associazione “Italia Cuba” di Vicovaro e dalla rappresentanza di “Carta” con i libri e i documenti della libera cooperativa giornalistica. segue a pag. 5 4 Associazionismo L E A S S O C IAZIONI P RES ENTI di Laura Moriconi Carta è una cooperativa giornalistica che promuove informazione libera ed alternativa attraverso la pubblicazione di diversi documenti ed in particolare del settimanale “Carta” e del mensile “Carta Etc”. Nei giornali si trattano notizie a volte dimenticate da altre testate o si mettono in evidenza gli aspetti più "ingombranti" e scomodi. Carta è in grado di fornire tale servizio in modo indipendente senza ricevere finanziamenti dallo stato. Come fa allora a sussistere? Grazie ai suoi sostenitori, ai suoi lettori e, in piccola parte, con la partecipazione diretta a manifestazioni ed iniziative culturali, musicali ed umanitarie. Carta è inoltre un mezzo di comunicazione sociale. Mette infatti in comunicazione tra loro ambiti diversi della società civile attraverso i suoi strumenti che comunque non si limitano al cartaceo ma si estendono anche ad una trasmissione radio e ad un fornito sito internet www.carta.org Il “Comitato di amicizia, solidarietà e cooperazione con il popolo cubano” nasce dall’impegno di cittadine e cittadini di Vicovaro sulla base del “Progetto di Solidarietà” siglato il 1 Giugno 2005 tra Provincia di Roma, Provincia dell’Avana e Comunità Montana della Valle dell’Aniene. Obiettivo principale del Comitato è di stabilire tra i popoli (italiano e cubano) rapporti di cooperazione in vari ambiti: economico, agro-industriale, educativo, della salute e della cultura. Concorre alla realizzazione del “Programma di Scambio culturale” promosso dalla Vicepresidenza della provincia di Roma, dalla X° Comunità Montana e dall’Assemblea Provinciale del Potere Popolare dell’Avana, in collaborazione con l’Ambasciata Cubana a Roma. L’obiettivo è offrire un concreto aiuto per la realizzazione di progetti di varia natura, come ad esempio la ricostruzione di un tetto di una scuola a Cuba. Le istituzioni coinvolte intendono rafforzare le relazioni tra le comunità realizzando nuovi programmi di attività per offrire autentici aiuti umanitari. Per conoscere meglio il comitato e le sue iniziative è possibile consultare il sito internet www.popoliamici.org Emergency è un’associazione umanitaria italiana che si impegna a portare assistenza medico-chirurgica alle vittime dei conflitti armati e fornire sostegno a chi soffre le conseguenze sociali delle guerre: fame, povertà, emarginazione. Si fa promotrice di una cultura di Pace e Solidarietà. Decide i suoi criteri operativi basandosi principalmente sull’effettivo bisogno della popolazione di assistenza medico-chirurgica specializzata e sulla scarsità o mancanza di altri interventi umanitari analoghi nel paese. Emergency costruisce e gestisce ospedali per feriti di guerra con emergenze chirurgiche; centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime delle mine antiuomo e altri traumi di guerra; posti di primo soccorso per trattamento immediato dei feriti; centri sanitari per assistenza medica di base. Inoltre, forma il personale locale secondo criteri e standard di alto livello professionale e realizza progetti di sviluppo nei paesi in cui opera. Parallelamente all’attività umanitaria all’estero, Emergency promuove in Italia iniziative volte a sensibilizzare e informare sui temi di pace e solidarietà. “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 2, n. 10 - Novembre 2005 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza Redazione: Enrico Cascini, Federico Chicca, Fausta Faccenna, Alberto Grelli, Ivano Moreschini, Paolo Muzi Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Veronica Moro, Gualtiero Todini, Pino Salinetti, Roberto Bontempi, Ramona Pompili, Matteo Di Lorenzo, Alessandra Pucella Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama Chiuso in redazione il 15/11/2005 - Tiratura 1.300 copie SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com SOMMARIO • Una gran Bella Piazza agitata pag. 3 • Il paese in fermento » 7 • Il Parcheggio senza “saltare” il fosso » 8 • La carta dei diritti europei » 10 • Non dimentichiamo chi sono » 12 • Il Paese in breve » 15 • Comunità Montana » 19 • Vicovaro » 22 • Mandela » 25 • Sambuci » 26 • Tivoli » 27 • Tradizioni popolari » 28 • Cultura » 30 • Il castello Orsini » 33 E-mail: [email protected] • Calcio » 37 LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 • Tennis » 38 Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli Associazionismo Una bella giornata d’ottobre scaldata in prima serata sia dalla fiammante esibizione della piccola donna mangiafuoco sia dalle articolate sonorità dei Bella Piazza, lo storico gruppo di musica popolare di Castel Madama, primo a salire sul palco ed ad aprire l’esibizione musicale con il classico Bannu e Contrabannu. La misticità dei canti popolari, il perfetto connubio delle sonorità etniche più importanti della tradizione musicale hanno nuotato nell’aria generate dall’agitarsi del violino, del mandolino e della ciaramella e di tutti i numerosi strumenti animati dai nostri artisti locali. Un concerto reso importante dalla prima esibizione della nuova voce castellana Antonella, emozionata quanto brava, certamente una preziosa risorsa musicale locale da valorizzare. A seguire l’esibizione del noto gruppo Bobbo’s Blues Band di Tivoli che, capitanato da Bobbo e Valdo, ha mostrato l’esecuzione con grandi doti tecniche di celebri brani blues, mettendo in evidenza il fascino di sonorità che originate dai sentimenti invadono di abbondante e straripante energia gli ascoltatori. A concludere l’esibizione “La Verde Milonga”, il duo romano composto da due promettenti ragazze, che si è esibito suonando le più autorevoli canzoni della musica d’autore italiana ed internazionale con una riproduzione musicale accademica. Una bella festa di ampie e solide prospettive socioculturali, con alla base l’unione importante fra entusiasmo giovanile e voglia di essere partecipi e presenti. Una manifestazione laica concepita per fare “semplicemente” festa e per vivere momenti di aggregazione e di impegno sociale, musicale artistico che raramente il nostro paese è stato capace di offrire. Tutto per il bene futuro della nostra comunità, posta in una società sempre più competitiva; per anteporre agli scarni contenuti del benessere materiale e della mera affermazione individualista un sano ed impegnato stare insieme collettivo. 5 UNA FESTA TRASPARENTE di Alessandra Belardi R I C AV I Vendite presso la festa Contributo Sponsor Conad di Mauro Cascini Sottoscrizione organizzatori Entrate Vendita Libri Contributo IX° Comunità Montana T O TA L E R I C AV I Euro » » » » » 1.060,00 150,00 300,00 265,00 1.000,00 2.775,00 COSTI Promozione Iniziativa Gruppi Musicali Stand Gastronomico Birra e Castagne Stand Gastronomico Salsicce e Pane Stand Gastronomico Bibite e prosciutto Varie Sottoscrizione cooperativa Carta T O TA L E C O S T I U T I L E D E L L A M A N I F E S TA Z I O N E » » » » » » » » » 400,00 300,00 602,00 140,00 150,00 72,00 233,00 1.897,00 878,00 Un grazie per il contributo a Maurizio Testa per la legna, all’Antica Cartoleria Ghezzi e Teorema di Pascali Speranza per la Cartoleria, alla birreria Pub San Michele aveva un Gallo, e a tutti coloro che hanno collaborato con apporto di mezzi e strutture. L'utile della manifestazione sarà impiegato per lo sviluppo e per la creazione dell'Associazione organizzatrice. LE ORECCHIE AL FUTURO di Noemi Pascali L’esperienza appena conclusasi del concerto ha lasciato in tutti i componenti della costituenda associazione una grande soddisfazione e la volontà di continuare con manifestazioni che possano richiamare il maggior numero di persone nel nostro paese; per fare questo si sta riflettendo sulla possibilità di creare una festa, a ricorrenza annuale, capace di far apprezzare C. Madama per qualcos’altro oltre il palio. Ma non vogliamo che l’associazione si limiti all’organizzazione di concerti, vorremo invece portare avanti programmi riguardanti la musica e non solo. Sono in progetto diversi corsi: dai musicali ai culinari ai fotografici. Si pensa inoltre alla creazione di un cineforum e di un angolo per la lettura, con la presentazione, quando possibile, delle novità editoriali e di lavori realizzati dagli stessi autori. Le idee sono tante e attuabili, speriamo di portare a segno tutti i colpi con la complicità dei castellani. Politica 7 IL PAESE IN FERMENTO PER LA CORSA AL SINDACO a cura della Redazione La politica di Castel Madama è in gran fermento: nella prossima primavera, insieme (o poco dopo, a seconda di come deciderà il Governo) alle elezioni politiche nazionali, ci saranno anche le comunali. La prima grossa novità è che l’anno prossimo il ciclo del Sindaco Scardala Alfredo, almeno in questo ruolo, volge al termine: infatti sta scadendo il suo secondo mandato, segnato dal passaggio dal centro-sinistra al centro-destra, tra i pochi casi in Italia. Siamo stati indecisi se scrivere sull’argomento della scelta del Sindaco e della formazione delle liste sul nostro giornale, vista la situazione ancora ampiamente fluida in cui ci si trova da una parte e dall’altra. Abbiamo pensato però che un giornale locale, per di più mensile, non può evitare di fornire qualche informazione su un tema così sentito, magari con la tecnica del “retroscena” che viene utilizzata da tanti giornali. È una tecnica che ritroviamo, per esempio, anche in un volantino di Alleanza Nazionale del 14 ottobre scorso, che si intitola con una involontaria autoironia “A carte scoperte”. Nel leggerlo ci si accorge che di scoperto non c’è proprio nulla, se non il tentativo di descrivere in modo un po’ farsesco la situazione nel centrosinistra. Comunque dal volantino si ricavano le seguenti informazioni: il candidato Sindaco del centrodestra non è ancora deciso; i candidati probabili sono quelli di cui si sente parlare, e cioè uno espresso dall’Udc, che potrebbe essere Michele Nonni; uno espresso dall’ambiente del Sindaco Scardala, cioè Efficace Roberto. Inoltre Alleanza Nazionale pensa che anche Forza Italia ed il Nuovo Psi abbiano diritto ad esprimere una candidatura, ma soprattutto afferma che anche Alleanza Nazionale stessa si sente pronta ad affrontare questa sfida, proponendo un suo candidato. Il tutto, ovviamente, senza fare nessun nome, per paura di “bruciarlo”, come si dice in politichese. Come si vede, quindi, il quadro disegnato è chiaro; sarebbe interessante chiedere agli autori come fanno a pensare che questo sia giocare “A carte scoperte”. È meglio dire a chi legge che siamo ancora tutti fermi alle chiacchiere di piazza, al “retroscena”, appunto. Chiacchiere che hanno anch’esse un certo interesse, visto che provocano arrabbiature e volantini, oltre che curiosità. Tra i due poli, si muove un campo di aggregazione che fa riferimento alla lista “La nostra terra”, presentata all’Università Agraria. I promotori di quella lista sostengono che è stato già scelto il candidato Sindaco Massimo Todini, e che ci sono già molte adesioni per le candidature a consigliere nella loro lista. Circola inoltre una raccolta di firme lanciata da elettori del centro-sinistra, tra i quali c’è anche qualche iscritto ai Ds, per chiedere al centrosinistra di scegliere il candidato Sindaco con le primarie. Nel centro-sinistra delle primarie si parla fin da settembre, anche se si sta per adesso procedendo con il metodo delle consultazioni in coalizione. È da ricordare che la coalizione di centro-sinistra a Castel Madama è formata da diversi partiti e gruppi: ai partiti tradizionali come Margherita, Democratici di sinistra, Verdi, Sdi, Rifondazione Comunista, il gruppo del “Melograno”, guidato dai due consiglieri Moriconi e Ruggeri, mentre si è aggiunta da poco la lista di Pietro. Nelle consultazioni tenutesi finora, sembrerebbe che sono tre i gruppi che chiedono con maggiore convinzione di esprimere un candidato Sindaco: Ds, Verdi e Melograno. L’intenzione è quella di concordare tra fine novembre e primi di dicembre il candidato, e poi avviare un processo di legittimazione democratica. Questo può essere rappresentato dalle primarie, che tanto successo hanno avuto il 16 ottobre scorso per la scelta di Prodi come premier. Ovviamente questa strada ha un senso soprattutto se non si riesce ad arrivare ad un accordo di tutta la coalizione su un solo nominativo. In questo ultimo caso, con la coalizione di centro sinistra compatta, la legittimazione popolare può avvenire anche con assemblee pubbliche, come avvenne nel 1993 con il Sindaco Garofolo. 