Emozioni e Cibo
Newsletter dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP)
N. 36 | 2012
Euro 2,00 | ISSN 1720-5409 | Poste Italiane s.p.a. |
Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DR Verona
Cari colleghi/e,
DA-NAS
AN
BN
Disturbo
dell’alimentazione
La natura
transdiagnostica della
CBT-E è supportata
da ricerche sul
trattamento della bulimia
nervosa, dell’anoressia
nervosa e dei disturbi
dell’alimentazione NAS
inizia la tradizionale stagione di studio e formazione. È sempre impegnativo coniugare l’attività clinica con l’aggiornamento e ancor più con la ricerca. Tuttavia
il binomio curare-studiare è indispensabile sia per assicurare ai malati le cure
migliori sia per la soddisfazione personale nel rimanere aggiornati e adeguare il
proprio bagaglio professionale.
Primo importante appuntamento per la nostra formazione è a Milano il 16 Febbraio
2013 con l’incontro “Terapia cognitivo comportamentale della modificazione dello
stile di vita”. Sappiamo bene che è questo uno degli snodi decisivi per ottenere dei
risultati utili alla salute dei cittadini che si rivolgono ai clinici: cambiare le abitudini
che portano a sviluppare patologie fisiche e mentali. È indubbio che il setting cognitivo comportamentale, con le sue numerose e validate procedure e strategie per
aiutare il paziente a cambiare attitudini e comportamenti disfunzionali, è la “serra”
privilegiata dove il cambiamento di stile di vita, in modo empatico e collaborativo,
può realizzarsi. La CBT “dà tempo” al terapeuta per lavorare e al paziente per apprendere, creando il clima adatto ad un risultato positivo.
Il 7-8 Giugno si terrà a Napoli il corso “Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità”, dal 17 al 21 Settembre il “CBT intensive course sui disturbi dell’alimentazione”, il 18-19 ottobre il corso di aggiornamento sul “Trattamento dei disturbi
dell’alimentazione” e il business meeting delle UOL AIDAP.
segue pag. 2
In questo numero
VITA DELLA SOCIETÀ
Resoconto evento | Un programma
basato sulla dissonanza cognitiva per
prevenire i disturbi dell’alimentazione |
PAG. 3
CALENDARIO CORSI E CONVEGNI
Corsi in programma nel 2013 | PAG. 4
Resoconto evento
| Terapia cognitivo
comportamentale
dell’obesità | PAG. 5
Resoconto evento | Conferenza
nazionale di consenso sui disturbi del
comportamento alimentare | PAG. 6
AIDAP Brescia | La “crociera salutare”
| PAG. 7
AIDAP Oliveri | Esperti di psicologia
della vendita decidono la disposizione
dei prodotti | PAG. 9
ARTICOLI SCIENTIFICI
Prevenzione | Determinanti
comportamentali
dell’obesità: risultati della
ricerca e implicazioni
politiche | PAG. 11
Prevenzione | Valutazione dell’efficacia
di un programma di prevenzione
selettiva… | PAG. 14
Prevenzione | Consumo di bevande
zuccherate e aumento di peso:
l’associazione è stata dimostrata!
| PAG. 17
Trattamento | Terapia
cognitivo comportamentale
migliorata per adolescenti
con anoressia nervosa:
un’alternativa alla terapia
familiare? | PAG. 20
Trattamento | Terapia cognitivo
comportamentale migliorata per adulti
con anoressia nervosa: uno studio
inglese e italiano | PAG. 23
Trattamento | La terapia interpersonale
nei disturbi dell’alimentazione | PAG. 26
Look AHEAD | Interpretazioni e
implicazioni sulla decisione del National
Institutes of Health | PAG. 29
ATTIVITÀ DELL’AIDAP
Attività e centri in Italia | PAG. 32
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Quest’anno il Convegno nazionale AIDAP si svolgerà a Milano (17-18 maggio 2013) e avremo la straordinaria opportunità di partecipare nella prima giornata al workshop del prof.
Fairburn dell’università di Oxford, massima autorità mondiale nella ricerca del trattamento dei disturbi dell’alimentazione (prenotatevi per tempo!). Il workshop e il congresso
saranno interamente dedicati a illustrare i più recenti studi
ed evoluzioni della CBT-E.
La CBT-E, come è noto, è il trattamento più efficace per gli
adulti affetti da bulimia nervosa, da disturbo da alimentazione incontrollata e da disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (NAS). La notevole eccezione, fino ad
ora, era stata l’anoressia nervosa, per la quale non è stabilito in maniera attendibile un trattamento empiricamente
supportato. Due articoli, ai quali hanno partecipato come
autori alcuni nostri soci dell’AIDAP, in pubblicazione sulla
prestigiosa rivista Behaviour Research and Therapy e recensiti in anteprima su questo numero di Emozioni e Cibo,
hanno seguito le raccomandazioni descritte sopra. Il primo
“Enhanced cognitive behaviour therapy for adults with anorexia nervosa: A UK-Italy study” riporta l’outcome di uno
studio che ha valutato gli effetti della CBT-E ambulatoriale
negli adulti affetti da anoressia nervosa. Questo studio ha
reclutato un ampio campione di pazienti con psicopatologia
grave nei due centri di trattamento in Italia e in Inghilterra.
Il tasso di ritenzione è stato superiore rispetto agli studi precedenti e 2/3 dei pazienti hanno completato il trattamento
e risposto bene con un aumento significativo del peso e un
miglioramento significativo della psicopatologia specifica e
generale. Sorprendentemente i miglioramenti raggiunti con
il trattamento si sono mantenuti bene nel corso delle 60 settimane di follow-up con un minimo intervento aggiuntivo.
Nel secondo articolo “Enhanced cognitive behaviour therapy
for adolescents with anorexia nervosa: An alternative to family therapy?” gli autori riportano i dati di uno studio italiano
sull’applicazione dalla CBT-E adattata per gli adolescenti con
anoressia nervosa. I risultati sono paragonabili a quelli ottenu-
Newsletter della Associazione Italiana
Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP)
Via Sansovino, 16 - 37138 Verona - Tel. (045) 8103915
Fax (045) 8102884 - E-mail: [email protected]
Sito web: www.aidap.org
EMOZIONI E CIBO:
Periodico quadrimestrale dell’Associazione AIDAP
Iscrizione Tribunale di Verona - n. 1377-data 28/08/99
DIRETTORE RESPONSABILE:
Mauro Cappelletti
PROGETTO GRAFICO:
POSITIVE PRESS - Via Sansovino 16 - Verona
Sito web: www.positivepress.net
[ 2 ] www.aidap.org
ti della CBT-E per gli adulti. In particolare, il tasso di accettazione è risultato molto elevato e due terzi hanno completato il
programma senza alcun intervento aggiuntivo. Il peso corporeo ha mostrato un notevole incremento e a ciò si è associato
un miglioramento significativo della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e della psicopatologia generale. Anche
in questo studio, il cambiamento è stato mantenuto in modo
sorprendete a 60 settimane di follow-up.
Wilson, editor di Behaviour Research and Therapy, nell’editoriale di accompagnamento ai due articoli concorda con gli
autori che i risultati particolarmente promettenti nello studio
eseguito sui pazienti adulti forniscono un punto di riferimento
per valutare la CBT-E in studi randomizzati e controllati (RCT)
e che il tempo sembra ora maturo per eseguire una ricerca
controllata per comparare negli adolescenti l’efficacia della
CBT-E rispetto alla terapia basata sulla famiglia.
In questo numero trovate, oltre ai resoconti di alcuni interessanti eventi congressuali, anche le recensioni di tre articoli recentemente pubblicati sul New England Journal of
Medicine che hanno dimostrato in modo inequivocabile il
ruolo causale delle bevande zuccherate nel promuovere lo
sviluppo dell’obesità. Purtroppo, come ben sappiamo, il tentativo del ministro Balduzzi di tassare le bevande zuccherate
è naufragato in conseguenza della pressione mediatica esercitata dalle lobby dei produttori delle bevande zuccherate.
Noi dell’AIDAP, comunque, continueremo a contrastare attraverso l’informazione scientifica le azioni delle lobby delle
bevande zuccherate e a supportare con forza le raccomandazioni di molte e famose organizzazioni scientifiche internazionali finalizzate a ridurre il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti.
Buona lettura
Mauro Cappelletti
Presidente AIDAP
SOCI ONORARI AIDAP:
Ms. Jane Brody, Prof. David Garner, Prof. Francesca Brambilla, Ms. Dacia Maraini, Prof. Michele Carruba, Ms. Maria Teresa Ruta, Dr. Johan Vanderlinden, Prof. Christopher Fairburn,
Prof. James Look, Prof. Stephen Wonderlich, Prof. Anthony
Fabricatore, Dr. Zafra Cooper, Prof. Eric Stice, Dr. Roberta
Sherman, Prof. Ron A. Thompson
CONSIGLIERI:
Cappelletti Mauro (Presidente AIDAP), Dalle Grave Riccardo
(Segretario Scientifico AIDAP), Camporese Lucia, Pasqualoni
Elettra, Banderali Arianna, Faillaci Antonino, Filardo Domenico.
V I TA D E L L A S O C I E T À
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
AIDAP informa corso di prevenzione
Un programma basato sulla dissonanza
cognitiva per prevenire i disturbi
dell’alimentazione
Verona, 8 settembre 2012
A cura di: Sara Cappelletti - AIDAP Torino
Sabato 8 settembre a Verona è stato presentato il “Progetto Corpo” per la prevenzione
dei Disturbi dell’Alimentazione, ideato da Erik Stice, che ha ottenuto risultati sorprendenti
nei trial di efficacia.
Il corso “Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per
prevenire i disturbi dell’alimentazione” si è svolto nell’intera
giornata di sabato 8 settembre ed è stato condotto dal dott.
Dalle Grave, dalla dott.ssa Chignola e dalla dott.ssa Ruocco.
Nella mattinata sono stati affrontati i principali argomenti teorici collegati alla prevenzione, tra cui l’importanza di
effettuare interventi di prevenzione, le diverse tipologie di
programmi di prevenzione in base ai destinatari (universale, selettiva ed indicata), la storia della prevenzione partendo dagli interventi psicoeducativi a taglio didattico fino ad
arrivare ai programmi interattivi. È inoltre stata presentata
dal dott. Dalle Grave, relatore della prima parte dell’evento
formativo, una interessante revisione metanalitica sulla prevenzione dei disturbi dell’alimentazione comprendente 66
trial condotti su 51 programmi di prevenzione diversi. I dati
indicano che c’è ampio spazio per migliorare l’efficacia dei
programmi di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione,
e suggeriscono che può essere più utile eseguire interventi
diretti al sesso femminile ad alto rischio con più di 15 anni.
Le caratteristiche peculiari dei programmi di prevenzione
efficaci sono le seguenti: essere interattivi, essere focalizzati
sull’immagine corporea, usare procedure che inducano dissonanza, evitare materiale educativo, essere eseguiti in sedute multiple e somministrati da professionisti.
In particolare, Progetto Corpo, un intervento di prevenzione
selettiva sviluppato da Stice che si basa sulla terapia della
dissonanza, ha determinato una riduzione del 60-61% del
rischio d’insorgenza di disturbi dell’alimentazione rispetto ai
controlli durante il periodo di tre anni di follow-up.
Nella seconda parte del corso è stato illustrato nel dettaglio il
programma di prevenzione Progetto Corpo dalle dott.sse Elisa
Chignola e Antonella Ruocco dell’equipe di Villa Garda, che
hanno applicato il progetto a gruppi di studentesse di istituti
superiori. Il protocollo prevede la presenza di gruppi composti da 6/8 ragazze, alle quali è rivolto un intervento di 1 ora a
settimana, per quattro settimane consecutive.
La peculiarità di questo corso è stata il fatto che oltre alla descrizione degli argomenti, degli esercizi e dei compiti per ogni
singola seduta, sono stati proiettati molti filmati per mostrare
l’applicazione pratica di tutto ciò che è stato illustrato.
Per questo motivo e per la disponibilità dei relatori il corso
è stato interattivo ed estremamente pratico, ed ha catturato l’interesse dei presenti, fornendo loro il protocollo di un
intervento di prevenzione efficace, testato scientificamente,
replicabile. È stato fornito molto materiale didattico, tra cui
l’indispensabile eserciziario da utilizzare nell’intervento preventivo, in lingua italiana.
Dato il grande interesse suscitato è probabile che il corso
verrà replicato il prossimo anno.
PROGETTO CORPO
L’edizione italiana del programma
ideato da Erik Stice è stata
curata dal Dott. Dalle Grave
ISBN-88-8429-056-2
Ed. Positive Press (2011)
Eric Stice è ricercatore senior presso l’Oregon Research
Institute e l’Università del Texas di Austin e dirige laboratori di ricerca attiva in entrambe le istituzioni.
www.aidap.org [ 3 ]
CALENDARIO CORSI E CONVEGNI 2013
MILANO
MILANO
TERAPIA COGNITIVO
COMPORTAMENTALE
DELLA MODIFICAZIONE
DELLO STILE DI VITA
CONVEGNO NAZIONALE AIDAP
CBT-E DEI DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE:
PROGRESSI E SFIDE FUTURE
INGRESSO LIBERO
Per informazioni vedi pag. 30
Per informazioni vedi pag. 10
16
febbraio
maggio
17-18
NAPOLI
VOLTERRA (PI)
TERAPIA COGNITIVO
COMPORTAMENTALE
DELL’OBESITÀ
CBT INTENSIVE COURSE
SUI DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE
Per informazioni vedi pag. 28
5 giornate nella splendida
cornice di Volterra nella “The
learning village in Tuscany”
giugno
7-8
settembre
17 21
dal
al
VERONA
VERONA
CORSO DI AGGIORNAMENTO
TRATTAMENTO DEI DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE
E BUSINESS MEETING UOL
UN PROGRAMMA BASATO
SULLA DISSONANZA COGNITIVA
PER PREVENIRE I DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE
www.positivepress.net
www.aidap.org
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ottobre
18-19
novembre
22
CORSO ANNUALE 2013-2014
VERONA
FIRST CERTIFICATE OF PROFESSIONAL TRAINING IN EATING DISORDERS AND OBESITY
Da 16 anni medici, biologi, psicologi e dietisti da tutta Italia giungono a Verona per apprendere la teoria e le
tecniche più aggiornate per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità.
www.positivepress.net | www.aidap.org
PREREQUISITO PER L’APERTURA DI UNA
UNITÀ LOCALE AIDAP
maggio
2013 - marzo 2014
Per ulteriori informazioni: POSITIVE PRESS - Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884 - E-mail: [email protected]
Sito web: www.positivepress.net - www.aidap.org
Ricordiamo che i corsi non abilitano all’elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in
assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti.
V I TA D E L L A S O C I E T À
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
AIDAP informa corso sull’obesità
Terapia cognitivo comportamentale
dell’obesità
Roma, 19-20 ottobre 2012
A cura di: Maria Grazia Rubeo - AIDAP Roma
Il 19 e 20 Ottobre 2012 si è svolto a Roma il Corso sulla terapia Cognitivo-Comportamentale dell’Obesità, dove è stata presentata la nuova teoria e l’organizzazione generale della
CBT per la perdita e il mantenimento del peso.
A partire dalla terapia comportamentale (BT) fino a quella cognitiva, la teoria attuale enfatizza un modello in cui la modificazione dello stile di vita risulta essere l’obiettivo principale
del trattamento e la strategia più salutare per gestire l’eccesso
di peso e le sue complicanze. L’intervento presentato dal Dott.
Dalle Grave non è prescrittivo ma si propone di aumentare
l’attività fisica e modificare l’introito calorico utilizzando la
terapia cognitivo-comportamentale per far acquisire le conoscenze e le abilità necessarie per effettuare e mantenere il
cambiamento. La struttura del trattamento è di 20 sedute in
40 settimane (9 mesi) ed ha due fasi: la fase 1 ha durata di 24
settimane ed ha lo scopo di raggiungere una salutare perdita
di peso ed affrontare gli ostacoli al mantenimento del peso
e la fase 2 che va dalla settimana 24 alla 40 ed ha lo scopo
di raggiungere un atteggiamento mentale e i comportamenti
necessari al mantenimento del peso. Tra i processi cognitivi
sottolineati dalla ricerca, importanti per il mantenimento del
peso, ricordiamo le aspettative di perdita di peso, la soddisfazione per la perdita di peso, la restrizione dietetica cognitiva e
l’autoefficacia, cioè la capacità da parte dei pazienti di riuscire
a gestire il loro peso senza un aiuto professionale a lungo termine. Ciò evidenzia come sia necessario implementare sempre di più nuove strategie cognitivo-comportamentali per sviluppare nel paziente il mindset del controllo del peso a lungo
termine. Nel corso sono stati anche discussi i punti di forza e i
limiti della terapia chirurgica e farmacologica dell’obesità. Per
quanto riguarda la terapia chirurgica questa è raccomandata
solamente per persone con obesità di grado elevato e patologie concomitanti, mentre per la terapia farmacologica attualmente in Italia è in commercio un unico farmaco: l’Orlistat.
Altre due molecole sono state approvate dalla Food and Drug
Administration e sono la Lorcaserina che agisce sul sistema serotoninergico e un farmaco a base di Fentermina-Topiramato:
quest’ultima molecola però non è stato approvata dalla European Medicines Agency (EMA) e non potrà essere prescritta al
momento in Europa. La terapia farmacologica potrebbe essere
un tassello importante nella terapia dell’obesità, perché agisce
su quei meccanismi biologici interni che regolano l’assunzione di cibo e il dispendio energetico, ma purtroppo al momento presenta numerosi problemi ancora non risolti.
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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
V I TA D E L L A S O C I E T À
AIDAP informa disturbi dell’alimentazione
Conferenza nazionale di consenso
sui disturbi del comportamento alimentare
Roma, 24-25 ottobre 2012
A cura di: Maria Grazia Rubeo - AIDAP Roma
Il 24 e 25 Ottobre a Roma, con il patrocinio del Ministero della Salute e in collaborazione
con l’Aziende Sanitaria Locale N2 dell’Umbria, si è svolta presso l’Istituto Superiore di
Sanità la Conferenza Nazionale di Consenso sui Disturbi del Comportamento Alimentare, organizzata per avere dati epidemiologici e raccomandazioni basate su evidenze scientifiche per gli specialisti del settore, da condividere ed utilizzare a livello Nazionale.
Nel corso della Conferenza è stata fatta una discussione
pubblica con il coinvolgimento di esperti del settore e rappresentanti delle associazioni pazienti/familiari, per poter
stendere un documento conclusivo che tenesse conto degli
interventi e degli elementi raccolti dal dibattito.
La prima area affrontata è stata quella della dimensione Epidemiologica dei disturbi dell’alimentazione con una relazione presentata dal Dott. Leonardo Mendolicchio dell’Istituto
Mario Negri Sud della Puglia. I quesiti di quest’area tematica
sono stati la rilevazione dei dati di Incidenza, Prevalenza e
Mortalità per Anoressia Nervosa (AN) Bulimia Nervosa (BN)
e Disturbo dell’Alimentazione non Altrimenti Specificato
(DANAS) in ambito nazionale e internazionale, stratificati
per caratteristiche socio-demografiche, comorbidità medica
e psichiatrica, numero e livelli di trattamento effettuati. Da
questi dati è emerso come ci sia stato negli anni una riduzione dell’ospedalizzazione per AN per il miglioramento della
terapia extraospedaliera, ma gli studi di mortalità in Italia
sono carenti e quelli di incidenza e prevalenza scarsi. È quindi fondamentale istituire un registro italiano per avere dati
certi senza poter al momento parlare di variazioni di incidenza e prevalenza di AN, BN e DANAS in Italia.
La seconda area tematica è stata quella della prevenzione
con relazione presentata dalla dott. ssa Marinella Di Stani
del DSM di Ravenna, ambulatorio DCA.
I quesiti di quest’area tematica sono stati la valutazione dei
fattori di rischio e protettivi dei DA e se esistono evidenze di
efficacia per la prevenzione universale e selettiva. Per quanto
riguarda il primo quesito, gli studi hanno evidenziato il ruolo
[ 6 ] www.aidap.org
dell’interiorizzazione dell’ideale di magrezza e dell’insoddisfazione corporea nello sviluppo dei disturbi dell’alimentazione. Gli interventi di prevenzione universale non sono
risultati efficaci nel determinare una reale riduzione dell’incidenza dei disturbi dell’alimentazione mentre la prevenzione
selettiva di Stice, basata sulla dissonanza cognitiva, sembra
avere un effetto sia sullo sviluppo dei sintomi del disturbo
dell’alimentazione sia sui problemi di peso, tracciando così
una linea di convergenza tra gli interventi di prevenzione dei
disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Durante il dibattito
è stato sottolineato come l’intervento di Stice sia già stato utilizzato in Italia ed è attualmente in corso di studio.
