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AZIENDA OSPEDALIERAUNIVERSITARIA IN TEGRATA
DI VERONA
AZIENDA
ULSS 20
AZIENDA
ULSS 22
I° edizione 2010
Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi. Nessuna parte del presente volume può essere riprodotta, tradotta o adattata con alcun
mezzo (compresi i microfilm, le copie fotostatiche e le memorizzazioni elettroniche) senza il consenso scritto dell’Autore. La
violazione di tali diritti è perseguibile dalla Legge.
Coordinamento redazionale a cura della Prof.ssa Annamaria Molino
Disegni a cura della D.ssa Elisa Filippi
“Prevenire è meglio che curare”.
Quante volte abbiamo pronunciato questo detto ormai di uso
comune? Poche e semplici parole che esprimono una grande
verità.
Verità che trova la sua migliore applicazione nel mondo della
medicina. E’ infatti riconosciuta l’importanza della prevenzione per
garantire una buona salute e una migliore qualità della vita. Ancor
più questo si rivela necessario in campo oncologico: adottare uno
stile di vita sano ed effettuare controlli diagnostici precoci sono
semplici comportamenti che possono però salvare la vita.
Il miglior approccio al problema del cancro è la prevenzione, e
questa si basa sulla comprensione delle cause e dei meccanismi
che possono favorire lo sviluppo di tale patologia, in modo da
evitarli il più possibile.
Obiettivo di questo opuscolo è quello di fornirvi alcune indicazioni
da seguire nella vita di tutti i giorni, raccomandazioni che possono
aiutare a scongiurare il pericolo del cancro, traducendo così anche
le più recenti e complesse scoperte in campo medico in semplici e
concrete azioni quotidiane.
La parola d’ordine, allora, è prevenzione: sinonimo di promozione
del proprio benessere, della propria salute, ma anche della propria
bellezza.
Il Gruppo Senologico Veronese
LA
PREVENZIONE
COMUNICAZIONE
DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Lotta contro il cancro: un impegno europeo
Bruxelles, 24.6.2009
Il 24 giugno 2009 a Bruxelles si è riunita la Commissione Europea per fare il punto sulla
situazione nella lotta contro il cancro. In tale occasione sono state tratte le seguenti
conclusioni:
“Nonostante i recenti progressi della medicina, il cancro continua a imporre alla società
europea un pesante tributo in termini di vite umane: ogni anno viene diagnosticato a circa 3,2
milioni di cittadini dell'Unione Europea. Un'azione europea in questa materia può apportare un
notevole valore aggiunto nell'affrontare più efficacemente il carico delle malattie neoplastiche a
livello nazionale, regionale e locale in tutta la Comunità…(omissis). Da una comune azione
europea può derivare un notevole valore aggiunto: la risposta alle principali problematiche
sanitarie può in effetti risultare più efficace attraverso la condivisione delle informazioni e lo
scambio delle esperienze e delle migliori pratiche cliniche.”
“Una prevenzione efficace da un notevole contributo al miglioramento della salute.“
Il cancro è provocato da molteplici fattori e la prevenzione deve quindi concentrarsi sulle cause
legate allo stile di vita e su quelle occupazionali e ambientali.
“Secondo le stime, si potrebbe prevenire circa un terzo di tutti i tumori maligni modificando o
eliminando i principali fattori di rischio, quali il tabagismo, l'eccesso ponderale, la scarsa
assunzione di frutta e verdura, la sedentarietà e il consumo di alcool.”
Già nel 1987 la Commissione Europea aveva elaborato IL CODICE EUROPEO CONTRO IL
CANCRO e da allora il codice è periodicamente riesaminato da un gruppo di esperti che ne
valuta un’eventuale revisione delle raccomandazioni.
Quella che vi proponiamo di seguito è l’ultima versione, del 2003.
IL CODICE EUROPEO CONTRO IL CANCRO
TERZA VERSIONE – 2003
Adottando uno stile di vita più salutare è possibile evitare alcune neoplasie e migliorare
lo stato di salute
1 Non fumare; se fumi, smetti. Se non riesci a smettere non fumare in presenza di non
fumatori.