8 Amministrazione Il Parcheggio senza “SALTARE” il fosso di Pino Salinetti Nelle ultime settimane si parla e si scrive di fossi “risanati”, di parcheggi gomma-gomma pronti ad essere realizzati. Ma come stanno effettivamente le cose? Il parcheggio Il 15 maggio 2003 il Consiglio comunale votò all’unanimità il progetto preliminare per la costruzione di un parcheggio di scambio gomma-gomma e, contestualmente, approvò l’adozione di variante al PRG. La maggioranza scelse di localizzare il parcheggio tra “Prato Martino” e “Prato di zia Rosa”, ossia nella striscia di terra tra il casello della A24 e la via Empolitana, un’area dove insistono numerosi vincoli: fascia di rispetto stradale e autostradale, fascia di rispetto del fosso, area a rischio idrogeologico, area di rispetto dell’elettrodotto, ecc. I consiglieri di opposizione condivisero l’importanza di realizzare il parcheggio, anche per favorire l’uso del mezzo pubblico, ma proprio per questa sua rilevanza sociale sostennero che sarebbe stato meglio costruirlo in un posto più adatto in quanto, la localizzazione scelta poteva mettere a rischio la sua realizzazione. La maggioranza, sicura di sé, dichiarò che le autorità competenti sui vincoli avrebbero rilasciato senza problemi le autorizzazioni a costruire. Cosa è successo, invece? Mentre altri parcheggi (come quello tra il casello di Vicovaro e la stazione di Mandela) sono stati costruiti, inaugurati e vengono utilizzati dai pendolari, il nostro non è nemmeno cominciato. Come mai? Perché l’opposizione è cattiva? La Regione e la Provincia “rosse” non danno più i soldi? No. Il Regolamento provinciale per la concessione di contributi prevede quale termine per la realizzazione dell’opera finanziata un periodo massimo di tre anni a decorrere dalla data di trasmissione del contributo. Quello del parcheggio (pari a poco più di 700 mila euro) fu comunicato dalla Provincia al Comune il 25 marzo 2003, quindi il termine per la sua realizzazione scade il 25 marzo 2006. Bene, un motivo in più per sbrigarsi e finire i lavori in tempo. Purtroppo non è così: i lavori non possono iniziare perché uno degli Enti che deve rilasciare il nulla osta ha dato un parere negativo alla costruzione del parcheggio. Si tratta dell’Autorità di bacino del Tevere, la quale, con una nota del settembre 2003, fa presente che il parcheggio per nodo di scambio gomma-gomma è localizzato subito a valle dell’Acqua Santa, area a rischio idrogeologico molto elevato. La zona dove si vorrebbe realizzare il parcheggio non è classificata zona a rischio di esondazione perché non sono presenti dei beni vulnerabili, ma è comunque soggetta allo straripamento del fosso di Empiglione. Per fare il parcheggio, conclude l’Autorità di bacino del Tevere, bisogna che l’area tra “Prato Martino” e “Prato di zia Rosa” venga sottratta al rischio di esondazione del fosso e che le opere da realizzare per eliminarlo non spostino lo stesso rischio a valle dell’area dell’Acqua Santa. Quindi bisogna prima eliminare il rischio di straripamento del fosso di Empiglione all’Acqua Santa e poi fare il parcheggio. Il risanamento del fosso Nel 1999, dopo i tragici fatti di Sarno, fu emanata una legge per la messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico. L’Autorità di bacino del Tevere ha individuato come area a rischio di esondazione anche quella dell’Acqua Santa, nella zona industriale di Castel Madama, dove negli anni ’70’80 furono costruiti capannoni a ridosso del fosso di Empiglione. Amministrazione Per eliminare questo rischio di straripamento il Comune chiese e ottenne nel 2002 un finanziamento di 1,5 milioni di euro su un progetto preliminare (condiviso dall’opposizione) che prevedeva di intervenire sui torrenti laterali (fosso di Santa Cecilia, di Valle Caprara, ecc.), di ripulire il letto dell’Empiglione dai detriti accumulatisi nei decenni, di creare a monte dell’Acqua Santa un’area controllata dove, in caso di piena, le acque del fosso potessero espandersi senza provocare danni. Questo progetto ottenne i pareri positivi nella conferenza dei servizi dell’ottobre 2003. Se si fosse andati avanti con quel progetto forse oggi il fosso sarebbe in sicurezza e il parcheggio si potrebbe costruire. Invece è successo che il progetto definitivo ha cambiato completamente l’intervento: non si opera più sui torrenti laterali, né si realizza la vasca di esondazione, bensì si agisce sul fosso, allargando le sponde (distruggendo tutta la vegetazione ripariale), scavando il letto, deviando il corso quando fa curve troppo strette. Si svolge una nuova conferenza di servizi (aprile 2004), vari enti esprimono forti dubbi, ma alla fine rilasciano pareri favorevoli a condizione. Risultato l’intervento si farà (è in corso la gara di affidamento dei lavori), il fosso di Empiglione da Colle Passero all’Acqua Santa sarà trasformato completamente, e alla fine di 600 giorni di lavoro l’Autorità di bacino del Tevere toglierà il rischio idraulico 9 all’Acqua Santa e procederà alla perimetrazione di una nuova area a rischio di esondazione più a valle, verso l’Arci. Il Comune spende tre miliardi di vecchie lire, sfascia un fosso naturale e lo fa diventare una specie di conduttura a cielo aperto per spostare il rischio di straripamento dall’Acqua Santa a una zona ancora più urbanizzata come quella degli Arci e di Monitola. Che bel risanamento! Ma attenzione. Torniamo al parcheggio. Il parere dell’Autorità di bacino dice che non si potrà costruire il parcheggio finché non saranno terminati i lavori per eliminare il rischio di esondazione all’Acqua Santa (e ci vorranno 600 giorni lavorativi, quasi due anni) e a condizione che tali lavori non provochino l’aumento del rischio idraulico a valle dell’Acqua Santa. Questo, invece, è ciò che effettivamente accadrà, perché il progetto scelto dall’amministrazione comunale non elimina ma sposta a valle il rischio di esondazione del fosso. Quindi neanche a conclusione dei lavori di riduzione del rischio idraulico del fosso di Empiglione ci saranno quelle condizioni di sicurezza necessarie alla realizzazione del parcheggio di scambio gomma-gomma. Con una fava i nostri amministratori hanno preso due, anzi tre piccioni: stravolgere il fosso, spostare il rischio di esondazione a valle in una zona ancor più popolata, impedire la realizzazione del parcheggio di scambio gommagomma. E, a pensarci bene, anche un quarto: sperperare e non sapere utilizzare finanziamenti pubblici. Non paghi i bravi amministratori, con delibera di giunta n. 131 del 6.9.2005, hanno revocato l’incarico di responsabile del procedimento all’ingegnere (quello assunto per concorso) perché faceva loro notare di non poter procedere all’appalto dei lavori del parcheggio stante il parere non favorevole dell’Autorità di Bacino. Una scelta sbagliata dei politici viene rivolta contro un capo-settore che, sulla base della legge che distingue tra indirizzo e gestione, è responsabile della correttezza del procedimento amministrativo. Onestà vorrebbe che chi sbaglia riconosca i propri errori. 10 Politica LA CARTA DEI DIRITTI EUROPEI di Ivano Moreschini La carta dei diritti entra nella costituzione europea. È un passo avanti oppure no? Dopo i principi fondamentali, il “Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa” parla dei Diritti fondamentali e della cittadinanza dell’Unione. E qui emergono evidenti le complessità di questo testo costituzionale, che lo rendono poco comprensibile alla popolazione dell’Europa. Infatti, i diritti fondamentali sono contenuti nella parte II della Costituzione, con una tecnica di rinvio che costringe chi legge a saltare da un argomento all’altro. Ovviamente ciò non è un errore di uno scolaro distratto, ma il frutto di lunghi e faticosi compromessi politici. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, che comprende un preambolo, sei titoli Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia e gli articoli da 61 a 114 del trattato, assume solo con questo passaggio valore e forza di legge. La carta infatti era già stata elaborata a Nizza, ma non era stata inserita in trattati tra gli Stati membri, e quindi era rimasta al livello di dichiarazioni di principio. La lentezza di questi processi nasconde in realtà gli scontri che ci sono prima di arrivare ad una conclusione: scontri tra stati più avanzati e più arretrati economicamente, che hanno ovviamente esigenze diverse; scontri tra diverse visioni di politica estera tra gli stati più importanti (Gran Bretagna, Francia e Germania soprattutto); scontri all’interno dei singoli stati più tra chi sostiene che la carta è una arretramento rispetto alle conquiste già otte- PAESI CHE HANNO RATIFICATO IL TRATTATO PAESI CHE HANNO RESPINTO CON REFERENDUM PAESI CHE NON HANNO DECISO nute, pensando alla situazione interna, e chi sostiene che è necessario qualche sacrificio pur di estendere dei diritti anche minimi agli stati che ancora non li hanno, come gli Stati dell’est, con l’obiettivo di sottrarli all’influenza russa. È bene leggere qualche articolo per capire che la Carta si rivolge a situazioni differenziate. Nella sezione sulla dignità, dopo aver affermato - Art. II.61 - che “la dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”, si passa agli Art. II.64 e II.65, che parlano della Proibizione della tortura e delle pene e trattamenti inumani o degradanti, e della Proibizione della schiavitù e del lavoro forzato. In quest’ultimo articolo, il comma 3 afferma: “È proibita la tratta di esseri umani”. Certo, a noi sembrano affermazioni superflue. Poi però ci guardiamo intorno e ci chiediamo come mai ci sono tanti stranieri dall’est, come fanno ad arrivare. La Romania per esempio non è ancora stato membro dell’Unione Europea, ma lo dovrebbe diventare dal 2007. Siamo così convinti che articoli come quello che abbiamo visto in certe circostanze siano inutili? Politica Il titolo II della Carta parla della Libertà: libertà di movimento, di pensiero, d’espressione, di religione, di associazione, di impresa. L’ Art. II.75 parla della libertà professionale e diritto di lavorare, stabilendo tra l’altro che ogni cittadino dell’Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque stato membro. L’ Art. II.77 riconosce il diritto di proprietà, che incontra il proprio limite nell’interesse generale. Qui in effetti la distanza con le Costituzioni del secondo dopoguerra è notevole: mentre quelle mettevano l’accento sui diritti sociali, ed alla base di essi ponevano il diritto al lavoro (Art. 1 Costituzione Italiana: L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro), in questo trattato il lavoro è considerato un diritto di libertà, come l’impresa. Possono coesistere a lungo queste concezioni così diverse? Quale prevarrà nel lungo periodo ? Qui ritorniamo agli scontri politici sopra descritti, e forse capiamo meglio come mai il referendum francese ha dato una risposta negativa alla ratifica del Trattato, nonostante il ruolo centrale ed egemone che ha il Governo della Francia nelle decisioni dell’Unione Europea. Ritornano in forme diverse, prima con le guerre ed adesso con la battaglia sui diritti e sul tenore di 11 LO STATO DELLA RATIFICA DEL TRATTATO CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE PER L’EUROPA La ratifica era prevista in Via definitiva per il novembre 2006. Dopo i no ai referendum di Francia ed Olanda, la Commissione europea ha deciso di spostare la data nel 2007. In totale hanno ratificato 12 stati membri su 25, con il Belgio quasi alla fine della ratifica. Tra le grandi nazioni mancano Regno Unito, Francia e Polonia, mentre l’hanno ratificato Germania, Italia e Spagna. vita, le sfide storiche a cui l’Europa è abituata: fino a che punto le popolazioni sono disposte a seguire i governi con i sacrifici in questa lotta per l’egemonia sull’Europa continentale, o almeno sull’Est Europeo? E quale Stato conduce i giochi: Gran Bretagna, Francia, Germania? E che ruolo ha l’Italia in tutto questo? Se la leggiamo così, la Costituzione europea non è più un pezzo di carta arido, ma un affascinante campo di battaglia aperto al futuro. 