AREE TEMATICHE AFFRONTATE
1
Dimensione Epidemiologica
2
Prevenzione
3
Modelli organizzativi
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La terza area tematica è stata quella dei modelli organizzativi
ed il relatore il dott. Pierandrea Salvo del Centro per la cura
e la riabilitazione dei DCA di Portogruaro (VE) ha analizzato
quale sia il percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo ottimale e quale quello organizzativo per le persone affette da
DA. Sia L’ AN sia la BN comportano notevoli rischi a livello
fisico e quindi la decisione di interventi psicologici dovrebbe
essere accompagnata sempre da un monitoraggio dello stato
fisico. È stata enfatizzata la presenza di una equipe multidisciplinare anche se non è possibile fornire conclusioni definitive rispetto al modello organizzativo più adeguato per la
gestione dei disturbi dell’alimentazione.
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
La terapia Cognitivo Comportamentale (CBT-BN) dovrebbe
essere consigliata a pazienti adulti con BN e a quelli con Binge
Eating Disorder, mentre minori certezze, almeno negli studi
esaminati in questa conferenza, sono stati forniti per la terapia
dell’AN. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico vi
è un’evidenza molto limitata per l’utilizzo di farmaci nell’AN,
mentre le ricerche più robuste riguardano l’uso di antidepressivi nella BN con evidenza di grado B (NICE 2004).
Nella seconda giornata, dopo una sessione pomeridiana riservata al Panel dei Giurati, sono state presentate le conclusioni della giuria della Conferenza sui DCA.
AIDAP Brescia progetto educativo
La “crociera salutare”
A cura di: Andrea Benedetto - AIDAP Brescia
Una settimana di addestramento intensivo sullo stile di vita salutare per imparare
a gestire in modo duraturo il proprio peso immersi nel divertimento e rilassamento di una
splendida vacanza.
È giunto felicemente in porto il Progetto Educativo “Crociera Salutare” promosso e realizzato dalle due associazioni
bresciane, AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso) e ADPB (Associazione Diabetici della
Provincia di Brescia).
Una esperienza innovativa, entusiasmante e ricca di contenuti
umani e salutistici, che ha portato a bordo della MSC crociere
DIVINA più di 100 persone con problemi di peso, diabetici,
ma anche gente comune rispettosa della propria salute.
L’obiettivo, perfettamente centrato, era quello di favorire
l’apprendimento di strategie dietetico-comportamentali indispensabili per la gestione del peso e del controllo glicemico nel ritorno a casa.
Il tutto realizzato in un ambiente di massima competenza
specialistica e in un contesto di forte aggregazione e pieno
relax che solitamente una vacanza offre.
L’organizzazione tecnica è stata affidata alla Ocean Viaggi che
in collaborazione con la MSC crociere ha permesso la realizzazione dell’iniziativa.
L’itinerario mozzafiato dal punto di vista culturale ha sicuramente dato un forte sostegno al progetto. Bari, splendido
capoluogo pugliese, è stata non solo la prima tappa, dopo la
partenza da Venezia, ma anche un primo banco di prova per
verificare il grado di aggregazione e socializzazione del gruppo attraverso l’escursione in città; il risultato è stato più che
incoraggiante, condito anche dal successo straordinario del
pedometro, strumento terapeutico suggerito dal programma e accettato con entusiasmo dai partecipanti, ripetuto in
tutte le escursioni successive e con un ritorno sul monitoraggio dei passi durante le conferenze giornaliere.
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V I TA D E L L A S O C I E T À
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Dopo Bari la navigazione ha puntato su Katakolon, in Grecia, dove sono stati visitati i resti archeologici di Olimpia,
madrina dei primi giochi olimpici. Lasciate le bellezze della
antica Grecia, si è intrapresa la rotta verso la Turchia con
visita prima ad Izmir, città moderna con caratteristiche più
vicine al mondo occidentale, per poi immergersi nel fascino
del mondo orientale, attraversando i Dardanelli. È qui che
abbiamo scoperto la magica Istanbul, l’antica Bisanzio, con il
fascino della monumentale Moschea Blu, Santa Sofia e il Palazzo Reale e lo spettacolo di luci, colori e profumi del Gran
Bazar e del Mercato delle spezie. È iniziato a malincuore il
viaggio di ritorno che, costeggiando la Grecia e il Peloponneso, ci ha portati dopo un giorno di navigazione, in adriatico
a Dubrovnik, splendita città croata (antica Ragusa) con il suo
rinascimentale centro storico.
Le escursioni a piedi in questi posti favolosi ci hanno permesso di fare il pieno di cultura, di ottenere una aggregazione fantastica di un gruppo eterogeneo partito una settimana prima
da Venezia. Ecco, in un contesto così piacevole siamo anche
riusciti a far tenere al nostro gruppo un stile di vita attivo,
monitorato con il contapassi.
Se l’esperienza fuori dalla nave è stata straordinaria, la vita a
bordo non è stata da meno.
I momenti dedicati all’aggiornamento scientifico circa gli stili di vita salutari, sono stati curati dal Dr. Andrea Benedetto
e dal Dr. Felice Mangeri con conferenze su una sana alimentazione, uno stile di vita attivo, gestione a lungo termine del
peso corporeo, autogestione della malattia diabetica ecc.
Il coinvolgimento dei partecipanti si è espresso non solo
in termini di presenza e costanza agli incontri, ma anche
e soprattutto attraverso una partecipazione attiva, critica e
costruttiva.
Il “conteggio calorico” a bordo, da noi previsto come strumento di terapia, almeno nei pasti principali, avrebbe stimolato la curiosità dei partecipanti e avrebbe fornito una
maggiore consapevolezza sul contenuto calorico dei pasti e
una più salutare scelta alimentare. Purtroppo, per problemi
tecnici, non è stato possibile realizzarlo, ma diventerà certamente una delle nostre priorità per la prossima edizione.
Dopo la conferenza il teatro con i meravigliosi spettacoli della compagnia MSC, e ancora, l’attività di ballo di gruppo
per incoraggiare la socializzazione, il divertimento ed anche
l’attività fisica. La cena, e poi ancora, il ritrovarsi per due
chiacchiere in uno dei tanti bar ai vari ponti della nave, o
ancora in discoteca!! Una buona tisana calda per concludere
la giornata e poi a letto pronti a ripartire il giorno dopo.
La chiusura di questa insolita e fruttuosa esperienza umana e
professionale va dedicata senza dubbio a tutti i partecipanti
che hanno creduto fortemente nel progetto. Sono proprio
loro che hanno manifestato il desiderio di ripetere al più presto un percorso educativo cosi ricco di contenuti scientifici,
culturali e sociali. Non a caso il gruppo, come avviene dopo
una vacanza piacevole, si ritroverà presto in una cena sociale
per rivivere attraverso, foto e video i momenti magici della
“Crociera Salutare” in attesa del prossimo viaggio.
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dell’obesità” di R. Dalle Grave.
La tessera ha la durata di un ANNO SOLARE: da gennaio a dicembre dell’anno in corso.
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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
AIDAP Oliveri psicologia e marketing
Esperti di psicologia della vendita
decidono la disposizione dei prodotti
A cura di: Francesco Iarrera - AIDAP Oliveri
Il supermercato è una festa di colori e di prodotti! Ci sono
4.000 yogurt, 7.000 merende, 12.000 tipi di pasta e tanti surgelati che se li metti insieme viene fuori un iceberg più grosso
di quello che ha stroncato il Titanic! Abbiamo a disposizione
tutto ciò che cerchiamo, sembra il paese dei balocchi! Ma c’è
un piccolo effetto collaterale: tutta questa merce deve essere
venduta, e c’è chi studia tutti i trucchi per farcela comprare.
Ma facciamo un giro dai, entriamo!
Ci avete fatto caso? Spesso, i primi alimenti che incontriamo
sono frutta e verdura. Perchè? Alcuni studi hanno dimostrato
che i banchi dell’ortofrutta rassicurano i clienti, gli ricordano
i mercati di una volta. Insomma ci fa sentire quasi a “casa”.
Proseguiamo, “Ma dove sono le uova? Ieri erano qui! Sono
scappate via?”. La verità è che alcuni alimenti base, come
zucchero, sale, uova, sono sistemati in posti poco visibili o
vengono spostati di continuo. Non è un caso. Gli esperti di
psicologia della vendita sanno che più tempo passi in un supermercato più cose compri, così cercano di farci girare tra
gli scaffali il più a lungo possibile. Il latte e il pane, due generi di prima necessità fra i più comprati sono distanti l’uno
dall’altro, in modo da indurci a girare per tutto il locale, così
da avere più possibilità di acquisto. “Però, non è male stare
qui...” il tempo passa e non te ne accorgi, e come potremmo
visto che non ci sono orologi? In più l’illuminazione, i colori e la musica di sottofondo così quieta e rilassante. Tutto
studiato per farti sentire tranquillo, come in un acquario,
lontano dai rumori e dallo stress. Così non ti viene fretta di
andartene, e se ci stai più tempo, compri di più.
“Oh, ecco gli spaghetti!”. È la marca che cercavi o è la marca
che stanno cercando di vendere di più? Vi chiedete come
facciamo a capirlo? Facile, il segreto è nell’altezza! Vuoi vendere un prodotto, piazzalo ad altezza occhi: circa 160 cm.
Così, messo davanti al naso non possiamo non vederlo. Insomma, te li piazzano davanti al naso. Per lo stesso motivo,
i prodotti meno convenienti per chi vende sono molto in
basso o molto in alto, dove è più difficile raggiungerli.
“Ora è veramente tardi, andiamo a casa”, mica è cosi semplice, c’è la fila! Toh, guarda. Vicino alla cassa ci sono cioccolatini, ovetti, gomme che sbiancano i denti, pile, lamette,
dolcetti... Sai perchè sono lì? La prossima volta che vai al supermercato facci caso, guarda le mamme con i bambini piccoli. Vedrai che battaglie! “Mamma, mamma lo vogliooo!!” E
giù lacrime e strilli assortiti! La mamma, lì in fila, in mezzo
alla gente, si vergogna dei capricci dei pupi e il più delle
volte cede. “Eccoti accontentato, purché la finisca”. E sono
tutti felici: la mamma che ha zittito il figlio, il figlio che l’ha
spuntata sulla mamma e gli esperti di marketing che hanno
visto cadere un pesce nelle loro reti! E sai qual è il peggio?
Questi stessi prodotti negli scaffali erano venduti in offerta
convenienza a un prezzo più basso!.
A proposito di fila... Avete notato che se ne fa sempre almeno
qualche minuto? Tranquilli, è fatto apposta. Levano e mettono le bellissime cassiere dalla loro postazione in base al
numero dei clienti. Inutile dirvi perché.
Ok, non fasciamoci la testa però. Loro sono furbi, ma noi lo
siamo altrettanto e possiamo trovare le giuste contromisure.
Qualche suggerimento non guasterà
• Andate al supermercato a stomaco pieno. Quando abbiamo fame tendiamo a comprare più di ciò che
ci serve.
• Andate al supermercato con una lista di ciò che
veramente vi serve e fate la spesa in base a ciò che
avete segnato.
Buona spesa!
www.aidap.org [ 9 ]
Convegno Nazionale AIDAP 2013
CBT-E dei disturbi dell’alimentazione:
progressi e sfide future
Milano, 17-18 maggio 2013
VENERDÌ 17 MAGGIO 2013
WORKSHOP | TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: TEORIA E PRATICA
Christopher G. Faiburn, Università di Oxford, UK
Christopher G. Faiburn è la massima autorità mondiale nel campo dell’evidenza dei disturbi dell’alimentazione. La relazione dell’intera
giornata sarà tradotta in contemporanea in lingua italiana.
SABATO 18 MAGGIO 2013
Focus della giornata saranno i progressi e le sfide future della CBT-E
dei disturbi dell’alimentazione.
CBT-E APPLICATA NEL MONDO REALE
Tavola rotonda (Mauro Cappelletti, Antonino Faillaci, Lucia Camporese)
CBT-E APPLICATA A DIVERSI LIVELLI DI CURA
- CBT-E ambulatoriale per i pazienti non sottopeso (Elisa Chignola)
- CBT-E ambulatoriale per i pazienti sottopeso (Massimiliano Sartirana)
- CBT-E ambulatoriale intensiva (Marianna Pisano)
- CBT-E ospedaliera (Arianna Banderali)
- CBT-E per gli adolescenti (Igino Marchi)
- CBT-E progressi e sfide future (Christopher Fairburn)
CBT-E APPLICATA AL PAZIENTE GRAVE
- Ingaggiare il paziente ambivalente (Maddalena Conti)
- Affrontare la mancanza di progressi (Cristina Scutari)
- Trattare le complicanze mediche (Marwan El Ghoch)
- Affrontare i problemi psicologici coesistenti (Simona Calugi)
- Affrontare i problemi psichiatrici coesistenti (Riccardo Dalle Grave)
- Prevenire la ricaduta (Antonella Ruocco)
QUOTE D’ISCRIZIONE
entro il
15-04-2013
dopo il
15-04-2013
CON CREDITI ECM
(previsti 14 crediti)
Socio operativo AIDAP*
Socio ordinario AIDAP*
Sostenitore Professionista AIDAP*
e 170,00
e 250,00
e 300,00
e 210,00
e 300,00
e 350,00
SENZA CREDITI ECM
Tutte le categorie di socio*
e 170,00
e 210,00
Figure NON professionali
SENZA CREDITI ECM
Ingresso 2 giornate
Ingresso 1 giornata
e 170,00
e 100,00
e 210,00
e 150,00
RELATORI
Banderali Arianna, medico | AIDAP Milano
Calugi Simona, psicologo | AIDAP Empoli e AIDAP Firenze
Camporese Lucia, psicologo | AIDAP Padova
Cappelletti Mauro, medico | Presidente AIDAP
Chignola Elisa, psicologo | Casa di Cura Villa Garda
Conti Maddalena, psicologo | Casa di Cura Villa Garda
Dalle Grave Riccardo, medico | Segretario scientifico AIDAP
El Ghoch Marwan, medico | Casa di Cura Villa Garda
Faillaci Antonino, medico | AIDAP Trapani
Fairburn Christopher | Università di Oxford, UK
Marchi Igino, psicologo | Casa di Cura Villa Garda
Pisano Marianna, psicologo | AIDAP Verona
Ruocco Antonella, psicologo | Casa di Cura Villa Garda
Sartirana Massimiliano, psicologo | AIDAP Verona
Scutari Cristina, psicologo | Casa di Cura Villa Garda
* Soci in regola con la quota associativa AIDAP 2013
Le quote indicate sono già comprensive di IVA e comprendono tutto
il materiale didattico che potrà essere scaricato dal sito www.emozioniecibo.it.
Ricordiamo che i corsi non abilitano all’elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale,
in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto
disposto dalle leggi vigenti.
ACCREDITAMENTO ECM | Corso accreditato ECM per medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti
SEDE DEL CONVEGNO | Hotel Hermitage - Via Messina, 10 20154 MILANO
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI
POSITIVE PRESS - Gloria Carli - Tel. 045 8103915
E-mail: [email protected]
Sito web: www.positivepress.net
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
articolo scientifico prevenzione
Determinanti comportamentali dell’obesità:
risultati della ricerca e implicazioni politiche
A cura di: Adolfo Fossataro, Stefania Rosi - AIDAP La Spezia
Fonte: Affenito SG, Franko DL, Striegel-Moore RH, Thompson D. Behavioral determinants of obesity: Research
findings and policy implications. J Obes. 2012;2012:150732. Epub 2012 Aug 16.
L’obesità rappresenta in tutto il mondo un problema di salute pubblica e costituisce la causa di molte patologie ad essa
correlate. Nel periodo tra il 1980 e il 2008 la prevalenza di
obesità nel mondo è raddoppiata. Infatti, considerando come
misura di classificazione l’Indice di Massa Corporea (IMC) >
30 kg/m², nel 1980 il 5% degli uomini e l’8% delle donne era
obeso, mentre quasi 30 anni dopo la percentuale di obesità
era del 10% per gli uomini e del 14% per le donne. I dati attuali riferiscono che oltre mezzo miliardo di adulti nel mondo
sono obesi (si stimano 297 milioni di donne e 205 milioni di
uomini). L’obesità infantile presenta lo stesso ritmo di crescita: nel 1990 il 4,2% dei bambini era sovrappeso od obeso e
nel 2010 questa percentuale era arrivata al 6,7%. Il dato preoccupante riguarda la previsione dei bambini obesi nel 2020:
si stima saranno il 9,1%, ossia 60 milioni in tutto il mondo.
Inoltre, dal momento che, con molta probabilità, un bambino
obeso è un potenziale adulto obeso con tutte le complicanze
mediche e psicologiche che questa condizione comporta, la
prevenzione diventa una necessità fondamentale.
Individuare i determinanti dell’obesità è un passo decisivo
per promuovere programmi di prevenzione efficaci basati sui
complessi aspetti multifattoriali che sono all’origine dell’obesità stessa. Inoltre, le interazioni tra i diversi fattori che
influiscono sul suo sviluppo sono ancora poco conosciute.
Pertanto, è indispensabile affrontare il problema per cercare
di rallentare, e possibilmente invertire, il progredire di questo fenomeno definito come “pandemia globale” di obesità.
Gli studi effettuati per affrontare questo problema hanno
preso in considerazione sia i fattori comportamentali sia
quelli ambientali allo scopo di contrastare il fenomeno attraverso strategie di salute pubblica finalizzate alla promozione di un’alimentazione sana e all’aumento dei livelli di
attività fisica. A tale scopo si è rivelato molto utile l’approccio
“ecologico”. È stato descritto come un approccio multilivello
(regioni, nazioni, stati, città e quartieri) che prende in con-
siderazione i componenti “multistrutturali” (ambiente, stato
socio-economico e relazioni sociali) e i comportamenti legati
allo stile di vita (dieta, attività fisica e stress) a diversi livelli
istituzionali (scuola, famiglia, governo locale ed enti locali),
con l’obiettivo di spiegare le interazioni multiple e complesse
legate all’obesità.
Tra i fattori che favoriscono un IMC > 30 kg/m² ci sono
l’eccessivo introito calorico, la scarsa attività fisica e le influenze ambientali. È stato, inoltre, evidenziato che determinati comportamenti alimentari sono associati all’obesità;
tra questi il consumo di pasti veloci e fuori casa, l’aumento
delle porzioni di cibo, il consumo frequente di bevande zuccherate e l’abitudine da parte di molti a non fare la prima
colazione. Oltre a queste abitudini non salutari, sono state
individuate alcune variabili multistrutturali, come l’ambien-
Oltre mezzo miliardo di adulti
nel mondo sono obesi
Donne
297
milioni
Uomini
205
milioni
www.aidap.org [ 11 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Alcuni fattori che favoriscono un IMC > 30 kg/m2
eccessivo introito
calorico
opportunità di stabilire
contatti con i vicini di casa
aumento delle
porzioni
vicinanza a supermercati
e fast-food
qualità degli
istituti scolastici
OBESITÀ
possibilità di accedere
a strutture sportive
influenze ambientali
te e lo status socio-economico, ritenute responsabili di condizionare l’assunzione di cibo e il dispendio energetico. Le
influenze ambientali riguardano la vicinanza ai supermercati
e ai fast-food, la qualità degli istituti scolastici, l’opportunità
di stabilire relazioni sociali con i vicini di casa e la possibilità
di accedere a strutture sportive. Queste condizioni, infatti,
influiscono molto sul peso degli adolescenti, specialmente
quelli appartenenti alle fasce più svantaggiate della popolazione. Nei Paesi industrializzati lo status socio-economico, il
reddito e il livello d’istruzione sono inversamente correlati
all’obesità, mentre nei paesi in via di sviluppo la prevalenza
di obesità è maggiore tra le persone che hanno uno status
socio-economico più elevato e che vivono in aree urbane.
