CittàMia Il Giornale della Piana Via Roma, 44/50 TAURIANOVA www.vastaconfezioni.it Montarello Geom. Mariano Via Circonvallazione Sud 2.a Parallela n. 10 Tel./Fax 0966.611663 - 0966. 611341 - 89029 TAURIANOVA (RC) E-mail: [email protected] - Sito Internet: www.montarello.it VENDITA E ASSISTENZA TECNICA FOTOCOPIATORI COMPUTER - PACCHETTI SOFTWARE REGISTRATORI DI CASSA OLIVETTI UNDERWOOD TELEFAX PLOTTER - STRUMENTI TOPOGRAFICI ACCESSORI E ARTICOLI TECNICI TAUR IANO VA Periodico di informazione, cultura, politica, attualità, costume, sport Anno II N° 9 / Aprile 2007 / Una copia € 1,00 / e-mail: [email protected] Caro amico, ti scrivo... E gregia signora Politica, è davvero sconcertante vedere i suoi figlioli, chiamati politici, accapigliarsi per cose che non gli appartengono e di cui cercano con mezzi e mezzucci di appropriarsi. Come ben saprà, il 21 marzo scorso a Polistena si è svolta quella magnifica Giornata della Memoria contro tutte le mafie, organizzata non certo dai suoi figlioli politici (mi scusi se glielo dico, ma essi non avrebbero avuto tanto coraggio), ma da quel mostro di coraggio di Don Ciotti. Ebbene, già il giorno dopo i suoi figlioli politici erano lì a scannarsi e a scornarsi a vicenda per rivendicare chi a quella manifestazione aveva più diritto a partecipare. Non me ne voglia, ma ogni tanto a codesti discoli figlioli qualche scappellotto farebbe anche bene. Ci pensi. Con stima. BILANCIO NON VERITIERO: LA CORTE DEI CONTI BACCHETTA IL COMUNE Elezioni - La «grande ammuina» tra intrighi, trappole e colpi di scena Gioia Tauro - La MCT: «vogliamo che il Porto continui a crescere» CITTANOVA ELEZIONI Situazione confusa ma in continua evoluzione Polistena - Giornata della Memoria: un bel giorno per la Calabria onesta ( 4 pagine di foto e commenti ( IN 30MILA DA TUTTA L’ITALIA P ER DIRE NO A TUTTE LE MAFIE Ventuno marzo, Primavera: un bel giorno per la Calabria onesta S ono arrivati da Milano, Firenze, Bologna, Modena, Torino, Vicenza, Napoli, Messina, Pisa, Corleone, Lentini, Partinico, Palermo: da tutta l’Italia e da tutta la Calabria. Un esercito di giovani che sono stati l’anima della «XII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie», organizzata da «Libera» di Don Luigi Ciotti; un esercito di giovani che ha colorato la primavera polistenese e che ha dato una speranza alla primavera calabrese; un esercito di giovani per dire no, un no fermo e deciso a tutte le mafie. Un esercito capeggiato dalla figura carismatica di Don Luigi Ciotti, coadiuvato da Don Pino Demasi e da una moltitudine di volontari polistenesi animati da un grande impegno sociale e civile. Una moltitudine di volontari che, tra l’altro, ha dato prova di grande efficienza. Una manifestazione di così vasta portata, di carattere nazionale, contro la mafia, contro tutte le mafie, in Calabria non si era mai vista. ià all’indomani della bellissima Perché in Calabria è totalmente manifestazione, il clima di grande coesione, assente la cultura della lotta alla spontaneità, impegno che grondava dai Trentamila e che si ripercuoteva sulla città, mafia. E di la conferma venuta il Toni èCondello è praticamente svanito. Perché? Semplice: giorno prima della manifestazione per sono entrati in scena i politici, certi politici, bocca del commissario nazionale o pseudo tali, che hanno intriso tutto di antiracket Tano Grasso. «Non ci sono ipocrisia. Infatti si è scatenata una vera e propria gara a chi avesse l’«autorità» denunce contro il racket - ha detto -, politica per partecipare alla manifestaziomentre la paura è enorme». Cosa che ne e chi no; a chi avesse il «diritto» di non è certamente di conforto agli oltre firmare un certo manifesto e chi no; a chi, 240 familiari di vittime della mafia, il insomma, avesse la «patente» (politica, 70% dei quali attende ancora di naturalmente) per manifestare contro la mafia. Il tutto con battagliere dichiarazioni sulla sapere la verità su come sono stati stampa. Un tentativo, questo, ancorché maldeammazzati i propri cari. Quando la politica offre il peggio di sé G stro (e assolutamente fuori luogo) di «appropriarsi» (indebitamente) della paternità di una manifestazione che, invece, diciamolo chiaramente, la politica non avrebbe mai avuto il coraggio civile di organizzare. Davvero inaudito. Bene, bravi. Un esempio di vera democrazia, di impegno, di esempio per i giovani e per gli ideali che quella manifestazione ha lanciato. I giovani, loro sì, hanno dato esempio di vera democrazia, libertà, legalità. Ha detto bene Don Ciotti: nella lotta alla mafia la politica spesso fa solo guai; anzi, spesso è la stessa politica ad alimentare, a pascere e a fare espandere la mafia stessa. Il 21 Marzo polistenese vuol dire anche: basta con la politica delle parole; basta con la politica dei personalismi; basta con la gestione della politica come paterfamilismo. Il volto pulito dei nostri ragazzi: è questo il futuro Mai più madri disperate Don Luigi Ciotti L’appello di Don Ciotti e Don Demasi E ora: Basta! Basta! Basta! Il Sindaco di Polistena Giovanni Laruffa Don Pino Demasi 6 Commenti & Riflessioni ’A Pascarella i Sina, Titineda, Micuzza, Lina, e le altre M aldive… Tunisia… Galapagos, voli supermegagalattici con atterraggio sulla luna, missili supersonici per essere proiettati su Marte e trascorrere la Pasquetta con gli extraterrestri, magari scambiarsi gli spetteguless che succedono nel nostro paese: può darsi che i marziani possano capire gli intrighi e darci qualche consiglio in materia. Ebbene, ormai siamo alla ricerca di mete sempre più distanti e sperdute per trascorrere il «Lunedì dell'Angelo» o precisamente «'a pascarella». Le nostre località sono superate, le verdeggianti montagne, i limpidi azzurri mari, le ossigenate campagne non sono più di moda, sono destinate a chi con modestia vuole trascorre una scampagnata all'aria aperta e non ambisce al business dei viaggi. Ai tempi dei miei nonni era tutto diverso «'a pascarella» era considerata un giorno lavorativo, solo i ragazzi si raggruppavano per festeggiare questa giornata in qualche vicina campagna e consumare quello che ognuno era riuscito a racimolare a casa dagli avanzi del giorno precedente. Gli adulti invece si recavano a lavorare nei campi o presso le botteghe, non si potevano permettere il lusso di rimanere fermi neanche per un giorno, in quanto nelle numerose famiglie erano tante le bocche da sfamare. Altro che scampagnata: duro lavoro e schiena curva era la loro festa. Quelle poche famiglie che si organizzavano per trascorrere questo momento in compagnia, si «arranciavanu» alla meglio, preparavano per tradizione la frittata di cipolle e altri umili cibi, il tutto accompagnato da un buon fiasco di vino. Alla fine della scorpacciata, quando Bacco aveva invaso le loro menti, tutti si scatenavano a ballare a suon di tarantella, come liberazione del proprio spirito ed allontanare i problemi che perduravano in quegli anni. Anche le raccoglitrici di olive lavoravano in questo giorno, in quanto si doveva concludere nel più breve tempo possibile la stagione della raccolta. Ma quell'anno di tanti anni fa, alcune donne avevano deciso di festeggiare «a pascarella» tra gli uliveti, sempre dopo aver raccolto un congruo numero di misure di olive. All'imbrunire di quel Sabato Santo, prima di fare ritorno a casa: Sina, Titineda, Micuzza, Lina, e le altre avevano deciso che giorno di Pasquetta avrebbero portato qualcosa in più da mangiare per festeggiare. Titineda si era promessa che avrebbe portato di nascosto dal marito qualche bottiglia di vino, Sina avrebbe preparato la frittata chi «cudi di ripudi», Micuzza avrebbe portato un po' di salame «casaloru» e Lina avrebbe portato «i curudedi» dolci tipici pasquali, mentre le altre quello che gli sarebbe capitato tra le mani. La caporala (che aveva il compito di sorvegliare, per conto del padrone, il lavoro delle raccoglitrici di olive), guarda caso, stavolta si era aggregata al gruppo, non avrebbe riferito niente al padrone. Lunedì «'i pascarella» le donne erano giunte nei poderi di buon mattino con animo gaio, al solo pensiero che avrebbero trascorso quella giornata in allegria le aveva messe di buon umore. Il lavoro appariva meno faticoso del solito, le schiene curve e le mani leste lavoravano sempre più velocemente, forse così il tempo sarebbe trascorso prima, uno.. due… tre sacchi erano stati riempiti di olive, ma… non avevano proprio voglia di continuare, la bramosia era tanta e la pigrizia aveva scacciato la loro solerzia. Così, buttata «a cirma» tutte staccarono dal lavoro e… iniziò la festa. Si sedettero in cerchio e si diede inizio al banchetto. C'era tanta euforia. Si scambiavano il cibo che avevano portato, Titineda versava il vino dal gusto gradevole e frizzante, accettato da tutte… e bevi tu che bevo io… alla fine si ritrovarono tutte brille. Iniziarono a vaneggiare, a ridere, a ballare, a liberarsi delle proprie inibizioni facendosi scudo di Bacco, che aveva contribuito a infondere spensieratezza nelle loro menti e come danzatrici gitane facevano ruota tra le file degli alberi, quasi da sembrare libellule in volo. Ma… avevano fatti i conti senza l'oste. Il padrone dell'uliveto, di nome Peppino, dopo aver festeggiato in famiglia, aveva deciso di recarsi nei suoi poderi per verificare il lavoro. Giunto sul luogo, la scena che gli apparve lo fece rimanere sbalordito: tutte le donne, compresa la «caporala» erano alticce, e constatò che non avevano concluso la raccolta giornaliera. Don Peppino andò su tutte le furie, cominciò a sbraitare «vi licenziu a tutti, no vi pagu mancu 'na lira». Le donne, a quel punto, incominciarono a rinsavire, e Titineda, Sina, Micuzza e Lina cercarono di sdrammatizzare la situazione dicendo che avevano fatto un'indigestione di cibo, e che per questa causa stavano tutte male. Le furbe donne, siccome era avanzato ancora del vino, di proposito, invogliarono don Peppino a bere. Il quale non si fece pregare: bevve di buona lena a tal punto che divenne anch'egli allegro e spensierato, dimenticandosi così di controllare la misurazione delle olive. Anzi, don Peppino cambiò tono di voce e l'ira che lo aveva invaso prima si trasformò in galanteria. Ritrasse tutte le minacce che aveva rivolto prima alle donne e, addirittura, le invitò a continuare a festeggiare. Il suo cuore si era talmente mielato che nel salutarle, andandosene via, chiese anche scusa per non aver capito che anche per loro quella doveva essere una giornata di allegria. Dopo aver smaltito un po' l'ebbrezza, si ricomposero e, rassicurate per non aver perso il lavoro, felici e soddisfatte fecero ritorno a casa. Questi sono racconti di vita vissuta, di vita sana e pulita allo stesso tempo, quindi godiamoci la nostra «pascarella» liberi di vivere nella consapevolezza delle nostre azioni, nello scoprire le nostre montagne, i nostri mari, le nostre bellezze naturali, tenendo presente che bisogna lasciare sempre puliti i luoghi dove andremo a divertirci. Perché rispettare l'ambiente significa rispettare se stessi. Buona Pasqua a tutti. 