DIPENDENZE PATOLOGICHE
Il presupposto generale del lavoro psicodinamico, che
si collega alla particolare formazione richiesta dalle
scuole analitiche può essere così sintetizzato:
Per riuscire a lavorare con un paziente bisogna prima
riconoscere dentro di sé la parte psichica messa in gioco da
quel paziente.
Il lungo addestramento con se stessi intanto per
riconoscere l'equazione personale, come affermava
Jung, e poi per verificare i processi di identificazione di
prova durante le supervisioni, mirano a creare quanto
più possibile una situazione favorevole a questo
particolare "riconoscimento".
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Presupposto generale della formazione psicodinamica
junghiana è anche però l'acquisizione della
consapevolezza che dietro ogni sintomo, dietro ogni
malessere, dietro ogni sofferenza esiste, seppur
abbozzato in miniatura, un tentativo profondo di
esprimere il meglio di se stessi, la propria spiritualità, la
propria capacità di trasformare dolorosamente la
consapevolezza di sé e della cultura che ci circonda.
Sintomo e simbolo, se ci soffermiamo un attimo a
ripensare i due concetti, e tentiamo di ritrovarne i
significati più reconditi, hanno una stessa radice συν
che rimanda ad un ricongiungimento.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
E' però possibile che questo ricongiungimento decada
accidentalmente (tomo deriva da πιπτειν che richiama
una caduta accidentale) o si rafforzi insieme nel
βαλλειν di simbolo
Il sintomo in questa lettura etimologica è una variante
occasionale ed accidentale del simbolo, un qualcosa
che svia da un percorso lungimirante ma che, nel
frattempo, richiama continuamente questo percorso
In questo sforzo del tenere insieme con forza ciò che
per sua natura tende a cadere, si costruisce la via
simbolica e la trasformazione.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
La consapevolezza di questa tendenza alla riunione di
ciò che in un certo momento della vita, per svariati
motivi, siano essi biologici, psicologici o sociali, è
scisso, potrebbe rappresentare l’atteggiamento più
idoneo per affrontare le profonde scissioni e gli assurdi
comportamenti con cui ci confrontiamo nei confronti
degli stati di tossicodipendenza.
La tossicodipendenza, ma anche le dipendenze
alimentari o tutte le altre forme di dipendenza in cui la
concretizzazione e la messa in atto sono prioritarie
rispetto alla simbolizzazione, rappresentano una grossa
frustrazione per la psichiatria e per l'analisi.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Dipendenza è l'incapacità nel fare a meno dal mettere in
atto un comportamento dannoso per sé stessi, limitando al
minimo la propria rete sociale ed i propri interessi perché la
maggior parte delle risorse di tempo ed economiche sono
messe a disposizione della ricerca dell'oggetto desiderato.
In questo senso si intende il termine oggetto in senso
ampio: un oggetto vero e proprio, una sostanza, una
persona, un gruppo, un’emozione, un’azione, un interesse.
Lunghe e costose ricerche (Cancrini, Clerici, Carta) hanno
tentato di enucleare all'interno della personalità dipendente
uno specifico psicopatologico che le rendesse autonomia
nosografica e categoriale.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Tutte le ricerche arrivano a concludere che non esiste la dipendenza, ma
le dipendenze, in cui il viraggio da sovrastrutture personologiche
similnormali a nevrotiche, psicotiche e psicopatiche rappresenta un
crescendo di gravità e di complessità.
Anche nella ricerca delle possibili cause i vari modelli interpretativi
(biologico, psicologico, sociale) si sono incrociati fra di loro, fino ad
arrivare alla conclusione attuale che esistono varie forme di dipendenza, a
genesi multifattoriale.
In linea generale è possibile affermare, attraverso una comparazione
antropologica nelle diverse epoche e culture, che le droghe non sono
buone o cattive in sé, ma sono vitali quando instaurano connessioni
dinamiche tra l’individuo ed il mondo, quando aprono nuove possibilità
espressive ed alimentano trasformazioni polivoche nell’individuo, mentre
sono distruttive quando riducono le connessioni multiple a forme
unilineari di dipendenza, le strutturazioni complesse a realtà isolate
DIPENDENZE PATOLOGICHE
TOSSICODIPENDENZA
DISAGIO SOCIALE O MALATTIA
USO - DISUSO – ABUSO
FASCINO DELLA CAPACITA' DI MODIFICARE LO STATO
DI COSCIENZA
FANTASIE DI POTENZA ILLIMITATA
RAGGIUNGIMENTO DELLA FELICITA', DELLA SAGGEZZA,
DELL'OBLIO
ISPIRAZIONE PER MIGLIORARE LA CREATIVITA‘
FASCINO CULTURALIZZATO DELL'ESOTISMO
ORIENTALE
TOSSICOMANIA, TOSSICODIPENDENZA,
DISTURBO DA USO DI SOSTANZE
DIPENDENZE PATOLOGICHE
COMORBILITA' PSICHIATRICA
RAPPORTO ETIOPATOGENETICO
CAUSA O FATTORE DI RISCHIO SPECIFICO
IN QUALE DIREZIONE
DISTURBI PSICHIATRICI ⇒ DISTURBI DA USO DI
SOSTANZE
La sostanza funziona da farmaco e normalizza il
comportamento
DISTURBI DA USO DI SOSTANZE ⇒ DISTURBI
PSICHIATRICI
La sostanza slatentizza o attiva una condizione
psichiatrica altrimenti silente
DIPENDENZE PATOLOGICHE
CO- PRESENZA
Alcune ricerche hanno evidenziato la contemporanea
presenza di:
Disturbi depressivi ed assunzione di oppioidi ed alcool
Disturbi schizofrenici a assunzione di amfetamine, cocaina e
allucinogeni
CO- PRESENZA = PROGNOSI NEGATIVA
Comorbidità con disturbi asse I: disturbi
dell’umore, disturbi d’ansia, psicosi schizofreniche
comorbidità con disturbi asse II: disturbi di
personalità, istrionico, narcisistico, borderline
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Stime derivabili dalle proiezioni sui consumatori effettivi che
si rivolgono ai servizi per le tossicodipendenze ipotizzano
che queste cifre debbano essere moltiplicate per 10 per
avere un quadro realistico della diffusione del fenomeno
ottenendo così informazioni sulla parte sommersa
dell’iceberg.
In italia si tratterebbe di circa 500.000- 700.000 soggetti
equivalenti al 5% della popolazione giovanile.
L’eroina rimane la quarta causa di morte nella popolazione
giovanile italiana e l’1% dei diciottenni sottoposti a visita di
leva presenta morfinuria positiva.
Sono state avanzate ipotesi molteplici per trovare una causa
in una prospettiva etiopatogenetica.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
MODELLI ESPLICATIVI
APPROCCIO CLINICO- DESCRITTIVO
PSICHIATRICO
APPROCCIO PSICODINAMICO
APPROCCIO SISTEMICO- FAMILIARE
APPROCCIO SOCIODINAMICO
DIPENDENZE PATOLOGICHE
APPROCCIO CLINICO DESCRITTIVO
PSICHIATRICO
I
SOGGETTI
CON
DISTURBI
CORRELATI ALL'USO DI SOSTANZE
LAMENTANO
DISTURBI
DI
PERSONALITA' CON FREQUENZE
OSCILLANTI TRA IL 50 ED IL 100%
DIPENDENZE PATOLOGICHE
STUDI CLINICI SULLA COMORBIDITA’ TRA DISTURBI CORRELATI
ALL’USO DI SOSTANZE E DISTURBI DI PERSONALITA’ (DP)
AUTORI
PAZIENTI
SOSTANZA
DP (%)
DP PRED.
DP (%)
KHANTZ 133
IAN,
TREEECE
(1985)
OD
65
AS
35
WOODY
ET AL.
(1985)
OD
45
AS
55
0D
68
AS,
B
32
21
110
KOSTEN, 384
ROUNSA
VILLE
(1986)
DIPENDENZE PATOLOGICHE
AUTORI PAZIENTI SOSTANZA
DP (%)
DP PRED.
DP (%)
TEMPES
TA E
AL.
(1987)
CRAIG
158
OD
43,1
AS, N
18
121
V
100
B, D
16,16
WEISS
ET AL.
(1988)
149
293
CD
OD
62,4
61,8
AS
AS
16
28
CLERICI
ET AL.
(1989)
226
OD
61
D,
EV.
1914
FORD
ET AL.
(1989)
75
V
41
AS
16
(1988)
DIPENDENZE PATOLOGICHE
AUTORI
PAZIENTI
SOSTANZA
DP (%)
DP PRED.
DP (%)
KLEINMA
N E AL.
(1990)
76
CD
78
AS
41
CARTA,
CLERICI
(1991)
606
OD
55,8
P-A
B
NAS
21
18
18
NACE
(1991)
100
V
57
AS
D
20
19
ROUNSAV 298
ILLE 1991
553
CD
OD
7,7
26,5
B
B
AS
14
30
7
BROONER
ET AL.
