IHR Sistema informativo sui rischi idrogeologici 1 i n d i c e Prefazione 3 IHR- Sistema informativo ProgettI & Partner 4 Collaborazione transfrontaliera Interreg IIIA 14 5 Collaborazione qualificata La piattaforma IHR Individuazione dei pericoli e del rischio Gestione del rischio 6-7 Un approccio moderno ai rischi idrogeologici Indicazione dei pericoli 8-9 Carte indicative dei pericoli naturali dei torrenti montani – colate detritiche ed alluvionamenti torrentizi 16 10-11 Analisi dei punti critici 12-13 Carta indicativa dei pericoli naturali per i fiumidi fondovalle 14-15 Carta indicativa dei pericoli naturali da frane di crollo 16-17 Carta indicativa dei pericoli naturali da legname galleggiante Indicazione dei danni potenziali 18-19 Carta delle categorie di danno potenziale Dati 20-21 Documentazione Eventi ED30 22-23 Banca dati BIBLIO30 24-25 BASIN30 12 Informazione e sistema Informazioni online 26-27 Hazard-Browser Il percorso per lo sviluppo dei piani delle zone di pericolo 28 Vademecum Relazione di progetto 29 10 2 Relazione metodologica conclusiva Prospettive 30 IHR – una base per la gestione dei pericoli naturali 31 Note editoriali e tipografiche IHR Prefazione Rudolf Pollinger, Hanspeter Staffler Sistema informativo sui rischi idrogeologici Nel 2004 si è presentata l’occasione di collaborare con partner svizzeri ed austriaci per l’adozione di una nuova strategia di gestione dei pericoli naturali. Le risorse finanziarie a tal fine sono state stanziate nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Interreg IIIA. Nel presente opuscolo sono riassunti l’evoluzione ed i risultati di questo innovativo processo. La pubblicazione, che si rivolge sia a esperti che a cittadine e cittadini, intende fornire informazioni sintetiche e comprensibili a tutti. Di comune accordo con i partner si è stabilito che le future sfide socio-economiche potranno essere affrontate solo avvalendosi di informazioni oggettive su tutto il territorio provinciale. Di conseguenza la Ripartizione Opere idrauliche ha ritenuto necessario sviluppare un sistema informativo sui rischi idrogeologici – in breve IHR. Tale sistema informativo è stato messo a punto in stretto contatto con colleghi e colleghe di altri uffici provinciali. Ci è chiaro che un tale sviluppo può essere inteso unicamente come il primo passo di un processo continuo. Una società complessa e in costante evoluzione pretende dall’autorità preposta alla gestione dei pericoli naturali l’adozione di strumenti trasparenti e moderni. Siamo convinti che il sistema informativo sui rischi idrogeologici IHR costituisca appunto uno di questi strumenti. Hanspeter Staffler Rudolf Pollinger 3 P r o g e t t o & p a r t n e r Collaborazione transfrontaliera Il Bundesland del Tirolo (Austria), il Cantone dei Grigioni (Svizzera) e la Provincia autonoma di Bolzano (Italia) hanno stretto una partnership per l’interscambio e lo sviluppo transfrontaliero di progetti moderni per la gestione dei pericoli naturali. I pericoli naturali minacciano da sempre gli esseri umani. Mentre in passato il compito di affrontarli gravava sulle spalle dei diretti interessati, oggi esso rientra nelle competenze delle autorità, degli specialisti e delle organizzazioni di volontariato. Nei decenni scorsi tutte le regioni alpine hanno sviluppato delle proprie strategie. Esiste quindi, nel complesso, un grande patrimonio di conoscenze e competenze per un’organica gestione dei pericoli naturali. i confini gli esempi positivi, consentendo ai partner di utilizzarli in forma adattata, rappresenta una sfida a livello europeo. La Ripartizione Opere idrauliche della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige ha presentato domanda per quattro progetti INTERREG IIIA, finalizzati alla creazione di un nuovo sistema informativo sui rischi idrogeologici (IHR). Dal punto di vista dei contenuti si trattava principalmente di raccogliere informazioni scientificamente fondate e standardizzate sull’intero territorio provinciale, di elaborarle e renderle quindi accessibili in forma chiara e comprensibile ai vari gruppi di utenti. Riunire le conoscenze specifiche dei vari Paesi e Regioni, in modo da poter trasferire oltre Nella prima fase del progetto i tre partner hanno constatato di possedere un elevato livello di conoscenze tecniche, ma di non disporre di strumenti moderni e standardizzati per una programmazione sovraordinata a livello regionale. Questo fatto rappresentava per tutti i partner un punto debole sul piano strategico, da superare nell’ambito del comune impegno nel progetto INTERREG IIIA. Il traguardo comune era quindi chiaro, differiva solamente la strada scelta dai partner per raggiungerlo, a causa delle differenti condizioni di base. Progetti INTERREG IIIA Partner Durata Importo Italia in ( Cofinanziamento europeo Pianificazione regionale in base al rischio naturale potenziale I–A 01/2004 – 03/2008 295.000,00 50% Sviluppo e applicazione di un sistema regionale per l’individuazione e la valutazione del rischio idrogeologico I – CH 04/2005 – 03 /2008 357.963,00 Sviluppo di un sistema informativo integrato sui potenziali rischi naturali I–A 04/2005 – 03/2008 140.000,00 50% Sviluppo di un sistema informativo integrato sui potenziali rischi naturali – seconda parte I–A 10/2007 – 03/2008 150.000,00 50% Progetto 4 I Italia, Ripartizione Opere idrauliche della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige A Austria, Wildbach- und Lawinenverbauung Sektion Tirol CH Svizzera, Ufficio forestale dei Grigioni 80% C o m p e t e n z e e s i n e r g i e Collaborazione qualificata Una collaborazione qualificata si instaura tramite un dialogo permanente e un confronto trasparente, grazie ai quali i vari uffici provinciali trovano soluzioni comuni e creano un notevole valore aggiunto. Nel 1998, con l’introduzione