Esaminando la potenziale associazione tra lo stato socioeconomico, l’ambiente, la presenza di fast-food ed il sovrappeso, uno studio ha osservato che le caratteristiche del luogo
di residenza, come la concentrazione di locali dove si servono cibi veloci, la bassa disponibilità finanziaria e le diversità
nello stato sociale, rappresentano fattori determinanti sulla distribuzione territoriale del sovrappeso. L’esposizione ai
fast-food è stata anche esaminata tra i giovani in uno studio
longitudinale. I risultati hanno evidenziato come le aree con
reddito medio familiare più elevato e locali dove consumare
cibi veloci sono meno numerosi e più cari siano associate a
un ridotto consumo di questi cibi tra gli adolescenti. Questi
due studi mostrano l’importanza del ruolo dell’ambiente e
dello status socio-economico sulla scelta del cibo. È evidente
che sono necessari interventi sociali per poter offrire a tutti
la possibilità di reperire cibi sani e di praticare attività fisica.
I cambiamenti ambientali e sociali, comprese le abitudini
[ 12 ] www.aidap.org
pasti veloci e fuori
casa
abitudine a non
fare colazione
consumo di bevande
zuccherine
alimentari, lo stile di vita più moderno, l’urbanizzazione e
la globalizzazione della catena alimentare hanno influenzato
l’aumento della prevalenza di obesità sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Usando i dati trasversali
di uno studio nazionale è stato osservato che poco più del
60% di Palestinesi tra 18 e 64 anni era sovrappeso (38%) od
obeso (24,4%) e l’obesità era prevalente nelle aree urbane.
Mentre lo studio non ha permesso ai ricercatori di esaminare i potenziali fattori che contribuiscono alla prevalenza
di obesità, i risultati hanno, invece, chiarito come i cambiamenti nel consumo di cibo e nella pratica sportiva siano la
conseguenza dell’urbanizzazione. Le variabili demografiche
come l’età, il livello d’istruzione, il sesso e lo stato civile sono
anch’esse associate all’IMC. Rispetto agli uomini, più alti livelli di obesità e ridotta attività fisica sono stati riscontrati
tra le donne Palestinesi meno istruite. È interessante notare che questo studio ha riscontrato che l’associazione fattori socio-economici/obesità cambia in relazione al sesso e al
grado d’istruzione (un alto livello d’istruzione è associato ad
un maggior rapporto vita/altezza negli uomini, mentre nelle
donne avviene il contrario). Gli stessi autori ipotizzano la
mancanza di impianti sportivi come un potenziale fattore
che contribuisce all’obesità tra le giovani donne in Palestina.
È da chiarire se le donne palestinesi con più alto livello d’istruzione possano avere più facilmente accesso, rispetto alle
altre donne, a strutture sportive. La mancanza di esercizio
fisico potrebbe essere un possibile meccanismo che lega un
basso stato socio-economico con alti livelli di obesità. Quando si interpretano questi risultati bisogna, però, tenere in
considerazione l’aspetto culturale e l’atteggiamento di queste
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
L’obesità deve essere
studiata nel contesto sociale
in cui i comportamenti
individuali legati al cibo e
all’attività fisica vengono
messi in atto
ragazze circa lo sport e l’attività fisica all’aperto. Inoltre, nei
Paesi in via di sviluppo, le ragazze sono più occupate nelle
faccende domestiche e meno in attività ludiche rispetto alle
coetanee dei paesi industrializzati. La letteratura scientifica suggerisce, ancora, che le persone con uno status socioeconomico più elevato, oltre ad aver più facilmente accesso
a strutture sportive, hanno la possibilità di acquistare cibi
più salutari e consumano meno frequentemente cibi veloci.
Il costo elevato del cibo è un ostacolo ad un’alimentazione
sana, pertanto, le persone con più disponibilità economiche hanno maggiori risorse per proteggersi da un ambiente
obesogenico.
Le influenze sociali, quindi, favoriscono lo sviluppo dell’obesità attraverso numerosi meccanismi: la modificazione delle
abitudini alimentari e dello stile di vita, la maggiore disponibilità di cibo, la globalizzazione dei mercati e l’urbanizzazione. Ulteriori indagini sono comunque necessarie per chiarire
i meccanismi che legano lo status socio-economico all’obesità. Questo aspetto ha implicazioni politiche profonde, specialmente se sono necessarie risorse pubbliche per superare le
barriere economiche al fine di combattere l’obesità.
La tecnologia ha supportato alcuni ricercatori canadesi
nell’ottenere i dati relativi a 59 scuole pubbliche e private
di Alberta (Canada) per osservare, attraverso il web, i fattori
comportamentali che influiscono sul peso e sull’attività fisica tra gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori.
Uno studio recente ha riscontrato che gli studenti normopeso consumavano la prima colazione e spuntini più equilibrati, ossia più ricchi di carboidrati e fibre, assumevano
meno grassi e svolgevano maggior attività fisica rispetto agli
adolescenti obesi. Una migliore comprensione circa l’associazione tra comportamenti alimentari e peso corporeo deve
tenere in considerazione anche la potenziale influenza di
altri fattori che riguardano il cibo, come la praticità nella
preparazione, la palatabilità e il basso costo che possono
influenzare la scelta finale dei consumatori.
Oltre ai fattori culturali, è importante considerare anche i
fattori individuali e sociali che influiscono sul consumo dei
pasti e che possono spiegare le differenze della prevalenza
di obesità tra i sessi. Infatti, uno studio ha riscontrato che
per le donne il periodo che intercorre tra l’adolescenza e
l’età adulta è critico per l’aumento di peso. Oltre ai cambiamenti fisiologici che avvengono nel corso della maturazione, in questo periodo i giovani acquisiscono più autonomia
nella pianificazione dei pasti, nell’acquisto di cibo e nella
sua preparazione. I comportamenti alimentari dei giovani
sono influenzati anche dai cibi che trovano a scuola, dove
trascorrono buona parte della giornata, e non solo a casa.
Si evidenzia, quindi, l’importanza dell’ambiente scolastico,
sia in termini di disponibilità di pasti e di spuntini sani che
nei programmi che promuovono un’alimentazione corretta e attività fisica costante. Inoltre, è necessario che anche
l’ambiente domestico aiuti i ragazzi a sviluppare abitudini
alimentari che permettano il controllo del peso corporeo.
Uno studio ha evidenziato che la disponibilità a casa di frutta e verdura e gli eventi stressanti influiscono sulla riduzione
del consumo di questi alimenti tra le donne americane di
origine africana e ispanica, un segmento di popolazione a rischio di sviluppare obesità (diminuzione dei livelli di stress
sono associati all’aumento del consumo di frutta e verdura).
Poiché le diete ipocaloriche finalizzate alla perdita e al mantenimento del peso corporeo sono ricche in frutta e verdura,
i risultati di questo studio sono importanti e possono fornire
informazioni per i programmi di educazione alimentare mirati a questo target di popolazione.
Dai dati ottenuti dalle diverse ricerche, risulta pertanto evidente che l’obesità deve essere studiata nel contesto sociale
in cui i comportamenti individuali legati al cibo e all’attività
fisica vengono messi in atto. L’individuazione dei molteplici
stili di vita può essere un mezzo efficace per contrastare l’obesità, piuttosto che l’analisi di singoli specifici aspetti che
favoriscono l’aumento di peso. Quanto sopra esposto si aggiunge all’evidenza sempre maggiore secondo cui un corretto stile di vita può essere messo in pratica solo se sostenuto
dall’ambiente circostante e dai fattori culturali. Abitudini
alimentari scorrette e bassi livelli di attività fisica sembrano molto diffuse, nell’immediato favoriscono l’aumento di
obesità e nel lungo termine predispongono all’insorgenza
di malattie croniche: per questo motivo, è necessario avviare iniziative di salute pubblica a vari livelli che tengano
in considerazione le variabili che influenzano le abitudini
alimentari e la pratica sportiva.
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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
articolo scientifico prevenzione
Valutazione dell’efficacia di un programma
di prevenzione selettiva per i sintomi dei
disturbi dell’alimentazione e per l’aumento
di peso non salutare rivolto a studentesse
di istituti di formazione superiore
A cura di: Antonella Ruocco e Elisa Chignola - Casa di Cura Villa Garda
Fonte: Stice E., Rohde P., Shaw H., Nathan Marti C. (2011). Efficacy trial of selective prevention program targeting both eating disorder symptoms and unhealthy weight gain among female college students. J Consult Clin
Psychol, vol. 80, n°1 164-170.
I disturbi dell’alimentazione e l’obesità costituiscono fenomeni in costante aumento e comportano una notevole compromissione della qualità della vita, nonché un aumentato
rischio di patologie associate e di mortalità. Pertanto i clinici si confrontano con l’esigenza di identificare programmi
di prevenzione efficaci non solo per i sintomi dei disturbi
dell’alimentazione, ma anche per l’aumento di peso non salutare. Gli studi indicano che quattro programmi di prevenzione hanno ridotto sia i sintomi dei disturbi dell’alimentazione sia l’aumento di peso non salutare. Per esempio, un
programma di prevenzione universale della durata di 26
ore, che promuoveva una limitata esposizione ai media, una
dieta salutare, un’attività fisica regolare, ha ridotto i comportamenti di controllo del peso non salutari (per esempio
il vomito, l’uso di pillole per dimagrire) e l’indice di massa
corporea (IMC) tra le femmine preadolescenti, ma non tra i
maschi. Tuttavia, solo il programma di prevenzione selettiva
della durata di tre ore, Peso Salutare, di Stice e collaboratori,
ha prodotto una riduzione a lungo termine dei sintomi dei
disturbi dell’alimentazione, dell’IMC e dell’insorgenza di futuri disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Il programma
promuove piccoli cambiamenti salutari, che possano essere
mantenuti nel tempo, sia nell’alimentazione (introito calorico) sia nei livelli di attività fisica in giovani donne con
preoccupazioni per l’immagine corporea. Questo intervento
ha ridotto i sintomi dei disturbi dell’alimentazione e l’IMC
rispetto al gruppo controllo e a interventi alternativi a tre
anni di follow-up. Ha inoltre ridotto l’insorgenza dei disturbi dell’alimentazione, rispetto al gruppo controllo, a tre anni
di follow-up e dell’obesità, rispetto al gruppo controllo o a
[ 14 ] www.aidap.org
interventi alternativi, a un anno di follow-up e, rispetto al
gruppo controllo, a tre anni di follow-up.
Poiché gli effetti di Peso Salutare erano di moderata entità, i ricercatori hanno cercato di potenziare il programma nella versione Peso Salutare 2. Quest’ultima versione prevede l’aggiunta
di principi di nutrizione, con l’intento di facilitare cambiamenti salutari nell’alimentazione (per esempio la sostituzione
di cibi ad alto contenuto calorico con cibi a basso contenuto
calorico, la riduzione delle dimensioni delle porzioni, ecc.),
e di attività fisica (es: programmazione settimanale di esercizi, rendere più attiva la routine quotidiana, ecc.). Inoltre, per
consolidare i cambiamenti salutari acquisiti, è stata aumentata
la durata dell’intervento da tre a quattro sedute di un’ora.
Stice e collaboratori, con uno studio controllato e randomizzato pubblicato su Journal of Consulting and Clinical Psychology, si sono posti l’obiettivo primario di verificare se i
partecipanti al programma di Peso Salutare 2 mostravano una
maggiore riduzione dei sintomi dei disturbi dell’alimenta-
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
zione e dell’IMC a fine intervento e a sei mesi di follow-up,
rispetto a un gruppo controllo. Hanno verificato inoltre gli
effetti di questo intervento sull’introito calorico, sulla restrizione dietetica, sui livelli di attività fisica, sul livello di soddisfazione corporea e sul tono emotivo dei partecipanti.
Nello studio sono state coinvolte 398 giovani donne (età
media 18 anni; IMC medio 23,7; etnicità bianca 83%, latina 8%, asiatica, 7%, nera 2%) che frequentavano istituti
di formazione superiore. Le studentesse, con preoccupazioni
per l’immagine corporea, sono state reclutate per partecipare
a uno studio sull’accettazione corporea attraverso l’utilizzo
di mail, volantini e opuscoli. I ricercatori si sono focalizzati
su questa popolazione poiché maggiormente a rischio di aumentare di peso e di sviluppare disturbi dell’alimentazione.
I soli criteri di esclusione sono stati la presenza di una diagnosi per anoressia nervosa, bulimia nervosa o disturbo da
alimentazione incontrollata.
Le partecipanti sono state randomizzate casualmente all’intervento Peso Salutare 2 o a una condizione di controllo. L’intervento Peso Salutare 2 consiste in quattro incontri di gruppo (6-10 partecipanti), della durata di un’ora, con frequenza
settimanale (per quattro settimane consecutive), condotti da
clinici laureati (si veda la descrizione del programma in Tabella 1). I conduttori hanno letto il manuale dell’intervento
e hanno frequentato un seminario di formazione di quattro
ore. Per la condizione di controllo, alle partecipanti è stato
fornito un opuscolo educativo, “Dieci Passi per un’Immagine Corporea Positiva”, promosso dall’Associazione Nazionale
Americana dei Disturbi dell’Alimentazione.
Intervento di prevenzione
Peso Salutare 2 su
398 giovani donne in istituti
di formazione superiore
Età media 18 anni
IMC medio
23,7
Aderenza al programma
4 sedute
3 sedute
18%
2 sedute 5%
1 seduta 10%
67%
Tutte le partecipanti sono state valutate prima dell’intervento
(basale) a fine intervento (post-test) e a sei mesi di follow-up.
Sono stati valutati i sintomi del disturbo dell’alimentazione attraverso l’Eating Disorder Diagnostic Interview, l’IMC, il consumo di specifici cibi attraverso il questionario Block Food
Frequency Questionnaire, la frequenza dei comportamenti
dietetici attraverso la Ducht Restrained Eating Scale, i livelli di
attività fisica attraverso il Paffenbarger Activity Questionnaire,
l’insoddisfazione corporea attraverso la Body Dissatisfaction
Scale, i sintomi della depressione maggiore attraverso la Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia for School-Age
Children, la quantità di pressioni ad essere magre che si percepiscono dalla famiglia, dagli amici, dai partner e dai media attraverso la Perceived Sociocultural Pressure Scale, il dispendio
energetico e l’introito calorico.
I risultati dello studio indicano una buona aderenza al programma; in totale il 67% delle partecipanti ha frequentato tutte e quattro le sedute, il 18% ha frequentato tre sedute, il 5%
due sedute e il 10% una seduta.
Le partecipanti all’intervento Peso Salutare 2 hanno mostrato
una maggiore riduzione dei sintomi dei disturbi dell’alimentazione a fine intervento, ma non a sei mesi di follow-up. Questo
dato è rilevante, in quanto solo pochi programmi di prevenzione hanno ridotto i sintomi dei disturbi dell’alimentazione.
L’intervento Peso Salutare 2 presenta, però, il vantaggio di avere
una durata di sole quattro ore rispetto ai programmi di prevenzione universale di 16-26 ore. I partecipanti all’intervento
hanno anche mostrato minori incrementi di IMC a sei mesi di
follow-up (ma non al post-test); ciò suggerisce che i cambiamenti comportamentali a seguito dell’intervento, favorendo il
mantenimento di uno stile di vita sano, hanno contribuito a
ridurre il rischio di un aumento di peso non salutare.
Il fatto che questo programma di prevenzione abbia prodotto
effetti significativi sia sui sintomi dei disturbi dell’alimentazione sia sull’IMC è incoraggiante. Tuttavia, l’effetto sui sintomi
del disturbo dell’alimentazione non è stato significativo a sei
mesi di follow-up, e l’effetto sull’IMC non è stato significativo al
post-test, suggerendo che gli effetti del programma hanno persistenza limitata. Può essere stato difficile mostrare un effetto
post-test sull’IMC in quanto il cambiamento di peso può essere
molto lento. Inoltre, il fatto che l’originale intervento Peso Salutare di tre ore abbia prodotto effetti più rilevanti e più persistenti sui sintomi dei disturbi dell’alimentazione e sull’IMC (Stice
et al., 2008) rispetto all’intervento Peso Salutare 2, implica che
l’aggiunta di principi per facilitare un’alimentazione salutare e
per aumentare i livelli di attività fisica non ha potenziato gli
effetti dell’intervento. Si può ipotizzare, da una parte, che la
mancanza di precise linee guida nell’intervento iniziale Peso Salutare possa aver fatto sentire ogni partecipante maggiormente
responsabile nel processo di cambiamento; dall’altra, che gli effetti del programma Peso Salutare 2 siano stati più deboli perché
le partecipanti erano a più basso rischio (il punteggio medio
dei sintomi dei disturbi dell’ alimentazione al basale era più
basso e le partecipanti avevano un’età superiore).
www.aidap.org [ 15 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
SEDUTA 1
Le partecipanti vengono invitate a ridurre i comportamenti non salutari di controllo del peso che aumentano il rischio di
insorgenza dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione. L’obiettivo è quello di creare un bilanciamento tra calorie introdotte
e consumate attraverso piccoli cambiamenti, ma duraturi, nell’alimentazione e nei livelli di attività fisica. Le partecipanti sono
invitate ad affermare pubblicamente il loro impegno a intraprendere questi cambiamenti. Alle partecipanti viene spiegato
che il loro obiettivo è il perseguimento di un ideale di peso salutare (non di un ideale di magrezza). In questa prima seduta
vengono discussi alcuni principi per migliorare l’introito calorico (sostituire cibi non salutari con altri salutari; mangiare carboidrati complessi ad alto contenuto di acqua all’inizio dei pasti per esempio zuppe, frutta, insalata; ridurre le dimensioni delle
porzioni; mangiare ai pasti con meno varietà di cibo e tenere in casa solo cibi salutari).
Inoltre vengono discussi i principi per aumentare i livelli di attività fisica (programmare settimanalmente l’attività fisica;
rendere più attiva la routine quotidiana, per esempio facendo le scale, andando a scuola in bicicletta piuttosto che in
macchina, diventando più creativi su come fare a esercitarsi, facendo lavori in giardino). I partecipanti vengono esortati a
definire una sfida comportamentale per iniziare ad apportare cambiamenti salutari nell’alimentazione e nei livelli di attività
fisica. Per la settimana successiva i partecipanti completano un diario alimentare e dell’attività fisica, per tre giorni, con
l’obiettivo di apportare un piccolo cambiamento nella loro dieta e nei livelli di attività fisica.
SEDUTA 2
Per motivare le partecipanti al cambiamento vengono coinvolte in una discussione circa i benefici associati al mantenimento di un peso salutare. Successivamente le partecipanti rivedono il diario alimentare e dell’attività fisica e i cambiamenti intrapresi durante la settimana precedente. Per implementare la motivazione le partecipanti discutono circa
l’importanza di sviluppare uno stile di vita attivo ed elencano i benefici associati a una regolare attività fisica. Le partecipanti discutono i modi per includere una regolare attività nella loro quotidianità, riflettendo su come superare gli eventuali
ostacoli. Vengono esortate a non utilizzare comportamenti non salutari di controllo del peso (per esempio fumo) e sono
incoraggiate a focalizzarsi sulla fitness corporea anziché sul peso. Tra gli esercizi assegnati viene chiesto di fare una lista
di 10 ragioni significative per inseguire l’ideale del peso salutare. Vengono invitate a continuare la compilazione del diario
alimentare e dell’attività fisica per impegnarsi in un nuovo cambiamento per la settimana successiva senza dimenticare
i cambiamenti già intrapresi.
SEDUTA 3
Con un intento motivazionale, le partecipanti condividono l’esercizio relativo alla lista delle 10 ragioni per inseguire
l’ideale di peso salutare (anziché l’ideale di magrezza). Successivamente discutono circa i vantaggi e gli ostacoli che
hanno incontrato provando a migliorare l’introito calorico e vengono esortate a affermare pubblicamente il loro impegno
per ulteriori cambiamenti salutari nella loro dieta. Sono incoraggiate a sostituire cibi non salutari con frutta e verdura.
Viene discussa “l’alimentazione emotiva” e i metodi alternativi per gestire le emozioni. Condividono poi i cambiamenti
nei loro livelli di attività fisica intrapresi nella settimana precedente. Viene enfatizzata l’importanza di svolgere esercizi per
migliorare la forza, l’elasticità e le funzioni cardiovascolari. Gli esercizi per la settimana sono continuare a compilare il
diario alimentare e dell’attività fisica, mettendo in atto un ulteriore cambiamento nella dieta e nei livelli di attività fisica, e
mantenendo i cambiamenti già apportati.
