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Il Giornale della Piana
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TAUR
IANO
VA
Periodico di informazione, cultura, politica, attualità, costume, sport
Anno II N° 9 / Aprile 2007 / Una copia € 1,00 / e-mail: [email protected]
Caro amico,
ti scrivo...
E
gregia signora Politica,
è davvero sconcertante vedere
i suoi figlioli,
chiamati politici, accapigliarsi
per cose che non gli appartengono e di
cui cercano con mezzi e mezzucci di appropriarsi. Come ben saprà, il 21 marzo
scorso a Polistena si è svolta quella
magnifica Giornata della Memoria
contro tutte le mafie, organizzata non
certo dai suoi figlioli politici (mi scusi se
glielo dico, ma essi non avrebbero avuto
tanto coraggio), ma da quel mostro di
coraggio di Don Ciotti. Ebbene, già il
giorno dopo i suoi figlioli politici erano
lì a scannarsi e a scornarsi a vicenda
per rivendicare chi a quella manifestazione aveva più diritto a partecipare.
Non me ne voglia, ma ogni tanto a
codesti discoli figlioli qualche scappellotto farebbe anche bene. Ci pensi.
Con stima.
BILANCIO NON VERITIERO: LA CORTE
DEI CONTI BACCHETTA IL COMUNE
Elezioni - La «grande ammuina»
tra intrighi, trappole e colpi di scena
Gioia Tauro - La MCT:
«vogliamo che il Porto
continui a crescere»
CITTANOVA
ELEZIONI
Situazione
confusa
ma in continua
evoluzione
Polistena - Giornata della Memoria:
un bel giorno per la Calabria onesta
(
4 pagine
di foto
e commenti
(
IN 30MILA DA TUTTA L’ITALIA P ER DIRE NO A TUTTE LE MAFIE
Ventuno marzo,
Primavera:
un bel giorno
per la Calabria onesta
S
ono arrivati da Milano, Firenze,
Bologna, Modena, Torino,
Vicenza, Napoli, Messina, Pisa,
Corleone, Lentini, Partinico,
Palermo: da tutta l’Italia e da tutta la
Calabria. Un esercito di giovani che
sono stati l’anima della «XII Giornata
della memoria e dell’impegno in
ricordo delle vittime delle mafie»,
organizzata da «Libera» di Don Luigi
Ciotti; un esercito di giovani che ha
colorato la primavera polistenese e
che ha dato una speranza alla primavera calabrese; un esercito di giovani
per dire no, un no fermo e deciso a
tutte le mafie. Un esercito capeggiato
dalla figura carismatica di Don Luigi
Ciotti, coadiuvato da Don Pino
Demasi e da una moltitudine di
volontari polistenesi animati da un
grande impegno sociale e civile. Una
moltitudine di volontari che, tra
l’altro, ha dato prova di grande
efficienza. Una manifestazione di così
vasta portata, di carattere nazionale,
contro la mafia, contro tutte le mafie,
in Calabria non si era mai vista.
ià all’indomani della bellissima
Perché in Calabria è totalmente
manifestazione, il clima di grande coesione,
assente la cultura della lotta alla
spontaneità, impegno che grondava dai
Trentamila e che si ripercuoteva sulla città,
mafia. E di
la conferma
venuta il
Toni èCondello
è praticamente svanito. Perché? Semplice:
giorno prima della manifestazione per
sono entrati in scena i politici, certi politici,
bocca del commissario nazionale
o pseudo tali, che hanno intriso tutto di
antiracket Tano Grasso. «Non ci sono
ipocrisia. Infatti si è scatenata una vera e
propria gara a chi avesse l’«autorità»
denunce contro il racket - ha detto -,
politica per partecipare alla manifestaziomentre la paura è enorme». Cosa che
ne e chi no; a chi avesse il «diritto» di
non è certamente di conforto agli oltre
firmare un certo manifesto e chi no; a chi,
240 familiari di vittime della mafia, il
insomma, avesse la «patente» (politica,
70% dei quali attende ancora di
naturalmente) per manifestare contro la mafia.
Il tutto con battagliere dichiarazioni sulla
sapere la verità su come sono stati
stampa. Un tentativo, questo, ancorché maldeammazzati i propri cari.
Quando la politica
offre il peggio di sé
G
stro (e assolutamente fuori luogo) di «appropriarsi» (indebitamente) della paternità di
una manifestazione che, invece, diciamolo
chiaramente, la politica non avrebbe mai
avuto il coraggio civile di organizzare.
Davvero inaudito. Bene, bravi. Un esempio
di vera democrazia, di impegno, di esempio
per i giovani e per gli ideali che quella
manifestazione ha lanciato. I giovani, loro
sì, hanno dato esempio di vera democrazia,
libertà, legalità. Ha detto bene Don Ciotti:
nella lotta alla mafia la politica spesso fa
solo guai; anzi, spesso è la stessa politica ad
alimentare, a pascere e a fare espandere la
mafia stessa. Il 21 Marzo polistenese vuol
dire anche: basta con la politica delle
parole; basta con la politica dei personalismi; basta con la gestione della politica
come paterfamilismo.
Il volto pulito
dei nostri ragazzi:
è questo il futuro
Mai più
madri
disperate
Don Luigi Ciotti
L’appello
di Don Ciotti e Don Demasi
E ora: Basta! Basta! Basta!
Il Sindaco di Polistena
Giovanni Laruffa
Don Pino Demasi
6
Commenti & Riflessioni
’A Pascarella i Sina, Titineda,
Micuzza, Lina, e le altre
M
aldive… Tunisia… Galapagos, voli supermegagalattici
con atterraggio sulla luna,
missili supersonici per essere proiettati su
Marte e trascorrere la Pasquetta con gli
extraterrestri, magari scambiarsi gli
spetteguless che succedono nel nostro
paese: può darsi che i marziani possano
capire gli intrighi e darci qualche
consiglio in materia. Ebbene, ormai
siamo alla ricerca di mete sempre più
distanti e sperdute per trascorrere il
«Lunedì dell'Angelo» o precisamente «'a
pascarella». Le nostre località sono
superate, le verdeggianti montagne, i
limpidi azzurri mari, le ossigenate
campagne non sono più di moda, sono
destinate a chi con modestia vuole
trascorre una scampagnata all'aria aperta
e non ambisce al business dei viaggi. Ai
tempi dei miei nonni era tutto diverso «'a
pascarella» era considerata un giorno
lavorativo, solo i ragazzi si raggruppavano per festeggiare questa giornata in
qualche vicina campagna e consumare
quello che ognuno era riuscito a racimolare a casa dagli avanzi del giorno
precedente.
Gli adulti invece si recavano a lavorare
nei campi o presso le botteghe, non si
potevano permettere il lusso di rimanere
fermi neanche per un giorno, in quanto
nelle numerose famiglie erano tante le
bocche da sfamare. Altro che scampagnata: duro lavoro e schiena curva era la loro
festa. Quelle poche famiglie che si
organizzavano per trascorrere questo
momento in compagnia, si «arranciavanu» alla meglio, preparavano per
tradizione la frittata di cipolle e altri umili
cibi, il tutto accompagnato da un buon
fiasco di vino.
Alla fine della scorpacciata, quando
Bacco aveva invaso le loro menti, tutti si
scatenavano a ballare a suon di tarantella,
come liberazione del proprio spirito ed
allontanare i problemi che perduravano
in quegli anni.
Anche le raccoglitrici di olive lavoravano in questo giorno, in quanto si doveva
concludere nel più breve tempo possibile
la stagione della raccolta. Ma quell'anno
di tanti anni fa, alcune donne avevano
deciso di festeggiare «a pascarella» tra gli
uliveti, sempre dopo aver raccolto un
congruo numero di misure di olive.
All'imbrunire di quel Sabato Santo,
prima di fare ritorno a casa: Sina,
Titineda, Micuzza, Lina, e le altre
avevano deciso che giorno di Pasquetta
avrebbero portato qualcosa in più da
mangiare per festeggiare. Titineda si era
promessa che avrebbe portato di nascosto
dal marito qualche bottiglia di vino, Sina
avrebbe preparato la frittata chi «cudi di
ripudi», Micuzza avrebbe portato un po'
di salame «casaloru» e Lina avrebbe
portato «i curudedi» dolci tipici pasquali,
mentre le altre quello che gli sarebbe
capitato tra le mani.
La caporala (che aveva il compito di
sorvegliare, per conto del padrone, il
lavoro delle raccoglitrici di olive), guarda
caso, stavolta si era aggregata al gruppo,
non avrebbe riferito niente al padrone.
Lunedì «'i pascarella» le donne erano
giunte nei poderi di buon mattino con
animo gaio, al solo pensiero che avrebbero trascorso quella giornata in allegria le
aveva messe di buon umore. Il lavoro
appariva meno faticoso del solito, le
schiene curve e le mani leste lavoravano
sempre più velocemente, forse così il
tempo sarebbe trascorso prima, uno..
due… tre sacchi erano stati riempiti di
olive, ma… non avevano proprio voglia
di continuare, la bramosia era tanta e la
pigrizia aveva scacciato la loro solerzia.
Così, buttata «a cirma» tutte staccarono
dal lavoro e… iniziò la festa.
Si sedettero in cerchio e si diede inizio
al banchetto. C'era tanta euforia. Si
scambiavano il cibo che avevano portato,
Titineda versava il vino dal gusto
gradevole e frizzante, accettato da tutte…
e bevi tu che bevo io… alla fine si
ritrovarono tutte brille. Iniziarono a
vaneggiare, a ridere, a ballare, a liberarsi
delle proprie inibizioni facendosi scudo
di Bacco, che aveva contribuito a
infondere spensieratezza nelle loro menti
e come danzatrici gitane facevano ruota
tra le file degli alberi, quasi da sembrare
libellule in volo.
Ma… avevano fatti i conti senza l'oste.
Il padrone dell'uliveto, di nome Peppino,
dopo aver festeggiato in famiglia, aveva
deciso di recarsi nei suoi poderi per
verificare il lavoro. Giunto sul luogo, la
scena che gli apparve lo fece rimanere
sbalordito: tutte le donne, compresa la
«caporala» erano alticce, e constatò che
non avevano concluso la raccolta
giornaliera. Don Peppino andò su tutte le
furie, cominciò a sbraitare «vi licenziu a
tutti, no vi pagu mancu 'na lira». Le
donne, a quel punto, incominciarono a
rinsavire, e Titineda, Sina, Micuzza e
Lina cercarono di sdrammatizzare la
situazione dicendo che avevano fatto
un'indigestione di cibo, e che per questa
causa stavano tutte male. Le furbe donne,
siccome era avanzato ancora del vino, di
proposito, invogliarono don Peppino a
bere. Il quale non si fece pregare: bevve
di buona lena a tal punto che divenne
anch'egli allegro e spensierato, dimenticandosi così di controllare la misurazione
delle olive. Anzi, don Peppino cambiò
tono di voce e l'ira che lo aveva invaso
prima si trasformò in galanteria. Ritrasse
tutte le minacce che aveva rivolto prima
alle donne e, addirittura, le invitò a
continuare a festeggiare. Il suo cuore si
era talmente mielato che nel salutarle,
andandosene via, chiese anche scusa per
non aver capito che anche per loro quella
doveva essere una giornata di allegria.
Dopo aver smaltito un po' l'ebbrezza, si
ricomposero e, rassicurate per non aver
perso il lavoro, felici e soddisfatte fecero
ritorno a casa.
Questi sono racconti di vita vissuta, di
vita sana e pulita allo stesso tempo,
quindi godiamoci la nostra «pascarella»
liberi di vivere nella consapevolezza
delle nostre azioni, nello scoprire le
nostre montagne, i nostri mari, le nostre
bellezze naturali, tenendo presente che
bisogna lasciare sempre puliti i luoghi
dove andremo a divertirci. Perché
rispettare l'ambiente significa rispettare
se stessi. Buona Pasqua a tutti.
7
Quando la riconoscenza
diventa un peso insopportabile
N
el Paradiso perduto,
Satana spiega la sua
rivolta con Dio dicendo che non riusciva più a
reggere il peso, insopportabile,
della riconoscenza. A ciascuno di
noi sarà capitato di osservare che,
spesso, sono proprio le persone
che abbiamo trattato meglio, con
più generosità, disinteressatamente, quelle che poi ci rimproverano e
ci accusano.