della base normativa per la zonizzazione del rischio idrogeologico in Italia (decreto legge n. 180/1998, legge n. 267/1998), è nata una nuova cultura di gestione del rischio idrogeologico. Per la prima volta venivano richiesti rilievi e una rappresentazione d’insieme delle zone a rischio interessate da pericoli idraulici, movimenti di massa e valanghe. In Alto Adige, gli uffici provinciali competenti (vedi tabella) hanno concordato di approfondire le prescrizioni statali e di elaborare delle direttive per la redazione dei piani delle zone di pericolo sulla base del modello svizzero. Al termine di questi lavori sono rimaste aperte molte questioni di ordine tecnico e pratico. Per questo, nel quadro del progetto INTERREG IIIA è stata organizzata una piattaforma volta a fare proseguire il dialogo relativo ai rischi tra le autorità provinciali competenti: la piattaforma IHR. Durante le riunioni di lavoro della piattaforma IHR sono stati discussi dettagliatamente vari temi ed elaborati i singoli obiettivi. Si trattava di valutare i dati digitali di base a disposizione dell’amministrazione provinciale e di definire una procedura tecnica per la redazione dei piani delle zone di pericolo. Inoltre, sono stati valutati e applicati metodi moderni, supportati da modelli, per la redazione di carte indicative dei pericoli naturali relative a pericoli idraulici e fenomeni di crollo. Obiettivi comuni si raggiungono attraverso il confronto, lo scambio di esperienze e la collaborazione Inoltre si è dovuto trovare un consenso in merito alla rappresentazione cartografica del danno potenziale e si è dovuto installare un Hazard-Browser comune. In questo modo, a conclusione del progetto, si è potuta fornire un’assistenza completa e organica ai comuni interessati all’elaborazione di un piano delle zone di pericolo. PRODOTTO: carta del danno potenziale PRODOTTO: carte indicative dei pericoli Rip. 11 UFFICIO GEOLOGIA frane Rip. 32 FORESTE stabilità idrogeologica PRODOTTO: procedura tecnica pianificazione delle zone di pericolo Rip. 27 URBANISTICA dati di base, coordinamento Piattaforma IHR Rip. 30 OPERE IDRAULICHE pericoli idraulici Rip. 26 UFFICIO IDROGRAFICO valanghe, dati meteorologici PRODOTTO: Hazard-Browser 5 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Un approccio moderno ai rischi idrogeologici L’idrogeologia é una branca della geologia che si occupa dell’acqua presente nel sottosuolo e dell’interazione reciproca tra acqua e rocce (rocce compatte e sedimenti). Per gestione del rischio si intendono le attività volte ad affrontare in modo programmato i pericoli e i rischi noti. 6 PERICOLO RISCHIO VULNERABILITÁ g e s t i o n e d e l r i s c h i o Colate detritiche, alluvioni e frane da crollo sono fenomeni molto diffusi in Alto Adige. Grazie ad una gestione ottimizzata del rischio è possibile ridurre o evitare in parte i danni che ne derivano. Una gestione moderna dei pericoli naturali implica una moderna gestione delle conoscenze. Alla conoscenza si giunge tramite una spontanea acquisizione di nozioni o tramite la combinazione sistematica di informazioni accuratamente selezionate, richiamabili attraverso un sistema. Mentre in passato la conoscenza era fortemente legata ad una singola persona ed era quindi soggettiva, grazie agli strumenti moderni è ora possibile “spersonalizzarla”, rendendola quindi oggettiva. La conoscenza deve essere indipendente dalla persona che la crea. Ogni acquisizione di nozioni deve essere documentata e trasferita in forma standardizzata. Si tratta di un impegno costante, che segue una precisa procedura. Per trasformare l’informazione in conoscenza occorrono determinati presupposti: Le informazioni devono essere: −−liberamente disponili e facilmente accessibili −−riportate in forma chiara e comprensibile −−presentate in modo oggettivo −−facilmente combinabili e aggiornabili rapidamente Questi presupposti sono stati determinanti per la creazione del sistema informativo sui rischi idrogeologici IHR – e ne costituiscono le basi. La possibilità di consultare, mediante questo sistema moderno, le carte indicative dei pericoli, le carte aggiornate dei danni potenziali, le informazioni inerenti ad eventi storici o i contributi tecnici della banca dati bibliografica, permette di reperire rapidamente le conoscenze e di rielaborarle. 7 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Carte indicative dei pericoli naturali dei torrenti montani – colate detritiche ed alluvionamenti torrentizi Scala 1:25.000 Una colata detritica è una miscela di materiale solido ed acqua, che fluisce a velocità lenta o rapida, in corsi d’acqua a forte pendenza. Non è possibile distinguere il materiale veicolante dal materiale veicolato. Un alluvionamento torrentizio è un deposito di materiale solido trasportato al di fuori degli alvei su conoidi di deiezione o nel fondovalle. A differenza delle colate detritiche, negli alluvionamenti torrentizi il materiale solido viene trasportato dall’acqua, cosicché il materiale di deposito risulta spesso vagliato. 