12 Politica NON DIMENTICHIAMO CHI SONO di Federico Chicca Nonostante lo scandalo P2 ancora sono al potere Nel marzo del 1981 il giudice istruttore del Tribunale di Milano Giuliano Turone ordina una perquisizione nella residenza del massone Licio Gelli investigato per il reato di estorsione continuata in concorso con Michele Sindona (banchiere della mafia) e altre personalità. Durante la perquisizione viene ritrovata una lista di 962 nomi, i nomi degli affiliati alla loggia segreta massonica “Propaganda 2”, nota come P2. Sulla pericolosità e la potenza di questa loggia massonica farà luce la commissione parlamentare d’inchiesta appositamente costituita per dare delle risposte a dei quesiti che molti politici volevano tacere. Tra i nomi presenti nella lista spiccano i nomi di 44 parlamentari, 3 ministri, un segreta- rio di partito, 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell’esercito italiano, 4 dell’aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, ma anche giornalisti e imprenditori. La relazione del comitato dei Tre Saggi definirà la P2 come “uno stato nello stato”. E non è tutto, la lista sembra essere incompleta, infatti come dirà Licio Gelli in una intervista rilasciata al “fratello piduista”, Maurizio Costanzo direttore del giornale “Occhio” (l’occhio è uno dei tradizionali simboli massonici), gli affiliati sono circa 2400. Per entrare nella loggia massonica bisogna ricoprire importanti cariche o in ambito statale o nella vita economica del paese. Tra gli atti più clamorosi della loggia P2 sicuramente l’operazione “Tora Tora”, con la quale nella notte tra il 7 e 8 dicembre del 1970 sotto la regia del Venerabile Licio Gelli, il principe Junio Valerio Borghese appoggiato da tutte le organizzazioni neofasciste eversive tenta un colpo di stato. Il golpe sarà annullato all’ultimo momento dallo stesso Gelli per motivi ancora non del tutto chiari. Ricordiamo inoltre la cupa vicenda del caso Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, la cosi detta banca dei preti. Il legame fra P2-Chiesa-Politica-Mafia è fortissimo. Tutti sono accomunati da un unico obiettivo: fermare l’ascesa al potere del Pci in Italia. A tal fine non si risparmieranno stragi di innocenti come quella a piazza Bologna. Stragi che rientravano in un piano di terrore finalizzato a creare insicurezza nei cittadini e quindi giustificare più facilmente la venuta di un potere militare che ristabilisse l’ordine. Ma questo è soltanto un resoconto molto parziale di quello che è stata la loggia P2 (l’ombra dell’organizzazione massonica incombe anche sul delitto Moro). Per una accuratissima ricostruzione dei fatti rimandiamo al libro scritto da uno dei componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, Sergio Flamini. Politica 13 Fabrizio Cicchitto Antonio Martino Il libro si intitola “Trame Atlantiche. Storia della loggia massonica segreta P2” casa editrice Kaos. Voi direte, beh una volta smascherati saranno stati assicurati alla giustizia. Invece no, moltissimi ancora oggi ricoprono le cariche più alte dello Stato Italiano. Tra gli affiliati alla P2 ricordiamo: Silvio Berlusconi (tessera n. 1816): Presidente del Consiglio dei Ministri; Fabrizio Cicchitto (tessera n. 2232): deputato e vicecoordinatore nazionale di Forza Italia, nonché editorialista de Il Giornale; Massimo Donelli (tessera n. 2207): attuale direttore di TV Sorrisi e Canzoni (Gruppo Mediaset); Antonio Martino (aveva presentato domanda scritta di affiliazione, non fecero in tempo ad approvare il suo ingresso nella P2): attuale Ministro della Difesa; Roberto Gervaso (tessera n. 1813): ha una ru/ brica fissa su Rete 4 (Peste e corna) e sul Messaggero; Roberto Ciuni (tessera n. 2101): collaboratore de Il Giornale e Panorama; Maurizio Costanzo (tessera n. 1819): conduttore di Buona Domenica e de Il diario su Canale 5 nonché consulente per La 7; Giuseppe Croce (tessera n. 2071): Giudice per le Indagini Preliminari a Roma; Maurizio Costanzo Fabrizio Trifone Trecca (tessera n. 1748): medico, titolare di rubrica fissa di medicina “Vivere bene” su Rete 4, per citarne solo alcuni. Ovviamente i mass media di tutto questo non parlano (ma da chi saranno influenzati?), si limitano a fornire informazioni assolutamente parziali o in molti casi tacciono del tutto i fatti. Ma allora noi che dobbiamo fare per sapere come stanno davvero le cose? Innanzi tutto non subire passivamente l’informazione, ma cercare attivamente fonti diverse da quelle dei mass media tradizionali. Un ottimo strumento d’informazione è internet. Sulla rete ci sono molti siti di “controinformazione” dove chi sa le cose può dirle senza censure di sorte (segnaliamo www.beppegrillo.it). È importante sapere, perché sapere significa scegliere in libertà. NON dobbiamo DIMENTICARE CHI SONO Il Paese in breve 15 I L PA E S E I N B R E V E LA TIBURTINA RADDOPPIA Partiranno a marzo i lavori di allargamento della S.S. 5. Sei chilometri e mezzo di strada a quattro corsie più due preferenziali per autobus e mezzi pubblici dalla stazione metro di Rebibbia fino al km 15,800 (Setteville). La realizzazione permetterà di risolvere gli intasamenti sugli snodi di S. Basilio, del GRA e di Settecamini, che ora rappresentano una trappola infernale per decine di migliaia di pendolari. Costo dell’opera 97 milioni di euro. I lavori inizieranno a marzo del 2006 per terminare, salvo imprevisti, a fine del 2008. L’AVVIAMENTO ALLO STUDIO DEL DIALETTO CASTELLANO DI MORESCHINI ALESSANDRO Continua l’instancabile lavoro di Alessandro Moreschini, conosciuto a Castel Madama come “il poeta”, sul dialetto castellano. Infatti egli ha annunciato con un manifesto la presentazione di un’opera in tre volumi che reca il titolo: “Avviamento allo studio del dialetto nel comune di Castel Madama”. L’opera è composta di una grammatica di 140 pagine, un’antologia di poesie, prose, bozzetti, di 205 pagine ed un dizionario enciclopedico di 260 pagine. Nell’opuscolo di presentazione, Moreschini Alessandro lo definisce “non un cimitero di parole, bensì una ricostruzione scritta dei tanti lemmi appartenenti al dialetto castellano che richiamano concetti e situazioni ancora vive, nonché elementi di toponomastica, ornitologia, botanica, segmenti ed eventi inediti di storia-tradizione locale e quant’altro”. L’opera verrà presentata al pubblico nel mese di dicembre. Michele e Daniela Moriconi con le loro famiglie festeggiano i cinquant’anni di matrimonio dei genitori Franco e Maria, la redazione dà appuntamento alle nozze di diamante. CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 RM/G Tivoli - Prenotazioni 800986868 Per pagamento Ticket UNITÀ SANITARIA LOCALE RM/G SERVIZIO TESORERIA CCP N. 52577616 16 Il Paese in breve CORSI DI LINGUA E ALTRO L’11 novembre sono stati inaugurati presso la sede della Biblioteca Comunale i corsi organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Castel Madama in collaborazione con la Libera Università Igino Giordani di Villa Adriana. I corsi proposti, che si terranno a Castel Madama, prevedono lezioni rivolte agli adulti di: inglese e spagnolo, storia dell’arte e del restauro nel rinascimento, recitazione e dizione, cesteria, disegno e tecniche pittoriche, ceramica, scacchi, degustazione vini, tecniche decorative. I corsi di lingua avranno la durata di sei mesi al costo di 120,00 euro; gli altri, che dureranno tre mesi, avranno un costo di 150,00 euro, tranne scacchi 50 euro e degustazione vini 70 euro. Sono aperte le iscrizioni. Per informazioni rivolgersi alla Dott.ssa Maria Domenica Livi presso la Segreteria del Sindaco di Castel Madama, tel. 07744500229, e-mail [email protected] CONSIGLIO COMUNALE DEL 31/10/2005 Abbiamo sentito, in merito ai tre punti all’ordine del giorno del Consiglio, il consigliere di minoranza, Amerina Paolacci: 1° punto - Bilancio, conto consuntivo presentato con estremo ritardo dovuto, secondo il Sindaco Scardala, a motivi tecnici, nel predisporre un bilancio veritiero; ritardo e motivazioni contestati dai consiglieri di minoranza. 2° punto- Variazione di bilancio dovuta a nuove entrate a destinazione vincolante. 3° punto - Consulta degli immigrati rinviato per la terza volta. L’istituzione della consulta, che vede la partecipazione degli immigrati alla vita sociale e politica del paese, è una proposta accettata anche dalla minoranza soprattutto se corredata da un regolamento che permetta di rendere percorribile la possibilità del voto per questi cittadini. Il Presidente del Consiglio Comunale, Angelo Piselli, ha dichiarato che per la costituzione della consulta degli immigrati, nata come iniziativa personale, condivisa successivamente dal suo partito, Alleanza Nazionale, vorrebbe, ancor prima della votazione, la condivisione degli altri partiti. Anche della minoranza? - non si è ben capito. Ha quindi chiesto la votazione per il rinvio del punto all’ordine del giorno. I consiglieri di minoranza hanno espresso voto contrario al rinvio. La nuova convocazione del Consiglio Comunale, fissata per il 15/11/2005, non contiene però l’argomento della Consulta degli immigrati. Ma la maggioranza vuole davvero questa Consulta? I MUSEI DELLA CITTÀ E DEL TERRITORIO CONVEGNO DI STUDI AL CASTELLO ORSINI Il 24 e 25 novembre è in programma nella Sala Baronale del castello Orsini di Castel Madama un convegno di studi sul tema “I musei della città e del territorio per lo studio e la tutela dei centri storici e del paesaggio”. L’evento, patrocinato dalla Regione Lazio, dall’Assessorato alle Politiche culturali della Provincia di Roma, dalla IX Comunità Montana, e dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia, rientra nelle iniziative previste in seguito alla convenzione stipulata tra il Comune e la Facoltà di Architettura Valle Giulia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Da segnalare che il giorno 25 sarà dedicato al convegno dal titolo “L’archivio, il nuovo polo museale e il patrimonio storico di Castel Madama: un progetto integrato”, in previsione dell’istituzione nel nostro comune di un Museo della città e del Territorio. Per ulteriori informazioni consultare il sito del comune di Castel Madama: www.comunedicastelmadama.it LA BANDA BASSOTTI tro informazione co n I nostri manager, i nostri dipendenti in Parlamento guadagnano, guadagnano, guadagnano. Ma quanto guadagnano? Più di tutti gli altri. In Europa siamo, anche in questa classifica, saldamente al primo posto. Di cosa ci lamentiamo, vogliamo mettere in discussione uno dei pochi primati che ci rimangono, insieme al debito pubblico? L’Alitalia ipoteca la flotta e Cimoli ha uno stipendio di 2.284.500,00 euro all’anno, pari a 190.375,00 euro mensili (le principali compagnie aeree europee sono in utile e i loro amministratori delegati guadagnano molto meno). Telecom ha un’indebitamento di 45 miliardi di euro e i suoi manager sono i più pagati in Europa. I parlamentari italiani sia qui che all’Europarlamento surclassano i loro colleghi europei. Perchè sono pagati così tanto? Forse sono, gira che ti rigira, sempre gli stessi, lo stesso clan, che governa e fa quello che vuole e si divide il bottino, che rispondono solo al potere e non agli azionisti e ai cittadini. Al 31.12.2004, Air France ha dichiarato un utile di 98.000.000,00 euro. Al 31.12.2004, KLM ha dichiarato un utile di 261.000.000,00 euro. Al 31.12.2004, British Airways ha dichiarato un utile di 333.000.000,00euro. Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Spinetta, amministratore delegato di Air France, nel biennio 2004-2005 ha ricevuto un compenso di 550.000,00 euro, un bonus di 160.000,00 euro, pari a una remunerazione mensile di 29.583,00 euro. Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Van Wijk, amministratore delegato di KLM, nel biennio 2004-2005 ha ricevuto un compenso di 653.709,00 euro, un bonus di 429.731,00 euro, pari a una remunerazione mensile di 45.143,00 euro. Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Rod Eddington, amministratore delegato di British Airways, nel 2004 ha ricevuto un compenso annuo di 517.813,00 euro, un bonus di 258.907,00 euro, pari a una remunerazione mensile di 64.727,00 euro. Al 31.12.2004, Alitalia ha dichiarato un perdita di 812.833.000,00 euro. Dati ufficiali, iscritti a bilancio, dicono che il signor Giancarlo Cimoli, amministratore delegato e presidente di Alitalia, dal 6 Maggio al 31 Dicembre 2004 ha ricevuto un compenso di 1.522.996,00 euro, pari a una remunerazione mensile di 190.375,00 euro. Beppe Grillo o informazione co nt informazione 17 r nt co ro Il Paese in breve o ntr informazione co IL PARCO DEI LUCRETILI VINCE IL 1° PREMIO NAZIONALE “PAROLA DI PARCO” Il parco Regionale dei Monti Lucretili ha vinto il più alto riconoscimento a livello nazionale dedicato alle migliori produzioni e strategie di comunicazione rivolte all’utenza elaborate dagli Enti gestori di Parchi e Aree naturali protette italiane. Il premio del concorso “Parola di Parco”, alla sua prima edizione, è stato istituito dalla Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali, Regione Liguria, Ordine Nazionale dei Giornalisti. Nell’ambito della manifestazione sulla comunicazione ambientale svoltasi a settembre ad Arenzano, in provincia di Genova, durante la premiazione è stata esplicitata la motivazione per il riconoscimento assegnato al parco, in quanto “ha elaborato, adottato e sviluppato prodotti di comunicazione per il rapporto con il pubblico e con i cittadini residenti, che si segnalano per qualità, completezza e coerenza”. Infatti il lavoro svolto dall’Ufficio Tecnico del Parco – Area Comunicazione ed Educazione – nella persona del Responsabile Dr. Maurizio Martucci, ha prodotto una serie di strumenti tra cui: il giornale periodico “Il Parco Racconta”, la serie dei “Quaderni del Parco”, la newsletter telematica, la “Carta dei Servizi”, che rispondono ad una idea moderna di comunicazione ambientale, soprattutto perché ne differenzia l’uso a seconda del pubblico a cui rivolge il messaggio. 18 Il Paese in breve I GARIBALDINI IN VAL D’ANIENE L’associazione Culturale Albatros presenterà il prossimo 9 dicembre, nel pomeriggio, al Castello Orsini una pubblicazione dal tema: “I Garibaldini in Val d’Aniene e l’Ossario che non si trova”. Si tratta di una ricerca storica di Amedeo Ciotti, professore di lettere presso l’istituto tecnico industriale di Tivoli, condotta su diversi archivi locali: Vicovaro, Orvinio, Riofreddo, Vallinfreda, Tivoli, Castel Madama. La pubblicazione nasce da una proposta di Ciotti di pubblicare la ricerca sul giornale, ed ha preso a poco a poco la forma di un opuscolo autonomo, con foto storiche, documenti in allegato, ecc. Il tema è quello della presenza dei Garibaldini nella nostra zona, e prende spunto da una notizia riportata dalla Guida rossa del Lazio del Touring Club, che descrive un ossario successivo ad una battaglia garibaldina sulla Via Tiburtina, nei pressi di Vicovaro. Ma questo ossario, pur segnalato da una guida serissima, non si trova, ed allora la passione per la ricerca storica di Amedeo Ciotti lo ha spinto a capire il perché, e se questo ossario è mai esistito davvero. Hanno annunciato la loro presenza alla presentazione dell’opuscolo: Alcibiade Boratto, ex sindaco di Tivoli ed ex senatore; Scacchi Domenico, ricercatore di storia del Risorgimento presso l’Università di Roma tre; Guidotti Francesco direttore del Museo Garibaldino di Mentana; Annita Garibaldi, pronipote dell’Eroe dei due Mondi. Modererà il dibattito Luigi Grelli, presidente dell’Ass. Culturale Albatros. VENERDÌ IN ARCHIVIO Prima serie di incontri a tema basati sui documenti conservati presso l’Archivio Storico comunale di Castel Madama e altri archivi locali VENERDÌ 16 DICEMBRE 2005, ORE 17,30 L’O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) e il refettorio materno. Il Ruolo cruciale di queste istituzioni, ospitate nei locali dell’attuale Archivio storico, durante la crisi economica del periodo bellico. VENERDÌ 20 gennaio 2006, ORE 17,30 Attilio Rossi. Le sue origini castellane, la sua cultura, la sua apertura verso il mondo. VENERDÌ 24 febbraio 2006, ORE 17,30 Le Confraternite religiose a Castel Madama. Storia e documenti degli archivi. VENERDÌ 21 aprile 2006, ORE 17,30 1915. L’elettricità a Castel Madama-il primo sistema di illuminazione pubblica. Excursus storico sugli eventi e sui primi tentativi di regolamentazione del consumo energetico e delle tariffe. Gli incontri si terranno presso la sede dell’Archivio Storico comunale di Castel Madama, Via di S.Agostino s.n.c. (ingresso da Corso Cavour 32) Le date degli incontri sono suscettibili di modifiche. Di qualsiasi variazione sarà data comunicazione ai cittadini. ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI CASTEL MADAMA Via di S. Agostino snc (ingresso Corso Cavour, n.32) Tel: 0774-4500229 Fax: 0774-449400 e-mail: [email protected] L’Archivio è aperto al pubblico per la consultazione dei documenti il giovedì dalle 10,00 alle 18,00 Per informazioni e consulenze il Martedì dalle 15.00 alle 18.00 previo appuntamento Gli inventari dei documenti dell’Archivio sono consultabili presso il sito: www.comunedicastelmadama.it/biblioteca/home.asp La responsabile dell’Archivio Storico comunale è la D.ssa De Bellis Flavia. Comunità Montana 19 IX COMUNITÀ MONTANA a cura di Fausta Faccenna IL PROGRAMMA ANNUALE DI SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DELLA IX COMUNITÀ MONTANA Anche quest’anno la IX Comunità Montana, partendo da una serie di studi settoriali ed analisi di base, ha individuato una serie di interventi strategici per lo sviluppo del territorio. Poiché solo garantendo una efficace penetrazione nel territorio rurale è ipotizzabile non soltanto mantenere ma addirittura aumentare il reddito dei terreni agricoli assicurando allo stesso tempo la salvaguardia dell’ambiente ed il potenziamento del turismo tipico di queste aree, la IX Comunità Montana ha attivato, già da tempo, un efficace servizio di manutenzione della viabilità rurale esistente. Recentemente è terminata l’esecuzione di interventi di manutenzione straordinaria, per circa Euro 1.000.000,00, previsti in un vasto programma finanziato con fondi comunitari, nazionali e locali. La vastità del territorio e lo stato di abbandono che per anni ha contraddistinto quest’area fa sì che gli COMUNE Capranica Prenestina Castel Madama Castel San Pietro Romano (con Comune di Poli) Ciciliano Marcellina (con S. Polo dei Cav.) Moricone Nerola Palombara Sabina San Polo dei Cavalieri (con Marcellina) interventi sopradescritti siano del tutto insufficienti per risolvere i problemi delle infrastrutture rurali, per cui si è deciso di: • incrementare il servizio di manutenzione della viabilità rurale anche attraverso l’acquisto di una nuova macchina operatrice; • avviare un servizio di decespugliamento lungo la viabilità rurale per garantire il passaggio dei mezzi agricoli e dei mezzi antincendio; • interventi di manutenzione straordinaria quali la ricostituzione dei fondi stradali; • esecuzione di opere per consentire il deflusso delle acque meteoriche e piccole opere di rettifiche di tracciati; Per realizzare gli interventi e perseguire le finalità di miglioramento del territorio, curandone la salvaguardia, sono state ultimate le progettazioni preliminari e pertanto si sono individuati come prioritari i seguenti interventi, per una spesa complessiva di 990.000,00 Euro: INTERVENTO Sistemazione vasca loc. Omo Morto in Guadagnolo Strade rurali: Valle Cupa, Del Poggio e Sant’Agostino Strada rurale Pantane (Manicchia-Pantane-Castel S. Pietro) Sistemazione strade Via Pre dell’Acqua e Via dell’Acquaome Strada della fornace e sistemazione fonte Tomeo Strada Colle della Muratella Strada Vicinale di “ Monte Lago”; Strada Signora Giovanna Strada San Basilio (loc.-Cretone) Strada intercomunale Vazzolina-Capuzzillo Un’altra problematica particolarmente sentita da parte della popolazione montana è connessa alla riqualificazione urbana, poichè i piccoli centri versano spesso in condizioni di abbandono. Gli interventi in questo settore potrebbero garantire una riqualificazione complessiva del paesaggio urbano con indubbi vantaggi per lo sviluppo turistico. 20 Comunità Montana Si sono, quindi, rilevate delle priorità necessarie ad eliminare le situazioni più precarie presenti nei centri urbani dei Comuni della IX Comunità Montana e, di conseguenza, si è proceduto alla COMUNE Capranica Prenestina Casape Pisoniano Palombara Sabina Rocca di Cave San Gregorio da Sassola Sant’Angelo Romano San Vito Romano relativa progettazione preliminare, che comporta una spesa complessiva di 710.000, 00 Euro. I Centri interessati agli interventi di arredo urbano sono: INTERVENTO Illum. Santuario Madonna delle Grazie” Mentorella” Sistemazione Giardino Borgia Riqualificazione Rione Colle Illuminazione comune e frazione Riqualificazione Colle Dolce e Pratone Scala di collegamento Riqualificazione La Pineta Riqualificazione Centro urbano: Acquisto Attrezzature Inoltre, nell’ambito delle politiche dedicate allo sviluppo rurale è terminata la progettazione preliminare relativa ad interventi sui fontanili rurali dei Comuni di Capranica Prenestina, Casape; Castel Madama, Castel San Pietro Romano, Ciciliano, Montorio Romano, Nerola, Palombara Sabina, Pisoniano, Poli, San Polo dei Cavalieri, Sant’Angelo Romano, San Vito Romano, per una spesa complessiva di Euro 200.000,00. Tali interventi sono finalizzati a favorire un tipo di allevamento brado, tipico della nostra area, oltre a salvaguardare dei manufatti che fanno ormai parte del nostro paesaggio. L’intero piano operativo, assieme ad altri interventi di interesse pubblico, sarà finanziato con risorse derivanti da residui di Fondi regionali, dal Fondo della Montagna, da Fondi dell’Amministrazione Provinciale di Roma, e da un mutuo da contrarre con la Cassa Depositi e Prestiti. dott. Sandro Allemand; dott. Massimo Boldrini IX COMUNITÀ MONTANA Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915 www.comunitamontanativoli.org Il fontanile di Fonte Canoro È in via di pubblicazione una ricerca sui prodotti tipici locali e sulle antiche ricette della gastronomia della IX Comunità montana. La guida è frutto di una ricerca sul campo cui hanno largamente contribuito le popolazioni locali; infatti i ricettari sono scaturiti da interviste alla popolazione anziana che ha sintetizzato nelle semplici ricette tutta una cultura del cibo rimasta immutata nel tempo e che ha subito rapidi cambiamenti solo nel dopoguerra. Sono in procinto di realizzazione i Laboratori didattici nel Centro Studi e Formazione ambientale della IX Comunità Montana di Casape. L’iniziativa avviene in stretto contatto con le scuole che sono state invitate a partecipare ai laboratori già progettati e a richiedere altri interventi coerenti con i loro piani dell’offerta formativa. NEWS NEWS NEWS NEWS Comunità Montana 21 ITINERARI SUI MONTI PRENESTINI ITINERARIO 3 DA CASAPE A GUADAGNOLO È questo il percorso più semplice per chi voglia raggiungere i versanti orientali del Monte Guadagnolo. Infatti si sviluppa su di una strada carrozzabile percorribile agevolmente. Particolarmente indicato, se si vuole avere un quadro pressochè unico della geografia e dei sistemi montuosi della Provincia di Roma. Il sentiero, indicato nella tabella, parte dal centro abitato di Casape, in prossimità del Municipio. Si percorre interamente la strada sterrata fino ad un pianoro molto panoramico, ricco di fenomeni carsici e disseminato di doline (cavità di origine carsica) ben visibili in prossimità della località Fonte Canale (quota 1000 m s.l.m.), dal quale si scorge l’imponente rupe del Monte Guadagnolo. Volgendo lo sguardo dalla cima, da sud verso nord, si gode della splendida vista dei Colli Albani con le loro caratteristiche strutture vulcaniche. Solo proseguendo a piedi ed in prossimità di alcuni casali rurali si può raggiungere la caratteristica struttura di Fonte Canale, molto suggestiva, caratterizzata da tre vasche ricoperte da tre antiche arcate in muratura, vicino alle quali si allarga una polla (vena d’acqua) seminaturale. Da qui si può facilmente proseguire verso il centro abitato di Guadagnolo e la cima, oppure, seguendo le indicazioni, si può raggiungere, a piedi, la strada asfaltata Capranica Prenestina-Guadagnolo. Per il ritorno la via più breve è quella dell’andata. Una buona idea può essere quella di collegare questo percorso come via di ritorno per collegare altri sentieri che hanno come meta finale la rupe di Guadagnolo. Tempo di percorrenza: a piedi l’intero percorso richiede circa 3 ore, in automobile si percorre la strada sterrata in circa 30 minuti. Percorso facile. Adatto anche in mountain-bike, in questo caso la difficoltà è legata solo al dislivello da superare; il percorso è quindi consigliato a sportivi ben allenati. Il dislivello fino a Fonte Canale è di 500m circa, fino alla cima di Monte Guadagnolo di 800 m. circa. 