Facciamo un esempio…: immaginiamo di essere molto ricchi e di
andare per strada in un quartiere
poverissimo… scegliamo un
ragazzo a caso e lo facciamo
studiare, aiutiamo i suoi genitori, gli
comperiamo motociclette, automobili… e non gli diamo le cose
ogni volta perché se le merita, ma
per pura e semplice generosità…
Cerchiamo
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da tutti
i Paesi della Piana.
Soprattutto giovani
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di inviarci per e-mail
i loro comunicati
di Rocco Laganà
quale credete sia il risultato?...un
disastro…..perchè il ragazzo non
riesce a stabilire il rapporto fra ciò
che fa e quello che riceve…si
comporterà come se tutto gli fosse
dovuto… agendo in questo modo
siamo venuti meno a una regola
fondamentale di qualsiasi rapporto
educativo. Non bisogna dare nulla
senza che l'altro se lo sia meritato.
I nostri desideri hanno la tendenza a crescere illimitatamente. Noi
impariamo a frenarli solo incontrando e superando gli ostacoli, le
prove. Sono queste che ci danno il
senso del valore. Tutte le famiglie
di solida tradizione borghese
abituano i bambini e i ragazzi alla
parsimonia e insegnano loro che
per avere una cosa se la devono
meritare. L'errore, l'immoralità non
sta perciò soltanto in chi è sfacciatamente irriconoscente. L'errore è
anche di chi dà in base al semplice
impulso emotivo, al semplice
piacere di dare.
Questa non è una critica alla
generosità, all'amore. Non c'è
nulla al mondo di più bello
dell'altruismo. E non c'è nulla di più
squallido della persona avida,
avara, rapace. Ma non bisogna
nemmeno confondere la generosità con la prodigalità, che è uno
spendere e dare senza
ragione e senza giustizia. Il
prodigo non si preoccupa
veramente del bene degli altri,
del reale effetto benefico delle sue
azioni. Prova piacere nel dare,
nell'ammirazione che suscita.
Spesso i prodighi sono persone
che hanno guadagnato il denaro
con facilità, con l'astuzia, con
l'inganno, con un gioco rischioso.
E che non hanno perciò chiaro,
dentro di loro, il rapporto fra merito
e valore. Di solito si circondano di
cortigiani, di persone che vivono
della loro prodigalità. Persone che
riempiono di favori, ma che non
stimano, che trattano male perché
li disprezzano. E non si accorgono
che costoro, sentendosi continuamente umiliati, schiacciati, offesi
dalla loro ostentazione, covano un
cupo risentimento, un odio che si
manifesterà non appena potranno
farlo.
La vera riconoscenza come virtù
è fondata sulla generosità e sulla
giustizia. Chi è generoso secondo
giustizia deve preoccuparsi
realmente del bene dell'altro. E chi
riceve secondo giustizia resta
libero. E' così difficile che la gente
sia obiettiva con noi, che comprenda il nostro bisogno, che apprezzi
ciò che facciamo! E' questo che
chiediamo agli altri. E chi ci dà
questo con generosità, allora lui è il
nostro vero benefattore.
8
Gioia Tauro
La MCT: «vogliamo che il Porto
continui a crescere e a migliorare»
n questi ultimi mesi il
ma ogni proposta deve
La presidente del Gruppo Contship garantire la crescita del nostro
Porto di Gioia Tauro
ha sofferto un grave
lavoro e non un cambiamento
Italia, capogruppo di Medcenter
momento di criticità,
fine a se stesso, utile solo alla
container terminal di Gioia Tauro,
con pesanti ripercussioni nei
propaganda politico-elettoconfronti dei nostri clienti.
rale.
Il futuro lo decidono i
Cecilia Battistello Eckelmann, e
Inoltre, alcune notizie apparse
nostri lavoratori, con la
l’Amministratore delegato della Mct correttezza e la coerenza dei
sulla stampa e alcuni comunicati diffusi nel territorio, hanno
loro comportamenti».
Vincenzo Iacono scrivono a tutti i
contribuito a generare disinforCertamente corretto e
lavoratori gioiesi del Gruppo
mazione e tensione, non solo
opportuno il riferimento alla
tra i nostri lavoratori ma anche
politica. Il comportamento
tra tutti gli abitanti della Piana
della Regione Calabria, per
di Gioia Tauro»: comincia così, con dell’orario di lavoro di 36 ore, antici- esempio, non sempre è stato limpido,
alcuni dati oggettivamente allarmanti, pando di un anno e mezzo lo stesso né tempestivo, per quanto riguarda le
la lettera spedita a tutti i lavoratori di Contratto nazionale di lavoro dei decisioni di sua competenza. Ma anche
Mct, Medcenter container terminal, lavoratori portuali, che solo un anno e i sindacati, certi sindacati, non possono
concessionaria del terminal del Porto mezzo dopo lo ha recepito per gli altri non tenere nella giusta considerazione
gioiese, a firma della presidente del Porti; l’accoglimento della richiesta dei questi fatti, questi segnali, queste
Gruppo Contship Italia, azienda dipendenti provenienti da altri paesi di riflessioni. Sicuramente questi sindacacapogruppo di Mct, dottoressa Cecilia limitare solo a determinate giornate le listi devono riflettere seriamente per
E c k e l m a n n B a t t i s t e l l o , e prestazioni di orario straordinario; quanto riguarda il paragrafo che chiude
dell’amministratore delegato di Mct, l’introduzione, unico esempio in Italia, la lettera: «Ora non è più utile per
dottor Vincenzo Iacono.
della polizza sanitaria per tutti i nessuno tenere alta la tensione propoUna lettera eccezionalmente pragma- dipendenti, anche in ciò anticipando la nendo “ridiscussioni” per le quali non
tica e realistica che precisa e puntualiz- soluzione prevista dal Contratto vi sono né spazi giuridici né disponibiza la situazione del Porto e la posizione nazionale di lavoro ma ancora non lità aziendali. Dopo aver accolto le
di Mct, soprattutto alla luce degli ultimi attuata; il ripristino, in collaborazione richieste dei nostri lavoratori, adesso
avvenimenti (principalmente gli dell’Autorità portuale, del presidio vorremmo poter contare su quello
scioperi e le richieste dei sindacati).
medico interno.
spirito di collaborazione che ha fatto di
Per questo la missiva dei due alti
«Ora è necessario - è l’esplicita e Mct un’azienda di successo, unica non
esponenti del Gruppo Contship Italia, opportuna considerazione - non perdere solo in Calabria, ma in tutto il territorio
entra subito nel vivo dei problemi con ciò che, con molta fatica, tutti noi italiano». Infine, l’orgoglio aziendale
fatti concreti, richiamando direttamen- abbiamo raggiunto. Noi siamo pronti a e un messaggio a lavoratori, sindacati,
te l’attenzione dei lavoratori. E passa a esaminare nuove proposte di sviluppo politici: «Noi vogliamo continuare a
elencare, citando sempre i fatti, gli (a questo proposito abbiamo realizzato crescere per migliorare, salvaguardanimpegni mantenuti dell’azienda. un progetto di sviluppo di logistica do e difendendo quello che è stato
Come: l’introduzione già dal 2002 integrata che è nelle mani del Governo), raggiunto fino a ora».
T.C.
Gioia Tauro
9
Lo studio, presentato dall’Accademia di Belle Arti di Reggio in occasione
del suo quarantennale, è opera dello studente gioiese Valentino Marino
Dal quadrivio «Sbaglia» parte
la riqualificazione della città
«I
P
er il quarantennale
dell'istituzione dell'Accademia di Belle
Arti di Reggio Calabria,
diretta dal prof. Alessandro
Manganaro, è stato presentato un
interessante studio progettuale per
la sistemazione e riqualificazione
del Quadrivio «Sbaglia» di Gioia
Tauro. L'autore è lo studente
Piervalentino Marino, gioiese, il
quale, convinto che «lo sviluppo di
una città passi attraverso lo studio
della viabilità», si è avvalso sia dei
supporti teorici della cattedra di
architettura e urbanistica retta dal
prof. Carmelo Carullo sia di quelli
scientifici e tecnici offerti dall'arch.
Francesco Mangione del Comune
di Gioia Tauro.
L'ipotesi progettuale è stata
apprezzata. Presuppone un polo di
sviluppo commerciale e industriale
di Caterina Provenzano
che, potenziando il sistema produttivo tradizionale, asseconda per
tutta l'area uno sviluppo concentrato su consumi e residenza che
rientrano in gioco dopo svariati anni
di deconcentrazione economica.
Nel nuovo progetto del Marino la
massiccia croce di ferro che i
Missionari Oblati di Maria Immacolata posero nel 1913 viene ricollocata su un basamento piramidale marmoreo su un'aiuola
circolare al centro dell'intersezione
viaria. Il quadrivio è bitumato e la
segnaletica orizzontale del rotatorio
campeggia in modo visibile; nel
riquadro di nord-est viene creata,
nello spazio del quadrante,
un'aiuola a prato inglese dove
inserire tre palme simbolo
dello stemma cittadino; al
centro dei quattro quadrati
vengono sistemati altrettanti
elementi di illuminazione per
rotatorie.
Il progetto si rifà al Piano di
recupero urbano (PRU) in quanto
intende essere un'opera che si
colloca sulla direttrice longitudinale
da borgo Piano delle Fosse allo
Svincolo A3. Marino offre, così, un
contributo di studio anche al Piano
Urbano Traffico (Put), decongestionando sensibilmente il traffico
stradale.
La riqualificazione dell'area
costituirà così un occasione irripetibile per Gioia Tauro. Bene ha fatto
l'Accademia delle Belle Arti di
Reggio Calabria a interessarsi al
progetto. promuovendo così il
rilancio dello sviluppo gioiese.
10
Gioia Tauro
Gioia
Tauro
Gioia Tauro
Una statua marmorea del XVI secolo e una epigrafe del ’700: vanno esposte al pubblico
Inaugurata la nuova sede dell’Associazione teatrale gioiese
«Giangurgolo», nel segno della cultura e dell’arte
Rivalutiamo
le vestigia
della nostra
antica cultura
a statua acefala dovrebbe essere
«L restaurata
e locata presso il duomo cittadino». La richiesta parte da
Mimmo Lucà che è appassionato di
storia locale. Della sua esistenza si
sapeva già nel 1586, quando il vescovo
diocesano di Mileto, mons. Del Tufo,
fece visita alla chiesa di Sant'Ippolito e
la notò, descrivendola di «marmoro
bianco». All'epoca la Chiesa di
Sant'Ippolito era quella antica che oggi
chiamiamo chiesa di Sant'Antonio,
dove fino a qualche tempo fa c'era un
convento di monache. «La statua
rappresenta l'immagine della Madonna
– dice Lucà – è acefala e manca anche
del bambinello
che probabilmente era adagiato sulle sue
braccia. Sicuramente è an-dato perso durante il terremoto
del 1928, quando la chiesa subì gravi danni.
L'ultima volta che ho visto la statua è stato nel
cortile della chiesa di Sant'Antonio e ho
potuto fotografarla». Mimmo Lucà riferisce
di altre opere che andrebbero restaurate e
sistemate diversamente. Come si confà,
insomma, alle opere d'arte. A questo proposito si ricorda un'epigrafe incisa su una lastra di
marmo che ricorda un prete vissuto nel 1700.
Caterina Provenzano
La scultura prende forma
e Cosimo Allera le dà un’anima
L
e sue opere hanno sempre avuto un
fascino particolare. E pensare che
sono fatte di ferro, con il gelidofreddo-incolore-inodore ferro battuto.
Ma non solo. Bronzo, rame e acciaio
diventano duttili e fortemente evocativi
nelle sue mani. Cosimo Allera è un
poeta per questo. Solo un artista
trasporta sensazioni, rese vive da una
forma particolare, una figura che si
anima e prende anima. Lo testimoniano i numerosi premi che ha ricevuto
nel corso della sua «carriera» di
scultore. Non ultimo quello che ha
ricevuto nei giorni scorsi alla Borsa
internazionale del turismo di Milano
(Bit).
Si tratta del Premio «Turismo in
Calabria Magazine», indetto dal
gruppo editore scillese «Zerouno-
11
di Caterina
di Giovanna
Provenzano
Errigo
Italia». Allera è stato scelto in quanto
«con il proprio operato, – recita così
la motivazione – il proprio nome e la
propria persona ha contribuito a
rendere grande anche il nome della
Calabria». E di opere ne ha allestito
tante, così come di mostre in tutto il
mondo. Detiene anche un primato:
l'opera in ferro più alta della Calabria.