7 Quando la riconoscenza diventa un peso insopportabile N el Paradiso perduto, Satana spiega la sua rivolta con Dio dicendo che non riusciva più a reggere il peso, insopportabile, della riconoscenza. A ciascuno di noi sarà capitato di osservare che, spesso, sono proprio le persone che abbiamo trattato meglio, con più generosità, disinteressatamente, quelle che poi ci rimproverano e ci accusano. Facciamo un esempio…: immaginiamo di essere molto ricchi e di andare per strada in un quartiere poverissimo… scegliamo un ragazzo a caso e lo facciamo studiare, aiutiamo i suoi genitori, gli comperiamo motociclette, automobili… e non gli diamo le cose ogni volta perché se le merita, ma per pura e semplice generosità… Cerchiamo collaboratori da tutti i Paesi della Piana. Soprattutto giovani che vogliono avvicinarsi al giornalismo mail: [email protected] 333.7679600 Preghiamo anche enti e Associazioni di inviarci per e-mail i loro comunicati di Rocco Laganà quale credete sia il risultato?...un disastro…..perchè il ragazzo non riesce a stabilire il rapporto fra ciò che fa e quello che riceve…si comporterà come se tutto gli fosse dovuto… agendo in questo modo siamo venuti meno a una regola fondamentale di qualsiasi rapporto educativo. Non bisogna dare nulla senza che l'altro se lo sia meritato. I nostri desideri hanno la tendenza a crescere illimitatamente. Noi impariamo a frenarli solo incontrando e superando gli ostacoli, le prove. Sono queste che ci danno il senso del valore. Tutte le famiglie di solida tradizione borghese abituano i bambini e i ragazzi alla parsimonia e insegnano loro che per avere una cosa se la devono meritare. L'errore, l'immoralità non sta perciò soltanto in chi è sfacciatamente irriconoscente. L'errore è anche di chi dà in base al semplice impulso emotivo, al semplice piacere di dare. Questa non è una critica alla generosità, all'amore. Non c'è nulla al mondo di più bello dell'altruismo. E non c'è nulla di più squallido della persona avida, avara, rapace. Ma non bisogna nemmeno confondere la generosità con la prodigalità, che è uno spendere e dare senza ragione e senza giustizia. Il prodigo non si preoccupa veramente del bene degli altri, del reale effetto benefico delle sue azioni. Prova piacere nel dare, nell'ammirazione che suscita. Spesso i prodighi sono persone che hanno guadagnato il denaro con facilità, con l'astuzia, con l'inganno, con un gioco rischioso. E che non hanno perciò chiaro, dentro di loro, il rapporto fra merito e valore. Di solito si circondano di cortigiani, di persone che vivono della loro prodigalità. Persone che riempiono di favori, ma che non stimano, che trattano male perché li disprezzano. E non si accorgono che costoro, sentendosi continuamente umiliati, schiacciati, offesi dalla loro ostentazione, covano un cupo risentimento, un odio che si manifesterà non appena potranno farlo. La vera riconoscenza come virtù è fondata sulla generosità e sulla giustizia. Chi è generoso secondo giustizia deve preoccuparsi realmente del bene dell'altro. E chi riceve secondo giustizia resta libero. E' così difficile che la gente sia obiettiva con noi, che comprenda il nostro bisogno, che apprezzi ciò che facciamo! E' questo che chiediamo agli altri. E chi ci dà questo con generosità, allora lui è il nostro vero benefattore. 8 Gioia Tauro La MCT: «vogliamo che il Porto continui a crescere e a migliorare» n questi ultimi mesi il ma ogni proposta deve La presidente del Gruppo Contship garantire la crescita del nostro Porto di Gioia Tauro ha sofferto un grave lavoro e non un cambiamento Italia, capogruppo di Medcenter momento di criticità, fine a se stesso, utile solo alla container terminal di Gioia Tauro, con pesanti ripercussioni nei propaganda politico-elettoconfronti dei nostri clienti. rale. Il futuro lo decidono i Cecilia Battistello Eckelmann, e Inoltre, alcune notizie apparse nostri lavoratori, con la l’Amministratore delegato della Mct correttezza e la coerenza dei sulla stampa e alcuni comunicati diffusi nel territorio, hanno loro comportamenti». Vincenzo Iacono scrivono a tutti i contribuito a generare disinforCertamente corretto e lavoratori gioiesi del Gruppo mazione e tensione, non solo opportuno il riferimento alla tra i nostri lavoratori ma anche politica. Il comportamento tra tutti gli abitanti della Piana della Regione Calabria, per di Gioia Tauro»: comincia così, con dell’orario di lavoro di 36 ore, antici- esempio, non sempre è stato limpido, alcuni dati oggettivamente allarmanti, pando di un anno e mezzo lo stesso né tempestivo, per quanto riguarda le la lettera spedita a tutti i lavoratori di Contratto nazionale di lavoro dei decisioni di sua competenza. Ma anche Mct, Medcenter container terminal, lavoratori portuali, che solo un anno e i sindacati, certi sindacati, non possono concessionaria del terminal del Porto mezzo dopo lo ha recepito per gli altri non tenere nella giusta considerazione gioiese, a firma della presidente del Porti; l’accoglimento della richiesta dei questi fatti, questi segnali, queste Gruppo Contship Italia, azienda dipendenti provenienti da altri paesi di riflessioni. Sicuramente questi sindacacapogruppo di Mct, dottoressa Cecilia limitare solo a determinate giornate le listi devono riflettere seriamente per E c k e l m a n n B a t t i s t e l l o , e prestazioni di orario straordinario; quanto riguarda il paragrafo che chiude dell’amministratore delegato di Mct, l’introduzione, unico esempio in Italia, la lettera: «Ora non è più utile per dottor Vincenzo Iacono. della polizza sanitaria per tutti i nessuno tenere alta la tensione propoUna lettera eccezionalmente pragma- dipendenti, anche in ciò anticipando la nendo “ridiscussioni” per le quali non tica e realistica che precisa e puntualiz- soluzione prevista dal Contratto vi sono né spazi giuridici né disponibiza la situazione del Porto e la posizione nazionale di lavoro ma ancora non lità aziendali. Dopo aver accolto le di Mct, soprattutto alla luce degli ultimi attuata; il ripristino, in collaborazione richieste dei nostri lavoratori, adesso avvenimenti (principalmente gli dell’Autorità portuale, del presidio vorremmo poter contare su quello scioperi e le richieste dei sindacati). medico interno. spirito di collaborazione che ha fatto di Per questo la missiva dei due alti «Ora è necessario - è l’esplicita e Mct un’azienda di successo, unica non esponenti del Gruppo Contship Italia, opportuna considerazione - non perdere solo in Calabria, ma in tutto il territorio entra subito nel vivo dei problemi con ciò che, con molta fatica, tutti noi italiano». Infine, l’orgoglio aziendale fatti concreti, richiamando direttamen- abbiamo raggiunto. Noi siamo pronti a e un messaggio a lavoratori, sindacati, te l’attenzione dei lavoratori. E passa a esaminare nuove proposte di sviluppo politici: «Noi vogliamo continuare a elencare, citando sempre i fatti, gli (a questo proposito abbiamo realizzato crescere per migliorare, salvaguardanimpegni mantenuti dell’azienda. un progetto di sviluppo di logistica do e difendendo quello che è stato Come: l’introduzione già dal 2002 integrata che è nelle mani del Governo), raggiunto fino a ora». T.C. Gioia Tauro 9 Lo studio, presentato dall’Accademia di Belle Arti di Reggio in occasione del suo quarantennale, è opera dello studente gioiese Valentino Marino Dal quadrivio «Sbaglia» parte la riqualificazione della città «I P er il quarantennale dell'istituzione dell'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, diretta dal prof. Alessandro Manganaro, è stato presentato un interessante studio progettuale per la sistemazione e riqualificazione del Quadrivio «Sbaglia» di Gioia Tauro. L'autore è lo studente Piervalentino Marino, gioiese, il quale, convinto che «lo sviluppo di una città passi attraverso lo studio della viabilità», si è avvalso sia dei supporti teorici della cattedra di architettura e urbanistica retta dal prof. Carmelo Carullo sia di quelli scientifici e tecnici offerti dall'arch. Francesco Mangione del Comune di Gioia Tauro. L'ipotesi progettuale è stata apprezzata. Presuppone un polo di sviluppo commerciale e industriale di Caterina Provenzano che, potenziando il sistema produttivo tradizionale, asseconda per tutta l'area uno sviluppo concentrato su consumi e residenza che rientrano in gioco dopo svariati anni di deconcentrazione economica. Nel nuovo progetto del Marino la massiccia croce di ferro che i Missionari Oblati di Maria Immacolata posero nel 1913 viene ricollocata su un basamento piramidale marmoreo su un'aiuola circolare al centro dell'intersezione viaria. Il quadrivio è bitumato e la segnaletica orizzontale del rotatorio campeggia in modo visibile; nel riquadro di nord-est viene creata, nello spazio del quadrante, un'aiuola a prato inglese dove inserire tre palme simbolo dello stemma cittadino; al centro dei quattro quadrati vengono sistemati altrettanti elementi di illuminazione per rotatorie. Il progetto si rifà al Piano di recupero urbano (PRU) in quanto intende essere un'opera che si colloca sulla direttrice longitudinale da borgo Piano delle Fosse allo Svincolo A3. Marino offre, così, un contributo di studio anche al Piano Urbano Traffico (Put), decongestionando sensibilmente il traffico stradale. La riqualificazione dell'area costituirà così un occasione irripetibile per Gioia Tauro. Bene ha fatto l'Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria a interessarsi al progetto. promuovendo così il rilancio dello sviluppo gioiese. 10 Gioia Tauro Gioia Tauro Gioia Tauro Una statua marmorea del XVI secolo e una epigrafe del ’700: vanno esposte al pubblico Inaugurata la nuova sede dell’Associazione teatrale gioiese «Giangurgolo», nel segno della cultura e dell’arte Rivalutiamo le vestigia della nostra antica cultura a statua acefala dovrebbe essere «L restaurata e locata presso il duomo cittadino». La richiesta parte da Mimmo Lucà che è appassionato di storia locale. Della sua esistenza si sapeva già nel 1586, quando il vescovo diocesano di Mileto, mons. Del Tufo, fece visita alla chiesa di Sant'Ippolito e la notò, descrivendola di «marmoro bianco». All'epoca la Chiesa di Sant'Ippolito era quella antica che oggi chiamiamo chiesa di Sant'Antonio, dove fino a qualche tempo fa c'era un convento di monache. «La statua rappresenta l'immagine della Madonna – dice Lucà – è acefala e manca anche del bambinello che probabilmente era adagiato sulle sue braccia. Sicuramente è an-dato perso durante il terremoto del 1928, quando la chiesa subì gravi danni. L'ultima volta che ho visto la statua è stato nel cortile della chiesa di Sant'Antonio e ho potuto fotografarla». Mimmo Lucà riferisce di altre opere che andrebbero restaurate e sistemate diversamente. Come si confà, insomma, alle opere d'arte. A questo proposito si ricorda un'epigrafe incisa su una lastra di marmo che ricorda un prete vissuto nel 1700. Caterina Provenzano La scultura prende forma e Cosimo Allera le dà un’anima L e sue opere hanno sempre avuto un fascino particolare. E pensare che sono fatte di ferro, con il gelidofreddo-incolore-inodore ferro battuto. Ma non solo. Bronzo, rame e acciaio diventano duttili e fortemente evocativi nelle sue mani. Cosimo Allera è un poeta per questo. Solo un artista trasporta sensazioni, rese vive da una forma particolare, una figura che si anima e prende anima. Lo testimoniano i numerosi premi che ha ricevuto nel corso della sua «carriera» di scultore. Non ultimo quello che ha ricevuto nei giorni scorsi alla Borsa internazionale del turismo di Milano (Bit). Si tratta del Premio «Turismo in Calabria Magazine», indetto dal gruppo editore scillese «Zerouno- 11 di Caterina di Giovanna Provenzano Errigo Italia». Allera è stato scelto in quanto «con il proprio operato, – recita così la motivazione – il proprio nome e la propria persona ha contribuito a rendere grande anche il nome della Calabria». E di opere ne ha allestito tante, così come di mostre