(1992)
237
V
-
AS
68
BRADY
1993
100
V
62
AS
18
DIPENDENZE PATOLOGICHE
DISTURBI DI PERSONALITA'
SONO SOTTESI DA UNA CONDIZIONE DI DISAGIO, UNA
SENSAZIONE SPIACEVOLE, SIMILE ALLA DEPRESSIONE,
CON SENTIMENTI DI INADEGUATEZZA, PERCEZIONE
NEGATIVA DELLA VITA, BASSI LIVELLI DI AUTOSTIMA,
DIMINUIZIONE DELLA LIBIDO, ANEDONIA
SINTOMI PSICHIATRICI:
ANSIA, FOBIE, OSSESSIONI, COMPULSIONI,
SCREZI PARANOICI, DISTURBI DEL SONNO,
SOMATIZZAZIONI, ANORESSIA, BULIMIA,
EMARGINAZIONNE CONSEGUENTE AGLI EFFETTI
SOCIALI DELL'USO DI SOSTANZE
DIPENDENZE PATOLOGICHE
MODELLO PSICODINAMICO
Meccanismi
⇓
Disfunzioni a carico dello sviluppo Personologico e maturativo individuale
∗ Non superamento della esperienza di fusione simbiotica con la
madre e mancato riconoscimento della differenziazione del proprio Sé
∗ Debolezza del Super- Io legata ad una figura paterna impotente a
trasmettere un codice, ad affermare la vitalità e ad ottenere il rispetto
delle norme
Risultati
⇓
Ricerca autoterapeutica della sostanza come stampella vicariante
rispetto alla vulnerabilità dei meccanismi difensivi incapaci di
proteggere il soggetto.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
MODELLO SOCIOFAMILIARE
Meccanismi
⇓
Disfunzioni a carico della famiglia
∗ Assenza od allontanamento
familiare
∗ Rilevanza di determinati modelli di acculturazione intrafamiliare
rispetto a problematiche- tipo
∗ Disfunzionalità delle dinamiche relazionali intrafamiliari
∗ Replicazione di patterns di comportamento transgenerazionali
delle figure significative del Nucleo
(problem. di dipend., atti autolesivi)
Risultati
⇓
Ricerca autoterapeutica della sostanza come stampella vicariante
rispetto alla vulnerabilità dei meccanismi difensivi incapaci di
proteggere il soggetto.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
MODELLO SOCIOLOGICO
PROIBIZIONISMO SELETTIVO
INTERESSE ECONOMICO
SUBCULTURA GIOVANILE
⇓
DEVIANZA STRUTTURATA
DIPENDENZE PATOLOGICHE
MODELLO CLINICO
SOTTOLINEA IL POLIMORFISMO DELLE STRUTTURE DI
PERSONALITA’
INTERESSATE
DALL’USO
DI
SOSTANZE
ENFATIZZANDO DI VOLTA IN VOLTA LA RILEVANZA DELLA
STRUTTURA NEVROTICA: TOSSICODIPENDENZA COME TENTATIVO DI
TROVARE UNA SOLUZIONE AD UN ELEVATO LIVELLO DI DISAGIO
PSICOLOGICO (ANSIA, SOMATIZZAZIONI, FOBIE, DISTURBI OSSESSIVI,
ECC.)
STRUTTURA DEPRESSIVA: È IL GRUPPO PIÙ NUMEROSO E MENO
TIPIZZATO NEL QUALE CONFLUISCONO DISTURBI FRANCAMENTE
DEPRESSIVI (BIPOLARI OD UNIPOLARI) O PERSONALITÀ DI TIPO
DEPRESSIVO
STRUTTURA PSICOTICA: TOSSICODIPENDENZA COME TENTATIVO
AUTOTERAPICO DI CONTROLLARE I RISCHI DI STRARIPAMENTO
NELL’IMMAGINARIO
SCHIZOFRENIA:
TOSSICODIPENDENZA
ACQUISIZIONE
DI
UNA
IDENTITÀ
MAGGIORMENTE INTEGRATA.
COME
TENTATIVO
DI
PERSONALE
E
SOCIALE
DIPENDENZE PATOLOGICHE
PRINCIPALI FATTORI DI MANTENIMENTO
DIPENDENZA CRONICA DA EROINA
NEUROBIOLOGICI
• EFFETTO GRATIFICANTE DELL’EROINA
• SINDROME ASTINENZIALE
• CRAVING
SANITARI
• MALATTIE CRONICHE (HIV, EPATITI, TBC)
DELLA
DCE,
DIPENDENZE PATOLOGICHE
PSICOLOGICI
• STATI ANSIOSI E DEPRESSIVI,
• SCARSI MECCANISMI DI ADATTAMENTO
• SCARSA CAPACITÀ DI ELABORAZIONE
DELLE
FRUSTRAZIONI
• BASSO GRADO DI CONSAPEVOLEZZA DEL
PROBLEMA TD
• BASSA PERCEZIONE DEL RISCHIO
• SCARSA CAPACITÀ DI MANTENERE NEL
TEMPO COMPORTAMENTI POSITIVI
DIPENDENZE PATOLOGICHE
SOCIALI- AMBIENTALI
• INSERIMENTO NELLA RETE CRIMINALE DI
SPACCIO
• PROSTITUZIONE
• DISOCCUPAZIONE
• GRUPPO SOCIALE DI RIFERIMENTO TD
• CONTATTO CON TD ATTIVI
• CARCERAZIONI
• CONTESTI FAMILIARI NEGATIVI
DIPENDENZE PATOLOGICHE
STADI DEL CAMBIAMENTO
STADIO
CARATTERISTICHE
COMPORTAMENTI
I° STADIO
NON PERC. NECESSITA’ DEL RICERCA COMPULSIVA
REFRETT..TOT CAMBIAMENTO
DELLA SOSTANZA
.
II° STADIO
PERCEZIONE NECESSITA’ ED CONVINZIONI PERSONALI
PRE- CONT.
OPPORTUNITA’
O PRESSIONI SOCIALI
REFRATT.PAR
CAMBIAMENTO
III° STADIO
SVILUPPO DI UNA BASE
TENTATIVI DI
AUTOREGOLAM.
CONTEMPLAZI MOTIVAZIONALE
RICHIESTA DI AIUTO
ONE
IV° STADIO
DISPONIBILITA’ A METTERE
PREPARAZION IN ATTO STRATEGIE
TENDENTI SOLUZIONE
E
PROBLEMA
V° STADIO
IMPEGNO A MODIFICARE
REALMENTE IL
AZIONE
COMPORTAMENTO
< 6 MESI
VI° STADIO
RINFORZO POSITIVO
MANT > 6 M.
VII° STADIO
RECIDIVA
RINFORZO NEGATIVO
INTERVENTI
RID. RISCHI E DAN
PAT. CONNESSE
INC. CONT. CON
STR.
OFF. T.S.
OFF. T. N. S. O
INSERIMENTO IN
COMUNITA’
PROCESSI COGNITIVI
ESPERENZIALI DECISION
MARKING
SUPPORTO
PSICOSOCIALE
PARTECIPAZIONE ATTIVA
AI PROGRAMMI
TERAPEUTICI
PREVENZ. DELLE
RECIDIVE
PROCESSI COMP TENDENTI
AL RINFORZO POS. AUMTO
DELLA SELF- EFFICACY
CAUSE INTERNE O CAUSE
ESTERNE
PREVENZ. DELLE
RECIDIVE
SUPPORTO PS
SPECIFICO PER
RECIDIVE
DIPENDENZE PATOLOGICHE
IPOTESI PSICODINAMICA
TOSSICODIPENDENZA
GIOVANILE
E
DISTURBO
ALIMENTARE PSICOGENO, COME MOLTE SINDROMI
PSICHIATRICHE,
POSSONO
ESSERE
VISTE
COME
TENTATIVI
DI
AUTOCURA,
FORMAZIONI
DI
COMPROMESSO RISPETTO AL CONFLITTO DIPENDENZAAUTONOMIA
DA UN LATO APPAGANO GLI INTENSI BISOGNI ORALI
REGRESSIVI, DIRETTAMENTE ATTRAVERSO LA DROGA
E/O
LE
CRISI
BULIMICHE,
INDIRETTAMENTE
ATTRAVERSO LE PREOCCUPAZIONI SUSCITATE NELLA
FAMIGLIA, L’ATTENZIONE POLARIZZATA SUL CIBO O
SULLA DROGA, LA PERSISTENZA DI UN ASPETTO FISICO
POCO SESSUATO, LA DIPENDENZA ECONOMICA
DIPENDENZE PATOLOGICHE
DALL’ALTRO, DANNO L’ILLUSIONE DELL’AUTOSUFFICIENZA
E
DELLA
SEPARAZIONEINDIVIDUAZIONE RISPETTO AL MONDO FAMILIARE
E SOCIALE, AL COLLETTIVO, ATTRAVERSO LA
SCELTA DI UN COMPORTAMENTO TRASGRESSIVO,
RIBELLE, DEVIANTE
LA DROGA, COME L’ANORESSIA, PER EFFETTI
BIOLOGICI E IMPLICAZIONI SIMBOLICHE, CREA
UNO SPAZIO PSICHICO CHE L’ESTERNO NON PUÒ
INVADERE, IN CUI TUTTO SEMBRA POSSIBILE, IL
BENE PARE DEFINITIVAMENTE SEPARATO DAL
MALE,
E
NEL
QUALE
È
CONSENTITO
SOPRAVVALUTARSI
NARCISISTICAMENTE.
(M.
CUZZOLARO)
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Ad un livello psicodinamico è possibile, pertanto, identificare un conflitto
autonomia- dipendenza.
Il conflitto nell'ottica della psicologia analitica può essere ricondotto alla
gestione del complesso
Il complesso quando negato si sgancia dai meccanismi di controllo dell'Io
ed agisce con autonomia psichica, invadendo la coscienza,
impossessandosi dell'individuo, alla stregua di una seconda personalità
che, piuttosto che seguire i meccanismi della simbolizzazione e della
trasformazione insegue l'attualizzazione e la concretizzazione.
Qui si utilizza il termine complesso nell’accezione della psicologia analitica,
dove il termine complesso a tonalità affettiva è inteso come una
particolare e personalizzata organizzazione emotivo- affettiva attorno ad
un tema centrale dell’esistenza, nel caso specifico il tema dell’evoluzione
psicologica individuale verso la responsabilità adulta e l’autonomia
DIPENDENZE PATOLOGICHE
L'indipendenza, dice Guggenbuhl- Craig, in suo recente scritto, è la terza
figlia del diavolo, le altre sono la creatività e la spontaneità.
Lo psicologismo imperante nella nostra società predica che è necessario
diventare indipendenti dalla madre, dal padre, dai figli, dalle donne, dagli
uomini, dal collettivo, dalla società e così via e Gggenbuhl si chiede e ci
chiede se non è forse possibile ipotizzare che questo sistema idealizzato
di indipendenza non abbia una grossa somiglianza con un sistema di follia
paranoide.
L'Io stesso è dipendente dall'inconscio, l'inconscio stesso è dipendente
dagli archetipi e gli archetipi sono tra di loro interdipendenti.