2 Evita l’obesità.
3 Fai ogni giorno attività fisica.
4 Mangia ogni giorno frutta e verdura: almeno cinque porzioni. Limita il consumo di alimenti
contenenti grassi di origine animale.
5 Se bevi alcolici, che siano birra, vino o liquori, modera il loro consumo a due bicchieri al
giorno se sei un uomo e 1 bicchiere al giorno se sei una donna.
6 Presta attenzione all’eccessiva esposizione al sole. E’ di importanza fondamentale
proteggere bambini ed adolescenti. Gli individui che hanno la tendenza a scottarsi al sole
devono proteggersi per tutta la vita dall’eccessiva esposizione.
7 Osserva scrupolosamente le raccomandazioni per prevenire l’esposizione occupazionale o
ambientale ad agenti cancerogeni noti, incluse le radiazioni ionizzanti.
Se diagnosticati in tempo, molti tumori sono curabili
8 Se diagnosticati in tempo molti tumori sono curabili. Rivolgiti ad un medico se noti la
presenza di: una tumefazione, una ferita che non guarisce, anche nella bocca, un neo che
cambia forma, dimensione o colore, ogni sanguinamento anormale, la persistenza di alcuni
sintomi quali la tosse, raucedine, acidità di stomaco, difficoltà a deglutire, cambiamenti
inspiegabili come perdita di peso, modifiche delle abitudini intestinali o urinarie. Esistono
programmi di salute pubblica che possono prevenire lo sviluppo di neoplasie o aumentare la
probabilità che una neoplasia possa essere curata.
Esistono programmi di salute pubblica che possono prevenire lo sviluppo di neoplasie
od aumentare la probabilità che una neoplasia possa essere curata
9 Se diagnosticati in tempo molti tumori sono curabili. Le donne dai 25 anni in su dovrebbero
essere coinvolte in screening per il carcinoma della cervice uterina con la possibilità di
sottoporsi periodicamente a strisci cervicali. Questo deve essere eseguito all’interno di
programmi organizzati sottoposti al controllo di qualità.
10 Se diagnosticati in tempo molti tumori sono curabili. Le donne sopra ai 50 anni dovrebbero
essere coinvolte in screening per il carcinoma della mammella con la possibilità di sottoporsi a
mammografia. Questo deve essere fatto all’interno di programmi organizzati sottoposti a
controllo di qualità.
11 Se diagnosticati in tempo molti tumori sono curabili. Individui con più di 50 anni dovrebbero
essere coinvolti in screening per il cancro del colon-retto. Questo deve essere fatto all’interno
di programmi organizzati sottoposti a controllo di qualità.
12 Se diagnosticati in tempo molti tumori sono curabili. Partecipa ai programmi di
vaccinazione contro l’Epatite B.
ALCUNI COMMENTI AL CODICE EUROPEO
CONTRO IL CANCRO
Non fumare
Se fumi, smetti di fumare.
Chi fuma ha una probabilità di morire tre volte superiore a un non fumatore. Non fumare in
presenza di altri, il tuo fumo può pregiudicare la salute delle persone intorno a te.
Se non fumi, non provare a fumare, il fumo dà dipendenza ed è difficile smettere una volta che
hai iniziato.
Evita il sovrappeso con un’adeguata alimentazione e con una costante attività fisica
Il sovrappeso sembra legato a un maggior rischio di cancro. Le persone obese si ammalano e
muoiono di alcuni tipi di cancro (tra cui il tumore al seno) più delle persone che mantengono il
peso forma.
Alla scarsa attività fisica e alle quantità eccessive di calorie e di grassi che assumono gli obesi,
può essere imputato il maggior rischio di ammalarsi di alcuni tipi di tumore.
È quindi importante mantenere il peso forma con un’adeguata alimentazione e con una
costante attività fisica.
Alimentati in modo adeguato
Mantenere una dieta equilibrata comporta degli indubbi vantaggi per la nostra salute.