8 Rappresentazione del pericolo potenziale per i processi di colata detritica ed alluvionamento torrentizio nella zona di Cermes in val d’Adige I n d i c a z i o n e d e i p e r i c o l i Le carte indicative dei pericoli naturali sono carte tematiche d’inquadramento. I torrenti pericolosi vengono identificati tramite modellazione numerica e riportati sulla carta corredate dalle aree interessate dai fenomeni. In Alto Adige si verificano quasi annualmente processi che interessano i torrenti montani, quali colate detritiche e alluvionamenti torrentizi. Essi vengono innescati da brevi ed intensi temporali o da precipitazioni intense di alcuni giorni . Nella carta indicativa dei pericoli naturali è riportato in quali torrenti si possono innescare dei processi di trasporto solido potenzialmente pericolosi. Si tratta di una carta d’insieme in cui sono riportati i pericoli torrentizi determinati da colate detritiche e alluvionamenti torrentizi, con le rispettive aree interessate. In questo tipo di carte non sono indicate informazioni quali la velocità e l’entità dei depositi, che devono essere rilevate mediante uno studio di dettaglio. Le carte indicative dei pericoli naturali moderne vengono realizzate per mezzo di simulazioni al computer, che si basano esclusivamente su dati digitali esistenti e disponibili per l’intero territorio provinciale. Dati quali il reticolo idrografico, la carta geologica, la carta dell’uso del suolo ed il modello digitale del terreno vengono sovrapposti tra loro secondo regole precise, individuando così il trasporto solido potenziale attuale dei torrenti. I modelli che sono stati sviluppati sulla base di eventi reali di colate detritiche forniscono, nella fase successiva, sia la propagazione longitudinale di una colata che la sua ampiezza. I corsi d’acqua suscettibili di colate detritiche vengono identificati con grande affidabilità e riportati nelle carte indicative dei pericoli naturali. Le aree vulnerabili interessate risultano molto ampie, poiché la carta indicativa dei pericoli naturali non rappresenta un singolo evento, ma la totalità di tutti i possibili eventi. Anterselva 2005 Colata detritica sul Rio Gola Cortaccia 2001 Colata detritica Martello 1988 Gran parte del paese viene distrutta dai detriti alluvionali 9 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Analisi dei punti critici Scala 1:25.000 Punto critico: punto di possibile esondazione di un corso d’acqua per tracimazione o cedimento arginale. Paleoalveo: antico corso di un fiume, antecedente agli interventi di regimazione delle acque. Fontanazzo: asportazione di materiale sciolto nei punti in cui il moto di filtrazione nel terreno di fondazione di un argine emerge alla superficie del suolo con l’apparire di fontanazzi di acqua. Diaframma: opera di impermeabilizzazione e stabilizzazione di un argine in calcestruzzo o acciaio Contrargine: rilevato adiacente all’argine maestro, realizzato allo scopo di stabilizzare l’argine stesso. 10 Punti critici sul fiume Rienza presso Vandoies I n d i c a z i o n e d e i p e r i c o l i L’analisi dei punti critici del reticolo idrografico di fondovalle è stata eseguita adottando due procedure, che consentono di determinare i tratti fluviali nei quali sono possibili esondazioni e sono più probabili delle rotture d’argine. La determinazione delle possibili cause di esondazione e dell’ubicazione più probabile delle rotte arginali costituisce un elemento fondamentale per la redazione della carta indicativa dei pericoli naturali per i corsi d’acqua di fondovalle e di pianura. Tale indagine, che prende il nome di analisi dei punti critici, è stata eseguita adottando una metodologia originale sviluppata dalla Ripartizione Opere idrauliche nell’ambito del progetto IHR. Tale metodologia di analisi consta di due distinte procedure: la procedura idraulica, volta alla determinazione dei punti a ridotta capacità di deflusso e dei punti di possibile ostruzione del deflusso (quali sono tipicamente i ponti e gli attraversamenti) e la procedura di carattere qualitativo finalizzata a localizzare le possibili rotte d’argine. I dati di base per la determinazione dei punti di esondazione sono i rilievi topografici dei fiumi, eseguiti tipicamente per sezioni trasversali, il modello digitale del terreno, il catasto delle opere idrauliche riportante la localizzazione dei ponti, il reticolo idrografico digitale, le carte tecniche e l’ortofotocarta. Sulla base di tali dati è possibile, attraverso simulazioni idrauliche, determinare le portate liquide che causano esondazione in ciascuna sezione fluviale. Elaborando tali valori, si determinano le sezioni nelle quali si può avere esondazione. Tipiche cause di esondazione sono la presenza di restringimenti dell’alveo, le confluenze con corsi d’acqua a forte trasporto solido, i ponti e la presenza di tratti con abbassamento localizzato delle sponde. La ricerca dei punti di probabile rottura degli argini in caso di piena viene eseguita incrociando informazioni di carattere storico, quali l’andamento dei paleoalvei e la loro interazione con l’attuale assetto del corso d’acqua, il verificarsi o meno di rotture arginali o di fontanazzi in eventi storici con dati legati allo stato di sistemazione degli argini stessi, quali ad esempio la presenza o meno di diaframmi o contrargini. Attraverso un sistema di punteggi che consentono di valutare il peso di ogni singolo aspetto, si determina la propensione degli argini al cedimento. Adige ad Ora Intervento di stabilizzazione di un cedimento arginale Rio Covolo, Val di Fleres Esondazione in corrispondenza di un ponte Adige nei pressi di Laghetti 1981 La rottura dell’argine sinistro del fiume Adige ha causato l’allagamento dei paesi di Laghetti e Salorno 11 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Carta indicativa dei pericoli naturali per i fiumi di fondovalle Scala 1:25.000 Modellazione numerica: simulazione al computer di un evento naturale. Modello digitale del terreno: rappresentazione della distribuzione delle quote di un territorio, o di un’altra superficie, in formato digitale. 