Attraverso il nostro inconscio collettivo noi siamo sempre in relazione
con tutti gli uomini, viviamo in una complessa rete, interna ed esterna a
noi, di dipendenze sarebbe pertanto necessario riflettere su di esse,
piuttosto che combatterle, cercando di trovare e sviluppare l'anima
all'interno di tali dipendenze.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Lo sviluppo psichico avrebbe un maggiore aiuto, se ci fosse ben
chiaro che la vita spirituale si svolge all'interno di dipendenze e
se cercassimo quindi di dar loro una forma.
La ricerca di una via spirituale, all’interno della dipendenza,
può esser maggiormente compresa e condivisa dall’operatore
nella misura in cui sia possibile riconoscere le modalità di
gestione del complesso personale autonomia- dipendenza.
All’interno di questo complesso ogni individuo può
riconoscere lo stadio di evoluzione sintomatica o simbolica e
confrontarsi con il diverso avendo coscienza del proprio
modello evolutivo del complesso e della personale tensione
verso la simbolizzazione.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
E’ possibile parlare di un complesso dipendenza autonomia o di un
complesso droga?
E’ possibile riconoscere in un tema universale, quale quello della
dipendenza, le caratteristiche di un complesso?
Il complesso è una struttura psichica minimale dotata di una forte carica
affettiva che lega tra loro rappresentazioni, pensieri, ricordi.
Non i sogni, ma i complessi, scrive Jung nel 1934 in considerazioni generali
sulla teoria dei complessi, offrono la via regia verso l’inconscio.
Secondo la definizione di Jung ogni complesso è costituito da:
Un “nucleo centrale”, un veicolo di significato, il quale, sottraendosi alla
volontà cosciente, rimane inconscio ed incontrollabile; e secondariamente
da Una serie di associazioni ad esso collegate che provengono parte dalla
disposizione innata della persona e parte dalle esperienze individuali
condizionate dall’ambiente.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
In questo senso possiamo individuare nella dipendenza per
eccellenza del neonato per la madre il nucleo centrale del
complesso dipendenza e nel senso di ripienezza gastrica del
lattante dopo l’allattamento il primo nucleo centrale del
complesso droga.
Nel cercare rassicurazioni nel contatto con la madre o nella
insaziabilità possaimo riscontrare il nucleo centrale del
complesso e nelle associazioni che amplificano il nucleo
centrale che possono rappresentare una disposizione innata
e nelle esperienze individuali ed ambientali (una madre
eccessivamente gratificante, una risposta immediata
dell’ambiente alle richieste di gratificazione) il rendere vivo
questo nucleo centrale, rinforzandolo ripetutamente.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Sezioni
complesso
del Nucleo centrale
Associazioni
disposizioni
innate
Associazioni
Influssi
ambientali
Dedizione
materna
Dipendenza
Istinto di
sopravvivenza
dell’individuo
Fame
Riflesso suzione
Droga
Sostanza capace di
alterare lo stato di
coscienza
fornendo
gratificazioni
Fame riflesso di Rinforzi
suzione sistema ambientali
frustrazione
gratificanti
Gratificazione
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Un complesso è tale in quanto risulta da una specifica scomposizione analitica e la
sua non ulteriore scomponibilità dipende dal fatto che in un determinato campo
non sono ancora disponibili strumenti analitici di portata adeguata.
In questo senso sia nella dipendenza che nella droga, intesa come sostanza esterna
che altera lo stato di coscienza, possiamo trovare una non scomponibilità del
nucleo centrale che sprofonda nelle radici stesse dell’esistenza.
Visione statica ed una dinamica del complesso in quanto fa riferimento ad un
composto e ad un processo.
Possiamo individuare nella dipendenza
Un nucleo centrale statico originario riconoscibile nella dipendenza primitiva dalla
madre
E
Una tendenza dinamica del complesso che aiuta a sviluppare la propria autonomia e
che entra in rapporto dinamico con gli altri complessi e, soprattutto con il
complesso dell’Io.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Così come possiamo ipotizzare un complesso droga
caratterizzato da
Un nucleo centrale statico che ha a che vedere con i
meccanismi di gratificazione
E
Da possibilità dinamiche di confronto di questi
meccanismi di gratificazione che servono a rendere più
sopportabile la difficoltà dell’esistenza, con gli altri
complessi.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Il complesso ha primariamente il carattere di alterità che apre alla
nozione di autonomia del complesso rispetto alla coscienza e
quindi al suo aspetto comunicativo ed espressivo.
Autonomia del complesso è una qualità che inerisce a qualsiasi
insieme di fenomeni che si manifestano indipendentemente da
ciascun altro insieme, e in particolare si vuole indicare l'esistenza
del complesso indipendentemente dalla volontà e dalle cosiddette
ragioni ed intenzioni dell'Io.
Sul piano fenomenico l'autonomia del complesso si manifesta
come rottura della continuità del comportamento del soggetto,
accompagnato da un sentimento di estraneità vissuto dallo stesso
soggetto.
Il complesso è cioè caratterizzato da impulsività ed immediatezza,
e dalla mancanza di riflessività.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
In tutto ciò sia la dipendenza che la droga si comportano come
alterità intrusiva che sconvolgono i piani dell’io, che richiedono
un’immediatezza di risposte, che mettono in crisi la volontà.
Il complesso è inoltre in grado di rispondere a differenti livelli: la
risposta complessuale si può trovare espressa a livello somatico o
a livello psichicizzato, esprimendo gradi differenti di
organizzazione a secondo dei livelli di carica energetica con cui
sono animate le risposte complessuali.
Entra qui in gioco la possibilità di elaborazione delle richieste
somatiche, proprio in relazione alle associazioni e alle esperienza
ambientali che si sono fatte è possibile che il nucleo irriducibile,
centrale del complesso, provochi delle risposte più o meno
psichicizzate e più o meno sane.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
E’ possibile distinguere nel complesso un livello fisiologico, un tono affettivo, un
significato pragmatico, un significato semantico, un significato simbolico.
Il livello fisiologico: il complesso è paragonato agli automatismi corporei e, nella
sua naturalità, è colto dall'io con la stessa oggettività degli oggetti fisici, il
complesso si comporta in questo senso come un bisogno.
Il bisogno di dipendenza e di sostanze che alterino lo stato di coscienza è un
automatismo corporeo.
Il carattere affettivo del nucleo complessuale pone il complesso all'interno dello
schema corporeo e nello stesso tempo ne indica le radici istintuali archetipiche.
Anche qui il bisogno esprime bene il carattere affettivo del nucleo complessuale ed
anche in questo senso dipendenza e droga trovano le loro radici istintuali
archetipiche nell’istinto di sopravvivenza dell’individuo e nell’istinto del piacere, e
in una radice biologica rappresentata dal sistema endorfinico.
Il significato pragmatico ha a che vedere con l'intenzione significante del complesso
e col finalismo compensatorio di ogni elemento psichico.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
La dipendenza ha come fine la crescita e lo sviluppo dell'individuo, la
sostanza gratificante ha come scopo la soddisfazione al fine di rendere più
sopportabile le difficoltà dell’esistere.
A livello di significato semantico ogni complesso è relativo a un ordine
semanticamente coerente e perfettamente concordante sul piano ideativo
ed affettivo, per cui ogni singola unità complessuale nel suo attivarsi
aggrega attraverso un procedimento assimilativo materiali ad essa
analoghi costruendo aggregazioni sempre più estese.
Da dipendenza in dipendenza è possibile allontanarsi dal nucleo centrale
arricchendo quest’ultimo di ulteriori possibilità e potenzialità, da sostanza
in sostanza è possibile allontanarsi dal primitivo latte materno
arricchendo il nucleo centrale di ulteriori possibilità.
Si apre qui una doppia possibilità di teorizzare il complesso: una teoria
interpetrativa ed una teoria genetica
DIPENDENZE PATOLOGICHE
E’ possibile l’analisi dei tratti comportamentali e cognitivi che riconducono a
strutture psichiche profonde elementi che vengono in vario modo in evidenza ed è
così possibile vedere in che modo il nucleo centrale della dipendenza e della
sostanza gratificante si sono evoluti e confrontarsi con le loro possibilità
dinamiche.
Nel piano simbolico del complesso è insita una finalità espressiva del complesso
stesso, veicolando contenuti estranei e variamente incompatibili con il complesso
dell'Io.
Le crisi psicologiche sono crisi che accadono nell'urto tra le parti differenti del
medesimo soggetto.
I cambiamenti psichici sono trasformazioni o rifigurazioni di motivi interni alla
psiche.
L'obiettivo della psicologia analitica si sposta dal sistematizzare una sequenza
evolutiva allo scoprire un intreccio complesso di variabili di differente natura
(biologiche, culturali, relazionali e situazionali)
Anche questo piano permette di guardare alla dipendenza e alla sostanza
gratificante come ad un qualcosa che esige risposte.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
In questo piano del complesso è possibile abbinare il sintomo al simbolo
nell’ottica di una ricerca di trasformazione.
Secondo la teoria dei complessi la psiche non è un'unità, bensì una
contraddittoria molteplicità di complessi (1928) ovvero è un complicato
insieme di elementi legati tra loro in modo blando.
La mente viene ad essere intesa come un insieme dinamico prodotto da e
rinviante a una pluralità indefinita di complessi che coesistono in stati
differenti e che stanno tra di loro in differenti relazioni.
Ogni complesso costantemente rinvia ed è costituito da un processo
trasformativo, che lo trascende e nello stesso tempo lo impiglia e lo
dispiega, attraverso le distinzioni che accadono sia nell'osservazione
quotidiana che in quella scientifica.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Modello dinamico- pluralistico e modello specifico etiologico
Secondo il primo modello ogni psiche umana è una struttura pluralistica
ed indeterminata costituita da numerosi complessi interagenti tra di loro
in modo complesso.
La relazione, più o meno forte e duratura che i complessi stabiliscono con
il complesso dell'io, è responsabile sul piano fisiologico del loro diverso
grado di inconscietà e su quello psicopatologico dei vari stati nevrotici
reversibili o di quelli psicotici a reversibilità fortemente ridotta.
La patologia è la conseguenza di una contraddizione inconsapevole tra un
complesso ed un complesso dell'Io.
La salute psichica passa attraverso il riconoscimento dell'autonomia e
dell'eteronomia del complesso dell'Io.