Si tratta de «L'ombra della sera», alta
15 metri e tutta in ferro, una clessidra
che ci richiama alla realtà, opera
voluta dallo stesso autore e da Nik
Spatari. Ora svettante presso il Museo
MuSaba di Mammola.
Fra le opere si ricordano la suggestiva «L'umanità e la croce» alta 4 metri
e sita nei pressi della stazione ferroviaria gioiese, «La sofferenza» in bronzo
alta 2,20; la «Dea Athena» in ferro
battuto e «L'urlo del guerriero» che si
compone di cinque statue «da leggere»
in sequenza, in acciaio alte 3,50. In
tutte queste opere c'è un significato
profondo, che è il mistero della vita
stessa, fatta di dicotomie inscindibili
come amore e odio, guerra e pace,
salute e malattia, felicità e iracondia.
Un susseguirsi di immagini che
destano ottimismo e indignazione, non
di meno di ciò che la vita stessa ci offre.
Ma c'è una cosa che Allera dice
sempre nelle sue «poesie». La speranza è l'anima che regge il mondo, come
le braccia aperte di un bambino che si
lanciano con fiducia verso il futuro. Il
merito è grande davvero.
F
inalmente è pronta. La nuova sede
dell'Associazione Teatrale Gioiese
«Giangurgolo» si è rivestita di
nuovo e si è presentata al pubblico più
fresca e accogliente. Sabato 31 marzo,
infatti, nei locali siti in via Piccola
Velocità si è tenuta l'inaugurazione. Il
Gruppo Teatrale Gioiese «Giangurgolo»
nasce a Gioia Tauro nel 1995 e l'anno dopo
si costituisce, con atto notarile, in
associazione culturale senza fine di lucro e
con lo scopo di organizzare attività teatrali
e culturali, promovendo ricerche sugli usi
e costumi della civiltà calabrese. Il
Presidente dell'Associazione è Salvatore
Brundolino e la direzione artistica è curata
dal geniale e poliedrico artista Girolamo
Ventra. Fanno parte del Consiglio
Direttivo: Franco Crudo (Socio
Fondatore, già Presidente del G.T.G.),
Franco Tilotta (Socio Fondatore), Michele
Gambardella (Tesoriere), Pino Cagliuso e
Natale Zucco. L'attuale gruppo degli attori
è composto da: Pino Cagliuso, Francesco
Careri, Maria Assunta Carlà, Silvia Carlà,
Nella De Vivo, Massimo Franco, Michele
Gambardella, Antonio Parisi, Caterina
Punturiero, Franco Tilotta.
L'associazione ha ricevuto prestigiosi
riconoscimenti e ambiti premi. Dal 1998
organizza, durante il periodo estivo, una
rassegna di teatro popolare de-nominata
«A teatro con… Gioja» che, in cinque-sei
serate, vede alternarsi altrettante compagnie con un crescente successo di
pubblico e di spettacolo. Aderisce alle
Settimane della Cultura, denominate
«Italia: Una cultura da vivere», su
iniziativa del Ministero per i beni e le
attività culturali, rappresentando una
commedia alla quale assistono gli studenti
delle scuole superiori assieme ad autorità
del mondo scolastico e sociale. Il gruppo,
poi, partecipa, assieme ad un selezionato
numero di compagnie amatoriali, alla
rassegna di teatro itinerante, organizzata
dalla F.I.T.A. regionale, con il patrocinio
dei Comuni sedi della manifestazione,
portando, sui palcoscenici di Reggio
Calabria (Teatro Politeama e Siracusa),
Vibo Valentia, Bovalino e Gioia Tauro il
suo ultimo lavoro, che riceve sempre
lusinghieri apprezzamenti di critica e
pubblico.
L'Associazione, inoltre, aderisce a
campagne di sostegno e di aiuti umanitari,
come quelle del Cottolengo Nordestino
«Il teatro per la solidarietà» (promosse
dalla Congregazione di Don Orione e dal
Teatro Proskenion) dell'A.V.I.S. e delle
associazioni di volontariato cittadine,
destinando loro una percentuale degli
incassi relativi alle rassegne che organizza
o offrendo materiali didattici ed educativi
per un valore pari agli eventuali premi in
denaro, ottenuti nelle manifestazioni a cui
partecipa.
L'Associazione è stata insignita del
premio «WWW 2006» per la categoria
arte, cultura e spettacolo. Nel corso
dell'inaugurazione è stato presentato
l'opuscolo curato da Girolamo Ventra dal
titolo «1996-2006 - I primi 10 anni di
attività del Gruppo Teatrale Gioiese Giangurgolo». Tutto a colori, impreziosito da
belle foto, vuole essere la carta d'identità
dell'associazione.
Caterina Provenzano
Nella foto grande: l’inaugurazione
della sede; nel riquadro, da sinistra: il
sindaco Giorgio Dal Torrione, il
presidente Salvatore Brundolino, il
direttore artistico Girolamo Ventra.
12
Gioia Tauro
Gioia
Tauro
...è bene sapere che...
Passi avanti
per l’assunzione
stabile degli Lsu
L
a Cgil della Piana ha chiesto al
comitato dei sindaci un
immediato incontro per una ricerca
comune di soluzioni per la
stabilizzazione. Ultimamente, infatti,
intorno alla stabilizzazione dei
lavoratori precari, quelli socialmente
utili (Lsu), ruota un sempre più
crescente dibattito, soprattutto da
quando nei comuni al di sotto dei
5000 abitanti si è avviata la verifica su
quanto contenuto nella legge
finanziaria. Per la prima volta,
nonostante alcuni ostacoli di natura
finanziaria e legislativa, emerge la
possibilità concreta di iniziare un
percorso serio di stabilizzazione,
attraverso l'assunzione diretta dei
lavoratori Lsu negli enti utilizzatori.
«È necessario che i sindaci, a questo
punto, – riferiscono Antonino
Calogero e Claudia Carlino della Cgil
pianigiana – assumano fino in fondo
la responsabilità di ricercare la
stabilizzazione, avvalendosi di tutti gli
strumenti necessari, privilegiando le
competenze pubbliche. Probabilmente
entro l'anno, grazie all'impegno del
sindacato confederale e delle lotte dei
lavoratori, si può realizzare un numero
significativo di stabilizzazioni».
Per la Cgil il contributo di 18
milioni del vecchio conio per ogni
stabilizzazione e per tutta la durata
della vita lavorativa è un incentivo
unico che produce di fatto
l'abbattimento strutturale di un terzo
del costo del lavoro per ogni assunto e
per sempre. Inoltre, il contributo
aggiuntivo, in fase di definizione da
parte della Regione Calabria, di
almeno 30.000 euro, da distribuire
nelle prime annualità è un'altra
ghiotta occasione. L'importante che ci
sia una forte volontà politica a partire
dagli enti utilizzatori. Per questo la
Cgil pretende scelte precise che
puntino con priorità all'occupazione
dei precari. È necessario tuttavia che
gli enti utilizzatori si impegnino a non
ricorrere all'utilizzo di forme di
lavoro atipico, come le consulenze o
la mobilità, per far fronte a carenze
d'organico.
a cura di Caterina Provenzano
Il culto mariano in Calabria
nel nuovo libro di Filippo Marino
il nuovo libro di Filippo Marino.
Titolo «Mater mea fiducia mea.
Ecologia popolare mariana in Calbria».
Edito da DePa Communication. Sarà
presentato in anteprima sabato 12
maggio alle ore 18 presso l'Istituto superiore teologico pastorale «Beato
Giovanni XXIII» di Gioia Tauro da
mons. Luciano Bux, vescovo della
Diocesi di Oppido-Palmi, con introduzione dei sacerdoti Elvio Nocera, Santo
Rullo e Giovanni Chirra, i quali focalizzeranno il contenuto del libro
soffermandosi sull'ethos delle forme
devozionali mariane in Calabria che
inneggiano a Maria guardando con di
fede l'insegnamento della Chiesa, specialmente quello che rifulge dal Concilio e dal Magistero degli ultimi Sommi
È
Pontefici. L'autore, esperto mariologo,
presenta 137 canti permeati da concezioni di antica matrice greco-bizantina.
In essi troviamo l'antica mentalità
naturalista, coperta dal limpido velo del
Credo cristiano. A Marino va il merito
di aver ascoltato la voce del popolo in
preghiera, captando e registrando le
note affettive e i gorgheggi melodiosi
che scaturiscono dal sentimento
popolare. Lo studio delle preghiere e
dei canti, detto ecologia, risiede anche
all'interno di questa opera che potremmo definire scientifica per la ricerca
effettuata, sentimentale per l'amore che
lo studioso ha sempre posto in Maria Il
libro è per tutti, ma l'autore lo dedica ai
giovani affinché sappiano cogliere i
veri valori che li legano alla vita.
Convegno sulla tipicità dei prodotti locali
S
i è tenuto nei giorni scorsi a Gioia Tauro un convegno nazionale
riguardante la promozione e il riconoscimento della tipicità di
alcuni prodotti locali. L'argomento è stato quello dell'importanza del
marchio De.Co. (Denominazione Comunale) e si è concluso con la
sottoscrizione da parte di tutti i rappresentanti degli enti coinvolti il
Protocollo della legalità e della tipicità. L'iniziativa è stata promossa dal
consorzio Piana Sicura e dall'Associazione Sicurezza & Sviluppo e
rientra nell'ambito di un Pon per lo sviluppo del Mezzogiorno. Il convegno ha focalizzato l'attenzione sulle modalità di implementazione del
marchio che valorizza le produzioni locali e ne certifica rintracciabilità,
tipicità e origine.
«Orientamigrante», uno sportello a Gioia e a Palmi
per l’integrazione sociale e lavorativa
nato lo sportello informativo
«Orientamigrante». L'iniziativa è
È
sorta grazie alla Cgil – comprensorio
della Piana – in collaborazione con
l'Arci di Reggio Calabria. L'iniziativa è
conforme alla campagna nazionale
contro l'economia sommersa e contro il
lavoro nero, con lo scopo di agevolare
l'integrazione, l'inclusione sociale e
lavorativa degli immigrati. Lo sportello
è aperto a Gioia Tauro, nella sede di via
Bellini 48 tutti i lunedì, mercoledì e
venerdì dalle ore 9 alle ore 12 e il
martedì e giovedì dalle 16 alle 18. Lo
sportello è aperto anche a Palmi tutti i
giorni (escluso il sabato) dalle ore 9 alle
12 presso la via Crispi 11. Si tratta di un
progetto che offre informazioni
gratuite su permessi e carta di soggiorno, ricongiungimento familiare,
servizio sanitario, rapporti con la
Questura e la Prefettura e tant'altro.
13
Gioia Tauro
Scuola materna paritaria «Santa Giovanna Antida»
Una palestra che prepara i bambini alla vita
S
i respira efficienza e
professionalità, si nota
lindore e competenza,
s’intuisce simpatia e amore: la
scuola materna paritaria «Santa
Giovanna Antida» rappresenta
l’ideale per far crescere sani,
soprattutto dentro, i bambini.
La scuola esiste fin dal 1934 e
per Gioia Tauro rappresenta
ormai una vera e propria
istituzione, tanto che diverse
generazioni di gioiesi sono
passati per l’istituto di via
Serra 35. E tutti si ricordano
sempre di questa bella
esperienza.
La scuola materna «Santa
Giovanna Antida» è ben
organizzata con struttura
curriculare e modulare per
campi di esperienza
secondo i nuovi orientamenti. Per cui soddisfa i
bisogni effettivi, sensoriali,
relazionali e cognitivi del
bambino per lo sviluppo
dell’identità e la conquista
dell’autonomia, favorendo
una crescita armonica.
Inoltre, si avvale di un
ambiente ben strutturato,
con giardino e parco
giochi all’interno, e di
personale qualificato e
specializzato per competenze nei vari campi di
esperienza educativa.
Interessante, infine, sono
il laboratorio di lingua
inglese, di educazione al
suono e alla musica, di
educazione motoria e di
mini basket. Ha un servizio mensa e la possibilità
di pre e post scuola.
La scuola è diretta con
grande sensibilità e dedizione
da Suor Aurora Marra e si
avvale della notevole competenza ed esperienza di una équipe
di docenti composta, oltre che
dalla stessa Suor Aurora, dalle
dottoresse Carmela De Leo e
Angela Di Gioia.
Il disegno di questa pagina
vuole essere un messaggio di
amicizia, fratellanza e amore dei
bambini della scuola «Santa
Giovanna Antida» di Gioia Tauro
a tutti i bambini del mondo.