E’ verosimile supporre che vi sia un effetto positivo di alcuni alimenti nella prevenzione di
alcuni tumori dell’apparato digerente. Studiare in modo scientifico questi effetti è difficile sia
perché per assicurarsi che la ricerca sia attendibile occorrerebbe studiare un gran numero di
persone, sia perché le abitudini alimentari non sono costanti, ma variano nel tempo anche
nella stessa persona. I consigli, sono quelli di non superare il fabbisogno calorico
giornaliero, mangiare frutta e verdura (almeno cinque porzioni ogni giorno) e preferire i
grassi di origine vegetale a quelli di origine animale.
E’ utile consumare molte crucifere (rape, senape, rucola, cavolfiore, cavolini di Bruxelles,
ravanelli, cavolo) perché agiscono in modo positivo nei confronti del metabolismo degli ormoni.
Inoltre vanno limitati gli zuccheri raffinati, che hanno l'effetto di innalzare l'insulina nel sangue e
quindi di indurre il diabete, a favore di zuccheri grezzi e di amidi. Da limitare l'apporto di latticini
e uova, tenendo però d'occhio la quantità totale di calcio per prevenire l'osteoporosi.
Non eccedere nell'uso di bevande alcoliche
Sembra esserci una relazione tra assunzione di bevande alcoliche e la maggiore incidenza di
alcuni tumori. Anche lo studio di questa relazione non è semplice, si stima peraltro che un
consumo eccessivo di bevande alcoliche aumenti il rischio di cancro della cavità orale, della
faringe, dell'esofago e della laringe, dell'intestino, del fegato e della mammella. L'alcool è un
fattore difficile da isolare: non è raro che sia associato ad altri fattori come il fumo e la
sedentarietà, ed è perciò un problema fare degli studi mirati su questo fattore specifico.
Qual è il consumo giornaliero di alcool “sicuro”?
Le linee guida Europee parlano di due bicchieri di vino o birra al giorno per gli uomini e un
bicchiere per le donne come limite massimo; se non si consuma alcool è meglio.
Gli effetti negativi per la salute dell’abuso di sostanze alcoliche sono noti e ben documentati.
Modera l'esposizione al sole
Bisogna porre attenzione all’esposizione al sole.
Specialmente chi passa molto tempo in ambienti
chiusi deve considerare che la sua pelle non è
abituata all'esposizione solare e quindi è meno
protetta verso i raggi solari.
Evitare le scottature ed esporsi sempre al sole
con un'adeguata protezione, soprattutto da
bambini e da giovani: le persone che hanno
riportato scottature o eritemi in età infantile, in età
adulta hanno una maggiore incidenza di
melanoma, un tumore della cute.
Non ti esporre alle sostanze cancerogene
Si definisce cancerogeno "ogni sostanza o preparato che, per inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo, è in grado di provocare un aumento dell'incidenza il cancro o
aumentarne la frequenza". In base alla classificazione dell'Unione Europea (UE), le sostanze
cancerogene sono suddivise in tre categorie:
•
sostanze che hanno effetti noti (categoria 1)
•
sostanze che hanno effetti probabili (categoria 2)
•
sostanze che sono preoccupanti per possibili effetti (categoria 3)
Per verificare se una sostanza è cancerogena bisogna fare riferimento al simbolo e alle frasi e
codici di rischio riportati sull'etichetta e sulla scheda di sicurezza secondo la classificazione
dell'UE.
Ovviamente la Legge proibisce l’utilizzo delle sostanze cancerogene; tuttavia ci sono situazioni
in cui questo non è possibile; per esempio, le radiazioni utilizzate per tutta la diagnostica
radiologica sono cancerogene, e quindi il personale che lavora in radiologia è esposto al
rischio di cancerogeni. Esistono però Linee Guida molto precise su come evitare qualsiasi
rischio, e quindi la raccomandazione del Codice europeo è quella di attenersi
scrupolosamente alle istruzioni riguardanti l'esposizione a tali sostanze. Le istruzioni
forniscono indicazioni molto precise, come l’utilizzo di dispositivi di sicurezza come guanti,
mascherine ecc. Se si rispettano le norme, si evitano i rischi d’insorgenza di tumori da
sostanze cancerogene.