La terapia consiste nell'individuazione di parti psichiche distinte, momento
scompositivo ed analitico, e nell'approntamento di un lavoro
psicoterapeutico attraverso il quale le differenti parti della psiche
possono essere collegate tra di loro, momento compositivo.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Ritornando al nucleo centrale del complesso è possibile
supporre che nell’inconscio di ogni individuo ci sia
un’immagine di dipendenza totale e di fusione simbiotica
con la madre: ci è lecito parlare di complesso di
dipendenza in costui solo se l’urto tra la realtà e la natura
(disposizione) sensibile dell’individuo sotto quest’aspetto,
quindi l’urto fra la particolare situazione interna e quella
esterna, fa passare quel nucleo centrale mediante una
accresciuta carica emotiva, dalla sua qualità di disturbo
prima solo potenziale a una qualità di disturbo attuale.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Una volta costellati e per ciò stesso attualizzati, i complessi possono poi opporre
un’aperta resistenza alle intenzioni della coscienza dell’io, romperne l’unità,
dissociarsi da essa e comportarsi come un corpo estraneo animato nella sfera della
coscienza.
L’immagine archetipica profondamente radicata nell’inconscio di una dipendenza
assoluta dall’adulto è, senza dubbio, un’immagine primordiale che riposa
nell’inconscio e che ha uno schema corporeo, un sostrato neurofisiologico, con
una radice affettiva forte, più forte di quella ideativa.
In tal senso la metafora della posizione contigua- autistica di Odgen ben si presta a
mio avviso a visualizzare questa radice affettiva forte.
La possibilità dell’attualizzazione di questo complesso e della forte emozione
collegata con fatti esperenziali collegati all’uso della sostanza, riattivano,
cortocircuitandolo, quel ricordo pieno di carica emotiva, rappresentato dal
substrato biologico del complesso, permettendogli di spadroneggiare sull'io,
rendendolo schiavo del bisogno ripetitivo di rivivere quell’esperienza emotiva
biologica, ancora priva di rappresentazioni ideative e di possibilità simboliche.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Il concetto di posizione in Odgen si riferisce soprattutto alle modalità di
fare esperienza della realtà.
La posizione contiguo- autistica è un’organizzazione psicologica primitiva
operante dalla nascita che genera le forme più elementari di esperienza
umana.
E’ una modalità a dominante sensoriale in cui un primo, incipiente
sentimento di sé si costituisce sul ritmo della sensazione (Tustin, 1984), in
particolare delle sensazioni epidermiche.
Si tratta di un rapporto tra forma e sensazione di contenimento, tra
battuta musicale e sentimento del ritmo, tra percezione del duro e
sentimento del limite sequenze, simmetrie, periodicità, adattamento pelle
a pelle, sono altrettanti esempi di contiguità e costituiscono gli ingredienti
di una iniziale ed ancora rudimentale esperienza di sé……
Le prime esperienze di contiguità sensoriale definiscono una superficie su
cui l’esperienza si genera e si organizza (prodromi di ciò che diventerà un
senso dello spazio).
DIPENDENZE PATOLOGICHE
L’esperienza del nirvana tossicomanico ricorda molto da
vicino quel tipo di esperienza che la Tustin definisce forme
autistiche, esemplificabili in tutte quelle attività- quali il gioco
con la saliva, in cui il lattante sembra beatamente perdersi-,
così come l’ovattamento, lo scudo morbido che protegge
sensorialmente il tossicomane che si è iniettato la droga, è
simile all’incapsulamento autistico che esclude la psiche- non
sempre anche l’intelletto- e lascia in balia di sensazioni
autoeroticamente piacevoli.
Non c’è molto di interno a questi livelli di regressione, anzi,
azzarderei che la sostanza funziona solo nella misura in cui
toglie il senso e la percezione del dentro. Rimane allora solo
un’esperienza di superficie, un’esperienza di contiguità.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
L’esperienza compiuta a livello epidermico è di fondamentale
importanza nell’infanzia in quanto costituisce il terreno del
presimbolico delle impressioni sensoriali del bambino e il mondo
interpersonale fatto di oggetti che hanno un’esistenza separata dal
bambino e sono fuori del suo controllo onnipotente. E’ in questo
stadio che il bambino o elaborerà un certo modo di essere nel
mondo in rapporto alla madre e al resto del mondo oggettuale, o
elaborerà modi di essere (o piuttosto di non essere), a dominante
sensoriale, intesi ad isolare un sé potenziale (destinato a non divenire
mai reale) da tutto ciò che si estende fuori dal mondo a dominante
sensoriale. Questo mondo chiuso del corpo è un mondo privo di uno
spazio in cui possa crearsi la distinzione tra simbolo e cosa
simboleggiata.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Ciò ricorda il mondo della virtualità, spazio di
immaginazione e non di simbolo, all’interno del quale
l’azione concreta, così tipica della tossicomania, non può
essere mentalizzata ma solo rappresentata.
A sostegno di tale ipotesi è possibile evidenziare che nel
sistema droga il desiderio parrebbe investire direttamente il
sistema percezione, ed, in particolare le percezioni spaziotemporali.
Tutte le droghe concernono in primo luogo le velocità, le
modificazioni della velocità, le soglie di percezione, le forme
e i movimenti, le micro- percezioni, la percezione che
diventa molecolare, i tempi sovra- umani o sotto- umani.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Riportando tutto ciò alla psicologia analitica è affascianante l'ipotesi che
un possibile deficit della funzione sensoriale, la cosiddetta funzione
inferiore, nell’ottica della tipologia junghiana, attivi un processo
riparatorio che, invece, di svolgere la sua essenziale funzione iniziatica, si
svincola da tale funzione per diventare stile di vita.
Ma è possibile anche ipotizzare che la percezione, sottoposta nel
contesto sociale attuale a processi massificanti di iperstimolazione
ambientale, abbia creato dei vuoti nel processo di elaborazione psichica
degli stimoli sensoriali che conducono le persone ad aggrapparsi, costi
quel che costi, a certi oggetti, a certi rituali, a certi comportamenti
sostituitivi, siano essi i più ridicoli o i più catastrofici.
Da questo punto di vista si possono collocare in quest’ambito tanto la
passione di un giovane per la sua moto o per un ritmo rock, quanto la
passione di una bambina per le bambole, quella di una banda di quartiere
per i suoi emblemi, l’investimento libidinale di beni di consumo da parte
di una casalinga, di funzione gerarchiche e le aspettative della promozione
all’interno di un’organizzazione, ecc.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Seguendo la finalità espressiva possiamo ipotizzare nella strutturazione
attuale del complesso dipendenza e sostanza gratificante un tentativo di
ricostruire tornando indietro una percezione sensoriale individuativa,
lontano dai rumori assordanti degli stimoli sensoriali massificanti.
La necessità di rivivere il mondo delle esperienze sensoriali primordiali,
della posizione contiguo- autistica rispettano un bisogno di ricostruzione
individuativa e creativa della realtà che, nello sganciarsi dalla sua finalità
primitiva, diventa un rituale privo di significato.
Ma ancor di più l’esperienza affettiva forte ed il nucleo centrale del
complesso richiamano l’uroboros di Neumann.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
UROBOROS
STADIO IN CUI L’IO È CONTENUTO NELL’INCONSCIO E
SI SVILUPPA VERSO UNA SITUAZIONE IN CUI L’IO NON È
SOLO DIVENTATO COSCIENTE DELLA SUA POSIZIONE E
LA SOSTIENE EROICAMENTE, MA È ANCHE CAPACE- CON
LA TRASFORMAZIONE DETERMINATA DALLA PROPRIA
ATTIVITÀ- DI ESTENDERE LA PROPRIA ESPERIENZA E DI
RELATIVIZZARLA
All’inizio c’è la perfezione, la totalità. Uno degli aspetti simbolici della
perfezione degli inizi è il cerchio. Quale cerchio, palla e rotondo esso è il
chiuso in se stesso, senza principio e senza fine. Nella sua perfezione
premondana è anteriore a qualsiasi decorso, eterno, poiché la sua
rotondità non conosce alcun prima e alcun dopo, cioè alcun tempo, né
alcun sopra e sotto, cioè alcuno spazio. Questo perfetto, che contiene gli
opposti, è appunto perfetto per il fatto che è in sé autarchico.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Questo rotondo e l’esistenza nel rotondo, l’esistenza nell’uroboros, sono
l’autorappresentazione simbolica di uno stato primitivo esprimente la
condizione infantile sia dell’umanità che del bambino.
La validità e la realtà di questo simbolo sono fondate nel collettivo.
Esso corrisponde a un grado di sviluppo dell’umanità che può essere
ricordato nella struttura psichica di ogni essere umano.
Agisce come fattore transpersonale presente come grado psichico
dell’essere già anteriormente alla formazione dell’Io.
Inoltre è anche una realtà rivissuta in maniera individuale in ogni prima
infanzia, e, come stadio anteriore dell’io, anche un’esperienza personale
che ripercorre l’antico sentiero dell’umanità.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Non fare niente, esistere pigramente nell’inconscio, nell’inesuaribile
mondo della penombra, in cui la grande nutrice gli fornisce tutto ciò di
cui ha bisogno senza fatica e liberamente, questa è la condizione beata del
tempo primitivo.
Qui l’uroboros del mondo materno è vita e psiche in uno, nutre e
procura piacere, protegge e riscalda, consola e perdona.
Esso è il rifugio di tutto ciò che soffre, l’oggetto di ogni desiderio.
Infatti questa madre è sempre quella che esaudisce, che dona e che aiuta.
Quest’immagine viva della grande madre buona è stata il rifugio
dell’umanità in tutti i momenti di bisogno e tale rimarrà sempre, perché la
sensazione di essere contenuto nella totalità, senza responsabilità e senza
fatica, senza il dubbio e senza la dissociazione dal mondo è appunto
paradisiaca e all'interno della vita adulta non sarà mai più nuovamente
realizzata nella sua intensità e felicità originarie.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
In contrapposizione esiste però una volontà di diventare cosciente che
agisce come forza antagonista.