14
Taurianova
Taurianova
15
Tanti, troppi errori e inadempienze rilevate dal supremo organo contabile
Elezioni - La «grande ammuina»
tra intrighi, trappole e colpi di scena
L’ombra, e la sorpresa, del «Terzo polo»
Il candidato a sindaco per il gruppo che fa capo a Biasi
è Placido Orlando (ma c’è chi scommette che sarà
sostituito in corso d’opera; bruciato). Per il gruppo
Macrì, invece, la candidatura dell’erede Filippa
Orlando, che in un primo momento aveva dato la sua
disponibilità, è sfumata proprio quando tutti la accreditavano come la «candidata a sindaco da battere». Il
diessino Amuso non si candida, ma tenta una cauta
(ma rischiosa) operazione di alleanza con l’Udc di Olga
Macrì.
Quest’ultima, al posto della nipote, come candidato a
sindaco della sua coalizione avrebbe da scegliere tra
due personaggi privi di precedenti esperienze politiche
ma di grande valenza e impatto sull’elettorato.
Che scenari, gente, che si prospettano per la conquista
del palazzo di piazza Libertà. Scintille. Di più: fantasmagorici fuochi d’artificio. Con tutte le cautele del caso,
ovviamente. Perché ciò che è dato per certo oggi, domani
non lo è più. Ha proprio ragione il Lorenzo, sì, il
Magnifico: chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è
certezza.
Ma è la coalizione di Biasi che ha battuto tutti sul tempo,
dimostrando alle altre aggregazioni politiche ma soprattutto alla città, ai fedelissimi e ai potenziali elettori, che tale
attivismo e tempismo nella elaborazione della lista
significa saper fare politica e, consequenzialmente, di
saper governare. Tutto fumo negli occhi? Sì,
certamente. Ma al di là di tutto, bisogna
Un errore etico-politico per la Mandaglio comunque dare atto che questa coalizione si è
mossa esattamente come un gruppo politico
l’aver firmato il ricorso al Tar
si deve muovere a meno di due mesi dalle
trane e complesse (problematiche?) le mosse politiche dell’ex
elezioni. L’attivismo, il dinamismo, il
vicesindaca, nonché sindaca per due giorni, Vincenzina Mandaglio,
«fare», pagano. Soprattutto se dalle altre
esponente dell’Mpa (Movimento per le autonomie locali che, vogliamo
parti si cincischia, non si decide, si sta alla
ricordarlo, è stato inventato da un politico siciliano che a livello
finestra per vedere l’effetto che fa, esattanazionale non esita ad allearsi con la Lega di Umberto Bossi). La
mente
come è avvenuto nelle settimane
Mandaglio, subentrata alla guida del Comune al posto del decaduto
scorse e fino a martedì 3 aprile, giorno di
Biasi, ha subìto il ripetuto assalto di quest’ultimo affinché fosse
chiusura
di questo giornale. Strana, comunnominato assessore (e tenere così ben saldo lo scettro del comando). C’è
que,
la
vicenda
di Filippa Orlando, perché
da dire a onor della Mandaglio che la sua resistenza all’assedio di cui
rinunciando
fa
esattamente ciò che Biasi
sopra è stato strenuo. Non si sa, però, (e non lo sapremo mai) quanto essa
voleva: eliminarla dalla contesa
avrebbe resistito all’assedio di cui sopra se a scompaginare i piani del
gruppo di potere che per anni ha abitato a Palazzo non fosse giunto
elettorale. E se (attento Biasi) tra
l’inaspettato commissariamento ordinato dal Prefetto De Sena. Bene, dopo
fratello e sorella fosse stato siglato un
questo trattamento come si muove la Mandaglio? Firmando (malgrado e
patto d’acciaio di diabolica furbizia? E se
nonostante Gino Cordova) il ricorso al Tar contro l’operato di De Sena.
davvero, alla fine (attenti Placido e Filippa),
Ma cosa sperava Vincenzina, che pure è avvocato? Di vincere il ricorso?
la volpe-Biasi decidesse di cambiare cavallo
E seppure avessero vinto (semmai fossero incappati in un giudice
in corsa? Su tutto, infine, aleggia l’ombra, e
improvvisamente impazzito) e lei fosse ritornata nella suite con vista su
la sorpresa, di un «Terzo Polo», composto
piazza della Libertà, avrebbe continuato, poi, a respingere l’assedio di
da personaggi che, qualora decidessero di
Biasi? Domande a cui non avremo mai risposte e che ci tolgono il sonno.
scendere in campo, sarebbero in grado di
Resta il fatto che quella firma sul ricorso al Tar, etica politica (tanto
dare fastidio, molto fastidio a tutte le altre
illustre quanto sconosciuta) a parte, in un paese normale con una politica
normale avrebbe rappresentato un autentico suicidio politico. Ma a
coalizioni.
queste latitudini, si sa, si vive in un’altra Repubblica. Infatti ora la
Sì, la fantapolitica ha trovato casa a
Mandaglio si è candidata proprio nella coalizione di Biasi.
Taurianova!
S
La Corte dei Conti bacchetta
il Comune: «Bilancio non veritiero»
l conto del patrimonio relativo
all’anno 2005 non risponde al
criterio di veridicità e integrità
di cui all’art. 162 del T.U.E.L., stante
l’irregolare tenuta degli inventari
economici del Comune»: questa la
conclusione della articolata deliberazione della Corte dei Conti dopo aver
esaminato il bilancio economico del
2005 del Comune di Taurianova. In
pratica il supremo organo contabile
chiede altri ragguagli, questa volta
precisi e inoppugnabili, circa la
gestione amministrativa dell’ente.
Se, dunque, la Corte dei Conti dice
che il bilancio 2005 del Comune di
Taurianova «non risponde al criterio di
veridicità», tradotto in parole più
semplici con un sinonimo, significa che
quel bilancio è stato truccato. Se ciò è
derivante da semplici distrazioni da
parte di chi quel bilancio doveva
compilare, e «fatte salve le responsabilità discendenti da fatti dolosi o colposi
nella rappresentazione di dati non
veritieri» (come si legge testualmente
sempre nella deliberazione della Corte
dei Conti) sarà certamente oggetto di
attenta e scrupolosa verifica di chi ha
l’autorità per farlo.
Qui vogliamo soltanto far notare che a
leggere la relazione del supremo
organo di controllo economico degli
enti locali, sembra che il bilancio del
Comune di Taurianova sia stato redatto
al tavolo di un ristorante imbandito di
abbondanti libagioni, torta compresa.
Perché sono tanti, troppi, gli errori e le
omissioni rilevate dai revisori che la
Corte dei Conti cita nella sua deliberazione datata 9 marzo 2007.
Vogliamo anche dare atto, però, per
amor di verità, che sulle irregolarità del
bilancio del Comune di Taurianova il
segretario dei Democratici di Sinistra,
dottor Domenico Amuso, è stato il
primo e l’unico tra i politici taurianovesi ad aver denunciato, già da tempo,
queste incongruenze. E la Corte dei
Conti gli dà ragione.
Deliberazione che comincia col
denunciare che «non è stato rispettato,
«I
in violazione degli artt. 151, 162, 175 e
193 del T.U.E.L., il principio del
pareggio di bilancio (pareggio tra
entrate e uscite)». Proseguendo con
«non è stata fornita una adeguata
assicurazione circa la legittimità delle
procedure di conservazione dei residui
attivi». E dà l’affondo: «Il collegio dei
revisori ha comunicato a questa Corte
che non è stata data motivazione della
cancellazione dei residui attivi, che non
sono stati stralciati dal conto del
bilancio i crediti inesigibili, ed infine,
che non sono stati eliminati residui
passivi relativi a opere già realizzate».
Magnifico. Per forza la Corte dei Conti
parla di «non veridicità» di alcune voci.
Poi c’è un capitolo dedicato a una
operazione di «swap» (termine col
quale si indica una operazione finanziaria a rischio) operata dal Comune di
Taurianova, con conseguente emissione di un prestito obbligazionario (altra
operazione finanziaria a rischio). Ma
niente niente al Comune di Taurianova
c’è chi con i soldi del bilancio gioca in
Borsa?
Però qualche inghippo ci deve essere,
perché, come si legge testualmente
nella deliberazione della Corte dei
Conti «In merito a una operazione di
“swap” operata dal Comune di
Taurianova, con conseguente emissione di un prestito obbligazionario,
operazioni che presentano profili di
rischio evidenti, il collegio dei revisori
e il responsabile finanziario dell’amministrazione comunale di Taurianova
non hanno inteso fornire alcun chiarimento, impedendo a questa Corte
l’accertamento della regolarità contabile e amministrativa dell’operazione».
Altra nota dolente, altri errori od
omissioni o scorrettezze, al capitolo 4
della deliberazione della Corte dei
Conti: «Nella fase istruttoria è stato
allegato un prospetto dal quale risulta
che il totale dei titoli I e II non coincide
con i totali di pag. 11 della relazione e
con i dati riportati al punto1.2. del
questionario allegato al bilancio.
Inoltre, non è stato chiarito nel dettaglio
a cosa si riferiscano le spese portate in
detrazione per trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, spese per
funzioni trasferite o delegate dalle
Regioni, spese per conferimenti, spese
per calamità naturali, mentre seri dubbi
sorgono sulla correttezza delle detrazioni per acquisizioni di attività
finanziarie. Si evince che il mancato
rispetto del patto di stabilità discende
da erronea rappresentazione dei dati
contabili».
Dati che fanno riflettere, non c’è
dubbio. E che fanno chiedere: ma chi ha
stilato questo bilancio, adopera le
stesse procedure e gli stessi parametri
che impiega per il suo personale
bilancio familiare?
TABACCHI LAGANÀ
RICEVITORIA
Lottomatica
Sisal - Punto LIS
Via XXIV Maggio, 4 - TAURIANOVA
16
Taurianova
Taurianova
Comuni italiani (anche
capoluoghi di provincia)
dall’identico contenuto:
intervista al primo cittadino
e pubblicità di aziende
locali. Un’ottima idea
commerciale, tutto sommato, che viene attuata praticamente da tutti, periodici e
quotidiani. Peccato che la
rivista scrive a chiare lettere
che non si tratta di inserto pubblicitario, mentre palesemente lo è, infatti nel sito Internet del «Radiocorriere TV»
sono pubblicate le tariffe per le aziende.
Ma è la breve dichiarazione dell’ex sindaco Biasi che
qui ci interessa. «Taurianova - dice, infatti, testualmente
il nostro - è una città d’arte e di cultura; infatti, sul
territorio esistono beni culturali di pregevole interesse...
Trascinanti - dice ancora - sono gli eventi pubblici che si
rinnovano ogni anno...». Tralasciamo quest’ultima
ampollosa enfatizzazione (se togliamo «U ’mbitu» e la
festa della Madonna della Montagna - che comunque
attengono ai festeggiamenti patronali che anche l’ultimo
minuscolo Comune italiano organizza) ci piacerebbe
sapere a quali «trascinanti eventi pubblici» si riferiva
l’ex sindaco. Forse all’Estate taurianovese? Ma va là!
E torniamo alla magnifica ossessione di Biasi: «Taurianova città d’arte e di cultura». Ve l’immaginate la scena?
Un turista arriva a Taurianova e chiede lumi sull’arte,
sulla cultura e sui «beni culturali di pregevole interesse»
(di biasiana invenzione) esistenti a
Taurianova: dove lo mandiamo?, che
di Toni Condello
cosa gli facciamo vedere? Avvertenza:
’
SATIRA TU CHE SATIRO ANCH’IO
chiunque dovesse sentirsi rivolgere una
domanda del genere, mi raccomando,
indichi al turista la casa del sindaco.