Partecipa agli Screening
Lo screening è un'iniziativa di sanità pubblica con la quale la popolazione sana di un
determinato territorio, in età giudicata a rischio, è sistematicamente invitata dalla propria ULSS
a sottoporsi gratuitamente a esami preventivi (mammografia, pap-test ecc.).
L'obiettivo è di individuare il tumore quando è ancora all'inizio e non ha ancora sintomi.
Gli screening che in questo momento hanno dato buoni risultati, e quindi sono adottati, sono
quelli per i tumori del collo dell’utero, della mammella e del colon-retto.
È molto importante rispondere all’invito e aderire ai programmi di screening.
LA MAMMELLA
NELLA DONNA
Come è fatta la mammella?
La mammella umana è un organo pari e simmetrico, posto nella regione anteriore del torace. È
costituita da tessuto cutaneo, adiposo e da strutture ghiandolari.
Più nel dettaglio, il tessuto è composto da:
•
una componente ghiandolare, (15-20 lobi, ognuno dei quali ha uno sbocco a livello del
capezzolo attraverso un dotto galattoforo);
•
una componente di tessuto adiposo, in cui sono inserite e immerse le strutture
ghiandolari;
•
una componente fibrosa di sostegno.
Le mammelle sono strutture che, fino al periodo della pubertà, sono sviluppate allo stesso
modo in entrambi i sessi. Alla pubertà lo sviluppo della mammella maschile s’interrompe. La
mammella femminile, invece, va incontro a un ulteriore sviluppo con differenze individuali di
forma e dimensione nell’età adulta.
vasi sanguigni
linfonodi
lobuli
dotti
tessuto adiposo
parete del torace
Cos'è il tumore al seno?
Il tumore del seno è una malattia potenzialmente grave se non è diagnosticata e curata in
tempo. È dovuto alla trasformazione di cellule della ghiandola mammaria in cellule maligne
che poi si moltiplicazione in modo incontrollato. Questo significa che hanno la capacità di
staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere i tessuti circostanti e, col tempo, anche
gli altri organi del corpo.
Quanto è diffuso il tumore al seno?
È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 25% di tutti i tumori che
colpiscono le donne.
È la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, con un tasso di mortalità del
17% di tutti i decessi per causa oncologica.
Chi è a rischio?
Vi sono diversi fattori di rischio per il cancro al seno, alcuni modificabili come abbiamo già visto
e altri no. Tra questi:
L'età: più dell'80% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni.
La familiarità: circa il 10% delle donne con tumore al seno ha più di un famigliare malato.
Gli ormoni: un’elevata produzione di estrogeni (gli ormoni femminili per eccellenza) da parte
dell'organismo favorisce la comparsa del cancro al seno, mentre una ridotta quantità di
estrogeni è protettiva; per esempio le gravidanze, che riducono la produzione di estrogeni,
hanno un effetto protettivo.
Altri possibili soggetti a rischio sono le donne che hanno avuto una maggiore esposizione agli
ormoni sessuali: la prima mestruazione in età precoce (prima dei 12 anni) e la menopausa
tardiva, chi non ha mai avuto figli, chi si è sottoposta a terapia ormonale sostitutiva; l’uso di
contraccettivi orali, se presi in giovane età e per periodi non troppo lunghi non aumentano il
rischio.
Allattare i figli aiuta a combattere il tumore del seno?
Teoricamente sì, perché l'allattamento consente alla cellula del seno di completare la sua
maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche. È però
un fattore protettivo poco importante ai giorni nostri, perché bisognerebbe avere un alto
numero di gravidanze e allattare per molto tempo.
Gli ormoni usati per curare i disturbi della menopausa possono provocare il tumore al seno?