12 Rappresentazione delle potenziali aree di esondazione in val d’Adige nella zona di Egna I n d i c a z i o n e d e i p e r i c o l i Il pericolo idrogeologico tipico dei fiumi di pianura è l’alluvione con moderato apporto di materiale solido. La carta indicativa dei pericoli naturali per i fiumi di pianura riporta i punti critici del sistema idrografico e le aree di potenziale esondazione. Le esondazioni dei corsi d’acqua di fondovalle sono fenomeni tipicamente meno frequenti rispetto alle colate di detriti, ma assai pesanti dal punto di vista dei danni causati al territorio ed alle attività umane. Interessando i territori di pianura, infatti, le aree di esondazione risultano molto più ampie rispetto a quelle dei fenomeni torrentizi; inoltre gli insediamenti di fondovalle sono assai più estesi rispetto a quelli sui conoidi. La carta indicativa dei pericoli naturali per i fiumi di pianura fornisce una panoramica dei fenomeni di esondazione che interessano l’intero territorio altoatesino; essa riporta sia i punti critici del reticolo idrografico, sia l’estensione delle aree colpite. Nella carta non figurano informazioni legate alle intensità ed alla frequenza dei fenomeni, per la determinazione delle quali sono necessari studi più approfonditi e di carattere locale. La metodologia utilizzata per la redazione della carta consiste in una modellazione numerica eseguita al computer che, a partire da ciascun punto critico, ha permesso di delimitare le porzioni di territorio coinvolte. I dati di base utilizzati per la modellazione sono l’ubicazione dei punti critici (con le relative portate di piena e volumi di esondazione) ed il modello digitale del terreno. Le aree risultanti da ciascuna simulazione sono poi state sovrapposte su un’unica carta, determinando così la delimitazione di tutte le possibili esondazioni sul territorio provinciale. Il risultato ottenuto, pertanto, costituisce la somma di tutti i possibili eventi. L’informazione riguardante i punti critici, che è parte integrante della carta, costituisce la base per la definizione degli scenari finalizzati alla successiva redazione dei piani delle zone di pericolo, che presentano un grado di studio più approfondito e dettagliato rispetto alla carta indicativa dei pericoli. San Maurizio (Bolzano) 1987 Esondazione dell’Adige in seguito alle piogge del 18 – 19 luglio l segno tracciato su un muro a Salorno indica il livello raggiunto dall’acqua dell’Adige durante l’alluvione del 1981 Postal 1965 La piena sommerge tutto ció che incontra 13 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Carta indicativa dei pericoli naturali da frane di crollo Scala 1:25.000 Le frane di crollo sono movimenti di massa, in cui del materiale roccioso compie parte del movimento in caduta libera. A caratterizzare tali movimenti è il verificarsi in maniera improvvisa e l’elevata velocità. A causa di questi fattori essi costituiscono una minaccia per l’uomo, per edifici e terreni agricoli. Masse di notevole volumetria possono creare uno sbarramento del corso di un torrente o di un fiume causando un’inondazione. 14 Carta indicativa dei pericoli naturali da frane di crollo del Comune di Selva Gardena. Le aree potenzialmente interessate sono la SS 242 in corrispondenza di Murfreit, Bosch Pon La Pozza e Linacia, nonché alcune zone abitate nelle località di Col dala Pelda, Costa e Plan I n d i c a z i o n e d e i p e r i c o l i La carta indicativa dei pericoli naturali da frane di crollo descrive le zone potenzialmente interessate da fenomeni di crollo. La suscettibilità di una determinata zona rispetto a fenomeni di crollo viene determinata tramite un modello e rappresentata in una carta tematica d’inquadramento. L’applicazione dei parametri scelti consente una facile riproducibilità del metodo anche in aree su cui non si dispone di conoscenze geologiche dettagliate. Lo studio della massima distanza di propagazione dei massi mediante metodi analitici risulta spesso complesso nel caso di vaste aree. Per questo motivo nella redazione delle carte indicative dei pericoli naturali per zone potenzialmente interessate da frane di crollo ha trovato applicazione una metodologia specifica, denominata metodo zenitale. Si tratta di un modello morfologico, adattato ai dati a disposizione della Provincia autonoma di Bolzano, che produce una prima approssimazione della propagazione massima dei crolli. I parametri di ingresso vengono calibrati sia mediante un confronto delle propagazioni attese e degli accumuli effettivamente presenti ai piedi delle pareti, che tramite modelli fisicamente basati di tipo cinematico. La conoscenza di porzioni di territorio che necessitano di studi specifici e di rilievi cartografici consente di ridurre considerevolmente i tempi d’indagine nella redazione dei piani delle zone di pericolo. 2007 Val Fiscalina – Sesto Pusteria 60.000 m³ di roccia dolomitica si staccano dalla Cima Una (2698 m), crollando a valle Versanti instabili possono costituire una minaccia diretta per i centri abitati Strada della Val d’Ega La rete stradale viene spesso colpita da fenomeni di crollo 15 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Carta indicativa dei pericoli naturali da legname galleggiante Scala 1:25.000 Il legno morto è il prodotto del naturale ciclo vitale del bosco, originato da schianti da vento e da valanghe, e comunque senza intervento umano. Se questo legname finisce nel campo di azione di torrenti o fiumi montani si trasforma in legname galleggiante tramite vari processi di mobilizzazione. 