in tutto il mondo. Detiene anche un primato: l'opera in ferro più alta della Calabria. Si tratta de «L'ombra della sera», alta 15 metri e tutta in ferro, una clessidra che ci richiama alla realtà, opera voluta dallo stesso autore e da Nik Spatari. Ora svettante presso il Museo MuSaba di Mammola. Fra le opere si ricordano la suggestiva «L'umanità e la croce» alta 4 metri e sita nei pressi della stazione ferroviaria gioiese, «La sofferenza» in bronzo alta 2,20; la «Dea Athena» in ferro battuto e «L'urlo del guerriero» che si compone di cinque statue «da leggere» in sequenza, in acciaio alte 3,50. In tutte queste opere c'è un significato profondo, che è il mistero della vita stessa, fatta di dicotomie inscindibili come amore e odio, guerra e pace, salute e malattia, felicità e iracondia. Un susseguirsi di immagini che destano ottimismo e indignazione, non di meno di ciò che la vita stessa ci offre. Ma c'è una cosa che Allera dice sempre nelle sue «poesie». La speranza è l'anima che regge il mondo, come le braccia aperte di un bambino che si lanciano con fiducia verso il futuro. Il merito è grande davvero. F inalmente è pronta. La nuova sede dell'Associazione Teatrale Gioiese «Giangurgolo» si è rivestita di nuovo e si è presentata al pubblico più fresca e accogliente. Sabato 31 marzo, infatti, nei locali siti in via Piccola Velocità si è tenuta l'inaugurazione. Il Gruppo Teatrale Gioiese «Giangurgolo» nasce a Gioia Tauro nel 1995 e l'anno dopo si costituisce, con atto notarile, in associazione culturale senza fine di lucro e con lo scopo di organizzare attività teatrali e culturali, promovendo ricerche sugli usi e costumi della civiltà calabrese. Il Presidente dell'Associazione è Salvatore Brundolino e la direzione artistica è curata dal geniale e poliedrico artista Girolamo Ventra. Fanno parte del Consiglio Direttivo: Franco Crudo (Socio Fondatore, già Presidente del G.T.G.), Franco Tilotta (Socio Fondatore), Michele Gambardella (Tesoriere), Pino Cagliuso e Natale Zucco. L'attuale gruppo degli attori è composto da: Pino Cagliuso, Francesco Careri, Maria Assunta Carlà, Silvia Carlà, Nella De Vivo, Massimo Franco, Michele Gambardella, Antonio Parisi, Caterina Punturiero, Franco Tilotta. L'associazione ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti e ambiti premi. Dal 1998 organizza, durante il periodo estivo, una rassegna di teatro popolare de-nominata «A teatro con… Gioja» che, in cinque-sei serate, vede alternarsi altrettante compagnie con un crescente successo di pubblico e di spettacolo. Aderisce alle Settimane della Cultura, denominate «Italia: Una cultura da vivere», su iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali, rappresentando una commedia alla quale assistono gli studenti delle scuole superiori assieme ad autorità del mondo scolastico e sociale. Il gruppo, poi, partecipa, assieme ad un selezionato numero di compagnie amatoriali, alla rassegna di teatro itinerante, organizzata dalla F.I.T.A. regionale, con il patrocinio dei Comuni sedi della manifestazione, portando, sui palcoscenici di Reggio Calabria (Teatro Politeama e Siracusa), Vibo Valentia, Bovalino e Gioia Tauro il suo ultimo lavoro, che riceve sempre lusinghieri apprezzamenti di critica e pubblico. L'Associazione, inoltre, aderisce a campagne di sostegno e di aiuti umanitari, come quelle del Cottolengo Nordestino «Il teatro per la solidarietà» (promosse dalla Congregazione di Don Orione e dal Teatro Proskenion) dell'A.V.I.S. e delle associazioni di volontariato cittadine, destinando loro una percentuale degli incassi relativi alle rassegne che organizza o offrendo materiali didattici ed educativi per un valore pari agli eventuali premi in denaro, ottenuti nelle manifestazioni a cui partecipa. L'Associazione è stata insignita del premio «WWW 2006» per la categoria arte, cultura e spettacolo. Nel corso dell'inaugurazione è stato presentato l'opuscolo curato da Girolamo Ventra dal titolo «1996-2006 - I primi 10 anni di attività del Gruppo Teatrale Gioiese Giangurgolo». Tutto a colori, impreziosito da belle foto, vuole essere la carta d'identità dell'associazione. Caterina Provenzano Nella foto grande: l’inaugurazione della sede; nel riquadro, da sinistra: il sindaco Giorgio Dal Torrione, il presidente Salvatore Brundolino, il direttore artistico Girolamo Ventra. 12 Gioia Tauro Gioia Tauro ...è bene sapere che... Passi avanti per l’assunzione stabile degli Lsu L a Cgil della Piana ha chiesto al comitato dei sindaci un immediato incontro per una ricerca comune di soluzioni per la stabilizzazione. Ultimamente, infatti, intorno alla stabilizzazione dei lavoratori precari, quelli socialmente utili (Lsu), ruota un sempre più crescente dibattito, soprattutto da quando nei comuni al di sotto dei 5000 abitanti si è avviata la verifica su quanto contenuto nella legge finanziaria. Per la prima volta, nonostante alcuni ostacoli di natura finanziaria e legislativa, emerge la possibilità concreta di iniziare un percorso serio di stabilizzazione, attraverso l'assunzione diretta dei lavoratori Lsu negli enti utilizzatori. «È necessario che i sindaci, a questo punto, – riferiscono Antonino Calogero e Claudia Carlino della Cgil pianigiana – assumano fino in fondo la responsabilità di ricercare la stabilizzazione, avvalendosi di tutti gli strumenti necessari, privilegiando le competenze pubbliche. Probabilmente entro l'anno, grazie all'impegno del sindacato confederale e delle lotte dei lavoratori, si può realizzare un numero significativo di stabilizzazioni». Per la Cgil il contributo di 18 milioni del vecchio conio per ogni stabilizzazione e per tutta la durata della vita lavorativa è un incentivo unico che produce di fatto l'abbattimento strutturale di un terzo del costo del lavoro per ogni assunto e per sempre. Inoltre, il contributo aggiuntivo, in fase di definizione da parte della Regione Calabria, di almeno 30.000 euro, da distribuire nelle prime annualità è un'altra ghiotta occasione. L'importante che ci sia una forte volontà politica a partire dagli enti utilizzatori. Per questo la Cgil pretende scelte precise che puntino con priorità all'occupazione dei precari. È necessario tuttavia che gli enti utilizzatori si impegnino a non ricorrere all'utilizzo di forme di lavoro atipico, come le consulenze o la mobilità, per far fronte a carenze d'organico. a cura di Caterina Provenzano Il culto mariano in Calabria nel nuovo libro di Filippo Marino il nuovo libro di Filippo Marino. Titolo «Mater mea fiducia mea. Ecologia popolare mariana in Calbria». Edito da DePa Communication. Sarà presentato in anteprima sabato 12 maggio alle ore 18 presso l'Istituto superiore teologico pastorale «Beato Giovanni XXIII» di Gioia Tauro da mons. Luciano Bux, vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, con introduzione dei sacerdoti Elvio Nocera, Santo Rullo e Giovanni Chirra, i quali focalizzeranno il contenuto del libro soffermandosi sull'ethos delle forme devozionali mariane in Calabria che inneggiano a Maria guardando con di fede l'insegnamento della Chiesa, specialmente quello che rifulge dal Concilio e dal Magistero degli ultimi Sommi È Pontefici. L'autore, esperto mariologo, presenta 137 canti permeati da concezioni di antica matrice greco-bizantina. In essi troviamo l'antica mentalità naturalista, coperta dal limpido velo del Credo cristiano. A Marino va il merito di aver ascoltato la voce del popolo in preghiera, captando e registrando le note affettive e i gorgheggi melodiosi che scaturiscono dal sentimento popolare. Lo studio delle preghiere e dei canti, detto ecologia, risiede anche all'interno di questa opera che potremmo definire scientifica per la ricerca effettuata, sentimentale per l'amore che lo studioso ha sempre posto in Maria Il libro è per tutti, ma l'autore lo dedica ai giovani affinché sappiano cogliere i veri valori che li legano alla vita. Convegno sulla tipicità dei prodotti locali S i è tenuto nei giorni scorsi a Gioia Tauro un convegno nazionale riguardante la promozione e il riconoscimento della tipicità di alcuni prodotti locali. L'argomento è stato quello dell'importanza del marchio De.Co. (Denominazione Comunale) e si è concluso con la sottoscrizione da parte di tutti i rappresentanti degli enti coinvolti il Protocollo della legalità e della tipicità. L'iniziativa è stata promossa dal consorzio Piana Sicura e dall'Associazione Sicurezza & Sviluppo e rientra nell'ambito di un Pon per lo sviluppo del Mezzogiorno. Il convegno ha focalizzato l'attenzione sulle modalità di implementazione del marchio che valorizza le produzioni locali e ne certifica rintracciabilità, tipicità e origine. «Orientamigrante», uno sportello a Gioia e a Palmi per l’integrazione sociale e lavorativa nato lo sportello informativo «Orientamigrante». L'iniziativa è È sorta grazie alla Cgil – comprensorio della Piana – in collaborazione con l'Arci di Reggio Calabria. L'iniziativa è conforme alla campagna nazionale contro l'economia sommersa e contro il lavoro nero, con lo scopo di agevolare l'integrazione, l'inclusione sociale e lavorativa degli immigrati. Lo sportello è aperto a Gioia Tauro, nella sede di via Bellini 48 tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle ore 12 e il martedì e giovedì dalle 16 alle 18. Lo sportello è aperto anche a Palmi tutti i giorni (escluso il sabato) dalle ore 9 alle 12 presso la via Crispi 11. Si tratta di un progetto che offre informazioni gratuite su permessi e carta di soggiorno, ricongiungimento familiare, servizio sanitario, rapporti con la Questura e la Prefettura e tant'altro. 13 Gioia Tauro Scuola materna paritaria «Santa Giovanna Antida» Una palestra che prepara i bambini alla vita S i respira efficienza e professionalità, si nota lindore e competenza, s’intuisce simpatia e amore: la scuola materna paritaria «Santa Giovanna Antida» rappresenta l’ideale per far crescere sani, soprattutto dentro, i bambini. La scuola esiste fin dal 1934 e per Gioia Tauro rappresenta ormai una vera e propria istituzione, tanto che diverse generazioni di gioiesi sono passati per l’istituto di via Serra 35. E tutti si ricordano sempre di questa bella esperienza. La scuola materna «Santa Giovanna Antida» è ben organizzata con struttura curriculare e modulare per campi di esperienza secondo i nuovi orientamenti. Per cui soddisfa i bisogni effettivi, sensoriali, relazionali e cognitivi del bambino per lo sviluppo dell’identità e la conquista dell’autonomia, favorendo una crescita armonica. Inoltre, si avvale di un ambiente ben strutturato, con giardino e parco giochi all’interno, e di personale qualificato e specializzato per competenze nei vari campi di esperienza educativa. Interessante, infine, sono il laboratorio di lingua inglese, di educazione al suono e alla musica, di educazione motoria e di mini basket. Ha un servizio mensa e la possibilità di pre e post scuola. La scuola è diretta con grande sensibilità e dedizione da Suor Aurora Marra e si avvale della notevole competenza ed esperienza di una équipe di docenti composta, oltre che dalla stessa Suor Aurora, dalle dottoresse Carmela De Leo e Angela Di Gioia. Il disegno di questa pagina vuole essere un messaggio di amicizia, fratellanza e amore dei bambini della scuola «Santa Giovanna Antida» di Gioia Tauro a tutti i bambini del mondo. 