Hai visto mai che tutti i tesori d’arte di
Taurianova si trovino proprio a casa
rano partiti per Reggio Calabria di buon mattino. Roy Biasi in testa
assieme alla sindaca f.f. per 2 giorni Vincenzina Mandaglio e, a seguire,
sua?
l’ex maggioranza al completo con claque e bandiere annesse. Era tutto
Comunque, non disperiamo: quando
programmato, tutto studiato a tavolino fin nei minimi dettagli. Lo strateRoy Biasi diventerà Ministro della
ga Biasi aveva spiegato alle sue truppe come, perché e in quale misura il
Repubblica, state tranquilli: ci
Tar di Reggio avrebbe accolto il loro ricorso contro il commissariamento
del Comune di Taurianova. Lui la pratica l’aveva studiata per bene. Lui è un
penserà lui. Sarà sicuramente
avvocato. Lui stava combattendo una battaglia di democrazia, libertà e democapace di espropriare Firenze
crazia: ecco perché la ragione, oltre che la legge, stava dalla sua parte. Ecco
dell’Istituto Nazionale del Respiegato perché del corteo che si dirigeva verso Reggio facevano parte
stauro e trasferirlo per decreto a
claque e bandiere: al ritorno vittorioso a Taurianova, infatti, le auto si
Taurianova. Proprio come ha fatto
sarebbero fermate all’ingresso della città e poi, tutti a piedi verso il
centro, mentre claqueurs e sbandieratori, in un tripudio di lodi e gloria
l’ineffabile ministro Mastella, il
al proprio condottiero avrebbero dato la lieta novella alla città. E a furor
Clemente di Ceppaloni, il quale, motu
di popolo lo stratega Biasi sarebbe stato incoronato «Roy I, imperatore
proprio, ha trasferito in un attimo la
di Taurianova, San Martino, Amato, Peghara e Gagghianu». Solo che,
sede della Scuola Superiore della
piccolo dettaglio, un giudice si è permesso di contrariare Biasi, respinMagistratura per l’Italia meridionale
gendo al mittente il ricorso contro il commissariamento e, anzi, facendogli pagare pure le spese di giudizio. «È un’ingiustizia!», ha infatti esclada Catanzaro a Benevento, la sua
mato (indignato) all’uscita dal palazzo della giustizia amministrativa
provincia...
reggino uno dei «personaggi» del seguito dell’ex sindaco.
T.C.
L
L’ex sindaco
è ancora alla ricerca
dello smarrito
senso della misura
Uno studioso notissimo luminare per i suoi metodi di cura innovativi
o ha detto e ripetuto
per così tanto tempo
che ormai ci crede
davvero. «Taurianova città
d’arte»: questa la fissazione, l’incubo, la sindrome, la
magnifica ossessione del
nostro ex sindaco. L’ultima
di questa che è ormai una
vera e propria iperbole (per
usare un sostantivo mieloso)
biasiana, ci viene propinata dal settimanale «Radiocorriere TV», il giornale di spettacolo e programmi radiotelevisivi della Rai. Un giornale che ha avuto un grande
passato, con oltre un milione di copie vendute, ma con un
miserrimo presente, la sua linea e i suoi contenuti essendo rimasti alla preistoria, mentre i giornali concorrenti si
sono evoluti vieppiù, conquistando molto della fetta di
mercato che per decenni gli era appartenuta. È inutile
che cerchiate questo giornale nelle edicole di
Taurianova: semplicemente non viene più distribuito.
Perché ci occupiamo di ciò? Perché nel numero di
marzo 2007 il «Radiocorriere», nella rubrica «Italia è...»
pubblica due pagine su Taurianova. Due pagine composte da una intervista al sindaco Biasi (ma all’uscita del
settimanale lo stesso era già stato esautorato dal Prefetto
e in Comune si era già insediata il Commissario dottoressa Latella), un testo redazionale e 5 riquadri di pubblicità
di aziende taurianovesi. Queste due pagine su Taurianova fanno parte di un corposo inserto riguardante 28
E un giudice zittisce la claque
E
17
La scienza dell’Endoscopia deve molto
al taurianovese professor Felice Cosentino
F
a sempre piacere sapere che un
concittadino si fa onore in qualche
campo del sapere in giro per l'Italia
e per il mondo. Tanti personaggi, nel corso
del tempo, hanno dato lustro a Taurianova
e magari la maggior parte dei taurianovesi
neanche lo sa. Per questo, e soprattutto per
indicare ai giovani qual è il cammino
giusto da seguire nella vita, questa volta ci
occupiamo di uno studioso che con la sua
perseveranza, ma principalmente con la
sua intelligenza e la voglia di rendersi utile
al Paese e alle persone, ha intrapreso una
carriera brillantissima in un settore della
medicina in cui c'è tanta sofferenza e tanto
dolore, l'«Endoscopia digestiva».
Negli anni passati per curare un paziente
che aveva un'emorragia sul tratto intestinale
(esofago, stomaco, duodeno, colon, ecc.) si
doveva operarlo d'urgenza…. Oggi con
l'endoscopia si evita nella quasi totalità dei
casi l'intervento chirurgico con vantaggi sul
paziente e sulla collettività in generale. È
senza dubbio una metodica, questa, che
necessita di studi e corsi di formazione, e
oggi un plauso va al nostro concittadino
dott. prof. Felice Cosentino, presidente del
SIED (Società Italiana Endoscopia
Digestiva, che accoglie oltre duemila
specialisti), e dirigente all'Ospedale San
Paolo di Milano, dove si effettuano oltre
quattromila esami di endoscopia l'anno. In
un'intervista rilasciata al Giornale il Prof.
Cosentino ci fa capire i vantaggi di questa
nuova metodica che da diagnostica è
diventata sempre più terapeutica.
Ma denuncia anche con profonda
amarezza che non tutte le strutture ospedaliere hanno spazi adeguati a queste esigenze.
La società che il Prof. Cosentino presiede
mira alla formazione degli specialisti e al
raggiungimento di un ottimo livello
qualitativo in tutte le Regioni ed in ogni
Centro. Un traguardo, questo, che va e deve
essere conquistato.
Il professor Cosentino oltre ad essere un
ottimo e grande specialista nel suo campo,
è anche un illuminato divulgatore, e nella
sua materia ha scritto tre libri che rappresentano sicuramente un punto di riferimento nel comparto. I libri sono i seguenti: «Endoscopia Digestiva '90» - a cura di
Felice Cosentino - Monduzzi Editore; «La
Cromoendoscopia (L'impiego dei
coloranti in Endoscopia Digestiva)», di
Felice Cosentino e Roberto Motta; «Storia
dell'Endoscopia Digestiva in Italia
(parlano i testimoni del tempo)», di Felice
Cosentino e Luciano Ragno..
La scienza ha possibilità immense,
dobbiamo essere capaci di utilizzarla. È
necessaria però una grande rivoluzione.
La scienza e chi la professa sono importanti per la sopravvivenza dell'umanità.
Un augurio di buon lavoro va al dott. Prof.
Felice Cosentino e a tutti gli specialisti del
SIED.
Nella foto: il professor Felice
Costantino.
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18
19
Taurianova
Taurianova
Importante iniziativa della scuola media «Natale Contestabile»
Denise Laganà, Emanuele Chirico: giovani talenti della danza calabrese
I genitori tornano sui banchi di scuola
per capire meglio i propri figli
A
lla scuola media «Natale
Contestabile» di Taurianova, è stato avviato, nello
scorso mese di febbraio, un
corso di filosofia e pedagogia facente
parte ad un progetto approvato dalla
Comunità Europea dedicato ai genitori
degli alunni che frequentano oltre alle
lezioni scolastiche anche il corso di
informatica pomeridiano per tre volte la
settimana. Il corso è articolato complessivamente in 60 ore e alla conclusione
verrà consegnato ai partecipanti un
attestato di frequenza.
Io ho partecipato assieme ad altre
mamme e a due papà (in tutto siamo
stati 22 partecipanti), e devo dare atto
che tutto sommato è stata una bella
esperienza che ci ha fatto maturare
ancora di più come genitori, poiché
abbiamo trattato vari temi e problemi che
quotidianamente ci vengono esposti dai
nostri figli. I nostri docenti sono stati il
prof. Piccolo, emblema
dell'Istituto,
dotato di grande umanità e sensibilità, la
prof.ssa Murdica eccellente nella sua
metodologia di insegnamento ai ragazzi
ed il prof. Barresi giovanissimo ed
estremamente preparato negli studi
filosofici. Per noi genitori è stato come un
ritorno dietro ai banchi di scuola ma in
versione da adulti, abbiamo espresso le
nostre idee a proposito del comporta-
di Giovanna Errigo
mento che si dovrebbe assumere nel
rapporto scuola-famiglia, genitori-figli e
in tutto il contesto sociale. Con il prof.
Piccolo abbiamo iniziato le lezioni
introducendo un dibattito riguardante lo
stile dell'alimentazione corretta che si
dovrebbe impartire ai figli sin da piccoli
per evitare in futuro il dramma
dell'obesità o della bulimia. Abbiamo
continuato poi con vari argomenti:
disagio giovanile, della violenza negli
stadi, e altri temi di attualità
La lezione sul bullismo nelle scuole è
stato il tema più a lungo esposto dalla
prof.ssa Murdica anche perché proprio
in questi mesi sono successi dei fatti
eclatanti come: l'insegnante che taglia la
lingua allo scolaretto, i genitori che
picchiano il preside perché contrario
all'uso del cellulare in classe, i compagni
che filmano con il videotelefonino le
angherie al ragazzo disabile o le
palpatine alla professoressa di turno
ecc. Beppe ( il prof. Barresi), lo chiamo
così confidenzialmente perché potrebbe
essere mio figlio, ci ha impartito lezioni di
filosofia e psicologia, iniziando dalla
lettura di Platone «Morte di Socrate»
(descrivendoci il grande sofista che
accetta di morire per poter essere
libero con le proprie idee, bevendo
per imposizione il letale veleno ma
lasciando il suo ricordo vivo con i
suoi insegnamenti fino ai giorni nostri);
proseguendo con la teoria di Hegel
associando la logica e la ragione a tutto
ciò che ci circonda oltre agli avvenimenti
politico-sociali odierni; terminando con
una lettura del premio Nobel Norberto
Bobbio, analizzando la quale ci siamo
resi conto che le nostre ideologie non
possono morire mai perché è proprio la
vita che ci presenta le varie dicotomie
sociali e spetta a noi valutare tra due
convergenze quale sia quella giusta da
seguire.
Si è discusso, infine, sull'inquinamento
atmosferico e sui disastri ecologici e su
tanti altri problemi che incidono sulla
nostra vita quotidiana. È stato tutto
interessante e istruttivo e io, a nome di
tutti i partecipanti, ringrazio la scuola
Media «Contestabile» per averci dato
questa opportunità, regalandoci una
esperienza, anche se per poco tempo,
così gratificante che ha contribuito ad
arricchire il nostro bagaglio culturale sia
come genitori che come esseri umani
facenti parte di una società che si sta
logorando sempre più e per cui dovremmo darci da fare per cercare i rimedi al
più presto.
Per Denise ed Emanuele
una successo
regionale
U
n altro splendido allora per la
coppia di ballerini di latinoamericano di Taurianova Denise
Laganà ed Emanuele Chirico, i due
giovani e bravissimi talenti della danza
calabrese. Denise ed Emanuele, infatti,
dopo una agguerrita competizione sono
riusciti a ottenere il quinto posto al
Campionato regionale Calabria 2007,
nella categoria Danze Latine 16-18
anni, classe B1. Vista la loro
giovanissima età, è un traguardo molto
valido, che prelude sicuramente ad altri
e più impegnativi obiettivi.
Denise Laganà ed Emanuele Chirico
sono allievi della scuola «Flash Dance»
di Palmi, dove sono seguiti dal maestro
Saverio Scarcella, scuola che aderisce
alla FIDS, Federazione Italiana Danza
Sportiva, che a sua volta rientra tra le
Federazioni del CONI.
Nella foto a destra: Denise Laganà ed
Emanuele Chirico, dopo la premiazione
al Campionato Regionale.
Domenico Amuso riconfermato
segretario dei Democratici di Sinistra
I Democratici di sinistra di Taurianova
hanno celebrato il IV congresso, nel corso
del quale sono stati eletti i nuovi organismi
dirigenti e sono state illustrate e votate le
tre mozioni: la n. 1: «Per il Partito
Democratico» che porta la firma del
segretario Piero Fassino; la n. 2: «A
sinistra per il Socialismo europeo» di
Fabio Mussi; la n. 3: «Per un Partito
nuovo, Democratico e Socialista» di
Angius-Zani.
Il segretario uscente, il dr. Domenico
Amuso, che ha aperto i lavori del
Congresso di Sezione, ha illustrato la I
mozione proposta da Piero Fassino. La
seconda mozione, quella del Ministro
Fabio Mussi, è stata illustrata dall'avvocato
Salvatore Costantino.La terza mozione, di
Angius-Zani, è stata illustrata da Ninì
Sprizzi.
