QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI l’Altopiano La voce degli 8 Comuni www.giornalealtopiano.it pag.10 ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” N. 365 - ANNO XIV - EURO 1,50 I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 4 FEBBRAIO 2012 SCUOLA STORIA ASIAGO Al via il corso di agraria, per una scuola che va incontro al territorio I 50 ebrei “internati” a Canove Il Comune ricostituisce le antiche Regole Pagina 3 Pagina 8 Pagina 11 Pagina 18 GALLIO San Valentino, torna la tradizionale gara di ballo Pagina 11 MARISA BAU’ Una vicenda finita nel peggiore dei modi. Suicidio? i famigliari non ci credono A Gallio si moltiplicano i casi di tumore, i cittadini contro l’elettrosmog Il sindaco: “Subito accertamenti, la salute dei cittadini è una priorità” Pagina 6 CANOVE ROANA La festa di Carnevale si fa... ad Asiago Pagina 9 Pagina 11 Striscia la Notizia al canile di via Righi RUBBIO Pagina 16 La festa degli Alpini e dei donatori di sangue Pagine 20 Pagina 4 LUSIANA Personaggi Bike Resort di Val Fontana, al via i lavori L’ex calciatore Dino Baggio presenta il suo libro a Conco Pagine 17 Grafica Altopiano Pagina 11 Pagine 17 Pagina 7 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 2 Incendio del Costo: con le indagini si valuta il danno ambientale. Furlan: “L’inquinamento prodotto fattore non visibile ma reale” ATTUALITA’ Decine di ettari di prato e bosco bruciati. Centinaia di ore lavoro per spegnere le fiamme. La strada provinciale chiusa per quasi 2 giorni. Fauna in fuga, flora distrutta, il rischio di dissesto idrogeologico. Sono solo alcune delle conseguenze del devastante incendio che ha letteralmente abbrustolito tutto il territorio lungo la strada provinciale del Costo. Un incendio che ha impegnato vigili del fuoco, personale del servizio forestale regionale, volontari e agenti del corpo forestale dello Stato oltre 8 ore per portare il rogo sotto controllo e altre 24 ore prima di poter dichiarare del tutto spento il più devastante incendio che ha interessato il territorio negli ultimi anni. Sulle cause del rogo stanno ora indagando i forestali del coordinamento distrettuale di Asiago; rogo sicuramente originato da mano umana, resta solo da verificare se di natura dolosa o colposa. Precisazione non da poco visto che le pene per il reato di incendio boschivo vanno da 1 a 5 anni se l’incendio è cagionato per colpa, oppure se doloso con la reclusione da 4 a 10 anni. Le pene sono inoltre aumentate della metà se l’incendio, come in questo caso, induce un danno grave, esteso e persistente all’ambiente. Le ceneri, le polveri sottili e i gas nocivi rilasciati dall’incendio sono un altro fattore da mettere in conto perché, come sottolineano gli investigatori, “da qualche parte qualcuno se li respira”. “Un incendio provoca la formazione di CO2 che satura l’ambiente impoverendo la presenza di ossigeno; in più si possono formare il monossido di carbonio e altri gas inquinanti come gli ossidi di azoto – spiega il comandante del coordinamento distrettuale di Asiago Isidoro Furlan – Sono inquinanti difficili da quantificare anche per la varietà del combustibile (legna, arbusti e erbe) andati bruciati. In più visto la violenza delle fiamme, alcune lingue di fuoco hanno raggiunto i 13 metri di altezza, e la forze del vento di quei giorni ha sospinto la nube inquinante lontano dal territorio. Però qualcuno se lo respira, questo è certo”. “Altro discorso sono le polveri – prosegue l’alto dirigente forestale – La nube è rimasta sopra l’altopiano per giorni e sull’altopiano le polveri e le ceneri sono caduti”. Se ci fosse stata la neve in pratica avremmo assistito a campi grigiastri e piste non più bianco candido. Polveri che possono ancora raggiungere l’altopiano considerato quanto ha bruciato sul Costo; basta che riparta il vento per far alzare nubi di ceneri. Altro motivo per augurarsi che nevichi, anche per stabilizzare il terreno arso e dare nuova vita alla natura lungo la strada del Costo. Gerardo Rigoni E’ il weekend di “Asiago…fiocchi di luce” “Un evento oramai consolidato, che riesce a coinvolgere ogni anno migliaia di persone”. Così l’ assessore al Turismo Roberto Rigoni definisce Asiago …fiocchi di luce in programma il 3,4 e 5 febbraio. “Quest’anno, grazie alla presenza della neve caduta negli ultimi giorni, la manifestazione legherà il fascino del paesaggio innevato all’emozione che sempre suscita l’arte pirotecnica. Un connubio perfetto tra lo scenario suggestivo che offre Asiago e la magia dei fuochi d’artificio”. La manifestazione avrà inizio venerdì 3 febbraio alle ore 21.00 all’aeroporto Romeo Sartori di Asiago, con lo spettacolo piromusicale della ditta italiana F.A.B.A. Sabato 4 febbraio, sempre alle ore 21, l’evento si sposta al Campo Scuola Sci Linta (Via Autieri d’Italia), dove il pubblico potrà ammirare la Kopa Karukola – tradizionale manifestazione di sci in maschera –, cui seguirà la fiaccolata dei maestri della Scuola Sci Asiago. Al termine della fiaccolata ci sarà l’esibizione della ditta messicana Pirotecnia Reyes. Domenica 5 febbraio sarà ancora di scena l’Aeroporto Romeo Sartori, con animazione e musica dalle ore 21, e lo spettacolo della ditta austriaca Feuerwerke Jost. L’evento si concluderà con la premiazione e l’esibizione di Partente Fireworks. La diretta degli spettacoli viene trasmessa via internet su www.piroweb.it. Gli spettacoli si svolgeranno anche in caso di neve, mentre saranno rinviati alla sera successiva in caso di pioggia o forte vento. 8 l’Altopiano Sabato 4 febbraio 2012 3 Il Comune di Asiago riconosce l’antica Regola Il 4 febbraio il consiglio comunale, con l’approvazione della delibera che sarà punto di partenza per la ricostituzione della Vicinìa. Giancarlo Bortoli: “Una vittoria della verità storica sulla presunzione politica” Il Comune di Asiago riconosce e ricostituisce l’antica Regola di Asiago. La deliberazione avrà luogo sabato 4 febbraio alle 16 nel palazzo municipale e costituirà il punto di partenza per la ricostituzione dell’antica Vicinìa degli abitatori originari di Asiago. Una delibera lunga quasi due decenni che va a coronare gli sforzi del Comitato per la ricostituzione della regola che per anni si è visto negare, e il popolo di Asiago con esso, delle verità storiche e dei diritti sacrosanti di autodeterminazione del proprio territorio legati proprio all’appartenenza a questo territorio. Il tutto inizia con la legge re- gionale 97/1994 che favorisce la ricostituzione delle Regole proprio per incentivare scelte d’investimento e di sviluppo nel campo agrosilvo-pastorale nella direzione della tutela ambientale e dello sviluppo socio-economico del territorio montano. Una legge ben fatta che ben definisce le Regole: sono da considerare Regole, anche unite in comunanze, comunque denominate, le comunità di fuochi-famiglia o nuclei familiari proprietarie di un patrimonio agro-silvo-pastorale e sancisce anche che quel Sapor d’acqua natia Perseverare non è diabolico. E’ angelico Nel film Qualcuno volò sul nido del cuculo, nella scena finale Jack Nicholson per guadagnare un po’ di soldi, fa una scommessa con i suoi compagni di manicomio: dice che riuscirà a sradicare un blocco di cemento dalle docce dei bagni. Il primo tentativo fallisce. Il secondo anche. La terza volta gli si gonfiano le vene del collo, gli occhi diventano di fuoco, ma deve resistere lo stesso. E mentre i compagni lo deridono, lui se ne va dicendo: “Ridete, ridete, però almeno io ci ho provato. Maledizione, almeno io ci ho provato”. Qualora dovessi scegliere anticipatamente l’orazione funebre da declamare il giorno della mia sepoltura (pur consapevole che esistono cose molto più piacevoli cui pensare), non esiterei a scegliere proprio questa frase. D’altronde in ogni competizione ci sono sempre due vincitori, mai uno solo: chi taglia per primo un traguardo o mette a segno l’ultimo punto e chi dà il massimo delle proprie possibilità. Il freddo che in questi giorni sta investendo la nostra penisola, diventa una metafora incredibile della situazione che sta vivendo la nostra società: un’agghiacciante crisi che apparentemente sta costringendo tutti ad una supina rassegnazione, a sperimentare che il letargo – del quale la natura ci parla ogni anno in una maniera sublime – è sempre in agguato, nelle piccole come nelle grandi cose della vita. Cosicchè anche stavolta la natura ci viene in aiuto: dopo ogni letargo c’è la possibilità di una nuova primavera, di un nuovo risveglio, d’avvertire che le forze si sono rinvigorite magari proprio nel momento in cui tutto sembrava morire. E’ dai tempi di Giuseppe – il cui bellissimo episodio è narrato nel primo libro della Scrittura – che i sognatori vengono beffeggiati e venduti come schiavi dai propri fratelli: eppure la forza di un sogno è stupefacente, nessuno oserebbe immaginare la sua forza d’urto che spinge ad un impegno straordinario. Per un sogno si è disposti addirittura a dare la vita. Oggi - paradossalmente incolonnati in questa strada a senso unico come ci vogliono far credere all’uomo di speranza è rimasta solamente la forza dei sogni: trovare il coraggio di immagi- nare in grande ma guardando al piccolo della propria esistenza. In questo senso dovremo ribaltare quel vecchio proverbio che a lungo andare è diventato lo sponsor della rassegnazione: “Errare è umano, perseverare è diabolico”. Forse figli e nipoti di una certa mentalità cattolico-colpevolista, abbiamo travisato appieno questo proverbio per averlo sempre e solo legato alla sfera del peccato o delle omissioni. Ma se a questo meraviglioso proverbio gli s’allarga l’orizzonte, scopriamo che non solo perseverare non è per niente diabolico ma diventa il segreto per reggere il peso e la fatica della disperazione. Il vero lato diabolico è aspettare che la motivazione giunga dall’esterno, rimanere a braccia incrociate attendendo il colpo di fortuna, rinunciare ad impegnarsi a fondo in un progetto, arrendersi alla prima sconfitta. Perchè se l’impegno e la motivazione rendono l’uomo capace di guizzi prodigiosi, diabolico è sprecare queste possibilità. A leggere bene la Scrittura, pure Gesù di Nazareth nella parabola dei talenti (Mt 25,14-30) condannò apertamente – e senza tanti riguardi – la mancanza di perseveranza del terzo servo: pure lui aveva talento ma l’ha sprecato nel modo più ignobile, sotterrandolo perchè incapace di investire le sue opportunità. Al freddo hanno sempre dato un connotato negativo: altro mistero inspiegabile. Come per tanti secoli si è pensato che il contrario di “sveglio” fosse “addormentato”. Oggi che stiamo sperimentando come “sveglio” sia il contrario di “rassegnato”, rivaluteremo anche la bellezza del freddo e del gelo. Che spesso, come in questi anni, c’impedisce di dormire per cercare di non fare addormentare proprio del tutto i sogni di Dio. In questo senso perseverare è angelico. Don Marco Pozza patrimonio è collettivo, inalienabile, indivisibile ed inusucapile. Tale patrimonio è stato sottratto alle Regole e dato in amministrazione ai Comuni con un famigerato decreto, ovvero il decreto vicereale n. 225 del 25 novembre 1806 che ha costituito il principale grattacapo al comitato e la miglior arma di difesa a chi ha sempre negato l’esistenza delle vicinie sull’altopiano. “Secondo la legge regionale per addivenire alla ricostituzione della Regola di Asiago era necessario presentare lo statuto della Regola deliberato dall’assemblea, l’elenco dei beni agrosilvo-pastorali costituenti il patrimonio antico della Regola e l’elenco dei fuochifamiglia stabilmente stanziati sul territorio della Regola – spiega Giancarlo Bortoli, che alla redazione del deliberato ha lavorato mesi e scovato documenti in ogni dove - Tuttavia il Comitato promotore della Regola di Asiago si è scontrato con un muro di gomma dovuto principalmente alla carenza documentale determinata dalle distruzioni subite dal paese durante la guerra 1915 – 18 ma anche nelle guerre risalenti al XV e XVI secolo nonché alle rappresaglie delle truppe francesi per l’insurrezione degli altopianesi nel 1809". Una carenza documentale che Bortoli e il Comitato hanno risolto snidando documenti notarili negli archivi di Stato. Recentemente, è stato trovato il manoscritto del verbale della General Vicinia (presenti 321 capifamiglia) di Asiago, tenutasi nella chiesa arcipretale il 10 settembre 1724. Archivi che hanno rivelato come “i beni communi dei Sette Comusono ingiuste ni di special raperché prendogione degli Antino in esame chi Abitanti Originari, senza solo il nuovo patrimonio, che gl’altri Terrieri e Fore- ovvero quella parte del terstieri ne possino partecipa- ritorio acquistato dalla Regre”; così come “si riconosce genza e non invece la parte alla sola vicinia degli origina- di territorio ancestrale. E il ri la capacità di decidere cir- Comune di Asiago non ha ca l’accoglimento in seno certo cercato di chiarire la alla comunità di terzi (fore- situazione; anzi, nel 1994 stieri) o terrieri (residenti) deliberava il Regolamento affinché questi possano otte- per la disciplina degli usi nere la partecipazione de’ civici dove il Comune di Beni derivati dagl’antichi Asiago affermava solenneTitoli”. mente che i beni silvo pastoLa Regola costituisce un rali appartenevano alla colgrosso vantaggio per la col- lettività dei cives e non al Colettività, oltre a dare maggior mune stesso ma poi nel 2002 potere decisionale agli anti- la stessa amministrazione chi abitatori, e quindi discen- strumentalmente modificava denti di coloro che difesero il regolamento dichiarando a e salvaguardarono l’antico sei anni di distanza che i beni patrimonio: il singolo, come erano di proprietà del comuin passato, beneficia o del- ne e soggetti al solo uso civil’utilizzo diretto del patrimo- co”. nio oppure gode di un divi- Da li è stato un susseguirsi dendo in denaro. di corsi e ricorsi. Almeno fino “Naturalmente non c’è alle azioni che hanno portato peggior cieco di chi non al deliberato di sabato. vuole leggere – conclude Innanzitutto finalmente il CoBortoli - Esistevano le mune di Asiago, nel formuvicinie? Sì. Era formalmenlare argomentazioni storico LA CRITICA te statuito che boschi e pa- giuridiche volte a dimostrare scoli fossero di proprietà l’esistenza della Regole, rifedegli originari di Asiago? Sì. riva e distingueva in merito Eppure c’è chi ha sostenu- al “vecchio patrimonio” e al to veementemente che la “nuovo patrimonio” la cui Regola non sia mai esistita provenienza è alquanto difad Asiago. E’ forte l’im- ferente. Con la delibera di pressione che tutte le ragio- ricostituzione della Regola ni messe a supporto del- sono definiti anche gli aventi l’istanza di riconoscimento diritto di appartenenza alla della Regola di Asiago sia- Regola di Asiago. Sono tutti no state trascurate e inve- i discendenti dei cittadini ce siano state approfondite nati ad Asiago prima del solo quelle di controparte. conflitto mondiale, tanto in E’ sbalorditivo che in una linea paterna che materna, decisione “di merito” non si tutti coloro e loro discendenti prendano in esame i docu- che dalla fine del conflitto 1915menti forniti. Eppure tutti i 18, pur essendo quest’ultimi mappali interessati alla “vi- nati altrove, avevano fatto ricenda”, cioè la precisazio- torno in loco; per tutti gli altri ne analitica dei beni stabili casi (ad esempio emigrazione rivendicati dalla Regola di dal territorio comunale), sarà Asiago, sono rinvenibili lo Statuto della Regola di presso l’Ufficio Patrimonio Asiago a disciplinare l’evendel Comune. Perché allora tuale diritto di appartenenla Regione e le sentenze za alla Regola stessa. giudiziali sinora emesse, Gerardo Rigoni 1984 5 Premi Oscar Miglior film -Migliore regia-Miglior attrice Shirley MacLaine - Miglior attore Jack Nicholson - Migliore sceneggiatura non originale 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 4 RIFIUTI Rifiuti, un tema che continua a far discutere Plastica o secco? La nuova campagna informativa di Etra che aiuta a differenziare meglio Anche chi si impegna a differenziare viene spesso assalito da dubbi. Si tratta di rifiuti che vanno tra i riciclabili o nell’indifferenziato? Per avere una risposta può essere sufficiente consultare opuscoli e fogli distribuiti durante le varie campagne informative, che andrebbero per questo conservati e tenuti sotto mano. Nei giorni scorsi Etra ha fatto recapitare a casa di tutti i suoi utenti un pieghevole con tutte le informazioni utili per conferire correttamente la plastica. Nella lettera di presentazione si spiega come questa nuova campagna sia volta a migliorare la raccolta della plastica, incrementandone la quantità e la qualità, visto che analisi effettuate sul rifiuto raccolto hanno evidenziato alte concentrazioni di impurità, con la conseguenza di una perdita di materiale recuperabile che viene scartato in fase di riciclaggio, rallentandone il processo, e generando uno spreco di energia impiegata nella selezione del materiale. Al contrario, si sottolinea, il corretto conferimento di plastica e metalli diminuisce notevolmente la produzione di secco non riciclabile, riducendo l’impatto ambientale. Ma se ci viene immediato buttare un giornale vecchio nel bidone della carta, può accadere di doversi fermare a riflettere un po’ di più quando si tratta di gettare la plastica. Questa frazione, infatti, viene “sporcata” di frequente da altri materiali che, sebbene fatti di plastica, non vengono riciclati: gli oggetti in plastica, che non sono imballaggi, attualmente, non sono compresi nelle liste ammesse dai Consorzi competenti. La campagna informativa avviata da Etra per ridurre questi inconvenienti e i dubbi degli utenti coinvolgerà anche gli alunni delle scuole: sarà distribuito un opuscolo dove da una parte si racconta la storia della plastica, se ne presentano le diverse varietà e le modalità di riciclo, dall’altra viene riportato un elenco dettagliato degli oggetti destinati alla raccolta differenziata. Per bambini e ragazzi sono stati pensati, inoltre, alcuni giochi che permetteranno di testare le conoscenze acquisite. Qual è, comunque, la regola generale? Nella plastica vanno solo gli imballaggi. Sono esclusi, pertanto, le posate usa e getta (da gettare nel secco), i giocattoli (anche con parti in gomma), i manufatti per l’edilizia e l’idraulica, e più in generale tutti gli oggetti in plastica di piccole dimensioni. Un’altra regola importante prevede l’utilizzo dei soli sacchetti di plastica per il conferimento; i sacchetti compostabili e biodegradabili, in amido di mais, sono da utilizzarsi per la raccolta della frazione umida. «Dal 2000 al 2010 il recupero degli imballaggi di plastica in Italia ha portato benefici economici e ambientali per 2,7 miliardi di euro. – rivelano Manuela Lanzarin e Stefano Svegliado, presidenti rispettivamente del Consiglio di sorveglianza e del Consiglio di gestione di Etra – Nel nostro territorio siamo arrivati a differenziare circa il 70% dei rifiuti raccolti, che vuol dire quasi 160 mila tonnellate in meno da portare in discarica. Di queste, circa 16 mila tonnellate sono imballaggi in plastica e metallo. Certo, a noi di Etra e alle Amministrazioni comunali si richiede uno sforzo organizzativo e logistico notevole per differenziare meglio, ma è soprattutto l’impegno quotidiano delle famiglie che permette di fare questi passi in avanti. Sono conquiste sul fronte della quantità, ma anche della qualità dei rifiuti, che possono così avere vita nuova». Silvana Bortoli A quasi tre anni dall’entrata in vigore della differenziata nei comuni di Asiago, Gallio e Roana, la raccolta dei rifiuti continua a far discutere, con i cittadini che si lamentano, chi per un motivo, chi per un altro. C’è chi critica il sistema e chi ce l’ha con chi non usa comportamenti corretti. Ad Asiago coloro che si dimostrano più sensibili al tema si chiedono come mai non siano stati ancora tolti tutti i cassonetti e installati i previsti press container, cercando di mettere fine a una pratica, quella di buttare via i rifiuti tutti insieme, alla quale in parecchi sembrano essere ancora saldamente ancorati. Ma anche dove ormai da tempo il servizio è stato completato secondo i programmi, la dimostrazione che c’è chi non ha nessuna voglia di adeguarsi è spesso sotto gli occhi di tutti, con borse di rifiuti abbandonate nei pressi delle campane o dei press container. Un brutto esempio viene dal press container posizionato dietro la piscina di Canove, sopra al quale spesso campeggiano numerosi sacchi di immondizia. Uno spettacolo che se non si nota dalla strada, si svela in tutta la sua bruttezza ai tanti che amano percorrere a piedi o in bicicletta l’ex-ferrovia che passa proprio lì a fianco. Quadro spesso completato da ingombranti e sacchi neri abbandonati a fianco dei contenitori per la differenziata. Quello degli ingombranti rimane un tasto davvero dolente, soprattutto in certi siti dove l’abbandono di materiali di ogni tipo, dai televisori ai materassi, dagli elettrodomestici ai mobiletti fino agli pneumatici, non si riesce a contrastare se non prendendo la drastica misura di rimuovere le campane. Era già capitato i primi tempi sulla strada da Canove a Camporovere, di fronte al cimitero, dove si registrava un continuo susseguirsi di abbandono di rifiuti di ogni genere. Un’indecenza che ha riguardato fino a poco tempo fa anche le campane lungo la strada, sempre per Camporovere, salendo da Asiago, diventate meta abituale per chi, senza seguire la normale prassi (prenotazione del servizio di ritiro a domicilio) e senza prendersi troppi fastidi si è liberato in questo modo dei propri rifiuti ingombranti: anche qui alla fine le campane sono state rimosse. Stesso spettacolo anche in Via Baracca ad Asiago, nei pressi del Consorzio Fra i Caseifici, stessa soluzione: via campane e cassonetti! Ricorrente tra la gente è l’affermazione che il sistema adottato nel maggio del Wifi gratis in centro ad Asiago Collegamento wifi gratis nel centro di Asiago. E’ quanto consente un accordo tra SAIV e Comune di Asiago a beneficio di residenti e soprattutto turisti. «Un servizio adatto alla consultazione di pagine web, più che per scaricare file o lavorarci su spiega l´assessore Franco Sella che sta seguendo tutto il progetto insieme al tecnico Elio Bardelli -. Ma è sicuramente utile per il turista che ha bisogno di leggere le proprie mail, piuttosto che collegarsi ai vari social network.” Selezionando con tablet o smartphone la connessione gratuita, il sistema chiederà un numero di cellulare a cui invierà username e password che, una volta inseriti, daranno la possibilità di accedere al web gratuitamente per due ore. Dopo l’attivazione del servizio, che avverrà a breve (già comunque si poteva accedere con schede prepagate), l’obiettivo è quello di ampliare i punti di accesso già presenti in centro città. Oltre al Corso, alle piazze, ai giardini pubblici, il collegamento sarà utile in altre zone quali il parco Brigata Regina e lo stadio del ghiaccio. 2009 andrebbe sostituito con il porta a porta, visto come unica soluzione per favorire comportamenti virtuosi e risultati positivi. Certo, il sistema attuale per alcuni cittadini, gli anziani su tutti, può risultare non semplice da mettere in pratica, ma è altrettanto vero che anche fra chi non ha problemi a raggiungere i luoghi di conferimento delle varie tipologie non sono pochi coloro che non ci mettono un minimo di impegno per fare la propria parte affinché l’immondizia che viene riciclata possa raggiungere le percentuali soddisfacenti richieste dalla legge. Crediamo sia necessario, oltre che prendere in considerazione soluzioni diverse e aggiuntive come la creazione di un indispensabile centro ecologico, impegnarsi seriamente e, attraverso il maggior numero di modi possibile, educare al riciclo e insegnare a ridurre l’uso dei prodotti non riciclabili. E cominciare a sanzionare, mettendo in atto delle strategie per smascherare i responsabili di comportamenti altamente scorretti, come è stato fatto con successo in alcuni comuni, dove questo tema è particolarmente sentito. Silvana Bortoli Abbandono selvaggio degli ingombranti: l’iniziativa del comune di Rovolon, nel padovano Nel recente notiziario informativo fatto recapitare da Etra anche agli utenti altopianesi, si cita la singolare iniziativa di raccolta ed esposizione dei rifiuti abbandonati nel territorio comunale, messa in atto dall’amministrazione comunale di Rovolon (PD) come segnale concreto contro tale pratica. Rifiuti di vario genere hanno fatto mostra di sé per quasi un mese, in un’area recintata nei pressi del Municipio, accompagnati da un cartello con scritto “Riconosci qualcosa?”