16 Estratto della carta indicativa dei pericoli naturali da legname galleggiante. I bacini vengono rappresentati con diversi colori in base al pericolo derivante dal trasporto di legname I n d i c a z i o n e d e i p e r i c o l i Il legname galleggiante presente in torrenti e fiumi montani può accrescere i pericoli in corrispondenza di punti critici, ponti ed infrastrutture. Se il pericolo viene localizzato, si può procedere ad interventi mirati di adeguamento della zona critica. Nelle nostre foreste sono presenti grandi quantitativi di legno morto. Si tratta, in primo luogo, di alberi o rami caduti a causa di schianti provocati dal vento in versanti boscati particolarmente esposti; in secondo luogo puó trattarsi di piante sradicate e trascinate a valle da valanghe, colate detritiche di versante e frane. Tale materiale legnoso resta comunque parte integrante dell’ecosistema, anche senza l’intervento di fattori esterni, essendo un prodotto del naturale ciclo del bosco. Un ulteriore apporto può essere anche determinato dall’attività di erosione laterale dei torrenti stessi. Di per sé il legname morto arricchisce la biodiversità, ma in caso di alluvioni o colate detritiche, se trascinato dalla corrente in grandi quantitá, può produrre notevoli danni in modo diretto a opere e ponti, e in modo indiretto causando esondazioni per l’occlusione delle sezioni di deflusso. Per riconoscere questo pericolo potenziale si redige una carta indicativa dei pericoli naturali, che costituisce un prezioso strumento di ausilio. È stata sviluppata una metodologia di classificazione dei bacini idrografici dei torrenti montani in relazione al pericolo determinato dal legname galleggiante. Elementi rilevanti per la determinazione dei pericoli sono le aree di produzione del materiale legnoso e la capacità di trasporto da parte del corso d’acqua. L’indicazione del pericolo che ne deriva si ottiene sulla base di modelli di simulazione, che tengono conto dei principali processi di produzione e di trasporto del legname galleggiante. La briglia di trattenuta sul torrente Talvera, fermando il legname d’alveo e i detriti trasportati dalla piena, contribuisce a ridurre i danni alluvionali Chiusa 1921 L’evento alluvionale sul Rio Tinne e sull’Isarco del 9 agosto. La piena ha portato con sé ingenti quantitá di legname L’erosione di sponda mette a nudo l’apparato radicale degli alberi, favorendo cosí la formazione del legname d’alveo 17 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Carta delle categorie di danno potenziale Scala 1:25.000 Nelle aree della categoria 3 devono essere effettuate analisi ad alto livello di approfondimento, nelle aree della categoria 2 a basso livello di approfondimento. Nelle aree della categoria 1 non è necessario procedere ad analisi. 18 Particolare della carta delle categorie di danno potenziale riguardante il territorio comunale di Egna. La carta mostra la suddivisione del territorio comunale in tre categorie diverse con aree che presentano un numero e una probabilità di permanenza diversa delle persone I n d i c a z i o n e d e i Si definisce danno potenziale l’insieme delle persone e dei beni materiali che si trovano in una zona di pericolo definita. Mediante la sua sovrapposizione con la carta indicativa dei pericoli naturali, la carta delle categorie di danno potenziale evidenzia le aree del territorio provinciale esposte a rischio idrogeologico. Per la redazione di questa carta i piani urbanistici comunali e la carta reale silvo-pastorale della Provincia autonoma di Bolzano sono stati riclassificati secondo le “Direttive per la redazione del Piano delle zone di pericolo e per la classificazione del rischio specifico”. Tali direttive prevedono una suddivisione del territorio provinciale in tre categorie di danno potenziale, definite secondo il numero e la durata di permanenza delle persone presenti: Categoria 1: Aree e impianti non rilevanti dal punto di vista urbanistico ai fini della pianificazione delle zone di pericolo Categoria 2: Aree non edificate, che presentano però infrastrutture d’interesse pubblico Categoria 3: Aree molto urbanizzate e da urbanizzare, quali zone edificabili, zone verdi, impianti destinati ad uso ricreativo e impianti di risalita d a n n i p o t e n z i a l i a) attribuite alle tre categorie suindicate. La carta delle categorie di danno potenziale così ottenuta suddivide il territorio provinciale in queste tre categorie e mostra in tal modo le aree rilevanti ai fini della pianificazione delle zone di pericolo in provincia di Bolzano. Sovrapponendo la carta delle categorie di danno potenziale con la carta indicativa dei pericoli naturali si ottengono le aree a rischio idrogeologico ed il relativo livello di approfondimento per la redazione dei piani delle zone di pericolo. b) La carta delle categorie di danno potenziale fornisce le basi per l’individuazione e la localizzazione dei rischi idrogeologici e rende possibile la definizione delle priorità negli interventi per la difesa del territorio. Nel corso dell’elaborazione della carta, le voci della legenda dei piani urbanistici comunali e della carta reale silvo-pastorale sono state c) Dall’incrocio dei dati relativi al pericolo potenziale (a) con il dato relativo al danno potenziale (b) si ottengono indicazioni sul rischio idrogeologico (c) Aree comunali interessate da colate detritiche. I comuni di Bressanone, Lasa, Silandro, Merano e Laives presentano la massima priorità per l’esecuzione degli studi di dettaglio nell’ambito della redazione dei piani delle zone di pericolo 19 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Documentazione Eventi ED30 Database: archivio di dati strutturato in modo tale da consentire la gestione (inserimento, ricerca, cancellazione e aggiornamento) dei dati stessi. GIS: sistema informativo che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni geografiche. 