14 Taurianova Taurianova 15 Tanti, troppi errori e inadempienze rilevate dal supremo organo contabile Elezioni - La «grande ammuina» tra intrighi, trappole e colpi di scena L’ombra, e la sorpresa, del «Terzo polo» Il candidato a sindaco per il gruppo che fa capo a Biasi è Placido Orlando (ma c’è chi scommette che sarà sostituito in corso d’opera; bruciato). Per il gruppo Macrì, invece, la candidatura dell’erede Filippa Orlando, che in un primo momento aveva dato la sua disponibilità, è sfumata proprio quando tutti la accreditavano come la «candidata a sindaco da battere». Il diessino Amuso non si candida, ma tenta una cauta (ma rischiosa) operazione di alleanza con l’Udc di Olga Macrì. Quest’ultima, al posto della nipote, come candidato a sindaco della sua coalizione avrebbe da scegliere tra due personaggi privi di precedenti esperienze politiche ma di grande valenza e impatto sull’elettorato. Che scenari, gente, che si prospettano per la conquista del palazzo di piazza Libertà. Scintille. Di più: fantasmagorici fuochi d’artificio. Con tutte le cautele del caso, ovviamente. Perché ciò che è dato per certo oggi, domani non lo è più. Ha proprio ragione il Lorenzo, sì, il Magnifico: chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. Ma è la coalizione di Biasi che ha battuto tutti sul tempo, dimostrando alle altre aggregazioni politiche ma soprattutto alla città, ai fedelissimi e ai potenziali elettori, che tale attivismo e tempismo nella elaborazione della lista significa saper fare politica e, consequenzialmente, di saper governare. Tutto fumo negli occhi? Sì, certamente. Ma al di là di tutto, bisogna Un errore etico-politico per la Mandaglio comunque dare atto che questa coalizione si è mossa esattamente come un gruppo politico l’aver firmato il ricorso al Tar si deve muovere a meno di due mesi dalle trane e complesse (problematiche?) le mosse politiche dell’ex elezioni. L’attivismo, il dinamismo, il vicesindaca, nonché sindaca per due giorni, Vincenzina Mandaglio, «fare», pagano. Soprattutto se dalle altre esponente dell’Mpa (Movimento per le autonomie locali che, vogliamo parti si cincischia, non si decide, si sta alla ricordarlo, è stato inventato da un politico siciliano che a livello finestra per vedere l’effetto che fa, esattanazionale non esita ad allearsi con la Lega di Umberto Bossi). La mente come è avvenuto nelle settimane Mandaglio, subentrata alla guida del Comune al posto del decaduto scorse e fino a martedì 3 aprile, giorno di Biasi, ha subìto il ripetuto assalto di quest’ultimo affinché fosse chiusura di questo giornale. Strana, comunnominato assessore (e tenere così ben saldo lo scettro del comando). C’è que, la vicenda di Filippa Orlando, perché da dire a onor della Mandaglio che la sua resistenza all’assedio di cui rinunciando fa esattamente ciò che Biasi sopra è stato strenuo. Non si sa, però, (e non lo sapremo mai) quanto essa voleva: eliminarla dalla contesa avrebbe resistito all’assedio di cui sopra se a scompaginare i piani del gruppo di potere che per anni ha abitato a Palazzo non fosse giunto elettorale. E se (attento Biasi) tra l’inaspettato commissariamento ordinato dal Prefetto De Sena. Bene, dopo fratello e sorella fosse stato siglato un questo trattamento come si muove la Mandaglio? Firmando (malgrado e patto d’acciaio di diabolica furbizia? E se nonostante Gino Cordova) il ricorso al Tar contro l’operato di De Sena. davvero, alla fine (attenti Placido e Filippa), Ma cosa sperava Vincenzina, che pure è avvocato? Di vincere il ricorso? la volpe-Biasi decidesse di cambiare cavallo E seppure avessero vinto (semmai fossero incappati in un giudice in corsa? Su tutto, infine, aleggia l’ombra, e improvvisamente impazzito) e lei fosse ritornata nella suite con vista su la sorpresa, di un «Terzo Polo», composto piazza della Libertà, avrebbe continuato, poi, a respingere l’assedio di da personaggi che, qualora decidessero di Biasi? Domande a cui non avremo mai risposte e che ci tolgono il sonno. scendere in campo, sarebbero in grado di Resta il fatto che quella firma sul ricorso al Tar, etica politica (tanto dare fastidio, molto fastidio a tutte le altre illustre quanto sconosciuta) a parte, in un paese normale con una politica normale avrebbe rappresentato un autentico suicidio politico. Ma a coalizioni. queste latitudini, si sa, si vive in un’altra Repubblica. Infatti ora la Sì, la fantapolitica ha trovato casa a Mandaglio si è candidata proprio nella coalizione di Biasi. Taurianova! S La Corte dei Conti bacchetta il Comune: «Bilancio non veritiero» l conto del patrimonio relativo all’anno 2005 non risponde al criterio di veridicità e integrità di cui all’art. 162 del T.U.E.L., stante l’irregolare tenuta degli inventari economici del Comune»: questa la conclusione della articolata deliberazione della Corte dei Conti dopo aver esaminato il bilancio economico del 2005 del Comune di Taurianova. In pratica il supremo organo contabile chiede altri ragguagli, questa volta precisi e inoppugnabili, circa la gestione amministrativa dell’ente. Se, dunque, la Corte dei Conti dice che il bilancio 2005 del Comune di Taurianova «non risponde al criterio di veridicità», tradotto in parole più semplici con un sinonimo, significa che quel bilancio è stato truccato. Se ciò è derivante da semplici distrazioni da parte di chi quel bilancio doveva compilare, e «fatte salve le responsabilità discendenti da fatti dolosi o colposi nella rappresentazione di dati non veritieri» (come si legge testualmente sempre nella deliberazione della Corte dei Conti) sarà certamente oggetto di attenta e scrupolosa verifica di chi ha l’autorità per farlo. Qui vogliamo soltanto far notare che a leggere la relazione del supremo organo di controllo economico degli enti locali, sembra che il bilancio del Comune di Taurianova sia stato redatto al tavolo di un ristorante imbandito di abbondanti libagioni, torta compresa. Perché sono tanti, troppi, gli errori e le omissioni rilevate dai revisori che la Corte dei Conti cita nella sua deliberazione datata 9 marzo 2007. Vogliamo anche dare atto, però, per amor di verità, che sulle irregolarità del bilancio del Comune di Taurianova il segretario dei Democratici di Sinistra, dottor Domenico Amuso, è stato il primo e l’unico tra i politici taurianovesi ad aver denunciato, già da tempo, queste incongruenze. E la Corte dei Conti gli dà ragione. Deliberazione che comincia col denunciare che «non è stato rispettato, «I in violazione degli artt. 151, 162, 175 e 193 del T.U.E.L., il principio del pareggio di bilancio (pareggio tra entrate e uscite)». Proseguendo con «non è stata fornita una adeguata assicurazione circa la legittimità delle procedure di conservazione dei residui attivi». E dà l’affondo: «Il collegio dei revisori ha comunicato a questa Corte che non è stata data motivazione della cancellazione dei residui attivi, che non sono stati stralciati dal conto del bilancio i crediti inesigibili, ed infine, che non sono stati eliminati residui passivi relativi a opere già realizzate». Magnifico. Per forza la Corte dei Conti parla di «non veridicità» di alcune voci. Poi c’è un capitolo dedicato a una operazione di «swap» (termine col quale si indica una operazione finanziaria a rischio) operata dal Comune di Taurianova, con conseguente emissione di un prestito obbligazionario (altra operazione finanziaria a rischio). Ma niente niente al Comune di Taurianova c’è chi con i soldi del bilancio gioca in Borsa? Però qualche inghippo ci deve essere, perché, come si legge testualmente nella deliberazione della Corte dei Conti «In merito a una operazione di “swap” operata dal Comune di Taurianova, con conseguente emissione di un prestito obbligazionario, operazioni che presentano profili di rischio evidenti, il collegio dei revisori e il responsabile finanziario dell’amministrazione comunale di Taurianova non hanno inteso fornire alcun chiarimento, impedendo a questa Corte l’accertamento della regolarità contabile e amministrativa dell’operazione». Altra nota dolente, altri errori od omissioni o scorrettezze, al capitolo 4 della deliberazione della Corte dei Conti: «Nella fase istruttoria è stato allegato un prospetto dal quale risulta che il totale dei titoli I e II non coincide con i totali di pag. 11 della relazione e con i dati riportati al punto1.2. del questionario allegato al bilancio. Inoltre, non è stato chiarito nel dettaglio a cosa si riferiscano le spese portate in detrazione per trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, spese per funzioni trasferite o delegate dalle Regioni, spese per conferimenti, spese per calamità naturali, mentre seri dubbi sorgono sulla correttezza delle detrazioni per acquisizioni di attività finanziarie. Si evince che il mancato rispetto del patto di stabilità discende da erronea rappresentazione dei dati contabili». Dati che fanno riflettere, non c’è dubbio. E che fanno chiedere: ma chi ha stilato questo bilancio, adopera le stesse procedure e gli stessi parametri che impiega per il suo personale bilancio familiare? TABACCHI LAGANÀ RICEVITORIA Lottomatica Sisal - Punto LIS Via XXIV Maggio, 4 - TAURIANOVA 16 Taurianova Taurianova Comuni italiani (anche capoluoghi di provincia) dall’identico contenuto: intervista al primo cittadino e pubblicità di aziende locali. Un’ottima idea commerciale, tutto sommato, che viene attuata praticamente da tutti, periodici e quotidiani. Peccato che la rivista scrive a chiare lettere che non si tratta di inserto pubblicitario, mentre palesemente lo è, infatti nel sito Internet del «Radiocorriere TV» sono pubblicate le tariffe per le aziende. Ma è la breve dichiarazione dell’ex sindaco Biasi che qui ci interessa. «Taurianova - dice, infatti, testualmente il nostro - è una città d’arte e di cultura; infatti, sul territorio esistono beni culturali di pregevole interesse... Trascinanti - dice ancora - sono gli eventi pubblici che si rinnovano ogni anno...». Tralasciamo quest’ultima ampollosa enfatizzazione (se togliamo «U ’mbitu» e la festa della Madonna della Montagna - che comunque attengono ai festeggiamenti patronali che anche l’ultimo minuscolo Comune italiano organizza) ci piacerebbe sapere a quali «trascinanti eventi pubblici» si riferiva l’ex sindaco. Forse all’Estate taurianovese? Ma va là! E torniamo alla magnifica ossessione di Biasi: «Taurianova città d’arte e di cultura». Ve l’immaginate la scena? Un turista arriva a Taurianova e chiede lumi sull’arte, sulla cultura e sui «beni culturali di pregevole interesse» (di biasiana invenzione) esistenti a Taurianova: dove lo mandiamo?, che di Toni Condello cosa gli facciamo vedere? Avvertenza: ’ SATIRA TU CHE SATIRO ANCH’IO chiunque dovesse sentirsi rivolgere una domanda del genere, mi raccomando, indichi al turista la casa del sindaco. Hai visto mai che tutti i tesori d’arte di Taurianova si trovino proprio a casa rano partiti per Reggio Calabria di buon mattino. Roy Biasi in testa assieme alla sindaca f.f. per 2 giorni Vincenzina Mandaglio e, a seguire, sua? l’ex maggioranza al completo con claque e bandiere annesse. Era tutto Comunque, non disperiamo: quando programmato, tutto studiato a tavolino fin nei minimi dettagli. Lo strateRoy Biasi diventerà Ministro della ga Biasi aveva spiegato alle sue truppe come, perché e in quale misura il Repubblica, state tranquilli: ci Tar di Reggio avrebbe accolto il loro ricorso contro il commissariamento del Comune di Taurianova. Lui la pratica l’aveva studiata per bene. Lui è un penserà lui. Sarà sicuramente avvocato. Lui stava combattendo una battaglia di democrazia, libertà e democapace di espropriare Firenze crazia: ecco perché la ragione, oltre che la