. L’assessore all’ambiente Nicola Ambrosi ha così commentato l’iniziativa, come riportato nell’articolo: “Non possiamo far finta di non vedere o non capire le proporzioni della rac- colta dei rifiuti abbandonati. Fenomeno che diventa ancor più incomprensibile quando si pensa che esiste il servizio di asporto degli ingombranti, su chiamata. Ci vuole l’impegno di tutti, ma si deve partire dalle radici del problema: ogni anno organizziamo la raccolta di rifiuti abbandonati, ma la vera soluzione passa per la conoscenza e l’adozione di comportamenti virtuosi, a vantaggio dell’ambiente e senza spese aggiuntive per la pulizia del nostro territorio”. Se una iniziativa del genere venisse messa in atto anche da noi, quanto spazio occorrerebbe per esporre tutto ciò che viene costantemente abbandonato sul territorio? S.B. 8 Sabato 4 febbraio 2012 ASIAGO l’Altopiano 5 Dal magico incontro tra la Rigoni di Asiago e Giovanni Bonotto nascono tessuti che hanno il colore e il profumo dei mirtilli Cosa c’azzecca la Rigoni di Asiago, azienda-riferimento della produzione alimentare biologica, con l’alta moda? Ebbene sì, c’azzecca: per la ditta asiaghese produttrice di miele, marmellate e la prelibatissima crema di nocciole ormai esportate in tutto il mondo, è arrivato, inaspettato e casuale, un impensabile matrimonio. “Mai avrei creduto che della nostra materia prima potesse un giorno contribuire a produrre un tessuto di lusso – racconta Andrea Rigoni – questo finché noi fratelli Rigoni non abbiamo conosciuto Giovanni Bonotto. E’ stato un magico incontro, che ha dato vita a qualcosa di unico, di eccezionale”. Lui, Bonotto, quarta generazione, col fratello Lorenzo, della Bonotto spa, l’azienda tessile di Molvena (Vicenza) tra le più importanti e apprezzate nel mondo, che prosegue la grande tradizione italiana artigianale fabbricando tessuti di alta gamma per le più importanti griffe del lusso, ci ha messo la creatività e il concetto di base ovvero quello della Fabbrica Lenta, un nuovo modello manifatturiero capace di rivalutare la cultura delle mani dei Maestri Artigiani che alla Bonotto utilizzano telai e macchine degli anni Cinquanta: si produce di meno, ma a regola d’arte, un manifesto contro la standardizzazione industriale e la produzione in serie a basso costo. La Rigoni di Asiago ci ha messo la passione e lo scrupolo con i quali va alla ricerca delle materie prime più naturali, selvatiche, dimenticate e dall’alto contenuto organolettico per dare vita alle ormai famose Fiordifrutta (ma non solo…), individuando nei mirtilli neri quei frutti della natura che potevano sposarsi con un progetto ardito proposto da Giovanni: un frutto selvatico capace di di- ventare il colorante di un tessuto raffinato. Il processo tecnico ce lo racconta il responsabile del settore Ricerca&Sviluppo della Rigoni di Asiago: “Una parte dei mirtilli neri di bosco, il cui colore è blu intenso, che utilizziamo per Fiordifrutta, viene setacciata per ottenere una purea che mescoliamo all’altra parte di mirtilli interi. Quanto rimane (semi e bucce) viene sottoposto ad estrazione dei principi attivi contenuti attraverso una soluzione idroalcolica. Si ricava così un estratto di mirtillo nero, privato dell’alcool e filtrato ripetutamente su membrane per concentrarne i principi attivi, che è quello che ha impiegato Bonotto”. Nell’ambito di “Pitti uomo”, prestigioso appuntamento svoltosi a Firenze a gennaio, l’organizzazione ha presentato un progetto interamente dedicato al tessuto del prodotto moda che ha visto come protagonista Giovanni Bonotto e le sue creazioni. Per questo motivo, “l’artista” vicentino ha progettato nuovi tessuti. Uno di questi prevedeva l’utilizzo della lana di pecora nera. Animali quasi impossibili da trovare perché sono considerati errori della natura. Addirittura gli allevatori le uccidono perché non si incrocino tra loro. Il nostro è riuscito a convincere alcuni allevatori australiani a tenerne un centinaio. Che forniscono pochi chili di lana ogni anno. Una lana non nera, ma marrone, perché crescendo il colore del pelo della pecora si schiarisce. Ebbene, questa lana particolare Bonotto l’ha lavorata e trattata con l’estratto di mirtillo nero che gli abbiamo fornito noi. L’ha fatta bollire in un macchinario, che è una sorta di grande pentola, per 8 ore. Durante la “ribollita” la lana si è gonfiata, si è follata e feltrata con il mirtillo. Il quale ha rilasciato il colore. Ne è scaturito un tessuto per l’abbigliamento di colore marrone con riflessi bluastri. Di rara bellezza e di una suggestione unica. Non solo, in quest’azione di rilascio, il mirtillo ha depositato anche tracce odorose. Quindi il tessuto non ha solo il colore del mirtillo nero, ma anche il suo aroma acidulo. Tutto il processo produttivo artigianale sarà certificato, dando così vita a un tessuto unico al mondo. Una trentina di pezzi, non di più. Trenta prototipi, capi esclusivi. Le applicazioni? Sciarpe e scialli di rara bellezza e… profumo. “Un evento eccezionale - conclude Andrea Rigoni - che ha proiettato noi della RdA in una nuova, inaspettata realtà. E per questo siamo grati a Giovanni”. Una raccolta firme per rendere illegale il trattamento della “casta” «Adeguamento alla media europea degli stipendi, emolumenti, indennità degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale», è quanto si propone il gruppo facebook “Nun Te Regghe Più”, dal titolo della famosa canzone di Rino Gaetano. Obiettivo primario la promulgazione di una legge di iniziativa popolare formata da un solo articolo: “I parlamentari italiani eletti al Senato della repubblica, alla Camera dei deputati, il Presidente del consiglio, i ministri, i consiglieri e gli as- La proposta è lanciata dal gruppo “Nun te regghe più”. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini per arrivare a proporre un progetto di legge di iniziativa popolare. In municipio ad Asiago si può firmare sessori regionali, provinciali e comunali, i governatori delle regioni, i presidenti delle province, i sindaci eletti dai cittadini, i funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi, indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di acquisto nell’unione europea, più della media aritmetica europea degli eletti negli altri paesi dell’unione per incari- chi equivalenti”. La raccolta firme viene effettuata tramite appositi moduli vidimati depositati negli uffici elettorali dei comuni italiani, ad Asiago la sottoscrizione si può effettuare presso l’Ufficio Anagrafe. “Questo gruppo di persone - afferma Luciano Dalla Pozza, imprenditore di Villaverla, tra i promotori dell’iniziativa - è fatto esclusivamente da volontari ed è totalmente apartitico. Tutti i costi di Il fieno dell’altopiano fa scuola Numerose scuole di estetiste lo hanno inserito nei loro programmi Il fieno altopianese entra a scuola. Numerose scuole di formazione per estetiste, tra cui a Vicenza e Padova ma anche Napoli, hanno inserito nei loro programmi il metodo “hobepergh” messo a punto da un’azienda altopianese. Il metodo consiste nell’utilizzo del fieno dell’altopiano per fitoterapia, naturopatia e fitocosmesi. Il fieno altopianese si presta particolarmente all’estrazione di nutrienti base per i prodotti cosmetici e terapici così come per essere impiegato nei bagni di fieno. Questo perché nel fieno altopianese ci sono centinaia di erbe, piante e fiori che lo rendono unico; una varietà che non si trova in altre zone. Allo stesso tempo le scuole di estetica si trovano di dover “crescere”, ovvero di qualificare la figura dell’estetista oltre a quella della cosmesi ma di creare professionisti in grado di donare benessere ai loro clienti e dare risposte alle esigenze sempre più specifiche dei consumatori. Il fieno altopianese quindi diventa un valore aggiunto alla professione dell’estetista divenendo il prodotto base sia per le cure naturali sia per il benessere. E coniugando sapere tradizionale alla scienza. Solo come esempio è riconosciuto scientificamente che il trifoglio ha una composizione similare agli estrogeni così come l’iperico è un immunostimolante. Che il fieno altopianese sia ineguagliabile è un fatto che nel mondo della naturaterapia si sa da tempo; anche l’Hotel Parco dei Principi di Roma lo utilizza nel suo centro benessere così come decine di centri wellness di tutto l’arco alpino. G.R. produzione del materiale necessario, dai moduli per la raccolta firme, ai volantini comunicativi, alle eventuali iniziative pubblicitarie per informare i cittadini di questa proposta, sono totalmente autofinanziati dai promotori e dagli aderenti a questo gruppo. Per consentirci una maggior produzione di materiale pubblicitario e poter informare il maggior numero di persone possibile, abbiamo organizzato una serata a Vicenza con una cena e una esibizione live di musica jazz. L’iniziativa è c o m p l e t a m e n t e autofinanziata dai promotori e dagli aderenti quindi la diffusione dei moduli potrà essere non omogenea, eventuali segnalazioni di Comuni sprovvisti di moduli potranno essere effettuate direttamente nel gruppo face book. 50 mila firme – spiega ancora Dalla Pozza - sono il minimo richiesto dalla legge per la presentazione della proposta, 80 mila sono il numero necessario per sopperire ad eventuali errori e anomalie di raccolta ma il vero obiettivo è quello di poter raccogliere le firme di tutti gli italiani stanchi di mantenere i privilegi di una classe politica capace solo di badare ai propri interessi personali. Una firma non costa molto, continuare a restare indifferenti costa molto di più”. Giovanni Dalle Fusine 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 6 ATTUALITA’ L’addio a Marisa La vicenda della suora laica di Sasso di Asiago che ha tenuto col cuore sospeso familiari ed amici per 40 giorni si è conclusa nel peggiore dei modi L’hanno trovata priva di vita all’interno di un capannone agricolo La vicenda di Marisa Baù, la 48enne suora laica originaria di Sasso di Asiago, scomparsa il 20 dicembre scorso, si è conclusa nel modo peggiore. A trovarla, nel tardo pomeriggio di lunedì 30 gennaio, è stato un contadino, entrato nella struttura a Montet, simile a una piccola stalla, per rimuovere una grande rotoballa: qui ha fatto la macabra scoperta e ha avvisato subito le forze dell’ordine che sono giunte sul posto e hanno iniziato gli accertamenti. Ufficialmente la polizia elvetica non si è ancora sbilanciata sulle varie ipotesi del decesso, pur facendo capire che è quella di un gesto estremo l’ipotesi più probabile. La comunicazione ufficiale diramata dalla Polizia cantonale di Friburgo e confermata dal funzionario incaricato, Donatella Del Vec- chio, dice che nella tragica vicenda “sembra escluso l’intervento di terze persone”. Non ci sono dettagli sul ritrovamento del cadavere, né rivela particolari sullo stato del cadavere o il luogo del ritrovamento, in quanto “procede rispettando la sfera privata della persona deceduta”, sottolinea Del Vecchio. L’ipotesi è che il decesso risalga ai giorni della scomparsa, forse proprio martedì 20 il che escluderebbe dunque le segnalazioni, in provincia di Como e a Locarno, da parte dei telespettatori della trasmissione “Chi l’ha visto?”. Quasi sicuramente era un’altra donna anche quella vista alla stazione di Montet il giorno della scomparsa. La breve distanza, circa un chilometro e mezzo, tra il centro dei “Focolarini” e il fienile fa pensare che la Baù sia arrivata lì a piedi, ultima tappa di quella passeggiata all’aria aperta che aveva deciso di La casa natale di Marisa a Sasso di Asiago fare, così aveva raccontato, per far passare un persistente mal di testa. Ma questa è solo una delle possibilità al vaglio della polizia elvetica, che per il momento non intende assolutamente sbilanciarsi. I familiari, appresa la tragica notizia, sono immediatamente partiti per la Svizzera nella speranza di poterla vedere e di riaccompagnarla presto a casa. Un viaggio pressoché inutile: non è stato possibile fare né l’una, né l’altra cosa. Il corpo è rimasto infatti a totale disposizione dell’autorità giudiziaria che ha disposto non solo l’autopsia, eseguita nella giornata di mercoledì 1 febbraio, ma altri esami istologici. Solo alla conclusione di queste analisi si potrà sapere qualcosa di certo sulle cause della morte di Marisa. Sulla scioccante ipotesi di un probabile suicidio per impiccagione, così come sull’esclusione del coinvolgimento di terze persone, i familiari ci vanno tut- tora molto cauti e invitano tutti a fare altrettanto. “Abbiamo molte difficoltà nel riuscire a capire la verità – afferma Silvia Broglio, una delle nipoti di Marisa - Non abbiamo nessuna certezza sul come siano andate realmente le cose anche se ci hanno poi confermato che è stata trovata con una corda attorno al collo, una di quelle usate per legare i vitellini, trovata probabilmente lì, nella stalla. Ci sono purtroppo troppi lati oscuri in questa vicenda e sarebbe nostra intenzione fare chiarezza. Abbiamo ovviamente già fatto richiesta per poter avere tutta la documentazione relativa alle indagini svolte e certo è che vogliamo sapere tutto ciò che è possibile, quindi se nel momento in cui ci verranno comunicati i risultati degli esami i nostri dubbi dovessero persistere, ci riserviamo anche di incaricare un medico legale di nostra fiducia e di far ripetere le analisi in Italia”. Per il definitivo ritorno a casa di Marisa e poter così dar luogo all’estremo saluto nella chiesa di Sasso di Asiago bisognerà attendere la prossima settimana. Dalle ultime notizie avute prima di andare in stampa sembra che la salma possa essere trasferita in Italia non prima di mercoledì 8 quando tutti gli accertamenti predisposti e i procedimenti d’indagine saranno compiuti e dopo un ultimo saluto nella preghiera nella chiesetta del Centro dei Focolarini di Montet (Canton Friburgo). Quella che negli ultimi quindici anni è stata la sua comunità, dove la 48enne asiaghese ha vissuto e lavorato con incarichi di responsabilità, sta vivendo con grande dolore l’incredibile epilogo di questa vicenda e desidera poter dare a Marisa l’ultimo tributo di stima e di affetto. Per tutti gli aggiornamenti e le ultime notizie, seguiteci sul nostro sito www.giornalealtopiano.it Stefania Longhini Le tappe della scomparsa di Marisa Baù, trovata priva di vita lunedì 30 gennaio l’Altopiano Sabato 4 febbraio 2012 L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Virginia Gianello, Morena Turetta , Alessandro Siviero, Ilario De Guio, Giacomo Scarsella, Alessandro Cunico, Giulia Rossi, Giulia Rigoni, Monica e Massimiliano Gnesotto, Elisabetta Cortese, Giulia Crestani, Giorgio Spiller Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione giornale: Davide Degiampietro Foto: Archivio Giornale, Roberta Strazzabosco Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova 20 DICEMBRE - A metà mattina Marisa si allontana dalla comunità per una passeggiata; avvisa una delle ospiti: “Ho un po’ di mal testa”. Esce lasciando nella sua stanza documenti, soldi, cellulare. L’allarme scatta già nel primo pomeriggio, dopo il suo mancato rientro per il pranzo. In serata iniziano le ricerche, che poi proseguiranno nei giorni successivi da parte delle forze dell’ordine locali con l’ausilio di unità cinofile. Nel frattempo viene fatta una denuncia di scomparsa, sia in Svizzera che in Italia. 21 DICEMBRE - Alle ricerche prendono parte anche numerosi volontari e residenti della cittadina svizzera che viene tappezzata di volantini con l’immagine di Marisa. Un testimone assicura di averla vista, nella La comunità delle Focolarine stessa mattina del 20, nei pressi della stazione ferroviaria di Montet, dove si fermano anche autobus di linea, ma questo particolare non verrà confermato da nessun’altra persona. Le ricerche proseguiranno per tutte le vacanze natalizie. 5 GENNAIO - Una troupe della trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, condotta da Federica Sciarelli, arriva in Altopiano. Poi nel pomeriggio va a Lusiana, dove nella casa di una delle sorelle vengono riuniti tutti i familiari della donna, per raccogliere immagini e interviste. 11 GENNAIO - A “Chi l’ha visto?” 3 viene data la notizia della scomparsa con la foto, ma il servizio viene annunciato per la puntata successiva a causa della tragedia della Costa Concordia. 18 GENNAIO - Va in onda il servizio completo, anche con le interviste ai familiari. In serata chiama in redazione una telespettatrice che dice di aver visto la Baù il 10 o l’11 gennaio in via Santa Maria, a Turate (Como), una strada che conduce a un santuario, con un bastone i mano. 25 GENNAIO - Nella nuova puntata di “Chi l’ha visto?” arrivano altre due segnalazioni, secondo le quali la suora laica sarebbe stata vista nella località svizzera di Locarno, nel Canton Ticino, il giorno prima, il 24. A notarLa dottoressa Turrina la sarebbero state due persone, in momenti diversi, vicinoGiulia al santuario della Madonna del Sasso di Locarno, mèta di pellegrinaggi da tutta Europa: le testimonianze parlano di una donna con i capelli rossi, con in mano un bastone, così come era avvenuto nella prima segnalazione. 30 GENNAIO - Nel pomeriggio la Polizia cantonale dirama un comunicato stampa in cui dichiara che l’avviso di scomparsa di Marisa Baù è da revocare, dato che la donna era stata ritrovata, senza dare ulteriori dettagli. In tarda serata i familiari in Altopiano vengono informati della morte della loro cara. 31 GENNAIO - La notizia del decesso di Marisa viene confermata dai quotidiani e dai siti internet elvetici e in mattinata diventa di dominio pubblico ad Asiago, nella frazione Sasso e a Lusiana. 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 7 Gli Alpini Asiago…danno i numeri! ASIAGO Milletrecento ore di volontariato nel 2011. E’ il primo dato, ed il più significativo, emerso durante l’annuale assemblea del Gruppo Alpini Asiago che conta 308 iscritti fra alpini e amici degli alpini (numero in linea con gli anni precedenti ma, come sottolineano le penne nere, che si potrebbe aumentare di molte unità vista la robusta “presenza” alpina nelle nostre famiglie). 1300 ore spese per il prossimo, per onorare i caduti, per ricordare gli alpini “andati avanti”, a rappresentare la parte più bella e sana della nostra Patria. 1300 ore che non sono solo un vanto per il gruppo alpini Asiago ma un segnale a questa Italia bistrattata, un segnale che dice “se si vuole, si può”. L’assemblea ha visto la presenza di un folto numero di iscritti e simpatizzanti tra cui l’assessore alle Politiche Sociali di Asiago (ed alpino) Diego Rigoni. Dopo il 1300 ore di servizio volontario per il territorio. Nell’assemblea annuale il presidente Cunico ha fatto la relazione di tutta l’attività svolta a favore della comunità, sempre gratuitamente I LETTORI CI SCRIVONO DOVE PORTA LA STRADA CAVALLARA? saluto alla bandiera, il capogruppo Bruno Cunico ha presentato la “Relazione Morale per l’anno 2011" illustrando tutte le attività svolte dal gruppo, attività che vanno da quelle istituzioni a quelle di pura solidarietà. Attività che hanno visto gli alpini asiaghesi impegnati in 1300 ore di solidarietà dove spiccano il servizio domenicale e festivo di apertura dell’Ossario del Leiten, le manutenzioni e lo sfalcio dell’erba dei cimiteri austro-ungarici Mosciagh 1 e 2 e Galmararetta e, fiore all’occhiello del gruppo, la ristrutturazione completa del cimitero Mosciagh 3. Proprio al cimitero Mosciagh 3 gli alpini sono stati impegnati per molti fine settimana: hanno rimosso le vecchie croci e staccionate in legno sostituendole con una nuova recinzione e una grande croce centrale, tutto in metallo, oltre che un nuovo monumento a ricordo dei caduti che lì riposano. A favore della cittadinanza gli alpini hanno eseguito numerosi lavori di manutenzione straordinaria presso il Centro Anziani di via Matteotti, con sostituzione delle vetrate dell’ingresso, lavori interni vari e tinteggiatura esterna. Sempre per gli anziani gli alpini si sono prestati nel consegnare i pacchi regalo del Comune di Asiago a tutti i residenti over 75. Altro momento di soddisfazione è giunto dal ramo sportivo del gruppo con i responsabili del Gruppo Sportivo Alpini Gianni Stella e Fabrizio Dalle Ave che hanno elencato gli eccellenti risultati raggiunti dagli atleti asiaghesi nelle varie discipline sportive estive e invernali, e quindi, hanno ringraziato tutti i soci per il supporto logistico dato nell’organizzazione delle manifestazioni organizzate ad Asiago come la corsa podistica Sleghelauf , il trofeo Campi di Battaglia e la Coppa Italia di sci di fondo. Nell’occasione è stato ricordato l’impegno più grande per il prossimo anno, e cioè l’organizzazione dei Campionati Mondiali Master di sci nordico del 2013. Gerardo Rigoni I cavatori vicentini a scuola di sicurezza Dal controllo alla prevenzione: la Provincia di Vicenza, chiamata dalla normativa a verificare la sicurezza delle attività estrattive, ha organizzato il primo Corso di Polizia Mineraria per formare gli addetti ai lavori con particolare attenzione agli incidenti sul lavoro, alla stabilità degli scavi, all’impiego di esplosivi e alla condizione degli impianti. “Negli ultimi due anni -precisano dall’ufficio Cave provinciale il dirigente Angelo Macchia e il responsabile Filippo Squarcina- abbiamo controllato tutte le oltre 200 cave attive sul vicentino. Abbiamo notato che c’è una scarsa cultura della sicurezza sia per quanto riguarda i cantieri che le persone. Mancanza di adeguata segnaletica piuttosto che abbigliamento non conforme sono all’ordine del gior- no. Con il risultato che anche un piccolo incidente può avere conseguenze gravi. Spesso dipende dalla non conoscenza delle regole di sicurezza, alle quali perlopiù i cavatori si adeguano una volta che vengono loro segnalate le carenze.” Di qui la necessità di prevedere veri e propri corsi di formazione aperti a titolari e operatori delle cave, ma anche a diret- tori responsabili, sorveglianti e responsabili della sicurezza delle aziende del settore cave. “Un obbligo morale prima ancora che istituzionale -lo definisce il Presidente Attilio Schneck, che ha mantenuto per sé la competenza sulle cave- Nel 2009 abbiamo rivoluzionato l’ufficio Cave provinciale e l’abbiamo potenziato per renderlo più incisivo nei monitoraggi delle attività estrattive. Ora che abbiamo l’intero quadro sotto controllo e ne conosciamo meglio le esigenze è necessario fare un passo in avanti per far comprendere a tutti che il rispetto delle regole, incluse quelle sulla sicurezza, non è un limite ma un fattore di sviluppo e di crescita.” All’azione di vigilanza, quindi, la Provincia affianca quella di formazione in merito alla polizia mineraria e all’applicazione delle relative norme negli ambiti di cava. Durante il corso, tenutosi a gennaio, sono stati trattati vari temi: la valutazione dei rischi, la stabilità dei materiali per calcolarne i cedimenti, l’igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro, gli impianti elettrici, la sicurezza delle macchine. Particolare attenzione è stata riservata agli esplosivi, valutandone anche le vibrazioni e le emissioni prodotte. L’interesse dei cavatori nei confronti del corso lascia ben sperare. Programmato per 30 persone, ha dovuto aprire a 40 iscritti, anche se le richieste erano più del doppio. La maggior parte sono titolari e operatori delle cave, provenienti da tutta la provincia, da Asiago ai Berici, e per varie tipologia di cava: marmo, ghiaia, calcare, cave a cielo aperto anche con uso di esplosivi. Caro Sindaco, ho letto con interesse l’articolo su “la Strada Cavallara” dell’Assessore Franco Sella riguardante il recupero dei vecchi e storici sentieri, con costi modesti da parte della comunità; sono pienamente favorevole e credo si debba continuare su questa strada recuperando tante altre realtà che meriterebbero un medesimo interesse, come il bellissimo sentiero che va dalla contrada Ebene alla Grassana. Nonostante questa lodevole iniziativa non posso non farmi tante altre domande legate ad opere iniziate ma non portate a temine. Sulla raccolta differenziata: come mai non sono stati ancora installati i press-container? Se una realtà tanto complessa come quella di Napoli nel 2011 ha raggiunto una percentuale del 50% cosa impedisce al nostro paese di raggiungere la fatidica percentuale del 60/70%? Sono convinto che ogni cittadino dovrebbe concorrere con il proprio personale impegno, e con un po’ di più buona volontà, ma come si può pretendere l’aiuto dai cittadini, quando il Comune non mantiene le promesse? Tralascio i commenti da bar: che tutto viene caricato sullo stesso camion, che il servizio serve solo per far pagare più tasse ecc., ma penso che, con una raccolta porta a porta, come nei comuni più virtuosi e con un’educazione mirata nelle scuole, il problema potrebbe essere risolto. Il metano in Zona Artigianale, arrivato ad Asiago nel lontano 1990, come mai non è ancora stato attivato? Eppure la linea è stata realizzata nel 2009, ma mancano gli allacciamenti alle case/ capannoni. Mi sono personalmente interessato, ma non sono ancora riuscito ad avere una risposta chiara considerato che mi mandano da un ufficio all’altro, tutti sostengono che manca il collaudo della linea, ma non si capisce chi deve farlo. Una cosa però è certa: i lavori sono già stati pagati. L’affidamento delle opere di ristrutturazione ed ampliamento dell’Ospedale di Asiago: il 31 gennaio sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte alla gara. L’opera è da 26.000.000,00 di euro, ma nessuna impresa dell’Altopiano vi potrà partecipare perché non è in possesso dei requisiti richiesti. Mi chiedo: il Comune non avrebbe potuto manifestare la propria sensibilità verso i residenti suddividendo l’importo in più categorie in modo tale che le imprese del posto potessero partecipare all’appalto, come è già stato fatto in altri Comuni limitrofi? E il Piano Casa? Perché porvi ulteriori limitazioni ai vincoli posti dalla Regione Veneto? Non era anche questa un’occasione per dare lavoro ai nostri artigiani e piccole imprese? In questo periodo di crisi, non sarebbe stato stato opportuno scendere ad una trattativa con le immobiliari ridiscutendo il blocco delle lottizzazioni? Sembra quasi si tratti di una questione personale tra il Sindaco e alcune tra le più importanti immobiliari locali, ma, così facendo, si mette in gioco l’economia del paese e non si tiene conto delle ripercussioni sulle imprese locali dell’indotto che già spesso vengono sostituite con imprese “della pianura”. Spero si prenda urgentemente qualche provvedimento altrimenti penso che, se non si cambia modo di procedere, saremo tutti destinati a chiudere. Adriano Stella - Artigiano e responsabile CNA per l’Altopiano 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 8 Agraria, un nuovo indirizzo alle superiori “Per una scuola che va incontro al territorio” Con l’anno scolastico 2012 – 13 i nuovi alunni delle scuole superiori dell’altopiano avranno un indirizzo scolastico in più da scegliere ovvero l’indirizzo per i servizi agrari e forestali che troverà sede all’istituto professionale statale. Una scuola che formerà tecnici da impiegare nel mondo agricolo e agroalimentare altopianese, cioè quei settori economici che Troverà sede all’Istituto professionale statale. Il 10 febbraio al Millepini si terrà un incontro per i ragazzi delle medie e i loro genitori sull’orientamento scolastico permettono ai giovani di rimanere sul territorio e che contribuiranno a valorizzare il patrimonio più prezioso dell’altopiano, l’ambiente. Tutte le possibilità di scelta scolastica superiore saranno esposte ai ragazzi delle scuole medie The Blond Brothers, Lights &Shadow Uscito il primo album del duo asiaghese. Il 9 marzo, al Millepini, la serata di presentazione del cd, organizzata con gli Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori e Ama Musica Altopiano Lights&shadow, luci e ombre, il filo conduttore del primo album dei Blond Brothers: Francesco e Luca Baù, i due fratelli di 25 e 28 anni di Sasso di Asiago. Il primo lavoro del duo altopianese è caratterizzato da questo tema: nella vita si attraversano momenti belli e lucenti e altri più bui e tristi, senza luce; questa doppia caratteristica dell’esistenza umana si può rintracciare nei vari temi che i testi percorrono. Doppia è anche l’identità del gruppo e la sonorità, il disco è cantato infatti in doppia voce. I due musicisti iniziano a suonare molto giovani, per passione, influenzandosi l’un l’altro. Il primo maestro è Paolo Bonomo, poi l’amore di entrambi per la musica e il condividerlo hanno contribuito molto. Il gruppo nasce di conseguenza, spontaneamente circa 8 anni fa.Francesco compone preferibilmente la musica e Luca scrive i testi, le due componenti si armonizzano e compenetrano perfettamente per comunicare l’emozione, l’esperienza che contengono. Come in “In a night withoutdreams” dove la musica trasmette la difficoltà di un momento buio, di disperazione o in “Spleen” dove è ripreso il tema della pesantezza dell’esistenza di Baudelaire, il male di vivere di Leopardi, che batte come un martello sul cranio, come una pioggia di pensieri che corre simile a un treno in corsa e la musica esprime questo sentimento, per liberarsi poi, andando verso la rinascita. In “The Ballad of Lost Innocence” si parla dei bambini africani che non hanno mai potuto essere veramente innocenti, il primo pezzo composto, quello di maggior successo è invece “Do YouWant”, nel ritornello si rincorre la luce degli occhi della donna e il buio della notte. La lavorazione ha richiesto un anno e molti sacrifici ai due giovani Baù e alla loro band: Claudio Strazzabosco alla batteria, Erik Stecco al basso, Marco Battaglia alle