20 Le informazioni sugli eventi costituiscono un fondamentale supporto alla conoscenza del territorio e alla comprensione dei fenomeni naturali. Tali informazioni devono essere raccolte, organizzate ed archiviate secondo forme e procedure standardizzate, in modo da garantire agli utenti rapido accesso e facile utilizzo DATI Le informazioni riguardanti gli eventi naturali sono alla base di molti processi decisionali che regolano la difesa e lo sviluppo del nostro territorio. I nuovi approcci di gestione dei pericoli naturali, mirati ad integrare le ormai consolidate strategie di progettazione e realizzazione di interventi sul territorio, non possono prescindere da una conoscenza del territorio e una comprensione dei fenomeni naturali sempre migliori. In quest’ottica risulta fondamentale poter contare sull’analisi degli eventi. La Ripartizione 30 Opere idrauliche ha predisposto un sistema integrato di documentazione degli eventi torrentizi e fluviali (colate detritiche, alluvioni, fenomeni erosivi), denominato ED30. Tale sistema di documentazione prevede inizialmente una fase di rilevamento in campo, in cui i tecnici raccolgono i dati immediatamente dopo il verificarsi dell’evento, utilizzando un’apposita scheda di campagna. Descrivono quindi cartograficamente i fenomeni ed eseguono una documentazione fotografica spesso accompagnata da foto o video da elicottero. Al rilevamento segue una fase di digitalizzazione delle informazioni in un sistema informativo, costituito da un database, in cui confluiscono i dati rilevati; un modulo GIS, in cui viene rappresentata la localizzazione spaziale dei fenomeni; un archivio multimediale in cui vengono catalogati i supporti fotografici e video. Parallelamente al rilevamento in tempo reale degli eventi che colpiscono la nostra provincia, viene condotta un’attività di ricerca storica, denominata ED30 History, volta a recuperare la grande quantità di informazioni disseminate in biblioteche, comuni, parrocchie e altre istituzioni storicamente presenti sul territorio. Anche se talvolta frammentarie ed imprecise, queste informazioni arricchiscono la banca dati, permettendo di riconoscere analogie storiche e ad individuare comportamenti idrogeologici tipici. Un sistema informativo sui pericoli naturali aggiornato, efficiente e di facile interrogazione offre un supporto indispensabile per l’analisi del rischio, per la pianificazione del territorio, per la gestione di eventi futuri e, più in generale, per riconoscere e descrivere le dinamiche che caratterizzano gli ambienti montani; in prospettiva offre inoltre un’ampia casistica su cui tarare i modelli di simulazione, strumenti capaci di descrivere scenari utili ad una corretta modulazione degli interventi. Brunico 1882 Esondazione della Rienza L’odierna passeggiata Groß – Gerau dopo l’evento Manoscritti, carte e foto storiche permettono di ricostruire eventi del passato Dall’entrata in funzione del sistema di documentazione ED30, nel 1998, sono stati rilevati 480 eventi, a cui si sono aggiunti i 2140 eventi recuperati mediante ricerca storica (ED30 History) 21 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l Banca dati BIBLIO30 Libri, pubblicazioni, articoli, documenti: oggi le informazioni esistenti anche riguardo ai pericoli naturali sono innumerevoli. Diventa utile allora disporre di efficaci strumenti di archiviazione e ricerca. 22 r i s c h i o DATI La banca dati bibliografica BIBLIO30 della Ripartizione Opere idrauliche, che raccoglie riferimenti bibliografici e relazioni sui pericoli e rischi idrogeologici, è costantemente aggiornata con nuove informazioni. Presupposto fondamentale per prendere decisioni qualificate nella gestione dei pericoli naturali e nella gestione del rischio è tenere conto di ogni informazione disponibile e del livello delle conoscenze attuali. Oggi, in tempi brevissimi, il livello delle conoscenze viene innalzato e ampliato con nuove informazioni, perizie, oppure con lavori scientifici inerenti alla situazione dei pericoli naturali. A questo scopo è stata creata la banca dati BIBLIO30. Al suo interno viene documentato il corpus bibliografico disponibile nel settore di competenza della Ripartizione Opere idrauliche. Nella banca dati vengono regolarmente inseriti relazioni progettuali, studi di bacino, documenti scientifici di rilievo ed altri rapporti relativi ai pericoli idraulici ed ai rischi idrogeologici. Ogni documentazione relativa agli eventi idrogeologici o allo studio svolto sulla situazione di pericolo di una determinata località costituisce un’importante base di partenza per la valutazione dei pericoli, anche in zone confinanti. Inoltre la banca dati Biblio30 è collegata con la banca dati ED30 per la documentazione degli eventi predisposta dalla Ripartizione Opere idrauliche. Tramite il collegamento della documentazione degli eventi e della banca dati bibliografica è possibile avere accesso a fonti originali, in modo tale da evitare errori in casi di incertezza nell’interpretazione di eventi storici. Per mezzo di interrogazioni spaziali e tematiche si possono ricavare informazioni bibliografiche in maniera rapida ed efficiente. La banca dati risulta, quindi, essere un importante strumento per esperti del settore e scienziati che, in Alto Adige, si occupano di pericoli idraulici e di rischio idrogeologico. La ricerca di informazioni rilevanti nella banca dati Biblio30 è un fondamentale punto di partenza per ogni attività nel settore della gestione dei pericoli naturali. Disporre direttamente di documenti inerenti i pericoli idrogeologici significa evitare spesso lunghe ricerche in biblioteche ed archivi Una semplice interfaccia permette di stabilire alcuni criteri di ricerca bibliografica e di ottenere la relativa lista di documenti disponibili e la loro ubicazione 23 I n d i v i d u a z i o n e d e i p e r i c o l i e d e l r i s c h i o Basin Information System – BASIN30 Il bacino idrografico è l’area di raccolta delle acque meteoriche che confluiscono nel medesimo corso d’acqua. 