22 Vicovaro PREMIAZIONE DEL CONCORSO “MARCANTONIO SABELLICO”: ECCO I VINCITORI di Roberto Bontempi È stata una serata piena di emozioni e di coinvolgimento quella che si è svolta nell’aula consiliare del comune di Vicovaro sabato 29 ottobre e che ha segnato la conclusione della VI edizione del Premio Arte intitolato all’umanista vicovarese Marcantonio Sabellico. La sala ha fatto registrare finalmente il tutto esaurito con molte persone che non hanno trovato posti a sedere, tutti ad attendere i responsi della giuria sui vincitori delle varie sezioni del Premio. Il sindaco Thomas e l’assessore alla cultura Coccia introducevano la cerimonia confermando il loro impegno a continuare a promuovere la cultura con iniziative di questo genere fino alla fine del loro mandato, poi la parola è passata alla giuria. Marcello De Santis, giurato della sezione “Poesia”, ha introdotto le premiazioni sottolineando innanzitutto la trasparenza della competizione, dal momento che alla giuria erano state consegnate le opere anonime, poi giustificando le proprie scelte in virtù del fatto che criteri di piena oggettività nel giudizio di composizioni artistiche sono ben al di là da venire. A testimoniare quanto il Premio Arte valichi ormai ampiamente i ristretti confini di Vicovaro, i primi due premi per questa sezione se li sono aggiudicati rispettivamente Jessica Ongini, francese, cittadina di Saint Cheron, il comune in provincia di Parigi gemellato con Vicovaro, con una composizione dal titolo “Appello alla foresta”, e Ida Sautto, una signora napoletana di 87 anni che ha partecipato con “Filastrocca ad una mamma e al suo bambino”. Al terzo posto si è piazzato invece Giuseppe Maria Lotano con “Foglie”. Due le poesie “segnalate” dalla giuria: “Zefiro” di Virginia Peserini e “Senza Titolo” di Mario Stelluto. Per la sezione “Pittura” il giurato Gianni Boattini ha espresso giudizi positivi riguardo tutte le opere in gara: alla fine il primo premio è stato vinto da Anna Maceratesi con la composizione intitolata “Essere o non essere”; al secondo posto si è piazzato il professor Luigi Tilia, insegnante di educazione tecnica da moltissimi anni nella scuola media di Vicovaro, con una originale opera “Natura morta – Le rose”. Il terzo premio è andato infine a Mario Stelluti con “Icona metropolitana”. Due opere “segnalate” anche per la sezione “Pittura”: “Ricordo del nonno” di Carla De Luca e “Santa Maria del Sepolcro” di Pietro Esposito. Per la sezione “Fotografia” invece, sempre Gianni Boattini in veste di giurato, ha deciso di assegnare il primo premio a Giuseppe Bracci con una posa intitolata “Roma”; secondo gradino del podio per Ivano Proietti Mattia con “La spiga”, mentre terzo premio conferito a Giovanna Duvalli con “Luce sul lago”. Per il premio “Fotografia” c’era anche una sezione giovani, dedicata agli under 18: il primo premio è andato a Pierfrancesco Orfei con “Monumento dei martiri”, il secondo a Gianluca Solitari con “Incontro”, il terzo a Elettra Capogna con “Estate”. Ai primi tre classificati delle sezioni adulti sono stati consegnati assegni, messi a disposizione dalla Regione Lazio, del valore rispettivamente di 300, 200 e 100 euro; i primi tre giovani fotografi invece hanno guadagnato 200, 150 e 50 euro a testa. Al termine della cerimonia, nella chiesa di San Pietro, si è svolto un apprezzato concerto di musica strumentale eseguito dalla prestigiosa Orchestra mandolinistica romana diretta dal maestro Franco Turchi che ha chiuso in bellezza questi due mesi di arte e cultura. Vicovaro 23 INTERVISTA ALL’ASSESSORE COCCIA “Il Premio Arte aiuta l’immagine di Vicovaro” di Roberto Bontempi A qualche giorno dalla conclusione della sesta edizione del Premio Arte Sabellico, abbiamo voluto chiedere al grande promotore dell’iniziativa, l’assessore alla Cultura Virginio Coccia, di tracciare un breve bilancio della manifestazione e di segnalarci in anteprima i progetti futuri Allora assessore anche questa edizione del Premio Arte si è conclusa: è soddisfatto? Ci faccia un piccolo bilancio… Indubbiamente c’è da rallegrarsi per i progressi costanti di una manifestazione giunta al sesto anno di vita. L’obiettivo principale che ci eravamo prefissati all’inizio, ovvero quello di uno studio scientifico che ci svelasse i meriti oggettivi di questo nostro concittadino, in modo da costruirvi attorno le basi per il rilancio di un’immagine positiva di Vicovaro, mi sembra sia stato raggiunto: il rapporto di collaborazione con l’Università La Sapienza ci sta confermando che siamo sulla strada giusta…Inoltre è importante segnalare che, soprattutto in alcuni incontri precisi come alla conferenza dei docenti universitari e alla cerimonia di premiazione, la risposta dei cittadini è stata incoraggiante con una presenza molto numerosa. suo decisivo sostegno, ci aspettiamo, in futuro, una collaborazione e una considerazione sempre maggiore da parte della Provincia di Roma, attraverso soprattutto la presenza di personalità politiche che diano lustro ai vari eventi. E poi ci aspettiamo un sempre maggior coinvolgimento della cittadinanza e una risposta più attiva e propositiva da parte della scuola di Vicovaro: sempre, ovviamente, per il bene dei nostri ragazzi… Quali sono stati, secondo lei, i momenti più significativi di questa manifestazione? A noi interessa che sempre più persone, soprattutto i giovani del nostro paese, abbiano degli stimoli che facciano emergere la loro creatività e le loro qualità e le mettano a disposizione della cittadinanza intera: qualche risultato in questo senso l’abbiamo ottenuto con alcuni giovani e adolescenti che sono stati coinvolti nelle iniziative e questo è sicuramente positivo… Inoltre è molto bello apprendere dai colleghi amministratori che, anche negli altri paesi della Valle dell’Aniene, il Premio Arte contribuisce a incrementare una bella “fotografia” del nostro paese. Quali progetti avete per il futuro? Quali gli obiettivi del suo assessorato? L’anno prossimo sarà un anno molto importante dal momento che ricorrerà il cinquecentesimo anniversario della morte di Marcantonio Sabellico. Proprio in quest’ottica il primo fine settimana di novembre io e il sindaco Thomas ci recheremo a Venezia dove incontreremo il dottor Zorzi, direttore della prestigiosa Biblioteca Marciana dove lo stesso Sabellico ha lavorato per anni. Speriamo di intrecciare una collaborazione continuativa con la Biblioteca Marciana e, perché no, anche con il comune di Venezia, avendo come comune denominatore proprio il nostro concittadino… (sul prossimo numero forniremo notizie più precise sull’incontro che, al momento della stesura dell’articolo non era ancora stato effettuato n.d.a.). Per il resto, i tre settori sui quali il mio assessorato punterà maggiormente nel prossimo futuro saranno la scuola, il Laboratorio della Biblioteca e il teatro. Per usare una metafora a lei certamente cara possiamo svelare se in questo spartito che sembra essere perfettamente armonico ci sia qualche nota stonata? Mah… ad essere sincero, se da una parte dobbiamo sicuramente ringraziare la Regione Lazio per il 24 Vicovaro CHE «SCOPERTA»! di Roberto Bontempi Durante le recenti operazioni di restauro della chiesa del SS. Salvatore di via Ettore Vulpiani, che ha restituito il luogo di culto ad uno splendore davvero impensabile alla vigilia, gli addetti ai lavori si sono accorti che la nicchia della cappella di Sant’Andrea, la seconda a sinistra dell’altare maggiore per chi entra nella chiesa, era posticcia e hanno deciso di andare più a fondo nella loro ricerca… Demolita la parete, si è scoperto che la nicchia moderna separava con un’intercapedine la parete “originale” sulla quale campeggia, ancora visibile, un bellissimo affresco. Sembrava una scoperta clamorosa finché non ci si è accorti che, nella stessa intercapedine, si trovava una pergamena datata 20 febbraio 1967 che svelava l’arcano: alla fine degli anni ’60 l’architetto e grande studioso dell’arte e della storia vicovarese Alberto Crielesi, insieme a suo fratello, il maestro d’arte Angelo, con la collaborazione dell’allora parroco don Dante Matteoni, «nascosero da mani profane questo affresco» raffigurante Sant’Andrea, come recita la pergamena, e con la collaborazione del loro padre Idolo si servirono dell’escamotage dell’intercapedine. Contattato telefonicamente, il professor Crielesi in persona, ci ha dato alcune notizie sulla chiesa e sull’affresco “scoperto”. «Della chiesa di SS. Salvatore parlano già i documenti medievali. Essa, forse una delle più antiche di Vicovaro, è eretta su ruderi romani per questo notevolmente innalzata da terra, e la sua struttura è rimasta pressoché invariata nel corso dei secoli. Nell’interno, a navata unica coperta a capriate, c’è un altare maggiore e due cappelline a sinistra: la prima, dedicata alla Vergine di Loreto, in architettura gotica, dotata di uno stupendo arco ogivale polilobato in peperino risalente alla prima metà del secolo XV, era in origine dipinta ed ospitava una statua lignea della Vergine sedente in trono. L’altra cappella, quella appunto di S. Andrea, fu restaurata dalla famiglia De Simiis di Vicovaro nel secolo XVII. Quando, da giovanissimi appassionati, ritrovammo l’affresco, risalente alla fine del Quattrocento inizi del Cinquecento, decidemmo, dopo aver contattato le autorità competenti, di ricoprirlo per paura di eventuali danneggiamenti in attesa che arrivassero tempi migliori. Il fatto che si sia ritrovato adesso vuol dire che, probabilmente, gli auspicati tempi migliori siano davvero arrivati». Intanto si sono già attivati i contatti con la Soprintendenza per valutare la possibilità di un restauro del dipinto “ritrovato”. Il Sindaco nella biblioteca Marciana di Venezia nell’ambito del “Sabellico” Mandela 25 UN NUOVO PIANO REGOLATORE PER MANDELA Il Comune di Mandela sta approvando una variante generale di Piano regolatore. Il Sindaco Gaetano Sartori, infatti, ha sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale gli elaborati preparati dall’Arch. Cicerchia Elisabetta, che intervengono sulla disciplina urbanistica generale del paese che affaccia sulla Tiburtina. I punti principali della Variante sono relativi ad una ricucitura dello sviluppo già avvenuto nelle aree di completamento con il resto del paese, e nell’individuazione di nuove aree di espansione, sia per l’edilizia residenziale, sia per gli insediamenti industriali, artigianali e commerciali. Tutto ciò sarà compreso ovviamente nei limiti di sviluppo che la legge regionale consente per un paese che conta attualmente circa ottocento abitanti e che, con la realizzazione della zona residenziale di Colle Coppellino ben visibile dall’autostrada, ha avuto negli ultimi anni già un notevole incremento di popolazione, in rapporto alla dimensione del paese. Gli elaborati della variante sono stati adottati dal consiglio Comunale in una seduta dei primi di luglio 2005. Successivamente, vi è stata la pubblicazione per le osservazioni ed opposizioni dei cittadini, che sono state esaminate dal Consiglio stesso nella metà di ottobre. Gli elaborati devono ora essere inviati alla Regione Lazio, per il parere urbanistico che spetta a tale Ente. LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DEL BORGO ANTICO La foto che vediamo coglie un momento dei lavori di riqualificazione del borgo antico, che prevedono la sistemazione della scalinata ed anche della piazza antistante la Chiesa. I lavori sono divisi in due appalti, per un importo complessivo di circa un milione di euro, e sono tutti finanziati dalla Regione Lazio. La consegna dell’opera al Comune è prevista per la fine dell’anno, ed i lavori si stanno svolgendo sotto la direzione dell’Architetto Paola Del Gallo di Roccagiovine. SISTEMAZIONE DEL CAMPO SPORTIVO COMUNALE Si stanno completando i lavori di sistemazione del campo sportivo comunale, ed in particolare del rifacimento degli spogliatoi, come vediamo nella foto. Nel frattempo è in corso anche una richiesta da parte del Comune alla Provincia per la copertura del manto in erba, attraverso un finanziamento apposito. 