tastiere, Marco Cek Cecchetto, armonica a bocca. Inizialmente registrato e prodotto in casa, il materiale è stato inciso agli Xland Studio di Vicenza da Sandro Franchin e Alberto Gaffuri, grazie ai consigli di amici musicisti come Gloria Bonaveri. Il risultato è un disco dalle sonorità pop-rock, ma anche soul, un po’ progressive, la copertina e la grafica, a cura di Alessia Tessari, riprendono il life motive del disco, come le foto scattate al Museo alle Carceri da Buzzanca. Il 9 marzo i Blond Brothers lanciano il loro cd e presentano la loro musica al teatro Millepini di Asiago in collaborazione con gli Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori e Ama Musica Altopiano. Se si vogliono sentire i pezzi di “Lights&Shadows”, Radio Asiago li manda in onda intorno alle undici di mattina.Nel loro futuro un tour nei locali dell’Altopiano e del Veneto e magari il progetto di un nuovo lavoro, per far conoscere al pubblico i numerosi inediti che hanno in serbo. I ringraziamenti vanno ai genitori ad Alex Pesavento, Mirko Rodeghiero e agli amici musicisti e non. Giulia Rigoni dell’altopiano e ai loro genitori in un incontro organizzato al Millepini il 10 febbraio alle 20.30. Incontro al quale parteciperanno insegnanti e rappresentati delle categorie proprio per illustrare le necessità del territorio e le offerte scolastiche rispondenti a queste necessità. Chiaramente particolare accento sarà posto proprio sul nuovo indirizzo agricolo – forestale che ha già ricevuto numerose richieste d’informazione da parte dei futuri studenti dell’Iis. “Si, per ora l’interesse per il nuovo indirizzo è stato buono – conferma il preside dell’istituto d’istruzione superiore Alfredo Pajola – Durante gli incontri tenuti con gli studenti delle terze medie dell’altopiano molte domande sono state poste sulle tematiche che l’indirizzo tratterebbe quindi sono molto fiducioso nel successo dell’offerta”. Anche perché oggigiorno i temi dell’ambiente, della natura e anche di un ritorno all’essenziale sono particolarmente sentiti dalle giovani generazioni. Il concetto del Il preside dell’istituto d’istruzione superiore Alfredo Pajola lavoro impiegatizio, tanto caro alle generazioni precedenti, risulta infatti meno allettante preferendo piuttosto la dinamicità e “l’operare con mano” sulle questioni. E dovranno proprio operare con le mani gli studenti che si iscriveranno al nuovo indirizzo scolastico perché sono previste numerose uscite e stage nelle aziende, dalla Rigoni di Asiago alle aziende agricole sparse sul territorio. “Noi siamo pronti a fare la nostra parte per questo nuovo corso d’istruzione – commenta il presidente dei Coldiretti Dino Panozzo – C’è forse un po’ di dispiacere nel non essere stati coinvolti totalmente nella configurazione dell’indirizzo scolastico: il nostro “know how” sarebbe stato sicuramente avvalorante, ma il nostro appoggio all’iniziativa è pieno e mettiamo già a disposizione il nostro supporto d’informazione e strutturale”. “Avremmo sicuramente indicato un corso di formazione per casari sul modello di quello già messo in atto dalla Coldiretti grazie a fondi europei del Gal – prosegue Panozzo – Così come sarebbe opportuno dedicare tempo al settore ortofrutta che potrebbe essere la chiave della diversificazione delle aziende agricole tradizionali. In più l’agricolture oggi deve essere anche un ottimo contabile, un buon imprenditore e anche un innovatore mettendo in pratica idee e creatività per assicurarsi un futuro tranquillo nel settore”. “Questo è un primo passo per riformare tutta la scuola superiore altopianese - spiega l’assessore alla pubblica istruzione, Roberto Rigoni – Perché dobbiamo adattare la scuola alle esigenze del territorio e ai settori che possono garantire occupazione. Questo indirizzo dà futuro ai nostri giovani; e si lega intrinsecamente con il turismo di cui l’agricoltura è parte integrante con la produzione di prodotti tipici. Si può, anzi si dovrà, ripensare l’agricoltura diversificandola con nuovi prodotti. Idea resa possibile dal fatto che l’altopiano ha un comparto agricolo relativamente giovane con la più bassa età media nel Veneto”. Gerardo Rigoni Un carcere che non rieduca L’esperienza fatta dagli studenti di Quinta Superiore culminata con la visita al penitenziario Due Palazzi di Padova L’istituto di Istruzione Superiore di Asiago ha attivamente aderito anche quest’anno (per la quarta volta) al progetto “Il carcere entra a scuola, le scuole entrano in carcere” proposto dall’Associazione padovana “ Granello di Senape” e dalla Casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova. Un percorso attraverso i primi tre mesi dell’anno scolastico in cui gli studenti delle classi quinte di tutti gli indirizzi hanno avuto modo di fare assieme ai loro insegnanti formazione, sensibilizzazione ed approfondimento attraverso ricerche e dibattiti, visione di film, lettura di articoli, brani e testi; attività culminata con la visita diretta fatta a dicembre all’interno della struttura penitenziaria patavina da parte degli studenti. Occasione, questa, in cui gli studenti, accompagnati dai docenti, hanno <incontrato> il crudo mondo del carcere, vedendo con gli occhi ed ascoltando con le proprie orecchie le realtà diverse, spesso difficili, raccontate dagli stessi protagonisti, i reclusi. Abbiamo poi chiesto agli studenti di esprimere le loro impressioni. Una prima sottolineatura è quella sorta di ansia e di apprensione che ha destato il solo vedere aprire e chiudersi i cancelli, sentire il loro sinistro rumore e guardare quei visi di carcerati dietro le sbarre, mentre aleggiava ovunque un senso di severità e durezza e si coglieva il senso estremo della limitazione della libertà “argomenti, quelli del senso della vita e dell’importanza della libertà, che ci hanno subito fatto riflettere” afferma qualcuno. Dalla viva voce della quindicina di detenuti che gli studenti hanno incontrato nell’apposita “aula”, hanno ascoltato le loro storie, storie di vite spesso normali e che d’un tratto cambiano radicalmente, tragicamente, oppure di vite estreme segnate da situazioni difficili. I ragazzi della 5^ B, ad esempio, hanno colto il fatto che questi <fattori scatenanti> posso accadere a chiunque, per molti motivi e sempre più di frequente dovuti alla depressione, uno dei mali della nostra società. I ragazzi hanno anche sottolineato come sia stato diverso <toccare con mano> quella realtà che spesso le testimonianze spietate dei media dipingono con tratti fin troppo foschi, cogliendo invece, al di là di facili luoghi comuni, un senso di umanità e se vogliamo di normalità in questi detenuti. Giulia esordisce “Abbiano sentito il silenzio più assoluto avvolgerci ed il freddo impietrire il nostro cuore varcando quel cancello…” e poi sottolinea come dalla sua esperienza sia emerso il fatto che la pena ed il carcere non sono rieducativi, come d’altro canto prevederebbero anche le norme e che sarebbe doveroso attuare tale fase di recupero. Giulia, Francesca e Valentina, dopo aver evidenziato come lo scopo dell’iniziativa sia quello di avvicinare i giovani ad una realtà ed a problematiche che altrimenti sentirebbero come estranee, colgono la necessità di offrire ai detenuti percorsi rieducativi e sottolineano il problema del sovraffollamento. “La sensazione di sentire le sbarre chiudersi dietro di sé ed ascoltare i tragici racconti di queste persone è stata un’esperienza estremamente forte e di grande valore – sottolineano fra le altre cose – che ci ha aiutato a comprendere come non esistano né gli <assolutamente buoni> fuori né gli <assolutamente cattivi> dentro”. Gli studenti auspicano che il progetto possa continuare negli anni avvenire. Cesare Pivotto 8 l’Altopiano Sabato 4 febbraio 2012 9 Il Carnevale di Roana? Si fa ad Asiago! ROANA Quest’anno il Carnevale altopianese sarà un’unica, grande festa organizzata dai Comuni di Asiago, Roana, Gallio, Conco, Lusiana, Foza ed Enego. Da sabato 18 a martedi 21 febbraio 2012, Sarà un’unica grande festa altopianese nell’ambito di “Asiago in mongolfiera”. I Comuni scelgono la via della collaborazione per offrire prodotti culturali e di intrattenimento sempre più validi infatti, avrà luogo Asiago in Mongolfiera, una rassegna di eventi che avrà come protagoniste le mongolfiere, che voleranno sopra il territorio altopianese in numerose performances. Sabato 18 feb- braio la manifestazione prenderà il via con i voli liberi e vincolati delle mongolfiere, che durante la serata si illumineranno in un suggestivo spettacolo con fuochi e luci. Nelle giornate successive si assisterà al Palio Aerostatico dei Sette Comuni e al laboratori di aerostatica per le scuole, mentre numerose altre attrattive animeranno le giornate carnevalesche: il Cioccogiro, un ampio Cesuna. Dopo un anno di cure liberato l’astore In ritardo rispetto all’orario previsto a causa del rogo divampato sul Costo, mercoledì 25 gennaio, intorno alle 12.30, a Cesuna di Roana (ex colonia attualmente scuola, in via Brunialti), alla presenza degli alunni delle scuole di Cesuna, è stato liberato un astore. Il rapace è tornato a volare dopo un anno di cure al Centro Recupero Rapaci di Fimon. Era rimasto vittima di un incidente il 10 dicembre 2010. Attratto da alcuni animali domestici (galline e pavoni) appollaiati sui rami di un albero in una proprietà privata di Cesuna di Roana, si era lanciato in picchiata verso quelle che aveva individuato come facili prede impigliandosi però in alcuni spaghi appesi all’albero. Rimasto intrappolato in una infelice posizione per alcune ore, l’astore si era procurato lesioni ed escoriazioni che gli avevano impedito di riprendere il volo: si era infatti tranciato alla base le penne remiganti primarie e alcune delle remiganti secondarie, cioè aveva subito gravi danni al “motore” che spinge in avanti l’animale, indispensabili per volare. Notato dal proprietario dell’area, il rapace è stato poi soccorso dalla Polizia Provinciale che l’ha consegnato al Centro Recupero Rapa- ci di Fimon, gestito dalla Provincia di Vicenza, e alle mani esperte del suo responsabile, Alberto Fagan. Lo specialista nella riabilitazione dei rapaci, di certo uno dei migliori in Italia e con molta probabilità anche all’estero, ha studiato una cura apposita per il giovane astore di Cesuna: tenerlo fermo costringendolo in una voliera schermata con lastre in vetroresina, passandogli il cibo attraverso un tubicino, così da lasciarlo tranquillissimo, senza stimoli che lo inducessero a sbattere le ali. Nel giro di un anno le penne sono cresciute e anche i problemi muscolari e tendinei sono stati superati. Il rapace, ben alimentato nei lunghi mesi di cattività, è di nuovo in forze, pronto per spiccare il volo. “E’ stato un lavoro di squadra – ha commentato l’assessore alla Polizia Provinciale Marcello Spigolon - dalle prime operazioni di soccorso prestate dagli agenti della Polizia Provinciale all’intervento di recupero al Centro Rapaci. Sapere che l’astore ora sta bene e poter assistere al suo volo è stata per noi la soddisfazione più grande.” mercatino dedicato alla cioccolata in piazza ad Asiago, l’esibizione di rapaci e di velivoli da modellismo, voli spettacolari di paramotori, il volo delle lanterne, la sfilata dei carri mascherati. Il programma completo è visibile nel sito dedicato www.asiagoinmongolfiera.it. Il mattino di sabato una mongolfiera partirà dalla zona adiacente alla piscina di Canove: poco prima del volo, con una breve cerimonia, il sindaco affiderà un drappo con lo stemma comunale al pilota, che lo esibirà il giorno seguente al Palio delle Mongolfiere. L’amministrazione comunale di Roana ha voluto partecipare a questa grande iniziativa in uno spirito di collaborazione con gli altri Comuni, reputando valida ed innovativa l’idea di proporre a residenti ed ospiti una manifestazione di dimensioni altopianesi. Cionondimeno – e limitatamente all’imminente Carnevale -, si è dovuto ripensare alla consueta festa del Carnevale Roanese dei bambini, che da anni aveva luogo al palazzetto dello sport di Roana. In contemporanea con le molteplici ed allettanti proposte per i più piccoli previste da Asiago in Mongolfiera, infatti, essa ne avrebbe certamente risentito in fatto di presenze. Questa prima esperienza rappresenta una novità senza dubbio positiva e pone le basi per prossimi altri eventi che dimostrino l’unità del nostro territorio e la capacità di dialogo fra le amministrazioni, che scelgono la via della cooperazione con l’intento condiviso di offrire prodotti culturali e intrattenimento di livello sempre più alto. Armi sequestrate diventano richiamo per i turisti Nuovi cimeli al museo di Canove Nuova importante aggiunta alla collezione del Museo della guerra 1915 – 18 di Canove. Grazie ad una donazione dell’esercito sono arrivate numerose armi e altro materiale militare per arricchire ancora di più le sale espositive. Questa nuova donazione si aggiunge all’arrivo il mese scorso di due basti da mulo completi di accessori risalenti alla Grande Guerra. In quel caso i cimeli erano arrivati attraverso un collezionista privato autorizzato Oscar Barcella che aveva così fatto fede ad una promessa fatta a Romano Canalia qualche anno prima. Questa nuova donazione di materiale bellico è stata invece resa possibile grazie alla Sovrintendenza ai beni culturali che ha autorizzato il reparto Cerimant (Centro di rifornimento e mantenimento) di Padova a cedere al museo materiale proveniente per la maggior parte da sequestri effettuati dalle varie forze dell’ordine di collezioni private non autorizzate. Un risultato che è però frutto di un lavoro d’equipe durato ben 3 anni; hanno contribuito gli appassionati del Centro studi Grande Guerra, la direzione del Sacrario Militare di Asiago, il gruppo Aps Holding e l’azienda NE – T. A cui si sono aggiunti numerosi privati cittadini come Alessandro Gualtieri, Giorgio Ercolin, Vladimiro Poeto, Giancarlo Albertin, Fabrizio Comunian, Giovanni Dalle Fusine, Giovanni La Firenze e l’ing. Fabrizio Colpi. Il materiale è arrivato qualche giorno fa scortato dai carabinieri e consegnato al curatore del museo, Romano Canalia. Subito dopo tutto è stato poi riposto nel deposito del museo. A breve saranno allestite le teche per poter esporre questi reperti (della Prima Guerra Mondiale ma anche della Se- conda, della guerra partigiana e anche armi recentissime come la Desert Eagle). Cimeli che se prima procuravano la morte ora sono diventati icone di una pace sempre fragile, da difendere ogni giorno. Gerardo Rigoni Prima assemblea del direttivo per il Museo di Canove Prima assemblea per il direttivo della neonata associazione che cura la gestione del Museo della Grande Guerra a Canove. All’ordine del giorno la rilettura di alcuni punti dello statuto approvato durante la riunione di tutti i soci tenutasi nell’estate scorsa. Il presidente e tesoriere Romano Canalia ha relazionato sul bilancio elencando uscite ed entrate economiche dell’ente. Il dibattito è proseguito sulle problematiche legate a guardiania e sorveglianza del museo nelle giornate di apertura al pubblico; valutate le possibilità di ampliare la visibilità dell’esposi- zione pubblicizzando la realtà museale oltre i confini provinciali. “Annualmente – ha affermato Canalia – il nostro museo conta migliaia di presenze, numeri che possono essere migliorati coinvolgendo le scuole, associazioni d’Arma e gruppi storici”. Infine sono stati definiti gli incarichi specifici in seno al direttivo, con Vittorio Magnabosco vicepresidente, Germano Baù amministratore con compiti di segretario, consiglieri: Ivano Frigo, Maurizio Mosele, Giovanni Dalle Fusine, Mario Pernecchele, Riccardo Zanella. G.D.F. Quando la cassetta della posta diventa opera d’arte “Volevamo segnalarvi ciò che è scaturito dalle mani del vostro lettore, il Toballar Valerio Martello di Mezzaselva con passione fantasia e abilità. La passione di percorrere i nostri monti al recupero di residuati bellici, la fantasia di vedere oltre il materiale che capita tra le mani e l’abilità nel realizzare un oggetto veramente originale e unico nel suo genere: una cassetta per la posta”. Pubblichiamo volentieri l’immagine inviataci dalla moglie Maria Grazia Dante e dai familiari di Valerio Martello, che ritrae una vera e propria opera d’arte, forse è più idoneo il termine “Trench art”, cioè oggetti a base di materiale militare e bellico riforgiati ad uso civile, con l’artigiano che non è un soldato ma un appassionato di reperti e con una vena creativa davvero invidiabile. Analizzando la “scultura” notiamo che il tetto è composto da cartucce segate a metà ad uso tegole, lo stesso dicasi per la grondaia su cui insiste un tubetto in ottone rappresentato dal connettore di scoppio di uno shrapnel, lo stesso si infila sulla base metallica di una spoletta a tempo. Sul balconcino e porta di ingresso son presenti alcuni pezzi della corona di forzamento in rame, ai lati il bossolo in metallo di uno shrapnel segato a metà, tutto è unito da una varietà di schegge di granata, sormontate dalla punta in ottone di spoletta. 10 e lode per la creatività, vien quasi voglia di spedirsi ogni giorno una cartolina per poi poterla estrarre dalla stupenda cassettina. Complimenti al signor Martello; come dicevano i Latini: “Nomen omen” ovvero “il nome è il destino”. G.D.F. 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 10 Striscia la notizia al canile di Canove ROANA Striscia la notizia al canile di Canove. La voce girava già qualche mese in Altopiano e, alla fine, la tanto annunciata troupe del programma satiri- I responsabili Ulss3: “Situazione sotto attento controllo. Ci sono forse problemi strutturali e di sovraffollamento, ma non è certo un caso da denuncia o da chiusura” co di Canale 5 capitanata, dal fratello degli animali Edoardo Stoppa, è arrivata. L’eventuale servizio realizzato, al momento in cui andiamo in stam- pa, non è comunque ancora andato in onda e non è dato sapere se e quando lo si potrà vedere. Angela Rigoni, la titolare de “Il lupo nero”, alleva- E’ roanese il Campione del mondo di ornitologia Sono passati diciassette anni da quando il roanese Ceciliano Martello, coi suoi canarini, è salito per la prima volta sul gradino più alto del podio del Campionato Mondiale di ornitologia; la passione e l’entusiasmo sono sempre gli stessi e anche quest’anno l’altopianese si è aggiudicato il primo premio nella competizione che si è svolta ad Almeria in una piccola regione della Spagna. La gara ospita concorrenti e volatili da tutto il mondo, ma i canarini migliori sono solitamente europei. Il vincitore è un Malinois, specie originaria del Belgio dove veniva usata dai minatori nelle gallerie per individuare le eventuali fughe di gas. Il nome: Waterslager, cantore d’acqua, deriva dalle suono che l’animale riesce ad emettere; le tonalità vanno dalle note rullate, simili allo scorrere di un ruscello a quelle più staccate e goccio- lanti. Con perizia e competenza Ceciliano allena i suoi canarini: a circa otto mesi dalla loro nascita, dopo la prima muta, li affianca ai più esperti per permettere loro di sviluppare le fondamentali note d’acqua che possiedono già geneticamente grazie alla siringe adotta (loro organo di fonazione). Questa varietà presenta un colore giallo chiaro mentre gli Arsel Roller sono verdini ed emettono note d’acqua più basse. La strada per raggiungere il successo non è sempre stata libera da ostacoli, l’esperienza infatti è fondamentale per riconoscere gli esemplari migliori. Tutto è cominciato grazie ad un viaggio in Francia per aggiornamenti sulla sua professione di parrucchiere, in quell’occasione ha acquistato i primi esemplari, ma non conoscendo il fiammingo ed essendo alle prime armi, gli animali non erano talentuosi come quelli che avrebbe trovato in seguito. Dal Campionato del mondo di Genova l’esperienza maturata gli permette di cominciare a riconoscere i migliori uccelli canterini. Da allora ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali: è stato nove volte campione del mondo. Il sostegno della moglie e la sua vivacità gli permettono di portare avanti una passione che richiede impegno e costanza e che sicuramente lo porterà ad ottenere altri riconoscimenti in futuro. Giulia Rigoni mento e addestramento cani sito in via Righi a Canove di sotto,non si mostra preoccupata anzi, trova pure il modo di fare della simpatica autoironia. “Caspita – dice ridendo –mi han beccato nel momento meno opportuno, ero messa proprio da cani, mi avessero dato almeno il tempo di tirarmi su i capelli!” Lo sapeva pure lei che questa visita era nell’aria quindi nell’aprire il cancello e nel trovarsi di fronte le telecamere di Mediaset, accompagnate dei Forestali, non è rimasta affatto sorpresae ha fatto tranquillamente entrare gli ospiti accompagnandoli nella sua proprietà. Risultato? “Non so come decidano di costruire il servizio – dice Angela –qui tutto può essere estremamente positivo o del tutto negativo a seconda della prospettiva con cui lo si vuol mostrare. Voi siete giornalisti, lo sapete meglio di me come funziona! Ma forse non hanno trovato riscontro alle denunce ricevute, spero che alla fine almeno passi il mio appello: se mi aiutassero a dare sistemazione alla quindicina di cani in attesa di adozione, sarei molto contenta”. Ma da chi saranno partite queste denunce? Angela sembra conoscere bene i mandanti dell’incursione televisiva. “Gente che non mi vuole bene ce n’è, qui in Altopiano, ma non solo, anche per esempio in Sud Italia o magari anche in Spagna…ma non me ne curo” Non vuole approfondire, non in questo momento, ma si dice pronta a ribattere a qualsiasi accusa e assicura che denunce da fare lei ne avrebbe tante. Angela sembra sapere bene il fatto suo, cosciente dei limiti suoi e della struttura che gestisce, ma pare proprio di capire che se qui si cercavano scoop sul maltrattamento o addirittura sul traffico illecito di animali, Striscia se ne sia andata con un pugno di mosche. A confermarcelo è Franco Bizzoto del servizio Veterinario dell’Ulss 3. “Problemi nel canile ce ne sono – spiega – ma sono di tipo strutturale e ambientale (la struttura non sorge certonel posto ideale);ci sono adeguamenti da fare e negli anni Angela ha speso patrimonio per cercare di tenersi al passo con le norme. C’è anche un certo sovraffollamento, ma non è assolutamente una situazione da chiusura o da denuncia. Il canile è sotto nostro monitoraggio da mesi. Non ci sono ulteriori introduzioni di animali da parecchio tempo. Assicuro che il centinaio di cani ospitati sono tutti schedati, vaccinati e microchippati. Tra i tanti, ci sono anche cani problematici, vecchi e malati, con la leishmania o con patologie tumorali, che magari altrove verrebbero soppressi e dei quali invece Angela da sempre si prende cura con un incondizionato amore per questi animali”. Stefania Longhini Tra storia e fede: una mostra di icone sacre per Foza A partire dalla vigilia di Natale, è stata inaugurata a Foza presso il nuovo Museo, la mostra di icone religiose, la cui ideatrice e promotrice è l’iconografa e grafica Maria, facente parte dell’Ordine Francescano Secolare. Fin dal suo ingresso, nel 1995, nell’Ordine Francescano Secolare, Maria, maestra d’arte, ha ricevuto il Ministero di Iconografa, e fin da subito, ha iniziato a realizzare icone sacre per singoli fedeli, famiglie, luoghi di preghiera, santuari, sempre riferendosi (come oggetto delle sue opere), al volto della Sacra Sindone quale testimonianza di incarnazione, passione, morte e resurrezione di Cristo. Icona significa “immagine”, con riferimento all’immagine sacra, poiché essa ha origine dall’evento più straordinario della storia umana: il Natale e viene definita per antonomasia “Parola di Dio in immagini”. L’icona, quindi, nasce e si compie nella preghiera, per essere poi sempre e nuovamente contemplata e pregata. Maria, per le sue opere, utilizza una metodologia tradizionale con tempera all’uovo, mescolando manualmente, materiali preziosi, quali l’oro e l’argento e materiali naturali quali il legno, la colla di coniglio, il gesso tipo “bologna”, i pigmenti (terre naturali), emulsione all’uovo, acqua e aceto, con l’eventuale aggiunta di pietre preziose. La tecnica di scrittura (ossia di pittura) che ella stessa utilizza, è frutto dell’esperienza personale, - maturata in più di quindici anni di lavoro - , la quale prende origine dall’interessante simbiosi che nasce tra la tecnica bizantina (greca) e la tecnica russa, anche se il tratto è decisamente occidentale e tiene conto del credo Cristiano Cattolico a cui appartiene. Le fasi di realizzazione di un’icona prevedono: la scelta della tavola di legno, solitamente di tiglio stagionato ed essiccato ulteriormente nel forno; l’incollatura della tela; la gessatura; la levigatura; la segnatura del disegno e del bolo; la doratura (si applica la foglia d’oro da 23 ¾ kt. e/o d’argento); la preparazione dei colori; la scrittura (si comincia con il volto, le mani, gli abiti, ecc. secondo un ordine prestabilito); la finitura e per finire la benedizione, sempre richiesta prima che l’opera venga esposta alla venerazione dei suoi fedeli. Per la sua mostra, Maria, ha realizzato un percorso di visione sequenziale, che inizia con “l’angolo di preghiera” (un raggruppamento di Icone raffiguranti l’Incarnazione di Cristo, l’Arcangelo Gabriele, La Madonna di Kazan), proseguendo poi, si notano altre icone, tra cui quella della Madonna della Tenerezza e del Dolce Bacio. Come seconda tappa di questo spirituale percorso, si incontrano le opere che celebrano la Passione di Cristo e successivamente quelle che ne illustrano la morte ed il volto sacro, risultante dalla sintesi tra il volto della Sacra Sindone di Torino ed il volto di Manoppello di Pescara. Più avanti, si scorgono le icone della Resurrezione e sulla parete adiacente, le pitture cosiddette “quattro colonne del ‘900", i quattro Santi che hanno sostenuto la fede e la vita negli anni bui del ‘900, tra cui si si ricordano: Papa Giovanni Paolo II, San Faustina, San Pio e Madre Teresa di Calcutta. Il percorso si conclude poi con una serie di Icone dedicate all’Eucarestia e alla Madonna di Amsterdam. Questa mostra religiosa non prevede solo icone tradizionali in un percorso di visita statico ed abituale, ma l’aggiunta e la sostituzione continua di nuove opere, provenienti anche da Paesi lontani. Nella figura di promotrice, Maria è lieta di accogliervi ed invitarvi a visitare la mostra, che sarà aperta tutti i sabati e domeniche dalle ore 15.00 alle ore 18.00, nella speranza di poter predisporre a breve, anche di alcuni laboratori didattici di realizzazione delle icone, per bambini ed alunni della scuola primaria. Giulia Rossi 8 Sabato 4 febbraio 2012 GALLIO Più di trenta persone affette da patologia oncologica. Si contano negli ultimi due anni in appena qualche chilometro quadrato ovvero l’area centrale di Gallio, compresa tra la chiesa e poco oltre il Macrillo. Cancro d’ogni tipo: al seno, al pancreas, ai polmoni, alla testa, all’intestino, leucemia. Una decina sono le persone che già sono state vinte dalla malattia; a continuare a lottare, in certi casi con molta tenacia e determinazione, oggi sono circa una ventina di