SEDUTA 4
Tabella 1. Descrizione dell’intervento Peso Salutare 2
Per mantenere la motivazione, le partecipanti condividono i benefici associati al peso salutare e discutono gli effetti positivi dell’intervento di gruppo. Discutono i risultati che hanno ottenuto e gli ostacoli incontrati nel tentativo di migliorare
l’introito calorico e i livelli di attività fisica, e propongono altri cambiamenti salutari che possono intraprendere nei sei
mesi successivi. Le partecipanti, anche grazie al supporto dei membri del gruppo, individuano strategie per affrontare
gli ostacoli al cambiamento e individuano le future sfide comportamentali. Per ridurre il rischio di ricaduta le partecipanti
discutono circa i futuri ostacoli che potrebbero bloccare il loro percorso di modificazione dello stile di vita e imparano
a distinguere la “scivolata” dalla “ricaduta”. Le partecipanti condividono poi le motivazioni e le aspettative che le hanno
spinte a partecipare al gruppo. Viene inoltre chiesto loro di inviare gli esercizi via e-mail, per aggiornare i conduttori circa
i progressi fatti nella modificazione dello stile di vita.
Lo studio presenta delle limitazioni. In primo luogo, è da considerare che per l’introito calorico e per i livelli di attività fisica sono state utilizzate misure self-report che mostrano una
validità limitata. In secondo luogo, il campione comprendeva
studentesse di istituti di formazione superiore di etnia prevalentemente bianca, pertanto sarebbe utile estendere i risultati
a popolazioni diverse sia per etnia sia per livello di formazione. In terzo luogo, il campione era composto esclusivamente
da giovani donne, il che non implica che i risultati possano
essere estesi ai giovani maschi. Dal punto di vista clinico è
interessante e innovativo che un programma di prevenzione
di breve durata abbia prodotto una riduzione dei sintomi dei
[ 16 ] www.aidap.org
disturbi dell’alimentazione e dell’IMC. Tuttavia, la diffusione
in altre popolazioni e la raccolta di ulteriori dati sarà essenziale per migliorare l’efficacia di questo intervento.
Si ritiene anche che l’aggiunta di procedure per indurre dissonanza cognitiva potrebbe potenziare gli effetti del programma.
Inoltre può essere vantaggioso progettare futuri interventi che
affrontino le emozioni negative, in quanto rappresentano un
fattore di rischio sia per l’aumento di peso che per i disturbi
dell’alimentazione. Infine, i risultati di questo intervento sono
incoraggianti, tuttavia è necessario un perfezionamento continuo, per riuscire a prevenire con maggior efficacia sia i disturbi
dell’alimentazione che l’obesità.
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
articolo scientifico prevenzione
Consumo di bevande zuccherate e aumento
di peso: l’associazione è stata dimostrata!
A cura di: Riccardo Dalle Grave (AIDAP Verona) e Antonino Faillaci (AIDAP Trapani)
Fonti:
- de Ruyter JC, Olthof MR, Seidell JC, Katan MB. A trial of sugar-free or sugar-sweetened beverages and body
weight in children. N Engl J Med 2012;367:1397-406.
- Ebbeling CB, Feldman HA, Chomitz VR, et al. A randomized trial of sugar-sweetened beverages and adolescent body weight. N Engl J Med 2012;367:1407-16.
- Qi Q, Chu AY, Kang JH, et al. Sugar-sweetened beverages and genetic risk of obesity. N Engl J Med
2012;367:1387-96.
- Caprio S. Calories from soft drinks--do they matter? N Engl J Med 2012;367:1462-3.
L’aumentato consumo di bevande zuccherate nell’infanzia
e nell’età adulta negli Stati Uniti d’America e in altri Paesi
è considerato un potenziale fattore ambientale che ha contribuito allo sviluppo della pandemia dell’obesità. È stato
calcolato che l’introito di zucchero derivante dalle bevande
zuccherate, che sono la più grande singola fonte alimentare
di calorie negli Stati Uniti d’America, è circa il 15% dell’introito calorico giornaliero in numerosi gruppi di popolazione. I ragazzi adolescenti negli Stati Uniti d’America, ad
esempio, assumono in media 375 kcal al giorno da bevande
zuccherate. Queste bevande sono diffusamente pubblicizzate ai bambini e agli adolescenti e un incremento del loro
consumo è stato osservato tra i giovani neri e messicani americani che sono a più alto rischio di sviluppare l’obesità e il
diabete di tipo 2 rispetto ai loro pari di età bianchi.
A differenza dei carboidrati ad alto contenuto di fibre, le
bevande zuccherate sono povere da un punto di vista nutrizionale e sono spesso associate con il consumo di cibi ad alto
contenuto di sale come quelli assunti nei fast-food.
Vari studi hanno evidenziato l’esistenza di un’associazione
emergente tra l’aumentato consumo di bevande zuccherate
e malattie croniche come l’obesità, il diabete di tipo 2, l’ipertensione e le malattie delle arterie coronariche.
La spiegazione proposta per l’associazione con l’aumento di
peso è che le calorie delle bevande zuccherate hanno un basso potere saziante ed elicitano una debole risposta dietetica
compensatoria rispetto a quando si consuma cibo solido.
Le bevande zuccherate possono anche influenzare il peso
corporeo attraverso meccanismi comportamentali. Mentre,
infatti, l’introito di cibi solidi è caratteristicamente associato alla fame, l’assunzione di bevande zuccherate si verifica
spesso in assenza di fame, per soddisfare la sete o per ragioni
sociali. Le bevande zuccherate possono avere anche un effetto cronico negativo sul gusto e sull’accettazione del cibo.
Gli individui, specialmente i bambini, che consumano abitualmente bevande zuccherate piuttosto che acqua possono
trovare meno piacevoli e attraenti cibi meno dolci (es. verdura, legumi e frutta) con la conseguenza che la loro dieta
può diventare di scarsa qualità nutrizionale.
Le bevande zuccherate
possono influenzare il
peso corporeo attraverso
meccanismi comportamentali
www.aidap.org [ 17 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Ben documentati sono anche gli effetti metabolici negativi di
un’eccessiva assunzione di carboidrati raffinati, come l’elevazione dei livelli di trigliceridi e della pressione arteriosa e
l’abbassamento del colesterolo HDL, fattori di rischio per le
malattie cardiovascolari. L’elevato carico glicemico associato con l’assunzione di bevande zuccherate può aumentare
il rischio di diabete di tipo 2 causando insulino resistenza e
attraverso un effetto diretto sulle cellule pancreatiche delle
isole del Langerhans, un’ipotesi supportata dall’osservazione
che il consumo di bevande zuccherate, ma non di bevande
dolcificate non caloriche, è associato con marker di insulino resistenza. Infine, un’altra potenziale spiegazione è l’uso,
come ingrediente chiave di molte bevande zuccherate, dello
sciroppo di mais ricco di fruttosio. Vari studi hanno dimostrato che il fruttosio dietetico promuove la lipogenesi e lo
sviluppo di insulino resistenza e di conseguenza potrebbe
favorire lo sviluppo della steatosi epatica non alcolica e del
diabete di tipo 2.
I dati a disposizione indicano che l’associazione tra assunzione di bevande zuccherate e aumento di peso è più forte
negli studi longitudinali, rispetto a quelli trasversali, e negli
studi non sponsorizzati dall’industria delle bibite. Mancava,
però, fino ad oggi un’evidenza conclusiva di questa associazione derivante da studi controllati rigorosamente progettati.
Tre studi pubblicati sul numero del 21 settembre 2012 della
prestigiosa rivista americana New England Journal of Medicine hanno fornito nuovi dati a supporto dell’ipotesi che
il consumo delle bevande zuccherate possa influenzare lo
sviluppo dell’obesità.
1
Sugar-sweetened beverages and
genetic risk of obesity
Lo studio di Qi e colleghi del Department of Nutrition, Harvard School of Public Health ha esaminato l’interazione tra
assunzione di bevande zuccherate e un punteggio di predisposizione genetica calcolato sulla base di 32 loci di Indice
di Massa Corporea (IMC) associati con l’obesità in donne e
uomini di due ampie coorti e in una coorte indipendente.
Lo studio ha fornito una forte evidenza che esiste una significativa interazione tra introito di zucchero derivante dalle
bevande zuccherate e punteggio genetico di predisposizione, obesità e rischio di obesità. I partecipanti con maggiore
predisposizione genetica sembrano essere più suscettibili
agli effetti avversi dello zucchero delle bevande zuccherate sull’obesità: un chiaro esempio di interazione gene-ambiente. Lo studio indica la necessità di testare se interventi
finalizzati a ridurre il consumo di bevande zuccherate per
prevenire l’obesità possa essere più efficace negli individui
con più elevato punteggio di predisposizione genetica.
[ 18 ] www.aidap.org
2
A trial of sugar-free or sugarsweetened beverages and body
weight in children
Lo studio in doppio cieco di de Ruyter e colleghi del Department of Health Sciences, EMGO Institute for Health and
Care Research, University Amsterdam ha valutato gli effetti
sul peso in un ampio campione di studenti normopeso di
età compresa tra 4 anni e 10 mesi e 11 anni e 11 mesi. I
partecipanti hanno ricevuto a random una scatola a scuola
ogni settimana con il loro nome contenente 8 lattine di una
bevanda artificialmente dolcificata (0 kcal con 34 mg of sucralosio e 12 mg of acesulfame di potassio per lattina) o di
una bevanda contenente zucchero (104 kcal). Gli insegnanti
hanno controllato se i bambini consumavano la lattina durante la ricreazione in classe e ricordavano agli studenti di
portare a casa le lattine e di berle durante il weekend e le
vacanze. I ricercatori, oltre alle variazioni di peso, hanno
misurato anche il sucralosio nelle urine come indicatore di
aderenza. Sebbene il 26% dei partecipanti non abbia completato lo studio per ragioni non specificate, la ricerca ha
evidenziato chiaramente che la sostituzione delle bevande
zuccherate con bevande prive di zucchero dolcificate riduce
significativamente l’aumento di peso e l’accumulo di grasso
nei bambini normopeso dopo 18 mesi.
3
A randomized trial of sugarsweetened beverages and
adolescent body weight
Ebbeling e colleghi del Boston Children’s Hospital hanno invece assegnato a random 224 adolescenti sovrappeso e obesi
che consumavano regolarmente bevande zuccherate a un
gruppo sperimentale o a un gruppo di controllo. Il gruppo
sperimentale ha ricevuto un intervento di un anno che consisteva nel recapitare a domicilio bevande non caloriche (es.
acqua in bottiglia o bevande “dietetiche”) ogni 2 settimane,
nell’effettuare una telefonata motivazionale di 30 minuti con
i genitori una volta al mese e 3 visite di controllo di 20 minuti. Inoltre sono stati inviati messaggi scritti di non bere
né comprare bevande zuccherate. L’intervento è stato progettato per diminuire il consumo di bevande zuccherate e
ha previsto un follow-up di due anni. I punti di forza dello
studio sono stati la scelta di effettuare l’intervento nella casa
dei partecipanti, dal momento che il maggior consumo delle
bevande zuccherate sia nei bambini sia negli adolescenti si
verifica nell’ambiente domestico, e l’eccellete tasso di ritenzione (97% a 1 anno e 93% a 2 anni). La differenza nell’outcome primario, il cambiamento dell’IMC a 2 anni tra gruppo
sperimentale e controllo, non è risultata significativa, ma a 1
anno sono stati osservati cambiamenti significativi di IMC,
in particolare tra gli ispanici.
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
Caprio, nell’editoriale di accompagnamento di del New England Journal of Medicine, ha sottolineato che questi tre trial
randomizzati, in particolare lo studio di de Ruyter e collaboratori, forniscono un forte impeto per sviluppare raccomandazioni e decisioni politiche per limitare il consumo di bevande zuccherate, al fine di invertire l’incremento di obesità
nei bambini. Tale intervento, se avesse successo, potrebbe
anche aiutare a prevenire lo sviluppo di diabete di tipo 2 e le
sue complicazioni nei giovani.
In conclusione, se presi assieme, questi tre studi suggeriscono
che le calorie provenienti dalla bevande zuccherate contano, come
affermato dall’editorialista dei New England Journal of Medicine. Purtroppo questi tre studi sono stati pubblicati subito
dopo il ritiro in Italia della proposta del Ministro della Salute
Renato Balduzzi di tassare le bevande zuccherate, avvenuta in
conseguenza della pressione mediatica esercitata dalle lobby
dei produttori delle bevande zuccherate e da opinioni, non
basate su dati scientifici, di alcuni nutrizionisti italiani, contrari alla tassazione. In realtà, uno studio pubblicato sul British
Journal of Clinical Nutrition da Ng e collaboratori, ricercatori
dell’università del North Carolina, aveva già dimostrato che un
aumento del 10% del prezzo delle bevande zuccherate potrebbe diminuire il consumo pro capite di 7,5 millilitri al giorno,
corrispondenti a circa un grammo di zucchero. Un altro studio
pubblicato da Aubre in Health Affairs nel 2012 aveva stimato
che una tassa di un penny per ounce sulle bevande zuccherate
potrebbe prevenire 240.000 casi di diabete per anno, 8,000
casi di ictus e 26.000 morti premature in 10 anni (o 2.600 per
anno)! Infine, un editoriale di Brownell del 2009 pubblicato
sul New England Journal of Medicine faceva notare come siano i più poveri a essere i consumatori principali: “Le bevande
zuccherate non sono necessarie per sopravvivere - sottolineava
Brownell - e un’alternativa molto più economica, l’acqua, è già
a disposizione. Non solo una tassa sulle bevande zuccherate
avvantaggerebbe i più poveri dal punto di vista della salute, ma
anche abbassando le loro spese”.
È ovvio che le decisioni politiche riguardanti le bevande zuccherate non vanno considerate isolatamente e dovrebbero
essere associate ad altre che promuovono l’educazione della
popolazione, la promozione dell’attività fisica e la modificazione dell’ambente tossico che espone la popolazione a cibi
altamente palatabili, ultraprocessati, ricchi di grassi e a basso
costo. Per noi dell’AIDAP è comunque tempo di agire, contrastando le azioni delle lobby delle bevande zuccherate e supportando con forza le raccomandazioni dell’Institute of Medicine, dell’American Heart Association, dell’Obesity Society e
di molte altre organizzazioni finalizzate a ridurre il consumo
di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti.
AIDAP È A FAVORE DELLA TASSAZIONE DELLE BEVANDE ZUCCHERATE
Per noi dell’AIDAP è tempo di agire e di supportare con forza e implementare le raccomandazioni
dell’Institute of Medicine, dell’American Heart Association, dell’Obesity Society e di molte altre
organizzazioni finalizzate a ridurre il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti.
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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
articolo scientifico trattamento
Terapia cognitivo comportamentale migliorata
per adolescenti con anoressia nervosa:
un’alternativa alla terapia familiare?
A cura di: Lucia Camporese - AIDAP Padova
Fonte: Dalle Grave R, Calugi S, Doll HA, Fairburn CG. Enhanced cognitive behaviour therapy for adolescents
with anorexia nervosa: An alternative to family therapy? Behav Res Ther, 2012, http://dx.doi.org/10.1016/j.
brat.2012.09.008.
[ 20 ] www.aidap.org
FASE
1•
Nella prima fase l’enfasi è stata aiutare i pazienti a pensare in modo nuovo al loro stato attuale e
ai processi che lo mantengono. Questo intervento è stato seguito da una dettagliata analisi dei
pro e dei contro di affrontare il disturbo dell’alimentazione.
FASE
studio è stato rispondere a tre domande cliniche: (1) tra gli
adolescenti con anoressia nervosa, quanti sono in grado di
completare la CBT-E senza la necessità di un ulteriore trattamento?; (2) tra i pazienti che concludono la CBT-E, qual
è l’outcome?; (3) i cambiamenti ottenuti con il trattamento
sono mantenuti dopo la conclusione della CBT-E?
Lo studio ha reclutato pazienti adolescenti di età compresa
tra i 13 e i 17 anni che soddisfacevano i criteri diagnostici
del DSM-IV per l’anoressia nervosa, ad eccezione del criterio
amenorrea.
Il trattamento si è svolto in 40 sedute nell’arco di 40 settimane
e, come la CBT-E per gli adulti sottopeso, è diviso in tre fasi:
2•
Nella seconda fase i pazienti, se lo accettavano, sono stati aiutati a recuperare peso e allo
stesso tempo ad affrontare la psicopatologia del
loro disturbo dell’alimentazione e i processi che
la mantengono. Particolare enfasi è stata posta
sulla modificazione delle preoccupazioni per il
peso e la forma del corpo.
FASE
L’anoressia nervosa ha un profondo impatto sulla salute fisica e il funzionamento psicosociale. Per tale motivo è importante trattarla precocemente ed efficacemente altrimenti può
avere effetti gravi e duraturi. Una particolare forma di terapia familiare, chiamata Family-Based Treatment (FBT), è la
principale terapia evidence-based indicata per il trattamento
dell’anoressia nervosa negli adolescenti. Nonostante ciò la
FBT presenta numerosi limiti:
1. Non è accettabile per alcune famiglie e pazienti.
2. Richiede un lavoro intensivo e di conseguenza costoso.
3. Meno della metà dei pazienti risponde al trattamento
una volta completato.
Per questi motivi la FBT deve essere modificata per renderla
più accettabile ed efficace oppure devono essere trovati approcci terapeutici alternativi.
La Terapia Cognitivo Comportamentale “Migliorata” (CBTE) è una potenziale alternativa alla FBT. La CBT-E è un trattamento empiricamente validato nella cura di pazienti adulti
che soffrono di bulimia nervosa, un disturbo che presenta
una psicopatologia sovrapponibile a quella dell’anoressia
nervosa. Inoltre, è stata adattata per essere applicabile a
qualsiasi tipo di disturbo dell’alimentazione, incluso l’anoressia nervosa, ed ha dimostrato di essere associata a un outcome buono in due coorti di pazienti adulti con anoressia
nervosa (in totale 99 soggetti) e in una coorte di pazienti
ospedalizzati (80 soggetti). La sua utilità nel trattamento degli adolescenti non è stata però ancora stabilita.
Un recente articolo, pubblicato sulla prestigiosa rivista Behaviour Research and Therapy, ha valutato gli effetti della
CBT-E negli adolescenti con anoressia nervosa. L’obiettivo
generale dello studio è stato stabilire l’efficacia a breve e a
lungo termine della CBT-E e valutare se essa possa essere
una valida alternativa alla FBT. L’obiettivo specifico dello
3•
Nella fase finale l’obiettivo è stato aiutare i pazienti a mantenere i cambiamenti che avevano
ottenuto. Ciò comprende lo sviluppo di strategie personalizzate per prevenire la ricaduta dopo
un’eventuale scivolata.
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
L’unica differenza significativa, rispetto alla CBT-E per gli
adulti, è stata il coinvolgimento dei genitori del paziente per
facilitare il trattamento. Nei pazienti adulti il coinvolgimento degli altri significativi avviene solo se ciò può facilitare
l’intervento.
Nel presente studio la CBT-E, è stata somministrata in sedute individuali di 40-45 minuti, precedute da due sedute di preparazione di 60 minuti, seguite da una seduta di
revisione 20 settimane dopo la fine del trattamento. Nella
maggior parte delle sedute il paziente adolescente ha partecipato da solo. Il coinvolgimento dei genitori consisteva in
una singola seduta di un’ora di valutazione durante le prime
due settimane di trattamento e otto sedute di 15 minuti con
il paziente e genitori insieme. Queste ultime hanno avuto
luogo, subito dopo una seduta individuale con il paziente,
alle settimane 1, 4, 8, 12, 20, e 40. L’obiettivo della seduta
iniziale con i genitori è stato identificare i fattori familiari
che possono ostacolare i tentativi del paziente di cambiare,
mentre le sedute successive sono state dedicate alla pianificazione dei pasti, alla gestione dei pasti e allo sviluppo di
soluzioni a problemi emersi o prevedibili. Altre sedute con
i genitori hanno avuto luogo in rari casi in presenza di crisi
familiari, di difficoltà estreme durante i pasti o di ostilità dei
genitori verso l’adolescente.