legge, stava dalla sua parte. Ecco dell’Istituto Nazionale del Respiegato perché del corteo che si dirigeva verso Reggio facevano parte stauro e trasferirlo per decreto a claque e bandiere: al ritorno vittorioso a Taurianova, infatti, le auto si Taurianova. Proprio come ha fatto sarebbero fermate all’ingresso della città e poi, tutti a piedi verso il centro, mentre claqueurs e sbandieratori, in un tripudio di lodi e gloria l’ineffabile ministro Mastella, il al proprio condottiero avrebbero dato la lieta novella alla città. E a furor Clemente di Ceppaloni, il quale, motu di popolo lo stratega Biasi sarebbe stato incoronato «Roy I, imperatore proprio, ha trasferito in un attimo la di Taurianova, San Martino, Amato, Peghara e Gagghianu». Solo che, sede della Scuola Superiore della piccolo dettaglio, un giudice si è permesso di contrariare Biasi, respinMagistratura per l’Italia meridionale gendo al mittente il ricorso contro il commissariamento e, anzi, facendogli pagare pure le spese di giudizio. «È un’ingiustizia!», ha infatti esclada Catanzaro a Benevento, la sua mato (indignato) all’uscita dal palazzo della giustizia amministrativa provincia... reggino uno dei «personaggi» del seguito dell’ex sindaco. T.C. L L’ex sindaco è ancora alla ricerca dello smarrito senso della misura Uno studioso notissimo luminare per i suoi metodi di cura innovativi o ha detto e ripetuto per così tanto tempo che ormai ci crede davvero. «Taurianova città d’arte»: questa la fissazione, l’incubo, la sindrome, la magnifica ossessione del nostro ex sindaco. L’ultima di questa che è ormai una vera e propria iperbole (per usare un sostantivo mieloso) biasiana, ci viene propinata dal settimanale «Radiocorriere TV», il giornale di spettacolo e programmi radiotelevisivi della Rai. Un giornale che ha avuto un grande passato, con oltre un milione di copie vendute, ma con un miserrimo presente, la sua linea e i suoi contenuti essendo rimasti alla preistoria, mentre i giornali concorrenti si sono evoluti vieppiù, conquistando molto della fetta di mercato che per decenni gli era appartenuta. È inutile che cerchiate questo giornale nelle edicole di Taurianova: semplicemente non viene più distribuito. Perché ci occupiamo di ciò? Perché nel numero di marzo 2007 il «Radiocorriere», nella rubrica «Italia è...» pubblica due pagine su Taurianova. Due pagine composte da una intervista al sindaco Biasi (ma all’uscita del settimanale lo stesso era già stato esautorato dal Prefetto e in Comune si era già insediata il Commissario dottoressa Latella), un testo redazionale e 5 riquadri di pubblicità di aziende taurianovesi. Queste due pagine su Taurianova fanno parte di un corposo inserto riguardante 28 E un giudice zittisce la claque E 17 La scienza dell’Endoscopia deve molto al taurianovese professor Felice Cosentino F a sempre piacere sapere che un concittadino si fa onore in qualche campo del sapere in giro per l'Italia e per il mondo. Tanti personaggi, nel corso del tempo, hanno dato lustro a Taurianova e magari la maggior parte dei taurianovesi neanche lo sa. Per questo, e soprattutto per indicare ai giovani qual è il cammino giusto da seguire nella vita, questa volta ci occupiamo di uno studioso che con la sua perseveranza, ma principalmente con la sua intelligenza e la voglia di rendersi utile al Paese e alle persone, ha intrapreso una carriera brillantissima in un settore della medicina in cui c'è tanta sofferenza e tanto dolore, l'«Endoscopia digestiva». Negli anni passati per curare un paziente che aveva un'emorragia sul tratto intestinale (esofago, stomaco, duodeno, colon, ecc.) si doveva operarlo d'urgenza…. Oggi con l'endoscopia si evita nella quasi totalità dei casi l'intervento chirurgico con vantaggi sul paziente e sulla collettività in generale. È senza dubbio una metodica, questa, che necessita di studi e corsi di formazione, e oggi un plauso va al nostro concittadino dott. prof. Felice Cosentino, presidente del SIED (Società Italiana Endoscopia Digestiva, che accoglie oltre duemila specialisti), e dirigente all'Ospedale San Paolo di Milano, dove si effettuano oltre quattromila esami di endoscopia l'anno. In un'intervista rilasciata al Giornale il Prof. Cosentino ci fa capire i vantaggi di questa nuova metodica che da diagnostica è diventata sempre più terapeutica. Ma denuncia anche con profonda amarezza che non tutte le strutture ospedaliere hanno spazi adeguati a queste esigenze. La società che il Prof. Cosentino presiede mira alla formazione degli specialisti e al raggiungimento di un ottimo livello qualitativo in tutte le Regioni ed in ogni Centro. Un traguardo, questo, che va e deve essere conquistato. Il professor Cosentino oltre ad essere un ottimo e grande specialista nel suo campo, è anche un illuminato divulgatore, e nella sua materia ha scritto tre libri che rappresentano sicuramente un punto di riferimento nel comparto. I libri sono i seguenti: «Endoscopia Digestiva '90» - a cura di Felice Cosentino - Monduzzi Editore; «La Cromoendoscopia (L'impiego dei coloranti in Endoscopia Digestiva)», di Felice Cosentino e Roberto Motta; «Storia dell'Endoscopia Digestiva in Italia (parlano i testimoni del tempo)», di Felice Cosentino e Luciano Ragno.. La scienza ha possibilità immense, dobbiamo essere capaci di utilizzarla. È necessaria però una grande rivoluzione. La scienza e chi la professa sono importanti per la sopravvivenza dell'umanità. Un augurio di buon lavoro va al dott. Prof. Felice Cosentino e a tutti gli specialisti del SIED. Nella foto: il professor Felice Costantino. De Raco Vincenzo Tabacchi - Edicola Centro Servizi Express Via Roma, 21 TAURIANOVA (RC) TeleFax 0966.614980 Via Alcide De Gasperi, 133 - 89029 TAURIANOVA (RC) Tel. 0966.645678 - Fax 0966.614897 18 19 Taurianova Taurianova Importante iniziativa della scuola media «Natale Contestabile» Denise Laganà, Emanuele Chirico: giovani talenti della danza calabrese I genitori tornano sui banchi di scuola per capire meglio i propri figli A lla scuola media «Natale Contestabile» di Taurianova, è stato avviato, nello scorso mese di febbraio, un corso di filosofia e pedagogia facente parte ad un progetto approvato dalla Comunità Europea dedicato ai genitori degli alunni che frequentano oltre alle lezioni scolastiche anche il corso di informatica pomeridiano per tre volte la settimana. Il corso è articolato complessivamente in 60 ore e alla conclusione verrà consegnato ai partecipanti un attestato di frequenza. Io ho partecipato assieme ad altre mamme e a due papà (in tutto siamo stati 22 partecipanti), e devo dare atto che tutto sommato è stata una bella esperienza che ci ha fatto maturare ancora di più come genitori, poiché abbiamo trattato vari temi e problemi che quotidianamente ci vengono esposti dai nostri figli. I nostri docenti sono stati il prof. Piccolo, emblema dell'Istituto, dotato di grande umanità e sensibilità, la prof.ssa Murdica eccellente nella sua metodologia di insegnamento ai ragazzi ed il prof. Barresi giovanissimo ed estremamente preparato negli studi filosofici. Per noi genitori è stato come un ritorno dietro ai banchi di scuola ma in versione da adulti, abbiamo espresso le nostre idee a proposito del comporta- di Giovanna Errigo mento che si dovrebbe assumere nel rapporto scuola-famiglia, genitori-figli e in tutto il contesto sociale. Con il prof. Piccolo abbiamo iniziato le lezioni introducendo un dibattito riguardante lo stile dell'alimentazione corretta che si dovrebbe impartire ai figli sin da piccoli per evitare in futuro il dramma dell'obesità o della bulimia. Abbiamo continuato poi con vari argomenti: disagio giovanile, della violenza negli stadi, e altri temi di attualità La lezione sul bullismo nelle scuole è stato il tema più a lungo esposto dalla prof.ssa Murdica anche perché proprio in questi mesi sono successi dei fatti eclatanti come: l'insegnante che taglia la lingua allo scolaretto, i genitori che picchiano il preside perché contrario all'uso del cellulare in classe, i compagni che filmano con il videotelefonino le angherie al ragazzo disabile o le palpatine alla professoressa di turno ecc. Beppe ( il prof. Barresi), lo chiamo così confidenzialmente perché potrebbe essere mio figlio, ci ha impartito lezioni di filosofia e psicologia, iniziando dalla lettura di Platone «Morte di Socrate» (descrivendoci il grande sofista che accetta di morire per poter essere libero con le proprie idee, bevendo per imposizione il letale veleno ma lasciando il suo ricordo vivo con i suoi insegnamenti fino ai giorni nostri); proseguendo con la teoria di Hegel associando la logica e la ragione a tutto ciò che ci circonda oltre agli avvenimenti politico-sociali odierni; terminando con una lettura del premio Nobel Norberto Bobbio, analizzando la quale ci siamo resi conto che le nostre ideologie non possono morire mai perché è proprio la vita che ci presenta le varie dicotomie sociali e spetta a noi valutare tra due convergenze quale sia quella giusta da seguire. Si è discusso, infine, sull'inquinamento atmosferico e sui disastri ecologici e su tanti altri problemi che incidono sulla nostra vita quotidiana. È stato tutto interessante e istruttivo e io, a nome di tutti i partecipanti, ringrazio la scuola Media «Contestabile» per averci dato questa opportunità, regalandoci una esperienza, anche se per poco tempo, così gratificante che ha contribuito ad arricchire il nostro bagaglio culturale sia come genitori che come esseri umani facenti parte di una società che si sta logorando sempre più e per cui dovremmo darci da fare per cercare i rimedi al più presto. Per Denise ed Emanuele una successo regionale U n altro splendido allora per la coppia di ballerini di latinoamericano di Taurianova Denise Laganà ed Emanuele Chirico, i due giovani e bravissimi talenti della danza calabrese. Denise ed Emanuele, infatti, dopo una agguerrita competizione sono riusciti a ottenere il quinto posto al Campionato regionale Calabria 2007, nella categoria Danze Latine 16-18 anni, classe B1. Vista la loro giovanissima età, è un traguardo molto valido, che prelude sicuramente ad altri e più impegnativi obiettivi. Denise Laganà ed Emanuele Chirico sono allievi della scuola «Flash Dance» di Palmi, dove sono seguiti dal maestro Saverio Scarcella, scuola che aderisce alla FIDS, Federazione Italiana Danza Sportiva, che a sua volta rientra tra le Federazioni del CONI. Nella foto a destra: Denise Laganà ed Emanuele Chirico, dopo la premiazione al Campionato Regionale. Domenico Amuso riconfermato segretario dei Democratici di Sinistra I Democratici di sinistra di Taurianova hanno celebrato il IV congresso, nel corso del quale sono stati eletti i nuovi organismi dirigenti e sono state illustrate e votate le tre mozioni: la n. 1: «Per il Partito Democratico» che porta la firma del segretario Piero Fassino; la n. 2: «A sinistra per il Socialismo europeo» di Fabio Mussi; la n. 3: «Per un Partito nuovo, Democratico e Socialista» di Angius-Zani. Il segretario uscente, il dr. Domenico Amuso, che ha aperto i lavori del Congresso di Sezione, ha illustrato la I mozione proposta da Piero Fassino. La seconda mozione, quella del Ministro Fabio Mussi, è stata illustrata dall'avvocato Salvatore Costantino.La terza mozione, di Angius-Zani, è stata illustrata da Ninì Sprizzi. Dopo l'appassionato dibattito a cui hanno partecipato numerosi i Diessini si è proceduto alle operazioni di voto e allo spoglio delle schede che hanno visto la mozione del segretario Fassino