uomini e donne, giovani e meno giovani. C’è chi è già stato operato, anche due volte; chi non è stato operato affatto perché si è arrivati tardi; chi dovrà essere sottoposto ad operazione a breve. Ma il fatto preoccupante è che col passare del tempo i casi sembrano moltiplicarsi e ormai ogni famiglia deve fare in qualche modo i conti con questo “nemico bastardo” che raramente manifesta la sua presenza con il dolore, che hai già dentro e non lo senti, che ad un tratto esplode prendendoti spesso in contropiede. E’ vero allarme a Gallio e i cittadini chiedono che si faccia luce sulle cause di questa “sorta di pandemia” che non l’Altopiano 11 A Gallio si moltiplicano i tumori i cittadini contro l’elettrosmog Troppi i cittadini, per lo più residenti in centro, malati di cancro. Principale imputato l’inquinamento elettromagnetico provocato dai ripetitori della telefonia mobile situato a fianco del parcheggio del Macrillo. Il sindaco: “Ci stiamo già attivando per indagini approfondite” può essere una coincidenza, che certamente dipende da qualche agente patogeno presente in modo particolare in questa zona. Principale imputato è, secondo un gruppo di cittadini, l’elettrosmog causato dalla presenza del traliccio con i ripetitori della telefonia mobile situato proprio nella zona centrale del paese, a fianco del parcheggio del Macrillo, senza ovviamente assolvere le altre antenne e ripetitori che circondano letteralmente il paese: sul campanile, sul Sisemol e sul Monte Ongara. Alle subdole insidie dell’irradiazione elettromagnetica gli abitanti del centro di Gallio sono esposti ormai da vent’anni, da quando cioè sono stati installati qui i primi ripetitori ed ora si manifestano gli effetti. Alla luce di quanto sta succedendo, si sono chiesti ed hanno chiesto al sindaco se non sia il caso di svolgere indagini approfondite per prendere poi i dovuti provvedimenti. “L’alto numero di malati tra i paesani non può che preoccuparmi ed allarmarmi – sottolinea Pino Rossi – ed è indubbio che bisogna attivarsi immediatamente per andare a fondo della questione e porvi quanto prima rimedio. La comunità civile sta dimostrando grande sensibilità in merito e oltre a chi ha ritenuto opportuno lanciare A Gallio San Valentino si onora con la tradizionale gara di ballo Appuntamento la sera di sabato 11 febbraio all’Auditorium appositamente allestito, che ospiterà la grande Orchestra Spettacolo Sonia Sipario Band Torna a Gallio la storica festa di San Valentino, patrono del paese assieme a S. Bartolomeo. Festa che, grazie alla Pro Loco, è stata ripresa negli ultimi anni e che, visto il successo del 2011, proporrà sabato 11 febbraio presso l’Auditorium una serata di liscio e ballabili con la tradizionale gara di ballo. Il palasport, allestito per l’occasione, ospiterà la grande Orchestra Spettacolo Sonia Sipario Band, gruppo formato da sette musicisti che sapranno allietare i presenti con allegria e con tanta musica, grazie al repertorio che va dal liscio classico a quello moderno, da un mix di balli di gruppo ai latini-americani, senza trascurare di proporre anche brani di grandi artisti della musica italiana. La tradizionale gara di ballo vedrà le coppie concorrenti sfidarsi proponendo le proprie corografie su i sette balli previsti dalla gara: valzer lento –tango -foxtrotmazurca- polca- valzer viennese e rumba. La giuria sarà composta da cinque giudici il cui compito sarà quello di dare un punteggio da 1 a 10 a per ogni singolo ballo in gara. Quest’ anno si è deciso di aggiungere un giudizio aggiuntivo alla preferenza sulla tecnica di ballo: verrà valutata anche la simpatia che la coppia saprà trasmettere. Insomma i presenti potranno divertirsi in una serata che farà respirare un’atmosfera simile a quella di programmi televisivi dedicati al ballo che tanto successo hanno ottenuto negli ultimi anni. La coppia che, sommati i vari punteggi, avrà La coppia vincitrice totalizzato quello più alto si lo scorso anno aggiudicherà la gara di ballo di San Valentino 2012. In palio per le prime tre coppie classificate ci sono vari premi, mentre a tutti i concorrenti la Pro Loco riserverà un bellissimo gadget a sorpresa. L’ingresso alla serata costerà 5 euro, prezzo di favore che si è convenuto di praticare grazie all’interessamento del direttivo della Pro Loco, che desidera anche ringraziare le ditte che hanno messo in palio i premi per la gara e tutti coloro che in qualsiasi modo collaboreranno nel rendere possibile la bella serata di festa. S.B. l’allarme e sensibilizzare l’amministrazione, ci sono dei cittadini che si sono messi a disposizione per una prima raccolta di dati tra la popolazione e con i medici di base su quante e di che tipo siano le patologie oncologiche riscontrate. Nel contempo è chiaro che si dovranno avviare le pratiche per una misurazione non solo dell’inquinamento elettromagnetico, ma di tutti quelli che possono essere gli agenti patogeni presenti sul territorio. A questo scopo credo sia opportuno incaricare una ditta super specializzata: dovremo probabilmente rivolger- ci all’estero e sarà costoso, ma su questo non intendo elemosinare, la salute dei cittadini viene prima di tutto. Questa questione ora diventerà una priorità per l’amministrazione, un nuovo capitolo, un nuovo impegno, una nuova volontà al fine di dare risposte adeguate e tranquillizzare e tutelare al massimo la popolazione”. Stefania Longhini Non vedenti sulle piste di Campomulo Da vent’anni si lanciano lungo le piste da fondo dell’altopiano. Unici segni distintivi due sciatori che procedono quasi attaccati ed un “hop hop” duplice. Sono i non vedenti e ipo vedenti del gruppo sportivo non vedenti che per sciare adottano la tecnica dell’accompagnatore, detto guida, che li segue come un’ombra e che con comandi concordati fa sapere allo sciatore non vedente cosa deve affrontare lungo la pista. A supporto del gruppo di 15 atleti, e altrettanti accompagnatori, presenti anche in questi giorni a Campomulo di Gallio, c’è da anni il Corpo Forestale dello Stato che fornisce agenti sciatori quali “ciceroni” (tra cui alcuni campioni come Domenico De Guio, skiman di Vladimiro Smirnov - 2 Coppe del Mondo generali, 7 medaglie olimpiche ed 11 medaglie iridate - e Alberto Pertile, uno dei più grandi campioni dello skiroll mondiale). In più il Corpo Forestale organizza anche un giorno ecologico “sensoriale” alla scoperta della fauna selvatica attraverso il tatto. Quindi dando la possibilità a chi una volpe piuttosto che un tasso non l’ha mai visto e non lo può vedere di percepirne le fattezze. Gli animali messi a disposizione sono imbalsamati (sequestrati negli anni dagli agenti della Forestale, che invece di inviarli all’inceneritore li ha conservati proprio per attività didattiche e divulgative. “Oltre al fondo pratichiamo sci discesa, ciclismo, judo e baseball – spiega Elio Veronese responsabile del gruppo sportivo – Convinti che i non vedenti come tutti quelli con disabilità, ma anche tutti in generale, devono essere avviati all’attività sportiva e non fermi chiusi in casa. E’ un fatto che auguriamo possa essere compresa sempre più e che possa infondere sempre maggior sensibilità in chi ci accoglie”. Gerardo Rigoni 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 12 Lunedì 30 gennaio a Città di Castello SI E’ SPENTO MONS. BENIAMINO SCHIVO Alla soglia dei 102 anni (che avrebbe compiuto il 28 giugno prossimo), si é spento lunedì 30 gennaio a Città di Castello, in Umbria, Monsignor Beniamino Schivo, prelato galliese di nascita, figlio di Luigi e Teresa Finco, ricordato per la sua intensa attività sacerdotale ma anche perchè nell’estate del 1944 mise in salvo la famiglia ebrea tedesca Korn, rifugiatasi in Italia nel 1935. Per questo ha ottenuto nel 1986 il riconoscimento di <Giusto tra le nazioni> la massima onorificenza che conferisce lo Stato d’Israele a coloro che, a rischio della loro vita, salvarono ebrei durante l’ultimo conflitto mondiale dalla furia nazifascista. Il 24 gennaio 2008 per lo stesso motivo ricevette la medaglia d’oro al valor civile da parte del Presidente della Repubblica Italiana con questa motivazione: «Sacerdote di elevate qualità umane e civili, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, in atto le persecuzioni razziali, con eroico coraggio ed Ai funerali di don Beniamino tenutisi a Città di Castello mercoledì 1 febbraio avrebbe dovuto partecipare, con il gonfalone del Comune, una delegazione galliese con in testa il Sindaco Pino Rossi, il parroco don Lauderio Dal Bianco e il comandante dei vigili Giampaolo Orazi. Partiti alle 5 del mattino per giungere in tempo a destinazione, i nostri, dopo un tribolato viaggio e lunghe ore di sosta in autostrada sono stati bloccati a causa di una copiosa nevicata quando erano a Cesena e costretti a tornare indietro senza riuscire perciò ad arrivare a Città di Castello. encomiabile abnegazione, aiutava una famiglia tedesca di origine ebrea a fuggire da Città di Castello, dove era stata internata, procurandole successivamente nascondigli, cibo e capi di vestiario. Mirabile esempio di coerenza e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e di solidarietà umana». Il compaesano Gastone Paccanaro su di lui ha scritto una pagina intitolata “Mons. Beniamino Schivo Truf, il Perlasca galliese” in cui ne traccia un profilo “Beniamino Schivo è nato il 28 giugno 1910 a Gallio. Era un bambino di sei anni quando, allo scoppio della Grande Guerra, dovette fare ritorno in Italia dalla Bosnia, dove suo padre, carbonaio, aveva trovato lavoro e si era trasferito con la famiglia per sopravvivere. Nei primi anni Venti del secolo scorso, Carlo Liviero, divenuto vescovo di Città di Castello (PG), in visita a Gallio dove era stato arciprete sino al 1899, sentì parlare di lui, lo volle conoscere e lo accolse sotto la sua ala protettrice, tanto da portarlo con sé per avviarlo agli studi presso il locale Seminario. Beniamino non tradì le aspettative: divenne sacerdote nel 1933 e, nel corso del suo ministero, rivestì numerosi incarichi nell’ambito della Diocesi di Città di Castello: Rettore del Seminario dal 1935 al 1971, Canonico del Capitolo della Basilica Cattedrale dal 1947, Vicario Generale della Diocesi dal 1958 al 1966, membro del Consiglio Presbiteriale dal 1973 al 1979 e dal 1985 al 1997 e del Consiglio Presbiteriale Regionale dal 1973 al 1976, Vicario Episcopale per le Religiose dal 1976 al 2003, membro del Collegio dei Consultori dal 1984. Fu inoltre Direttore dell’Archivio Storico e della Biblioteca Diocesana dal 1984 al 2000, membro della Commissione Diocesana d’Arte Sacra dal 1992 al 2000 e per molti anni direttore della “Libreria Sacro Cuore”. Il 16 giugno del 1983, Papa Giovanni Paolo II lo nominò Protonotario Apostolico. Fu il postulatore della causa di beatificazione di mons. Carlo Liviero”. Nel prosieguo si legge fra l’altro “… Orbene, per capire la grandezza di Mons. Schivo, basti pensare che se si dice che Giorgio Perlasca sia stato lo Schindler italiano, di Mons. Schivo si può dire che sia stato il Giorgio Perlasca galliese. Come Perlasca, anche Schivo fu proclamato “Giusto delle Genti”, ed invitato in Israele a piantare l’Albero dei Giusti (il suo ha il numero 1580). Dio solo sa quanto sia selettiva questa proclamazione! Non viene attribuita a chi abbia dimostrato solidarietà verso gli ebrei perseguitati o abbia prega- to per loro. Nossignori. E necessario che si sia mobilitato, che abbia agito, mettendo a repentaglio la propria vita per salvarli, così come naturalmente ha fatto anche Mons. Beniamino Schivo. Fu per come operò nel corso degli ultimi anni di quel conflitto (‘43 - ‘45) che si guadagnò il prestigioso titolo; per aver salvato una famiglia ebrea, con tutti i rischi che ciò comportava …”. E ancora “… Di lui, nella prefazione del libro di Peter Hellman “L’Albero dei Giusti - storie di ebrei sottratti all’olocausto” si legge: <Un altro piccolo gesto, che contò molto per chi ne trasse giovamento, fu la visita, alla vigilia del Natale del 1943, da parte di un sacerdote italiano, Beniamino Schivo, a una famiglia ebrea cui egli aveva procurato rifugio presso un convento di montagna in una zona deserta dell‘Umbria. Il sacerdote aveva camminato ben sette ore per giungere al convento, arrivando a mezzanotte, per poi rimettersi in cammino prima dell’alba per la medesima strada. Tutto ciò per portare alla famiglia un decente pranzo di Natale, oltre al conforto di cui avevano bisogno > …”. I funerali si sono svolti a Città di Castello mercoledì 1° febbraio. Cesare Pivotto Giambattista Battafarano CENTO ANNI DEDICATI AL PROSSIMO nuovo presidente Auser Ebbi la fortuna di conoscedi Castello dove ha ricoDomenica 22 gennaio, presso la Sala Verde del Municipio, si sono tenute le elezioni del nuovo presidente dell’associazione AUSER ARCA di Gallio, a seguito delle dimissioni di Giancarlo Sartori. Il nuovo eletto, al quale è stato augurato buon lavoro, è Giambattista Battafarano. Erano presenti il sindaco Pino Rossi, l’assessore ai servizi sociali Patrizia Lunardi e il delegato ai rapporti con gli anziani Ermenegildo Sambugaro. L’incontro è stata un’occasione per ribadire l’importanza del ruolo che l’associazione ricopre all’interno della comunità galliese. “Un vivo ringraziamento – ha sottolineato Patrizia Lunardi - va a Giancarlo per la sua attività, nel corso di questi anni, volta a incrementare la coesione sociale e la coscienza civile nella nostra comunità”. Ricordando che la realizzazione di una moderna casa alloggio per anziani e la creazione dell’asilo nido integrato sono i due principali obiettivi dell’amministrazione comunale, il Sindaco ha voluto ancora una volta ricordare che l’azione dell’amministrazione è particolarmente rivolta a queste fasce più deboli della nostra società, che necessitano di maggiore tutela e protezione. Con l’occasione è stato ringraziato anche Ermenegildo Sambugaro che si è reso disponibile al servizio di trasporto degli anziani con pulmino in occasione di raduni, cerimonie, eventi e assumerà dunque un ruolo ancor più rilevante nei rapporti tra l’associazione e il Comune di Gallio. re don Beniamino Schivo quasi casualmente una quindicina d’anni fa. Ero in viaggio con mia moglie ed amici per Assisi e, dopo una sosta doverosa nell’incanto dell’Averna, arriviamo a Città di Castello all’ora di pranzo. Non conoscevo la bella cittadina umbra, ne rimasi affascinato e dopo il pranzo decidiamo di visitare il centro storico e la bella Cattedrale. Un signore del posto ci fa da guida e sentendoci parlare con accento veneto ci chiede da dove arriviamo, conosciuta la nostra provenienza da Gallio dice: “Ma allora siete paesani di mons. Beniamino, aspettate che lo chiamo subito”. Fu un’incontro commovente proprio fra paesani; allora vidi un sacerdote già anziano ma più vivo che mai, una persona semplice, serena e soprattutto amata dalla gente di Città di Castello. Mons. Beniamino Schivo aveva da poco compiuto 100 anni. Questo figlio del nostro altopiano ancora ragazzino lascia la casa e i genitori per studiare in seminario sotto la protezione “paterna” del Santo Vescovo Carlo Liviero di Città di Castello, il già parroco di Gallio dal 1890 al 1900, che nella Pentecoste del 2007 viene elevato, da Benedetto XVI°, agli onori degli altari per le sue eroiche virtù cristiane. Mons. Beniamino Schivo oltre ad aver raggiunto un secolo di vita, festeggiava allora anche il suo 77° anno di sacerdozio! Un servizio pastorale svolto quasi esclusivamente a Città perto importanti incarichi; da rettore del seminario Vescovile a Vicario Generale della diocesi, da canonico della Basilica Cattedrale a decano del clero diocesano. Il sacerdote si lega anche coraggiosamente alla storia recente della “sua” città e innumerevoli sarebbero i fatti e le storie da raccontare. Nella sua semplice umiltà, non và in cerca di glorie, ma è pur vero che i segni restano, crescono e rimarranno nel tempo. Sappiamo che il suo nome resterà scolpito per sempre nella storia dell’umanità. E’ bello sapere che lo Stato di Israele lo ha reso cittadino onorario ed ha scolpito il suo nome sul monumento alla memoria della Comunità ebraica. Mons. Beniamino Schivo, interpellato su cosa lo spingeva a rischiare, rispondeva umilmente dicendo che non si poteva fare altrimenti…erano momenti eccezionali! “Quando quelle persone mi chiesero aiuto venendo a bussare alla mia porta – raccontava - da prete non potevo rifiutare il mio aiuto, in quei momenti quello era il mio Vangelo”. E’ innegabile che l’esempio che mons. Beniamino Schivo lascia rende onore non solo agli altopianesi, ai vicentini, ai veneti ma anche ai tanti sacerdoti e religiosi che lavorano per il bene dell’umanità in silenzio, in umiltà, in povertà e, purtroppo, senza visibilità. Amerigo Baù Al Ristorante con il Caseificio Pennar Asiago l’Altopiano Sabato 4 febbraio 2012 8 13 Al Laghetto di Roana, ospiti della famiglia Tumolero Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di specialità a base dei prodotti del Caseificio Pennar, che ci porta questa volta al laghetto di Roana, nell’Hotel Baita Laghetto della famiglia Tumolero, facendoci immergere in uno scenario davvero unico con l’incantevole bosco circostante e il suggestivo lago ghiacciato, dove d’estate ci si può rilassare a prendere il sole e fare il bagno, oltre che divertirsi nel vicino Acropark. Un luogo da sempre frequentatissimo, sia dagli altopianesi che dai turisti, che qui arrivano anche per gustare le tante prelibatezze offerte dalla Baita. Il gelato, anzitutto, prodotto artigia- nalmente secondo genuine ricette in ben 70 gusti differenti, che si possono gustare in cono, coppetta, o in una delle 50 diverse coppe disponibili. Ma anche le squisitezze del ristorante che propone una vastissima scelta di piatti locali e regionali, con l’utilizzo di prodotti dell’Altopiano che variano a seconda della stagione. La prima, piccola baita risale agli inizi degli anni ’60: si trattava di un semplice bar. Nel 1969 venne rilevato da Lino Tumolero, che poi, verso la metà degli anni ’70, ha realizzato i primi lavori che hanno portato all’apertu- ra di un ristorantino. Negli anni sono seguiti l’introduzione della gelateria artigianale e poi l’ampliamento e ristrutturazione che nei primi anni ‘90 hanno dato vita all’attuale albergo e ristorante con oltre centosessanta posti a sedere. La gestione è sempre stata familiare: con Lino e la moglie Marisa, una volta cresciuti hanno iniziato a collaborare i figli Andrea, Loris e Wally. Loris, una volta terminato il servizio militare ha preso in mano le redini della cucina, ed oggi è lui in particolare a coordinare il lavoro e gestire il locale, aiutato anche dalla moglie Marina. La coppia ha tre figli, e la primogenita Kida, dopo essersi diplomata all’istituto alberghiero di Asiago oggi collabora nella gestione della Baita; Michelle studia anche lei all’istituto alberghiero mentre Daniel, il più piccolo, frequenta le elementari. Rotolino di prosciutto cotto con Pennarone, porcini, speck, su letto di vellutata a base di riso e patate Questo piatto nasce come antipasto, ma aumentando le dosi si può servire anche come primo piatto. La preparazione richiede tempi un po’ lunghi, ma sia i rotolini che la vellutata si possono preparare in anticipo. La pasta kataifi con cui sono ricoperti i rotolini è una pasta filiforme surgelata usata soprattutto nella tradizione culinaria greca, che si può trovare nei supermercati più forniti, eventualmente si può sostituire con la pasta fillo, che essendo molto sottile può essere ugualmente indicata. Nel ripieno, ai porcini si può unire un po’ di ricotta dei Pennar, così come è possibile variarlo utilizzando asparagi o radicchio. Ingredienti: Per il rotolino: prosciutto cotto tagliato a fette di circa 3 millimetri, fettine sottili di Pennarone, funghi porcini cotti solo con olio, burro e sale, speck tagliato sottile, pasta Kataifi. Per la vellutata: mezzo litro di latte, una noce di burro, una patata media e un pugno di riso, mascarpone, panna. La vellutata si prepara facendo cuocere lentamente nel latte con la noce di burro il riso e una patata media tagliata a pezzetti, fino a cottura avanzata, in modo che gli ingredienti si disfino. Si frulla il tutto a lungo fino a quando si ottiene una crema simile a una besciamella, che si rimette su fuoco lento per fare addensare. Alla fine si aggiunge un cucchiaio di panna e uno di mascarpone, amalgamando bene il tutto. Per ogni rotolino serve una fetta di prosciutto cotto di 3 millimetri circa, sulle quali si dispongono delle fettine di Pennarone tagliato sottile (possibilmente con l’affettatrice), quindi un cucchiaio abbondante di funghi porcini. Si arrotola la fetta di prosciutto, avvolgendola poi con alcune sottili fettine di speck, quindi si avvolge il tutto nella pasta kataifi. Si mette su una teglia coperta da carta da forno e si cuoce a 190/200 gradi per una decina di minuti, fino a quando la pasta diventa dorata. Si prepara il piatto con un fondo di vellutata di riso e patate, sul quale si poggia il rotolino, guarnendo poi a piacere. In cucina spazio alla fantasia di Loris Loris Tumolero con la mamma Marisa Bruno Fovanna e Filippo Povoledo In alta stagione il ristorante della Baita Laghetto è aperto tutti i giorni, mentre fuori stagione è aperto la domenica, o su prenotazione . Gli ampi locali sono ideali per qualsiasi tipo di pranzo o cena, compresi matrimoni, cerimonie varie e ricorrenze, è disponibile anche una sala apposita per ballare e divertirsi. La fantasia di Loris in cucina dà vita a moltissime apprezzate specialità tipiche del locale, ma anche a piatti creati per occasioni particolari. Non possiamo non citare i rinomati Maccheroncini alla Baita e i vari piatti di carne, come il Filetto di manzo con spugnole e crema di mascarpone, le classiche grigliate, gli antipasti fantasiosi. “Con i prodotti del Pennar – dice Loris – mi tro- vo davvero bene, e apprezzo molto anche l’ambiente familiare dei loro punti vendita. Uso in particolare il Pennarone e il Fresco dolce, sia nei piatti della cucina che nelle proposte della paninoteca”. Tra gli antipasti spicca il Crostino pugliese con Tosela dei Pennar, crema di asparagi di bosco e guanciale affumicato; tra i primi il Risotto al Prosecco con asparagi di bosco e code di gambero affogato nell’Asiago fresco; mentre tra i secondi citiamo la Tasca di filetto di maiale al Marsala con Pennarone e speck all’aceto balsamico con semi di finocchio. E che dire del gelato fiordilatte con ricotta dei Pennar variegato con salsa di fichi?Assolutamente da provare! PENNARONE PENNAR Questo prodotto assembla le caratteristiche migliori dei formaggi dolci dell’arco alpino, il suo sapore infatti rievoca caratteristiche tipiche dell’ formaggio Asiago, del Latteria e del Fontina armoniosamente unite con sapiente maestria SERVIZIO REDAZIONALE 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 14 Oltre 3 milioni e mezzo di Euro erogati: il GAL è già arrivato a metà dell’opera Dalle attività agricole al turismo, dai servizi sociali agli itinerari: sono diversi gli ambiti nei quali il GAL è intervenuto con la concessione di fondi economici per la realizzazione di progetti di sviluppo. Alcune azioni sono state riproposte a distanza di pochi mesi dalla prima banditura per permettere a un numero maggiore di beneficiari l’utilizzo dei contributi erogati dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale Il GAL Montagna Vicentina ha diffuso alcuni dati che confermano l’importante ruolo che questo organismo rappresenta per il territorio della nostra provincia. Dei poco più di sette milioni di Euro a disposizione sono già stati erogati oltre 3 milioni e mezzo di Euro, vale a dire la metà dell’intera somma a disposizione. Gli interventi economici sono articolati in capitoli denominati “Misure” che, a loro volta, sono suddivisi in “Azioni” dedicate a singoli temi. Con le sei diverse misure suddivise in tredici azioni, sono stati concessi sino a oggi complessivamente contributi economici per Euro 3.518.578,70, precisamente pari al 49,9996% del totale. Altrettanti fondi sono a disposizione del territorio e saranno concessi con le prossime misure per un totale complessivo di Euro 7.037.216,61. Con la diffusione dei dati, iI presidente del GAL Dino Panozzo ha voluto fare alcune considerazioni. “L’anno si è appena concluso lasciando spazio a un 2012 che si preannuncia economicamente difficile per tutti; la crisi dell’Euro in atto del GAL si rivela ancor più importante. Continua Panozzo: “Il GAL Montagna Vicentina, grazie espresso al massimo delle potenzialità”. È una rassicurazione circa la disponibilità di denaro pubblico già stanziato attraverso il Piano di Sviluppo Locale, che giunge da una puntualizzazione del presidente: “I diversi settori produttivi, dagli quello degli artigiani a quello degli agricoltori, dei professionisti e delle aziende in genere, con il supporto spesso fondamentale di enti pubblici e associazioni, potranno contare ancora sulle erogazioni di denaro che il GAL mette a disposizione per la realizzazioni di progetti utili a tutti”. In questo periodo di “tagli” diffusi, possiamo affermare che i GAL italiani ed europei stiano andando contro corrente: sembrerà un paradosso ma, in un desolante panorama in cui sembra che i contributi pubblici siano del tutto spariti, la disponibilità di fondi europei per le aree rurali è invece confermata. Questo non significa che il denaro scenda dal cielo: bisogna saper creare le oppor- II presidente del GAL Dino Panozzo tunità, dimostrando di saper utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione. Fattorie e agriturismo: prorogati i termini Le domande possono essere inoltrate entro il 22 febbraio ha creato ostacoli a tutti i livelli della nostra società e anche l’operosa provincia vicentina si trova a dover fare i conti con una situazione davvero problematica”. Di fronte a una situazione poco entusiasmante il ruolo agli interventi economici che da anni riversa sul territorio, ha forse limitato il vuoto economico in alcuni settori della montagna e cercherà ancora di contribuire al sostegno delle imprese del nostro territorio, consapevole che l’impegno di tutti gli operatori economici verrà È stato prorogato sino al 22 febbraio il termine per la richiesta di contributi economici per progetti su fattorie plurifunzionali e ospitalità agrituristica, erogabili attraverso la Misura 311 del GAL Montagna Vicentina, per un totale di 400 mila Euro di fondo a disposizione. L’obiettivo della misura è la rivitalizzazione delle aziende agricole attraverso interventi strutturali che prevedano la diversificazione delle attività. Si prevede il sostegno degli investimenti per la creazione di fattorie plurifunzionali, come fattorie sociali (agrinidi, attività di pet therapy e horticultural therapy, ecc.), fattorie didattiche e fattorie creative (produzioni artigianali aziendali, ecc.), eco-fattorie (servizi ambientali, ecc.), nonché per lo sviluppo dell’ospitalità agrituristica. Gli aiuti sono riferiti a progetti a valere sulla Misura 311 “Diversificazione in attività non agricole” Azione 1 “Creazione e sviluppo di fattorie plurifunzionali” e Azione 2 “Sviluppo dell’ospitalità agrituristica” del Programma di Sviluppo Locale (PSL). Per scaricare i bandi e per ogni altra informazione, visitare il sito www.montagnavicentina.com. 