Un corretto stile di vita è in grado non solo di migliorare i disturbi della menopausa, ma
soprattutto di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di osteoporosi che potrebbero
manifestarsi molti anni più tardi. In aggiunta ad un corretto stile di vita si può ricorrere, se
indispensabile, ad aiuti farmacologici per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie e
dell’osteoporosi (integratori di calcio e di vitamina D).
Anche la terapia ormonale sostitutiva è stata usata per curare i disturbi della menopausa.
I risultati di due grandi studi condotti in donne in menopausa hanno dimostrato che:
•
l’uso di terapia ormonale sostitutiva in menopausa è associato a un aumento del
rischio di ammalare di carcinoma della mammella
•
il rischio aumenta progressivamente con la durata del trattamento.
Questo porta alla conclusione che la terapia ormonale sostitutiva in menopausa va evitata e
può essere utilizzata solo in casi particolari, con gravi patologie da menopausa.
Quali sono i sintomi del tumore al seno?
La maggior parte dei tumori al seno non dà segno di sé e si vede solo con la
mammografia.
Da cercare sono gli eventuali noduli palpabili.
In genere le forme iniziali di tumore del seno non provocano dolore. È importante segnalare al
medico alterazioni del capezzolo (in fuori o in dentro), perdite dal capezzolo, cambiamenti
della pelle (aspetto a buccia d'arancia localizzato) o della forma del seno.
Che cos’è l’auto-esame della mammella?
L'auto-esame è una tecnica che consente alla donna di individuare precocemente eventuali
trasformazioni del proprio seno. La sua efficacia in termini di diagnosi precoce è però molto
bassa, perché un nodulo palpabile ha dimensioni di almeno 1 centimetro, mentre gli esami
strumentali lo evidenziano anche quando di dimensioni molto inferiori.
Che cosa devo osservare?
Il periodo corretto per l'esecuzione dell'auto-esame è l'inizio delle mestruazioni. La donna si
deve posizionare di fronte ad uno specchio in un ambiente ben illuminato col busto ben eretto
e le braccia lungo i fianchi. La prima verifica consiste nel valutare eventuali variazioni di forma
e volume delle mammelle rispetto al mese precedente, la comparsa di arrossamenti
superficiali, piccoli infossamenti o retrazioni. Occorre prestar maggiore attenzione
nell'esaminare il capezzolo e l'areola mammaria.
Una volta alzate le braccia, si procederà con l'esame del quadrante inferiore e del solco
sottomammario. Portando le mani sui fianchi e premendo con forza, si contraggono i muscoli
pettorali e questo permette di rilevare anomalie nella forma.
In che cosa consiste l’auto-palpazione?
L'auto-palpazione va iniziata dall'esame delle fossette sovraclavicolari e dalle cavità ascellari,
alla ricerca di eventuali ghiandole ingrossate. Le fossette sovraclavicolari vanno esplorate con
l'aiuto dei polpastrelli dell'indice e del medio della mano del lato opposto, avendo cura di
tenere il braccio del lato esplorato pendente lungo il fianco. Il cavo ascellare va esplorato
flettendo il braccio sull'avambraccio, poggiandolo su un piano, a formare un angolo retto
rispetto al tronco. I muscoli che delimitano la cavità ascellare non devono essere in tensione.
L'esplorazione è eseguita con le dita della mano opposta. L'esplorazione manuale della
mammella si esegue in posizione supina, mettendo un piccolo cuscino sotto la spalla
corrispondente alla mammella. Il braccio dello stesso lato deve essere piegato di sotto alla
testa. L'auto-palpazione deve essere leggera, praticata a partire dai margini (cavo ascellare,
sterno, clavicole e solco sottomammario) verso il centro (il capezzolo).
L'auto-palpazione può essere eseguita con le mani leggermente insaponate per renderla più
facile.
Se sento un nodulo al seno, scoperto tramite l'auto-palpazione, cosa devo fare?
La prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico di fiducia. Questi valuterà se è il caso di
eseguire approfondimenti diagnostici (mammografia, ecografia, ago-aspirato, biopsia).
LA DIAGNOSI
Perché è importante la diagnosi precoce del tumore al seno?