26 Sambuci «LA FONTE»: STORIA E POESIA di Ramona Pompili Percorrendo via Gerolamo Theodoli, comunemente denominato “Il Borgo” e lasciandosi alle spalle piazza Roma, si scorge, nella cornice dell’arco di una delle due porte della cittadella, un’opera architettonica risalente al XVII secolo. La fontana, chiamata “La Fonte”, è costituita, nella parte centrale, da due vasche circolari sovrapposte, una più ampia alla base, e l’altra superiore, completata da un vivace zampillo, come una torta nunziale. Lateralmente sono posizionati due vasconi di forma rettangolare con parete di fondo curvilinea nel lato superiore, che richiama la cuspide del gotico. Qui è collocata una cannella di acqua potabile proveniente dalla fonte delle “Vigne”. A FONDE Novembre 2005 ‘Mme parea vero de ariva’ alla fonde, Pusa’ conga e zicchiu sopre agliu muru e aremmiramme tuttu lo ben de Dio che nascea pella valle delle prata. Tandi puntini niri se muvinu ‘ngua’ e la. Erinbu i contadini che stinu a lavora’ ‘mmezzo agli cambi de ranu. E gni tandu se sendea ca asinu e raglia. Sotto agliu sole dell’istate che facea e jure cesse stea proprio be’ sotto all’ombra de jarbiri che avea piandatu i cardinale. Ogni unu comme me, discorea co la fonde Jareccondea i fatti sei e parea che t’ascordea ‘ndandu che l’acqua calea zitta zitta che quasci ‘nze’ sendea. E ‘ndandu i giovanotti inu aspetta’ alla fonde, tutte le belle reazzotte che ‘nguminginu a spipina’ Perche alloco inu areimbi’ e conghe e l’acqua fresca pe ‘ngumingia a fa o magna’ E gni tandu se facinu na bevuta ‘ndandu che le vidinu de ariva’. Bella fonde mea, quandu me facii arengora’ Me mettea attiripata e vardea londanu potea vede Ciritu e Jeranu Ciciglianu, o Piscianu quannno che piovea. Restaurata e ripristinata dal marchese Tiberio Astalli, appartenente alla stessa famiglia che ha fatto realizzare il borgo medievale, “La Fonte” un tempo aveva la funzione di sorgente. Qui le donne del paese venivano a riempire di acqua le conche di rame stagnate all’interno. E qui si abbeveravano gli animali nelle vasche laterali. Come in passato è un piacevole luogo di refrigerio dopo le passeggiate estive e punto di incontro della gioventù sambuciana. ‘Mmece mo ‘nze’ vedinu piu mangu jarbiri de Geuzzi che tembo e guerra erinu d’aiutu pe gli Sammusciani che ‘ndininu cosa E tutti i reazzi a core cogli zicchi de conzerva pe cerca’ e remmedianne ca maniata. Quanno angora a fame te scoccea. Bella fonde mea. Alessandra Napoleoni Tivoli 27 Una iniziativa a sostegno della terza età: è in arrivo il “nonno vigile” di Veronica Moro L’Assessorato al traffico e all’ambiente del Comune di Tivoli, in collaborazione con la Polizia Municipale, ha promosso un’iniziativa che vede protagonisti gli anziani. Infatti, come è stato già sperimentato in altre città d’Italia, il nostro Comune offre la possibilità a tutti i residenti pensionati o con un’età superiore ai 55 anni di prestare servizio all’uscita delle scuole per aiutare i bambini a muoversi in strada, sotto l’occhio “vigile” e protettore di un adulto. Per essere inclusi nel progetto è necessario compilare una scheda di adesione, disponibile nei tre centri anziani comunali, e seguire un breve corso di formazione organizzato dalla Polizia Municipale per apprendere le norme utili nella fase operativa. Iniziative come questa mettono in evidenza la sensibilità e l’apertura della nostra città verso un tema socialmente rilevante come quello della collocazione attiva degli anziani nella vita sociale. Infatti è importante ricordare che la percentuale degli anziani è in aumento grazie alla presenza di due fenomeni ormai ben noti, ossia l’aumento dell’età media, in conseguenza delle migliori condizioni di vita, e il calo delle nascite. Da alcuni dati, forniti dalla Regione Lazio, apprendiamo che secondo stime ISTAT (relative al 2001) gli ultrasessantacinquenni della nostra regione sono circa 920233 pari al 17% dell’intera popolazione. Con i dati sopraccitati il Lazio si colloca in una posizione intermedia con un indice di vecchiaia (123) di poco inferiore alla media nazionale (127). Certamente gli anziani sono molti e il fatto che spesso non siano più “socialmente produttivi” non deve indurci ad emarginarli dalla vita sociale, ma, al contrario, è importante studiare sempre modi diversi di rapportarsi ad essi, poiché sono senza dubbio una miniera di esperienza. Personalmente credo che le attività sociali e socializzanti rivolte agli anziani siano in grado di sviluppare un feedback doppiamente positivo: la depressione è una delle patologie più diffuse nella terza età (talvolta associata a malattie fisiche, altre volte generata da problematiche psicologiche relative alla vecchiaia, come la paura della morte) e chi è affetto dal mal di vivere vede inevitabilmente peggiorare le proprie condizioni, se è inattivo e si sente “poco utile”. Tenendo presente questo aspetto, credo che investire energie per il coinvolgimento degli anziani nella vita sociale possa essere di grande aiuto per farli sentire pienamente accettati e ancora produttivi, seppur nei limiti delle loro possibilità e, nello stesso tempo, non dobbiamo sottovalutare i vantaggi da parte della fascia più giovane (bambini, adolescenti e adulti). Infatti, come avviene nel caso del nonno vigile, molte iniziative possono mettere a confronto generazioni diverse instaurando uno scambio di vissuti e di esperienze che è altamente salutare per la società. Circa il 16,1% degli anziani residenti nel Lazio si rivolge ai Centri di Salute Mentale per problemi di ansia e depressione. Se considerassimo quelli che non vi si recano per timore o per scarsa coscienza di sé, la stima salirebbe di molto. La maggior parte di queste persone si sentono semplicemente sole nel fare i conti col passato, nel rapportarsi ai sogni irrealizzati (e spesso ormai irrealizzabili) e nel confrontarsi ossessivamente con l’idea della morte. Ogni evento triste che avviene nella vita può assumere toni drammatici, poiché il dramma lo portano sempre dentro di loro non riuscendo a sentirsi a proprio agio con gli anni e con la realtà che li circonda. L’impegno della società verso gli anziani dovrebbe essere quello di aiutarli a valorizzare le proprie capacità (tutti ne abbiamo, a tutte le età) e spingerli a dissolvere il binomio giovane=utile per fargli capire quanto questa disorientata epoca abbia bisogno di loro, adesso! 28 Tradizioni popolari MORTE E FUNERALI selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini Dalla tesi sulle "Tradizioni Popolari a Castel Madama” di Vittorio Todini (parte prima) “La morte è certa, ma chivej l’aspetta” - “Mejo ‘n tristu processu che ‘nu beju funerale”; i due proverbi stanno a dimostrare, per diverse vie, il desiderio, la speranza, la fiducia di vivere il più a lungo possibile. Purtroppo però presto o tardi la morte giunge e la scomparsa dei congiunti e degli amici abitua i sopravvissuti alla rassegnazione e all’attesa dell’ultimo giorno di vita. Anche per quanto si riferisce alla morte e alle circostanze che talora l’accompagnano, le superstizioni non sono poche e godono un forte credito, data l’importanza estrema della cosa. Nel sogno soprattutto si crede di trovare qualche presagio: così, se qualcuno sogna che gli stanno per essere cavati i denti, vorrà dire che presto morirà un parente stretto, qualora i denti diano dolore e cadano; altrimenti, si tratta di un parente lontano. Anche il sognare le frutta non è di buon auspicio: è prossima la morte di qualche congiunto. Meno compromettente è sognare galline o denaro: nel primo caso si dovranno sopportare dei grossi dispiaceri, nel secondo si cadrà in miseria o per lo meno ci si resterà. Si raggiungerà, invece, un certo benessere, sognando la propria casa squallida e in disordine. La donna che sogna di allattare un bambino è avvertita: abbia pazienza, perché di sicuro le capiteranno dei guai. Viceversa, la persona che nel sogno muore o figura come già morta, avrà un vita lunga e felice. Anche l’udire l’orologio può essere segno di disgrazia; a volte si ode il suono prolungato di una comune sveglia ed è questa la “sveglia” di San Pasquale, che preavverte disgrazie imminenti e gravissime. Se si rovesciano e cadono in terra i recipienti che contengono olio o sale, incombe sulla famiglia una sventura. È, inoltre, segno di malaugurio udire il canto della civetta e l’essere sfiorati da una nottola o da un moscone. Anche l’ombrello, evidentemente per il colore nero della stoffa, rientra in tale serie di superstizioni: qualora lo si apra dentro casa, si corre il pericolo di affrettare la morte di qualche parente. I letti, infine, non debbono trovarsi di fronte alla porta della stanza, perché chi dorme con i piedi rivolti alla porta morirebbe “ante diem” (prima del tempo). I numeri che portano sfortuna sono il 4 e il 17; qualcuno aggiunge anche il 13, che altrove ha un valore opposto. Quando uno dei familiari muore di venerdì, altri due parenti, stretti o no, subiranno nel prossimo futuro la medesima sorte. Se un giovane del paese cessa di vivere, ne morranno subito dopo altri due; similmente avverrà per i vecchi. Una superstizione alquanto recente, ma abbastanza diffusa, è quella che vieta di accendere con lo stesso fiammifero tre sigarette: al più giovane dei fumatori resterebbe ben poco da vivere (ndr: l’origine è nella guerra del ‘15 - il cecchino alla prima sigaretta si allarma, alla seconda mira, alla terza spara). Quando è prossima la morte di qualche parente, si avverte il prete, che subito giunge a somministrare l’Estrema Unzione. Generalmente già in precedenza il sacerdote era stato a visitare il malato, servendogli la comunione. Oggi il Viatico non dà più luogo ad una modesta processione, che fino agli anni 19151920 si formava dietro al sacerdote recante l’ostia consacrata e coperto dall’ombrellino liturgico; i fedeli erano invitati a parteciparvi dal suono delle campane. Ciò non è più possibile, soprattutto per le occupazioni molteplici che impediscono alla maggior parte degli abitanti di essere presenti. Il prete adesso giunge solo o, tuttalpiù, accompagnato da un chierichetto, indossando cotta e stola. Subito dopo il decesso, per la solerzia di qualche vicino di casa, il sacrestano ne è avvisato e le due campane annunziano mestamente agli abitanti del paese che un loro concittadino ha cessato di vivere. Dal loro suono si può sapere se il morto è maschio o femmina, se è bambino o adulto, se è di famiglia povera o benestante, se appartiene o no ad una confraternita. Tre serie di tocchi affrettati della campana piccola indicano che il morto è maschio; per la femmina le serie sono soltanto due. Se poi non s’ode più Tradizioni popolari alcun suono, vorrà dire che si tratta di un bambino o di una bambina, comunemente fino ai sette anni. Se ai tocchi della campana piccola seguono quelli alternati della campana grande, il morto ha un’età superiore ai sette anni. Se poi, dopo una pausa di qualche istante, s’odono per alcune volte tre tocchi della campana piccola, seguiti da altri tre della campana grande, significa che la famiglia del defunto gode di un certo benessere e ha stabilito che la messa in suffragio venga celebrata in forma solenne. Quando muore un iscritto a una delle due confraternite (la Confraternita del Sacramento e quella del Suffragio), i confratelli vengono avvertiti, affinché provvedano a partecipare ai funerali che si tengono la sera. Il sacrestano sale sul campanile e, afferrando il batacchio, colpisce con esso la campana ripetutamente di modo che il suono aumenti a mano a mano di intensità: si adopera la campana grande per i confratelli del Sacramento, quella piccola per i confratelli del Suffragio. Le campane suonano durante tutto il giorno ad intervalli irregolari. Per vestire il morto, si scelgono gli abiti migliori; alle donne viene messo, quando ciò è possibile, l’abito da sposa; agli iscritti alle Confraternite si pongono accanto il camice, la mozzetta e il cordone. Il morto calza soltanto calzini bianchi, cuciti in punta l’uno all’altro. Le braccia, fino a qualche anno fa, venivano ripiegate sul petto con le mani giunte, dalle quali pendeva la corona del rosario; oggi si preferisce distenderle lungo i fianchi, ad evitare spiacevoli inconvenienti al momento di deporre la salma nella bara. I bimbi morti reggono tra le mani congiunte sul petto una crocetta e attorno al capo hanno una corona di rose finte, bianche e rosse. Il morto resta nel suo letto e nella sua stanza, se questa è sufficiente a contenere le numerose persone che vengono “a fà la croce”; altrimenti si sceglie una 29 stanza più ampia. La posizione del morto è però sempre la medesima: i piedi debbono essere sempre rivolti verso la porta della stanza. Fino a 4050 anni addietro c’era ancora qualcuno che preferiva deporre la salma in terra su di un lenzuolo. Le imposte vengono serrate, mentre la porta di casa resta costantemente aperta: ciò evidentemente affinché i visitatori entrino ed escano senza far rumore; ma, in realtà, secondo le donne del paese per due motivi ben più gravi: si permette così alle anime del Purgatorio di visitare il morto, la cui anima – per altro – non potrebbe uscire di casa, se la porta restasse chiusa. Un’altra superstizione riguardante le anime del Purgatorio è quella che vieta