Dopo l'appassionato dibattito a cui hanno
partecipato numerosi i Diessini si è
proceduto alle operazioni di voto e allo
spoglio delle schede che hanno visto la
mozione del segretario Fassino prevalere
con il 65% dei voti mentre la Mussi ha
ottenuto il 25% e quella di Angius il 5%. Si
è proceduto alla indicazione dei 5 delegati
al congresso provinciale: quattro sono
toccati alla Mozione di Fassino (Totò
Tripodi, Pasquale Saccà, Angela
Marafioti, Giuseppe Cardona) e uno alla
mozione di Mussi (Giuliano Boeti). I
lavori si sono conclusi con la elezione dei
componenti della Direzione composta da
22 componenti, 14 per la Fassino, 6 per la
Mussi e 2 per la Angius.
A conclusione dei lavori è stato riconfermato all'unanimità il segretario Domenico
Amuso, che ha dichiarato di volere
riconfermare la segreteria uscente nelle
persone di Angela Marafioti, Liliana
Pezzano, Fiorentina Leone, Raffaele
Loprete (segretario della Sinistra
Giovanile), Fortunato Plataroti, Giuseppe
Cardona, Pasquale Saccà e Pietro Spirlì.
Alla fine si è quindi proceduto alla nomina
della Commissione di Garanzia di cui
fanno parte Attilio Orefice come
Presidente, Mario Romeo e Rocco Sicari
componenti.
Via Garibaldi, 8/10 - Tel./Fax 0966.638427 - 89020 SAN MARTINO (RC)
20
Taurianova
Anche questo fa parte della «città meravigliosa» che l’ex sindaco Biasi
si è sempre vantato di aver fatto di Taurianova
La strada
della
Rizziconi
L
vergogna
Sportello telematico
di cooperazione
tra le imprese
e i Comuni della Piana
ELEZIONI - C’è in giro
un gran movimento
ma sono ancora in troppi
a stare alla finestra
e riunioni. i progetti, le candidature (vere
o presunte) si susseguono con grande
ritmo, mentre le voci le più disparate si
susseguono e si inseguono senza controllo
alcuno. E c’è anche chi vede trappole e
onsinua sospetti un po’ dappertutto.
Sta di fatto che è ancora troppo presto per
poter avere, concretamente, il polso della
situazione politica in atto. Intanto una scadenza già c’è: entro il 27 di questo mese si
dovranno presentare le liste dei candidati
all’ufficio elettorale. Ecco perché c’è gran
fermento in giro: soprattutto perché il tempo
stringe e le alleanze possono anche sfumare.
Di nomi se ne fanno tanti, di candidati a
sindaco pure, ma c’è da scommettere che i
nomi «giusti» devono ancora essere fatti,
perché c’è il pericolo di «bruciature».
stato inaugurato con una grande partecipazione.
Ora è auspicabile che le sue grandi potenzialità
possano essere messe a frutto, per ottenere quei vantaggi, per Rizziconi ma anche per altri centri della
Piana, che almeno in teoria sembrano davvero allettanti.
Si tratta dello «Sportello per lo Sviluppo», progetto
telematico realizzato dall’Anci e dal Formez in collaborazione con il Pit 19 della Piana di Gioia Tauro e
l’Asireg. Una struttura che nasce con un obiettivo
piuttosto ambizioso: creare un meccanismo di cooperazione tra le Amministrazioni comunali dei centri della
Piana e le imprese, al fine di promuovere politiche di
sviluppo del territorio.
L’inaugurazione dello Sportello telematico si è svolta
nella sala conferenze del palazzo municipale, una
cerimonia semplice ma molto significativa, sotto la
presidenza di Antonio Marafioti, sindaco di Seminara e
presidente del Pit 19, alla presenza di amministratori,
tecnici e rappresentanti di tutti i comuni interessati.
È
La cultura si chiama «Drusium»
S
«Una strada così non c’era neanche cinquant’anni
fa», scrivevamo nell’ottobre del 2006 a proposito
della strada che torniamo a illustrare con queste foto:
è una traversa della Circonvallazione densamente
abitata, dove si trova Montarello, la più importante
azienda di vendita di computer e di strumenti di
rilevamento topografico della città. Ebbene, la
situazione è ancora peggiore di cinque mesi fa. A
causa delle piogge in alcuni punti la strada è letteralmente franata e si sono aperte delle grosse falle che,
come documentiamo nelle foto, sono segnalate da
rami e, addirittura, con un secchio, per evitare che
qualche auto o, peggio, qualche persona, possa finirci
dentro. Non ci sono parole, è una vera vergogna: da
anni gli abitanti della zona hanno segnalato
l’inconveniente al Comune, ma evidentemente
l’assessore preposto e il sindaco, l’ex sindaco, avevano altro verso cui rivolgere le proprie attenzioni.
Che bel regalo che ha lasciato ai posteri un sindaco
che si è preoccupato soltanto del rifacimento di
alcuni marciapiedi.
21
i chiama «Associazione Drusium» ed è il nuovo gruppo
culturale del territorio, che ha come obiettivo quello di
valorizzare, dare il giusto risalto principalmente al sito
archeologico del paese. Un’operazione storico-culturale di
grande importanza anche sociale, perciò la «Drusium» va
accolta da tutti come un’associazione che merita rispetto e
considerazione. Ovviamente si dovrà, vedere quanto del
corposo programma che i soci fondatori si sono prefissati
essi riescano poi a realizzare.
L’Associazione, infatti, si propone di avviare la promozione
e lo sviluppo delle attività culturali e ricreative del territorio;
di riunire enti o privati interessati allo sviluppo delle cultura,
dello sport e dello spettacolo; di organizzare a sua volta,
manifestazioni culturali ma anche di spettacolo, di
animazione sociale, raduni e rassegne; di partecipare alla
gestione di servizi pubblici inerenti ad attività culturali,
sportive e ricreative.
L’assemblea dei soci ha eletto nel consiglio direttivo:
Martino Teodoro Cutrì (presidente), Maria Rosa Rao
(tesoriere), Maurizio Piccolo (segretario), mentre per il
coordinamento delle attività artistico-culturali, il direttivo ha
chiamato il giornalista Antonino Catananti Teramo.
Cerchiamo
collaboratori
da tutti
i Paesi della Piana.
Soprattutto giovani
che vogliono
avvicinarsi
al giornalismo
mail: [email protected]
333.7679600
Preghiamo anche
enti e Associazioni
di inviarci per e-mail
i loro comunicati
San Martino
Amato
Personaggio poliedrico: cantastorie in lingua e in vernacolo, paroliere, musicista
Il ballo come aggregazione sociale e culturale
ma anche come divertente attività parrocchiale
22
Rocco Carpentieri, il cantastorie
delle nostre radici socio-culturali
23
di Caterina Provenzano
un personaggio poliedrico, Rocco
Carpentieri (nella foto). Classe 1958,
residente a San Martino di
Taurianova, i più lo conoscono come «il
cantante del gruppo folk “Rocco
Carpentieri e la sua band”». Ma c'è
dell'altro che sicuramente deve ancora
essere legittimato e che lo annovera quale
poeta in lingua e vernacolo, cantastorie,
paroliere, musicista.
Al di là della globalizzazione di stereotipati modelli folcloristici di indubbia cultura
meridionale, Rocco Carpentieri porta
avanti da anni un «progetto reale», come
lui stesso lo definisce: avvicinare le giovani
generazioni alle radici socio-culturali della
Calabria. Un riappropriarsi di un passato
fatto di antichi sapori, mestieri, modi di dire
e di fare che rischiano di scomparire per
sempre nell'oblio di una quotidianità che
guarda al futuro, ma che non si volta più
indietro. Il mezzo di cui si serve è la musica
È
Cerchiamo
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di inviarci per e-mail
i loro comunicati
che, unita alle parole
«sentimentali ed
evocative»,
dice
«catturi l'attenzione
del giovane che di
amore ed affetti
vuole sentir parlare».
Le serate del
Gruppo folk internazionale «San Martino», nato nel 1995 e
composto da dieci
elementi, suona e
canta nelle piazze di
tutto il mondo. Concerti in Australia, Argentina e in tutta Italia – soprattutto nel
settentrione, dove ci sono comunità di
immigrati calabresi – gli hanno procurato
un angolino di fama all'insegna delle
tradizioni e del divertimento. La sua voce si
accompagna a strumenti di antica e
nuova generazione, così da mischiare
elementi dal sapore antico e classico a
quelli nuovi, che i giovani preferiscono: organetto, tamburello, fisarmonica,
chitarre battenti, triangoli, piano…
Cinquantatremila copie vendute in
tutto il mondo per la sola canzone Ti
vorrei, scritta e musicata nel 1990 dallo
stesso Carpentieri per la raccolta A lei
se mi ascolta. Le voci sono di
Carpentieri e della Moglie Cosimina.
Molti i CD venduti, promossi
dall'Associazione socio-culturale
Calabresella, di cui Carpentieri è
membro onorario. Fra gli altri si
ricorda anche quello dal titolo 'U
Panareddu in cui a un'attenta disamina
dei valori si unisce a ricordi d'infanzia,
personaggi sanmartinesi, e pensieri di
tutti i giorni. I testi sono vere poesie, sia
nella forma – che presenta numerose
allitterazioni, consonantismi, figure
retoriche, nonché un preciso schema
metrico – sia nel contenuto, grazie alla
posposizione sintattica e grammaticale
dei termini. Un altro Cd è in preparazione, probabilmente uscirà per la
prossima estate.
Oltre ad essere cantautore e paroliere
per interpreti calabresi, Carpentieri è
anche un bravo poeta sentimentale e di
N
denuncia sociale. La sua silloge è ora in
vernacolo ora in lingua. La sua poetica si
riconduce tutta ai sentimenti buoni e al
vivere sociale dignitoso e rispettoso.
È pronta per le stampe la sua prima
raccolta di testi poetici, che con molta
probabilità uscirà a primavera. Il testo Tu,
sempre tu si aggiudicò il primo posto al
concorso internazionale Città di
Montecarlo, sezione poesia nel 1982. Fra le
poesie inedite ricordiamo Compagna di
scuola, in lingua, con essa Carpentieri
vinse a Siena, nel 1989, il primo premio del
concorso Letterario Nazionale Penna
d'Oro. Il testo, invece, Povera terra mia
ebbe il primo premio in un concorso
regionale calabrese. Nel 2002 la poesia
Alba rosata si aggiudicò il premio
benemerenza della Casa della Cultura di
Palmi per l'originalità del testo. Ha
partecipato a numerosi concorsi letterari:
Salerno, Ferrara, Genova, Reggio Calabria.
Alcune sue poesie sono state pubblicate da
periodici e riviste tra cui Calabria
Sconosciuta. Le tematiche sono sentimentali ed evocative. Persone che non ci sono
più, ma che hanno lasciato un insegnamento, vecchi modo di fare. Di intensa liricità le
poesie di denuncia sociale. Su tutti prevale
la poesia Caro Padre, contro l'orrore della
guerra e le trasformazioni psicologiche e
sociali che essa infligge. A Rocco
Carpentieri il merito di aver saputo cogliere
l'importanza delle tradizioni e del passato
ed il tentativo di farle passare alle generazioni future attraverso l'azione presente.
ato da un'idea di Angela Crea e
attuato da una insegnante
specializzata, Beatrice Sgarano, è
iniziato il 1° corso di Ballo Moderno, che
ha come protagonisti assoluti bambini dai
cinque anni in su e adolescenti fino ai 18.
Portato avanti quasi per gioco, il progetto è
diventato una bella realtà che ha trovato
appoggio in un'intera Comunità parrocchiale, quella Amatese, che ha subito
gradito l'idea, visto l'elevato numero dei
partecipanti. Molto entusiasmo si è avuto,
infatti, tra i bambini che cominciano a
muovere i primi passi tra scuola e parrocchia e che trovano nel ballo la libertà di
esprimersi. Non meno entusiasti i genitori,
che considerano questo progetto un
momento di incontro, di socializzazione di
questi figli spesso prigionieri, all'interno
delle mura domestiche, della scatola
mediatica dal nome televisore e che
finalmente escono di casa non solo per
attività di puro intrattenimento. Il percorso,
di Angela Crea
infatti, non vuole essere solo momento di
«movimento», ma di crescita e maturazione sia sociale che culturale per dei bambini
che attraversano una fase della loro crescita
molto delicata e importante.
