ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE TRAPIANTATO RENALE DA DONATORE VIVENTE. GRUPPO DI LAVORO: ANGELA DI MARI ENRICA SABATTINI GIANNA SOLDANI RELATORE: ANGELA DI MARI IL TRAPIANTO TRA PERSONE VIVENTI E’ REGOLATO: LEGGE 26 GIUGNO 1967 , N. 458 LEGGE 16 DICEMBRE 1999, N. 438 LEGGE 16 APRILE 2010 , N. 116 IL TRAPIANTO DEL RENE TRA PERSONE VIVENTI E’ REGOLATO: ART. 1 LEGGE 26 GIUGNO 1967 n. 458 è ammesso disporre a titolo gratuito del rene al fine del trapianto tra persone viventi. e’ consentito: -Genitori; - Figli; - Fratelli germani o non germani maggiorenni. Solo se il paziente NON abbia i CONSANGUINEI o NESSUNO DI ESSI SIA IDONEO O DISPONIBILE, la donazione può essere consentita anche per altri parenti o per donatori estranei. IL TRAPIANTO DEL RENE TRA PERSONE VIVENTI E’ REGOLATO: Art. 2 Il donatore deve essere: Maggiorenne; Capace di intendere e volere; Conoscere i limiti della terapia del trapianto del rene tra viventi; Consapevole delle conseguenze personali che comporta la donazione. IL TRAPIANTO DA DONATORE VIVENTE CONSENTE Di: - Trapiantare un numero maggiore di persone. - Ridurre i tempi di attesa in lista trapianto - L’anamnesi certa del donatore. - Diminuire il rischio di neoplasie. - Ridurre i tempi di ischemia dell’organo prelevato. - Garantire una precoce ripresa della funzione renale postintervento. - Garantire una migliore sopravvivenza della funzione renale nel tempo. Il ricevente da donatore vivente, comunque, deve essere inserito in lista trapianto da donatore cadavere. Il CENTRO TRAPIANTI RENE DELL’AOU – CAREGGI DI FIRENZE, HA INIZIATO L’ATTIVITA’ DI TRAPIANTO DA DONATORE VIVENTE NEL 2002. IL CASO CLINICO CHE PRESENTIAMO E’ IL PRIMO TRAPIANTO DA VIVENTE EFFETTUATO NEL NOSTRO CENTRO CASO CLINICO -X. K., bambina albanese di 11 anni affetta da GNMP di tipo II (Glomerulonefrite membrano-proliferativa progressiva) - E.O: Anasarca, difficolta’ respiratoria, Valori ematici di Crs, urea superiori alla norma. Date le condizioni cliniche critiche, non avendo possibilita’ di cura nel suo paese, arriva a Firenze nel Novembre 2001 accompagnata dalla madre di 41 anni, con un progetto di solidarieta’ della Regione Toscana, - X.K. inizia la dialisi peritoneale nel dicembre 2001. - Le condizioni cliniche migliorano considerevolmente X.K. viene sottoposta alle indagini necessarie per L’inserimento in lista trapianto da cadavere Nel dicembre 2002 X.K. si ricovera presso il centro trapianti di Firenze per essere sottoposta a trapianto renale da vivente (dona la madre) La madre esprime la volonta’ di donare un rene alla figlia e viene sottoposta agli accertamenti al fine di stabilire la compatibilita’. CASO CLINICO Al momento del ricovero, sono presenti in Italia entrambi i genitori che non parlano e non comprendono l’italiano. In Albania hanno lasciato altri tre figli (uno di 20 anni e due piu’ piccoli di X.K.). La famiglia e’ ospite della Caritas diocesana che provvede a tutte le spese necessarie al loro soggiorno. CASO CLINICO X.K. parla e comprende perfettamente l’italiano, e’ allegra e solare appare curata e tiene molto al suo aspetto fisico. E’ una bambina piu’ matura rispetto alle bambine della sua età, e’ autonoma nelle gestione della malattia, della terapia medica e della dialisi peritoneale. Gestisce in prima persona i rapporti con il personale medico ed iinfermieristico. CASO CLINICO La madre, ricoverata in urologia, e’ stata dimessa in 5° giornata dal prelievo dell’organo e il padre torna in Albania. X.K.presenta un decorso clinico post-trapianto privo di complicanze chirurgiche-immunologiche o infettive, buona ripresa della diuresi e della capacita’ depurativa da parte dell’organo trapiantato. La bambina e’ stata dimessa in 28° giornata con valori di scr 1 mg/dl - azotemia 0,9 mg/dl. PROBLEMI RILEVATI La madre non parla italiano X.K. e’ minorenne. X.K. parla e comprende l’italiano, ottiene direttamente le notizie sul decorso clinico e sui trattamenti medici previsti, rassicura la madre sull’andamento del trapianto. Per l’esecuzione dei trattamenti sanitari sono necessari i consensi informati di una persona maggiorenne D.I ALTERAZIONE DEI PROCESSI FAMILIARI CORRELATO A GRAVE ALTERAZIONE DELLA ROUTINE FAMILIARE A CAUSA DI TRATTAMENTI CHE RICHIEDONO TEMPO INTERVENTI: - AIUTARE LA FAMIGLIA A VALUTARE LA SITUAZIONE - COINVOLGIMENTO DEL MEDIATORE CULTURALE - COINVOLGIMENTO DELLA MADRE NELLE DECISIONI DEL CASO DELLA FIGLIA PROBLEMA RILEVATO ALLA DIMISSIONE Convivenza con altre persone nella casa famiglia. D.i.