Il tumore mammario è un tumore molto frequente ed è la prima causa di morte per tumore
nelle donne. Per garantire la guarigione è importante fare diagnosi precocemente quando
il tumore è ancora nella sua fase iniziale di evoluzione (tumore in situ), o se infiltrante, quando
è ancora di piccole dimensioni. Questo è oggi possibile grazie al miglioramento delle
metodiche radiologiche e ai programmi di screening.
Quali esami devo eseguire per una corretta diagnosi precoce?
La diagnosi si effettua mediante le informazioni ottenute da esame clinico (palpazione), e
dagli esami strumentali (mammografia, ecografia, risonanza magnetica, galattografia, agoaspirato/ biopsia). Il medico radiologo utilizzerà queste metodiche in maniera diversa secondo i
quesiti che deve risolvere, all’età della paziente, ai suoi fattori di rischio e alle caratteristiche
radiografiche del seno.
Le indagini di laboratorio sono in grado di individuare la presenza o il rischio di neoplasia?
NO. Le indagini di laboratorio non sono in grado di individuare la presenza o il rischio di
neoplasia, ma sono utili nel monitoraggio di eventuali terapie.
Cos’è la mammografia?
La mammografia è un’indagine radiologica che utilizza radiazioni ionizzanti. Attualmente con la
tecnica digitale la dose di radiazioni è ridotta al minimo. L’ esame mammografico richiede la
compressione della mammella tra due piatti. È lo strumento diagnostico principale per la
diagnosi di tumore al seno. Può avere dei limiti legati alla densità radiologica della mammella
(seno denso) tipico dell’età giovane.
La mammografia è dolorosa?
La compressione della mammella durante l’esecuzione della mammografia può risultare a
volte fastidiosa o leggermente dolorosa. Dura poco tempo ed è comunque indispensabile per
ottenere un buon risultato.
Cos’è l’ecografia?
L'ecografia non utilizza radiazioni ionizzanti ma onde ultra-sonore. E’ un esame utile per
studiare il seno giovane ed è indagine complementare alla mammografia dopo i 40 anni.
Che cos è la galattografia ?
La galattografia è una particolare radiografia del seno che serve a studiare i dotti galattofori
mammari. Come la mammografia, utilizza radiazioni ionizzanti ed è associata all’utilizzo di un
mezzo di contrasto iniettato all’interno dei dotti per visualizzarne il decorso. Viene effettuata
quando ci sono secrezioni mammarie particolari (solitamente mono-orifiziali, ematiche e
spontanee) sospette per patologie associate ai dotti.
Che cos’ è la risonanza magnetica ?
La Risonanza Magnetica (RM) non utilizza radiazioni ionizzanti ma impulsi di radiofrequenza.
L’esame richiede che la paziente sia prona, con i seni adagiati all’interno di una bobina
dedicata. E’ importante che la paziente rimanga ferma per tutto l’esame. Richiede nella
maggior parte dei casi l’utilizzo di un mezzo di contrasto per iniezione endovenosa. È utilizzata
nella pianificazione pre-operatoria e nel monitoraggio delle pazienti ad alto rischio. E’ inoltre
fondamentale nello studio delle protesi mammarie.
Quando devo eseguire i controlli ?
La cadenza e tipologia dei controlli va diversificata in base all’età, alla presenza o meno di
noduli e alla presenza di fattori di rischio.
La donna asintomatica tra i 40-50 anni deve eseguire annualmente l’esame senologico,
mentre sopra i 50 anni si deve aderire ai programmi di Screening con cadenza ogni due
anni.
Se la donna è sintomatica deve rivolgersi ai centri di senologia, dove il medico radiologo
eseguirà gli esami opportuni.
Se la donna è ad alto rischio familiare e/o genetico, deve iniziare i controlli in giovane età;
questi prevedono, secondo l’età, oltre all’esecuzione dell’ecografia e della mammografia anche
l’esecuzione della risonanza magnetica.
E in caso di sospetto, quali accertamenti più approfonditi devo effettuare?