Il trattamento è stato somministrato da un singolo terapeuta
o da un suo sostituto, in caso di sua assenza e i pazienti non
hanno avuto alcun input terapeutico aggiuntivo a meno che
non vi fosse stata una specifica indicazione (ad esempio, la
gestione delle complicanze mediche o di condizioni di comorbidità psichiatrica).
Lo studio ha valutato, prima del trattamento, alla fine del trattamento e a 60 settimane di follow-up le seguenti variabili:
• Peso corporeo e percentile dell’indice di massa corporea
(IMC) utilizzando le Center for Disease Control and Prevention growth charts (www.cdc.gov/growthcharts) per
permettere confronti internazionali.
• Caratteristiche del disturbo dell’alimentazione con l’Eating Disorder Examination Questionnaire (EDE-Q6.0).
• Caratteristiche psichiatriche generali con la Symptom
Checklist-90 da cui è stato calcolato un Indice di Gravità Globale (GSI).
Dei 49 pazienti elegibili, i 46 che hanno accettato la CBT-E
avevano un’età media di 15,5 anni, una durata media del disturbo dell’alimentazione di 0,86 anni ed erano tutte femmine di razza bianca. I pazienti erano notevolmente sottopeso,
23 (50%) avevano un centile di IMC <1, e la media (SD) del
centile di IMC era 2,86.
Anche se l’obiettivo primario di questo studio era di determinare la percentuale di pazienti in grado di completare il
trattamento ambulatoriale e la loro risposta al trattamento, i
dati intent-to-treat dei risultati alla fine del trattamento e a
60 settimane di follow-up sono stati promettenti. I pazienti hanno ottenuto un notevole aumento di peso, alla fine
del trattamento il centile di IMC è aumentato da 2,86 (SD
Studio degli effetti
della CBT-E su adolescenti
49 ragazze di razza bianca
Età tra i 13 e i 17 anni
Media del centile di IMC 2,86
Intervento terapeutico di 40
settimane articolato in 3 fasi:
2 sedute di preparazione
di 60 minuti
40 sedute individuali
di 40-45 minuti
Sessione di revisione 20 settimane
dopo la fine del trattamento
Coinvolgimento dei genitori
1 seduta di un’ora durante
le prime due settimane di
trattamento e 8 sedute
di 15 minuti alle settimane
1, 4, 8, 12, 20, 40
Variabili valutate nello studio
prima del trattamento, alla fine del
trattamento e a 60 settimane di follow-up
• peso corporeo e percentile dell’IMC
• caratteristiche del disturbo (EDE-Q6.0)
• caratteristiche psichiatriche generali
(Symptom Checklist-90)
www.aidap.org [ 21 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
3,35) a 19,8 (SD 19,2) e a 60 settimane di follow-up è ulteriormente aumentato (centile di IMC medio 23,6 centile,
SD 25,7). Al follow-up il 28,3% (13/46) dei pazienti aveva
guadagnato un peso sufficiente per raggiungere il 95% del
50° centile di IMC (peso previsto per la loro età). L’aumento
di peso è stato accompagnato da una riduzione della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e delle generali
caratteristiche psichiatriche.
1
Qual è la percentuale di pazienti
che completano la CBT-E?
Quasi due terzi dei pazienti hanno completato le 40 sedute
di CBT-E (N = 29, 63,0%). I pazienti che richiedevano un
trattamento aggiuntivo, sia per lo stato fisico o psicologico
sia per la mancanza prolungata di progressi, sono stati classificati come non-responders (N = 9, 19,6%), così come quelli
che hanno interrotto il trattamento (N = 8, 17,4%).
2
Qual è il risultato, tra coloro che
completano la CBT-E?
I 29 pazienti che hanno completato il trattamento hanno ottenuto un notevole incremento ponderale. L’aumento di peso
medio è stato di 8,6 kg pari a un aumento del 27,0 percentile
di IMC. Un terzo (32,1%, 9/28) ha recuperato peso sufficiente per raggiungere il 95% del peso previsto per la loro
età e sesso. La psicopatologia del disturbo dell’alimentazione
e le caratteristiche generali psichiatriche sono migliorate in
modo sostanziale. Quasi tutti i pazienti (96,6%, N = 28/29)
avevano alla fine del trattamento una psicopatologia del disturbo dell’alimentazione minima, definita come avere un
punteggio globale dell’EDE-Q 1 deviazione standard al di
sotto della media comunitaria (<2,77).
3
I cambiamenti sono mantenuti
nel tempo dopo la CBT-E?
Tutti i 29 pazienti che hanno completato il trattamento sono
stati rivalutati a 60 settimane di follow-up. In questo periodo
solo pochi soggetti avevano richiesto un ulteriore trattamento.
Nel complesso le modifiche raggiunte nel corso del trattamento sono state ben mantenute. L’aumento di peso è continuato con un incremento di peso medio di 2,22 kg (SD 7,4)
dalla fine del trattamento al follow-up e il centile di IMC è
passato da una media di 29,4 (16,2) alla fine del trattamento a 33,7 (25.4) al follow-up. Altri quattro pazienti hanno
raggiunto successivamente il 95% del peso previsto per la
[ 22 ] www.aidap.org
loro età e sesso arrivando al 44,8%. Infine, il 90% (26/29)
presentava una psicopatologia del disturbo dell’alimentazione minima.
In conclusione possiamo dire che lo studio ha ottenuto tre
principali risultati:
1•
2•
3•
Il primo è che due terzi dei pazienti sono stati in grado di completare la CBT-E senza la necessità di input
aggiuntivi.
Il secondo è che tra coloro che hanno completato la
CBT-E ci sono stati miglioramenti sostanziali del peso
e della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione.
Il terzo riguarda la stabilità dei cambiamenti ottenuti.
Questi sono stati mantenuti oltre 60 settimane nonostante l’esposizione minima a ulteriori trattamenti.
Tali dati sono in contrasto con la FBT in cui il trattamento aggiuntivo è comune durante il follow up e
può contribuire al risultato riportato.
I risultati di questo studio sono molto promettenti e, date
le dimensioni e la gravità del campione, l’ampiezza della risposta e il fatto che i cambiamenti sono stati ben mantenuti, indicano l’urgenza di eseguire uno studio randomizzato
e controllato che confronti la CBT-E e la FBT. Le variabili
chiave di interesse dovrebbero includere l’accettabilità per il
paziente per i due approcci, la loro efficacia, la loro capacità
di produrre un cambiamento duraturo e il loro costo e costoefficacia. Il fatto che la CBT-E possa essere utilizzata anche
con adulti e con tutte le forme di disturbi dell’alimentazione
è uno dei punti di forza dell’approccio.
Oltre a determinare gli effetti relativi ai due trattamenti, sarebbe anche di interesse teorico e d’importanza pratica poter
stabilire se ci sono moderatori di risposta al trattamento che
potrebbero consentire di indirizzare i pazienti verso la CBTE o la FBT. Questo non è facile perché i due approcci sono
molto diversi nelle loro strategie, nelle procedure e nelle modalità di azione postulate. Mentre la FBT ha una posizione
“ateoretica”, la sua natura suggerisce che sia più adatta alle
esigenze di giovani pazienti adolescenti. Al contrario, la CBTE è disegnata per modificare i meccanismi che mantengono
la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e quindi
potrebbe evidenziare i suoi effetti maggiori nei pazienti in
cui questi processi operano come ad esempio gli adolescenti
più vecchi o con più lunga durata del disturbo dell’alimentazione. Queste previsioni hanno bisogno di essere verificate
in studi controllati e randomizzati.
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
articolo scientifico trattamento
Terapia cognitivo comportamentale
migliorata per adulti con anoressia
nervosa: uno studio inglese e italiano
A cura di: Simona Calugi - AIDAP Firenze e Empoli
Fonte: Christopher G Fairburn, Zafra Cooper, Helen A Doll, Marianne E O’Connor, Robert L Palmer and Riccardo
Dalle Grave Enhanced cognitive behaviour therapy for adults with anorexia nervosa: a uk-italy study. Behav Res
Ther, 2012, http://dx.doi.org/10.1016/j.brat.2012.09.010.
L’anoressia nervosa negli adulti è stata definita “uno dei più
difficili disturbi mentali da trattare”. La riluttanza a ingaggiarsi nel trattamento è comune e, in coloro che accettano
il trattamento, l’esito è spesso poco soddisfacente. L’ospedalizzazione è essenziale in alcuni casi e in genere determina
un aumento di peso, ma ha lo svantaggio di essere un trattamento costoso e spesso seguito da una perdita di peso. Un
trattamento che produce cambiamenti duraturi sarebbe di
grande utilità, specialmente se potesse essere applicato in un
setting ambulatoriale.
L’anoressia nervosa è, inoltre, difficile da studiare a causa
della sua rarità, dei rischi medici associati, dell’alta durata
del trattamento e dell’importanza del follow-up per determinare se gli effetti del trattamento persistano nel tempo.
Nove studi sui trattamenti psicosociali sono stati pubblicati
e alcuni di questi sono stati interrotti a causa di difficoltà
incontrate durante il reclutamento. Quasi tutti gli studi avevano una numerosità campionaria bassa, il numero medio
di pazienti per condizione di trattamento era inferiore a 20.
Queste sfide metodologiche, insieme ai risultati deludenti o
inconcludenti degli studi fatti fino ad oggi, hanno portato
alla proposta che i nuovi trattamenti per l’anoressia nervosa
dovrebbero essere sottoposti a numerosi test preliminari prima di essere considerati ammissibili alla valutazione in studi
randomizzati e controllati. Alternativamente è stato proposto che il focus della ricerca dovesse spostarsi dagli adulti al
trattamento sugli adolescenti dato che sembra che siano più
facili da trattare e da studiare.
La terapia cognitivo comportamentale è un potenziale candidato per il trattamento dell’anoressia nervosa in un setting ambulatoriale dato che è il principale trattamento empiricamente supportato per la bulimia nervosa. La terapia
cognitivo comportamentale per la bulimia nervosa è stata
La terapia cognitivo
comportamentale è un
potenziale candidato per il
trattamento dell’anoressia
nervosa in un setting
ambulatoriale
www.aidap.org [ 23 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Studio degli effetti
della CBT-E
99 pazienti divisi in 2 campioni
50 in Inghilterra
49 in Italia
Età media 24 anni
Durata media della malattia 3 anni
Intervento terapeutico di 40
settimane articolato in 3 fasi:
40 sedute di 50 minuti ciascuna
Valutazione all’inizio del
trattamento, alla fine del
trattamento e 60 settimane
dopo la dimissione
• misurazione del peso
• calcolo dell’IMC
• misurazione della psicopatologia specifica
(EDE e EDE-Q)
• misurazione della psicopatologia generale
(BSI)
recentemente adattata con l’obiettivo di renderla applicabile
a ogni forma di trattamento, compresa l’anoressia nervosa.
A tal fine la nuova forma “migliorata” di trattamento (CBTE) si focalizza sul modificare i meccanismi che mantengono
tutte le forme di psicopatologia del disturbo dell’alimentazione. Il trattamento è stato testato in due studi indipendenti
nei quali ha prodotto cambiamenti duraturi in pazienti con
disturbo dell’alimentazione non significativamente sottopeso, indipendentemente dalla loro diagnosi DSM. L’utilità del
trattamento per i pazienti con anoressia nervosa deve essere
ancora stabilita.
Alla luce della raccomandazione secondo cui nuovi trattamenti per gli adulti con anoressia nervosa richiedono approfondite valutazioni preliminari, in questo lavoro sono stati
studiati gli effetti della CBT-E in due campioni di pazienti
[ 24 ] www.aidap.org
gravemente compromessi. Molti di questi pazienti erano nella condizione di poter essere ricoverati. La scelta di includere
pazienti significativamente sottopeso serve a testare le potenzialità del nuovo trattamento.
Lo studio è stato effettuato per rispondere a quattro quesiti
clinici:
1. Tra gli adulti con marcata anoressia nervosa, qual è la
percentuale di pazienti in grado di completare questo
trattamento ambulatoriale?
2. Tra coloro che completano il trattamento, qual è l’esito?
3. I cambiamenti sono mantenuti?
4. Ci sono delle variabili in basale che predicono il completamento del trattamento?
Studiando due campioni indipendenti di pazienti gli autori
sono stati in grado di determinare la consistenza nella risposta alla CBT-E.
I due campioni di pazienti sono stati reclutati uno in Inghilterra e uno in Italia. Entrambi soddisfacevano i criteri
diagnostici dell’anoressia nervosa, anche se il criterio amennorea non è stato richiesto per la diagnosi. L’intervento terapeutico è articolato in tre fasi. Nella prima fase l’enfasi è
posta sull’aumento della motivazione al cambiamento; nella
seconda il paziente viene aiutato a recuperare peso affrontando contemporaneamente la psicopatologia specifica del
disturbo dell’alimentazione; nella terza fase il paziente viene
aiutato a sviluppare strategie personalizzate per identificare
e modificare ogni difficoltà residua prima della fine della terapia e per gestire una potenziale ricaduta.
Per questa ricerca è stata utilizzata la versione focalizzata
della CBT-E dato che ha mostrato maggiore utilità clinica
rispetto alla versione allargata.
Il trattamento prevede 40 sedute della durata di 50 minuti ciascuna da effettuarsi con un unico terapeuta, in 40 settimane.
La valutazione, effettuata prima dell’ingresso, alla fine del trattamento e 60 settimane dopo la dimissione, comprende la misurazione del peso e il calcolo dell’IMC, la misurazione della
psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione attraverso l’Eating Disorder Examination interview (EDE) e la sua
versione self-report (EDE-Q), la misurazione della psicopatologia generale attraverso il Brief Symptom Inventory (BSI).
Sono stati reclutati 99 pazienti, 50 in Inghilterra e 49 in
Italia, con un’età media di 24 anni e una durata media di
malattia di circa 3 anni. Il campione italiano aveva un IMC
significativamente più basso e una psicopatologia meno grave del campione inglese.
Il primo risultato dello studio riguarda l’incremento di peso
alla fine del trattamento. Nel campione totale e utilizzando
un’analisi intent-to-treat, l’IMC è passato da 16,1 all’inizio
del trattamento a 17,9 alla fine ed è rimasto stabile dopo 60
settimane di follow-up (IMC 17,8). L’aumento di peso è stato
accompagnato da una diminuzione della psicopatologia del
disturbo dell’alimentazione e della psicopatologia generale.
Gli altri risultati vengono esplicitati attraverso la risposta ai
quattro quesiti clinici:
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
1
Qual è la percentuale di pazienti
in grado di completare la CBT-E
ambulatoriale?
Due terzi dei pazienti (63,6%) in entrambi i centri ha completato le 40 settimane di trattamento. Solo un terzo dei pazienti, quindi, non ha completato il trattamento. Le ragioni
che hanno portato al non completamento del percorso terapeutico sono due. La prima riguarda una decisione terapeutica in risposta ad un peggioramento dello stato di salute
fisica del paziente o alla mancanza di progressi, la seconda
riguarda invece l’interruzione spontanea del paziente. Nel
primo caso tutti i pazienti venivano direzionati verso percorsi terapeutici più intensivi.
2
Tra coloro che completano il
trattamento, qual è l’esito?
La risposta al trattamento è stata simile nei due centri. L’aumento di peso medio è stato di 7,5 kg che corrisponde ad
un aumento di 2,8 punti di IMC. Oltre il sessanta percento
dei pazienti ha raggiunto un IMC > 18,5. La psicopatologia
specifica del disturbo dell’alimentazione e la psicopatologia
generale sono migliorate significativamente. Quasi il novanta percento dei pazienti ha una psicopatologia del disturbo
dell’alimentazione residua minima, definita come l’avere un
EDE-Q totale inferiore di una deviazione standard rispetto
alla media di comunità (< 2,77).
3
I cambiamenti
sono mantenuti?
La compliance con il follow-up è molto alta, infatti l’84% dei
pazienti che ha completato il trattamento è stato rivalutato
dopo 60 settimane. Solo una minoranza dei 63 pazienti che
ha completato il trattamento ha richiesto trattamenti aggiuntivi nel periodo del follow-up: tre pazienti inglesi e due italiani
hanno ricevuto trattamenti aggiuntivi e 4 pazienti inglesi e tre
italiani hanno ricevuto da una a cinque sessioni “di richiamo”.
Nel complesso i cambiamenti raggiunti durante il trattamento sono stati ben mantenuti. Si è verificata una leggera
riduzione dell’IMC così come della psicopatologia generale e
specifica. Come risultato la proporzione di pazienti con IMC
> 18,5 è scesa dal 62% al 55%. Allo stesso modo la proporzione con una psicopatologia residua minima è diminuita
dall’87% al 78%.
4
Ci sono variazioni in basale che
predicono il completamento del
trattamento?
Non c’è stata una relazione statisticamente significativa tra
centro, età, durata del disturbo dell’alimentazione o IMC e
completamento del trattamento. Tuttavia il completamento
del trattamento era significativamente associato con la gravità della psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione e con la psicopatologia generale. In particolare coloro
con più grave psicopatologia hanno avuto meno probabilità
di completare il trattamento. Il punteggio dell’EDE-Q totale,
delle sottoscale relative alla preoccupazione per il peso e per
la forma del corpo, del BSI e la frequenza degli episodi bulimici e del vomito erano significativamente più alti in coloro
che non hanno completato il trattamento rispetto a coloro
che lo hanno completato, con una relazione più forte osservata con l’EDE-Q totale, la sottoscala preoccupazione per il
peso e la presenza e frequenza degli episodi di vomito. Nella
regressione multipla solo la sottoscala preoccupazione per il
peso dell’EDE-Q e gli episodi di vomito si mantenevano nel
modello con un effetto indipendente.
Lo studio ha tre risultati principali. Il primo è che due terzi
dei pazienti, in entrambi i centri, è riuscito a completare questo percorso terapeutico. Il secondo risultato riguarda l’esito
del trattamento. L’aumento del peso e il miglioramento della
psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione a fine
terapia sono a conferma della qualità e della specificità dell’intervento terapeutico. Il terzo risultato è particolarmente interessante e riguarda la stabilità dei cambiamenti ottenuti. Nonostante la minima quantità di trattamento nel post-terapia,
i cambiamenti si sono ben mantenuti con soltanto un lieve
deterioramento del peso e della psicopatologia specifica. Questo risultato è in netto contrasto con gli alti livelli di ricaduta a
12 mesi di follow-up negli studi sull’ospedalizzazione.
Due delle principali variabili di esito possono essere confrontate tra i vari studi. La prima è il completamento del
trattamento. In questo studio due terzi dei pazienti hanno
completato la CBT-E, un livello di completamento tipico di
questa tipologia di pazienti. La seconda variabile è il recupero del peso. Il recupero medio in questo studio, utilizzando
un’analisi intent-to-treat è di 5 kg che è superiore a quello
di 2,7 kg riportato nell’unico altro studio in cui sia stato valutato il cambiamento del peso in pazienti sottopeso trattati
in un setting ambulatoriale. Inoltre il cambiamento di peso
ottenuto è superiore a quello riportato utilizzando una generica forma di CBT, psicoterapia interpersonale e una forma
di management clinico specialistico in un gruppo di pazienti
con livelli di gravità inferiori.
La ricerca ha alcuni punti di forza. Primo, la raccolta di due
campioni paralleli, entrambi di ampie dimensioni per studiare
il trattamento dell’anoressia nervosa ha permesso di determinare se i risultati possano essere considerati robusti. Secondo,
i pazienti sono stati consecutivamente reclutati in cliniche con
una lunga esperienza nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione, ciascuna delle quali fornisce il servizio principale nella propria area geografica. È per questo che i risultati ottenuti
sono potenzialmente estendibili ad altri centri clinici. Terzo,
come notato precedentemente, i casi non sono di lieve gravità.
Quarto, in contrasto con molti altri studi, la CBT-E è stata il
www.aidap.org [ 25 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
solo trattamento psicologico effettuato, nessun altro tipo di
intervento è stato messo in atto. Ultimo, i pazienti erano seguiti per oltre un anno dopo il completamento della CBT-E,
periodo in cui la ricaduta è più probabile.