24 DATI BASIN30 è un applicativo software dedicato all’analisi del bacino idrografico. Il sistema è stato sviluppato su base GIS ed include una serie di funzionalità dedicate alla visualizzazione ed all’analisi statistica di vari strati informativi, alla generazione di ideogrammi e istogrammi e all’esportazione dei risultati in formato facilmente fruibile. Lo strumento consente un’analisi completa dei dati e geodati digitali disponibili per ciascun bacino idrografico ricadente all’interno del territorio provinciale. Mediante semplici operazioni di individuazione del corso d’acqua oggetto di studio (o di parte di esso), BASIN30 permette - interrogando gli strati informativi disponibili in ambito provinciale - l’individuazione sia di informazioni descrittive generali che di dettaglio relative al bacino idrografico individuato. La caratterizzazione generale avviene mediante l’individuazione di dati: −−morfometrici (area, altezza e pendenza media, quota massima, minima e media, esposizione prevalente ecc); −−idrologici (indici di drenaggio); −−tematici (uso del suolo, vegetazione, geologia, carta indicativa dei pericoli ecc.). Dall’analisi di dettaglio vengono inoltre ricavati, per ciascuna area individuata dal sistema: −−valori di pioggia con assegnato tempo di ritorno; −−valori di portata (Q10, Q30, Q50, Q100, Q300); −−la localizzazione e la descrizione degli eventi naturali registrati (ED30); −−la localizzazione ed il numero di opere di sistemazione idraulica (BAUKAT30), divisi per tipologia. Caratteristiche: −− estrazione di dati generali e di dettaglio relativi ai bacini idrografici o a parte di essi; −− elaborazione di statistiche descrittive; −− produzione di elaborati tecnici utili nella stesura degli studi di bacino; −− interfaccia utente in ambiente GIS L’insieme degli “output” (mappe geografiche, tabelle e grafici) prodotti dal sistema BASIN30 vengono raccolti in formato digitale e strutturati in un unico documento finale. Tale documento di sintesi non solo risulta essere di riferimento per l’attività di progettazione, ma costituisce anche la base per qualsiasi discussione che ha come oggetto il bacino idrografico. BASIN30 è un sistema “aperto” in quanto ampliabile (con nuovi strati informativi) ed aggiornabile (sostituzione di strati informativi con altri più recenti) con minimo sforzo. Esempio d’uso: 1. l’utente seleziona la sezione di chiusura; 2. il sistema estrae lo spartiacque sotteso alla sezione di chiusura selezionata e lo visualizza; 3. l’utente sceglie gli output desiderati e ne richiede il calcolo. 4. il sistema esegue i calcoli e produce il documento di sintesi. 25 I n f o r m a z i o n e e s i s t e m a Hazard-Browser Il WEBGIS è una tecnologia per la visualizzazione e l’interrogazione di informazioni geografiche tramite Internet. L’ ortofotocarta è una proiezione dell’immagine aerea su un piano di riferimento. 26 www.provincia.bz.it/Hazardbrowser I n f o r m a z i o n i o n l i n e Non è sufficiente raccogliere ed archiviare le informazioni, è necessario anche renderle facilmente accessibili ed utilizzabili. Negli ultimi anni l’amministrazione provinciale si è dotata di un sistema di pubblicazione dei dati geografici, sviluppato dall’Ufficio Informatica geografica. È basato su una piattaforma WEBGIS, che unisce la potenzialità di un sistema informativo geografico con le possibilità pressoché infinite di diffusione offerte dalla rete Internet. Uno degli ultimi nati tra i diversi applicativi è l’Hazard-Browser, in cui confluiscono strati informativi provenienti dai diversi soggetti dell’amministrazione provinciale che si occupano di gestione dei pericoli naturali, quali la Ripartizione Opere idrauliche, l’Ufficio Geologia e l’Ufficio idrografico. Questo browser offre alla comunità ed ai diversi enti e professionisti che operano sul territorio un quadro organico ed aggiornato dei pericoli naturali, come frane, alluvioni, colate detritiche ecc., che interessano la provincia di Bolzano. Oltre ai dati relativi ai fenomeni naturali verificatisi in passato e registrati nelle banche dati gestite dai diversi uffici, nel sistema vengono inserite anche informazioni relative ai pericoli potenziali (cfr. carte indicative dei pericoli naturali). Tali dati sono il risultato di simulazioni effettuate su scala regionale, utili alle attività di pianificazione e sistemazione del territorio. L’utente, senza la necessità di alcun software GIS, è in grado di visualizzare mediante un’interfaccia semplice ed immediata la localizzazione, l’estensione e altri dati relativi ai fenomeni naturali; “navigando” a diverse scale di rappresentazione e sovrapponendo le informazioni più specifiche ad altri dati geografici, come l’ortofotocarta, la geologia e l’uso del suolo, il browser permette inoltre una migliore “lettura” e comprensione delle informazioni, evidenziando possibili correlazioni ed interazioni. Nel passato le informazioni erano disponibili solo in formato cartaceo e dovevano essere consultate in loco L’Hazard-Browser permette all’utente di visualizzare informazioni relative a: eventi idrogeologici (frane, alluvioni, valanghe, ecc.) interventi di sistemazione del territorio indicazioni qualitative sui pericoli potenziali. 27 I n f o r m a z i o n e e s i s t e m a Il percorso per lo sviluppo dei piani delle zone di pericolo Dall’adozione delle disposizioni di legge per la pianificazione delle zone di pericolo all’ultimazione del piano delle zone di pericolo si devono compiere molte tappe. Il “Vademecum per i pericoli idraulici” intende accompagnare tutti i soggetti coinvolti lungo questo percorso. I piani delle zone di pericolo moderni richiedono, da un lato, l’impiego delle più recenti tecnologie e, dall’altro, necessitano di un elevato impegno di coordinamento. Per garantire una regolare ed efficace comunicazione fra la Ripartizione Opere idrauliche e tutti i partner coinvolti quali i comuni, i liberi professionisti e tutti gli altri uffici provinciali, è importante disporre di opportune linee guida. A tal fine, nell’ambito del progetto IHR è stato sviluppato il “Vademecum per i pericoli idraulici” per la redazione dei piani delle zone di pericolo. Esso fornisce in forma unificata, in primo luogo ai comuni, informazioni standardizzate inerenti ai pericoli idrologici. 