Nel caso di lesioni dubbie o sospette alle indagini radiologiche (mammografia, ecografia), è
indispensabile utilizzare metodiche diagnostiche di “2° livello” che si fondano sull’analisi al
microscopio ottico di cellule (citologia mediante ago-aspirato) o piccoli frammenti di tessuto
prelevati dalla lesione (istologia mediante ago-biopsia/mammotome). L’analisi citologica e/o
istologica viene eseguita dal patologo. Come per la radiologia, trattandosi di metodiche
operatore-dipendenti, è altamente raccomandabile che ago-aspirati e/o ago-biopsie siano letti
da patologi esperti, “dedicati” al settore senologico. Mediante tali metodiche gran parte delle
lesioni che risulta d’incerta natura alla radiologia può essere caratterizzata con precisione e
affidabilità: nel caso di diagnosi cito-istologica di benignità la paziente sarà rassicurata e
avviata ai normali controlli periodici, nel caso di diagnosi maligna affidata tempestivamente al
chirurgo per il necessario intervento o all’oncologo per eventuali trattamenti medici prechirurgici.
Che differenza c’è tra ago-aspirato e ago-biopsia?
Sono entrambe metodiche basate sul prelievo mediante l’uso di aghi di materiale da una
sospetta lesione mammaria. Quello che in definitiva cambia, è la dimensione dell’ago: l’agoaspirato utilizza aghi molto sottili che consentono di ottenere dalla lesione solo cellule
dissociate, l’ago-biopsia utilizza aghi un po’ più grandi che permettono l’acquisizione di
maggiori quantità di materiale in forma di piccoli frammenti di tessuto.
In entrambi i casi il materiale a disposizione del patologo per l’analisi è comunque – per
definizione – rappresentativo delle aree della lesione raggiunte dalla punta dell’ago.
L’invasività di queste tecniche è modesta (minima nel caso dell’ago-aspirato): entrambe
risultano in genere ben tollerate dalle donne, con rischi/complicanze assai ridotti e per lo più
consistenti in lieve dolore, sanguinamento locale e possibile formazione di ematomi che si
riassorbono con facilità nei giorni successivi.
L’ ago-aspirato e l’ago-biopsia hanno dei limiti?
Sì, in una bassa percentuale di casi l’analisi microscopica da parte del patologo del materiale
prelevato non è in grado di fornire indicazioni conclusive circa la benignità o malignità di una
data alterazione radiologica della mammella. In tali casi, sarà necessario asportare la lesione
mediante un piccolo intervento chirurgico (“biopsia escissionale diagnostica”), in genere
effettuabile in anestesia locale. Il successivo esame istologico dell’intera lesione e del tessuto
circostante consentirà di definire con certezza la natura del processo.
LA TERAPIA
Una volta terminata la fase diagnostica, se si accerta la presenza del tumore al seno, si passa
alla fase terapica.
Quali sono le terapie più efficaci nel tumore al seno?
Nel tumore della mammella le possibili terapie sono rappresentate prevalentemente dalla
chirurgia, dalla terapia medica e dalla radioterapia.
Quali sono gli interventi chirurgici eseguiti per un tumore al seno?
Contrariamente al passato, la chirurgia della mammella tende oggi a essere meno aggressiva,
cioè meno mutilante, con indubbi vantaggi sul piano estetico, psicologico e funzionale. Questo
è possibile se il tumore è diagnosticato in fase precoce, quando è ancora piccolo.
Gli interventi possibili sono quindi, nella maggior parte dei casi, conservativi (prelevando solo il
nodulo – NODULECTOMIA, o una porzione un po’ più ampia che viene detta quadrante QUADRANTECTOMIA); in casi particolari meno frequenti, per estensione o sede centrale
della lesione tumorale, si deve eseguire un intervento demolitivo (viene asportata l’intera
mammella - MASTECTOMIA).
La rieducazione funzionale ha, oggi, un ruolo di supporto alle manovre chirurgiche, per
ripristinare al meglio e rapidamente eventuali problemi di movimento dell’arto superiore
adiacente al lato operato.