La tendenza naturale a ritornare nello stato di inconscietà, collegabile,
forse, ad un automatismo complessuale, se riconosciamo il complesso
uroborico come uno dei complessi strutturanti la psiche, attiva l’incesto
uroborico che presenta il piacere e l’amore non come qualcosa di attivo,
bensì come tentativo di dissolversi e di lasciarsi assorbire.
È un passivo lasciarsi portar via, uno sprofondare nel pleroma, un
disperdersi nel mare del piacere.
Il senso di molte forme di desiderio e di nostalgia, dall’unio mystica del
santo fino alla volontà di diventare inconscio del bevitore (ed aggiungerei
di molte altre forme di dipendenza) e al teutonico romanticismo della
morte, è proprio questo ritorno all’incesto uroborico e
all’autodissolvimento.
Un tornare indietro, rinunciando a se stessi.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
La coscienza dell’umanità si sa giustamente figlia di questo profondo
primordiale.
Essa infatti è un prodotto di questo grembo materno dell’inconscio, e non
solo della storia dell’umanità.
Anche in ogni singola vita la coscienza sperimenta la propria nascita
dall’inconscio durante la crescita dell’infanzia, e ogni notte, nel sonno,
morendo col sole essa sprofonda di nuovo nelle profondità dell’inconscio,
per poi rinascere al mattino e ricominciare il corso della giornata.
L’autarchia dell’uroboros non va ridotta ai concetti di autoerotismo e di
narcisismo neppure quando compare come archetipo (complesso)
dominante.
Questi due concetti sono pertinenti solo quando, per un difetto di
sviluppo, lo stadio evolutivo dominato dall’uroboros si protre in modo
innaturale. Ma anche in tal caso bisogna rispettarne l’aspetto positivo.
L’autarchia è una finalità della vita e dello sviluppo necessaria quanto
quella dell’adattamento
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Accanto alle tendenze estrovertite che hanno come finalità lo sviluppo
dell’individuo esistono, infatti, anche tendenze centrovertite che hanno
più a che vedere con l’esigenza tipicamente umana di individuarsi nel
senso della totalità, di rendersi indipendenti dal mondo, di elevarsi al di
sopra di sé e di diventare autonomi.
In tal senso il carattere autarchico dell’uroboros ed i complessi ad esso
collegati appaiono come forieri di simboli positivi, al fine di riconfigurare
lo sviluppo.
Ma tutto ciò che viene negato diventa sintomo…… in altre parole
l’uroboros presiede sia al processo della nascita che a quello della
rinascita.
Quando il simbolismo ad esso connesso viene negato, l’archetipo
(complesso) si fa dominante sul complesso dell’io diventando foriero di
sintomi piuttosto che di simboli individuativi.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
In tutto ciò dobbiamo fare i conti con un ambiente, una società che
incoraggia sempre di più la dipendenza, rendendo difficile l’autonomia,
deificandola da un lato come primato genitale da raggiungere e
frustrandone la conquista con l’allungamento sempre più accentuato della
dipendenza genitoriale, con la richiesta di iter scolastici sempre più
complicati, con la richiesta di competenze sempre più spiccate per
accedere al mercato del lavoro.
Tornando al complesso ed esempilificando, possiamo affermare che noi
conosciamo psichicamente la realtà interna ed esterna attraverso i nostri
complessi, grazie a loro ed in modo da essi imprenscindibile.
Essi non sono, quindi, solo il disturbo da curare ed eliminare, ma
rappresentano un aspetto con il quale ogni essere umano, sano o malato,
deve confrontarsi.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Se il complesso è il ponte che collega e mette in rapporto parti psichiche
fra di loro, sarà proprio in funzione del come queste relazioni vengono
attivate che diverrà possibile esprimere un giudizio di sanità o di malattia.
In altre parole ciò che interessa non è tanto che ci siano dei complessi in
noi, realtà fin troppo ovvia, ma cosa l’inconscio di un essere umano
compie con e attraverso i suoi complessi e soprattutto a quale scopo.
Feticci, totem, formule e parole magiche rappresentano luoghi psichici e
simbolici, depositari di quel quantum energetico non assimilabile dall’io e
che viene percio' trasformato e reso in qualche modo vivibile sotto altra
forma anche le credenze negli spiriti e le personificazioni esprimono lo
stesso tentativo di dare forma a qualcosa che si sente agire ancora
oscuramente.
La dipendenza dalla sostanza ha lo stesso significato magico, rappresenta
la personificazione del complesso.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Ciò, da un punto di vista psicologico, ci ricorda Jung, (la personificazione)
significa sempre una relativa indipendenza (autonomia) del contenuto
personificato, cioè un certo distacco dalla gerarchia psichica.
Un contenuto siffatto non obbedisce alla riproduzione volontaria, ma si
riproduce da sé spontaneamente, ovvero si sottrae spontaneamente
anche alla coscienza.
Una tale scissione si sviluppa ad esempio quando sussiste una certa
incompatibilità tra l’io e un determinato complesso.
Più il complesso delle dipendenza, nell’inseguire una fantomatica ed
illusoria autonomia, viene, pertanto, negato, più la psiche ha necessità di
operare un’operazione di scissione e reificare, personificare la dipendenza
da feticci, totem e così via.
Impossessati dal complesso non è possibile discernere il significato
evolutivo e la potenza trasformativa insiti nel complesso.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Accettare la dipendenza come fattore di crescita dovrebbe, pertanto,
rappresentare la base su cui costruire il rafforzamento dell’io che, nella
sua natura segnica, sappia gettare il ponte per permettere alla natura
simbolica dei complessi di esprimersi.
E’ possibile individuare tre strade differenti di risoluzione del conflitto
psichico, tipicamente umano, derivante dalla tensione del complesso:
• il naufragio nella malattia;
• il conformarsi ai canoni culturali e alle soluzioni prefabbricate;
• la sopportazione dolorosa della conflittualità che porta alla sintesi
creativa
DIPENDENZE PATOLOGICHE
La prima possibilità, il naufragio nella malattia del complesso autonomiadipendenza, ha a che vedere con la negazione, la proiezione, la scissione
del complesso.
Farei rientrare nell'area della negazione l'illusione paranoide di una libertà
che rende impossibile una vera vita sociale e relazionale, che fa fuggire da
tutte le possibili dipendenze, relazionali, affettive e sociali, ma anche dalla
dialettica delle dipendenze tra conscio ed inconscio, tra aspetti differenti
dell'inconscio e così via.
La proiezione del complesso dipendenza è quello che struttura, come ci
ricorda mara sidoli, il sentimento di vergogna nel bambino e che gli fa
costruire l'ombra, che fa sempre riconoscere nell'individuo meno
autonomo e meno abile le proprie difficoltà all'autonomia e al distacco da
figure di riferimento.
La scissione del complesso dipendenza è quella possibilità psicopatologica
che permette all'individuo di separarsi, emanciparsi ed autonomizzarsi,
sviluppando un sintomo di dipendenza.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Il conformarsi ai canoni culturali e alle soluzioni prefabbricate: la seconda
modalità di soluzione del conflitto creato dal complesso va da modalità
inclusive di comportamenti psicopatologici lievi, in cui possono talvolta
rientrare le prime fasi della tossicodipendenza (ci si droga per
appartenere ad un gruppo) a modalità falsamente illusorie di una libertà e
di autonomia, perché condivise da molti, ma che sono talvolta più
vincolanti delle dipendenze originarie.
Vedo ad esempio in tal senso qualsiasi appartenenza acritica a gruppi
fideistici, ad ismi totalizzanti, a gruppi massonici, in cui l'ingresso stesso è
perfezionato con modalità iniziatorie di rinuncia ad altre dipendenze.
Resta infine la sopportazione dolorosa della conflittualità che porta alla
sintesi creativa.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
La spinta massificante all’autonomia, ci ricorda ancora Guggenbuhl- Craig,
ha a che vedere con il complesso di dio l’anelito verso dio, l’unico essere
che possiamo concepire come autonomo, ha spinto l’individuo, con
l’evoluzione tecnologica onnipotente, a considerarsi simile a lui, a voler
essere come lui, autonomo, creativo, spontaneo.
E’ in questa illusione che il soggetto dipendente acquista la dignità umana.
Nella sua sofferenza ci ricorda che tutti siamo dipendenti da qualcuno o
da qualcosa.
Solo una psicoterapia non presuntuosa, ma modesta e umile, (riduzione
del danno?) ci può permettere di suggerire al dipendente che è necessario
sopportare silenziosamente le dipendenze, permettendogli di trovare le
finalità in esse racchiuse.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
La terapia non presentuosa, ci ricorda ancora Guggenbuhl- Craig, rende
liberi, felici e lieti di non essere autonomi.
Ci dà la gioia di apprezzare quel che la maggior parte di noi è, cioè
dipendenti, ci rende grati del fatto di poter apprezzare i frutti del lavoro
di persone veramente libere, nel pensiero, nelle azioni, nei
comportamenti, senza la maledizione di dover patire il peso della libertà o
di risultarne annientati.
La terapia non presuntuosa significa capire che siamo soltanto una piccola
ruota di un gigantesco ingranaggio, che tutto dipende da tutto, che
ciascuno dipende da ciascuno, padre, madre, figli, marito, moglie, amici,
comunità, cultura, vicinato e così via; e questa dipendenza può essere
vissuta felicemente.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Quanto prezioso sviluppo psichico viene impedito dal nostro continuo
spingerci verso un’indipendenza simile a quella divina? (si chiede e ci
chiede ancora Guggenbuhl- Craig)
Nel momento in cui i pazienti, i terapeuti si accontentano di vivere
insieme alla propria natura umana, non sconfinando nel complesso di dio
o nel complesso del sé, nel momento in cui riconosciamo la nostra
limitatezza umana, noi, paradossalmente, ci avviciniamo di più al sé e alla
scintilla divina che è in noi. Vi siamo molto più vicini di quando cadiamo
preda del complesso di dio.