prevalere con il 65% dei voti mentre la Mussi ha ottenuto il 25% e quella di Angius il 5%. Si è proceduto alla indicazione dei 5 delegati al congresso provinciale: quattro sono toccati alla Mozione di Fassino (Totò Tripodi, Pasquale Saccà, Angela Marafioti, Giuseppe Cardona) e uno alla mozione di Mussi (Giuliano Boeti). I lavori si sono conclusi con la elezione dei componenti della Direzione composta da 22 componenti, 14 per la Fassino, 6 per la Mussi e 2 per la Angius. A conclusione dei lavori è stato riconfermato all'unanimità il segretario Domenico Amuso, che ha dichiarato di volere riconfermare la segreteria uscente nelle persone di Angela Marafioti, Liliana Pezzano, Fiorentina Leone, Raffaele Loprete (segretario della Sinistra Giovanile), Fortunato Plataroti, Giuseppe Cardona, Pasquale Saccà e Pietro Spirlì. Alla fine si è quindi proceduto alla nomina della Commissione di Garanzia di cui fanno parte Attilio Orefice come Presidente, Mario Romeo e Rocco Sicari componenti. Via Garibaldi, 8/10 - Tel./Fax 0966.638427 - 89020 SAN MARTINO (RC) 20 Taurianova Anche questo fa parte della «città meravigliosa» che l’ex sindaco Biasi si è sempre vantato di aver fatto di Taurianova La strada della Rizziconi L vergogna Sportello telematico di cooperazione tra le imprese e i Comuni della Piana ELEZIONI - C’è in giro un gran movimento ma sono ancora in troppi a stare alla finestra e riunioni. i progetti, le candidature (vere o presunte) si susseguono con grande ritmo, mentre le voci le più disparate si susseguono e si inseguono senza controllo alcuno. E c’è anche chi vede trappole e onsinua sospetti un po’ dappertutto. Sta di fatto che è ancora troppo presto per poter avere, concretamente, il polso della situazione politica in atto. Intanto una scadenza già c’è: entro il 27 di questo mese si dovranno presentare le liste dei candidati all’ufficio elettorale. Ecco perché c’è gran fermento in giro: soprattutto perché il tempo stringe e le alleanze possono anche sfumare. Di nomi se ne fanno tanti, di candidati a sindaco pure, ma c’è da scommettere che i nomi «giusti» devono ancora essere fatti, perché c’è il pericolo di «bruciature». stato inaugurato con una grande partecipazione. Ora è auspicabile che le sue grandi potenzialità possano essere messe a frutto, per ottenere quei vantaggi, per Rizziconi ma anche per altri centri della Piana, che almeno in teoria sembrano davvero allettanti. Si tratta dello «Sportello per lo Sviluppo», progetto telematico realizzato dall’Anci e dal Formez in collaborazione con il Pit 19 della Piana di Gioia Tauro e l’Asireg. Una struttura che nasce con un obiettivo piuttosto ambizioso: creare un meccanismo di cooperazione tra le Amministrazioni comunali dei centri della Piana e le imprese, al fine di promuovere politiche di sviluppo del territorio. L’inaugurazione dello Sportello telematico si è svolta nella sala conferenze del palazzo municipale, una cerimonia semplice ma molto significativa, sotto la presidenza di Antonio Marafioti, sindaco di Seminara e presidente del Pit 19, alla presenza di amministratori, tecnici e rappresentanti di tutti i comuni interessati. È La cultura si chiama «Drusium» S «Una strada così non c’era neanche cinquant’anni fa», scrivevamo nell’ottobre del 2006 a proposito della strada che torniamo a illustrare con queste foto: è una traversa della Circonvallazione densamente abitata, dove si trova Montarello, la più importante azienda di vendita di computer e di strumenti di rilevamento topografico della città. Ebbene, la situazione è ancora peggiore di cinque mesi fa. A causa delle piogge in alcuni punti la strada è letteralmente franata e si sono aperte delle grosse falle che, come documentiamo nelle foto, sono segnalate da rami e, addirittura, con un secchio, per evitare che qualche auto o, peggio, qualche persona, possa finirci dentro. Non ci sono parole, è una vera vergogna: da anni gli abitanti della zona hanno segnalato l’inconveniente al Comune, ma evidentemente l’assessore preposto e il sindaco, l’ex sindaco, avevano altro verso cui rivolgere le proprie attenzioni. Che bel regalo che ha lasciato ai posteri un sindaco che si è preoccupato soltanto del rifacimento di alcuni marciapiedi. 21 i chiama «Associazione Drusium» ed è il nuovo gruppo culturale del territorio, che ha come obiettivo quello di valorizzare, dare il giusto risalto principalmente al sito archeologico del paese. Un’operazione storico-culturale di grande importanza anche sociale, perciò la «Drusium» va accolta da tutti come un’associazione che merita rispetto e considerazione. Ovviamente si dovrà, vedere quanto del corposo programma che i soci fondatori si sono prefissati essi riescano poi a realizzare. L’Associazione, infatti, si propone di avviare la promozione e lo sviluppo delle attività culturali e ricreative del territorio; di riunire enti o privati interessati allo sviluppo delle cultura, dello sport e dello spettacolo; di organizzare a sua volta, manifestazioni culturali ma anche di spettacolo, di animazione sociale, raduni e rassegne; di partecipare alla gestione di servizi pubblici inerenti ad attività culturali, sportive e ricreative. L’assemblea dei soci ha eletto nel consiglio direttivo: Martino Teodoro Cutrì (presidente), Maria Rosa Rao (tesoriere), Maurizio Piccolo (segretario), mentre per il coordinamento delle attività artistico-culturali, il direttivo ha chiamato il giornalista Antonino Catananti Teramo. Cerchiamo collaboratori da tutti i Paesi della Piana. Soprattutto giovani che vogliono avvicinarsi al giornalismo mail: [email protected] 333.7679600 Preghiamo anche enti e Associazioni di inviarci per e-mail i loro comunicati San Martino Amato Personaggio poliedrico: cantastorie in lingua e in vernacolo, paroliere, musicista Il ballo come aggregazione sociale e culturale ma anche come divertente attività parrocchiale 22 Rocco Carpentieri, il cantastorie delle nostre radici socio-culturali 23 di Caterina Provenzano un personaggio poliedrico, Rocco Carpentieri (nella foto). Classe 1958, residente a San Martino di Taurianova, i più lo conoscono come «il cantante del gruppo folk “Rocco Carpentieri e la sua band”». Ma c'è dell'altro che sicuramente deve ancora essere legittimato e che lo annovera quale poeta in lingua e vernacolo, cantastorie, paroliere, musicista. Al di là della globalizzazione di stereotipati modelli folcloristici di indubbia cultura meridionale, Rocco Carpentieri porta avanti da anni un «progetto reale», come lui stesso lo definisce: avvicinare le giovani generazioni alle radici socio-culturali della Calabria. Un riappropriarsi di un passato fatto di antichi sapori, mestieri, modi di dire e di fare che rischiano di scomparire per sempre nell'oblio di una quotidianità che guarda al futuro, ma che non si volta più indietro. Il mezzo di cui si serve è la musica È Cerchiamo collaboratori da tutti i Paesi della Piana. Soprattutto giovani che vogliono avvicinarsi al giornalismo mail: [email protected] 333.7679600 Preghiamo anche enti e Associazioni di inviarci per e-mail i loro comunicati che, unita alle parole «sentimentali ed evocative», dice «catturi l'attenzione del giovane che di amore ed affetti vuole sentir parlare». Le serate del Gruppo folk internazionale «San Martino», nato nel 1995 e composto da dieci elementi, suona e canta nelle piazze di tutto il mondo. Concerti in Australia, Argentina e in tutta Italia – soprattutto nel settentrione, dove ci sono comunità di immigrati calabresi – gli hanno procurato un angolino di fama all'insegna delle tradizioni e del divertimento. La sua voce si accompagna a strumenti di antica e nuova generazione, così da mischiare elementi dal sapore antico e classico a quelli nuovi, che i giovani preferiscono: organetto, tamburello, fisarmonica, chitarre battenti, triangoli, piano… Cinquantatremila copie vendute in tutto il mondo per la sola canzone Ti vorrei, scritta e musicata nel 1990 dallo stesso Carpentieri per la raccolta A lei se mi ascolta. Le voci sono di Carpentieri e della Moglie Cosimina. Molti i CD venduti, promossi dall'Associazione socio-culturale Calabresella, di cui Carpentieri è membro onorario. Fra gli altri si ricorda anche quello dal titolo 'U Panareddu in cui a un'attenta disamina dei valori si unisce a ricordi d'infanzia, personaggi sanmartinesi, e pensieri di tutti i giorni. I testi sono vere poesie, sia nella forma – che presenta numerose allitterazioni, consonantismi, figure retoriche, nonché un preciso schema metrico – sia nel contenuto, grazie alla posposizione sintattica e grammaticale dei termini. Un altro Cd è in preparazione, probabilmente uscirà per la prossima estate. Oltre ad essere cantautore e paroliere per interpreti calabresi, Carpentieri è anche un bravo poeta sentimentale e di N denuncia sociale. La sua silloge è ora in vernacolo ora in lingua. La sua poetica si riconduce tutta ai sentimenti buoni e al vivere sociale dignitoso e rispettoso. È pronta per le stampe la sua prima raccolta di testi poetici, che con molta probabilità uscirà a primavera. Il testo Tu, sempre tu si aggiudicò il primo posto al concorso internazionale Città di Montecarlo, sezione poesia nel 1982. Fra le poesie inedite ricordiamo Compagna di scuola, in lingua, con essa Carpentieri vinse a Siena, nel 1989, il primo premio del concorso Letterario Nazionale Penna d'Oro. Il testo, invece, Povera terra mia ebbe il primo premio in un concorso regionale calabrese. Nel 2002 la poesia Alba rosata si aggiudicò il premio benemerenza della Casa della Cultura di Palmi per l'originalità del testo. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari: Salerno, Ferrara, Genova, Reggio Calabria. Alcune sue poesie sono state pubblicate da periodici e riviste tra cui Calabria Sconosciuta. Le tematiche sono sentimentali ed evocative. Persone che non ci sono più, ma che hanno lasciato un insegnamento, vecchi modo di fare. Di intensa liricità le poesie di denuncia sociale. Su tutti prevale la poesia Caro Padre, contro l'orrore della guerra e le trasformazioni psicologiche e sociali che essa infligge. A Rocco Carpentieri il merito di aver saputo cogliere l'importanza delle tradizioni e del passato ed il tentativo di farle passare alle generazioni future attraverso l'azione presente. ato da un'idea di Angela Crea e attuato da una insegnante specializzata, Beatrice Sgarano, è iniziato il 1° corso di Ballo Moderno, che ha come protagonisti assoluti bambini dai cinque anni in su e adolescenti fino ai 18. Portato avanti quasi per gioco, il progetto è diventato una bella realtà che ha trovato appoggio in un'intera Comunità parrocchiale, quella Amatese, che ha subito gradito l'idea, visto l'elevato numero dei partecipanti. Molto entusiasmo si è avuto, infatti, tra i bambini che cominciano a muovere i primi passi tra scuola e parrocchia e che trovano nel ballo la libertà di esprimersi. Non meno entusiasti i genitori, che considerano questo progetto un momento di incontro, di socializzazione di questi figli spesso prigionieri, all'interno delle mura domestiche, della scatola mediatica dal nome televisore e che finalmente escono di casa non solo per attività di puro intrattenimento. Il percorso, di Angela Crea infatti, non vuole essere solo momento di «movimento», ma di crescita e maturazione sia sociale che culturale per dei bambini che attraversano una fase della loro crescita molto delicata e importante. Per tutto questo bisogna naturalmente porgere un grazie al parroco don Antonio Scordo, che ha subito