E’ possibile la ricostruzione del seno?
Sì, la ricostruzione della mammella viene proposta a tutte le pazienti che devono subire
l’intervento di mastectomia. E’ una serie di procedure chirurgiche atte a ripristinare l'immagine
corporea. La ricostruzione può essere effettuata tramite impianti protesici o tramite una tecnica
recente con cellule staminali.
Viene sempre eseguito lo svuotamento ascellare?
No, anche in questo campo, se la diagnosi è precoce e il tumore piccolo, si può asportare solo
il primo linfonodo ascellare e, se non sono presenti cellule neoplastiche, non è necessario
asportare gli altri linfonodi. Anche da questo fatto si evince l’importanza di diagnosticare
precocemente tumori ancora piccoli.
Perché a volte viene consigliata una terapia medica dopo l’intervento?
La terapia che a volte è consigliata dopo l’intervento è chiamata “precauzionale” perché serve
a ridurre il più possibile l’eventuale rischio di una ricaduta nel tempo.
È una terapia costituita da farmaci: chemioterapia e/o ormonoterapia e/o da terapie biologiche.
Che cos’è la radioterapia?
La radioterapia è un trattamento locale con radiazioni ionizzanti; il principale obiettivo è di
ridurre il rischio di ricaduta loco-regionale della malattia. La radioterapia può essere eseguita
durante l’operazione chirurgica (IORT: Radio Terapia Intra Operatoria) oppure nei mesi
successivi all’intervento.
Si può guarire di tumore al seno?
SI’, ormai è possibile guarire di tumore al seno in una percentuale di casi molto elevata,
se la diagnosi è stata fatta precocemente; non solo, è possibile guarire con interventi
molto conservativi e quindi con un’ottima qualità di vita.
Lo screening e le terapie precauzionali hanno, infatti, portato la percentuale di guarigioni dal
50% degli anni ’70 all’attuale 85%; questa percentuale può arrivare al 95%-100% nei casi
diagnosticati prima di diventare invasivi o quando sono molto piccoli.
Si ribadisce quindi l’importanza di aderire ai programmi di screening e di eseguire gli esami
come consigliato.
LA SENOLOGIA
Che cos’è la senologia?
La senologia è la branca della medicina che studia i tumori alla mammella. La senologia è
materia complessa che si è sviluppata particolarmente negli ultimi decenni diventando oggetto
di studio di molte branche specialistiche: radiologia, oncologia, chirurgia, anatomia patologica,
radioterapia, fisioterapia, ecc. Le attuali conoscenze in campo oncologico e le esperienze
maturate in tanti anni hanno dimostrato che questa malattia così complessa necessita di un
approccio multidisciplinare sia nel momento della diagnosi che in quello della stadiazione
fino alla scelta terapeutica (chirurgo, radioterapista, oncologo), così da coinvolgere più
specialisti
Esiste a Verona chi si occupa di senologia?
A Verona esiste il GRUPPO SENOLOGICO VERONESE, costituito da vari specialisti che
trattano il tumore al seno presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e
presso le Aziende Sanitarie Territoriali dell’ULSS 20 e dell’ULSS 22.
Obiettivo del Gruppo Senologico è di ottimizzare il percorso delle donne operate al seno
tramite l’utilizzo di Linee Guida e protocolli discussi assieme e condivisi.
L’attività
del
Gruppo
Senologico
Veronese
è
ben
descritta
nel
sito:
www.ospedaleuniverona.it/grupposenologico
dove è possibile trovare tutte le informazioni necessarie per essere accompagnate
nell’affrontare il tumore al seno a Verona.
www.ospedaleuniverona.it/grupposenologico
QUESTO OPUSCOLO E’ STATO REALIZZATO
GRAZIE AL CONTRIBUTO DI ANDOS - VERONA
(ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE OPERATE AL SENO)
E DEL PASTIFICIO RANA
ANDOS
VERONA
PASTIFICIO
RANA
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Prevenzione dei tumori