La sopportazione dolorosa del complesso autonomia- dipendenza diventa
in tal modo il presupposto della sintesi, della simbolizzazione e della
trasformazione individuativa, che, forse, poi, in ultima analisi è l’anelito
verso dio.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
MODALITA' DI
RISOLUZIONE DEL
COMPLESSO
NEGAZIONE
PROIEZIONE
SCISSIONE
NAUFRAGIO
NELLA MALATTIA
ILLUSORIA
AUTONOMIA
GLI ALTRI SONO
DIPENDENTI
MICRO
DIPENDENZA
CONFORMARSI AI
CANONI
CULTURALI E
ALLE SOLUZIONI
PREFABBRICATE
SINTESI
CREATIVA
APPARTENENZA
ACRITICA A
GRUPPI, FEDI
RELIGIOSE,
TEORIE
COMPLESSO DI
DIO
IL GRUPPO A CUI
APPARTENGO E'
MIGLIORE DI
ALTRI
NORMALITA' DI
GRUPPI
TRASGRESSIVI
TRA PARI
SOLO DIO E'
CREATIVO
CREATIVITA' A
DISPETTO DELLA
NORMALITA’
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Interventi informativi ed educativi
Capo I - Disposizioni relative al settore scolastico
Articolo 104
Promozione e coordinamento, a livello nazionale, delle attività di
educazione ed informazione
1. Il Ministero della pubblica istruzione promuove e coordina le attività di
educazione alla salute e di informazione sui danni derivanti
dall'alcoolismo, dal tabagismo, dall'uso delle sostanze stupefacenti o
psicotrope, nonché dalle patologie correlate.
2. Le attività di cui al comma 1 si inquadrano nello svolgimento ordinario
dell'attività educativa e didattica, attraverso l'approfondimento di
specifiche tematiche nell'ambito delle discipline curricolari.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
3. Il Ministro della pubblica istruzione approva programmi annuali differenziati
per tipologie di iniziative e relative metodologie di applicazione, per la
promozione di attività da realizzarsi nelle scuole, sulla base delle proposte
formulate da un apposito comitato tecnico-scientifico da lui costituito con
decreto, composto da venticinque membri, di cui diciotto esperti nel campo
della prevenzione, compreso almeno un esperto di mezzi di comunicazione
sociale, e rappresentanti delle amministrazioni statali che si occupano, di
prevenzione, repressione e recupero nelle materie di cui al comma 1 e sette
esponenti di associazioni giovanili e dei genitori.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
4. Il comitato, che funziona sia unitariamente che attraverso gruppi di
lavoro individuati nel decreto istitutivo, deve approfondire, nella
formulazione dei programmi, le tematiche:
a) della pedagogia preventiva;
b) dell'impiego degli strumenti didattici, con particolare riferimento ai libri
di testo, ai sussidi audiovisivi, ai mezzi di comunicazione di massa;
c) dell'incentivazione di attività culturali, ricreative e sportive, da svolgersi
eventualmente anche all'esterno della scuola;
d) del coordinamento con le iniziative promosse o attuate da altre
amministrazioni pubbliche con particolare riguardo alla prevenzione
primaria.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
5. Alle riunioni del comitato, quando vengono trattati argomenti di loro
interesse, possono essere invitati rappresentanti delle regioni, delle
province autonome e dei comuni.
6. In sede di formazione di piani di aggiornamento e formazione del
personale della scuola sarà data priorità alle iniziative in materia di
educazione alla salute e di prevenzione delle tossicodipendenze.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 105
Promozione e coordinamento, a livello provinciale, delle iniziative di
educazione e di prevenzione. Corsi di studio per insegnanti e corsi
sperimentali di scuola media
1. Il provveditore agli studi promuove e coordina, nell'ambito provinciale,
la realizzazione delle iniziative previste nei programmi annuali e di quelle
che possono essere deliberate dalle istituzioni scolastiche nell'esercizio
della loro autonomia.
2. Nell'esercizio di tali compiti il provveditore si avvale di un comitato
tecnico provinciale o, in relazione alle esigenze emergenti nell'ambito
distrettuale o interdistrettuale, di comitati distrettuali o interdistrettuali,
costituiti con suo decreto, i cui membri sono scelti tra esperti nei campi
dell'educazione alla salute e della prevenzione e recupero dalle
tossicodipendenze nonché tra rappresentanti di associazioni familiari.
Detti comitati sono composti da sette membri.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
3. Alle riunioni dei comitati possono essere invitati a partecipare
rappresentanti delle autorità di pubblica sicurezza, degli enti locali
territoriali e delle unità sanitarie locali, nonché esponenti di associazioni
giovanili.
4. All'attuazione delle iniziative concorrono gli organi collegiali della
scuola, nel rispetto dell'autonomia ad essi riconosciuta dalle disposizioni
in vigore. Le istituzioni scolastiche interessate possono avvalersi anche
dell'assistenza del servizio ispettivo tecnico.
5. Il provveditore agli studi, d'intesa con il consiglio provinciale scolastico
e sentito il comitato tecnico provinciale, organizza corsi di studio per gli
insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado sulla educazione sanitaria e
sui danni derivanti ai giovani dall'uso di sostanze stupefacenti o
psicotrope, nonché sul fenomeno criminoso nel suo insieme, con il
supporto di mezzi audiovisivi ed opuscoli. A tal fine può stipulare, con i
fondi a sua disposizione, apposite convenzioni con enti locali, università,
istituti di ricerca ed enti, cooperative di solidarietà sociale e associazioni
iscritti all'albo regionale o provinciale da istituirsi a norma dell'art. 116.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
6. I corsi statali sperimentali di scuola media per lavoratori possono
essere istituiti anche presso gli enti, le cooperative di solidarietà sociale e
le associazioni iscritti nell'albo di cui all'art. 116 entro i limiti numerici e
con le modalità di svolgimento di cui alle vigenti disposizioni. I corsi
saranno finalizzati anche all'inserimento o al reinserimento dell'attività
lavorativa.
7. Le utilizzazioni del personale docente di ruolo di cui all'art. 14, decimo
comma, della legge 20 maggio 1982, n. 270, possono essere disposte, nel
limite massimo di cento unità, ai fini del recupero scolastico e
dell'acquisizione di esperienze educative, anche presso gli enti e le
associazioni iscritti nell'albo di cui all'art. 116, a condizione che tale
personale abbia documentatamente frequentato i corsi di cui al comma 5.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
8. Il Ministro della pubblica istruzione assegna annualmente ai
provveditorati agli studi, in proporzione alla popolazione scolastica di
ciascuno, fondi per le attività di educazione alla salute e di prevenzione
delle tossicodipendenze da ripartire tra le singole scuole sulla base dei
criteri elaborati dai comitati provinciali, con particolare riguardo alle
iniziative di cui all'art. 106.
9. L'onere derivante dal funzionamento del comitato tecnico-scientifico di
cui all'art. 104 e dei comitati di cui al presente articolo è valutato in
complessive lire 4 miliardi in ragione d'anno a decorrere dall'anno 1990. Il
Ministro della pubblica istruzione con proprio decreto disciplina
l'istituzione e il funzionamento del comitato tecnico-scientifico e dei
comitati provinciali, distrettuali e interdistrettuali e l'attribuzione dei
compensi ai componenti dei comitati stessi.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 106
Centri di informazione e consulenza nelle scuole
Iniziative di studenti animatori
1. I provveditori agli studi, di intesa con i consigli di istituto e con i servizi
pubblici per l'assistenza socio-sanitaria ai tossicodipendenti, istituiscono
centri di informazione e consulenza rivolti agli studenti all'interno delle
scuole secondarie superiori.
2. I centri possono realizzare progetti di attività informativa e di
consulenza concordati dagli organi collegiali della scuola con i servizi
pubblici e con gli enti ausiliari presenti sul territorio. Le informazioni e le
consulenze sono erogate nell'assoluto rispetto dell'anonimato di chi si
rivolge al servizio.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
3. Gruppi di almeno venti studenti anche di classi e di corsi diversi, allo
scopo di far fronte alle esigenze di formazione, approfondimento ed
orientamento sulle tematiche relative all'educazione alla salute ed alla
prevenzione delle tossicodipendenze, possono proporre iniziative da
realizzare nell'ambito dell'istituto con la collaborazione del personale
docente, che abbia dichiarato la propria disponibilità.
Nel formulare le proposte i gruppi possono esprimere loro preferenze in
ordine ai docenti chiamati a collaborare alle iniziative.
4. Le iniziative di cui al comma 3 rientrano tra quelle previste dall'art. 6,
secondo comma, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica
31 maggio 1974, n. 416 (19/a), e sono deliberate dal consiglio di istituto,
sentito, per gli aspetti didattici, il collegio dei docenti.
5. La partecipazione degli studenti alle iniziative, che si svolgono in orario
aggiuntivo a quello delle materie curricolari, è volontaria.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Attribuzioni regionali, provinciali e locali.
Servizi per le tossicodipendenze
Articolo 113
Prevenzione ed interventi da parte delle regioni e delle province
autonome
1. Le funzioni di prevenzione e di intervento contro l'uso di sostanze
stupefacenti o psicotrope sono esercitate dalle regioni e dalle province
autonome di Trento e di Bolzano, secondo i principi del presente testo
unico.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
2. Le regioni, nell'ambito delle proprie competenze in ordine ai servizi
pubblici per l'assistenza socio-sanitaria ai tossicodipendenti, prevedono
che ad essi spettano, tra l'altro, le seguenti funzioni:
a) analisi delle condizioni cliniche, socio-sanitarie e psicologiche del
tossicodipendente anche nei rapporti con la famiglia;
b) controlli clinici e di laboratorio necessari per accertare lo stato di
tossicodipendenza;
c) individuazione del programma farmacologico o delle terapie di
disintossicazione e diagnosi delle patologie in atto, con particolare
riguardo alla individuazione precoce di quelle correlate allo stato di
tossicodipendenza;
DIPENDENZE PATOLOGICHE
d) elaborazione, attuazione e verifica di un programma terapeutico e
socio-riabilitativo da svolgersi anche a mezzo di altre strutture individuate
dalla regione;
e) progettazione ed esecuzione in forma diretta o indiretta di interventi
di informazione e prevenzione;
f) predisposizione di elenchi delle strutture pubbliche e private che
operano nel settore delle tossicodipendenze e raccordo tra queste, i
servizi e, ove costituiti, i consorzi, i centri e le associazioni di cui all'art.