di scopare alla sera, perché si scaccerebbero dalla stanza “l’alime sante”, che sul far della notte tornano, silenziose ed invisibili, presso i loro parenti ancora in vita. Gli specchi vengono velati con panni bianchi e gli orologi fermati: questi due atti vengono spiegati comunemente come una precauzione contro la distrazione che potrebbero causare tali oggetti. Viene quindi accesa e posta su di un tavolo (o altrove) una lampada ad olio, “ju lume”, a tre o quattro becchi, alta circa 30 centimetri e in ottone. Alimentandola continuamente, si provvede a che non si spenga mai e, appena la salma è stata trasportata via, si pone in terra e si lascia consumare l’olio che ancora vi rimane. Dalla chiesa il sacrestano invia quattro candelieri, la cui disposizione attorno alla salma è varia. Ciò avviene da una quarantina d’anni a questa parte; prima ardeva soltanto il lume ad olio e, alla sera, quattro fanciulli erano disposti ai lati del morto con una candela accesa in mano fino al momento del trasporto. Nella camera ardente è un continuo via-vai, soprattutto di donne che si recano “a fà la croce a ju mortu”: prima di andarsene, infatti, si avvicinano al morto, fanno un ampio segno di croce su di esso e quindi ripetono l’atto con l’aspersorio. L’acquasantiera è legata in fondo al letto e si trova in casa dal momento in cui è giunto il sacerdote, chiamato – come si è detto – quando la fine si prevedeva prossima. Le donne restano per molte ore sedute, magari chiacchierando a bassa voce, e di tanto in tanto una di esse, esperta in tal genere di attività, attacca il rosario, “ju rosariu”; poi le litanie, “le tanìe” (e le donne rispondono “ora pro vè”, invece di “ora pro eo”); quindi, una serie di Pater, Ave e Requiem, preceduti ogni volta da pochi versi, in cui generalmente si invocano Gesù e la Madonna, affinché liberino il morto dalle pene del Purgatorio. 30 Cultura LA FESTA DI SAN MICHELE NELLA STORIA di Ivano Moreschini Abbiamo parlato nello scorso numero del convegno del 23 settembre 2005 dal titolo “L’Angelo, il Castello e il drago”, dedicato al culto di S. Michele, organizzato dal Comune di Castel Madama. Ci eravamo ripromessi di presentare anche un resoconto dell’intervento della responsabile dell’archivio storico comunale, Dott.ssa Flavia de Bellis, che ha proposto un gustoso viaggio tra le carte d’archivio per scoprire le tradizioni della festa di S. Michele. Grazie alla disponibilità dimostrata da Flavia de Bellis, proviamo quindi a ripercorrere alcune tappe di questa festa. Le sue origini sono antichissime, e vi è traccia nell’archivio di un voto perpetuo di devozione di tutta la comunità al Santo Angelo, al quale peraltro era dedicato anche il nome del paese. La prima esplicita citazione della festa nei documenti disponibili si rintraccia nei verbali del Consiglio Comunale del 1608. Dopo questa data i documenti in archivio sono più frammentari, mentre dal 1712 in poi, dalle tabelle dei conti consuntivi, che sono invece tutte conservate nell’Archivio, si desume che la festa continua ad essere svolta regolarmente. Maggiori informazioni si cominciano ad avere dalla seconda metà del settecento. In questo periodo si acuiscono le tensioni tra la comunità e l’agente del Marchese Umberto Pallavicini, barone che dominava Castel Madama. Tale agente, il Curiale Giovan Battista Gajoni, era S. Michele in una miniatura di Certosini accusato di avere un comportamento scorretto e di compiere degli abusi nei confronti della popolazione di Castel Madama. I “festaroli” chiedono per il giorno dell’8 maggio per la festa “del Glorioso S. Michele Arcangelo nostro Protettore” la licen- za per la lotta e la corsa, ed altro: la lotta non fu permessa nonostante l’impegno dei festaroli ad usare “le solite opportune precauzioni per evitare sconcerti e tumultuationi”. Non solo, ma alla fine sembra che la licenza in generale per i giochi non fosse Cultura concessa, e in seguito a tale infrazione fu quindi interrogato Alberto Cesarini, “baiulus”: vale a dire “u banneru” (colui che gettava il bando). Questi sotto giuramento dichiara di non avere “gettato Il Bando”, ma di essersi fatto pubblicamente sentire per le quattro corse: quella del Tringhetto e del Sacco, e quella del Bigonzo e della Papara. Quest’ultimo gioco viene descritto, perché era stato fatto addirittura su commissione dei Conti Fratelli Vidaschi, “i quali da Roma portarono la Papara per far fare il gioco per loro gusto”. Quindi era una specie di improvvisata, secondo Cesarini, e per questo non era neanche stata chiesta in precedenza la licenza al governatore. Comunque la corsa andò così: fu piantata la stanga per la corda della partenza da un lato, mentre alla ferrata di una finestra dall’altro lato fu messa la Papara, e fu intimata la corsa per andarla a prendere. Cesarini continua affermando che non aveva potuto pubblicare il Bando girando per il paese e dicendo: “D’ordine del Signor governatore si butta il bando che chi vuol correre si vada a scrive- 31 S. Michele in una Chiesa di Jesi re”, perché la licenza non era arrivata, e quindi aveva dovuto farsi pubblicamente sentire nel luogo della festa. Insomma, dopo tutte le storie sulla mancanza della licenza, alla fine dell’interrogatorio emerge che un Pietro Testa di allora, “mostrando collera” si era rivolto all’Agente del Marchese, alzando anche la mano, e dicendo: “Io ci ho da rimettere del mio, e spendo i miei quadrini, e questa è festa nostra; che ci ha da fare il Marchese? Che ce rentra?”. Nel periodo centrale dell’800 la festa si arricchisce di nuove attrazioni: occasione della visita del Cardinale Giacomo Brignole, evento notevole per l’importanza del personaggio all’epoca, tra il 1850 ed il 1859. C’è una testimonianza che descrive in modo dettagliato la festa: si parla del trasporto di un “pomposo e brillante apparecchio”, la macchina di S. Michele, si parla di spari e salve; della Processione; la Messa solenne con orazione; i fuochi artificiali; lancio di globi aerostatici (palloncini?); illuminazioni nel paese; concerti di scelte bande. A parte la magnificenza della festa per 32 la speciale occasione, l’organizzazione non sembra molto diversa da quella attuale. Per quello che riguarda i giochi, continua anche nell’800 la tradizione della corsa nel sacco, da svolgersi “a piedi entro al sacco con le mani libere”. Può essere curioso vedere i partecipanti, con alcuni venuti da “Cicigliano”: Vincenti Agostino, Susanna Rinaldo, De Luca Benedetto. I castellani invece erano Fazolo Domenico, Salinetti Giuseppe, Caratelli Luigi, Cesarini Giuseppe, ed il vincitore, Mariotti Vincenzo. Abbiamo notizie dettagliate di questa corsa perché ci furono contestazioni, a dimostrazione di quanto erano sentite certe manifestazioni. Molto interessante è anche il gioco della tombola dei nomi. Nel 1853 il festarolo Salviani Micchele (non è un errore di battitura, è scritto proprio così sul documento) comunica al Governatore di allora che “per dare maggior decoro alla solennizzazione di S. Michele Arcangelo avrei pensato di fare un nuovo divertimento: un piccolo palio in qualità di Riffa, cioè di fare spendere baiocchi due per ogni nome”. Il successivo manifesto pubblico, a firma di Cherubini Basilio, chiarisce i meccanismi della “Riffa”: si invita chi ne ha voglia a imbussolare il suo nome; può farlo anche più volte, pagando ogni volta tre baiocchi. Conseguivano il premio i tre nomi che venivano “consecutivamente ed immediatamente estratti dopo quello del S. Arcangelo Michele Protettore”, ed il premio era così ripartito: il primo estratto dopo S. Michele quattro scudi; il secondo ed il terzo estratto due scudi. Sembra che si sviluppò una certa polemica per la mancanza di premi al primo nome estratto in assoluto, per cui l’anno dopo, visto il successo del gioco, si corresse Cultura S. Michele in una Chiesa di Como l’attribuzione dei premi in tal senso. Nel 1858 invece si tenne una tombolata classica, come si legge in una nota di Doddi Antonio. I premi da attribuire erano: scudi 4 per il terno, 6 per la quaterna, 10 per la cinquina e 40 per la tombola. POST-SCRIPTUM: durante il convegno è stata annunciata la pubblicazione degli atti del convegno “L’Angelo, il Castello e il Drago”. Vogliamo chiarire che questi articoli non si pongono in alternativa a quella eventuale pubblicazione. Se c’è tra chi ci legge qualche storico, per professione o per diletto, avrà infatti senz’altro arricciato il naso nel leggere il resoconto riportato sopra: manca un inquadra- mento storico del contesto, mancano molte spiegazioni. Ad esempio: quanto valeva un baiocco ed uno scudo? E che monete erano? Che funzione aveva il Governatore? La nostra intenzione è solo quella di stimolare l’interesse per l’Archivio Storico, riportando con questo articolo, e con altri che cercheremo di fare, delle notizie storiche in forma curiosa. Per questo ringraziamo di nuovo la disponibilità della Dott.ssa Flavia de Bellis per il materiale che gentilmente mette a disposizione. Speriamo che altri, con più mezzi critici e più tempo di noi, riescano a produrre ricerche di natura scientifica con i materiali del nostro Archivio, e di quelli di tutta la zona. Castel Madama 33 IL CASTELLO ORSINI di Carla Santolamazza e Ivano Moreschini Due le ricostruzioni elaborate da diversi autori sulla nascita del castrum e del castello S. Angelo: una dello Zappi (XVI) e del Cioffi (XVII), l’altra del Coste (1983). Il Prof. Ferruti, intervenuto al Convegno sul culto di S. Michele Arcangelo, ritiene più attendibile quella del Coste L’origine del castello Sant’Angelo risale al X secolo. Però dagli studi e ricerche effettuati da vari autori, quali lo Zappi nel XVI secolo e il Cioffi nel XVII, si apprende che la storia del Castrum Sancti Angeli è legata a quella del Castrum Apolloni, nato ad opera dei Monaci di Subiaco nell’VIII secolo. Infatti il Castello chiamato Apollonio includeva anche un altro fondo chiamato Romano. In questo fondo, secondo una bolla pontificia del 958, esisteva una chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, accanto alla quale sorse un castello, che prese lo stesso nome, Castel S. Angelo. Anche in una seconda bolla pontificia del 978, che stabilisce i confini della giurisdizione del vescovo di Tivoli, si menziona un “fundus castro cum ecclesia S. Angeli....” che dovrebbe identificarsi con il Castrum Sancti Angeli. Quindi secondo le ricostruzioni di questi studiosi il castello comincia ad essere edificato tra il 958 e il 978 nel fondo detto Romano. Tale fondo, conquistato nel 996 dal prefetto di Roma Crescenzio, solo in parte è restituito al monastero di Subiaco dai figli di Crescenzio nel 1036. In tale data per la prima volta si trova, su documenti come il Cronicon Sublacense, l’esistenza del nuovo insediamento: il Castrum. Attorno alla chiesa e al castello comincia a sorgere il nucleo abitato, dopo il decadimento del vicino Castello Apollonio ad opera dei Tiburtini nel 1125. Diversa invece la ricostruzione fatta dal Coste nel 1983: il primo documento che rappresenta la carta di un nuovo insediamento sul Monte Sant’Angelo era una concessione di terreni ad alcune famiglie, fatta dal vescovo Amizzone di Tivoli nel 992. Non esistevano quindi legami tra questo sito ed il Fundum Romani, che secondo questa ricostruzione avrebbe fatto parte di una delle contrade di San Gregorio da Sassola. Fu il Crescenzio, come già 34 Castel Madama G LI O RSI NI (parte seconda) Giovanni Gaetano Orsini (1210 circa-1280), che fu papa Niccolo III dal 1277, morì a Soriano, vicino Viterbo, in uno splendido palazzo donato poi al nipote Orso. Alla sua morte gli Orsini risiedono a Roma, insediati nei luoghi dove sorgono i loro palazzi, al Teatro di Pompeo e a Monte Giordano. A loro spetta anche il controllo del traffico commerciale sul Tevere , mediante il possesso delle torri e delle catene fluviali a Porta Portese; inoltre, con moltissimi uomini d’arme, il casato assicura alla Chiesa un notevole aiuto militare, e inoltre nella Curia molti posti importanti verranno occupati da ecclesiastici Orsini. Essi sono allora Conti di Vicovaro, Nettuno, Sovana. Ma è dalla fine del XIII secolo che si delineano anche atteggiamenti politici diversi tra insigni rappresentanti del casato: così in due cardinali del tempo. Matteo Rosso (1230-1305), sostenitore di Bonifacio VIII, mentre Napoleone (1263-1342), nipote di Niccolò III, si oppose a papa Caetani e, sorto il conflitto con Filippo il Bello, appoggiato dai Colonna, si schierò con la Francia