- Rapporti interpersonali inferiori al livello desiderato o necessario per la propria integrita’. correlato alla necessita’ di isolamento protettivo secondario alla terapia immunosoppressiva. INTERVENTI Il personale sanitario ha preso contatti con gli operatori sociali della Caritas Diocesana per farle avere una stanza singola. Alla dimissione consegna alla madre ed a X.K dell’opuscolo informativo sullo stile di vita da adottare dopo il trapianto renale: - Indossare la mascherina, evitare luoghi affollati, eseguire in modo accurato il lavaggio delle mani VINCOLI DEL TRAPIANTO RENALE - TERAPIA IMMUNOSOPPRESSIVA - TERAPIA CORTISONICA - LIMITAZIONE DEI CONTATTI SOCIALI NEL PRIMO PERIODO - NECESSITA’ DI MODIFICARE LO STILE DI VITA CASO CLINICO - Gennaio 2003: Intervento chirurgico per stenosi ureterale risoltasi completamente. - 2003 – 2009: Ricoverata diverse volte presso il nostro centro trapianti. - Ottobre 2009: Peggioramento della funzionalità del rene tx. Per episodio di rigetto viene trattata con boli di steroidi e thymoglobuline. Biopsia rene tx: conferma di episodio di rigetto. - Problematiche di tipo infettivo: broncopolmonite, diarrea e febbre trattati con terapia antibiotica CASO CLINICO - Anemizzazione (Hb 7,5 mg/dl): emotrasfusioni ed eritropoietina. - I controlli ambulatoriali previsti nel follow-up evidenziano, nel tempo, bassi livelli di ciclosporina. - Maggio 2010: valori di Crs 3,5 mg/dl - Urea 190 mg/dl con diagnosi medica di IRC V STADIO. Si propone: reinserimento in lista trapianto pre-emptive CASO CLINICO: Problemi rilevati All’osservazione non si rilevano i segni della terapia cortisonica (ipertricosi, volto a “luna piena”). Bassi livelli di ciclosporinemia. Al colloquio con X.K. emerge che non assume regolarmente la terapia cortisonica. Mancato rispetto delle indicazioni di stile di vita da seguire D,I INEFFICACE GESTIONE DEL REGIME TERAPEUTICO (FAMIGLIA) correlato alla sua complessità e al rifiuto degli effetti collaterali. Interventi Promuovere nella persona e nella famiglia un atteggiamento positivo ed una partecipazione attiva alla gestione delle cure. Colloqui tra operatori ed X.K per l’educazione sanitaria e counseling. Controlli ambulatoriali piu’ ravvicinati. Coinvolgimento del mediatore culturale. Coinvolgimento degli operatori sociali della casa famiglia. D.I RISCHIO DI INFEZIONE Correlato ad alterazione del sistema immunitario secondario alla necessita’ di un trattamento di terapia immunosoppressiva piu’ aggressivo. INTERVENTI: Colloquio tra operatori sanitari, X.K e la madre per ristabilire comportamenti efficaci per l’isolamento protettivo. Aiutare X.K. ad identificare gli adattamenti che si rendono necessari (modificare l’ambiente abitativo). Consegna e spiegazione dell’apposito opuscolo informativo. D.I COMPROMISSIONE DELLE INTERAZIONI SOCIALI correlata ad isolamento terapeutico D.I DISTURBO DEL CONCETTO DI SE’ Correlato a variazioni dell’aspetto fisico, di un ruolo o delle risposte altrui D.I COPING INEFFICACE Correlato a inadeguatezza delle risorse psicologiche per adattarsi a modificazioni fisiche e emozionali D Interventi Incontri degli operatori sociali con X.K da sola e con la madre per incoraggiare sentimenti e pensieri riguardo al decorso, alla prognosi e al trattamento del trapianto renale. Fornire informazioni attendibili e chiarire eventuali concetti errati e gli effetti sullo stile di vita da adottare. Fornire a X.K. l’educazione necessaria a non concentrare l’attenzione solo sui cambiamenti dell’immagine di se’. L’infermiere deve rinforzare le caratteristiche positive che contribuiscono al nuovo concetto di se’ globale. Coinvolgimento dello psicologo e dell’assistente sociale. Conclusioni Il trapianto renale da vivente resta, attualmente, la migliore soluzione terapeutica per il trattamento dell’ IRC in fase terminale. L’evento trapianto necessità da parte del ricevente di un adeguato grado di maturità e di sostegno socio – familiare.