114;
g) rilevazione dei dati statistici relativi a interventi dei servizi.
3. Detti servizi, istituiti presso le unità sanitarie locali singole o associate,
rivestono carattere interdisciplinare e si avvalgono di personale
qualificato per la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 114
Compiti di assistenza degli enti locali
1. Nell'ambito delle funzioni socio-assistenziali di propria competenza i comuni e le
comunità montane, avvalendosi ove possibile delle associazioni di cui all'art. 115,
perseguono, anche mediante loro consorzi, ovvero mediante appositi centri gestiti
in economia o a mezzo di loro associazioni, senza fini di lucro, riconosciute o
riconoscibili, i seguenti obiettivi in tema di prevenzione e recupero dei
tossicodipendenti;
a) prevenzione della emarginazione e del disadattamento sociale mediante la
progettazione e realizzazione, in forma diretta o indiretta, di interventi
programmati;
b) rilevazione ed analisi, anche in collaborazione con le autorità scolastiche, delle
cause locali di disagio familiare e sociale che favoriscono il disadattamento dei
giovani e la dispersione scolastica;
c) reinserimento scolastico, lavorativo e sociale del tossicodipendente.
2. Il perseguimento degli obiettivi previsti dal comma 1 può essere affidato dai
comuni e dalle comunità montane o dalle loro associazioni alle competenti unità
sanitarie locali.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 115
Enti ausiliari
1. I comuni, le comunità montane, i loro consorzi ed associazioni, i servizi
pubblici per le tossicodipendenze costituiti dalle unità sanitarie locali,
singole o associate, ed i centri previsti dall'art. 114 possono avvalersi della
collaborazione di gruppi di volontariato o degli enti ausiliari di cui all'art.
116 che svolgono senza fine di lucro la loro attività con finalità di
prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e
reinserimento dei tossicodipendente ovvero di associazioni, di enti di
loro emanazione con finalità di educazione dei giovani, di sviluppo socioculturale della personalità, di formazione professionale e di orientamento
al lavoro.
2. I responsabili dei servizi e dei centri di cui agli articoli 113 e 114
possono autorizzare perone idonee a frequentare i servizi ed i centri
medesimi allo scopo di partecipare all'opera di prevenzione, recupero e
reinserimento sociale degli assistiti.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 116
Albi regionali e provinciali
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
nell'esercizio delle proprie funzioni in materia socio-assistenziale,
istituiscono un albo degli enti di cui all'art. 115 che gestiscono strutture
per la riabilitazione ed il reinserimento sociale dei tossicodipendenti.
2. L'iscrizione all'albo è condizione necessaria per lo svolgimento delle
attività indicate nell'art. 115 ed è subordinata al possesso dei seguenti
requisiti minimi:
a) personalità giuridica di diritto pubblico o privato o natura di
associazione riconosciuta o riconoscibile ai sensi degli articoli 12 e
seguenti del codice civile;
b) disponibilità di locali e attrezzature adeguate al tipo di attività
prescelta;
c) personale sufficiente ed esperto in materia di tossicodipendenti.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
3. Il diniego di iscrizione agli albi deve essere motivato con espresso
riferimento al possesso dei requisiti minimi di cui al comma 2, e al
possesso degli eventuali requisiti specifici richiesti dalla
legislazione regionale ai sensi del comma 4.
4. Le regioni e le province autonome, tenuto conto delle caratteristiche
di autorizzazione di ciascuno degli enti di cui all'art. 115, stabiliscono gli
eventuali requisiti specifici, le modalità di accertamento e certificazione
dei requisiti indicati alle lettere b) e c) del comma 2 e le cause che danno
luogo alla cancellazione dagli albi.
5. Gli enti ed associazioni iscritti in un albo che hanno più sedi operative,
in Italia o all'estero, devono iscriverle separatamente ciascuna sull'albo
territorialmente competente; dette sedi debbono possedere i requisiti
indicati alle lettere b) e c) del comma 2. Per le sedi operative situate
all'estero è territorialmente competente l'albo presso il quale è stata
iscritta la sede centrale o, in subordine, l'albo presso il quale è stata
effettuata la prima iscrizione.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
6. L'iscrizione all'albo è condizione necessaria oltre che per la stipula delle
convenzioni di cui all'art. 117, per:
a) l'impiego degli enti per le finalità di cui all'art. 94;
b) l'utilizzazione delle sedi quali luoghi di abitazione o di privata dimora ai
sensi dell'art. 281 del codice di procedura penale, nonché dell'art. 47-ter
della legge 26 luglio 1975, n. 354, aggiunto dall'art. 13 della legge 10
ottobre 1986, n. 663;
c) l'accesso ai contributi di cui agli articoli 131 e 132;
d) l'istituzione di corsi statali sperimentali di cui all'art. 105, comma 6, e le
utilizzazioni di personale docente di cui al medesimo art. 105, comma 7.
7. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano istituiscono
altresì speciali albi degli enti e delle persone che gestiscono con fini di
strutture per la riabilitazione e il reinserimento sociale dei
tossicodipendenti.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
8. Per le finalità indicate nel comma 1 dell'art. 65 del testo unico delle
imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le regioni e le province autonome
di cui al comma 7 sono abilitate a ricevere erogazioni liberali fatte ai sensi
del comma 2, lettera a), del suddetto articolo. Le regioni e le province
autonome ripartiscono le somme percepite tra gli enti di cui all'art. 115,
secondo i programmi da questi presentati ed i criteri predeterminati dalle
rispettive assemblee.
9. Nel caso le regioni e le province autonome non provvedano ad istituire
gli albi di cui al presente articolo gli enti di cui all'art. 115 sono
temporaneamente registrati dalle regioni e dalle province autonome, ai
fini dei benefici previsti dalla citata legge, sulla base di certificazione
notarile attestante il possesso dei requisiti di cui al comma 2, lettera a), e
di autocertificazione dei requisiti di cui al comma 2, lettere b) e c). I
predetti enti, in caso siano successivamente ammessi all'iscrizione agli albi,
conservano come anzianità di iscrizione la data della suddetta
registrazione.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 117
Convenzioni
1. L'esercizio delle funzioni di prevenzione, di riabilitazione e
reinserimento indicate negli articoli 113 e 114, nonché la realizzazione di
ogni altra opportuna iniziativa della regione o degli enti locali potranno
essere attuati mediante apposite convenzioni da stipularsi tra le unità
sanitarie locali, gli enti ed i centri di cui all'art. 114 e gli enti, le
cooperative di solidarietà sociale o le associazioni iscritti nell'albo
regionale o provinciale.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
2. Le convenzioni con gli enti, le cooperative di solidarietà sociale e le
associazioni aventi sedi operative in territorio estero devono coprire per
tali sedi anche gli oneri per le prestazioni di assistenza sanitaria. Le
convenzioni devono prevedere l'obbligo di comunicare all'ente
concedente il numero degli assistiti ed i risultati conseguiti nella attività di
prevenzione e recupero.
3. Le convenzioni dovranno essere conformi allo schema-tipo predisposto
dal Ministro della sanità ed a quello predisposto dal Ministro di grazia e
giustizia ai fini di cui all'art. 94.
4. L'attività di enti, cooperative di solidarietà sociale e associazioni in
esecuzione delle convenzioni è svolta in collegamento con il servizio
pubblico che ha indirizzato il tossicodipendente ed è sottoposta al
controllo e agli indirizzi di programmazione della regione in materia.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 118
Organizzazione dei servizi per le tossicodipendenze presso le unità
sanitarie locali
1. In attesa di un riordino della normativa riguardante i servizi sociali, il
Ministro della sanità, di concerto con il Ministro per gli affari sociali,
sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e
le province autonome di Trento e di Bolzano, determina con proprio
decreto l'organico e le caratteristiche organizzative e funzionali dei servizi
per le tossicodipendenze da istituire presso ogni unità sanitaria locale.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
2. Il decreto dovrà uniformarsi ai seguenti criteri direttivi:
a) l'organico dei servizi deve prevedere le figure professionali del medico,
dello psicologo, dell'assistente sociale, dell'infermiere, dell'educatore
professionale e di comunità in numero necessario a svolgere attività di
prevenzione, di cura e di riabilitazione, anche domiciliari e ambulatoriali;
b) il servizio deve svolgere un'attività nell'arco completo delle
ventiquattro ore e deve coordinare gli interventi relativi al trattamento
della sieropositività nei tossicodipendenti, anche in relazione alle
problematiche della sessualità, della procreazione e della gravidanza,
operando anche in collegamento con i consultori familiari, con particolare
riguardo alla trasmissione madre-figlio della infezione da HIV.
3. Entro sessanta giorni dall'emanazione del decreto di cui al comma 1, in
ogni unità sanitaria locale è istituito almeno un servizio per le
tossicodipendenze in conformità alle disposizioni del citato decreto.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Qualora le unità sanitarie locali non provvedano entro il termine indicato, il
presidente della giunta regionale nomina un commissario ad acta il quale istituisce
il servizio reperendo il personale necessario anche in deroga alle normative vigenti
sulle assunzioni, sui trasferimenti e sugli inquadramenti. Qualora entro i successivi
trenta giorni dal termine di cui al primo periodo il presidente della giunta regionale
non abbia ancora nominato il commissario ad acta, quest'ultimo è nominato con
decreto del Ministro della sanità.
4. Per il finanziamento del potenziamento dei servizi pubblici per le
tossicodipendenze, valutato per la fase di avvio in lire 30 miliardi per l'anno 1990 e
in lire 240 miliardi e 600 milioni per ciascuno degli anni 1991 e 1992, si provvede:
a) per l'anno 1990, mediante l'utilizzo del corrispondente importo a valere sul
Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga di cui all'art. 127;
b) per ciascuno degli anni 1991 e 1992, mediante corrispondenti quote del Fondo
sanitario nazionale vincolate allo scopo ai sensi dell'art. 17 della legge 22 dicembre
1984, n. 887.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Interventi preventivi, curativi e riabilitativi
Articolo 120
Terapia volontaria e anonimato
1. Chiunque fa uso personale di sostanze stupefacenti o psicotrope può
chiedere al servizio pubblico per le tossicodipendenze di essere
sottoposto ad accertamenti diagnostici e di definire un programma
terapeutico e socio-riabilitativo.