e si oppose anche al cugino Matteo Rosso. Nel 1304 fu tra i gradi elettori di Clemente V e andò ad Avignone nel 1306 come legato pontificio, per sanare le diverse fazioni politiche, ma la sua opera non ebbe successo. Richiamato da Clemente V in Curia, colmato di onori e ricchezze, partecipò al processo intentato contro la memoria di Bonifacio VIII, ma non volle andare oltre nell’eccessiva accondiscendenza del papa al re di Francia, per cui si oppose invano all’elezione del Papa Giovanni XXII e allo spostamento della Santa Sede da Roma ad Avignone. Peraltro tutti i Caetani furono coinvolti nella grande crisi cittadina che subentra con l’esodo avignonese ed il grande scisma d’occidente, così che gli Orsini trovano feudi nel sud d’Italia, dividendosi in diversi rami. Nel Regno di Napoli nascono i conti di Nola, poi principi di Taranto, conti di Lecce, principi di Salerno e duchi di Amalfi; e ancora i conti di Tagliacozzo, principi dell’Aquila e di Piombino, marchesi di Rocca Antica, Populonia e Trevignano. Da questo ramo nasceranno altri due casati: quello dei duchi di Bracciano (estinto nel 1698) e quello dei duchi di Gravina e Conversano, principi di Scandriglia, che è l’unico ramo oggi esistente. Infatti si estingueranno nel 1640 il ramo dei conti di Nola e Pitigliano, e nel 1650 il ramo di Monterotondo. Il periodo cruciale del casato è tra la prima metà del Quattrocento e i primi del Cinquecento, dall’avvento al soglio pontificio di un Colonna, Martino V, con alti e bassi del loro prestigio, durante il quale si costruiscono il palazzo in fondo a Piazza Navona, sull’area del quale poi sorgerà Palazzo Braschi; fino al papato di Alessandro VI con la confisca delle proprietà e con personalità di rilievo assassinate: dal cardinale Giambattista (morto nel 1503) ai condottieri Virginio (morto nel 1496), Francesco e Paolo ( morto nel 1502) e Gentile Virginio (1445-97), duca di Bracciano. Quest’ultimo combatté per Ferdinando I d’Aragona e partecipò alla coalizione pontificio - napoletana contro Firenze e con Venezia alla battaglia di Campomorto contro il re di Napoli, che gli tolse Tagliacozzo. Reintegrato nella proprietà nel 1493, vi aggiunse Cerveteri e Anguillara; insieme al cugino Niccolò fu a capo delle truppe che avrebbero dovuto bloccare l’avanzata di Carlo VIII, ma fu fatto prigioniero dai francesi. Liberato, andò al servizio del re di Francia e finì di nuovo prigioniero dei napoletani; rinchiuso a Castel dell’Ovo, a Napoli, fu fatto avvelenare, per volere di Alessandro VI, che si impossessò dei suoi beni per il figlio Cesare Borgia. Castel Madama Palazzo Orsini Pio Righetti in un’incisione di G. Vasi detto, a concedere al monastero di Subiaco il castello Apollonio e una parte del castello di S. Angelo; in seguito ci furono altre concessioni e nel 1115 i monaci ne possedevano una metà e l’altra era dei Tiburtini che ne determinarono l’abbandono temporaneo. La prima presenza degli Orsini, secondo la ricostruzione in base a documenti a disposizione del Coste, risale alla metà del XIII secolo come proprietari di una parte del castello di S. Angelo, che era in quel periodo semidistrutto. Nel 1275 il Castrum è di nuovo per intero proprietà degli Orsini, quindi anche i due castelli Apollonio e S. Angelo, quest’ultimo meno popolato e semideserto per tutto il XIII secolo. Nel 1308 gli Orsini, dopo la distruzione del castello Apollonio, ad opera dei Tiburtini, decisero di ampliare quello di S. Angelo. Questa la ricostruzione fatta dallo Zappi e dal Cioffi, che non concorda con quella del Coste che dall’esame di documenti ritiene il Castrum precedente al 1308 e attribuisce la proprietà dei due castelli a due eredi diversi degli Orsini, per cui il castello Apollonio soggetto a troppe vendite e divisioni andò progressivamente in rovina non prima della fine del XIV secolo. Nel 1308, come testimonia una lapide con al centro il busto di San Michele Arcangelo in rilievo e un’iscrizione in caratteri gotici, un tempo posizionata sulla porta del castello, furono realizzate opere di ricostruzione consistenti nell’edificazione di una nuova cinta muraria e la porta d’accesso. Oggi la lapide è murata nel cortile interno del castello, dopo essere stata per molto tempo depositata in un granaio. Nel 1402, dopo un periodo di proprietà del monastero di S. Lorenzo in Panisperna di una parte del Castrum, Gentile Orsini riunifica la proprietà del Castello che, dopo la sua morte, non avendo eredi diretti, passa al ramo Orsini di Monterotondo. Nel 1504 dopo vari passaggi ereditari il castello diventa dei Medici e 35 nel 1520 di papa Clemente VII. Con la morte del papa il proprietario è il cardinale Ippolito che, secondo la testimonianza di uno storico tiburtino G.M. Zappi incarica alcuni architetti di redigere disegni per fortificarlo con una possente muraglia. Questo fatto dimostra l’importanza strategica del luogo e la trasformazione da parte della famiglia Medici del castello in fortificazione, prima fase costruttiva. Nel 1536 dopo la morte del cardinale il castello passa al duca Alessandro che sposa Margarita d’Austria che lo eredita alla sua morte e lo porta in dote al secondo marito Ottavio Farnese. Forse ne prende possesso solo nel 1540 e lo sceglie come dimora estiva fino al 1550. È in questo periodo che vengono eseguiti lavori di ristrutturazione e abbellimento interni con la creazione del cortile e lavori esterni di fortificazione, dovuti tutti probabilmente all’architetto Francesco de Marchi, esperto di fabbriche militari. Con la Madama d’Austria è messa in atto la seconda fase costruttiva del castello con la sua trasformazione in residenza signorile e rafforzamento della fortificazione con la costruzione di un secondo anello difensivo costituito da case disposte attorno al nucleo centrale a formare un bastione. Dopo la morte della Madama il castello ritorna ai Farnese che lo concedono in seguito ai Pallavicini che ne restano proprietari fino al 1789. Sono i Pallavicini all’inizio del XVIII secolo a realizzare l’ultima sistemazione dell’edificio con interventi negli ambienti interni. Durante la Rivoluzione Francese il feudo è concesso da Napoleone alla famiglia Papi, nel 1815 ritorna ai Pallavicini e poi al marchese Tiberi. Infine diventa la dimora di Oreste Vulpiani che nel 1925 lo dona all’opera Pia Ottavia Vulpiani fondata a favore dell’istruzione infantile. Oggi il castello, di proprietà del Comune, conserva all’interno una ricca collezione di dipinti, mobili, oggetti d’arredamento appartenuti ai Vulpiani. Calcio 37 Passo falso dell’A.S. CASTEL MADAMA CON L’ULTIMA IN CLASSIFICA di Federico Chicca Brutto pareggio con lo Jenne, ma i ragazzi di mister Biondi sono sempre primi Brutto pareggio dell’A.S. Castel Madama sul campo dello Jenne. I ragazzi di mister Biondi sono stati costretti allo 0-0, un risultato che ha significato il primo punto in classifica per i nostri avversari. La battuta di arresto del Castel Madama è stata pienamente sfruttata dalle nostre dirette rivali Nuovasuperiride e Roviano che rispettivamente si sono imposte per 1-3 con il Supino e 1-0 contro il San Cesareo. Sicuramente una vittoria avrebbe alleggerito la pressione sul prossimo turno che vedrà l’A.S. Castel Madama impegnata con l’Alessandrino. Con soli tre punti di vantaggio sulle inseguitrici, non saranno ammessi altri passi falsi ai nostri atleti. Per raggiungere l’obiettivo della stagione che, vista la rosa a disposizione, può essere tranquillamente individuato nella conquista del titolo, il Castel Madama dovrà continuare a giocare come ha fatto fino ad ora. CLASSIFICA (aggiornata al 06/11/2005) Castel Madama Nuovasuperiride Roviano Ciampino Fiuggi Tor Lupara Fonte Nuova Zagarolo Sanvitese Alessandrino Casilina Supino San Cesareo Villan. Guidonia Jenne Tor Sapienza 16 13 13 12 10 10 9 8 8 7 7 6 5 3 1 1 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 5 4 4 3 2 3 3 2 2 2 2 2 1 0 0 0 1 1 1 3 4 1 0 2 2 1 1 0 2 3 1 1 0 1 1 0 0 2 3 1 2 2 3 4 3 3 5 5 14 4 13 3 9 4 10 6 8 6 3 3 13 11 9 6 12 11 9 9 10 13 8 15 5 7 1 8 1 9 4 14 LA F.C. PRO CASTEL MADAMA INCOMINCIA LA RIMONTA di Federico Chicca Dopo la sconfitta nella partita di esordio due vittorie consecutive fanno avvicinare la capolista Santo Stefano Dopo la sconfitta nella partita di esordio con la Gregoriana a San Gregorio, i ragazzi di mister Nonni si sono imposti per 6 a 3 sul Colle Fiorito nella prima partita casalinga. Questa volta rispetto alla prima partita la Pro Castel Madama è scesa in campo molto più determinata e allo stesso tempo tranquilla e i risultati si sono visti. Il modulo con una punta centrale e due ali a supporto sembra che stia incominciando a dare i suoi frutti. Ancora più convincente la terza performance della squadra, un secco 1-4 contro il Cor Colle. La forza di questa squadra sembra essere proprio il gruppo. Infatti, se ancora non emerge un calciatore su tutti che spicchi per bravura o per carisma, è il gruppo che nei momenti di difficoltà riesce a non perdere la testa, cosa assai facile in categorie come la terza. Purtroppo la quarta partita di domenica 6 novembre contro il Marino Equo non si è potuta disputare causa infortunio del direttore di gara che, a seguito di uno strappo muscolare, sospendeva la partita al 22’ del 1° tempo con il punteggio di 0-0. 38 Tennis Davide De Carlo sul tetto d’Europa! di Matteo Di Lorenzo L’estate che sta per concludersi nel mondo del tennis tiburtino sarà ricordata sicuramente per le imprese in Europa del Maestro del centro sportivo empolum Davide De Carlo. Il maestro infatti si è reso protagonista di una brillante prestazione in Spagna e due vittorie in Olanda e Croazia. Ma per raccontare questa meravigliosa storia di sport bisogna partire dal 2004. È infatti in questo anno che Davide, grazie a buone prove riesce a riportarsi nella categoria “B”, a lui più adatta facendosi anche notare dalla federazione, che nel 2005 decide di fare entrare Davide nel giro azzurro, arrivando così alla convocazione in primavera. Si gioca la “Coppa delle Nazioni” categoria senior in Spagna, nella magnifica Barcellona, dove l’Italia, e quindi anche il nostro Maestro vince nei quarti contro gli USA (che tra i suoi campioni annovera Rosco Tanner, in passato autore di una splendida finale di Wimbledon contro Borg). Si giunge così alla finale contro i padroni di casa della Spagna e tocca proprio a Davide affrontare il fenomeno Fernando Luna, ex n. 12 del ranking mondiale assoluto. Le buone impressioni psico-fisiche convincono Davide a cimentarsi in Tornei del circuito ITF, il circuito della federazione internazionale di tennis. La prima tappa è ad Amsterdam nella prima settimana di Agosto. Il maestro, reduce dalle fatiche con i bambini del college estivo dell’Empolum, non si fa impressionare dai nomi del tabellone, superando agevolmente i primi turni arriva così alla semifinale dove vince contro il campione Davide con Emilio Sanchez e tre allievi della scuola: Marta, Paolo e Lorenzo Olandese ex di coppa Davis Laprè. In finale batte il thailandese J. Sie per 7-5; 4-6; 6-2, in un eroico match durato più di 3 h. A fine agosto è la volta della splendida Croazia, a Opatjia, torneo di livello superiore con giocatori di livello mondiale. Nei quarti Davide affronta il n. 53 del ranking vincendo facilmente, in semifinale è la volta dell’Austriaco Walgram, n. 10 e osso duro nella terra battuta, ma che non può nulla contro la determinazione del nostro maestro che arriva alla finale contro il favorito di casa n. 4 del ranking senior il croato Hoppe, che deve arrendersi al nostro campione che vince anche questo torneo. Le vittorie in questi 2 tornei valgono ben 240 punti ITF permettendo di salire molte posizioni in classifica che sarà redatta entro la fine di settembre. Invitiamo tutti gli appassionati a consultare il sito www.itftennis.com/seniors per vedere a che posizione si collocherà Davide. Nel periodo invernale il maestro Davide è impegnato, nella scuola tennis da lui diretta nel centro sportivo Empolum, a trovare nuovi campioni, o semplicemente a diffondere il tennis in tutto il suo fascino. Parlando con Davide vi dirà che questi successi non sono casuali, ma sono il frutto di anni di lavoro e di una costanza nell’applicazione sportiva difficile da riscontrare anche nei campioni del passato. Non c’è dubbio che il maestro Davide De Carlo a 45 anni, è un buon esempio dello sport, inteso come salute, divertimento e soprattutto successo, perchè l’importante è partecipare ma vincere è tutta un’altra cosa!