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano LA STRADA DEL FERRAGH Chiunque ami i paesaggi dell’altopiano difficilmente può essere passato accanto alla vecchia casa del “Ferro” senza sognare di poterci vivere… Chi non conoscesse questo posto è invitato a rimediare! Non ci sono scuse, è una delle passeggiate più comode e facili che si possano fare partendo dal centro di Asiago. All’immediata sinistra del Sacrario Militare parte una stradina sterrata che costeggia il colle del Leiten e l’omonima contrada, continua poi dietro al “Belocin” finché si arriva all’incrocio con una stradina privata dove vi è uno dei simboli del passato dell’Altopiano: la pozza d’abbeveraggio. O meglio, quel che ne rimane; difatti a causa dell’assenza di manutenzione si sta interrando. Nei prati limitrofi sono sempre meno le vacche che sono lasciate libere di pascolare. E’ più pratico e produttivo sfalciare il fieno nutrendo e abbeverando il bestiame in stalla, rendendo così le pozze inutili. C’è da sperare che questi piccoli specchi d’acqua siano preservati (esistono già dei finanziamenti pubblici a tal riguardo) in quanto sono la testimonianza del secolare connubio tra uomo, animali e territorio e un piccolo grande scrigno di biodiversità. A chi presta lo sguardo o porge attento il proprio orecchio, la pozza svela tutto un mondo da scoprire: tife, giunchi, veroniche, tritoni, salamandre, rane, libellule, ditischi e molto di più… Lasciando a malincuore la pozza, inizia una lieve salita, poco dopo la quale ecco apparire “il Ferro”: contrada composta da un vecchio caseggiato immerso solitario tra splendidi prati. La denominazione originale era Ferragh, italianizzata in maniera più o meno forzosa in qualcosa che non ha nulla a che vedere con l’origine del nome. I primi documenti che citano questo sito risalgono a circa cinque secoli fa’ e riportano il nome “ferech” o “ferach”; il cui etimo potrebbe essere Föhre-Eck, cioè “colle dei pini silvestri” (Asiago e le sue contrade, D. Rizzolo, 1996); oppure, più semplicemente, nel Cimbro classico dei Sette Comuni, das Ferragh indica “il recinto” (Cimbrisches Wörterbuch, di H. Resch & A. Rowley, in corso di stampa). Non ci è dato sapere quale vegetazione i coloni tedeschi abbiano trovato quando si stabilirono nella zona, ne’ sappiamo se le prime case siano sorte dove sostavano le pecore in recinti, costruiti quasi certamente in pietra (stoan platten). Sappiamo solo che i primi abitanti provenivano dalla zona dell’Ossario, Leitener, e che la contrada crebbe sino al numero di sette-otto abitacoli, tutti rasi al suolo dalla Grande Guerra. Oggi resta una vecchia contrada che, nonostante lo stato di abbandono, è ancora ricca di fascino, con un panorama che spazia dalle vicine contrade, alle Piccole Dolomiti. Giunti qui, molti tornano indietro per la medesima strada, ma volendo si snodano altri sentieri che portano alla provinciale AsiagoGallio, oppure tagliando per i prati si sale al Sacello di Gallio, oppure ancora si può salire verso le contrade Stellar e Zocchi dove si incontra il sentiero Tilman… …ma questa sarà un’altra storia. Monica e Massimiliano Gnesotto delle Guide Altopiano I lettori che avessero quesiti su toponimi e luoghi dell’Altopiano possono inviarceli all’indirizzo [email protected]. Le Guide Altopiano saranno ben felici di poter rispondere nell’ambito di questa rubrica! 15 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 16 CONCO A Rubbio la tradizionale festa degli Alpini e dei Donatori di Sangue Il 6 gennaio si è tenuta a Rubbio la tradizionale festa degli Alpini e dei Donatori di sangue che ha visto quest’anno riuniti in un unico banchetto i due nuovi gruppi direttivi entrati in carica nell’anno appena concluso. La giornata è iniziata con l’ammassamento e l’alza bandiera presso la sede locale dove Alpini e Donatori si sono uniti per procedere insieme verso la chiesa, accompagnati dalla banda musicale “Attilio Borsato” di Fontanelle, per la Messa. Durante la celebrazione ci sono stati due momenti che hanno reso solenne il valore di ciò che fanno questi due gruppi: i doni portati all’offertorio, come il cappello con la penna nera e la sacca di sangue vuota che hanno messo l’accento sulla solidarietà che ognuna di queste persone offre nel momento in cui dona e regala il suo tempo e il suo piccolo ma grande gesto d’amore; e la lettura della preghiera dell’alpino prima e del donatore dopo, caratterizzate da parole di gratitudine che evidenziano l’importanza di un gesto dal valore così grande che rende un alpino e un donatore un piccolo eroe. Al termine della Messa è stata depositata la corona d’alloro presso il monumento ai caduti del paese dove sono seguiti i discorsi delle autorità invitate a questo momento di festa: il Cavaliere Carlo Bordignon, Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione “Monte Grappa” di Bassano; il prof. Giovanni Negrello, presidente Reparto Donatori di Sangue di Bassano; Giovanni Schirato in rappresentanza del Comune di Bassano; Andrea Deplano in rappre- sentanza del Comune di Conco e Don Davide parroco della parrocchia di Rubbio e Fontanelle. Le loro parole hanno reso omaggio a quello che alpini e donatori fanno con i loro mezzi, con le loro risorse e con il loro cuore, ultimo, ma non meno importante, quando si tratta di fare qualcosa per gli altri o a favore della vita altrui. Tutti i membri dei gruppi con le autorità si sono poi trovati in un primo momento in sede degli alpini e dei donatori per un rinfresco e quindi al ristorante “Rubens Stube Fest” di Rubbio per passare insieme il momento del pranzo. Questa è stata anche un’occasione sia per conoscere i nuovi consigli di entrambi i gruppi, ma anche per premiare coloro che, fedeli all’impegno preso, hanno raggiunto livelli degni di essere riconosciuti. Per le 11 donazioni sono stati premiati Gianni Alberti, Fabio Alberti e Maristella Crestani; per le 21 hanno ricevuto il merito Gabriella Cortese, Orietta Cortese e Corrado Alberti e infine per le 31 il merito a Francesco Alberti e Vittorio Cortese. Ma anche gli alpini hanno reso omaggio a Giovanni Vivian per la sua disponibilità, per la sua presenza e per il suo supporto. Quella di quest’anno è stata una festa “nuova” che ha visto partecipare molte donne e molti ragazzi giovani ed è questa la più grande novità del gruppo donatori di Rubbio, che in questo ultimo anno è ringiovanito. E’ un aspetto questo che va debitamente sottolineato perché significa che i giovani ci sono ancora, che hanno voglia di fare qualcosa per gli altri e che hanno ancora l’animo della solidarietà. Elisabetta Cortese Il grande faggio di Tortima Il territorio comunale di Conco è ricco di faggete e annovera molti esemplari di faggi di notevoli dimensioni . Sulla sommità del colle, denominato Coldo, che fiancheggia Tortima, svetta solitario, come una torre sopra la contrada, un grosso faggio chiamato “el fagaro”. Non si sa quanti anni abbia, certo è che gli anziani e coloro che li hanno preceduti dicono di averlo sempre visto. E’un faggio imponente la cui circonferenza è di 3 metri e 90; l’altezza si presume possa essere di circa 19 metri. Da ben quattro generazioni è di proprietà della famiglia Crestani che lo tiene sotto osservazione e cura . E’ segnato nelle mappe a delimitare i confini di particelle di terreno. Non so se si possa affezionarsi ad una pianta, certo è che per la famiglia Crestani questo faggio è un punto fermo. Esso è “un monumento ambientale” ricco di ricordi; all’ombra della sua chioma molte generazioni di bimbi hanno giocato, molti contadini si sono riposati dopo il taglio del fieno, qualche studente ha trovato tranquillità per lo studio, tanti escursionisti lì si sono fermati per ammirare il paesaggio che spazia dalla pianura ai monti di Recoaro, al paese di Lusiana e a quello di Conco, nonchè Fontanelle e Rubbietto e le contrade limitrofe. Giulia Crestani Prima Ciaspo EDELWEISS Domenica 29 gennaio si è svolta a Conco in località Biancoia la Prima Ciaspo Edelweiss di km 5 – 10.Data la mancanza di neve la ciaspolata si è trasformata in una bella passeggiata lungo i sentieri del territorio comunale.La manifestazione è stata organizzata,con il patrocinio del comune diConco, dai gruppi sportivi del comune e dalla FIASP (federazione italiana amatori sport popolari ) .Già nell’estate scorsa è stata organizzata la Prima marcia Edelweiss.Quest’anno tale evento si ripeterà il 22 luglio a cui si aggiungerà la Prima Maratona di 42 km,sempre all’interno del territorio comunale.Eventi che hanno anche la finalità di promuovere il territorio sia dal punto di vista paesaggistico che relativamente alle attività commerciali 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 17 CONCO LUSIANA Dino Baggio a Conco presenta il suo libro “Gocce” Val Fontana: al via i lavori di realizzazione del Bike Resort Il Comune di Conco, assessorato all’istruzione e allo sport, propone un incontro con l’ex calciatore Dino Baggio con la presentazione del libro “Gocce su Dino Baggio”. Il campione, originario di Camposanpiero (PD), è stato uno dei calciatori più affermati al mondo. Negli anni ’90, all’apice della sua carriera, passa dal Toro alla Juventus, all’Inter, al Parma (che definisce magica e bizzarra), in Inghilterra, alla Lazio e, per un decennio, veste anche la maglia azzurra. Ovunque avesse giocato, Dino Baggio è protagonista indiscusso. La carriera di Dino è fulminea fino ad arrivare a indossare la maglia azzurra nel 1991, sotto la guida sapiente di Arrigo Sacchi. Dino è appena ventenne. Nel 1992 l’inizio della sua ascesa da Campione vincendo, con il mister Cesare Maldini, l’Europeo nell’Under-21e veste la maglia azzurra anche alle Olimpiadi dello stesso anno. Nel 1994, al Campionato del Mondo USA, Dino e Roby Baggio conducono la nazionale di Arrigo Sacchi alla finale con il Brasile. Partita durissima, purtroppo persa ai rigori: l’Italia del calcio è “solo” Vice Campione del Mondo. La nazionale lo convoca anche per gli Europei 1996 e il Mondiale di Francia 1998. Nel 2000, in occasione di una sofferta e incredibile partita del Parma contro la Juve , denuncia un calcio malato con un gesto inconfondibile che segna l’inizio del calvario che lo porterà al suo perentorio addio al mondo del pallone. Il volume che viene presentato a Conco racconta la storia meravigliosa di questo campione, ma anche la sua verità, senza condizionamenti, senza remore e, soprattutto, senza rancore. È la sua verità, testimoniata soprattutto nel capitolo finale, molto toccante e forte, che Dino ha voluto intitolare “L’ho pagata cara!”. L’incontro, come moderatore il nostro giornalista sportivo Cesare Pivotto, si terrà sabato 11 febbraio alle 15.30 nella sala don Italo Girardi. Dopo il saluto dell’amministrazione, Dino Baggio racconterà la sua esperienza, lasciando poi spazio anche agli interventi e alle domande del pubblico. Avrà poi luogo la consegna di riconoscimenti alle società sportive e ad alcuni atleti del Comune di Conco. “Impariamo a coltivare l’orto e il frutteto familiare” Organizzato dal Comune, prende il via a Conco un corso di orticoltura e frutticoltura tenuto dal prof. Giorgio Rigoni Prenderà il via martedì 7 febbraio il corso di orticoltura e frutticoltura organizzato dal Comune di Conco. Sono previste in totale sei lezioni durante le quali si imparerà a coltivare l’orto e il frutteto familiare, che saranno tenute dal prof. Giorgio Rigoni presso la sala consiliare del Comune, dalle ore 20.30 alle 22.30. La prima lezione verterà sull’importanza dell’orticoltura a livello familiare; il terreno e le sue caratteristiche; la fotosintesi clorofilliana; la sostanza organica e gli elementi fertilizzanti. Il tema della 2^ lezione , martedì 14 febbraio sarà: l’irrigazione;la difesa dai parassiti; le principali pratiche di orticoltura: semine, trapianti, sarchiature e lotta alle infestanti. L’appuntamento successivo è in programma martedì 28 quando si parlerà di caratteristiche e proprietà dei principali ortaggi: patata, fagioli,cavolo, insalata, carota,ecc… Quarta lezione il 6 Marzo sulle caratteristiche botaniche ed aspetti fisiologici delle piante arboree da frutto, mentre il martedì successivo verrà illustrata la propagazione delle piante da frutto con vari sistemi: riproduzione per seme, propagazione agamica (talea,margotta, innesto). Il corso si chiuderà il 20 marzo quando verrà trattato il tema dell’impianto del frutteto: scelte, forme di allevamento, potatura. La quota di iscrizione per i partecipanti al corso è di 20,00 euro, per iscrizioni e informazioni ci si può rivolgere alla Biblioteca comunale, tel. 0424- 420058 o alla signora Giulia Crestani, tel. 0424- 700262. Si tratta del progetto per la realizzazione della struttura a supporto del cicloturismo finalizzata a incentivare quella forma di turismo legata alle mountain bike Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di realizzazione del Bike Resort in località Val Fontana. Si tratta del progetto per la realizzazione della struttura a supporto del cicloturismo finalizzata a incentivare quella forma di turismo legata alle mountain bike. L’intervento di complessivi 1.130.000,00 euro, finanziato per l’80% con un contributo regionale, era stato previsto dalla precedente Amministrazione guidata dal sindaco Virgilio Boscardin in località “Fontanella” lungo la Provinciale per Asiago. Considerato che questa localizzazione non avrebbe portato alcun beneficio al paese di Lusiana e per questo motivo era stata fortemente criticata dai cittadini, l’Amministrazione Corradin aveva chiesto di poter utilizzare quei fondi per altre opere più urgenti per la comunità lusianese ma la Regione ha autorizzato soltanto lo spostamento dell’opera in altro sito. Il luogo prescelto è stato quindi “Val Fontana” per la sua vicinanza al centro. Il piaz- zale inoltre necessitava di una riqualificazione e ad opera ultimata si vedranno realizzati il parcheggio per le auto e per gli autobus di linea, un parco giochi, la sistemazione del marciapiede di collegamento con il centro del paese. L’edificio al servizio delle mountain bike troverà posto su terreno donato dal consigliere comunale Matteo Pozza in modo da non occupare spazio utile per la sosta delle auto e verrà realizzato interamente in legno con tecniche bioclimatiche finalizzate al risparmio energetico. Questo si configura quindi come un altro intervento di recupero del patrimonio comunale degradato già anticipato in campagna elettorale dall’Amministrazione che continua nella politica di salvaguardia e recupero ambientale. Egidio Zampese Commemorata la battaglia di Nikolaewka Nella chiesa votiva della Madonna del Lazzaretto di località Campana, a Lusiana, si è svolta la cerimonia di commemorazione dell’epica battaglia di Nikolaewka. I tragici fatti sono stati ricordati dal parroco don Valentino Grigiante, dal sindaco Antonella Corradin e dai presidenti dei gruppi alpini Genero e Volpato. E’ stata anche deposta una corona al monumento ai caduti e dispersi in guerra posto nel piazzale del tempio votivo. E.Z. Il bar pizzeria “Da Riccardo” distrutto da un incendio Il locale e l’abitazione distrutti dalle fiamme, durante un pauroso incendio scoppiato, probabilmente, a causa di un corto circuito, a Conco proprio la sera del giorno in cui era andato a fuoco anche il Costo. E’ quanto è toccato ad Emiliano Pilati, titolare della pizzeria “Da Riccardo” in contrada Conco di Sopra. Al momento in cui si è scatenato il fuoco il locale era chiuso e fortunatamente non si sono registrati né feriti né intossicati dal fumo, ma i danni alle strutture si sono rivelati ingenti. I vigili di fuoco di Asiago, in aggiunta ai quali sono arrivati anche quelli di Bassano, sono stati impegnati per molte ore prima riuscire a doma- re le fiamme. A dare di fatto l’allarme, abbaiando a lungo e facendo scoprire cosa stava accadendo, è stata Kira, il labrador di Emiliano, che ha attirato l’attenzione sia dei vicini di casa che dei proprietari del locale, evitando che ci potessero essere conseguenze peggiori. “Da Riccardo” oltre a bar pizzeria è anche edicola, rivenditore da qualche mese anche del nostro quindicinale, le cui copie poste in vendita sul bancone del bar sono andate in fumo, insieme agli arredi e alle attrezzature. A Emiliano Pilati, alla sua famiglia e collaboratori tutti, vogliamo fare l’augurio che la loro attività possa riprendere al più presto. 8 l’Altopiano Sabato 4 febbraio 2012 18 Pagine della nostra storia I cinquanta ebrei di Canove Dei 615 ebrei che tra il 1942 e l’8 settembre 1943 vennero internati in residenza coatta nei 26 comuni della provincia di Vicenza, il comune che ne accolse di più fu Roana Pagina a cura di Giorgio Spiller Nel 1938 l’Italia fascista, alleata della Germania nazista, adottò le leggi razziali, per cui gli ebrei italiani vennero espulsi dai posti di lavoro e dalle scuole pubbliche. Molti ebrei tedeschi scesero a sud, nel tentativo di raggiungere la Palestina e gli americani sbarcati in Sicilia. Durante l’occupazione dei Balcani l’esercito Italiano trasportò in Italia gli ebrei jugoslavi e quelli in fuga scesi da nord, tra cui molti polacchi. Per questi profughi la situazione divenne particolarmente drammatica dopo l’8 settembre, quando l’esercito tedesco invase l’Italia. Furono 615 gli ebrei che tra il 1942 e l’8 settembre 1943 vennero internati in residenza coatta nei 26 comuni della provincia di Vicenza, quella che ne ospitò il maggior numero in Italia. Il comune che ne accolse di più fu Roana, e precisamente la frazione di Canove, che dava maggior garanzie di controllo, in quanto vi era situata sia la caserma dei carabinieri che il municipio. Furono 50-60 gli ebrei costretti a risiedervi, per la maggior parte provenienti dalla Jugoslavia, prelevati dall’esercito di occupazione italiano assieme ad altre migliaia e trasportati nell’alta Italia. I Wald ospiti dei Frigo Tomba Schachone Wald Peisach e Paul Wald, padre e figlio di Berlino, erano ospiti in casa dei Frigo Tomba in via Dante 8, nella Hobastat, (luogo della collina, in cimbro ), un lungo rettilineo che unisce Canove di Sotto alla curva incrocio dei Tuna, o del Cristo. Assieme a loro c’erano altri due ebrei, Julius Fisch ed un altro, di cui si son perse le generalità. Ai quattro venne assegnata una cucina al piano terra, che dava nella stalla, dove la mucche Verona e Stella garantivano il latte alla famiglia. I Casa Frig o Tomba due Wald, molto distinti ed appartati, fanel cevano vita a sé, senza socializzare con gli altri ebrei di provenienza balcanica, e trasmettevano un senso di sofferenza dovuto al loro evidente sradicamento. La sfortuna che li perseguitava, e che li aveva portati sull’Altopiano, ha dell’incredibile e li avrebbe segnati fino alla fine. Nel 1940 avevano cercato di raggiungere la Palestina, imbarcandosi sul Pentcho, un battello a pale proveniente da Bratislava, ma erano naufragati assieme ad altri 500 profughi sulle coste rocciose dell’isola greca disabitata di Camillanissi, nei pressi di Rodi. Sarebbe bastato qualche nodo di mare in più per raggiungere la salvezza. La Turchia, che pure aveva fatto scuola ad Hitler con i pogrom agli armeni, fu uno dei pochi stati dove gli ebrei vennero lasciati vivere in pace.Dopo giorni di fame e terrore, vennero salvati dalla nave italiana Camogli e fatti sbarcare a Rodi. In due tornate, il 12 Febbraio 1942 e il 27 marzo 1942, i profughi furono condotti nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza). Da lì vennero poi trasferiti separatamente a Canove, dove si ricongiunsero il 24 luglio 1942.Per accogliere la sessantina di ebrei, il Comune aveva allestito alla Romita, o Lazzaretto, sulla strada per Roana, un grande alloggio comune precedentemente utilizzato come colonia refettorio per i bambini, che lì facevano l’alzabandiera in divisa, ginnastica, pranzavano e ritornavano a casa alle quattro.Il 22 giugno 1943 Sahachone Peisach invia una lettera alla Regia Questura di Vicenza: Il sottoscritto fu Paisach di anni 58, internato come naufragato dall’agosto 1942 a Canove di Roana, rivolge domanda alla Regia Questura per essere (essentito) dall’obbligo di andare ad abitare nello stabile che verrà fra breve adibito ad abitazione di tutti gli internati di Canove e di poter continuare alloggiare insieme al figlio Wald, presso privati. Adduce come motivo le precarie condizioni di salute e l’impossibilità di seguire le norme del rituale vitto ebraico. Dalle testimonianze che abbiamo raccolto, presso Giorgia Frigo Tomba, la richiesta venne accordata ed i due uomini Le Case dei Frigo Milo danneggiate dall'uragano poterono passare qualche mese di tranquillità nella grande casa della famiglia Frigo. L’epilogo della loro triste storia vi fu quando, dopo l’8 settembre, come il resto del gruppo, essi cercarono la salvezza, fuggendo dalle truppe germaniche che stavano scendendo dal Brennero. I due giunsero a Roma e il finale della vicenda viene raccontato nel 1947 da Julius Fisch, che con loro divideva l’alloggio, in una lettera da Berlino alla famiglia che li aveva ospitati. Il vecchio Wald ed il figlio Paolo erano stati fucilati alle Ardeatine. Avevano tentato di passare il fronte che tagliava in due l’Italia, ma erano stati presi e rinchiusi; il figlio Paolo avrebbe potuto scappare e salvarsi, scriveva Fisch, ma non volle abbandonare il vecchio padre. Julius era riuscito a salvarsi e tornò anche a Canove dai Tomba per ringraziare, ma non volle ritirare la valigia con le poche cose che aveva lasciato in custodia. In casa rimane ancora un volume di ingegneria che all’epoca gli era servito per i suoi studi. Giorgia Frigo ancora ricorda di quando Julius le insegnò a muovere i primi passi di danza. Julius tornò altre volte e molti lo ricordano ancora. I fratelli Moreno A Canove tutti ricordano con grande simpatia i fratelli Moreno, nati a Vienna e di nazionalità jugoslava. Erano musicisti, artisti di varietà e funamboli; venivano dai Tomba, che avevano osteria e pensione e regalavano qualche momento di spensieratezza musicale. Irma, sorella di Giorgia, nel fiore della giovinezza, amava il ballo e la musica. Il vecchio zio Nani , rustico e di poche parole, caricando l’ennesimo carro di scorze da portare alla cartiera di Breganze, brontolava: “Cossa galo da batare i tachi quelo là!” Mercoledì scorso, 25 gennaio, durante il convegno, promosso al liceo Quadri di Vicenza, “ I campi del duce e l’internamento degli ebrei nella provincia di Vicenza”, ho incontrato il dott. Klaus Voight, lo studioso di Berlino che, dopo aver consultato per primo 1942 gli archivi di Roma, ha pubblicato nel 1993 “Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945”. Sono così venuto a sapere dell’amicizia che lo legò ad Armando Moreno, appartenente ad una famiglia di artisti di circo. Impegnato nel movimento sionista, partecipò al salvataggio di un gruppo di ragazzi, che dalla Jugoslavia, attraverso Villa Emma a Nonantola, raggiunsero la Svizzera. Dei Moreno rimase alla famiglia Mash un clarinetto, che venne poi suonato da Cesarino Slaviero. “Li abbiamo accolti come fossero paesani” Chi non ha mai dimenticato gli ebrei di Canove è Adone Lando, che interpellato sull’argomento esordisce così: “Dovrebbero dare una riconoscimento al paese per aver aiutato gli ebrei, perché li abbiamo accolti come fossero paesani; si dovrebbe affiggere una targa da qualche parte per ricordare il loro soggiorno qui”. I Lando abitavano a Canove di Sotto ed avevano un negozio di alimentari. “a casa mia ghi n’era tre e a mi mama i la ciamava mama”. Anche loro, come noi, avevano la tessera annonaria, dei piccoli bollini, con un bollino ti davano una pagnotta di pane” Gli ebrei dai Lando erano Raimondo e Günter Arbisser, zio e nipote, polacchi, di professione meccanici, e un certo Riba. “ A Canove ci fu un uragano che scoperchiò il tetto della chiesa e gli Arbisser, bravi lattonieri, assieme ad altri, lo aggiustarono; ho ancora un portafiori di lamiera di zinco fatto da loro, allora non c’era la plastica”. Mario Rigoni Stern riporta l’episodio nella “Segheria abbandonata”: Günter andò ad aiutare un fabbro che ben presto si rese conto della sua bravura; fu quando in mancanza di stagno per aggiustare gronde, tetti e pignatte, fece bene il lavoro anche senza: aggraffava le lamiere a tenuta d’acqua, e con brocche ribadite chiudeva i buchi sui fondi lisi dei caldari per la polenta. Salì anche sul tetto della chiesa che era stato rovinato da un ciclone e tutto l’aggiustò bene, bene che ancora oggi è quello. E il parroco e il fabbro gli davano pranzo e cena. I due Arbisser, assieme ad un altro, il 10 luglio ’43 tentarono la fuga in Svizzera in bicicletta, ma andò loro male e furono catturati. Adone Lando ricorda: “I se ga procurà le biciclete e i xe ‘ndà rento par la Valdassa, a Trento e su par la Val de Non, al passo Tonale, a Chiavenna, dove le guardie li fermarono e uno fu portato in manicomio a Vicenza, parchè el xe ‘ndà fora mato”. La mia povera mamma andò a trovarlo a Vicenza; le faceva pena perché non aveva nessuno, era solo e abbandonato. Na bona dona la mi mama Lucia (Frigo Pontel). Raimondo venne portato ad Auschwitz e si salvò. Poi aprì una grande oreficeria a Cambridge; veniva spesso a trovarci e ci faceva vedere il numero che gli avevano marchiato sul braccio. Penso che ora sia morto. Quando Giulia, la nipote di Adone, nel 1989 si sposò ricevette in dono da Raimondo un bellissimo servizio di piatti. Giovanna Frigo Milo aveva sette anni quando la tromba d’aria divelse il tetto della chie- Raimondo Arbisser sa ed anche la sua casa venne scoperchiata: “Eravamo davanti al municipio, abbiamo visto le travi del coperto di casa mia in mezzo alla piazza e le lamiere volare verso Mezzaselva. La mia casa era un cubo aperto, con un torrente d’acqua che correva giù per le scale; anche la segheria di famiglia ebbe dei danni. Per ripararla in fretta e furia abbiamo chiamato gli ebrei, che nel giro di una settimana aggiustarono tutto”. La mamma di Giovanna tenne a battesimo un ebreo; più di uno si battezzò da adulto nel tentativo di sottrarsi alle persecuzioni. La popolazione di Canove, nonostante le restrizioni, cercava di aiutarli in tutti i modi. Per la famiglia Frigo Tomba, che gestiva la distribuzione annonaria del latte, andavano a raccogliere il latte giù dai Mosele alla Cattedra col carrettino a mano, che tiravano con le cinghie sulle spalle, come cavalli, e lo portavano su alla latteria vicino al bar alla Posta. I lavorava dapartuto; uno de casa mia lavorava zo dai Fabiani Stof, co le vache; nantro, sempre co le vache, dalla Mora Capussa, su alla Gaiga, così guadagnavano qualcosa da mangiare. Andrea Strasser, un dottore chirurgo, affiancò il dott. Campiglio all’Istituto di Mezzaselva. A Canove qualcuno si ricorda ancora di essere stato operato da lui. Egli sopravvisse e suoi parenti vivono a Milano. Per un certo periodo una squadra di ebrei venne impiegata a Roana sotto la contrada Toccoli a cavare lignite per fare carbonella, che portavano col camion fino alla stazione di Canove, ma dopo i ghe ga