2. Qualora si tratti di persona minore di età o incapace di intendere e di
volere la richiesta di intervento può essere fatta, oltre che personalmente
dall'interessato, da coloro che esercitano su di lui la potestà parentale o la
tutela.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
3. Gli interessati, a loro richiesta, possono beneficiare dell'anonimato nei
rapporti con i servizi, i presidi e le strutture dell'unità sanitarie locali,
nonché con i medici, gli assistenti sociali e tutto il personale addetto o
dipendente.
4. Gli esercenti la professione medica che assistono persone dedite
all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope possono, in ogni tempo,
avvalersi dell'ausilio del servizio pubblico per le tossicodipendenze.
5. In ogni caso, salvo quanto previsto al comma 6, e dopo aver informato
l'interessato del proprio diritto all'anonimato secondo quanto previsto dai
commi 3 e 6, essi debbono inoltrare al predetto servizio una scheda
sanitaria contenente le generalità dell'interessato, la professione, il grado
di istruzione, i dati anamnestici e diagnostici e i risultati degli accertamenti
e delle terapie praticate].
DIPENDENZE PATOLOGICHE
6. Coloro che hanno chiesto l'anonimato hanno diritto a che la loro
scheda sanitaria non contenga le generalità né altri dati che valgano alla
loro identificazione.
7. I dipendenti del servizio pubblico per le tossicodipendenze non
possono essere obbligati a deporre su quanto hanno conosciuto per
ragione della propria professione, né davanti all'autorità giudiziaria né
davanti ad altra autorità. Agli stessi si applicano le disposizioni dell'articolo
200 del codice di procedura penale e si estendono le garanzie previste
per il difensore dalle disposizioni dell'art. 103 del codice di procedura
penale in quanto applicabili. La presente norma si applica anche a coloro
che operano presso gli enti, centri, associazioni o gruppi che hanno
stipulato le convenzioni di cui all'art. 117.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
8. Ogni regione o provincia autonoma provvederà ad elaborare un
modello unico regionale di scheda sanitaria da distribuire, tramite l'ordine
dei medici-chirurghi e degli odontoiatri di ogni provincia, ai singoli presidi
sanitari ospedalieri ed ambulatoriali. Le regioni e le province autonome
provvedono agli adempimenti di cui al presente comma.
9. Il modello di scheda sanitaria dovrà prevedere un sistema di codifica
atto a tutelare il diritto all'anonimato del paziente e ad evitare
duplicazioni di carteggio.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 121
Segnalazioni al servizio pubblico per le tossicodipendenze
1. L'esercente la professione medica che visita o assiste persona che fa
uso personale di sostanze stupefacenti o psicotrope deve farne
segnalazione al servizio pubblico per le tossicodipendenze competente
per territorio. La segnalazione avviene fermo restando l'obbligo
dell'anonimato.
2. L'autorità giudiziaria o il prefetto nel corso del procedimento, quando
venga a conoscenza di persone che facciano uso di sostanze stupefacenti
o psicotrope, deve farne segnalazione al servizio pubblico per le
tossicodipendenze competente per territorio.
3. Il servizio pubblico per le tossicodipendenze, nell'ipotesi di cui al
comma 2, ha l'obbligo di chiamare la persona segnalata per la definizione
di un programma terapeutico e socio-riabilitativo.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 122
Definizione del programma terapeutico e socio-riabilitativo
1. Il servizio pubblico per le tossicodipendenze, compiuti i necessari
accertamenti e sentito l'interessato, che può farsi assistere da un medico
di fiducia autorizzato a presenziare anche agli accertamenti necessari,
definisce un programma terapeutico e socio-riabilitativo personalizzato
che può prevedere, ove le condizioni psicofisiche del tossicodipendente
lo consentano, in collaborazione con i centri di cui all'art. 114 e
avvalendosi delle cooperative di solidarietà sociale e delle associazioni di
cui all'art. 115, iniziative volte ad un pieno inserimento sociale attraverso
l'orientamento e la formazione professionale, attività di pubblica utilità o
di solidarietà sociale. Nell'ambito del programma, in casi di riconosciute
necessità ed urgenza, il servizio per le tossicodipendenze può disporre
l'effettuazione di terapie di disintossicazione, nonché trattamenti psicosociali e farmacologici adeguati.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Il servizio per le tossicodipendenze controlla l'attuazione del programma
da parte del tossicodipendente.
2. Il programma deve essere formulato nel rispetto della dignità della
persona, tenendo conto in ogni caso delle esigenze di lavoro e di studio
delle condizioni di vita familiare e sociale dell'assuntore.
3. Il programma è attuato presso strutture del servizio pubblico o presso
strutture riabilitative iscritte in un albo regionale o provinciale o, in
alternativa, con l'assistenza del medico di fiducia.
4. Quando l'interessato ritenga di attuare il programma presso strutture
riabilitative iscritte in un albo regionale o provinciale, la scelta può cadere
su qualsiasi struttura situata nel territorio nazionale, ovvero iscritta negli
albi ai sensi dell'art. 116, comma 5, secondo periodo, che dichiari di
essere in condizioni di accoglierlo.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
5. Il servizio pubblico per le tossicodipendenze, destinatario delle
segnalazioni previste nell'art. 121 ovvero del provvedimento i cui all'art.
75, comma 9, definisce, entro dieci giorni decorrenti dalla data di
ricezione della segnalazione o del provvedimento suindicato, il
programma terapeutico e socio-riabilitativo.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 123
Verifica del trattamento in regime di sospensione del procedimento o di
esecuzione della pena
1. Per tutti i soggetti il cui trattamento sia stato disposto in regime di
sospensione del procedimento o di sospensione dell'esecuzione della
pena ai sensi del presente testo unico, viene trasmessa dalla unità
sanitaria locale competente per territorio, su richiesta dell'autorità che ha
disposto la sospensione, una relazione secondo modalità definite con
decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro di grazia e
giustizia, relativamente all'andamento del programma, al comportamento
del soggetto e ai risultati conseguiti a seguito della ultimazione del
programma stesso, in termini di cessazione di assunzione delle sostanze di
cui alle tabelle I, II, III, IV dell'art. 14.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 124
Lavoratori tossicodipendenti
1. I lavoratori di cui viene accertato lo stato di tossicodipendenza, i quali
intendono accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione presso i
servizi sanitari delle unità sanitarie locali o di altre strutture terapeuticoriabilitative e socio-assistenziali, se assunti a tempo indeterminato hanno
diritto alla conservazione del posto di lavoro per il tempo in cui la
sospensione delle prestazioni lavorative è dovuta all'esecuzione del
trattamento riabilitativo e, comunque, per un periodo non superiore a tre
anni.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
2. I contratti collettivi di lavoro e gli accordi di lavoro per il pubblico
impiego possono determinare specifiche modalità per l'esercizio della
facoltà di cui al comma 1. Salvo più favorevole disciplina contrattuale,
l'assenza di lungo periodo per il trattamento terapeutico-riabilitativo è
considerata, ai fini normativi, economici e previdenziali, come l'aspettativa
senza assegni degli impiegati civili dello Stato e situazioni equiparate. I
lavoratori, familiari di un tossicodipendente, possono a loro volta essere
posti, a domanda, in aspettativa senza assegni per concorrere al
programma terapeutico e socio-riabilitativo del tossicodipendente
qualora il servizio per le tossicodipendenze ne attesti la necessità.
3. Per la sostituzione dei lavoratori di cui al comma 1 è consentito il
ricorso all'assunzione a tempo determinato, ai sensi dell'art. 1, secondo
comma lettera b), della legge 18 aprile 1962, n. 230.
Nell'ambito del pubblico impiego i contratti a tempo determinato non
possono avere una durata superiore ad un anno.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
4. Sono fatte salve le disposizioni vigenti che richiedono il possesso di
particolari requisiti psico-fisici e attitudinali per l'accesso all'impiego,
nonché quelle che, per il personale delle Forze armate e di polizia, per
quello che riveste la qualità di agente di pubblica sicurezza e per quello
cui si applicano i limiti previsti dall'art. 2 della legge 13 dicembre 1986, n.
874, disciplinano la sospensione e la destituzione dal servizio.
Articolo 125
Accertamenti di assenza di tossicodipendenza
1. Gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a mansioni che
comportano rischi per la sicurezza, la incolumità e la salute dei terzi,
individuate con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale,
di concerto con il Ministro della sanità, sono sottoposti, a cura di
strutture pubbliche nell'ambito del Servizio sanitario nazionale e a spese
del datore di lavoro, ad accertamento di assenza di tossicodipendenza
prima dell'assunzione in servizio e, successivamente, ad accertamenti
periodici.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
2. Il decreto di cui al comma 1 determina anche la periodicità degli
accertamenti e le relative modalità.
3. In caso di accertamento dello stato di tossicodipendenza nel corso del
rapporto di lavoro il datore di lavoro è tenuto a far cessare il lavoratore
dall'espletamento della mansione che comporta rischi per la sicurezza, la
incolumità e la salute dei terzi.
4. In caso di inosservanza delle prescrizioni di cui ai commi 1 e 3, il
datore di lavoro è punito con l'arresto da due a quattro mesi o con
l'ammenda da lire dieci milioni a lire cinquanta milioni (1).
(1) Così modificato dall'art. 27, D.Lgs. 19 dicembre 1994, n. 758.
DIPENDENZE PATOLOGICHE
Articolo 126
Accompagnamento del tossicodipendente in affidamento
1. Durante il periodo di affidamento di cui all'art. 94 e all'art. 4-sexies del
decreto-legge 22 aprile 1985, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla
legge 21 giugno 1985, n. 297, il responsabile della comunità può
accompagnare o far accompagnare da persona di sua fiducia il
tossicodipendente fuori della comunità in casi di necessità o di urgenza
dipendenti da ragioni di assistenza sanitaria o da gravi motivi familiari
dandone immediata comunicazione all'autorità giudiziaria.
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Dispensa 1