28 Contenuti e struttura del “Vademecum per i pericoli idraulici”: 1. Procedura tecnica suddivisa in quattro fasi per la redazione dei piani delle zone di pericolo: A) Preparazione B) Bando ed appalto C) Accompagnamento del progetto D) Approvazione 2. Dati di base dei pericoli idraulici 3. Tabella dei livelli di approfondimento 4. Dati idrologici 5. Disposizioni per il bando (appalto) 6. Leggi e direttive I n f o r m a z i o n e e s i s t e m a Relazione metodologica conclusiva La relazione metodologica fornisce ad esperti del settore e ad altri interessati informazioni tecniche dettagliate sulla procedura di sviluppo del sistema informativo sui rischi idrogeologici – IHR. Nell’utilizzare i dati sorgono spesso domande sulla loro provenienza. Nel caso di utilizzo di dati raccolti su scala regionale e in modo capillare su un vasto territorio amministrativo, possono talvolta sorgere dubbi sulla loro qualità. Attraverso la descrizione delle metodologie impiegate nella redazione delle carte indicative dei pericoli naturali, la relazione conclusiva consente una “leggibilità” migliore di questi prodotti specifici. L’esperto viene a conoscenza degli algoritmi e dei dati di base utilizzati per la simulazione degli eventi di pericolo. Per un corretto utilizzo delle carte indicative dei pericoli naturali l’esperto deve essere a conoscenza della metodologia usata per il rilievo dei dati. Attraverso un raffronto e la valutazione di vari approcci per l’individuazione dei pericoli e del rischio, la relazione conclusiva illustra i motivi per cui i team di progetto hanno scelto determinate procedure. La relazione metodologica conclusiva offre utili informazioni ad esperti del settore e utenti interessati Come in molti altri progetti riusciti i prodotti principali mostrano solo una piccola parte delle attività progettuali. Per questo motivo, nella relazione conclusiva si è cercato di proporre un’immagine d’insieme delle attività svolte nell’ambito della piattaforma IHR. Un aspetto fondamentale nello svolgimento del progetto è stato il coinvolgimento di un gran numero di soggetti. Alla base della scelta del procedimento da adottare e della positiva attuazione del progetto ci sono state discussioni anche molto intense 29 P r o s p e t t i v e IHR – una base per la gestione dei pericoli naturali Nelle aree montane gli eventi idrogeologici, quali colate detritiche, alluvionamenti torrentizi e inondazioni sono fenomeni del tutto naturali. Solo in presenza di uno sfruttamento antropico del territorio tali fenomeni costituiscono un pericolo per i beni potenzialmente colpiti. I pericoli naturali non rappresentano quindi delle fatalità, ma un dato di fatto con cui noi esseri umani dobbiamo imparare a rapportarci. La gestione di questi fattori ambientali viene analizzata in relazione ad aspetti di sostenibilità e di efficienza dei costi. Nell’ambito della gestione dei pericoli naturali è sempre più richiesta un’alta qualità ed un iter trasparente e ripercorribile. Le attività nell’ambito della piattaforma IHR devono rispondere a tali esigenze. I compiti e le procedure nella gestione dei rischi e dei pericoli naturali saranno semplificati mediante metodologie standardizzate. Le amministrazioni comunali potranno essere assistite 30 attentamente nella redazione dei piani delle zone di pericolo. La definizione di standard di qualità minimi per i prodotti consente a tutti i soggetti coinvolti di valutare con maggiore efficacia i pericoli idraulici. La composizione modulare delle principali basi di analisi dell’IHR permetterà in futuro di adattare i singoli strati informativi alle nuove conoscenze e di combinare banche dati statiche e dinamiche. Con l’ampliamento dell’attuale offerta di informazioni e l’accrescimento delle competenze nel settore della gestione dei pericoli idrogeologici si è intrapreso un importante passo avanti verso una gestione dei pericoli naturali sostenibile, che tenga conto dei rischi e che sia efficiente dal punto di vista dei costi. L’insieme degli strumenti sviluppati nel corso del progetto IHR potrà, inoltre, rappresentare una base estremamente utile per sviluppi futuri. i h r IHR Note editoriali e tipografiche Editore Ripartizione provinciale Opere idrauliche, Bolzano Redazione Elisabeth Berger, Arnold Karbacher, Kathrin Lang, Pierpaolo Macconi, Diego Mantovani, Bruno Mazzorana, Evelyn Scherer, Markus Sperling, Hanspeter Staffler, Claudia Strada, Thomas Thaler, ClaudioVolcan, Judith Weissensteiner, Andreas Zischg Traduzione Marco Molon, Bolzano Revisione in lingua italiana e tedesca Walter Agostini e Barbara Tomelleri Battheu, Ufficio Questioni linguistiche, Bolzano Coordinamento Arnold Karbacher, Merano Evelyn Scherer, Ripartizione provinciale Opere idrauliche Foto e cartografia Ripartizione provinciale Opere idrauliche, Bolzano Ufficio Geologia e prove materiali, Cardano Arnold Karbacher, Merano Partner di progetto Svizzera Ufficio forestale dei Grigioni Austria Wildbach- und Lawinenverbauung Sektion Tirol I progetti e la presente pubblicazione sono stati cofinanziati mediante risorse del Fondo europeo per lo Sviluppo Regionale nell’ambito del programma INTERREG IIIA La presente brochure e la relazione metodologica conclusiva sono disponibili gratuitamente presso la Ripartizione Opere idrauliche o come download al sito www.provincia.bz.it/ opere-idrauliche. Contatto Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige Ripartizione provinciale Opere idrauliche Via Cesare-Battisti 23 I-39100 Bolzano Tel.: +39 0471 414550 Fax: +39 0471 414599 E-Mail: [email protected] www.provincia.bz.it/opere-idrauliche Grafica Freigeist, Bolzano Stampa e rilegatura Fotolito Longo, Bolzano Bolzano, Febbraio 2008 Tutti i diritti riservati Ristampa e riproduzione solo previa autorizzazione dell’editore Stampato su carta ecologica 31 www.provincia. bz.it/opere-idrauliche | [email protected]