Per tutto questo bisogna naturalmente
porgere un grazie al parroco don Antonio
Scordo, che ha subito sostenuto l'idea e
favorito il suo realizzarsi mettendo a
disposizione il salone parrocchiale S. Pio
X, che per dimensione e collocazione ben si
presta all'iniziativa. «L'augurio mio - dice
don Antonio- è che l'entusiasmo di questi
bambini, la loro voglia di farcela, non si
fermi in un “ballo”, ma prosegua con
entusiasmo nel realizzarsi del progetto di
vita quotidiana molto più complesso,
faticoso e ricco di ostacoli di quanto
potrebbe essere un “passo base”; di questo
ringrazio l'ideatrice del progetto che ben
conosce la realtà del paese, che necessita di
questa e tante altre iniziative rivolte ai
nostri giovani».
Laurea
Auguri, meritatissimi, a Maria Ciano
di San Martino, che si è laureata
brillantemente in «Teologia fondamentale: scienze delle religioni», alla
Pontificia Università Lateranense di
Roma. Maria Ciano, molto conosciuta
per il suo impegno di educatrice nella
Parrocchia «Maria SS. della Colomba
di San Martino, ha discusso la tesi
«Tommaso Campanella e le religioni», laureandosi con 86/90 «cum
laude». A Maria Ciano gli auguri più
fervidi da parte della direzione e della
redazione di «Città Mia».
L’amatissimo Parroco di San Martino e Amato
Don Antonio Scordo trasferito a Polistena
È stato parroco delle Parrocchie «Maria SS. della Colomba» di San
Martino per 13 anni e, in contemporanea, «S. Pio X» di Amato per tre. Ora
Don Antonio lascia: il Vescovo Mons. Bux lo ha destinato alla Parrocchia
dell’Immacolata di Polistena, dove si insedierà ai primi di ottobre. Sia a San
Martino che ad Amato Don Antonio Scordo lascia un grande vuoto tra tutti i
parrocchiani, dove è tuttora uno dei parroci più amati. Il suo successore non
è stato ancora nominato, ma ovviamente lo sarà presto: egli troverà
sicuramente tanta collaborazione e affetto in entrambe le comunità, ma la
devozione per Don Antonio, ne siamo sicuri, resterà ugualmente intatta.
24
Cittanova
Alla scuola primaria «Diomede Marvasi»
Cittanova
25
ELEZIONI
Situazione
politica confusa
ma in evoluzione
C
Festa di Primavera
con canti, balli e fiori
C
ome da consuetudine anche quest’anno il 24 marzo nei
locali della scuola primaria «Diomede Marvasi» di
Cittanova, gli alunni delle quarte e quinte classi hanno salutato
l’arrivo della primavera con una grande festa, molto sentita non
soltanto dai ragazzi ma anche dalle molte mamme presenti alla
manifestazione. L’input è stato dato dal Dirigente scolastico
dottoressa Angela Maria Colella. Il «progetto ambiente» è stato
sviluppato dalla collaboratrice scolastica, nonché referente,
Paola Anastasi, unitamente agli insegnanti delle suddette classi.
Il Comune, come ogni anno, ha fornito l’occorrente per la
piantumazione. C’erano piante di Prunus, Mimose e coloratissimi gerani. Gli operatori sul campo sono stati gli alunni che hanno
sistemato le piantine nei locali del complesso scolastico, con la preziosa consulenza di personale specializzato del Comune
di Cittanova. Inoltre gli alunni stessi, vestiti
da contadini, dopo il saluto dell’assessore
Giuseppe D'Amico, responsabile cittadino
dell’Ambiente, hanno dato vita ad uno
spettacolo di canti e balli sulla primavera.
La festa si è conclusa in refettorio, dove i
genitori degli alunni hanno preparato
gustose leccornie a base di pizzette,
patatine e svariati tipi di dolci.
Nell’illustrare le finalità della «Festa di
Primavera, l’assessore D’Amico si è
soffermato sulle campagne ecologiche
portate avanti dal suo assessorato, che
includono anche iniziative sulla raccolta
differenziata dei rifiuti e una escursione in
Aspromonte: iniziative che contribuiscono
alla creazione nei ragazzi di una maggior
coscienza civica e di un consapevole
rispetto dell’ambiente.
Donatella Marra
Nelle foto - Sopra: canti, balli e lancio di petali di fiori in onore
della Primavera; al centro: l’assessore Giuseppe D’Amico
mentre dialoga con i ragazzi; sotto: la piantumazione degli alberi.
i vorrà ancora qualche giorno
per poter capire
quali sono i reali giochi politici
che si stanno consumando tra
frenetiche riunioni, contatti, voci,
abboccamenti vari. La situazione
politica cittanovese, insomma,
appare ancora confusa e in
continua evoluzione. Negli
scenari futuri due potrebbero
essere i punti focali dell’aspra
campagna elettorale, la cui prima
fase si chiuderà entro il 27 di
questo mese, data entro la quale i
partiti dovranno consegnare le
liste. Senza dubbio la novità più
importante può ricondursi al ruolo
che potrebbe avere, che
sicuramente avrà, D’Agostino, il
patron di «Stocco & Stocco». C’è
un ampio schieramento, per
esempio, che lo vorrebbe
candidato a sindaco dello
schieramento di sinistra. Dentro il
quale, però, esistono più anime,
più orientamenti, più ambizioni,
com’è giusto che sia. Le voci si
rincorrono alquanto
freneticamente, ma si vedrà
soltanto fra alcuni giorni.
L’altra incognita è rappresentata
dalla proliferazione delle liste
civiche: quante saranno, alla
fine?, quattro, cinque, di più? È
un fenomeno, questo, da non
sottovalutare, perché la nascita di
liste civiche vuol dire due cose:
1) si tratta di giovani, di
professionisti, animati dalle più
civili intenzioni di far bene in
politica e nell’amministrazione
della città: Sono sicuramente da
prendere in considerazione; 2) si
tratta di liste composte da gente
improvvisata o fuoruscita da altri
partiti che, una volta raggranellati
qualche centinaio di voti, si
coalizza di solito con la parte
vincente per partecipare, poi, alla
spartizione delle poltrone:
assolutamente da evitare.
L'arte del découpage
di Melina Mugoli
M
elina Mugoli, nata a San Ferdinando, ma residente da trentacinque
anni a Cittanova, sposata con Domenico Piromalli e madre di una
figlia, psicologa, ha iniziato la sua attività nel settore del découpage da
autodidatta, appassionandosi sempre più nell'attività creativa e manuale.
Impegnandosi a studiare le tecniche, si è dedicata all'arte a tempo pieno,
istituendo un piccolo laboratorio, dove realizza e vende le sue creazioni.
Ammirando i lavori, si nota maestria ed estro nelle tegole e nel restauro del
legno, che risaltano per i colori brillanti e i disegni variegati. I soggetti non
sono ripetitivi, anzi si distinguono per la particolarità delle immagini sacre e
profane. La natura è dipinta in tutta la sua spettacolarità e magia, quasi dal
vivo. In ogni elemento si intravede l'anima dell'artista che estrinseca le sue
doti immettendoci gusto e professionalità. Presenta con modestia la sua
produzione, consapevole che il visitatore apprezzerà il suo intimo desiderio
di migliorare sempre più. Si dedica anche a decupare e restaurare con la
carta ogni tipo di materiale (sassi, legno, latta, mattonelle, tegole). Ha
raggiunto un ottimo livello nella Keramìs e sta tenendo dei corsi di
découpage per coloro che apprezzano questo genere di espressione artistica.
Il suo laboratorio, che si può definire galleria d'arte, si trova a Cittanova, in
Via Dante, ed è aperto al pubblico tutti i giorni della settimana , dalle 8,30
alle 12, e dalle 17 alle 20.
Nella foto: Melina Mugoli nel suo studio-galleria d’arte di Cittanova.
Isabella Loschiavo
26
Polistena
27
Polistena
Commemorato, nel 20° anniversario dell’uccisione, il prof. Giuseppe
Rechichi, vicepreside dell'Istituto Superiore Magistrale a lui intitolato
Per l’8 Marzo
intervista con le donne della Storia
Impegno e cultura
contro
l’arroganza della mafia
effetti psicosociali dei mass media e
«Gilli ruolo
della scuola nell’area tecnologica»: questo il tema di un interessante
convegno organizzato nell’auditorium del
Liceo delle Comunicazioni (l’ex Magistrale)
«Giuseppe Rechichi» di Polistena, nel 20°
anniversario dell’uccisione proprio del prof
Rechichi, che in quel liceo insegnava e a cui
è ora intitolato. La conferenza, che è stata
organizzata dall’asso-ciazione culturale
antimafia dedicata proprio al docente, e alla
quale erano presenti tra gli altri il preside
dell’istituto Giuseppe Pipicella e la figlia del
docente ucciso, è stata tenuta dal sociologo
taurianovese Antonio Marziale, presidente
dell’Osservatorio nazionale sui diritti dei
minori, che su questi temi ha scritto il libro
«L’onnipotenza dei media, Sua Maestà la
TV», da poco in libreria.
La conferenza ha concluso il ciclo di
iniziative promosse dall'associazione
culturale antimafia «Giuseppe Rechichi»,
presieduta dal professor Ezio Giusti. Per
onorare la memoria del professor Rechichi,
si è anche tenuto un concerto di musica sacra
con la partecipazione del soprano Gabriella
Corsaro e del quartetto della Filarmonica
«Francesco Cilea». Sono anche stati
assegnati premi di studio a sei studentesse
dello stesso istituto e sono state deposte
corone di alloro nel luogo in cui è caduto il
prof. Rechichi.
U
Nelle foto - Sopra: il tavolo dei
relatori; sopra: un disegno che
ritrae il professor Giuseppe
Rechichi; sotto: gli studenti
presenti alla cerimonia.
n evento culturale che ha dato
grande soddisfazione ai docenti
ma soprattutto agli studenti: un
8 Marzo di così alto significato storico e
sociale non si era mai visto. E alla fine i
complimenti sono stati davvero tanti e
per tutti. Particolare soddisfazione,
ovviamente, è stata espressa dai dirigenti
scolastici del Liceo della Comunicazione
«Rechichi», professor Giuseppe
Pipicella» e della scuola media «Salvemini», professoressa Maria Domenica
Mallamaci, i due istituti che hanno
concretamente allestito il bellissimo
spettacolo, che si è svolto al cinema
Garibaldi.
Oltre a balletti e recita di poesie,
particolarmente interessante è stata
l’«intervista con la Storia»: dove le
donne più importanti, che nel corso dei
secoli hanno lasciato la propria impronta
culturale, sono state, appunto, intervistate
per raccontare le proprie scoperte, i
propri studi, le proprie battaglie civili,
sociali, culturali.
Un altro momento di particolare
interesse ha visto come protagoniste
alcune studentesse straniere: Rigeta Vata
(Albania), Maria Elena Gentile (Cile),
Leila El Haquaui e Sara El Gouazi
(Marocco), Paulina Kosz (Polonia), le
sorelle Cristina, Bianca e Maria Dascalita
(Romania) e Marina Zungri (Russia), che
hanno illustrato i propri Paesi di origine
attraverso immagini e poesie.Lo spettacolo ha avuto i seguenti protagonisti.
Presentazione, recitazione, lettura
brani: Elena Auddino, Giorgia Sorace,
Valeria Ammendolea, Simona Attanasio,
Tania Borgese, Francesca Condolci,
Rachele Condò, Giulia Leone.
Balli e danze: Ilenia Furfaro, Giovanna
Filardo, Annarita Fondacaro,
Immacolata Giovinazzo, Angela Legato,
Fabiola Lo Bartolo, Saveria Minniti,
Stefania Napoli, Gloria Spata.
Esecuzioni mujsicali e canto: Maria
Grazia Rocciolo, Gabreiele Cento,
Valentina De Marco, Alessandra
Ammazzagatti, Tania Borgese,
Immacolata Ciurleo, Valeria Piccolo.
T
utti noi siamo
soliti considerare l'8 marzo
una giornata molto piacevole. Le donne,
infatti (soprattutto nelle città), approfittano di questa ricorrenza per trascorrere
con le amiche una serata all'insegna dello
svago, dell'allegria, del divertimento e
talvolta - perché no? - della trasgressione.
Per noi tutti, insomma, associare la Festa
della Donna alla compagnia, alle risate e
all'ilarità è praticamente un assioma.
Eppure l'8 marzo ricorda una giornata
molto triste. Per le donne, ma non solo.