Dati i suoi obiettivi specifici, lo studio ha tre principali limitazioni. Il primo è che i risultati non possono essere generalizzati a pazienti con IMC al di sotto di 15 o al di sopra di
17,5. Secondo, un periodo di follow-up più lungo dovrebbe
essere previsto per determinare la stabilità dei cambiamenti
a lungo termine. Terzo, nonostante l’ampia numerosità campionaria rispetto alla rarità della patologia in questione, lo
studio ha una potenza statistica modesta per rilevare gli effetti nei due centri. Studi multicentrici più numerosi sono
necessari per confermare che gli effetti della CBT-E sono replicabili. Da una prospettiva più ampia, l’altra principale limitazione è che la CBT-E non è stata confrontata con nessun
altro trattamento. Ciò significa che nessuna conclusione può
essere tratta relativamente all’efficacia della CBT-E rispetto
ad altri approcci terapeutici.
Ciò che il presente studio fornisce è un robusta mole di dati
sull’esito immediato e al lungo termine dell’uso della CBT-E
per trattare adulti con anoressia nervosa. Due terzi dei pazienti
sono stati in grado di completare il trattamento e tra questi
c’è stato un sostanziale miglioramento del peso e della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione che si mantiene nel
tempo. Questi risultati sono sufficientemente promettenti per
giustificare la valutazione della CBT-E in un trial randomizzato
e controllato. I risultati inoltre confermano che la CBT-E è un
trattamento “transdiagnostico” dato che i nuovi dati supportano il suo utilizzo nell’anoressia nervosa, nella bulimia nervosa
e nei disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati. Può
inoltre essere usata con gli adolescenti e durante il ricovero.
Un lavoro molto atteso che mette un tassello importante nel
mondo della psicoterapia per i disturbi dell’alimentazione. Il
prof. Fairburn da anni porta avanti la ricerca scientifica a sostegno dell’ipotesi transdiagnostica dei disturbi dell’alimentazione.
Con questo studio non solo la teoria trasdiagnostica guadagna
in scientificità, ma la CBT-E si dimostra efficace in pazienti con
anoressia nervosa, una patologia da sempre considerata molto
complessa e resistente al trattamento, soprattutto quando è presente in pazienti adulti.
articolo scientifico trattamento
La terapia interpersonale
nei disturbi dell’alimentazione
A cura di: Sergio Colombi - AIDAP Milano 2
Fonte: Murphy R, Straebler S, Basden S, Cooper Z, Fairburn CG. (2012). Interpersonal psychotherapy for eating
disorders. Clin Psychol Psychother, 19(2):150-8.
Il quadro che emerge dalle ricerche sull’efficacia delle diverse psicoterapie e sui loro metodi, pratiche e contenuti di
lavoro, è sicuramente complesso e tiene giustamente conto
delle differenze notevoli, dell’efficacia terapeutica e dei differenti quadri psicopatologici.
La ricerca appare necessaria sia per gli aspetti scientifici che
contribuiscono a motivare gli interessati (pazienti, servizi sanitari, grande pubblico, società assicurative, ecc.) sia per fattori
etico deontologici, oggi quanto mai presenti nella decisione di
percorrere un determinato iter psicoterapeutico: si tratta, soprattutto, di avere sempre rispetto della persona del paziente
e delle sue aspettative, oltre che delle sue caratteristiche personologiche, nella prospettiva di rendere auspicabili modalità di
[ 26 ] www.aidap.org
aggiornamento, di valutazione e di monitoraggio delle diverse
ipotesi diagnostiche e terapeutiche che vengono utilizzate nel
mondo della clinica e della ricerca.
In ogni caso la ricerca, accanto alla sottolineatura costante
delle necessarie procedure utilizzate, all’evidenziazione del
razionale e delle tecniche riscontrabili in ogni psicoterapia,
favorisce la rilevanza dell’importanza decisiva della personalità del terapeuta, della sua formazione e competenza,
della sua esperienza professionale, fattori che svolgono un’
influenza determinante nel processo terapeutico e nel raggiungimento di esiti positivi in ogni attività clinica.
La ricerca in ambito psicoterapeutico permette, inoltre, di
tesaurizzare - potremmo anche dire capitalizzare - i risultati
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
raggiunti nel corso degli anni, favorendo comparazioni, superamento di percorsi obsoleti; in una parola determinando
sistematicità, innovazione, progresso.
Partendo da queste prospettive epistemologiche e di metodologia, l’articolo di Murphy e colleghi del Dipartimento di
Psichiatria dell’Università di Oxford, risulta estremamente interessante e di grande attualità euristica. Nella loro revisione
gli autori riportano i dati del primo studio eseguito dal loro
gruppo (Fairburn et al, Arch Gen Psychiatry. 1993;50:41928) che ha confrontato in un campione di 75 pazienti l’efficacia della Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), della
Terapia Interpersonale (IPT) e della Terapia Comportamentale
(BT). Al follow-up di 12 mesi pochi pazienti (20%) trattati
con la BT avevano un outcome buono (interruzione di tutte le
forme di abbuffate e purging), mentre i pazienti trattati con la
CBT e la IPT avevano ottenuto esiti buoni e comparabili (44%
e 35%, rispettivamente), sebbene ci siano state delle chiare
differenze temporali nelle modalità di risposta, perché la IPT
ha impiegato più tempo per raggiungere i sui effetti pieni.
Un altro studio (Fairburn et al., Arch Gen Psychiatry.
1995;52:304-12) che ha esaminato il follow-up a lungo termine (5,8 +/- 2,0 anni) di 88 dei 99 partecipanti a due trial
randomizzati e controllati che avevano confrontato la CBT, la
BT e la IPT, ha confermato che la remissione (definita come
assenza di qualsiasi disturbo dell’alimentazione secondo i
criteri del DSM-IV) era significativamente più frequente nei
pazienti trattati con CBT o IPT senza differenze significative
tra le due forme di terapia, rispetto a quelli trattati con la BT.
Infine, uno studio randomizzato e controllato multicentrico
che ha incluso 220 pazienti con bulimia nervosa (Agras et
al., Arch Gen Psychiatry. 2000; 57:459-66) ha confermato
che la CBT è superiore nel tasso di remissione alla fine del
trattamento rispetto alla IPT (48% vs 28%), ma che al follow-up di un anno non ci sono differenze tra le due forme di
trattamento: tra i completers il 40% dei pazienti trattati con
CBT e il 27% dei pazienti trattati con la IPT soddisfacevano
i criteri della guarigione dalla bulimia nervosa.
Sebbene la CBT sia considerata dalle NICE (2004) l’intervento di prima scelta per la bulimia nervosa, perché è più
rapida nel raggiungere gli effetti rispetto alla IPT, Murphy e
colleghi riportano le seguenti ragioni per utilizzare la IPT nel
trattamento della bulimia nervosa:
• I problemi interpersonali sono comuni nei pazienti con
bulimia nevosa e contribuiscono a mantenere il disturbo.
• I problemi interpersonali possono precedere l’esordio
della bulimia nervosa oppure esserne una conseguenza.
• I problemi interpersonali contribuiscono al mantenimento
della bulimia nervosa attraverso meccanismi differenti quali:
- I pazienti diventano più isolati dalla normale influenza
dei pari e come risultato la loro psicopatologia tende a
persistere perché non può essere disconfermata.
- Alcune manifestazioni della bulimia nervosa sono direttamente mantenute da difficoltà interpersonali: ad
esempio sia le abbuffate sia la restrizione dietetica co-
gnitiva tendono a manifestarsi o a essere esacerbate nel
contesto di eventi interpersonali avversi.
- Difficoltà interpersonali spesso peggiorano l’autostima,
e ciò tende a incrementare gli sforzi del paziente per
valutarsi attraverso il controllo dell’alimentazione, della forma e del peso.
La IPT, secondo Murphy e colleghi, appare molto indicata
come strumento terapeutico atto ad aiutare i pazienti nell’identificare e affrontare le difficoltà interpersonali di questo
tipo, rimuovendo le funzioni e i processi che mantengono il
disturbo dell’alimentazione, favorendo pertanto la guarigione.
È utile e necessario ricordare che da un punto di vista storico-critico la IPT si basa sulle idee della scuola interpersonale
(fondata da Sullivan) ed inizialmente è stata formulata come
terapia breve, in particolare rivolta a pazienti depressi.
Inoltre occorre puntualizzare che questa terapia non fa riferimento agli aspetti eziologici, quanto piuttosto al focus del
trattamento. Si focalizza, infatti, più sulle relazioni attuali
che sugli aspetti persistenti, potremmo dire strutturali, della
personalità. Il terapeuta svolge un ruolo attivo e di supporto,
piuttosto che svolgere funzioni interpretative.
La IPT applicata alla bulimia nervosa comprende da 16 a 20
sedute di 50 minuti che coprono 4-5 mesi ed è divisa in tre
fasi, ciascuna con i propri obiettivi, strategie e procedure.
La fase 1 occupa solitamente 3-4 sedute e ha due obiettivi
principali:
1. Ingaggiare il paziente nel trattamento e descrivere il razionale e la natura del trattamento.
2.Identificare i problemi interpersonali attuali e scegliere
quei problemi che potrebbero diventare il focus del trattamento.
I problemi interpersonali che si presentano più frequentemente nei pazienti con disturbi dell’alimentazione vengono
individuati in quattro aree principali:
• Deficit interpersonali.
• Dispute di ruolo.
• Transizioni di ruolo.
• Lutti e reazioni problematiche all’elaborazione del lutto.
Quando viene identificato più di un problema interpersonale è necessario decidere quale affrontare. La strategia più
efficace è rivolta ad affrontare quei problemi la cui risoluzio-
www.aidap.org [ 27 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
ne potrebbe avere un maggior impatto sul funzionamento
interpersonale del paziente, sulla sua autostima; fondamentale è che tali problemi risultino altresì percepiti come tali
anche dal paziente.
La fase 2 risulta il “corpus” principale della terapia e comprende 14 sedute settimanali. Gli obiettivi dichiarati sono:
• Comprendere la natura del problema interpersonale
identificato.
• Affrontare tale problema.
Nella fase 3, che occupa generalmente le ultime tre sedute,
si affrontano due principali obiettivi:
• Essere certi che il cambiamento effettuato in terapia possa
essere mantenuto
• Ridurre il rischio di ricadute a lungo termine.
L’articolo giustamente evidenzia la necessità di effettuare
ricerche sempre più approfondite sull’utilizzo dell’IPT nel
trattamento dei disturbi dell’alimentazione e per tale motivo attendiamo con curiosità i dati del trial appena concluso
che ha confrontato la IPT con l’ultima versione migliorata e
potenziata della CBT (CBT-E). Questo studio, oltre a confrontare l’efficacia delle due forme di trattamento nella bulimia nervosa e nei disturbi dell’alimentazione non altrimenti
specificati non sottopeso (in quest’ultimi non è mai stata fino
ad ora testata l’efficacia dell’IPT), si pone l’obiettivo ambizioso di indagare i mediatori del trattamento e cioè attraverso
quali meccanismi funzionano le due forme di psicoterapia.
Non appena i dati dello studio saranno pubblicati non mancheremo di discuterli nella nostra rivista.
Positive Press training 2013
Seguici su:
Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità
Napoli, 7-8 giugno 2013
PROGRAMMA
VENERDÌ 7 GIUGNO 2013
09:00-09:30 Consegna del materiale didattico
09:30-10:30 Terapia comportamentale del sovrappeso e dell’obesità: efficacia e limiti
10:30-13:00 Terapia farmacologica del sovrappeso e dell’obesità:
efficacia e limiti
Terapia chirurgica del sovrappeso e dell’obesità: efficacia e limiti
Strategie non chirurgiche per potenziare la perdita di
peso
14:00-15:00 La nuova teoria cognitivo comportamentale per la
perdita e il mantenimento del peso
15:00-16:00 Organizzazione generale del nuovo programma di
terapia cognitivo comportamentale del sovrappeso e
dell’obesità
RELATORE | Dalle Grave Riccardo
ACCREDITAMENTO ECM | per medici,
psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti
SEDE | Hotel Royal Continental
Via Partenope, 38-44 - 80121 Napoli
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI
POSITIVE PRESS - Tel. 0458103915
[email protected] - www.positivepress.net
16:00-17:30 Seduta # 0. Valutazione diagnostica e spiegazione del
programma
17:30-18:30 Attività interattiva
SABATO 8 GIUGNO 2013
09:00-13:00 Fase della perdita di peso: Monitorare l’alimentazione,
l’attività fisica ed il peso corporeo
Modificare lo stile di vita
Affrontare gli ostacoli alla perdita di peso
14:00-15:00 Fase della perdita di peso: Affrontare gli obiettivi di
peso e gli obiettivi primari
15:00-16:00 Fase del mantenimento del peso: Affrontare gli ostacoli al mantenimento del peso
16:00-17:00 Attività interattiva
17:00-18:00 Esame ECM
QUOTE D’ISCRIZIONE
Tipologia di iscrizione
Quota intera NON socio AIDAP
Socio operativo AIDAP*
Socio ordinario AIDAP*
Sostenitore Professionista AIDAP*
Iscrizione SENZA crediti ECM
entro il
07-05-2013
dopo il
07-05-2013
e 300,00 + IVA
e 150,00 + IVA
e 210,00 + IVA
e 240,00 + IVA
e 150,00 + IVA
e 360,00 + IVA
e 180,00 + IVA
e 252,00 + IVA
e 288,00 + IVA
e 180,00 + IVA
* in regola con la quota associativa AIDAP 2013
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
Interpretazioni e implicazioni sulla decisione del National
Institutes of Health di interrompere il Look AHEAD Trial
Venerdì 19 ottobre 2012 Il National Institutes of Health (NIH) ha annunciato la decisione di interrompere prematuramente il “Look AHEAD”
(Action for Health in Diabetes) trial. Lo studio aveva l’obiettivo primario
di testare se un intervento di perdita di peso basato sulla modificazione
dello stile di vita riducesse il tasso di malattie cardiovascolari, di ictus e di mortalità per malattie cardiovascolari
negli individui sovrappeso e obesi con diabete di tipo 2, un gruppo che ha un aumentato rischio per questi eventi.
Il Look AHEAD trial è stato condotto in 16 centri degli Stati Uniti e ha reclutato 5.145 individui sovrappeso
e obesi con diabete di tipo 2 con un follow-up pianificato di 13 anni. La metà dei pazienti è stata allocata a
random a un intervento intensivo di modificazione dello stile di vita (si veda per i dettagli il sito https://www.
lookaheadtrial.org) e la metà a un programma educativo e di supporto. Entrambi i gruppi hanno ricevuto le cure
mediche di routine dai loro medici.
Il Data and Safety Monitoring Board (DSMB) del trial, dopo aver rivisto i dati, ha concluso che non c’erano differenze tra i due gruppi nel tasso di eventi cardiovascolari fino a 11 anni di follow-up. Poiché è estremamente
improbabile che si sviluppi una differenza prolungando il follow-up, il NHI, agendo sulla base delle raccomandazioni del DSMB, ha deciso di interrompere l’intervento perché la risposta al quesito primario dello studio era
stata raggiunta. È interessante notare che il numero totale di eventi cardiovascolari nei due gruppi di pazienti è
molto più basso di quanto previsto.
L’AIDAP vuole fornire ai soci e ai lettori di Emozioni e Cibo la sua prospettiva per capire e interpretare la decisione presa dal NIH.
Il Look AHEAD trial ha monitorato gli effetti dello stile di vita non solo sui tassi di malattie cardiache e ictus, ma
anche su un ampio numero di indicatori di salute e di funzionamento. Questo fa sì che lo studio sia una risorsa
unica per chi si occupa di ricerca sulla cura della salute. Il fatto che i partecipanti, come affermato dall’NIH,
continueranno a ricevere una valutazione del loro stato di salute, aggiunge ulteriore valore allo studio.
La decisione di interrompere il trial, sebbene non siano ancora disponibili i dati specifici, non mette in discussione il
valore in generale della perdita di peso. La scienza continua a supportare l’idea che la perdita di una modesta quantità di peso possa avere notevoli benefici per la salute degli individui in sovrappeso e obesi, anche se sono diabetici.
A 4 anni di follow-up, i partecipanti al gruppo di modificazione dello stile di vita avevano ottenuto un calo
medio del 6,2% del loro peso iniziale, rispetto allo 0,9% ottenuto dai partecipanti del gruppo di educazione e di
supporto. Inoltre, avevano anche ottenuto miglioramenti maggiori nel controllo del diabete (con una riduzione
del numero di farmaci usati per il diabete), della pressione arteriosa, della colesterolemia HDL, della trigliceridemia, del fitness e della mobilità funzionale (con una minore necessità di aiuto per mantenere la mobilità fisica).
I resoconti di precedenti follow-up avevano anche trovato maggiori miglioramenti nella qualità della vita e una
diminuzione delle apnee del sonno. Tali benefici sono molto importanti per avere una vita più sana e appagante.
I dati dei risultati delle ricerche precedenti sono disponibili nel sito https://www.lookaheadtrial.org.
È anche da sottolineare che un trial simile eseguito in individui prediabetici (Diabetes Prevention Program
http://diabetes.niddk.nih.gov/dm/pubs/preventionprogram/#results) aveva dimostrato che la perdita di peso e
la modificazione dello stile di vita avevano ridotto l’incidenza di diabete durante i 10 anni di follow-up: un dato
che sottolinea come la modificazione dello stile di vita fornisca anche altri importanti benefici per la salute.
La conclusione che si può trarre di dati del Look AHEAD trial è che tra gli individui che sono già diabetici, un
intervento di modificazione dello stile di vita che produce una moderata perdita di peso fornisce significativi
benefici per la salute, ma non riduce l’incidenza di eventi cardiovascolari rispetto a un intervento educativo educazione e di supporto. La ricerca fornisce anche un esempio importante di come la scienza lavora. Lo studio ha
testato un’ipotesi iniziale intuitiva, ma la scienza si basa sull’evidenza e non sulle ipotesi. Per tale motivo l’AIDAP
plaude e ringrazia in ricercatori del Look AHEAD trial e il NIH per avere portato avanti uno studio importante
e ben condotto che ha fornito ai clinici e ai ricercatori importanti informazioni sugli effetti della perdita di peso
basata sulla modificazione dello stile di vita negli individui sovrappeso e obesi diabetici.
www.aidap.org [ 29 ]
Convegno patrocinato da AIDAP
Terapia cognitivo comportamentale della
modificazione dello stile di vita
Milano, 16 febbraio 2013
PROGRAMMA
08:30-09:00
09:00-09:45
09:45-10:30
10:30-10:45
10:45-11:15
11:15-11:45
Registrazione dei partecipanti
Stile di vita e malattie: qual è la relazione? (Riccardo
Dalle Grave)
Stile di vita e malattie: quando usare la terapia
cognitivo comportamentale e la terapia
farmacologica? (Giulio Marchesini)
Coffee break
Strategie per adottare un’alimentazione salutare
(Arianna Banderali)
Strategie per sviluppare uno stile di vita attivo
(Fabio Soave)
11:45-12:15
12:15-13:00
Strategie per perdere peso (Marwan El Ghoch)
Strategie cognitivo comportamentali per mantenere
il peso (Felice Mangeri)
13:00-14:15 Lunch a buffet
14:15-15:00 Gestione dello stress con il rilassamento muscolare
profondo (Cristina Scutari)
15:00-15:30 Gestione dello stress con la terapia cognitivo
comportamentale (Sabrina Marchi)
15:30-16:30Discussione
16:30
Questionario di apprendimento e conclusioni
RELATORI
Banderali Arianna, medico | AIDAP Milano
Dalle Grave Riccardo, medico | Segretario scientifico AIDAP
El Ghoch Marwan, medico | Casa di Cura Villa Garda
Mangeri Felice, medico | Ospedale Civile di Gavardo (BS)
Marchesini Giulio, medico | Policlinico S. Orsola-Malpighi Bologna
Marchi Sabrina, psicologo | Casa di Cura Villa Garda
Scutari Cristina, psicologo | Casa di Cura Villa Garda
Soave Fabio, fisioterapista | Casa di Cura Villa Garda
IL CONVEGNO È GRATUITO E A NUMERO CHIUSO. A BREVE VERRANNO APERTE LE ISCRIZIONI.
ACCREDITAMENTO ECM | Corso accreditato ECM per medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti, infermieri
SEDE DEL CONVEGNO | Hotel Michelangelo, Via Scarlatti, 33 - 20124 MILANO
ORGANIZZAZIONE E PROVIDER | Via U. Giordano, 37/A - 90144 Palermo - Tel. 091 6818545 - Fax 091 9889354
E-mail: [email protected] - web: www.collagecongressi.it
Bacheca
APERTURA NUOVO
CENTRO AIDAP
Buon Natale
e Felice 2013
dallo staff
AIDAP
Siamo lieti di annunciare l’apertura del nuovo centro AIDAP
SALERNO a Ca’ de Tirreni (SA).