sostenuto l'idea e favorito il suo realizzarsi mettendo a disposizione il salone parrocchiale S. Pio X, che per dimensione e collocazione ben si presta all'iniziativa. «L'augurio mio - dice don Antonio- è che l'entusiasmo di questi bambini, la loro voglia di farcela, non si fermi in un “ballo”, ma prosegua con entusiasmo nel realizzarsi del progetto di vita quotidiana molto più complesso, faticoso e ricco di ostacoli di quanto potrebbe essere un “passo base”; di questo ringrazio l'ideatrice del progetto che ben conosce la realtà del paese, che necessita di questa e tante altre iniziative rivolte ai nostri giovani». Laurea Auguri, meritatissimi, a Maria Ciano di San Martino, che si è laureata brillantemente in «Teologia fondamentale: scienze delle religioni», alla Pontificia Università Lateranense di Roma. Maria Ciano, molto conosciuta per il suo impegno di educatrice nella Parrocchia «Maria SS. della Colomba di San Martino, ha discusso la tesi «Tommaso Campanella e le religioni», laureandosi con 86/90 «cum laude». A Maria Ciano gli auguri più fervidi da parte della direzione e della redazione di «Città Mia». L’amatissimo Parroco di San Martino e Amato Don Antonio Scordo trasferito a Polistena È stato parroco delle Parrocchie «Maria SS. della Colomba» di San Martino per 13 anni e, in contemporanea, «S. Pio X» di Amato per tre. Ora Don Antonio lascia: il Vescovo Mons. Bux lo ha destinato alla Parrocchia dell’Immacolata di Polistena, dove si insedierà ai primi di ottobre. Sia a San Martino che ad Amato Don Antonio Scordo lascia un grande vuoto tra tutti i parrocchiani, dove è tuttora uno dei parroci più amati. Il suo successore non è stato ancora nominato, ma ovviamente lo sarà presto: egli troverà sicuramente tanta collaborazione e affetto in entrambe le comunità, ma la devozione per Don Antonio, ne siamo sicuri, resterà ugualmente intatta. 24 Cittanova Alla scuola primaria «Diomede Marvasi» Cittanova 25 ELEZIONI Situazione politica confusa ma in evoluzione C Festa di Primavera con canti, balli e fiori C ome da consuetudine anche quest’anno il 24 marzo nei locali della scuola primaria «Diomede Marvasi» di Cittanova, gli alunni delle quarte e quinte classi hanno salutato l’arrivo della primavera con una grande festa, molto sentita non soltanto dai ragazzi ma anche dalle molte mamme presenti alla manifestazione. L’input è stato dato dal Dirigente scolastico dottoressa Angela Maria Colella. Il «progetto ambiente» è stato sviluppato dalla collaboratrice scolastica, nonché referente, Paola Anastasi, unitamente agli insegnanti delle suddette classi. Il Comune, come ogni anno, ha fornito l’occorrente per la piantumazione. C’erano piante di Prunus, Mimose e coloratissimi gerani. Gli operatori sul campo sono stati gli alunni che hanno sistemato le piantine nei locali del complesso scolastico, con la preziosa consulenza di personale specializzato del Comune di Cittanova. Inoltre gli alunni stessi, vestiti da contadini, dopo il saluto dell’assessore Giuseppe D'Amico, responsabile cittadino dell’Ambiente, hanno dato vita ad uno spettacolo di canti e balli sulla primavera. La festa si è conclusa in refettorio, dove i genitori degli alunni hanno preparato gustose leccornie a base di pizzette, patatine e svariati tipi di dolci. Nell’illustrare le finalità della «Festa di Primavera, l’assessore D’Amico si è soffermato sulle campagne ecologiche portate avanti dal suo assessorato, che includono anche iniziative sulla raccolta differenziata dei rifiuti e una escursione in Aspromonte: iniziative che contribuiscono alla creazione nei ragazzi di una maggior coscienza civica e di un consapevole rispetto dell’ambiente. Donatella Marra Nelle foto - Sopra: canti, balli e lancio di petali di fiori in onore della Primavera; al centro: l’assessore Giuseppe D’Amico mentre dialoga con i ragazzi; sotto: la piantumazione degli alberi. i vorrà ancora qualche giorno per poter capire quali sono i reali giochi politici che si stanno consumando tra frenetiche riunioni, contatti, voci, abboccamenti vari. La situazione politica cittanovese, insomma, appare ancora confusa e in continua evoluzione. Negli scenari futuri due potrebbero essere i punti focali dell’aspra campagna elettorale, la cui prima fase si chiuderà entro il 27 di questo mese, data entro la quale i partiti dovranno consegnare le liste. Senza dubbio la novità più importante può ricondursi al ruolo che potrebbe avere, che sicuramente avrà, D’Agostino, il patron di «Stocco & Stocco». C’è un ampio schieramento, per esempio, che lo vorrebbe candidato a sindaco dello schieramento di sinistra. Dentro il quale, però, esistono più anime, più orientamenti, più ambizioni, com’è giusto che sia. Le voci si rincorrono alquanto freneticamente, ma si vedrà soltanto fra alcuni giorni. L’altra incognita è rappresentata dalla proliferazione delle liste civiche: quante saranno, alla fine?, quattro, cinque, di più? È un fenomeno, questo, da non sottovalutare, perché la nascita di liste civiche vuol dire due cose: 1) si tratta di giovani, di professionisti, animati dalle più civili intenzioni di far bene in politica e nell’amministrazione della città: Sono sicuramente da prendere in considerazione; 2) si tratta di liste composte da gente improvvisata o fuoruscita da altri partiti che, una volta raggranellati qualche centinaio di voti, si coalizza di solito con la parte vincente per partecipare, poi, alla spartizione delle poltrone: assolutamente da evitare. L'arte del découpage di Melina Mugoli M elina Mugoli, nata a San Ferdinando, ma residente da trentacinque anni a Cittanova, sposata con Domenico Piromalli e madre di una figlia, psicologa, ha iniziato la sua attività nel settore del découpage da autodidatta, appassionandosi sempre più nell'attività creativa e manuale. Impegnandosi a studiare le tecniche, si è dedicata all'arte a tempo pieno, istituendo un piccolo laboratorio, dove realizza e vende le sue creazioni. Ammirando i lavori, si nota maestria ed estro nelle tegole e nel restauro del legno, che risaltano per i colori brillanti e i disegni variegati. I soggetti non sono ripetitivi, anzi si distinguono per la particolarità delle immagini sacre e profane. La natura è dipinta in tutta la sua spettacolarità e magia, quasi dal vivo. In ogni elemento si intravede l'anima dell'artista che estrinseca le sue doti immettendoci gusto e professionalità. Presenta con modestia la sua produzione, consapevole che il visitatore apprezzerà il suo intimo desiderio di migliorare sempre più. Si dedica anche a decupare e restaurare con la carta ogni tipo di materiale (sassi, legno, latta, mattonelle, tegole). Ha raggiunto un ottimo livello nella Keramìs e sta tenendo dei corsi di découpage per coloro che apprezzano questo genere di espressione artistica. Il suo laboratorio, che si può definire galleria d'arte, si trova a Cittanova, in Via Dante, ed è aperto al pubblico tutti i giorni della settimana , dalle 8,30 alle 12, e dalle 17 alle 20. Nella foto: Melina Mugoli nel suo studio-galleria d’arte di Cittanova. Isabella Loschiavo 26 Polistena 27 Polistena Commemorato, nel 20° anniversario dell’uccisione, il prof. Giuseppe Rechichi, vicepreside dell'Istituto Superiore Magistrale a lui intitolato Per l’8 Marzo intervista con le donne della Storia Impegno e cultura contro l’arroganza della mafia effetti psicosociali dei mass media e «Gilli ruolo della scuola nell’area tecnologica»: questo il tema di un interessante convegno organizzato nell’auditorium del Liceo delle Comunicazioni (l’ex Magistrale) «Giuseppe Rechichi» di Polistena, nel 20° anniversario dell’uccisione proprio del prof Rechichi, che in quel liceo insegnava e a cui è ora intitolato. La conferenza, che è stata organizzata dall’asso-ciazione culturale antimafia dedicata proprio al docente, e alla quale erano presenti tra gli altri il preside dell’istituto Giuseppe Pipicella e la figlia del docente ucciso, è stata tenuta dal sociologo taurianovese Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio nazionale sui diritti dei minori, che su questi temi ha scritto il libro «L’onnipotenza dei media, Sua Maestà la TV», da poco in libreria. La conferenza ha concluso il ciclo di iniziative promosse dall'associazione culturale antimafia «Giuseppe Rechichi», presieduta dal professor Ezio Giusti. Per onorare la memoria del professor Rechichi, si è anche tenuto un concerto di musica sacra con la partecipazione del soprano Gabriella Corsaro e del quartetto della Filarmonica «Francesco Cilea». Sono anche stati assegnati premi di studio a sei studentesse dello stesso istituto e sono state deposte corone di alloro nel luogo in cui è caduto il prof. Rechichi. U Nelle foto - Sopra: il tavolo dei relatori; sopra: un disegno che ritrae il professor Giuseppe Rechichi; sotto: gli studenti presenti alla cerimonia. n evento culturale che ha dato grande soddisfazione ai docenti ma soprattutto agli studenti: un 8 Marzo di così alto significato storico e sociale non si era mai visto. E alla fine i complimenti sono stati davvero tanti e per tutti. Particolare soddisfazione, ovviamente, è stata espressa dai dirigenti scolastici del Liceo della Comunicazione «Rechichi», professor Giuseppe Pipicella» e della scuola media «Salvemini», professoressa Maria Domenica Mallamaci, i due istituti che hanno concretamente allestito il bellissimo spettacolo, che si è svolto al cinema Garibaldi. Oltre a balletti e recita di poesie, particolarmente interessante è stata l’«intervista con la Storia»: dove le donne più importanti, che nel corso dei secoli hanno lasciato la propria impronta culturale, sono state, appunto, intervistate per raccontare le proprie scoperte, i propri studi, le proprie battaglie civili, sociali, culturali. Un altro momento di particolare interesse ha visto come protagoniste alcune studentesse straniere: Rigeta Vata (Albania), Maria Elena Gentile (Cile), Leila El Haquaui e Sara El Gouazi (Marocco), Paulina Kosz (Polonia), le sorelle Cristina, Bianca e Maria Dascalita (Romania) e Marina Zungri (Russia), che hanno illustrato i propri Paesi di origine attraverso immagini e poesie.Lo spettacolo ha avuto i seguenti protagonisti. Presentazione, recitazione, lettura brani: Elena Auddino, Giorgia Sorace, Valeria Ammendolea, Simona Attanasio, Tania Borgese, Francesca Condolci, Rachele Condò, Giulia Leone. Balli e danze: Ilenia Furfaro, Giovanna Filardo, Annarita Fondacaro, Immacolata Giovinazzo, Angela Legato, Fabiola Lo Bartolo, Saveria Minniti, Stefania Napoli, Gloria Spata. Esecuzioni mujsicali e canto: Maria Grazia Rocciolo, Gabreiele Cento, Valentina De Marco, Alessandra Ammazzagatti, Tania Borgese, Immacolata Ciurleo, Valeria Piccolo. T utti noi siamo soliti considerare l'8 marzo una giornata molto piacevole. Le donne, infatti (soprattutto nelle città), approfittano di questa ricorrenza per trascorrere con le amiche una serata all'insegna dello svago, dell'allegria, del divertimento e talvolta - perché no? - della trasgressione. Per noi tutti, insomma, associare la Festa della Donna alla compagnia, alle risate e all'ilarità è praticamente un assioma. Eppure l'8 marzo ricorda una giornata molto triste. Per le donne, ma non solo. Nel 1908, infatti, alcune operaie dell'industria tessile Cotton di New York organizzarono una protesta contro le terribili condizioni lavorative che venivano loro imposte. La manifestazione si protrasse per giorni e l'8 marzo di quell'anno, il proprietario dell'industria fece chiudere le scioperanti all'interno