molà parchè ghe voleva ancora qualche milion de ani parchè la se fasesse carbon. Altri, impiegati come pojati, facevano carbone con l’antica tecnica delle pire di legna e si recavano ai Due Asse, nel fondo impervio del canyon, dove il torrenti Assa e Ghelpach si incontrano e dove abbondava il legname di piccole dimensioni necessario. Dopo l’8 settembre la postazione fu abbandonata in fretta e furia, tanto che gli strumenti, seghe ed accette varie, furono lasciati in loco. Tutto il paese era impegnato nell’assistere questi sventurati; anche la maestra Catinella Rigoni, cugina di Mario Stern, impartiva lezioni di italiano all’avvocato Lederer, che chissà quanti preziosi consigli le avrà elargito in cambio.Altre famiglie ospitavano gli ebrei, come i Frigo Bettinado e i cugini di Adone, i Frigo Pontel. Nella loro casa di fronte ai Tomba era ospite con la madre Günter Reidlich, del 1924, studente di Berlino, inventore dello strumento per raccogliere la rasa, la resina, la cui raccolta è ben descritta da Mario Stern nella “Segheria abbandonata”. Di Günter ha raccontato di recente anche Danilo Pozza di Asiago, sul “Giornale di Vicenza”. Suo padre prestò al giovane una bicicletta per fuggire a Vicenza, da dove poi riuscì a raggiungere gli alleati. La sua carta d’identità era stata “lavata” con il nome Frigo e ciò non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di qualche impiegato del comune. Ma non tutti si comportarono bene con gli ebrei. Quando finalmente gli alleati entrarono a Canove, su una jeep c’era Günter “Frigo” Raidlich con i gradi di ufficiale. “ Con la Liberazione arrivò una jeep con un ufficiale graduato, era il Günter che, fuggendo, era riuscito a passare la linea Gotica e a risalire con l’ottava armata. Andò in municipio a prelevare il segretario del fascio e per fargli prendere paura el lo ga menà su e zo par el paese; ghemo pensà che ‘l lo fusilava e invese…no. Nella “Segheria abbandonata” è ben descritto come venivano accolti gli ebrei dal segretario del fascio: “Quando gli ultimi arrivati gli comparivano davanti si alzava in piedi, gonfiava il petto, poggiava i pugni sulla scrivania, dava uno sguardo sul ritratto ariano della sua famiglia – tanti e tutti in divisa – e pressappoco diceva: voi sapete perché siete qui e mi sembra inutile ricordarvi che siete ebrei. Dunque: non avete diritto alla tessera annonaria, non dovete entrare in rapporto con la popolazione residente né tanto meno con gli sfollati, non dovete allontanarvi oltre un chilometro dal centro del paese e, a parte i controlli fissi che stabilirà il brigadiere qui presente, dovete essere reperibili a qualsiasi ora del giorno e della notte…E ringraziate che siamo tolleranti, perché non in questo paese di montagna ma in prigione dovrebbero tenervi. Via ora! Faceva con le mani un gesto di repulsione e, mentre ancora stavano uscendo, ostentatamente apriva la finestra.” Costante Martello, angelo custode di una famiglia di ebrei veneziani Ci fu un altro episodio che fece onore a Canove. Nell’inverno successivo la guardia boschiva Costante Martello di Canove guidò nella malga comunale di Boscosecco e protesse come un angelo custode una famiglia di ebrei veneziani. Olga e Ferruccio Neerman, due fratelli di 17 e 13 anni, fuggiti da Venezia con altri parenti e amici, rimasero nascosti nella malga dall’autunno del 1943 alla primavera del 1944. I Neerman hanno proposto Costante Martello come Giusto tra le Nazioni a Gerusalemme. I fatti sono descritti nel libro “Infanzia rubata. Storia vissuta di un bambino ebreo”. Ha proprio ragione Adone Lando, bisognerebbe che Canove ricordasse in qualche modo l’aiuto dato dai cittadini agli ebrei di passaggio. Si sa che se si dimentica la storia gli eventi possono ripresentarsi tali e quali. Molte notizie qui riportate sono ricavate da: Paolo Tagini- Le poche cose - Istrevi, Cierre ed. 2006 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 19 LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA L’evoluzione della famiglia e delle relazioni tra genitori e figli dal Dopoguerra ad oggi Quando si parla di rapporti tra genitori e figli, spesso si è molto attenti agli aspetti psicologici della relazione, quali la comunicazione, il sistema di regole-punizioni, lo scambio affettivo, la trasmissione di significati e di principi valoriali. Allontanando lo sguardo di qualche distanza, ci apparirebbe a fuoco una dimensione più sociologica, la quale permette di comprendere che in taluni casi i mutamenti di un singolo membro influenzano status, ruoli e identità degli altri componenti del gruppo. Per definizione, la famiglia è la molecola base della nostra vita culturale, sociale ed economica (nella realtà occidentale); in quanto tale, essa è il “mattone” portante di tutta l’organizzazione civile e la fucina delle nuove leve che si affacciano al debutto in società. La famiglia soddisfa i bisogni primari dell’uomo e quindi ne tutela la sopravvivenza; contemporaneamente, è luogo di procreazione e di rinnovamento demografico. Non ultimo, grazie ad essa si tramandano i saperi dell’esperienza, la cultura e si costruisce il futuro dell’umanità. Tali e tanti compiti sono fondamentali in una società in continuo mutamento. Purtroppo, è innegabile che la crisi del sistema familiare rappresenta una vera minaccia per l’organizzazione sociale tradizionalmente intesa. Nel tempo, l’istituzione familiare è molto cambiata, portando con sé una profonda ridefinizione del rapporto tra genitori e figli. Nel corso degli ultimi settant’anni siamo stati testimoni di una vera e propria rivoluzione copernicana nell’assetto familiare in concomitanza con i mutamenti economici e sociopolitici. Cambiando i modelli culturali e sociali, sono cambiati anche i modelli familiari, frantumando la struttura patriarcale classica e producendo tutta una serie di nuove tipologie di aggregazione (ad. Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] esempio la famiglia monogenitoriale e la convivenza di fatto) che hanno portato con sé nuove modalità di relazione e nuove identità. Nel Dopoguerra la famiglia allargata era tradizionalmente patriarcale ed inserita nel contesto rurale in cui il maschio, lavoratore e padrone, era capo dell’azienda familiare mentre la donna gestiva casa e figli e fungeva da collante nelle relazioni tra membri, oltre ad aiutare nel lavoro. I ruoli erano netti e ben definiti, l’autorità indiscussa, i rapporti tanto rigidi da non permettere insubordinazioni di sorta; in compenso si percepiva un senso di sicurezza e protezione. Negli anni Cinquanta e Sessanta il boom economico modifica lo stile di vita permettendo alle famiglie di conoscere i primi prodotti dell’era industriale, quali gli elettrodomestici e gli strumenti di comunicazione di massa come la radio e i giornali; inoltre, la scuola diventa per tutti. L’approccio interpersonale e sociale diventa più liberale, individualista, trasgressivo. I comportamenti e gli atteggiamenti si fanno più attenti alla modernità e ai messaggi pubblicitari. Contemporaneamente, la famiglia perde forza di aggregazione, diventa “nucleare” (composta dai soli genitori e dai loro figli) e si apre verso l’esterno in una sorta di estroversione pubblica, indebolendosi all’interno; la donna non è più “l’angelo del focolare” e si apre al lavoro anche fuori dal contesto familiare. L’attenzione si sposta maggiormente sui figli su cui s’investe molto in termini di formazione e di emancipazione lavorativa, favorendo l’uscita precoce dal nucleo di appartenenza. Gli anni settanta sono anni difficili e di grandi contrasti. Le contestazioni di massa nei confronti delle istituzioni fanno vacillare il sistema, non solo in Italia. Dal ’68 in poi si crea una frattura tra la fascia meno abbiente e chi invece aveva goduto appieno della crescita economica, complice soprattutto una mancata risposta dello stato nel rinnovamento delle politiche sociali. Si giunse alla lotta di classe e poi alla lotta armata e al pensiero eversivo di cambiare lo stato con il terrorismo. Sono anni di forte scontro culturale, di messa in di- scussione dei valori e delle ideologie prevalenti. Imperversa la crisi petrolifera internazionale, bloccando i consumi, mentre i movimenti femministi e di contestazione portano con sé nuovi orizzonti per il diritto di famiglia. I ruoli non sono più così netti. Gli anni Ottanta rappresentano in parte un ritorno del benessere ma su basi culturali sempre più lontane dai valori tradizionali. I rapporti familiari divengono più lassi e liberi, l’autorità genitoriale si incrina. La fa- miglia in questi anni è disorientata, perché si trova in un contesto di possibilità nuove di ricostruzione delle dinamiche interne senza poter disporre di forti principi ispiratori come un tempo. Complessivamente si vive più libertà ma meno senso di coesione e stabilità. La globalizzazione (con l’abbandono definitivo della società rurale) mette in crisi l’identità familiare e fa percepire un vissuto di dispersione. Dagli anni ’90 in poi subentra una profonda crisi valoriale e l’avvento via via sempre più diffuso dell’era tecnologica. Il luogo sociale privilegiato di crescita e di trasmissione culturale non è più il contesto familiare. I rapporti interpersonali utilizzano i nuovi mezzi tecnologici e l’identità individuale è meno legata alle proprie radici. Cambiano le forme di convivenza e di aggregazione, così come il significato della genitorialità. Un tempo far crescere i figli voleva dire “sistemarli” (in senso economico e familiare) rendendoli autonomi, responsabili, adulti. A partire dagli anni Novanta la famiglia diventa meno puerocentrica, mettendo al centro la coppia; contemporaneamente, l’ottica di responsabilità viene sostituita dall’ottica protezionista, rispetto alla quale il figlio dev’essere tutelato dal dolore, soddisfatto nei bisogni e felice. Ciò ha favorito l’individuazione e la relazione affettiva, a discapito della vita in gruppo. Da un lato questo mutamento ha permesso di crescere figli più stimolati, intelligenti e apparentemente sicuri di sé; dall’altro, li ha resi più fragili nei confronti delle difficoltà e con l’aspettativa di essere al centro dell’attenzione e della cura. L’AVVOCATO RISPONDE IL CAMBIO DI NOME E COGNOME Ai sensi dell’art. 6 del Codice Civile ogni persona ha diritto al nome che le è per legge attribuito. Non sono ammessi cambiamenti, aggiunte o rettifiche al nome, se non nei casi e con le formalità indicati dalla legge. Ciò implica che, chi abbia l’esigenza di cambiare il proprio cognome, oppure il nome o cognome perché ridicolo o vergognoso o perché rivela l’origine naturale, come per motivi diversi da quelli suindicati, debba intraprendere il procedimento predisposto dal Regolamento per la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile, come di seguito indicato. Si noti che ogni anno circa 1.400 italiani decidono di cambiare il proprio nome o cognome. Qualunque cittadino che intenda cambiare il proprio cognome (o aggiungerne un altro al proprio) dovrà, pertanto, essere autorizzato dal Ministro dell’Interno tramite apposita istanza da inoltrare al Prefetto della provincia in cui il richiedente ha la sua residenza (domanda da presentare in bollo da Euro 14,62). Il Prefetto assumerà le informazioni sulla domanda curandone l’istruttoria e la trasmetterà al Ministero dell’Interno con il proprio parere. Qualora la richiesta appaia meritevole di essere presa in considerazione, il richiedente verrà autorizzato, con decreto del Ministro dell’Interno, a far affiggere all’albo pretorio del comune di nascita e del comune di residenza attuale, un avviso contenente il sunto della domanda. L’affissione dovrà avere la durata di trenta giorni consecutivi e dovrà risultare dalla relazione del responsabile fatta in calce all’avviso. Chiunque ritenga di avere interesse, potrà fare opposizione alla domanda non oltre il termine di trenta giorni dalla data dell’ultima affissione o notificazione. L’opposizione andrà proposta con atto notificato al Ministro dell’Interno. Trascorso questo termine di trenta giorni senza che sia stata proposta opposizione, il richiedente dovrà presentare alla Prefettura competente per il successivo inoltro al Ministero un esemplare dell’avviso con la relazione che attesta la eseguita affissione e la sua durata, nonché la prova delle eseguite notificazioni (quando queste siano state prescritte). Il Ministro, accertata la regolarità delle affissioni e vagliate le eventuali opposizioni, provvederà ad emanare il decreto di concessione al cambiamento del cognome richiesto. Il decreto di concessione, nei casi in cui vi sia stata opposizione, dovrà essere notificato, a cura del richiedente, agli opponenti. Il cittadino che abbia richiesto ed ottenuto il relativo decreto potrà presentarlo personalmente (in originale), o inoltrarlo a mezzo posta unitamente alla fotocopia di un documento di identità, all´Ufficio di Stato Civile del Comune di nascita o di residenza. L´ufficiale di Stato Civile provvederà alla trascrizione del decreto sul relativo registro, dandone comunicazione agli uffici competenti degli eventuali altri Comuni interessati (di nascita, di residenza, di matrimonio e di nascita dei figli). Gli effetti del cambiamento (nuove generalità sulle certificazioni) rimarranno sospesi fino al compimento di tutte le annotazioni prescritte. Se la necessità cambio di nome dipenda, invece, dalla circostanza che il nome o cognome originari risultino ridicoli o vergognosi o rivelanti origine naturale, il cittadino dovrà farne domanda al Prefetto della provincia del luogo di residenza o di quello nella cui circoscrizione è situato l’ufficio dello stato civile dove si trova l’atto di nascita al quale la richiesta si riferisce. Il Prefetto, esperita l’istruttoria di rito, se riterrà la domanda meritevole di essere presa in considerazione, autorizzerà con suo decreto il richiedente a far eseguire le affissioni negli stessi termini già indicati per le richieste di competenza del Ministro. Il Prefetto, accertata la regolarità delle affissioni e vagliate le eventuali opposizioni, provvederà sulla domanda con decreto. La richiesta in tutti i casi suindicati potrà essere presentata solo da cittadini italiani. Le richieste dovranno rivestire carattere eccezionale e saranno ammesse esclusivamente in presenza di situazioni oggettivamente rilevanti, supportate da adeguata documentazione e da significative motivazioni. Avvocato Serena Baù In nessun caso potrà essere I lettori che vogliano richiesta l’attribuzione di cosottoporre domande su qualsiasi questione di gnome di importanza storica carattere legale al nostro o comunque tali da indurre in avvocato possono inviare errore circa l’appartenenza una mail all’indirizzo del richiedente a famiglie illu- [email protected] o scrivere a “L’avvocato stri o particolarmente note nel risponde – Giornale luogo in cui si trova l’atto di Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 nascita del richiedente o nel Asiago (Vi)” luogo di sua residenza. 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 20 E’ tempo di cambiare MIGROSS ASIAGO : GIU’ LA MASCHERA Dopo quattro mesi il campionato spezza in due tronconi le sue dieci protagoniste. Da un lato le quattro regine della regular season, ValPusteria, Bolzano, Pontebba e Cortina, che si sono meritate un posto nel “Gruppo A Coppa di Lega” (che noi più familiarmente e chiaramente continuiamo a chiamare Master Round), girone che assegnerà la “Coppa di lega” e nel contempo designerà l’ordine di discesa sul tabellone dei playoff per la quattro teste di serie. Dall’altro le altre sei, quelle Campioni d’Italia attesi ad una svolta per rilanciarsi alla difesa dello scudetto costrette all’esame di riparazione nel “Gruppo B Qualificazione Playoff” (che preferiamo continuare ad individuare come Relegation Round) in cui si daranno battaglia per conquistarsi i quattro posti disponibili nella parte bassa del tabellone della post season, evitando le ultime due scomode poltrone, regular season dimezzato (eventualmente per difetto), e cioè: Master R o u n d : ValPusteria 36 punti, Bolzano 35, Pontebba 29, Cortina 28; Relegation Round : Alleghe 27, Asiago 26, Renon 24, Fassa 23, Vipiteno 21, Valpellice 18. Scriviamo alla vigilia del semaforo verde di questa seconda fase della stagione, avvio affidato al primo dei dieci turni del Relegation Round programmato per gio- Foto Paolo Basso quelle che costringeranno le due occupanti ad un duello per la salvezza, per evitare la retrocessione nella Cadetteria. In entrambi i gironi le squadre partono con un bottino iniziale pari al punteggio della Mercato Si sono chiuse martedì le porte dell’hockey mercato che non ha portato novità in casa Asiago. Nei giorni precedenti “serpeggiavano” rumors di possibili movimenti, in entrata con il taglio del portiere Lerg non ancora guarito dai suoi malanni per far posto ad un nome nuovo (circolava quello del fassano Doyle) e/o in uscita con Fata sulla possibile via di Bolzano. Nulla di tutto questo, anche se qualche abboccamento di sicuro c’è stato. Il gm giallorosso Tessari aveva già smentito tutto a mercato ancora aperto “ la squadra è questa e con questa si va fino in fondo”, confermato poi dai fatti. Pochi comunque i colpi piazzati in zona cesarini anche dalle altre formazioni. Il Valpellice ha annunciato l’ingaggio del 36enne ex difensore ceko dell’Asiago LadislavBenysek, prelevato dagli altoatesini di A2 del Caldaro. Anche il Bolzano ha pescato nella serie cadetta ingaggiando dai concittadini dell’Ev Bozen 84 il 34enne attaccante finlandese TuomoHarjula. Infine il ValPusteria che ha riempito l’ultima casella disponibile con l’ingaggio del 24enne portiere canadese Kevin Desfossés come misura preventiva in caso di problemi del goalie titolare Strömberg. Nazionale Ultimo stop al campionato la prossima settimana per dare spazio all’attività della Nazionale. Comunicata nei giorni scorsi la lista dei 23 convocati per la prossima tappa dell’Euro Ice Hockey Challenge che si disputerà a Kiev dal 9 all’11 febbraio prossimi e che per l’Italia sarà anche tappa importante di avvicinamento, preparazione e verifica in vista dei prossimi Mondiali di Gruppo A di Svezia e Finlandia. Gli azzurri di coach Rick Cornacchia, che nella tappa di novembre in Ungheria hanBellissimo no sconfitto Austria, Ungheria e Giappone, nella capitale ucraina affronteranno il 9 febbraio alle ore 15.00 la Lituania, il giorno successivo, stesso orario, la Romania ed infine l’11 febbraio alle 18.30 i padroni di casa dell’Ucraina. Della comitiva azzurra faranno parte (oltre ai “freschi ex” Bellissimo, DeMarchi e Plastino) solo due asiaghesi, Stefano Marchetti e Federico Benetti, mentre saranno <riserve a casa>gli altri tre giallorossi Enrico Miglioranzi, Mirko Presti e Matteo Tessari. vedì 2 febbraio, visto che il Master Round prenderà il via solo oggi. C’è molta attesa per conoscere come e se questo Asiago intenda cambiare volto, dando una sterzata, un’inversione di rotta alla propria stagione all’insegna dell’incisività, dell’impegno e della continuità di rendimento. Insomma questo è il momento di fare fronte comune e, tirati fuori i rospi e chiarite le situazioni, rimboccarsi le maniche, piegare la schiena, far scendere il sudore e rimettersi tutti in gioco, tirando fuori gli attributi con umiltà ma al tempo stesso con determinazione, per tornare ad essere Campioni ed avere ambizioni da Campioni. Le partite della Migross nel “Relegation round” 1^ giornata giovedì 2 febbraio Migross Asiago – Vipiteno 2^ giornata sabato 4 febbraio Alleghe – Migross Asiago 3^ giornata martedì 14 febbraio Valpellice – Migross Asiago 4^ giornata giovedì 16 febbraio Migross Asiago – Renon 5^ giornata sabato 18 febbraio Fassa – Migross Asiago 6^ giornata martedì 21 febbraio Migross Asiago – Fassa 7^ giornata giovedì 23 febbraio Renon – Migross Asiago 8^ giornata sabato 25 febbraio Migross Asiago – Valpellice 9^ giornata martedì 28 febbraio Migross Asiago – Alleghe 10^ giornata giovedì 1 marzo Vipiteno – Migross Asiago Gli Old Bears Asiago hanno la meglio sul Varese Hockey per 7 a 6 SUCCESSO PER IL “1° MEMORIAL GUIDO TESSARI GIAMOLO” Esattamente a sei mesi di distanza dall’improvvisa ed immatura scomparsa di Guido Tessari “Giamolo” (il soprannome della sua famiglia) gli amici ed ex compagni di squadra di Asiago e Varese hanno voluto ricordarlo con il “1° Memorial Guido Tessari Giamolo”, partita giocata sabato 28 gennaio sul ghiaccio dell’Odegar. Un nutrito e caloroso pubblico ha fatto da degna cornice all’evento, preceduto, a squadre schierate in campo, dalla deposizione della sua ultima maglia al centro della pista, dalla con- Foto Paolo Basso All’Odegar festa di amicizia nel ricordo dell’amico Guido segna di un mazzo di fiori e di un omaggio alla mamma Lina ed alla compagna Ida (che, visibilmente commossa, ha commentato “Lui è certamente felice per tutto questo. Grazie”) e da un minuto di silenzio carico di ricordi. Sulla curva gli ultras hanno esposto due striscioni: “Giamolo .. il gigante dal cuore buono – sempre con noi” e “La fede ad Alleghe, il cuore ad Asiago. Ciao Guido”. Poi la partita, tre tempi da quindici minuti intensi che hanno visto tutti mettere sul ghiaccio impegno, lealtà e, nonostante il peso degli anni e per qualcuno di qualche chilo di troppo, anche non dimenticate qualità tecniche, con spirito profondamente legato all’amicizia, al divertimento ed ai ricordi. Alla fine di una gara combattuta e mai chiusa, il risultato (nonostante la rimonta giallonera nel periodo finale) ha dato ragione di misura ai padroni di casa ma al suono della sirena quei numeri sono passati decisamente in secondo piano: tutti si sono accomunati in un momento di festa, in un grande abbraccio di amicizia. Dagli spalti gli applausi sono per loro ma soprattutto per chi loro stasera hanno voluto ricordare ed onorare: l’indimenticato amico Guido. Cesare Pivotto 8 l’Altopiano Sabato 4 febbraio 2012 21 L’US Asiago sci tra i migliori in Veneto e in Italia! Ottima manifestazione quella dei Campionati Italiani di sci di fondo per le categorie Aspiranti e Juniores, svoltasi il 27, 28 e 20 gennaio sulle piste di Padola su organizzazione dello Sci Club Orsago e dell’Unione Sportiva Val Padola. La bellezza di 250 atleti nati negli anni dal 1992 al 1995 hanno partecipato alla gara, vero e proprio trampolino di lancio verso la categoria assoluta, verso lo sci che conta. Da sempre crediamo nei valori dello sport come valori di vita, principalmente intesi come sfida, con impegno sacrificio per raggiungere un traguardo, per migliorare e superare le proprie performance. E soprattutto crediamo nei giovani, dinamici, intraprendenti e motivati. L’importanza dell’evento sta non solo nel fatto che sono stati assegnati i titoli nazionali di una categoria dal tasso tecnico elevato che costituisce l’anticamera del professionismo, ma anche dal fatto che al termine dell’ ultima prova in programma il selezionatore delle squadre Juniores azzurre Giuseppe Ploner, assieme al nostro uomo di casa Alberto Rigoni e al direttore tecnico Silvio Fauner, ha ufficializzato i nomi dei ragazzi che rappresenteranno l’Italia ai mondiali di Erzurum (Turchia) dal 19 al 26 febbraio. Le prime competizioni riservate alle categorie Juniores (nati 1992-1993) e Aspiranti (1994-1995) si sono svolte venerdì 27 gennaio con le gare sprint a tecnica libera ( tracciato di 1,2 Km ). Negli aspiranti femminile grande protagonista della giornata è stata Deborah Rosa dell’Unione Sportiva Asiago Sci che dopo aver superato a pieni voti tutte le batterie ha chiuso la gara in quarta posizione, ad un soffio dal podio in questa disputa sprint in cui fino all’ultimo metro mostra la grinta e il carattere di questi giovani atleti. Nella categoria Aspiranti maschile ottima la performance Giuseppe Pilati che ha chiuso sedicesimo e buone le prestazioni di Simone Bertacco (30°) e Marco Mosele (33°). Nella categoria Juniores gli unici quattro atleti veneti a qualificarsi per le batterie sono stati i “Tapparo Boys” così soprannominati dallo speaker nel nominare l’allenatore Alberto Pertile “Tapparo”: Luca Rigoni, Davide Cantele, Marco Frigo e Marco Lobbia. Nelle batterie di certo non poteva mancare Luca Rigoni che dopo aver eliminato ai quarti di finale niente meno che il finanziere Mauro Brigadoi, ha chiuso il Campionato Italiano Sprint in 9^ posizione. Sabato 28 gennaio si sono corse le gare in tecnica classica ( 5 Km per le Aspiranti femminile, 7,5 Km per gli Aspiranti maschile e Juniores femminile e10 km per gli Juniores maschile). Tra le Aspiranti femminili ha sfiorato ancora una volta il podio per soli cinque secondi la nostra Deborah Rosa che ha chiuso nuovamente in 4^ posizione. Due giornate magiche per questa grande atleta giovanile, anche se resta un po’ di amarezza per le due medaglie sfiorate. Nella classifica finale da sottolineare la 38° posizione di Brenda Pangrazio e il 44° posto di Denise Cera. Giornata un po’ luci e ombre nella categoria Aspiranti maschile dove cha chiuso al 31° posto Simone Bertacco, seguito a ruota da Giuseppe Pilati (36°), Marco Mosele (39°) e Matteo Panozzo (45°). Fra gli Juniores maschili migliori prestazioni per Luca Rigoni (26°) e Davide Cantele (28°). Giornata di chiusura domenica 29 con le spettacolari gare ad inseguimento contornate da una giornata solare non molto fredda, dove gli atleti partivano con i distacchi del giorno precedente ( 7,5 km per le Aspiranti femminile, 10 km per gli Aspiranti maschile e Juniores femminile e 15 km Juniores maschile). Per completare e coronare queste bellissime gare tra le Aspiranti femminili ancora Deborah Rosa che ha chiuso nel migliore dei modi questi Campionati Italiani classificandosi in 5^ posizione. A seguire 39^ Brenda Pangrazio, 40^ Ilaria Rigoni e 42^ Sara Strazzabosco. Tra gli Aspiranti maschili buona la 29^ posizione di Giuseppe Pilati, 43° Marco Mosele, 56° Matteo Panozzo e 63° Simone Bertacco. Per quanto riguarda la categoria Juniores maschile impegnati in un circuito impegnativo, troviamo in 18° posizione Luca Rigoni, 28° Davide Cantele e 43° Marco Lobbia. La domenica precedente si era svolta sulla suggestiva pista Deona a quota 1.535 mt. a Passo Cibiana la prima gara regionale per la disciplina dello sci organizzata dal gruppo Sportivo Centro Cadore con gli atleti dell’Unione Sportiva Asiago sci in piena forma e grandi protagonisti. Per i nostri ragazzi ogni gara diventa magica, con la lotta per arrivare al gradino più alto del podio. Nella categoria Ragazzi femminile buone la prove di Anna Longhini che ha chiudo in 10^ posizione e di Giulia Panozzo, 14^ Tra i Ragazzi maschile da evidenziare il 10° posto di Kristian Ronzani. Le prime atlete dell’US Asiago sci a mettersi in luce nella categoria Allievi femminile sono state Maria Cherubin (5^) Marianives Valente (8^) Veronica Rossi (9^) Marta Cantele (10^) ed Elisabetta Cantele (13^). Tra gli Allievi maschile da sottolineare la 9^ posizione di Giovanni Spagnolo. A brillare, come sempre, tra le Aspiranti femminile è stata Deborah Rosa, 3^, seguita da Brenda Pangrazio (1p^), Sara Strazzabosco (11^), Denise Cera (13^) e Ilaria Rigoni (14^). Sul fronte maschile nella categoria Aspiranti ottimo il 3° posto di Simone Bertacco, il 4° di Matteo Panozzo, il 5° di Giuseppe Pilati e l’11° di Alessandro Carli. Tra gli Juniores maschile il gradino più alto del podio è andato a Luca Rigoni, podio completato dal terzo posto di Davide Cantele e infine buona la 7^ posizione di Marco Lobbia. Come sempre, i ragazzi dell’Unione Sportiva Asiago sci si sono impegnati alla grande per non deludere e i risultati sono arrivati. Possiamo tutti ritenerci soddisfatti delle gare svolte pensando soprattutto che una sfida a livello italiano non è di certo facile. Grande soddisfazione per l’uomo di casa, responsabile del Comitato veneto per lo sci di fondo, Carlo Dal Pozzo, soddisfatto delle nove medaglie conquistate da vari atleti e del secondo posto nella classifica dei comitati regionali. Un augurio per le prossime gare, aspettando il vicino appuntamento con la nazionale giovani di Schilpario, con l’intenzione di portare ancora alto il nome dell’Altopiano di Asiago e di tutto il Veneto. Morena Turetta Podismo Il Gruppo Sportivo Alpini alla Marcialonga Da oltre quarant’anni l’ultimo week-end di gennaio per i fondisti è sinonimo di Marcialonga. La spedizione in Trentino organizzata dal Gsa Asiago con quasi trenta concorrenti rientra dalle valli di Fiemme e Fassa con il 65° posto assoluto di Marco Crestani. Il fondista di Rubbio conferma la sua proverbiale tenacia arginando l’offensiva della valanga vikinga, oltre duemila i norvegesi al via, nonostante l’anagrafe lo collochi ormai abbastanza vicino ai cinquanta. Bene anche altri biancoverdi ma una nota speciale va a Daniele Doriguzzi. Asiaghese d’adozione, cadorino d’origine, già “forestale” ed azzurro dello sci nordico, rientrato all’agonismo nel 2010. Dopo un lunghissimo stop a sessant’anni suonati mette a segno una performance di tutto rilievo, 331° assoluto, terzo in categoria, togliendosi perfino lo sfizio di battere un campione del calibro del norvegese Oddvar Braa suo coetaneo. Regolarmente al traguardo Pietro Ronzani, classe 1938, con quasi tutte le edizioni al suo attivo: un vero record. Bene anche due ragazze-Gsa, Daniela Soster e Giulia Magnabosco alla loro prima Marcialonga così come Lidia Frigo veterana della gara. R.A. Ambrosini trionfa a Vittorio Veneto Daniele Doriguzzi Sci di fondo, campestre, cor- altopianese ha messo in riga sa su strada di vario nell’ordine Hubert Poloni (Atchilometraggio: per gli atleti del letica Sernaglia) staccato di Gsa Asiago è impegno a tutto 17" e Giancarlo Amadori di campo. La partecipazione dei 33". La sua affermazione sersoci del Gsa Asiago si estende in contemporanea a più specialità anche grazie alla “sezione atletica” ormai attiva a pieno ritmo nel contesto dell’attività agonistica curata dalla società dell’altopiano vicentino. E proprio dal “cross”, 1° prova del Campionato Regionale Fidal 2012, arriva la vittoria di categoria per Giovanni Ambrosini, podista “da una vita”. Sul circuito di Vittorio Veneto, sede ormai da quasi trent’anni del Cross della Vittoria, il Giovanni Ambrosini sessantaquattrenne ve anche da stimolo ai giovani che si stanno avvicinando alla disciplina e che sull’altopiano trovano una società in grado di indirizzarli verso questa splendida pratica sportiva. Domenica 29 gennaio seconda tappa al Parco San Giuliano di Mestre con presenza Gsa Asiago rafforzata. Domenica 22 gennaio alcuni “runners” biancoverdi si sono invece impegnati nella Montefortiana-Maratonina negozi Demmy mentre un altro contingente ha scelto la 1° EcoMaratona Clivus. In entrambi i casi le trasferte sono servite ad acquisire maggior confidenza con il mondo delle corse su strada in vista dei numerosi impegni futuri. 