Facciamo i nostri migliori auguri
alla Dott.ssa Fimiani Giorgia.
Maggiori informazioni a pag. 33
o sul sito www.aidap.org
ERRATA CORRIGE
Nel numero 35 di Emozioni e
Cibo l’articolo a pag. 16: “Prevalenza e cause del sovrappeso e obesità in Italia: la situazione al 2010” non è stato
scritto dal Dott. Antonino Faillaci
(AIDAP Trapani), ma è stato curato dai dottori Adolfo Fossataro e Stefania Rosi (AIDAP
La Spezia).
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
S.p.A.
CASA DI CURA PRIVATA AD INDIRIZZO RIABILITATIVO
37016 Garda - Via Monte Baldo 89 - Telefono (045) 6208611 - Fax 7256132
E-mail: [email protected] - sito web: http//www.villagarda.it
Direttore sanitario: Dott. Giovanni Citarella
Idoneità Nazionale D.S. Ospedaliero - Spec. in Scienze dell’Alimentazione
UNITÀ DI RIABILITAZIONE NUTRIZIONALE
Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave
Spec. in Endocrinologia e Scienze dell’Alimentazione
E-mail: [email protected]
Trattamento dei disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata)
e dell’obesità grave e/o complicata.
L’unità di Riabilitazione Nutrizionale ha 29 posti letto per il ricovero e nove posti con possibilità di due accessi
giornalieri per il trattamento in day-hospital, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale.
Il programma si basa su un modello teorico originale di tipo cognitivo comportamentale somministrato da diverse
figure professionali (medici, psicologi, dietiste, infermieri professionali). Le procedure terapeutiche applicate includono la riabilitazione nutrizionale (con l’assistenza a tutti i pasti), la psicoterapia individuale e di gruppo, la terapia
della famiglia nei pazienti più giovani.
Il programma di riabilitazione intensiva per l’Obesità grave e/o complicata è indicato per le persone affette da
obesità grave (BMI > 40) o associata a severe complicanze mediche e/o psicologiche.
Il programma si basa su un modello teorico cognitivo comportamentale originale condotto da un’équipe multidisciplinare che include la riabilitazione nutrizionale e fisica, gli incontri psicoeducazionali di gruppo e gli incontri
individuali con il medico e lo psicologo (nei pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata).
ALTRI SERVIZI
UNITÀ DI RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE
Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni
Spec. in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare
Riabilitazione post-operatoria per interventi di rivascolarizzazione e sostituzione valvolare
Trattamento riabilitativo dell’infarto
POLIAMBULATORI
> Servizio nutrizionistico - Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave - Spec. in Endocrinologia e Scienze
dell’Alimentazione
> Diagnostica Cardiologica - Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni - Spec. in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare
> Diagnostica per Immagini - Responsabile: Dott.ssa Paola Bazzani - Spec. in Radiologia
> Servizio di Fisiokinesiterapia - Responsabile: Dott. Sergio Briani - Spec. in Ortopedia e Fisiatria
CHE COS’È L’AIDAP
AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e
del Peso), nata nel 1999, è un’associazione indipendente e
autonoma senza fini di lucro ed è riconosciuta come società medico scientifica da FISM (Federazione delle Società
Medico Scientifiche Italiane). Ha lo scopo di condividere
un certo tipo di conoscenza e cultura nella prevenzione,
educazione, trattamento e ricerca dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Si propone di promuovere e organizzare convegni, tavole rotonde, conferenze, gruppi di studio
e altre attività di informazione e formazione nel campo medico, psicologico, scolastico e sociale.
MONZA
VARESE
MILANO 2
MILANO
BRESCIA
TRENTO
TREVISO
PADOVA
VERONA
PARMA
MODENA
TORINO
RIMINI
REGGIO EMILIA
GENOVA
ANCONA
LA SPEZIA
FIRENZE
EMPOLI
AREZZO
ROMA
CASSINO
LECCE
NAPOLI
AIDAP è stata accreditata come partner del Ministero della
Pubblica Istruzione per la promozione del piano nazionale
per la prevenzione del disagio fisico, psichico e sociale a
scuola. Come tale AIDAP ha un ruolo rilevante nella presentazione ed educazione sui disturbi dell’alimentazione e
sull’obesità nelle scuole.
SALERNO
Elenco dei Centri AIDAP
PALERMO
OLIVERI
CATANZARO
CAGLIARI
TRAPANI
REGGIO CALABRIA
ACICASTELLO
ENNA
ADRANO
Acicastello (CT)
Adrano (CT)
Ancona
Arezzo
Brescia
Cagliari
Cassino (FR)
Catanzaro
Empoli (FI)
Enna
Firenze
Genova
La Spezia
Lecce
Milano
Milano 2
Modena
Monza
Napoli
Oliveri (ME)
Padova
Parma
Palermo
Reggio Calabria
Reggio Emilia
Rimini
Roma
Salerno
Torino
Trapani
Trento
Treviso
Varese
Verona
ATTIVITÀ DELL’AIDAP
Indirizzi e referenti delle varie UOL (Unità Operative Locali) AIDAP e attività svolte
RIVISTA EMOZIONI E CIBO
È la newsletter dell’Associazione, un punto d’incontro tra specialisti
e coloro che vogliono condividere i loro problemi, le loro lotte e i loro
successi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e obesità.
PREVENZIONE
Vengono organizzati incontri educativi nelle scuole e altre istituzioni
e corsi di formazione per insegnanti, educatori e altri operatori sociosanitari non specialistici.
SPORTELLO INFORMATIVO
- Per dare sostegno e consigli ai familiari
- Per dare informazioni sulle cure e i centri terapeutici più vicini
GRUPPI DI STUDIO
- Fare ricerca e sperimentazione per contribuire ad aumentare la
conoscenza dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità
- Per aggiornarsi sulle nuove evidenze scientifiche internazionali
SITO http://www.aidap.org
Dove potete trovare:
- Forum. Il luogo d’incontro per chi soffre di disturbi dell’alimentazione o vuole conoscere tali problemi.
[ 32 ] www.aidap.org
- Novità scientifiche e Angolo Informativo. Tutte le notizie su
disturbi dell’alimentazione e obesità.
- Convegno Nazionale e Incontri. Convegni, workshop e tavole
rotonde.
- AIDAP test-online.
1) Eating Attitude test a 26 Item (EAT-26)
2) Calcola il tuo Indice di Massa Corporea (BMI)
3) Calcola la Spesa Energetica a Riposo o Resting Energy Expenditure (REE)
- Centri AIDAP. Per trovare la sede AIDAP più vicina.
SITO http://www.emozioniecibo.it
È la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e
sull’obesità.
Emozioni e Cibo online presenta tre diversi livelli di informazione
in grado di soddisfare sia il grande pubblico sia lo specialista più
esigente.
- Modulo “Emozioni e Cibo” - versione online della rivista.
- Modulo “Journal Observer” - riporta un riassunto con commento di articoli pubblicati sulle più importanti riviste internazionali.
- Modulo “News RSS” - gli abstract in lingua originale, presenti
nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali.
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
Calabria
AIDAP Catanzaro
Responsabili: Dott. Tommaso Gioffrè (in alto) e
Dott. Giovanni Minutolo (in basso)
Sede: Via Panoramica, 7
88068 Soverato (CZ)
Telefax 0967 528522
Cell. 335 5325535 - 347 0056700
E-mail: [email protected]
Collabora nello studio il Dott. Massimiliano Scalzo
(nutrizionista)
AIDAP Reggio Calabria
Responsabile: Dott. Giovanni Minutolo
Sede: Via R. Willermin, 1
89123 Reggio Calabria
Tel. 0965 25864 - Cell. 347 0056700
Telefax 0966 474400
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
da lunedì a sabato 9:00-13:00 e 17:00-19:30
Attività svolte:
• Sono in programma progetti educativi e incontri di sensibilizzazione/
informazione, gratuiti, nelle scuole del territorio rivolti a studenti,
genitori e insegnanti.
• L’équipe è disponibile a collaborare con TV, radio e giornali locali per
la divulgazione informativa e scientifica sui disturbi dell’alimentazione e obesità.
• Sono stati già effettuati e sono in programma incontri informativi
e partecipazioni a convegni organizzati da Associazioni ed Enti del
territorio.
• È attivo uno sportello d’ascolto gratuito dal lunedì al sabato.
• Si effettua, durante tutto l’anno, la Terapia Ambulatoriale Intensiva,
ovvero: pasti assistiti in ambulatorio (pranzo, merenda e cena), seguita da un’équipe composta da un medico nutrizionista, una psicologa e una dietista.
Campania
AIDAP Napoli
Responsabile: Dott.ssa Rosa Mennella
Sede: Via Salvo D’Acquisto, 171
80042 Boscotrecase (NA)
Tel. e Fax 0815374177
Cell. 338 5940931
E-mail: [email protected]
Attività svolte:
• Il Mercoledì pomeriggio è attivo un servizio gratuito di ascolto e informazione sui disturbi dell’alimentazione e del peso (previo appuntamento).
• Sono attivi incontri di sensibilizzazione e di informazione sui disturbi
dell’alimentazione nelle scuole del territorio.
• L’équipe è disponibile a svolgere interventi informativi nelle scuole
per studenti, genitori, insegnanti sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.
AIDAP Salerno
Responsabile: Dott.ssa Fimiani Giorgia
Sede: Corso Umberto I, 203
84013 Cava de’ Tirreni (SA)
Tel. e Fax 089 9951640
Cell 335 1091918
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
da lunedì a venerdì 9:00-12:30 e 15:30-19:30
Collabora nello studio la Dott.ssa Rosaria Grassi
(psicologa e psicoterapeuta)
Attività svolte:
• Il mercoledì mattina dalle 9 alle 11:30 è attivo uno sportello di ascolto e di informazione gratuito sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento).
• È attiva una collaborazione con quotidiani e periodici locali per la
pubblicazione di articoli sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità
e su tematiche riguardanti l’alimentazione e lo stile di vita.
• Sono in progetto incontri educativi rivolti al grande pubblico per
la diffusione di informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione,
all’obesità e ad un corretto stile di vita.
• Sono in previsione incontri informativi per medici di base e pediatri
sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.
• L’équipe è disponibile a svolgere interventi informativi nelle scuole,
rivolti a studenti, insegnanti e genitori, sui temi legati ai disturbi
dell’alimentazione e all’obesità.
Emilia Romagna
AIDAP Modena
Responsabile: Dott.ssa Maria Pia
Bagnato Bulgarelli
Sede: Via Franklin, 7 - 41124 Modena
Tel. 059 6138595
Cell. 348 9694333
E-mail: [email protected]
Attività svolte:
• È attivo lo sportello di ascolto che fornisce informazioni sui disturbi
dell’alimentazione, sull’obesità, sui percorsi di prevenzione e cura,
sui centri terapeutici AIDAP. Per appuntamenti telefonare al numero 348 9694333.
• Sono in progetto incontri di educazione e prevenzione nelle scuole
medie superiori, sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.
AIDAP Parma
Responsabili: Dott.ssa Lorella Fornaro (in alto) e
Dott.ssa Carlotta Bocchi (in basso)
Sede: Strada Inzani, 5 - 43100 Parma
Tel. e Fax 0521 237644
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
lunedì-venerdì 9:00-13:00 e 15:00-19:00
mercoledì 9:00-12:00 (sportello di ascolto su
appuntamento)
Collabora nello studio la Dott.ssa Lisa Reverberi
www.aidap.org [ 33 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Attività svolte:
• Si continuano a svolgere incontri educativi sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità rivolti al grande pubblico.
• È sempre attiva la collaborazione con alcuni giornalisti per interviste
e articoli pubblicati sui quotidiani della città.
• È iniziata una collaborazione con un’associazione onlus di donatori
di sangue e con una società sportiva di calcio per diffondere informazioni e materiale scientifico sull’alimentazione e su un corretto
stile di vita.
• È attivo lo sportello di ascolto e informazione il mercoledì dalle 9 alle
12 (su appuntamento).
AIDAP Reggio Emilia
Responsabile: Dott.ssa Lisa Reverberi
Sede: Via A. De Gasperi, 44
42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 555514 - Fax 0522 334906
E-mail: [email protected],
[email protected] Orario di segreteria: lunedì e sabato 9:00-12:00
martedì-mercoledì-venerdì 13:30-18:30
Collabora nello studio la Dott.ssa Lorella Fornaro
Attività svolte:
• Il lunedì mattina dalle 9:30 alle 12:30 è attivo uno sportello di ascolto e di informazione gratuito sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento).
• Sono in progetto incontri educativi rivolti al grande pubblico per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita.
AIDAP Rimini
Responsabili: Dott.ssa Manuela Marchini (in alto)
e Dott. Amelio Marchi (in basso)
Tel. 0776 403159 - Fax 0776 402156 - Cell. 339 7380152
E-mail: [email protected] - [email protected]
Attività svolte:
• Continua la campagna di informazione nelle scuole di ogni ordine e
grado del territorio con la proposta di progetti educativi sia per gli
studenti che per il grande pubblico.
• Sono stati avviati i progetti di “incontro in palestra” e di “incontro
scuole di ballo” al fine di informare e discutere in particolare sui fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza dei disturbi dell’alimentazione e del rapporto tra attività fisica e qualità della vita.
• Sono in cantiere progetti informativi “tematici” rivolti ai medici di
medicina generale.
• Il mercoledì è attivo un servizio gratuito di ascolto ed informazione
sui disturbi dell’alimentazione, sui problemi di sovrappeso ed obesità (previo appuntamento).
AIDAP Roma
Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia Rubeo
Sede: Via Levico, 9
00198 Roma (RM)
Tel. e Fax 06 8840242
Cell. 338 9098603
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria: tutti i giorni 24 ore su 24
Collabora nello studio la Dott.ssa Lidia Nevaloro
Attività svolte:
• È attivo uno sportello d’ascolto per quanti fossero interessati all’informazione e alla prevenzione sui disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento).
• La UOL di Roma svolgerà un programma di prevenzione e informazione nelle scuole medie e superiori a partire da Ottobre.
• Sono in programmazione incontri serali informativi per il grande
pubblico. È richiesta la prenotazione.
Sede: Via G. Perlasca, 15 - 47900 Rimini
Tel. 0541 478485 - Cell. 329 3790844
E-mail: [email protected]
Seguici su Facebook
Attività svolte:
• È attivo un servizio gratuito di ascolto, informazione e diffusione di materiale scientifico sui
disturbi dell’alimentazione e del peso e sui percorsi di prevenzione e di cura. Il lunedì mattina
è possibile effettuare, previo appuntamento, i
colloqui informativi.
• Sono attivi incontri informativi con i medici e i pediatri, allo scopo di
fornire una consulenza specialistica in relazione al riconoscimento
precoce dei disturbi dell’alimentazione e ai percorsi di cura.
• Sono in fase di realizzazione una serie di incontri informativi rivolti
agli insegnanti sul tema dei disturbi dell’alimentazione e un ciclo di
incontri aperti al grande pubblico sul corretto stile di vita.
• Sono in programma interventi di prevenzione e divulgazione nelle
scuole medie inferiori e superiori del territorio.
Lazio
AIDAP Cassino
Responsabile: Dott. Franco Giuseppe Colella
Sede: c/o Centro di Riabilitazione
Neuromotoria s.r.l., L.go Michelozzi
Angolo Viale Tiziano, 1
03030 Piedimonte S. Germano (FR)
[ 34 ] www.aidap.org
Liguria
AIDAP Genova
Responsabile: Dott. Giancarlo Sarno
Sede: Via Ruffini, 10/8
16128 Genova
Tel. 010 5955374
Cell. 335 6942193
E-mail: [email protected]
Attività svolte:
• Sono stati effettuati e sono in programma incontri informativi con
medici di base e pediatri allo scopo di fornire criteri idonei sia a una
prima diagnosi dei disturbi dell’alimentazione sia al riconoscimento di
eventuali altri disturbi sovrapposti (di personalità, depressivi, d’ansia).
• Proseguono gli interventi informativi nelle scuole per studenti, genitori ed insegnanti.
AIDAP La Spezia
Responsabile: Dott. Adolfo Fossataro
Sede: Via XXIV Maggio, 152
19124 La Spezia
Tel. e Fax 0187 23414
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria: da lunedì a venerdì 15:00-18:00
Collaborano nello studio la Dott.ssa Stefania Rosi (dietista)
e la Dott.ssa Monica Gomez Ortiz (psicologa e psicoterapeuta)
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
Attività svolte:
• Si stanno organizzando incontri educativi e di informazione nelle
scuole del territorio rivolti a studenti, genitori e insegnanti.
• Tutti i giorni (sabato escluso) dalle 15 alle 18 presso il nostro Centro
è attivo uno sportello informativo gratuito che fornisce informazioni
sui disturbi dell’alimentazione, sovrappeso e obesità.
Lombardia
AIDAP Brescia
Responsabile: Dott. Andrea Benedetto
Sede: Via Milano, 14 - 25126 Brescia
Tel. 030-292179 - E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
lunedì e giovedì ore 8:30-11:00
martedì e venerdì ore 14:00-18:00
Collabora nello studio: dott.ssa Ornella Pastrengo (psicologa)
Attività svolte:
• Il martedì e giovedì è attivo, previo appuntamento, uno sportello
gratuito d’ascolto e d’informazione sui disturbi dell’alimentazione e
sull’obesità.
• Sono in programma incontri di informazione, gratuiti, nelle scuole
del territorio.
• L’equipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole e serate informative sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.
• Sono in corso incontri informativi per i medici di base sui temi del
peso e dello stile di vita.
• Collaborazione con radio e giornali locali.
• Anche per l’anno scolastico 2012-2013 l’AIDAP collaborerà con
l’Assessorato allo Sport e al Tempo libero della Provincia di Brescia,
per la realizzazione del Progetto S.P.O.R.T. (Salute Passione Onestà
Rispetto Territorio), nelle scuole della Provincia di Brescia.
AIDAP Milano
Responsabile: Dott.ssa Arianna Banderali
Sede: Viale Caldara, 23
20122 Milano
Tel. e Fax 02-5456738
Cell. 339-1785974
E-mail: [email protected]
AIDAP Monza
Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia
Galimberti
Sede: Via Moriggia, 3
20900 Monza
Tel. 339 7777811
E-mail: [email protected]
Collaborano nello studio la Dott.ssa Chiara Galli (medico
endocrinologo), la Dott.ssa Cristina Calderone (psicoterapeuta), la
Dott.ssa Vanessa Sangiorgio (nutrizionista) e la Dott.ssa Manuela
Caslini (psichiatra)
Attività svolte:
• È attivo, previo appuntamento, uno sportello d’ascolto e di orientamento sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.
• Si sta promuovendo in tutte le scuole di Monza dall’infanzia alla
secondaria, un progetto rivolto ai genitori e dirigenti scolastici per
l’anno scolastico 2012-2013 “Incontri di educazione per la gestione
del sovrappeso e dell’obesità”
• Sono in previsione incontri informativi per i medici di base sui DCA
e sull’obesità.
• Sono in previsione gruppi di auto-aiuto sull’obesità.
AIDAP Varese
Responsabile: Dott.ssa Annarita Traini
Sede: Viale Borri, 75 - 21100 Varese
Tel. 0332 813456 (per appuntamenti)
Fax 0332 813464
Cell. 338 3917580 (per informazioni)
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria: da lunedì a sabato: 9:00-19:00
Collabora nello studio la Dott.ssa Angela Focarelli (dietista)
Attività svolte:
• È attivo uno sportello di ascolto e di orientamento gratuito, sia telefonico che via e-mail, per fornire informazioni sui problemi dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione.
• Al mercoledì mattina, previo appuntamento, sono possibili colloqui
informativi all’interno della Sede.
• Sono previsti incontri di prevenzione sui disturbi alimentari e obesità nelle scuole di ogni ordine e grado.
• In programma corsi per gruppi di persone affetti da sovrappeso ed
obesità.
Attività svolte:
• È attivo un programma di prevenzione tramite campagne svolte nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio.