Disegni e cartelloni: Maria Leone, Sara El Gouazi, Maria Tripolina Corrone, Veronica Fazzari, Ilenia Marra, Valentina Milardi, Angelica Napoli, Selene Pronetì. Suono-Video: Giosuè Greco, Andrea De Moja, Carmela De Luca, Cristina Fida. della fabbrica e vi appiccò il fuoco. Persero la vita arse dalle fiamme ben 129 operaie (tra cui delle italiane). Col tempo questa data ha assunto un significato forte, per ricordare a tutto il mondo i sacrifici, le difficoltà e gli abusi che le donne hanno subito nel corso dei secoli per riuscire ad affermare, riscattandole, dignità, libertà ed emancipazione. Le donne occidentali, hanno la fortuna di poter festeggiare l'8 marzo come meglio credono, ma pensiamo alle donne del mondo orientale, cui nella stragrande maggioranza è negato qualsiasi diritto. L'8 marzo, dunque, deve anche e soprattutto servire per ricordarci il tributo di sangue versato dalle donne nella lotta contro la miseria e lo sfruttamento e per diffondere e affermare nel mondo il grande ideale dell'emancipazione femminile. Il perché dell’8 Marzo 28 29 Conferenze in tutti gli Istituti scolastici superiori della Piana Auto d’epoca: un fascino che non tramonta mai Q uando ci sono loro è sempre una grande festa: ammirate, coccolate, invidiate e amate. Sono le «Vecchie signore», auto d’epoca, auto storiche, delle quali si fa collezione e che a volte raggiungono dei prezzi dell’ordine di qualche centinaio di migliaia di euro. Nella Piana di Gioia Tauro di queste «bellezze» ne esistono più di mille e l’ultima occasione per ammirarle è stata durante la bella «Sagra dell’Annunziata» di Oppido Mamertina. Qui, infatti, sono state esposte una quarantina di auto d’epoca, grazie all’adesione alla manifestazione oppidese del «Cavesa», il «Club Amatori Veicoli Storici d’Aspromonte», con sede a Cittanova, presieduto dall’avvocato Antonio Spagnolo Muratori, pure di Cittanova, che conta ben 850 soci e che è federato all’Asi, Automobilclub Storico Italiano. Fra le tante auto d’epoca presenti a Oppido, tutte bellissime e ammiratissime, non possiamo non citare l’eleganza di una Fiat Balilla cabriolet del 1931 (auto da corsa dell’epoca), di proprietà del presidente del Cavesa; una Ford A Phaeton del 1930, si proprietà di Giuseppe Laganà di Taurianova; una Citroen berlina del 1930, di proprietà dell’architetto Bovalina di Cittanova. Nelle foto - Sopra: lo stand del club Cavesa in piazza Duomo a Oppido, sotto cui si notano due splendidi esemplari di Balilla (il secondo da sinistra è il presidente, l’avvocato Spagnolo Muratori); al centro, Giuseppe Laganà accanto alla sua magnifica Ford A Phaeton del 1930; sotto: Mimmo Rossetti accanto a una ammiratissima fuori serie e Rocco Laganà accanto a una delle prime Topolino. Quando la Marina chiama i giovani rispondono stata una lezione davvero fuori dall’ordinario quella cui hanno assistito gli studenti delle quinte classi È nell’auditorium dell’Istituto Superiore «Gemelli Careri» di Taurianova. A tenere la lezione, nella sua splendida divisa blu, il Sottotenente di Vascello (CP) Alessio Romeo, che era accompagnato dal Sottocapo di II Classe Salvatore Gallo e da Stefania Grutteria, Comune di I Classe, della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro. L’ufficiale e i suoi collaboratori sono stati accolti dal dirigente scolastico Tommaso Mittiga e dal corpo docente; quindi, in auditorium, per tuffarci, metaforicamente, nella storia della nostra Marina Militare. L’incontro di Taurianova fa parte di un preciso programma della Marina è si è svolto in tutti gli Istituti scolastici superiori della Piana. Lo scopo: consentire ai giovani prossimi al diploma di conoscere un altro aspetto della loro vita lavorativa futura, una possibilità in più che la Marina Militare offre loro. Entrare in Marina, oggi, vuol dire far parte di un’Arma delle nostre Forze Armate moderna, dinamica, aperta al futuro, con una tradizione gloriosa alle spalle e con un presente di grande impegno sociale, oltre che, naturalmente, propriamente d’istituto. Oggi la nostra Marina è presente con i suoi uomini e i suoi mezzi negli scenari internazionali al pari delle Marine dei più importanti Paesi del mondo. Tutto questo e molto altro ha spiegato, con una prosa appropriata ed efficace, il Sottotenente di Vascello Alessio Romeo, catturando a lungo l’attenzione di studenti e studentesse (le donne, in Marina, sono da anni una bella realtà), i quali hanno sicuramente gradito la lezione «fuori ordinanza». Ora sanno che cosa possono, anche, fare da grandi. Il fascino e il prestigio della nostra Marina Militare, oltre che la seduzione della vita di mare e la prospettiva di lavoro e di carriera, richiamano sempre più i giovani, sia uomini che donne 30 Convegno al’Istituto Superiore «Gemelli Careri» di Taurianova A lezione di integrazione etnica e culturale U no straniero si sente è sempre più interessata al fenomeno «uguale» soltanto se dell'immigrazione ed è ormai certo che di Lucia Ferrara avverte di essere consibisogna imparare a convivere con gli derato «cittadino» come gli abi«altri». La sfida dell'integrazione tanti del paese che lo ospita e ciò può avvenire solamente se coinvolge tutti e specialmente la scuola che, con la sua attività tutta la società prende coscienza del problema «integrazio- cognitiva ed il suo impegno formativo, può favorire una cultura dei ne»e riesce a instaurare un dialogo che porti al confronto e crei valori civili, l'osservanza della legalità e contribuire a prevenire qualcosa di nuovo e di diverso nei rapporti sociali. Compito forme di discriminazione e di razzismo. della scuola è, allora, quello di educare i giovani Nasce da questi presupposti il convegno promosso il 9 marzo 2007 all'accoglienza dell'altro, alla sua accettazione, al riconosci- dal dirigente scolastico dell'Istituto Superiore «G.F. Gemelli mento delle identità personali in vista di un arricchimento Careri» di Taurianova, Tommaso Mittiga, sul tema «Integrazione, comune, all'integrazione di soggetti diversi per etnia e cultura, solidarietà, partecipazione: un percorso al femminile» su conservando la specificità di ciascuno. E' sicuramente, iniziativa della prof.ssa Clelia Bruzzì, referente delle Pari questo, un processo lento che si snoda nel tempo e che richiede Opportunità e con la collaborazione della prof.ssa Lucia Ferrara, innanzitutto la capacità di incontrare gli «altri», di confrontar- Funzione Strumentale Area 3. si, di mettere in discussione le proprie posizioni e idee, così da Relatrici del convegno al quale hanno partecipato tutte le quarte e sconfiggere la paura che spesso si ha per il «diverso». L'Italia quinte classi dell'Istituto con i rispettivi docenti, sono state: la 31 Compito della scuola è educare i giovani all’integrazione di soggetti diversi per etnia e cultura, conservando la specificità di ciascuno dott.ssa Geneviève Makaping, antropologa, sociologa e giornalista; la dott.ssa Lorena Cicciotti, dirigente del commissariato di PS di Cittanova; la dott.ssa Rosa Romeo, presidente dell'Auser di Taurianova; la prof.ssa Enza D'Agostino, presidente Università delle LiberEtà della Piana; la Signora Milika Shehi della Consulta Immigrati di Cittanova. Il dirigente scolastico, dopo aver rivolto il suo saluto alle ospiti intervenute, sottolinea la valenza sociale ed educativa dell'incontro e auspica che dalla discussione del tema possano emergere contributi utili per il miglioramento dei rapporti di integrazione degli immigrati. La dottoressa Lorena Cicciotti mentre riconosce che la problematica dell'integrazione è emergente nella società del terzo millennio, evidenzia che nella Piana di Gioia Tauro si registra che il processo di integrazione è, nel complesso, soddisfacente, dal momento che buona parte degli immigrati sono provvisti del permesso di soggiorno: gli uomini sono impegnati per la maggior parte nei lavori agricoli e le donne svolgono in linea di massima il lavoro di badanti. La dott.ssa Rosa Romeo e la prof.ssa Enza D'Agostino, mentre evidenziano il valore della solidarietà che si esprime attraverso l'attività di volontariato, di cui le associazioni che rappresentano sono una chiara testimonianza sul territorio, mettono in luce l'importanza che per loro riveste l'accoglienza degli immigrati e l'insegnamento della lingua italiana offerto agli stessi. La signora Milika Shehi, dopo aver raccontato alcuni passaggi particolarmente drammatici della sua vita di immigrata, si dice particolarmente orgogliosa di essere uno dei cinque componenti della consulta degli immigrati di Cittanova, l'unica su scala regionale. La stessa evidenzia, inoltre, che la partecipazione attiva alla vita politica del paese in cui si vive, fa veramente sentire integrati e consente di poter dare il proprio contributo allo sviluppo della società. La dott.ssa Geneviève Makaping, che attualmente insegna presso la facoltà di scienze politiche dell'UNICAL, che dirige la testata «La Provincia Cosentina» e che collabora con varie reti televisive locali, ha subito evidenziato una grinta non comune nel rivolgersi ai giovani, ai quali ha offerto un panorama articolato e fortemente critico del mondo dell'immigrazione a livello nazionale con linguaggio diretto, dove si incrociano ipocrisie politiche con i sentimenti di solidarietà dei singoli cittadini. Il suo girovagare per l'Italia e la sua permanenza in Calabria le ha consentito di osservare con l'occhio attento dell'antropologa gli italiani, sapendo, a sua volta, di esser da loro osservata in mille modi diversi. La giornalista parla del suo vissuto e degli italiani senza imbarazzo, né la preoccupano le chiusure di alcuni governi africani a sue possibili visite in quegli stati: l'alterità è il suo modo di indagare la vita di tutti i giorni; l'essere chiamata «negra» non è per lei riduttivo o offensivo, ma l'aiuta a capire meglio quelli che hanno fatto di lei un risultato delle loro costruzioni sociali e saper leggere che cosa c'è dietro gli stereotipi. Ai giovani raccomanda, proprio lei che non si è fermata davanti ai mille ostacoli che la sua condizione di immigrata di colore le ha posto dinanzi, di guardare dietro le apparenze, di contribuire effettivamente all'abbattimento di quelle barriere che ancora impediscono una reale e piena integrazione a tutto campo nel nostro Paese e di credere fermamente nelle proprie capacità di realizzazione. La prof.ssa Bruzzì conclude l'incontro richiamando un pensiero del filosofo Rousseau, «Nell'educazione occorre perdere tempo per guadagnarne». L'educazione all'intercultura è un investimento sulle giovani generazioni che darà i frutti nel futuro per costruire una società più autentica. Il messaggio che da questo convegno è possibile cogliere è che la consapevolezza del patrimonio di civiltà italiana ed europea, l'incontro con altre culture e modelli di vita, la garanzia per tutti i cittadini, italiani e non, di acquisire nelle nostre scuole una reale esperienza di apprendimento e di inclusione sociale, sono obiettivi a cui l'istituzione scolastica deve mirare con il concorso e la collaborazione dei soggetti educativi presenti sul territorio: famiglie, enti locali, università, associazioni, istituzioni a vario titolo interessate. Nelle foto - A sinistra: in alto la professoressa Clelia Bruzzì presenta le ospiti; sotto: l’auditorium colmo di studenti, molto attenti ai temi trattati. Qui sotto: Geneviève Makaping e le professoresse Clelia Bruzzì, Lucia Ferrara e Maria Savo con un gruppo di ragazzi al termine del convegno.