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 22 IMBATTIBILE SKI TEAM ALTOPIANO DI ASIAGO Nonostante la mancanza di neve, il circuito FISI di sci alpino per le categorie ragazzi allievi si è svolto finora regolarmente anche se tra rinvii e cambi di località. Con due gare di slalom gigante svolte la prima il 15 Al secondo anno di attività lo Ski Team continua a salire sul gradino più alto del podio gennaio al Passo Brocon e la seconda il 29 gennaio a Folgaria e uno slalom speciale il 22 gennaio a Malga Rivetta, lo Ski Team Altopiano di Asiago si è confermata la prima socie- tà della provincia di Vicenza per le categorie ragazzi-allievi in tutte e tre le gare. Conferma per il lavoro svolto durante tutto l’anno con passione, dedizione e tanti sacrifici soprattutto da par- te degli atleti (nonchè dai genitori generosi sponsor), con allenamenti svolti durante l’estate a Les Deux Alpes in Francia, a Landgraaf in Olanda, in Austria e nei migliori ghiacciai Ski Meeting Bancario Europeo Marco Faccin si impone a Lienz E’ successo di nuovo, ed è la terza volta. Il 26enne di Canove Marco Faccin ha vinto il titolo di campione europeo di sci alpino nello Ski Meeting bancario Europeo (questa era la 52^ edizione). A Lienz, nel Tirolo orientale, proprio sulla pista in cui ha recentemente gareggiato la Coppa del mondo femminile, nella gara di slalom gigante che ha visto protagonisti i rappresentanti di tutte le banche d’Europa, Faccin, della Banca Popolare di Vicenza, si è imposto perentoriamente su tutti. “Sono molto contento di aver bissato il successo dello scorso anno – dice Marco – anche perché, come già ho avuto modo di sottolineare in occasione della vittoria nell’edizione 2011, il gioco si fa sempre più difficile. Devo fare i con- ti con colleghi sempre più agguerriti e preparati. Come sempre ringrazio la Banca Popolare di Vicenza che mi da la possibilità di gareggiare e grazie alla quale sono tornato a praticare agonisticamente questo meraviglioso sport” All’International Karate Tournament Libertas tanti podi per gli atleti altopianesi Dopo un 2011 ricco di risultati e soddisfazioni e dopo i riconoscimenti ottenuti dall’amministrazione comunale di Lusiana in occasione del Gran Galà dei Campioni svoltosi giovedì 23 dicembre 2011 (dove i karateka sono stati premiati dall’amministrazione stessa), domenica 29 gennaio presso l’antica Villa Farsetti di Santa Maria di Sala si sono svolte le premiazioni della Libertas di Società ed atleti che si sono distinti nel Veneto, alla presenza del Sindaco di S. M. di Sala P: Bertoldo, dell’Assessore allo Sport Sambati, del Presidente Nazionale Libertas Musacchia e di quello regionale Boscaro, del Presidente del C. R. Veneto Karate Bonora e l’Assessore allo Sport della provincia di Venezia Speranzon. Numerosi i riconoscimenti all’A.S.D. Fuji-Yama Karate-Do Sette Comuni: a Matteo Frigo, Lisa Crestani ed Andrea Bedin per aver vinto i Campionati Nazionali nelle rispettive classi; a Nicola Rossi (classe Seniores di kumite - combattimento), Andrea Bedin (classe Juniores di kumite) e Lara Pozza (classe Esordienti sempre per il kumite) per essersi classificati primi nella speciale classifica annuale 2011. Sempre nella speciale classifica annuale l’A.S.D. Fuji-Yama Karate-Do Sette Comuni, che è la sola Associazione altopianese ad essere tesserata alla FIJLKAM (unica Federazione in Italia di karate ad essere riconosciuta dal CONI e dal CIO), si è aggiudicata due dei tre titoli messi in palio, prima sia nelle gare Gran Premio Giovanile e che nella classifica per il kumite nelle gare della Libertas. Tutto questo a coronamento di tanto lavoro e sacrificio da parte di tutto lo staff dell’Associazione ed in primis di atleti e genitori. Sabato 21 gennaio a Lignano Sabbiadoro si è svolta la prima Tappa del Gran Premio Giovanile 2012; per i colori altopianesi primo posto nella prova tecnica del palloncino per Martina Pertile (classe Bambini) e terzo nella prova del kumite per Matteo Frigo (classe Ragazzi). Domenica 22, sempre a Lignano, si è svolto il “1° International Karate Tournament Libertas”, gara di respiro internazionale che ha visto la presenza di numerosi atleti provenienti da varie nazioni europee e non; erano 12 gli atleti altopianesi presenti e ben nove sono saliti sul podio; questi i risultati: primo posto per Nicole Rigoni (Esordienti nei meno 47 kg), Andrea Bedin (Juniores nei meno 53 kg) e Claudio Pozza (Seniores nei meno 84 kg); medaglia d’argento per Lisa Crestani (Esordienti nei meno 42 kg), Sara Finco (Esordienti nei meno 47 kg) e Francesca Ronzani (Cadette nei meno 47 kg). Terzo gradino dle podio per Susanna Rigoni (Esordienti nei meno 42 kg), Lara Pozza (Cadette nei meno 60 kg) e Nicola Rossi (Seniores nei meno 84 kg); Luca Bonato, Andrea Frigo e Davide Bedin si sono piazzati al quinto posto. Cesare Pivotto d’ Italia. Nel primo gigante del Passo Brocon, Stefania Marcadella ha vinto su tutte le “ragazze” come pure nello slalom di Malga Rivetta mentre a Folgaria è arrivata seconda, Riccardo Meneghini è arrivato primo nel gigante di Folgaria, Luca Pattanaro secondo in slalom speciale seguito al terzo posto da Josef Zattarin, Diego Dalla Costa primo in slalom, secondo nei due giganti e poi tanti altri qualificati intorno al podio. Diego Dalla Costa è arrivato primo anche nel Super Gigante Interregionale di Alleghe del 19 gennaio, gara che vede al cancelletto di partenza i migliori atleti del Veneto. A riprova dell’impegno e del lavoro svolto si sono così qualificati per il Trofeo Topolino Regionale nove atleti su dodici dello Ski Team. Se la stagione agonistica per lo sci alpino è ancora all’inizio, per lo Ski Team Altopiano è uno splendido inizio che auspica tanti ottimi risultati e soddisfazioni. 8 l’Altopiano Sabato 4 febbraio 2012 CALCIO 23 Il Canove Calcio esonera Sandro Baù al suo posto arriva Massimo Vescovi Dopo una serie di sconfitte e di risultati mancati, il Canove Calcio esonera il suo allenatore, Sandro Baù. Al suo posto arriverà Massimo Vescovi che già l’anno scorso aveva rivestito il doppio ruolo di assistente al mister e giocatore diventando uno dei protagonisti della risalita dei gialloblu in 1° categoria. “Una decisione presa a malincuore – sottolinea il presidente Fabio Rebeschini – Però necessaria per cercare di scuotere l’ambiente e destare tutta la squadra, per uscire dalla zona bassa della classifica e preservare la permanenza in Prima”. Nonostante l’età relativamente giovane, Sandro Baù già vantava un buon curriculum calcistico. Giocatore di sostanza aveva ve- stito anche la casacca gialloblu assieme al fratello, la saracinesca Giorgio, che l’anno scorso aveva appeso i guanti al chiodo dopo quasi 20 anni e oltre 400 partite con il Canove. Il mister era approdato al Canove con provenienza GLC dove era riuscito nel non facile compito di unire le due compagini del Gallio e del Lusiana Conco formando non solo un’unica squadra ma, cosa forse più importante, un unico gruppo. Poi la chiamata al Canove con un altrettanto difficile compito, quello dichiarato di portare la squadra dalla seconda categoria alla prima. E per lo più con una compagine particolarmente giovane. Compito riuscito anche se grazie ai ripescaggi. Quest’anno invece, dopo una partenza dal doppio volto, l’inesperienza della squadra, infortuni e forse un po’ di incapacità di reazione da parte dei ragazzi ha mantenuto il Canove nelle parti base della classifica. Ecco quindi la necessità della scossa, anche se la società si augura che Sandro possa rimanere all’interno della compagine e continuare ad assistere il gruppo. Al suo posto Massimo Vescovi, già difensore centrale con Asiago, Stoccareddo, Lusiana e Canove. A lui l’arduo compito di rilanciare la squadra e ridare fiducia allo spogliatoio. A lui, assieme ai ringraziamenti a Sandro Baù, il nostro Forza Canove. Gerardo Rigoni L’Immobiliare Stella Asiago conquista la finale provinciale La settimana appena trascorsa e’ stata molto impegnativa per la squadra asiaghese di calcio a 5, che e’ stata impegnata mercoledì scorso a Sarcedo, contro la compagine locale, nella finale provinciale di Coppa Veneto. Di fronte ad un nu- meroso e caloroso pubblico, l’Asiago e’ riuscito a vincere per 4 a 3, al termine di un incontro molto equilibrato nel quale i ragazzi di Rudy Bau’ hanno prevalso grazie alla migliore condizione fisica e al maggiore tasso tecnico. Alla fine dell’incontro grande soddisfazione per tutta la comitiva asiaghese, per aver conquistato il titolo provinciale che consentirà nel prossimo marzo, di proseguire la corsa verso le semifinali regionali, affrontando tra le mura amiche del Centro Sportivo Comunale – Palestra IPSIA la forte compagine trevigiana del San Fior Treviso. Neanche il tempo di smaltire la fatica dell’impegno in Coppa Veneto e l’Immobiliare Stella Asiago e’ scesa in campo, nuovamente in trasferta, questa volta ad Isola Vicentina, per disputare la terza giornata del Girone di Ritorno del Campionato Regionale di serie D. Anche questa volta ennesima vittoria della squadra asiaghese, che al termine di un incontro molto combattuto e dai contenuti agonistici molto elevati, e’ riuscita a vincere con il risultato finale di 11 a 7. Con questa importante vittoria l’Asiago consolida la terza posizione in classifica generale, staccata di una sola lunghezza dal Marano, secondo, ed a quattro punti dalla capoclassifica Malo. Il prossimo appuntamento casalingo e’ previsto per venerdì 17 febbraio 2012, fischio d’inizio alle ore 21, presso la palestra IPSIA di Asiago, nel quale l’Asiago ospiterà la coriacea formazione del Velo Calcio A 5. Vi aspettiamo numerosi a sostenere i nostri ragazzi. Alessandro Cunico Pattinaggio velocità Stefani e Tumolero ok in Coppa del Mondo junior Si sono difesi alla grande Andrea Stefani e Nicola Tumolero convocati dal tecnico azzurro Giorgio Baroni alla tappa italiana di Coppa del Mondo junior ospitata sulla velocissima pista di Collalbo. Complici la riconosciuta scorrevolezza dell’impianto altoatesino e la preparazione – doc, le due giovani “lame” della Sportivi Ghiaccio Roana rientrano soddisfatte in altopiano così come lo è il loro presidente Valerio Fabris. Quattro record personali battuti, su distanze dove contavano caratteristiche tecniche differenti, rappresentano un bilancio molto positivo al di là dei singoli piazzamenti ottenuti che pure la loro importanza la rivestono eccome. Andrea Stefani, 18° sui 1500, è nei primi venti al mondo sulla distanza, Nicola Tumolero, 26°, sta prendendo agevolmente quota. Andare a bersaglio contro il cronometro è sinonimo di crescita e di progressiva messa in pratica di quanto gli allenatori vanno insegnando, nello specifico Matteo Rigoni e Maurizio Carnino, oltre a quello che apprendono durante i raduni azzurri condotti appunto da Giorgio Baroni. Quest’anno la “coppa” junior presentava una novità importante: la gara cosiddetta “mass-start” ovvero con partenza in linea su dodici giri ad eliminazione diretta. “Un vero peccato che Andrea Stefani sia caduto nella fase cruciale della corsa – commenta Valerio Fabris – altrimenti sarebbe stato in grado di dire la sua tanto più che Nicola Tumolero stava con- ducendo al meglio il gioco di squadra in favore della nostra “punta” Andrea Giovannini poi quarto al traguardo. Ciò nonostante c’è soddisfazione per quanto i nostri ragazzi sono riusciti a fare in un contesto di assoluto livello tecnico qual è appunto la “coppa” junior”. Non a caso ad imporsi è stato il norvegese Sverre Lunde Pedersen atleta già impegnato nella Essent Isu World Cup cioè nella massima rassegna mondiale. In sostanza il pattinaggio in pista lunga altopianese sta crescendo altri ragazzi interessanti. Il ritiro di Enrico Fabris pesa senz’altro però bisogna comunque guardare avanti ed il lavoro, di tecnici dirigenti e famiglie, alla fine, pagherà ancora una volta. R.A. Intensi weekend per atleti e allenatori della Sportivi Ghiaccio Roana Negli ultimi fine settimana, gli atleti della Sportivi Ghiaccio Roana si sono cimentati in due competizioni di grande importanza a livello internazionale. A Collalbo è andata in scena il “30°FINSTRAL International Trophy°. 115 atleti, il meglio di 9 Paesi d’Europa si sono affrontati in tre giorni di gare sui 500-10001500-3000 metri. sono stati abbassati 124 primati personali e 4 Primati Nazionali. i nostri atleti han fatto del proprio meglio ma non si sono meritati molta fortuna. Andrea stefani ha chiouso al 9° posto mentre Nicola Tumolero ha subito una squalifica durante i 1000 metri mentre si trovava all’ 8° posto dopo 2 distanze. 15° posto finale per Cristian Rossi in forza al CPPinè. Contemporaneamente a Pontebba andava in scena la 3^ Prova dell’”ALPE ADRIA TROPHY” sulla specialità dello Short Track. Anche questa competizione internazionale ha voisto la partecipazione dei nostri atleti. Alessia Tumolero, Marco Zovi e MatteoAmbrosini sono scesi in pista, consapevoli di poter far bene, nonostante l’alta qualità degli atleti presenti in rappresentanza di 5 Nazioni. In effetti così è stato. Alessia è salita sul secondo gradino del podio nella categoria Jun C e marco Zovi si è qualificato al 4° posto. Matteo Ambrosini dopo aver brillantemente superato tutte le qualificazioni ed essere stato terzo, nel corso della Superfinale è caduto perdendo la possibilità di salire sul podio. E’ giunto quarto. 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 24 SCACCHI Piazzamenti e qualificazioni per gli scacchisti altopianesi in attesa dei Campionati ProvincialiAssoluti Under 16 Vicenza Ottantatre i partecipanti al Torneo Riscacco svoltosi a Vicenza il 21 gennaio 2012 e valevole per il 3^ Trofeo Magnascacchi organizzato dal Circolo Vicentino Palladio. Ben 67 i bambini distribuiti nelle varie categorie giovanili: Torneo B (classi 2006, 2005 e 2004) e Torneo A (classi 2003, 2002 e 2001) e dove il nostro Circolo non aveva rappresentanti. Al Torneo Open, invece, hanno preso parte 16 scacchisti (con tre 1N ed una 2N). A questo torneo eravamo presenti con 3 giovani rappresentanti: Thomas Porro, Andrea Ronzani e Federico Scarsella. Discreti i risultati ottenuti dai nostri giovani con dei buoni piazzamenti finali. Nello specifico 5^ assoluto con 3 punti su 5 si è classificato T. Porro appena davanti al compagno F. Scarsella che con lo stesso punteggio ma con un Bucholtz peggiore, ha chiuso il Torneo al 6^ posto assoluto. Al 10^ posto A. Ronzani che ha chiuso il torneo con 2 punti su 5 dopo aver perso, all’ultimo turno, lo scontro fratricida con il compagno Federico. Ha vinto il torneo il 1N (Prima Nazionale) Enrico Testa con 4,5 punti su 5; al 2^ posto assoluto il 2N (Seconda Nazionale) Jacopo Gennari (3,5 punti su 5) ed al 3^ posto assoluto il 1N (Prima Nazionale) Giorgio Pieropan (3,5 punti su 5 ma Bucholtz peggiore). In sintesi un buon allenamento per i nostri giovani in vista degli altri impegni in programma. Lusiana Archiviato l’8° Torneo di scacchi città di Lusiana svoltosi domenica 22 gennaio 2012 ed organizzato dal nostro Circolo in collaborazione con il locale Comitato Genitori Scuole oltre che con il patrocinio del Comune di Lusiana. Molta la curiosità degli addetti ai lavori visto che si voleva testare l’efficacia delle due scuole scacchi avviate quest’anno dal Circolo ed in corso di svolgimento a Gallio ed a Lusiana. Anche per questo i 39 partecipanti al Torneo sono stati suddivisi secondo gli stessi criteri usati da altri Circoli più blasonati del nostro. In particolare 7 i partecipanti al Torneo B (classi 2005, 2004 e 2003); 15 i partecipanti al Torneo A (classi 2002, 2001 e 2000) e 17 i partecipanti al Torneo Open (con due 1N e due 2N). Dei 39 partecipanti ben 10 sono state ragazze e questo è il primo importante risultato. La qualità di gioco dimostrata poi, sia dai ragazzi sia dalle ragazze (due a podio), è nettamente cresciuta e ciò ci spinge a ben sperare per il futuro. Al Torneo B tutti i partecipanti, alla loro prima esperienza del genere in assoluto, sono stati premiati con medaglia e coppa. Questa la classifica finale: 1^ classificato Leonardo Scarsella (classe 2005) con 4,5 punti su 5; al 2^ posto Efrem Cufai (classe 2004) anche lui con 4,5 punti su 5 ma con un Bucholtz peggiore; al 3^ posto Serena Villanova (classe 2003) che ha chiuso il Torneo con 3 punti su 5. Bravissimi anche Maria Soster, Nicola Villanova ed i fratelli Amina e Zakaria El Kaam. Al Torneo A netta prevalenza dei ragazzi di Gallio che strappano le prime 4 posizioni in classifica ribaltando a Lusiana – Torneo Open zo e secondo posto. Alessandro Tescari, con 4 punti su 6, ha chiuso il Torneo al 3^ posto assoluto mentre Andrea Basso, con 5 punti su 6, ha chiuso il Torneo al 2^ posto assoluto. Ha vinto il Torneo Davide Da Dalto con 5 punti su 6 ma con un Bucholtz migliore del nostro Andrea. Grazie ai buoni risultati ottenuti al Torneo di Conegliano ed a quelli di Lusiana e di Padova, negli scorsi mesi di ottobre e novembre, tutti e quattro i giovani alfieri (aspettiamo la conferma ufficiale in settimana) dovrebbero essere stati promossi “Gabbiani”. Fosse vero significherebbe che abbiamo ben 10 atleti complessivamente presenti nelle categorie giovanili venete (6 Gabbiani, 3 Sparvieri ed 1 Falco) di cui alcuni, come qualità di gioco, in odore di classificazione nazionale. Al Torneo A hanno partecipato 16 ragazzi ed il nostro Circolo era presente con 3 suoi rappresentanti: Giorgia Rigoni (alla sua prima esperienza di Torneo A), Andrea Ronzani e Lorenzo Scarsella. Per Giorgia un esordio difficile ma sappiamo che dalle grandi sconfitte si costruiscono le grandi vittorie e la Giorgia ha tutto per rifarsi alla grande nei prossimi Tornei. Discreto il Torneo di Andrea Ronzani che pur chiudendo con 2 punti su 5, ha ottenuto (siamo in attesa di conferma) la qualificazione ai Campionati Nazionali Assoluti Under 16 per la categoria Allievi. Nel caso avremmo già 3 atleti qualificati alle Nazionali Under 16 di Ragusa avendo ancora 4 mesi di attività agonistica a disposizione. Come sempre ottima la performance di Lorenzo Scarsella, che con 3 punti su 5, chiude il Torneo al 6^ posto assoluto e 1^ degli Sparvieri perdendo due turni, in bilico sino alla fine, solo con il 1^ ed il 2^ classificati del Torneo A: Enrico Ridolfo con 4,5 punti su 5 e Leonardo Beltrame con 4 punti su 5. Completa il podio Nicola Bellucco, anche lui con 4 punti su 5 ma con un Bucholtz peggiore. Ci conforta, per Lorenzo, la costanza di piazzamenti ottenuti fino ad oggi nei Tornei A della serie Gran Prix disputati in questa stagione che lo collocano di diritto, tra i più bravi giocatori di stessa categoria del Veneto. Presto, siamo sicuri, arriverà anche per lui l’agognata qualificazione ai Campionati Nazionali Assoluti Under 16. Ventitré gli scacchisti partecipanti al Torneo Open con ben 2 M (Maestri), 7 CM (Candidati Maestri), due 1N (Prime Nazionali), due 2N (Seconde Nazionali), quattro 3N (Terze Nazionali) oltre ai 6 NC (non Classificati) fra i quali troviamo i nostri 2 giovani Thomas Porro e Federico Scarsella. L’Open organizzato dagli amici di Conegliano prevedeva 8 turni con 15 minuti di riflessione per turno e per giocatore (praticamente un Semilampo puro). Nella fattispecie è stata la prima esperienza, fuori dal Circolo, per i nostri due atleti che hanno avuto vita dura contro avversari fortissimi e con poco tempo a disposizione per riflettere. Hanno comunque chiuso il Torneo in modo onorevole entrambi: Federico con 3 punti su 8 in 19^ posizione e Thomas , con 3,5 punti su 8 in 18^ posizione lasciandosi alle spalle un paio di 3N e battendone un paio negli incontri disputati. Ha vinto il Torneo Open di Conegliano il Maestro italo-argentino Josè Miguel Gemma con 7 punti su 8; al 2^ posto assoluto il Maestro italocinese Xia Jie con 6,5 punti su 8 ed al 3^ poto assoluto il Candidato Maestro Pierluigi Basso di Montebelluna. Per tutta la giornata agonistica i nostri atleti hanno potuto contare sulla presenza di Vinicio Rigoni che si è prestato nella veste di istruttore facendo un prezioso lavoro di analisi delle partite con i ragazzi tra un turno ed il successivo. Un grazie a lui, agli altri soci Luciano, Livio e Marco che spesso allenano i ragazzi o giocando o analizzando con loro le partite. Un grazie, infine, ai due istruttori delle due scuole Scacchi Giovanni Munaretto per Gallio ed Aldo Danese per Lusiana. Giacomo Scarsella La compagine del CSA7C in trasferta a Conegliano loro favore l’egemonia dimostrata sino ad oggi dai loro coetanei di Lusiana. Vince il Torneo Andrea Basso con 4 punti su 5; al 2^ posto assoluto con 4 punti su 5 (Bucholtz peggiore) Gaia Baù; al 3^ posto assoluto Mohammed Rabih con 3,5 punti su 5. Quarta assoluta (con 3,5 punti su 5) e 1^ classificata femminile Alessia Broglio. Al 5^, 6^ e 7^ posto assoluti (tutti con 3 punti su 5) rispettivamente Federico Marollla, Alessandro Tescari e Giorgia Rigoni. Buono il livello di gioco visto sulle scacchiere tant’è che la metà dei partecipanti al Torneo, è pronta per cimentarsi in manifestazioni a caratura Provinciale e/o Regionale. Al Torneo Open un bell’exploit di due giovani ha caratterizzato il torneo e monopolizzato la classifica finale. Primo assoluto il 2N (Seconda Nazionale) Daniele Zerilli di Cesuna che ha stravinto il torneo con un perentorio 5 punti su 5. Al 2^ posto assoluto Federico Scarsella di Lusiana con 4 punti su 5. I vincitori sarebbero stati anche rispettivamente 1^ e 2^ nella speciale classifica Under 20. Al 3^ posto assoluto con 3,5 punti su 5 l’asiaghese e 1N (Prima Nazionale) Marco Baschirotto mentre al 4^ posto assoluto troviamo l’altro 1N (Prima Nazionale) Vinicio Rigoni di Gallio con 3,5 punti su 5. Al 5^ posto assoluto con 3 punti su 5 (un gradito rientro per il Circolo) Mario Zerilli di Cesuna; al 6^ posto assoluto e 1^ Under 14 Lorenzo Scarsella di Lusiana con 3 punti su 5. Al 7^ posto assoluto Krasniqi Mehemet con 3 punti su 5 di Lusiana ed all’8^ posto assoluto, sempre con 3 punti su 5, l’altro lusianese Luciano Villanova. Conegliano Domenica 29 gennaio 2012 si è svolta, a Conegliano (TV), la dodicesima tappa del Gran Prix del Veneto 2011-2012 con Tornei A e B per Under 16 e Torneo Open aperto a tutti. La partecipazione è stata discreta con 50 scacchisti partecipanti ed il nostro Circolo ha battuto ogni record di presenza con ben 9 atleti presenti nei tre tornei. Undici gli scacchisti partecipanti al Torneo B pomeridiano riservato ai ragazzi alle prime armi con 4 nostri rappresentanti: Andrea Basso e Gaia Baù di Gallio, Federico Marolla ed Alessandro Tescari di Lusiana. Ottimo il comportamento dei nostri piccoli alfieri che hanno fatto incetta di coppe. In particolare Federico Marolla, con 3 punti su 6, ha chiuso al 7^ posto assoluto e 2^ nella categoria “Rondini” mentre Gaia Baù, con 3,5 punti su 6, ha chiuso al 5^ posto assoluto e 1^ nella categoria “Rondini”. Ancora meglio hanno saputo fare i loro compagni che sono saliti sui due gradini più bassi del podio classificandosi al ter- 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 25 VOLLEYASIAGO ALTOPIANO SPORT VITTORIA AL TIE BREAK CONTRO IL POYBREX, NIENTE SORPASSO Vincono anche le Under 18 e il MiniVolley al primo torneo stagionale Non riesce il sorpasso sul Poybrex al Volley Asiago Altopiano nello scontro diretto di Sabato scorso all’IPSIA valevole per la settima giornata di campionato di 3a DIV FIPAV. Pur aggiudicandosi la contesa (3 a 2 con parziali di 25:19, 23:25, 22:25, 25:13 e 15:13), i due punti conquistati al tie break non bastano a scavalcare in classifica il Poybrex che a sua volta torna a casa da Asiago con un punticino in saccoccia che gli consente di mantenere la terza piazza, a quota 12pt, davanti alla squadra dell’Altopiano a quota 11pt (in condivisione con il St. Croce). La simultanea sconfitta della capolista Angarano battuta con un secco 3 a 0 dalla seconda in classifica del Nove, mantiene tuttavia le ragazze dell’Altopiano a soli tre punti dal vertice, occupato proprio dall’Angarano con 14pt, e a due lunghezze dal Nove. Dunque ancora giochi apertissimi per quel che riguarda la rincorsa ai play off per la squadra di punta del Volley Asiago che, malgrado le difficoltà di questo avvio di campionato riesce comunque a non perdere troppo terreno nei confronti delle squadre di testa. Buona anche la prova della squadra cadetta del Volley Asiago Altopiano: le Under 18 battono la seconda in classifica del Nove davanti al proprio pubblico (3 a 1 con parziali di 16:25, 25:16, 25:22 e 25:22) e superano così in classifica le pari età del Grumolo, portandosi al terz’ultimo posto. Muovendo verso la zona del settore giovanile, week end decisamente amaro per le Under 14 e le Under 13. Le prime vengono fermate in casa dal Santorso (1 a 3 con parziali di 27:29, 19:25, 25:13 e 20:25) nel campionato di Federazione, mentre le seconde subiscono lo stesso punteggio (3 a 1, parziali di 25:18, 22:25, 25:19 e 25:15) dal Perlena a San Giorgio. Under 14 quindi che vede allungarsi il distacco dalla capolista del Cogollo (sono ben 9 ormai i punti di ritardo: 29pt il Cogollo contro i 20pt dell’Asiago), dal Fulgor Thiene (23pt), e che deve iniziare a guardarsi alle spalle dagli attacchi proprio del Santorso che segue a quota 18pt. Più pesante da digerire la sconfitta dell’Under 13 in quanto la vittoria del Perlena costa anche il sorpasso in classifica. La giovane compagine dell’Altopiano, di cui apriamo un’ampia parentesi nella sezione dedicata alle categorie del Volley Asiago, naviga ora nella zona centrale della classifica a 14pt staccata di 8 lunghezze dall’Argine Volley a quota 22pt. Chiudiamo infine con la bella prova di tutto il settore Mini Volley e Baby Volley che a Valdagno ha sbaragliato gli avversari nel primo torneo stagionale AICS. Le due giovanissime squadre del Volley Asiago, i Delfini e gli Scoiattoli, hanno ottenuto rispettivamente il primo e il quinto posto assoluti su sedici squadre partecipanti al torneo e provenienti da tutto il Vicentino. E sempre il primo posto lo hanno ottenuto anche i piccoli del Baby Volley nel mini torneo a otto squadre tenutosi nella stessa giornata di Domenica scorsa 29 Gennaio a Valdagno. Come dire... se il buongiorno si vede dal mattino! GIACOMO MOSELE SALVAILCESUNA in altrettanti incontri danno serenità all’ambiente anche se la cronaca delle stesse è più sofferta di quanto non dicano i punti ottenuti. Nella trasferta di Cartigliano di venerdì 27 gennaio l’infortunio occorso a capitan De Guio ha rotto l’equilibrio della squadra che è comunque riuscita a raddrizzare la partita a proprio favore ottenendo tutti i punti in palio. 