AIDAP Milano 2
Marche
AIDAP Ancona
Responsabile: Dott. Sergio Colombi
Responsabile: Dott.ssa Silvia Filipponi
Sede: Corso Garibaldi, 71 - 20123 Milano
Tel. 02 86460962
Cell. 339 8898555
E-mail: [email protected]
Sede: Via Giordano Bruno, 44 - 60100 Ancona
Tel. 071 2804116 - E-mail: [email protected]
Sportello di ascolto: martedì-mercoledì 16:00-17:00
Cell. 339-8898555 - Tel. 02-86460962
Collabora nello studio la Dott.ssa Francesca Colombi (psicologa)
Attività svolte:
• Sono previsti periodici corsi di psicoeducazione, è richiesta la prenotazione.
Collaborano nello studio la Dott.ssa Paola Bartolini
e la Dott.ssa Lucia Piccinini
Attività svolte:
• Il lunedì dalle 17 alle 19 è attivo uno sportello d’ascolto e di informazione gratuito, su disturbi dell’alimentazione e obesità (previo
appuntamento).
• Ogni primo martedì del mese viene organizzato un incontro serale
(21-22:30) informativo, rivolto in particolare a familiari e amici di persone affette da DCA.
• Sono in progetto e realizzazione incontri gratuiti aperti al pubblico
nei comuni della provincia di Ancona.
• Proseguono interventi di prevenzione-educazione nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio.
www.aidap.org [ 35 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Piemonte
AIDAP Torino
Sardegna
AIDAP Cagliari
Responsabili: Dott. Mauro Cappelletti (in alto) e
Dott.ssa Sara Cappelletti (in basso)
Sede: Via San Francesco da Paola, 37
10123 Torino
Cell. 338 5077416 (Mauro Cappelletti)
Cell. 338 9892040 (Sara Cappellletti)
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria:
lunedì-mercoledì-giovedì ore 16:00-18:00
martedì e venerdì ore 10:00-12:00
Attività svolte:
• Supervisione al forum AIDAP da parte della dott.ssa Cappelletti Sara.
• Sportello informativo gratuito per fornire informazioni e materiale
scientifico sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento).
• L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole, e organizza
incontri rivolti alla popolazione sui temi legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi alimentari.
Puglia
Responsabile: Dott.ssa Manuela Biddau
Sede: Via Malpighi, 4 - 09126 Cagliari
Cell. 328 3324817 - Fax 070 7731921
E-mail: [email protected]
Orario di segreteria: venerdì 16-19
Collaborano nello studio la Dott.ssa Valeria Serra
e la Dott.ssa Elisabetta Gasperini
Attività svolte:
• Il venerdì, dalle 16:00 alle 19:00, previo appuntamento telefonico, è
attivo uno sportello d’ascolto gratuito allo scopo di fornire informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, sulle attività del centro,
sulle cure e i centri terapeutici più vicini e di illustrare e consegnare
materiale informativo scientifico.
• Sono in corso degli interventi informativi di prevenzione presso diverse scuole superiori della città diretti a studenti e insegnanti.
• Sono in programma una serie di incontri informativi per i medici di
base sui disturbi dell’alimentazione e del peso.
• Ogni primo venerdì del mese dalle 16:00 alle 19:00 è possibile effettuare uno screening gratuito sui disturbi dell’alimentazione e del
peso.
• Sono in corso cicli di incontri educativi sui disturbi dell’alimentazione per familiari ed amici di pazienti affette da DCA.
AIDAP Lecce
Responsabili: Dott.ssa Loredana De Luca (in alto),
Dott. Salvatore Rizzello (in basso)
Sede: Via Montello, 1
73100 Lecce
Tel. e Fax 0832 244063
Cell. 328 6120205
E-mail: [email protected],
[email protected]
Orario di segreteria:
tutti i pomeriggi dalle 16:00 alle 20:00
martedì dalle 9:30 alle 12:00
(Si riceve previa telefonata)
Attività svolte:
• Partono da aprile gli incontri di gruppo “Perdere peso… senza perdere la testa”.
• Speciale studenti: previo appuntamento è possibile avere un colloquio gratuito con l’esperto Aidap (medico e/o psicologo).
• Il gruppo ragazzecontrocorrente riunisce gli amici facebook il martedì dalle 16:30 alle 18:30.
• È attivo, gratuitamente, lo sportello di ascolto previo appuntamento, che fornisce informazioni su: disturbi dell’alimentazione, sovrappeso e obesità, percorsi di prevenzione e cura, attività dell’Aidap di
Lecce sul territorio.
• L’Aidap Lecce, facendo parte dell’Osservatorio Comunale Sanitario
Permanente della Città, ascolta di buon grado chi voglia esprimere
un parere, esporre una difficoltà, dare un suggerimento al fine di ottimizzare e diffondere le strategie di prevenzione e cura dei disturbi
dell’alimentazione e dell’obesità.
• In quanto componente del Tavolo Tecnico ”Salute e Benessere”
istituito dall’Assessorato alla Sanità del Comune di Lecce, l’Aidap
prosegue settimanalmente con gli incontri di prevenzione nelle
scuole, per promuovere, tra l’altro, i nuovi dispenser con frutta, yogurt e cibi sani.
[ 36 ] www.aidap.org
Sicilia
AIDAP Acicastello (CT)
Responsabile: Dott. Tullio Scrimali
Sede: c/o Centro Clinico Aleteia
Via Gramsci, 6 - 95021 Acicastello (CT)
Tel. 0935 25060, 095 492945
Fax 095 7127749 - E-mail: [email protected]
Sito web: www.centroclinicoaleteia.it
Attività svolte:
• Valutazione strumentale integrata, grazie alla attuazione di avanzate
metodiche per la Elettroencefalografia Computerizzata, La Psicocardiologia e la Psicofisiologia Clinica (MindLAB Set).
• Laboratori per l’area delle emozioni, della auto-regolazione, della comunicazione e del corpo (Body Skill Training e Body Painting). Laboratori di Pet-therapy con animali e conduttori formati in Scuole specializzate e di arti-terapie quali musica, pittura, disegno, fotografia,
cinema (movie therapy). Attivo anche un laboratorio per una corretta
alimentazione presso il quale si impara la pianificazione e la preparazione di pasti adeguati, da un punto di vista nutrizionale, quantitativo
e qualitativo.
• Trattamenti individuali e di gruppo; attività di riabilitazione.
• Sostegno alle famiglie attraverso interventi sistemici e gruppi di
auto-aiuto.
• Valutazione medica, internistica, psichiatrica, psicologica e della disabilità.
AIDAP Adrano (CT)
Responsabile: Dott. Francesco Iarrera
Sede: Via Casale dei Greci, 54
95031 Adrano (CT)
Tel. 095 497865
Cell. 320 9117157
E-mail: [email protected]
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
AIDAP Enna
Responsabile: Dott. Tullio Scrimali (vedi foto AIDAP Acicastello)
Sede: c/o Centro Clinico Aleteia - Via Gramsci, 6
95021 Acicastello (CT) - Tel. 0935 25060, 095 492945
Fax 095 7127749 - E-mail: [email protected]
Sito web: www.centroclinicoaleteia.it
Attività svolte:
• Valutazione strumentale integrata, grazie alla attuazione di avanzate
metodiche per la Elettroencefalografia Computerizzata, La Psicocardiologia e la Psicofisiologia Clinica (MindLAB Set).
• Laboratori per l’area delle emozioni, della auto-regolazione, della comunicazione e del corpo (Body Skill Training e Body Painting). Laboratori di Pet-therapy con animali e conduttori formati in Scuole specializzate e di arti-terapie quali musica, pittura, disegno, fotografia,
cinema (movie therapy). Attivo anche un laboratorio per una corretta
alimentazione presso il quale si impara la pianificazione e la preparazione di pasti adeguati, da un punto di vista nutrizionale, quantitativo
e qualitativo.
• Trattamenti individuali e di gruppo; attività di riabilitazione.
• Sostegno alle famiglie attraverso interventi sistemici e gruppi di
auto-aiuto.
• Valutazione medica, internistica, psichiatrica, psicologica e della disabilità.
AIDAP Oliveri (ME)
Sportello di ascolto: su appuntamento
Équipe terapeutica: Dott.ssa Erika Cardella, Dott.ssa Rosalba Contentezza, Dott.ssa Odette Martinez, Dott.ssa Raffaella Nocito, Dott.
ssa Simona Tarantino (psicoterapeute); Dott.ssa Rosa Maria Pizzo,
Dott.ssa Vicenta Zito (dietiste); Dott.ssa Maria Stella Aliquò (medico
internista e diabetologa)
Attività svolte:
• Terapia cognitivo-comportamentale ambulatoriale dell’Obesità
dell’Adulto e Pediatrica e dei Disturbi dell’Alimentazione in équipe
multidisciplinare.
• Sono previsti programmi educativi destinati a Scuole, grande pubblico, palestre e scuole di danza.
• Sono previsti incontri con medici di medicina generale e specialisti
che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimentazione ed obesità.
• È in fase di organizzazione uno sportello di ascolto per persone
con obesità, disturbi alimentari e loro familiari, previa prenotazione,
all’interno della Sede.
• La UOL Palermo si propone di organizzare, insieme alla UOL Trapani e alla UOL Oliveri, programmi di formazione sulla terapia dei
Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti (medici,
psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliono approfondire le
proprie conoscenze sulla CBT.
AIDAP Trapani
Responsabile: Dott. Antonino Faillaci (a destra)
Responsabile: Dott. Francesco Iarrera (vedi foto AIDAP Adrano)
Équipe: Dott. Paolo Palmeri (dietista) (in piedi),
Dott.ssa Maria Barbara (psicologa) (a sinistra)
Sede: Piazza Pirandello, 8 - 98060 Oliveri (ME)
Tel. 0941 313999 - Cell. 328 3727128
E-mail: [email protected]
Sito web: www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it
Orario di segreteria: lunedì, mercoledì
e venerdì ore 8:30-12:30 e 14:00-18:00
Équipe terapeutica: Dott.ssa Claudia Milazzo, Dott. Stefano Squatrito,
Dott.ssa Giusi D’amico, Dott.ssa Viviana Natale
Attività svolte:
• Terapia Cognitivo-comportamentale ambulatoriale, dell’obesità e
dei disturbi dell’alimentazione.
• Terapia Cognitivo-comportamentale intensiva (con assistenza ai pasti presso il centro), dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione.
• È attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it un
forum di mutuo supporto destinato a pazienti con disturbo alimentare e obesità.
• È attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it uno
sportello d’ascolto gratuito per avere informazioni sui disturbi alimentari e sull’obesità.
• Sarà attivato a breve “on line con il nutrizionista” che permetterà ai
pazienti di seguire il programma per la perdita tramite un accesso
internet.
• In collaborazione con la UOL Trapani organizziamo, programmi di
formazione sulla terapia dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliano approfondire le proprie conoscenze sulla CBT.
• Sono in programma incontri di prevenzione e informazione sui disturbi alimentari e sull’obesità indirizzati ai pazienti.
Sede: Via Salemi, 54 - 91100 Trapani
Tel. 0923 554244 - Fax 0923 554244
Cell. 3495742098 - N. verde: 800 192756
Email: [email protected]
Orari di Segreteria: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9:00
alle 11:30. Martedì dalle 16:00 alle 19:00.
Attività svolte:
• Sono in corso programmi educativi destinati a Scuole, grande pubblico, palestre e scuole di danza.
• Sono previsti incontri con medici di medicina generale e specialisti
che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimentazione ed obesità.
• È attivo uno sportello di ascolto per persone con obesità, disturbi
dell’alimentazione e loro familiari, previa prenotazione.
• Vengono organizzati periodicamente convegni – corsi scientifici sui
disturbi dell’alimentazione e obesità.
• È possibile svolgere in sede tirocinio pre-laurea con convenzione da
stipularsi con tutte le Università Italiane e le Facoltà che svolgano
attività formativa inerente le tematiche trattate dall’Associazione
(ad es. Medicina, Psicologia, Biologia, Farmacia, Dietistica).
• La UOL Trapani organizza, insieme alle UOL Oliveri (ME) e Palermo programmi di formazione sulla terapia dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti,
biologi nutrizionisti) che vogliono approfondire le conoscenze sulla
CBT. Inoltre partecipa alla gestione del sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it.
AIDAP Palermo
Toscana
AIDAP Arezzo
Responsabile: Dott.ssa Barbara Lapini (a sinistra)
Responsabile: Dott. Antonino Faillaci
Sede: Via Gambara, 2 - 90135 Palermo - Tel. e Fax 091 551090
E-mail: [email protected]
Sede: Via Calamandrei, 137 - 52100 Arezzo
Cell. 333 2739033 - Fax 0575 401170
E-mail: [email protected]
Sito web: www.dietistalapini.it
www.aidap.org [ 37 ]
2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36
Collabora nello studio la Dott.ssa Gloria Vazzano
(psicologa) (a sinistra)
Attività svolte:
• È attivo uno sportello informativo gratuito, per
fornire informazioni e materiale scientifico sui
disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle
attività del nostro centro.
• L’équipe ha una rubrica ogni giovedì sul quotidiano “Il Corriere Aretino” all’interno del quale risponde a lettere dei cittadini sui temi
quali obesità e disturbi alimentari.
• Sono in progetto incontri di educazione e di aggiornamento con i
medici di base.
• L’équipe organizza incontri rivolti alla popolazione presso la sua
sede in Via Calamandrei, 137 sui temi legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi alimentari.
• L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole.
• Collaborazione con tv, radio e giornali locali per la divulgazione informativa e scientifica.
• Saranno organizzati convegni e corsi scientifici sui disturbi dell’alimentazione e obesità.
AIDAP Empoli
Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi
Sede: Via L. Cherubini, 2/4 - 50053 Empoli (FI)
Tel. 0571 73922 - 0571 99281 - Cell. 345 1639017
E-mail: [email protected]
Collabora nello studio la Dott.ssa Elisa Salvi (dietista)
Attività svolte:
• Il lunedì è attivo, su appuntamento, uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro.
• Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi e scientifici.
AIDAP Firenze
Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi (vedi foto AIDAP Empoli)
Sede: Via Pacini, 23 - 50144 Firenze - Tel. 055 3245370
Cell. 345 1639017 - E-mail: [email protected]
Collabora nello studio la Dott.ssa Elisa Salvi (dietista)
Attività svolte:
• È attivo uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del
nostro centro.
• Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi e scientifici.
Trentino Alto Adige
AIDAP Trento
Responsabile: Dott.ssa Micol Taddei
(in alto)
Sede: Via San Marco, 21
38100 Trento
Cell. 340 5150390
Cell. 392 9586073 (per appuntamenti)
E-mail: [email protected]
Orari di segreteria:
da lunedi a venerdi ore 9:00-19:00
Collabora nello studio la Dott.ssa Simona Ginetti
(dietista) (in basso)
[ 38 ] www.aidap.org
Attività svolte:
• Sono attivi incontri educativi sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità nelle scuole e nelle circoscrizioni del territorio.
• Il lunedì, il mercoledì e il venerdì, su appuntamento, è attivo lo sportello informativo gratuito per avere informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del centro.
Veneto
AIDAP Padova
Responsabile: Dott.ssa Lucia Camporese
Sede: Via D’Alemagna, 2
35134 Padova
Tel. e fax 049 604752
Cell. 338 4464021
E-mail: [email protected]
Collabora nello studio la Dott.ssa Diana Soligo (dietista)
Attività svolte:
• È sempre attivo il servizio gratuito di ascolto e informazione sui
disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.
• Al martedì mattina è possibile effettuare, previo appuntamento, i
colloqui informativi.
• Sono in programma per i prossimi mesi i corsi per gruppi di persone
affette da sovrappeso e obesità e incontri educativi rivolti al grande
pubblico, insegnanti e genitori per diffondere informazioni relative
ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita.
AIDAP Treviso
Responsabile: Dott. Fulvio Susanna
Sede: Via Campagnola, 3/1
31020 Villorba (TV)
Tel. 0422 444900 - Fax 0422 278987
E-mail: [email protected]
- [email protected]
Orario di segreteria:
da lunedì a venerdì: 10-12 e 16-20
Équipe: Dott.ssa Zuccalà Maria Isabella e Da Ros Eva (dietiste) Gobbetto Veronica (psicologa-psicoterapeuta)
Attività svolte:
• È operativo uno sportello informativo gratuito, su appuntamento,
per fornire informazioni sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità; in sede è disponibile gratuitamente materiale informativo.
• Collaborazione con giornali locali per pubblicazione e divulgazione di
informazioni su disturbi dell’alimentazione, obesità e alimentazione
in generale.
AIDAP Verona (sede centrale)
Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave
Sede: Via Sansovino, 16 - 37138 Verona
Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884
Email: [email protected]
Sito web: www.aidap.org
www.emozioniecibo.it
TESSERAMENTO AIDAP 2013
n
EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012
SOCIO ORDINARIO quota sociale annuale Euro 100,00
Dedicato ai professionisti che hanno conseguito il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity. Con questo
tesseramento si ha diritto a:
• sconto del 30% sull’acquisto dei libri Positive Press
• sconto del 50% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso
titolo di Positive Press
• sconto del 30% sui corsi di Positive Press (escluso il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity)
n
• ingresso gratuito al Convegno Nazionale AIDAP
• invio della newsletter “Emozioni e cibo”
• segnalazione sul sito AIDAP come socio ordinario
SOSTENITORE PROFESSIONISTA quota sociale annuale Euro 50,00
Dedicato ai professionisti (medici, psicologi, dietiste). Con questo tesseramento si ha diritto a:
• sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press
• sconto del 40% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso
titolo di Positive Press
n
• sconto del 20% sui corsi di Positive Press (escluso il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity)
• invio della newsletter “Emozioni e cibo”
SOSTENITORE NON PROFESSIONISTA quota sociale annuale Euro 15,00
Dedicato alle persone affette da disturbi dell’alimentazione e del peso, loro familiari, insegnanti, religiosi, educatori, ecc. Con questo tesseramento si ha diritto a:
• accesso ai centri associati all’AIDAP
• sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press
n
• invio della newsletter “Emozioni e cibo”
• partecipazione agli incontri organizzati dall’AIDAP per il grande
pubblico
ABBONAMENTO ALLA RIVISTA quota annuale Euro 15,00
Dedicato a tutte le persone che desiderano ricevere la newsletter “Emozioni e cibo” a casa anche senza essere iscritti all’AIDAP.
RICHIESTA DI AMMISSIONE ALL’ASSOCIAZIONE:
q NUOVA ISCRIZIONE
q RINNOVO TESSERA N. ........................................
q NON DESIDERO RICEVERE A CASA LA NEWSLETTER “EMOZIONI E CIBO”
COGNOME *
LUOGO DI NASCITA
DATA DI NASCITA
PARTITA IVA
CODICE FISCALE *
INDIRIZZO *
CAP *
CITTÀ *
PROV *
TEL.
FAX
E-MAIL *
PROFESSIONE *
* CAMPI OBBLIGATORI
INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. N. 196/03 E D’AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI
La informiamo che i Suoi dati personali potranno essere oggetto di trattamento, nel rispetto della normativa privacy, da parte dell’associazione, dei suoi dipendenti, ausiliari
e collaboratori per finalità di: servizio associati, marketing, pubblicità, promozione e informazione, analisi statistiche, indagini sulla soddisfazione della clientela, revisioni,
archiviazione di dati storici. Potrà accedere in ogni momento ai dati personali che La riguardano, ottenere l’indicazione della loro origine, del modo in cui sono utilizzati,
farli aggiornare, rettificare, integrare o cancellare, a seconda dei casi, ed opporsi alla loro utilizzazione (art. 7 del D.Lgs. 196/03), rivolgendosi direttamente al responsabile
appositamente nominato dal titolare, dott.ssa Laura De Kolitscher, in ogni modo o forma. Titolare del trattamento dei dati è: AIDAP, via Sansovino n. 16, Verona – fax
045.8102884 – e-mail: [email protected]. Per il contenuto integrale dell’informativa di cui all’art. 13, nonché dei Suoi diritti di cui all’art. 7 del d.lgs. 196/03, il Titolare rinvia al
proprio sito web: www.aidap.org.
Data................................................. Firma.............................................................................................................................................................................
Versamento della quota (barrare la casella inerente):
q effettuato tramite bonifico bancario - SPARKASSE Cassa di Risparmio di Bolzano - Verona - cod. IBAN: IT93 Y060 4511 7030 0000 5000 189 (allegare ricevuta)
q allegato alla presente richiesta con assegno bancario
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