Nel 1908, infatti, alcune operaie
dell'industria tessile Cotton di New York
organizzarono una protesta contro le
terribili condizioni lavorative che
venivano loro imposte. La manifestazione
si protrasse per giorni e l'8 marzo di
quell'anno, il proprietario dell'industria
fece chiudere le scioperanti all'interno
Disegni e cartelloni: Maria Leone,
Sara El Gouazi, Maria Tripolina Corrone,
Veronica Fazzari, Ilenia Marra, Valentina
Milardi, Angelica Napoli, Selene Pronetì.
Suono-Video: Giosuè Greco, Andrea
De Moja, Carmela De Luca, Cristina
Fida.
della fabbrica e vi
appiccò il fuoco.
Persero la vita arse
dalle fiamme ben 129 operaie (tra cui delle
italiane). Col tempo questa data ha
assunto un significato forte, per ricordare
a tutto il mondo i sacrifici, le difficoltà e gli
abusi che le donne hanno subito nel corso
dei secoli per riuscire ad affermare,
riscattandole, dignità, libertà ed emancipazione. Le donne occidentali, hanno la
fortuna di poter festeggiare l'8 marzo
come meglio credono, ma pensiamo alle
donne del mondo orientale, cui nella
stragrande maggioranza è negato
qualsiasi diritto. L'8 marzo, dunque, deve
anche e soprattutto servire per ricordarci
il tributo di sangue versato dalle donne
nella lotta contro la miseria e lo sfruttamento e per diffondere e affermare nel
mondo il grande ideale dell'emancipazione femminile.
Il perché dell’8 Marzo
28
29
Conferenze in tutti gli Istituti scolastici superiori della Piana
Auto d’epoca: un fascino
che non tramonta mai
Q
uando ci sono loro è sempre una grande festa: ammirate,
coccolate, invidiate e amate. Sono le «Vecchie signore», auto
d’epoca, auto storiche, delle quali si fa collezione e che a volte
raggiungono dei prezzi dell’ordine di qualche centinaio di migliaia
di euro. Nella Piana di Gioia Tauro di queste «bellezze» ne esistono
più di mille e l’ultima occasione per ammirarle è stata durante la
bella «Sagra dell’Annunziata» di Oppido Mamertina. Qui, infatti,
sono state esposte una quarantina di auto d’epoca, grazie
all’adesione alla manifestazione oppidese del «Cavesa», il «Club
Amatori Veicoli Storici d’Aspromonte», con sede a Cittanova,
presieduto dall’avvocato Antonio Spagnolo Muratori, pure di
Cittanova, che conta ben 850 soci e che è federato all’Asi,
Automobilclub Storico Italiano. Fra le tante auto d’epoca presenti a
Oppido, tutte bellissime e ammiratissime, non possiamo non citare
l’eleganza di una Fiat Balilla cabriolet del 1931 (auto da corsa
dell’epoca), di proprietà del presidente del Cavesa; una Ford A
Phaeton del 1930, si proprietà di Giuseppe Laganà di Taurianova;
una Citroen berlina del 1930, di proprietà
dell’architetto Bovalina di Cittanova.
Nelle foto - Sopra: lo stand del club
Cavesa in piazza Duomo a Oppido, sotto
cui si notano due splendidi esemplari di
Balilla (il secondo da sinistra è il presidente, l’avvocato Spagnolo Muratori); al
centro, Giuseppe Laganà accanto alla sua
magnifica Ford A Phaeton del 1930; sotto:
Mimmo Rossetti accanto a una ammiratissima fuori serie e Rocco Laganà accanto a
una delle prime Topolino.
Quando la Marina chiama
i giovani rispondono
stata una lezione davvero fuori dall’ordinario quella cui
hanno assistito gli studenti delle quinte classi
È
nell’auditorium dell’Istituto Superiore «Gemelli Careri» di
Taurianova. A tenere la lezione, nella sua splendida divisa blu, il
Sottotenente di Vascello (CP) Alessio Romeo, che era accompagnato dal Sottocapo di II Classe Salvatore Gallo e da Stefania
Grutteria, Comune di I Classe, della Capitaneria di Porto di
Gioia Tauro. L’ufficiale e i suoi collaboratori sono stati accolti
dal dirigente scolastico Tommaso Mittiga e dal corpo docente;
quindi, in auditorium, per
tuffarci, metaforicamente, nella
storia della nostra Marina
Militare.
L’incontro di Taurianova fa
parte di un preciso programma
della Marina è si è svolto in tutti
gli Istituti scolastici superiori
della Piana. Lo scopo: consentire ai giovani prossimi al diploma
di conoscere un altro aspetto della loro vita lavorativa futura, una
possibilità in più che la Marina Militare offre loro. Entrare in
Marina, oggi, vuol dire far parte di un’Arma delle nostre Forze
Armate moderna, dinamica, aperta al futuro, con una tradizione
gloriosa alle spalle e con un presente di grande impegno sociale,
oltre che, naturalmente, propriamente d’istituto.
Oggi la nostra Marina è presente con i suoi uomini e i suoi
mezzi negli scenari internazionali al pari delle Marine dei più
importanti Paesi del mondo. Tutto questo e molto altro ha
spiegato, con una prosa appropriata ed efficace, il Sottotenente
di Vascello Alessio Romeo,
catturando a lungo l’attenzione di
studenti e studentesse (le donne,
in Marina, sono da anni una bella
realtà), i quali hanno sicuramente
gradito la lezione «fuori ordinanza». Ora sanno che cosa possono,
anche, fare da grandi.
Il fascino e il prestigio della
nostra Marina Militare, oltre che
la seduzione della vita di mare
e la prospettiva di lavoro e di
carriera, richiamano sempre più
i giovani, sia uomini che donne
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Convegno al’Istituto Superiore «Gemelli Careri» di Taurianova
A lezione di integrazione
etnica e culturale
U
no straniero si sente
è sempre più interessata al fenomeno
«uguale» soltanto se
dell'immigrazione ed è ormai certo che
di Lucia Ferrara
avverte di essere consibisogna imparare a convivere con gli
derato «cittadino» come gli abi«altri». La sfida dell'integrazione
tanti del paese che lo ospita e ciò può avvenire solamente se coinvolge tutti e specialmente la scuola che, con la sua attività
tutta la società prende coscienza del problema «integrazio- cognitiva ed il suo impegno formativo, può favorire una cultura dei
ne»e riesce a instaurare un dialogo che porti al confronto e crei valori civili, l'osservanza della legalità e contribuire a prevenire
qualcosa di nuovo e di diverso nei rapporti sociali. Compito forme di discriminazione e di razzismo.
della scuola è, allora, quello di educare i giovani
Nasce da questi presupposti il convegno promosso il 9 marzo 2007
all'accoglienza dell'altro, alla sua accettazione, al riconosci- dal dirigente scolastico dell'Istituto Superiore «G.F. Gemelli
mento delle identità personali in vista di un arricchimento Careri» di Taurianova, Tommaso Mittiga, sul tema «Integrazione,
comune, all'integrazione di soggetti diversi per etnia e cultura, solidarietà, partecipazione: un percorso al femminile» su
conservando la specificità di ciascuno. E' sicuramente, iniziativa della prof.ssa Clelia Bruzzì, referente delle Pari
questo, un processo lento che si snoda nel tempo e che richiede Opportunità e con la collaborazione della prof.ssa Lucia Ferrara,
innanzitutto la capacità di incontrare gli «altri», di confrontar- Funzione Strumentale Area 3.
si, di mettere in discussione le proprie posizioni e idee, così da
Relatrici del convegno al quale hanno partecipato tutte le quarte e
sconfiggere la paura che spesso si ha per il «diverso». L'Italia quinte classi dell'Istituto con i rispettivi docenti, sono state: la
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Compito della scuola è educare i giovani all’integrazione di soggetti diversi
per etnia e cultura, conservando la specificità di ciascuno
dott.ssa Geneviève Makaping, antropologa, sociologa e giornalista; la dott.ssa Lorena Cicciotti, dirigente del commissariato di
PS di Cittanova; la dott.ssa Rosa Romeo, presidente dell'Auser di
Taurianova; la prof.ssa Enza D'Agostino, presidente Università
delle LiberEtà della Piana; la Signora Milika Shehi della
Consulta Immigrati di Cittanova.
Il dirigente scolastico, dopo aver rivolto il suo saluto alle ospiti
intervenute, sottolinea la valenza sociale ed educativa
dell'incontro e auspica che dalla discussione del tema possano
emergere contributi utili per il miglioramento dei rapporti di
integrazione degli immigrati. La dottoressa Lorena Cicciotti
mentre riconosce che la problematica dell'integrazione è
emergente nella società del terzo millennio, evidenzia che nella
Piana di Gioia Tauro si registra che il processo di integrazione è,
nel complesso, soddisfacente, dal momento che buona parte
degli immigrati sono provvisti del permesso di soggiorno: gli
uomini sono impegnati per la maggior parte nei lavori agricoli e
le donne svolgono in linea di massima il lavoro di badanti. La
dott.ssa Rosa Romeo e la prof.ssa Enza D'Agostino, mentre
evidenziano il valore della solidarietà che si esprime attraverso
l'attività di volontariato, di cui le associazioni che rappresentano
sono una chiara testimonianza sul territorio, mettono in luce
l'importanza che per loro riveste l'accoglienza degli immigrati e
l'insegnamento della lingua italiana offerto agli stessi. La signora
Milika Shehi, dopo aver raccontato alcuni passaggi particolarmente drammatici della sua vita di immigrata, si dice particolarmente orgogliosa di essere uno dei cinque componenti della
consulta degli immigrati di Cittanova, l'unica su scala regionale.
La stessa evidenzia, inoltre, che la partecipazione attiva alla
vita politica del paese in cui si vive, fa veramente sentire integrati
e consente di poter dare il proprio contributo allo sviluppo della
società. La dott.ssa Geneviève Makaping, che attualmente
insegna presso la facoltà di scienze politiche dell'UNICAL, che
dirige la testata «La Provincia Cosentina» e che collabora con
varie reti televisive locali, ha subito evidenziato una grinta non
comune nel rivolgersi ai giovani, ai quali ha offerto un panorama articolato e fortemente critico del mondo dell'immigrazione a
livello nazionale con linguaggio diretto, dove si incrociano
ipocrisie politiche con i sentimenti di solidarietà dei singoli
cittadini.
Il suo girovagare per l'Italia e la sua permanenza in Calabria le
ha consentito di osservare con l'occhio attento dell'antropologa
gli italiani, sapendo, a sua volta, di esser da loro osservata in mille
modi diversi. La giornalista parla del suo vissuto e degli italiani
senza imbarazzo, né la preoccupano le chiusure di alcuni governi
africani a sue possibili visite in quegli stati: l'alterità è il suo modo
di indagare la vita di tutti i giorni; l'essere chiamata «negra» non
è per lei riduttivo o offensivo, ma l'aiuta a capire meglio quelli
che hanno fatto di lei un risultato delle loro costruzioni sociali e
saper leggere che cosa c'è dietro gli stereotipi. Ai giovani
raccomanda, proprio lei che non si è fermata davanti ai mille
ostacoli che la sua condizione di immigrata di colore le ha posto
dinanzi, di guardare dietro le apparenze, di contribuire effettivamente all'abbattimento di quelle barriere che ancora impediscono
una reale e piena integrazione a tutto campo nel nostro Paese e di
credere fermamente nelle proprie capacità di realizzazione.
La prof.ssa Bruzzì conclude l'incontro richiamando un pensiero
del filosofo Rousseau, «Nell'educazione occorre perdere tempo
per guadagnarne». L'educazione all'intercultura è un investimento sulle giovani generazioni che darà i frutti nel futuro per
costruire una società più autentica. Il messaggio che da questo
convegno è possibile cogliere è che la consapevolezza del
patrimonio di civiltà italiana ed europea, l'incontro con altre
culture e modelli di vita, la garanzia per tutti i cittadini, italiani e
non, di acquisire nelle nostre scuole una reale esperienza di apprendimento e di inclusione sociale, sono obiettivi a cui l'istituzione scolastica deve mirare con il concorso e la collaborazione
dei soggetti educativi presenti sul territorio: famiglie, enti locali,
università, associazioni, istituzioni a vario titolo interessate.
Nelle foto - A sinistra: in alto la professoressa Clelia Bruzzì
presenta le ospiti; sotto: l’auditorium colmo di studenti,
molto attenti ai temi trattati. Qui sotto: Geneviève Makaping
e le professoresse Clelia Bruzzì, Lucia Ferrara e Maria Savo
con un gruppo di ragazzi al termine del convegno.
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