1 a 3 il risultato finale, parziali di 25-16, 20-25, 23-25 e 17-25. Con più tempo a disposizione il coach Fabio Munari rimescola le carte nella seconda di ritorno in programma per martedì 31 gennaio al Palazzetto di Roana spostando Mirco Rigoni da centro a laterale. Che sarebbe stata una partita difficile era previsto ma le due ore e un quarto di schermaglie contro il Rosà erano proprio inimmaginabili. Al termine del quinto set la vittoria arride comunque al Cesuna che si accaparra 2 dei tre punti in palio. 3 a 2 il risultato finale, parziali di 25-14, 22-25, 25-15, 24-26 e 15-13, che porta i giallo blu a consolidare il vertice del girone B a quota 18 punti in attesa che anche le altre contendenti completino il proprio turno infrasettimanale. Appuntamento d’obbligo per la terza giornata di campionato in programma martedì 7 febbraio alle 21,00 sempre al Palazzetto dello Sport di Roana . IL PUNTO SULL’UNDER 13 Continuiamo la serie di interviste dedicata alle squadre del Volley Asiago Altopiano delle diverse categorie, andando a zoommare questa volta sull’Under 13 (foto), squadra che gioca nel campionato AICS, e di cui è detentrice del titolo. Lo facciamo con una intervista a 360 gradi a Mister Loris Lovato, neo laureatosi Allievo Allenatore Federale e che quest’anno ha preso in mano proprio le giovani atlete del Volley Asiago Altopiano. Loris, parliamo un po’ di questa Under 13? Volentieri... L’U13 del Volley Asiago Altopiano della stagione in corso è stata creata, se così possiamo dire, da una costola di quella vincitrice l’anno scorso del campionato AICS di categoria, edè composta da 12 atlete e 1 atleta maschio; sette di loro, Matilde, Angelica, Silvia, Maria, Beatrice, Anastasja e l’unico maschio, Federico, sono stati la base di partenza a cui inserire tre giocatrici di nuovo tesseramento con il Volley Asiago, ovvero Camilla , Maela e Cosmina. Altre tre giocatrici infine sono transitate dal settore mini volley : Valeria, Serena e Yasmine. Come sta andando quest’anno? Devo dire che fino ad ora il cammino e la crescita della squadra sono stati più che soddisfacenti, occupiamo stabilmente la zona alta della classifica (secondo-terzo-quarto posto). Finora abbiamo subito due sole sconfitte, una alla I^ giornata di campionato e la seconda Domenica scorsa contro il Perlena. Le ragazze si sono ben amalgamate in un gruppetto compatto che con impegno, continuità ed entusiasmo, affronta gli allenamenti infrasettimanali nelle giornate di martedì e venerdì. Le assenze sono pressoché nulle e ci permettono di lavorare al meglio sia individualmente curando il movimento singolo dell’atleta, che globale con esercizi che simulano la partita e coinvolgono tutte le giocatrici. Discorso totalmente diverso in partita, dove spesso abbiamo accusato cali di concentrazione ed insicurezza nei fondamentali, che hanno portato la squadra a giocarsi per ben 3 partite su 6 la vitto- Il culmine della stagione invernale, anche se quest’anno non si può definire tale, coincide con il punto di svolta dei campionati federali di pallavolo e, conseguentemente, con l’occasione di stilare un primo bilancio della stagione. Un bilancio positivo che va oltre le aspettative e gli obiettivi programmati nella fase di preparazione ai campionati. La prima buona notizia arriva dal campionato U16 femminile che ha concluso la prima fase lo scorso weekend; un campionato suddiviso in 9 gironi al cui termine sono state definite le 18 squadre che proseguiranno la corsa per l’assegnazione del titolo provinciale. A formare l’elenco delle formazioni in competizione per il passaggio alle semifinali di categoria anche l’equipe nostrana allenata da Beatrice Pesavento e coadiuvata da Simone Dalle Ave. La formula di questa seconda fase prevede, per questa domenica 5 febbraio, il raggruppamento in sei concentramenti composti di tre squadre che si sfideranno l’un l’altra senza avere altre chanches di recupero (il Cesuna se la vedrà con Pallavolo Arzignano e U.s. Torri); le vincenti accederanno al turno successivo che si disputerà domenica 12 febbraio. Il meritato pass d’ingresso è arri- vato nella partita conclusiva del girone D, quella giocata sabato scorso a Malo in un match nel quale il Cesuna ha dovuto appoggiarsi alla forma migliore delle attaccanti Giorgia Martello e Debora Sartori per spuntarla contro le agguerrite avversarie. Il 3 a 0 finale a favore delle altopianesi ha permesso di staccare definitivamente l’altra pretendente al passaggio del turno: il San Vito Volley. L’altra inaspettata affermazione è quella ottenuta dalla formazione dell’U13 maschile allenata da Michela Silvagni e Fabio Carli: il passaggio del turno fra i pretendenti al titolo provinciale di categoria. Inaspettata, a dire il vero, solo in parte, in quanto già dall’avvio del campionato (il primo in assoluto per questa squadra) il gruppo ha dimostrato di essere talmente unito e tenace da dominare il proprio girone; solo nella seconda parte del torneo l’insidiosa formazione del Bassano Volley è stata capace di vincere lo scontro diretto e di accaparrarsi così anche della testa della classifica. Nella seconda fase del torneo fra ria al tie-break. L’anno scorso l’U13 vinse il campionato e si laureo’ campione provinciale 2011 AICS. Pronostici per quest’anno? Prima di tutto, il lavoro che cercheremo di portare avanti io e Roberto Rigoni, che con me collabora per la preparazione e gestione della squadra , sarà quello di consolidare e fissare per bene quanto appreso finora, e proseguire l’aspetto tecnico e tattico del gioco. Cerchiamo di imparare a giocare a pallavolo, e poi se possibile, ottenere i risulati. Il campionato U13 di quest’anno, da quanto ho potuto vedere è molto competitivo, ci sono 4/5 squadre attrezzate per vincerlo e una di queste è sicuramente il Volley Asiago Altopiano che cercherà di fare come sempre la sua parte. Sarà importantissimo non sottovalutare nessuno e rispettare tutti cercando di giocare come sappiamo, e soprattutto come giochiamo in allenamento senza il pensiero fisso del risultato finale. ultimo volevo ringraziare, se mi è consentito, il dirigente Roberto Galante e tutte quelle persone (genitori e non ) che seguono sempre con interesse e partecipazione l’evolvere delle attività, mettendosi a disposizione per tutte quelle esigenze necessarie alla gestione della squadra ed alla crescita societaria. le 6 teste di serie dei due raggruppamenti verrà effettuato un girone all’italiana che culminerà nelle finali di categoria programmate per il 25 marzo al Palazzetto di Roana. Un successo frutto anche di meritevoli capacità individuali di alcuni atleti; fra questi Gabriele Lambrini a cui è stata rinnovata la convocazione per la rappresentativa U14 dopo l’ottima prestazione fornita durante lo svolgimento del torneo delle Zone: la sfida fra le maggiori scuo- le pallavolistiche della provincia. Tecnica, unità e tenacia sono le doti che accomunano il gruppo di questi giovani atleti, fra questi merita tutto l’apprezzamento del Cesuna Giacomo Mosele, il più piccolo ma non meno grintoso atleta dell’U13, che quando viene inserito in formazione ce la mette tutta per non sfigurare. Domenica nell’ultima partita del girone, assenti alcuni titolari, erano della partita sia Giacomo Mosele che Andrea Stefani, ex componente del gruppo reclutato per l’occasione; la vittoria ottenuta contro la Fulgor la dice tutta sul loro impegno, non c’è dubbio: hanno salvato il Cesuna, complimenti! Per passare alle formazioni di vertice quella femminile, La Bussola Volley Cesuna, ha appena concluso il girone di andata di Seconda Divisione, un finale dove cercava negli scontri diretti, quei punti per rendere meno problematica la seconda parte del torneo. Due partite che purtroppo si sono concluse al tiebreak con l’esito limare i punti a disposizione per allungare il distacco dalla nona posizione, il limite della zona retrocessioni. Ciò nonostante non c’è motivo di sperare in un miglioramento che deve passare necessariamente da una maggior resa dei palleggiatori che, dato il ruolo delicato possono essere artefici di affermazioni ambite ma anche di sconfitte inaspettate. Il fattore campo non è stato di sostegno in quest’ultimo scorcio di campionato, infatti nella trasferta di Vicenza contro l’Altair la squadra altopianese si è imposta al termine di un quinto set a senso unico (6-15 il parziale), mentre nella partita casalinga in programma il 28 gennaio, le ospiti della Pallavolo Cassola hanno avuto la meglio (11-15 il finale). Con i tre punti totali guadagnati il Cesuna resta solo all’ottavo posto a quota 11 punti, insidiato dal Trissino a nove punti, divario che tenterà di colmare nella seconda parte del campionato. Sul fronte maschile, il Caseificio Pennar ha ricominciato il girone di ritorno nel campionato di Seconda Divisione partendo dalla prima posizione in classifica ottenuta nell’andata. Due vittorie 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 26 Hockey Inline Da sabato 4 gennaio a venerdì 17 febbraio a cura di Giovanni Dalle Fusine Il 4 febbraio è il 35° giorno del calendario Gregoriano, mancano 331 giorni alla fine del 2012 Sabato 4 S. Gilberto Domenica 5 S. Agata Lunedì 6 S. Paolo Miki Martedì 7 S. Teodoro Mercoledì 8 S. Girolamo Giovedì 9 S. Apollonia Ven.10 SS.Arnaldo e Scolastica Sabato 11 S. Dante Domenica 12 S. Eulalia Lunedì 13 S. Maura Martedì 14 S. Valentino Martire Mercoledì 15 S. Faustino Giovedì 16 S. Giuliana Verg. Venerdì 17 S. Donato San Girolamo, 8 febbraio: nato a Venezia nel 1486 – morto a Somasca di Vercurago, Lecco, nel 1537. Fondatore della Società dei Servi dei poveri (Somaschi), Girolamo Emiliani si dedicò a malati, giovani abbandonati e al riscatto delle prostitute. Dalla nativa Venezia intraprese la carriera militare. Nel 1511, in prigionia, maturò la vocazione, similmente a sant’Ignazio ferito a Pamplona. Consacratosi a Dio nel 1518, si prodigò in una carestia e in un’epidemia di peste a Verona, Brescia, Como e Bergamo. Qui, nel paesino di Somasca, nacque l’ordine di chierici regolari. Essi intuirono il ruolo di promozione sociale delle scuole e ne aprirono di gratuite con un metodo pedagogico innovativo. Il fondatore morì di peste nel 1537, mentre assisteva dei malati. Santo dal 1767, dal 1928 è patrono della gioventù abbandonata. Patronato: Orfani, Gioventù abbandonata. Etimologia: Girolamo = di nome sacro, dal greco. Febbraio e dintorni. Nonostante le nevicate cadute in questo periodo e in abbondante ritardo sulle aspettative di molti, qualcuno dice, calendario alla mano, che pian piano si sta consumando l’inverno e ci avviamo verso la primavera. In antico, come ben ricorderanno i nonni, nelle parlate trevigiane la primavera era la vèrta, quella che i Furlani chiamano la viarte. Vèrta e viarie stanno per “apertura”, apertura della buona stagione dopo i rigori dell’inverno. Già nel mese di gennaio se ne preannunciava e se ne desiderava l’arrivo. Così i proverbi, che sono il distillato della sapienza popolare: - San Bas-ciàn co’ ‘la viòla in man (S. Sebastiano, 20 gennaio); - Da Santa Agnése èl frét fruzha pa’e zhiése, ma se ‘e zhiése no’ ‘le è fate él va su pa’e culate (A Sant’Agnese, 21 genn., il freddo razzola per le siepi, ma se le siepi non sono fatte va su per le coscie). - Da San Pòl èl iazh èl se ronpe èl òs del còl (Alla conversione di San Paolo, 25 genn., il ghiaccio si rompe l’osso del collo). E infatti: - San Paolo ciaro e zheriola scura, del inverno no se à pì paura (zherio’la, candelora, 2 febbraio). Ma febbraio è traditore: Febraro febrarùt, pèdo de tut (pèdo: peggio) e Febraro febrarùt, el sè ben curto ma l’è ben bruto. O come ammonisce un detto raccolto nell’Asolano: - Se no’piove in febraro, no’ va ben né ‘a tèda né èl granaro (tèda: fienile). Il 14 febbraio è S. Valentino. Ora quella di S. Valentino è riconosciuta da tutti come la festa dei fidanzati, ma ben altre erano le preoccupazioni nei tempi andati, tempi di miseria e di fame. Infatti dice il proverbio: - San Valentin, mèdo pan e mèdo vìn, mèdo fén pai bucìn (variante asolana: boìn, dim. di bue; mèdo: mezzo; bucin: vitellino). Eppure che a volte l’inverno si presentasse tragico lo si può intuire dalla seguente espressione: Cavàl no’ stà a morìr che l’èrba gà da vegnìr! Ma l’indigenza comune a tante famiglie era attenuata da varie forme di cristiana solidarietà, come quella del “mas-cetto” de Santantònio, il porcello di Sant’Antonio, tradizione ormai decaduta, ma ancora viva nella memoria di molti anziani. Il santo non è Sant’Antonio da Padova, ma Sant’Antonio abate, l’anacoreta egiziano vissuto dal 251 ca. al 257 (ultracentenario!), festeggiato il 17 gennaio e raffigurato con accanto il maiale e altri animali domestici, di cui era considerato il patrono. Dalle ore 8.45 di sabato 4 alle ore 8.45 di sabato 11 febbraio ROANA: Farmacia di Roana sas della dr.ssa Silvia Passuello – Piazza S. Giustina, 23 FOZA: Farmacia della dr.ssa Gilda Scaffidi Militone – Via Roma, 7 Dalle ore 8.45 di sabato 11 alle ore 8.45 di sabato 18 febbraio: GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dott. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari, 34 ROTZO: Farmacia della dr.ssa Anna Bottura – Via Roma, 9/a Condivideva l’incarico con San Bovo, un santo provenzale vissuto nel 10° secolo. In ogni stalla non mancava mai la stampa che raffigurava l’uno o l’altro. . Aforisma del mese: “L’esperienza non è ciò che accade a un uomo. È quello che un uomo fa con ciò che gli accade” (Aldous Leonard Huxley) Frasi che lasciano il segno.”L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità”. (John Fitzgerald Kennedy) Accadde tanti anni fa: 15 febbraio 1944. San Benedetto da Norcia costruì il suo monastero, dedicato a San Martino, a Montecassino nell’anno 529 e predisse che l’abbazia sarebbe stata distrutta e ricostruita 4 volte. Prima i Barbari nel 577, poi i Saraceni nell’883 ed infine un terremoto nel 1349. La quarta volta furono sganciate 800 tonnellate di bombe da 250 bombardieri alleati durante 8 missioni iniziate il 15 febbraio alle ore 9:30. La seconda guerra mondiale era agli epiloghi. Gli alleati, nel settembre 1943, erano sbarcati in Sicilia ed arrivarono fino a Napoli senza grossi problemi. Da lì a Roma solo 200 Km, ma anziché un paio di settimane ci vollero 8 mesi per liberare Roma e quindi l’Italia intera poiché la resistenza tedesca si dimostrò molto dura, prima sulla linea Reinhard e poi sulla linea Gustav (che comprendeva anche la zona di Anzio e Cassino). Dopo lo sbarco ad Anzio del 22 gennaio 1944, deciso dagli alleati per agevolare l’avanzata e quindi lo sfondamento della linea Gustav, dato che le cose si mettevano sempre peggio, si decise di radere al suolo l’Abazia perché qualcuno pensò che la testa della resistenza tedesca si nascondesse tra le sacre mura. Non fu così, dopo tre giorni di bombardamenti a tappeto, tra le rovine del Monastero non un solo soldato nemico. “Come prima, dove era prima” così venne ricostruito per la quarta volta il monastero (dal 1948 al 1964). Nel dopoguerra venne conferita al comune di Cassino (città martire) la medaglia d’oro al valore militare. Nel 1964 San Benedetto da Norcia venne nominato patrono d’Europa da papa Paolo VI. A Carnevale frittole e crostoli. Come per ogni festa che si rispetti, anche nel Carnevale veneto non possono mancare dolci tipici e golosità della tradizione come le frittelle. A Venezia la “fritola” era considerata quasi un dolce nazionale ai tempi della Serenissima. A produrre le fritole erano i “fritoleri”, al tempo stesso produttori e venditori di frittelle. Nella città lagunare in occasione dei festeggiamenti del Carnevale si possono trovare ovunque, nelle pasticcerie e nei panifici cittadini, i dolci tipici di questa festa, ma lo stesso vale per molti centri, dall’Altopiano di Asiago ai confini con l’Emilia Romagna: le frittelle, simbolo stesso del Carnevale, sono specialità culinarie deliziose e semplici da realizzare, magari accompagnandole con un buon caffè bollente o una cioccolata calda per riscaldare le fredde sere di febbraio oppure con un fresco, frizzante prosecco, vino veneto ideale come aperitivo o con il dessert. Ricetta classica delle frittelle: Ingredienti per 4 persone: -12 g di lievito di birra -200 g di farina -40 g di uva passa -40 g di pinoli -40 g di cedrini canditi -ca. 350 g di olio di semi -40 g di zucchero semolato -16 g di zucchero a velo - ca. 0,5 cl di grappa o rum. Preparazione: Sciogliere in un recipiente concavo il lievito di birra con poca acqua tiepida e lo zucchero; aggiungere la grappa e incorporare la farina aggiungendo l’acqua occorrente. Poi lavorare bene la pasta fino a che non si formino bollicine di aria alla superficie, quindi coprirla con un tovagliolo e farla lievitare in un posto caldo. Quando la pasta sarà almeno raddoppiata, incorporare l’uvetta, i cedrini tritati e i pinoli, infine friggere in olio caldo e scolare le frittelle su carta assorbente, sistemarle su piatto di portata dando la forma di piramide, spolverarle con zucchero a velo e servirle ancora calde. Domenica 5 febbraio ASIAGO: TOTAL - Via Autieri d’Italia Domenica 12 febbraio ASIAGO: LORO – Via Rendola Raccolgo vestiti e scarpe usate, anche a domicilio. Per info: 329 4565411 ARIETE Se sentite il bisogno di affermare la vostra volontà, anche senza tener conto delle opinioni degli altri, vuol dire che Marte vi induce a esagerare. Siate invece attenti a non urtare la suscettibilità di chi vi preme per non dover poi chiedere scusa per i vostri eccessi. Nell’amore potete, al contrario, aumentare la sincerità senza però cadere nella polemica. TORO Potete agire con sicurezza, basandovi sul vostro buongusto e sull’attenzione che sapete mettere nel giudicare quello che succede. Nell’amore potete vivere una dimensione più sicura, confidando non soltanto nell’affetto ma anche nella stima per il partner, che può capirvi meglio di quanto non crediate. Nel lavoro siate aperti a nuove, interessanti proposte. GEMELLI Un rapporto al quale tenete potrà migliorare se saprete sostenere le vostre ragioni non soltanto a parole, ma basandovi su fatti concreti. Non sono escluse occasioni di svago e stuzzicanti possibilità di evasioni dalle abitudini da cogliere al volo (ben sapendo che non durano). Negli acquisti di stagione potrete trovare qualche vera occasione. CANCRO Se avete saputo rinunciare a quello che è ormai superato, guardate al prossimo avvenire con fiducia, soprattutto se sapere di poter contare su qualcuno che vi dà una mano. Nell’amore potrete permettervi adesso una maggiore elasticità , a condizione però che ne valga davvero la pena. Il lavoro e gli acquisti sono in fase di espansione. LEONE Tenendo nel giusto conto una indicazione del destino, potrete agire con successo prendendo in mano una situazione nella quale c’è bisogno di ordine e maggiore chiarezza. Se si tratta di amore o di rapporti familiari, non esitate a porre le vostre condizioni, facendo sentire la vostra autorevolezza. Nel lavoro non fatevi sfuggire nessun particolare. VERGINE Sapete di potervi permettere qualche lusso insolito, come quello di prendere una iniziativa coraggiosa, capace di farvi uscire allo scoperto. Nell’amore se volete una maggiore chiarezza da parte del partner, potete riconoscere i vostri torti: sarete sorpresi del successo. Negli acquisti d’occasione che tanto vi piacciono potrete trovare un piccolo affare. BILANCIA Se siete in fase di discussione, anche se vi siete lasciati andare e vi è sfuggita qualche parola in più, non vi mancano gli argomenti per persuadere chi vi sta a cuore a seguirvi, sia nell’amore che nelle questioni di lavoro. Lasciate trascorrere qualche giorno prima di riprendere un discorso lasciato a metà, e assentatevi dal rapporto senza troppe spiegazioni. SCORPIONE Se siete alla ricerca di novità, basta cercarle nella direzione giusta, che non è quella delle vie traverse, specie nell’amore, se sentite che il rapporto è in crisi. Nel dubbio, però, evitate di peggiorare l’atmosfera lasciandovi trascinare in discussioni. Rinviate ogni iniziativa e non fatevi vedere per qualche giorno, in attesa della necessaria chiarezza. SAGITTARIO Il vostro ottimismo e la vostra capacità di fare nuove amicizie sono l’asso nella manica per uscire da una situazione non difficile, ma di relativa noia, che nel vostro caso ostacola una serena valutazione della realtà. Nell’amore, se volete qualche novità, vi basta aprirvi a nuovi interessi culturali, cercando ambienti dove soddisfare la vostra curiosità. CAPRICORNO Se sentite il bisogno di maggiore chiarezza, siete nel giusto e potete quindi agire con successo. Se l’amore vi dà qualche pensiero, potete prendere l’iniziativa di abbandonare un’abitudine ormai superata, dando così al partner l’occasione di adeguarsi senza inutili discussioni. Se si tratta di lavoro o di questioni legali, non vi mancano gli argomenti: fatevi valere! ACQUARIO Senza impegnarvi troppo in confronti che non hanno prospettive, potete agire con maggiore libertà, evitando spiegazioni, soprattutto se non richieste, e prendendovi le soddisfazioni che vi spettano. Nell’amore sarete sorpresi dal successo della vostra sincerità. Lo stesso nel lavoro, se vi sono elementi di scarsa chiarezza, che potrete risolvere con un sorriso. PESCI Nell’attesa di novità importanti, la pazienza è la sola carta vincente, anche se vi costa la rinuncia alle confidenze con persone che vi tentano, ma che non conoscete abbastanza. Nell’amore, se volete, vi sono ampie possibilità di cambiamenti. Se invece non desiderate modificare l’attuale equilibrio, agite con la massima circospezione, anche nelle finanze. Citazioni Francescane a cura della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Roana "Se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli" (Mt 16,3) 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano Un grazie agli esperti transumanti 27 Assicurazioni Generali Asiago ricerca giovane età 22/30 anni da avviare alla professione di consulente assicurativo per Asiago e l'Altopiano. Per colloquio telefonare al mattino allo 0424/462610 Le festività natalizie sono passate e per Thomas, Loris, Giacomo e Denis è arrivata l’ ora di demolire il presepio con la rispettiva “costruzione abusiva”. Volevamo ringraziare in particolar modo: L’Azienda Agricola Gianesini per la pecore. L’ Azienda Agricola Damari per il trasporto del materiale e del fieno offerto. La ferramenta Magnabosco Enzo per la sua grande generosità. La ProLoco di Cesuna, i nostri parroci Don Gianni e Don Stefano e tutti coloro che hanno contribuito con una piccola offerta che ci ha permesso di donare alla nostra Chiesa 500 euro. Per noi è stata una grande soddisfazione e stimolo a pensare fin da adesso ad un progetto più esteso per l’ anno prossimo sperando di poterlo realizzare senza brutte sorprese.. Un sincero ringraziamento agli esperti transumanti che anche quest’anno hanno partecipato con entusiasmo alla marcia di rientro lo scorso 2 ottobre. Ringraziamo Simpy per aver portato con orgoglio l’alberello e un grazie particolare anche a Paola, Tilde e Pasqualina per l’ottimo pranzo preparato all’arrivo!! Arrivederci alla prossima! Lo staff Il 13/01/2012 hanno festeggiato i 50 anni di matrimonio Rossi Danilo e Luigina. Tanti auguri dai figli Fabiano, Roberto, Massimiliano, Claudio, dalle nuore, dai nipoti e parenti tutti Attorniati da figli, generi, nuore, nipoti e pronipoti, il 18 gennaio 2011 hanno festeggiato 50 anni di vita assieme, Rita Rigoni e Antonio Antonini. Tutta la tribù si complimenta con loro per questo splendido traguardo e augura loro un mondo di bene Per i 50 anni di vita insieme di Adriana e Flavio Panozzo, tanti auguri dai figli Alice, Cesare, Damiano e Fabiola uniti ai familiari Foto di gruppo per quattro generazioni della famiglia Martini di Foza: Matteo, l’ultimo nato è figlio di Andrea ed è in braccio a nonno Giovanni. Con loro c’è il bisnonno Emilio, orgoglioso della sua bella famiglia. Alcuni degli ultras dell’Asiago Hockey hanno presentato lo striscione dedicato a Lilly Tessari all’Odegar, in occasione del 1° memorial Guido Tessari Giamolo 8 Sabato 4 febbraio 2012 l’Altopiano 28